Agorà no. 6 - Padri Barnabiti

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    Periodico informativo della Missione

    dei PP. Barnabiti in Albania

    #PPQ+++P

    &KEGODTG

    Agor

    f a m u l l i a S h n N i k o l l af a m u l l i a S h n N i k o l l af a m u l l i a S h n N i k o l l af a m u l l i a S h n N i k o l l a

    Viviamo la nostra fede incomunit

    il nome del nostro programmadi attivit 2012-2013, con il qua-le aderiamo allinvito del SantoPadre di incamminarci con laChiesa nellanno della Fede. Inquesto numero e nel prossimo

    racconteremo come anche qui,in Albania, con i nostri giovani ele loro famiglie, cerchiamo di accogliere questo importante messaggio lanciato ad ogni uomo. Siamo infatti tuttiinvitati ad attraversare la Porta della Fede, quella porta che ci introduce allincontro con una Persona viva checi permette di rendere nuovi e significativi i nostri incontri quotidiani. Dallesperienza di ogni giorno ci accorgia-mo, allora, che non si tratta di attraversare solo uno spazio, ma di entrare in una dimensione damore in cuitutti sono accolti, amati e perdonati. Proviamo dunque ad oltrepassare quel muro invisibile che divide linterio-re dallesteriore e a dare spazio prima di tutto a noi stessi, raccogliendoci silenziosamente e mettendoci alla-scolto. Questo anche il nostro auspicio di vivere al meglio il tempo della manifestazione della Gloria del Signo-re per mezzo di Suo Figlio. Tempo di Amore in cui Dio si fatto come noi per farci come lui. Teniamo apertala porta dentro di noi per accogliere lo spirito di Cristo che fa fiorire il deserto e lasciamo che Lui compia il

    progetto che ha pensato fin dallorigine per ognuno di noi. Non dobbiamo avere timore, ma attraversare fidu-ciosi anche il deserto del nostro cuore e lasciarci guidare dalla luce di Cristo: via, verit e vita. La comunit deipadri e delle suore di Milot augura a tutti un buon Natale e buon anno ricco della Grazia che trasforma!

    La porta della fede (At. 14,27)che introduce alla vita di

    comunione con Dio e permettelingresso nella sua Chiesa

    sempre aperta per noi. possibileoltrepassare quella soglia quandola Parola di Dio viene annunciatae il cuore si lascia plasmare dalla

    grazia che trasforma.

    (Benedetto XVI, Lettera apostolicaPorta Fidei)

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    Attivit pastorali

    Anno III numero 6Pagina 2

    FARPARTEDELLA COMUNIT

    Come religiosi e religiose impegnatinella vita parrocchiale sappiamo beneche il primo modo per far sentire igiovani appartenenti alla comunit fornire occasioni di incontro e discambio personale. Seminare la cultu-ra della solidariet e della famiglia quanto cerchiamo di fare proponendoogni anno diverse attivit che li possacoinvolgere non solo nel gioco, ma

    anche vivendo attivamente gli spazidella parrocchia attraverso momentidi catechesi ed altre esperienze divita. La quotidianit di una cittadinacome Milot non poi tanto diversa daquella delle altre citt del mondo. Ipericoli, ma anche la bellezza dellepiccole cose sono comuni ad ogni luo-go e per noi rappresentano occasioniimportanti per aiutare tutti ad accre-scere il senso civico e la cultura dellapersona. Questanno in particolareci soffermeremo sulla Fede, che per-mette di guardare la vita con occhidiversi. Infatti il nostro lavoro in quali-t di educatori, non riguarda sololambito prettamente pastorale, maattraverso la comprensione della Pa-rola, aiutare le persone a vivere me-glio la loro quotidianit. Come sempreil nostro intento di ripartire dai pipiccoli e tramite loro raggiungere gli

    adulti per costruire insieme una co-munit in cui tutti possano trovarespazio, ascolto ed esprimersi libera-mente, consapevoli di avere una fami-glia, quale la Chiesa, sempre prontaad accoglierli.

    LEATTIVIT 2012-2013

    Oltre alle consuete attivit settimanalidi catechesi, da qualche anno stiamo

    favorendo incontri diocesani con altrigruppi e iniziamo a fare le primeesperienze di ritiro non solo a Milot,ma anche in altre localit. Lapartecipazione dei giovani e il lorodesiderio di vivere momenti di gruppo un segnale che ci rincuora e cispinge a fare sempre qualcosa di pi.Dopo tanti anni abbiamo visto moltidei nostri giovani diventare piccoliuomini e piccole donne, sposarsi emettere su famiglia. Sono piccoli passi

    che altrove perdono il loro senso. Pernoi invece rappresentano sempre unsegno importante della presenzadella grazia del Signore che opera avolte in modo incomprensibile, mache non delude mai!

