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le copie dei MOSAICI MEDIEVALI di San Giovanni Evangelista

copertina libro tr ok - turismo.ra.it fileLES MOSAÏQUES DE RAVENNE Des splendeurs de leurs origines chrétiennes à l’aube de l’Europe moderne Cet ensemble de copies des mosaïques

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MOSAICI MEDIEVALIdi San Giovanni Evangelista

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IL MOSAICO RAVENNATE

dagli splendori del Cristianesimo delleorigini agli albori dell’ Europa moderna

Questa collezione di copie dei MosaiciMedievali da San Giovanni Evangelista siaggiunge alla fortunata collezione delle copiedei mosaici paleocristiani e bizantini, prodottenegli anni '50, ed è ugualmente destinata apromuovere e ad accrescere nel mondo lanotorietà di Ravenna e del suo inestimabilepatrimonio musivo.Questa recente realizzazione è stata eseguitacon ineguagliabile maestria dalla ScuolaBottega del Mosaico, una struttura fortementevoluta dal Comune di Ravenna a difesa e asostegno dell’eccellenza esclusiva custodita aRavenna nell'arte del mosaico, in collaborazionecon la Provincia, con il Consorzio Provincialeper la Formazione Professionale e con il sostegnodella Fondazione del Monte di Bologna eRavenna.La Scuola Bottega del Mosaico riguarda inprimo luogo i giovani mosaicisti in uscita dallenostre scuole, offrendo loro l'occasione diun'esperienza originale intermedia fra i percorsiformativi tradizionali e il mercato del lavorovero e proprio.Il senso e la strategia della Scuola Bottega sonolegati alla possibilità di intercettare, sul mercatonazionale e internazionale, una consistentedomanda di mosaico di qualità (arredo urbanoe monumentale, decorazione architettonica ericerca artistica) e a costruire, in questo modo,una nicchia significativa che garantisca ilrilancio e la continuità di questo antico saperedelle mani custodito a Ravenna.I mosaici che compongono questa collezionesono il primo risultato del lavoro della ScuolaBottega, ottenuto con l'applicazione di unametodologia molto rigorosa e complessa, chevale la pena ricordare succintamente a garanziadell’assoluta fedeltà delle copie rispetto aglioriginali.Di ogni mosaico, preliminarmente, vieneeseguito su un lucido trasparente applicatoall'originale, il rilievo esatto e completo delcontorno di tutte le tessere. Questo rilievo grafico

viene integrato da una documentazionefotografica che successivamente digitalizzata,attraverso opportuni interventi di computergraphic, potrà risolvere quelle incertezze edubbi su materiali, colori e tesserature,difficilmente decifrabili ad occhio nudo suglioriginali.Poi si passa alla campionatura dei materialie dei colori in tutte le loro gradazioni materichee cromatiche, per essere ordinati e tagliatipazientemente a mano. Il mosaico vieneeseguito secondo il metodo diretto su baseprovvisoria che consiste in un letto di calcemantenuta umida per tutta la durata dellavoro e su cui viene stampato il reticolo conil contorno delle tessere.Attraverso l’applicazione di tele opportunamenteincollate, che tengono unite le tesserenell'identica posizione voluta dal mosaicista,il mosaico viene strappato dalla calce essiccata,ricollocato nella sistemazione definitiva e infineripulito, levigato e antichizzato.La produzione di queste nuove copie contribuiràalla divulgazione della conoscenza di Ravennacome città del mosaico nel mondo. Conoscenzache viene arricchita oggi dal testo di una grandepersonalità dell’archeologia ravennate, laProfessoressa Raffaella Farioli Campanati delDipartimento di Archeologia dell’Universitàdi Bologna, che voglio ringraziare per la suagrande disponibilità ed impegno; così comeringrazio la Professoressa Nurith Kenaan-Kedar, medievalista e decano della Facoltà diArte dell'Università di Tel Aviv, che con il suocontributo ci propone una nuova possibilelettura delle immagini dei mosaici.Per concludere, mi auguro che la completavalorizzazione di questi mosaici medievaliriconfermi la piena centralità di Ravenna, aiprimissimi albori dell'Europa moderna, comelibera città, crocevia di popoli e di culture, traromanico e gotico, tra Oriente e Occidente.Ruolo e vocazione, che vogliamo oggi, con fortedeterminazione riconfermare in una prospettivadi pace e di collaborazione fra i popoli.

Vidmer MercataliSindaco di Ravenna

LES MOSAÏQUESDE RAVENNE

Des splendeurs de leurs origineschrétiennes à l’aube de l’Europe moderne

Cet ensemble de copies des mosaïquesmédiévales de Saint Jean l’Evangéliste, quicontinue la célèbre collection des copies demosaïques paléochrétiennes et byzantinesréalisée dans les années 1950, vise égalementà promouvoir et à mettre en relief la notoriétémondiale de Ravenne et de son inestimablePatrimoine de mosaïques.Cet apport récent a été possible grâce à unemain de maître inégalée, celle de “ l’EcoleBottega ” de la mosaïque, un établissementqui a le soutien sans réserve de la Municipalitéde Ravenne, de la Province, du Centre deformation professionnelle et de la Fondationdel Monte de Bologne et de Ravenne, dansleur travail pour sauvegarder et maintenirl’excellence inégalée de l’Art de la mosaïquedont Ravenne est la gardienne.“L’Ecole Bottega” se préoccupe en premierdes jeunes mosaïstes quittant notre école enleur offrant l’opportunité d’obtenir uneexpérience unique qui fait le lien entre leurformation traditionnelle et la réalité touteproche du marché du travail.Le but et la stratégie de “ l’Ecole Bottega ”est de répondre à une demande sur lesmarchés, national et international, afind’obtenir des mosaïques de grande qualitédans le mobilier urbain, les bâtiments publics,la décoration architecturale et la rechercheartistique et ainsi d’ouvrir une voie quigarantirait la relance et la continuité de cetart ancien conservé entre les mains des artisansravennates.Les mosaïques de cette collection sont lespremiers résultats de l’œuvre de “l’EcoleBottega” obtenue grâce à l’utilisation d’uneméthode extrêmement rigoureuse et complexequi mérite d’être décrite de façon succinctecar elle est l’assurance d’une fidélité absoluedes copies par rapport aux originaux.En premier lieu, on fait un tracé de chaqueoriginal de mosaïque montrant le contour etle relief de chaque tesselle ou pièce demosaïque. Ce tracé est complété par desphotographies, puis transformé en

renseignements numériques, ce au moyend’un programme de graphiques informatiquesce qui permet de s’assurer de la nature et dela qualité des matériaux, des couleurs ettesselles, tant et si bien qu’à l’œil nu il estdifficile de distinguer les originaux des copies.Dans l’étape suivante, on prend deséchantillons de toutes les sortes de matériauet de toutes les couleurs dans chaque gammechromatique. Ceux-ci sont ensuite disposéset patiemment découpés à la main.La mosaïque peut maintenant être réaliséeen utilisant la méthode directe sur une surfaceprovisoire qui consiste à imprimer le tracédes contours du format sur un lit de chauxqui est maintenu humide tout au long dutravail.On colle un lé de tissu, grâce à une collespéciale, aux tesselles en les maintenantexactement dans la position désirée par l’artistelorsqu’elles ont été enlevées de la coucheprovisoire de chaux séchée.La mosaïque est alors placée sur la coucheterminale puis finalement ajustée et vieillie.La réalisation de ces nouvelles copies vacontribuer à la diffusion de la réputation deRavenne en tant que “Cité Mondiale de lamosaïque”. Un savoir qui est aujourd’huienrichi par le texte d’une grande personnalitéde l’archéologie de Ravenne, Madame leProfesseur Raffaella Farioli Campanati, duDépartement d’archéologie de l’Universitéde Bologne, que je veux remercier pour sagrande détermination et son profondengagement et je souhaite également remercierMadame le Professeur Nurith Kenan-Kedar, Médiéviste, Doyen de la Faculté des Artsde l’Université de Tel-Aviv, qui par sacontribution, suggère une nouvelle lecturepossible des images des mosaïques.En conclusion, j’espère que ces mosaïquesmédiévales confirmeront la place centrale deRavenne, à l’aube de l’Europe moderne, entant que cité libre, carrefour des peuples etdes cultures mêlant les styles Roman etGothique et faisant se rencontrer le mondeoriental et le monde occidental. Un rôle etune vocation que nous désirons profondémentconfirmer à nouveau aujourd’hui avec uneperspective de Paix et de coopération entreles peuples.

