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Periodico d’informazione e dibattito Turismo Commercio e Servizi UILTuCS UIL Anno XV- n. 5 ottobre 2012 - euro 1 - Autorizzazione Tribunale di Roma - n. 524 del 22-9-1997 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Roma www.uiltucs.it [email protected] NOTA ECONOMICA INTERVENTO DEL SEGRETARIO GENERALE BRUNETTO BOCO ALLA CONFERENZA DI ORGANIZZAZIONE DELLA UIL LICENZIO ANCH’IO? NO TU NO! CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO GRANDE DISTRIBUZIONE: CAMBIARE ROTTA? WELFARE: PROMESSE DISATTESE UNICOOP FIRENZE: C'È ANCORA UN CONTRATTO INTEGRATIVO ALLUVIONATI LIGURIA: SOLIDARIETÀ UILTuCS SICUREZZA SEMINARI “RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO” E FORMAZIONE DI FONDOPROFESSIONI NOTA ECONOMICA INTERVENTO DEL SEGRETARIO GENERALE BRUNETTO BOCO ALLA CONFERENZA DI ORGANIZZAZIONE DELLA UIL LICENZIO ANCH’IO? NO TU NO! CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO GRANDE DISTRIBUZIONE: CAMBIARE ROTTA? WELFARE: PROMESSE DISATTESE UNICOOP FIRENZE: C'È ANCORA UN CONTRATTO INTEGRATIVO ALLUVIONATI LIGURIA: SOLIDARIETÀ UILTuCS SICUREZZA SEMINARI “RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO” E FORMAZIONE DI FONDOPROFESSIONI … La libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone, la libertà non è uno spazio libero, libertà è . […] Giorgio Gaber All’interno: locandina tesseramento

NOTA ECONOMICA INTERVENTO DEL SEGRETARIO … · Periodico d’informazione e dibattito Turismo Commercio e Servizi UILTuCS UIL ... Lombardia Lazio e Molise e l’avvicinarsi ... il

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Periodico d’informazione e dibattito Turismo Commercio e Servizi UILTuCS UIL

Anno X

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www.uiltucs.it [email protected]

NOTA ECONOMICA

INTERVENTO DEL SEGRETARIO GENERALEBRUNETTO BOCO ALLA CONFERENZA DI ORGANIZZAZIONE DELLA UIL

LICENZIO ANCH’IO? NO TU NO!

CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO

GRANDE DISTRIBUZIONE: CAMBIARE ROTTA?

WELFARE: PROMESSE DISATTESE

UNICOOP FIRENZE: C'È ANCORA UN CONTRATTO INTEGRATIVO

ALLUVIONATI LIGURIA:SOLIDARIETÀ UILTuCS

SICUREZZA

SEMINARI “RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO” E FORMAZIONE DI FONDOPROFESSIONI

NOTA ECONOMICA

INTERVENTO DEL SEGRETARIO GENERALEBRUNETTO BOCO ALLA CONFERENZA DI ORGANIZZAZIONE DELLA UIL

LICENZIO ANCH’IO? NO TU NO!

CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO

GRANDE DISTRIBUZIONE: CAMBIARE ROTTA?

WELFARE: PROMESSE DISATTESE

UNICOOP FIRENZE: C'È ANCORA UN CONTRATTO INTEGRATIVO

ALLUVIONATI LIGURIA:SOLIDARIETÀ UILTuCS

SICUREZZA

SEMINARI “RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO” E FORMAZIONE DI FONDOPROFESSIONI

… La libertà non è star sopra un albero,non è neanche il volo di un moscone,

la libertà non è uno spazio libero,libertà è . […]

Giorgio Gaber

All’interno:locandina tesseramento

2 partecipazione

sommario

Direttore responsabilePaolo Andreani

Direttore editorialeParmenio Stroppa

RedazioneBarbara Tarallo

Sara Vasta

AmministrazioneVia Nizza 12800198 Roma

EditriceA.G.S.G. srl

Via Nizza 12800198 [email protected]

StampaTipolitografia C.s.r.

Via di Pietralata 15700158 Roma

PubblicitàCommercialePagina intera occasionale B/N € 2.582Pagina intera occasionale colore € 4.132Pagina intera periodica B/N da concordarePagina intera periodica colore da concordare1/2 pagina occasionale B/N € 1.5501/2 pagina occasionale colore € 2.582

Inserti - prezzo secondo numero pagine e colore

Annunci e comunicazioni varie € 5,7 a parola

Tutti i prezzi si intendono Iva esclusa

Informazione ai sensi della legge675/96: se non intendete ricevere

il nostro giornale comunicatelotramite fax al n. 0684242292

Continua il disagio sociale sia per l’aumentodella disoccupazione, giunta al 10,8%, che peril livello del tasso di inflazione oscillante per ef-fetto dei vari provvedimenti fiscali.

L’acuirsi della situazione sociopolitica registrauna costante contestazione dell’azione di gover-no da parte di numerosi settori della vita socia-le che particolarmente hanno subito le iniziati-ve governative: scioperi nella scuola, nella sa-nità, nei trasporti a cui si aggiungono le mani-festazioni sindacali sia dimostrative che di opi-nione.

Lo scadere della politica per effetto del com-portamento sia generale che specifico ha deter-minato lo scioglimento dei consigli RegionaliLombardia Lazio e Molise e l’avvicinarsi dellascadenza della legislatura e del settenario Pre-sidenziale si promuovono contrapposizioni no-tevoli tra i vari livelli sociali.

Inoltre gli avvenimenti ed i rapporti a livelloeuropeo e mondiale, anche se mantenuti entroconfini ancora gestibili, tuttavia producono ef-fetti sull’economia non sempre contenibili.

I provvedimenti governativi se da un lato ten-dono al risanamento del bilancio dello Stato eda mantenere a livelli adeguati i rapporti eco-nomici nell’ambito europeo, hanno per altro de-presso l’economia e condizionato la ripresa.

In questo contesto il ruolo del sindacato ar-ticolato in iniziative a sfondo politico ed in piùcoerenti azioni istituzionali non riesce ad influi-re adeguatamente per la difesa dei lavoratori edei cittadini.

Gli episodi relativi alla FIAT, gli scioperi gene-rali a sfondo politico, dichiarati dalla sola CGIL e,l’abbandono dei tavoli negoziali, definiscono so-lo azioni confuse, velleitarie e di parte, che nonconsentono l’acquisizione di obiettivi comuni.

In particolare nei settori del terziario si regi-strano le conseguenze del contesto con cessa-zioni di aziende, riduzioni occupazionali e tra-sformazioni del lavoro in precariato.

Latita un’azione comune per far fronte a que-sti disagi sociali, che consenta di trovare riscon-tri in tempi certi.

REDAZIONALE

Nota economica 3

Intervento del Segretario

Generale Brunetto Boco

alla Conferenza di

Organizzazione della UIL 6

Licenzio anch’io? No tu no! 10

Contratto a tempo determinato 13

Grande Distribuzione: cambiare rotta? 17

Welfare: promesse disattese 20

Unicoop Firenze: c'è ancora un contrattointegrativo 23

Alluvionati Liguria:Solidarietà UILTuCS 25

Sicurezza 26

Seminari “Riforma del mercatodel lavoro” e formazione diFondoprofessioni 29

L a recessione dell’economia si sta tra-smettendo in misura sempre più accen-tuata al mercato del lavoro. I dati co-

municati lo scorso mese indicano che il tas-so di disoccupazione è aumentato al 10,8%,con una contrazione del numero di lavorato-ri pari a 57mila unità. Complessivamente, traagosto e settembre sono andati persi 100mi-la posti di lavoro, mentre il numero di disoc-cupati ha superato 2,7 milioni di unità. Sem-brano pertanto confermarsi i segnali, già evi-denziati nella Nota di ottobre, di un0a ristrut-turazione del sistema produttivo centrata sulridimensionamento del numero di occupati.

Questo latente processo si inscrive all’in-terno di un andamento economico che conti-nua a essere caratterizzato da un’estrema de-

bolezza e che vede ormai compromesse leprospettive di crescita per il prossimo anno.Secondo le ultime previsioni, il Pil diminuirànel 2013 dello 0,5%, per poi aumentare ap-pena dello 0,7% nel 2014. Il grafico illustrail significato di queste cifre, riportando l’indi-ce in base 2007 del prodotto interno lordo. Al-la fine del periodo considerato, il Pil sarà an-cora inferiore di 1,9 punti rispetto ai livelli, giàdepressi, del 2011. Se il confronto viene este-so al 2007, ossia alla situazione pre-crisi, ladifferenza è di oltre il 6,5%. Di fronte a unacompressione della domanda che ha questedimensioni e che si sta rivelando permanen-te, un aggravamento della situazione del mer-cato del lavoro nei prossimi mesi sembra ine-vitabile.

Se le prospettive generali restano sfavore-voli, lo scorso mese sono comunque emersialcuni segnali di possibile attenuazione dellafase di caduta dei livelli di attività. L’ultimo da-to di produzione industriale, riferito ad ago-sto, ha registrato un inatteso aumento(+1,6%) e ciò potrebbe segnalare come la fa-se più acuta della recessione sia stata rag-giunta nel corso del secondo trimestre dell’an-no e non nei mesi estivi, come prima ritenu-to dalla maggior parte degli analisti. Il grafi-co riporta il profilo delle variazioni trimestra-

li del Pil coerente con l’ultimo dato di produ-zione industriale. Secondo questa elaborazio-ne, la contrazione del PIl potrebbe tornare aldi sotto del 2% già nell’ultimo trimestre del-l’anno. Va tuttavia segnalato che ad agosto laproduzione industriale è spesso caratterizza-ta da andamenti episodici, non rappresenta-tivi del trend sottostante. Gli elementi di cuisi dispone non sono pertanto ancora sufficien-ti per poter parlare di una vera e propria in-versione del ciclo economico.

partecipazione 3

NOTA ECONOMICA

L’andamento del Pil in Italia(indice, 2007=100)

4 partecipazione

All’interno di un quadro di riferimento dif-ficile e ancora molto incerto, la discussionedello scorso mese si è concentrata sui con-tenuti della legge di Stabilità, presentata dalgoverno il 23 ottobre. Particolare attenzio-ne ha suscitato la parte del provvedimentodedicata alla manovra fiscale. Il governo haproposto di ridurre le prime due aliquote del-l’Irpef, finanziandone il costo attraverso unarevisione del sistema di deduzioni e detra-zioni e conservando una parte dell’aumentoIva programmato per il prossimo luglio (dicui era stata invece annunciata, in preceden-ti dichiarazioni, la completa sterilizzazione).L’intervento delineato non sembra poter rag-giungere i desiderati effetti di rilancio del ci-

clo economico. Ciò in ragione di impatti di-stributivi di tipo regressivo che evidentemen-te non erano stati considerati in modo ade-guato. Come mostra il grafico, elaborato conil modello di microsimulazione, lo scambio framinore Irpef e maggiore Iva si risolverebbeinfatti in un aggravio di imposta per le clas-si di reddito più basse: il 10% delle famigliepiù povere subirebbe una riduzione del po-tere d’acquisto nell’ordine del 2%; più in ge-nerale, le perdite riguarderebbero il 30% del-le famiglie poste in fondo alla scala della di-stribuzione del reddito. Non sorprendente-mente, il Parlamento si appresta dunque acambiare radicalmente i contenuti della leg-ge di Stabilità.

