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30 Famiglia Caretto L’arte fiamminga nel sangue GALLERISTI , una tra le storiche gallerie antiquarie ita- liane, fu fondata nel 1911. Erano quelli gli anni in cui Torino, tra echi ottocenteschi e giovane industria italiana, offriva lo scenario ideale per l’avventura del giovane Luigi che, dismessi gli abiti di ban- chiere (Banca Caretto e Nani), decise di dedicarsi anima e corpo all’arte antica. A causa di un avverso destino, però, spettò presto al figlio Giorgio, appena sedicenne, il diffici- le compito di subentrare al padre nella gestione della Galleria. Il periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale, che caratterizzò un momento storico al contempo difficile e fecondo di opportunità, nel quale un uomo armato del proprio ingegno poteva fare grandi cose, per- mise a Giorgio, grazie all’eredità materiale e ideale acquisita, di definire il progetto paterno e raccogliere i primi successi: il primo quadro “scova- to” fu un’opera del Tintoretto! Identificata la vocazione per la pittura antica, fu poi Torino stessa ad indi- care a Giorgio la specializzazione della Galleria. La capitale Sabauda, da sempre legata alla memoria del passato ma al con- tempo aperta e in continuo dialogo con il resto d’Europa, fin dal XVIII seco- lo aveva mostrato vivo interesse per l’arte dei paesi del Nord, e proprio a questa Giorgio rivolse la sua attenzione, prediligendo quella fiamminga ed olandese dei secoli d’oro, un settore di nicchia allora inesplorato in Italia. Proponendo un panorama di opere selezionate ed acquistate personal- mente, il gallerista divenne ben presto il punto di riferimento che favorì la La Galleria Luigi Caretto Maestro del Sermone di Lille, Paesaggio con Loth e le Figlie, 1550 ca., olio su tavola tondo di cm 35,5 di diametro (Per gentile concessione della Galleria Luigi Caretto) di Raffaella Tione

La Famiglia Caretto: l'arte fiamminga nel sangue

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Articolo tratto da "La Gazzetta dell'Antiquariato" dedicato alla dinastia di galleristi specializzati in arte fiamminga e olandese da 100 anni.

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Famiglia CarettoL’arte fiamminga nel sangue

GALLERISTI

, una tra le storiche gallerie antiquarie ita-liane, fu fondata nel 1911. Erano quelli gli anni in cui Torino, tra echi ottocenteschi e giovane industria italiana,offriva lo scenario ideale per l’avventura del giovane Luigi che, dismessi gli abiti di ban-chiere (Banca Caretto e Nani), decise di dedicarsi anima e corpo all’arte antica. A causadi un avverso destino, però, spettò presto al figlio Giorgio, appena sedicenne, il diffici-

le compito di subentrare al padre nella gestione della Galleria. Il periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale, che caratterizzò unmomento storico al contempo difficile e fecondo di opportunità, nelquale un uomo armato del proprio ingegno poteva fare grandi cose, per-mise a Giorgio, grazie all’eredità materiale e ideale acquisita, di definireil progetto paterno e raccogliere i primi successi: il primo quadro “scova-to” fu un’opera del Tintoretto! Identificata la vocazione per la pittura antica, fu poi Torino stessa ad indi-care a Giorgio la specializzazione della Galleria. La capitale Sabauda, da sempre legata alla memoria del passato ma al con-tempo aperta e in continuo dialogo con il resto d’Europa, fin dal XVIII seco-lo aveva mostrato vivo interesse per l’arte dei paesi del Nord, e proprio aquesta Giorgio rivolse la sua attenzione, prediligendo quella fiamminga edolandese dei secoli d’oro, un settore di nicchia allora inesplorato in Italia. P roponendo un panorama di opere selezionate ed acquistate personal-mente, il gallerista divenne ben presto il punto di riferimento che favorì la

La Galleria Luigi CarettoMaestro del Sermone di Lille,Paesaggio con Loth e le Figlie,1550 ca., olio su tavola tondo

di cm 35,5 di diametro(Per gentile concessione della

Galleria Luigi Caretto)

di Raffaella Tione

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L’INTERVISTAL’attività della Galleria Caretto, un melange perfet-to di tradizione e innovazione, continua oggi anchecon il lavoro di Massimiliano, giovane figlio di Luigi,desideroso di imparare il mestiere e di proseguire lasaga familiare, ormai alla quarta generazione nelmondo dell’arte.Con quale ruolo è entrato nel vivo della sua collabora-zione in Galleria?Ho iniziato a lavorare in Galleria dal 2011-2012 e ho avutomolta libertà di azione per incrementare la nostra partecipa-zione a mostre e sviluppare i contatti per la ricerca ed il repe-rimento di opere all’estero, insieme al nostro collaboratore emio coetaneo Francesco Occhinegro. Il nostro impegno èvolto a presentare opere eccellenti per l’alto rigore scientificoe per l’affidabilità nella scelta collezionistica. Ogni dipinto èoggetto di una perizia approfondita, che lo pone in relazione all’intera produzio-ne dell’artista, ne identifica lo stato di conservazione ed il valore storico.Quest’attenzione, insieme all'attività di ricerca che si snoda non solo lungo il cir-cuito delle aste ma anche attraverso il continuo monitoraggio di collezioni priva-te, ci consente di proporre opere, a volte anche inedite, che si qualificano comevere e proprie “scoperte”.