Vidmer MERCATALIMaire de Ravenne

Storia e vicende dell'edificio

Di fondazione imperiale, la basilica dedicata aS. Giovanni Evangelista risale alla committenzadi Galla Placidia che, dopo la morte del fratel-lastro, l'imperatore Onorio (nel 423) e a seguitodella sconfitta dell'usurpatore al trono di Ravennaper mano dell'esercito dell'imperatore di Costan-tinopoli Teodosio II, ripristina nella capitaled'Occidente la sovranità della casa regnanteValentiniano-Teodosiana, assumendo la reggenzaper il giovane figlio Valentiniano.Come si evince da fonti medioevali che descrivonoi mosaici parietali che decoravano l'abside el'arco e che riportano il testo delle relative iscri-zioni, la chiesa fu eretta, oltre che a glorificazionedinastica, come ex voto dedicato all'Evangelistache avrebbe portato in salvo, al timone dellanave dell'Augusta, la famiglia imperiale inviaggio verso Ravenna. Intervento provvidenzialedel Santo, venerato a Costantinopoli e in Orientequale protettore dei naviganti dai pericoli delmare, che miracolosamente salva la legittimasuccessione al trono d'Occidente assicurando lacontinuità della casa regnante sulle due partesdell'unico impero.La chiesa, che deve dunque datarsi ai tempiimmediatamente successivi all'arrivo della sovrananella capitale (nel 424) e alla conseguente suaassunzione del potere, è probabile che avesseavuto la destinazione di cappella palatina: ipotesisuffragata oltre che dalla relazione topograficacon il palazzo imperiale, dal programma deco-rativo della zona sacra, inteso alla celebrazionedei membri della dinastia regnante.Un edificio a tre navate, ritmate da due filaridi nove colonne e preceduto da un profondonartece, provvisto, nella sua prima fase, di annessisporgenti dai muri delle fiancate, fu successiva-mente ampliato mediante l'inglobamento dellospazio relativo all'originario nartece, sì che ilsuo invaso, sensibilmente allungato, risultò scom-partito da due filari di dodici colonne, configu-razione che presenta tuttora.La chiesa, in epoche diverse, fu soggetta a variinterventi: i primi in ordine di tempo, tra il VI

I MOSAICI DI SANGIOVANNI EVANGELISTAdi Raffaella Farioli Campanati

e VII secolo, sono documentati da mosaici pavi-mentali, di cui uno descritto nel 1926 da SantiMuratori, e datato dall'iscrizione che menzionavaMariniano, arcivescovo di Ravenna tra il 595e il 618.Successivi lavori - la costruzione del campanile(verso l'XI secolo) e il rinnovamento della facciata- riguardano l'edificio divenuto sede di un mo-nastero benedettino, noto già nel 955. Un altrointervento è documentato da resti di un pavi-mento musivo rinvenuto nel dopoguerra nellanavatella meridionale con figurazioni del Labi-rinto e dei Mesi.Verso la prima metà del XIII secolo sarebberoinfine da datarsi la costruzione del protiro dellafacciata e l'innalzamento per mt. 0,50 del pianopavimentale che avrebbe sepolto le basi e partedei fusti delle colonne. La quota attuale e lasopraelevazione dei colonnati fu raggiunta piùtardi, forse nel 1568 all'epoca dei lavori dell'abateTeseo Aldrovandi, che resero agibile la chiesainvasa dall'acqua di falda, fenomeno che hainteressato tanti altri edifici di Ravenna.

I mosaici pavimentali del 1213.Ritrovamenti e recuperi

Alla fase del XIII secolo risale la pavimentazionea mosaico rinvenuta nel 1763 nella navatamediana, di cui dà notizia Antonio Zirardinialla profondità "di un uomo ritto di giustastatura" (circa mt. 1,75) rispetto al pavimentodell'epoca la cui quota non è mutata. L'iscrizioneche Zirardini trascrive: dominus Abbas Guil-lelmus hoc opus anno millesimo ducentesimotertio decimo documenta esattamente la data-zione - 1213 - del mosaico e il nome del com-mittente, l'abate Guglielmo. Dopo la scopertal'abate Guaccimanni provvide al prelievo insezioni che furono collocate a parete nella cappelladi San Bartolomeo e successivamente nella na-vatella a nord.Altri importanti ritrovamenti che si riferisconoin gran parte al pavimento del 1213 - semprepertinenti alla navata mediana e alla quotaindicata - furono effettuati dalla Soprintendenza

ai Monumenti di Ravenna tra il 1946 e il1948, nel corso dei lavori di ristrutturazione eripristino dell'edificio gravemente danneggiatodalle ingenti distruzioni belliche. I mosaiciprelevati sono esposti alle pareti della facciatainterna e della navatella meridionale. Ricerched'archivio mi hanno consentito di ricostruirel'ubicazione dei ritrovamenti musivi postbelliciche riguardano l'area della navata fino allaquinta coppia dei colonnati e l'ampio trattosuccessivo verso est. Si riscontano tra l'altro,pannelli con bordi analoghi a quelli ritrovatinel Settecento, notevoli lacune probabilmentedeterminate dai prelievi del Guaccimanni e,verso l’ingresso, a destra dell'asse della chiesa,decorazioni geometriche e figurate su registri,disposte senza soluzione di continuità.Documentano ampiamente i ritrovamenti del1763 e del dopoguerra le magistrali copie di ben30 pannelli realizzati dalla Scuola Bottega delMosaico, che figurano nella Mostra promossadal Comune di Ravenna, che, per essere itine-rante, ha la finalità di fare conoscere questostraordinario complesso pavimentale, che oltread essere, a Ravenna, l'unico esattamente datatodall'iscrizione del committente, costituisce uninsostituibile esempio della cultura medioevaleravennate.

Materiali, stile e soggetti

I materiali che compongono il mosaico del XIIIsecolo, tessere di diverse misure e qualità, inmarmo, calcare e in pasta vitrea, o frammentidi listelli in marmi policromi e porfidi pertinentia opus sectile, sono certamente di reimpiegodalle precedenti fasi decorative della chiesa. Letessere scure seguono l'andamento del disegno,che si appiattisce sul fondo costituito da un tessutoirregolare di tessere in marmo bianco, di taglioe forme diverse, di maggiori dimensioni, punteg-giato disordinatamente da tessere d'altro coloree materiale. Questa tipica resa del fondo cheanche per gli interstizi irregolari tra le tessere,genera un effetto vibrante, caratterizza anchegli altri mosaici medioevali di Ravenna.

L’iconografia dei mosaici del XIII secolo, docu-mentata da grande varietà di argomenti cherispecchiano il ricco filone tematico dei pavimentimusivi e delle fonti medioevali, è consona alcarattere della cultura del tempo, alla visioneenciclopedica della storia sacra e della storiadell'uomo, sempre vista secondo l'ottica dellasalvezza, insita nella chiesa, l'edificio pubblicoper eccellenza. La narrazione per immagini, cheassumono il valore dell'exemplum riguarda temitratti da romanzi in voga, da leggende, dalBestiario, una specie di zoologia mistica convalenza allegorico - moraleggiante. A questi temisi accosta l'illustrazione di eventi d’attualità,relativi alla IV Crociata, conclusa dalla vittorialatina del 1204, che a Ravenna dovette avereun'ampia risonanza anche per l'elezione a pa-triarca di Francesco Morosini, abate di S. Mariain Porto, monastero alle dipendenze dell'abbaziabenedettina di S. Giovanni Evangelista.Nel complesso stilisticamente omogeneo del mosaicidel 1213 figurano brani riguardanti episodidella IV Crociata (1202 - 1204) che, a mioparere, dovevano comporsi a fregio senza soluzionedi continuità, esteso per tutta la larghezza dellanavata, come nel caso della stesura sopra citata,ritrovata nel dopoguerra, e al pari di altri esempia carattere narrativo di pavimenti musivi dellaVal Padana, quale ad esempio il fregio con lastoria dei Maccabei nella chiesa abbaziale diSan Colombano a Bobbio.Come è già stato messo in evidenza, l'illustrazionein Ravenna di questo importante evento contem-poraneo in epoca anteriore alla sua divulgazionenelle cronache medioevali, ha nella chiesa bene-dettina di S. Giovanni Evangelista un significa-tivo risalto per la correlazione tra l’esito dellaCrociata, la fondazione dell'impero latino diCostantinopoli, e l'elezione a Patriarca di unveneziano-ravennate, Francesco Morosini. Alvivo interesse che dovette destare in Ravennaquesta vittoria è correlato il movimento crociatoravennate, impersonato dagli Arcivescovi, legatiapostolici in Terrasanta nel XII e XIII secolo. Tragli altri Gherardo che sacrificò la sua vita nel1190 ad recuperandam sanctam Jerusalem, e

successivamente Alberto (1202-1207), che sembraabbia guidato una spedizione veneziana durantequesta IV crociata.I vari episodi, poveri dal lato compositivo, carat-terizzati come nelle miniature, secondo i modidella narrazione medioevale, dalla totale man-canza di proporzionamenti tra figura e ambien-tazione, sono resi con un tratto estremamentegrafico mediante sottili contorni descrittivi. Lerare note di colore riguardano nei volti i puntiobbligati, le gote, la bocca; i gesti sono impacciati,rigidi, tuttavia il racconto è immediato, fresco,espresso con l'ingenuità e l'efficacia dei cantastorieche nelle piazze del Medioevo esaltavano le gestadegli eroi o dei personaggi del romanzi cavalle-reschi.Altri pannelli riguardano temi verosimilmentederivati dai romanzi cortesi allora in voga e dastorie tragicomiche con fini moraleggianti (ilfunerale della volpe finta morta) tratte da fontiletterarie diffuse, di cui si avvale, ma con altraimpostazione scenica e maggior dovizia di par-ticolari, il Roman de Renart. Un altro gruppodi pannelli con animali reali, fantastici e esserimostruosi, sono elementi di un ciclo zoologicoche è certamente da riconnettersi con quei trattatidi scienze naturali (I Bestiari) a sfondo mora-leggiante, derivati anche dal tardo antico Phy-siologus. Come si evince dalla documentazionedegli scavi del dopoguerra che recano tracce dipannelli decorativi o con animali, è possibileipotizzare che essi fossero collocati in modo contiguo.Gli animali reali, rispetto alle altre figure, sonoresi con disegno sicuro che fa pensare al ricorso acicli collaudati da una più sicura tradizioneiconografica trasmessa dai codici illustrati deiBestiari. Ciascuna figura, resa da tessere policromedi piccole dimensioni, anche in pasta vitrea, chene seguono l'anatomia, si staglia su uno sfondoneutrale, bianco, costituito da tessere di maggioridimensioni e punteggiato disordinatamente datessere di colori diversi.

