2014 CORTI Geremia Savoini 1776-1836

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    Un Generale senza stellette

    Geremia Savoini(Firenze 1766 San Pietroburgo 1836)

    Ritratto di uno sconosciuto

    Racconta lo storico Viktor MichajloviFajbisoviche nel 1983 il mu-seo di Prijutino, vicino a San Pietroburgo, acquist due ritratti, ambeduea guazzo e acquerello: luno rappresentava una signora vestita alla moda

    degli anni Trenta dellOttocento, laltro un ignoto militare. Si trattava diprocedere allidentificazione dei due personaggi e, per ovvi motivi, risul-t pi agevole quella del soldato, il cui ritratto, firmato con una R, recala data del 1836 sotto una delle spalline.

    Tutto, dalluniforme alle decora-zioni, rivelava un eroe della cam-pagna contro Napoleone del 1812.Le spalline prive di stellette indica-vano un generale a pieno titolo(polnyj general), nel caso specifico

    un generale di fanteria.1

    I nastrinisulle spalline e sul petto, le croci, lestelle e le medaglie rappresentava-no lordine di Alessandro Nevskij,di San Vladimiro di seconda classe,di San Giorgio di terza classe, diSantAnna di prima classe, la crocedoro al merito per la presa dellafortezza turca di Ismail sul Mar Ne-ro, una medaglia di bronzo e una

    dargento a commemorare la partecipazione alla guerra patria del 1812,

    una dargento per lentrata a Parigi nel 1814.

    1Le stellette, a contraddistinguere certuni gradi militari, che in precedenza non le pre-vedevano, erano state introdotte da Nicola I nel 1827: 2 per i maggior generali, 3 per itenenti generali, nessuna per i massimi gradi delle rispettive armi: generali di fanteria, dicavalleria, dartiglieria e del genio.

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    Per lidentificazione, bisognava rintracciare un generale superioredellesercito le cui decorazioni di guerra corrispondessero esattamente aquella particolare combinazione. Se ne trov uno, e nessun altro, conquelle caratteristiche: il generale di fanteria Geremia (Eremej Jakovlevi)Savoini.2

    Un pi famoso ritratto di Savoini, a firma del ritrattista ufficiale di cor-te, linglese George Dawe, si pu ammirare nella galleria militaredellErmitage ed riprodotto nella breve biografia compilata da Michaj-lovskij-Danilevskij.3

    La famiglia

    Fajbisovi individua laltro ritratto in quello della moglie di Savoini,che chiama correttamente Ljudviga Danilovna. E gi qui si rende neces-saria una digressione. Nelle trascrizioni dello stato di Servizio di Savoinirelativo al 1832, citate o riprodotte integralmente in varie biografie delgenerale, si afferma che il cognome della moglie fosse Danilova: coniu-gato con Ljudviga Danilova. Anche gli attuali discendenti della famigliaerano fino ad oggi convinti che quello fosse il cognome della loro antena-ta. In realt si tratta di un errore di trascrizione, un malinteso dovuto a di-sattenzione o allincapacit di individuare la forma del patronimico inuso in passato nei documenti ufficiali, per cui talvolta il patronimico vie-ne confuso col cognome.4Nel facsimile dello stato di servizio relativo al

    2V.Fajbisovi,Atribucija ikonografieskich pamjatnikov po voennym realijam (Pervajapolovina XIX veka), San Pietroburgo 1977, pp. 12-26. Il capitolo relativo a Savoini pubblicato separatamente col titolo Neizvestnyj portret geroja 1812 goda anche nellarivista Orel, 1992,1, pp. 33-35.3 A.I. Michajlovskij-Danilevskij, E.Ja. Savoini, in Imperator Aleksandr I i ego

    spodviniki v 1812, 1813, 1814, 1815 godach. Voennaja galereja Zimnego dvorca. iz-neopisanija, vol. 2, San Pietroburgo 1845.4Almeno unaltra volta mi sono imbattuto in un caso simile (cfr. Mario Corti, CapitanMalina. Un veneziano dallAdriatico al Mar Baltico, Collana Sism, 1, p. 28): inTeletova [Natalja Konstantinovna Teletova, Zabytye rodstvennye svjazi A.Pukina, L.1981, pp. 132-134; Id., izn Gannibala pradeda Pukina, SPb 2004, pp. 156-158] ealtrove, il cognome Seki viene erroneamente trattato come fosse un soprannome (percapirci, Piter Elaev detto Seki), mentre il patronimico Elaev Elaev syn, come fos-

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    1813 in mio possesso,5 la formula : u nego ena Ludovika Danilovado inostrannogo negocianta Dunkelja. Qui Danilova do sta chia-ramente per figlia di Daniele, altrimenti Danilovna, che la forma cor-rente del patronimico in russo, e non per il suo cognome che era Dunkel.

    Dunque la frase in questione va tra-dotta: Sua moglie Ludovica, figliadel commerciante straniero DanieleDunkel. Apprendiamo inoltre, daquesta breve annotazione nello statodi servizio, che il generale chiamavala moglie Ludovica, allitaliana, enon Ljudviga (Ludwiga) come vienegeneralmente chiamata nelle altrefonti russe.

    Secondo un elenco di personaggisepolti nei cimiteri di Pietroburgo,Savoini sarebbe nato il 1 maggio del1766, data ricavata dalliscrizionesulla pietra tombale.6Si tratta di unospazio tombale di famiglia nel cimi-

    tero Smolenskoe di San Pietroburgo,noto come evangelico o luterano. Il termine evangelico non deve trarrein inganno. In realt in quel cimitero sono sepolti anche numerosi cattoli-ci, come del resto nellaltro cimitero evangelico di Pietroburgo, il Volko-vskoe. In mancanza di cimiteri cattolici - il primo fu aperto a San Pie-

    se un cognome (si veda Petro Elaev syn Seki [Petro Seki figlio di Elaj - Elia?] inun elenco dellottobre del 1714 in Elagin,MaterialyT. III, SPb 1866, p. 71).5 RGVIA (Rossijskij gosudarstvennyj voenno-istorieskij archiv), Fond 489, Opis 1,

    Delo 449, List 3. Poslunoj spisok o slube i dostoinstve efa Ladoskogo pechotnogopolka. Ijulja 1goDnja 1813 goda. General-maior Eremej Jakovlev syn Savoini (Stato diservizio di Savoini del 1 luglio 1813).6 Vladimir Ivanovi Saitov, Peterburgskij nekropol, vol. 4 (-), San Pietroburgo1913, p. 11. Lo stato di servizio del 1 luglio del 1813 indica, nellapposita colonna, 44anni di et, il che darebbe come anno di nascita il 1767, che lanno fornito da B. Kol-

    jubakin nella sua biografia Savoini E.Ja., inRusskij biografieskij slovar, vol. 18 Saba-neev-Smyslov, San Pietroburgo 1904, p. 35.)

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    troburgo nel 1853 - tutti i cristiani non ortodossi, quindi anche i cattolici,venivano sepolti nei cimiteri protestanti.

    Oltre a Geremia, vi sono sepolte altre tre persone: la figlia Caterina,sposata Tenner; Giulia Savoini, nubile, nata il 14 maggio 1814 e mortagiovanissima il 26 giugno 1831, figlia della consigliera di stato PelagijaSaraanovieva [e di Francesco, uno dei fratelli di Geremia], la dedicasulla tomba la madre allunica figlia;7e, finalmente, il maggior gene-rale Nikolaj KarloviTenner (1836-1903), figlio di Caterina e del gene-rale di fanteria Karl Ivanovi Tenner [morto e sepolto a Varsavia nel

    1860].8

    Purtroppo, la tomba ora andata perduta per lo stato deplorevolein cui si trova il cimitero Smolenskoe di San Pietroburgo, noto comeevangelico o luterano. Il camposanto offre alla vista uno spettacolo deso-lante, molte lapidi sono seriamente danneggiate, altre addirittura affonda-te sotto il livello del terreno. La moglie di Savoini, evidentemente, mor efu sepolta altrove, presumibilmente a Odessa.

    C un po di confusione anche per quanto riguarda il nome. Moltefonti russe compreso Saitov, e cos anche Fajbisovi, per un motivo a mesconosciuto, mettono tra parentesi, accanto a Geremia, il nome Iero-nim in russo o Geronimo in italiano (ma a Firenze era pi in voga Gi-

    rolamo). Per ora preferisco Geremia, perch cos egli si faceva chiama-re. Per quanto riguarda il cognome, come spesso accade con quelli italia-7Evidentemente convolata a seconde nozze con il consigliere di stato Saraanovi.8Riporto qui di seguito, mantenendo in via eccezionale loriginale russo in caratteri ci-rillici, le annotazioni di Saitov relative ai membri della famiglia Savoini sepolti assiemenel cimitero Smolenskoe di San Pietroburgo (ib., pp. 11, 237):

    , (I) , -i, . 1 1766 7 1836. -. . .. .. ().

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    ni nei testi stranieri, le distorsioni sono diverse: Savojni, Savojnov, Sa-woini (in alcuni testi in polacco e tedesco), Savigni.

    Qualcuno vuole che egli sia nato da una famiglia nobile di Firenze, 9la qual cosa, a mio modesto parere, assai poco verosimile. Nellappo-sita colonna dello stato di servizio, dove in tutti gli altri casi indicatalorigine nobiliare, manca qualsiasi indicazione al riguardo. Chiunque,appena poteva vantare una sia pur minuscola traccia di sangue blu, nonmancava di rilevarlo in tutte le sedi opportune. Non cos Geremia Savoi-ni.

    La famiglia risiedeva effettivamente a Firenze, dovera nato anche Ge-remia. Conosciamo i nomi di almeno quattro fratelli: Giacomo (o Jacopo)come il padre (Jakov), Gregorio (Grigorij), Francesco (Franz) e Antonio(Anton). Di questultimo si conoscerebbe lanno e il luogo di nascita: Fi-renze, 1793.10Se ci dovesse risultare esatto, significherebbe che i fratel-li e i genitori di Geremia, il quale era presente in Russia almeno dal 1784,raggiunsero il loro familiare in Russia qualche anno dopo. Su questo ar-gomento torner tra breve.

    Alle prime armi

    Era stato il futuro fondatore di Odessa, il napoletano al servizio russoGiuseppe De Ribas (1749-1800), (linvincibile Doria, come lavrebbechiamato Suvorov in una sua lettera),11a far venire i Savoini da Firenze

    9Aleksander Mikaberidze, The Russian Officer Corps of the Revolutionary and Napole-onic Wars 1794-1815, New York 2005, p. 351.10 Istoriko-kraevedeskij muzej Kovrovskogo rajona. Kovrovskij nekropolhttp://kraeved-museum.ru/local-history/21-kovrovskij-nekropol. Devo alcune delle no-

    tizie sulla famiglia anche a Dmitrij Czech, uno dei discendenti di Savoini, al quale va unparticolare ringraziamento.11Scritta da Brlad in italiano e datata 15 ottobre 1789: Berlad. *. 15 oktjabrja 1789godu. Invincibile Doria Osip Michalovi! tempo per Vostra Eccelenza da far prigio-niero lsuccessore del Barbarossa. Devotissimo schiavo. Aleksandr Suvorov (V.S. Lo-patin [a cura di]A.V. Suvorov. Pisma, Mosca 1986, p. 184).

    La lettera fu stilata poco dopo che De Ribas aveva preso il comando della flotta remiera.

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    nella Nuova Russia, e a Odessa la famiglia pot stabilirsi solo dopo il1794, anno di fondazione di quella citt. Il padre Giacomo, secondo unatestimonianza, si guadagnava da vivere facendo lorologiaio,12ma dob-biamo prendere certe notizie con estrema cautela. Infatti, secondo unafonte del 1809, Savoini senior in quellanno faceva il custode del parcocittadino di Odessa,13donato qualche anno prima alla citt da Felice DeRibas, un fratello di Giuseppe divenuto in seguito console generale delRegno di Napoli. Il parco esiste ancora, allinizio della famosa Deribaso-vskaja (via de Ribas). Nel 1812 il custode del parco Giacomo Savoinipresenta alla citt un conto di 9 rubli per il guardiano Vasilij e di 20 rubliper labbellimento delle aiuole attorno alla meridiana.14

    Geremia fu affidato alla tutela di Ribas. Il 13 agosto del 1784 il giovaneSavoini venne ammesso col grado di sergente nel Reggimento dei caval-leggeri di Mariuopol, di cui Ribas aveva preso da poco il comando. Ge-remia aveva allora diciassette o diciottanni.

