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Focus Storia Ottobre 2014

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    SILE Austria, Belgio, Francia, Lussem

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    96

    ALESSANDRO MAGNO

    OLTRE I CONFINIDEL MONDO

    Ottobre

    2014

    SCOPRIRE IL PASSATO, CAPIRE IL PRESENTE

    4,90 in Italia

    DallEllesponto

    allHindukush,

    le imprese del

    condottiero greco

    tra Persiani, Medi,

    Frigi e Indiani

    LA TELEVISIONE

    DI MUSSOLINI

    Sorpresa: gi negli Anni 30 lItalia trasmetteva programmi tv. Sotto gli occhi di Benito

    da Atene a Firenze, perch il genio esplose l e allora

    la crisi ambientale che travolse le civilt

    tradimenti e congiure nella Genova dei Doria

    1870: Parigi prov a fermare Berlino. E le and molto male

  • TRENTA SECOLI DI SESSO: una raccolta di tutti i migliori articoli di Focus Storia. Da Elena di

    Troia a Casanova, da Madame de Pompadour a Rudy Valentino... Dallantichit ad oggi la sorte

    del mondo, in fondo in fondo, sempre stata scritta sotto le lenzuola.

    FOCUS STORIA: EMOZIONANTE, SORPRENDENTE, COINVOLGENTE PIU CHE MAI

    NUMERO SPECIALE - ESTATE 2014

    ANCORA

    IN EDICOLA

    PER

    QUALCHE

    SETTIMAN

    A

  • Il nodo gordiano, reciso con un colpo di spada. Lincontro con Diogene,

    il filosofo che gli chiese

    di farsi da parte per non coprirgli il

    sole. La doma di Bucefalo, puledro

    spaventato dalla propria ombra,

    che nel ventennio successivo di-

    venter il suo pi fedele compagno

    in battaglia. Il colloquio con la Pizia,

    costretta quasi a forza a profetizzare

    la sua invincibilit... Gli aneddoti

    pi o meno leggendari su Alessan-

    dro Magno sono riecheggiati nei

    secoli fino ai giorni nostri e danno

    la misura, 23 secoli dopo, della

    straordinaria forza simbolica del re

    macedone. Un uomo capace, in

    soli 13 anni, di portare la Grecia fino

    allHindu Kush piegando gli storici

    nemici persiani; un condottiero

    geniale quanto attento a coltivare

    il proprio mito. a lui, forse il pi

    grande degli imperatori occidenta-

    li, e lunico capace di sottomettere

    lAsia Centrale, che dedichiamo

    questo numero di Focus Storia.

    Seguiteci a Oriente.

    12 La Tv di BenitoI primi programmi televisivi italiani sono del 1939. Poi per arriv la guerra...

    18 Congiura alla genoveseIl rocambolesco tentativo dei Fieschi di rovesciare il signore di Genova, Andrea Doria.

    24 Un genio tira laltroIl talento sembra esplodere in certe epoche e luoghi: ecco perch.

    84 A.D. 536. La natura si ribellaUneruzione vulcanica e il passaggio di una cometa 1.500 anni fa scrissero la Storia.

    90 La guerra del II ReichIl conflitto franco-prussiano del 1870-71

    96 Hai da accendere?Dalla pietra focaia allaccendino a gas, i trucchi accendifuoco.

    98 Un anarchico a New YorkLa morte sospetta di Andrea Salsedo da Pantelleria, che nel 1920 vol gi dal grattacielo dellFbi.

    102 Debutto col flopGli epic fails della Storia, dal semaforo al naufragio del Titanic.

    IN PI...

    Jacopo Loredan direttore

    Alessandro contro i

    Persiani, in un altorilievo

    ellenistico oggi a Istanbul.

    Lepopea di Alessandro

    4 LA PAGINA DEI LETTORI

    6 NOVIT & SCOPERTE

    9 AGENDA

    10 MICROSTORIA

    76 UNA FOTO, UN FATTO

    78 PITTORACCONTI

    80 TECNOVINTAGE

    81 CURIOSARIO

    82 DOMANDE & RISPOSTE

    110 FLASHBACK

    34Alexandros, il semidio

    I molti volti (contraddittori) di un condottiero che entr

    nel mito mentre era ancora in vita.

    40Il mondo di Alessandro

    Le cartine e le date delle conquiste, dalla Macedonia allIndo.

    42Professor Aristotele

    Il filosofo greco fu precettore di Alessandro: ma non fu un rapporto facile.

    48A casa del nemico

    A tu per tu con i Persiani, il popolo che fond la prima superpotenza

    dellantichit. E dei quali Alessandro fu il vero erede.

    54Di padre in figlio

    Filippo II, padre di Alessandro e re di Macedonia, in pochi anni sottomise

    lintero Egeo. Ma chi era il suo popolo, e come viveva?

    60La morsa della falange

    Come in altre campagne, anche in Asia la formazione-base dei Macedoni

    fu decisiva per la vittoria. E per aprire la porta della Persia.

    62Oltre i confini del mondo

    Nessun condottiero occidentale si era mai spinto cos a Oriente: con la

    battaglia sullIdaspe la civilt greca arriv ai piedi dellHimalaya.

    68Un impero multietnico

    Origini, usi, costumi e destino delle genti sottomesse da Alessandro.

    RUBRICHE

    In copertina: Alessandro Magno durante la campagna in Asia, in una ricostruzione al computer (ILLUSTRAZIONE GRZEGORZ PDZISKI).

    ottobre 2014

    96

    BRIDGEM

    ANART

    focusstoria.it

    3

  • Un altro goloso: DumasA parziale integrazione del gusto-

    so articolo apparso in Focus Storia

    n 95 alle pagine 40-43, credo vada

    aggiunto il nome di Alexandre Du-

    mas padre (1802-1870) [...] che era

    anche un appassionato ed esperto

    cuoco. Dumas era ossessionato

    dai maccheroni, portati in Francia

    probabilmente allepoca in cui

    Caterina de Medici era andata in

    sposa a Enrico II. [...]

    Non tutti sanno che lultima opera

    consegnata da Dumas al suo

    editore e amico Lamerre [...] fu un

    voluminoso Grande dizionario di

    cucina (edito in Italia da Sellerio e

    da Ibis), dove la sezione relativa ai

    maccheroni ricca di ricette. [...]

    In una lettera pubblicata su La

    Petite Presse il 1 dicembre 1868 lo

    scrittore racconta invece lepisodio

    culinario che caus lallontana-

    mento definitivo di Dumas da

    Gioachino Rossini (1792-1868). [...]

    Gli abbonati del Monte-Cristo (uno

    dei tanti giornali che Dumas aveva

    fondato) gli avevano richiesto la

    migliore ricetta di maccheroni a

    lui nota. Dumas, cui difettava il

    sentimento della pasta, per dirla

    con parole sue, aveva saputo che

    Rossini, italiano e buongustaio,

    diceva di possedere una ricetta

    speciale per i maccheroni. Scrisse

    perci a Rossini di fornirgli gentil-

    mente questa ricetta. Questi rifiut,

    ma invit a cena Dumas con

    pochi altri amici per permettergli

    di gustare tale tesoro. La cena fu,

    a dire di Dumas, mediocre. Il suo

    parere fu riportato a Rossini che,

    piccato, ironicamente se ne scus

    con Dumas affermando di non

    aver creduto di essere in obbligo di

    elargire, per quella serata, una cena

    sontuosa. Dumas replic con una

    battuta sarcastica e Rossini se ne

    ebbe tanto a male che i rapporti

    tra i due [...] cessarono bruscamen-

    te. In soccorso di Dumas giunse

    Adelaide Ristori, famosa attrice [...],

    che offr una ricetta di maccheroni,

    pubblicata da Dumas (v. sotto).

    Fabrizio Comparelli, Roma

    Prendete una libbra di prosciutto affumicato,

    rivestitene una casseruola; adagiate sul prosciutto

    un pezzo di culaccio di manzo di quattro libbre,

    unite un mazzetto assortito, versatevi un bicchie-

    rino di acquavite o di rum, riempite i vuoti lasciati

    dal manzo con dodici pomodori piuttosto grossi

    e sei cipolle bianche. Versate sul tutto del brodo

    preparato il giorno prima, in modo che lestremit

    superiore del manzo affiori appena sulla superficie

    del brodo, come uno scoglio sulla superficie del

    mare. Inutile dire che la casseruola deve poter con-

    tenere almeno due litri e mezzo di brodo. Lasciate

    bollire per cinque ore, passate a uno staccio di crine

    il sugo, ristretto e divenuto cremoso con le cipolle, i

    pomodori e il prosciutto affumicato. Tutto passer

    allo staccio tranne i semi dei pomodori e le parti

    magre del prosciutto. Mettete da parte il sugo,

    grattate una libbra di parmigiano. Poi, sul fuoco,

    col parmigiano da una parte e il sugo dallaltra,

    fate cuocere nellacqua salata, ammorbidita

    con unabbondante noce di burro, la quantit

    di maccheroni che ritenete sufficiente per i vostri

    commensali. I maccheroni devono essere scelti con

    molta attenzione, appena troppo grossi diventano

    strozzapreti, appena troppo piccoli, sono subito

    vermicelli. Quando sono cotti al punto giusto,

    ma in modo che possano crescere ancora, che

    crescano in corpo, come dicono gli italiani, mettete

    sul fondo della zuppiera uno strato di parmigiano,

    sullo strato di parmigiano adagiate con la schiu-

    marola uno strato di maccheroni ben scolati; sullo

    strato di maccheroni versate un mestolo di sugo,

    sul sugo un altro strato di maccheroni; su questo

    strato di maccheroni, un pugno di parmigiano e

    cos via, alternando sempre gli strati fino al com-

    pletamento della zuppiera; versate poi il resto del

    sugo, del rag, del pur, non so come chiamare

    questo eccellente concentrato, e servite caldo.

    (Da A. Dumas, Lettere sulla cucina a un sedicente

    buongustaio fiorentino, ed. Archinto).

    Alexandre

    Dumas padre.

    Sarei curiosa di sapere qualcosa in

    pi su un barattolo che ho trovato

    oggi mentre mettevo in ordine la

    cantina. Si tratta di un barattolo di

    medie dimensioni di colore verde

    militare con sopra la seguente

    dicitura:

    WB2

    GREASE GENL. PURPOSE, NO 2

    U.S. ARMY 2-108 AMEND 2

    CONTENTS 1 POUND

    Ovviamente si tratta di un baratto-

    lo di grasso utilizzato per qualche

    mezzo militare, volevo sapere se

    effettivamente originale (anche

    se data la patina probabilmente

    risale davvero alla Seconda guerra

    mondiale), magari per quale

    mezzo veniv,a impiegato e, se

    possibile, risalire allunit alla quale

    apparteneva.

    Jessica Cotti

    Risponde Stefano Rossi,

    esperto di storia militare.

    Il barattolo sicuramente originale

    ed dellUS Army (esercito Usa,

    che durante la Seconda guerra

    mondiale comprendeva anche

    laeronautica). Non per possibile

    fare una datazione precisa. Potrebbe

    appartenere agli anni del conflitto,

    ma anche al Dopoguerra. Le tipiche

    scritte nerecon questa grafica, sul

    Da dove proviene questo barattolo?