Histoire Et Contexte De La Construction

La Basilique, dédiée à Saint Jean l’Evangéliste,fut commandée sur décret impérial et date del’époque des projets de construction de GallaPlacidia. Après la mort de son demi-frère,l’Empereur Honorius (423 après J.C.) et, suiteà la défaite de l’usurpateur du trône de Ravennepar l’armée de l’Empereur de ConstantinopleTheodosius III, elle restaura la souveraineté dela famille légitime des Valentinien-Théodosiusdans la capitale de l’Occident et assura la régencede son jeune fils Valentinien.En consultant les sources médiévales quidécrivent les mosaïques murales qui décorentl’abside et la voûte et qui citent également lestextes s’y référant, il apparaît que l’Eglise ne futpas seulement construite pour glorifier la dynastiemais aussi pour rendre grâce à l’Evangéliste quiassura la manœuvre du vaisseau impérial et quiramena saine et sauve la famille impériale àRavenne. Ce fut un acte providentiel que devoir le Saint, vénéré à Constantinople et enOrient comme le protecteur des marins de tousles dangers de la Mer, sauver miraculeusementl’héritier légitime du trône de l’Empired’Occident et d’assurer ainsi la continuité de laMaison régnant sur les deux parties d’un seul etmême Empire.L’Eglise doit cependant dater de l’époque justepostérieure à l’arrivée de la Souveraine dans sacapitale (424 après J.C.) et de son accession aupouvoir. Elle fut probablement destinée à êtreune chapelle palatine, théorie étayée par saproximité géographique du Palais Impérial etpar la composition décorative du lieu sacréservant au culte des membres de la dynastierégnante.La construction a 3 nefs séparées par 2 rangéesde 9 colonnes, précédées par un vaste narthexqui, à l’origine, avait des annexes s’appuyant surles bas-côtés. Plus tard, le narthex d’origine futincorporé au bâtiment, de telle sorte que l’espaceintérieur fut notablement allongé et divisé par2 rangées de 12 colonnes, configuration actuelle.L’Eglise a subi de nombreuses modifications àdifférentes époques. Par ordre chronologiqueest indiqué au 6 et 7ème siècles un premierpavement de mosaïques dont la description estfaite en 1926 par Santi Muratori; il est daté

LES MOSAIQUES DE SAINTJEAN L’EVANGELISTEd’après Raffaella Farioli Campanati

grâce à l’inscription que mentionne Mariniano,Archevêque de Ravenne de 595 à 618 après J.C.Les travaux suivants, telle la construction d’unclocher aux alentours du 11ème siècle et larénovation de la façade, furent réalisés à l’extérieurdu bâtiment qui devint alors le centre d’unMonastère bénédictin déjà connu en 995 aprèsJ.CUne autre modification est signalée par lesvestiges d’un 2ème pavement de mosaïquesdécouvert dans l’immédiate après guerre dansla petite nef Sud et représentant le Labyrintheet les Mois.La première moitié du 13ème siècle est la datela plus vraisemblable pour la construction del’entrée sur la façade et le relèvement du plancherde 50 cm, recouvrant ainsi la base et une partiedu fût des colonnes. L’actuel niveau et l’érectiondes colonnes apparurent plus tard, sans douteen 1568, à l’époque des travaux conduits sousla direction de l’Abbé Teseo Aldrovandi quirendit l’Eglise à nouveau accessible aprèsl’inondation due à la remontée de la nappephréatique, problème qui a touché beaucoupd’autres constructions à Ravenne.Les mosaïques de pavement découvertes dansla nef sud en 1763 datent du 13ème siècle.Antonio Zirardini indique, comme profondeur,la hauteur d’un homme normal se tenant debout(à peu près 1,75 m) et ce par rapport au niveaudu 18ème siècle qui n’a pas changé.L’inscription que Zirardini traduit d’aprèsDominus Abbas Guillelmus “Hoc opus annomillesimo ducente simo tertio decimo” indiquebien que la mosaïque date de 1213 et spécifiebien que ledit Abbé Guglielmo est le Maîtred’ouvrage. Après sa découverte, ce fut l’AbbéGuaccimani qui oeuvra pour sa division enpanneaux accrochés aux murs de la chapelleSaint Bartholomé et plus tard dans la nef Nord.D’autres importantes découvertes, concernantessentiellement le niveau de 1213, toujours dansla nef sud et à la même profondeur, furent faitespar la Surintendance des Monuments Historiquesde Ravenne entre 1946 et 1948, lors duprogramme de reconstruction des bâtimentssérieusement endommagés par les importantesdestructions de la guerre. Les mosaïquesretrouvées furent exposées sur les murs intérieursde la façade et dans la nef sud. Mes recherches

à travers les archives me permettent de resituerl’emplacement des mosaïques découvertes après-guerre dans la largeur du 5ème inter-colonnesdirection Est.Parmi d’autres choses, il y a des panneaux dontles frises ressemblent à celles trouvées au 18ème

siècle, mais avec beaucoup de parties manquantes,probablement enlevées par GUACCIMANNI,et, en direction de l’entrée, sur le côté droit del’Eglise, des dessins géométriques et des figuressont placés là sans volonté de continuité. Lesdécouvertes de 1763 et des années d’après-guerreont été largement diffusées grâce aux magistralescopies des 30 panneaux réalisés par “l’EcoleBottega”; elles sont présentées dans le cadred’une exposition promue par la Municipalité deRavenne, qui s’est donnée la mission de faireconnaître au public cette extraordinaire collectionde mosaïques de pavement qui est la seule datableavec précision et ce, grâce à l’inscription de sondonateur. Elle constitue un exempleirremplaçable de la culture médiévale à Ravenne.

Materiaux, Styles Et Sujets

Les matériaux entrant dans la mosaïque du 13ème

siècle se composent de “tesselles” de dimensionset qualité variées ou marbre, calcaire, pâte deverre ou de fragments de listels en marbrepolychrome et porphyre réservés pour ce travaildit “opus sectile” et sont certainement unréemploi des précédentes phases décoratives del’Eglise. Les tesselles sombres suivent le coursdu dessin qui s’aplatit sur le fond formé par untissu irrégulier de tesselles en marbre blanc, decoupe et de formes diverses, de dimensionssupérieures, mouchetées de façon désordonnéegrâce aux tesselles de couleur et de matériauxautres. Cette typique disposition du fond crééaussi en jouant sur les interstices irréguliers entreles tesselles un effet de vibration lumineusecaractéristique également des autres mosaïquesmédiévales de Ravenne.Documentée à partir d’une grande variété desujets qui reflètent le riche foisonnement dethèmes apparents sur les pavements en mosaïqueet puisés aux sources médiévales, l’iconographiedes mosaïques du 13ème siècle est conforme aucaractère culturel de ce temps, à sa visionencyclopédique de l’histoire sacrée et de l’histoire

de l’Homme, toujours envisagée dans laperspective du Salut, inhérente à l’Eglise, l’édificepublic par excellence.Le récit en images qui a valeur d’exemple, puiseses thèmes dans les romans courtois alors envogue à cette époque médiévale et dans le“Bestiaire” qui est une sorte de traité mystiqueprésentant des animaux dotés de valeursallégoriques ou morales. Parallèlement à cesthèmes il y a l’illustration d’évènementscontemporains concernant la IVème Croisadequi se finit par la victoire latine de 1204,événement qui a dû paraître vraiment de bonaugure car l’élection du Patriarche désignaFrancesco MOROSINI, Abbé de Santa Mariain Porto, un monastère dépendant de l’Abbayebénédictine de Saint Jean l’Evangéliste.Dans cet ensemble de mosaïques de 1213, defacture très homogène, il y a des partiescorrespondant aux épisodes de la IVème Croisade(1202/1204 après J.C.) qui, à mon avis, ont dûfaire partie des frises discontinues qui s’allongentsur toute la longueur de la nef, comme dans lecas de la disposition découverte après la secondeguerre mondiale et mentionnée ci-dessus. Il y asimilitude avec d’autres exemples de mosaïquesde pavement, à caractère narratif ; ainsi, à ValPadana, la frise raconte l’histoire des Maccabéesdans la chapelle abbatiale de Saint Colombande Bobbio.Comme je l’ai déjà montré, la représentation àRavenne de cet important événement historique,au tout début de sa diffusion dans les chroniquesmédiévales, est d’une grande signification pourl’église bénédictine de Saint Jean l’Evangéliste,car elle consacre le lien entre la Victoire de laCroisade, le rétablissement de l’Empire latin àConstantinople et l’élection au Patriarcat deFrancesco Morosini, d’origine ravennate etvénitienne.Le vif intérêt que cette victoire a dû susciter àRavenne est lié au mouvement en faveur de laCroisade menée depuis Ravenne par despersonnages tels les Archevêques, légatsapostoliques en Terre Sainte au cours des 12 et13ème siècles. Parmi eux il y eut Gherardo quisacrifia sa vie en 1190 “ ad recuperandamsanctam Jérusalem” (pour récupérer la VilleSainte de Jérusalem) et plus tard (1202/1207)Alberto qui semble avoir conduit un corps

expéditionnaire vénitien au cours de cette IVème

Croisade.Ces différents épisodes, pauvres à côté del’ensemble de la composit ion, sontcaractéristiques des miniatures qui, suivant lemode de la narration médiévale, ont despersonnages totalement disproportionnés parrapport à leur entourage et dont le rendu estdonné par un trait au graphisme élaboré et pardes contours finement détaillés. Les rares touchesde couleur se voient parfois nécessaires pourmarquer les joues, la bouche, alors que les gestessont maladroits et rigides. Cependant, le récitest immédiat, frais, exprimé avec l’ingénuité etla performance des ménestrels qui, sur les placesdes cités médiévales exaltaient les prouesses deshéros et des personnages rencontrés dans lescontes de la Chevalerie.D’autres panneaux représentent des thèmesdirectement inspirés des romans courtois, trèsen vogue à l’époque, et des tragi-comédies aumessage moralisateur ; ainsi, les funérailles durenard feignant d’être mort proviennent biend’une œuvre littéraire à la mode, le roman deRenart, mais avec une nouvelle mise en scèneet plus de détails. Un autre groupe de panneauxprésente des monstres, des animaux réels ouimaginaires; ils appartiennent à des sérieszoologiques, en relation certaine avec les traitésd’histoire naturelle à connotation morale tel le“Bestiaire” ou aussi l’ouvrage de base, l’antique“Physiologus” d’époque tardive. En examinantles rapports de fouille de l’après-guerredistinguant panneaux décoratifs ou avecanimaux, démonstration est faite que cespanneaux appartiennent bien à une même œuvred’ensemble.Quand on compare les animaux réels avec lesautres figures, ils sont représentés avec un arttrès sûr qui fait penser que l’on a dû se référerà une tradition iconographique très sérieuse,transmise par des bestiaires illustrés. Chaquepersonnage, rendu grâce aux tesselles polychromede petites dimensions, se détache du fond naturel,blanc, constitué, lui, de tesselles plus grandes etponctué de tesselles aux couleurs variées.

