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EMOZIONE BAROCCA - IL GUERCINO A CENTO EMOZIONE BAROCCA - IL GUERCINO A CENTO DISTRIBUZIONE GRATUITA 5.000 COPIE PUBBLICITÀ Tel. 051 904757 USCITA QUADRIMESTRALE Aut. Trib. FE n. 462 del 06/02/90 REDAZIONE e AMMINISTRAZIONE: Famiglia Centese - Via Ugo Bassi, 28- Tel. 051 6835699 email: [email protected] - www.famigliacentese.it IMPAGINAZIONE E STAMPA: Graphic System snc - Cento (Fe) - [email protected] - Tel. 051 904757 Direttore Responsabile: Valerio Franzoni NATALE 2019 ANNO XXXII- 14/12/2019 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale 70% - DCB Ferrara PUBBLICITÀ INFERIORE 50% 109 Famiglia Centese “Chi vol fer i so comed vaga a Zent” Cardinale Lambertini Papa Benedetto XIV PERIODICO DI STORIA, CULTURA, ARTE, COSTUME, FOLCLORE E RIEVOCATIVO DELLA VECCHIA CENTO - Fondato da GUIDO VANCINI nel Dicembre 1988

Famiglia Centese · 2019. 12. 17. · Luigi Mozzani, faentino di nascita, visse a Cento dal 1908 fi no alla vigilia della se-conda guerra mon-diale. Fu chitarrista e compositore

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Page 1: Famiglia Centese · 2019. 12. 17. · Luigi Mozzani, faentino di nascita, visse a Cento dal 1908 fi no alla vigilia della se-conda guerra mon-diale. Fu chitarrista e compositore

EMOZIONE BAROCCA - IL GUERCINO A CENTOEMOZIONE BAROCCA - IL GUERCINO A CENTO

DISTRIBUZIONE GRATUITA5.000 COPIE

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USCITA QUADRIMESTRALE

Aut. Trib. FE n. 462 del 06/02/90

REDAZIONE e AMMINISTRAZIONE: Famiglia Centese - Via Ugo Bassi, 28- Tel. 051 6835699email: [email protected] - www.famigliacentese.it

IMPAGINAZIONE E STAMPA: Graphic System snc - Cento (Fe) - [email protected] - Tel. 051 904757

Direttore Responsabile: Valerio Franzoni

NATALE 2019

ANNO XXXII- 14/12/2019

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale 70% - DCB Ferrara

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109

Famiglia Centese“Chi vol fer i so comed vaga a Zent” Cardinale Lambertini

Papa Benedetto XIV

PERIODICO DI STORIA, CULTURA, ARTE, COSTUME, FOLCLORE E RIEVOCATIVO DELLA VECCHIA CENTO - Fondato da GUIDO VANCINI nel Dicembre 1988

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NATALE 2019 Famiglia Centese pag. 2

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‘Emozione Barocca. Il Guer-cino a Cento’. È questo il titolo della grande mostra

con cui Cento ha deciso di rendere omaggio al suo più illustre cittadino, Il Guercino, mettendo in esposizio-ne ben 79 opere da lui realizzate tra dipinti, affreschi e disegni (in gran parte appartenenti al patrimonio culturale cittadino) collocate tra la Pinacoteca provvisoria ‘San Loren-zo’ e la Rocca, in un percorso che accompagna il visitatore alla sco-perta dell’evoluzione dell’artista. La rassegna è curata da Daniele Benati. E tante solo le realtà che hanno col-laborato per dare vita ad un evento particolarmente atteso: il Comune di Cento, l’Assessorato alla Cultura e Centro Studi Internazionale ‘Il Guer-cino’, mentre l’organizzazione è sta-

ta affi data a CMV Servizi srl con il supporto della Fondazione Teatro ‘G. Borgatti’ e di Ascom, per una se-rie di iniziative che stanno coinvol-gendo gli esercizi commerciali della città. E non è tutto. Infatti, la mostra ha ottenuto il patrocinio di Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, Regione Emilia-Romagna, UNESCO, Chiesa di Bologna, Alma Mater Studiorum, The Sir Denis Mahon Charitable Trust e il suppor-to del Gruppo Hera Spa, Fondazione Cassa di Risparmio, Cassa di Rispar-mio Spa, Associazione Imprenditori Centesi per la Cultura, Associazio-ne Amici della Pinacoteca Civica di Cento e Coop Alleanza 3.0. Una vera e propria sinergia per un evento che sta ottenendo consensi e che solo nella prima giornata ha visto 1.400

visitatori, desiderosi di ammirare le straordinarie tele, situate in contesti già di per sé straordinari e con un allestimento spettacolare e di sicuro impatto. In esposizione non vi sono solo opere del patrimonio della cit-tà, ma anche opere provenienti da territori vicini come la cattedrale di Reggio Emilia, da Brisighella e da Milano o particolarità come la ripro-duzione della Cappella Barbieri del-la Chiesa del Rosario, inagibile dal 2012. “Dopo tanto tempo fi nalmente siamo arrivati a questo importante momento per la città che racconte-rà a chi verrà a Cento, il Guercino nella sua città. Oltre al carnevale Cento dev’essere famosa anche per il Guercino, progetto e potenziale per il rilancio della città – ha detto il sindaco Fabrizio Toselli, al mo-

mento della presentazione –. Siamo certi che sarà una mostra di successo e trasmetterà ai visitatori l’emozio-ne del vivere Il Guercino nella sua città”. Un concetto, quest’ultimo, evidenziato anche dall’assessore alla Cultura, Elena Melloni. “Il Comita-to Scientifi co del Centro studi guer-ciniano permette di far parlare di Guercino nel mondo, ma solo Cento è la sua patria – ha detto – abbiamo avuto grandi patrocini per la mostra come quello del Mibact e dell’Une-sco e un grazie va anche agli spon-sor economici che hanno permesso la riuscita. Tra i vari progetti legati alla mostra, anche una particolare attenzione ai giovani perché diven-tino gli ambasciatori del Guercino di domani”. Il biglietto intero costa 12 euro, sono previste scontistiche tra

le quali la riduzione a 9 euro per i cittadini centesi. Ad illustrare il per-corso espositivo è stato il presidente del Centro Studi internazionale ‘Il Guercino’, Salvatore Amelio: “Nella mostra viene presentato Il Guercino dalla sua giovinezza fi no alla maturi-tà. In ‘San Lorenzo’ vi sono bellissi-mi dipinti della maturità dell’artista, mentre alla Rocca incisioni e affre-schi giovanili”. Più nello specifi co il curatore della mostra Daniele Bena-ti, ha sottolineato come si vada “da un’opera di Guercino fatta a 8 anni sulla porta di casa fi no ai grandi ca-polavori, mostrando anche affreschi fi nora mai visti come quelli di Casa Benotti”. L’esposizione rimarrà aperta sino al 15 febbraio.

Valerio FranzoniNelle foto: Visite guidate alla Pinacoteca ‘San Lorenzo’ Gli organizzatori Riccardo Macca-ferri, Elena Melloni, Daniele Benati, Salvatore Amelio e il sindaco Fabri-zio Toselli

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Famiglia Centese NATALE 2019 pag. 3

Ha riscosso un grande successo, la tre giorni di musica per ricordare che Cento è stata una città fondamentale

per la storia della liuteria mondiale. E soprattutto ‘capitale’ della chitarra, scopren-

do che chitarristi di tutto il mondo hanno guar-dato per oltre un secolo alla Città del Guercino come ad un mito. I 150 anni dalla nascita di Luigi Mozzani, e le celebrazioni che Cento e Pieve di Cento gli

hanno giustamente dedicato, sono stati l’occasione per ri-trovare questa sto-ria: un’operazione culturale che ha acceso fi nalmente i rifl ettori su una del-le più importanti eccellenze di que-sto territorio. Luigi Mozzani, faentino di nascita, visse a Cento dal 1908 fi no alla vigilia della se-conda guerra mon-diale. Fu chitarrista e compositore di

valore, ma soprattutto qui impiantò la sua at-tività di liutaio di fama internazionale, crean-do un laboratorio di produzione che divenne la prima vera e propria ‘scuola di liuteria’ al mondo. Un’attività destinata a lasciare il se-gno nella comunità centopievese, se è vero che negli anni erano ormai decine, tra Cento e Pieve, i laboratori di liuteria. E che proprio da Cento partì uno degli allievi migliori di Mozzani, Mario Maccaferri, pro-fessore di chitarra, concertista in tutta Europa e genio dell’imprenditoria liutistica, inventore della chitarra a ‘spalla mancante’ (sua la cele-bre “Django Reinhardt”), emigrato a produrre chitarre prima in Francia e poi negli States, dove fece successo creando anche violini, ukulele, e persino brevettando oggetti di uso quotidiano. Un segno che continua a vivere grazie alla Scuola di artigianato artistico del Centopieve-se, che dal 1982 a Pieve di Cento ha ricomin-ciato a formare nuove generazioni di liutai. Tanti sono stati gli eventi organizzati, tra con-certi e laboratori dedicati ai bambini; il tutto, reso possibile “grazie – afferma l’assessore alla Cultura, Elena Melloni - ad un perfetto la-voro di squadra tra il Comune di Cento, quello di Pieve, la Fondazione Cassa di Risparmio di Cento, la Fondazione Teatro Borgatti, l’Asilo Giordani e la Scuola di artigianato artistico del Centopievese”.

Valerio Franzoni

Nella foto: Successo per il concerto nella chiesa di San Rocco

Da oltre un secolo, sulla piazza di Cor-poreno, si erge un monumento sulla cui superfi cie sono riportati ventitré

nomi. Nomi di uomini del paese caduti du-rante la Prima Guerra Mondiale, uomini che hanno sacrifi cato la loro vita per la Patria. So-prattutto a loro è stato dedicato lo straordina-rio evento che si è svolto lo scorso 29 settem-bre per celebrare il centenario dello splendido obelisco, il primo edifi cato in Italia come at-testato da parte del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Un monumento, dunque, di interesse storico-artistico, che venne realiz-zato nel 1919 su impulso di Angelo Ferioli, padre di uno dei ventitré caduti corporenesi, e fi sicamente ideato e costruito da Innocenzo Ferranti. L’edifi cazione avvenne per mozione popolare, sostenuto economicamente dalle offerte dei cittadini della frazione. Nei mesi scorsi, il monumento, costituito da una base in marmo rosso di Verona e da un obelisco su un alto piedistallo in marmo di Carrara, ha subìto una consistente opera di riqualifi cazione, affi -data all’azienda Ahrcos dall’amministrazione comunale di Cento che ha stanziato 20mila euro per l’intervento. E nel settembre scorso si è celebrato l’importante anniversario, orga-nizzato dal Comitato Monumento Corporeno, dal Comune di Cento e dalla Consulta Civica di Corporeno e Molino Albergati. Una ceri-monia solenne, a cui hanno partecipato auto-rità civici (tra le quali i sindaci di tutto l’Al-to Ferrarese), autorità militari, associazioni combattentistiche, che hanno partecipato con il cuore all’iniziativa, scandita da una serie di

interventi commemorativi, e presentata dalla giornalista Laura Guerra. Un augurio speciale è arrivato anche dal Ministro dei beni cultu-rali Dario Franceschini, che in una lettera ha voluto esprimere il suo appoggio all’evento, riconoscendo a Corporeno “il merito di esse-re la prima frazione in Italia ad aver onorato il ricordo dei caduti, con un monumento che ne celebra le gesta e l’eroico sacrifi cio”. E anche Elisabetta Trenta, Ministro della difesa dell’ex governo, ha sottolineato l’importanza “del non dimenticare gli orrori della guerra: i monumenti sono ponti che dal passato ci con-segnano valori, celebrarli onora quegli stessi valori di chi ha difeso con la vita la propria Patria”. Momenti di alto impatto emotivo sono stati donati anche dagli uomini in divisa, che hanno pacifi camente invaso il parco del paese: un esempio di quei valori ancora vivi, in coloro che dedicano la loro vita al prossi-mo. Un momento conviviale a Villa Borgatti, dove era allestita una mostra storica che colle-ziona importanti cimeli della guerra, resa pos-sibile dall’associazione nazionale arma Ca-valleria di Modena insieme all’associazione La storia, il Museo della Cavalleria di Reggio Emilia, i Bersaglieri di Ferrara Arditi del Po e le Infermiere Volontarie Croce Rossa Italiana di Ferrara, ha chiuso un evento che Corporeno ricorderà per molto tempo.

Valerio Frannzoni

Nella foto: Un momento emozionante della celebrazione del 28 settembre scorso

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PIÙ ANTICO DʼITALIAPIÙ ANTICO DʼITALIAForze armate, autorità e cittadini uniti nelle celebrazioni a Forze armate, autorità e cittadini uniti nelle celebrazioni a

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Natale!

Riceviamo e pubblichiamoProsegue la rassegna letteraria “Terre delle nebbie”, la rassegna itinerante che vede il patrocinio dell’Assessorato ai servizi bibliotecari del comune di Cento e della Biblioteca Comunale di Renazzo. E’ stato infatti presentato il calendario di appuntamenti natalizi “Natale in biblioteca” che prevede appunto tre giorni all’insegna della lettura. È iniziato il 30 novembre con la presentazione evento dell’ul-tima fatica letteraria di Roberto Tira “Anche le poesie nel loro piccolo t’irano” (edizioni Freccia d’oro) che va a chiu-dere la fortunata saga letteraria iniziata cinque anni fa con “L’aria che t’ira – leggere parole da lèggere”. Secondo appuntamento il 14 dicembre alle ore 10:30 con la presentazione del libro di Raffaella Amadori “Soli Mei”, edi-to da Virginia Edizioni, un’appasionante saga famiglia scritta dalla conosciuta maestra di Crevalcore.Si conclude il 21 dicembre alle ore 10:30 con una lettura dedicata ai bambini: Marco Cevolani e Roberto Tira mette-ranno in scena una lettura animata tratta da “Nicola che sal-va il Natale” una breve fi lastrocca scritta dallo stesso Marco Cevolani.