Andamento della produzione industriale e stima trimestrale del PIl(variazioni %)

Effetto della legge di stabilità sul potere d’acquisto delle famiglie(distribuzione per decili di reddito)

C are delegate, cari delegati,sono passati solo pochi anni dal nostroultimo dal nostro ultimo Congresso e

già allora ci preoccupavamo di descrivere i ven-ti di crisi che si affacciavano all’orizzonte, quan-do la Grecia cominciava ad incamminarsi ver-so una crisi che è poi esplosa e si è manife-stata in tutta la sua evidenza. Si parlava di undeclino del nostro Paese, lento ma inesorabi-le, più visibile in alcune parti d’Italia, quelle piùdeboli come il Mezzogiorno, non ancora tan-gibile al nord, intravedendo il rischio di unmancato Governo dell’Europa di fronte ad unacrisi dei debiti sovrani che piano piano comin-ciava ad emergere.

Molti esponenti politici, alcuni dei quali ap-partenenti alla compagine di Governo, promet-tevano ai cittadini interventi e riduzioni delletasse che poi non si sono dimostrati pratica-bili. Per quanto riguarda noi, portavamo avan-ti un’idea giusta, oggi ancora attuale, cioè quel-la di difendere il reddito delle persone attra-verso interventi sulle tasse dei pensionati e deilavoratori dipendenti.

Oggi siamo qui in un mondo totalmente di-verso. Anche noi abbiamo deciso di cambiare,consapevoli che le nostre proposte dovrannoessere costantemente verificate alla luce delfatto che questa difficile fase non è risolta epotrebbe ancora peggiorare.

Il Governo Monti ha sollecitato il confrontocon le parti sociali sulla produttività, ma larealtà è che il Paese non è in condizioni di fa-re interventi sul rilancio della produttività a

causa dei suoi problemi infrastrutturali, dell’al-ta tassazione che grava sulle imprese unita-mente all’elevato costo del danaro. Uno Statoche non paga i propri debiti alle imprese rischiadi farle fallire e di lasciare a casa centinaia dilavoratori. L’impressione che si voglia dare unascossa alla produttività attraverso la scorcia-toia della riduzione del salario è molto concre-ta e comporta seri rischi per il Paese; il reddi-to delle persone è già in caduta libera a cau-sa degli interventi del Governo e per effetto diuna situazione che spinge l’inflazione, colpen-do prevalentemente le persone che noi rappre-sentiamo, in quanto quest’ultima grava sui co-sti dei trasporti, sui prodotti alimentari, insom-ma sul paniere della spesa delle famiglie os-sia dei pensionati e dei lavoratori dipendenti.

La ricchezza si sta spostando sempre di piùa favore delle categorie forti mentre si riducequella distribuita alle classi lavoratrici ed aipensionati. Anche i redditi dei piccoli impren-ditori, ad esclusione di quelli che evadono letasse, vengono colpiti ed indeboliti.

Alla luce di questa situazione è giusto rilan-ciare con forza il problema dei costi della po-litica. La nostra Organizzazione, di sicura fe-de democratica e con un forte senso della li-bertà, conosce bene il valore delle istituzionied il fondamentale ruolo che ricoprono nei pro-cessi di cambiamento del Paese.

Punto di partenza per dare una svolta al ma-lessere che stiamo vivendo è sicuramente l’in-troduzione di una nuova legge elettorale cherestituisca ai cittadini la possibilità di sceglie-re i propri rappresentanti.

Allo stesso tempo, abbiamo bisogno, tenu-to conto dei cambiamenti che l’Italia ha avu-to anche da un punto di vista geopolitico, diuna grande riforma che razionalizzi i centri dirappresentanza del nostro Paese, che ne ridu-ca i costi e i centri di spesa, rilanciando la buo-na amministrazione e la capacità di instaura-re un rapporto positivo e costruttivo con i cit-tadini. Abbiamo bisogno di un evidente segno,da parte di tutti i livelli di rappresentanza delnostro Paese nella gestione delle risorse per ilbene comune e non per quello di pochi. La rea-zione da parte della politica a questo fenome-no degenerativo, causato anche da un’ecces-

6 partecipazione

INTERVENTO DEL SEGRETARIOGENERALE BRUNETTO BOCO

ALLA CONFERENZA DI ORGANIZZAZIONE DELLA UILSVOLTASI A BELLARIA DAL 1 AL 3 OTTOBRE 2012

siva quantità di danaro e che non si lega aquelle che sono le attività proprie delle istitu-zioni e dei loro rappresentanti, è purtroppo sta-ta lenta. Noi invece vogliamo dare un segna-le di cambio di rotta.

La UIL è vittoriosa, anche grazie alla gestio-ne Angeletti le cui politiche sono tese al rin-novamento, non si è mai tirata indietro anchedi fronte a riforme che hanno generato discus-sioni, fratture interne e la rottura dell’unità d’a-zione di CGIL, CISL e UIL. Oggi siamo consa-pevoli che è necessaria l’unità ma non riuscia-mo a capire perché nel settore dei metalmec-canici e del commercio, la FIOM e la FILCAMSnon firmano i contratti. Troppo comodo chie-dere l’unità agli altri e non riflettere sul fattoche la mancata firma lacera i rapporti e met-te a rischio l’interesse di milioni di lavoratori.Senza Accordo Confederale sui modelli contrat-tuali non si sarebbe creato un clima tale da fa-vorire il rinnovo dei contratti. Considerato quel-lo che sta succedendo, i risultati contrattualiche abbiamo ottenuto non spiegano perché an-cora oggi quei contratti non si firmino.

Francamente, non capisco perché in una si-tuazione come questa si consideri non positivoil risultato con-trattuale dei chi-mici. Nella miaqualità di Segre-tario Generaledella UILTuCS,posso dire che adesempio nel set-tore del Turismo,in cui ci appre-stiamo a presen-tare la piattafor-ma di rinnovo del contratto, se si presentasse-ro le stesse condizioni, firmerei senza indugio.

Un altro argomento che mi lascia fortemen-te perplesso, essendo prossime le elezioni po-litiche, è il dibattito sul mantenere o meno unGoverno che è già in carica.

Si presentino i programmi attraverso i qua-li si intende governare e portare il Paese fuo-ri dalla crisi e poi si chieda il consenso ai cit-tadini.

È vero che il recupero per i fallimenti dellapolitica è un diritto ma sarà un processo fati-coso anche a causa dei problemi di credibilitàche il nostro Paese e la nostra classe politicahanno sul piano internazionale.

Il progetto di rinnovamento presentato del-la nostra Confederazione è un progetto impor-tante ma che necessita di rapportarsi ai pos-sibili cambi di scenari che oggi non siamo ingrado di prevedere.

Un processo evolutivo che ha bisogno di sta-bilire delle priorità. Una delle priorità è sicu-

ramente la razionalizzazione della nostra pre-senza, soprattutto con l’obiettivo di rafforzarel’Organizzazione sul territorio. Nei territori ser-vono strutture operative capaci di stabilire unrapporto forte con la nostra rappresentanza,abbiamo bisogno di strutture capaci di raffor-zare il lavoro delle categorie nelle diverserealtà. Non bisogna confondere la presenzadella UIL sul territorio con il numero delle se-greterie e degli organi. La presenza è organiz-zazione, è attività, è capacità di assicurare ser-vizi, la UIL è una realtà articolata ma nel rea-lizzare i cambiamenti bisogna anche essereflessibili. Abbiamo centri di eccellenza che nonhanno grandi dimensioni ma che funzionanomolto bene, dobbiamo portare le nostre scel-te in una realtà territoriale molto variegata co-me è naturale che sia in un sindacato.

Anche la normativa di riferimento non èuniforme. L’ITAL è un istituto sottoposto ad unaregolamentazione che tiene conto del fatto chela natura di queste organizzazioni è il volon-tariato. I CAAF sono delle società di capitali ecome tali sono sottoposte alle norme dettateper le società di capitali. Nel percorrere la stra-da del riordino delle nostre strutture bisogna

tener conto di queste peculiarità.L’Organizzazione, e concludo, deve muove-

re nella direzione di una rigorosa e trasparen-te gestione delle proprie risorse con la consa-pevolezza che ogni suo livello è distinto all’al-tro. Io penso che la nostra Organizzazione ab-bia la capacità di affrontare queste spinte dirinnovamento.

L’ultimo argomento che mi preme affronta-re è il limite di tre mandati per ricoprire l’in-carico di Segretario Generale. La nostra è unasocietà bloccata in cui i giovani sono schiac-ciati ai livelli più bassi.

Una generazione di giovani, donne e uomi-ni, rischia di saltare un turno.

Il nostro Paese ha l’obbligo morale di aprir-si e di offrire la possibilità ai giovani di evol-vere e gli anziani devono dare come contribu-to la loro esperienza. La nostra è una Orga-nizzazione che deve dare spazio ai giovani.

Brunetto Boco

partecipazione 7

8 partecipazione

COME CI SI ISCRIVE ALLA CASSACOLF

• La responsabilità dei versamenti alla Cassa-colf è a carico del datoredi lavoro.

• Il costo di iscrizione è pari a €0,03 per ogni ora retribuita, dicui € 0,02 a carico del datore dilavoro e € 0,01 a carico dellalavorattore/trice.

• Il versamento è trimestrale eavviene direttamente con ilpagamento dei contributiprevidenziali Inps.

• All’interno delle modalità previste dall’Inps, sidovrà inserire il codice F2 nel riquadro

denominato “c.org”, moltiplicare le oreretribuite nel trimestre per € 0,03 e

sommare la cifra risultante a quella deicontributi previdenziali.

