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"LE CYGNE:" BAUDELAIRE TRA VIRGILIO E CHATEAUBRIAND Author(s): Giuseppe Bernardelli Source: Aevum, Anno 50, Fasc. 5/6 (SETTEMBRE-DICEMBRE 1976), pp. 625-633 Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Stable URL: http://www.jstor.org/stable/25821577 . Accessed: 15/06/2014 02:46 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Aevum. http://www.jstor.org This content downloaded from 195.34.78.81 on Sun, 15 Jun 2014 02:46:27 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions

"LE CYGNE:" BAUDELAIRE TRA VIRGILIO E CHATEAUBRIAND

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"LE CYGNE:" BAUDELAIRE TRA VIRGILIO E CHATEAUBRIANDAuthor(s): Giuseppe BernardelliSource: Aevum, Anno 50, Fasc. 5/6 (SETTEMBRE-DICEMBRE 1976), pp. 625-633Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro CuoreStable URL: http://www.jstor.org/stable/25821577 .

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LE CYGNE: BAUDELAIRE TRA VIRGILIO E CHATEAUBRIAND

Su La Causerie del 22 gennaio 1860, dove fu pubblicato per la prima volta Le Cygne portava in epigrafe Pemistichio virgiliano Falsi Simoentis ad undam , tratto dall'episodio di Andromaca esule del libro terzo eWEneide (vv. 300 ss.).

Baudelaire di s lito assai parco di indicazioni sulle occasioni culturali o pratiche che aliment ano la sua atti vit di poeta, ma questa volta istituisce un collegamento diretto fra 1'Andromaca del suo testo e il passo di Virgilio, scavalcando l'idea di una me

diazione raciniana. Anche nei Projets de pr face stesi per l'edizione del 1861 egli annota, fra i plagiats da riconoscere: Virgile (tout le morceau d'Andromaque) 2. E in fatti il confronto dei testi non permette dubbio: la prima quarrina del Cygne e ancor

pi la decima (vv. 37-40) discendono abbastanza strettamente dal passo gi ricordato del libro terzo eWEneide 3. Oltre a Virgilio, nel Cygne si sono ravvisate altre presenze: forse la cronaca parigina, nelPimmagine del cigno che vaga per Parigi; una eco del VH l na di Vigny; un rimando alle Metamorfosi di Ovidio; inoltre, accanto ad altri

pi discutibili accostamenti, cadenze o formule dello stesso Baudelaire riprese da te sti precedenti (i w. 41-44 sono una rielaborazione dei versi finaU di A une Malaba

raise) 4. La presenza del n cleo virgiliano resta comunque assolutamente preminente e per qualche critico determinante: una recente rilettura del Cygne considera, ad esem

pio, anche i contenuti modernistici della poesia (Pepisodio del cigno, le immagini di

Parigi in trasformazione, Pimmagine della negra) come semplici anelli che riprendono, sui modo della attualit , una situazione paradigm tica desunta dal poema virgi liano (da Andromaca, libera e prigioniera di un maestoso passato, al cigno, libero ma

incapace di ritrovare il Iago nativo, alPautore, prigioniero del ricordo nella Parigi che cambia) 5.

1 Cfr. CH. BAUDELAIBE, Oeuvres compl tes, a eura di Y.-G. LE DANTEC - CL. PICHOIS, Biblioth que de la Pl iade , 1961, pp. 1537-1538. A questa edizione delle opere di Baudelaire si rimanda da ora in

avanti. Il testo del Cygne era gi stato inviato il mese precedente a V. Hugo (7 dicembre 1859: cfr. CH.

BAUDELAIRE, Correspondance, a eura di CL. PICHOIS - J. ZIEGLER, Biblioth que de la Pl iade , I,

1973, pp. 622-623). La sua redazione sta quindi con certezza quasi assoluta tra la fine del gennaio 1859, momento in eui Baudelaire si trasferisce a Honfleur presso la madre aprendo un proficuo periodo di lavoro, e la data della lettera a Hugo.

2 Oeuvres completes, cit., p. 187. 3 In particolare dai vv. 301-329. Per il riscontro punt ale, cfr. CH. BAUDELAIRE, Les fleurs du mal,

a eura di J. CREPET - G. BLIN, Corti, Paris 1950, p. 449. 4 Per le fonti del Cygne si veda Ted. delle Fleurs du mal, cit., pp. 448-452, e quella curata da A.