    4

    Inviateci opinioni, idee, proposte, critiche. Pubblicheremo le pi interessanti oltre a una selezione dei commenti alla nostra pagina Facebook. (www.facebook.com/FocusStoria). Scrivete a Focus Storia, via Battistotti Sassi 11/a, 20133 Milano o alle-mail [email protected]

  • Il MOSTRO dI MIlANO

    Impiccato l8 aprile 1862, Antonio

    Boggia fu il primo serial killer dellItalia

    unita. Fece a pezzi quattro persone,

    suscitando lorrore dei lombardi

    Aveva appena passato la ses-

    santina, ma sembrava pi gio-

    vane, portava i capelli bian-

    chi lunghi, aveva folte soprac-

    ciglia nere e piccoli occhi verdi. Di modi

    calmi, con un esteriore quasi di bonariet,

    esatto osservatore delle pratiche religiose,

    estraneo, almeno apparentemente, a vizio-

    se tendenze. Cos lo definiva il quotidia-

    no La Lombardia. A vederlo non pareva

    possibile che fosse un assassino. Luomo,

    che si chiamava Antonio Boggia, era se-

    duto in un ufficio del Palazzo di Giustizia

    di Milano con laccusa di avere ucciso una

    donna. Interrogato per oltre due settima-

    ne continuava per a dichiararsi innocen-

    te e a lamentare forti dolori alla testa. Era

    il marzo del 1860 e di fronte a lui si tro-

    vava il giudice che laveva fatto arrestare,

    Giulio Cesare Crivelli.

    Un vicino di casa del Boggia, tale Gio-

    vanni Maurier, preoccupato per la pro-

    lungata assenza della madre, Ester

    Perrocchio, aveva sporto denun-

    cia accusando Antonio. La don-

    na era scomparsa da dieci me-

    si e Boggia, guarda caso, aveva

    ricevuto subito dopo una pro-

    cura per gestire i beni della si-

    gnora, in particolare il palaz-

    zo di via Santa Marta.

    Contro luomo cerano te-

    stimonianze inequivocabili,

    una su tutte quella del notaio a cui si era

    rivolto per impossessarsi dei beni della

    Perrocchio: Dalle di lui disposizioni (de-

    posizioni, ndr) risult che la donna presen-

    tatasi come la Ester Perrocchio era, non gi

    ottuagenaria, ma poco pi che quaranten-

    ne, riportava sempre La Lombardia. Una

    svista che cost cara al Boggia, poich

    consent agli inquirenti di iniziare a chiu-

    dere il cerchio. Per placare Maurier, Bog-

    gia gli aveva persino offerto quello stes-

    so appartamento: la Perrocchio, secondo

    quanto raccontava lui, aveva deciso di tra-

    sferirsi a Como.

    Un cadavere smembrato

    in contrada Santa Marta

    Mancava a questo punto solo una confes-

    sione. Quando Boggia si accorse di non

    avere pi scampo, e sperando in una ridu-

    zione di pena, confess di avere uccisa la

    Perrocchio nel maggio dellanno scorso, di

    averla sepolta nella casa chessa possede-

    va ed abitava in contrada di Santa Marta,

    daver quindi ottenuto il mandato di pro-

    cura, presentando una persona che si fa-

    cesse credere essere la Perrocchio ed aver

    trattati parecchi interessi della sua vittima

    con questo falso mandato.

    Cos il giudice, il pomeriggio di quello

    stesso giorno, dispose una perquisi-

    zione nella casa di via Santa Mar-

    ta. Dove, scavando in un sottosca-

    la, fu ritrovato il cadavere della po-

    vera donna, mutilato e in stato di de-

    composizione, le gambe staccate

    dal busto da una parte e il cranio

    dallaltra, fracassato e riempi-

    to con frammenti ossei. Ester

    Perrocchio non soltanto era

    stata uccisa, ma anche orren-

    damente fatta a pezzi.

    3Ester Perrocchio

    viene uccisa nella

    propria abitazione.

    Boggia, dopo aver

    frugato in casa in

    cerca di valori, si ferma

    addirittura a dormire l.

    2 Boggia sferra

    il primo colpo

    di scure contro

    Angelo Ribbone, attirato

    nel magazzino della

    Stretta (vicolo) Bagnera

    con la scusa di vendergli

    alcuni tubi.

    1 Antonio Boggia

    un cattolico

    molto devoto: qui

    rappresentato mentre

    porta il baldacchino

    durante una processione.

    Antonio

    Boggia,

    il primo

    serial killer

    italiano,

    nato a Milano

    nel 1799.

    92

    STORIE DITALIA

    MILANO

    Il mostro di Milano

    Ho letto con molto interesse su

    Focus Storia n 94 larticolo su Antonio Boggia [...]. Vorrei aggiun-

    gere alcuni particolari: lesecuzione

    pubblica del Boggia fu lultima

    avvenuta a Milano e anche lultima

    sentenza di morte del neonato Re-

    gno dItalia, infatti la pena di morte

    fu abolita nel 1890, salvo essere

    ripristinata durante il ventennio

    fascista. Poich non vi erano boia

    disponibili sulla piazza di Milano,

    vennero fatti venire due boia,

    uno da Parma e uno da Torino. Il

    patibolo venne effettivamente

    eretto fra via Bligny e via Beatrice

    dEste, cio fra Porta Vigentina e

    Porta Ludovica, e pare che lavidit

    di denaro di Boggia, che era poi il

    motivo per cui aveva commesso

    una serie di efferati omicidi, non

    venisse meno neppure in punto di

    morte, tant che chiese un com-

    penso in denaro a un fotografo

    che voleva immortalarlo poche ore

    prima dellesecuzione.

    Nonostante il suo straordinario

    sangue freddo (quando gli fu

    notificata la condanna a morte,

    mangi un pollo freddo e si bevve

    un bicchiere di rum giamaicano),

    alcuni cronisti riferirono che, salito

    sul patibolo, disse in dialetto mi-

    lanese al boia u, me racumandi (mi raccomando) e questi, forse

    non capendo, lo abbracci per

    alcuni istanti prima di mettergli il

    cappio intorno al collo. Ma forse si

    tratta solo di una leggenda. Prima

    di essere sepolto in via Gentilino, in

    Porta Ticinese, gli venne spiccata

    la testa dal busto. La testa venne in

    seguito analizzata dal gi celebre

    criminologo Cesare Lombroso [...].

    Roberto Rovida, Milano

    I confini mobili

    del Messico

    Nella cartina di Focus Storia n 88 a pag. 88, la frontiera fra Usa

    e Messico indicata non quella

    decisa con il Trattato di Guadalupe

    Hidalgo del 2 febbraio 1848, che

    correva leggermente pi a nord,

    ma quella stabilita dal Trattato de

    La Mesilla del 24 giugno 1853,

    allorch 30.000 miglia quadrate di

    territorio messicano, oggi incluse

    negli Stati di Arizona e Nuovo

    Messico, furono vendute agli Usa

    dal dittatore messicano Antonio

    Lpez de Santa Ana (il cosiddetto

    Acquisto di Gadsden, dal nome

    dellambasciatore americano a

    Citt del Messico, che lo negozi).

    Lo scopo era quello di realizzare

    una linea ferroviaria dal Golfo del

    Messico alla California, onde sfrut-

    tare i giacimenti doro l scoperti in

    quegli anni. Lo scoppio della Guer-

    ra di Secessione fece s che la linea

    ferroviaria fosse ultimata solo quasi

    ventanni dopo, e senza passare

    per i territori acquistati a quel fine.

    Franco Maria Boschetto,

    Lonate Pozzolo (Varese)

    La fonte da noi consultata (un atlante storico statunitense)

    riportava quei confini per il 1848. Tuttavia, ringraziamo come sempre il nostro assiduo lettore per le infor-mazioni aggiuntive.

    Lundicesimo cannone

    Vorrei aggiungere alla Top Ten dei

    supercannoni (Focus Storia n 94) un undicesimo gingillo.

    Mi riferisco al cosiddetto super-

    cannone di Saddam Hussein, la

    cui vicenda, tra la fine degli Anni

    80 e linizio del Anni 90, infiamm

    la diplomazia di mezzo mondo,

    Italia compresa. Da quel che a oggi

    dato sapere, progettato, svilup-

    pato e realizzato in parte, in con-

    seguenza del cosiddetto Progetto

    Babilonia, esso avrebbe dovuto

    dotare le forze armate irachene di

    unarma a lunghissima gittata (da

    1.000 mm), in grado di colpire le

    nazioni confinanti (Iran, Kuwait e

    Israele, su tutti), con bombe chi-

    miche, batteriologiche o nucleari.

    La Societ delle fucine di Terni

    [...] pare avesse realizzato alcune

    parti dellarma in questione, delle

    quali almeno una raggiunse effet-

    tivamente Baghdad (attraverso la

    Giordania) [...] e di cui unaltra fu

    fermata prima dellimbarco su una

    nave-cargo.

    Daniele Venturi

    ... e il dodicesimo

    Nella Top Ten dei cannoni avrebbe

    meritato sicuramente un posto il

    Parisgeschtz, anche conosciuto

    come cannone del Kaiser Gugliel-

    mo, usato dallesercito tedesco nel

    1918 per bombardare Parigi. Pote-

    va sparare proiettili del calibro 210

    mm da 119 kg a oltre 120 km, cifre

    che a mio avviso gli garantiscono

    un posto in quella classifica.

    Lorenzo Righi

    Ringraziamo i lettori per que-ste aggiunte. Segnaliamo che

    della Prima guerra del Golfo Focus Storia si occupato in passato, come del cannone del Kaiser Guglielmo, anche se non si trova nella lista.

    Il cannone del

    Kaiser Guglielmo.

    colore verde oliva militare, sono state in uso fino a tutti gli Anni 70.Inoltre, dal 1945 al 1958 in Italia esistevano dei campi Arar (Azien-da Rilievo Alienazione Residuati) dove veniva ceduto ai civili il mate-riale in surplus: automezzi, pezzi di ricambio, lubrificanti, grassi.La sigla WB2 indicava un lubrifi-cante generico (general purpose) con le specifiche militari 2-108 dellUS Army.

    citato in molti manuali tecnici come lubrificante dei meccanismi pi vari (non per armi e motori) come i pezzi mobili della macchi-na per raggi X dentali in dotazione allUS Army. Per rispondere, quindi, il barattolo non apparteneva a nessun mezzo o unitparticolare: era in dotazio-ne a tutti come panacea e, essen-do di ottima produzione, era molto utile anche in ambito civile.

    5

    Focus Storia n 94, pag. 84: quan-do spos la cugina tredicenne, Poe aveva 27 anni, non 36. Focus Storia n 95: gli affreschi alle pagi-ne 17 e 19 sono di Agnolo Gaddi (non di Piero della Francesca, co-me invece quello a pag.14)

  • IN P

    ILLO

    LE

    Come nella mitologia vi-chinga, il martello di Thor tornato. Sotto forma di piccolo

    pendente col potere di proteg-

    gere chi lo indossa. Un amuleto

    scandinavo a martello stato in-

    fatti ritrovato sullisola di Lolland,

    in Danimarca.

    Arma magica. Il piccolo pen-

    daglio in bronzo, con tracce

    dargento e oro, risale al X secolo

    e ha una peculiarit unica: ri-

    porta una scritta runica che lo

    identifica come martello magico

    del dio Thor, protagonista delle

    saghe vichinghe. In precedenza

    erano stati ritrovati un migliaio

    di questi amuleti, ma nessuno di

    essi riportava iscrizioni, e quindi

    non si capiva di che oggetti si

    trattasse. Secondo la leggenda,

    il martello si chiamava Mjlnir,

    ed era larma forgiata dai nani

    per linvincibile dio: colpiva il

    bersaglio per poi tornare, come

    un boomerang, alla divinit. (a. b.)

    Il martello di Thor

    EmbeddedSoldati americani

    avanzano in Europa

    nel 1918. In alto, due

    delle centinaia di opere

    di artisti americani al

    fronte, digitalizzate dalla

    Smithsonian Institution.

    CombattivoIl dio nordico Thor con la

    sua arma magica, contro i

    Giganti. Un amuleto a forma

    di martello di Thor (sotto

    a sinistra) stato

    ritrovato in Danimarca.