Episodio della IV CrociataEpisode de la IVème Croisade

Di difficile interpretazione, genericamente considerata come scena di investitura, o piuttosto di un postulante ricevutodal papa, ma anche oggetto di più complessa esegesi. A destra un personaggio in tiara sul trono in atto di parlare, recantenella sinistra un rotolo e, di fronte a lui, inginocchiato, un giovane latore di due messaggi. E' stata avanzata un'elaborataipotesi secondo la quale questa scena raffigurerebbe l'incontro tra papa Innocenzo III e il giovane Alessio Angelo (ilfuturo imperatore Alessio IV) figlio dell'imperatore detronizzato che si sarebbe recato dal papa per impetrare aiuto eche avrebbe giustificato la diversione della crociata su Costantinopoli.

Cette scène d’interprétation difficile est considérée dans son genre, soit comme un acte d’investiture, soit commela représentation d’un postulant reçu par le Pape, mais elle fait l’objet aussi d’une exégèse plus complexe. A droite,un personnage, un rouleau de parchemin dans la main gauche est en train de s’adresser à un jeune homme,porteur de deux messages, agenouillé devant lui. Il a été avancé une hypothèse élaborée selon laquelle cette scènefigurerait la rencontre entre le Pape Innocent III et le jeune Alexis Ange (le futur empereur Alexis IV) fils del’empereur détrôné, qui se serait rendu auprès du Pape pour le prier de lui prêter secours et qui aurait justifié ledétournement de la Croisade sur Constantinople.

Il 15 novembre 1202 i veneziani capeggiati dallo stesso doge Enrico Dandolo saccheggiano la città - come indica ladidascalia IADRA AD.... CEDEM- riconquistata a Venezia. La composizione è analoga a quella dell'episodio dellapresa di Costantinopoli.

Le 15 novembre 1202, les Vénitiens ayant à leur tête le doge Enrico Dandolo, lui-même, saccagent la Cité commel’indique la didascalie (note explicative) “ IADRA AD….CEDEM ” qui revient de nouveau à la Républiquede Venise. La composition est analogue à celle de la prise de Constantinople.

Episodio della IV CrociataLa presa di ZaraEpisode de la IVème CroisadeLa Prise de Zara

Incerto se si tratti del primo tentativo di occupazione di un tratto delle mura (luglio 1203) o piuttosto dellaseconda presa di Costantinopoli avvenuta nell'aprile del 1204, tramite l'espediente tattico di sbarco diretto dallenavi sulle mura, con scale di corda.

Il est difficile de savoir s’il s’agit de la 1ère tentative pour se rendre maître d’une partie de la muraille ou plutôtde la seconde prise de Constantinople en avril 1204 dont le procédé tacticien sera de débarquer directementdes navires aux remparts au moyen d’échelles de corde.

Episodio della IV CrociataL’assalto dalle navi alle mura di CostantinopoliEpisode de la IVème CroisadeLes navires à l’assaut des remparts de Constantinople

I soldati in formazione serrata, armati di lancia, indossano un lungo usbergo a squame in maglia di ferro, con manichelunghe e portano scudi amigdaloidi con la parte superiore piatta, tipo diffuso dalla fine del XII secolo. In luogo dell'elmohanno come copricapo il camaglio, parte integrante dell'usbergo, caratteristico dell'armatura islamica o delle aree acontatto col mondo orientale.

En formation serrée, armés de lances, les soldats sont revêtus d’un long haubert à mailles de fer en forme d’écaille,aux manches longues. Ils tiennent des boucliers amygdaloïdes (en forme d’amande) ayant la partie supérieureplate. Ces modèles sont très répandus à la fin du XIIème siècle. A la place du heaume, les guerriers portent encouvre-chef, le camail, partie intégrante du haubert. Cette protection est caractéristique des armures islamiquesutilisées dans les zones en contact avec le monde oriental.

Episodio della IV CrociataL'esercito di terra in battagliaEpisode de la IVème CroisadeL’armée de terre à l’attaque

La didascalia illustra l'evento: da un edificio a torre che dovrebbe sintetizzare le mura, avanzano mesti, in atto disottomissione, i vinti, verso un guerriero crociato che brandisce minaccioso la spada. Per il tipo d'armatura, cfr. fig. 4.

La légende explique l’événement. Près d’une tour qui devrait représenter les murs de la cité, les vaincus avancent,tristes, en signe de soumission, vers un guerrier croisé menaçant, qui brandit l’épée. Pour ce modèle d’armure seréférer à la figure 4.

Episodio della IV CrociataLa resa di CostantinopoliEpisode de la IVème CroisadeLa Prise de Constantinople

Il crociato, seguito - come si individua dal resto dello scudo alle sue spalle - almeno da un altro soldato (che probabilmentedoveva far parte di una scena analoga a quella che compare nella fig. 4), indossa l'armatura canonica, il lungo usbergoa squame in maglia di ferro, il camaglio, le calzature in maglia di ferro, lo scudo amigdaloide superiormente appiattitodecorato da bande trasversali.

Comme on peut le constater d’après la partie de bouclier derrière son dos, le Croisé a au moins un soldat qui lesuit - cette scène devait probablement être constituée de façon analogue à celle vue figure 4 - Le soldat est revêtude l’armure habituelle des Croisés, un long haubert à mailles de fer en forme d’écaille, un camail et des chaussesà mailles de fer, un bouclier en amande aplati en haut et décoré de bandes obliques.

Episodio della IV CrociataFrammento con un soldatoEpisode de la IVème CroisadeFragment avec un soldat

Un marinaio appollaiato sull'albero della nave in manovra con una sola vela spiegata, in atto di fare segnalazioni conil corno, gonfia con forza le gote.

Hissé avec peine sur le mât du navire qui manœuvre, une seule voile déployée, le marin signale sa présence, lesjoues gonflées en soufflant avec force dans une corne.

Episodio della IV CrociataNave e marinaioEpisode de la IVème CroisadeNavire et marin

Di difficile interpretazione è il frammento, forse di un fregio, con una figura femminile frontale, dallo sguardo attonito,che stringe con una mano un ramoscello e nell'altra ha un oggetto rotondo pendente forse da un ramo. Le tracce diiscrizione non sono sufficienti a definire il soggetto raffigurato. Potrebbe trattarsi - forse - di un tema riconducibile allaleggenda di Eva e dell'albero cosmico della Bibbia diffusa nel XII secolo, che narra come Eva nel cogliere la mela proibita,ne stacchi anche il ramo. Dopo la cacciata dal Paradiso, Eva si accorge di avere ancora il ramo e lo pianta. Il ramoattecchisce e diventa un albero bianco come la neve e fruttifica: sotto questo albero Caino uccide Abele e l'albero diventarosso come il sangue.

Il est délicat de donner une interprétation de ce fragment, une frise sans doute qui montre de face, une figureféminine au regard étonné. Elle tient d’une main un rameau et de l’autre un objet rond suspendu peut-être à unebranche. Les traces d’inscription ne sont pas suffisantes pour définir le sujet représenté. Il pourrait s’agir sans douted’un thème biblique évoquant la légende d’Eve et de l’arbre de la connaissance qui circulait au XIIème siècle etqui conte comment Eve en voulant cueillir le fruit défendu détacha aussi la branche. Après avoir été chassée duParadis, et s’apercevant qu’elle tient encore la branche, Eve la plante en terre. La branche s’enracine et devientun arbre blanc comme neige. Sous cet arbre Caïn tue Abel. L’arbre prend alors la couleur rouge du sang.

Figura femminile (Eva?)Figure féminine: Eve ( ?)

Il tronco dell’albero fantasioso e decorativo è reso da segmenti di listelli di porfido, certamente di reimpiego, posto suuna forma curveggiante (globo?) e fiancheggiato da un motivo ornamentale fitomorfo a girali.

Le tronc de cet arbre plein de fantaisie, composé de fragments de listels en porphyre, certainement de réemploi,est posé sur une forme bombée (globe). A côté, un motif phytomorphe s’orne de ronds, arcs et spirales.

AlberoL’arbre

Campeggiano entro il riquadro bordato da una grafica treccia a due capi allentata e discontinua, due figure affrontate:un uomo e una donna che gli porge o riceve un fiore. E' difficile poter risalire alla fonte letteraria ispiratrice, che ricorrenei romanzi cortesi.