nascita del collezionismo legato all’arte fiammingo-olandese, dando inizio al fil rouge chea v rebbe continuato nel tempo a legare l’attività di famiglia al settore divenuto una pecu-liarità della Galleria Care t t o .In epoca più recente - fine anni ‘80, inizio anni ‘90 - Giorgio ha passato il testimone alfiglio Luigi, che ha il compito di condurre l’attività nel nuovo millennio. Le solide radicifamiliari gli hanno consentito di allarg a re l’attività ben oltre i confini nazionali e di racco-g l i e re i frutti di un lavoro capace e intelligente. Ne sono un esempio: il pro g ressivo con-solidarsi dei rapporti col mondo accademico - da Federico Zeri a Bert Meyer; gli import a n-ti risultati quali le mostre: Ut Pictura Ita Vi s i o e Cielo Te rra e Acque, dedicate a temi spe-cifici della pittura fiammingo-olandese, e, in questi ultimi anni, la collaborazione con laGalleria Soraya Cartategui di Madrid, testa di ponte verso il mercato spagnolo.

A fronte, in altoHerri met de Bles, detto Civetta,Paesaggio fantastico conl’Incontro di Emmaus,1525 ca., olio su tavola, cm 34x39Collezione privata, per gentile

concessione della Galleria

Luigi Caretto, Torino.

In mostra a Brueghel. Meraviglie

dell’arte fiamminga, Roma,

Chiostro del Bramante

Gillis Claesz de Hondecoeter,Paesaggio Boscoso con Viandanti,1610-15 ca., olio su tavola, cm 29,3x44 Si tratta del trapasso dalla primissimamaniera fiamminga al periodo di transizioneolandese. L’influsso di Jan Brueghel, detto deiVelluti, è chiaramente individuabile.Anche lepiccole figure che animano il paesaggio hannoun debito stilistico con Brueghel, mentre icromatismi brillanti gialli-verdi, di matrice“flamand”, sono la cifra stilistica tipicadell’HondecoeterPer gentile concessione della Galleria Luigi Caretto

(Foto: Luca Scaglione)

Massimiliano Caretto nella suaGalleria di Torino. Il giovane studiosoè fra i curatori della mostra Brueghel.Meraviglie dell’arte fiamminga,aperta a Roma fino al 2 giugno(Foto: Luca Scaglione)

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Come è nata la collaborazione per la grande mostraBrueghel. Meraviglie dell’arte fiamminga, attualmente visi-bile al Chiostro del Bramante a Roma? È nata per mia iniziativa sulla base di un’esperienza precedente.Avendo saputo che Sergio Gaddi stava allestendo a Villa Olmo,Como (marzo-luglio 2012) la mostra La dinastia Brueghel, conl’ausilio di Doron J. lurie, Conservatore dei Dipinti Antichi al Tel