    La nostra settimana di catechismo:Marted: I-V elementare.Gioved: VI-IX classe.Sabato: giornata dei giovani; incontrocon i ministranti e catechesi neivillaggi della nostra missione.

    Milot, 8 dicembre 2012: Alcuni ragaz-zi della Parrocchia preparano leriflessioni per la messa dellAvvento.

    Seconda domenica di Avvento 2012.La comunit di Milot si prepara avivere il Santo Natale valorizzando la

    bellezza dello stare insieme inpreghiera.

    di Giovanni Peragine

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    COSTRUIAMO PONTI

    Ci adoperiamo costantemente perabbattere i muri che separano le per-sone. Muri culturali, generazionali osemplicemente costruiti dallegoismo.Muri che sembrano a volte montagneinsormontabili, soprattutto in questiluoghi ancora feriti, mentre altrovequasi non esistono pi. Quasi, inquanto persistono, sebbene latenti oa volte nascosti da un perbenismo di

    costume, forme di negazione dellal-tro, a partire dal rigetto della religionealtrui. Nella nostra comunit preferia-mo invece unire pi che distinguere.Siamo consapevoli, infatti, chelAmore passa per la conoscenza enoi siamo tramiti, strumenti che dasoli possiamo poco. Levangelizzazio-ne, del resto, non significa operareuno sradicamento della cultura di ori-gine per ripiantarne una nuova, maportare la buona Novella a tutti,dialogando e soprattutto attraversounopera costante di accompagna-mento delle persone.

    Le attivit di formazione:

    Luned: incontro con i musulmani.Mercoled: lezioni di canto.Venerd: formazione degli adulti.

    UNESPERIENZADICOMUNIT

    Lo avevamo progettato da tempo, poifinalmente loccasione: un ritiro con inostri giovani presso la localit di Fan(Mirdita). Con quindici giovani, sebbe-ne la neve e il gran freddo, siamo par-titi alla volta della nostra avventura. Iltema scelto viviamo la nostra fede incomunit fa parte del programma

    pastorale di questanno.Fede come crescita, co-me percorso costante,sebbene le possibili cadu-te. Fede come condivisio-ne, accrescimento perso-nale ma soprattutto co-munitario. La fede, dadono del singolo ad es-senza della comunit: lacrescita spirituale, dun-que, non deve esserevissuta solo dal singolo,ma si nutre e trova spazionella comunit. Attraver-so lesperienza comunita-ria, infatti, possibile

    riscoprire il dono dellafede dato dal Battesimoche ci spalanca la portadella Salvezza.

    Kisha n Fan Mirdite, 14-15 dicembre2012: meditiamo sul nostro rapporto

    con la Fede.

    Ritiro di Natale con i giovani dellaParrocchia di San Nicola di Milot. stato possibile anche grazie al nuovopulmino!

    Altre notiziedella Comunit

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    Pagina 4 Anno III numero 6

    LANNODELLA FEDE

    Anno della fede! Una opportunit pertutti i cristiani per rivedere il propriomodo di credere come atto di fede,ovvero atto di testimonianza. Credereperci significa ragionare sulla propriafede ma anche sul modo in cui questasi vive tra la gente vicina e lontana. vero che molti dei giovani che fre-quentano e vivono i nostri campi dilavoro, in Albania o altrove, non sono

    sempre sono mossi da una tensione difede; spesso vanno allestero perchdesiderano conoscere e capire se pos-sono fare qualche cosa di bello e dibuono. Luomo buono in s, ma nonsempre riesce a coltivare e celebrarequesta sua bont. Avere fede non facile, o meglio, non facile ricono-scere la fede in Dio che abbiamo rice-vuto in dono e coltivarla.

    Anche io come prete certe volte mipongo delle domande sulla qualit

    della mia fede e se talvolta questa misembra buona quando considero lasua trasmissione, la sua testimonianzami accorgo di essere un buono a nulla.Succede allora che la fede vissuta aMilot riesce a smuovere maggiormen-te rispetto alla fede vissuta a Milano,nella quotidianit di una vita cristianascontata che spesso lascia tiepidiper non dire indifferenti.