ADAM, Garnier, Paris 1961, pp. 380-382. 5 L. NELSON jr., Baudelaire and Virgil: A reading of Le Cygne , Comparative Literature , XIII, 4,

Fall 1961, pp. 332-345. Facciamo notare per che in questo n cleo si pu cogliere abbastanza nettamente

anche la presenza di Racine: L'immense majest dell'Andromaca baudelairiana ( L'immense majest de vos douleurs de veuve , dice il v. 3) non pu certo discendere dal personaggio virgiliano, moralmente

e psicol gicamente affranto (1*Andromaca dell'lfrieM e sviene al vedere Enea, scoppia in lacrime e da in

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626 G. BERNARDELLI

Questo note vole incastro virgiliano nelTopera di Baudelaire sembrerebbe un frutto diretto, da testo a testo, tutt'al pi , come suggerisce Pietro Paolo Trompeo in

un articolo del 1933, con la eventuale remota mediazione di Sainte-Beuve 6.

Ora invece le cose non sono cosi limpide: guardando alPindietro, dal prodotto fi

nito del Cygne alla ricerca delle sue fonti , ossia dei materiali e dei modelli che posso no essere entrati nella elaborazione, si scorge senza equivoci Virgilio (Baudelaire stesso

ha eura di indicarcelo), pi una corona di altri elementi non tratti dal testo virgiliano; la fonte vera per del Cygne, il punto a eui fanno capo tutti gli elementi, virgiliani e non, non il terzo libro eWEneide, ma crediamo, un passo del G nie du Christianis

me: contro ogni apparenza, a fecondare la memoria di Baudelaire non sembr es

sere Virgilio, ma Chateaubriand.

Uno dei capitoli della prima parte del G nie du Christianisme (premi re partie, livre cinqui me, chapitre XIV) porta il titolo Instinct de la patrie . Sono circa sette

paginette che in parte riassumiamo, in parte trascriviamo.

Le prime pagine del capitoletto trattano delPuniversalit del sentimento di pa tria e della sua presenza anche presso i non civilizzati: Chateaubriand esemplifica

parlando dei pastori della Scozia, degli eschimesi, degli africani. Fa seguito l'aneddoto di un mozzo inglese che si rifiutava costantemente di scendere a terra per l'attacca

mento che portava alla nave che Paveva visto nascere. Dopo questo aneddoto vengono alcune pagine sull'amor di patria presso i popoli civili o cristianizzati. Le trascri

viamo pressoch per intero:

Nous doutons qu'il soit possible d'avoir une seule vraie vertu, un seul v -

ritable talent, sans amour de la patrie. A la guerre, cette passion fait des prodiges: dans les lettres, elle a form Hom re et Virgile. Le Po te aveugle peint de pr f - rence les moeurs de l'Ionie o il re ut le jour, et le Cygne de Mantoue ne s'entre

tient que des souvenirs de son lieu natal.

N dans une cabane, et chass de l'h ritage de ses a eux, ces deux circonstan

ces semblent avoir singuli rement influ sur son g nie: elles lui ont donn cette

teinte de tristesse qui en fait un des principaux charmes; il rappelle sans cesse

ces v nements, et l'on voit qu'iZ se souvient toujours de cet Argos, o il passa sa

jeunesse;

Et dulces moriens reminiscitur Argos

grida, singhiozza durante tutto il dialogo) ma solo dalia grandissima dignit tr gica del personaggio di Hacine. Baudelaire veste la sua Andromaca con panni virgiliani, indubbiamente, ma ci sembra che a li vello di concezione abbia in mente Racine, pi che Virgilio.

6 P. P. TROMPEO, Da Virgilio a Baudelaire, in II lettore vagabondo. Saggi e postille, Tumminelli, Roma 1942, pp. 177-191 (gi in La Cultura , setiembre 1933). NeWEtude sur Virgile di Sainte-Beuve (pub blicata gi sui Moniteur del 1856 e comprendente le lezioni che avrebbero dovuto costituire il corso di

poesia latina non professato Panno prima al Coll ge de France) Trompeo crede di ravvisare, nel passo che

parafrasa il quinto libro e\YEn ide, scena delle troiane in Sicilia, la fonte dei versi iniziali di Femmes dam n es ( Comme un b tail pensif sur le sable couch es... ) e naturalmente avanza Fipotesi che lo studio di Sainte-Beuve, certamente letto da Baudelaire, possa essere entrato per qualcosa a far scattare Finseri mento virgiliano del Cygne. J. Cr pet e G. Blin riprendono l'accostamento di Trompeo (Fleurs du mal, ed. cit., p. 495), A. Adam invece lo lascia cadere e ascrive la composizione di Femmes damn es al periodo 1849-1852 (Fleurs du mal, ed. cit., p. 412).