Campés dans un panneau bordé d’une tresse au tracé graphique à double filet lâche et discontinu, deux personnagesse font face, un homme et une femme qui offre ou reçoit de lui une fleur. Il est difficile de pouvoir retrouver lasource littéraire qui aurait inspiré ce thème qui revient dans les romans courtois.

Fanciulla che porge una rosa all'amatoJeune fille faisant don d’une rose à son bien-aimé.

La scena tematicamente analoga alla precedente, che probabilmente faceva parte del medesimo ciclo, è qui ambientatain un castello ove le due figure sporgono ciascuna da una torre. Anche in questo caso, come negli episodi della IV Crociata,si osserva la mancanza di proporzioni tra figure e ambientazione architettonica. Il pannello reca la medesima corniceosservata nel pannello con la coppia appena descritta.

Avec un thème analogue au précédent, cette scène faisait partie probablement du même cycle. Elle se situe dansun château duquel émergent deux personnages, chacun hors d’une tour.Dans ce cas également comme dans les épisodes de la IVème Croisade, on remarquera la disproportion entre lespersonnages et la reconstitution architecturale, le panneau est entouré d’un encadrement identique à celui décritjuste avant.

Fanciulla che porge un fiore all'amatoJeune fille offrant une rose à son bien-aimé.

Il pannello incorniciato da due opposti motivi vegetali a tralcio sinuoso con foglioline e a cuori ricorrenti, reca la scena delfunerale della volpe legata per le zampe e appesa a un bastone retto da due galletti affrontati. Tema diffuso in precedenza aVenezia in S.Marco, a Murano nella chiesa dei SS. Maria e Donato (1140), a Vercelli nel mosaico scomparso di S. MariaMaggiore (1150) e poi nella Cattedrale di Otranto, oltre che in scultura. Il racconto ravennate si associa per la sinteticaimpostazione compositiva ai mosaici veneziani, anteriori al famoso Roman de Renart diffuso nel XIII secolo, ove - come è statoosservato - la scena del funerale appare molto più complessa e caratterizzata da animali diversi (qui sono due cervi a reggere lavolpe). Anche in questo caso dunque è difficile indicare una fonte letteraria precisa, tuttavia la storia della volpe finta morta,che poi farà strage degli animali, risale già al Physiologus a indicare la falsità del diavolo (Uulpis igitur figuram habet diaboli).

Entouré de motifs végétaux opposés deux à deux, sarments de vigne sinueux à petites feuilles et cœurs qui serépètent, ce panneau représente la scène des funérailles du renard, pattes liées et pesant de tout son poids sur unbâton droit porté par deux jeunes coqs face à face. Ce thème (qui existe aussi en sculpture) a des précédents àVenise, Basilique St. Marie, à Murano dans l’église SS. Maria et Donato (1140), à Vercelli sur la mosaïque disparuede SS. Maria Maggiore (1150) et puis dans la cathédrale d’Otrante. Le récit ravennate est comparable en ce quiconcerne l’organisation le composant aux mosaïques vénitiennes antérieures au célèbre roman de Renart connuau XIIème siècle où, comme il a été observé, la représentation des funérailles beaucoup plus complexe met enscène des animaux différents (deux cerfs portent le renard). Dans ce cas également il est difficile de préciser dequelle source littéraire elle s’est inspirée.

Il funerale della volpe che si finge mortaLes funérailles du renard qui feint d’être mort

Il pannello incorniciato come il precedente, fa parte con ogni probabilità del funerale della volpe, seguito dal corteo deglianimali: qui un'anatra in secondo piano e l'oca che avanza con passo incerto tenendo nel becco il turibolo. Nel Romande Renart è invece il gallo Cantachiaro a seguire il feretro con l'incensiere, come nel perduto mosaico di Vercelli.

Le panneau encadré, comme le précédent fait partie selon toutes probabilités des funérailles du renard auxquellesfait suite un cortège d’animaux : ici, au second plan, un canard, en premier, l’oie avance d’un pas incertain,l’encensoir suspendu à son bec. Dans le roman de Renart c’est par contre, comme dans les mosaïques de Vercelli,le coq Chanteclerc qui, l’encensoir suspendu à son bec, suit le cercueil.

L'oca col turiboloL’oie à l’encensoir

Entro una cornice discontinua a treccia a due capi allentata, si staglia la figura di profilo del quadrupede in vivacemovimento verso sinistra.

A l’intérieur du cadre entouré d’une tresse à double filet, la figure d’un quadrupède, de profil, s’élance vers lagauche d’un mouvement vif.

Il cane o lupoLe Chien ou le Loup

Anche il bipede è raffigurato di profilo e in movimento entro il riquadro definito,come nel caso precedente e nei successivi,da un filare di tessere scure che delimitano la cornice a treccia.

Ce bipède est aussi représenté de profil et en mouvement, dans un cadre défini comme dans le panneau précédentet dans ceux qui vont suivre, par un rang de tesselles sombres formant tresses sur le pourtour.

L'ocaL’Oie

Due pesci paralleli sono diretti verso sinistra, il superiore è reso in modo rigido. La cornice ripete la tipologia di quellegià esaminate.

Des poissons disposés parallèlement et horizontalement se dirigent vers la gauche. Celui du haut a une apparenceplus raide que son suivant. L’encadrement répète les détails vus auparavant.

I pesciLes Poissons

Entro la stessa incorniciatura si staglia la figura di profilo di una mucca pezzata in atto di avanzare lentamente versosinistra.

Dans un identique encadrement se détache, de profil, une vache au pelage de deux couleurs. Elle se dirige lentementvers la gauche.

La muccaLa Vache

Anche questo quadrupede è raffigurato di profilo, verso sinistra, con la testa leggermente abbassata, forse per accingersia brucare o a bere. E' evidenziato il carattere mansueto del cervo che il Physiologus cita in riferimento al Salmo 41,2(Sicut cervus desiderat ad fontes aquarum, ita anima mea ad Te, Deus). Animale provvidenziale, positivo, vincitoredel diabolico serpente.

Ce quadrupède est également représenté de profil, tourné vers la gauche, la tête légèrement baissée; peut-être seprépare-t-il à brouter ou boire. Le caractère paisible de l’animal que le Physiologus cite en se référant au Psaume41.2 (Sicut cervus desiderat ad fontes acquarum ita anima mea ad Te, Deus) est clairement visible. Animal providentiel,positif vainqueur du diabolique serpent.

Il cervoLe Cerf

Il riquadro della pantera maculata, anch'essa raffigurata di profilo in atto di incedere verso sinistra, è incorniciato daun bordo già osservato e costituito da tralci ondulati in opposizione, con foglioline, e da cuori ricorrenti. Anche lapantera è considerata dal Physiologus animale mansueto, simbolo di Cristo, che attrae gli animali con il profumo cheemana e ha come unico nemico il malefico drago che alla sua vista si rintana sotto terra.

Ce panneau représente la panthère tachetée, de profil également et se dirigeant d’une allure majestueuse vers lagauche. Il est entouré d’une bordure déjà observée et sur laquelle les sarments de vigne à petites feuilles s’opposentaux cœurs qui se répètent. La panthère est considérée aussi d’après le Physiologus comme une bête paisible, symboledu Christ, elle attire les animaux par l’odeur qui émane d’elle et elle a comme unique ennemi le maléfique dragonqui, à la vue de la panthère rentre dans son antre.

La panteraLa Panthère

Una cornice analoga alla precedente inquadra il grifone raffigurato di profilo, animale favoloso dell'Oriente con il beccoe le ali d'aquila e il corpo di leone; in Grecia, animale della luce, consacrato ad Apollo, partecipe dell'apoteosi diAlessandro. Per le due nature è sovrano del cielo e della terra, emblema della duplice regalità di Cristo (Dante, Purgatorio,XXXII). L'iconografia del grifo isolato o con un animale fra gli artigli, diffusa dalle stoffe d'arte è ampiamente attestatanei mosaici medioevali d'Oltralpe e d'Italia, di cui ricordo in particolare le figurazioni di S. Ilario di Fusina, S. Marcoa Venezia, Murano, a Pomposa, nella cattedrale di Torino, di Vercelli, di Casal Monferrato, nel Duomo di Aosta, aS.Benedetto Po, Pieve Terzagni e in Italia meridionale a S. Maria delle Tremiti, a Brindisi, Otranto e a S. Maria delPatir a Rossano.

Un pourtour analogue à la précédente mosaïque, encadre le griffon de profil. Cet animal fabuleux en Orient aun bec et des ailes d’aigle et un corps de lion; en Grèce animal de la lumière, il est consacré à Apollon et participeà la déification d’Alexandre. De par sa double nature il est souverain du ciel et de la terre, emblème de la doubleroyauté du Christ (Dante, Purgatoire XXXII). L’iconographie du griffon le montre, isolé ou avec une proie entreses griffes sur les étoffes d’art, ce que montrent fréquemment les tapisseries et les mosaïques médiévales en Italieet de l’autre côté des Alpes. On retiendra en particulier les représentations du griffon à St. Ilario de Fusina, St.Marc à Venise, à Murano, à Pomposa, dans le dôme d’Aosta, à St. Benedetto Po Pieve Terzagni, à Brindisi, Otrante,à St. Maria del Partir à Rossano.

Il grifoneLe Griffon

Di profilo, volto verso destra, campeggia nel pannello entro una cornice vegetale a tralci ondulati e a cuori ricorrenti.Il Physiologus lo descrive come un quadrupede simile al capretto, ma dotato di un unico corno sulla fronte e di forzastraordinaria, tanto che i cacciatori non riescono a catturarlo. Si avvicina solo ad una vergine che lo accoglie nel suoseno e lo porta al palazzo del re. L'unicorno è simbolo di Cristo, la vergine è il simbolo di Maria. Una raffigurazione,mutila, della vergine con l'unicorno compare, tra l'altro, a Piacenza (cripta di S. Savino), a Cremona, a S. BenedettoPo e in un tratto medioevale del mosaico della Cattedrale di Pesaro con la scritta che è stata così integrata: Pulcra puellavenit et mulcet cornu unicornu.