• A sua volta l’Inps invierà i dati allaCassacolf per la regolazione dei

versamenti.

• L’invio alla Cassacolf dei datianagrafici degli iscritti èfacoltativa.

• Nel momento in cui verrannorichieste le prestazioni si dovranno fornire tuttele informazioni necessarie che attestinol’avvenuto pagamento.

FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL, UILTUCS UIL E FEDERCOLF A NOME DEI LAVORATORI E LAVORATRICI

ASSINDATCOLF, ADLC, ADLD, NUOVA COLLABORAZIONE E DOMINA A NOME DEI DATORI DI LAVORO

partecipazione 9

QUANDO SCATTA IL DIRITTO ALLE PRESTAZIONI• È possibile integrare volontariamente il valore del-

la quota contrattuale per raggiungere la sogliaannua di € 25.

• I trimestri mancanti per comprovate cause di ma-lattia, infortunio, maternità e disoccupazione noninterrompono la consecutività annua.

• La somma dei versamenti economici dei contributicontrattuali (€ 0,03) deve raggiungere la soglia di€ 25 nei 12 mesi precedenti.

• Il raggiungimento della soglia di € 25 fa scatta-re il diritto della lavorattore/trice e del suo da-tore di lavoro.

• Il raggiungimento della soglia può avvenire an-che assommando diversi rapporti di lavoro peri quali sia stato regolarmente versato il contribu-to contrattuale.

• Le prestazioni decorrono dal primo giorno del se-condo trimestre pagato e solo per la prima iscri-zione. Es: iscrizione dal 1 luglio 2010, le pre-stazioni scattano dal 1 ottobre 2010.

• Per avere diritto alle prestazioni occorre esserein regola con i versamenti di 4 trimestri.

PRESTAZIONI PER I/LE DIPENDENTI • Rimborso dei ticket sanitari per prestazioni di al-

ta diagnostica fino ad un massimo rimborsabileannuo di € 300.

• Diaria giornaliera di € 20 in caso di ricoveroospedaliero con un minimo di 2 giorni di rico-vero e per un massimo di 20 giorni.

• Diaria giornaliera di € 20 per un massimo di 10giorni per il periodo di convalescenza determi-nata dal ricovero avvenuto, certificata dal medi-co curante o prevista nelle cartella clinica di di-missione ospedaliera.

PRESTAZIONI DI ALTA SPECIALIZZAZIONE• Effettuate presso strutture del servizio sanitario

nazionale o da esso accreditate.Verificare le modalità di fruizione sul sitowww.cassacolf.it.

PRESTAZIONI PER I DATORI DI LAVORO • Polizza assicurativa per rivalsa Inail in caso di

decesso o invalidità permanente della dipenden-te.

• Rimborso o prestazione legale gratuita da partedell’assicurazione.

• Massimale annuo di € 50.000.

PROCEDURE DI RIMBORSO PER I/LE DIPENDENTI • La lavorattore/trice dovrà compilare l’apposita

modulistica disponibile sul sito internet (www.cas-sacolf.it) allegando copia dei quattro versamen-ti trimestrali che il proprio datore di lavoro ha ef-fettuato nei trimestri precedenti ove si attesti diaver versato le quote contrattuali e raggiunto lasoglia dei 25 euro annui.

• Dovrà spedire il tutto alla Cassacolf all’indirizzodi Corso Trieste 10 - 00198 - Roma, oppure ri-volgersi ad una sede sindacale per l’inoltro di-retto della documentazione alla Cassacolf.

PROCEDURE DI RIMBORSO PER I DATORI DI LAVORO • Dovrà compilare gli appositi moduli disponibili

sul sito internet (www.cassacolf.it) allegando co-pia dei quattro versamenti trimestrali ove si atte-sta l’avvenuto pagamento delle quote contrattua-li e raggiunta la soglia minima di 25 euro an-nui.

• La documentaziodne deve essere inviata diretta-mente alla Cassacolf che inoltrerà alla Compa-gnia Assicurativa FONDIARIA SAI Spa per l’at-tivazione della procedura prevista in polizza.

Nota per inoltro delle domande:Sarà possibile inoltrare on line la documentazioneper la domanda di prestazione anche attraverso ilsito internet www.cassacolf.it.

Corso Trieste 1000198 [email protected]

NO TU NO!A mio parere, la tutela

reale contro i licenzia-menti illegittimi, ga-

rantita dall’art.18 e dall’art. 15dello Statuto dei Lavoratori, èfondamentale per l’esigibilità el’usufruizione dei diritti con-trattuali e di legge in corso dirapporto di lavoro, per evita-re che i lavoratori subiscanoumilianti ricatti daparte dei rappre-sentanti aziendali,per l’associazioni-smo e l’eserciziodelle prerogativesindacali.

Buona partedella rappresenta-tività e dei rappor-ti di forza che han-no consentito almovimento sinda-cale italiano laconquista a favoredei lavoratori degliattuali diritti con-trattuali e di esse-re promotore es-senziale nell’acqui-sizione dei diritti dilegge e delle prote-zioni sociali, la sideve alla tutelareale.

L’enorme scarto del livellodi sindacalizzazione esistentetra i lavoratori di aziende conpiù di 15 dipendenti e quelle aldi sotto oppure tra i lavorato-ri stabili e quelli precari, ne èla prova.

E’ quindi comprensibile l’at-tenzione posta dal sindacato edai sindacalisti alle modificheapportate o che si vorrebberoapportare alle norme che re-golano i licenziamenti ed i so-spetti che generano anchequelle di scarsa influenza so-stanziale.

Trovo, però, che a tale or-todossia formale non corri-sponda pari rigidità nell’appli-cazione concreta delle norme,anzi, nella fase applicativa si èeccessivamente generosi nelriconoscere la legittimità del-le aziende ad eseguire i licen-ziamenti collettivi; i cosiddet-ti licenziamenti economici.

È un dato di fatto, chequando le aziende aprono pro-cedure per effettuare i licen-ziamenti collettivi, il Sindaca-to, almeno della nostra cate-goria, invece di preoccuparsipreventivamente di accertare,secondo il ruolo assegnatoglidalla legge, se sono veri i mo-tivi economici a fondamentodella richiesta ed in caso chenon lo siano di rigettare la do-manda di licenziamento, si li-mita a verificare soluzioni at-te ad attenuare i problemi so-ciali delle espulsioni, magari

attraverso l’individuazione divolontari debitamente incenti-vati.

Ultimamente è stato sco-perto il contratto di solidarietà,che è notoriamente un am-mortizzatore sociale studiatoper essere applicato su orga-nizzazioni del lavoro rigide, co-me quelle industriali manifat-

turiere, mentre è del tutto ina-deguato per attività ad orga-nizzazioni del lavoro flessibilicome quelle della grande di-stribuzione commerciale, inquanto la sua applicazione in-crementa le flessibilità, in uncontesto organizzativo incon-trollabile soprattutto in relazio-ne agli orari di lavoro, di un or-ganico numericamente inva-riato. In pratica, i contratti disolidarietà nelle aziende dellagrande distribuzione sono ap-plicabili anche in assenza diesuberi e quindi sono richiesti

10 partecipazione

LICENZIO ANCH’IO?NO TU NO!

proprio dalle aziende, che nonsarebbero in grado di licenzia-re, ma che attraverso tale am-mortizzatore sociale tendono aridurre il costo del lavoromantenendo l’organico neces-sario all’attività; tanto per ot-tenere questo risultato è suf-ficiente aprire una procedura.

Altro utilizzo, che ultima-mente le aziende fanno pre-testuosamentedelle procedu-re per i licen-ziamenti col-lettivi, è quellodi scambiare larinuncia aglieffetti dellestesse, con: az-zeramento, so-spensioni, deroghe, di normecontrattuali. Come se il giusti-ficato motivo per effettuare li-cenziamenti economici collet-tivi non sia l’esubero di perso-nale, bensì i costi contrattua-li.

Il guaio è che anche negliultimi due casi il sindacato in-terviene con l’intento di miti-gare gli effetti piuttosto cheverificare la legittimità della ri-chiesta, presa quasi sempreper buona, nonostante sia no-ta la totale inesistenza dell’e-tica imprenditoriale.

Non si capisce se tale com-portamento derivi dalla como-dità della scelta o peggio dauna cultura che và consolidan-dosi sul ruolo da giocare.

Non un ruolo da contraddit-tore, ma di mediatore tra i bi-sogni dell’impresa e quantopossa essere “digerito” dai la-voratori e quindi non ci si con-fronta sulle cause, bensì suglieffetti.

Se così è, che senso ha la-mentarsi del fatto che le nuo-ve norme sui licenziamentieconomici prevedano il reinte-gro esclusivamente se vi èmanifesta infondatezza. Tanto,come si ripete, l’indagine ed ilconfronto sulle cause e quindisulla fondatezza dei licenzia-menti, non vengono realmen-te effettuati.

Semmai occorreva richie-dere al legislatore maggioripoteri di istruttoria da porrein capo al sindacato al fine dievitare di prendere sempreper buoni i dati aziendali, vi-sto che la legge delega que-st’ultimo a verificare la veri-

d i -cità e

la con-sisten-za dei motivieconomici al-la base deil i c e n z i a -menti, rele-gando algiudice dimerito la so-la verificadel correttoadempimen-to della proce-dura, ometten-do la quale, ancheparzialmente, su ele-menti essenziali si riscon-trerebbe la manifesta infon-datezza dei licenziamenti. Ilrisarcimento danni previstodalla legge è comunque divalore superiore agli incenti-vi che di solito vengono con-cordati dalle parti.

Sui licenziamenti per giusti-ficato motivo soggettivo o di-sciplinari che dir si vogliano equelli per giusta causa, la leg-ge delega ai contratti l’indivi-duazione delle infrazioni meri-tevoli di tali provvedimenti ov-vero quelle per le quali le san-zioni hanno carattere conser-vativo. Pertanto la prima que-stione riguarderà l’impegnodelle parti sociali nell’elencarepiù in dettaglio possibile il re-

golamento disciplinare all’in-terno dei CCNL, per non la-sciare eccessiva discrezionalitàal Giudice del Lavoro ed allagiurisprudenza che si svilup-perà sull’argomento. Discre-zionalità di giudizio che risul-terà molto rafforzata rispetto

alle norme precedenti, vi-sto che il Giudice, per imotivi non punibili con il

licenziamento, manon tipizzati contrat-

tualmente tra le infra-zioni meritevoli di sanzio-

ni conservative potrebbeapplicare il risarcimento deldanno invece che la reinte-gra.