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BAUDELAIRE TRA VIRGILIO E CHATEAUBRIAND 627

C'est lorsque nous sommes loign s de notre pays, que nous sentons surtout

l'instinct qui nous y attache. Au d faut de r alit , on cherche se repa tre de songes; le coeur est expert en tromperies; quiconque a t nourri au sein de la

femme, a bu la coupe des illusions. Tant t c'est une cabane qu'on aura dispos e

comme le toit paternel; tant t c'est un bois, un vallon, un coteau qui l'on fera

porter quelques-unes de ces douces appellations de la patrie. Andromaque donne

le nom du Simo s un ruisseau. Et quelle touchante v rit dans ce petit ruisseau, qui retrace un grand fleuve de la terre natale! Loin des bords qui nous ont vus na tre, la nature est comme diminu e, et ne nous para t plus que l'ombre de celle

que nous avons perdue. Une autre ruse de l'instinct de la patrie, c'est de mettre un grand prix un

objet en lui-m me de peu de valeur, mais qui vient de notre pays, et que nous

avons emport dans l'exil. L' me semble se r pandre jusque sur les choses

inanim es qui ont partag nos destins: une partie de notre vie reste attach e la

couche o reposa notre bonheur, et surtout celle o veilla notre infortune.

Pour peindre cette langueur d' me qu'on prouve hors de sa patrie, le peuple dit: Cet homme a le mal du pays. C'est v ritablement un mal, et qui ne peut se gu

-

rir que par le retour. Mais pour peu que l'absence ait t de quelques ann es, que retrouve-t-on aux lieux qui nous ont vus na tre? Combien existe-t-il d'hommes

de ceux que nous y avons laiss s pleins de vie? L , sont des tombeaux o taient

des palais; l , des palais o taient des tombeaux; le champ paternel est livr aux ronces ou une charrue trang re: et l'arbre sous lequel on fut nourri, est abattu.

Il y avait la Louisiane une N gresse et une Sauvage, esclaves chez deux

colons voisins. Ces deux femmes avaient chacune un enfant: la N gresse une fille

de deux ans, et l'Indienne un gar on du m me ge; celui-ci vint mourir. Les

deux m res tant convenues d'un endroit au d sert, s'y rendirent pendant trois

nuits de suite. L'une apportait son enfant mort, l'autre son enfant vivant; l'une

son Manitou, l'autre sa F tiche; elles ne s' tonnaient point de se trouver ainsi la

m me religion, tant toutes deux mis rables. L'Indienne faisait les honneurs de la

solitude: "

C'est l'arbre de mon pays, disait-elle son amie; assieds-toi pour

pleurer ". Ensuite, selon l'usage des fun railles chez les Sauvages, elles suspen daient leurs enfants aux branches d'un rable ou d'un sassafras, et les balan aient

en chantant des airs de leurs pays. Ces jeux maternels, qui souvent endormaient l'innocence, ne pouvaient r -

veiller la mort! Ainsi se consolaient ces deux femmes, dont l'une avait perdu son

enfant et sa libert , l'autre sa libert et sa patrie: on se console par les larmes .

Il capitolo si chiude con un altro aneddoto: un esiliato francese del periodo del terrore acquista con gb ultimi mezzi rimastigli una barca sui Reno e ne fa la sua dimora, per av re almeno la consolazione di rimanere vicino al proprio paese 7.

Richiamiamo ora r pidamente il canovaccio e i temi del Cygne. Il testo di Baude laire (52 vv.) diviso in due parti (vv. 1-28, 29-52). La prima contiene una specie di

flash-back narrativo, con la dichiarazione della occasione che l'ha generato: l'autore

sta pensando ad Andromaca mentre attraversa una piazza di Parigi e il pensiero del

l'esule troiana lo fa riandare ad un episodio parigino (un cigno fuggito dal recinto e

vagante nella citt ) che assume nella sua mente i contorni della allegoria.

7 CHATEAUBRIAND, G nie du Christianisme, Garnier-Flammarion, Paris 1966, vol. I, pp. 187-193.

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628 G. BESNARD ELLI

Nella seconda parte la riflessione morale prevale sulPaneddoto, mentre vengono

riprese le figure della prima con l'aggiunta di alcune nuove: il poeta, alla ricerca di una

Parigi che sopravvive intatta nel ricordo ma che i mutamenti della citt reale rendono

irrecuperabile; il cigno, roso dal desiderio del ritorno, Andromaca, la negra che cerca

nella nebbia le immagini deU'Africa, coloro che sono destinati a non ritrovare ci che hanno perduto, orfani, marinai sperduti, prigionieri, vinti ...