Tournée vers la droite, la licorne, de profil, se détache du panneau, à l’intérieur d’un cadre végétal à sarments devigne sinueux et à cœurs qui se répètent. Le Physiologus la décrit comme un quadrupède semblable à un chevreaumais doté d’une unique corne sur le front et d’une force extraordinaire, si bien que les chasseurs ne réussissentpas à la capturer. Elle s’approche seule d’une vierge qui l’accueille contre son sein et la porte au Palais du roi. Lalicorne est le symbole du Christ, la Vierge, le symbole de Marie. Une représentation en partie détruite, où figurela Vierge en compagnie d’une licorne, apparaît entre autres à Piacenza (crypte de St. Savino) à Cremona, à St.Benedetto Po et sur une partie de la mosaïque dans la cathédrale de Pesaro; l’inscription suivante la complète: “Pulcrapuella venit et mulcet comu unicornu”.

L'unicornoLa Licorne

Raffigurata come donna-pesce bicaudata secondo l'iconografia medioevale, è nell'atto di reggere con ciascuna mano unacoda di pesce. Nel mosaico pavimentale d'Italia del XII e XIII secolo è documentata a Pieve Terzagni, Piacenza in S.Savino, nelle cattedrali di Reggio Emilia, di Pesaro e di Otranto, oltre che da numerosi esempi di scultura. Quale esserebicorpore ha duplice valenza, positiva o negativa come indica il Physiologus che la descrive secondo l'iconografia anticacome donna-uccello ammaliatrice e divoratrice dei naviganti.

D’après l’iconographie médiévale, la sirène est représentée ici par une femme-poisson à deux queues dont elletient une extrémité caudale dans chaque main. Sur les sols de mosaïques de l’Italie, au XII et XIIIème siècle, lasirène est représentée de cette façon à Pieve Terzagni, Piacenza, à St. Savino, dans les cathédrales de Reggio- Emilia,Pesaro et d’Otrante, et elle sert de modèle pour de nombreuses sculptures. Cette créature à deux corps a unedouble signification positive ou négative comme l’indique le Physiologus qui la décrit d’après l’iconographie antiquecomme la femme-oiseau qui ensorcèle ou dévore les marins.

La sirenaLa Sirène

Il volatile dal brutto profilo di donna con cappello conico e zampe di quadrupede, uccello notturno tra il vampiro ela strega, avido di sangue umano e terrore dei bambini, si può paragonare a due mostri analoghi di un mosaico medioevaledella Cattedrale di Pesaro, contrassegnati dalla didascalia LAMIE. Per questa ragione potrebbe interpretarsi come unalamia, tuttavia nel nostro caso l'essere mostruoso è caratterizzato da coda di serpente, che potrebbe far pensare anche aun’arpia.

Cette créature volante au profil de femme laide, coiffée d’un chapeau conique a des pattes de quadrupède; oiseaunocturne entre le vampire et la sorcière, avide de sang humain et terreur des petits enfants, elle peut être comparéeà ces deux monstres analogues qui figurent sur une mosaïque médiévale de la cathédrale de Pesaro, marquée dece mot LAMIE. Pour cette raison nous pouvons l’appeler Lamia. Dans le cas présent, cet être monstrueux représentéavec une queue de poisson, pourrait également faire penser à une harpie.

La lamiaLa Lamia

Entro un bordo libero a tralcio ondulato si stagliano fioroni stilizzati a otto elementi, evidenziati nei loro elementicostitutivi, da decise zone cromatiche. Questo lacerto è definito da otto lati concavi collegati da motivi gligliati cherichiamano elementi a palmetta già noti al repertorio ravennate.

A l’intérieur d’une bordure libre, à sarments de vigne sinueux se détachent des fleurons stylisés à huit élémentsnuancés en fonction des zones chromatiques dans les éléments les constituant. Ce fragment est défini par huitcôtés concaves reliés par des motifs liliaux qui rappellent les éléments à palmettes déjà répertoriés dans la mosaïqueravennate.

Lacerto decorativoFragment décoratif

Lacerto decorativoFragment décoratif

Incorniciato come il precedente, questo frammento presenta una decorazione geometrica formata da otto settori circolari,arricchiti da cromatismi elementari.

Ce fragment entouré comme le précédent présente une décoration géométrique formée de huit secteurs circulairesmis en valeur par des couleurs contrastées.

Appartiene alla larga fascia policroma percorsa da una decorazione a zig-zag bianco-rosso-nera, bordata da una seriedi grossi denti di lupo bianco-neri. Il tema a linee spezzate che si riscontra frequentemente nei mosaici della Val Padana,nella cripta di S. Savino a Piacenza e nel mosaico medioevale della cattedrale di Torino, indica l'acqua. Anche a Pavia,in S. Maria Vetere (ora al Museo) vi era un’analoga decorazione a onde.

Il appartient à la large bande parcourue d’un motif, en zigzag blanc, rouge et noir, bordé d’une série de grossesdents de loup blanches et noires. Le thème à lignes brisées se rencontre fréquemment sur les mosaïques de ValPadana, dans la crypte de St. Savino, à Piacenza et sur les mosaïques médiévales de la cathédrale de Turin; il signifiel’eau. A Pavia, à St. Maria Vétere (de nos jours au Musée) il y avait une semblable décoration.

Lacerto decorativo a linee spezzateFragment décoratif à lignes brisées

Appartiene al secondo registro del pavimento agli inizi della navata, definito da un bordo a grossi triangoli dentati.E' difficile interpretare questa strana figura che doveva far parte di un contesto che non è conservato. Lo stile graficoche caratterizza il personaggio trova riferimenti stilistici con le figure esaminate del ciclo dei Crociati.

Le personnage appartient à la deuxième bande du pavement, bordée de gros triangles en dents de scie, et situéeau commencement de la nef. Il est difficile d’interpréter cette étrange figure qui devait appartenir à un ensemblenon conservé. Le style graphique de ce genre à des similitudes avec les personnages dans la série des croisades.

Figura in atto di cadere o di tuffarsiPersonnage dans un mouvement de chute ou de plongée

Scena che segue a destra, dopo una cesura a carattere decorativo, la figura sopra descritta. Si tratta di un guerriero conelmo e scudo amigdaloide in atto di trafiggere con la lancia un animale feroce. Anche in questo caso la resa grafica dellafigura si apparenta strettamente con quelle dei Crociati, tuttavia se ne discosta per il suo abbigliamento di tipo orientaleche richiama iconografie di cavalieri delle sete bizantine. Questo soggetto, oltre a dipendere da una più precisa fonteiconografica, è riferibile a un tema di cui è difficile individuare il riferimento narrativo.

Cette scène fait suite, sur la droite à celle décrite ci-dessus après une coupure à caractère décoratif. C’est un guerrierprotégé d’un heaume et d’un bouclier en forme d’amande. Il actionne sa lance qu’il jette sur une bête féroce. Dansce cas aussi, la manière graphique de caractériser le personnage s’apparente rigoureusement à celle utilisée dansla IVème Croisade, toutefois elle s’en éloigne de par l’habillement de type oriental qui rappelle les représentationsde chevaliers sur les soieries byzantines. Ce sujet, outre le fait qu’il dépende d’une iconographie plus précise, estrenvoyé à un thème dont il serait difficile de déterminer la référence narrative.

Guerriero che trafigge una belva Guerrier blessant une bête fauve

Lacerto geometrico-decorativoFragment géométrique décoratif

Appartiene a un diverso settore del pavimento della navata, relativo a una fascia trasversale all'altezza del quintointercolumnio di sinistra. Si tratta di un tema, qui reso in modo grafico (che ha precedenti più colti a Ravenna giànel VI secolo) composto da un reticolato di linee ortogonali formanti rettangoli, quadrati in cui si circoscrivono cerchi,recanti ciascuno un quadratino policromo.

Ce fragment est situé dans un secteur différent sur le pavement de la nef et fait partie depuis la gauche, d’unebande transversale située à hauteur du 5ème inter-colonnes (ou travée). Le thème représenté ici, sur un modegraphique, a déjà été précédemment représenté avec plus de raffinement à Ravenne, au VIème siècle. Il est composéd’un réseau de lignes orthogonales se coupant à angles droits, formant des carrés entourés de cercles, à l’intérieurdesquels figure un petit carré polychrome.

Il mese di OttobreLe mois d’Octobre

La figura di Ottobre, l'unica quasi interamente conservata, è fiancheggiata da un elemento frammentario marrone, adoghe, un tino o una botte, relativo ai lavori stagionali: la spillatura del vino che fuoriesce a getto, raccolto da unaspecie di brocca, di cui rimane solo l'orlo. E' probabile, come si deduce dall'atteggiamento del braccio alzato, mutilo,che Ottobre tenesse in mano un bicchiere per l'assaggio. Sia i Mesi, intenti alle rispettive attività che alludono al tempoumano nel rinnovarsi ciclico dell'Anno sacro e alla dignità del lavoro inteso come mezzo di salvezza, che il Labirintocon il suo significato catartico, per il riferimento simbolico alla vita dell'uomo, alla lotta per il superamento del peccato,sono temi ben noti all'iconografia medioevale e diffusi anche nella ricca espressione simbolico-decorativa dei pavimentimusivi del XII secolo della Val Padana.