Il legislatore,però, anche se non

so quanto consapevol-mente o meno, nel ri-mettere al contratto ilregolamento discipli-

nare assegnandogli tale rile-vanza giuridica, ha esplicita-mente ritenuto che la gravitàdelle infrazioni o inadempien-ze è rapportata all’attività pre-stata dall’azienda operante in

uno specifico settore edall’organizzazione dellavoro nella qualel’infrazione o ina-dempienza si verifi-ca.

In sintesi unastessa infrazionepotrebbe avere una

gravità diversa se eseguita inuna azienda industriale piutto-sto che in una commercialeoppure dei servizi.

Un tale orientamento versole specificità settoriali mal siconiuga con il rafforzamentodella discrezionalità del Giudi-ce del Lavoro, in quanto que-st’ultimo non potrà avere co-gnizione delle innumerevoliorganizzazioni del lavoroaziendali e degli aspetti carat-terizzanti le attività. L’incom-petenza derivante dall’insuffi-ciente conoscenza del contestoin cui si consuma l’infrazione,porterà certamente a decisio-ni ingiuste e prima che la giu-risprudenza si assesterà su in-

partecipazione 11

terpretazioni delle norme e deicasi più o meno omogenee, ta-li da approssimarsi in modoaccettabile alla certezza del di-ritto, passeranno anni e la-scerà sul campo parecchie vit-time.

Come evitare tutto ciò?Semplicemente costituendoorgani giudicanti esperti in di-ritto e contemporaneamentebuoni conoscitori dei settorimerceologici, delle attività,delle organizzazioni del lavoro,nel cui contesto devono deci-dere se una infrazione o unainadempienza sia meritevole dilicenziamento o meno.

Questo è nelle possibilitàdelle parti, attivando gli arbi-trati irrituali nell’ambito degliEnti Bilaterali.

Chi vieta, infatti, di indivi-duare territorialmente unpool di esperti in diritto conrequisiti che ne certifichino lecompetenze analoghe a quel-le di un Giudice del lavoro, dautilizzare quali terzi membri

nei collegi? A tali competen-ze dovranno essere affianca-te le conoscenze sopra richia-mate, vuoi perché già acqui-site nel corso della loro pre-cedente attività, vuoi perchéinvitati preliminarmente aprenderne coscienza, che an-drà ad irrobustirsi nel tempotramite l’esperienza che li im-pegnerà in un unico settore ocategoria.

La definizione di procedurespecifiche e la motivazioni del-le decisioni, possono esseregaranti della dovuta trasparen-za.

Non può sfuggire, che ven-gono sollevate da più parti edin particolare dalla CGIL fortiobiezioni ostative verso talesoluzione, anche giuste e con-divisibili qualora l’arbitrato ir-rituale lo si ritenga capace diemanare decisioni esclusiva-mente secondo equità e diconseguenza votato solo alcompromesso delle posizionidelle due parti, visto gli effet-

ti contrattuali dell’esito rag-giunto, quindi inadeguato apronunciare decisioni di rein-tegra, che premierebbero unasola parte. È però più che pos-sibile decidere come Enti Bila-terali, che per la materia dei li-cenziamenti si possono accet-tare esclusivamente richiestedi arbitrati irrituali ai quali leparti richiedano di decidere se-condo legge.

Sono convinto che così fa-cendo si ridurrebbero le deci-sioni ingiuste e si conterrannonotevolmente i tempi di ungiudizio definitivo, che le nuo-ve norme non hanno affattogarantito, anzi. La riduzionedei tempi è stata prevista so-lo per il primo giudizio. Ricor-do, che anche i tempi di giu-stizia influiscono sulla certez-za del diritto, inoltre, aziendee lavoratori risparmierebberosignificativamente sui costi digiustizia.

Giannantonio Pezzetta

12 partecipazione

L a riforma “Fornero” del merca-to del lavoro ha tra le proprie fi-nalità quella di favorire l’occu-

pazione stabile e la cosiddetta “buonaflessibilità”; in altre parole si cerca diprivilegiare il rapporto di lavoro a tem-po indeterminato, attraverso un con-trasto all’abuso della flessibilità e deicontratti atipici in particolare.

La riforma è attraversata da un fi-lo conduttore per quanto riguarda ilterreno delle tipologie contrattuali, ov-vero l’aumento del costo del lavoro inriferimento ai contratti a termine e al-le tipologie contrattuali cosiddetteparasubordinate (contratti a progetto,partite IVA, associazioni in partecipa-zione).

Numerose sono inoltre le novità in-trodotte al fine di rendere più severol’utilizzo di alcuni istituti, come ad esempio illavoro a chiamata e il lavoro occasionale o ac-cessorio.

All’interno di questo quadro va collocato l’i-stituto del contratto a tempo determinato.

Si tratta della tipologia contrattuale di lavo-ro subordinato maggiormente rivista dalla leg-ge n. 92/2012 entrata in vigore il 18 luglio2012.

Il contratto a termine era stato già sottopo-sto negli ultimi anni ad interventi innovativi daparte del legislatore, a cominciare dal Decre-to Legislativo n. 368/2001 per giungere allalegge n. 247/2007.

La riforma del 2001, in particolare, avevaaperto ad una sostanziale liberalizzazione delcontratto a termine, superando il concetto del-le causali predeterminate (attività stagionali,sostituzione personale con diritto alla conser-vazione del posto e picchi di attività); da quelmomento le aziende potevano stipulare con-tratti a termine per ragioni tecniche, organiz-zative, produttive e sostitutive.

In ultimo, la legge n. 133/2008 aveva di-chiarato possibile stipulare i contratti a termi-ne, con le nuove modalità previste dal D.Lgs.n. 368/2001, anche se riferito all’ordinaria at-tività del datore di lavoro.

In mezzo a tutto ciò si è mossa la contrat-tazione collettiva, di primo e secondo livello,nel tentativo di “governare” l’utilizzo dei con-

tratti a termine o andando a implementare ecompletare singoli aspetti dell’istituto.

Le novità più significative sul contratto a ter-mine contenute nella riforma “Fornero” riguar-dano i seguenti punti:• la causale;• la durata massima;• l’intervallo tra i contratti a termine;• il prolungamento dei contratti a termine;• l’aliquota contributiva aggiuntiva;• il termine di impugnativa del contratto a tem-

po determinato

L’effetto di queste innovazioni è però con-trastante; da un lato si cerca di limitare il ri-corso all’uso spregiudicato o reiterato del con-tratto a termine, dall’altro si introduce una ul-teriore significativa liberalizzazione del primocontratto a tempo determinato tra i soggetti delrapporto di lavoro.

Causale

In base alla riforma (articolo 1, comma 9,legge n. 92/2012), le imprese non dovrannopiù indicare la causale all’atto della stipulazio-ne del primo contratto a termine, a condizio-ne che il contratto stesso non abbia una dura-ta superiore a 12 mesi. Questa facoltà vale an-che per il lavoro in somministrazione a tempo

partecipazione 13

CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO

determinato. In altre parole , l’impresa non ètenuta ad indicare nella lettera di assunzionele ragioni di carattere tecnico, organizzativo,produttivo o sostitutivo che stanno alla basedella stipula del contratto a termine.

Questa facoltà vale però solamente ed esclu-sivamente per il primo contratto a termine chesi stipula tra la stessa azienda e lo stesso da-tore di lavoro.

Il Ministero del Lavoro ha emanato una pri-ma circolare interpretativa della riforma, la n.18/2012, nella quale si sofferma sulla “acau-salità” del primo contratto a termine, afferman-do in particolare che:• il periodo di 12 mesi non deve essere inte-

so come franchigia;• il periodo di 12 mesi non è frazionabile;• il primo contratto acausale non può essere

prorogato;• il primo contratto acausale può essere “al-

lungato” nei nuovi termini previsti dalla leg-ge.L’obiettivo che il legislatore si prefigge da

questa innovazione è quello di ridurre il livel-lo del contenzioso in capo ai contratti a termi-ne. La principale ragione di contenzioso verte-va infatti attorno alla questione dell’apposizio-ne della causale nel contratto di assunzione, eriguardava tanto i rapporti diretti quanto il la-voro in somministrazione (quello cioè media-to dalle agenzie del lavoro).

Ricordiamo infatti che all’atto di stipula delcontratto a termine non è sufficiente la sem-plice ripetizione di quanto è scritto sulla nor-ma (“ragioni di carattere tecnico, organizzati-vo, produttivo o sostitutivo) ma è necessariospecificare le esigenze che il datore di lavorodeve soddisfare attraverso il ricorso al contrat-to a termine.

Oltre a “deflazionare” il contenzioso sul con-tratto a termine, la cosiddetta “acausalità” con-sentirà alle imprese di utilizzare il tempo de-terminato come una sorta di periodo di provalungo (ricordiamo che la durata del periodo diprova è determinata dai contratti collettivi na-zionali di lavoro, e si attesta, per le mansionipiù diffuse, tra 20 e 30 giorni).

La circolare n. 18/2012 del Ministero del La-voro precisa inoltre che il contratto a termine“acausale” non può essere stipulato se tra lestesse parti (stesso datore e stesso lavorato-re) c’è già stato un rapporto di lavoro subor-dinato.

È consentito invece il prolungamento (pro-lungamento e non proroga) del contratto a ter-mine “acausale”: in questo caso il rapporto dilavoro può proseguire fino ad un massimo diulteriori 30 o 50 giorni, rispettivamente, a se-conda che la durata inizialmente prevista fos-se fino a 6 mesi o superiore.

In alternativa alla “acausalità” del primocontratto definita dalla norma, la legge affidaalla contrattazione collettiva la possibilità di in-dividuare ulteriori ipotesi in cui non è richie-sta l’indicazione della causale del contratto atermine, nel limite massimo del 6% dei lavo-ratori dell’unità produttiva; tale facoltà alla con-trattazione collettiva è comunque riconosciutaall’interno di precise e predeterminate circo-stanze (avvio di nuova attività, lancio di pro-dotto o servizio innovativo, implementazione diun rilevante cambiamento tecnologico, fasesupplementare di un significativo progetto diricerca e sviluppo, rinnovo o proroga di com-messa consistente).

Su questo punto la legge indica in manie-ra precisa quali livelli di contrattazione pos-sono individuare la modalità “alternativa” perla sottoscrizione di contratti a termine“acausali”: si tratta delle organizzazioni sin-dacali comparativamente più rappresentati-ve a livello nazionale, con accordi intercon-federali o categoriali. La contrattazione di se-condo livello è invece legittimata a interve-nire soltanto se espressamente delegata dallivello superiore.