In sintesi, il terna attorno a eui costruito il testo del Cygne la condizione di

esilio, che oscilla tra una determinazione storico-logica precisa (i naufraghi, i prigionieri, la negra tolta dalia sua terra) e una lettura assoluta, metaf sica, in eui il motivo del

l'esilio sbocca in un pi ampio terna morale dell'irrecuperabile (il cigno, rong d'un d sir sans tr ve , coloro che hanno perduto ce qui ne se retrouve Jamais, jamais! ); le immagini, i nuclei visivi su eui in concreto si articola la poesia sono, in ordine di

consistenza: Andromaca esule, il cigno, la citt in trasformazione, la negra; poi, se

condariamente, ceux qui s'abreuvent de pleurs , gli orfani, i marinai, i prigionieri, i vinti.

Ora, le coincidenze fra i due testi, il passo di Chateaubriand e la poesia di Baude laire sono almeno notevoli:

1) I due testi insistono sullo stesso terna, la condizione di esilio e l'istinto di

patria, ambedue sono sotto il segno di Virgilio, e al centro di ciascuno dei due c' l'im

magine virgiliana di Andromaca: ai primi versi del Cygne:

Andromaque, je pense vous! Ce petit fleuve, Pauvre et triste miroir o jadis resplendit L'immense majest de vos douleurs de veuve, Ce Simo s menteur qui par vos pleurs grandit,

A f cond soudain ma m moire fertile

fanno riscontro le righe centrali del capitolo del G nie:

Au d faut de r alit , on cherche se repa tre de songes; le coeur est expert en tromperies; quiconque a t nourri au sein de la femme, a bu la coupe des

illusions. Tant t c'est une cabane qu'on aura dispos e comme le toit paternel; tant t c'est un bois, un vallon, un coteau, qui l'on fera porter quelques-unes de ces douces appellations de la patrie. Andromaque donne le nom du Simo s

un ruisseau. Et quelle touchante v rit dans ce petit ruisseau, qui retrace un

grand fleuve de la terre natale! Loin des bords qui nous ont vus na tre, la nature est comme diminu e, et ne nous para t plus que l'ombre de celle que nous avons

perdue .

I corsivi sono nel testo di Chateaubriand. In Virgilio invece si legge: Ante urbem in luco, falsi Simoentis ad. undam, Libabat cineri Andromache manisque vocabat Hectoreum ad tumulum 8.

2) Manca, propriamente, nel brano di Chateaubriand, l'episodio modernistico del cigno vagante in Parigi. Nel testo di Baudelaire per , l'immagine del cigno fatta discendere direttamente dalla suggestione di Virgilio ( il falso Simoenta deWEneide che f conda la memoria del poeta). Ora, occorre notare che i due elementi, il riferimento

En ide, III, w. 302-304.

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BAUDELAIRE TRA VIRGILIO E CHATEAUBRIAND 629

virgiliano e l'immagine del cigno, son present e collegati anche nel testo di Chateau

briand, pure se solo nello stereotipo banale di un epiteto:

A la guerre, cette passion [l'amour de la patrie] fait des prodiges: dans les lettres, elle a form Hom re et Virgile. Le Po te aveugle peint de pr f rence les

moeurs de l'Ionie o il re ut le jour, et le Cygne de Mantoue ne s'entretient que des souvenirs de son lieu natal .

Il cigno baudelairiano, ricordiamo, erra in Parigi le coeur plein de son beau lac natal .

3) Tanto in Chateaubriand quanto in Baudelaire il motivo dell'esilio tende a

destoricizzarsi, a farsi assoluto, nella constatazione di una integrit spirituale che, una

volta perduta, non pi ricuperabile, comunque mutino le circostanze esterne. L'esi

lio diventa una dimensione assoluta, che coincide con il sopravvivere d lie strutture

spirituali aile strutture fisiche:

Le vieux Paris n'est plus (la forme d'une ville

Change plus vite, h las! que le coeur d'un mortel)

Paris change! mais rien dans ma m lancolie

N'a boug ! palais neufs, chafaudages, blocs, Vieux faubourgs, tout pour moi devient all gorie, Et mes chers souvenirs sont plus lourds que des roes .

In Chateaubriand si riscontra:

L' me semble se r pandre jusque sur les choses inanim es qui ont partag nos destins: une partie de notre vie reste attach e la couche o reposa notre

bonheur, et surtout celle o veilla notre infortune (...) Mais pour peu que l'absence ait t de quelques ann es, que retrouve-t-on aux lieux qui nous ont

vus na tre? Combien existe-t-il d'hommes de ceux que nous y avons laiss s pleins de vie? L , sont des tombeaux o taient des palais; l , des palais o taient des

tombeaux; le champ paternel est livr aux ronces ou une charrue trang re:

et l'arbre sous lequel

on fut nourri, est abattu .

