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Piero Martinetti Occultismo e divinazione www.liberliber.it Piero Martinetti Occultismo e divinazione www.liberliber.it

Occultismo e divinazione-P. Martinetti · 2021. 5. 17. · traduzione francese del Sohar di JEAN DE PAULY (pseudonimo) in sei volu-mi, 1902-1912, un capolavoro d’ignoranza e di

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Piero MartinettiOccultismo e divinazione

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QUESTO E-BOOK:

TITOLO: Occultismo e divinazioneAUTORE: Martinetti, PieroTRADUTTORE: CURATORE: NOTE: CODICE ISBN E-BOOK: n. d.

DIRITTI D'AUTORE: no

LICENZA: questo testo è distribuito con la licenzaspecificata al seguente indirizzo Internet:www.liberliber.it/online/opere/libri/licenze

COPERTINA: n. d.

TRATTO DA: Occultismo e divinazione / Piero Marti-netti. - Milano : Libreria La Lampada, <1941?>. - P.226-238 ; 24 cm.- In: "Studi filosofici" : rivistatrimestrale di filosofia contemporanea, luglio-dicembre 1941, anno 2., n. 3-4.

CODICE ISBN FONTE: n. d.

1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 17 maggio 2021

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TRATTO DA: Occultismo e divinazione / Piero Marti-netti. - Milano : Libreria La Lampada, <1941?>. - P.226-238 ; 24 cm.- In: "Studi filosofici" : rivistatrimestrale di filosofia contemporanea, luglio-dicembre 1941, anno 2., n. 3-4.

CODICE ISBN FONTE: n. d.

1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 17 maggio 2021

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INDICE DI AFFIDABILITÀ: 10: affidabilità bassa1: affidabilità standard2: affidabilità buona3: affidabilità ottima

SOGGETTO:OCC016000 CORPO, MENTE E SPIRITO / Occultismo

DIGITALIZZAZIONE:Michele De Russi, [email protected]

REVISIONE:Gabriella Dodero

IMPAGINAZIONE:Michele De Russi, [email protected] Dodero

PUBBLICAZIONE:Catia Righi, [email protected]

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INDICE DI AFFIDABILITÀ: 10: affidabilità bassa1: affidabilità standard2: affidabilità buona3: affidabilità ottima

SOGGETTO:OCC016000 CORPO, MENTE E SPIRITO / Occultismo

DIGITALIZZAZIONE:Michele De Russi, [email protected]

REVISIONE:Gabriella Dodero

IMPAGINAZIONE:Michele De Russi, [email protected] Dodero

PUBBLICAZIONE:Catia Righi, [email protected]

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Indice generale

Liber Liber......................................................................4OCCULTISMO E DIVINAZIONE................................7

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Indice generale

Liber Liber......................................................................4OCCULTISMO E DIVINAZIONE................................7

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STUDI FILOSOFICIRIVISTA TRIMESTRALE DI FILOSOFIA CONTEMPORANEA

LUGLIO – DICEMBRE 1941 - XX ANNO II N. 3 -4

P. MARTINETTI

OCCULTISMO E DIVINAZIONE

MILANO

LIBRERIA LA LAMPADA EDITRICE

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STUDI FILOSOFICIRIVISTA TRIMESTRALE DI FILOSOFIA CONTEMPORANEA

LUGLIO – DICEMBRE 1941 - XX ANNO II N. 3 -4

P. MARTINETTI

OCCULTISMO E DIVINAZIONE

MILANO

LIBRERIA LA LAMPADA EDITRICE

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OCCULTISMO E DIVINAZIONE

Il favore di cui godono attualmente le scienze occulteautorizzerebbe oggi ancora la domanda che muovevanel marzo 1790 L. E. Borowski ad E. Kant: donde vienequesta mania e quale sarebbe il mezzo di rimediarvi? Ela risposta sarebbe anche sempre la stessa: causa di que-sta mania e veicolo della sua trasmissione è la pseudo-cultura delle classi che si dicono colte, le quali credonocon questo facile mezzo di risolvere i più oscuri proble-mi intorno ai quali si sono affaticati e si affaticano anco-ra i filosofi. Essa è stata favorita da un’abile ciarlatane-ria interessata e oggi specialmente da un’accorta specu-lazione libraria, che sfrutta il bisogno di religiosità e disuperstizione, sempre vivo nell’umanità: lo stesso biso-gno che ha fatto sorgere in altri tempi ed in altre sfere lamaggior parte delle sette religiose e recentemente anco-ra presso di noi la religione spiritica, il sansimonismo ela teosofia. Vi è sovente all’inizio dei movimenti reli-giosi qualche cosa di torbido e d’interessato: il P. Lam-mens, uno studioso di storia islamica, ha potuto porsi laquestione: Maometto è stato sincero?1. Che Joseph Smi-

1 Recherches d’histoire religieuse, 1911, 1-2.

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OCCULTISMO E DIVINAZIONE

Il favore di cui godono attualmente le scienze occulteautorizzerebbe oggi ancora la domanda che muovevanel marzo 1790 L. E. Borowski ad E. Kant: donde vienequesta mania e quale sarebbe il mezzo di rimediarvi? Ela risposta sarebbe anche sempre la stessa: causa di que-sta mania e veicolo della sua trasmissione è la pseudo-cultura delle classi che si dicono colte, le quali credonocon questo facile mezzo di risolvere i più oscuri proble-mi intorno ai quali si sono affaticati e si affaticano anco-ra i filosofi. Essa è stata favorita da un’abile ciarlatane-ria interessata e oggi specialmente da un’accorta specu-lazione libraria, che sfrutta il bisogno di religiosità e disuperstizione, sempre vivo nell’umanità: lo stesso biso-gno che ha fatto sorgere in altri tempi ed in altre sfere lamaggior parte delle sette religiose e recentemente anco-ra presso di noi la religione spiritica, il sansimonismo ela teosofia. Vi è sovente all’inizio dei movimenti reli-giosi qualche cosa di torbido e d’interessato: il P. Lam-mens, uno studioso di storia islamica, ha potuto porsi laquestione: Maometto è stato sincero?1. Che Joseph Smi-

1 Recherches d’histoire religieuse, 1911, 1-2.

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th, il fondatore del mormonismo sia stato oltre che unispirato, un abile ciarlatano, non vi è nessun dubbio. Findove giungeva la sincerità e dove cominciava l’impostu-ra nel p. Enfantin, il papa del sansimonismo? Tutte lesue prediche sul sacerdozio della donna miravano inrealtà a ristabilire a profitto suo l’antico «droit du sei-gneur» sulle donne dei suoi accoliti.

I rappresentanti più insigni della tradizione occultisti-ca al nostro tempo sono stati Eliphas Levi e Papus. Eli-phas Levi è il pseudonimo dell’abate A. Constant (n.verso il 1812), che ebbe già come ecclesiastico una vitamolto movimentata e che poi abbandonò l’abito sacroper sposarsi e si diede alla letteratura, componendo ope-re magiche e canzonette leggere. Era una natura inclina-ta verso il mistero e piena di aspirazioni spirituali, manel tempo stesso eccentrica e canzonatrice. Egli eratroppo intelligente per prendere sul serio le avvertenzeche egli dà al lettore circa il carattere terribile dei miste-ri magici: io non saprei decidere quanta parte abbia neisuoi libri il trucco letterario e quanto il piacere di menarper il naso il credulo lettore: quel piacere che provavaLeo Taxil quando svolgeva dinanzi ai cattolici attoniti levicende del demonio Bitru e della palladista Miss DianaVaughan. «Quale strano personaggio l’abate Constant!Piccolo, grasso, con tutti i caratteri d’un frate sensuale,dotato di una immaginazione meravigliosa: scrittore,pittore, oratore, egli applicava tutte le sue facoltà allostudio del soprannaturale. Pretendeva d’aver trovato la

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th, il fondatore del mormonismo sia stato oltre che unispirato, un abile ciarlatano, non vi è nessun dubbio. Findove giungeva la sincerità e dove cominciava l’impostu-ra nel p. Enfantin, il papa del sansimonismo? Tutte lesue prediche sul sacerdozio della donna miravano inrealtà a ristabilire a profitto suo l’antico «droit du sei-gneur» sulle donne dei suoi accoliti.

