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Societe d’Etudes Latines de Bruxelles Echi lucanei in Paneg. lat. X (4), 29, 5 Author(s): Mario Bonaria Source: Latomus, T. 17, Fasc. 3 (JUILLET-SEPTEMBRE 1958), pp. 497-499 Published by: Societe d’Etudes Latines de Bruxelles Stable URL: http://www.jstor.org/stable/41521047 . Accessed: 18/06/2014 19:00 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Societe d’Etudes Latines de Bruxelles is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Latomus. http://www.jstor.org This content downloaded from 185.44.78.76 on Wed, 18 Jun 2014 19:00:11 PM All use subject to JSTOR Terms and Conditions

Echi lucanei in Paneg. lat. X (4), 29, 5

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Societe d’Etudes Latines de Bruxelles

Echi lucanei in Paneg. lat. X (4), 29, 5Author(s): Mario BonariaSource: Latomus, T. 17, Fasc. 3 (JUILLET-SEPTEMBRE 1958), pp. 497-499Published by: Societe d’Etudes Latines de BruxellesStable URL: http://www.jstor.org/stable/41521047 .

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II decimo dei Panegirici latini, ripubblicati nel 1952 dal Galletier (»), fu pronunziato alia presenza dell' imperatore Costantino il primo marzo dell' anno 321 dell' era nostra. Anche ad un lettore super- ficial & evidente la frequenza con cui tornano in esso parole, espres- sioni e reminiscenze del linguaggio epico ; b vero che il Novak affermd che le clausole epiche sono in genere estranee air uso e alia tecnica dei panegirici (2), ma non & meno vero che Tautore di questo panegirico, il retore Nazario, attinge a piene mani dal frasario epico, sopra tutto quando descrive battaglie e scontri d'armi, che furono sempre cavallo di battaglia dei poeti eroici. Questo & particolarmente evidente, ad esempio, nella descrizione della battaglia cosiddetta del ponte Milvio, che il retore svolge piu con fantasia ed ability che con reale aderenza e fedelta storica. Da Ennio a Yirgilio, da Lucano a Silio Italico, da Stazio a Yalerio Flacco abbondante era la messe alia quale egli poteva attingere locuzioni e situazioni, ed h a questo mondo che si volge la nostra mente quando leggiamo il Panegirico o i passi piu notevoli di esso.

Consideriamo per esempio uno dei passi che mi paiono piu probanti : inuadis primus aciem , solus irrumpls. obumbrant euntem telorum irriti iactus , sonat ictibus umbo securus (8). Che qui si tratti solamente di reminiscenze epiche? A me pare che vi si possa vedere qualche cosa di piu ; infatti, senza che si debba spostare una sola sillaba, vi si pud leggere Temistichio finale di un esametro :

-i- -l jl ww -L sonat ictibus umbo, che ha regolare cesura eftemimera e persino un abbozzo di onomatopea.

E' ormai cosa pacifica che in testi prosastici si possano trovare versi, opera dello stesso autore, e questo h un fenomeno tutt' altro che raro in tutte le letterature (4) ; a qui, nel testo del Panegirico, ritengo

(1) Panigyriques latins, texte 6tabli et traduit par Edouard Galletier, Parigi, Les Belles Lettres, 1952, 3 tomes.

(2) Cf. In Panegyricos veteres Studia grammatica et critica , Pragae, 1901, p. 7.

(3) Cf. Panigyriques , cit.t X (4), 29, 5, t. II, p. 190. (4) Ricordo alcuni esempi di versi che aprono opere prosastiche della lette-

ratura mondiale : un esametro in Tacito (Anna/., 1, 1, 1 : urbem Romam a princi -

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che si possa trattare di opera di altro autore. II problema k allora questo : chi possa essere Tautore deir emistichio citato dal retore.

Nel Panegirico Tatmosfera 6 decisamente epica : per descrivere Timperatore Costantino che avanza nella battaglia che gli aprir& le porte di Roma, Nazario usa tinte simili a quelle usate dagli epici latini per presentarci qualche eroe o qualche possente guerriero che resiste impavido a una grandine di dardi, per spegnere il primo im- peto dei nemici o per permettere agli amici di rinnovare e concentrare le loro forze per Tassalto decisivo. Verrebbe quasi fatto di pensare ad un Orazio Coclite, le cui gesta Livio dipinge con tratti non molto dissimili : undique in unum hostem tela coniciunt . quae cum in obiecto cuncta scuto haesissent , neque ille minus obstinatus ingenti pontem obtineret gradu , iam impetu conabantur detrudere virum , cum simul fragor rupti pontis simul clamor Romanorum ... pavore subito impetum sustinuit (*). Ma il quarto libro degli Annales di Ennio, nel quale forse si parlava di Orazio Coclite, o almeno del suo tempo, che & quello immediatamente successivo alia cacciata di Tarquinio il Superbo, h per noi ridotto a due o tre versi in tutto e da esso nulla si pud ricavare.

Passi che arieggino la locuzione usata da Nazario sono invece non infrequenti negli epici deir etk augustea ed argentea. In Virgilio, ad esempio, si pud leggere :

nec sufficit umbo ictibus (a)

e : sustinet aureus umbo (8) e : turn crebros ensibus ictus

congeminant (4). In Silio Italico si trova :

exoritur rabies caedum, ac vix tela furori sufficiunt : teritur iunctis umbonibus umbo, pesque pedem premit (5) ;

in Stazio : talis opaca legens nemorum Cadmeius heros accelerat , vasto metuenda umbone ferarum excutiens s tabula (•)

pio reges habuere ), un ottonario e un endecasillabo nel Cervantes ( Don Quijote p. 1, cap. 1 : En un lugar de la Mancha, cuyo nombre no quiero recordarme), un novenario nel Manzoni (Prom. Sposi , cap. 1 : Quel ramo del lago di Como) ecc.

(1) 2, 10, 9 ; cf. Polibio, 6, 55 e Dionigi di Alicarnasso, 5, 24. (2) Aen.f 9, 810. (3) Ipi, 10, 884. (4) Ivi, 12, 713. (5) Pun.t 4, 351. (6) Theb 1, 376.

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e : iam sublata manus cassos defertur in ictus , tardatique gradus, clipeum nec sustinet umbo mutatum spoliis , gelidus cadit imber anhelo pectore (*)

e : non ilium impacta moverent tormenta oppositum , formidatique superbis turribus impulsus temptato umbone redissent (a).

L'esemplificazione potrebbe continuare, ma si tratta sempre di analogia di situazioni, non di identity di espressioni ; per questo credo che faccia meglio al caso nostro un passo di Lucano.

Nella Pharsalia a 6, 192 si legge :

fortis crebris sonat ictibus umbo et galeae fragmenta cavae compressa perurunt tempora ecc.

Poichfe la coincidenza di una parte di questa citazione con l'emistichio estratto dal Panegirico 6 perfetta, direi assodato che nel retore Naza- rio vi sia una citazione di Lucano. E nulla vieta che, approfondendo in questa direzione lo studio, si possa trovare che la dipendenza di Nazario da Lucano sia piu ampia di quanto finora si crede.

Mario Bonaria.

(1) Ivl, 2, 670. (2) Iui, 9, 145.

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