4) L'immagine della negra, che compare nella quartina undici di Le Cygne (e qui Baudelaire ricupera versi tr atti da A une M alabar aise, come si detto), compare anche in Chateaubriand, nell'episodio della negra e dell'indiana che piangono insieme

la patria e il figlio morto. L'Africa inoltre ( Les cocotiers absents de la superbe Afri

que , si legge nel Cygne) evocata due volte nel capitolo del G nie: ... les sables embras es de l'Afrique ne manquent point d'habitants , le N gre se rappelle toujours sa case, sa sagaie, son bananier, et le sentier du z bre et de l' l phant

. Chateaubriand

conclude il passo sopra detto della negra e dell'indiana con il commento seguente:

Ces jeux maternels, qui souvent endormaient l'innocence, ne pouvaient r veiller la mort! Ainsi se consolaient ces deux femmes, dont l'une avait perdu son enfant et sa libert , l'autre sa libert et sa patrie: on se console par les larmes .

Baudelaire fa seguito alla quartina undici nel modo seguente:

A quiconque a perdu

ce qui ne se retrouve

Jamais, jamais! ceux qui s'abreuvent de pleurs

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630 G. BERNARDELLI

Et tettent la Douleur comme une bonne louve!

Aux maigres orphelins s chant comme des fleurs! .

5) Da ultimo ricordiamo che Le Cygne parla anche di marinai ( Je pense aux matelots oubli s dans une le , v. 51): il testo del G nie contiene due episodi marina reschi: quello del mozzo che rifiutava di abbandonare la nave su eui era nato e quello dell'esiliato francese rifugiatosi sui Reno.

Questi sono gli elementi di incontro fra i due testi. Una simile serie di coincidenze analitiche in due brani che svolgono

un gen rico terna comune ci sembrerebbe quasi

portentosa, qualora si escludesse un rapporto diretto: alla prima, verrebbe voglia di

considerare il capitolo del G nie come una specie di confuso canovaccio tem tico del

Cygne, a eui Baudelaire abbia dato una disposizione rigorosa, ora filtrando, ora inse

rendo nuove invenzioni (soprattutto la cornice urbana e parigina), e insomma portando

degli elementi saggistici grezzi alla concentrazione e alla dignit della poesia. Nel suo

intervento, Baudelaire procede ad un massiccio rilancio letterario (il rifarsi diretto

aWEneide, il rimando ad Ovidio, la risonanza mitica del verso 47 9, la letteratissima im

magine finale del corno 10) che finisce per occultare quasi completamente la fonte

prima del G nie du Christianisme. Questa l'ipotesi che ci si affacciata e che conser

va naturalmente tutti i limiti di una ipotesi. Per consolidarla abbiamo cercato qualche conferma esterna ai testi, con una piccola ricerca che si rivelata non infruttuosa.

Ne diamo i risultati.

Preliminarmente, va ricordato che Chateaubriand uno dei grandi modelli di Baudelaire: ... moi qui d s

quinze ans vers le gouffre entra n D chiffrais couram

ment les soupirs de Ren scrive tra la fine del 1844 e Pinizio del 1845 u; e nel 1866, all'altro estremo della sua carriera: Except Chateaubriand, Balzac, Stendhal, M -

rim e, de Vigny, Flaubert, Banville, Gautier, Leconte de Lisle, toute la racaille mo

derne me fait horreur 12. E ancora, in Fus es si pu leggere: Style. La note ternelle, le style ternel et cosmopolite. Chateaubriand, Alph. Rabbe, Edgar Poe 13. Con Bal

zac, Chateaubriand costantemente al primo posto nel parnaso baudelairiano: Bau

delaire a lou , la rencontre, tel ou tel classique: aucun n'a excit chez lui l'admira

tion qu'il a ressenti pour un H. de Balzac ou un Chateaubriand 14. I riconoscimenti

espliciti di questa ammirazione sono sparsi in tutta l'op ra e la corrispondenza, con

notevole abbondanza 15.

Questa diffusa presenza pero, largamente riconosciuta da Baudelaire e dalia cri

tica, sembra essere per lo pi rimasta a livello ideol gico e morale, oppure funzionare come mediazione cult rale 16, senza tradursi in specifici incontri testuali. Le fonti

9 Et tettent la Douleur comme une bonne louve : che evoca evidentemente Tepisodio di Romolo e Remo, colorando ancora di vago classicismo il finale tutto modernistico della poesia. E un bel modo, ovviamente, di istituire sottili nessi interni ai materiali del testo.