I rappresentanti più insigni della tradizione occultisti-ca al nostro tempo sono stati Eliphas Levi e Papus. Eli-phas Levi è il pseudonimo dell’abate A. Constant (n.verso il 1812), che ebbe già come ecclesiastico una vitamolto movimentata e che poi abbandonò l’abito sacroper sposarsi e si diede alla letteratura, componendo ope-re magiche e canzonette leggere. Era una natura inclina-ta verso il mistero e piena di aspirazioni spirituali, manel tempo stesso eccentrica e canzonatrice. Egli eratroppo intelligente per prendere sul serio le avvertenzeche egli dà al lettore circa il carattere terribile dei miste-ri magici: io non saprei decidere quanta parte abbia neisuoi libri il trucco letterario e quanto il piacere di menarper il naso il credulo lettore: quel piacere che provavaLeo Taxil quando svolgeva dinanzi ai cattolici attoniti levicende del demonio Bitru e della palladista Miss DianaVaughan. «Quale strano personaggio l’abate Constant!Piccolo, grasso, con tutti i caratteri d’un frate sensuale,dotato di una immaginazione meravigliosa: scrittore,pittore, oratore, egli applicava tutte le sue facoltà allostudio del soprannaturale. Pretendeva d’aver trovato la

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chiave della Cabbala, spiegava tutti i simboli, tutti i mi-steri, tutto ciò che è inesplicabile. Aveva dei discepoli,degli adepti, degli ammiratori. La magia e le sue nume-rose dipendenze erano il suo vero dominio di predilezio-ne. Dei suoi studi teologici aveva conservato solo la cre-denza all’infallibilità, non a quella papale, ma alla pro-pria»2 Anche Papus (pseudonimo del dott. Gerard En-causse), autore d’un’Enciclopedia dell’occultismo di-ventata oggi rara3 e d’un’infinità di altre opere teosofi-che, cabbalistiche, magiche, era una persona troppo col-ta ed intelligente per credere egli stesso alle sue inven-zioni. Per apprezzare la serietà di questi lavori bastascorrere le trattazioni relative alla Kabbala4.

Eliphas Levi e Papus non sono del resto che i continua-tori d’una interessante tradizione di rivelatori dell’occultoche si perde nella notte dei secoli e che non sono per lamaggior parte che impostori senza scrupoli, degni qual-che volta, al più, d’una certa stima letteraria. Uno di essi

2 CAUBET: Souvenirs, 1893, p. 3-4.3 Traité metodique des Sciences occultes. Paris, 1891.4 PAPUS: La Kabbale, traditions secretes etc., 2a Ed., 1903; E. LEVI: Le livre

des splendeurs, étude sur les origines de la Kabbale, Paris, 2a ed., 1902,anche in italiano dalla casa Atanor, 1920; che contiene nella prima parteuna traduzione nel più alto grado fantastica di un trattato del Sohar,L’Idrasuta, già tradotto in latino nella Kabbala denudata di KNORR VON

ROSENROTH, II, p. 521-598. A questo indirizzo è purtroppo ispirata l’unicatraduzione francese del Sohar di JEAN DE PAULY (pseudonimo) in sei volu-mi, 1902-1912, un capolavoro d’ignoranza e di falsità. (Vedi SCHOLEM, Bi-bliographia Kabbalistica, 1927, p. 120). Il Sepher Jazirah tradotto con in-troduzione e note da S. SAVINI (1923, 125 p.) è disgraziatamente un lavorocondotto sulla falsariga del Papus.

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chiave della Cabbala, spiegava tutti i simboli, tutti i mi-steri, tutto ciò che è inesplicabile. Aveva dei discepoli,degli adepti, degli ammiratori. La magia e le sue nume-rose dipendenze erano il suo vero dominio di predilezio-ne. Dei suoi studi teologici aveva conservato solo la cre-denza all’infallibilità, non a quella papale, ma alla pro-pria»2 Anche Papus (pseudonimo del dott. Gerard En-causse), autore d’un’Enciclopedia dell’occultismo di-ventata oggi rara3 e d’un’infinità di altre opere teosofi-che, cabbalistiche, magiche, era una persona troppo col-ta ed intelligente per credere egli stesso alle sue inven-zioni. Per apprezzare la serietà di questi lavori bastascorrere le trattazioni relative alla Kabbala4.

Eliphas Levi e Papus non sono del resto che i continua-tori d’una interessante tradizione di rivelatori dell’occultoche si perde nella notte dei secoli e che non sono per lamaggior parte che impostori senza scrupoli, degni qual-che volta, al più, d’una certa stima letteraria. Uno di essi

2 CAUBET: Souvenirs, 1893, p. 3-4.3 Traité metodique des Sciences occultes. Paris, 1891.4 PAPUS: La Kabbale, traditions secretes etc., 2a Ed., 1903; E. LEVI: Le livre

des splendeurs, étude sur les origines de la Kabbale, Paris, 2a ed., 1902,anche in italiano dalla casa Atanor, 1920; che contiene nella prima parteuna traduzione nel più alto grado fantastica di un trattato del Sohar,L’Idrasuta, già tradotto in latino nella Kabbala denudata di KNORR VON

ROSENROTH, II, p. 521-598. A questo indirizzo è purtroppo ispirata l’unicatraduzione francese del Sohar di JEAN DE PAULY (pseudonimo) in sei volu-mi, 1902-1912, un capolavoro d’ignoranza e di falsità. (Vedi SCHOLEM, Bi-bliographia Kabbalistica, 1927, p. 120). Il Sepher Jazirah tradotto con in-troduzione e note da S. SAVINI (1923, 125 p.) è disgraziatamente un lavorocondotto sulla falsariga del Papus.

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è stato il famoso H. C. Agrippa, autore d’un trattato difilosofia scettica, d’una trattazione teologica sul triplicematrimonio di S. Anna, d’un commento all’arte lullisti-ca e d’un trattato di scienza occulta che vuole essere unvero rituale di magia diabolica (Opera, I). Io esorto tutticoloro che vogliono toccare sino in fondo la vanità, anzila puerilità di questo occultismo in grande stile a prende-re in mano l’«Anfiteatro cristiano kabbalistico-divino-magico della sapienza eterna» del teosofo alchimista En-rico Khunrath (1560-1605) edito a Praga nel 1598 condediche, tavole ed incisioni stupefacenti in un vol. fol.;libro raro e carissimo, ristampato(!) a Parigi nel 1906 daPapus e Max Haven (pseudonimo del dr. Lalande). L’A.è uno dei più solenni impostori dell’occultismo: l’operasua in cui l’A. si vanta di essere stato in possesso dellapietra filosofale (p. 147) è una delle declamazioni piùvuote e ridicole, dalla quale è impossibile ricavare unpensiero qualsiasi. Un altro, meno abile forse e menofortunato avventuriero dell’occulto fu il celebre Giusep-pe Balsamo, detto Cagliostro, destinato a finire misera-mente nella fortezza di S. Leo (1795)5. Ma il più celebredi questi avventurieri è stato il famoso conte di S. Ger-main (nato nel 1764), che per sorprendere la credulitàdei contemporanei ebbe l’arte di avvolgere la sua vita ditanti misteri, che anche oggi le più abili ricerche non

5 H. D’ALMERAS: Cagliostro: la francmaçonnerie et l’occultisme an XVIIIsiècle, Paris, 1904; PETRACCONE: Cagliostro nella storia e nella leggenda,Napoli, 1914.