    Questa affermazione di una giovanepu essere vera, mi consola il fattoche la mia esperienza di fede mi fariconoscere che la fede la stessa aMilano, a Lodi, a Napoli e a Milot:bisogna avere la pazienza che ognunocompia il suo percorso. Una mattina,mentre celebravo la messa a Milotpensavo alla mia lingua e alla fatica

    degli indigeni a comprenderla ma an-che alla loro lingua e alla mia fatica acomprenderla e ne traevo una rifles-sione. Talvolta ascoltare Dio comeascoltare una lingua straniera: qualco-sa si capisce, qualcosa no e quindibisogna ricorrere a uninterprete. A-vere fede in Dio, nel Dio di Ges Cristomorto e risorto per noi, significa pro-

    prio non pretendere di com-prendere tutto subito e affidar-

    si a un interprete, la Chiesa,perch ti aiuti a comprenderedi pi.Un po ci che succedequando si va a Milot: italiani ealbanesi si capiscono un po sie un po no e devono affidarsi/fidarsi di un interprete. Questasemplice ma utile esperienza cifa capire meglio quanto siaimportante e necessario averefede e cosa possa significareavere fede in Dio Padre, Figlioe Spirito santo.

    Trieste, agosto 2012: PadreGiannicola e i suoi ragazzi atermine di una lunga estate.

    Missione e Fededi Giannicola Simone

    VERSO DIOEVERSOIL PROSSIMOIO, LA FEDEE MILOT

    Incontro dei volontari a Milot nellAnno della Fede

    In occasione dellAnno della Fede (11 ottobre 2012 - 24 novembre 2013) la Fami-glia Zaccariana si riunisce in un piccolo convegno di due giorni, per approfondireil tema della fede e favorire un incontro e uno scambio culturale, prendendospunto dallesperienza missionaria svolta in questi ultimi anni in Albania. Lini-ziativa, prevista entro i primi mesi del 2013, ha come obiettivo di far ritrovarealcuni giovani delle comunit barnabitiche italiane ed estere gi sensibili al tema,per riflettere insieme sul valore dellessere testimoni della fede nel mondo, at-traverso lincontro dellaltro inteso come relazione non solo sociale, ma come

    capacit del singolo di accogliere il dono dell altro-da-s in una dimensionetrascendentale.

    La fede si pone quindi come propulsore che spinge ogni individuo ad accostarsie rileggere le realt sociali diverse da quelle di appartenenza. Ma intesa anchecome esperienza di vita nuova che sopraggiunge, spesso inaspettata, a seguitodi attivit di volontariato allestero, pellegrinaggi oppure attivit oratoriali.

    Il convegno sar aperto a tutti i volontari che in questi anni hanno partecipatoalle attivit offerte dalla missione. In questi giorni stiamo allestendo la Segreteriaorganizzativa.

    Per maggiori informazioni scriveteci a [email protected]

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    da frutto; Dio si aspetta da me cheporti frutto. Frutti di gioia, di pace e diamore che mi dilatano il cuore fino aspingermi in Missione a Milot, dove cisi dedica al campo estivo dei bambini,per farli sentire creativamente vivi;

    per provare ogni giorno tanto entusia-smo e soprattutto far conoscere lorolamore, la gioia che ci ha dato Ges.Mettersi al servizio dei giovani, deiMissionari, degli anziani fa sentireumilmente utile. Nella Missione diMilot, sperimento la gioia di viverecome in una vera famiglia compostada tanti membri: Barnabiti, Angelichestudenti teologi, giovani zaccariani edaltre realt.In quel Paradiso di amoremi annullo, ritrovo la pace interiore

    arricchendola giorno dopo giorno. Almio rientro a casa, unita alla mia fami-glia e ai miei fratelli nella fede, sonopi pronta a vivere pi ricca di amoree di carit. Attingiamo noi tutti a quel-la fonte dello Spirito Missionario che lApostolo Paolo e il carisma di Anto-nio Maria: ci sentiremo sempre pigioiosi di donarci agli altri senza condi-zioni.

    LA FEDETRASFORMALAVITAMADDALENA BALLETTA

    La verit della fede ha trasformato lamia vita. La fede un dono di Dio,frutto dellazione dello Spirito Santo,

    che la suscita, la sostiene, laiuta acrescere. La fede ci d la convinzione

    di essere amati, ci libera dalla solitu-dine e dallangoscia; ci dispone adamare noi stessi e pi ancora il prossi-mo. La fede credere, aprirsi, uscireda se stessi, fidarsi, obbedire, rischiaree mettersi in cammino verso le realtinvisibili seguendo le orme di Ges.Grazie a Dio, che ha posto nel miocuore il desiderio di conoscerlo. Cono-scendolo infatti lo posso amare e rag-giungere in pieno la mia verit e con-quistare la meta che Lui ha progettatoper me. Nel cammino della mia vitaho avuto modo di testimoniare la miafede in tanti modi diversi, anche seostacolata da tante sofferenze, tantedifficolt, ma anche da tanta gioia.Ora mi trovo a testimoniare il mioSpirito Missionario trasmessomi dall-Apostolo Paolo. Il Signore mi ha datouna vocazione: quella di appartenere

    ad una grande famiglia: la famigliaZaccariana. Il Nostro fondatore: Sant-Antonio Maria Zaccaria fond i treCollegi nel lontano 1500 Chierici re-golari di San Paolo, Angeliche e Mari-tati di Paolo Santo; io faccio parte del

    terzo collegio. Questo cammino mientusiasma e mi porta utile come un

    Parrocchia di San Nicola in Milot. Ilfrutto dellamore visto con gli occhi

    della fede.