L’illustration d’Octobre, unique et presque entièrement intacte, sur laquelle est présenté un élément fragmentairemarron appartenant à une cuve ou un tonneau (aussi appelé douves), est en rapport avec les travaux de cettesaison: le vin soutiré se déverse en jet dans une sorte de broc dont on ne voit que le bord de l’embouchure. Onsuppose, comme on peut le déduire d’après la position du bras levé sans main, qu’Octobre tient dans celle-ci unverre pour déguster le vin. Les Mois montrent leurs activités respectives, évocatrices du temps humain inscritdans le renouveau cyclique de l’Année sacrée et de la dignité du travail comme moyen de salut; le Labyrinthe àla signification purificatrice se réfère symboliquement à la vie de l’homme, à sa lutte menée pour dépasser le péché.Mois et Labyrinthe sont deux thèmes bien caractéristiques de l’iconographie médiévale et sont également répandus par l’intermédiaire de la riche expression symbolico-décorative trouvée sur les pavements de mosaïque du XIIème

siècle dans la Val Padana.

Fin dal loro scavo nel 1763, i pannelli del mosaicopavimentale di San Giovanni Evangelista risalential tredicesimo secolo, sono stati conservati dapprimapresso la Cappella di San Bartolomeo e poi appostilungo le pareti della Basilica.I mosaici, ognuno dei quali è incorniciato da unafascia ornamentale, sono stati riportati alla lucecome pannelli singoli e separati. Conseguentementesono stati studiati e descritti come pannelli singoliraffiguranti temi ed immagini, alcune delle qualispesso riscontrate nell’iconografia medievale.Credo che questi pannelli e molti altri riportatialla luce negli stessi scavi possano formare un sistemacompleto, e che dovrebbero essere letti come ununico programma iconografico. Tale letturaricostruisce un possibile programma per mezzo diun’iconografia espressiva nella quale i soggettiindividuali e le immagini hanno un ruolo essenzialenel formare la narrazione, un programma checredo fu iniziato dal patrono e rivelato al credentevia via che percorreva la navata centrale dellachiesa. Inoltre, in questo contesto, l’arte dovrebbeessere interpretata come un linguaggio nel quale igesti, i costumi e i simboli costituiscono segni ecodici uguali.Vorrei sostenere che il pavimento era stato offerto(probabilmente in modo simile ad altri pavimentidel dodicesimo e tredicesimo secolo in Lombardiaed Emilia) come ex-voto da un donante, tornatoa casa, a Ravenna, incolume dopo aver combattutonella quarta crociata.Non è stata probabilmente una coincidenza il fattoche il donante abbia scelto la chiesa di S. GiovanniEvangelista per apporre i mosaici. Come si sa, lachiesa è stata donata dall’Imperatrice Galla Placidiaalla città di Ravenna come adempimento del votoda lei fatto durante il suo pericoloso viaggio daCostantinopoli a Ravenna al fine di assumere ilgoverno dell’Impero Romano d’Occidente nelle vecidel suo giovane figlio Valentiniano III.Abbiamo molti documenti che provano che tra ilquinto e il sedicesimo secolo i ritratti di tutti imembri della famiglia di Teodosio eranorappresentati nell’abside, unitamente ad una scenache mostra S. Giovanni Evangelista nell’atto di

IL MOSAICO PAVIMENTALEDI SAN GIOVANNI EVANGELISTA.UNA NUOVA LETTURAdi Nurith Kenaan-Kedar

salvare la figlia di Teodosio, Galla Placidia, e isuoi figli da una tempesta in mare. Quindi questomosaico in memoria di Galla Placidia era postodi fronte ai credenti e probabilmente ispirò lanuova donazione del mosaico pavimentale, unmezzo artistico comune e di grande rilevanza aRavenna.

Il ciclo presenta il ricordo completo di un particolareviaggio e non solo un insieme di temi singoli. Lamia ricostruzione di questo nuovo ciclo è la seguente.

Il racconto principale avviene in due registri postinella parte centrale del programma con animaliche gli fanno da cornice nella parte superiore e inquella inferiore.

● Il racconto sembra iniziare con un vescovo chepresiede sul suo seggio vescovile (identificato dallasua mitra) mentre un nobile, abbigliato con unaveste corta ed una sopraveste, gli sta dando oppuresta ricevendo da lui un messaggio scritto – dainterpretare come l’incarico per una missione.● La scena di addio del cavaliere o del nobile dasua moglie. Entrambi sono in piedi nel loro castello.L’uomo, sulla sinistra, la sta salutando mentre leitiene in mano un fiore come segno di vero amore.● Sicuramente possono essere raggruppati almenodue frammenti che raffigurano delle navi cheviaggiano in mare, il primo dei quali mostra l’uomoche suona il corno.● Il primo registro comprende, secondo me, anchei soldati che danno inizio alla guerra, ed un altropannello che raffigura due soli soldati checombattono.● La battaglia di Zara e la battaglia diCostantinopoli. Entrambe descrivono il momentodell’uccisione e la cattura di prigionieri da partedei Crociati.● Il viaggio verso casa – la vedetta è in piedisull’albero maestro e scruta l’orizzonte. Questadescrizione può essere collegata al frammento dellanave.● La donna sta porgendo all’uomo un fiore. Questavolta lei è posta sulla sinistra del pannello e lui

sulla destra. La storia va letta iniziando dal latodella donna. Questa è la storia di un’Odisseamedievale. L’uomo, partito per una crociata, tornaa casa incolume.

La vicenda è accompagnata parallelamente da dueregistri di animali e di fiori uno opposto all’altroe che stanno a simbolizzare la natura umana coni suoi vizi e le sue virtù. Ho ricostruito per tentativii registri con gli animali che simbolizzano le virtù,posizionati sopra al ciclo, e gli animali ed altriracconti che simbolizzano i vizi, posizionati sotto.Gli animali e la flora, che stanno a simbolizzarele virtù, sono un bue, un cervo, due pesci, un fiore,un unicorno, una colomba e un altro fiore. Comeè noto, ciascuno di essi è simbolo di Fede, Speranza,Carità e Purezza.

Le creature e gli animali sottostanti che simbolizzanoi vizi sono: la tigre, il grifone, l’arpia, la sirena ela volpe. Questi animali stanno a simbolizzare ilDiavolo sotto le sue molteplici spoglie, quali laseduzione, la rabbia e la vanità. Inoltre altre duefavole descrivono i vizi: la Favola della Volpe e laFavola dell’Oca.E’ risaputo che questi animali e le bestie leggendariesono presenti già nel Physiologus, ma sono anchestati citati con le stesse funzioni nei sermoni, negliinni e in altri scritti del dodicesimo e tredicesimosecolo.

A sostegno dello schema suggerito, ho posto pertentativi il monogramma dell’abate in carica aitempi in cui il mosaico è stato costruito, e sotto dilui la figura della donna che tiene in mano il ramo– da sempre simbolo di fede e di vita eterna. Leisembra essere stata la donante del mosaico fattofare in onore di suo marito. Quest’ipotesi èsupportata anche dalla data del mosaico – 1213.Se il cavaliere è tornato nel 1204-1205 perchéallora il mosaico è stato donato solo nel 1213? E’più probabile che sia stato solo dopo la sua morteche la moglie ha donato il pavimento in suamemoria. Di conseguenza l’immagine dell’alberosradicato può rappresentare quest’evento.

La ricostruzione del mosaico quale raccontocommemorativo, con due registri di animali chestanno a simbolizzare le virtù ed i vizi, richiamainoltre la struttura dell’arazzo di Bayeux, dove lastoria centrale è incorniciata da immagini dianimali e da favole, e altri mosaici pavimentalidel dodicesimo secolo.Lo stile del mosaico è lineare e la sua scala cromaticalimitata. I forti contorni creano una narrazionemolto ardita ed immediata dando l’impressione dicomunicare gli eventi principali.Allo stesso tempo, il linguaggio artistico utilizzatoper presentare i gesti, i costumi e le espressioniumane è del tutto esplicito e usa la posizione e lapostura delle figure all’interno della composizionecome chiari codici per trasmettere i propri messaggi.Questo linguaggio artistico presuppone che il ciclosia un ricordo personale, forse l’adempimento diun voto fatto dal donante, lui stesso protagonista,o dalla moglie che ne fece dono, forse dopo la suamorte nel 1213, al tempo dell’Abate Guglielmo.Quest’ipotesi sarà presa in esame più attentamentenel prossimo futuro, ma anche se dettagli nontroppo rilevanti dovranno subire qualche tipo dicorrezione, speriamo che la nostra interpretazionedelle raffigurazioni medievali come composizioneconcettuale e non solo come una serie di singolipannelli, e del linguaggio artistico preciso edespressivo, apriranno una nuova strada a ricerchefuture.

accompagnés d’une scène montrant St Jeanl’Evangéliste sauvant Galla Placidia (fille deThéodosius) ainsi que ses enfants d’une tempêteen mer. Par conséquent, cette mosaïque à lamémoire de Galla Placidia s’offrait au regarddes croyants et inspira probablement la nouvelledonation du pavement de mosaïque, celui-ciconstituant un moyen artistique commun ettrès important à Ravenne.

L’ensemble représente le récit complet d’unetraversée particulière et pas seulement unecollection de thèmes isolés. Ma reconstitutionde ce nouvel ensemble est la suivante.

