Cinque Lampi Di Vita_327

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cinque racconti brevissimi

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10 aprile 2003 torino SUL FONDO

CINQUE LAMPI DI VITA

Tremando nei suoi vapori lenorme mostro giallo spalmava una lingua nera fumante sul dorso della collina. Presto tanti nuovi occhi ciechi o distratti sarebbero passati di l e lui non poteva permetterlo. Spinse la leva con un colpo secco. Il boato risuon in tutta la valle. Furono alcuni lunghissimi minuti.

Un triplo salto mortale allindietro, per tre volte cielo e asfalto si danno il cambio, se mi vedesse Marco e soprattutto la sua sony palmare, unoccasione unica. Provo a sorridere, non ci riesco. Peccato, buona la prima. Passo e chiudo sul nero.

Larga la foglia, dura la via, chiudo sul nero e cos sia.

Quante ore saranno? Mosche, cicale, qualche libellula. Si mosso, no, solo un refolo. Aspetta. Ehi, l sotto, vogliamo cancellare di colpo millenni di evoluzione? Si mosso di nuovo, questa volta ci siamo, la canna si flette obbediente in una curva. Pochi metri pi in su invece sulla strada qualcuno tira diritto fino al centro dello stagno. Gran bei cerchi, un tripudio di bolle.

Peccato, per: magari era un luccio di un chilo.

Prima sent i tacchi, li ascolt senza fermarsi da dietro il giornale. Sotto cera la strada. Si fidava del suo orecchio, con quel passo era senzaltro la donna della sua vita. Sollevando piano le braccia vide le caviglie. Poi i polpacci e fu ancora pi convinto. Indugi per pregustare. Ma il pirata, non sapendo, lo travolse e tir diritto dopo una leggera sbandata.

Era un narratore accanito, irrefrenabile, inarginabile, inarrestabile, chi sapeva lo fuggiva come la peste, bastava incontrarlo e eri finito. Da un po di tempo non si accontentava pi di narrare, ma spiegava, spiegava e spiegava, aveva sempre qualcosa da spiegare, anche se non gli avevi chiesto un cazzo di niente. Un bel giorno lo colpii a nome di tutte le sue vittime passate e future. Mentre si accasciava feci in tempo a sentirlo sussurrare: E questa a chi la spiego?