Tutti gli appuntamenti si terranno presso il salone di rap-presentanza della Biblioteca Comunale di Renazzo (Via Re-nazzo 52 – Renazzo)

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Famiglia Centese NATALE 2019 pag. 5

La Famiglia Centese ha scelto come meta per la tradizionale gita di ini-zio autunno la città di Gaudi’, cioè

Barcellona, e il pensiero corre subito al-la Sagrada Familia, quasi per assonan-za. Barcellona è la città del modernismo anche se il gotico non è da trascurare. L’insieme di vari stili fa sì che la città si presenti molto interessante e magica alla vista. Il programma, molto intenso, non ha tralasciato nessun aspetto. Con l’arrivo in prima mattinata, si è avuto un assaggio panoramico partendo da Piazza di Spagna, dove le grandi fonta-ne alla sera danno spettacolo di luci e suoni, per poi salire a Montjuic e visitare lo Stadio Olimpico e vedere l’antenna che nel 1992 ospitò la fiamma olimpica. Naturalmente l’aspettativa più grande è la Sagrada Familia che, nonostante sia da 135 anni un cantiere aperto, lascia il visitatore incantato. Le guide sono state molto brave e competenti fornendo delle spiegazioni particolareggiate e facendoci notare particolari che non avremmo po-tuto cogliere da soli. Dopo la cattedrale, opera originale e unica, abbiamo visita-to le due dimore più note e importanti: Casa Pedrera e Casa Batlo’. Un’altra opera simbolo è il Parco Guell, dove l’ambiente naturale è inseparabile dagli elementi architettonici. Altro must, sono gli spettacoli di flamenco: anche noi ab-biamo occupato una serata in un locale tipico seguendo la performance dei bra-vissimi ballerini e cantanti che per due

ore hanno davvero rapito l’attenzione del pubblico. Un altro momento interessante è stato entrare al Palazzo della Musica, esempio del modernismo catalano e sede dell’Orfeo Catala’, società corale della Catalogna. Per concludere possiamo dire di avere percorso in tutte le direzioni le ramblas, abbiamo gustato i piatti tipici, al tramonto abbiamo bevuto la sangria sulla spiaggia di Barcelloneta, dove non manca la movida. Un ringraziamento va alla ineccepibile organizzazione Pevero Viaggi che ha saputo concentrare nei nostri quattro giorni di permanenza a Barcellona tutto quanto si potesse fare.

Diario di Famiglia22 settembre 2019

3° Torneo Ponga - Piazza Guercino - Cento (Fe) Trionfa la squadra Abbigliamento Fiocchi

Successo per la terza edizione dell’evento, organizzato da Famé Zenteisa

Gita Barcellona3-4-5-6 ottobre 2019

11 novembre 2019 Visita alla Mostra “Emozione Barocca.

Il Guercino a Cento” e Festa di S.Martino

Di grande successo l’iniziativa del Con-siglio Direttivo della Famiglia Centese di abbinare alla ormai classica cena di

S.Martino la proposta culturale della visita guidata alla Mostra delle opere dell’illustre

concittadino Giovanni Francesco Barbieri ( 1591 - 1666 ) . Inaugurata l’8 novembre, giorno del comple-anno di Sir Denis Mahon, l’inglese collezioni-sta d’arte e storico dell’arte, che ha portato la fama del Guercino a livello internazionale. Numerose le adesioni, tanto da dovere forma-re tre gruppi per la visita alla Mostra, accom-pagnati dalle tre guide Cristina, Elena e Luca che hanno egregiamente illustrato il percorso espositivo, che vede ubicate 72 opere nella Pinacoteca S.Lorenzo e alla Rocca.Alla Rocca sono esposte le opere del Guer-cino giovane, come gli affreschi di casa Pan-nini, che rappresentano la vita quotidiana del territorio Centese nell’epoca rinascimentale;

qui si trova anche la sua prima opera del che raffigura la Madonna della Ghiara, realizzata all’età di otto anni sul muro della casa paterna a Cento. In S.Lorenzo si trovano invece capolavori su tela, in maggioranza a carattere religioso. Opere che catturano l’attenzione suscitando

una profonda emozione, sia per i loro colori che per la perfetta rappresentazione anatomica dei soggetti. Un’area della Pinacoteca è stata invece riser-vata ai disegni del Guercino, alcuni dei quali sono studi preparatori alla riproduzione su te-la. Quasi due ore effettivamente di “profonda emozione”, da non perdere!Si ricorda che la Mostra rimarrà aperta al pub-blico sino al 15 febbraio 2020.In una serata così culturalmente Centese, i tre gruppi si sono poi ricongiunti in quello che è il locale più emblematico del territorio “L’Antica Osteria da Cencio”, dove fra uno squisito piatto, un buon bicchiere di vino, “arost” e “brazadèla”, i commensali hanno

potuto scambiarsi anche impressioni su quan-to appena visto.Si segnala ai lettori, che è disponibile on line l’app “Cento città del Guercino”, un’applica-zione per cellulare che indica i luoghi dove trovare le opere, chiese e punti che fecero par-te della storia del pittore.

Anna Vegetti

Il maltempo non ha fermato la terza edizione del ‘Torneo di Ponga’ che, il 28 settembre

scorso, ha animato piazza Guerci-no. Dieci sono state le squadre che si sono amichevolmente sfi date sul campo di sabbia allestito all’ombra di palazzo del Governatore, dove è stato riprodotto il gioco (una sorta di pallavolo con pallina da tennis), ideato dal professor Marino Soriani, e che un tempo veniva praticato sul fi ume Reno. Sotto l’attento sguardo dello speaker d’eccezione, Mondo Baraldi, ad aggiudicarsi il primo posto è stata la squadra ‘Abbiglia-mento Fiocchi’, seguita da ‘I Not-tambuli’ e dall’associazione carne-valesca Toponi. Una coppa è stata consegnata anche a Edoardo ‘Edo’ Caprara, il più giovane dei parteci-panti in gara. A consegnare i premi è stata Luciana Orsini, presidente dell’Associazione Famiglia Cente-se che, in collaborazione con l’Im-presa Merighi srl, ha curato l’or-ganizzazione. Come nelle edizioni precedenti, l’iniziativa ha catturato la curiosità dei cittadini che pas-seggiavano in centro storico, che si sono fermati per assistere alle com-battutissime sfi de sulla sabbia che, oltre all’aspetto ludico, hanno anche l’obiettivo di far riscoprire un’antica tradizione e tramandarla ai più gio-vani, affi nché non vada perduta. Per riprendersi dalle fatiche, i giocatori e gli organizzatori si sono ritrovati al Caffè Italia, per chiudere degna-mente un pomeriggio di riscoperta un’antica tradizione e, soprattutto, di divertimento e socialità.

Valerio FranzoniNelle foto: 1 - i vincitori del torneo, Abbiglia-mento Fiocchi2 - i secondi classifi cati ‘ Nottam-buli’3 - I Toponi sul terzo gradino del podio

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NATALE 2019 Famiglia Centese pag. 6

Dopo il lavoro di laccatura del coro ligneo e del grande leggio, dei confessionali, dei banconi del presbiterio e degli arredi della I^ e II^ sagrestia, eseguito ed offerto gratuitamente dai coniugi Giuseppe Paganelli e Franca Ferranti, in ringraziamento al Signore per il 50° del loro matrimonio, il 2019 ha visto la conclusione di due importanti restauri e l’inizio nel mese di Novembre di un altro:inaugurazione il 31 maggio dello storico organo F.lli Benedetti, del 1775, dopo il restauro eseguito dall’Organaro e Cembalario Barthelémy Formentelli e offerto dal Lions Club di Cento; per l’occasione si è svolto un importante concerto vocale e strumentale, con la partecipazione dell’organista Andrea Bianchi, della Corale “Sicut cervus” di Penzale, diretta da Maurizio Dinelli; della Corale”Santa Maria Maggiore“ di Pieve di Cento, diretta da Aura Vitali; dalla “Cappella Musicale di San Biagio”, diretta da Pierpaolo Scattolin;restauro della Cappella di San Carlo Borromeo, eseguito dal Laboratorio di restauro di Licia Tasini in collaborazione con Cinzia Orlandi, e fi nanziato interamente dal Pastifi cio Andalini di Cento; la direzione dei lavori è stata affi data all’architetto Alberto Ferraresi, con la consulenza storico/artistica del prof. Salvatore Amelio, entrambi di Cento. Nella cappella sono state collocate queste due lapidi:a sinistra: ANNO CHRISTIANO MDCCCLXXIXIV KALENDAS QUINTILESANTONIUS MARIA AMADEIUSARCHIPRESBITERCIVITATEM H. SOLEMNI RITUCORDI CHRISTI DEISACRAVITVOTAQUE CUN POPULO FUDITPRO PIO IXANNUM XXVI PONTIFICATUSAUSPICANTENel 1871 Antonio Maria Amadei, arciprete di San Biagio, consacrò la città al Sacro Cuore di Gesù, stringendo voti con il popolo per papa Pio IX° nel XXVI° anno

del suo pontifi cato. Nel 1864 Pio IX proclamò santa Margherita Alacoque, che aveva promosso la Devozione del Sacro Cuore.\PIUS IX PONT.MAX.SUSCEPTO PER DITIONIS SUAE PROVINCIAS ITENERECENTUM ID. IUL.A.MDLVII INVISENS CORPORA SANCTORUM MARTYRUM DEMETRI, SILVANI PUBLICI ET PLACIDAECUM PHIALA SANGUINIS REPERTAIN COEMETERIO CYRIACAE AD VIAM TIBURTINAMSUIS IPSE MANIBUS HAC IN CELIA REPOSUITDEDITQUE UTI QUICUMQUE DE MARTIRUM CONSTANTIA GRATIAS DEO AGENTESAD SACRAS RELIQUIAS SUPPLICAVERINTCCC DE POENALIUM DIERUM NUMERO EXPUNGANTIPSIS IDIBUS IULIIS ANNI ADMISSORUM PAENA

QUOTANNIS ABSOLUTI DISCEDANTA.A. AMADEIH. M. POSUITAN. MDCCCLXXVIII

Mons. Amadei, arciprete di San Biagio, nel 1878 pose questa memoria, a ricordo del dono delle reliquie dei Santi Demetrio, Silvano, Pubblicio, Placido, estratte presso il cimitero di S. Ciriaca. Pio IX in occasione della sua visita a Cento il 15 luglio 1857 le collocò di sua mano sotto l’altare, concedendo un’indulgenza a quanti si fossero recati a pregare su queste reliquie a supplicare grazie.

Il terzo intervento di restauro, sempre a cura del Laboratorio di restauro di Licia Tasini in collaborazione con Cinzia Orlandi, voluto dal Lions Club di Cento, è iniziato in questo mese di Novembre 2019 nella prima Cappella a destra, detta della Trasfi gurazione, contenente il quadro eseguito da Marcello Provenzali nel 1606.

Giuseppe Sitta

La Fisica lo attraeva molto, specie la parte riguardante i fenomeni elettrici. Per potere

studiare Matematica e Fisica rifi utò un’opportunità importante: il Card. Nasalli Rocca, Arcivescovo di

Bologna, voleva mandarlo a Roma a studiare all’Accademia dei Nobili Ecclesiastici, con retta a carico del Cardinale stesso. L’Accademia era una Scuola della Santa Sede per futuri Diplomatici, aprendo la strada al Vescovato.Don Roberto si iscrive così alla Facoltà di Scienze matematiche fi siche e naturali dell’Università di Bologna. Allora il corso di studi era unico, con un’unica laurea. Si laurea il 28 novembre 1933 con una tesi di natura teorica:”Studio dei fenomeni oscillatori elettromagnetici retti da equazioni differenziali ordinarie non lineari del secondo ordine”. Non va “fuori corso”, nonostante i tanti impegni del suo ministero, essendo stato ordinato sacerdote il 25 maggio 1929, ma gli studi gli costano tanta fatica. Prima degli esami, si rivolgeva al Signore per una mano: se Lui aveva conosciuto il dramma della Croce, ignorava cosa volesse dire sostenere un esame! Il titolo di dottore gli procurò una richiesta inconsueta: fu chiamato

da un vecchietto con un gran mal di pancia, convinto che fosse un medico!Grande ammiratore di Galileo Galilei, si trovò ben presto in contrasto con le posizioni dei Gesuiti. Scrisse anche un Memoriale, apprezzato dal Card. Nasalli Rocca che gli promise la pubblicazione, che poi non si realizzerà.Tramite suoi parenti americani, ricevette un’offerta di insegnamento sulla cattedra di Matematica in un’Università degli Stati Uniti. Dopo essersi consigliato, rifi utò, preferendo continuare a svolgere il suo ministero a Poggio Renatico, fra la sua gente.Cosa si può dire del canonico don Roberto professore? Docente alla Scuola Media di Poggio Renatico per pochi anni, subito, come succede in ogni classe, i ragazzi si accorgono di quante cose non avrebbero potuto fare durante le sue ore; non aveva bisogno di richiamarli all’ordine: in aula non si sentiva volare la tanto evocata mosca.

Il suo metro di valutazione era basato sulla gravità degli errori, calcolata secondo un suo personale punteggio. Il clima in aula era fermo sul “freddo” anche perché durante le interrogazioni, convinto di essere un sensitivo, riconcentrava su altro, temendo di trasmettere con il suo pensiero la risposta agli allievi. Se indubbia era la sua preparazione come matematico, altrettanto non poteva dirsi per la sua funzione di insegnante, anche perché aveva un’idea tutta sua del “giusto”, che scavalcava ogni altro criterio.Questa stessa situazione si era riscontrata anche durante il suo incarico di insegnamento al Seminario Regionale a Bologna, del quale andava molto fi ero. Molti pensavano, infatti, che per la formazione di buoni sacerdoti la conoscenza della Matematica e della Fisica non fosse poi tanto necessaria, e l’opinione era sostanzialmente condivisa non solo dai seminaristi, ma anche dai colleghi docenti, dal Rettore

e dallo stesso Cardinale Nasalli Rocca. Don Roberto, invece, partiva dalla considerazione che, se queste materie erano state comprese nel piano di studi, erano importanti nella stessa misura come le altre più specifi che.E così il tempo degli esami vedeva il prof. don Roberto confrontarsi sia con la scarsa preparazione di tanti suoi allievi, i quali non meritavano la promozione, sia con lo stesso Cardinale che, forte della sua autorità, trasformando la valutazione di impreparato nella presenza di qualche lacuna nella preparazione, imponeva il passaggio alla classe successiva. E’ facile pensare che il conferimento di incarico nella parrocchia di Poggio Renatico a don Roberto sia stata salutato con sollievo da parte di tanti, e non solo studenti.Libera riduzione di Giuseppe Sitta da “Quaderni Poggesi”, Aprile 2008.

Giuseppe Sitta

POGGIO RENATICO: 1919-2019 POGGIO RENATICO: 1919-2019 CENTO ANNI DI INDIPENDENZA DA ….CENTOCENTO ANNI DI INDIPENDENZA DA ….CENTO

LA FIGURA DI STUDIOSO DEL CANONICO ROBERTO TASSINARILA FIGURA DI STUDIOSO DEL CANONICO ROBERTO TASSINARI Seconda parteSeconda parte

COLLEGIATA: GRANDI LAVORI IN S. BIAGIOCOLLEGIATA: GRANDI LAVORI IN S. BIAGIO

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Famiglia Centese NATALE 2019 pag. 7

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Il regalo più bello sono sempre le persone!Buone Feste!Buone Feste!