    Maddalena, Maria Rosaria, Vito eMoter Violeta con alcuni giovanidella Parrocchia di Milot.

    La fede sostanza di cosesperate e convinzione dicose che non si vedono.San Paolo, Lettera agli Ebrei

    (11,1)

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    Pagina 6 Anno III numero 6

    ILDONODIS

    Anche questestate stata ricca diemozioni, incontri e attivit. Grazie ainumerosi volontari che si sono datiappuntamento nella nostra missione,siamo riusciti ad organizzare tre campiestivi: due a Milot e uno a Gallat.Lasciamo spazio ai loro commenti,cercando di restituire le stesse sugge-stioni che solo chi ha visto questi luo-ghi conosce davvero.

    ALBANIA? NO, GRAZIE!PASQUA PERAGINE

    Albania? No, grazie! Ecco la rispostache padre Giovanni Peragine (mio zio)si era preparato a ricevere tutte levolte che mi proponeva di partire allavolta di Milot per entrare a far partedello staff del kampi veror che pun-tualmente organizza ogni anno. Pre-giudizi?! Tanti! Motivo per cui nellamia testa filtravano soltanto immagininegative di quella realt che zio vole-va tanto imparassi a conoscere di per-sona e a non giudicare solo per senti-to dire. Ci aveva gi provato con miasorella e con successo era riuscito acoinvolgerla per ben due anni. Io inve-ce proprio non volevo schiodarmi dal-la mia saldissima presa di posizione,dal mio categorico NO! Associavo lAl-bania a un altro pianeta per culturae tradizioni cos poco occidentali,ma soprattutto a causa dei solitirumores. Insomma, uno strano

    mondo in cui mai avrei pensato dimettere piede (tantomeno d estate!).Ebbene, mi sbagliavo e mi

    risulter faticoso ammetterlo. Chi mi

    conosce da sempre sa bene quantoastio provassi per una societ e unapopolazione ancora cos medievali.Tutto iniziato appena terminata lamaturit, quando ho deciso di dareuna piccola scossa alla mia ormai mo-notona vita e di provare ci che datempo avevo ingenuamente volutoevitare: un po per scetticismo neiconfronti di una realt troppo diversada quella del mio paese, un po perpaura di non essere allaltezza di una

    missione di volontariato. Per questoho deciso di partire, senza alcuna a-spettativa, forse con la sola speranzadi staccare dalla routine quotidianaper vivere unesperienza nuova e ma-

    gari ritrovare me stessa dopo lo stres-sante periodo di studio pre-esami!Non ero conscia del fatto che sareipotuta cambiare tanto attraverso unasimile avventura, perch alla fine que-sto stato il mio kampi veror: unacatena di peripezie e di nuove scoper-te! Non immaginavo di tornare a casacon le lacrime agli occhi dalla tristez-

    za. Appena ho varcato la soglia delcancello della parrocchia, quel lonta-no 28 luglio, allora ho pensato: .Ero spaventata. Non conoscevo nessu-no e avevo paura di non riuscire ainserirmi in quel contesto cos nuovoper me. Non riuscivo a non desiderareche tutto finisse presto e sognavo gidi riabbracciare familiari e amici. Iltempo non passava mai nonostante leoccupazioni giornaliere e i preparativiper il campo. La nostalgia di casa edelle vecchie abitudini era in costanteaumento. Con linizio vero e propriodel campo la situazione cambiata!

    Ho cominciato a sentirmi parte delgruppo un gruppo fantastico, che si andato compattando con il passaredei giorni. Ho cominciato ad avvicinar-mi ai bambini senza il timore di fare

    qualcosa di sbagliato, ad entrare nelmeccanismo dei compiti di un anima-tore e a socializzare con i volontari (siaitaliani che albanesi). stato tutto uncrescendo di emozioni! E poi il tempo volato, cos come sono volati gli ae-

    rei sopra il cielo stellato di Milot, uncielo che - come qualcuno mi ha detto- ha qualcosa di magico e penso rimar-r per sempre scolpito negli sguardidei protagonisti del kampi veror:persone speciali che non esitano amettersi in gioco per regalare un sorri-so a quei bambini che si accontentanoanche solo di un abbraccio. E finisciper ricevere molto pi di quanto pensidi aver dato! allora che capisci chebasta poco per essere felici. Una voltaa casa, senti quasi lobbligo di dovertornare a sostenere questa missione,perch magari hai lasciato un segnonel cuore di qualcuno, nel cuore diMilot.

