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    S LV TORE SCI RRINO

    FIGURE DELL MUSICD BEETHOVEN OGGI

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    LEZIONEPROCESSI DI ACCUM ULAZIONE

    Cosa possiamo dire della musica in relazione alle idee attuali, in relazione al periodo chestiamo vivendo? una domanda imbarazzante, a cui non sappiamo bene rispondere.

    Vediamo alcuni scagliarsi visceralmente contro la musica contemporanea, quasi fosseun arte degenerata. Altri forniscono delle spiegazioni, ma senza uscire dal gergo specialisti-co: sono spiegazioni fredde, povere di stimoli concettuali.

    Di fron te a entrambi gli atteggiamenti restiamo perplessi e ugualmente insoddisfatti.Sentiamo la necessit di strumenti critici che non possediamo, di nuovi collegamenti.Sentiamo la necessit di un approccio diretto e globale alla musica, un approccio, sepossibile, interdisciplinare.

    A tale scopo dovremmo anzitutto sviluppare una duplice capacit: quella di collegare ifatti del pensiero moderno, fra loro e con i fatti della tradiziohe.

    Naturalmente ci occorrono anche coraggio e apertura mentale, per abbandonare termi-ni e schemi accademici, vecchi preconcetti ideologici, le piccole comode certezze degli in-tenditori. Certo, cos qualcosa della tradizione andr perso. Essa torner a noi con altrovolto, in compenso ci sorprender il suo potenziale comunicativo, efficace anche fuori delleconvenzioni abituali.Pu un linguaggio essere comprensibile attraverso luoghi ed epoche differenti?

    Io sono convinto che l evoluzione della musica consista nelle trasgressioni di singoli indi-vidui, rispetto a un vocabolario comunemente accettato. La trasgressione fa s che noi distin-guiamo, in misura maggiore o minore, la fisionomia di un autore da quella dei suoi padri (odei suoi fratelli). Come dire che pi trasgressivo il linguaggio, di tanto diviene personale.

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    controllo volontario e razionale. Le intenzioni aggressive sono evidenti anche quando nonconosciamo la lingua dell aggressore. Per questo la grinta originaria di Beethoven rimaneancora oggi percepibile nella sua musica.

    Cos non del tutto vero che il grande pubblico non capisca la musica d oggi; anzi, larifiuta proprio in quanto percepisce in essa un atteggiamento aggressivo implicito alla suanovit.

    Personalmente ritengo che nulla di quanto l uomo compie, neppure il minimo gesto, siaprivo di significato. sono sicuro che la comunicazione agisca spesso a livelli istintuali: comuni-cheremmo, cio, pure quando non volessimo.

    Dunque sarebbero da sfatare tutte quelle affermazioni sull inespressivit della musica,che sono diventate opinione comune e dominante della nostra cultura ufficiale.

    La loro fortuna si spiega presto, perch una musica sterilizzata risulta meno compromet-tente di una musica carica di emotivit e di coinvolgimento personale.

    Se guardiamo poi al campo dell insegnamento (in particolare della composizione), rego-le e manuali sono tanto pi spicci che una scuola fondata sulle caratteristiche e sui problemidi ciascun individuo.

    Che senso dobbiamo attribuire alla distanza che separa gli artisti di punta e il pubblico?Come mai tale frattura che, dicono, si allarga sempre pi? Molti impugnano l argomentoper dimostrare che la musica moderna sia pi astrusa di quella antica.

    Purtroppo sono aSfermazioni pretestuose. Parlare di questa frattura presuppone una con-giunzione ideale e originaria, fra artisti e masse, che per si verificata eccezionalmentenella storia, per esempio per la tragedia greca e il melodramma ottocentesco.In definitiva le opere d arte ci servono pi per i problemi che sollevano, che per i proble-mi che hanno risolto; per quello che rendono possibile servono, e non per ci che hannodefinito. L arte partecipe della scoperta creativa del moderno, eleva dunque la coscienzaumana. Allo stesso tempo l ar te riflette anche i disastri e le incongruenze della vita.

    Sarebbe errato ignorare la valenza terapeutica dell arte, il cui soggetto preferito, in per-centuale schiacciante, il dolore umano, lo sfinirsi della felicit, anzich lo scomporsi nellabaldoria.

    Dinanzi alla consapevolezza della sofferenza, inevitabile per chi ascolta prendere unaposizione. Ecco il vero motivo per cui il grosso della gente non ama la musica colta: impe-gnarsi nell ascolto costa fatica.

    indubbio che la musica contemporanea, una minoranza della minoranza, non giri tan-to. La poca circolazione delle opere giustifica l uomo della strada; nulla invece giustifica lavaghezza di idee sulla musica che affligge la societ istruita, in particolare noi musicisti.

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