    Sotto il DuomoRecenti scavi sotto il Duomo di Milano hanno

    portato alla luce resti di mura. Forse si tratta

    di una cittadella medioevale, antecedente al

    cantiere per la cattedrale (XIV secolo).

    2Mummie prefaraonicheIn Egitto si praticava la mummificazione

    gi 6.000 anni fa, circa 1.500 anni prima di

    quanto creduto finora. Emerge da nuovi studi

    su bende funerarie del Neolitico e Calcolitico.

    1 Identikit di un medioevaleUn caso per la polizia scientifica, ma non si

    tratta di un delitto. Alcuni ricercatori hanno

    usato tecniche da Csi per ricostruire il viso di

    uomini scozzesi vissuti tra il XIV e il XVII secolo.

    3

    La Grande guerra

    DIGITALE

    AL

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    NEL PROSSIMO

    NUMERO DI FO

    CUS

    STORIA, LITAL

    IA ALLA

    VIGILIA DELLA

    GRANDE GUER

    RA

    6

  • Una nave a New YorkIl rebus dei resti rinvenuti a New York nel

    2010, durante i lavori per il nuovo World

    Trade Center, ha ora una soluzione: era una

    nave costruita nel 1773 vicino a Philadelphia.

    5Cervantes segretoLa vita di Miguel de Cervantes continua a

    sorprendere. Dalle carte emerge ora che ebbe

    una compagna segreta (dopo la separazione)

    e che non era cos povero come si credeva.

    4

    Nel 1918 il Dipartimento della guerra Usa invi alcuni artisti al fronte per raccontare la vita dei soldati. Oggi quelle opere sono visibili sul Web.

    La Prima guerra mon-

    diale coinvolse nume-

    rosi artisti provenien-

    ti da tutti i Paesi belligeran-

    ti: Filippo Marinetti, Umber-

    to Boccioni e Giulio Sartorio

    per lItalia, Guillaume Apol-

    linaire per la Francia e Otto

    Dix per la Germania.

    Illustratori e pittori. Parte-

    ciparono anche artisti ameri-

    cani: il War Department ame-

    ricano aveva infatti inviato

    al fronte otto artisti, per do-

    cumentare la guerra e pro-

    durre materiale utile a scopo

    propagandistico.

    Erano sei illustratori di libri

    e riviste: William J. Aylward,

    Walter J. Duncan, Harvey T.

    Dunn, George M. Harding,

    Wallace Morgan, Harry E.

    Townsend; un architetto e in-

    cisore, J. A. Smith; e infine

    un pittore, Ernest C. Peixotto.

    Questi uomini, che avevano

    il grado di capitano del Corpo

    del Genio, ebbero carta bian-

    ca (nel vero senso della pa-

    rola) nel descrivere il fronte

    e la vita dei soldati. Durante

    tutto il 1918 e fino allarmi-

    stizio, firmato in novembre,

    realizzarono circa 700 opere,

    usando diverse tecniche: car-

    boncino, acquarello e china.

    Vita e rovine. I soggetti

    erano di 4 tipi: il quotidia-

    no dei soldati (pulizia, ran-

    cio), i combattimenti, le con-

    seguenze della guerra (rovi-

    ne, campi devastati) e infi-

    ne mezzi, armi e tecnologia.

    Per non demoralizzare lo-

    pinione pubblica dOltreo-

    ceano non disegnarono mai

    scene con cadaveri. Le ope-

    re furono inviate al Quartier

    Generale americano a Chau-

    mont (Francia), da l furo-

    no poi trasmesse al War De-

    partment di Washington D.C.

    Online e offline. Nel 1920

    fu organizzata una mo-

    stra e successivamente le

    opere vennero affidate al-

    la Smithsonian Institution

    di Washington. Rimasti per

    quasi un secolo nei deposi-

    ti dellAmerican History Mu-

    seum i disegni sono stati ri-

    portati alla luce recentemente

    e digitalizzati. Ora sono con-

    sultabili online, allindirizzo

    http://collections.si.edu. Nel

    2017 (centenario dellingres-

    so in guerra degli Usa) sar

    allestita una mostra per lan-

    ciare, attraverso queste opere

    particolari, uno sguardo di-

    verso sulla Grande guerra.

    F.-Xavier Bernard

    Un sorriso smagliante doveva essere molto apprezzato anche qualche migliaio di anni fa.

    Un gruppo di archeologi ha infatti

    scoperto che alcuni abitanti del

    Sudan di 2mila anni fa utilizzavano

    diffusamente una pianta per ligie-

    ne orale. Si tratta della quadrella

    (sopra), erba pepa o zigolo infe-

    stante (Cyperus rotundus). Uner-

    baccia fastidiosa per lagricoltura

    ma, a quanto pare, non per i denti.

    Larbusto ha qualit antibatteriche

    che hanno permesso agli abitanti

    di al-Khiday di avere una dentatura

    sana, come riscontrato sui 20 sche-

    letri ritrovati nel sito archeologico.

    Gli esperti, tra i quali anche alcuni

    ricercatori italiani, hanno riscontra-

    to che quella popolazione faceva

    largo uso di quadrella.

    Tradizione orale. Proprio grazie

    alla sua capacit di contrastare lo

    Streptococcus mutans (batterio

    del cavo orale che contribuisce a

    provocare la carie), avrebbe aiutato

    a mantenere i denti degli abitanti

    di quella zona lontani da carie

    e malattie dentali. Poich il suo

    sapore non gradevole, proba-

    bile, inoltre, che si usasse perch

    la tradizione aveva insegnato che

    faceva bene e rendeva i denti pi

    bianchi. (a. b.)

    Il dentifricio

    di una volta

    MO

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    7

  • Capita di perdere le chia-

    vi, il cellulare e persi-

    no... la testa. Ma pos-

    sibile perdere le enormi rovi-

    ne di unantica citt? Succede.

    Come nel caso di Lagunita, cit-

    t maya antica di 14 secoli, ri-

    scoperta oggi, dopo 40 anni.

    Negli Anni 70 laveva identi-

    ficata larcheologo americano

    Eric Von Euw, ma poi scom-

    parve di nuovo, ingoiata dalla

    foresta tropicale dello Yucatn.

    Le citt ritrovate dei Maya

    Avvistamenti. Le informa-

    zioni sulla posizione di Lagu-

    nita erano vaghe e inutilizzabi-

    li, ha raccontato lautore del-

    la ricerca, larcheologo Ivan

    Sprajc, dellAccademia slove-

    na di Scienze e Arte. Nella

    giungla pu capitare di trovar-

    si a meno di qualche metro da

    un grande sito senza averne il

    minimo sospetto: noi, grazie a

    unindagine finanziata da va-

    ri sponsor, tra cui la KJJ Chari-

    table Foundation e Ars Longa,

    abbiamo individuato le rovi-

    ne con lausilio di foto aeree.

    In un territorio di pi di 3mila

    km2 sono stati ritrovati anche i

    resti di unaltra citt, Tamchen.

    Ma nascoste nella giungla ci

    sono decine di altre citt, dice

    Sprajc, che qui, nel 2013, ave-

    va gi scoperto Chactn, la pri-

    ma citt di quella che potrebbe

    essere una lunga serie.

    Maria Leonarda Leone

    giunto il momento anche del pianoforte di Casablan-ca, il celebre film del 1942 interpretato da Humphrey Bogart e Ingrid Bergman. A no-vembre, infatti, come succes-so per molti oggetti e costumi usati nei classici di Hollywood, anche il pianoforte del Ricks Caf, con il quale il pianista Sam (interpretato da Dooley Wilson) canta As time goes by, sar messo in vendita dalla ca-sa daste londinese Bonhams. Concorrenziale. E chiss a quale prezzo se lo aggiudicher il compratore. Un altro piano-forte meno famoso, utilizzato sempre in Casablanca per le scene ambientate a Parigi, stato venduto, nel 2012, allasta per 602.500 dollari. Si pensa quindi che quello del Ricks Caf potrebbe essere acquistato a una cifra da ca-pogiro. Forse anche pi dei 4 milioni di dollari con cui qual-che collezionista si aggiudic la statuetta del falcone, utilizzata nel film Il mistero del falco del 1941(interpretato sempre da Bogart). (f. x. b.)

    Larcipelago polinesiano delle Tonga, nel Pacifico Meridio-nale, oltre a essere un para-

    diso naturale una volta era anche il cuore di un impero marittimo unico in Oceania, che si estendeva per 500mila chilometri quadrati. Ottocento anni fa larcipelago era, secondo i nuovi studi, il centro di una fitta rete di scambi e riceveva tributi da altre isole, sottoforma di manufatti.

    Pietre esotiche. Un team di ricercatori dellAustralian National University di Canberra, guidato dallarcheologo G. Clarkper, per far luce sullimpero e la sua impor-tanza nel Pacifico ha sottoposto ad analisi chimiche 200 reperti in pietra rinvenuti a Tongatapu, isola principale dellarcipelago, e 300 manufatti. Gli archeologi hanno cos scoperto che molto materiale proveniva dalle isole vicine: Fiji, Sa-

    moa e perfino Tahiti, distante 2.500 chilometri. Forse proprio le attivit del potente impero commerciale di Tonga stimolarono, allora, il fiori-re degli scambi nel Pacifico. (g. l.)

    Il piano di Casablanca

    Il grande impero di Tonga

    ALBUM /CONTRASTO

    SCALA

    Il pianoforte in una scena del

    film Casablanca (1942).

    Imbarcazioni di

    Tonga in una

    stampa depoca.

    Le rovine di

    Lagunita e larea

    al computer.

    IVAN SPRAJC (2)

    8

  • Augusto star bimillenaria

    A duemila anni dalla

    sua morte, Roma ce-

    lebra il divo Augu-

    sto. Con riaperture al pub-

    blico nelle aree del Foro Ro-

    mano, del Palatino (la zo-

    na che limperatore aveva

    scelto a dimora), nelle Ter-

    me di Diocleziano, nella Ca-

    sa di Livia e nella sua villa

    a Prima Porta, nel Suburbio

    dellantica citt.

    Mecenati. Non solo. An-

    che il Museo Palatino, che

    custodisce alcune delle pi

    importanti testimonianze

    dellet augustea, stato

    completamente rinnovato.

    E a Palazzo Massimo sar

    inaugurata la mostra I fa-

    sti e i calendari nellantichi-

    t (14/11/2014-2/6/2015).

    In pratica, sul Palatino il

    nuovo percorso partir dalla

    casa di Augusto e verr ria-

    perta la Casa di Livia, men-

    tre nella Villa di Livia sa-

    r riallestito il giardino de-

    gli allori, dove limperatore

    concedeva appunto gli allo-

    ri. Nel Foro Romano si pas-

    segger nella Basilica Iulia e

    nel Vicus Iugarius. Alle Ter-

    me di Diocleziano, invece, si

    potr ammirare ci che re-

    sta della natatio (la grande

    piscina) e grandiosi reperti

    mai visti prima. RIEVOCAZIONE SAN LEO (FO)

    Al tempo del DucaLa ricostruzione storica dellarte di torneare (preparazione, ceri-monie, usi e costumi) ai tempi di Federico di Montefeltro. 4-5 ottobre. Fortezza Leontina. Info: 05419269670541, www.altempodelduca.it

    MOSTRA LONDRA

    The real TudorsIn tre sale della National Gallery, la pi completa serie di ritratti della storica dinastia inglese. Enrico VIII in testa. Fino all1/3/2015. National por-trait gallery. Info: 00442 73060055, www.npg.org.uk

    ANNIVERSARIO ROMA

    A cura di Irene Merli

    Riaperture: 12/18/24 settembre e 1 ottobre. Roma. Info e prenotazioni: 0639967700, www.coopculture.it

    SAGRA STORICA

    La dsarpaLa tradizionale festa per la discesa delle mandrie dagli alpeggi dei pascoli pi alti dEuropa.