    Unestate di volontariatodel Qendr Agor

    Milot 2012. Campo estivo Hapi Kra-het Foto di gruppo degli animatori .

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    Pagina 7Agor 2012

    PARTIRE DI NUOVOSOFIA ROSSI

    L'Albania stata un esperienza inde-scrivibile. Il nostro gruppo ha pocaesperienza: sono solo due anni che

    partecipiamo al progetto, eppurequando siamo tornati quest'anno stato tutto familiare; ci siamo sentitiparte di una comunit che si forma-ta nel tempo. Lavorare con i bambini stato impegnativo, ma ha regalato adognuno di noi un piccolo spaccatod'Albania. Ripartire sempre pi com-plesso perch sappiamo che il lavoronon terminato, sappiamo che dob-biamo tornare, sappiamo che abbia-mo bisogno di tornare. Campo Albania2013, aspettaci!

    ALDILDELLADRIATICOALICE

    Prima di questestate tutto ci chesapevo sullAlbania che era stato unpaese comunista e che si trova al di ldellAdriatico, in un punto non ben

    specificato della cartina geograficadella mia mente. Nel momento in cuiabbiamo deciso con tutto il clan discegliere proprio lAlbania come metadel nostro campo estivo mi sono mol-to vergognata della mia ignoranza.Nonostante le varie attivit e gli in-contri che avevamo organizzato perconoscere meglio la storia di questoPaese, lAlbania si dimostrata

    completamente diversa dalle mie a-spettative. Arrivati a Gallat abbiamocapito (o ci siamo rassegnati a crede-re) che la lingua non era fondamenta-le per comunicare con i ragazzi, lavoglia di conoscerci era tale che ciesprimevamo a gesti, oppure parlan-do ognuno la propria lingua sperando

    che laltro capisse. Una delle cose chemi ha stupito di pi di questo villaggio lospitalit dei suoi abitanti, limpe-gno che mettevano per farci sentire anostro agio, come se fossimo a casanostra, lentusiasmo con cui i ragazzici facevano conoscere i luoghi dellaloro vita, la scuola, la chiesa di SantaPrena, la diga costruita da loro perpoter fare il bagno nel fiume destate,

    la generosit delle famiglie che ognigiorno ci portavano frutta e verduradei loro orti. Penso che il tempo tra-scorso con i ragazzi di Gallat mi abbiatrasmesso la loro allegria, la loro ener-gia e la voglia di dare sempre il massi-mo, a qualunque costo, per ricevere ilmeglio. Ora per me lAlbania non pi un punto qualunque oltre lAdria-tico, ma LA, dove spero di potertornare e di scoprire quel tanto chequel paese e i suoi abitanti hannoancora da dare!

    Milot, agosto 2012.momento di riflessione nei gruppi

    prima di iniziare i giochi a squadre.

    Gallat 2012: campo estivo organiz-zato in collaborazione con il grupposcout SandoClan un Clandestino,Milano 45.

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    UNVILLAGGIOCHIAMATO GALLATVIOLA

    Siamo scout da una vita, abbiamoimparato ad affrontare la pioggia etutti i trucchi per dormire al caldo intenda. Abbiamo capito il valore dimettersi al servizio degli altri e le gioieche il farlo procura, abbiamo ancheavuto la possibilit di vedere molterealt pi o meno vicine a noi, pur-troppo come spesso succede agliscout abbiamo visto tutto e toccatoniente. Per mancanza di tempo edeccesso di curiosit forse, non erava-mo mai riusciti tutti insieme ad im-mergerci completamente in una diquelle situazioni. Poi per arriva lAl-bania e improvvisamente si scopre

    che al di l del mare c qualcosa dasvelare. Quando in cielo non si vedeneanche una nuvola e il sole alto,dalla Puglia si riescono a vedere i pro-fili della costa e delle montagne alba-nesi, ma chi ci aveva mai prestatoattenzione prima del 30 luglio 2012!Tutto ad un tratto si viene a sapereche nel mondo e tra laltro neanchetroppo lontano da casa nostra c unvillaggio, chiamato Gallat, in cui lagente in grado di farti comprendere

    il vero significato del perch si fa ser-vizio. Zaini in spalla e al posto degliscarponi uninfinit di pennarelli eperline, un po di confusione e dubbima anche grande entusiasmo. Il servi-zio non stato solo giocare a palla condei bambini, abbiamo pian piano

    imparato, o almeno provato, a pensa-re come loro, ad avvicinare i nostrimondi culturali cos paradossalmentelontani, ma in realt separati soltantoda uno stretto fazzoletto di acqua.Inutile dire che il problema della lin-gua ci ha assillati per molto tempo, si rivelato poi essere una sfida in pi eloccasione per capire che non sem-pre necessario riempire un silenziocon mille futili parole ma che a voltebasta stare seduti vicini per scambiarsiqualcosa luno dellaltro.