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NATALE 2019 Famiglia Centese pag. 8

Luciano Lolli, profes-sore emerito di Ragio-neria all’ITC “Pietro

Burgatti di Cento, diplomato in Chitarra classica e con-certista molto apprezzato, coltiva da anni una passio-ne segreta: l’arte del bonsai. Ebbene, alla XIII^ edizione del raduno internazionale del Bonsai e Suiseki, mostra concorso Crespi Bonsai Cup, svoltosi a Parabiago (Milano) dal 13 al 15 settembre 2019, riservata a bonsaisti collezio-nisti e professionisti, il bon-sai del nostro Luciano è stato selezionato tra i professioni-sti. Questo riconoscimento, anche se non è sfociato in un premio, è un primo pas-

so importante su piano della gratificazione personale, che è di sprone a perseverare in questa difficile arte. Questa richiede, infatti tempo e cura continui. Pensate che ci sono bonsai con oltre ot-tocento anni di vita, che ven-gono tramandati per eredità di generazione in generazio-ne; la perdita di uno di questi bonsai di tradizione rappre-senta perla famiglia una man-canza ed un disonore gravis-simi. Ma seguiamo, passo dopo passo, questa vicenda.Luciano si era ripromesso di avere uno spazio tutto suo a questa mostra: ma come fa-re? Subito scarta l’idea di acquistare un bonsai a un

vivaista giapponese, ma, ol-tre a spendere una cifra, in che cosa sarebbe consistita la soddisfazione per un risultato non suo? Non si sarebbe mai piegato ad un simile compromesso. Durante le sue passeggiate a piedi ed in bicicletta alla ricerca di una pianta diversa, particolare, si imbatte in una rosa, di una forma inusitata. Questa immagine gli ritorna spesso alla mente e non la perde di vista. Poi può final-mente prenderla in mano e, dopo averla esaminata atten-tamente, riesce ad immagina-re la forma finale che avrebbe potuto ottenere. E’ questa l’idea che andava cercando da proporre alla mostra. E così, lentamente, inizia a rinvasarla, a curarla, a potarla e, infine, a darle la veste finale in un buon vaso da bonsai: lo stelo, stretto e corto, si allunga e si ingrossa tanto da sembrare il fusto di una conifera; il tronco alla base ( nefari ) si allarga e, crescendo in altezza, si divi-de in tre potenti rami, come un vero albero bonsai, con la ramificazione sempre più fine. Poi bellissimi fiori, ri-fiorenti, bianco panna, con foglie verde scuro. La meta-morfosi si è completata. Il suo “albero di rose”, come ha voluto chiamarlo, suscita l’interesse e la curiosità di tanti visitatori, meravigliati e stupiti da questa creazione. Il “premio”, conferitogli dalla giuria, composta in prevalen-za da Giapponesi, gratifica il lavoro certosino, l’originalità dell’idea del nostro Luciano, al quale auguriamo tante altre soddisfazioni e traguardi.

Giuseppe Sitta

BONSAI, CHE PASSIONEBONSAI, CHE PASSIONE

Buon NataleBuon Natale

Augurano Buone Feste!Via Ferrarese, 20 - CENTO (FE) - Tel. 051 901368

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Famiglia Centese NATALE 2019 pag. 9

I turisti che visiteranno Cento potranno gustare o ac-quistare un dolce souvenir dedicato a Il Guercino. Questo, grazie all’estroso pasticcere centese Fabri-

zio Toselli, titolare della pasticceria ‘La Farmacia’, che ha riscoperto e leggermente modernizzato un’antica ri-cetta della bisnonna per ‘sfornare’ la torta Barbieri, che prende il nome da Giovanni Francesco Barbieri, ossìa Il Guercino. Ad ispirare Toselli è stata la cucina di un tempo, quando non si buttava via nulla e con gli avanzi era possibile dare vita a piatti buonissimi e di qualità. Ed ecco che amalgamando pane, al posto della farina, uova, cioccolato fondente, anicione e armelline (il noc-ciolo di albicocca) è uscita la torta Barbieri, un proget-to che il pasticcere centese aveva in mente da tempo e che fi nalmente si è concretizzato. La presentazione del dolce è avvenuta lo scorso 2 dicembre, alla presenza dell’assessore Elena Melloni, della consigliera regio-nale Marcella Zappaterra, del professor Giuseppe Sitta e, grande ospite, Gino Fabbri, presidente dell’Accade-mia Maestri Pasticceri Italiani che ha defi nito la torta Barbieri come “un’opera di grandissima intelligenza, che ha il pregio di far riscoprire i sapori di un tempo, raffi nati dalla moderna tecnologia”. Un giudizio che ha fatto certamente piacere a Toselli che ha auspicato che la torta possa diventare un simbolo della città. Parte

dalla ‘Farmacia’, ma in futuro mi farà piacere trovar-la anche nei forni”. La scelta di dedicarla al Guercino, è proprio il caso di dirlo, è la ciliegina sulla torta di un percorso che ‘La Farmacia’ ha avviato dieci anni orsono, quando per il restyling interno del locale si è tratta ispirazione dalle opere dell’artista, Ma non è tut-to. Infatti è possibile consumare anche il cocktail ‘Blue Guercino’, ideato da Riccardo Tardio. Dunque, un vero e proprio percorso è stato creato attorno all’artista, an-cor più signifi cativo in un momento in cui la città sta riscoprendo il suo ‘fi glio’ più illustre attraverso la mo-stra a lui dedicata.

Valerio FranzoniNella foto: Alla presentazione della torta, da sin. Mar-cella Zappaterra, il maestro Gino Fabbri, Elena Mel-loni, il pasticcere Fabrizio Toselli e il professor Giu-seppe Sitta

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IL COMUNE INFORMAIL COMUNE INFORMA• Aperta dalla note dell’inno d’Italia, il 14 novembre, nella sa-la consiliare di Palazzo del Go-vernatore, si è tenuta la cerimo-nia d’insediamento del Consi-glio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze. I neoconsiglieri sono stati accolti dell’assessore Matteo Fortini, che ha rimarca-to «la partecipazione entusiasta dei ragazzi nell’affrontare ele-zioni democratiche, presentando proposte e venendo per queste votati, e l’onore di divenire rap-presentanti dei loro coetanei e delle loro richieste». «Grazie – ha affermato - per l’impegno di voi ragazzi, della scuola e delle famiglie e per aver intrapreso questo percorso». L’illustrazione del funzionamento del Consi-glio Comunale è stata affi data al presidente Matteo Veronesi che si è complimentato con gli stu-denti. Gli educatori Giona Tasini e Cecilia Presti di Ferfi lò hanno dato conto dell’organizzazione del CCRR, che da quest’anno vedrà l’introduzione di una novi-tà: ovvero la divisione per com-missioni non più tematiche, ma identifi cative degli istituti com-

prensivi con argomento portante la gestione dei beni comuni, in funzione del percorso parteci-pativo intrapreso dal Comune ‘Cento Beni Comuni’.

• Il Comune di Cento non po-teva certo mancare all’inaugu-razione del nuovo municipio di Caldarola, paese del mace-ratese duramente colpito dal si-sma del 2016, con cui è nata una profonda amicizia. Al taglio del nastro da parte del sindaco Luca Maria Giuseppetti ha partecipa-to in rappresentanza centese il consigliere Angelo Mottola. E non a caso. Il consigliere infatti è di XII Morelli, centro con cui Caldarola ha stretto un solido le-game a seguito della donazione dei moduli che avevano accolto la materna morellese alla comu-nità marchigiana per ospitare i piccoli della scuola dell’infanzia, all’indomani del terremoto del Centro Italia. Una catena della solidarietà rinsaldata da nume-rose reciproche visite. Il palazzo comunale crollato è stato rico-struito grazie al contributo di 525 mila euro, frutto delle dona-

zioni versate da oltre 1.600 citta-dini, imprese e associazioni sul conto corrente attivato dalla Re-gione Emilia-Romagna, presente con l’assessore alla Protezione Civile Paola Gazzolo.

• È stata inaugurata il 25 no-vembre scorso, in piazza Benja-min Disraeli la ‘Panchina ros-sa’ nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. La ‘Panchina rossa’ vuole rap-presentare il posto occupato da una donna vittima di femminici-dio, segno tangibile, collocato in uno spazio pubblico, di una as-senza nella società causata dalla violenza. L’iniziativa è stata sostenuta dal Comune di Cento ed è stata pro-posta dal Coordinamento Donne dello Spi-Cgil di Cento e di Fer-rara, in accordo con il Centro Donna Giustizia di Ferrara, vo-luta in ricordo di tutte le donne vittime di femminicidio, perché le loro storie non affondino nel silenzio, ma risveglino coscienza e civiltà.

NASCE LA TORTA BARBIERI, IN OMAGGIO AL GUERCINONASCE LA TORTA BARBIERI, IN OMAGGIO AL GUERCINOIl dolce inventato dal pasticciere Toselli diventerà souvenir per i turistiIl dolce inventato dal pasticciere Toselli diventerà souvenir per i turisti

Avv.Avv.Valeria BottiValeria Botti

Buon Natale!

Buone Feste!

L’Associazione LYCEUM, nell’ambito della sua pro-grammazione annuale, Ci ha regalato un meraviglioso concerto “Tra il serio e il faceto”, nell’area expo del-la Pandurera, con Andrea Bianchi, tenore, Alberto Bianchi, basso, accompagnati al pianoforte da Ma-ria Laura Berardo, con brani di G. Donizetti, U. Gior-dano, W.A. Mozart, G. Puccini, G. Rossini, F.P. Tosti, G. Verdi.

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NATALE 2019 Famiglia Centese pag. 10

Per secoli ha costituito per le classi meno abbienti, ma non solo, un sostegno si-curo nei momenti del bisogno, venendo

considerato come una sorta di ultima spiag-gia. Il pegno, invece, se riscattato, poteva servire per altri momenti diffi cili, il che di-mostra quanto possa, ancora oggi, rappre-sentare una valvola di sicurezza per potere ripartire. L’occasione di questo articolo mi è stata for-nita grazie alla gentile e lungimirante conces-sione della Direzione della Cassa di risparmio di Cento di potere visionare e consultare i Re-gistri storici del Sacro Monte di Pietà di Cen-to dal 1819 al 1904, conservati presso l’Ar-chivio della Cassa stessa. Ringrazio il sig. Giuseppe Roccato, responsabile dell’Archi-vio, per avere richiesto la mia collaborazione, per la disponibilità, l’entusiasmo e il supporto fornitomi nell’esame di detti Registri.. Nel settembre 1819 avvenne il trasloco dei pegni dal vecchio Monte di Pietà, nell’Orato-rio di San Michele in piazza, al nuovo stabi-le, vicino alla Collegiata di San Biagio, i cui lavori , iniziati nel 1794, erano terminati da poco. L’edifi cio oggi è la sede della Pinaco-teca civica.Nel contempo, il sig. Roccato mi chiedeva se potevo essere interessato all’argomento, co-noscendo la mia passione per queste ricerche. Accettai di slancio: anni addietro avevo molto apprezzato i lavori sull’argomento di Marco Cecchelli, Didaco Tangerini e Antonio Orsini: era la prima volta, però, che mi confrontavo con i documenti. Questo suo invito seguiva a poca distanza da un’altra operazione archivi-stica. Ordinando, infatti, su incarico della fa-miglia, l’archivio del caro prof. Guido Vanci-ni, con il quale ho collaborato per 42 anni, mi ero imbattuto in una carpetta dal titolo “1884 Concorso a Capo Montista del Sacro Monte di Pietà”. La lettura di quelle carte alimentò vari interrogativi: come mai un candidato era nientemeno che un conte Chiarelli, perché ai vertici dell’Amministrazione fi guravano i più bei nomi della società centese?Quel trasloco, poi, dovette costituire un’ope-razione molto importante se Antonio Orsini, nel suo Diario Centese 1796/1887, riportò per il 1819 solo due eventi: il trasloco appun-to dei 2.583 pegni per un valore di impegno di 2.086 scudi e la detenzione nella Rocca del famigerato bandito Antonio Gasparo-ni. D’accordo con il sig. Roccato abbiamo chiesto ed ottenuto il permesso di potere vi-sionare questa documentazione, convinti che la storia del Sacro Monte di Pietà ci avrebbe offerto tanti spunti interessanti per la storia non solo della nostra città ma anche della nostra Nazione. Seguiamo ora le varie fasi dell’operazione sulle carte dell’Archivio. Il Priore di turno, Francesco Facchini, il 21 settembre convoca “nella sede dell’Ospitale” gli amministratori, don Filippo Bergamaschi, Giovan Maria Filippetti, Stefano Tiazzi, don Telesforo Tangerini, dr. Giuseppe Crescimbe-ni, Antonio Bagni, Vittore Candi. Comunica loro la lettera dell’Arcivescovo con la quale approva il trasloco, invitandoli a predisporre “quei mezzi e quelle cautele” che stimeranno opportuni per la sicurezza dell’operazione, che inizierà il 27:un inventario dei pegni, formato con l’assi-stenza di due amministratori, del Montista o di un suo delegato;ogni carico sarà accompagnato da una “nota parziale”, che verrà riconosciuta all’atto della consegna nel nuovo Monte a due amministra-tori e a un delegato del Montista;l’inventario e la nota di consegna saranno sot-toscritti dagli amministratori assistenti e dal Montista;vengono poi stabiliti i turni di assistenza per il Lunedì e il Martedì, mentre il Priore di turno reperirà gli uomini occorrenti al trasporto, gli scritturali, prendendo ulteriori disposizioni che le circostanze richiederanno.Le operazioni di trasloco, causa il battesi-mo ad una catecumena da parte del Cardi-nale, iniziarono il 28 mattina, ripresero e si conclusero alle 4 pomeridiane del 29. I pe-gni furono in tutto 2583, per un valore di scudi romani 2.086, 99 bajocchi, 8 denari. Il Montista Stefano Ficatelli delegò a suoi rappresentanti Andrea Monari e Giovanni Ficatelli.

Questa operazione di trasloco è precedu-ta da due atti molto importanti del Card. Carlo Oppizzoni, che ridisegnano la fi sca-lità della Diocesi bolognese:con il Decreto 7 febbraio 1817 si stabili-sce che il 28 febbraio termina l’esercizio dell’attuale Congregazione di Carità e del-

le sue Aziende. Dal 1 marzo vengono attivate Amministra-zioni apposite: per l’Ospedale, presieduta dall’Arciprete di San Biagio, affi ancato dal Gonfaloniere loca-le marchese canonico Bartolomeo Rusconi, dal conte Bartolomeo Chiarelli Pannini, da Giulio Cesare Dondini, da Antonio Bagni e da Antonio Galluppi; per gli Orfanotrofi maschili e femminili, presieduti dall’Arciprete di San Biagio, af-fi ancato dal Rettore della chiesa di San Roc-co, dal marchese dott. Francesco Rusconi, dal dott. Giuseppe Crescimbeni, da don Telesfo-ro Tangerini, da Paolo Baroni, da Giuseppe Candi;per il Sacro Monte di Pietà così composta: Gonfaloniere locale marchese canonico Bar-tolomeo Rusconi, Gio Maria Filippetti, Paolo Guidicini, conte Ignazio Cremona, Stefano Tiazzi, conte Bartolomeo Chiarelli, Giacomo Candi, don Telesforo Tangerini, don Filippo Bergamaschi, Antonio Bagni, dott. Giuseppe Crescimbeni. Affi nché la vigilanza sia effet-tuata al meglio sull’andamento interno e le necessità del Pio Istituto, la nuova Ammini-strazione attiverà un Priorato con un turno mensile da parte degli stessi amministratori. L’Arciprete di San Biagio e il Gonfaloniere sorveglieranno che tutto si svolga secondo le precise indicazioni del Decreto.