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è stato il famoso H. C. Agrippa, autore d’un trattato difilosofia scettica, d’una trattazione teologica sul triplicematrimonio di S. Anna, d’un commento all’arte lullisti-ca e d’un trattato di scienza occulta che vuole essere unvero rituale di magia diabolica (Opera, I). Io esorto tutticoloro che vogliono toccare sino in fondo la vanità, anzila puerilità di questo occultismo in grande stile a prende-re in mano l’«Anfiteatro cristiano kabbalistico-divino-magico della sapienza eterna» del teosofo alchimista En-rico Khunrath (1560-1605) edito a Praga nel 1598 condediche, tavole ed incisioni stupefacenti in un vol. fol.;libro raro e carissimo, ristampato(!) a Parigi nel 1906 daPapus e Max Haven (pseudonimo del dr. Lalande). L’A.è uno dei più solenni impostori dell’occultismo: l’operasua in cui l’A. si vanta di essere stato in possesso dellapietra filosofale (p. 147) è una delle declamazioni piùvuote e ridicole, dalla quale è impossibile ricavare unpensiero qualsiasi. Un altro, meno abile forse e menofortunato avventuriero dell’occulto fu il celebre Giusep-pe Balsamo, detto Cagliostro, destinato a finire misera-mente nella fortezza di S. Leo (1795)5. Ma il più celebredi questi avventurieri è stato il famoso conte di S. Ger-main (nato nel 1764), che per sorprendere la credulitàdei contemporanei ebbe l’arte di avvolgere la sua vita ditanti misteri, che anche oggi le più abili ricerche non

5 H. D’ALMERAS: Cagliostro: la francmaçonnerie et l’occultisme an XVIIIsiècle, Paris, 1904; PETRACCONE: Cagliostro nella storia e nella leggenda,Napoli, 1914.

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sono riuscite a penetrarne il secreto6. Certo egli avevauna grande cultura ed una rara arte di raccontare e diconversare. Egli ostentava una grande ricchezza: parlavabene molte lingue e lasciava credere di avere più di due-mila anni; diceva d’aver conosciuto Gesù Cristo ed’averlo anzi inutilmente messo in guardia contro i peri-coli a cui andava incontro. Aveva fama di conoscere lacomposizione della pietra filosofale e d’un elisir di lun-ga vita. Era certamente un uomo abile, «un ciarlatanoprudente e saggio», come lo definisce D. Thiébault chelo conobbe a Berlino. A Parigi fu accolto con molta be-nevolenza da Luigi XV e dalla Pompadour.

Della maggior parte di questi cultori dell’occulto si puòripetere il giusto giudizio di Enrico Morselli: «L’occulto èin grande, in massima parte nato dall’inganno disposatoall’ignoranza: è stato tenuto a battesimo dalla credulità:fu nutrito fin dal primo esistere con la bugia e con lafrode». Perciò nella tradizione dell’occulto la credulità èinseparabilmente connessa con l’impostura. L’abate Per-nety, il traduttore di Swedenborg, era un erudito d’unacredulità sconfinata. «Egli credeva a tutte le fantastiche-rie dei secoli passati, credeva alla pietra filosofale, allaKabbala, agli spettri, ai Patagoni, ai sortilegi, alle razzedi giganti, etc. A che cosa egli non credeva?». Così lo ri-trae D. Thiébault, che fu suo collega all’Accademia diBerlino7. Anche Stanislao de Guaita, noto occultista

6 I. MOURAT et P. LOUVET: Saint Germain, le Rosecroix immortel. Paris, 1935.7 D. THIÉBAULT: Mes souvenirs. Paris, 1826, V, p. 86.

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sono riuscite a penetrarne il secreto6. Certo egli avevauna grande cultura ed una rara arte di raccontare e diconversare. Egli ostentava una grande ricchezza: parlavabene molte lingue e lasciava credere di avere più di due-mila anni; diceva d’aver conosciuto Gesù Cristo ed’averlo anzi inutilmente messo in guardia contro i peri-coli a cui andava incontro. Aveva fama di conoscere lacomposizione della pietra filosofale e d’un elisir di lun-ga vita. Era certamente un uomo abile, «un ciarlatanoprudente e saggio», come lo definisce D. Thiébault chelo conobbe a Berlino. A Parigi fu accolto con molta be-nevolenza da Luigi XV e dalla Pompadour.

Della maggior parte di questi cultori dell’occulto si puòripetere il giusto giudizio di Enrico Morselli: «L’occulto èin grande, in massima parte nato dall’inganno disposatoall’ignoranza: è stato tenuto a battesimo dalla credulità:fu nutrito fin dal primo esistere con la bugia e con lafrode». Perciò nella tradizione dell’occulto la credulità èinseparabilmente connessa con l’impostura. L’abate Per-nety, il traduttore di Swedenborg, era un erudito d’unacredulità sconfinata. «Egli credeva a tutte le fantastiche-rie dei secoli passati, credeva alla pietra filosofale, allaKabbala, agli spettri, ai Patagoni, ai sortilegi, alle razzedi giganti, etc. A che cosa egli non credeva?». Così lo ri-trae D. Thiébault, che fu suo collega all’Accademia diBerlino7. Anche Stanislao de Guaita, noto occultista

6 I. MOURAT et P. LOUVET: Saint Germain, le Rosecroix immortel. Paris, 1935.7 D. THIÉBAULT: Mes souvenirs. Paris, 1826, V, p. 86.

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contemporaneo, era un gentiluomo, teosofo sincero,anzi ingenuo, fondatore di una società di Rosacroce, chesi credeva realmente iniziato ad una sapienza secretatrascendente8. Nell’inchiesta condotta dalla Società diricerche psichiche a proposito dei pretesi miracoli diM.me Blavatzki, il colonnello Olcott, suo socio, fu pri-ma ritenuto complice di queste truffe: poi messo fuor dicausa come un uomo perfettamente onesto, ma «d’unacredulità straordinaria». Un giudizio simile merita oggigran parte del pubblico della letteratura occultista, magi-ca, teosofica: che con la sua ingenua credulità sostiene ediffonde l’ignoranza e la malafede degli autori di questaletteratura.

⁂Le scienze occulte comprendono un gruppo di scien-

ze (od arti) divinatorie e un gruppo di scienze magiche. Leprime riflettono l’estensione del sapere al di là dell’espe-rienza e della ragione in una sfera che diremo supernor-male: le seconde hanno un carattere più pratico e miranoa mettere lo spirito dell’uomo in comunione d’azionecon un mondo di spiriti extraumani. Noi cominceremoad occuparci, qui, delle arti divinatorie9.

8 Vedi su di lui le curiose memorie di M. BARRÉS: Un rénouvateur del’occultisme; H. DE GUAITA: Souvenirs. Paris, 1898.

9 Un’enciclopedia delle arti divinatorie in genere è il trattato di GASPAR

PEUCER, celebre medico e matematico tedesco (1525-1602), che soffrì an-che dodici anni di carcere per le sue opinioni religiose: Commentaria depraecipuis divinationis generibus, Wittenberg, 1553, 4a, spesso ristampatoe tradotto anche in francese. (Anversa, 1584, 660, p. 4).

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contemporaneo, era un gentiluomo, teosofo sincero,anzi ingenuo, fondatore di una società di Rosacroce, chesi credeva realmente iniziato ad una sapienza secretatrascendente8. Nell’inchiesta condotta dalla Società diricerche psichiche a proposito dei pretesi miracoli diM.me Blavatzki, il colonnello Olcott, suo socio, fu pri-ma ritenuto complice di queste truffe: poi messo fuor dicausa come un uomo perfettamente onesto, ma «d’unacredulità straordinaria». Un giudizio simile merita oggigran parte del pubblico della letteratura occultista, magi-ca, teosofica: che con la sua ingenua credulità sostiene ediffonde l’ignoranza e la malafede degli autori di questaletteratura.