    NONILSOLITOVIAGGIOFAMIGLIA MAI

    Valentina racconta: Ero gi stata aMilot in un paio di occasioni, che nondefinirei viaggi programmati, ma unimpulso, un bisogno. Mi fu chiaro cosaandavo cercando solo quando vidi laMissione e chi umanamente la com-poneva: inevitabile sentirsi parte della

    comunit, accolti come un dono, ama-ti, accettati. Nei mesi successivi aiprimi viaggi, io e le mie compagne diavventura, maturammo lidea di volercreare un campo scuola per i bambinipi piccoli (assecondando le nostrecompetenze da insegnanti della scuo-la dellinfanzia). Una nuova partenza siavvicinava ed io sentivo sempre piforte la spinta a condividere queste-sperienza con la mia famiglia: Andreae i nostri figli, Filippo di nove anni,

    Camilla sette e Gabriele che in realt ancora nella mia pancia! Fu cos chepartimmo, carichi di entusiasmo, atte-sa, ma anche di timori. Anche oggi misembra inevitabile condividere questoracconto con i magnifici occhi dellamia famiglia, per questo lascio a lorole prossime righe. Filippo racconta:Questa stata la prima volta che par-tivo per lestero, che mi confrontavocon bambini stranieri. Prima di partireavevo paura di non riuscire a comuni-

    care, poi si aggiustato tutto, comuni-cavamo usando un linguaggio moltostrano, bastava uno sguardo per capi-re cosa volessimo dirci. Un giorno horegalato le mie ciabatte a un bambino

    E dopo una mattinata di giochi, ilgruppo SandoClan pronto per unaavventurosa gita..

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    della mia et, ho provato unemozio-ne molto forte! La cosa pi bella stata servire la messa che veniva cele-brata in Albanese. Padre Domingo miha coinvolto a partecipare come chie-richetto, anche in questa occasione

    erano i gesti a parlare prima delle pa-role. Mi sono fatto molti amici veri,non come quelli che dicono: dai, tusei mio amico poi ti insultano a pinon posso! Camilla racconta: Io primadi partire per Milot non sapevo comecomunicare con gli altri, ma l i bambi-ni e i ragazzi capivano un po litaliano

    e ho fatto amicizia. E stato veramentebello!

    Andrea racconta: Non stato il solitoviaggio, cui la maggior parte ambisco-no: mete tropicali, acqua cristallina,spiagge da sogno e tutti i confort im-maginabili, bens un viaggio che mi haportato in un paese non molto lonta-no e nemmeno tanto diverso dal no-stro. Da subito stato come entrare inuna grande famiglia, le braccia deipadri e delle suore ci hanno avvolti.

    Il progetto studiato e pianificato inItalia, aveva come fine una strettacollaborazione tra il nostro gruppo,composto da sei adulti e tre bambini ecirca dieci, tra ragazzi e ragazze dellaMissione, con lobiettivo di

    coinvolgere in un campo estivo bim-bi fino ai dieci anni. Le prime paure,legate alle differenze, sono state im-mediatamente cancellate dalla vogliadi fare e dalla curiosit di quegli oc-chietti, che allinizio ci scrutavano

    quasi con diffiden-za, ma che col pas-sare del tempo halasciato il posto agrandi sorrisi, allavoglia di comunica-re, ma pi semplice-mente alla voglia digiocare, ridere, sta-re insieme pur par-lando lingue diver-se. Questo viaggio

    stato unesperien-za unica ed intensa.I nostri dieci giornisono trascorsi aduna velocit incredi-bile, non abbiamofatto in tempo adarrivare che gistavamo riparten-do. Abbiamo saluta-to con enorme di-spiacere la famiglia

    dei Padri e delleMadri, loro pronti atrascurare se stessiper dare alla loro

    comunitloro che aiutano le famigliepi bisognose e i giovani ai quali affi-dano il futuro di Milot e dellAlbania,nei quali confidano perch possanodare valore e significato alle loro vite.

    Tra giochi e disegni i bambini trascor-rono le loro mattinate serenamentein compagnia dei volontari italiani.

    Milot, 2-6 luglio: primo campo estivoorganizzato in collaborazione con ilgruppo Senior di Lodi - Istituto SanFrancesco di Lodi.