Circolare della Congregazione Consultiva prot. N° 1113:“Per sostenere le spese d’uffi cio della Nostra Congregazione Consultiva per i Luoghi Pii, abbiamo imposto, colle facoltà accordateci da N.S. mediante dispaccio della Segreteria di Stato in data 6 settembre 1815, una tassa proporzionata alle rendite di ogni Pio Luo-go, la quale ebbe cominciamento col 1 set-tembre 1815. Non essendo giusto che que-sto peso, sebbene tenue, gravitasse sui soli Luoghi Pii della Città, fu sempre intenzione nostra di estenderla anche alle diverse am-ministrazioni della nostra Diocesi, ed aspet-tammo ad eseguire ciò quando fossimo stati bene informati della capacità delle diverse Aziende. Essendo Noi ora in grado di cono-scere appunto quanto può sostenere codesta Azienda, abbiamo fi ssato che essa paghi per il triennio 1816, 1817, 1818 scudi 12, e questo entro il prossimo mese di Dicembre. Per l’anno venturo pagherà soltanto la ter-za parte della indicata somma. Il pagamento sarà fatto nelle mani del sig. Lorenzo Cor-neti, cassiere presso l’Opera Pia Vergogno-si in due eguali rate, e cioè la metà in ogni scadenza di semestre, e così successivamente sino a nuove disposizioni. Avendo con questa misura sollevato in parte le Aziende de’ Luo-ghi Pii della Città, le quali con anticipato disborso hanno supplito per le altre Aziende Pie della Diocesi, speriamo di potere anche nel progresso di tempo diminuire la quota per le Aziende Pie della Diocesi stessa di mano in mano che dietro gli opportuni dati, si potrà estendere questa quota anche ad ul-teriori Aziende.Persuasi che le Signorie Loro, conosciuta per una parte la giustizia della corrisposta, e per l’altra la tenuità della stabilita misu-ra di questo onere, si faranno un dovere di prontamente eseguirne il pagamento a cari-co proporzionato delle singole amministrate Aziende, e con eguale precisione e puntualità soddisferanno come sopra li successivi paga-menti, rifl ettendo come queste somme sono necessarie, e servono al disbrigo degli affari a vantaggio e bene delle Aziende medesime.Auguriamo alle Signorie Loro con stima ogni prosperitàBologna 23 novembre 1818 C. Card. Oppiz-zoni Arciv.”

Giuseppe Sitta

Che cosa si impegna?

La fonte per questi dati è il I° volume delle Sedute e Visite 1819-1846. L’inventario, nel dettaglio, si compone di 105 pagine, che elen-cano le generalità del prestatore, la descrizio-ne, il valore e la provenienza del pegno; ul-teriori tre pagine descrivono le attrezzature e i mobili del Monte di Pietà. Anche se questi dati, ogni pagina elenca 23 pegni, non consen-tono l’esattezza di un modello matematico, in quanto la fonte stessa è parziale, forniscono tuttavia sia le tipologie più ricorrenti degli og-getti impegnati, del loro valore medio e delle variazioni subite nel triennio 1817-1819, sia un quadro molto realistico della situazione socio economica del Centese.

Giuseppe Roccato

IL MONTE DI PIETÀ, UNʼISTITUZIONE DA NON DIMENTICAREa cura di Giuseppe Roccato e Giuseppe Sitta

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Famiglia Centese NATALE 2019 pag. 11

Per 40 anni hanno ingentilito con il loro lavoro la piazza Guerci-no, per anni privata del suo ti-

tolare. Sono state fra i primi esempi di imprenditoria tutta al femmini-le, favorita, ancora una volta dalle Scuole Taddia con l’apertura della

Sezione Commerciale, frequentata per lo più da ragazze, e dalla Scuola Morisi, anche se più fi nalizzate alla formazione di personale impiegati-zio, fornendo così alla donna un’al-ternativa al duro lavoro nei campi e al lavoro domestico come magliaie. Era scritto che Carla ed Elisa si sa-rebbero incontrate, perché tante cose le accomunavano:le Scuole Taddiainiziano a lavorare subito dopo le Scuolela voglia di mettersi in giocoinfi ne, in un certo senso, la musica.Ma conosciamole più da vicino. Carla nasce a Cento da Roberto Fortini ed Elsa Bagnoli il 31 mag-gio 1943, Delle “Pascoli” ricorda le maestre Borghi e Guernelli. Nell’a.s. 1954/55 si iscrive alle “Taddia”, Se-zione commerciale, al termine delle quali la mamma le cerca un’occu-pazione per l’estate. Incontra la sig.ra Franca dei Magazzini “Al Rispar-mio”, allora ubicati in via Provenza-li, chiedendole se aveva bisogno di un aiuto. Viene accettata anche per i buoni uffi ci della sua amica Anna, che spende buone parole con i pro-prietari. Carla ricorda così i suoi ini-zi: “i primi giorni non furono facili. Quando entravano i clienti mi na-scondevo sotto il banco, anche per-ché ero molto timida e non sapevo dove mettere le mani”. Poi, a poco a poco, prende confi denza con la gen-te e la grande quantità e varietà delle merci non ebbero più segreti per lei, riuscendo a ribaltare l’iniziale giudi-zio negativo dei proprietari, i quali, senza mezze parole, avevano senten-ziato che Carla non era assoluta-mente tagliata per quel mestiere. Poi dovettero ricredersi, al punto che le accordarono fi ducia e responsabi-lità crescenti nella gestione dell’atti-vità. A Carla, spetta il merito di avere favorito l’assunzione dell’Elisa, con la quale farà coppia fi no al 31 dicem-bre 2018, per ben 62 anni!Dopo la chiusura dei Magazzini Al Risparmio, trasferitisi ormai da anni

in piazza Guercino, infatti, Carla ed Elisa subentrano ai sigg.ri Adriano e Laura Soffritti, titolari del negozio adiacente di fi ori nella stessa piazza Guercino. Carla, prima di comincia-re, frequenta per tre mesi due, tre vol-te alla settimana corsi di preparazio-ne in una grande serra a Bologna, in via della Barca. Al pomeriggio l’ac-compagnava il sig. Otello Munerati, autista di piazza, il viaggio di ritorno spettava al fi danzato Franco Vitali, che nel 1966 diventerà suo marito. Quando la sig.ra Laura vede come Carla tratta i fi ori, sentenzia:” Qui metterai le radici”.Carla ricorda con affetto il nonno

Alceste e la nonna Cesira. Il nonno è stato per una vita campanaro in tutte le feste a Penzale.Amava dire che andava a parlare con le campa-ne, che chiamava per nome. Suonava le campane mescolando opportuna-mente i nomi dei Santi, Pietro, Pa-olo, Petronio, inventando per ogni suonata delle fi lastrocche. Ad Alce-ste fu riservato un onore tutto parti-colare: abitava nel palazzo Balboni, di fronte alla chiesina del Prato Fio-rito: qui, quando morì, la sua salma, prima della sepoltura nel Cimitero di Penzale, sostò per la notte. Elisa nasce a Cento il 19 gennaio 1946 da Alfredo Barotti e Gabriella Malagodi. Ricordando la sua nasci-ta, si dice fi glia dei festeggiamenti della Liberazione! Dopo le “Pasco-li”, si iscrive alle “Taddia”, Sezione Commerciale, interrompendole al II° anno, per una malattia dell’infanzia che la costringe a molte assenze, per le quali viene rimandata a Settembre in tutte le materie. MaElisa non si presenta all’esame, perché coglie al volo l’occasione di fare la commessa ai Magazzini “Al Risparmio”. Mam-ma Gabriella non è d’accordo su questa scelta, anche perché è scettica sulle sue possibilità di assunzione. Dopo la prima settimana di prova, invece, viene convocata per il Lune-dì successivo, con grande meraviglia di tutti. Ricorda Elisa: “per me, ra-gazzina di 14 anni, fu una gioia im-mensa ritirare il primo stipendio di 14.000 lire”. Dall’incontro con Carla ai Magazzini Al Risparmio e gli anni al “Centerfl ora”, sem-pre con l’amica Carla, passano 62 anni: il saluto alla clientela negli ultimi mesi del 2018 suscita anco-ra una certa commozione e la dice lunga sul loro impegno comune:

“a malincuore si cede l’attività”.Anche Elisa desidera ricordare sia il nonno Edmondo, valente ebanista, autore, fra l’altro, dell’arredamen-to del Caffè Italia negli anni ’20, sia il fatto che la sua famiglia, fi n dall’apertura del Teatro comunale nel 1861, visse nel Teatro come cu-stode fi no al 2000, a cominciare dal bisnonno Giuseppe fi no alla sorella Cesarina. Da qui nasce il suo grande amore per il Teatro in tutte le sue espressioni, dalla lirica, al balletto, alle com-medie: sua aspirazione era la danza classica. Poi Elisa nel 2003 vive un’altra esperienza meravigliosa. I suoi interessi per il Teatro la porta-no ad amare la lettura e ad appassio-narsi ai quiz, che segue sia per radio che per televisione. Dopo la telefo-nata a Canale 5, fatta più per gioco che per convinzione, viene contat-tata telefonicamente a casa, per la prima selezione. Deve rispondere a

28 domande, potendo commettere non più di tre errori. Superata la pri-ma, passa alla seconda, a Bologna, nell’albergo/ristorante “I tre vecchi”: viene interrogata dal notaio Pellegri-ni, più noto come “signor No” nelle trasmissioni a quiz di Mike Buon-giorno. Superato anche questo ostacolo, dopo appena un mese viene convo-cata a Canale 5, pensate un pochino, l’8 Settembre, giorno di fi era , a Cen-to, nella trasmissione “Se vuoi esse-re milionario”. E fu un successo!

Giuseppe Sitta

CARLA CARLA ED ELISAED ELISA

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NATALE 2019 Famiglia Centese pag. 12

C’è stata un’epoca a Cento at-torno al cambio di secolo, ma che sembra lontanissima, in

cui la cultura era fortemente sentita e in molti ne parlavano anche nelle Istituzioni. Campeggiavano fi gure di studiosi medievisti primo fra i quali il compianto mons. Antonio Sama-ritani, la grande attività di organiz-zatore di cultura (Centro studi Ba-ruffaldi) di mons.Salvatore Baviera arciprete della nostra Collegiata, la Partecipanza agraria sotto la presi-denza di Renato Borgatti con i Con-siglieri tutti e la segreteria generale dell’arch. Alessandro Tassinari che promosse importanti studi e pubbli-cazioni, il Distretto scolastico diret-to dalla prof. Maria Cariani Censi, la Cassa di risparmio di Cento e sua Fondazione e anche la consorella di Ferrara ,che promossero la riprodu-zione in anastatica di opere impor-tanti come le memorie dell’Erri e dell’Orsini.I nominati Baviera, Samaritani ,Bor-gatti e Censi fecero quasi miracolo-samente convergere nella nostra città dozzine di studiosi di fama organiz-zando conferenze , convegni e pub-blicazioni di opere come non si era mai visto, nella nostra città.Anche le Amministrazioni rette dai sindaci Albertini, Fava e Bregoli attuarono restauri (non ristruttura-zioni, prego) come quelli di Palazzo del Governatore, p.ta Pieve e, mas-

simo, quello della Rocca e il tutto per centinaia e centinaia di milioni (lire). E’ ovvio che tutto si origina-va dall’atmosfera che si respirava. Si commetteva anche qualche errore come il mancato recupero del pozzo medievale al doppio portico di piaz-za, fi nalmente riaperto (Albertini) o la parte più antica della Rocca (lato sud-est), forse per errore di preventi-vo? (Fava e Bregoli?). La Provincia restaurò lo stupendo palazzo Tagliavini Tassinari e lo consegnò al Patrimoni studi per la Biblioteca comunale. E’ naturale che tutto questo era il frutto di un’atmosfera palpabile di fervente interesse.Persino un’amministrazione di de-stra (Tuzet) con l’opera dell’assesso-re Biancardi organizzò un convegno di studi sulla Resistenza (sic).Tutto quanto sopraddetto (e qualco-sa avremo pure dimenticato) pare defi nitivamente chiuso in quanto il mondo, non soltanto centese, è radi-calmente cambiato con la rotazione generazionale e politica. Per dire, la stessa rete dei caffè (in primis il caf-fè” Italia”) hanno chiuso l’un dietro l’altro lasciando luogo ai freddi bar “bevi e fuggi”, salvo tavolini estivi.Certo è abbastanza naturale datare l’inizio della stagione di cui stiamo parlando dalla grande mostra per il IV centenario della nascita del Guer-cino (del e non di) grande artista del

Barocco bolognese assieme al suo concorrente “il divino “ Guido Reni. A proposito di questi precisiamo che non ci riteniamo preparati cultural-mente per scriverne. La residenza deputata al nostro gran-de artista, ossia la Pinacoteca, atten-de da troppi anni di essere restaurata (sette anni sono già passati dal terre-moto) e fra gare d’appalto, e assegna-zione ed esecuzione dei lavori, se si decidesse oggi, ne passerebbero altri cinque o sei, al minimo.Totale una dozzina d’anni, ripetia-mo: come minimo. Questo peraltro può giustifi care come sede semiper-manente la ex chiesa di S. Lorenzo dove per la verità lo spazio esposi-tivo non abbonda di certo e la rico-struzione tipo stand fi eristico della cappella del Guercino fa rimpiangere la mancata riapertura di quel gioiello barocco che è la chiesa del Rosario,

chiusa probabilmente ancora per de-cenni, di questo passo. Comunque, il buon padre di fami-glia ripartisce i fondi a disposizione a tutti i fi gli suoi, preferendo forse i più capaci (nel caso in discorso l’im-portanza del monumento nella me-moria della Comunità).La Rocca del castello ( e non il ca-stello della Rocca come poco scien-tifi camente recano le scritte sulle ta-belle turistiche e certe guide locali, seguendo un andazzo di origine otto-centesca, locale e non solo, pensiamo al caso di Ferrara e altri ma, come si sa mal comune etc.) per la qualeesattamente un anno fa pubblicammo su questo giornale diverse immagini commentate (che ripubblichiamo) comprovanti lo sbriciolamento del muro all’angolo Sud-Est al di là del

quale si intravvede un terrapieno di argilla solamente. Inspiegabilmente questo settore non venne toccato dai restauratori competentissimi della ferrarese U.TE.CO. come pure di-menticato durante i lavori di consoli-damento del tetto dopo il terremoto quando furono spese centinaia di migliaia di euro.Lo stesso vale per le fondamenta del rivellino del torrione. Evidente-mente né prima né poi nessuno dei responsabili si è mai preso la briga di fare anche un solo giro completo attorno al monumento. Quando si dice l’irrilevanza della stampa no-nostante le 5mila copie distribuite e i 10mila lettori , come minimo. Sa-rebbe bello che qualche volenteroso responsabile pensasse alla memoria storica e politica della Comunità la cui perdita ridurrebbe la medesima al livello vegetativo come accade con certe maledette malattie. Si pensi solo alle lotte dei centesi per la libertà, contro i Gozzadini-Visconti ai primi del Quattrocento, quando “i nostri”vinsero trionfalmente. Poi la distruzione della fortezza con la successiva ricostruzione con i sol-di incassati dai centesi ai quali era stato venduto il Malaffi tto sotto il pontifi cato di Pio II Piccolomini, Grande del rinascimento (1460). Storicamente recente la reclusione nelle sue celle di tanti antifascisti centesi benemeriti della nostra indu-strializzazione quali sono stati Ugo Martelli (VM), Luigi “Gigetto” Go-voni (macellazione industriale), Nef-ta Grimaldi (spettacolo), la famiglia Bonora (motori elettrici e fonderia) e tanti altri. Dopo tutto quello che si chiede è spesa relativamente limitata se paragonata a quelle passate. Anche la progettata sistemazio-ne semi-stabile degli affreschi del Guercino distaccati in case centesi, avrebbe collocazione in una sede ri-pulita nell’aspetto e pure più solida e sicura.RICONOSCIMENTI E RINGRAZIAMENTIAndrea Gilli per concessione foto della cella,la cortesia degli Archivisti comunali Mariateresa Alberti, Paolo Govoni e Diego Paganelli.