    28-29 settembre. Info e programma: 0166946811, www.lovevda.it.

    BREUIL (AO)

    Tra le antiche pietreLa Basilica Iulia nel Foro

    Romano. Sotto, dettaglio

    dellaffresco della Stanza

    delle Maschere, nella casa

    di Augusto sul Palatino.

    Doni damore Uno spaccato di vita quotidiana: una rara selezione di oggetti che si offrivano alle donne per celebrare il fidanzamento tra XIV e XVI sec. Gioie, cofanetti, madie, suppellettili...

    Dal 12/10/2014 all11/1/2015. Pinacoteca cantonale Giovanni Zust. Info: 0041918164791, www.ti.ch/zuest

    MOSTRA RANCATE (SVIZZERA)

    9

  • P U L Z E GL GL IA O

    A cura di Marta Erba, Filippo Nieddu, Giuliana Rotondi e Daniele Venturoli

    PAROLE DIMENTICATE

    Homo homini lupus

    Lespressione latina (che significa luomo un lupo per luomo) si trova citata per la prima volta dal commediografo latino Plauto (sopra in unincisione medioevale) nellopera Asinaria (II secolo a.C.)Egoismo. Questa amara conce-zione della natura umana nota, per, soprattutto per essere stata ripresa nel 600 da Thomas Hob-bes. Per il filosofo inglese la natura umana fondamentalmente egoistica: luomo, cio, agirebbe

    nei confronti dei suoi simili sempre mosso dallistinto di sopravvivenza e di sopraffazione, mai dallamore. Quando gli uomini si legano tra loro per ragioni di amicizia o soli-dariet solo per timore reciproco, quindi sempre per obiettivi egoi-stici. In altre parole, per Hobbes ogni uomo vedrebbe nel suo pros-simo sempre un nemico. Lespressione viene utilizzata oggi per sottolineare, in modo ironico o amaro, la malvagit umana.

    DA COSA

    NASCE COSA

    Dal francese pulcelage, derivato dallantico termine pulcele (pulzella), indica la

    condizione di donna non sposata e, per estensione (spesso con tono scherzoso), vergine.

    CHI LHA DETTO?

    I nativi delle nazioni in-diane nel Nord America del Seicento. A inizio 800 erano ridotti a 600mila.

    5MILIONIIL NUMERO

    IL SIMBOLO

    VOCABOLARIO

    DIPLOMAZIA

    La parola deriva da diplo-ma, a sua volta dal greco diploos, doppio. Il diploma era il documento piegato in due che portava con s il diplomarius, lufficiale imperiale romano prepo-sto alle relazioni tra Stati. Il documento divenne poi la lettera credenziale dei prin-cipi, che legittimava i loro ambasciatori a trattare con i governanti degli altri Paesi (sopra, John Kerry, capo della diplomazia Usa).

    Per il suo camminare

    allindietro, il GRANCHIO

    (come il gambero)

    stato spesso considerato

    un animale portatore di

    sventura. Ma la sua sim-

    bologia in realt molto

    ricca. Per la tradizione

    cristiana, per esempio,

    poich la sostanza di cui

    composta la sua coraz-

    za muta, il crostaceo ri-

    manda alla resurrezione

    e alla rinascita.

    Acquatico. Al segno

    astrologico del cancro

    (segno dacqua e legato

    alla Luna, sopra) viene

    associata una natura

    femminile e concetti

    quali la rinascita, la

    gravidanza, la tendenza

    allisolamento. La parola

    cancro (cio granchio)

    per designare i tumori si

    deve invece a Ippocrate,

    che probabilmente

    segu la credenza molto

    diffusa al suo tempo se-

    condo cui lo spirito della

    malattia aveva la forma

    di questo animale.

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    10

  • DALLE SCUOLE AL... TEMPO LIBERO

    Dopo la Seconda guerra mondiale, la nascente Sony tent di introdurre sul mercato il registratore a nastro, di cui intu le po-tenzialit. Tuttavia lo propose solo per i procedimenti giudiziari e per linsegnamento delle lingue nelle scuole (a sinistra). Pur avendo indicato in un opuscolo successivo ben 999 possibili utilizzi del registratore, solo dal 1960 i nastri iniziarono a diffon-dersi per la riproduzione di musica, fino a entrare nelle automo-bili, e poi addosso alle persone con il walkman (1979, sopra).

    Signor Blitz (1810-1877)I suoi spettacoli erano pieni di umorismo.

    Era anche ventriloquo ed stato tra i primi a usare una bambola per questo numero.

    6

    Max Malini (1873-1942)Era un mago anche negli affari. Si esib

    per diversi presidenti Usa, i reali inglesi e molti altri monarchi in Europa e in Asia.

    7

    David Copperfield (1956-vivente)Considerato lerede di Houdini, nel 1983

    ha fatto svanire la Statua della Libert, nel 2001 si fatto dividere in due da un laser.

    Harry Houdini (1874-1926)Nome scelto da Ehrich Weisz per onorare

    Robert-Houdin. Famose le sue fughe da manette, catene e camicie di forza.

    Bartolomeo Bosco (1793-1863)Attivo in Russia, confinato in Siberia, te-

    neva spettacoli per prigionieri e carcerieri. Famoso il numero della propria fucilazione.

    4

    3

    2

    Tony Slydini (1900-1991)Foggiano, trasferitosi in Argentina, si

    specializz nella micromagia (cio trucchi a poca distanza dallo spettatore).

    8

    Mago Silvan (1937-vivente)Famoso per le molte apparizioni televi-

    sive, lunico artista non statunitense per ben due volte Magician of the Year.

    5

    Doug Henning (1947-2000)Fu un vero e proprio showman. Molti dei

    suoi show televisivi hanno avuto pi di 50 milioni di spettatori, solo negli Stati Uniti.

    9

    James Randi (1928-vivente)Fingendo di avere doti paranormali,

    grazie alla sua abilit di illusionista, ha sma-scherato chi millanta poteri soprannaturali.

    10

    TOP TEN

    I PI FAMOSI ILLUSIONISTI

    LOGGETTO MISTERIOSO

    un curioso strumento che a unestremit presenta una lama arcuata e un pettine: lungo 24 cm, largo 5

    e pesa circa 260 grammi. Per che cosa poteva essere utilizzato, secondo voi?

    J. E. Robert-Houdin (1805-1871) Considerato il rinnovatore delle arti

    magiche, port la magia dalla strada ai teatri, indossando un elegante abito da sera e trasformandola in uno spettacolo di qualit. Invent diversi numeri ancora oggi utilizzati, come lesperimento di lettura del-la mente eseguito con il figlio bendato.

    1

    Vi proponiamo, anche in questo numero di Focus Storia, la foto di un oggetto di uso comune... ma solo fino a qualche tempo fa! Provate a scoprire di che si tratta e a cosa serviva. Aspettiamo le vostre risposte, indicando anche la localit, a: Focus Storia, via Battistotti Sassi, 11/a - 20133 Milano oppure [email protected]

    D.VITTIM

    BERGA

    11

  • ALINARI

    SOCIET

  • La tv italiana pi vecchia di quanto

    si pensi. I primi palinsesti dellEiar

    (antenata della Rai) risalgono agli

    Anni 30. Poi per arriv la guerra...

    LA DI

    BENITO

    FARABOLA

    Benito Mussolini nel 1934 a

    Sabaudia. Sullo sfondo, una delle

    prime antenne di trasmissione

    televisiva. Sotto, una radiovisione,

    antenata della moderna tv.

    FARABOLA

    13

  • I programmi prevedevano

    2 ore di trasmissioni

    al giorno. E i televisori

    costavano 15mila lire

    (circa 10mila euro)

    Roma, un giorno destate nella cen-

    tralissima via del Corso. Davanti a

    un negozio alla moda, una folla di

    persone si accalca a guardare i pro-

    grammi di un apparecchio tv posto in vetrina.

    Nella ressa si notano camicie nere, il fez di un

    giovane Balilla, distintivi col littorio in mostra

    sul bavero delle giacche maschili. Non un

    raduno di nostalgici, siamo alla fine degli An-

    ni Trenta. E non si tratta neanche di qualche

    film fantascientifico di storia alternativa:

    quella descritta una scena di vita vissuta.

    Perch nellItalia fascista la televisione, sep-

    pure primordiale, aveva gi fatto la sua com-

    parsa. Ben prima del 1954 esordio della Rai

    e delle trasmissioni regolari, di cui questanno

    si celebra il 60 anniversario la data di na-

    scita ufficiale dellera catodica nostrana in

    effetti il 1939, decisamente pi in linea con gli

    esordi in altri Paesi industrializzati.

    AltA definizione. Tre anni prima la Bbc ave-

    va inaugurato allAlexandra Palace di Londra il

    primo servizio tv regolare ad alta definizione,

    cio a 405 linee, abbandonando presto definiti-

    Ritrasmissioni olimpicheOperatori di ripresa durante le Olimpiadi di Berlino del 1936.

    Poich in pochi avevano il televisore in casa, le immagini furono

    registrate e ritrasmesse nei teatri in varie citt tedesche.

    vamente il pi grossolano sistema di scansione

    elettromeccanica dellimmagine ideato dallin-

    glese John Logie Baird (v. riquadro a destra)

    per quello totalmente elettronico prodotto dal-

    la Emi-Marconi. Era una partnership industriale

    che includeva la compagnia di telecomunicazio-

    ni fondata in Inghilterra dal geniale pap ita-

    liano della radio, Guglielmo Marconi.

    Proprio il duce, che definiva la cinematogra-

    fia larma pi forte, dopo quella ormai collau-

    data della radio, aveva intuito le potenzialit del

    nascente grande fratello televisivo per alimen-

    tare il consenso nei confronti della dittatura; la

    sua volont si impose dunque su chi criticava

    lidea di investire tempo e soldi in quella che

    allepoca era chiamata radiovisione.

    Protagonista di questa avventura fu natural-

    mente lantenata del servizio pubblico, cio la

    societ Eiar Ente Italiano Audizioni Radiofoni-

    che fondata nel 1927 come erede dellUnione

    Radiofonica Italiana e concessionaria in esclusi-

    va, sotto rigido controllo statale, della diffusio-

    ne dei programmi.

    MilAno-RoMA. Agli ingegneri Alessandro

    Banfi e Guido Bertolotti, veri demiurghi del-

    la tv italiana, spetta il primato di aver riprodot-

    to in video dagli studi Eiar di Milano quella che

    in assoluto la prima immagine della tv italia-

    na: una semplice bambola di panno Lenci, tra-

    Teatri di posaDue immagini tratte dal

    Radiocorriere, la rivista

    dellEiar, con le foto delle

    trasmissioni sperimentali.

    Riprese di qualit Novembre 1936, lemittente

    inglese Bbc comincia a

    trasmettere ad alta definizione.

  • Linventore John Logie Baird fu il primo a tra-smettere a distanza unim-magine televisiva, formata da 28 linee seppur non in Hd. Un miracolo vista la data, era il 2 ottobre 1925. A sottoporsi al sistema di scansione meccanica dellimmagine fu il suo fattorino, William Taynton (foto sotto). Il primo televi-sore elettronico (cio con un tubo catodico) della Storia fu inventato invece, due anni dopo, dallame-ricano Philo Farnsworth, mentre il connazionale di origine russa Vladimir Zvorykin, gi giovane radio-telegrafista nella societ di Marconi (il primo, sembra, a captare il celebre, disperato Sos del Titanic), brevett la prima telecamera. Olimpiadi in tv. Nemmeno la Germania di Hitler era rimasta a guardare. Le im-magini delle Olimpiadi del 1936 a Berlino furono ripre-se da telecamere Telefun-ken e ritrasmesse gratis per il pubblico dei teatri di varie citt tedesche. La tv nazista fu anche la sola dellepoca a registrare i suoi programmi su pellicola, contempora- neamente alla messa in on-da; sulle bobine superstiti troviamo le immagini del Fhrer (che pare diffidasse del nuovo mezzo di comu-nicazione) ripreso insieme a Mussolini, durante una visita a Berlino del 1937.