La narration principale se présente sous la formede deux registres situés au milieu de l’ensembleavec des animaux aux niveaux supérieur etinférieur.● La narration semble commencer par unévêque siégeant sur sa Cathèdre (fig. 1 identifiégrâce à sa mitre) pendant qu’un homme de lanoblesse vêtu d’une robe courte et d’un manteaului remet ou bien reçoit de lui un rouleau deparchemin, ce qui est synonyme d’ordre demission.● La scène du chevalier ou du noble faisant sesadieux à sa femme. Tous deux sont debout devantleur château. L’homme placé à sa droite lui faitau revoir de la main et celle-ci tient une fleur àla main en signe d’amour fidèle.● Au moins deux fragments des embarcationspeuvent être réunis en commençant par celuireprésentant un homme sonnant la corne.● Dans le premier registre, j’inclus les soldatspartant pour la guerre et un autre panneaumontrant deux soldats au combat.● La bataille de Zara et la bataille deConstantinople figurent les croisés qui capturentet tuent des prisonniers.● La traversée du retour. L’homme de veille estdebout à la tête de mât et scrute l’horizon. Cettereprésentation peut être combinée à celle dufragment du bateau.● La femme remettant une fleur à l’homme.

Depuis leur découverte en 1763, les panneaux13ème siècle du pavement de mosaïque de labasilique Saint Jean l’Evangéliste furent toutd’abord conservés à la chapelle Saint Bartolomépuis installés le long des murs de la basilique. Les mosaïques (chacune d’entre-elles est bordéed’une frise) furent découvertes sous la forme depanneaux individuels et séparés. Par conséquent,ils ont été étudiés comme des panneaux isolésreprésentant différents thèmes et images suggéréesdont certaines se trouvaient souvent dansl’iconographie médiévale.Je pense que ces panneaux et plusieurs autres,issus de la même fouille, forment en réalité uneunité complète et devraient être analysés commeétant un seul ensemble iconographique. Unetelle lecture reconstruit un seul ensemble probableavec une iconographie ayant du sens et danslaquelle les sujets jouent un rôle essentiel enformant un récit. Ceci est un ensemble qui, jele crois, avait été commandé par le donateur etoffert au regard du croyant alors qu’il déambulaitdans la nef centrale de l’église. De plus, danscette perspective, l’art devrait être envisagécomme un langage dans lequel les gestes, lescostumes et les symboles constituent égalementdes signes et des codes.Je voudrais ajouter que le pavement fut offert(probablement comme d’autres pavements deLombardie et de l’Emilie des 12ème et 13ème

siècles) en tant qu’ex-voto par un donateurrevenu sain et sauf à Ravenne après avoircombattu durant la 4ème Croisade.Le choix fait par le donateur d’installer lesmosaïques à St Jean l’Evangéliste ne futprobablement pas dû au hasard. Il est établi quel’église fut offerte à la ville de Ravenne parl’impératrice Galla Placidia en accomplissementd’un vœu, qu’elle avait fait pendant sa périlleusetraversée de Constantinople à Ravenne, afin deprendre en charge la destinée de l’Empire Romaind’Occident au nom de son fils Valentinien III.Il est bien avéré qu’entre le 5ème et le 6ème siècles,les portraits de tous les membres de la famillede Théodosius furent exposés dans l’abside

LE PAVEMENT DE MOSAIQUE DE SAINT JEANL’EVANGELISTE A RAVENNEUNE NOUVELLE LECTUREpar Nurith Kenaan-Kedar, Professeur Médiéviste et Doyen de la Faculté des Arts de l’Université de Tel-Aviv

Cette fois elle se situe à gauche sur le panneauet lui à droite. Le récit commence de son côtéà elle. Ceci est l’histoire d’une Odyssée médiévale:un homme parti en croisade et de retour chezlui sain et sauf.

Le récit est accompagné de deux registresreprésentant des animaux et des fleurs situés faceà face et symbolisant la nature humaine, sesvertus et ses vices. J’ai reconstitué, non sanshésitations, les registres avec les animauxsymbolisant les vertus et placés au niveausupérieur ainsi que celui des animaux et autresfables symbolisant les vices au niveau inférieur.Les animaux et fleurs symbolisant les vertussont: un bœuf, un cerf, deux poissons, une fleur,une licorne, une colombe, puis une autre fleur.Comme chacun le sait, chacun de ces élémentssymbolise la fidélité, l’espoir, la charité et lapureté.

Les animaux et créatures situés sur le registreinférieur et symbolisant les vices sont les suivants:un tigre, un griffon, une harpie, une sirène etun renard. Ces animaux incarnent le diable sousses différentes apparitions mais aussi la séduction,la colère et la vanité. De plus, deux fablesreprésentent également le vice: la fable du renardet la fable de l’oie. Il est admis que ces animauxet bêtes légendaires sont représentés dans lePhysiologus mais ils ont également été cités pourune même interprétation dans des sermons, deshymnes et autres écrits des 12ème et 13ème siècles.

Pour étayer l’ordre suggéré, je place lemonogramme de l’abbé à l’époque à laquellela mosaïque fut réalisée et sous celui-ci, la scènede la femme tenant la branche d’arbre –communément symbole de foi et de vie éternelle.Elle semble être celle qui a commandé lamosaïque en l’honneur de son mari. Cettehypothèse est aussi confirmée par la date de lamosaïque: 1213. Si le chevalier était de retouren 1204-1205 pourquoi alors la mosaïque avait-elle été offerte en 1213? Il est plus probable que

le pavement fut donné par sa femme après samort en sa mémoire. Par conséquent, la scènede l’arbre déraciné pourrait suggérer cetévénement.La reconstitution de la mosaïque avec deuxregistres d’animaux symbolisant vice et verturappelle la structure de la tapisserie de Bayeuxoù la narration intérieure est entourée dereprésentations d’animaux et de fables mais ellerappelle aussi d’autres pavements de mosaïquedu 12ème siècle.La mosaïque est de style linéaire et sa palette decouleurs limitée. Les contours marqués créentcependant une narration vigoureuse et réalisteavec l’impression de rendre compte d’événementsmajeurs.Il faut ajouter que le langage artistique, quiconsiste à représenter les gestes des hommes,leurs costumes et leurs expressions, est manifesteet utilise la place et les postures des personnagesà l’intérieur de la composition comme des codesclairs pour transmettre ses messages.Ce langage artistique était l’hypothèse selonlaquelle cet ensemble est une commémorationpersonnelle accomplissant peut-être un vœu faitpar le donateur étant lui-même le protagonisteou bien par sa femme qui le donna peut-êtreaprès sa mort en 1213 à l’époque de l’AbbéGuglielmo.Cette hypothèse sera étudiée plus en détail dansun avenir proche mais, même si certains détailspeuvent faire l’objet de réajustements, nousespérons que notre perception des représentationsmédiévales en tant que compositionsconceptuelles, et non seulement comme despanneaux isolés, ainsi que notre perception dulangage artistique précis et expressif, ouvrirontde nouvelles voies aux recherches futures.

BIBLIOGRAFIA

Principali riferimenti bibliografici

R. FARIOLI, I mosaici pavimentali di S. Giovanni Evangelista, in "Felix Ravenna", C/Cl, 1970,pp. 169-222.

R. FARIOLI CAMPANATI, Innovazione e continuità della decorazione pavimentale di Ravenna(secolo X-XIII), in Storia di Ravenna (a cura di Augusto Vasina), vol. 111, Marsilio, Venezia 1993,pp. 481-506.

R. FARIOLI CAMPANATI, I mosaici pavimentali della chiesa di S. Giovanni Evangelista inRavenna (Biblioteca di "Felix Ravenna", 8), Ravenna Ed. del Girasole 1995, pp. 141, figg. 77.

Fonti e riferimenti bibliografici sulle Crociate e sull'iconografia cavalleresca:

A. CARILE, Episodi della IV Crociata nel mosaico pavimentale di S. Giovanni Evangelista di Ravenna,in "XXIII Corso di cultura sull’arte ravennate e bizantina", Ravenna 1976, pp. 109-130.

G. GUIDONI, Le gesta cavalleresche rappresentate sui mosaici pavimentali medievali, in Atti IVColloquio AISCOM, Ravenna, Ed. Del Girasole, 1997, pp. 747-758.

L. PASQUINI VECCHI, Il cosiddetto funerale della Volpe nel mosaico pavimentale di San Marcoa Venezia, in Atti VI Colloquio AISCOM (Venezia 1999), Ravenna, Ed. del Girasole, 2000, pp.23-34.

INDICE

IL MOSAICO RAVENNATE di Vidmer Mercatali 3

I MOSAICI DI SAN GIOVANNI EVANGELISTA di Raffaella Farioli Campanati 5

Episodio della IV Crociata 10

Episodio della IV Crociata - La presa di Zara 11

Episodio della IV Crociata - L’assalto dalle navi alle mura di Costantinopoli 12

Episodio della IV Crociata - L'esercito di terra in battaglia 13

Episodio della IV Crociata - La resa di Costantinopoli 14

Episodio della IV Crociata - Frammento con un soldato 15

Episodio della IV Crociata - Nave e marinaio 16

Figura femminile (Eva?) 17

Albero 18

Fanciulla che porge una rosa all'amato 19

Fanciulla che porge un fiore all'amato 20

Il funerale della volpe che si finge morta 21

L'oca col turibolo 22

Il cane o lupo 23

L'oca 24

I pesci 25

La mucca 26

Il cervo 27

La pantera 28

Il grifone 29

L'unicorno 30

La sirena 31

La lamia 32

Lacerto decorativo 33

Lacerto decorativo 34

Lacerto decorativo a linee spezzate 35

Figura in atto di cadere o di tuffarsi 36

Guerriero che trafigge una belva 37

Lacerto geometrico-decorativo 38

Il mese di Ottobre 39

IL MOSAICO PAVIMENTALE DI SAN GIOVANNI EVANGELISTA di Nurith Kennan-Kedar 40

BIBLIOGRAFIA 45

Stampato nel mese di agosto 2003