AVVISO AL LETTORE: Le foto di questa pagina sono una ripetizione del numero di Natale 2018

E LA POVERA ROCCA “DEL CASTELLO”?IL PIÙ ANTICO MONUMENTO CENTESE CHIEDE ATTENZIONE! E POCHI EURO ANCORA DOPO LE

CENTINAIA DI MIGLIAIA GIÀ SPESI NEGLI ULTIMI 25 ANNIGaleazzo Gamberini

Rocca, lato Sud. Resti del rivellino in sfaldamento. Questi mattoni erano fab-bricati con terra argillosa ricavata sul posto e cotti nelle tradizionali forna-cette a legna in uso fi no all’inizio del Novecento quando entrarono in produ-zione le grandi fornaci tipo Hofmann ubicate sull’antico corso del Reno, dette “fornacioni”.Nel medioevo non era praticamente possibile trasportare a distanza grandi quantità di mattoni per carenza di vie di comunicazioni e di mezzi di trasporto che non fossero barche.Ma non c’era ancora il Canale che verrà scavato sol-tanto 150 anni dopo l’edifi cazione della Rocca (secondo decennio del ‘500).

Rocca, vista da Sud. Muri dell’antico rivellino venuti in luce con gli scavi degli anni intorno al 2000. La par-te più antica è quella del Torrione e, a destra , la parte senza fi nestre. La parte a sinistra è del quattro-cinquecento (epoca del card. Calan-drini) essendo papa Pio II.Papa Giulio II vi abitò durante le sue operazioni militari nel modenese..Le fi nestre protette da “bocche di lupo” sono i segni lasciati dall’uso carcerario plurisecolare; questo se-gno è destinato in breve a scompari-re perché corroso dalla ruggine. Ba-sterebbe una pennellata di apposita antiruggine del costo di pochi euro.

Rocca, lato Ovest (scuole Pascoli). Prove di ripristino dell’intonaco che rivestiva la fortezza in antico. (Tutti gli edifi ci un tempo erano intonacati per una maggiore protezione dalla pioggia). A ben guardare, nelle parti meno esposte alle intemperie, è an-cora visibile qualche lembo dell’in-tonaco del XVI secolo.A sinistra nella foto è visibile una fi nestrella del piano seminterrato, ora sede della biblioteca comunale. Basterebbero poche ore di lavoro per scalpellare i resti di questi espe-rimenti che conferiscono uno sgra-devole effetto di cantiere sempre in corso.

Rocca di Cento. Lato Sud. Resti del rivellino. Questo era la torre esterna ri-spetto al torrione e serviva per appoggio del ponte levatoio quando abbassa-to ossia aperto. È stato messo in luce dagli scavi anni ‘90 dello scorso secolo. I muri lasciati senza protezione alla sommità si stanno sgretolando a causa degli agenti atmosferici: basterebbe un colmo di calce a fare da spiovente per le piogge. Forse sarebbe stato meglio ricoprirli?

Muro tagliato nell’angolo vicino alla grondaia, per fare uscire un tubo moderno e mai richiuso. È questa la parte più antica della Rocca costrui-ta dal Comune di Bologna che aveva affi ttato Cento e Pieve dal Vescovo di Bologna, signore territoriale. Il Vescovo non riusciva più a control-lare l’ordine pubblico locale. Ci fu-rono all’epoca molte questioni fra Vescovo e Comune di Bologna.

Angolo Sud- Est della Rocca. E’ forse la parte più antica (1378), quella prospi-ciente il complesso ex Valentini (arch. Zacchiroli). L’antico muro si sta sbricio-lando ogni giorno di più. Non si capisce come non sia stato restaurato assieme al resto dell’ edifi cio. Oppure è il risultato di successivi vandalismi al fi ne di ri-cavarne antichi mattoni per usi privati? Notare anche una riparazione (orrenda) con stuccatura di calce bianca (!) sicuramente non fatta dalla ditta appaltante i lavori di tutto il complesso, specializzata in restauri. O forse si erano già fi niti gli stanziamenti? È un resto superstite della prima costruzione medievale, forse.

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Famiglia Centese NATALE 2019 pag. 13

Pianta della suddi-visione interna del 2° piano e del Tor-rione. Segnata con ( ) la cella per le donne ben sepa-rata.... La cella di punizione detta “camra bura” era al piano interra-to del torrione. L’organizzazione a carcere databile all’epoca napoleo-nica (molti religio-si carcerati) venne ristrutturata dal governo papalino nel 1845 e ancora subì cambiamenti negli anni post- unitari.Nella torre d’an-golo a sinistra (nord-est) c’era la cella per i detenuti in transito.Dall’epoca uni-taria (1861) il carcere divenne “Succursale” cioè di Stato e quindi vigilato all’esterno da truppa (una compagnia di fanteria ) acquartierata alla caserma S. Pietro. C’erano anche civili in servizio chia-mati “secondini” che facevano la vigilanza interna. Essi conducevano sostanzialmente la vita dei reclusi.Fra il 1915 e il 1917 vi furono rinchiusi fi no a 700 (sic!) militari austroungarici cattu-rati che dovettero vivere ammassati l’uno sull’altro in condizioni spaventose prima che l’autorità decidesse di far fare loro una doccia alla caserma S. Pietro e ciò a seguito di una minaccia di epidemie, specialmente di encefalite letargica (nòna ,in dialetto). Nel 1918 fortunatamente questi disgraziati vennero mandati per lavori di sterro alla vicina Bonifi ca renana. Il carcere divenne poi Mandamentale, ossia del Mandamento di Cento che comprendeva i comuni di S. Agostino, Pieve e Poggiorenatico che contribuivano alle spese. La vigilanza era affi data ad una sola famiglia di custodi. Chiuse nel 1970 ca. per decisione statale. Ormai non c’erano più detenuti a pene minime a causa della ri-forma del codice penale. Al momento c’era soltanto un centese condannato dal Pretore: era visibile alzando una botola aperta nel pavimento del secondo piano parzialmente conservata nel restauro.

La Rocca , 1880. E’ sostanzialmente quella giunta fi no alla fi ne del Novecento. Cambiato tutto l’ambiente intorno al nostro monumento massimo. Con il restauro sono scomparse le tamponatu-re (forse seicentesche) degli spazi intermerlari, con perdita notevole d’imponenza, purtroppo.All’estrema destra della foto l’ultimo mozzicone della porta del Giglio demolita poco dopo e sosti-tuita da un cancello con funzioni daziarie. A sinistra il Molino comunale ad acqua che utilizzava come forza motrice un salto d’acqua del Canalino che lo sfi orava, prima della tombinatura degli anni 1970.

W la libertà 1945Dopo il ventennale uso fattone sugli antifascisti venne l’ora del ribaltone il 23/4/45, quando arrivarono ame-ricani da sud e lancieri inglesi da est che ci liberarono dai nazisti e dai fascisti. I partigiani della Brigata “Rizzieri” (ex “Rispoli”) rastrella-rono tutti i fascisti rimasti in zona rinchiudendoli nella Rocca. Signi-fi cativo il graffi to fatto sulla cella da una nota brigatista nera centese. Nella cella si era accorta del valore della libertà (vedi ). Per ovvie ra-gioni abbiamo cancellato nome e co-gnome lasciando però la data (vedi

). Le brigate nere non erano un corpo militare, ma politico anche se arlmato ove entravano volontaria-mente fascisti di tutte le età e sesso. Tutti questi politici vennero trasferiti in campi al Sud nei quali rimasero fi no all’autunno. In generale essi vennero rilasciati nell’autunno sal-vo quelli passati alle carceri rego-lari per il processo. Poi vennero le amnistie dal ’46 al ‘53.

La Rocca dopo il 1934. E’ già presente il Molino “ad alta macinazione” realizzato dal Comune su progetto dell’ing. A. Carpeggiani (1911). Anche la parte più alta dell’edifi cio di sinistra del complesso (5 piani!) era connessa alla nuova macinazione. La parte più bassa è l’abitazione dei proprietari cui il Comune l’aveva prima affi ttato poi ceduto (1938?). Stridente il contrasto fra la Rocca e l’edifi cio industriale come lo è il razionalismo della villetta odierna. Gli alberi e il prato sono quelli cancellati recentemente con la selciata in sassi di fi ume come lo erano del resto le strade centesi prima dell’asfal-tatura effettuata fra il 1945 e il 1960. Il Guercino è tornato nella sua piazza (2005). La costruzione sulla sinistra è l’antica caserma dei carabinieri, malridotta dal terremoto del 2012.

La Rocca ai primi del ‘900. Si notano ancora ampie chiazze dell’antico intonaco. I mattoni a vi-sta sono “invenzione” Ottocentesca (come del resto le sculture divenute bianche soltanto perché avevano perso il colore durante i secoli). I comignoli sono presenti solamente sull’appartamento del custode e non per le celle di detenzione (lato ds.) o del corpo di guardia (lato sn.). La lanterna è a gas e lo sarà fi no al 1913 quando arriverà “la luce” (elettrica).

La Rocca a fi ne Ottocento. A destra visibile un pilastro e la cancellata (barriera daziaria) che avevano sostituito la porta del Giglio. In primo piano stesi ad asciugare i fi lati di canapa della tintoria che per il lavaggio utilizzava le acque del Canalino nel “Lavatoio delle tele”, pubblico, subito fuori della cancellata. Il pioppo cipressino e gli altri alberi sullo sfondo furono sostituiti dagli attuali platani, nel 1935, dal podestà conte Chiarelli. L’alta ciminiera che spunta alle spalle della Rocca, a sinistra, è quella del Molino comunale, utilizzante ormai la forza del vapore e non più quella dell’acqua.

La struttura interna della Rocca nel 1845 quando è diventa-ta carcere di Stato (pontifi cio).La parte destra è suddivisa in cameroni che rinchiudevano accalcati i detenuti di basso ceto sociale. A sinistra sono le camere dei guardiani o della truppa per la vigilanza. Le celle private o “segrete” per i ceti più distinti erano ubi-cate nel torrione. La cella segnata con (<) era la cella comune femminile.Il piccolo edifi cio nel cortile era il pozzo dell’”acqua buo-na”. Le “segrete” avevano il “bugliolo” (secchio) per le necessità fi siche mentre le collettive (cameroni comuni) erano dotate di latrine con discesa tramite tubi di cotto all’interno del muro e non c’era , ovviamente , l’acqua e i sifoni di chiusura.

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NATALE 2019 Famiglia Centese pag. 14

“Non ci siamo mai fermati”. E’ que-sta una delle frasi

più pronunciate da tutti i dipen-denti della Cassa di Risparmio di Cento, dalla Dirigenza e dal Consiglio di Amministrazio-ne della Banca a seguito della conclusione della trattativa tra la Fondazione Caricento e la Banca Popolare di Sondrio.

Del tutto inaspettato, lo stop è arrivato per motivazioni to-talmente estranee alla Cassa di Risparmio di Cento SpA. Come informa il comunicato stampa diffuso dalla Banca Popolare di Sondrio lo scor-so 17 ottobre, l’operazione di integrazione si sarebbe con-clusa solo dopo le prescritte autorizzazioni da parte degli organi di vigilanza. Da ultimo, la Banca Centrale Europea non ha consentito alla BPS di procedere con l’operazione, identifi cando quale priorità per la Banca Valtellinese, la riduzione dell’ammontare di NPL - crediti deteriorati - pre-senti nel suo bilancio.

Il Consiglio di Amministra-zione della Cassa e tutti i suoi dipendenti hanno immediata-mente preso atto di quanto ac-caduto, poiché nel corso degli

ultimi due anni la Cassa non si è mai fermata, grazie al lavoro ed alle competenze del proprio personale ed alla fi ducia della clientela. Infatti, dall’inizio del 2017 ad oggi, la Cassa ha aperto oltre 4.500 conti cor-renti ed è stata scelta da quasi 12.000 nuovi clienti che pos-sono contare su una rete di 47 sportelli ed oltre 60 consulenti fi nanziari, specializzati nel servire risparmiatori ed impre-se nei territori nei quali opera, oltre a fornire servizi digitali evoluti per svolgere in autono-mia le operazioni bancarie.

LA SOLIDITÀ AL PRIMO POSTO Da diversi anni, inoltre, la Cas-sa ha deciso di lavorare con decisione sulla solidità e sulla riduzione dell’esposizione nei confronti dei crediti deteriora-ti, raggiungendo un NPL Ratio - rapporto prestiti deteriorati su prestiti totali - pari al 7,96% ed un CET1 - coeffi ciente di capitalizzazione - al 12,54% (dati al 30/06/2019). Entrambi indicatori al di sopra dei re-quisiti richiesti dagli organi di vigilanza.

PIANO INDUSTRIALECome annunciato in un re-cente comunicato stampa, il

Consiglio di Amministrazio-ne della Cassa ha selezionato l’advisor che guiderà la Cas-sa nella predisposizione del piano industriale 2020-2022. Sarà KPMG, nota società di consulenza che collabora con banche ed aziende nazionali e multinazionali, ad accom-pagnare Caricento nella de-fi nizione delle strategie che condurranno la creazione del piano industriale.

L’obiettivo della Cassa rima-ne quello di rafforzare ulte-riormente la solidità, oltre ad identifi care nuove opportunità commerciali che arricchiscano l’offerta di soluzioni innova-tive per la clientela attuale e prospettica. Come sempre un occhio particolare sarà rivolto alla trasformazione digitale e alla semplifi cazione dei pro-cessi interni, con l’obiettivo di velocizzare ulteriormente la fi liera e snellire le procedure, nonché ottimizzare i servizi online per la Clientela.

Dopo la ricostituzione del Consiglio di Amministrazio-ne da effettuarsi nel corso dell’Assemblea Ordinaria dei Soci, prevista per il 6 dicem-bre, Caricento è pronta ad af-frontare il 2020.