    I primi passi della televisione

    smessa ancora con il sistema elettromeccani-

    co, racconta Diego Verdegiglio, autore del vo-

    lume La TV di Mussolini. Sperimentazioni tele-

    visive nel Ventennio fascista (Castelvecchi). Ma

    limmagine entrata nella storia della tv italiana

    unaltra, del 1938: quella di un tecnico Eiar,

    Manlio Bonini, ripreso dalla telecamera durante

    una prova. Altra figura fondamentale fu linge-

    gner Arturo Castellani, fondatore della ditta mi-

    lanese Safar che con la Magneti Marelli diven-

    ter il principale fornitore tecnico dellEiar. La

    sua fabbrica produceva tubi catodici su licenza

    americana, per Castellani ne produsse una ver-

    sione migliorata che chiam telepantoscopio

    e che fece unottima riuscita.

    Dopo le prove sperimentali al Centro di dire-

    zione torinese nel 1934, lEiar ebbe sede in Cor-

    so Sempione a Milano e in via Asiago a Roma.

    Qui, in un attico rialzato fatto costruire per esi-

    genze industriali in deroga al piano regolato-

    re capitolino, furono poi realizzati i set di ripre-

    sa delle trasmissioni, mentre la sede veniva col-

    legata al primo trasmettitore tv di Monte Mario

    da un enorme cavo coassiale interrato. Intanto

    le prime timide sortite del video, in coppia con

    lexploit ormai maturo della radio, suscitavano

    grande fermento. Con toni alla Asimov, il futu-

    rista Marinetti scriveva: Aspettando linvenzio-

    ne del teletattilismo, del teleprofumo e del tele-

    sapore, noi futuristi perfezioniamo la radiofo-

    nia, destinata a centuplicare il genio creatore

    della razza italiana.... La qualit video era di

    livello europeo: 441 linee, secondo lo standard

    tedesco. Tutto, insomma, era pronto per le pri-

    me trasmissioni.

    i pRiMi pAlinsesti. A dare il via fu Milano, nel

    giugno 1939, con due ore di programmi-labora-

    torio irradiati dallimponente Torre Littoria co-

    struita nel Parco Sempione. Il vero battesimo

    delletere si celebr a Roma, il 22 luglio, con li-

    naugurazione del Villaggio Balneare, una gran-

    de struttura prefabbricata pensata per lesta-

    te romana (v. riquadro nella pagina seguente).

    Fu l che i primi apparecchi tv in funzione per il

    grande pubblico riscossero un successo strepito-

    so. Ma cosa si andava a vedere, e chi? Il palin-

    sesto era di sole due ore giornaliere, una al po-

    meriggio e una alla sera, ma bisognava riempir-

    le senza soluzione di continuit, anche perch

    il montaggio audiovisivo non esisteva, rispon-

    de Verdegiglio. Lobiettivo fu raggiunto grazie a

    un mix straordinario di professionalit. I tecni-

    ci: una banda di talentuosi tuttofare come Guido

    Terranera, da poco scomparso. Poi cerano sce-

    nografi di teatro, professionisti del cinema co-

    me il regista Victor de Santis, e nomi gi affer-

    mati della radio come il conduttore Nunzio Fi-

    logamo e i cronisti Vittorio Veltroni e Nicol Ca- GET

    TY

    IM

    AG

    ES

    15

  • Mussolini credeva

    nella televisione

    come utile mezzo di

    propaganda e consenso

    rosio. Tra gli artisti, si fecero radiovisionare

    Macario e Tot, Aldo Fabrizi e Nanda Primave-

    ra, la cantante Lia Origoni e tutti gli attori del-

    la rivista. Il grande poeta romanesco Trilussa

    e tante altre personalit si concessero al nuovo

    mezzo con grande curiosit ed entusiasmo, no-

    nostante condizioni non facili: basti pensare che

    cera una telecamera sola allepoca si chiama-

    va iconoscopio e che i riflettori trasformavano

    quel minuscolo studio in un forno.

    A fare da collante in quel mosaico di celebri-

    t era la spigliata diciottenne torinese Lidia Pa-

    squalini, che fu di fatto la prima Signorina

    Buonasera, come saranno poi chiamate le an-

    nunciatrici Rai negli Anni 50. Il suo pi gran-

    de terrore, ricorda Verdegiglio, erano i croni-

    ci ritardi di una star dellepoca, Alberto Raba-

    gliati, che la costringevano a riempire il tempo

    improvvisando (la ripresa avveniva in diretta,

    ndr). Ma ci fu anche quella volta che os un

    minimo di scollatura e preg che Pio XII non la

    stesse guardando. In Vaticano, infatti, era sta-

    ta installata una tv.

    pRezzi pRoibitivi. Un altro apparecchio si tro-

    vava ovviamente a Villa Torlonia (la residenza

    di Mussolini) dove Romano, il figlio del duce,

    si deliziava con le video-performance dei fra-

    telli De Rege. Altri televisori erano nelle case

    di alti gerarchi come Ettore Muti, mentre quel-

    li accesi in alcuni negozi di Roma e Milano da-

    vano al pubblico unidea della nuova invenzio-

    ne. Il pubblico da salotto in realt non esiste-

    va, o quasi.

    Sul Radiocorriere erano comparse le pubblicit

    delle prime tv Safar, Magneti Marelli, Allocchio-

    Bacchini: levigate sculture di metallo e radica

    dove lo schermo vero e proprio ovviamente in

    bianco e nero (il colore da noi arriv negli An-

    ni 70) era pi piccolo di quello di un tablet,

    ma il prezzo era inavvicinabile: 15mila lire (cir-

    ca 10mila euro), follia pura per unItalietta che

    con Gilberto Mazzi sospirava se potessi avere

    mille lire al mese.

    Oltre ai soliti nababbi, spiega Verdegiglio,

    a Milano ci fu pure qualche scienziato pazzo

    che pens di procurarsi un televisore costruen-

    doselo da s. Uno di loro fu Carlo Vichi, fonda-

    tore della fabbrica di elettrodomestici Mivar, at-

    tiva dal 1945 al 2013. I telespettatori privati si

    Cominciano le trasmissioni

    Il primo monoscopio (unimmagine televisiva fissa

    utile a verificare la qualit della trasmissione video

    e degli apparecchi) della Rai, nel 1949.

    FARABOLA (3)

    Un acqua-park del Ven-tennio a prezzi modici, pensato per chi non poteva permettersi la villeggiatura al mare. Questo era il Villag-gio Balneare che nel 1939 fece da cornice alla com-parsa della radiovisione. Migliaia di romani facevano la coda per entrare nel com-plesso, e soprattutto per ac-cedere a quel misterioso pa-diglione che prometteva un assaggio di futuro. Linterno ospitava infatti una prima batteria di modernissimi (per lepoca) apparecchi te-levisivi che riproponevano spettacoli, sketch e canzoni trasmessi in diretta dalla sede romana dellEiar. La televisione inizia in Italia la sua storia e da Roma [...] mander le pi belle e vigo-rose immagini della razza e dellarte italiane, chiosava con orgoglio il Radiocorrie-re, rivista ufficiale dellEiar (v. foto). Testimone. Mi ricordo una folla enorme di gente che si dava il cambio davanti agli schermi, racconta Giulia-na Arcieri Passaro, che in quellestate del 1939 aveva 8 anni ed era tra le migliaia di romani in fila per vedere la nuova meraviglia tecno-logica. Al Villaggio Balneare cera di tutto: pi-scine, autoscontri, persino gare di motoscafi su uno specchio dacqua artificiale e un raffinato giardino dinverno dove eleganti signore degustavano lau-tarchico infuso di karkad dellEritrea. Per me fu une-sperienza grandiosa.

    Al villaggiobalneare

    Cinquantanni di trasmissioni

    1897 Il fisico tedesco Ferdinand Braun in-venta il tubo a raggi catodici.

    1927 Lamericano Philo Farnsworth realizza il primo tele-visore elettronico.

    1925 Il 2 ottobre lin-ventore inglese John L. Baird trasmette la prima immagine tv.

  • contavano a decine. Inoltre i ripetitori avevano

    una potenza limitata, con qualche eccezione: un

    ascoltatore inglese nel 1939 sostenne di aver ri-

    cevuto il segnale dellEiar in unisoletta del Ca-

    nale della Manica. Sulla tv di massa il fascismo,

    comunque, voleva accelerare. Si pensava gi a

    cinegiornali inseriti nel palinsesto, a serie poli-

    ziesche con poliziotti fascistissimi, che esaltas-

    sero le virt italiche. Quanto alla stampa di re-

    gime, gi vagheggiava epocali dirette transocea-

    niche che permettessero ai simpatizzanti fasci-

    sti di Buenos Aires di applaudire le squadrate

    legioni schierate in Piazza Venezia. Cera per-

    sino il progetto di ununit mobile di ripresa per

    lEsposizione Universale del 1942 a Roma, can-

    cellata dalla Seconda guerra mondiale.

    Rai dannata

    1948: riprese sperimentali della

    neonata Rai (le trasmissioni regolari

    inizieranno nel 54). Sopra, il radio

    (poi tele) cronista Nicol Carosio

    (1947). A fianco, Macario, tra i primi

    personaggi tv insieme a Tot (sotto).

    AntesignAnA. Ben prima di quella data, il 31

    maggio del 1940, il sogno televisivo si interrom-

    peva a causa della guerra. Il colpo di grazia arri-

    v con loccupazione tedesca: la sede romana di

    via Asiago fu smantellata e il materiale traspor-

    tato al Nord. Qualcosa si salv grazie a tecnici

    volonterosi che sotterrarono nei giardini valvole

    e tubi catodici: un materiale prezioso che serv

    poi per il nuovo inizio della tv, dopo il 1945.

    Partenza in salita anchessa, ma facilitata dal-

    le esperienze di quellantenata ideologicamente

    ingombrante, che per della moderna tv aveva

    anticipato quasi tutto. Persino la pubblicit, col

    progetto di inserimento di spazi di propagan-

    da commerciale

    Adriano Monti Buzzetti Colella

    FARABOLA

    17

    1929 Il russo Vladi-mir Zvorykin realizza gli iconoscopi e i cinescopi.

    1934 Dopo le espe-rienze britanniche iniziano gli esperi-menti in Italia.

    1935 In Germania, prende avvio la pri-ma programmazione televisiva regolare.

    1954 Il tre gennaio la Rai (ex Eiar) inizia ufficialmente le trasmissioni.

  • Genova, 1547: un manipolo di nobili, guidati da Gian Luigi Fieschi,

    tenta di far fuori il potente Andrea Doria. Ma il piano fallisce

    S e fosse un film potrebbe comin-ciare cos: un vecchio con la bar-ba bianca abbandona nottetem-po la citt, imboccando una stra-da di campagna per scampare a un atten-tato ai suoi danni. Luomo, circondato da guardie e servit, ha laria fiera di un lu-po di mare: un ammiraglio. E un capo di Stato. Lo Stato quello di Genova, re-pubblica autonoma guidata da lui, An-drea Doria. Grazie al suo progetto poli-tico, riuscito a portare la pace in una citt da secoli dilaniata dallinstabilit e

    dalle lotte di fazione. Il vecchio, per, molto amareggiato: lo ha tradito, a sor-presa, una delle persone di cui si fida-va di pi. Serpe in Seno. Linfido traditore un gio-

    vane e ambizioso rampollo di una delle famiglie allepoca (la prima met del Cin-quecento) pi in vista della citt: Gian Lui- gi Fieschi, conte di Lavagna. figlio di quel Sinibaldo Fieschi che con Doria ave-va navigato e progettato la repubblica ari-stocratica. Forse dire che Gian Luigi fos-se come un figlio per Andrea troppo, ma

    Signor ammiraglio

    Ritratto di Andrea Doria,

    ammiraglio e signore de

    facto della Repubblica

    di Genova (a sinistra,

    in una stampa del XVI

    secolo) dal 1528 alla

    morte. Doria mor nel

    1560, a 94 anni.