10 Vv. 49-50: Ainsi dans la for t o mon esprit s'exile/Un vieux Souvenir sonne plein souffle du cor! .

H Lettera a Sainte-Beuve, Correspondance, cit., I, p. 118. 12 Lettera ad Ancelle del 18 febbraio 1866, Correspondance, cit., II, p. 611. 13 Oeuvres compl tes, cit., p. 1259. 14 J. POMMIER, Dans les chemins de Baudelaire, Corti, Paris 1945, p. 178. 15 Qui ne abbiamo dato solo un breve saggio. Ricordiamo ancora, almeno, che Baudelaire coltiv

per lunghi anni il progetto di uno studio su Chateaubriand considerato come il padre del dandismo lette rario (cfr. Correspondance, cit., II, pp. 108, 128, 335, 445 eec).

16 Cos le immagini di Milton e Byron, che entrerebbero nella cultura di Baudelaire con la mediazione di Chateaubriand (cfr. L. J. AUSTIN, Uunivers po tique de Baudelaire, Mercure de France, Paris 1956, pp. 107-109; H. PEYRE, Connaissance de Baudelaire, Corti, Paris 1951, p. 172).

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che la critica baudelairiana ha creduto di scoprire fino ad ora in Chateaubriand^ riducono a poca cosa: un passo del G nie du Christianisme per il sonetto di Correspon dances 17.

Ricordato questo, e tornando al problema specifico dei rapporti Cygne-G nie du Christianisme, esponiamo i risultati della piccola ricerca esterna.

1. Sui capitolo Instinct de la patrie del G nie du Christianisme si era concentra ta l'attenzione di Baudelaire, in modo assolutamente rilevante, fin dal 1837. Quel ca

pitolo, come si ricorder , si chiude con l'aneddoto delPesiliato che durante il Terrore si

rifugia in una barca sui Reno. Ora il componimento in versi latini di Baudelaire premiato al Concours g n ral del 1837 e pubblicato nel 1933 da J. Mouquet col titolo di UExil non altro che la traduzione e la versificazione di quell'episodio del G nie 18. Difficile pensare che Baudelaire appena sedicenne si fosse dato alla lettura integrale del libro

di Chateaubriand: con molta probabilit il capitolo in questione doveva far parte di

qualche selezione o antologia scolastica, come sembrerebbe indicare l'uso tipicamente

scolastico (canovaccio per un esercizio di scuola) che lo studente Baudelaire ne fa.

Se cosi, quel passo del G nie farebbe parte del pi remoto e consolidato patrimonio cul t rale di Baudelaire, e di conseguenza sembrerebbe assai difficile giudicare come ca

suali le coincidenze con il testo del Cygne.

2. Nella primavera del 1859, mentre con ogni probabilit sta gi lavorando al

Cygne, Baudelaire sta rileggendo Les Natchez. Il 29 aprile scrive da Honfleur a Poulet Malassis:

Puisque je vous cause du tintouin il faut bien que je vous fasse rire un peu. Sachez que, pour remettre mon cerveau l'endroit, je viens de relire (pour la

premi re fois depuis vingt-cinq ans peut- tre) la Grandeur et d cadence des Romains, le Discours sur Vhistoire universelle, et Les Natchezl Je deviens tellement l'ennemi

de mon si cle que tout, sans en excepter une ligne, m'a paru sublime 19.

Uno degli episodi dei Natchez quello in eui la negra Glazirne soccorre l'indiana C luta, sposa di Rene. Con i rispettivi figlioletti, le due donne si ritrovano di notte a

piangere le loro sventure e a celebrare i propri riti. Quello stesso episodio evocato, pi sint ticamente, ma pressoch id ntico, nel capitolo del G nie du Christianisme ( Il y avait la Louisiane une N gresse et une Sauvage, esclaves de deux colons. ..

) 20.

Se quel capitolo era nella mente di Baudelaire, non poteva non riafEorare leggendo il

passo dei Natchez, libro costantemente intriso, bene ricordarlo, del motivo dell'esilio.

3. Nei primi mesi del 1859 Baudelaire aveva avuto in mano e sfogliato, se non ri

letto, i Martyrs. Il Salon de 1859, pubblicato sulla Revue fran aise dal 10 giugno al

17 Segnalato da P. MANSELL JONES, The background of modern french poetry, Cambridge University

Press, Cambridge 1951, pp. 22-24 e ripreso anche da A. FONGARO, Sources de Baudelaire, Revue des Sciences humaines , janvier-mars 1957, pp. 89-96, che integra la segnalazione con un altro passo sempre tratto dal G nie e confluito in Correspondances.