Redazionale

CARICENTO AVANTI TUTTA: PRONTI PER IL 2020

IN LAVORAZIONE IL PIANO INDUSTRIALE CHE TRACCERÀ LA ROTTA DEI PROSSIMI 3 ANNI - IL DIRETTORE GENERALE

DAMIANO: “NON CI SIAMO MAI FERMATI” Buone Feste!

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Quest’anno il locale vanta ben quattro squadre di Soft Dart (freccette elettroniche) e

grande novità, una squadra di Steel Dart, il classico gioco su bersaglio tradizionale, che sta spopolando an-che in televisione.Inedita è la formazione per il Dart Club Adelante nel campionato F.I.G.F. (tradizionale), che raccoglie nuove leve e vecchie conoscenze dell’ambiente, che si cimenteranno per la prima volta insieme in questo lungo e diffi cile campionato che li vedrà giocare in tutti i pub da Bolo-gna a Rimini.Per la sezione Soft Dart che milita in FEDI, troviamo gli storici Adelante,

campioni regionali in carica di serie A; le donne de Le Adelantes, che pur non avendo una categoria dedicata, giocano nella competitiva serie B; i Supermagnani, ragazzi che dopo aver conquistato la serie A hanno deciso di unirsi al Circolo all’ini-zio dell’anno e i nuovissimi arrivati Micicio’s che militano in serie C. Il 9 ottobre è partita la fase regionale dei campionati Italiani e nella prima settimana di gioco hanno debuttato i Supermagnani contro i favoriti del girone 2 della serie A. I mantovani dei Magna Nebbia, giocatori forti e di esperienza battono 4-14 i ragazzi di casa che giocano comunque ad un buon livello, portando spesso gli

avversari al decider. Altro debutto sempre in casa per Le Adelantes, anch’esse contro i favoriti del giro-ne, gli Snoopy di Castel D’Argile. Le donne tengono testa agli avversa-ri fi no a metà partita, per poi cedere chiudendo la prestazione 6-12.Nella seconda settimana di gioco comincia l’avventura per la squa-dra punta di diamante del locale. Gli Adelante si impongono in casa con i bolognesi Dokoio Koio per 14-4. Nella giornata di giovedì 17 ottobre, debutta la nuova squadra del loca-le, i Micicio’s che vengono battuti 5-13 dai ben più esperti Nati Stan-chi. Per la nuova squadra, ancora senza il giocato-re più forte fuori per infortunio, ci sono comunque buone speranze di crescita. Per-dono anche le donne di casa, che giocano con-tro i Mai ‘na Gio-ia di Pilastrello, cedendo il passo 14-4 con una sola partita vinta per giocatrice. Con-quistano invece la prima vittoria dalla promozio-ne nella “Major League” i Su-permagnani che dopo un inizio in netto svantaggio, recuperano e su-

perano di misura ai doppi fi nali, le vecchie conoscenze dei Pausa paglia di Cento.Si sono svolte nel weekend 18/20 ottobre a Salsomaggiore le fi nali di Coppa Italia a cui erano qualifi cate due delle squadre del circolo Ade-lante di XII Morelli.I ragazzi le ragazze delle due squa-dre hanno fatto incetta di piazza-menti e coppe sia nei tornei satellite che nella competizione principale a squadre. Di seguito i risultati: Torneo di Doppio, categoria Femmi-nile:1° posto Barbara Osti/Michela Spi-

ga e 4° posto Annamaria Bonvicini/Cristina Pizzinat Torneo Nazionale Singolo: 2°posto serie A per Stefano Bucci, 9° posto serie A per Ales-sandro Cattabriga; 3°posto serie A Donne per Barbara Osti, 5°posto per Lisa Benati, 7° posto per Annamaria Bonvicini e Glenda Venturini. Torneo Lucky Looser a coppie: 4° posto serie B per la coppia Barbara Osti/Lisa Benati. Coppa Italia a squadre: le ragazze de Le Adelantes raggiungono un ottimo 5° posto in serie B mentre i ragaz-zi degli Adelante salgono sul podio piazzandosi 3° in serie A.Complimenti a tutti i partecipanti!!!

RICEVIAMO RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:E PUBBLICHIAMO:

DALLA BIBLIOTECA DI DALLA BIBLIOTECA DI RENAZZO RENAZZO

È stata inaugurata il 4 novem-bre alle 17, presso la Sala delle

Esposizioni della Biblioteca Comu-nale di Renazzo la mostra “Reste-ranno le case dove ormai non abita più nessuno”, organizzata dall’As-sessorato ai Servizi Bibliotecari in collaborazione con la stessa Biblio-teca di Renazzo e allestita a cura di Franca Mingotti. Trattasi di una mostra fotografi ca dove Franca Min-gotti espone numerosi scatti di case abbandonate delle nostre campagne, una testimonianza di un mondo agri-colo che non esiste più e anche, se vogliamo, della nostra storia.La mostra è rimasta allestita fi no al 22 novembre.Per informazioni 3713472732 oppu-re www.bibliorenazzo.eu

Si è tenuto il 26 ottobre alla Gipsoteca Vitali di Cento

il concerto per pianoforte “The perfection tour” di Karim Gou-da. Karim, quindicenne di Pog-gio Renatico, è conosciuto so-prattutto per i brillanti risultati sportivi, come la medaglia bron-zo agli europei giovanili di nuoto disputatisi in Finlandia, dove ha ottenuto diversi record di ca-tegoria e specialità. E’ in forze alla Circolo Canottieri Aniene di Roma, e con altrettanti buoni ri-sultati si cimenta con la musica, passione che l’ha portato ad esi-birsi pubblicamente nelle piazze di Zola Predosa, Poggio Renati-co e Biella.Ora farà il suo “debutto” a Cen-to dove presenterà alcune cover da lui interpretate. Il concerto è organizzato dalla Gipsoteca Vi-tali di Cento e dall’Associazione Mattia e i Suoi Amici

RICEVIAMO RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:E PUBBLICHIAMO:DALLA GIPSOTECA DALLA GIPSOTECA

VITALIVITALI

ACCOGLIAMO CON GIOIA QUESTA PUBBLICAZIONE DEI TESTAMENTI DI TASI, LA MA-ACCOGLIAMO CON GIOIA QUESTA PUBBLICAZIONE DEI TESTAMENTI DI TASI, LA MA-SCHERA DEL CARNEVALE DI CENTO, RICORDANDO ANCHE UN ALTRO PROTAGONISTA: SCHERA DEL CARNEVALE DI CENTO, RICORDANDO ANCHE UN ALTRO PROTAGONISTA: IL DOTT. ANTONIO CASANOVA, AL QUALE IL DOTTOR EDGARDO FALZONI GALLERANI IL DOTT. ANTONIO CASANOVA, AL QUALE IL DOTTOR EDGARDO FALZONI GALLERANI

HA DEDICATO QUESTA SIMPATICA ZIRUDELLAHA DEDICATO QUESTA SIMPATICA ZIRUDELLA

AL CIRCOLO ADELANTE DI XII MORELLI AL CIRCOLO ADELANTE DI XII MORELLI È AL VIA LA STAGIONE FRECCETTISTICAÈ AL VIA LA STAGIONE FRECCETTISTICA

Buon Natale!

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NATALE 2019 Famiglia Centese pag. 16

SETTEMBRE CENTESE

Al problema dl’immigraziòncome l’alterneres del stasònl’è da di secol na partidasemper tacheda e mai finidacreand spes el cundiziòn d’alimenter zerti tensiòngnir vissuda come un problemae come ogni cambi ed scenameter ados un quech pensirbrisa comed da digerir

gnigand a trueres in presenzad’un tip nov ed esperienzaas pol zunter dal materielal noster bagali culturelche tgnigandel agiornèascultand tanti diversitèed pont ed vesta d’upiniònas vin a creer el cundiziòned fer svanir zerti apatiadesder un poc la fantasiae ariver anc a c’al pontche col slargheres di orizont as posa acquisir c’al tip ed provache ogni sorta d’esperienza novala posa duneres la cunvinziònc’as sera na porta e as vera un purtòn

chi tira al co dla partecipanzaal pol afermer senza aroganzad’eser zenteis propi d’oregine vanteres d’eser considerè n’indegintot chi eter i en di imigrèchi sen talment ben integrèche anc si vinen da luntantranquilament lour i al saned pseir sustgnir in tota coscienzache al so sperit d’apartenenzaal daga inson mutiv per dubiter c’al sia brisa puli e sinzer

mè a son propi on ed quiache d’oregin a vegn da viamo esand nè in ste paeisam sent profondament zenteisan cred brisa d’eser razestamo un tanten campanilestaan ries brisa a negherela i’ò fini anc par dvinterelfen da puten in sta mia zitèè semper esisti del rivalitècarnevaleschi sportivi socielcome anc intl’ambit parochielchi feven ed Zènt na zitè vivaun tantèn spigolousa mo semper positiva

con l’event dal bùm economichin un mod brisa trop armonichcon l’ingrandires dla zitèfatalment è capitèal verificheres d’una procesiònche l’as pseva ciamer imigraziònis trasferiven in biciclètaa pia col caval con la carètai eren urtlan bruzai cuntadenmezader manvia o di fachenche però i drueven tot un linguagche in ogni so pasaga traspareva quel che i pensevene tot i capeven quel che i geven

l’immigrazion d’ades l’è ed na naturache per religion e per cultural’è luntan dal nostri tradiziòne la stà ciapand na dimensiònche sl’an vin brisa controledadifizilment la pol eser gestidae anc al dialèt costantemental sta suband un zert cambiamente am selta ados al mel ed panzada la pora che a la distanzaed ste pas la vaga a finir che al so destèn al sia ed sparir

poc de fa menter andeva in giracumpagnè dai mia pensirguidè da na zerta curiositèin diversi cà a i ò notèche atac a dimondi campanened quia quand era un puten

a gh’è di nom che an tgnòs brisaquesi gnanc òn che al s’arvisa

ai Balbòn ai Govoni ai Galaranai Fiuren ai Nanèn o ai Pirangnanc a fos gnu n’incanteisomed sti cugnom che per bateisomi deven la continuiteal famei storichi dla mia zitea per che i aven ciape al voulabandunand col caler dal soulquesi come per magiaal so nid come i sturnia

ades as cata di MoamedSaid Mustafà Assan e Calède tant eter senza fesa dimorache continuament in selta forache i àn pase spès i cunfènso i barcon da clandestènper zercher una chimeracl’as trova brisa so ste teraa v’àl degh in veriteavanz perples e sconzertea veder tanta zent tot i dè a riscered perder la veta in fond al mer

per capir al perchè i scapen viaforse bisgnarev turner indriafermeres un atom a penserche la coulpa l’as pol caterin c’al sbali fat in partenzada chi col bomb pèni d’inteligenzacon la scusa dal progressbandireda fen a l’ecessenza pudour i g’an asportetot i valur del so ziviltean fagandegh piò capirs’as pseva fer invezi ed murir

in una situazion acsè dramaticaper lour la soluzion piò praticasenza steregh a penserl’avanza quela d’emigrervers chi pais che con lungimiranzai an prove d’ogni sustanzacon poca coscienza e manc unouri an tgnu schiev a cà da loura subir di tip ed dittaturacalibredi toti a misura

che per generazion la i’à custreta subir e a ster zetal peis piò grand so la balanzaa l’à chi manovra la finanzai en lour che in zil in tera in meri deziden semper al da fersmurzandegh l’orgoli la volontel’amour propi e anc la dignitee l’onich quel chi sen gnu a trueri en i uc per pseir zigher

nueter zentis a sén cunventche nonostant i cambiamentun anta d’ogni nostra portala posa cuntinuer a eser avertachi sien zal o ros o nigheri g’àn tot al diret ed vivercontinuen a penser che so ste teraal sia brisa coi mur e con la guerache as parèa el diferenzo as risolva el divergenz

a vrev aveir al don dla magiae veder l’angostia e la frenesiatrasfurmeres in c’àl beneser dal tot specelche soul a viver insem in mod convivieloltre a duner la sereniteal sa trasmeter con generositeal profom la lus e al calourc’as prova quand a s’è a cà da lourdou ciacher un spuntèm un poc ed musical’avanza sicurament na formula magicacla impes al cor la lebera al zervelcreand cl’atmosfera coinvolgent e giovielche menter la ciapa e la bota viai guai i pensir e tot el malinconiatrasmitandes contemporaneamentche spès a basta un bon sentimentper veder la vèta in manira piò belaav strech in tn’abraz e a ser la zirudela.

L’ANGOLO DI MONDOL’ANGOLO DI MONDOSETTEMBRE CENTESE

Il problema dell’immigrazionecome l’alternarsi delle stagioniè da secoli una partitasempre cominciata e mai finitacreando spesso le condizionidi alimentare certe tensionivenire vissuta come un problemae come ogni cambio di scenamettere addosso un qualche pensieronon comodo da digerire

venendo a trovarsi in presenzadi un tipo nuovo di esperienzasi può aggiungere del materialeal nostro bagaglio culturaleche tenendolo aggiornatoascoltando tante diversitàdi punti di vista di opinionesi vengono a creare le condizionidi fare svanire certe apatiesvegliare un poco la fantasiae arrivare anche a quel puntoche con l’allargarsi di orizzontisi possa acquisire quel tipo di provache ogni sorta d’esperienza nuovapossa donare la convinzioneche si chiude una porta e si apre un portone

chi ottiene il capo della partecipanzapuò affermare senza arroganzadi essere centese proprio d’originee vantarsi di essere considerato un indigenotutti quegli altri sono degli immigratiche si sono talmente bene integratiche anche se vengono da lontanotranquillamente loro lo sannodi poter sostenere in tutta coscienzache il loro spirito di appartenenzadia nessun motivo per dubitareche non sia pulito e sincero

io sono proprio uno di quelliche di origine viene da viama essendo nato in questo paesemi sento profondamente centesenon credo di essere razzistama un tantino campanilistanon riesco a negarloho finito anche per diventarlofin da bambino in questa mia cittàsono sempre esistite delle rivalitàcarnevalesche sportive socialicome anche nell’ambito parrocchialeche facevano di Cento una città vivaun tantino spigolosa ma sempre positiva

con l’avvento del boom economicoin un modo non troppo armonicocon l’ingrandirsi della cittàfatalmente è capitatoil verificarsi di una processioneche si poteva chiamare immigrazionesi trasferivano in biciclettaa piedi col cavallo con la carrettaerano ortolani birocciai contadinimezzadri manovali o dei facchiniche però adoperavano tutti un linguaggioche in ogni suo passaggiotraspariva quello che pensavanoe tutti capivano quello che dicevano

l’immigrazione di adesso è di una naturache per religione e per culturaè lontana dalle nostre tradizionie sta prendendo una dimensioneche se non viene controllatadifficilmente può essere gestitae anche il dialetto costantementesta subendo un certo cambiamentomi salta addosso il mal di panciadalla paura che alla distanzadi questo passo vada a finireche il suo destino sia di sparire

pochi giorni fa mentre andavo in giroaccompagnato dai miei pensieriguidato da una certa curiositàin diverse case ho notatoche sopra a molti campanellidi quelli quando ero un bambino

ci sono dei nomi che non li conoscoquasi nessuno che si assomigli

ai Balboni ai Govoni ai Galleraniai Fiorini ai Nannini o ai Piranineanche fosse venuto un incantesimodi questi cognomi che per battesimodavano la continuitàalle famiglie storiche della mia cittàe sembra che abbiano preso il voloabbandonando con il calar del solequasi come per magiail suo nido come gli stornelli

adesso si trova dei MoamedSaid Mustafà Assan e Calede tanti altri senza fissa dimorache continuamente ne saltano fuoriche hanno passato spesso i confinisui barconi da clandestiniper cercare una chimerache non si trova su questa terrave lo dico in veritàrimango perplesso e sconcertatoa vedere tanta gente tutti i giorni a rischiaredi perdere la vita in fondo al mare

per capire il perchè scappano viaforse bisognerebbe tornare indietrofermarsi un attimo a pensareche la colpa si può trovarein quello sbaglio fatto in partenzada chi con le bombe piene di intelligenzacon la scusa del progressosbandierata fino all’eccessosenza pudore ha loro asportatotutti i valori della loro civiltànon facendo loro più capirese si poteva fare invece di morire.

in una situazione così drammaticaper loro la soluzione più pratcasenza starci a pensarerimane quella di emigrareverso quei paesi che con lungimiranzahanno privato di ogni sostanzacon poca coscienza e meno onorehanno tenuto schiavi a casa loroa subire dei tipi di dittaturacalibrate tutte a misura

che per generazioni li hanno costrettia subire e a stare zittiil peso più grande sulla bilancialo ha chi manovra la finanzasono loro che in cielo in terra e in maredecidono sempre il da farespegnendogli l’orgoglio la volontàl’amor proprio e anche la dignitàe l’unica cosa che si sono venuti a trovaresono gli occhi per poter piangere.