La circolare n. 18/2012 del Ministero del La-voro precisa infine che su questo punto la con-trattazione di secondo livello o di “prossimità”non può usufruire della deroga prevista dall’ar-ticolo 8 della legge n. 148/2011: in altre pa-role, la contrattazione decentrata non può re-golare le modalità alternative del contratto atermine “acausale” se non è stata espressa-mente delegata dalla contrattazione naziona-le, neanche appellandosi all’articolo 8 della leg-ge n. 148/2011.

Durata massima

La durata massima dei contratti a terminetra la stessa impresa e lo stesso lavoratore permansioni equivalenti è fissata in 36 mesi. Ai fi-ni del conteggio della durata massima vannoprese in considerazione anche le proroghe e lereiterazioni.

La legge “Fornero” prevede che anche lasomministrazione a tempo determinato con lostesso utilizzatore rientri nel conteggio del li-mite di 36 mesi alla successione di contratti.Secondo la circolare n. 18/2012 del Ministerodel Lavoro, i contratti di somministrazione atermine sono conteggiabili solo dal 18 luglio2012 (quindi non “a ritroso”).

Dal conteggio dei 36 mesi vanno inoltreesclusi i contratti a termine stagionali (attivitàstagionali individuate dal D.P.R. n. 1525/1963e attività individuate dagli accordi e contratticollettivi).

14 partecipazione

Vanno infine esclusi anche il contratto di ap-prendistato, i contratti di inserimento o rein-serimento, il lavoro intermittente.

La riforma mantiene viva la possibilità di sti-pulare, in deroga alla previsione generale, ununico ulteriore contratto a termine, oltre il li-mite di 36 mesi, presso la Direzione Territoria-le del Lavoro, con le modalità stabilite dallacontrattazione collettiva.

Intervallo tra contratti a termine

La legge allunga di molto l’intervallo che de-ve intercorrere tra un contratto e l’altro tra glistessi soggetti del rapporto di lavoro; sono ne-cessari 60 giorni di “stacco” se il contratto ini-ziale ha una durata fino a 6 mesi e 90 se su-periore a 6 mesi; la contrattazione collettivapotrà inoltre stabilire una riduzione dei perio-di di intervallo rispettivamente fino a 20 e 30giorni in alcuni casi determinati ( nei casi pre-visti dalla contrattazione collettiva anche de-centrata, nelle attività stagionali, nei processiorganizzativi determinati dall’avvio di nuova at-tività, dal lancio di un prodotto o di un servi-zio, dall’implementazione di un rilevante cam-biamento tecnologico, dal rinnovo o dalla pro-roga di una commessa significativa, dalla fasesupplementare di un significativo progetto diricerca).

Prolungamento contratti a termine

Viene ampliato l’eventuale “prolungamento”del contratto a termine; la durata massima del“prolungamento” è fissata in 30 e 50 giorni ri-spettivamente a seconda che il contratto ini-ziale abbia una durata fino a o superiore a 6mesi. Nel periodo di cosiddetto “prolungamen-to” spettano in ogni casoal lavoratore le maggiora-zioni previste dalla leggee dalla contrattazionecollettiva.

L’aliquota contributiva

La riforma determinaun aumento del costocontributivo del contrat-to a termine, con l’obiet-tivo di disincentivarnel’uso improprio (la flessi-bilità costa un poco piùdel contratto “stabile”) eal fine di finanziare la

nuova ASPI ovvero l’indennità di disoccupa-zione (assicurazione sociale per l’impiego).

Viene così introdotta un’aliquota aggiuntivapari all’1,4% sui contratti a tempo determina-to, a far data dal 1° gennaio 2013. L’aliquotasi applicherà anche ai contratti a termine“acausali” e ai contratti a termine in regime disomministrazione.

Tale aliquota non è invece prevista nel ca-so di: 1) contratti a termine per sostituzione di lavo-

ratori assenti; 2) lavoratori stagionali; 3) apprendisti.

Tale contributo aggiuntivo potrà essere in par-te recuperato in caso di stabilizzazione del rap-porto di lavoro, ovvero di conversione in rappor-to di lavoro a tempo indeterminato. Lo stessobeneficio viene riconosciuto in caso di riassun-zione con contratto a tempo indeterminato (daparte dello stesso datore di lavoro) entro il ter-mine massimo di 6 mesi dalla cessazione delprecedente rapporto a termine; in questo casovanno però “tolte” le mensilità trascorse dallacessazione del contratto a termine.

Termine di impugnativa del contratto a termine

Di rilievo anche la modifica del termine adisposizione del lavoratore per impugnare ilcontratto a termine ovvero la legittimità del-l’apposizione del termine stesso. Intervenen-do su una recente e contestata previsione delCollegato Lavoro, la legge n. 92/2012 portada 60 a 120 giorni il termine per impugna-re il contratto a tempo determinato, a far da-ta dalla cessazione del rapporto di lavoro. Inaltre parole, il lavoratore ha più tempo a di-sposizione per verifiche e riflessione e potrà

in qualche caso noncompromettere un’e-ventuale riassunzione.

Ricordiamo infinel’ulteriore termine de-cadenziale di 180 gior-ni (rispetto agli iniziali270 previsti dal Colle-gato Lavoro) per depo-sitare il ricorso presso iltribunale o per richie-dere alla controparte iltentativo di conciliazio-ne/arbitrato; in assen-za si perde il diritto difar valere le proprie ra-gioni.

Gabriele Fiorino

partecipazione 15

COMMERCIOGrande DistribuzioneCommercio al dettaglioDistribuzione CooperativaFarmacie Speciali e Private

SERVIZIIstituti di Vigilanza PrivataPortieriDomesticiStudi Professionali e TecniciArti EsteticheSettore Socio-Sanitario-

Assistenziale-EducativoAmministratori di condominioAgenti Immobiliari e Mediatori

TURISMOAlberghiPubblici EserciziCampeggi e Villaggi TuristiciAgenzie di viaggioParchi a tema

AUTONOMIAgenti e RappresentantiVenditori ambulantiGiornalaiGuide e Accompagnatori Turistici

UILTuCS

Q uando Standa/Billa AGnel gennaio 2004 for-malizzò la disdetta del-

la contrattazione aziendalepiù “anziana” nel panoramadella Grande Distribuzione(insieme a quella dell’exGruppo La Rinascente, risa-lente agli anni ’50), pochicompresero che si stavaaprendo una fase senza pre-cedenti nel sistema delle rela-zioni sindacali. Pur trattando-si di una vicenda particolare,molti osservarono la reazionedelle Organizzazioni Sindaca-li che – salvo qualche eccezio-ne – fu blanda e relegata allospecifico contesto. Prima an-cora che sotto il profilo di le-gittimità, credo che quello siastato il motivo per cui alcuneaziende hanno cominciato acontemplare l’ipotesi di ricor-rere alla disdetta quale solu-zione sbrigativa dei propriproblemi. In rapida successio-ne, sono poi giunte le iniziati-ve di Upim, Auchan (non for-male, ma sostanziale), Car-refour, Pam... oggi Metro epersino la Cooperazione, la cuipresunta distintività è cosìdefinitivamente affossata.

Nessuno di questi atti è ri-conducibile alla crisi economicagenerale, se non quale elemen-to aggravante di singole proble-matiche specifiche per ognunadelle aziende protagoniste.

Siamo quindi di fronte aduna scelta politica che mira al-l’azzeramento del differenzia-le normativo ed economico ri-spetto al CCNL? E’ funzionalealla scomposizione della rap-presentanza datoriale traConfcommercio e Grande Di-stribuzione per predisporre unuguale punto di partenza nel-la definizione di un nuovoCCNL del comparto?

Vi è anche una vo-lontà politica di infligge-re un nuovo colpo al ruo-lo del Sindacato nel suotradizionale bacino dirappresentanza nel Ter-ziario ?

Seppure tardiva, la ri-flessione può comunqueessere utile laddove siintenda adottare rapida-mente una strategia inrisposta.

Molti fattori induconoa ritenere veritiere leipotesi. Per quanto gra-ve sia l’attuale crisi eco-nomica, non può essereconsiderata una ragione esau-stiva: si sono verificati nel cor-so dei decenni trascorsi perio-di altrettanto gravi ed in queicasi proprio la contrattazioneaziendale ha saputo fornire lerisposte adeguate al contesto.D’altra parte, se così non fos-se, per quale miracoloso mo-tivo un’azienda come Esselun-ga (non annoverabile tra quel-le “amiche” del Sindacato), af-fronta la situazione senzaaver operato alcun interventosulla contrattazione che con-tinua ad applicare ?

A partire dal Protocollo1993 il ruolo della contrattazio-ne collettiva quale strumentoatto a contemperare gli inte-ressi secondo una logica par-tecipativa e responsabile, me-no conflittuale, si è rivelato unindirizzo verso il quale sonoconfluite (seppur lentamente)anche le aree più estreme, siasindacali che politiche. Ciò hasicuramente rafforzato il “peso”del Sindacato quale soggettocapace di proporre soluzioni egovernare i processi; per con-tro, alcune aziende hanno maldigerito la sfida, preferendo ri-ancorarsi all’esercizio del pote-

re unilaterale anche a costo diun ritorno al conflitto di tipoclassico (è il caso, ad esempio,dell’organizzazione del lavoronella GD di estrazione france-se). In questo sono state aiu-tate dell’evoluzione legislativariferita al mercato del lavoroche – dal Libro Bianco del 2001fino ai giorni nostri – continuaad essere ispirata al ridisegnodel rapporto tra imprenditore elavoratore, sbilanciandolo a fa-vore del primo.

Al di là di queste (o altre)considerazioni, va analizzatal’impostazione sindacale si-nora seguita.

Detto della tiepida reazionein alcune di queste vicende,dobbiamo riconoscere che èmancata una risposta politicagenerale (che invece ci fu nelcaso Esselunga/RSU-RSA).

Va inoltre ammesso che, pa-radossalmente, mentre si af-fermava in molte sedi la vo-lontà di sviluppare la contrat-tazione integrativa (a volte inmodo ambiguo, celando il con-seguente ridimensionamentodel CCNL), nella pratica il no-stro dato associativo ha conti-nuato ad essere relegato nellaGD “storica”; fuori da questo

partecipazione 17

GRANDE DISTRIBUZIONE:CAMBIARE ROTTA?

“re-cinto”, è cresciu-

ta a dismisura la “nuova” GDnella quale la nostra presenzaè rimasta marginale.

Sul piano dei contenuti,l’avvento dei Gruppi societaristranieri ha importato modelliorganizzativi e salariali profon-damente diversi, spesso basa-ti su visioni preconcette eidentitarie che non consentonoal Sindacato ed alle sue Rap-presentanze alcuna forma dicontrollo e di reale partecipa-zione. Non sempre tali caratte-ristiche sono state colte, a vol-te si è riposta eccessiva fidu-cia negli indirizzi di volta in vol-ta sostenuti dai vari dirigentiaziendali (salario legato albudget, OdL flessibili e varia-bili), prontamente ribaltati dailoro successori. Ciò ha deter-minato disorientamento nei la-voratori che avevano condivi-so con noi l’impostazione par-tecipata e responsabile.

E’ possibile (e necessario)cambiare rotta. La contratta-zione integrativa è ancora ilfattore decisivo per la nostrarappresentatività. Occorre va-lutare se oggi è ancora propo-nibile in termini squisitamen-te aziendali o se vi sono ragio-ni per considerare meglio l’e-lemento territoriale. La defini-zione di norme e trattamentiin modo omogeneo in un’a-zienda ha un significato poli-tico importante ma è econo-micamente sostenibile se inogni ambito territoriale il con-

testo è consono (andamentoeconomico dell’impresa, con-correnza, mercato del lavoro,reddito disponibile). Unaeventuale diversificazione

controllata in un unicoquadro regolatorio nondovrebbe essere lettacome né come discrimi-nante né come modalitàdisgregativa. E’ invece il

tentativo di non far rica-dere sulla generalità deilavoratori l’effetto ribassa-mento della “media del

pollo” ovvero quei “doppiregimi” che hanno penalizza-to migliaia di giovani e origi-nato autentici paradossi sottodiversi aspetti (dal salario al-la prestazione).

Oggi occorre far fronte allacrisi. E’ innegabile che la faserichiede interventi che evitinoconseguenze occupazionali inun comparto caratterizzato adorigine da precarietà redditua-le (part time) e di impiego (la-voro atipico). Si confrontanodue tesi: l’una ritiene che, alsuo superamento, il quadroche ne sortirà offrirà un pano-rama radicalmente diverso dalprecedente; la seconda cheannovera il momento tra iconsueti periodi ciclici dell’eco-nomia.

Conseguentemente, si pos-sono ipotizzare soluzioni tran-sitorie o ridisegnare completa-mente un nuovo quadro di re-gole. A me pare che si debbadistinguere tra elementi nor-mativi e fattori di costo in sen-so stretto: la disdetta dellacontrattazione opera una “ta-bula rasa” di diritti ottenuti indecenni di negoziato, la cui ri-conquista non deriva solo dauna ripresa economica. Inol-tre, il sistema di relazioni sin-dacali non può essere conside-rato un elemento al pari di al-tri: è l’essenza stessa delruolo delle Parti e come talenon dovrebbe mai essere po-sto in discussione se si è tut-ti ancora convinti delle pre-messe del 1993.

Per questo tendo a preferi-

re interventi a natura deroga-toria o sospensivi di specificiistituti contrattuali. L’effettoper i conti aziendali è imme-diato, comprensibile per i la-voratori; superata la fase didifficoltà, si ripristina il prece-dente equilibrio o se ne nego-zia uno nuovo ma in un rap-porto paritario (senza la mor-sa del ricatto occupazionale).

Il processo si deve accom-pagnare con una rivisitazionedel nostro approccio aggrega-tivo. In un mondo del lavorosempre più parcellizzato, è ne-cessario organizzarsi per ri-avvicinare i lavoratori che, di-stinti per appartenenza socie-taria e per spezzoni di attività,sono accomunati dall’influen-za sulla loro condizione deimedesimi fattori nello stessoluogo di prestazione: in uncentro commerciale, è possi-bile pensare ad una Rappre-sentanza di Sito (sulla falsari-ga del DLgs. 81/2008 in temadi sicurezza) che dia una solavoce ad addetti alla vendita digrandi e piccole strutture, apromoters nell’ipermercato onella galleria commerciale, adaddetti alle pulizie ed alla si-curezza, ad operatori poliva-lenti della ristorazione ecc. ?In fondo, le loro sorti sono le-gate agli orari commerciali, al-la capacità di attrazione (equindi agli andamenti econo-mici), agli affitti di spazi delcentro commerciale nel qualeogni mattina, sera o domeni-ca vanno a lavorare.

Per analogia, la stessa impo-stazione è perseguibile negli al-berghi dove la terziarizzazioneha di fatto destrutturato qua-lunque forma di rappresentan-za sindacale tradizionale.

Ripartire da strumenti e con-tenuti è un tentativo per reagi-re ad una situazione che, altri-menti, non pare offrire futuro.Credo sia un dibattito che si de-ve aprire in seno all’Organizza-zione per non essere passibilianche noi di “rottamazione”!

Stefano Franzoni

18 partecipazione

C’ è voluta una manifestazione orga-nizzata da una cinquantina di as-sociazioni di volontariato e da al-

cune organizzazioni sindacali, tracui la Uil, in piazza Montecitorio loscorso 31 ottobre, per porre sottogli occhi di tutti, parlamentari, for-ze politiche ed opinione pubblica, loscandalo di una crisi finanziaria edeconomica il cui conto, fino ad og-gi, è stato fatto pagare in prevalen-za ai lavoratori dipendenti ed allefasce sociali più deboli e più espo-

ste agli improvvisi rigori diuna crisi, di cui ancora nonsi vede la fine: cittadini col-piti da gravi malattie e dagravi handicap, anziani nonautosufficienti.

Perché –e questa è lacontraddizione cui dovrebbero rispondere icosiddetti tecnici, assunti a compiti di gover-no o no- i primi soldi a sparire –come effet-to di una qualche malefica magia- sono sta-

ti proprio quelli che erano stati messi a di-sposizione dal Fondo sociale e dal Fondo perla non autosufficienza.

In pratica sta av-venendo esattamen-te l’opposto di quel-lo che è stato affer-mato, fino a nonmolto tempo fa, damolti “esperti”. Si di-ceva, infatti, che lerisorse messe a di-sposizione dal no-stro paese per lo“stato sociale” non

solo non eranoin linea, anzierano anchesotto la mediadi quelle mes-se a disposi-zione dagli altripaesi, anche inEuropa. Il no-stro “difetto”consisteva nel-lo sbilancia-mento dellespese a favoredel capitolo“pensioni”.

In effetti lasituazione eraquesta e ce lo

ricorda in maniera mol-to sintetica il comunica-to emesso in occasionedella manifestazione del31 ottobre:• già nel 2008, prima del-la crisi, il nostro sistemadi welfare così si colloca-va all’interno dei 27 pae-si della Unione Europea:

• al 23° posto nella spesa in favore dei di-sabili;

• al 25° posto nella spesa a sostegno delladisoccupazione;

20 partecipazione

WELFARE:PROMESSE DISATTESE

• al penultimo posto a sostegno della fami-glia e della natalità;

• ultima nella spesa per il contrasto alla po-vertà ed all’esclusione sociale.Ora invece quello che è stato tolto alla

spesa per le pensioni non è andato –neppu-re in parte- a favore di questi altri capitolidi spesa sociale, ma semplicemente è ser-vito a “far cassa” per coprire buchi di bilan-cio, destinati comunque ad accentuarsi setutta l’economia europea non si doterà di mi-sure veramente idonee ad avviare un pro-cesso di ripresa.

Ci appare veramente fastidioso l’atteggia-mento di coloro che per molto tempo han-no sostenuto la necessità di questo riequili-brio tra spese sociali e che ora si fanno no-tare per il loro silenzio.

Né è certamente sufficiente che, in que-ste ore, a seguito della nostra mobilitazio-ne, sembra che si siano recuperate le som-me per le situazioni più gravi, a partire dal-l’assistenza ai malati di “sclerosi lateraleamiotrofica (sla)”. A questo si riduce, allo-ra, il ruolo di una Fornero o di un Riccardi inquesto governo? Ci sembra veramente unpo’ poco!

Dicevamo all’inizio che finalmente si è da-to vita ad una mobilitazione che ha riunitoassociazioni impegnate direttamente in que-sti problemi e sindacati, che, proprio per lapropria natura e per la propria rappresentan-za sociale, non possono non battersi per i di-ritti dei più deboli. E la Uil, anche in questocaso, ha dato prova di voler continuare adessere il “sindacato dei cittadini”, anche seè necessario lavorare ancora molto per ali-mentare a livello capillare nell’organizzazio-ne una rinnovata coscienza di questi proble-mi.

Perché organizzare mobilitazioni e strap-pare al governo i provvedimenti più urgen-ti è una iniziativa necessaria, ma non certosufficiente.

Sicuramente vanno presi provvedimentiche incidano anche a medio termine come• la definizione dei “livelli essenziali” delle

prestazioni sociali, che devono essere undiritto di tutti, superando le profonde dif-ferenze di assistenza oggi presenti tra ilCentro Nord e il Mezzogiorno;

• il rifinanziamento del Fondo Nazionale del-le politiche sociali;

• la predisposizione di un piano nazionale perla “non autosufficienza”.Nello stesso tempo dobbiamo essere

consapevoli che le risorse complessive, an-

che nel caso di scelte coraggiose e “sociali”che un futuro governo potrà o vorrà com-piere, anche dopo questa fase più acuta del-la crisi, continueranno ad essere scarse.

Su questo punto fondamentale andrannoa scontrarsi due concezioni e strategie poli-tiche:a) la prima è quella “tecnica”: in una situa-

zione grave non c’è tempo (e voglia) di fa-re tante distinzioni, c’è il bilancio da fartornare in pareggio, si taglia e basta, poiforse si andrà più a fondo nell’analisi deiproblemi;

b) la seconda, che è quella che noi auspi-chiamo, è quella che non considera l’e-quità, se va bene, un’utopia, ma un obiet-tivo da raggiungere, anche con sacrificiodei ceti medio-alti; per far questo sononecessarie analisi accurate, ad esempiodelle attuali spese statali sia riducendoquelle rivolte al ceto politico (“tagliare i co-sti della politica”), ma anche operando se-lettivamente su quelle relative a sanità,pubblica amministrazione ecc., partendoperò dal presupposto che i cosiddetti “ta-gli lineari” sono non solo iniqui, ma nonrisolvono nemmeno i problemi struttura-li.Sul tema, quindi, del welfare, della sua ri-

strutturazione, del rapporto tra stato, regio-ni ed enti locali, del ruolo dell’associazioni-smo che opera in questi settori, del nostrostesso ruolo, crediamo che sia necessario unadeguato approfondimento.

Ad esempio va affrontata tutta l’ampia te-matica relativa alla “deospedalizzazione” del-l’assistenza sia per le fasi non critiche dellemalattie sia per la “fragilità” della popolazio-ne anziana, problema la cui importanza è de-stinata a crescere parallelamente con l’innal-zamento della speranza di vita nel nostropaese.

Nello stesso tempo non potremo evitaredi affrontare il tema del sostegno economi-co a questo welfare, di tipo nuovo e maga-ri più allineato alle esperienze del Nord Eu-ropa: perchè lo stato non potrà provvederea tutto e non può essere scartata l’ipotesiche, anche in questo campo, sia chiamato adintervenire, anche con una integrazione di ri-sorse, il “privato collettivo”.

Ma forse questa potrà anche essereun’occasione per rilanciare, su un terrenonuovo ed impegnativo, le nostre concezionipartecipative.

Antonio Vargiu

partecipazione 21

U n contratto per circa 8000 lavorato-ri, che certamente rispecchia il mo-mento difficile che sta attraversan-

do il nostro paese; sia dal punto di vista eco-nomico che da quello sociale, con i continuie duri attacchi ai diritti e alla dignità dei la-voratori; ma che, grazie anche ai punti fer-mi dichiarati esplicitamente sin dalla ripre-sa della trattativa dalla nostra organizzazio-ne, ha sancito delle “certezze” per tutta ladurata contrattuale, anche tramite strumen-ti contrattuali innovativi. Ci sono voluti cir-ca 3 anni di discussione e 5 giorni di tratta-tiva ininterrotta, per raggiungere un risulta-to che indubbiamente ha molti aspetti posi-tivi, ma anche elementi di chiaro scambio:la centralità del lavoro a tempo pieno, (consubito 250 trasformazioni da PT a FT); ilmantenimento dell’orario di lavoro a 36 oresettimanali per tutti i lavoratori a tempo pie-no; un nuovo sistema di partecipazione edinformazione che contiene anche le leve perridurre la precarietà; il mantenimento di tut-ti i minimercati e dei lavoratori in essi occu-pati all’interno della cooperata; una verasperimentazione del PT a 30 ore settimana-li per dare maggiore spessore al salario; una

partecipazione agli utili con una quotadel 25% destinata al salario varia-

bile dei lavoratori ed un ulte-riore quota, basata sul

recupero deglisprechi e

degli ammanchi; la salvaguardia del lavorofestivo con 7 festività escluse dal novero del-le aperture e il contenimento delle aperturedomenicali che per i lavoratori rimangono vo-lontarie; un nuovo patto di solidarietà chevede retribuite le malattie lunghe, in percen-tuali diverse ma per l’intero anno.

Un accordo fortemente voluto da tutta lanostra UILTuCS perché estremamente con-vinti che in questo momento dare “certez-ze” continuando a valorizzare la solidarietàtra i lavoratori, lo sviluppo e l’occupazione,sia un risultato eclatante. La UILTuCS ha ri-tenuto e ritiene questo integrativo un ulte-riore, deciso, passo in avanti nelle relazionisindacali in Unicoop Firenze, dove le relazio-ni sono spesso sbilanciate, ma anche un ri-sultato che certamente avrà effetti positivinell’intero mondo della distribuzione coope-rativa. Siamo certi che questo accordo pos-sa ritenersi un nuovo inizio, sia per quantoconcerne la partecipazione, sia per quantoconcerne il futuro lavoro delle nostre dele-gate e dei nostri delegati, che ringraziamoper il lavoro e l’impegno svolto, non solo perle lavoratrici e per i lavoratori di Unicoop Fi-renze, ma bensì per l’intera cooperazione ita-liana che se continuerà ad esistere saràanche merito nostro.

Marco Conficconi

partecipazione 23

Toscana

UNICOOP FIRENZE:C'È ANCORA UN

CONTRATTO INTEGRATIVO

L a UILTuCS Liguria rap-presentata dal Segre-tario Generale Riccar-

do Serri e dal ResponsabileTerritoriale Marco Callegari,nella giornata di venerdi 03agosto 2012, alla presenzadel Sindaco di BrugnatoClaudio Galante, hanno con-

segnato a 3propri as-sociati unimportantecontributoeconomicoa supportodelle im-p o r t a n t iperdite (ca-sa, auto e lavoro), subite da-gli stessi in occasione delladevastante alluvione che ha

duramente colpito nell’annopassato la Liguria ed in par-ticolar modo la Val di Vara.

La UILTuCS Nazionale a talfine ha messo a disposizioneVentimila euro per il territorioLiguredopo-dichè,

la Se-grete-ria Re-gionaleU I L -

TuCS unitamente a quellaTerritoriale, hanno individua-to tra i propri associati tre ca-

si duramente colpiti dall’allu-vione, questo per non disper-dere tra mille rivoli il contri-buto di solidarietà.

La UILTuCS, è consapevoleche, pur nell’importanza del-

l’entità delcontributo,questo nonè che unagoccia in unmare tuttoancora daattraversa-re, per cui,

in occasio-ne dellaconsegnadel contri-buto, ha in-vitato gliEnti Pubbli-ci a conti-nuare velo-

cemente nell’opera di messa insicurezza di un territorio cheha dimostrato tutta la sua fra-gilità.

Riccardo SerriSegretario Generale

UILTuCS LIGURIA

partecipazione 25

ALLUVIONATI DELLA LIGURIA:SOLIDARIETÀ UILTUCS

Liguria

FACTSHEET 102: LA PROMOZIONE DELLA SALUTE MENTALE NEI LUOGHI DI LAVORO

La depressione diverrà la principale causadi congedo per malattia in Europa: è necessa-

ria un’attenta promozione della salute menta-le negli ambienti di lavoro. I fattori per miglio-rare il benessere mentale e gli approcci per

promuoverlo nelle aziende. Fonte Agenzia europea

Cassazione Penale sez. 3,n.25739/2012Omessa valutazione dei rischidi un supermercato e mancan-za di misure di protezioneadeguate.Cassazione Penale sez. 3,25/06/2012 n. 25155Minorenni e salute e sicurez-za sul lavoro.Cassazione Penale sez. 3,18/06/2012 n. 24085Responsabilità per mancatainformazione e formazione ailavoratori e competenza terri-toriale.Cassazione Civile,23/07/2012 n.12770Mobbing e omessa dimostra-zione di intento persecutorio.Cassazione Civile Sez.Lav. 12/07/2012 n.11806Infortunio sul lavoro e invali-dità indennizzabileCassazione Civile Sez.Lav. 12/07/2012 n.11542Rendita per inabilità perma-nente tabelle utilizzate.

MANCATA VISITAMEDICA: NE RISPONDE ILRESPONSABILESICUREZZA, NON IL DATORE

La Cassazione con la sen-tenza n. 33521/12 stabilisceche se in azienda è stato no-minato un responsabile per lasicurezza, il datore di lavoronon è responsabile della man-cata visita medica dei dipen-denti.

Il Tribunale di Ascoli Picenocondannava a 3 mesi di arre-sto un datore di lavoro cheaveva omesso di far sottopor-re 2 lavoratori alla prescrittavisita medica di accertamen-to di idoneità al lavoro in tur-ni notturni. La responsabilitàpenale viene confermata an-che in Corte d’appello, quindil’uomo presenta ricorso percassazione. In azienda vi eraun responsabile della sicurez-za. La S.C. accoglie il ricorsodel datore di lavoro, in ordine

al quarto motivo, annullandola sentenza impugnata conrinvio ad altra Corte d’appel-lo. Nello specifico, gli Ermelli-ni ribadiscono che, «laddove cisia un responsabile della sicu-rezza, è quest’ultimo che de-ve attivarsi per il rispetto del-le norme antinfortunistiche»(Cass., n. 27738/2011). Ildatore deve vigilare.

Insomma, è rilevante ac-certare se in azienda vi siastato un responsabile sicurez-za o meno, anche se – conclu-dono i giudici della Cassazio-ne – il datore di lavoro «ha ungenerale obbligo di vigilare»sul corretto espletamento del-le attività che sono state de-legate al responsabile.Fonte: http://www.lastampa.it/2012/10/10/italia/i-tuoi-diritti/lavoro/man-cata-visita-medica-ne-risponde-ilresponsabile-sicurezza-non-il-datore-hILSea3SXjcZkYrntpm-RuO/pagina.html

UN DATORE DI LAVOROCHE NON ADEMPIE AGLIOBBLIGHI DIINFORMAZIONE DEILAVORATORI COME ÈPUNITO?

Nel caso in specie si analiz-zano le disposizioni dell’art.18, c. l, lettera l) e art. 36,commi 1,2,3 del D.lgs

n.81/2008.Per la sanzione meno gra-

ve si applicano le sanzioni di

cui all’art.55 comma 4 letteraa) – arresto da 4 a 8 mesi oammenda da 800 a 3mila eu-ro. Ovvero per mancati obbli-ghi di informazione di cui al-l’art.36 commi 1,2,3).

Per la sanzione più grave -art.55, comma 4 lettera e) -arresto da 4 a 8 mesi o am-menda da 2mila a 4mila euro.

Ovvero per la violazione dicui all’art.36, comma 4 – la-voratori stranieri – e di forma-

zione di cui all’art.37 del ricor-dato decreto legislativo.

CHI È IL PREPOSTO?Il preposto è la persona che

sovraintende l’attività lavora-tiva ne garantisce l’attuazionedelle disposizioni ricevute,controllando la loro esecuzio-ne. È parte dell’organizzazio-ne aziendale quindi un lavora-tore dipendente dell’impresa,controlla i lavoratori che di-pendono da lui.

Le sue funzioni sono diver-se da quelle del servizio di

26 partecipazione

SICUREZZADALL’EUROPA AL TERRITORIO:NORME - LEGGI - STRUMENTI

SENTENZE

QUESITI

prevenzione e protezioneanche se può essere parteintegrante dello stesso (es.addetto al servizio) ovvia-mente deve possedere i re-lativi requisiti (art.32) e ido-neamente formato.

A titolo di esempio puòessere un capo reparto, ca-po cantiere, capo macchina,capo linea etc. Le responsa-bilità – di natura penale - so-no state individuate dalD.lgs n.81/2008. Debbono es-sere adeguatamente formati(vedi anche l’Accordo StatoRegioni sulla formazione del22/12/2011).

QUALI SOGGETTIPOSSONO EROGARE ICORSI PER STRESSLAVORO CORRELATO?

Non esiste una distinzionetra formazione Cd generica equella specifica per SLC. Laformazione dei lavoratori ri-guarda tutti gli argomenti de-finiti dal D.lgs n.81/2008 e ri-presi dall’Accordo Stato Regio-ni del 21/12/2001 in materia.Può essere effettuata dal da-tore di lavoro o da persone dalui incaricate in possesso diadeguate competenze (VediAccordo Stato Regioni n. 221del 21/12/2011 ed in partico-lare il concetto di “collabora-zione“ con gli Organismi Pari-tetici).

I CORSI DIAGGIORNAMENTO PERRAPPRESENTANTI DEILAVORATORI PER LASICUREZZA POSSONOESSERE ESEGUITI DA UNRSPP INTERNAMENTEALL’AZIENDA O DEVONOESSERE TENUTI PRESSOUN ORGANISMOACCREDITATO?

La formazione dei lavorato-ri e quella dei loro rappresen-tanti deve avvenire, in collabo-razione con gli organismi pa-ritetici, ove presenti nel setto-re e nel territorio in cui si svol-ge l’attività del datore di lavo-ro, durante l’orario di lavoro enon può comportare onerieconomici a carico dei lavora-tori (art. 37, comma 12 delD.lgs. 81/08).

Quindi ad oggi la formazio-

ne degli RLS può essere svol-ta da un qualsiasi soggettoformatore purché in collabora-zione con gli organismi parite-tici, ove presenti. Si invita per-tanto a verificare c/o le sedisindacali la loro operatività ol-tre alla presenza di eventualiaccordi locali in materia di for-mazione dell’RLS. È bene inol-tre verificare se il CCNL di ca-tegoria prevede delle normespecifiche.

NEL CASO IN CUI UNARTIGIANO O UNPICCOLO COMMERCIANTEUTILIZZINOOCCASIONALMENTEPERSONALE DARETRIBUIRE CON “BUONILAVORO”, QUALIOBBLIGHI SONO TENUTIAD OTTEMPERARE AISENSI DEL D.LGS. 9APRILE 2008, N.81?

Anzitutto, si evidenzia che,come già chiarito dallo scri-vente Ministero, il lavoro occa-sionale di tipo accessorio è unaparticolare modalità di presta-zione lavorativa prevista dal D.Lgs. 276/2003 (Legge Biagi).La sua finalità è regolamenta-re quei rapporti di lavoro chesoddisfano esigenze occasio-nali a carattere saltuario, conl’obiettivo di far emergere at-tività confinate nel lavoro ne-ro, tutelando in tal modo lavo-ratori che usualmente opera-no senza alcuna protezione as-sicurativa e previdenziale.

Il pagamento della presta-zione avviene attraverso i co-siddetti voucher (buoni lavo-ro), che garantiscono, oltre al-la retribuzione, anche la co-pertura previdenziale pressol’Inps e quella assicurativapresso l’Inail.

Il D. Lgs. 9 aprile 2008, n.

81 e successive modifiche edintegrazioni, meglio cono-sciuto come “testo unico inmateria di salute e sicurez-za sui luoghi di lavoro”, hainteso ampliare il noverodei destinatari della norma-tiva che tutela la salute e lasicurezza nei luoghi di lavo-ro estendendola alle nuoveed atipiche figure di lavora-tori (come, ad esempio, i la-voratori a progetto e quelli

occasionali).Dispone, infatti, il comma 8

dell’articolo 3 del T.U. che “neiconfronti dei lavoratori che ef-fettuano prestazioni occasio-nali di tipo accessorio, ai sen-si dell’articolo 70 e seguentidel D.Lgs. 276 del 2003 es.m.i., il presente decreto le-gislativo e tutte le altre normespeciali vigenti in materia di si-curezza e tutela della salute siapplicano con esclusione deipiccoli lavori domestici a carat-tere straordinario, compresiinsegnamento privato supple-mentare e l’assistenza domici-liare ai bambini, agli anziani,agli ammalati ed ai disabili”.

Si tratta, infatti, di sogget-ti che, come affermato dall’A-genzia Europea per la Sicurez-za e la Salute sul lavoro, sonoconsiderati più vulnerabili ri-spetto ai lavoratori con con-tratti a tempo indeterminato e,pertanto, devono poter fareaffidamento su un complessodi regole che garantisca loroforme di tutela e di protezio-ne dai continui rischi che pos-sono verificarsi in ambito lavo-rativo. Alla luce delle conside-razioni su espresse ed in rispo-sta al quesito formulato, si evi-denzia che nei confronti dei la-voratori occasionali andrannoottemperati tutti gli obblighiprevisti dal D. Lgs. 81/2008compresi, quindi, quello diinformare e formare il lavora-tore, di dotarlo dei dispositividi protezione individuale (sul-la base della valutazione dei ri-schi), sottoporlo a sorveglian-za sanitaria nei casi previstidalla legislazione vigente, ecosì via.

Fonte ADAPT n.36 15-10-2012 – FAQ Ministero del

Lavoro e delle Politiche Sociali

partecipazione 27

partecipazione 29

L’ Agenzia GeneraleStudi e Gestioni haorganizzato, nel me-

se di ottobre, due seminaricondotti da Segretari Naziona-li Uiltucs, finanziati da Fondo-professioni, sulla “Riforma delmercato del lavoro” ai qualierano presenti quadri sindaca-li della UILTuCS . Scopo dei se-minari, non solo sottolinearel’importanza della formazionenell’attuale contesto lavorati-vo, ma fornire un approfondi-

mento conoscitivo ai parteci-panti delle iniziative e presta-zioni di Fondoprofessioni.

Il primo seminario si è svol-to a Milano il 19 ottobre. Haaperto i lavori Giovanni Gazzo,Presidente della UILTuCS Lom-bardia, sottolineando l’impor-tanza ed il ruolo strategico del-la formazione e dell’aggiorna-mento professionale per i qua-dri sindacali per poter esseresempre aggiornati sulle nuovenormative e pronti a risponde-

re ai quesiti posti dai delegatie dagli iscritti nei luoghi di la-voro.

L’intervento di Ivana Vero-nese, Segretario Nazionaledella UILTuCS e componentedel Consiglio di Amministrazio-ne di Fondoprofessioni, oltre amostrare le finalità e gli obiet-tivi dei fondi interprofessiona-li, ha presentato Fondoprofes-sioni, ponendo l’accento sullacrescita del Fondo, sul suo ra-dicamento nel mondo delle

SEMINARI“RIFORMA DEL MERCATO

DEL LAVORO” E FORMAZIONE DI FONDOPROFESSIONI

professioni e sulla costante ri-cerca di rafforzamento trami-te attività promozionali neiconfronti di aziende e gruppi diimprese, strumenti innovativie nuovi bandi ed azioni forma-tive. Ha ricordato, inoltre, ibandi aperti e l’innovazione diquello a scopo sociale e dell’a-zione formativa aggregata. E’poi passata a sottolineare laforza della bilateralità nel set-tore delle professioni.

Sono seguiti numerosi in-terventi tra i quali quelli diMassimo Aveni, SegretarioGenerale della UILTuCS Lom-bardia, e di Michele Tamburel-li, Segretario Generale Aggiun-to della UILTuCS Lombardia.

Ha concluso i lavori il Se-gretario Nazionale della UIL-TuCS, Gabriele Fiorino, che hapresentato i nuovi ammortiz-zatori sociali post riforma ed ifondi di solidarietà bilaterale ele connessioni e correlazioni

con la formazione con partico-lare riferimento a quello rela-tivo a Fondoprofessioni.

Il secondo seminario si è te-nuto nelle Marche presso ilCentro Forum a San Benedet-to del Tronto (AP), il 26 otto-bre u. s., con la presenza, ol-tre ai quadri sindacali, anchedi funzionari e delegati delleUILTuCS territoriali delle Mar-che.

Ha aperto i lavori il Segre-tario Regionale Marco Bologni-ni, presentando le iniziativeformative come un validi stru-menti di aiuto alla crescita edall’approfondimento di temiimportanti per poter svolgereal meglio la propria attivitàprofessionale e sindacale atutti i livelli.

Come nel seminario prece-dente, il Segretario NazionaleIvana Veronese ha sottolinea-to la crescita e la finalità deifondi interprofessionali ed in

particolare ha evidenziato lasituazione di Fondoprofessioni,la sua struttura organizzativae i suoi obiettivi. Ha inoltrepresentato i dati delle adesio-ni al fondo nella regione Mar-che, e le eventuali iniziativepromozionali di adesione alFondo stesso.

Ampio spazio è stato riser-vato a domande e a richiestedi chiarimento proprio per evi-denziare il fine ultimo di que-sti incontri: approfondimento eformazione. L’incontro è statoconcluso da Gabriele Fiorino,Segretario Nazionale Uiltucs eVice Presidente Cadiprof, cheha presentato la riforma delmercato del lavoro e le corre-lazioni con le esigenze forma-tive dei lavoratori con partico-lare riferimento alle iniziativee proposte di Fondoprofessio-ni.

Barbara Tarallo

30 partecipazione

SEMINARIO San Benedetto del Tronto 26 ottobre

SEMINARIO Milano 19 ottobre

ENTI BILATERALI

www.ebinter.it www.ebnt.it www.quadrifor.it www.ebitnet.it

www.ebipro.it www.ebintur.it www.ebnter.itwww.ebinvip.it www.cassaportieri.it/ebinprof.asp

ENTE BILATERALE INDUSTRIA TURISTICA

E.Bi.N.Vi.P.Ente Bilaterale Nazionale

Vigilanza Privata

FONDI DI ASSISTENZA SANITARIA INTEGRATIVA

www.fondoest.it www.quas.it www.cadiprof.it www.fondofast.it

www.cassaportieri.it www.fasiv.it

www.cassacolf.it

www.coopersalute.it www.fontur.itwww.enteaster.it

FONDI PREVIDENZA COMPLEMENTARE

FONDO PENSIONE COMPLEMENTARE PER I DIPENDENTI DA AZIENDE DEL TERZIARIO (COMMERCIO, TURISMO E SERVIZI)

www.fondofonte.it www.previcooper.it -www.cooperlavoro.it

www.fondapi.it www.previambiente.it

FONDI INTERPROFESSIONALE DI FORMAZIONE CONTINUA

www.fondoforte.it www.fonter.it www.fonder.it

www.fondoprofessioni.it

www.fondartigianato.it

www.fondimpresa.it

www.foncoop.it