18 CH. BAUDELAIRE, Vers latins, introduction et notes par J. Mouquet, Mercure de France, Paris

1933, pp. 56-61. L'identificazione della fonte del componimento latino di Baudelaire non nostra: si tro va gi , almeno, in J. POMMIER, Dans les chemins..., cit., p. 12.

19 Correspondance, cit., I, p. 568. 20 Cfr. CHATEAUBRIAND, Oeuvres romanesques et voyages, a eura di M. REGARD, Biblioth que de la

Pl iade , I (1969), pp. 460-463.

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632 G. BERNARD ELLI

20 higlio contiene un passo abbastanza ampio correttamente trascritto dal libro di

Chateaubriand. A proposito del quadro di Delacroix Ovide chez les Scythes egli riporta il passo dei Martyrs in eui Eudore scopre la tomba di Ovidio (libro VII) e commenta:

Ce n'est pas sans motif que j'ai cite, propos d'Ovide, ces r flexions d'Eu dore. Le ton m lancolique du po te des Martyrs s'adapte ce tableau, et la tri

stesse languissante du prisonnier chr tien s'y r fl chit heureusement. Il y a l

l'ampleur de touche et de sentiments qui caract risait la plume qui a crit les

Natchez; et je reconnais, dans la sauvage idylle d'Eug ne Delacroix, une histoire

parfaitement belle parce qu'il y a mis la fleur du d sert, la grace de la cabane et une

simplicit conter la douleur que je ne me flatte pas d'*avoir conserv es. Certes, je

n'essayerai pas de traduire avec ma plume la volupt si triste qui s'exhale de ce

verdoyant exil 21.

Non privo di interesse costatare che Ovidio, poeta dell'esilio per eccellenza e richiamato nel Cygne, presentato anche qui, in un testo esattamente contempor neo

a quella poesia, attraverso la mediazione di Chateaubriand. Sulla strada che da Baude

laire porta ai luoghi culturali del Cygne si incontra ancora l'autore del G nie 22.

4. Richiamiamo da ultimo, per amore di completezza, un'altra circostanza. Il

24 febbraio 1859 Baudelaire scrive da Honfleur a Asselineau:

J'ai lu ici un charmant article du Mauvais Sujet sur Chateaubriand et le commentaire de M. de Marcellus. Il n'a pas rat la pointe: Tu Marcellus eris 23.

Il Mauvais Sujet notoriamente, nella cerchia di Baudelaire, Barbey d'Aurevilly, che due giorni prima aveva recensito su Le Pays il libro del conte Marcellus Cha teaubriand et son temps 24. Il libro una specie di informe serie di rettifiche storico

linguistiche al testo dei M moires d'*outre-tombe e Barbey fa dello spirito sull'opera mancata appigliandosi al nome dell'autore: come il Marcellus del libro sesto elYEneide,

ip te di Augusto promesso dal fato a grandi cose e a nulla approdato, anche quest'al tro Marcellus destinato a rimanere nel limbo d lie promesse m ncate. Ora la lettera, che faceva av re ad Asselineau il testo del Voyage, inizia con una espressione che fa

pensare ad un Baudelaire gi inserito nel clima del Cygne: Mon cher, Les exil s

aiment qu'on s'occupe d'eux 25. Ancora una volta, anche se per i casi della cronaca

cult rale, l'esilio, Virgilio e Chateaubriand si trovano legati insieme nelle mente di Baudelaire. Quanto meno occorre prendere atto che Chateaubriand una presenza di

primo piano nei mesi in eui sta nascendo il testo del Cygne.

21 Oeuvres compl tes, cit., pp. 1051-1052. Per il passo dei Martyrs cfr. Oeuvres romanesques et voyages, cit., II, p. 225.

22 Ricordiamo en passant che nella recensione della Double vie di Charles Asselineau pubblicata su L'Artiste del 9 gennaio 1859 e poi raccolta nell'^ r romantique, Baudelaire cita il verso ovidiano Bar

baras hie ego sum, quia non intelligor illis , che un verso dell'ultimo libro dei Tristia (V, 10, 37). Henry Peyre ci vede una prova di pi della diretta padronanza di Ovidio da parte di Baudelaire ( Il le citait avec

aisance, comme le montre la fin de son article sur la Double vie d'Asselineau : Connaissance de Baudelaire, cit., p. 49). Pu darsi. Quello stesso verso, comunque, tradotto da Chateaubriand nel passo dei Martyrs che Baudelaire trascrive nel Salon de 1859 ed dallo stesso Chateaubriand messo in nota al medesimo pas so. Altra piccola coincidenza che pu essere significativa.