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    una cosa certa: per aiutare quel ragazzo rimasto orfano di padre a 10 anni non si era mai risparmiato. Ne era diventato il tu-tore, intercedendo per lui presso limpera-tore Carlo V, entro la cui orbita ruotava la citt della Lanterna. Gian Luigi sembrava ricambiare. A pa-lazzo di Fassolo, residenza dei Doria, era di casa: vi si recava tutti i giorni a fare visita allammiraglio, ormai ottantenne. Eppure da mesi pensava solo a una cosa: come farlo fuori, prendendo accordi per-fino con la nemica Francia e il Papato.

    RINASCIMENTO

    18

  • Ribelle ingrato Gian Luigi Fieschi,

    nacque nel 1522 in

    una delle famiglie pi

    importanti di Genova.

    Mor accidentalmente

    durante la congiura

    da lui ordita nel 1547.

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  • 13 4

    la sera del 2 gennaio 1547 e Gian Luigi Fieschi nel suo palazzo di via Lata, a Genova, riunisce i congiurati. Con la scusa di una cena convoca i nobili della citt e rivela loro il suo piano per rovesciare Andrea Doria, invitandoli a partecipare.

    Nel frattempo, nei vicoli cittadini iniziano i tumulti e Doria, seppur preso alla sprovvista, riesce a fuggire. Si rifugia a 30 chilometri circa da Genova, nel castello di Masone, ospite del nobile Adamo Centurione.

    I congiurati si impadroniscono di parte della citt. Giannettino, nipote (e successore designato) di Doria, allarmato esce da palazzo di Fassolo e, vicino a porta San Tommaso, viene colpito a morte. Leggenda vuole che Gian Luigi fosse geloso di Giannettino: lo riteneva lamante della moglie.

    UNA TRAMA PERFETTALa congiura dei Fieschi ha dato spunto a opere letterarie e teatrali. Nel 1782 il tedesco Friedrich Schiller dedic alla vicenda una tragedia, La congiura di Fiesco a Genova. Ecco la vicenda riassunta in una serie di stampe dell800.

    REALY

    EASYSTA

    R (5)

    20

  • 52Alcuni lo seguono, ma altri si rifiutano e vengono trattenuti a palazzo

    per evitare che possano dare lallarme (il nobile genovese, per la riuscita

    della congiura, contava soprattutto sul fattore sorpresa). Poi Gian Luigi

    saluta la moglie, Eleonora Cibo, e si dirige al porto.

    Gian Luigi con alcuni dei congiurati al porto per impadronirsi

    della potente flotta doriana. Ma proprio mentre tenta di assaltare

    una galea cade in mare, la pesante armatura lo trascina a fondo

    e muore annegato. La congiura, senza di lui, destinata a fallire.

    Inneggiando alla

    libert e alla Francia i

    Fieschi tentarono di

    far sollevare il popolo.

    Ma inutilmente

    nel nome del popolo. La sera del 2 gen-

    naio 1547 Gian Luigi radun nel suo pa-

    lazzo di via Lata (uno dei pi belli della

    citt) la nobilt genovese rivelando, tra lo

    stupore di tutti, i suoi progetti di congiura

    contro quello che considerava un tiranno.

    Nel frattempo i fratelli di Gian Luigi, Ge-

    rolamo e Ottobono, con i loro fedelissimi,

    erano nei vicoli di Genova per impadronir-

    si della citt in nome della libert e della

    repubblica. Giocando sulleffetto sorpresa,

    e grazie allimpreparazione dei doriani, i

    congiurati riuscirono a occupare una par-

    te della citt, disarmando le poche guardie

    in circolazione. Il primo a farne le spese fu

    il nipote (e successore designato) dellam-

    miraglio, Giannettino Doria, che usc dal

    palazzo allarmato dai rumori provenienti

    dal porto: a porta San Tommaso

    fu ucciso a colpi di archibugio.

    morte improvviSa. La mos-

    sa decisiva, tuttavia, spettava a

    Gian Luigi. Lasciato il consesso

    e indossata larmatura, si rec

    anche lui al porto. Ma nel tenta-

    tivo di assaltare una delle galee

    doriane accadde limponderabi-

    le: Gian Luigi cadde, pare acci-

    dentalmente, in mare e, a causa

    della pesante corazza, sprofond

    tra i flutti, morendo annegato.

    Se fosse un film, la congiura

    avrebbe qui il suo colpo di scena

    narrativo. Proprio mentre le cose

    sembravano mettersi al meglio, i

    fratelli Fieschi erano rimasti sen-

    za guida, molti nobili si erano

    dimostrato indifferenti agli ap-

    pelli di Gian Luigi, mentre il po-

    polo, che avrebbe dovuto, se-

    condo i piani, insorgere contro il

    tiranno, non fece nulla. Nei vico-

    li silenziosi risuonavano solo le

    voci dei cospiratori. La congiura

    era senza ombra di dubbio fallita.

    I Fieschi sapevano che senza lappoggio

    di altri non avrebbero potuto controllare a

    lungo la citt. Lunica speranza era un in-

    21

  • La vendetta di Doria fu terribile: il palazzo dei Fieschi a Genova e il castello

    di Montoggio furono completamente distrutti e i loro possedimenti divisi

    tervento dei francesi, che avevano, alme-

    no a parole, sostenuto Gian Luigi. Tutta-

    via la speranza rimase vana e il 3 genna-

    io, per cercare di salvare le pelle, i fratel-

    li Fieschi decisero di accettare la tregua in

    cambio del perdono e dellindulto da par-

    te del Senato.

    tremenda vendetta. I congiurati, per,

    non avevano fatto i conti con il vecchio

    ammiraglio. Non appena rientr a Geno-

    va dal castello di Masone (a una trentina

    di chilometri nellentroterra genovese),

    dove aveva trovato rifugio in quella ter-

    ribile notte, Doria fece ritirare lordinan-

    za di tregua, pubblic un bando contro i

    Fieschi, pose sotto assedio i loro castelli e

    smembr i loro possedimenti sullAppen-

    nino (divisi tra la famiglia Doria, il Duca-

    to di Milano e la Repubblica di Genova). E

    per cancellare la memoria urbana di quel-

    la scellerata famiglia, fece distruggere il lo-

    ro palazzo in via Lata, a Genova.

    Doria, che defin la congiura Il maggior

    tradimento che sia mai stato usato da al-

    cunaltra persona scelerata, aveva avuto,

    in quella notte senza sonno, tutto il tem-

    po di pensare a una vendetta, maceran-

    dosi nel rancore e fantasticando sul mo-

    do di farla pagare cara ai Fieschi. E qui la

    sceneggiatura diventa pulp. Il cadavere

    di Gian Luigi, ripescato dal mare, venne

    esposto per mesi nella Darsena, e poi ri-

    buttato in mare per impedire il funerale e

    che avesse una sepoltura. Gerolamo, dopo

    una lunga resistenza nel castello di Mon-

    toggio, fu ucciso e il castello raso al suo-

    lo. Ottobono venne catturato qualche an-

    no dopo a Porto Ercole e, rinchiuso vivo in

    un sacco, fu buttato in mare.

    La crudelt degli uomini di Doria travol-

    se anche i sostenitori dei Fieschi: Vincen-

    zo Calcagno, ex cameriere di Gian Luigi

    e poi capitano del contingente entrato in

    azione a porta San Tommaso, fu ritenuto

    responsabile della morte di Giannettino e

    scannato con altri tre. Gli ordini dellam-

    miraglio erano chiari: nessuna piet.

    idee vaghe. Ma che cosa sarebbe succes-

    so se Gian Luigi non fosse morto e la con-

    giura avesse avuto successo? Per quanto

    gli storici abbiano analizzato i documenti,

    non si capisce quale fosse il progetto poli-

    tico: il Fieschi voleva porre al governo di

    Genova qualcuno di sua fiducia, o guidare

    lui stesso (poco pi che ventenne) la cit-

    t? E come avrebbe ripagato il popolo se

    si fosse sollevato?

    Infine, cera una questione internaziona-

    le da non sottovalutare. Genova era sotto

    la protezione dellimpero spagnolo di Car-

    lo V, ma faceva gola ai francesi, che si sa-

    rebbero voluti impossessare della sua flot-

    ta. Eppure, quando fu il momento di inter-

    venire, a Parigi fecero finta di niente, poco

    convinti. Lunico a credere nelloperazio-

    ne era stato Gian Luigi, forse non del tut-

    to consapevole di che cosa significasse go-

    vernare una citt fondamentale sullo scac-

    chiere europeo del Cinquecento. Cosa che

    Andrea Doria, invece, sapeva benissimo.

    Federica Ceccherini

    Memoria cancellata

    A destra, quel che rimane oggi

    del castello di Montoggio. La

    fortezza dei Fieschi (sotto,

    in una stampa depoca) fu

    distrutta da Andrea Doria

    dopo il fallimento della

    congiura contro di lui.

    Il delfino

    Giannettino, nipote di

    Andrea Doria, fu lunica

    vittima dei congiurati.

    REALYEASYSTAR

    ADP-VILLA DEL PRINCIPE-GENOVA

    22

  • UN GENIO

    I 5 MOMENTI DORO DELLA STORIAIn determinati luoghi e periodi storici si concentr un alto numero di uomini oggi considerati geniali per la portata rivoluzionaria delle loro idee e delle loro opere.

    Il talento sembra

    concentrarsi in

    certe epoche

    e luoghi, in

    cui convivono

    personalit

    geniali. Perch?

    Innovatori

    A destra, dallalto: Sigmund

    Freud, Gustav Klimt

    (protagonisti dellondata di

    genialit nella Vienna fin de

    sicle) e Leonardo da Vinci,

    personaggio simbolo del

    Rinascimento italiano.XVII SEC.

    OLANDA

    FINE 800

    VIENNA

    V-IV SEC. A.C.

    ATENE400-500

    FIRENZE

    ANNI 20-30

    PARIGI

    INF

    OG

    RA

    FIC

    A: V

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    OR

    IO S

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    STORIA DELLE IDEE

    24

  • GENIO TIRA LALTROSolitario, malinconico e un po mat-to. questa limmagine romanti-ca del genio, lindividuo molto pi avanti dei suoi contemporanei, che tende a isolarsi perch il mondo non lo ca-pisce e lo capir in genere molti anni do-po la sua morte. Unimmagine rinforzata dallidea antica, e non del tutto superata, che un genio sia tale fin dalla nascita, de-stinatario di un dono divino, come si di-ceva ieri, o di un patrimonio genetico ec-cezionale, come si direbbe oggi.