⁂Le scienze occulte comprendono un gruppo di scien-

ze (od arti) divinatorie e un gruppo di scienze magiche. Leprime riflettono l’estensione del sapere al di là dell’espe-rienza e della ragione in una sfera che diremo supernor-male: le seconde hanno un carattere più pratico e miranoa mettere lo spirito dell’uomo in comunione d’azionecon un mondo di spiriti extraumani. Noi cominceremoad occuparci, qui, delle arti divinatorie9.

8 Vedi su di lui le curiose memorie di M. BARRÉS: Un rénouvateur del’occultisme; H. DE GUAITA: Souvenirs. Paris, 1898.

9 Un’enciclopedia delle arti divinatorie in genere è il trattato di GASPAR

PEUCER, celebre medico e matematico tedesco (1525-1602), che soffrì an-che dodici anni di carcere per le sue opinioni religiose: Commentaria depraecipuis divinationis generibus, Wittenberg, 1553, 4a, spesso ristampatoe tradotto anche in francese. (Anversa, 1584, 660, p. 4).

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Alcune di queste arti divinatorie, come la fisiognomo-nia ed altre discipline affini (p. es. la grafologia e forseanche la chiromanzia) non sono tali che in senso impro-prio, perchè hanno un certo fondamento empirico. Fon-datore della fisiognomonia naturale è stato il celebre fi-sico napoletano G. B. Porta (1540-1615), che nel «Decoelesti physiognomonia» (Napoli 1593) si pronunziòcontro le aberrazioni astrologiche. Il lato originale del suosistema è la comparazione della fisionomia dell’uomo conquella degli animali. Accanto all’opera del Porta10 meri-ta d’essere ricordata la rarissima «Metoposcopia» di G.Cardano (1658), che non è compresa nella collezionedelle Opere complete. Dopo l’opera famosa di Lavater(1775-1778) e quella del medico e filosofo schellingia-no Carlo Gustavo Carus11, secondo il quale l’organismoè formato dalle attività subcoscienti dello spirito, la fi-siognomonia può essere considerata come una disciplinapsicologica più che come un’arte divinatoria. AncheSchopenhauer ammette che la fisiognomonia possa ve-nir formulata in un certo numero di principii generali12:però anch’egli riconosce che l’interpretazione fisiogno-mica è generalmente il risultato di una divinazione istin-tiva: «il deciframento di quel geroglifico che è il voltoumano è un’arte grave e difficile».

10 PORTA: De Humana physiognomia, libri VI, Neap. 1602 fol.11 C. G. CARUS: Symbolik der menschl. Gestalt, 1853.12 Die Welt als W.u.V., § 12, si veda anche i suoi frammenti fìsiognomici in

P.u.P., II, 669-677.

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Alcune di queste arti divinatorie, come la fisiognomo-nia ed altre discipline affini (p. es. la grafologia e forseanche la chiromanzia) non sono tali che in senso impro-prio, perchè hanno un certo fondamento empirico. Fon-datore della fisiognomonia naturale è stato il celebre fi-sico napoletano G. B. Porta (1540-1615), che nel «Decoelesti physiognomonia» (Napoli 1593) si pronunziòcontro le aberrazioni astrologiche. Il lato originale del suosistema è la comparazione della fisionomia dell’uomo conquella degli animali. Accanto all’opera del Porta10 meri-ta d’essere ricordata la rarissima «Metoposcopia» di G.Cardano (1658), che non è compresa nella collezionedelle Opere complete. Dopo l’opera famosa di Lavater(1775-1778) e quella del medico e filosofo schellingia-no Carlo Gustavo Carus11, secondo il quale l’organismoè formato dalle attività subcoscienti dello spirito, la fi-siognomonia può essere considerata come una disciplinapsicologica più che come un’arte divinatoria. AncheSchopenhauer ammette che la fisiognomonia possa ve-nir formulata in un certo numero di principii generali12:però anch’egli riconosce che l’interpretazione fisiogno-mica è generalmente il risultato di una divinazione istin-tiva: «il deciframento di quel geroglifico che è il voltoumano è un’arte grave e difficile».

10 PORTA: De Humana physiognomia, libri VI, Neap. 1602 fol.11 C. G. CARUS: Symbolik der menschl. Gestalt, 1853.12 Die Welt als W.u.V., § 12, si veda anche i suoi frammenti fìsiognomici in

P.u.P., II, 669-677.

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Un’arte divinatoria per eccellenza è invece l’astrolo-gia: un labirinto di sogni e di superstizioni che è così an-tico come l’umanità e che ha dominato per secoli con isuoi oroscopi la scienza, la medicina, la politica e lavita. L’astrologia è anzi la scienza occulta che ha attual-mente la più ricca letteratura, librerie specializzate, rivi-ste in più lingue, lessici astrologici, società astrologiche:con un certo diritto essa si richiama anche, come ad unagiustificazione, alle sue origini religiose, alla mitologiaastrale. La base sua è od almeno appare abbastanza sem-plice. Tutte le stelle si muovono, in 24 ore (apparente-mente) intorno alla terra: ma mentre la maggior parteconservano sempre nel loro cammino la stessa posizionereciproca, sette di esse (il sole, la luna e i cinque pianetimaggiori) percorrono una traiettoria molto più compli-cata, tutta compresa in una zona anulare (l’eclittica) chenoi dividiamo in dodici parti, denominate dalle costella-zioni vicine (in linguaggio astrologico le 12 case). Nonè difficile quindi per ogni punto del tempo determinarel’oroscopo ossia lo schema che rappresenta la posizionereciproca dei sette astri maggiori e delle costellazionicon cui esse si trovano in quel preciso momento in con-giunzione; l’astrologia è la scienza che si propone dipredire, in base all’oroscopo, l’avvenire. Considerata insè essa è quindi una specie d’interpretazione convenzio-nale fondata interamente sul valore arbitrariamente asse-gnato ai segni astronomici: valore che è od almeno sem-bra giustificato da una tradizione secolare che risale alleetà più remote.

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Un’arte divinatoria per eccellenza è invece l’astrolo-gia: un labirinto di sogni e di superstizioni che è così an-tico come l’umanità e che ha dominato per secoli con isuoi oroscopi la scienza, la medicina, la politica e lavita. L’astrologia è anzi la scienza occulta che ha attual-mente la più ricca letteratura, librerie specializzate, rivi-ste in più lingue, lessici astrologici, società astrologiche:con un certo diritto essa si richiama anche, come ad unagiustificazione, alle sue origini religiose, alla mitologiaastrale. La base sua è od almeno appare abbastanza sem-plice. Tutte le stelle si muovono, in 24 ore (apparente-mente) intorno alla terra: ma mentre la maggior parteconservano sempre nel loro cammino la stessa posizionereciproca, sette di esse (il sole, la luna e i cinque pianetimaggiori) percorrono una traiettoria molto più compli-cata, tutta compresa in una zona anulare (l’eclittica) chenoi dividiamo in dodici parti, denominate dalle costella-zioni vicine (in linguaggio astrologico le 12 case). Nonè difficile quindi per ogni punto del tempo determinarel’oroscopo ossia lo schema che rappresenta la posizionereciproca dei sette astri maggiori e delle costellazionicon cui esse si trovano in quel preciso momento in con-giunzione; l’astrologia è la scienza che si propone dipredire, in base all’oroscopo, l’avvenire. Considerata insè essa è quindi una specie d’interpretazione convenzio-nale fondata interamente sul valore arbitrariamente asse-gnato ai segni astronomici: valore che è od almeno sem-bra giustificato da una tradizione secolare che risale alleetà più remote.