Noi centesi siamo convintiche nonostante i cambiamentiun’anta d’ogni nostra portapossa continuare a essere apertache siano gialli o rossi o nerihanno tutti il diritto di viverecontinuiamo a pensare che su questa terranon sia con i muri e con la guerrache si pareggiano le differenzeo si risolvano le divergenze

vorrei avere il dono della magiae vedere l’angustia e la frenesiatrasformarsi in quel benessere del tutto specialeche solo a vivere insieme in modo convivialeoltre a donare la serenitàsa trasmettere con generositàil profumo la luce e il caloreche si prova quando si è a casa lorodue chiacchiere uno spuntino un po’ di musicarimane sicuramente una formula magicache riempie il cuore libera il cervellocreando quell’atmosfera coinvolgente e giovialeche mentre prende e butta viai guai i pensieri e tutte le malinconietrasmettendo contemporaneamenteche spesso basta un buon sentimentoper vedere la vita in maniera più bellavi stringo in un abbraccio e chiudo la zirudella.

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Famiglia Centese NATALE 2019 pag. 17

La sede era l’Aula MAGNA dipar-timento di Giu-

risprudenza, Corso Ercole d’Este I. Dopo il saluto del Presiden-te, due neo laureati in medicina hanno letto il Giuramento di Ippo-crate rappresentando i circa 80 nuovi medici

e odontoiatri. Quindi la consegna di bene-merenze per il 50° di Laurea a nove medici di cui solo 4 presenti e tra questi Cesare il cui curriculum qui lo ri-cordo, è stato medico di medicina generale all’Ospedale di Pie-ve e poi di Cento per

10 anni . Conseguita la specializzazione in Clinica pediatrica svolse per 30 anni il medico di base, fi no all’età pensionabile. La sua carriera esordì con un Encomio So-lenne ricevuto duran-te la leva militare nel corpo degli Alpini, in

Friuli, quando con atto eroico effettuò un soc-corso in alta montagna a 2000 metri di quota facendosi calare in roccia in un pofondo burrone onde pratica-re all’infortunato una trasfusione di plasma, inalazione di ossigeno e le prime cure alle ferite, rimanendo ac-canto ad esso tutta una notte, permettendo il suo recupero e la sua consegna ad un eli-cottero di soccorso. Era il 26 luglio 1970. La lettura di questo encomio ha scaturito un grande applauso e il presidente, rivolto ai giovani laureati, ha detto loro di prendere esempio di come i me-dici devono avere un grande amore per la vita e soprattutto de-vono farlo con grande passione perchè han-no la fortuna di fare la professione più bella del mondo.

Venerdì 29 novembre dalle ore 19.00 si inaugura una mostra personale di Massi-

mo Lagrotteria “Archetipo” presso Nologo offi cina arredo di Sandro Alberghini, un nuovo spazio espo-sitivo che intende valorizzare l’arte contemporanea di qualità all’interno del suggestivo spazio di una chiesa sconsacrata nel cuore di Cento (Fe). La mostra è curata da Sandro Alber-ghini, Alessandro Bregoli e Grazia-no Cortesi. L’esposizione presenta una serie di dipinti e sculture realiz-

zati dall’artista nel corso degli ultimi anni incentrati sulla fi gura umana, osservata nelle sue differenti mo-dalità archetipiche, sia dal punto di vista estetico che stilistico, anche in relazione ad un recente passato. “Massimo Lagrotteria riprende con la pittura ad olio la tradizione artisti-ca ma l’impronta che ne esce è total-mente al passo coi tempi, pregna di quel senso di caducità e fi nitezza che fa parte della nostra contingenza. Le opere in mostra, una selezione degli ultimi tre anni di lavoro, sono tutte

interamente incentrate sulla fi gura umana, vista da diverse prospettive e con un occhio decisivo alla tra-sposizione fotografi ca.” (Francesca Baboni) “In congiunture in cui il dolore e la morte stanno scomparendo apparen-temente ma ricompaiono continua-mente, manca completamente uno stacco da un’interconnessione che ha il sapore della deriva letale del genere umano. Massimo Lagrotteria ci accompagna in un viaggio in cui la sacralità della bellezza è un frutto

complicato. Essa infatti fa bisogno di tempo, di rifl essione, tutte moda-lità che sono ampiamente in disuso nell’attuale solitudine planetaria.”

(Stefano Taddei)

Catalogo in mostra con testi di Fran-cesca Baboni e Stefano Taddei.

UN RICONOSCIMENTO DOVEROSO E MERITATOUN RICONOSCIMENTO DOVEROSO E MERITATO

MMASSIMO LAGROTTERIA ARCHETIPOASSIMO LAGROTTERIA ARCHETIPO 29 NOVEMBRE – 27 DICEMBRE29 NOVEMBRE – 27 DICEMBRE

28 SETTEMBRE 2019 - XIX GIORNATA DEL MEDICO 28 SETTEMBRE 2019 - XIX GIORNATA DEL MEDICO DEDICATA DALLʼORDINE DEI MEDICI DI FERRARA DEDICATA DALLʼORDINE DEI MEDICI DI FERRARA

ALLʼECCELLENZA DELLA SANITÀ FERRARESEALLʼECCELLENZA DELLA SANITÀ FERRARESE50° DI LAUREA A CESARE LANZONI50° DI LAUREA A CESARE LANZONI

SCUOLA ʻMALPIGHI RENZI ,̓ SCUOLA ʻMALPIGHI RENZI ,̓ AVANTI CON I CANTIERIAVANTI CON I CANTIERI

Entro il 2021 inaugureranno le Entro il 2021 inaugureranno le nuove aule della scuola media nuove aule della scuola media

Entro il settembre del 2021, la Scuola paritaria ‘Mal-pighi-Renzi’ potrà contare su nuovi ambienti che andranno ad ospitare anche sezioni di scuola me-

dia, laboratori e spazi utilizzabili anche al di fuori del normale orario scolastico. Questo, grazie al recupero dell’antico immobile di via Matteotti, in disuso da oltre una ventina d’anni, che sorge accanto alla chiesa di Santa Maria Maddalena. “Grazie al contributo della Regione di 1.240.000 euro ai quali si sono aggiunti 207.000 euro raccolti con il fund-raising, cioè la generosità di perso-ne, associazioni e aziende, possiamo proseguire i lavori a questo immobile che è un bene per tutta la città e per la formazione dei giovani – ha detto la preside Elena Ugo-lini –. A fi ne gennaio cominceranno dunque i lavori per ulteriori 1.100.000 euro dei quali, 800.000 euro del mu-tuo acceso dalla Fondazione San Pellegrino, 10.000 euro donati ora dall’Associazione Genitori per la realizzazio-ne di un’aula. Rimangono dunque da trovare 290.000 euro. Ricominciamo dunque la ricerca fondi e speriamo soprattutto nella sensibilità delle aziende, della Fondazio-ne Cassa di Risparmio di Cento che ha creduto subito nel progetto ma anche nelle donazioni della gente”. Un altro modo per contribuire è partecipare alle numerose inizia-tive dell’Associazione Genitori: “Siamo riusciti a mante-nere lo scalone, i soffi tti a volta e la struttura dell’antico monastero – ha illustrato Elena Ugolini nella visita al cantiere – salendo dalle scale, l’ampio spazio sarà una grande sala polivalente sulla quale si affacciano le aule. Al piano terra, invece, vi saranno diverse sale da pranzo, gli spazi per il laboratorio scientifi co, linguistico e quello per arte, tecnologia e informatica per mettere a frutto i talenti che ci sono in una città piccola, ma che può avere grandi orizzonti, come Cento”.

Valerio Franzoni

Auguri!

Settembre 2019 Falstaff, di Giu-seppe Verdi, inizialmente pre-visto a Villa Chiarelli, ma poi

rappresentato in Pandurera a causa del maltempo. Foto di Renato Baruffaldi.La direzione artistica è stata curata da Monica Minarelli, e la regia da Gio-vanna Nocetti.Al pianoforte il Maestro Dragan Babic affi ancato da un ensemble orchestrale di archi, fi ati e percussioni.I Costumi sono stati realizzati da Ro-berto Graziani e appartengono alla col-lezione di Fregni Paolo.

Coro Opera House maestro del coro Mirko BanzatoOrchestra Sinfonica delle Terre Verdianedirettore Stefano Giaroliscenografi e Carlo Guidetticostumi Artemio Cabassiregia Dante Roberto MuroRigoletto Salvo di SalvoGilda Barbara FavaliDuca di Mantova Pasquale Palmiero

Conte di Monterone Dante Roberto MuroMaddalena Cinara ShirinSparafucile Alberto Bianchi LanzoniMarullo Juliusz LoranziConte di Ceprano Luca MarcheselliContessa di Ceprano Marianna MuroMatteo Borsa Alessandro RaminGiovanna Marianna MuroUsciere Michele SittaPaggio Marianna Muro

LIRICA, CHE PASSIONELIRICA, CHE PASSIONE

Rigoletto, di Giuseppe Verdi, rappresentato nel Giugno 2019 in piazza Guercino

foto: Marco Vitali

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NATALE 2019 Famiglia Centese pag. 18

EDGARDO FALZONI GALLERANI, MIO PAPAʼEDGARDO FALZONI GALLERANI, MIO PAPAʼDI VITTORIO FALZONI GALLERANIDI VITTORIO FALZONI GALLERANI

Prima che tramonti questo 2019, desidero commemo-rare la figura di mio padre,

poiché quest’anno avrebbe com-piuto cento anni. E’ un traguar-do che solo pochi raggiungono, e che non è neppure giusto invocare ma, mi si permetta, è altrettanto vero che cinquantanove anni sono troppo pochi per morire: mi ritro-vo spesso, ora che a mia volta ne ho sessantacinque, a stupirmi di essergli sopravanzato già di sei anni.Nasce il 2 giugno 1919 nella casa di via Malagodi dove per mol-tissimi anni hanno vissuto i miei nonni, Gaetano ed Ernesta Lup-pi, per poi essere stata magione del caro zio Alessandro una volta

che, raggiunta la pensione, lascia la grande metropoli milanese per ritornare nei luoghi della sua in-fanzia.Forse influenzato dalla professio-ne paterna, si iscrive a Medicina, contrariamente ai fratelli che scel-sero Scienze Agrarie, Vittorio, e Chimica industriale, Alessandro. Si laurea nel 1946, discutendo una tesi che, purtroppo, non sono riuscito a recuperare. Conservo ancora il sonetto che gli amici vollero dedicargli, sottoscritto, tra gli altri, dall’avv. Pietro Benazzi, mio zio Camillo Maccaferri, il dott.Rosario Sacquegna, il dott. Guido Roncati, il prof. Guerri-no Vitali e il mio maestro alle Elementari Luigi Tassinari.Certa,

invece, la specializzazione: vuo-le diventare Pediatra, o meglio, come recita la placca in lamiera smaltata appesa fuori dell’ambu-latorio “Specialista Malattie dei Bambini, con la B maiuscola. E, senza retorica, posso dire che tan-ti bambini sono stati da lui atten-tamente seguiti nella loro crescita, senza melensaggini, ma con enor-me affetto. Solo chi ha vissuto al suo fianco può sapere come vive-va nell’intimo i casi, per fortuna molto rari, di bambini affetti da malattie incurabili.Oltre ai bambini, anche le rispet-

tive famiglie possono contare su di lui, giorno e notte: in quegli anni, non dimentichiamolo, non era stata ancora istituito il servi-zio di Guardia medica, per cui le chiamate notturne erano molto frequenti. Sarebbe falso affermare che papà vivesse con gioia queste interruzioni del sonno, ma posso altrettanto sicuramente affermare che mai l’ho sentito apostrofare qualche paziente in maniera meno che paterna. Ritengo, infatti, che considerasse queste emergenze quasi come uno scotto da paga-re, più o meno volentieri, per le grandi soddisfazioni che gli arre-cava la sua professione. Io, che da bambino spesso lo accompagnavo nelle visite pomeridiane a domi-cilio, ricordo con quanto affetto veniva accolto in casa e quanto ciò lo gratificasse.Essendo papà deceduto nel 1978, dopo due/tre anni di forte rallen-tamento dell’attività professiona-le, per i gravi problemi di salute che lo condurranno alla tomba, giocoforza le persone che lo ri-cordano personalmente sono in gran parte scomparse. Una stra-ordinaria eccezione riguarda i fra-telli Palmieri, Vincenzo e Giusep-pina, proprietari oggi dell’albergo “Sole” di via Donati, e per mol-tissimi anni conduttori dell’al-bergo ristorante “San Marco”, in Corso Guercino, a pochi passi da casa nostra, dove io risiedo. No-vantaquattro lui,novanta lei, in-credibilmente ben portati, hanno accettato di essere citati in queste note, in virtù dell’amicizia che li ha legati a papà dopo decen-Edgardo a destra e Vittorio a sinistra