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    STORIEDIORDINARIA SOLIDARIET

    Per alcuni la solidariet un semplicesostantivo, ormai anche abusato. Peraltri un principio di vita fonda-mentale affermato nella DottrinaSociale della Chiesa. Per molti unazione concreta a favore di chiha bisogno e mossa da unesigen-za per lo pi di natura personale.Di fatto, una costante che ritor-na da secoli, unevoluzione del

    pensiero sociale che ha originilontane, ma che caratterizza pro-fondamente la societ civile. Chesia un sentimento laico o legato altrascendente, certamente ciche contraddistingue luomo ren-dendolo appunto umano. In questocaso, pi che soffermarci sulloriginedella solidariet o sulle motivazioniche spingono allesserlo, preferiamoraccontare qualche piccolo gesto cheha fatto la differenza. A dire il vero,non necessario andare molto in lper comprendere la ricchezza sostan-ziale di certe azioni. Basta guardarsiintorno, osservare la nostra quotidia-nit. Ci ci spinge a pensare, innanzi-tutto, che la solidariet coincide conuna particolare predisposizione della-nimo, ovvero laver compreso le coseimportanti della vita, che quasi maisono associate allopulenza, bens altesoro delle piccole cose, dei valoriche non vanno in disuso, dei gesti cheti lasciano un involontario sorriso sulla

    bocca. In poche parole spendersicon gioia. avere cura di chi ti ac-canto anche semplicemente rispettan-dolo. riconoscere la dignit di ognipersona in ogni situazione. Ma an-che dire s, fidarsi, affidarsi. nonavere timore di rinunciare a qualcosaper qualcunaltro, anche se sconosciu-to. A volte si concretizza in opere dibene, nel sostegno economico di

    APPENAUNANNOFA

    Ricordo che appena un anno fa erava-mo seduti nella saletta della televisio-

    ne della canonica a confrontarcisulle esperienze di volontariato esul daffare per aiutare la missionedi Milot. Faceva freddo, ma ciscaldava il camino. Era gi dicem-bre e per la prima volta veniva inesplorazione un gruppetto com-posto da quattro giovani maestre

    e un fotografo per passione pro-venienti da Lodi. Come accadespesso, anche loro rimaserofolgorati da questa realt. Chis-s cosa c in questo posto dariuscire a cambiare in poco tempo

    i cuori e lo sguardo sul mondo. In una-oretta o poco pi di chiacchiere eccolidea: acquistare un nuovo pulminoper la comunit! A dire il vero alliniziosembrava un po impossibile, ma nonal gruppetto di Lodi che subito si messo a pensare al modo di presenta-re la proposta in patria. Detto-fatto,o quasi. Dopo nemmeno un anno, lacomunit di Milot ha ricevuto un donodavvero prezioso. Questo pulmino,infatti, rappresenta la possibilit diraggiungere le persone nei villaggi;portare i giovani ai raduni diocesani oin gita, soccorrere chi in difficolt emolto altro ancora, senza avere il ti-more di restare letteralmente a piedi!

    Grazie a tutti, grazie per questo gesto

    di cuore!!

    vario genere: piccoli gesti che altresdovrebbe essere di semplice civilt.In altri casi si identificano in vite speseper il bene degli altri. Vite intense,

    che si arrendono solo al volere di Dio. il caso di molte persone: sacerdoti,suore, laici. Rappresentano tutti e-sempi mirabili che fanno venire lapelle doca e ti fanno sentire quasiinutile. Ma appunto, sono esempi,ovvero modi di vivere che si devono

    replicare. In questo caso il pensierocorre a don Antonio Sciarra, missiona-rio nel nord dellAlbania dal 1993.Oltre ad aver edificato diverse chiesee creato scuole professionali per aiu-tare i giovani ad uscire dalle estremecondizioni di povert, ricordiamo sim-bolicamente la campana della pace,prodotta dalla fusione delle cartuccedelle armi da fuoco raccolte nel 97dai bambini della provincia di Zadrimae segno di rinascita culturale e civile.

    Per questo e altro, grazie per il tuoesempio don Antonio!

    Istituto San Francesco di Lodi:grazie allaiuto di molte personegenerose abbiamo realizzato un

    obiettivo davvero importante..Un nuovo pulmino per le attivit

    della nostra missione!

    La rete dei volontaridi Gaia Terzani

    Per aderire alle nostre iniziative, per par-

    tecipare ai campi estivi come volontari,sostenere i nostri progetti o per info,contattateci via mail allindirizzo

    [email protected]