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L’astrologia è scienza babilonese: i Caldei hanno cer-cato, fin dalla prima antichità, di leggere il destino nellibro dei cieli. Gli astri sono esseri viventi buoni o catti-vi, che irradiano la loro misteriosa influenza su tutto ciòche essi toccano coi loro raggi, e l’azione loro è varia inquanto le loro influenze si annullano o si combinano aseconda della diversa posizione che occupano nel cielo.Ogni essere ne subisce l’influenza fatale: la stella cheprevaleva al momento della nascita dell’uomo è la suastella e domina il suo destino per tutta la vita. Anche ipopoli sono soggetti alla stessa influenza: la loro storia èscritta nel cielo; i prodigi che avvengono in cielo sono inunzii delle crisi che avvengono negli imperi della terra.Quindi sorse ab antico nella Caldea la scienza delle os-servazioni celesti come scienza delle influenze degliastri: che doveva determinare il carattere di ciascuno ele predizioni che esso, secondo il suo destino scritto incielo, autorizzava. Questo era un ufficio pubblico: vi erasu questo argomento una ricca letteratura di libri, di ca-lendarii, che insegnavano ad interpretare i presagii degliastri ed a predire l’avvenire. I re avevano i loro astrologiche dovevano essere abili nella lettura dello stato delcielo e delle predizioni che esso autorizzava. I più anti-chi astronomi avevano p. es. osservato la coincidenzadel levarsi di Giove come astro brillante e del benesseredel paese: quest’osservazione, ripetuta, venne generaliz-zata e diventò un canone astrologico. Il numero di que-ste osservazioni si moltiplicò talmente che fu necessariocatalogarle metodicamente in libri dove ad ogni indica-

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L’astrologia è scienza babilonese: i Caldei hanno cer-cato, fin dalla prima antichità, di leggere il destino nellibro dei cieli. Gli astri sono esseri viventi buoni o catti-vi, che irradiano la loro misteriosa influenza su tutto ciòche essi toccano coi loro raggi, e l’azione loro è varia inquanto le loro influenze si annullano o si combinano aseconda della diversa posizione che occupano nel cielo.Ogni essere ne subisce l’influenza fatale: la stella cheprevaleva al momento della nascita dell’uomo è la suastella e domina il suo destino per tutta la vita. Anche ipopoli sono soggetti alla stessa influenza: la loro storia èscritta nel cielo; i prodigi che avvengono in cielo sono inunzii delle crisi che avvengono negli imperi della terra.Quindi sorse ab antico nella Caldea la scienza delle os-servazioni celesti come scienza delle influenze degliastri: che doveva determinare il carattere di ciascuno ele predizioni che esso, secondo il suo destino scritto incielo, autorizzava. Questo era un ufficio pubblico: vi erasu questo argomento una ricca letteratura di libri, di ca-lendarii, che insegnavano ad interpretare i presagii degliastri ed a predire l’avvenire. I re avevano i loro astrologiche dovevano essere abili nella lettura dello stato delcielo e delle predizioni che esso autorizzava. I più anti-chi astronomi avevano p. es. osservato la coincidenzadel levarsi di Giove come astro brillante e del benesseredel paese: quest’osservazione, ripetuta, venne generaliz-zata e diventò un canone astrologico. Il numero di que-ste osservazioni si moltiplicò talmente che fu necessariocatalogarle metodicamente in libri dove ad ogni indica-

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zione d’uno stato del cielo era fatto corrispondere unostato nelle cose umane. Già il vecchio Sargon re d’Aga-dé verso il 4000 av. Cr. fece riassumere metodicamentequesto risultato in un’opera che Assurbanipal verso il650 av. C. fece copiare per la sua biblioteca e che diven-tò l’opera classica sull’argomento.

Dalla Babilonia la scienza degli astri si diffuse versoil 4° secolo av. C. nell’Egitto, dove essa trovò i suoi piùferventi adepti: dal II secolo av. C. in poi l’astrologia èquasi esclusivamente una scienza egiziana. Nel I se-colo d. C. fiorì il principe degli astronomi e degli astro-logi egiziani, contemporaneo di Antonino Pio, Cl. Tolo-meo, il cui «Quadripartito» fu il testo d’astrologia piùletto e commentato nel medioevo. Da lui prese il nomeil sistema geocentrico che durò fino al Rinascimento. Itrattati astrologici greci a noi pervenuti ed attribuiti adHermes Trismegistos ed ai favolosi re dell’antichità piùremota furono in realtà composti nell’età alessandrinada sacerdoti egizii ellenizzati. I pronostici che essi for-mulano riflettono fedelmente i costumi, le aderenze, lesuperstizioni e le istituzioni del reame dei Tolomei: per-ciò i testi astrologici di quel tempo sono diventati pernoi una sorgente di conoscenze minute ed interessantisulla vita ellenistica13. L’astrologia era allora veramentela regina delle scienze: dinanzi ad essa svanivano le al-tre arti divinatorie. L’esistenza intera degli individui,13 Sull’astrologia greco-romana cfr. A. BOUCHÉ-LECLERC: L’astrologie grec-

que, 1899; F. CUMONT: Les religions orientales dans le paganisme romain,3a ed., 1929, p. 255 ss.; L’Egypte des astrologues, p. 1937.

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zione d’uno stato del cielo era fatto corrispondere unostato nelle cose umane. Già il vecchio Sargon re d’Aga-dé verso il 4000 av. Cr. fece riassumere metodicamentequesto risultato in un’opera che Assurbanipal verso il650 av. C. fece copiare per la sua biblioteca e che diven-tò l’opera classica sull’argomento.

Dalla Babilonia la scienza degli astri si diffuse versoil 4° secolo av. C. nell’Egitto, dove essa trovò i suoi piùferventi adepti: dal II secolo av. C. in poi l’astrologia èquasi esclusivamente una scienza egiziana. Nel I se-colo d. C. fiorì il principe degli astronomi e degli astro-logi egiziani, contemporaneo di Antonino Pio, Cl. Tolo-meo, il cui «Quadripartito» fu il testo d’astrologia piùletto e commentato nel medioevo. Da lui prese il nomeil sistema geocentrico che durò fino al Rinascimento. Itrattati astrologici greci a noi pervenuti ed attribuiti adHermes Trismegistos ed ai favolosi re dell’antichità piùremota furono in realtà composti nell’età alessandrinada sacerdoti egizii ellenizzati. I pronostici che essi for-mulano riflettono fedelmente i costumi, le aderenze, lesuperstizioni e le istituzioni del reame dei Tolomei: per-ciò i testi astrologici di quel tempo sono diventati pernoi una sorgente di conoscenze minute ed interessantisulla vita ellenistica13. L’astrologia era allora veramentela regina delle scienze: dinanzi ad essa svanivano le al-tre arti divinatorie. L’esistenza intera degli individui,13 Sull’astrologia greco-romana cfr. A. BOUCHÉ-LECLERC: L’astrologie grec-

que, 1899; F. CUMONT: Les religions orientales dans le paganisme romain,3a ed., 1929, p. 255 ss.; L’Egypte des astrologues, p. 1937.

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come degli imperi era fatta dipendere dalle stelle. I suoierrori erano attribuiti all’estrema delicatezza che esigo-no le osservazioni celesti: la posizione d’un oroscopoera allora considerata così difficile come oggi quella diun diagnostico. Gli astrologi si atteggiavano a ierofanti,a profeti ispirati; la loro professione era una specie disacerdozio.

L’astrologia è legata al sistema tolemaico: i pianetiminori, non visibili ad occhio nudo, erano necessaria-mente sfuggiti all’osservazione degli astrologi. Perciòl’astrologia fiorì specialmente nel Medio Evo e nel Ri-nascimento: allora con gli astrologi di corte fu veramen-te una potenza che ebbe anche un’influenza politica. Laletteratura del tempo, pro e contro l’astrologia, riempi-rebbe una biblioteca. L’astrologia era la figlia provvi-denziale dell’astronomia: «i salarii degli astronomi era-no così scarsi e rari che la madre morrebbe di fame senon provvedesse in qualche modo la figlia». Noi vedia-mo in Schiller l’influenza che avea sopra Wallenstein ilsuo astrologo ufficiale, l’italiano Battista Zenno, colquale Wallenstein stava disputando sul significato di unacostellazione pochi momenti prima del suo assassinio.Uno zelante astrologo fu anche Melantone che la praticòcon poco successo e scrisse anche in sua difesa unapoco intelligente prefazione alla Sfera di Sacrobosco ed.nel 1531. Alla sua influenza si deve se l’astrologia fiorìancora nella teologia tedesca del XVI e XVII secolo.Uno dei più illustri astrologi del XVI secolo fu Luca

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come degli imperi era fatta dipendere dalle stelle. I suoierrori erano attribuiti all’estrema delicatezza che esigo-no le osservazioni celesti: la posizione d’un oroscopoera allora considerata così difficile come oggi quella diun diagnostico. Gli astrologi si atteggiavano a ierofanti,a profeti ispirati; la loro professione era una specie disacerdozio.