Aviv Museum of Art, abbiamo preso contatti con l’Assessore alla Cultura delComune e prestato 9 dipinti. Dal successo della mostra comasca, conclusasi colnumero record di 95.000 visitatori, è nato il progetto di questa nuova esposizio-ne che, ampliata e approfondita, vede nuovamente al centro i grandi pittori dellafamiglia Brueghel, questa volta affiancati da altri artisti di primaria eccellenza.Nonostante la mia giovane età, ho trovato subito grande disponibilità da partedegli organizzatori. Anche in questo caso la Galleria Luigi Caretto ha prestato 9dipinti, ma preciso che non si tratta delle stesse opere, e il nostro contributo nonsi è limitato al prestito: in qualità di consulenti, abbiamo partecipato all’organiz-zazione del percorso espositivo e alla cartellonistica divulgativa presente nellesale. In particolare, nella mostra di Roma abbiamo concentrato i nostri sforzi perrendere il percorso espositivo più chiaro ed intellegibile anche ai profani, perse-guendo l’obbiettivo di una buona sintesi tra rigore scientifico e capacità divulga-tiva attraverso un apparato descrittivo molto ricco. La scientificità è stata garan-tita da una commissione composta da specialisti del settore - tra cui Klaus Ertz,massimo esperto dei Brueghel - che hanno vagliato ogni opera e donato coeren-za e organicità al progetto. Per il catalogo dell’esposizione romana ci siamooccupati di realizzare le schede dei dipinti prestati da noi ed un saggio a firmamia e di Francesco Occhinegro, nel quale vengono approfonditi alcuni temiaccennati nella mostra. Quale è stato, nello specifico, il suo contributo nell’indirizzare le sceltedelle opere della Caretto da inserire nelle mostra?Personalmente ho insistito per inserire nella mostra le opere di alcuni artisti dellastagione precedente a Brueghel il Vecchio, per inquadrare l’ambiente culturaleall’interno del quale si è sviluppata l’esperienza artistica del capostipite delladinastia, Pieter Brueghel il Vecchio. Questo perché nel ‘500, mentre in Italia, conMichelangelo, Leonardo e Tiziano, l’attenzione si concentra sulla sublimazioneideale dell’uomo, nei Paesi Bassi (anche per gli effetti della Riforma protestantee delle teorie calviniste) si indirizza sempre più verso il primato della natura che,da semplice sfondo, inizia a trasformarsi in vero e proprio soggetto dell’operad’arte. I paesaggi di Herri met de Bles, detto Civetta, di cui abbiamo portato inmostra Paesaggio Fantastico con l’Incontro di Emmaus, e quelli di JoachimPatinir, del quale abbiamo portato Paesaggio Roccioso con San Gerolamo, insie-

Pieter Coecke van Aelst, La Lamentazione, 1535 ca.,olio su tavola centinata, cm 74x64,5Collezione privata, per gentile concessione della

Galleria Luigi Caretto, Torino.

In mostra a Brueghel. Meraviglie dell’arte fiamminga,

Chiostro del Bramante, Roma

Hieronymus Bosch, I sette peccaticapitali, 1500-1515,

olio su tela, cm 85,6x56 Ginevra, Geneva Fine Arts Foundation.

In mostra a Brueghel. Meraviglie dell’arte

fiamminga, Chiostro del Bramante, Roma

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me alla grande Torre di Babele di Marten vanValckenborch e Hendrick van Cleve, anche luiin mostra (proveniente da collezione privatafrancese), sono i primi segnali di un cambia-mento che sarà poi interpretato in modo asso-lutamente originale da Pieter Brueghel il Vecchio del quale, unico rammarico, alC h i o s t ro del Bramante non si è riusciti ad esporre dipinti prestigiosi. IlKunsthistorisches Museum di Vienna, al quale era stata chiesta Torre di Babele,uno dei pezzi più noti dell’artista, ci ha comunicato che il dipinto faceva partedel nucleo inamovibile delle opere del museo, oltre a comportare costi assicura-tivi decisamente proibitivi, soprattutto per le attuali limitate disponibilità. Anchele uniche due opere di Brueghel il Vecchio appartenenti a collezioni italiane, unaalla Pinacoteca Ambrosiana di Milano, l’altra alla Galleria Doria Pamphili diRoma, sono risultate non prestabili a causa del delicato stato di conservazione.

Jan Brueghel dei Velluti,Paesaggio Boscoso con laTentazione di Sant’Antonio nelbosco, 1595 ca., olio su rame,cm 42,3x57,3Una raffiata opera, dove lariflessione sulla natura raggiungealtissimi livelli di anatomia evigore pittorico. Il dipinto è statorealizzato quando l’artista sitrovava ancora a Roma o forsegià a Milano, poco prima delritorno ad Anversa. L’operapresenta una serie dicaratteristiche tipiche dellaproduzione paesaggisticabruegheliana, senza mancare diparticolarità proprie.Alla luce diun raffinato virtuosismo di gustoancora manierista, la scenaoscilla tra le brillanti pennellatedel paesaggio e la concitazione delle figure, già squisitamente barocche.All’interno di una fittissima foresta,della quale non è possibile scorgere il limite, la capanna e Sant’Antonio sono investiti da una turba infernale,più simile a una compagnia circense che a una schiera diabolica: stregozzi, donne eleganti, grassi coppieri,mostri-vassoio, cinocefali, trampolieri, in una chiassosa sarabanda delineata a colpi di pennello bianco ecremisi, a cui fanno da contraltare l’umido bruno del fiume immobile e l’atmosfera dell’impenetrabile boscosilenzioso.Alle severe e aggressive stregonerie di Bosch e di Pieter Brueghel il Vecchio, si sono sostituiti simpatici edispettosi teatranti che inscenano una “aneddotica infernale”.Nulla è rimasto dei deserti cari alla tradizioneagiografica, i personaggi si muovono in una nordica foresta incantata, dove una luce lattiginosa confonde icontorni tra Natura e demoni, in un luogo misterioso da cui non sembra possibile uscireCollezione privata, per gentile concessione della Galleria Luigi Caretto, Torino.