    Prendiamo questa data, ricavata dallo stato di servizio del 1813, comecerta e come punto di riferimento per la seguente, a mio avviso necessa-ria, digressione.

    Tutte le fonti russe da me consultate sembrerebbero confermare che il

    1784 fu anche lanno in cui Geremia arriv in Russia. Michajlovskij-Danilevskij scrive che anche suo padre, consigliato dal suo compatriota,il tenente colonnello della scuola dei cadetti della fanteria de Ribas, si

    Lopatin (assieme ad altri) traduce erroneamente far prigioniero nel russo prevzojti -superare. Suvorov conosceva la storia meglio di alcuni storici moderni. Per successoredel Barbarossa egli intendeva ovviamente lammiraglio della flotta turca, successoreappunto del famoso Hayreddin (Ariadeno) detto Barbarossa, il Kapudan Pasci contem-poraneo e avversario di Andrea Doria. C forse una sottile ironia nelle parole di Suvo-rov, e un monito, perch il Doria era stato battuto dal Barbarossa alla Prevesa.12La fonte Filippo Pisani, ufficiale dartiglieria dellesercito napoleonico caduto pri-

    gioniero dei russi e assistito in quelle circostanze dallallora colonnello Geremia Savoini(Ernesto Damiani [a cura di], In guerra con Napoleone. Memorie di Filippo Pisani.

    Russia 1812, Chiari 2006, p. 208).13Oleg Gubar, Funkcii Odesskogo stroitelnogo komiteta v kontekste istorii gradostroi-telstva Odessy, in Odesskij almanach,49, 2012, p. 7.14Ib., 55, 2013, p. 105. Che Savoini, parlando con Pisani della professione del padre,intendesse per orologiaio custode della meridiana, o che ne sia stato il costruttore?

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    trasfer nella Nuova Russia nel 1784.15Ma, come gi sopra accennato, possibile che egli, assieme agli altri membri della sua famiglia, abbiaraggiunto Geremia qualche anno dopo. Koljubakin, per esempio, indicacome data del loro trasferimento da Firenze il 1787.16Ma lanno e il luo-go di nascita di uno dei fratelli minori di Geremia, Antonio (Firenze,1793), sposterebbero ulteriormente la data del loro arrivo in Russia.

    Geremia abbandon [la sua patria] allet di sette anni, dice unaltrafonte,17dunque dieci anni prima del 1784,anno in cui Geremia viene ammesso come

    sergente nel Corpo dei cavalleggeri di Ma-riupol18.

    Torniamo dunque in Toscana alliniziodel 1774, anno in cui Geremia aveva setteanni. Proprio in quellanno Giuseppe deRibas si reca in Russia per la seconda volta,questa volta per stabilirvisi definitivamente.

    Nel 1772 Ribas, che si trovava a Livorno,ricevette da Aleksej Orlov (1737-1807),comandante della flotta russa di stanza nel

    porto toscano, un incarico delicato. Avrebbe dovuto recarsi a Lipsia,prendere in custodia il figlio di Caterina la Grande e di Grigorij Orlov(1734-1783), ex favorito dellImperatrice e fratello di Aleksej, portarloprima in Toscana e poi riportarlo in Russia. Il ragazzo, che allora avevadieci anni, vi si trovava a pensione assieme ai figli del guardarobieredellImperatrice Vasilij kurin, cui era stato temporaneamente affidato.Infatti si chiamava allora Aleksej kurin e in seguito sarebbe diventato ilconte Bobrinskij (1762-1813). De Ribas ne sarebbe diventato il tutore elinsegnante alla Scuola dei cadetti nobili della fanteria di San Pie-

    15Michajlovskij-Danilevskij, cit., p. 2.16Koljubakin, cit.17Damiani, cit.18Creato il 18 giugno 1783, il reggimento dette origne al 4 Ussari di Mariupol.

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    troburgo.19Il napoletano part per la Russia con il fanciullo allinizio del1774 e avrebbe potuto portare con s anche il piccolo Geremia. Savoinitrascorse in casa sua [di de Ribas] gli anni delladolescenza e della giovi-nezza.20

    Ma, come si visto, i dati appena riportati sono incerti e dunque ci tro-viamo di nuovo nel terreno scivoloso delle congetture.21Viene comunquespontaneo domandarsi in quali circostanze Ribas e Savoini senior si fos-sero incontrati, che cosa poteva aver spinto il napoletano, che si facevapassare per un gentiluomo di antica nobilt spagnuola, a prendersi a cuo-

    re le sorti di una modesta famiglia di Firenze, offrirsi di ospitare in casapropria il loro rampollo Geremia e prendersi cura della sua educazione edel suo avviamento alla carriera.

    Comunque siano andate le cose, che Geremia sia arrivato in Russia asette o a diciassette anni, nel 1774 o nel 1784, qualche anno dopo il suoarruolamento lo vedremo coinvolto nellennesima guerra russo-turca. Erascoppiata nel 1787 e si sarebbe protratta fino al 1792. A seguito dellaguerra precedente, quella degli anni 1768-1774, gli ottomani avevano ri-nunciato ai loro diritti sulla Crimea, che era diventata autonoma sotto ilprotettorato russo. Sennonch lannessione diretta della Crimea alla Rus-

    sia, seguita nel 1783, e il passaggio della Georgia Orientale sotto il pro-tettorato russo nello stesso anno, avevano spinto i turchi, esauriti gli sfor-zi diplomatici, a riaprire le ostilit.

    In questa guerra Savoini ebbe il suo battesimo del fuoco, nel settembredel 1789, a Hacibey, laddove, per scelta del vincitore, lallora generalmaggiore Giuseppe de Ribas, sarebbe sorta la futura Odessa. In passato lalocalit era nota col nome di Ginestra ai genovesi che, secondo alcuni,

    19Oleg De-Ribas,De-Ribas i Bobrinskij, inDo i posle Staroj Odessy. Favorit?Odes-sa 2007, pp. 66-69.20

    Koljubakin, cit.21 Sono stato informato che gli autori di un libro su Odessa comprendente una brevebiografia di Savoini, darebbero Giuseppe de Ribas addirittura come padrino di battesi-mo di Geremia, il che ci porterebbe ancor pi lontano nelle congetture. Basti notare chenellanno di nascita di Savoini, il 1766, de Ribas doveva avere quindici anni ed im-probabile che egli si trovasse a Firenze in quellanno. Purtroppo non ho potuto consulta-re il libro in questione (Denis Baluch, Aleksandr AlekseeviSurilov,Zabytaja Odessa.Odessu, kotoruju my zabyvaem, Odessa 2008).

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    avevano scelto la baia come rifugio per le loro navi. SuccessivamenteSavoini partecip alle battaglie che condussero alla resa di Bendery il 4novembre 1789. Il 20 ottobre del 1790 fu promosso da sergente a sottote-nente e trasferito nel reggimento dei granatieri di Nikolaev. Tre settimanedopo si distinguer durante la presa di Ismail, una fortezza turca situatasulla riva destra del Dnestr, al confine tra lUcraina e la Moldavia.22

    Ribas

    Nel 1789 Giuseppe De Ribas aveva assunto il comando della flotta sot-tile del Mar Nero, che aveva integrato facendo recuperare dal fondo delmare e riarmando alcune imbarcazioni turche affondate. Si componeva di

    22Qualora altrimenti non indicato in nota, per alcuni particolari biografici mi servo indi-stintamente, oltre che degli stati di servizio, delle schede biografiche di Michajlovskij-Danilevskij, cit., e di Koljubakin, cit. Per una breve biografia di Savoini in italiano siveda Virgilio Ilari, Gli ufficiali sardi al servizio russo (1799-1816), in Virgilio Ilari,Maurizio Lo Re, Piero Crociani e Tatiana Polo, Filippo Paulucci delle Roncole, Roma2013, pp. 300-302.

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    centoventi vascelli leggeri, compresi due brigantini, uno dei quali armatocon 18 pezzi, alcune lance a vela e a remi, scialuppe, scialuppe doppie,batterie natanti e cannoniere. Con esse aveva forzato la bocca del Danu-bio mettendo a ferro e fuoco le postazioni turche e affondando numeroseimbarcazioni, e si era portato nei pressi della piazzaforte di Ismail cheavrebbe voluto conquistare.

    Egli per aveva bisogno delle truppe di terra per procedere allassaltodella cittadella. Chiese aiuto ripetutamente a due generali che gli eranosuperiori in grado, Ivan Vasilevi Gudovi (1741-1820) e Pavel

    Potmkin (1743-1796), un lontano parente del comandante supremo, ilprincipe Grigorij Potmkin, ma entrambi gli rifiutarono il loro appoggio.Questa situazione riprodotta esattamente da Lord Byron nel suo Don

    Juan.

    And Admiral Ribas (known in Russian story)Most strongly recommended an assault;In which he was opposed by young and hoary

    Ribas invi un corriere a Potmkin per informarlo della situazione. Diconseguenza, il principe sostitu Gudovicol tenente generale AleksandrNikolaeviSamojlov (1744-1814) e, su sollecitazione dello stesso Ribas- a quanto riferisce Langron nelle sue memorie - affid il comando aSuvorov con lincarico di portare a compimento loperazione.23Tornia-

    23N. Orlov, turm Izmaila Suvorovym v 1790 godu, San Pietroburgo 1890, p. 38. Orlovnon ritiene credibile la testimonianza di Langron dato che Potmkin conosceva datempo Suvorov personalmente e le sue qualit, ma questa una ben debole argomenta-

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    mo a Lord Byron, il quale doveva conoscere bene ci che i suoi contem-poranei (forse Richelieu - il gentiluomo di camera di Luigi XVI passatoal servizio russo dopo la Rivoluzione francese - o Langron) avevanoscritto attorno alle vicende che condussero alla presa di Ismail:

    While things were in abeyance, Ribas sentA courier to the prince, and he succeededIn ordering matters after his own bent;I cannot tell the way in which he pleaded,But shortly he had cause to be content.

    Lesitazione dei comandanti le truppe di terra e la determinazione diRibas - il vero promotore dellimpresa, secondo il duca Armand-Emmanuelde Richelieu - confermata dallo stesso Potmkin,24il quale,a conquista avvenuta, nella sua relazione allImperatrice dell8 gennaiodel 1791 da Jassy, propone a Caterina la Grande di conferire al napoleta-no lordine di San Giorgio di seconda classe con la seguente motivazio-ne:

    Ha partecipato maggiormente alla conquista di Ismail e, si pu dire, si mostrato fermamente risoluto mentre altri si sottraevano, e dipende dallagenerosit e magnanimit di Vostra Altezza Imperiale decorare il maggiorgenerale e cavaliere De Ribas... Egli ha per primo lanciato lattacco alnemico dalle navi e dallisola e, al comando di tre colonne da sbarco, stato presente ovunque vi fosse maggiore necessit, ha incoraggiato colproprio valore i suoi sottoposti, si impossessato della batterie a riva, hafatto unenorme quantit di prigionieri e consegnato cento cinquanta sten-dardi conquistati al nemico.25

    zione. In mancanza di prove concrete e considerate le circostanze, bisogna dar credito aLangron; si veda lordine di Potmkin a Suvorov del 25.11.1790 in G.P. Meerjakov,

    A.V. Suvorov, vol. II, Mosca, pp. 524-525; e anche A.Petruevskij, GeneralissimusSuvorov, vol. I, San Pietroburgo 1884, pp. 379-395.24

    Andrej Dobroljubskij, nel suo saggio Odisseja Iosifa De-Ribasa, in Andrej Dobrolju-bskij, Oleg Gubar, Andrej Krasnoon, Borisfen-Chadibej-Odessa, Odessa-Chi+in,u2002, pp. 176-215, ipotizza un improbabile conflitto-rivalit tra Ribas e Potmkin, e haben ragione Oleg De Ribas, discendente diretto di uno dei fratelli di Ribas, a criticarelautore per questo motivo; non credo ne abbia, invece, quando giudica fuori luogo lecitazioni dal Don Juan. Lord Byron, come si visto, doveva conoscere qualche testi-monianza diretta sulla presa di Ismail (Oleg De-Ribas, cit., pp. 117-118).25 Orlov, cit., p. 164.