  • 7/30/2019 Agor no. 6 - Padri Barnabiti

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    Agor 2012 Pagina 11

    LEDIVERSE POVERT

    Dal 2009 ad oggi tutti i Paesi del mon-do stanno vivendo un periodo di fortecontrazione economica. Abbiamo im-parato a conoscerla sotto il genericotermine di crisi che investe soprat-tutto le fasce pi deboli che non sonopronte a sostenere le diverse mano-vre economiche proposte dai governi.LAlbania, non di meno, stata colpitada questa fase, soprattutto nel finan-

    ziamento di progetti socio-sanitari ededucativi e nel sostegno diretto daparte delle diverse categorie di bene-fattori. Infine, la crisi ha spinto moltialbanesi allestero a rientrare nel pae-se di origine, a seguito della perditadel lavoro e dellimpossibilit di soste-nere la famiglia da fuori. Ma se in Ita-lia si pu parlare di povert momen-tanea, in Albania si tratta ancora dipovert cronica, che riguarda sialassenza di beni di primo conforto(viveri, medicinali, vestiti, materialedidattico), sia laccesso allistruzione oai servizi sanitari specializzati, man-cando di un sistema sanitario pubblicocapace di provvedere ai bisogni

    della collettivit. Questo evidentestato di indigenza ancora pi marca-to nel periodo invernale, durante ilquale molti villaggi, dislocati sullemontagne, restano totalmente isolatiper giorni e privi di energia elettrica erifornimenti di ogni genere. Nel nostropiccolo ci adoperiamo per aiutare ivillaggi della nostra Parrocchia, prov-vedendo con i pacchi viveri e soste-nendo le famiglie in particolari situa-zioni di indigenza. Per questo cerchia-

    mo di portare avanti la nostra operacon laiuto offerto da chi mostra at-tenzione verso la nostra missione.Ancora una volta vi riproponiamo sin-teticamente il nostro progetto Rilin-dja, ovvero Rinascita. Nel box sotto-stante troverete in cifre il costo chesosteniamo per ognuna di queste atti-vit. Infatti, sebbene sia un Paese po-vero, il costo della vita sta crescendonotevolmente.

    Per coloro che fossero interessati ad

    aderire ad una delle iniziative di soste-gno da noi promosse, si ricorda che ladonazione sempre libera e pu per-venire sia tramite i referenti delle

    comunit di appartenenza, sia versan-do il contributo sul conto correntepostale che fa riferimento alla nostraParrocchia. In modo particolare ricor-do limportanza delladozione a di-stanza anche tramite le borse di stu-dio. I nostri giovani e le loro famigliehanno davvero bisogno di un aiutoconcreto. Grazie a molti di voi in que-sti anni siamo riusciti a fare tanto.Stiamo costruendo una comunit ca-pace di guardare avanti, abbiamo of-

    ferto a molti ragazzi la possibilit diproseguire gli studi. Ma abbiamo an-cora bisogno del vostro aiuto!

    Infine, ne approfitto per ringraziare anome della Comunit di Milot, tutte lepersone che ci sostengono. Siete intanti e lo fate in modo diverso. Attra-verso donazioni spontanee, di gruppo,attraverso lopera di volontariato e lespese solidali. Sono davvero piccoligesti che per noi fanno la differenza.

    URGENZEOltre al sostegno scolastico e ai pro-dotti di prima necessit, in questoperiodo stiamo aiutando in particolarealcune famiglie per:

    il rifacimento del tetto della casa

    la ricostruzione della casa

    un giovane in attesa di un trapiantodi fegato e che ha bisogno di cureparticolarmente onerose e di fre-

    quenti viaggi in Italia un giovane in attesa di un inter-

    vento a seguito di un incidenteprovocato da unarma da fuoco.

    Ogni forma di aiuto per noiimportante. Anche piccole donazioni

    ci permettono di venire incontro aforme di disagio difficilmente

    risolvibili senza la vostra generosit.

    Progetto Rilindja

    Il MiNformo in numeri:

    con 25 possibile sostenere un laboratorio didattico del Qendr Agor;con 30 possibile sostenere il trasporto scolastico di un giovane;con 125 possibile sostenere una borsa di studio completa (convitto, scuo-la, acquisto libri e materiale didattico);

    con 150 sostieni lacquisto dei libri scolastici oppure un giovane al convitto possibile adottare una borsa di studio singolarmente o in gruppo (valorecomplessivo di 1,500 euro annuali) garantendo ad un giovane di avere perun anno vitto e alloggio in un collegio religioso e l acquisto dei libri di testo edel materiale necessario per affrontare gli studi.I beneficiari delle borse di studio sono individuati dai Padri che conosconobene la realt in cui operano e seguono costantemente il loro percorsodurante lanno.

    Il S bashku in numeri:con 25 sostieni una famiglia nellacquisto di medicine;con 25 sostieni un anziano nellacquisto di medicine

    con 30 sostieni una famiglia (pacco viveri)con 45 assicuri una visita medica specialistica

    Per contribuire: C/C postale n. 1240-

    1741 intestato a Prov. NapoletanaChierici Regolari Barnabiti Albania -causale MiNformo oppure S ba-shku.

    di Giovanni Peragine

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