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Histoire d'un lézard, Souvenirs de Naples by Alexandre Dumas; Claude Schopp Review by: Raffaele de Cesare Aevum, Anno 71, Fasc. 3 (Settembre-Dicembre 1997), pp. 899-900 Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Stable URL: http://www.jstor.org/stable/20860810 . Accessed: 14/06/2014 09:22 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Aevum. http://www.jstor.org This content downloaded from 195.34.79.49 on Sat, 14 Jun 2014 09:22:13 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions

Histoire d'un lézard, Souvenirs de Naplesby Alexandre Dumas; Claude Schopp

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Histoire d'un lézard, Souvenirs de Naples by Alexandre Dumas; Claude SchoppReview by: Raffaele de CesareAevum, Anno 71, Fasc. 3 (Settembre-Dicembre 1997), pp. 899-900Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro CuoreStable URL: http://www.jstor.org/stable/20860810 .

Accessed: 14/06/2014 09:22

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ANNUNZI BIBLIOGRAFICI 899

scono la materia sulla quale si esercita l'a nalisi dell'Onorati nella presente indagine. Materia di notevole rilievo, finora non esau rientemente esplorata e che qui viene ripresa ed illustrata con larga ed attenta documen

tazione.

Due sole osservazioni faremo a questo saggio. La prima e che il critico, nel valu tare l'atteggiamento del Poeta verso il me lodramma, non sempre par distinguere nel 1'opera dialettale del Belli la partecipazio ne autobiografica dell'autore (che si identi fica nella voce plebea del parlante) dal di stacco e dalla condanna caricaturalmente espressi (che implicitamente schemiscono e

beffeggiano il personaggio popolare della sua umana commedia): distinzione non fa

cile, anzi singolarmente sfuggente, ma pur sempre d'obbligo

? qualunque sia l'argo

mento che si voglia trattare ? per una in

terpretazione piu esatta dei Sonetti. La seconda osservazione ? minore e di

carattere tecnico-metodologico ?

riguarda la presentazione dell'inventario di tutti quei luoghi dell'opera belliana concernenti la

musica, per la quale l'Onorati adotta il cri terio di una elencazione per generi letterari.

Una registrazione condotta secondo un ri goroso principio cronologico sarebbe stata, a nostro avviso, migliore.

Le due 'postille' che corredano (ed in qualche caso ripetono) il saggio sono al trettanto interessanti di esso. Sia in Echi mo zartiani nella vita e nelVopera di Belli (che sviluppano e perfezionano, nell'analisi de

Ulncrinazzione, una intuizione gia esposta da Giorgio Vigolo), sia in Risultanze rossi niane nelV opera del Belli, l'Onorati ricom pone i lineamenti di una storia dei rappor ti intellettuali ed umani che hanno legato il poeta romanesco a due fra i piu grandi o

piu celebrati musicisti dell'eta modema.

Raffaele de Cesare

1867 ed il 5 gennaio 1868, in una effime ra e dimenticata rivista parigina, la ?Gazette du grand monde. Modes, litterature, beaux

arts, sports? e non e mai stato inserito nel le varie raccolte delle Oeuvres completes), riedito ora da Claude Schopp, uno dei mag giori studiosi di Dumas, in un elegante vo lume della collezione del ?Petit Mercure?. Rare volte lo scrittore francese ha dato la

piena misura del suo talento narrativo co me nella rievocazione dei suoi ricordi au

tobiografici, in talune annotazioni estempo ranee delle sue impressioni di viaggio o nel le pagine di racconti come questo, conte nuti nella esposizione di un solo, breve epi sodio.

Qui, a differenza dei suoi interminabili e

farraginosi romanzi, le doti (in lui assai ra re) di essenzialita inventiva, di castigatezza espressiva, di unita tonale emergono e si fon dono in un equilibrio piacevole e gradito.

E qui, i piccoli fatti veri (o inventati), semplicemente e rapidamente narrati, ap paiono piu attraenti, certo piu incisivi, dei grandi avvenimenti storici, sociali, politici, morali, ricostruiti con assordante suono di banda ed a gran rinforzo di erudizione (mol to spesso d'accatto) nei romanzi maggiori.

L'interesse letterario di questa patetica av ventura della lucertola addomesticata non s'incentra solo nel modo vivace con cui so

no ritratte le reazioni affettuose di una po vera bestiola, grata per il cibo offertole da gli uomini e ad essi legata da una istintiva familiarita, ma si allarga per noi alia cor

nice geografica che inquadra la melanconi ca storia. II golfo di Napoli, dal capo Mi seno al capo Campanella, Capri che lo co rona, la citta partenopea, il palazzo Chiata mone, le confuse e contraddittorie vicende storiche e politiche, che scandiscono il pas saggio dai Borboni a Garibaldi, da questi ai Savoia, e che fanno da sfondo o inter vengono nello svolgimento della Histoire d'un lezard, ci interessano non meno delle avventure private della infelice lucertola. Nel rievocare quelle intense giornate e nel riviverle fra tutti gli onori, i riconoscimen ti, le calunnie e i sospetti fioriti intorno al ia sua rumorosa ed ingombrante persona lity, Dumas offre uno scorcio di vita napo letana degli anni 1860, ricca di brio e pit toresca per evidenza artistica: quasi un tem po ritrovato attraverso l'intensa nostalgia della memoria.

Alexandre Dumas, Histoire d'un lezard, Souvenirs de Naples, texte etabli, presence et annote par Claude Schopp, Paris, Mer cure de France, 1996. Un vol. di pp. 95.

Segnaliamo ai lettori questo delizioso racconto di A. Dumas, quasi del tutto sco nosciuto (fu pubblicato, fra il 5 novembre

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900 ANNUNZI BIBLIOGRAFICI

L'edizione e preceduta da un'ampia in

troduzione su Alessandro Dumas napoleta no ed e seguita da una appendice che rac

coglie ed illustra tre Causeries, ugualmen te attinenti a Napoli, pubblicate ne ?Le

Monte-Cristo? del 21 gennaio e del 19 e 26 settembre 1862. Sia nella prefazione, sia nelle note, Claude Schopp presenta cosi uno studio nuovo ed avvincente di un capitolo della biografia di Dumas; e prepara la stra da a quella ricerca complessiva ed esau riente sui rapporti dello scrittore francese con I'Italia che attende ancora oggi il suo coscienzioso cronista1.

Raffaele de Cesare

II D'Annunzio che ne emerge e lo stori

co, il filologo ricercatore di libri rari, il ?bi bliomante? e lo ?spulciatore?

? come egli stesso si definiva scrivendo agli amici ?, il lettore degli studi sul Rinascimento di Burckhardt, di Symonds, di Miintz; dei sag gi di Pater e di Ruskin; dei volumetti rossi

? citati nel Piacere (1889) e nel Trionfo della morte (1894)

? che costituivano la Guida al percorso nellTtalia centrale; ed emerge soprattutto il D'Annunzio estimato re delle Vite del Vasari e della pittura di Raffaello, il ?divino testimonio? del quinto sonetto al quale il volume di Pistelli fa di rettamente riferimento, a partire dal titolo.

II connubio tra letteratura e pittura si fa preponderante se si ricorda quel che diceva lo scrittore pescarese intorno al bisogno di un motivo ispiratore nell'attimo della ste sura di un'opera. Nel caso della Atalanta Baglioni si trattera della famosissima De posizione (1507) di Raffaello, anche se, in realta, a Raffaello D'Annunzio prefer! sem pre i dipinti di Leonardo ? che avevano

ispirato le Vergini delle rocce (1895) ?, di Michelangelo o di Giorgione. Siamo di fronte a quella ?bellezza dolorosa?, Ata lanta, che Raffaello catturo nei suoi colori; che affascino l'autore della tragedia com

posta in suo nome.

Pistelli, lavorando tra gli Archivi del Vit toriale a Gardone e la Bibliotheque Natio nale di Parigi, ricostruisce la figura dell'?Im maginifico? sotto un profilo inedito: nei ca

pitoli Nascita di un mito e D'Annunzio e Pe rugia, infatti, analizza il richiamo della ter ra umbra e del suo passato medioevale e ri nascimentale. A Pistelli va senz'altro rico

nosciuto il merito d'aver saputo intrecciare l'aneddotica biografica e la piccola dimen sione locale, popolata di figure quali Forti ni, Tenneroni, Gallenga, al piu ampio respi ro europeo. L'Ottocento diventa il secolo d'o

ro del viaggio in Italia, inteso come viaggio alia ricerca o riscoperta di se stessi.

Pistelli presenta un D'Annunzio attornia to da numerose personality che si avvicen dano al suo fianco e che respirarono la sua

force vivante, lasciandogli, in cambio, ori ginali spunti di riflessione e incentivi ad ad dentrarsi in campi non ancora sondati. Val

ga il caso dell'amicizia con il Sabatier, au tore di una biografia di san Francesco o con Arnaldo Fortini, sindaco di Assisi; si ram menti il legame con Annibale Tenneroni ?

Maurizio Pistelli, ?Il divino testimonio?. D'Annunzio e il mito delVeroica Rina scenza, Modena, Mucchi, 1995. Un vol. di pp. 284.

La corona di otto sonetti che D'Annun zio dedico a Perugia insieme al progetto mai realizzato della tragedia Atalanta Baglioni costituisce il corpus del materiale umbro sottilmente analizzato da Maurizio Pistelli nel suo volume. Tali testi poetici

? pub

blicati fra il 1899 e il 1903 nella ?Nuova Antologia? e nel ?Marzocco? ? confluiro no nelle cinquantanove liriche che com

pongono le Cittd del Silenzio: un'esaltazio ne dei valori della civilta umanistico-rina scimentale al fine di rafforzare il mito di una nuova Rinascita o eroica Rinascenza. A

dire il vero, tra i centri umbri cui rese omag gio il poeta, ossia Perugia, Assisi, Gubbio, Spoleto, Spello, Todi, Nami e, in un se condo momento, Montefalco, solamente As

sisi, nel 1897, con la Duse, e Perugia, nel 1904, con la duchessa Alessandra di Rudini, furono effettivamente visitate. Fautore di un inusitato turismo impossibile o biblioteca rio, il poeta fini con il viaggiare con la men te attraverso i tomi del Baedeker.

1 L'edizione, come abbiamo gia detto di una

notevole eleganza, non e purtroppo esente da er

rori di stampa. Ci limitiamo ad indicare (p. 78) un Index nominorum che va ovviamente corret to in Index nominum.

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