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Famiglia Centese NATALE 2019 pag. 19

ni di frequentazioni, con la loro mamma, l’indimenticabile signo-ra Salvatrice. Ogni volta che mi capita di incontrarli, per me è una forte emozione, poichè da parte loro, dopo i convenevoli di rito che intercorrono tra persone che si conoscono da oltre sessant’an-ni, non manca mai una parola di affetto nel ricordo del dottor Ed-gardo. In questa occasione, infat-ti, hanno espresso il desiderio di lasciarci una loro testimonianza: “il dottor Edgardo con i pazienti era di un’affabilità e professiona-lità esemplari ed inestimabili. Il suo ricorda ci dà gioia per la sua squisitezza, dolore per la sua im-matura scomparsa. Con immenso affetto Vincenzo, detto Gino, e Giuseppina, detta Pina, Palmieri e familiari tutti”.Fra i tanti suoi interessi, indubbia-mente il terreno ove si espresse al

meglio, fu la scrittura, in parti-colare le composizioni in dialet-to. Sono certo che molti Centesi ricordano le sue commedie, due delle quali, sotto la sua regia, fu-rono rappresentate negli anni ’70 al cinema Astra: “La ca’ vecia” e “Bouna Pasqua”. Anch’io ho fatto parte del cast in una piccola parti-cina. Mi piace, in questa occasio-ne ricordare che l’indimenticato Alessandro Frabetti mosse i suoi primi passi in ambito teatrale in qualità di “rammentatore”.Ales-sandro si rivelò nel corso degli anni una colonna portante della Filodrammatica centese, ma un crudele destino, come per mio pa-pà, lo ha condotto, troppo presto alla tomba. Oltre a queste, andate in scena, conservo il copione dat-tiloscritto di un’altra commedia, “La zia d’America”, una sorta di critica della vita moderna, che ben si attaglia al suo modo di pensare e che, peraltro, si ritrova in tutti i suoi lavori.Tentando di interpretare il suo

animo, come se fosse ancora tra Noi, azzardo però a ritenere che al centro del cuore di mio padre vi fossero le Raccolte di poesie che pubblicò, la seconda, purtroppo, postuma, in occasio-ne del Natale del 1977 e 1978: rispettivamente “Zeint ed Zéint” e “Nuèter Zèntis”. Furono lavori certosini che occuparono tutto il suo tempo libero e che ebbero l’inestimabile capacità di distrarlo dall’avanzare del crudele morbo che , come medico, sapeva di non potere sottovalutare. Conservo il quaderno delle prime stesure a biro, martoriate dalle cancellatu-re, e un piccolo classificatore ove le “zirudelle“ erano già ordinate e battute a macchina, mentre le poche cancellature erano in realtà delle rifiniture. Così scrivevano nella Prefa-zione Renata Ardizzoni Gi-berti: “ ( ..) il dott. Edgardo ha saputo scegliere, come pochi altri che io conosco, una maniera di vivere tutta sua ed in armonia con se stesso. Con il suo bisogno di intimità, di riservatezza, che non gli impedisce di vedere, notare, occuparsi di tante cose”;l’avv. Pietro Benazzi: “( .. ) questo secondo libro è l’immagine di un personag-gio, di un Centese che parla in dialetto, che intrattiene i suoi concittadini sulle cose che sente, sulle cose che più gli stanno a cuore; il suo discorso è servito da un’eccezionale ricchezza di inventiva e di eloquio, che catturano e trattengono l’at-tenzione del lettore”. Ama-va leggerle alla mamma e a me con grande partecipa-zione, fino a quando l’emo-

zione gli impediva di proseguire: lacrime che non avevo mai visto rigare il suo volto, una voce rotta che non avevo mai udito dalla sua bocca, testimonianze inequivo-cabili e commoventi insieme di quella sensibilità che aveva pro-fuso nel suo essere “medico di famiglia”. Ciò non accadeva sempre, ma in-variabilmente ogni volta che le sue poesie riflettevano di certe abitudini di vita, ormai scompar-se, figlie delle ristrettezze che spesso aveva toccato con mano nelle povere case dei suoi pazien-ti, oppure dell’imminente Natale, come questa che desidero offrire ai lettori in ricordo del mio caro papà, mancato centenario.

Giugno 1960Edgardo e VittorioGiuseppina e Vincenzo Palmieri

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NATALE 2019 Famiglia Centese pag. 20

CENTESI DI ARDIN, DOPPIO APPUNTAMENTO CENTESI DI ARDIN, DOPPIO APPUNTAMENTO CON IL DIVERTIMENTOCON IL DIVERTIMENTO

GRANDE SUCCESSO IL 15 E 16 NOVEMBRE PER IL NUOVO LAVORO DELLA COMPAGNIA DIALETTALE GIÀ GRANDE SUCCESSO IL 15 E 16 NOVEMBRE PER IL NUOVO LAVORO DELLA COMPAGNIA DIALETTALE GIÀ DIRETTA DA ALESSANDRO FRABETTI. IL TESTIMONE DELLA REGIA È PASSATO AD ALESSANDRO RAMINDIRETTA DA ALESSANDRO FRABETTI. IL TESTIMONE DELLA REGIA È PASSATO AD ALESSANDRO RAMIN

Due serate all’insegna della tradizione e del puro divertimento han-

no segnato il 15 e 16 novembre l’appuntamento annuale con “I Centesi di Ardin”, in scena alla Pandurera con “El nespel dal sgnour Bal…boni”. Numeri da tutto esaurito con un pubblico caloroso che non ha risparmia-to risate ed applausi alle bril-lanti vicende degli interpreti, protagonisti di un balletto di equivoci, intrighi, segreti e bu-gie degni di un’opera buffa ros-siniana con qualche venatura di “giallo”. La commedia ha ripreso in questa nuova edizione diretta da Alessandro Ramin la pri-ma messa in scena a Cento del 1998, che se- gnò il debutto alla regia di Alessandro Frabetti, diventato da allora storico re-gista della compagnia fino alla sua scomparsa due anni fa. Ri-proponendola a ventun anni di distanza, lo spettacolo ha voluto

essere anche un affettuoso ri-cordo dell’artista e dell’amico, fatto naturalmente alla maniera dei “Centesi”, con la consue-ta girandola di travestimenti, battute, personaggi e situazioni esilaranti, e soprattutto con il gusto di divertirsi insieme e far divertire il pubblico nel nome della nostra tradizione dialetta-le. Applausi a scena aperta per gli interpreti Carlo Gallerani, Matteo Remondi, Stefano Pesci, Stefano Caselli, Sauro Galup-

pi, Alessandro Ramin, Giuseppe Soffritti, Davide Vezzani, Gior-gio Bonzagni, Claudio Gemi-ni, Filippo Caselli, Stefano Ca-vallari, Paolo Zacchini, Marco

Gallerani. L’incasso delle due serate è stato destinato alla ri-costruzione del Santuario della Rocca e ai progetti della Fon-dazione Zanandrea di Cento.

LʼASSOCIAZIONE MATTIA E I SUOI AMICI LʼASSOCIAZIONE MATTIA E I SUOI AMICI È ORGOGLIOSA DI PRESENTARE È ORGOGLIOSA DI PRESENTARE

IL “MUSEO ONLINE DI MATTIA” E LA IL “MUSEO ONLINE DI MATTIA” E LA MOSTRA FOTOGRAFICA “LUCI E OMBRE”MOSTRA FOTOGRAFICA “LUCI E OMBRE”

“Per diversi anni la nostra associazione ha gestito una propria biblioteca - spiega il presidente Marco Cevolani - il che ci ha

permesso di raccogliere un ragguardevole numero di testi ma anche di giocattoli o altri reperti come cartoline, francobolli e tanto altro - precisa - Non avendo un posto fi sico dove esporre, vista la vastità del materiale raccolto, abbiamo pensato di “espor-re” il nostro personale “fondo museale” attraverso un sito creato appositamente (https://mattiamuseo.blogspot.com/), che è in continuo aggiornamento. Siamo raggiungibile anche su facebook (https://www.facebook.com/mumaonline/)” E’ stata inau-gurata il 27 settembre presso la Sala delle Espo-sizioni della Biblioteca Comunale di Renazzo la mostra fotografi ca “Luci e Ombre”. La mostra pre-sentava alcune delle fotografi e di Luciano Bitelli.A fare gli onori di casa lo stesso Bitelli che ha in-trattenuto brevemente gli intervenuti raccontando con particolare interesse della propria esperienza in Amazzonia, rispondendo alle domande del pub-blico, soprattutto per quanto concerne le tecniche fotografi che, in un confronto tra passato e nuove tecnologie digitali.Luciano Bitelli nel 1999 viene insignito AFI – Artista Fotografo Italiano (l’Ono-rifi cenza viene concessa a chi ha dimostrato, con la propria produzione fotografi ca, una particolare personalità, sotto il profi lo artistico o di signifi cato, dimostrando un’attività fotografi ca non inferiore a cinque anni manifestatasi attraverso mostre, con-corsi o pubblicazioni). La mostra è stata allestita dall’Associazione Mattia e i Suoi Amici e curata dall’Assessorato ai Servizi Bibliotecari.

LIONS CLUB CENTO SERATE CONTRASTO AL DIABETELIONS CLUB CENTO SERATE CONTRASTO AL DIABETE

Il 6 e 7 Settembre si sono tenute nell’ambito del Settembre Centese, primaria fi era del territorio Centese, in collabo-razione con la Locale Ausl Ferrara, il Leo Club Cento e il

patrocinio di AILD Associazione Italiana Lions per il Diabe-te, 2 giornate di prevenzione al Diabete. Il Medico e socio Lions dr. Vincenzo Monda, responsabile territoriale del servizio diabetologico dell’Ausl locale e le sue collaboratrici ha effettuato gli Screening sulle persone che hanno accettato di sottoporsi al controllo della glicemia, pressione e massa corporea. Presente alle 2 giornate anche il Coordinatore Licf del distretto Lions 108TB Teresa Filippini e i ragazzi del Leo Club Cento. Il risultato dell’iniziativa ha visto la distribuzione di circa 1000 volantini “Previeni il dia-bete” da parte dei soci del Club Lions Cento e sono circa 250 le persone che si sono sottoposte allo Screening. Molte sono state le persone che hanno visitato lo Stand e hanno richiesto e avuto informazioni sia sulla prevenzione del diabete che sulle attività svolte dalla associazione Lions, prima associazione umanitaria privata a livello mondiale.

Il dr. Vincenzo Monda, responsabile del servizio diabetologico dell’ospedale di Cento insieme al Presidente e ai Consiglieri del Lions Club

UNA NUOVA DONAZIONE LIONS ALLA UNA NUOVA DONAZIONE LIONS ALLA SCUOLA MEDIA DI PIEVESCUOLA MEDIA DI PIEVE

Lo scorso 16 novembre il presidente del Lions Club di Pieve di Cento Marco Mandrioli, ac-compagnato da una rappresentanza dei soci,

ha uffi cialmente consegnato alla Scuola media di Pieve di Cento 12 computer destinati all’implemen-tazione dell’aula di informatica.

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NATALE 2019 Famiglia Centese pag. 22

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Famiglia Centese NATALE 2019 pag. 23

Le foto dei LettoriLe foto dei Lettori

Emanuel e

Merita

È mancata all’affetto dei suoi cari

ELSA GAMBETTIdi anni 89

Pur lontana da Cento da molti anni, conservava nel

cuore l’orgoglio del suo essere centese. Particolarmente

forte è stato sempre il suo legame con i parenti Soriani,

Gambetti e Taddia e il ricordo dei compagni del Liceo

Cevolani.

Squadra di Ponga anno 1975/76 circaEcco i nomi che ci avete inviato, manca solo il primo a sinistra in alto:

Da destra in alto: Sacchi, Corrado Corticelli, Carassiti Silvano, Mon-do, Venturi Valter, Parmeggiani Paolo, Vedrani detto Manno, Forni, Carluccio, Cicotti, Scardovi Armando, ? , 2° fi la da sx: Goretti Gio-vanni, Guerzoni Vasco, Peter, Frabetti Ugo, Parmeggiani Antonio; 3° fi la da dx: Baroni Giuseppe, Lanzoni Cesare, Pirani Sandro, Fio-rini Nino.

Un ringraziamento a tutti voi!!

Una torta di compleanno con la scritta ‘290’ è rara da vedere ma è quello che è successo alla Casa Protetta ‘Plattis’ di

Cento, dove due ospiti hanno tagliato due stra-ordinari traguardi. Alla presenza dell’assessore Elena Melloni, del consigliere della Fondazio-ne Plattis Sandro Balboni, della vicepresidente del Centro Anziani di Cento Liliana Pareschi e dei famigliari, sono state festeggiate la neo centenaria Elsa Vancini che, insieme al mari-to Vincenzo Gallerani, con generose donazioni hanno sempre sostenuto la Fondazione ‘Plattis’, l’ospedale ‘Santissima Annunziata’ e tante altre realtà assistenziali del territorio. A raggiunge-re il suo stesso traguardo è stata Eva Cavicchi, che i 100 anni li ha compiuti a febbraio e che è madre dell’indimenticata Maria Censi, creatri-ce del Museo ‘Parmeggiani’ di Renazzo e per diversi anni anima delle attività culturali citta-dine. Nell’occasione è stata festeggiata anche la 90enne Irma Grandi tra musica, divertimento,

a cui ha partecipato tutto lo staff del ‘Plattis’. “Elsa, Eva e Irma sono donne che festeggiano compleanni importanti – ha detto Pareschi –, che hanno percorso una vita non facile, che hanno attraversato la guerra e sono qui con noi a poter-ci ancora raccontare qualcosa”. “Nella loto vita hanno visto talmente tante cose da poter scrivere un libro – ha aggiunto l’assessore Melloni – a loro auguro tanta serenità e felicità, contenta di vedere quanto questa comunità sia attiva e sti-molata”. A defi nire la Casa Protetta di via Vicini una ‘zona blu’ per l’alto numero dei centenari è stato il dottor Alessandro Pirani: nella struttura, infatti, risiedono due centenarie, una signora di 101 anni e un’altra di ben 103.Festeggiamenti al ‘Plattis’ con ospiti, autorità e staff della Casa Protetta

Valerio FranzoniNella foto: Festeggiamenti al ‘Plattis’ con ospi-ti, autorità e staff della Casa Protetta

ELSA VANCINI ELSA VANCINI spegne 100 candeline, festa al ʻPlattisʼspegne 100 candeline, festa al ʻPlattisʼFesteggiata anche Festeggiata anche IRMA GRANDI IRMA GRANDI per le sue novanta primavereper le sue novanta primavere

SPES: cinquantesimo dalla fondazioneLa sera del 18 dicembre le ex pallavoliste si incontreranno all’ Hotel Europa per ricordare il cinquantesimo. Chi volesse partecipare, può contattare Andrea (339 4437786) oppure Paolo.

Riceviamo e pubblichiamo

Nannini Raimondo e Dondi Rossana sposi dal 28/7/1951

Auguri dai fi gli Luciano, Massimo,

Roberto, Sabrina, Alessandro

Marchesini Salvatore e Oriella Pezzini

festeggiano 68 anni di matrimonio

Auguri dai fi gli Lorena, Stefano, Silvia

e dai nipoti Elena, Jessica, Alberto,

Anna Sveva

Page 24: Famiglia Centese · 2019. 12. 17. · Luigi Mozzani, faentino di nascita, visse a Cento dal 1908 fi no alla vigilia della se-conda guerra mon-diale. Fu chitarrista e compositore

NATALE 2019 Famiglia Centese pag. 24

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aaAuguri!Auguri!

rrBuone Feste! Buone Feste! rr