    Ebbene, questa idea destinata a tra-montare. E non solo perch tutti gli stu-di sulla genialit dimostrano che dietro a ogni talento eccezionale ci sono sempre anni e anni di impegno e una buona dose di stacanovismo. Ma soprattutto perch, facendo unanalisi storica del fenomeno, ci si accorge che le menti pi geniali non sono sparse qua e l nello spazio e nel tempo, come ci si aspetterebbe se si trat-tasse di un fenomeno puramente casua-le (un dono piovuto dal cielo), ma sono concentrate in particolari luoghi e in par-ticolari periodi. Insomma: se si va a vede-re chi bazzicava nellagor di Atene nel V secolo a.C., per le vie di Firenze nel Rina-scimento, nei porti olandesi del Seicento, nei salotti della Vienna fin de sicle o nei caff parigini degli Anni ruggenti, e forse anche nelle startup della Silicon Valley di qualche anno fa, viene proprio da pensare che per diventare un genio sia importante, prima di tutto, trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Un essere speciale. Il fenomeno del ge-

    nio affascina fin dallantichit. I Greci (che diedero lavvio al culto dei grandi uomini) lo chiamavano daimon e lo consideravano una sorta di voce interiore ispirata dagli di. I Romani lo chiamavano genius (da geno, generare) per sottolinearne la pre-senza naturale fin dalla nascita. Uni-dea, questultima, ripresa durante il Ri-nascimento, quando la fama e limmor-talit si impose-ro come virt in contrapposizio-ne allesaltazione medioevale dellu-

    GETTY IMAGES (25)

    25

  • milt. Erano gli anni in cui si affermava

    un nuovo genere letterario, quello delle

    biografie degli uomini illustri (ripreso per

    la verit dal classico Vite parallele del gre-

    co Plutarco), il cui massimo esempio fu-

    rono le Vite de pi ec-

    cellenti pittori, scul-

    tori et architettori

    di Giorgio Vasa-

    ri: un testo in

    cui degli artisti

    pi grandi venivano raccontati aneddoti

    curiosi, spesso falsi, con il fine di confer-

    marne lassoluta eccezionalit.

    Pi avanti, nel Settecento, gli autori

    dellEncyclopdie dedicarono ben sei pa-

    gine alla voce genio. Confermando lan-

    tica idea del dono naturale, proprio di po-

    chissimi esseri al di fuori del comune e

    fuori dal proprio tempo. Perfino il razio-

    nale Immanuel Kant (1724-1804) afferm

    che il genio una qualit che non pu es-

    sere insegnata o trasmessa ma misterio-

    samente concessa dalla natura a certe per-

    sone e muore con loro.

    Spontaneit della creazione, sregolatez-

    za, mancanza di misura e forza rivoluzio-

    naria furono gli ingredienti aggiunti al-

    la ricetta del genio dai romantici: uni-

    dea che, attraverso il positivismo, arri-

    vata fino a noi.

    lUnatici. Cesare Lombroso aggiunse pe-

    r un particolare: nel 1877, con la pub-

    Il Rinascimento for quando Cosimo de Medici promosse lo studio dei

    classici: dopo i secoli bui del Medioevo, luomo veniva rimesso al centro

    DEMOCRITO (460-370 A.C.)Filosofo originario della Tracia, scelse di fermarsi ad Atene. GENIO PERCH: per la sua teoria atomista ritenuto il padre della fisica.

    SENOFONTE (430-355 A.C.)Detto ape attica, fu lau-tore pi versatile: scrisse su diversi argomenti.GENIO PERCH: si pu considerare il primo divulgatore.

    ANASSAGORA (496-428 A.C.) Nel 462 a.C. si stabil ad Atene, importandovi la filosofia dallAnatolia.GENIO PERCH: fu il primo fisico pluralista (tutte le cose sono in ogni cosa).

    PROTAGORA (486-411 A.C.)Nato in Tracia, soggiorn pi volte ad Atene.GENIO PERCH: il padre della sofistica, che pone-va luomo al centro della riflessione filosofica.

    TUCIDIDE (460-404 A.C.)Ateniese, tra i massimi storici dellantichit. GENIO PERCH: La Guerra del Peloponneso, esclu-dendo gli di, ritenuto un capolavoro moderno.

    ARISTOFANE (450-385 A.C.)Commediografo, viveva la sua attivit come una missione educatrice.GENIO PERCH: consi-derato linventore della satira socio-politica.

    FIDIA (490-430 A.C.)Ad Atene progett il Partenone.GENIO PERCH: dimostr eccezionali abilit di architetto e scultore, diventando lartista pi richiesto.

    PERICLE (495-429 A.C.)Guid la politica ateniese per oltre trentanni, tra il 461 e il 429 a.C. GENIO PERCH: statista diventato un modello per i posteri, esalt la democrazia ateniese e fece della sua citt un centro di cultura.

    IPPOCRATE (460-377 A.C.)Medico, nato a Kos, contribu a vincere la peste di Atene nel 429 a.C.GENIO PERCH: rivoluzion la medicina, liberandola dalle influenze divine.

    Cresciuta economicamente dopo le Guerre persiane, Atene si impose come centro del mondo greco. Vi giunsero filosofi, artisti e avventurieri, attratti dal mecenatismo di Pericle.

    LAPOGEO DELLA GRECIA CLASSICA

    EURIPIDE (485-407 A.C.)Tragediografo, fu amico di Socrate e rivale di Sofocle.GENIO PERCH: grande sperimentatore, tratteggi le dinamiche psicologiche con inedito realismo. I suoi eroi tormentati, spesso donne (Medea, Fedra, An-dromaca), sono moderni.

    PLATONE (428-348 A.C.)Fu discepolo di Socrate e maestro di Aristotele.GENIO PERCH: con le sue dottrine metafisiche, etiche, politiche ed este-tiche, ha influenzato il destino della filosofia (ma anche della letteratura) occidentale.

    SOCRATE (470-399 A.C.)Discuteva spesso nellagor con i sofisti e con i numero-si discepoli e ammiratori.GENIO PERCH: fu tra i principali filosofi antichi, soprattutto per il metodo dindagine (il dialogo critico e linduzione). considera-to il padre delletica.

    SOFOCLE (496-406 A.C.)Autore tragico e stratega, amico di Pericle.GENIO PERCH: rivoluzion la tragedia introducendo il terzo attore. Con i suoi complessi personaggi (Edipo, Elettra) avvi una riflessione sulla condizione umana, ancora attuale.

    V-IV SECOLO A.C.

    ATENE

  • blicazione del suo Luomo di genio, defi-

    n degenerato il carattere delluomo di

    genio, ripescando un concetto di Aristote-

    le: il filosofo greco del IV secolo a.C. era

    infatti stato il primo a domandarsi perch

    gli uomini deccezione fossero cos spes-

    so malinconici, ipotizzando una parentela

    tra la creativit e la depressione, che allora

    si chiamava genericamente follia. Unidea

    ripresa dallumanista Marsilio Ficino (che

    nel 1494 sostenne linfluenza di Saturno,

    il pianeta della malinconia, sulle menti ge-

    niali) e dallEncylopdie illuminista.

    Lipotesi gode ancora oggi di una certa

    considerazione. Molti studi hanno infatti

    mostrato una relazione tra la genialit e il

    disturbo bipolare dellumore: in questi ca-

    si (statisticamente una minoranza) lo svi-

    luppo di una capacit e di un talento sem-

    bra essere una vera e propria strategia di

    sopravvivenza rispetto alla malattia. Ma

    questo ci fa tornare alla questione chiave

    del mistero del genio, che oggi comincia a

    essere chiarita: il genio non sarebbe mai,

    ma proprio mai, innato.

    Geni non si nasce. Il primo a mettere in

    discussione lidea del dono divino fu Dar-

    win. E dopo di lui diversi studi hanno gra-

    dualmente messo in luce una verit offu-

    scata dal mito dellessere speciale. Il ge-

    Fu unepoca segnata dalla singolare fioritura di multiformi ingegni. La loro caratteristica principale? Leclettismo.

    IL RINASCIMENTO ITALIANO

    DONATELLO (1386-1466)Scultore, visse e lavor soprattutto a Firenze.GENIO PERCH: super larte romana classica con un espressionismo nuovo e inquieto.

    LUCA PACIOLI (1445-1517) Nato a San Sepolcro (Arezzo), nel 1470 entr nellordine francescano.GENIO PERCH: consi-derato il fondatore della moderna contabilit.

    SANDRO BOTTICELLI (1445-1510)Con Leonardo frequent la bottega del Verrocchio.GENIO PERCH: dipinse una bellezza malinconica e senza tempo.

    FRANCESCO DI GIORGIO MARTINI (1439-1501)Ingegnere e artista.GENIO PERCH: per i trat-tati di architettura milita-re, ritenuto il fondatore dellarte fortificatoria.

    NICCOL MACHIAVELLI (1469-1527)Storico, statista e filosofo dedic a Cesare Borgia lopera Il Principe.GENIO PERCH: il fonda-tore della scienza politica.

    LEON BATTISTA ALBERTI (1404-1472) Architetto, progett tra laltro la facciata di Santa Maria Novella a Firenze.GENIO PERCH: fu mae-stro della prospettiva.

    MASACCIO (1401-1428)Nel 1418 and a Firenze.GENIO PERCH: rinnov la pittura rifiutando gli eccessi decorativi del tempo e introducendo figure plastiche e reali.

    LEONARDO DA VINCI (1452-1519)Pittore, ingegnere e scien-ziato, visse anche a Firenze.GENIO PERCH: eclettico in-novatore, ritenuta la men-te pi grande dellumanit.

    LORENZO DE MEDICI (1449-1492)Il Magnifico fu signore di Firenze dal 1469 alla morte. GENIO PERCH: mecenate e poeta, promosse una politi-ca di pace ed equilibrio.

    FILIPPO BRUNELLESCHI (1377-1446)Architetto e ingegnere. GENIO PERCH: nella gran-diosa cupola del Duomo di Firenze adott numerose soluzioni innovative.

    PIERO DELLA FRANCESCA (1415-1492)Pittore e matematico. GENIO PERCH: brill per il rigore della ricerca prospet-tica, la plasticit delle figure e luso della luce.

    MICHELANGELO (1475-1564)Scultore, pittore, architetto e poeta, si form nella bot-tega del Ghirlandaio.GENIO PERCH: con opere come il David o la Cappella Sistina, uno degli artisti pi grandi di sempre.

    Filippo Brunelleschi:

    insieme a Donatello e

    Masaccio, ritenuto

    uno dei padri fiorentini

    del Rinascimento.

    TRA IL 400 E IL 500

    FIRENZE

    RAFFAELLO SANZIO (1483-1520)Nato a Urbino, frequent assiduamente Firenze.GENIO PERCH: innov lu-so del colore e rivaleggi con Michelangelo.

    PAOLO DAL POZZO TOSCA-NELLI (1397-1482)Medico, matematico, astronomo e cartografo. GENIO PERCH: ispir il viaggio di Cristoforo Colombo.

    27

  • nio non affatto un dono elargito magi-

    camente a pochissimi fortunati, sostiene

    oggi Michael Howe, psicologo della Exeter

    University, in Gran Bretagna. I geni arri-

    vano a realizzare le opere o a effettuare le

    scoperte per cui sono universalmente ap-

    prezzati in due fasi piuttosto lunghe, e che

    in parte si sovrappongono: la prima, in cui

    A far forire lOlanda

    contribu lenergia a

    basso costo prodotta

    dai mulini a vento

    CHRISTIAAN HUYGENS (1629-1695)Matematico, fisico e astro-nomo, amico di Cartesio e Pascal, visse allAia. GENIO PERCH: invent lorologio a pendolo, spieg gli anelli di Saturno e fece scoperte sullottica e sul cal-colo delle probabilit.

    ANTONI VAN LEEUWENHOEK (1632-1723)Ottico e naturalista, visse a Delft e ad Amsterdam.GENIO PERCH: invent il microscopio, scoprendo cos protozoi e batteri e gettando le basi della mi-crobiologia. Scopr anche i globuli rossi del sangue.

    REMBRANDT (1606-1669)Nato a Leida, fu scoperto dal padre di Christiaan Huygens, che gli procur importanti commissioni dalla corte reale dellAja. GENIO PERCH: il suo uso della luce e gli autoritratti ne fanno un maestro unico.