23 Correspondance, cit., I, p. 556. 24 Comte DE MARCELLUS, Chateaubriand et son temps, Michel L vy Fr res, Paris 1859, pp. XXII-506. 25

Correspondance, cit., I, p. 555.

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BAUDELAIRE TRA VIRGLIO E CHATEAUBRIAND 633

Abbiamo esposto, in ordine di rilevanza, una serie di circostanze che sorreggono

l'ipotesi di una mediazione di Chateaubriand, e in particolare del G nie du Christiani sme, alla redazione del Cygne 26. Ci pare possano bastare a dissipare almeno in parte le perplessit che quasi sempre resta o, quando si tenta di mettere in rapporto neces

sario un prodotto artistico finito con modelli o materiali affini preesistenti. Ad ogni modo, si accetti o no la nostra ipotesi, l'individuazione di un altro testo di illustre ma

trice, avente il medesimo terna e caratterizzato dai medesimi luoghi culturali, puo al

meno contribuir , anche se poco, ad ammorbidire certe asprezze della critica che si

accesa attorno al celebre testo di Baudelaire: coloro che, riprendendo e sviluppando

osservazioni di Bourget, Proust, Thibaudet, eec. scoprono nel corpo del Cygne insanabili

dissonanze tra un n cleo classicistico ed uno realistico-prosaico 27

possono ricordare

che gi mezzo sec lo prima Chateaubriand aveva messo insieme Andromaca e la negra, il classicismo e Paneddoto; coloro invece che vi vedono una superiore costruzione, ca

ratterizzata da una structure quasi musicale 28, possono ricordare che gli elementi

di quel contrappunto giacciono anche, del tutto negligentemente e ignari delle loro af finit strutturali, in un trascurato capitolo del G nie du Christianisme.

GIUSEPPE BERNARDELLI

26 Ricordiamo, a complemento di quanto detto, che il capitolo Instinct de la patrie non T nico

luogo di incontro con Le Cygne di Baudelaire. Andromaca costituisce un luogo ricorrente nelFopera di Chateaubriand: le intitolato, ad esempio, un altro capitolo del G nie (seconde partie, livre second, cha

pitre VI: La m re. Andromaque), nello stesso G nie evocata, sparsamente, una decina di volte almeno, come del resto nei Martyrs. NelFItin raire de Paris J rusalem Chateaubriand riporta e commenta il dia

logo fra Ecuba e Andromaca delle Troiane di Euripide. Ci pare utile anche richiamare, gi che siamo sulla strada degli accostamenti, il passo seguente di Ren : Comme je me promenais un jour dans une grande cit , en passant derri re un palais, dans une cour retir e et d serte, j'aper us une statue qui indiquait du doigt un lieu fameaux par un sacrifice. Je fus frapp du silence de ces lieux; le vent seul g missait au tour du marbre tragique. Des manoeuvres taient couch s avec indiff rence au pied de la statue, o tail laient des pierres en sifflant. Je leur demandai ce que signifiait ce monument: les uns purent peine me le

dire, les autres ignoraient la catastrophe qu'il retra ait. Rien ne m'a plus donn la juste mesure des v -

nements de la vie, et du peu que nous sommes. Que sont devenus ces personnages qui firent tant de bruit? Le temps a fait un pas, et la face de la terre a t renouvel e (Oeuvres romanesques et voyages, cit., II,

pp. 122-123), da confrontare con:

Comme je traversais le nouveau Carrousel. Le vieux Paris n'est plus (la forme d'une ville

Change plus vite, h las! que le coeur d'un mortel);

Je ne vois qu'en esprit tout ce camp de baraques, Ces tas de chapiteaux bauch s et de f ts, Les herbes, les gros blocs verdis par l'eau des flaques, Et, brillant aux carreaux, le bric- -brac confus .

21 Cfr., ad es., S. GENOVALI, Baudelaire o della dissonanza, La Nuova Italia, Firenze 1971, pp. 219-224. 28 L'espressione di L. J. AUSTIN, Les Tableaux parisiens un si cle apr s, Revue des Sciences

humaines , juillet-septembre 1967, pp. 433-447, che sta enfatizzando una an loga lettura di P. MANSELL

JONES, Baudelaire's poem Le Cygne . An essay in commentary, in The assault on french literature, Man

chester University Press, Manchester 1963, pp. 121-132.

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