L’astrologia è legata al sistema tolemaico: i pianetiminori, non visibili ad occhio nudo, erano necessaria-mente sfuggiti all’osservazione degli astrologi. Perciòl’astrologia fiorì specialmente nel Medio Evo e nel Ri-nascimento: allora con gli astrologi di corte fu veramen-te una potenza che ebbe anche un’influenza politica. Laletteratura del tempo, pro e contro l’astrologia, riempi-rebbe una biblioteca. L’astrologia era la figlia provvi-denziale dell’astronomia: «i salarii degli astronomi era-no così scarsi e rari che la madre morrebbe di fame senon provvedesse in qualche modo la figlia». Noi vedia-mo in Schiller l’influenza che avea sopra Wallenstein ilsuo astrologo ufficiale, l’italiano Battista Zenno, colquale Wallenstein stava disputando sul significato di unacostellazione pochi momenti prima del suo assassinio.Uno zelante astrologo fu anche Melantone che la praticòcon poco successo e scrisse anche in sua difesa unapoco intelligente prefazione alla Sfera di Sacrobosco ed.nel 1531. Alla sua influenza si deve se l’astrologia fiorìancora nella teologia tedesca del XVI e XVII secolo.Uno dei più illustri astrologi del XVI secolo fu Luca

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Gaurico, matematico napoletano che visse alla corte diprincipi e di papi e fu da Paolo III nominato vescovo diCivita Ducale nel 1545. I suoi scritti furono raccolti intre volumi in foglio: ma le sue opere principali sono duetrattati generali di astrologia: «Isagogicus seu tractatusin totam astrologiam praedictivam», Roma, 1546, fol.;«Tractatus astrologiae judiciariae», Nuremberg, 1540, 4.

La questione sul valore dell’astrologia è tutt’altro chesemplice. Noi siamo oggi troppo abituati a consideraregli astri come masse materiali governate da semplicimovimenti meccanici: si capisce che l’astrologia debbaallora apparire soltanto come una follia, una superstizio-ne tramontata per sempre. Ma se gli astri sono, come in-segnava Plotino, esseri viventi e perfetti, la cui influenzasulla terra procede da un’azione divina immutabile; seessi sono, come insegna Fechner, grandi creature sovru-mane, occhi aperti nelle sfere celesti per collegare ilmondo umano con Dio, allora l’astrologia, intesa nelsuo vero senso, acquista un tutt’altro carattere: essa è al-lora o almeno aspira ad essere la scienza della solida-rietà universale. «Il mondo forma un vasto organismo,le cui parti sono unite da uno scambio incessante di mo-lecole e di effluvii. Gli astri, generatori inesauribili dienergie, agiscono costantemente sulla terra e sull’uomo,compendio della natura intiera, microcosmo, di cui ognielemento è in corrispondenza con qualche parte dellanatura intiera»14. Questo è anche il senso elevato in cui

14 F. CUMONT: Les religions orientales dans le paganisme romain. 3a ed.,

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Gaurico, matematico napoletano che visse alla corte diprincipi e di papi e fu da Paolo III nominato vescovo diCivita Ducale nel 1545. I suoi scritti furono raccolti intre volumi in foglio: ma le sue opere principali sono duetrattati generali di astrologia: «Isagogicus seu tractatusin totam astrologiam praedictivam», Roma, 1546, fol.;«Tractatus astrologiae judiciariae», Nuremberg, 1540, 4.

La questione sul valore dell’astrologia è tutt’altro chesemplice. Noi siamo oggi troppo abituati a consideraregli astri come masse materiali governate da semplicimovimenti meccanici: si capisce che l’astrologia debbaallora apparire soltanto come una follia, una superstizio-ne tramontata per sempre. Ma se gli astri sono, come in-segnava Plotino, esseri viventi e perfetti, la cui influenzasulla terra procede da un’azione divina immutabile; seessi sono, come insegna Fechner, grandi creature sovru-mane, occhi aperti nelle sfere celesti per collegare ilmondo umano con Dio, allora l’astrologia, intesa nelsuo vero senso, acquista un tutt’altro carattere: essa è al-lora o almeno aspira ad essere la scienza della solida-rietà universale. «Il mondo forma un vasto organismo,le cui parti sono unite da uno scambio incessante di mo-lecole e di effluvii. Gli astri, generatori inesauribili dienergie, agiscono costantemente sulla terra e sull’uomo,compendio della natura intiera, microcosmo, di cui ognielemento è in corrispondenza con qualche parte dellanatura intiera»14. Questo è anche il senso elevato in cui

14 F. CUMONT: Les religions orientales dans le paganisme romain. 3a ed.,

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Keplero intendeva l’astrologia: l’azione degli astri sulmondo sublunare è dovuta ad un’azione armonica dellanatura15. Il sole non alimenta soltanto la vita fisica dellaterra; esso esercita certamente su di essa e sugli esseriviventi una quantità di misteriose influenze che noi sia-mo lungi dal poter determinare. Dalle variazioni dei fe-nomeni solari dipendono non soltanto perturbamentiprofondi della vita, ma attraverso ad essi anche turba-menti e rivoluzioni spirituali, crisi individuali e colletti-ve. Questa è la verità che anche l’ astrologia confusa-mente intuisce attraverso le sue superstizioni.

Ma quest’intuizione spirituale deve essere tenuta bendistinta dalla cosidetta astrologia giudiziaria che attri-buisce alle posizioni ed alle influenze particolari degliastri un’azione sulle vicende e sui casi umani e che pre-tende di poter determinare quest’azione per mezzo deisuoi oroscopi. Le regole della divinazione astrologicasono in realtà solo i residui fossili d’una lussureggiantevegetazione mitologica, della quale si è perduto il sensoprimitivo. Perchè non v’è dubbio che le ragioni le qualihanno fatto attribuire agli astri ed alle loro combinazioniun determinato carattere hanno un’origine mitologica; gliastri hanno preso in certo modo le qualità delle entità miti-che in essi personificate. L’attuale reviviscenza dell’astro-logia è quindi soltanto la reviviscenza artificiosa d’unasuperstizione che è dettata esclusivamente da ragioni di

1929, p. 248-9.15 STRAUSS und STRAUSS KLOEBE: Die Astrologie d. Jo. Kepler. Eine Auswahl

ans seinen Schriften, München, 1926.

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Keplero intendeva l’astrologia: l’azione degli astri sulmondo sublunare è dovuta ad un’azione armonica dellanatura15. Il sole non alimenta soltanto la vita fisica dellaterra; esso esercita certamente su di essa e sugli esseriviventi una quantità di misteriose influenze che noi sia-mo lungi dal poter determinare. Dalle variazioni dei fe-nomeni solari dipendono non soltanto perturbamentiprofondi della vita, ma attraverso ad essi anche turba-menti e rivoluzioni spirituali, crisi individuali e colletti-ve. Questa è la verità che anche l’ astrologia confusa-mente intuisce attraverso le sue superstizioni.

Ma quest’intuizione spirituale deve essere tenuta bendistinta dalla cosidetta astrologia giudiziaria che attri-buisce alle posizioni ed alle influenze particolari degliastri un’azione sulle vicende e sui casi umani e che pre-tende di poter determinare quest’azione per mezzo deisuoi oroscopi. Le regole della divinazione astrologicasono in realtà solo i residui fossili d’una lussureggiantevegetazione mitologica, della quale si è perduto il sensoprimitivo. Perchè non v’è dubbio che le ragioni le qualihanno fatto attribuire agli astri ed alle loro combinazioniun determinato carattere hanno un’origine mitologica; gliastri hanno preso in certo modo le qualità delle entità miti-che in essi personificate. L’attuale reviviscenza dell’astro-logia è quindi soltanto la reviviscenza artificiosa d’unasuperstizione che è dettata esclusivamente da ragioni di

1929, p. 248-9.15 STRAUSS und STRAUSS KLOEBE: Die Astrologie d. Jo. Kepler. Eine Auswahl

ans seinen Schriften, München, 1926.

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lucro e che non ha scientificamente il minimo fonda-mento.

⁂L’astrologia deriva le sue divinazioni dalla contem-

plazione del cielo; ma vi è anche una divinazione da se-gni interiori, una visione lucida che ci apre il senso dellecose future o lontane per mezzo dei sogni, della telepa-tia, delle precognizioni e di altre forme di conoscenzasupernormale. Essa è, secondo Schopenhauer, una cono-scenza che trascende i limiti della esperienza in quantoliberandosi per un momento dall’asservimento alle for-me del tempo, dello spazio e della causa, viene a contattodiretto con la volontà che è l’essenza stessa delle cose16.«Il magnetismo animale, la magia, la telepatia, la divi-nazione per mezzo dei sogni e le visioni d’ogni speciesono fenomeni d’un unico gruppo e testimoniano sicura-mente di un nesso delle cose che riposa su d’un ordinetutt’altro dall’ordine naturale, su d’un ordine più profon-do, originario ed immediato»17.

Il sogno è sempre apparso all’uomo come una rivela-zione misteriosa. Il mondo dei sogni è come un mondodi esseri impalpabili che si muovono, agiscono, parlanoe scompaiono così misteriosamente come sono apparsi;in esso noi rivediamo vivi e presenti esseri cari da lungoscomparsi, figure misteriose ed ignote, avvenimenti strani.Tutto questo mondo sembra essere in un secreto rappor-16 H. HASSE: Schopenhauers Erkenntnislehre, 1913, p. 110 ss.17 SCHOPENHAUER: Werke, IV, 301.

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lucro e che non ha scientificamente il minimo fonda-mento.

⁂L’astrologia deriva le sue divinazioni dalla contem-

plazione del cielo; ma vi è anche una divinazione da se-gni interiori, una visione lucida che ci apre il senso dellecose future o lontane per mezzo dei sogni, della telepa-tia, delle precognizioni e di altre forme di conoscenzasupernormale. Essa è, secondo Schopenhauer, una cono-scenza che trascende i limiti della esperienza in quantoliberandosi per un momento dall’asservimento alle for-me del tempo, dello spazio e della causa, viene a contattodiretto con la volontà che è l’essenza stessa delle cose16.«Il magnetismo animale, la magia, la telepatia, la divi-nazione per mezzo dei sogni e le visioni d’ogni speciesono fenomeni d’un unico gruppo e testimoniano sicura-mente di un nesso delle cose che riposa su d’un ordinetutt’altro dall’ordine naturale, su d’un ordine più profon-do, originario ed immediato»17.

Il sogno è sempre apparso all’uomo come una rivela-zione misteriosa. Il mondo dei sogni è come un mondodi esseri impalpabili che si muovono, agiscono, parlanoe scompaiono così misteriosamente come sono apparsi;in esso noi rivediamo vivi e presenti esseri cari da lungoscomparsi, figure misteriose ed ignote, avvenimenti strani.Tutto questo mondo sembra essere in un secreto rappor-16 H. HASSE: Schopenhauers Erkenntnislehre, 1913, p. 110 ss.17 SCHOPENHAUER: Werke, IV, 301.

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to con noi e con l’avvenire nostro; ma questo rapporto èespresso per mezzo di un simbolismo oscuro che biso-gna saper interpretare. L’interpretazione psicoanaliticacolpisce certamente una parte della verità; ma una partesoltanto e non certo la parte più profonda. Anche la divi-nazione per mezzo dei sogni è un’arte antica; fin dall’etàpiù remota vi sono stati libri in cui erano raccolte le os-servazioni sul rapporto dei sogni con gli eventi futuri:nella biblioteca del re Assurbanipal vi era un manualesulla divinazione per mezzo del sogno. Cicerone ci parladi opere composte dagli stoici su questo argomento: Ar-temidoro di Efeso, che visse sotto Adriano, ci lasciò incinque libri un trattato sulla simbolica del sogno18, scrit-to in uno stile attraente, che è anche un quadro di costu-mi del tempo. Sinesio riassume, qualche secolo più tar-di, le idee dei neoplatonici e celebra come incontestabilela veridicità dei sogni, che ciascuno dovrebbe registrarecon cura per trarre dalla loro storia le regole della lorointerpretazione (cap. 21-24)19. Un dotto indianista ci hareso accessibile la celebre Chiave dei sogni di Iagadde-va (verso il 1200 d. C.)20.

Bisogna riconoscere che i sogni veramente divinatoriisono eccessivamente rari. Bisogna anzitutto eliminareuna categoria di sogni che sono realmente profetici, masono dovuti soltanto ad un’iperestesia sensoriale: una

18 Symbolik der Traüme, üb. und erkl. v. F. S. KRAUSS, 1881.19 W. LANG: Das Traumbuch des Synesios von Kyrene und Analise der philos.

Grundlage. Heidelberg, 1926.20 Ed. e trad. da I. V. NEGELEIN, Giessen, 1912.

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to con noi e con l’avvenire nostro; ma questo rapporto èespresso per mezzo di un simbolismo oscuro che biso-gna saper interpretare. L’interpretazione psicoanaliticacolpisce certamente una parte della verità; ma una partesoltanto e non certo la parte più profonda. Anche la divi-nazione per mezzo dei sogni è un’arte antica; fin dall’etàpiù remota vi sono stati libri in cui erano raccolte le os-servazioni sul rapporto dei sogni con gli eventi futuri:nella biblioteca del re Assurbanipal vi era un manualesulla divinazione per mezzo del sogno. Cicerone ci parladi opere composte dagli stoici su questo argomento: Ar-temidoro di Efeso, che visse sotto Adriano, ci lasciò incinque libri un trattato sulla simbolica del sogno18, scrit-to in uno stile attraente, che è anche un quadro di costu-mi del tempo. Sinesio riassume, qualche secolo più tar-di, le idee dei neoplatonici e celebra come incontestabilela veridicità dei sogni, che ciascuno dovrebbe registrarecon cura per trarre dalla loro storia le regole della lorointerpretazione (cap. 21-24)19. Un dotto indianista ci hareso accessibile la celebre Chiave dei sogni di Iagadde-va (verso il 1200 d. C.)20.

Bisogna riconoscere che i sogni veramente divinatoriisono eccessivamente rari. Bisogna anzitutto eliminareuna categoria di sogni che sono realmente profetici, masono dovuti soltanto ad un’iperestesia sensoriale: una

18 Symbolik der Traüme, üb. und erkl. v. F. S. KRAUSS, 1881.19 W. LANG: Das Traumbuch des Synesios von Kyrene und Analise der philos.

Grundlage. Heidelberg, 1926.20 Ed. e trad. da I. V. NEGELEIN, Giessen, 1912.

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malattia latente, un turbamento psichico incipiente pos-sono rivelarsi nel sogno. Questo è già stato notato daAristotele nel suo trattato della divinazione per il sogno(I, 6-9). Ma anche i sogni divinatorii non sono per séniente di soprannaturale; essi hanno semplicemente,come tutte le altre forme di visione lucida, la possibilitàd’una intercomunicazione fra i soggetti subliminali o frale diverse stratificazioni subliminali del soggetto, chepossono anche trovarsi talvolta in uno stato di apparenteopposizione e dare origine nel sogno a due diverse per-sonalità. Maury sognò una volta che egli disse in inglesead una persona che lo aveva visitato il giorno prima: «Icalled for you yesterday». La persona gli rispose: «Voivi esprimete male: bisogna dire: I called on you yester-day». Al risveglio guardò il dizionario: «l’altro» avevaragione. Ma questo «altro» era solo il suo io subcoscien-te che era in opposizione col suo io normale, il qualeaveva dimenticato la giusta espressione21.

⁂I fenomeni divinatorii del sogno si riducono perciò a

forme di telepatia, di visione lucida, di precognizione:tutti fenomeni che si producono nella loro grande mag-gioranza, durante il sonno naturale o provocato: e che,anche quando si producono nella veglia, sono i segnid’uno stato più o meno larvato di autoipnosi22. Due pun-21 MAURY: Le sommeil et les rêves , 1862, p. 117.22 Uno dei primi e più sensati libri sulla precognizione è quello di I. P. F.

DELEUZE: Memoire sur la faculté de prévision, Paris, 1836, che contiene apag. 65 e seg. una scelta dei fatti più precisi e sicuri. Una raccolta di testi-

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malattia latente, un turbamento psichico incipiente pos-sono rivelarsi nel sogno. Questo è già stato notato daAristotele nel suo trattato della divinazione per il sogno(I, 6-9). Ma anche i sogni divinatorii non sono per séniente di soprannaturale; essi hanno semplicemente,come tutte le altre forme di visione lucida, la possibilitàd’una intercomunicazione fra i soggetti subliminali o frale diverse stratificazioni subliminali del soggetto, chepossono anche trovarsi talvolta in uno stato di apparenteopposizione e dare origine nel sogno a due diverse per-sonalità. Maury sognò una volta che egli disse in inglesead una persona che lo aveva visitato il giorno prima: «Icalled for you yesterday». La persona gli rispose: «Voivi esprimete male: bisogna dire: I called on you yester-day». Al risveglio guardò il dizionario: «l’altro» avevaragione. Ma questo «altro» era solo il suo io subcoscien-te che era in opposizione col suo io normale, il qualeaveva dimenticato la giusta espressione21.

⁂I fenomeni divinatorii del sogno si riducono perciò a

forme di telepatia, di visione lucida, di precognizione:tutti fenomeni che si producono nella loro grande mag-gioranza, durante il sonno naturale o provocato: e che,anche quando si producono nella veglia, sono i segnid’uno stato più o meno larvato di autoipnosi22. Due pun-21 MAURY: Le sommeil et les rêves , 1862, p. 117.22 Uno dei primi e più sensati libri sulla precognizione è quello di I. P. F.

DELEUZE: Memoire sur la faculté de prévision, Paris, 1836, che contiene apag. 65 e seg. una scelta dei fatti più precisi e sicuri. Una raccolta di testi-

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ti bisogna tener fermi in riguardo a questi fenomeni. Ilprimo è che, per quanto meravigliosi e rari, essi sono in-discutibilmente reali. «È innegabile che vi sono fattiprovati, ineccepibili, di premonizione. La spiegazoneverrà (o non verrà) più tardi. Nondimeno i fatti ci sono,autentici, inoppugnabili» (Richet). Il secondo è che, perquanto meravigliosi, essi rientrano nel ciclo dei fattinormali. Non vi è bisogno di ipotesi metafisiche nuoveper riconoscere la possibilità di una intima comunica-zione fra soggetti subliminali. Questo è un fatto che,sotto diverso nome, la cosidetta psicologia occulta uni-versalmente riconosce.

Secondo il Myers23 il nostro io non è che una minimaparte del nostro io totale. Come la regione visibile dellospettro solare si prolunga da una parte e dall’altra nelleradiazioni invisibili, ma reali dell’infrarosso e dell’ultra-violetto, così la nostra coscienza ordinaria si continua,in basso ed in alto, nella nostra personalità subliminaleche contiene, in basso, delle facoltà inferiori, le qualivengono solo per eccezione alla coscienza e, in alto,delle facoltà superiori, di cui il nostro corpo non ci per-mette il libero esercizio se non per lampi e che ci metto-

monianze più accuratamente verificate è quella dei «Phantasms of living»di GURNEY, MYERS e PODMORE, 1886, trad. francese (Abbreviata col titolo:Les allucinations telepathiques, 1905), lo studio più recente, con bibliogra-fia, è quello di L. VIVANTE: Studi sulle precognizioni , 1937. Si possono ve-dere anche: W. LUDWIG: Spaziergänge eines Wahrheitsuchers, in Reicheder Mystix, Leipzig, 1890; ED. OSTY: Lucidité et intuition, Paris, 1913.

23 Sulla psicologia subliminale di F. W. H. MYERS (1843-1901) si veda: Th.FLOURNOY: Esprits et mediums, 1911, p. 241 ss.

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ti bisogna tener fermi in riguardo a questi fenomeni. Ilprimo è che, per quanto meravigliosi e rari, essi sono in-discutibilmente reali. «È innegabile che vi sono fattiprovati, ineccepibili, di premonizione. La spiegazoneverrà (o non verrà) più tardi. Nondimeno i fatti ci sono,autentici, inoppugnabili» (Richet). Il secondo è che, perquanto meravigliosi, essi rientrano nel ciclo dei fattinormali. Non vi è bisogno di ipotesi metafisiche nuoveper riconoscere la possibilità di una intima comunica-zione fra soggetti subliminali. Questo è un fatto che,sotto diverso nome, la cosidetta psicologia occulta uni-versalmente riconosce.

Secondo il Myers23 il nostro io non è che una minimaparte del nostro io totale. Come la regione visibile dellospettro solare si prolunga da una parte e dall’altra nelleradiazioni invisibili, ma reali dell’infrarosso e dell’ultra-violetto, così la nostra coscienza ordinaria si continua,in basso ed in alto, nella nostra personalità subliminaleche contiene, in basso, delle facoltà inferiori, le qualivengono solo per eccezione alla coscienza e, in alto,delle facoltà superiori, di cui il nostro corpo non ci per-mette il libero esercizio se non per lampi e che ci metto-

monianze più accuratamente verificate è quella dei «Phantasms of living»di GURNEY, MYERS e PODMORE, 1886, trad. francese (Abbreviata col titolo:Les allucinations telepathiques, 1905), lo studio più recente, con bibliogra-fia, è quello di L. VIVANTE: Studi sulle precognizioni , 1937. Si possono ve-dere anche: W. LUDWIG: Spaziergänge eines Wahrheitsuchers, in Reicheder Mystix, Leipzig, 1890; ED. OSTY: Lucidité et intuition, Paris, 1913.

23 Sulla psicologia subliminale di F. W. H. MYERS (1843-1901) si veda: Th.FLOURNOY: Esprits et mediums, 1911, p. 241 ss.

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no a contatto con un mondo spirituale superiore. Questestratificazioni diverse del nostro io possono, in date cir-costanze, avere delle fluttuazioni, degli scambi; vi sonoimpulsi e reminiscenze oscure, che possono salire nellasfera della coscienza; e possono discendervi dall’altoispirazioni geniali, rivelazioni spirituali. Col rapporto diquesti diversi strati dell’essere nostro Myers spiega tutti ifenomeni morbidi come le attività supernormali, l’ipnoti-smo e la divinazione. Il sonno è uno stato speciale in cuiil nostro spirito abbandona, per così dire, la sua attivitàsuperliminale e in questa pausa ritempra le proprie ener-gie. Così egli spiega lo stato di benefico ristoro dato dalsonno e la possibilità del dispiegarsi in esso, di facoltàsuperiori alla veglia, di sogni profetici, ecc.

Più profonda, più vicina al vero e in fondo più moder-na è sempre ancora, anche in questa parte, la filosofiahegeliana dell’occulto, che Hegel svolge nella primaparte della sua filosofia dello spirito24. