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Istituto Comprensivo E. De Amicis Platì (RC)

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Istituto Comprensivo E. De Amicis Platì (RC). Il pane di Platì. Tradizioni. U pani i Platì. A Platì ndavi tanti cosi boni ma sopratuttu u pani. A levitazioni e lu pastamentu naturali rendano stu pani u mejju da regioni e i tutti i parti lu venanu a comprari. - PowerPoint PPT Presentation

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Istituto Comprensivo E. De Amicis Platì (RC)

A Platì ndavi tanti cosi bonima sopratuttu u pani.A levitazioni e lu pastamentu naturalirendano stu pani u mejju da regionie i tutti i parti lu venanu a comprari.Lu furnu è a ligna pa stu pani li immani lu pastanu cu tantu amurie tanta premura pe mu fannu bonu,Ca cu na pastata sfami na famija.E quando tu mangi chi bellezza pari ca tornanuI cosi belli i na vota.

(Stornellata di: Maria IIC, Elisa IIIC, Pasquale ICScuola Secondaria I grado)

Gli alunni della scuola primaria

si sono occupati della tematica

riguardante il grano nei vari

aspetti quali aratura-semina-

coltivazione-macinazione dei

cereali nel passato e in epoca

moderna, utilizzo del grano

duro e tenero per la

produzione di pane e pasta.

Pertanto ad inizio

dell’esperienza sono state

delineate le tappe

fondamentali del percorso per

stimolare l’apporto di

informazioni riguardanti la

realtà locale anche da parte

delle famiglie.

Sono state fornite

tracce di lavoro

concernenti i cereali, la

fatica del seminatore e

l’attesa nella speranza

di un buon raccolto.

Attraverso ricerche

collettive ed interviste

agli anziani è stato

approfondito il percorso

del grano ieri e oggi,

illustrato in un

diagramma di flusso.

Si è discusso della figura del mugnaio e

del mulino nel medioevo, degli antichi

mulini e del loro meccanismo; questi

ultimi sono stati disegnati e di loro

reperendo informazioni attraverso leggende si

è giunti a capire i segreti.

Gli alunni, guidati dai docenti, hanno acquisito dati specifici riguardanti i moderni mulini e le varie fasi cui è sottoposto il grano, dal quale per ultimo passaggio si ottiene farina e farinacei.

LA STORIA DEL PANE

LA PREISTORIA

Nelle caverne degli uomini primitivi gli archeologi hanno ritrovato

chicchi di cereali. Questi venivano frantumati fra due pietre e poi

mescolati con acqua per preparare una pappa cruda molto nutriente.

Nell’antico Egitto crescevano numerose piante fra le quali vari tipi di

cerali. Le terre lungo il Nilo, grazie al limo, erano molto fertili e adatte

alla coltivazione. Gli egizi fra tante piante scelsero il frumento come

base della loro alimentazione.

Nelle famiglie più ricche erano le serve che avevano il compito di

frantumare nel mortaio i chicchi e di separare con il setaccio la parte

nutritiva del chicco dall’involucro che lo racchiude per poi macinarli

tra due pietre.

NELL’ANTICO EGITTO

La farina così ottenuta veniva mescolata con l’acqua, impastata a

lungo e cotta su pietre.

Più tardi la cottura del pane migliorò perché la pietra fu chiusa con

un vaso oppure, il pane, veniva cotto in una buca scavata nel

terreno e rivestita di pietra nella quale si accendeva un fuoco.

Quando la temperatura era abbastanza alta il fuoco veniva spento,

la cenere tolta e al suo posto veniva messo il pane. La buca veniva

chiusa con una grossa pietra mentre al suo interno il pane cuoceva

lentamente.

IN GRECIA

In Grecia a causa del clima e del tipo di terreno, la coltivazione

del grano non era molto scarsa. Per questo motivo i greci

cominciarono ad importare frumento dall’Egitto, dalla Sicilia e

dalle terre bagnate dal Mar Nero. I greci raggiunsero una

grande abilità nella preparazione di pane e focacce che

condivano con olio, ammorbidivano con latte, aromatizzavano

con pepe e altre erbe, impastavano con il vino e il miele.

All’inizio erano le donne che si occupavano della panificazione

poi furono gli uomini. I fornai greci furono i primi a lavorare il

pane di notte, in modo che la gente al mattino, lo trovasse

cotto, fresco e croccante.

IN ITALIA: I ROMANI

Gli antichi popoli Italici vivevano in un territorio fertile che

coltivavano a cereali, tra cui il farro, allora molto diffuso e da cui

deriva la parola farina. I Romani utilizzavano il farro anche sotto

forma di focacce salate. Solo dopo aver conquistato i greci

scoprirono il pane di frumento lievitato. In breve si diffusero i

primi forni pubblici, dove lavoravano molti fornai greci portati a

Roma come schiavi. I romani utilizzavano due diversi tipi di

lievito: uno era fatto con il miglio mescolato al vino dolce e

lasciato a fermentare per un anno, l’altro con crusca di frumento

lasciata a macero per tre giorni nel vino dolce e poi fatta

essiccare al sole.

I romani producevano molti tipi di pane e di focacce unendo alla

pasta vari ingredienti. Ai romani il pane piaceva molto, al mattino

lo inzuppavano nel vino, a pranzo lo mangiavano con verdure e

olive, a cena anche con le mele.

Le macine fatte di pietra di lava venivano fatte ruotare grazie

allo sforzo degli schiavi o degli animali.

Durante l’Impero romano Vitruvio inventò un mulino ad acqua

che macinava i chicchi di cereali ma la sua invenzione non si

diffuse. Solo più tardi in Francia Quinto Candido Benigno fece

costruire otto mulini mossi contemporaneamente da un forte

getto d’acqua che producevano una grande quantità di farina.

NEL MEDIOEVONel IX e X non era facile trovare farina e pane perché i campi erano stati

abbandonati durante le invasioni barbariche e non producevano raccolti

sufficienti per sfamare la popolazione. Nei conventi però i monaci

continuavano a coltivare i cereali e la vite. Nei feudi che a quel epoca si

diffusero in tutta Europa i contadini lavoravano nelle terre del feudatario e in

cambio ricevevano una parte del raccolto e il pane che erano obbligati a

cuocere nel forno del padrone. Il pane del contadino era fatto con poca farina

e molta crusca e spesso venivano utilizzati cereali meno pregiati come il

miglio.

Al castello invece il feudatario aveva cibo pregiato e pane in abbondanza.

Nel Medioevo il sistema più diffuso per macinare il grano era quello romano

con i mulini ad acqua.

La consegna del pane a domicilio è nata nel medioevo. Il garzone

lo portava ai clienti dentro una gerla.

I contadini pagavano il fornaio una volta al mese, ogni acquisto

veniva registrato su una tavola di legno che serviva come

“libretto” delle spese. Il fornaio era tenuto a produrre e a

consegnare pane ben cotto, pena un’ammenda in denaro. Il

consumatore era tutelato: se il fornaio non cuoceva bene il pane,

doveva rifare l‘infornata e risarcire i clienti.

I bambini della scuola primaria insegnano alle maestre come si fa il pane a Platì.