    CARTESIO (1596-1650)Filosofo e matematico francese, visse soprattutto a Leida, dove pubblic il suo Discorso sul metodo.GENIO PERCH: il filosofo del cogito ergo sum consi-derato il primo pensatore moderno. Diede vita al razionalismo.

    JAN VERMEER (1632-1675) Visse a Delft, nellOlanda Meridionale.GENIO PERCH: i suoi quadri sono frutto di una tecnica unica. Con un uso sapiente della luce e dei colori, conferiva una grande forza psicologica ai suoi dipinti.

    IL SECOLO DORO OLANDESE

    acquisiscono capacit particolari, e la se-

    conda in cui esprimono la creativit che

    li porter alla scoperta o al capolavoro.

    Lanalisi delle biografie di personalit

    eccezionali ha permesso a Howe di indi-

    viduare una serie di caratteristiche comu-

    ni: grande interesse per il proprio lavoro,

    impegno costante, forte senso di indipen-

    denza, concentrazione feroce, tolleranza

    alle frustrazioni e capacit di sopportare

    uno sforzo mentale prolungato. Una fer-

    rea autodisciplina seguirono, per esempio,

    Masaccio, Edgar Allan Poe, Czanne, Mi-

    chelangelo, Leonardo (i cui taccuini testi-

    moniano unattivit forsennata di ricerca,

    al limite dellossessivit), Beethoven (che

    scriveva fino alle tre del mattino), Flaubert

    (che lavorava dalle 10 alle 12 ore al gior-

    no) o Chopin (che stava fino a 6 settima-

    ne sulla stessa pagina). Come disse Tho-

    mas Edison, che di genio doveva intender-

    sene visto che registr oltre 1.000 brevetti

    tra cui quello per la lampada a incande-

    scenza, il genio lun per cento ispirazio-

    ne e il 99 per cento sudore.

    Favorite dai commerci e dallumanesimo di Erasmo da Rotterdam, le scienze e le arti olandesi divennero le pi acclamate del mondo.

    BARUCH SPINOZA (1632-1677)Filosofo, nacque e si form ad Amsterdam.GENIO PERCH: critic le letture irrazionalistiche della Bibbia e tutte le forme di dispotismo, segnando un ritorno alla razionalit greca e anticipando lIlluminismo.

    Rembrandt: genio

    per il sapiente uso

    del chiaroscuro e

    per la teatralit dei

    suoi dipinti.

    XVII SECOLO

    OLANDA

    28

  • ammUcchiate Geniali. Se il genio feno-

    meno raro non innato, se ne deduce

    che il contesto sia determinante per per-

    mettere lo sviluppo delle potenzialit. Sa-

    rebbero dunque anche le condizioni stori-

    che a permettere lo sviluppo dei cosiddet-

    ti cluster (in inglese, ammasso) riassunti in queste pagine. Ma quali sono tali con-

    dizioni? Valutando le epoche e le citt in

    cui il fenomeno si verificato, si possono

    ipotizzare almeno cinque fattori-chiave.

    1. Il primo la fioritura economica, con

    la disponibilit di risorse a cui accedere

    per realizzare i propri progetti.

    2. Il secondo la presenza di commit-

    tenti e mecenati, in grado di riconoscere il

    talento e di investirvi.

    3. Il terzo un clima culturale che valo-

    rizzi luomo e le sue capacit. Come fu la

    filosofia platonica nellantica Grecia, lu-

    manesimo premessa del Rinascimento e

    del Secolo doro olandese, la passione in-

    tellettuale per lintrospezione che inau-

    gur a Vienna quella che il premio No-

    bel Eric Kandel ha recentemente battez-

    zato Let dellinconscio (Raffaello Corti-na) e oggi il mito americano del self made man, che ha spinto personaggi come Ste-

    ve Jobs o Mark Zuckerberg a credere nei

    propri progetti.

    4. Il quarto fattore la libert dazione

    e lapertura al nuovo e al diverso. I geni

    abbondano quando aumentano le liber-

    t individuali: come accaduto quan-

    do limpero asburgico

    ha esteso agli ebrei

    laccesso alle libe-

    re professioni. E

    quando linnova-

    zione sollecita-

    ta per reagire a un

    passato da dimentica-

    KURT GDEL (1906-1978)Matematico e logico, frequent il Circolo di Vienna, luogo di ritrovo di scienziati e filosofi.GENIO PERCH: tra i pi grandi logici della Storia.

    OSKAR KOKOSCHKA (1886-1980) Frequent Klimt e Schie-le, am Alma Mahler. GENIO PERCH: dipingeva gli aspetti pi duri e scon-certanti dellesistenza.

    ADOLF LOOS (1870-1933)Architetto, amico dellau-tore satirico Karl Kraus.GENIO PERCH: uno dei pionieri dellarchitettura moderna e un anticipato-re della Bauhaus.

    ERNST MACH (1838-1916)Fisico e filosofo, studi allUniversit di Vienna.GENIO PERCH: diede contributi fondamentali alla fisica sperimentale e alla cosmologia.

    EGON SCHIELE (1890-1918)Pupillo di Klimt, mor a 28 anni per la spagnola. GENIO PERCH: con i suoi nudi tormentati uno dei massimi esponenti dellespressionismo.

    ARNOLD SCHNBERG (1874-1951)Di famiglia ebrea. GENIO PERCH: fu il primo musicista ad allontanarsi dal sistema tonale per il metodo dodecafonico.

    ROBERT MUSIL (1880-1942)Scrittore, ottenne il dottorato in filosofia con una tesi sulle teorie di Mach. A Vienna lavor come bibliotecario allistituto tecnico.GENIO PERCH: il suo capolavoro, Luomo senza qualit (ambientato a Vienna), denuncia in modo caustico la crisi della modernit.

    ARTHUR SCHNITZLER (1862-1931)Scrittore viennese, fu molto influenzato dalle teorie di Sigmund Freud.GENIO PERCH: rivel la sessualit inconscia delle donne con linnovativo ricorso al monologo interiore (come nei racconti La signorina Else e Doppio sogno).

    Tra il 1890 e il 1918 ricerca artistica, scienza, letteratura, nascita della psicoanalisi e fiorire della cultura ebraica fecero di Vienna il fulcro cosmopolita della modernit.

    LA CAPITALE FIN DE SICLE

    GUSTAV KLIMT (1862-1918)nacque e visse a Vienna. Nel 1897, ebbe una breve storia damore con Alma Mahler.GENIO PERCH: iniziatore dellArt Nouveau, amante dei simboli e dei preziosi-smi cromatici, fu il primo artista a tener conto dellin-conscio nelle sue opere.

    SIGMUND FREUD (1856-1939)La sua famiglia, di origine ebraica, si trasfer a Vienna nel 1860. GENIO PERCH: rivoluzion il modo di considerare la mente umana. Scopr i processi psichici inconsci e fond la psicoanalisi.

    GUSTAV MAHLER (1860-1911)Compositore e direttore dorchestra di origine ebrai-ca. Per i ripetuti tradimenti della moglie Alma, si rivolse anche a Sigmund Freud. GENIO PERCH: svilupp il linguaggio romantico, aprendo la strada alla musi-ca del Novecento.

    LUDWIG WITTGENSTEIN

    (1889-1951) Filosofo, ingegnere e logico di origini ebrai-che. Scrisse il Tractatus logico-philosophicus.GENIO PERCH: diede contributi fondamentali al-la filosofia del linguaggio.

    FINE 800-PRIMO 900

    VIENNA

    29

  • re: il caso delle avanguardie artistiche parigine dopo la Prima guerra mondiale ma anche dellEuropa minata dalla peste del Trecento, cui segu un diffuso deside-rio di rinascita.

    5. Il quinto, infine, il contatto con al-tri talenti straordinari, che favorisce la col-laborazione, ma anche la competizione.

    Tendono invece a scoraggiare lo svilup-po della creativit i regimi totalitari in cui vige la censura, alcune convinzioni reli-giose (come lidea che la fortuna delluo-mo sia solo nellaldil), la crisi economi-ca e lassenza di meritocrazia. incompresi. Resta, per, unultima con-

    siderazione: i momenti doro qui de-scritti furono anche quelli che seppero tramandare meglio ai posteri i talenti in-dividuali. Questo potrebbe averci indot-to a pensare che quelle epoche avessero prodotto un numero spropositato di ge-ni. quindi possibile che epoche e luoghi meno conosciuti o meno portati a esalta-re il genio pullulassero di altrettanti talen-ti, che non hanno per avuto il privilegio di passare alla Storia.

    Marta Erba

    Nella Ville lumire dopo

    la Grande guerra cera

    voglia di ricominciare

    ripartendo da zero

    A Parigi tra le due guerre, a Montmartre e Montparnasse, si

    intrecciarono le avanguardie artistiche americane ed europee.

    GLI ANNI RUGGENTI

    AMEDEO MODIGLIANI (1884-1920)Livornese, si trasfer a Montmartre nel 1906.GENIO PERCH: i suoi nudi e volti femminili sono ca-pisaldi dellarte moderna.

    ANTONIN ARTAUD (1896-1948)Nato a Marsiglia, nel 1920 si trasfer a Parigi.GENIO PERCH: consi-derato il padre di molto teatro contemporaneo.

    ALBERTO GIACOMETTI (1901-1966)Nato nel canton Grigioni (Svizzera), studi a Parigi.GENIO PERCH: scultore innovativo per le sue fi-gure esili ed essenziali.

    HENRI MATISSE (1869-1954)A Parigi dal 1887. GENIO PERCH: lespo-nente di maggior spicco della corrente artistica dei Fauves.

    PIET MONDRIAN (1872-1944)Olandese, visse a Parigi tra il 1919 e il 1938.GENIO PERCH: il suo stile minimalista continua a ispirare larte e il design.

    LUIS BUUEL (1900-1983)Spagnolo, esord a Parigi con il cortometraggio Un chien andalou (1928).GENIO PERCH: surrealista, stato uno dei pi grandi registi del XX secolo.

    MARCEL DUCHAMP (1887-1968)A Parigi tra il 23 e il 42.GENIO PERCH: fu linven-tore dellarte concettuale (lopera pi celebre lurinatoio rovesciato).

    MARCEL PROUST (1871-1922)Di famiglia ricca, frequent gli ambienti raffinati della-ristocrazia parigina. GENIO PERCH: scrisse il monumentale romanzo Al-la ricerca del tempo perduto.

    PABLO PICASSO (1881-1973)Spagnolo, nel 1900 si tra-sfer a Parigi.GENIO PERCH: massimo esponente del cubismo, cambi per sempre la storia della pittura e dellarte.

    ERNEST HEMINGWAY (1899-1961)Giunse a Parigi con gli scrit-tori espatriati americani. GENIO PERCH: molte sue opere sono pietre miliari della letteratura americana.

    MAN RAY (1890-1976)Nato a Philadelphia, segu Duchamp a Parigi. Qui co-nobbe gli artisti pi influen-ti, soprattutto i surrealisti.GENIO PERCH: rivoluzion larte della fotografia.

    SALVADOR DAL (1904-1989)Spagnolo, visit per la pri-ma volta Parigi nel 1926.GENIO PERCH: artista polie-drico ed eccentrico, noto soprattutto per le immagini suggestive e bizzarre delle sue opere surrealiste.

    Con Hemingway

    giunsero a Parigi gli

    scrittori della Lost

    generation, tra cui

    Fitzgerald, Miller,

    Steinbeck, Eliot.

    ANNI 20 E 30

    PARIGI

    GEORGES SIMENON (1903-1989)Scrittore nato a Liegi, si tra-sfer a Parigi nel 1922. GENIO PERCH: creatore del co