In mostra a Brueghel. Meraviglie dell’arte fiamminga, Chiostro del Bramante, Roma

Frans Francken il Giovanee Jan Brueghel il Giovane,Gesù sul Mare di Genezareth,1631, olio su tavola, cm 84,5x164 Collezione privata, per gentile

concessione della Galleria Luigi Caretto,

Torino. In mostra a Brueghel.

Meraviglie dell’arte fiamminga,

Chiostro del Bramante, Roma

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Comunque, è presente in mostra La Resurrezione, opera a soggetto biblico trale più suggestive di Pieter Brueghel il Vecchio, prestata da un collezionista priva-to belga. La sua prima rappresentazione fu probabilmente realizzata dall’artistaper il Cardinale Granvelle, suo maggiore benefattore, per il quale eseguì altrescene di questo genere negli anni tra il 1563-1564, quando si trasferì a Bruxelles.Partecipare attivamente alle mostre pubbliche è un’esperienza già vissu-ta che intendete ripetere?La nostra Galleria non è nuova a queste esperienze. In un momento di crisi sia eco-nomica che culturale come quello attuale, pensiamo che il nostro contributo possaa rr i c c h i re le esposizioni con l’apporto di importanti opere in mano a privati. La col-laborazione con enti pubblici, divenuta una prassi in Europa, ci ha visti coinvolti indiverse iniziative, e la possibilità di pre n d e re parte a simili eventi anche in Italia èstata una nostra priorità già a part i re dal 1999 quando abbiamo prestato i nostriquadri in occasione di una mostra a Ve rcelli. Più di recente, nel 2007, le nostreo p e re sono state esposte ad Aosta e l’anno scorso abbiamo prestato tre dipinti perl’esposizione Un museo… tutto da bere, al Museo Duca di Martina di Napoli. Ènostra precisa volontà continuare su questa strada e non mancano progetti già innuce. In part i c o l a re ne ho in mente uno per Torino; nonostante le difficoltà del-l’amministrazione cittadina e regionale, spero di tro v a re interlocutori istituzionalinella mia città, da sempre sensibile alla pittura antica del Nord Euro p a .

Ora in mostra a RomaBrueghel. Meraviglie dell’arte fiammingaMassimiliano Caretto, della Galleria Caretto, Torino, specializzata in art efiamminga, è fra i curatori della mostra aperta fino al 2 giugno presso ilC h i o s t ro del Bramante, un’occasione unica per ammirare i capolavori di unadinastia di eccezionale talento, attiva tra XVI e il XVII secolo. Riperc o rrendo lastoria di oltre 150 anni della pittura fiamminga, è un viaggio appassionatonell’epoca d’oro del Seicento, alla ricerca del genio visionario di ben cinquegenerazioni di artisti. B rueghel. Meraviglie dell’arte fiamminga, fa parte di un pro g e t t oi n t e rnazionale arrivato a Roma, dopo le tappe di Como e di Tel Av i v,a rricchito di 20 nuove opere, per un totale di oltre 100 dipinti, alcuni deiquali si possono ammirare per la prima volta in Italia, come I sette peccatic a p i t a l i, di Hieronymus Bosch. Proprio dal rapporto tra Bosch e ilcapostipite dei Brueghel, Pieter Brueghel il Vecchio (1525/1530 ca. -1569), inizia il racconto della dinastia. Con il testimone raccolto dai figliPieter il Giovane (1564-1638) e Jan il Vecchio (1568-1625), la storiaf a m i l i a re e pittorica prosegue e si ramificain una complicata rete di re l a z i o n ir i c o s t ruita con precisione fino agli11 figli di Jan il Giovane,cinque dei quali pittorianch’essi. Dalla Capitale,la mostra itinerante sitrasferirà a Praga, edancora a Miami eSan Pietro b u rg o .

Pieter Brueghel il Vecchio, e bottega,La Resurrezione, 1563 ca.,

olio su tavola, cm 107x73,8In mostra a Brueghel. Meraviglie dell’arte

fiamminga, Chiostro del Bramante, Roma

Pieter Brueghel il Giovane,Le sette opere di misericordia,

1616 -1618 ca., olio su tavola, cm 44x57,5

Pieter Brueghel il Giovane, Gli adulatori,1592 ca., olio su tavola circolare,

diametro cm 18,5

Brueghel. Meraviglie dell’arte fiammingaChiostro del Bramante,Via della Pace - Roma

Fino al 2 giugnoOrario: tutti i giorni 10-20;sabato e domenica 10-21