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    Si badi bene: la croce di San Giorgio di seconda classe spettava a chiavesse vinto una battaglia considerata di fondamentale importanza. Nonla ebbe Suvorov, ma Ribas, considerato il vero vincitore.

    Giunto sul teatro delle operazioni Suvorov incaric subito un rincuora-to Ribas di elaborare il piano dattacco, che fu approvato senza mutamen-ti. Alla vigilia della battaglia, tra equipaggio e truppe da sbarco Ribasaveva a sua disposizione circa 9000 uomini. Le truppe che dovevano at-taccare dalla parte di terra consistevano di 12000 uomini al comando diSamojlov (da Est) e 7000 capeggiati da Pavel Suvorov (da Ovest), pi

    2500 cavalieri di riserva con alla testa il brigadiere Westfalen. L11 di-cembre del 1790, due ore prima dellalba, fu lanciato lassalto. La cittcapitol nel pomeriggio dello stesso giorno.

    Ingresso di Suvorov ad Ismail

    Dobbiamo al duca di Richelieu una descrizione dettagliata dei prepara-tivi, degli armamenti, dello svolgimento della battaglia e del ruolo deter-minante svolto da Ribas. La sua relazione termina con le seguenti testualiparole: Il generale Suvorov cen a bordo [della nave] del generale Ri-bas, al quale fece molti complimenti, attribuendogli, non senza ragione,

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    la parte maggiore dell'onore di questa impresa.26E va detto che non facile ritrovare questi particolari nella storiografia russa. Sembra infattiad alcuni storici russi che sottolineare i meriti degli stranieri al serviziodel loro paese sminuisca le virt dei loro connazionali.27

    La vittoria sugli ottomani a Ismail ebbe unavasta eco in Europa. Ribas aveva ai suoi ordiniil fior fiore dellaristocrazia europea, tra cui ilconte Louis Alexandre Andrault de Langron(1763-1831), il Duca di Richelieu28, il conte

    Roger de Damas29

    e il principe de Ligne30

    , inprestito, per cos dire, da parte dellAustria, al-leata della Russia, e furono loro a fare da cassadi risonanza. Tra laltro, Richelieu e Langron,in questordine, sarebbero succeduti a Ribas alvertice della citt di Odessa. Parteciperanno

    alla presa di Ismail anche due fratelli di Ribas, il tenente colonnelloEmanuele (che aveva perduto un braccio durante lassalto alla fortezza diOakov e che a Ismail sostitu al comando della terza colonna il brigadie-re Markov, ferito da una pallottola alla gamba)31 e il fratello Andrea,giunto da Napoli non molto tempo prima. Scorrendo i nomi degli ufficiali

    che si distinsero durante la battaglia, troviamo alcuni cognomi italiani:Falconi, Lelli (ma si tratta probabilmente di un greco delle isole ioniche),il conte Morelli, Rosetti, Salamoni, Serafini e i colonnelli Giuseppe (Iosif

    26 [Armand-Emmanuel de Vignerot du Plessis] Le Duc De Richelieu, Correspondanceet Documents 1766-1822, in Sbornik Imperatorskogo russkogo istorieskogo obest-va (Recueil De la Socit Impriale dHistoire de Russie), Vol. LIV, San Pie-troburgo 1887, pp. 149-150, 152-194.27 Orlov tende a enfatizzare piuttosto il ruolo di Suvorov anche nellelaborazione delpiano dassalto (cit.)28 Armand Emmanuel de Vignerot du Plessis, duc de Richelieu (1766-1822), futuro go-vernatore di Odessa (1803-1814) e primo ministro francese (1814-1818).29 Joseph lisabeth Roger de Damas D'Antigny (1765-1823).30Charles-Joseph Lamoral, 7eprince de Ligne (1735-1814), maresciallo, diplomatico,letterato..31Orlov, cit., p. 73.

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    Pavlovi) Scarabelli32e Tommaso (Tomas Ivanovi) Tomatis, di cui si parlato in altra sede.33

    Savoini, che era stato trasferito nel reggimento costiero di Nikolaevsoltanto qualche settimana prima, partecip alla battaglia inquadrato nellaprima delle tre colonne di Ribas. Nel suo rapporto ufficiale a Potmkin,Suvorov segnala i sergenti del reggimento costiero di Nikolaev EremejSavoini e dei battaglioni di marina Pavel Lukjanov, utilizzati durante ilcannoneggiamento, il bombardamento e lassalto come portaordini nellepostazioni pi pericolose, eseguirono [il loro compito] con precisione,

    animo impavido e zelo.34

    E Savoini si guadagn la croce doro al meritodi cui parla Fajbisovi, descrivendo il ritratto acquistato dal museo di Pri-jutino.

    La guerra del 1787-1791 contro i turchi era agli sgoccioli e il 9 gennaiodel 1792, a Ia-i, sarebbe stata firmata la pace tra i contendenti. DopoIsmail, Savoini partecip ad almeno altre due battaglie: il 28 marzo allapresa (temporanea) di M,cin catturandone la batteria, e due giorni dopo aquella di Br,ila, sullaltra sponda del Danubio. Il suo protettore Ribas,assieme al tenente generale Aleksandr Samojlov e al diplomatico Sergej

    32 Nato il 1 gennaio 1744, di famiglia illustre romana, prese parte alle imprese diOakov e Izmail al comando del reggimento costiero granatieri di Nikolaev, formatocon 848 granatieri di altri tre reggimenti preesistenti. Nel 1790 acquist da un mercantedi Cherson (I. Dauphine) una casa a Nikolaev, in via degli ingegneri. Decorato il 25marzo 1791 della croce di San Giorgio di 4a classe (N. 813), nel 1796 fu nominato co-mandante di Odessa. Collocato a riposo nel 1798 per ragioni di salute, nerl 1805 fu no-minato ispettore della scuola di navigazione del Mar Nero. Noto ai contemporanei per isuoi viaggi, mor nel 1810 a Nikolaev. (Gabriel de Castelnau, Essai sur lhistoire an-cienne et moderne de la Nouvelle Russie, Paris, chez Rey et Gravier, 1820, III, p. 6:Edward Morton, Travels in Russia, and a residence at St Petersbourg and Odessa in the

    years 1827-1829, London, Longman and others,1830, p. 179; De Dominicis, Memorieistoriche politiche e familiari in forma di lettere su i costumi dei Russi ed altre nazionidel Nord, 2a ed. accresciuta, Vienna, nella tipografia Mechitaristica, 1836, I, p. 65.

    RGA VMF (Rossijskij gosudarsvennyj archiv Voenno-morskogo flota), fond. 7406,opis I, edinica chranenija 93, list 370; ib, fond 326, opis 1, edinica chranenija 7339;GANO (Gosudarsvenny archiv Novgorodskoj oblasti), fond 7230, opis. 1, edinicachranenija 208, list 3 ob.; Ju. Stvolinskij, Geroi briga Merkurij, Mosca 1963.33Su Tomatis cfr. M.Corti,Il maggior generale Giorgio Giovanni Zuccato. Un parenti-no al servizio russo. Appunti per una biografia, Collana Sism 6, 2013, p. 32.34Meerjakov, cit., p. 566.

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    LazareviLakarv, fu incaricato di condurre le trattative di pace con iturchi. A tal proposito, in una lettera del 5 novembre del 1791 AleksandrAndreeviBezborodko, futuro cancelliere dellImpero divenuto dopo lamorte di Nikita Panin responsabile della politica estera russa, scriveva aldiplomatico Semn RomanoviVoroncov che tranne Ribas, che con lasua bricconeria piuttosto sagace, [gli altri] non hanno alcuna idea dicome e con chi negoziare. E allex favorito di Caterina, il senatore PtrVasilevi Zavadovskij, sempre a proposito delle trattative: Bisognarendere giustizia allitaliano, il quale, con tutta la sua furberia, un uomodalle capacit eccezionali e ci sa fare.35Il trattato di Ia-i tra la Russia elimpero ottomano reca, tra le altre, la firma di Giuseppe Ribas.36

    Frasina

    Nel suo capitoletto su Savoini, Fajbisovicita un episodio occorso du-rante una battaglia nei pressi di Frasina (nellodierna Romania) il 29 ago-sto del 1809. Lo riporto anchio qui di seguito, in modo tuttavia pi cir-costanziato e citando pi ampiamente la fonte, ovvero gli appunti delconte Alexandre Langron, tradotti in russo dal manoscritto originalefrancese.

    Dopo Br,ila Savoini era stato trasferito da un reggimento allaltro epromosso di grado in grado fino a raggiungere quello di tenente colonnel-lo. Il 6 marzo del 1794 fu trasferito nel Reggimento costiero dei granatie-ri del Dnepr, che venne tuttavia sciolto qualche mese dopo. Savoini passdunque nei Granatieri del Mar Nero e, il 22 settembre del 1795, nel Reg-gimento di fanteria del Ladoga. Nel 1798 fu promosso capitano, il 19 lu-glio del 1803 maggiore.

    35Archiv Grafa Voroncova, vol. XIII, Mosca 1879, pp. 214, 218. Nel testo originalerusso la parola furberia in italiano.

    36Un articolo abbastanza recente sui Ribas ha il merito di rendere note per la prima vol-ta due lettere di Giuseppe in italiano al duca di Serracapriola, secondo ambasciatore delregno di Napoli in Russia (la prima termina con due frasi in napoletano: Quannarriva-te n? Che mmalora me parite la varca della neve). Purtroppo lautrice, proprio rife-rendosi al trattato di pace di Ia-i, scrive che il nostro de Ribas in questo momento dovtrovarsi lontano dagli affari diplomatici (Michela Marzano, I de Ribas: una famiglianapoletana ad Odessa, in Mediterraneo e/ Mar Nero [a cura di Luigi Mascilli Mi-gliorini e Mirella Mafrici], Napoli 2012, pp. 143-144, 150-151).

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    Allo scoppio della nuova guerra contro la Turchia, il suo reggimento fuinquadrato nella 13adivisione del duca di Richelieu e partecip al nuovoassedio di Ismail, che dopo il trattato di pace di Ia-i era stata restituitaallImpero ottomano. Durante larmistizio, il 4 maggio del 1808 Savoinifu promosso comandante del suo reggimento col grado di tenente colon-nello. Lanno seguente, alla ripresa delle ostilit, fu trasferito nel distac-camento di Langron.

    Il francese si trovava col suodistaccamento a presidio di Bu-

    carest. Poich lavanguardia delleforze ottomane aveva attraversa-to il Danubio nei pressi di Giur-giu e avanzava verso la capitale,Langron aveva deciso di antici-parle muovendo loro incontro.Giunto a Frasina, mentre il gros-so delle sue forze si teneva na-scosto per non rivelare la propriaconsistenza (circa 6000 uomini)al nemico, il francese aveva

    mandato a ingaggiare battagliacoi turchi il colonnello Ptr MatveeviGrekov alla testa di un reggimentodi cosacchi. Grekov, tuttavia, per un errore di calcolo ammesso dallostesso Langron, fu costretto a battere in ritirata. A quel punto, raccontaLangron,

    avrei potuto subire grosse perdite, se non fosse stato per la fermezza elintraprendenza di un battaglione del reggimento del Ladoga e del suocoraggioso comandante, il maggiore Savoini (1827. Savoini oggi co-mandante di divisione e tenente-generale, un eccellente ufficiale. italia-no, figlio di un commerciante di Odessa.), i quali salvarono la situazionesostenendo tutto limpatto da soli. Qualsiasi altro battaglione meno de-

    terminato in guerra sarebbe stato respinto e sconfitto. Grekov, costretto adarretrare, avendo subito alcune perdite, prese posizione su alcune alture[vicine] con due cannoni, 200 ulani e 600 cosacchi. Il battaglione del reg-gimento del Ladoga attravers rapidamente il ponte e il ruscello e, presopossesso di uno spiazzo sullampia strada per Bucarest, si ricostitu fa-cendo quadrato. L fu assalito dalla cavalleria turca con una tale furia co-me raramente ho visto fare ai turchi. Bo-nakA.a, che comandava il di-staccamento, aveva gi dato per morti i soldati del battaglione

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    Bo-nakdovette caricare cinque o sei volte, e ogni volta senza esitoTre turchi trascinati dai loro cavalli allinterno del quadrato furono subitofiniti con le baionette.

    Per unora intera quel valoroso battaglione, accerchiato dai turchi, re-spinse tutti gli assalti. Nemmeno quando tuttele pallottole furono esaurite si ebbero tenten-namenti. Il maggiore Savoini, veramente me-ritevole del comando affidatogli, in sella alsuo cavallo in mezzo al quadrato tenevadocchio tutti, aveva cura di ogni cosa e davadisposizioni incoraggiando i soldati con la

    promessa di soccorsi che, in effetti, arrivaro-no presto. A quel punto il battaglione avevaperso cento uomini tra morti e feriti, ma leperdite turche furono immense, poich duecannoni sparavano ininterrottamente su di lo-ro. Solo quando mi accorsi che i turchi si era-no mossi nuovamente allattacco della miaavanguardia, mandai in suo soccorso il gene-rale Ermolov con il reggimento di Naeburg,sei pezzi da 12 libbre, la compagnia di Vese-

    lickij 12 pezzi dartiglieria a cavallo e i dragoni di Tver al comando diBerdjaev.37

    Per il suo comportamento a Frasina Savoini fu decorato con lordine diSan Vladimiro di quarta classe.

    Allinizio del 1810 Savoini venne trasferito nel distaccamento delmaggior generale Ivan IvanoviIsaev (1748-1810) a guardia della Picco-la Valacchia. Il 2 marzo le truppe di Isaev, cui era stato ordinato dal co-mandante dellesercito di Moldavia Bagration di spingersi oltre il Danu-bio per soccorrere in Serbi in rivolta, conquist lisola di Olmar (OstrovuMare) presidiata dai turchi. In quelloccasione Savoini cattur due batte-rie nemiche. Qualche giorno dopo il fiorentino partecip anche allassaltodella ridotta di Dudu, sulla riva destra, quasi di fronte allisola, distrug-gendo altre due batterie. Colpito alla spalla destra da una palla non siperse danimo e non abbandon il suo posto. Scacciato il nemico da molti

    37 Louis Alexandre Andrault de Langron, Zapiski grafa Lanerona. Vojna s Turciej1806-1812 gg., in Russkaja starina, 1908, vol. 135, 7, pp. 202-204.

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    suoi caposaldi, assieme ad altri reparti lo incalzava e lo colpiva. Questeparole di Isaev gli valsero un encomio da parte dello zar.38

    Ad agosto passa col proprio reggimento al comando del colonnello Io-sif KorniloviORourke (1762-1849), che era stato inviato in Serbia daltenente generale Andrej PavloviZass (von Sass, 1753-1815) a sostegno

    di Giorgio Zuccato,39 col compito di teneresotto assedio i presidii turchi di Prahovo eNegotin. Durante una sortita da Prahovo iturchi, dopo qualche successo contro le trup-

    pe cosacche e arnaute che costituivanolavanguardia di ORourke, si trovarono difronte a due battaglioni del Ladoga appog-giati da 10 pezzi dartiglieria, e furono co-stretti alla ritirata. Per questa azione Savoinifu promosso colonnello. Poi, sempre col suoreggimento del Ladoga, conquist un fortinonei pressi di Banja che ORourke aveva de-ciso di assalire mentre andava incontro alle

    truppe alleate serbe guidate da Kara/or/e. Michajlovskij-Danilevskij citaa questo proposito un rescritto dello zar:

    Leccellente valore e il coraggio da voi dimostrati contro i Turchi du-rante lassalto del caposaldo di Banja il 22 agosto dello scorso anno 1810,durante il quale vi siete mosso per primo con ci incoraggiando i vostrisottoposti e avete conquistato il fortino di Triku e tre vessilli, e siete statolautore di questo successo e della vittoria sul nemico, meritano il confe-rimento dellOrdine di San Giorgio Megalomartire e Vittorioso, e perciNoi graziosissimamente vi investiamo cavaliere di questordine di quartaclasse e ve ne trasmettiamo il distintivo.40

    Nel suo rapporto al generale von Sass del 30 agosto 1810 sulla presa diBanja il colonnello A.I. Cvilenev scriveva:

    Il colonnello conte ORourke osserv con ammirazione con quale vigo-

    re e animo il tenente colonnello Savoini assieme agli ufficiali del reg-gimento del Ladoga si gettarono allassalto e con quale coraggio, fervore

    38Michajlovskij-Danilevskij, cit., p. 2.39Corti,Il maggior generale cit., p. 55.40Michajlovskij-Danilevskij, cit.

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    e fiducia nei propri comandanti furono seguiti dai soldati russi sprezzantidellintenso fuoco nemico, e, nonostante la profondit del fossato elaltezza del muro, in meno di mezzora il caposaldo fu preso

    Il colonnello conte ORourke esprime particolare apprezzamento per iltenente colonnello Savoini, il quale, distinguendosi per coraggio, le sueaccorte disposizioni e la celere esecuzione dei propri intendimenti, fagrandemente sperare che potr essere utilizzato ovunque anche nei gradisuperiori con piena probabilit di successo41

    Dopo Banja, ORourke si congiunse con le forze di Kara/or/e e in-sieme attaccarono il presidio di Jasik, poi vi

    furono dei combattimenti sulla Morava chevalsero a Savoini il conferimento di unaspada con lelsa doro, recante lincisioneal valore. Incaricato di formare due batta-glioni di fanteria serbi, con essi e il suo reg-gimento del Ladoga partecip alla battagliadi Varvarin, guadagnandosi lordine diSantAnna di seconda classe.42 Dopo laconquista di Bregovo venne richiamato inRussia e trasferito col suo reggimento alla26a divisione di fanteria, assegnata di l a

    poco al maggior generale Ivan FdoroviPaskevi(1782-1856). Nel marzo del 1812 divent comandante di briga-ta.

    41Riportato inhttp://www.vostlit.info/Texts/Dokumenty/Serbien/XIX/1800-1820/Perv_serb_vosst_2/161-180/168.phtml?id=8785.

    42Michajlovskij-Danilevskij, cit., pp. 2-3. Sulla presa di Jasik e il contributo di Savoinisi veda anche il rapporto di ORourke a A.I. Cvilenev, comandante del reggimento deimoschettieri Ingermanlandia, del 27 agosto del 1810, riprodotto in

    http://www.vostlit.info/Texts/Dokumenty/Serbien/XIX/1800-1820/Perv_serb_vosst_2/161-180/167.phtml?id=8784.Sulla presa di Varvarin e il contributo di Savoini si veda anche il rapporto del generalevon Sass al comandante dellArmata di Moldavia N.M. Kamenskij del 6 settembre del1810, riportato inhttp://www.vostlit.info/Texts/Dokumenty/Serbien/XIX/1800-1820/Perv_serb_vosst_2/161-180/173.phtml?id=8790.

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    Finita una guerra se ne fa unaltra. Quando Napoleone invade la Russiaattraversando il fiume Niemen, riesce ad incunearsi tra due armate russeammassate alle frontiere, la prima, comandata da Barclay de Tolly, schie-rata tra il Baltico e Lida, e la seconda, comandata da Bagration, attornoalla citt di Grodno. La posizione della terza, dislocata pi a Sud, allefrontiere con lAustria, a questo punto della narrazione irrilevante.Compito della prima e della seconda armata di confluire a Est, versoMosca, impedire a Napoleone di tagliarle fuori completamente lunadallaltra, e congiungersi in modo da poter fronteggiare il nemico in for-ze. Alla fine, dopo battaglie e scaramucce, riescono nel loro intento e siincontrano a Smolensk.

    Arrivato nei pressi del Dnepr, Bagration, il quale ha dovuto deviare aSud prima di svoltare nuovamente a Est, ordina alla divisione di Paskevidi muovere contro la citt di Mogilv, gi occupata dal primo corpodarmata del maresciallo Louis-Nicolas Davout. Lo scontro avvieneallalba del 23 luglio nel villaggio di Saltanovka, dieci chilometri a Suddella citt, e Savoini vi partecipa con la sua brigata costituita dai reggi-

    menti del Ladoga e di Ninij Novgorod. Tuttavia i russi non riescono aprevalere e sono costretti ad arretrare, ma resistono tanto a lungo da con-sentire a Bagration, il giorno seguente, di attraversare il fiume poco pi asud, a Novyj Bychov, e continuare la sua marcia.43Avrebbe dovuto in-contrarsi con la prima armata a Vitebsk, ma il cuneo francese si era note-volmente allungato, e le due armate dovettero proseguire fino a Smolenskprima di potersi congiungere. A met agosto la Grande arme assediaSmolensk. I russi, dopo tre giorni di fieri combattimenti e dopo che lefiamme erano divampate su gran parte della citt, fatti saltare tutti i pontisul Dnepr e i depositi di munizioni, si ritirano. Si rischiereranno e atten-deranno il nemico a Borodino, sulle colline sovrastanti la sponda destra

    della Koloa a poca distanza dalla sua confluenza con la Moscova. Quel-la sanguinosa battaglia generale sfianc ulteriormente la gi provataGrande arme.

    43 I.F. Paskevi, Pochodnye zapiski, in A.G. Tartakovskij (a cura di), 1812 v vospomi-nanijach sovremennikov, Mosca 1985, pp. 84-89.

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    Borodino

    Sulla battaglia di Borodino, da noi pi conosciuta come la battagliadella Moscova, sono stati versati fiumi dinchiostro tra rapporti ufficiali,memorie di partecipanti al conflitto di ambo le parti, ricerche storiche einfinite polemiche sul suo svolgimento. Tra i primi a segnalare contrad-dizioni e punti oscuri nelle ricostruzioni di storici e memorialisti fu IvanPetroviLiprandi (1790-1880),44 figlio di un imprenditore di Mondovche si era trasferito in Russia sotto Caterina la Grande. Secondo una gio-vane storica russa che ha tentato di mettere un poco di ordine nella con-fusione storiografica, molte delle osservazioni di Liprandi non hanno an-cora trovato eco nella storiografia ufficiale.45Purtroppo, leccessivo zeloche il consigliere di stato e funzionario del Ministero dellInterno con in-carichi speciali Liprandi aveva messo nella sorveglianza del circolo diPetraevskij, di cui faceva parte anche Dostoevskij, e la sua relazione, de-terminante per il giudizio della corte, gli alienarono molte simpatie. Indi-pendentemente da ci, una forse eccessiva vis polemica e una certa acri-monia nei giudizi devono avere condizionato gli atteggiamenti di alcunianche nei confronti dei suoi scritti storiografici. Scritti che furono molto

    apprezzati dallo storico militare Evgenij ViktoroviTarle (1875-1955),

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    e gliene fu grato anche Lev Tolstoj, tanto che dopo luscita di Guerra epacegliene mand una copia autografata.

    A Borodino, come capitano di ordinanza (oberkvartirmejster) del gene-rale di fanteria Dmitrij SergeeviDochturov (1759-1816), comandante il6ocorpo, Liprandi aveva combattuto ed era stato ferito. Prima della bat-taglia, era stato incaricato di sovrintendere alla costruzione di alcune for-44 I.P. Liprandi, Vojna 1812 goda. Zameanija na knigu Istorija Oteestvennoj vojny1812 goda po dostovernym istonikam M.I. Bogdanovia, Mosca 1869; id.,Materialydlja istorii Oteestvennoj vojny 1812 goda. Sobranie statej, San Pietroburgo 1867; id.,

    Opyt kataloga vsem otdelnym soinenijam po 1872 god obOteestvennoj vojne 1812goda, Mosca 1876; id., Zameanija I.P. Liprandi na Opisanie Otecestvennoj vojny1812 goda Michajlovskogo-Danilevskogo, in V.I. Charkevi, 1812 god v dnevnikach,

    pismach i vospominanijach sovremennikov, vol. II, Wilno 1903, pp. 1-35.45Lidija Leonidovna Ivenko, Borodinskoe sraenie: istoriografija, istoniki, problemyistorieskoj rekonstrukcii, Mosca, 2005, pp. 10-11.46E.V. Tarle,Naestvie Napoleona na Rossiju. 1812 god, Mosca 1992, p. 62.

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    tificazioni tra cui la ridotta centrale,47 a forma di lunetta, collocata suunaltura nota come il kurgane considerata la chiave dello schieramentorusso. Se lavessero conquistata, da l i francesi avrebbero potuto bom-bardare le postazioni russe in ogni direzione.48

    A destra della ridotta era dislocata la prima armata del generale di fan-teria Barclay de Tolly, a sinistra la seconda, affidata a Ptr Bagration. Di-rettamente a protezione della collina e della ridotta, stavano, sulla destra,il 6 corpo (Dochturov) e, sulla sinistra, la 26adivisione (Paskevi) del 7ocorpo (Raevskij). Savoini, allora colonnello agli ordini di Paskevi, co-

    mandava la II brigata, formata dal proprio reggimento del Ladoga,dall8 reggimento cosacchi appiedati della circoscrizione di Mosca (te-nente colonnello Fdor Ivanovi Tolstoj) e dal reggimento fanteria diPoltava.49Secondo Karl Wilhelm von Toll (1777-1842), allora quartier-mastro generale della 1a armata, a ridosso della ridotta stava proprio la26a disposta su quattro linee, due sulla destra, le altre due, comandate daSavoini, sulla sinistra.50

    Lepisodio in cui si distinse Savoini fu solo uno dei tanti e forse nem-meno troppo rilevante nelleconomia di quella battaglia di titani, ma glivalse il grado di maggior generale. Con i suoi condusse alcuni assalti alla

    baionetta, la specialit russa, a difesa della ridotta.

    47I.P. Liprandi,Borodinskoe sraenie. Zakljuenie s nekotorymi primeanijami na isto-riju etoj vojny, so. g. m. Bogdanovia, in Materialy dlja istorii cit., p. 164; id.,Pjatidesjatiletie Borodinskoj bitvy, ili Komu i v kakoj stepeni prinadleit est etogodnja?Mosca 1867, p. XIII; id.,Zameanija in Charkevi, cit., p. 20.48 Un racconto circostanziato sulla ridotta e una sua dettagliata descrizione si veda inV.Chlestkin, Ukreplenija Borodinskogo polja, in Moskovskij urnal, 2002, 10, pp.38-44.49 Aleksej Vasilev, Andrej Eliseev, Russkie soedinennye armii pri Borodine 24-26

    avgusta (5-7 sentjabrja) 1812 g. Sostav vojsk i ich islennost, Mosca 1997.

    http://www.genstab.ru/oob_bor_ru_7.htm50K.F. Tol, Opisanie bitvy pri sele Borodine, proischodivej medu Rossijskoju Impe-ratorskoju armieju pod predvoditelstvom Generala ot Infanterii Knjazja Golenieva-Kutuzova i Francuzskoju soedinennoju armieju, iz vojsk vsech Derav zapadnoj Evropysostavlennoju, pod linym predvoditelstvom Imperatora Napoleona, in Oteestvennyezapiski, vol. XI,28, agosto 1822, p. 175.

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    Bombardata dalla batteria italiana del colonnello torinese Gaetano Mil-lo (1774-1814) dislocata su unaltura presso il villaggio di Borodino,51esottoposta a ripetuti assalti, la redoute fatale fu conquistata una primavolta dalle truppe del generale Charles-Auguste Bonamy (1764-1830).Tuttavia i pezzi dartiglieria non poterono essere usati contro i russi, per-ch non verano rimasti pi proiettili.

    La brigata di Savoini era stata decimata, ma egli deve aver continuato aresistere con i pochi sopravvissuti, mentre lo scompiglio si spargeva nelresto della divisione di Paskevi. Questo almeno quanto si evince dallememorie di Aleksej PetroviErmolov (1772-1861), allora maggior gene-rale capo di stato maggiore della 1a armata, il quale si trovava nei pressi.Conscio che la ridotta doveva essere immediatamente riconquistata a tuttii costi, Ermolov si mise al comando di un battaglione del reggimento diUfa e con questo si diresse verso la ridotta, cercando allo stesso tempo diricompattare quanti pi uomini poteva della divisione in ritirata, e di ri-portarli sulla posizione. Giunto nei pressi della ridotta, fece suonare

    ladunata e si vide comparire davanti Savoini, ferito, assieme a un gruppo

    51Cesare de Laugier, Glitaliani in Russia. Memorie di un uffiziale italiano per servirealla storia della Russia, della Polonia, e dellItalia nel 1812, vol. III, Italia MDCCCXXV,pp. 65, 82.

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    sparuto di ufficiali e di graduati.52Il famoso partigiano Denis Davydov(1784-1839), che non era presente, ma deve aver ascoltato il raccontodallo stesso Ermolov, descrive cos la situazione: non trovarono Paske-vi, ma un crivellato colonnello Savoini con una massa eterogenea ditruppe.53La ridotta fu riconquistata, Bonamy preso prigioniero e, comesi visto, Ermolov se ne attribu tutto il merito. Raevskij, il quale secon-do Ermolov non era presente, in un suo rapporto riconosce a Ermolov diaver riconquistato la ridotta, aggiungendo tuttavia che, mentre questi silanciava sulla ridotta al centro, Paskevicon i suoi attaccava alla baionet-ta il fianco sinistro del nemico e lo stesso faceva il maggior generale Va-silikov sulla destra.54Kutuzov nel suo rapporto allo zar conferma in so-stanza la versione di Raevskij.55

    Savoini era stato colpito da una scarica a pallini penetrati fino allossodella coscia sinistra, inoltre aveva una ferita da pallottola al braccio sini-stro.56Nondimeno continu a combattere finch pot.

    Il comando del battaglione del Ladoga fu assunto dal tenente colonnel-lo Fdor IvanoviTolstoj (1782-1846) detto lAmericano, zio di secondogrado dellautore di Guerra e pace. Era costui un personaggio affascinan-te, accanito giocatore di carte e duellatore, un avventuriero. Arruolato nel

    reggimento della guardia imperiale Preobraenskij, era riuscito con uno

    52A.Ermolov, Zapiski Alekseja Petrovia Ermolova o vojne 1812 goda. Mmoires dugnral Yermolow sur la campagne de 1812, Londres-Bruxelles 1863, pp. 82-84; G.Glavnokomandujemu 1-ju armieju generalu Barklaju de Tolli, general maiora Ermo-lova, Raport Sentjabrja 20, 1812, in M.Bogdanovi, Istorija Oteestvennoj vojny1812, po dostevernym istonikam, vol. II, San Pietroburgo 1859, pp. 558-559.53Denis Davydov. Voennye zapiski, Mosca 1940, p. 198.54Kopija s raporta, gospodinu generalu-ot-infanterii i kavaleru Dochturovu, general-lejtenanta Raevskogo Sentjabrja 11-go dnja, 1812 goda, selenie Lukovnja, in Bogda-novi, cit., p. 583.55Donesenie M.I. Kutuzova Aleksandru I o sraenii pri Borodine, in L.G. Beskrovnyj(a cura di), M.I. Kutuzov. Sbornik dokumentov, vol. IV, parte 1 (luglio-ottobre 1812),Mosca 1954, p. 166.56fr. Pisani: alla battaglia di Borodino aveva riportato una ferita alla coscia sinistrada un colpo di fucile da molta distanza, di modo che la palla di fucile rimastavi incastra-ta andava discendendo lentamente e non glimpediva dagire (Damiani, cit., p. 209);anche Michajlovskij-Danilevskij parla di una pallottola (cit., p. 3).

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    stratagemma a farsi imbarcare sulla nave dellesploratore balto-tedescoAdam Johann von Krusenstern (1770-1846) che partiva da Kronstadt perla prima circumnavigazione del globo intrapresa dalla Russia. Attraversa-to lAtlantico e doppiato Capo Horn, dopo varie soste nelle isole del Pa-cifico, la nave arriv in Kamatka. Tolstoj, assieme a un orango da luiacquistato in una delle isole del Pacifico, fu scaricato a terra: lequipag-gio ne aveva abbastanza dei suoi scherzi e delle risse da lui provocatesulla nave durante la traversata. Di l, non si sa come, arriv in Alaska eper questo fu detto lAmericano. Rientr a Pietroburgo dopo un viaggioavventuroso attraverso la Siberia e fu subito arrestato, cacciato dal Preo-braenskij e trasferito in una guarnigione in Finlandia. Radiato dalleser-cito in seguito a un ennesimo duello, si arruol di nuovo come volontarioallinizio della guerra del 1812.57

    La Batteria Raevskij

    Al rapporto da lui inviato a Kutuzov il giorno stesso della battaglia,Raevskij allegava un elenco di combattenti meritevoli di essere decorati,tra cui Savoini e Tolstoj: Savoini con il suo valore incoraggiava i sotto-57Su di lui si vedano, ad es., Michail Filin, Tolstoj-Amerikanec, Mosca 2010; VladimirErofeev, Tolstoj-Amerikanec, Ninij Novgorod 2009.

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    posti a sconfiggere il nemico che aveva fatto irruzione nella ridotta e dal-la quale era stato respinto, rimanendo ferito Per lui fu chiesta, tralaltro, una spada tempestata di diamanti. Tolstoj, quando durantelassalto alla nostra ridotta venne ferito il capo del reggimento di Ladoga,presone il comando, sferrava con esso alcuni assalti alla baionetta, con-tribuendo con ci allo sterminio delle colonne nemiche, pur colpito dauna pallottola a una gamba.58

    La ridotta centrale o grande ridotta - in seguito chiamata dagli stori-ci, forse impropriamente, la batteria Raevskij, e che, per essere la chia-

    ve, aveva in dotazione soltanto 18 pezzi - fu conquistata definitivamentenel pomeriggio dal livornese Cosimo Damiano Del Fante (1781-1812),aggiunto allo stato maggiore del IV Corpo, alla testa di due battaglionifrancesi (del 9e e 35e RI de Ligne). Fu lui che prese prigioniero il mag-giore generale Ptr GavriloviLichav (1758-1813), comandante la 24adivisione che difendeva la ridotta, e gli salv la vita.

    Il capo battaglione Del Fante gira il ridotto per la sinistra, e vi sispinge per primo malgrado la valorosa difesa di Likaczew e del fuoco,che parte dalla sponda opposta del Burrone I russi avvezzi a guerreg-giare coi turchi, si battono da disperati, n vogliono ricever quartiere. Isoldati di Del Fante sinferocirono, e ne fanno orrenda carnificina.

    Il generale Likaczew, quantunque oppresso da una fiera malattia, e dal-le sue ferite, si precipita colla spada in pugno in mezzo alle nostre filesperando di partecipare alla sorte dei suoi bravi soldati, con una mortegloriosa; ma i distintivi della sua dignit tradirono la sua generosa risolu-zione. Lo affronta Del Fante, lo disarma, lo salva dal furore dei soldati, elo costringe suo malgrado a rimanere in vita.59

    Il tenente Filippo Pisani (1788-1883), un giovane ingegnere ferrareseaddetto al parco dartiglieria del IV corpo e giunto sul posto un giornodopo i combattimenti, cos descrive il campo di battaglia dopo il massa-cro:

    Passato il fiume Kolocza presso Borodino, distrutto villaggio, e traver-

    sato un burrone inceppando nei morti, salii sulla sommit del colle per os-

    58 T.N. Archangelskaja, Na svete nravstvennom zagadka. F.I. Tolstoj-Amerikanec.Stranicy izni, Jasnaja Poljana 2010, pp. 19-20.59De Laugier, cit. pp., 89-90. Lautore scrive che nella ridotta furono trovati 21 canno-ni.

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    servare il principale ridotto presso Gorki conquistato dagli italiani, chedominava tutta la campagna. La sua forma era di un bastione con duetronchi di cortina, ma i parapetti erano smantellati. Sul pendio vi era pureun trinceramento: vedevansi gli interi nostri plotoni rovesciati, membrasparse a brani; i cadaveri erano stracciati dalla mitraglia e mutilati.Nellinterno del ridotto, oltre a un gran numero di russi sciabolati ed in-franti, vi si trovava, pesta dalle palle di cannone, quantit di corazzierifrancesi. Ivi una motta di terra copriva il corpo del loro intrepido genera-le Augusto Coulaincourt: me lo indic una iscrizione su di una tavolazzacoronata da una ghirlanda di frasche, attaccata a un legno piantato. Vi erapure sotterrato il generale Lanabere.

    Discendendo dal ridotto mi diressi a Semenofskoe: trovai un egual mo-numento per il morto generale Montbrun, e prima percorrendo la pianuraingombra di boscaglia la vidi arata dalle palle di cannone, che veranosparse come ciottoli nei campi del Veronese. I morti erano stati sepolti ingran parte nei burroni e nel ruscello Passarewo; tuttavia molti ancora nerimanevano a ridosso un dellaltro ed alcuni avvoltoi nella terra smossaper lo scoppio degli obici. Le riserve russe vi erano accumulate: dallaltacorporatura e dalluniforme pi ricca distinguevansi i soldati della Guar-dia Imperiale dAlessandro.

    Salito al trinceramento di Semenofskoie le ceneri ed i tizzoni maddita-rono che quivi esisteva un villaggio: un sullaltro vedevansi francesi, russitrafitti dalla baionetta. Dopo aver traversato un burrone, colmo gi di ca-

    daveri, vidi sulla sinistra altri due fortini a guisa di freccia sopra terrenoelevato: la quantit dei morti denotava a qual prezzo furono conquistati.Un folto bosco di pini e dabeti chiudeva lintervallo sino ad Utitsa, vil-laggio distrutto sulla vecchia strada di Smolensk; le traccie vedevansi delvalore polacco presso la vecchia strada. Retrocedendo verso ponenteesaminai i fortini avanzati presso i villaggi Doronino e Cewardino: la granquantit di morti russi, specialmente granatieri, additava lostinazione lo-ro a difendere questa opera distaccata.

    In quella tetra solitudine ingombra di tanti corpi inanimati, solo io mitrovavo spettatore: concentravasi limmaginazione riflettendo a s orrendosterminio dellumanit.60

    60Ernesto Damiani (a cura di), In guerra con Napoleone. Memorie di Filippo Pisani.Russia 1812, Chiari 2006, pp. 63-64. Il villaggio di Gorki era pi spostato a Est rispettoalla ridotta. Negli schemi della battaglia pubblicati in Russia le frecce (le frecce diBagration) erano tre.

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    Il prigioniero

    Savoini trascorse pi di due mesi a curarsi le ferite, dopo di che rag-giunse la sua brigata nei pressi di Krasnyj a sud-ovest di Smolensk. Riu-sc a prendere parte ai quattro combattimenti che si svolsero tra il 3 e il 6(15-18) novembre nei pressi di quella cittadina. Lo stato di servizio del1813 pi preciso: Durante la ritirata delle truppe francesi il 6 novem-bre nei pressi di Krasnyj [Savoini partecip] allinseguimento e allosterminio di quattro colonne nemiche al comando del maresciallo france-se Ney.61 Le parti si erano invertite e ora erano i russi a incalzare

    lesercito del Corso in rotta, a volte superandolo nel tentativo di tagliarglila ritirata.

    Anche Pisani si trovava da quelle parti coi resti del IV corpo. Segu isuoi commilitoni in ritirata finch pot. Il 23 di novembre, stremato e nonriuscendo pi a camminare, fu abbandonato da un compagno in una ca-panna sulla strada tra Ora e Bobr, una cittadina sulla riva del fiumeomonimo, affluente sinistro della Berezina.62Il giorno seguente riusc a

    61RGVIA, ib. Sulle battaglie attorno a Krasnyj si veda, ad es., A.I. Michajlovskij-Dani-levskij, Opisanie Oteestvennoj vojny 1812 goda, vol. IV, 3aedizione, San Pietroburgo1843, pp. 3-39.62 Il Pisani chiama il villaggio Jablonka (Damiani, cit., p. 193), ma lunica Jablonkache sono riuscito a trovare alquanto fuori strada, a sud sud est di Ora, mentre Bobr sitrova ad Ovest.

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    riprendere il cammino, trov ospitalit in una casa di contadini, ma fuscovato l da un gruppo di cosacchi, forse avvertiti dagli stessi suoi ospi-tanti che gi lavevano spogliato delluniforme. I cosacchi gli tolsero an-che le due camicie che aveva ancora indosso e le mutande, ricacciandoloin strada e lasciandolo completamente nudo alladdiaccio. Era il 25 no-vembre. Trov altri dispersi come lui in una casa dello stesso villaggio eriusc a procurarsi una coperta.

    Una certa idea sulle condizioni in cui versavano le truppe sia francesiche russe in quei terribili frangenti la possiamo ricavare dalle memorie

    del violoncellista e critico musicale Nikolaj Borisovi Golicyn (1794-1866), che si trovava pi o meno negli stessi luoghi e nello stesso periodoin cui Pisani vagava disperato prima di imbattersi nel generale Milorado-vi:

    Quegli infelici irrigiditi dal freddo ci venivano incontro ad ogni passo;dapprima barcollavano come ubriachi perch il gelo arrivava fino al cer-vello, poi cadevano stecchiti; altri se ne stavano seduti accanto al fuoco inuno spaventoso torpore, e nemmeno si rendevano conto che le loro gambemesse a riscaldare si trasformavano in tizzoni carbonizzati. Molti si getta-vano avidamente sulle carogne crude. Ho visto con orrore alcuni, dopoesservisi trascinati a stento, sbranare i cadaveri con i denti Non pote-vamo fare niente per aiutare quei disgraziati. Anche a noi mancavano le

    cose pi elementari Io stesso, per una settimana intera, dovetti accon-tentarmi delle gallette e della vodka di grano che un vivandiere si era ri-trovato per caso: il mio generale non ha mai tenuto mensa durante lacampagna. La notte del 28 ottobre fu per me la peggiore. Avevamo com-battuto tutto il giorno nei pressi di Drogobu e dovetti passare la nottealladdiaccio sulla neve al gelo pungente; soffiava un forte vento, nonavevamo paglia n legna per riscaldarci e nemmeno cibo. Ero persinosprovvisto di abiti caldi perch trovandomi sempre in azione e in primalinea non avevo avuto occasione di rifornirmi delle cose necessarie perlinverno che ci colse alla sprovvista. Le fatiche di quella campagna han-no lasciato tracce indelebili sulla mia salute. Ma chi avrebbe potuto la-mentarsi al confronto delle sofferenze patite dallesercito francese!?63

    Dopo diverse vicissitudini, tra cui un incontro non molto piacevole conlatamano Matvej Ivanovi Platov (1751-1818), il 26 novembre, Pisaniriusc ad arrivare fino a Bobr. Sia lepisodio della sua spoliazione da par-

    63N. B. Golicyn, Oficerskie zapiski, ili Vspominanija o pochodach 1812, 1813 i 1814godov, Mosca 1838, pp. 30-32.

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    te dei cosacchi che lincontro con Platov sono mirabilmente rappresentatida Pisani in tre dei suoi acquerelli che illustrano, oltre alla propria cattu-ra, piani di battaglie, compresa quella di Borodino, piante e prospetti dialcune citt da lui viste durante la campagna e la prigionia.64

    Il giorno 27 si present a un gruppo di ufficiali russi di passaggio e sirivolse in francese al pi alto in grado, un generale che lui ritenne fosseMichail AndreeviMiloradovi (1771-1825), al quale raccont in brevele proprie peripezie. Era una larva duomo coi capelli lunghi e arruffatiper la sporcizia, la barba incolta, il corpo piagato e pieno di croste scossoda una tosse insistente. Per tutto abbigliamento aveva indosso un lembodi coperta di canevaccio spoglia di cadavere, i piedi erano avvolti ma-lamente in un paio di mezze calze e un paio di pianelle donategli il gior-

    no precedente da un compassionevole ufficiale prussiano passato dallearmate napoleoniche a quelle russe. Il generale interrog brevemente losbandato e, saputo il suo cognome, lo inform che anche tra i suoi uffi-ciali vera un capitano Pisani, nativo di Corf. In effetti non erano pochi i

    64Damiani, cit., pp. 108-113, fig. 7-9.

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    greci delle isole trasferitisi in Russia che portavano cognomi italiani.Mosso a piet, lo invit a colazione e gli disse che di l a poco sarebbearrivato un colonnello italiano, gi da molti anni al servizio della Rus-sia.65

    Fu la sua fortuna. E la nostra. Attraverso le pagine commoventi del suodiario, Pisani ci riveler, in aggiunta a quanto sappiamo sul coraggio per-sonale, la dedizione, la generosit, la tenacia, levidente capacit di co-mando, qualcosa di pi sul carattere di Savoini, la sua dolce fisionomiae la maniera obbligante.

    65Damiani, cit., p. 199. possibile che il generale incontrato da Pisani fosse proprioMiloradovi. Secono Pisani, era giovane det, e avrebbe anche potuto essere il gene-

    rale Paskevi, superiore diretto di Savoini, molto pi giovane di Miloradovie di Raev-skij, che erano del 1771, mentre Paskeviaveva solo trentanni, essendo nato nel 1782.Ma pi avanti nel racconto Pisani ribadisce varie volte che si trattava proprio di Milora-dovi. Pisani racconta di averlo rivisto a Kiev nel 1814, mentre egli tornava in Italia dal-la prigionia proprio quando Miloradovigiungeva nella citt per riassumere la propriacarica di governatore militare, e conferma che si trattava dello stesso generale che loaveva salvato. Non riusc tuttavia a incontrarlo e dal testo si intuisce vagamente che de-ve averlo visto soltanto da lontano.

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    Savoini consegn al prigioniero due federici doro datigli dal generaleper sovvenirmi, del vestiario e degli stivali, gli fece lavare le mani e lafaccia e curare le piaghe da un medico, lo rifocill una seconda volta.

    Il giorno stesso, prima del tramonto del sole, le truppe di Savoini ri-presero la marcia da Bobr verso la Berezina, allinseguimento dei france-si. Pisani, che era troppo esausto per cavalcare, fu trasportato su una slit-ta. A notte inoltrata arrivarono a Krupki. Il 28 novembre ripartirono egiunsero al villaggio di Naa. Nella notte tra il 29 e il 30 novembre rag-giunsero Kostrica, donde ripartitono il 2 dicembre.

    Qui Pisani ha modo di conoscere un altro Savoini, un fratello minore diGeremia col grado di tenente (Geremia aveva due fratelli sotto di s nelreggimento del Ladoga: Giacomo e Antonio). Nel frattempo, qualchegiorno prima, Napoleone era sfuggito alle maglie russe riuscendo ad at-traversare la Berezina e Pisani ebbe modo di constatare passando per queiluoghi le terribili perdite subite dal Corso.

    Il 3 dicembre la brigata di Savoini e il resto della divisione continuanola marcia verso Ovest. Passano la Berezina a Veselovo, trascorrono lonotte a Zembin e il giorno seguente ripartono in direzione di Pleenicy.Dopo Pleenicy, il 7 dicembre faranno tappa a Latygol, passato il vil-

    laggio di Ilja, dove Savoini e il suo seguito soggiornano nella residenzadi un nobile del luogo: Il barone e la di lui moglie essendo io intiriz-zito dal freddo mi fecero appressare allo sportello della stufa per meglioriscaldarmi e videro le tante piaghe che mi tormentavano: otto alle mani,dodici ai piedi, quattro alle gambe e una allanca destra.66 L8 sono aMolodeno, dove incontrano Kutuzov col resto del suo esercito. Prose-guirono poi per Smorgon, dove giunsero il giorno 10. Conoscendo Ku-tusoff il miserabile stato al quale era ridotta la sua armata ordin a Smor-goni che si arrestasse, lasciando la cura di inseguire i francesi allam-miraglio (*iagov) e a Platoff fino al di l del Nimen. A Smorgon, ilreggimento al quale io ero unito ebbe la destinazione per Slobodka.67

    Pi o meno a met strada, a uprany, Savoini mostra a Pisani uno spetta-

    66Ib., p. 206.67Ib., p. 207. Nel testo Sbolodka, ma non sappiamo, in questo come negli innumere-voli altri casi di scorretta trasmissione dei nomi geografici, se lerrore sia dovuto a Pisa-ni o non piuttosto ai responsabili delle trascrizioni dei diari di Pisani.

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    colo analogo a quello descritto da Golicyn: Presso una casa semidistrut-ta eranvi pi di venti infelici nudi ed accatastati; molti erano morti e,quelli che erano in vita, quasi forsennati si cibavano delle carni dei propricompagni rodendone le braccia e le cosce.68

    A Slobodka, scrive il Pisani,

    avemmo alloggio nel palazzo [del signore del luogo]. Quantunque cifosse dellabitazione per alloggiarci separatamente, mi volle il colonnellonella sua stanza insieme col maggiore

    Non era gi simulato il tratto cortese del colonnello mio benefattore

    Egli non era esigente e sempre piacevole nel conversare; con le sue ma-niere gioviali dissipava la tetraggine che ingombrava la mente dei disgra-ziati. Modestamente alto di statura e ben formato, era gentile senza esserebello, ed in et di cinquantanni era galante col bel sesso. Esigeva rigoreper la disciplina militare, ma nello stesso tempo era affabile con i suoi uf-ficiali, dei quali era il consigliere, il protettore, lamico. Non appariva neisoldati che lavvicinavano quel timor servile che li rende avviliti al co-spetto dei superiori; essi erano verso di lui rispettosi, sommessi ed ese-guivano prontamente i suoi voleri, eccitati solo dallamore che loro ispi-rava. Qualche volta lho veduto severo, ma non mai adirato; ci bastavaper imporre, senza bisogno dadottarlo, il castigo.

    Verso di me, con cui aveva comune la patria, sembrava un amoroso

    fratello e volentieri meco si intratteneva in lunghi discorsi prima di ad-dormentarsi, giacendo al solito vicini al letto. Era curioso delle cosedItalia, essendo egli nato fiorentino. Non so per se di me restasse abba-stanza pago, mentre per li patimenti sofferti mi si era di molto indebolitala memoria. Egli non aveva [che] una confusa idea della nostra patria,poich labbandon allet di sette anni andando suo padre a stabilirsi inOdessa dove ebbe modo di sostentare la sua famiglia con la professione diorologiaio. Allet di sedici anni si arruol volontario nelle truppe russe, ecombattendo in seguito con buona fortuna nelle guerre contro i turchi eraarrivato sino al grado di colonnello, decorato degli ordini di S.Vladimiro,di S.Andrea e di S.Anna.69

    Savoini passava il tempo libero giocando a faraona con gli altri ufficia-

    li, il gioco delle carte essendo il passatempo preferito tra gli ufficialidellesercito russo. Immagino quante partite abbia giocato con TolstojlAmericano e quante ne abbia perse. Incaricava Pisani di tenere il conto

    68Ib.69Ib., p. 208.

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    e gli affidava i propri guadagni. Il giorno dellanniversario della nascitadi Alessandro I, Pisani ebbe occasione di conversare in latino col pretecattolico del luogo. In quelloccasione, per iniziativa e (come nelle do-meniche precedenti) a spese di Savoini, il sacerdote aveva celebrato lamessa in rito bizantino slavo e intonato il Te Deum in onore dellImpera-tore. Vi assistettero lufficialit e molti soldati russi, quantunque il ritofosse il greco latino e non scismatico, scrive Pisani, e avrebbe dovutoscrivere greco cattolico.70 Due giorni prima (il 22) lImperatore eragiunto a Vilnius, distante qualche decina di chilometri, e il giorno delproprio compleanno aveva provveduto a promuovere e decorare gli uffi-ciali presenti in quella citt. La promozione di Savoini a maggior genera-le e il distintivo di una spada collimpugnatura doro arrivarono a Slo-bodka il 26.

    Pi volte gli ufficiali russi al seguito di Savoini avevano cercato diconvincere il Pisani ad arruolarsi nellesercito russo, mentre lo stesso Sa-voini

    avrebbe desiderato che mi fossi stabilito presso la sua famiglia in Odessa,citt mercantile del Mar Nero abitata quasi tutta da italiani. Mi promette-va di far venire mia moglie e di procurarmi un impiego darchitetto odingegnere, o qualchaltro pi mi fosse piaciuto; intanto perch andassi

    col a passare la prigionia ne aveva fatto istanza al governo. Per gratitudi-ne io mostravo di aderire a quanto egli mi proponeva, ma sentivo la ripu-gnanza a stabilirmi in Russia, facendone il confronto colla mia patria.71

    Il 29 partenza per Omjany, sulla strada che collegava (e collega ancoroggi) Minsk con Vilnius. Il 30 arrivano ordini, e Pisani dovr separarsiper sempre dal suo benefattore. Savoini deve continuare per Varsavia, Pi-sani trascorrer tre mesi a Vilnius per essere successivamente avviato allasua destinazione finale di prigioniero, nel governatorato di Simbirsk sulVolga. A Simbirsk, oltre al famoso architetto di corte, il ticinese LuigiRusca (1758-1822: un certo sig. Rusca, architetto italiano il quale parlcon me e coi miei compagni in modo molto cortesi) autore, tra laltro,

    del Palazzo dei Bobrinskij sulla Mojka, trover una piccola colonia ita-liana composta dai mercanti Filippini e il comasco Boschi, i Coc, una

    70Il rito seguito dai cattolici orientali (bielorussi e ucraini) uniti a Roma non si differen-zia da quello russo ortodosso. Anche la lingua, lo slavo-ecclesiastico, la medesima.71Damiani, cit., p. 212.

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    famiglia di saltimbanchi, e il romano Giovanni Piccardi, fuggito dallasua patria per la rivoluzione di Bas[se]ville. A Lipeck, durante il viaggiodi ritorno, incontrer un altro italiano al servizio russo, un colonnello dinome Casarini, ispettore delle terme.72Si era fatto tutta la strada da Bobra Vilnius (circa quattrocento chilometri) e dal 27 novembre 1812 ai primidi gennaio 1813 sdraiato su una slitta. Coccolato e mantenuto da Savoinie curato dal medico personale di questi, ebbe modo di rimettersi in salute.Durante il restante periodo di prigionia in Russia non se la passer altret-tanto bene.

    Cos racconta Pisani la struggente separazione dal generale di frescanomina Geremia Savoini:

    Non ebbe Savoini il coraggio di parteciparmi questa fatale noti-zia: il maggiore fu quello che me ne inform spiegandosi alla me-glio. Savoini, dopo di aver date le necessarie disposizioni per lamia partenza, venne per salutarmi. Prendendomi per mano: Pisa-ni, disse, io avevo delle altre intenzioni in vostro favore e le sapete;ma le circostanze della guerra mobbligano a lasciarvi con miosommo rammarico. Non cessa per la mia amicizia per voi, e do-vunque potete contare su di essa. Scrivetemi quando sarete in biso-gno e mi troverete sempre disposto ad aiutarvi dove posso. Vorrei

    lasciarvi una somma bastante a togliervi dalla miseria, ma al pre-sente non ho molto denaro A Vilna vi presenterete al governato-re generale Saint Priest con questa lettera di raccomandazione. Ri-cordatevi di me ed auguriamoci una felice combinazione per rive-derci. In ci dicendo gli caddero le lagrime dagli occhi, mabbrac-ci, mi diede un bacio e usc.73

    Savoini gli lascier, oltre ai due federici doro dono di Miloradovi,anche la propria vincita dellultima partita a carte.

    1813-1814

    La marcia verso Occidente dellesercito russo non sar una passeggia-ta. Napoleone, nonostante il cambiamento di fronte dei suoi riluttanti, ma

    72Ib., pp. 258-261, 265-266. Sulle terme di Lipeck si veda, ad es., il mio Gli altri ita-liani. Medici al servizio della Russia, Roma 2011, pp. 97-98.73Ib., p. 213.

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    pur sempre alleati, si riorganizzer in qualche modo e riuscir a resistereancora abbastanza a lungo alle forze coalizzate di Russia, Prussia e Au-stria fino allentrata trionfale delle truppe russe a Parigi il 31 marzo del1814.

    Nel febbraio del 1813 Savoini con la sua brigata, sempre inquadratanella divisione di Paskevi, partecipa alla fase iniziale dellassedio dellafortezza di Modlin, a nord-ovest di Varsavia, sulla riva destra della Visto-la. A settembre la divisione trasferita nellArmata di Polonia, comanda-ta dal vecchio generale Leontij LeonteviBennigsen (1745-1826), e con

    essa passer prima in Boemia e di l in Sassonia. Verr decorato conlOrdine di SantAnna di prima classe per la sua partecipazione alla bat-taglia di Dresda alla fine di agosto. A Lipsia, nella cosiddetta Battagliadelle nazioni, si guadagner lordine di San Vladimiro di terza classe:

    sotto la copertura dei reparti di artiglieria i reggimenti del La-doga e di Poltava attaccarono i fortini occupati dal nemico che sitrovavano davanti alla citt a destra della strada di Grimma, e sullasinistra il Quinto cacciatori. Nonostante laltezza delle mura, li pre-sero dassalto; successivamente i reggimenti del Ladoga e di Polta-va sotto un intenso fuoco nemico riconquistarono la porta diGrimma ingombra di mattoni e di tronchi mentre il battaglione di

    Orlov irrompeva sulla breccia a sinistra; dietro a loro gli altri reg-gimenti della 26madivisione entrarono in citt rincorrendo il nemi-co per le vie, strappandogli le armi e facendo prigioniere intere co-lonne; coloro che riuscirono a fuggire, circa tremila uomini, furonoassaliti con le baionette fin dentro il fiume. Il reggimento del La-doga cattur 11 pezzi, quello di Orlov 3, il Quinto cacciatori 8. Du-rante lassalto si distinse particolarmente per valore e sangue fred-do il maggior generale Savoini.74

    74Michajlovskij-Danilevskij, E.Ja. Savoini cit., pp. 3-4; cfr. anche Nikolaj Michajlo-vi, Graf Pavel AleksandroviStroganov (1774-1817). Istorieskoe issledovanie epochi

    Imperatora Aleksandra I, vol. 3, San Pietroburgo 1903, p. 335; Modest IvanoviBog-danovi, Istorija vojny 1812 goda za nezavisimost Germanii, po dostovernym istoni-kam, vol. II: O vozobnovlenii dejstvij posle peremirija do pribytija sojuznych armij k

    Rejne, San Pietroburgo 1863, p. 534.

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    Seguono gli assedi di Magdeburgo e di Amburgo. Nel febbraio del1814 Benningsen ordina al generale Dmitrij Dochturov di impossessarsidellisola di Wilhelmsburg, occupata dai francesi, e di distruggere il pon-te di legno sulla Sderelbe che la collegava a Harburg, oggi uno dei quar-tieri di Amburgo. Lo scopo era di interrompere ogni comunicazione tra lafortezza di Harburg e quella di Amburgo. Savoini, che comandava laprima colonna, prese dassalto un fortino situato sulla strada che partendodal ponte attraversava lisola e portava ad Amburgo. Poi assal con suc-cesso anche la fortificazione a difesa del ponte, cui fece appiccare il fuo-co. Fu qui che salv la vita a un giovane tenente colonnello di nome KarlIvanoviTenner (1783-1860), il quale in seguito ne avrebbe sposata lafiglia Caterina, sarebbe diventato un noto geodeta, topografo e astrono-mo, e avrebbe raggiunto il grado di generale di fanteria. Lassalto di Wi-lhemsburg valse a Savoini la Croce di San Giorgio di terza classe. Allafine di febbraio conquist una fortificazione sullisola di Billwerder.Amburgo e dintorni erano stati occupati alla fine di maggio dellannoprecedente dal XIII corpo darmata del maresciallo Davout, il quale si ar-rese a Bennigsen soltanto il 27 maggio, a guerra ormai finita.

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    La curva del barboncino

    Sembra che la maledizione degli eserciti, e non solo di quello russo, siaquella di venire talvolta impegnati a domare insurrezioni, cosa poco ono-revole per qualsiasi esercito, anche se in questo caso la Polonia, nono-stante la sua quasi totale dipendenza dalla Russia, disponeva di un eserci-to regolare.

    Dopo le guerre napoleoniche, per decisione del Congresso di Vienna, ildistretto di Poznan and alla Prussia, mentre quello di Cracovia divenne

    formalmente indipendente. La Russia si prese il resto, cio gran parte delterritorio del Granducato di Varsavia creato da Napoleone, che divenne ilRegno di Polonia con lo zar come re, impegnato tuttavia a rispettarne laCostituzione da lui stesso concessa. La Polonia ottenne un governo pre-sieduto da un luogotente in rappresentanza dello zar, un congresso oSejm elettivo (da cui il nome di Polonia del Congresso), e un suo eser-cito. Come primo capo del governo e luogotente dello zar fu designatolex generale napoleonico Jzef Zaj0czek, mentre a capo dellesercito fuposto il fratello dellimperatore, lo zarevic Costantino, che aveva rinun-ciato al trono imperiale a favore dellaltro fratello Nicola. Nel 1826, allamorte di Zaj0czek, il nuovo zar Nicola I affid a Costantino anche la ca-rica di luogotenente e capo del governo. Vi erano stati altri motivi discontento nonch violazioni della costituzione da parte russa come, adesempio, lintroduzione della censura preventiva nel 1819 e il successivoconflitto tra il Congresso e lo zar, che voleva abolire nei tribunali le giu-rie introdotte da Napoleone.

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    La scintilla della som-mossa scoppi quando laRussia decise di utilizzarelesercito di Polonia equello di Lituania persopprimere la cosiddettaSeconda rivoluzione fran-cese del luglio 1830 e imoti belgi scoppiati adagosto. Il 29 novembre ungruppo di cadetti dellascuola ufficiali di Varsa-via attacc il Palazzo delBelvedere, sede del go-verno, costringendo allafuga il granduca Costan-tino. La rivolta si diffuse

    ben presto in tutta la Polonia, il granduca condusse le truppe russe fuoridal regno praticamente senza opporre resistenza. La susseguente conca-tenazione di eventi, tra tentativi di conciliazione da parte degli elementi

    pi moderati e la radicalizzazione del conflitto da parte dei pi intransi-genti, sfoci allinizio di febbraio del 1831 in una nuova invasione dellaPolonia ad opera delle truppe russe al comando del feldmaresciallo HansKarl Friedrich Anton von Diebitsch (1785-1831), morto di colera e sosti-tuito da Paskevi.

    Detto per inciso, a quella guerra partecip, dalla parte dei polacchi, ilcontroverso generale genovese Gerolamo Ramorino (1792-1849), noto inPolonia e Russia anche come Romarino, veterano della campagna diRussia ed ex ufficiale dordinanza di Napoleone (durante i Cento giorni).Divenuto in seguito generale di divisione dellesercito piemontese, rite-nuto responsabile della sconfitta di Novara del 1849 e condannato a mor-te, chiese e ottenne di comandare da s il plotone di esecuzione.

    Rientrato in Russia dopo le guerre napoleoniche, Savoini si era vistoaffidare il comando della Quarta divisione, in seguito divenuta la 24a, fa-cente parte del Corpo distaccato di Lituania sotto il comando supremo delgranduca Costantino. Nel 1821 fu premiato con una prebenda in denaro,nel 1823 con una tabacchiera doro tempestata di diamanti e un ritratto

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    dellimperatore Alessandro, nel 1825 fu promosso da maggior generale atenente generale. In quelloccasione il granduca Costantino gli scrisse:Mi compiaccio assai nel congratularmi con voi per questa grazia [con-cessavi] dal Monarca. Una degna ricompensa per una persona degna.Nellagosto del 1829 limperatore Nicola I lo decor con la croce di SanVladimiro di seconda classe75e lo stesso mese gli fu affidato il comandodel Quinto (in seguito il Quarto) corpo di fanteria. Poco dopo fu chiamatoa San Pietroburgo per presiedere una commissione incaricata di investi-gare su alcune pratiche illecite nel passaggio di consegne dei reggimenti,e di elaborare nuove procedure.76Per questa sua attivit Savoini fu deco-rato con lOrdine di SantAlessandro Nevskij, e anche in questa occasio-ne ricevette una lettera di congratulazioni dallarciduca Costantino, chenon era pi il suo comandante.

    Intanto, nel 1831, imperversava la guerra con la Polonia

    Il 26 maggio di quellanno i russi sconfissero i polacchi a Ostro1ka esi aprirono la strada verso Varsavia. Fu allora che il comandante in capodellesercito polacco Jan Skrzynecki (1787-1860) decise di compiere unamanovra diversiva in Lituania. Egli ordin al generale Antoni Gielgud(1792-1831) di condurre una spedizione a Vilnius in appoggio agli insor-

    ti. Tra i vari distaccamenti agli ordini di Gielgud ci fu anche quello delgenerale Henryk Dembi2ski (1791-1864). Nel giugno del 1831 Gielgudattacc le truppe russe di stanza a Vilnius, ma, sconfitto e inseguito, fucostretto a cercare rifugio nella Prussia orientale. Soltanto il distaccamen-to di Henryk Dembi2ski riusc a rientrare in Polonia compiendo unaritirata da manuale.77

    75L11 settembre secondo il Bayerscher Beobachter, 37, del 28.9.1829, p. 647.76Su tali pratiche si veda, ad es., la testimonianza di Langron per il periodo relativo al

    regno di Caterina la Grande, ma, aggiunge lautore in una nota del 1826 a pag 166, chele medesime cose nel passaggio di consegne dei reggimenti accadono anche oggi(A.F. Laneron,Russkaja armija v god smerti Ekateriny II, in Russkaja starina, 1895,vol. 83, 4, pp. 166-168).77Mieroslawski, pur riconoscendo lincompetenza di Gielgud, attribuisce tuttavia la re-sponsabilit della mancata presa di Vilnius allindisciplina di Dembi2ski (Ludwik Mie-roslawski, Kritische Darstellung des Feldzuges vom Jahre 1831 und hieraus abgeleitete

    Regeln fr Nationalkriege, vol. 2, Berlin 1847, pp. 108-109).

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    Partigiani lituani si uniscono a Dembi2ski

    a questo punto che entra di nuovo in scena Savoini.

    Michajlovskij-Danilevskij, nel descrivere quegli eventi e il ruolo svol-tovi dal fiorentino, se la cava con poche facili parole: al comando di undistaccamento lanciato contro gli ammutinati sconfinati in Russia, inse-gu cos velocemente le bande dei sovversivi [il distaccamento diDembi2ski] da compiere 700 verste in 19 giorni. Ripul poi il dipartimen-to di Augustow [in territorio polacco] ristabilendo ovunque lordine e lalegalit.78Certo che, per quanto veloce, Savoini non pot esserlo pidi chi gli fuggiva davanti.

    In realt le cose non andarono esattamente cos.

    Dopo aver occupato il 13 luglio la citt di Panev3ys, abbandonata dapoco dalle truppe del tenente generale russo Platon IvanoviKablukov(1779-1835), Dembi2ski, convinto che continuare la guerra in Lituaniafosse ormai inutile, decise, daccordo con i suoi ufficiali da luiappositamente riuniti per discutere sul da farsi,79 che la cosa migliore

    78 Michajlovskij-Danilevskij, cit., p. 5.79 Henri Dembi2ski,Mmoires sur la campagne de Lithuanie, Strasburgo 1832, pp. 217-219.

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    fosse di rientrare in Polonia. Per raggiungere la foresta di Belovee e dil i confini del regno, scelse il percorso pi lungo, descrivendo un ampiosemicerchio a est di Vilnius, evitando gli spazi aperti, i grossi centriabitati e i reparti troppo consistenti del nemico, e attraversando perquanto possibile le zone boschive della regione.

    Kablukov, ritenuto poco allaltezza del suo compito, fu sostituito daSavoini (che tuttavia mantenne il comando del quarto corpo), il qualeimmediatamente si mise allinseguimento di Dembi2ski con uncontingente composto di quattro battaglioni, quattordici squadroni e 16

    pezzi dartiglieria. Lo raggiunse ad Alanta (dove Dembi2ski era arrivatoil 16 luglio), poi lo insegu fino a Mol3tai ingaggiando con lui battaglia einfliggendogli numerose perdite, ma in entrambe le occasioni Dembi2skiriusc a sfuggirgli. I polacchi continuarono la loro ritirata passando perInturk3 e Pabrad3bruciando i ponti dietro di s. Poi, per disorientare irussi, dirottarono a nord est verso venionys per giungere dopo un lun-go giro a Zalavas, situata a poca distanza di Pabrad3verso est. Savoini liaveva seguiti passo passo e questo fu, e sarebbe stato, il suo erroreprincipale. A Inturk3s aveva trovato il ponte in fiamme e per continuaredovette girare attorno al lago raggiungendo Pabrad3 quandoDembi2skiaveva gi lasciato il villaggio.

    Savoini cambi tattica cercando di anticipare le mosse del nemico, maDembi2ski invi pi volte alcuni reparti in direzioni diverse, riuscendo aingannare i russi sulle sua vera posizione e le proprie intenzioni.

    Tralascio qui lulteriore descrizione del percorso, che fu lungo e intri-cato. Nel frattempo, altri reparti russi si erano messi alla caccia diDembi2ski o lo attendevano al varco, ma questi riusciva sempre asfuggire alle loro maglie. Dopo varie e complesse vicissitudini i polacchiriuscirono a passare il fiume Niemen. Tuttavia davanti a loro, a Brest-Litovsk, erano gi schierati in attesa 15 battaglioni e 10 squadroni al co-mando del barone Aleksandr Vladimirovi Rosen (1779-1832), mentre

    Savoini alle sue spalle non mollava la presa. A questo punto Dembi2skiebbe un colpo di fortuna. Rosen dette credito ad alcune voci diffuse adarte dai polacchi, secondo cui si stava avvicinando un distaccamento po-lacco di circa diecimila uomini al comando di Ramorino, e sia lui che glialtri comandanti russi impegnati nella caccia si lasciarono distrarre perfar fronte alla nuova presunta minaccia. In definitiva, e dopo ulteriori

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    complesse vicissitudini, Dembi2ski con i suoi riusc alla fine araggiungere Varsavia.80 Tra i vari nomi di ufficiali russi impegnati neltentativo di fermare la marcia di Dembi2ski troviamo, accanto a quellodel barone Rosen, del maggior generale Lev Bolen [Bohlen], di NikolajDochturov, Stankevi,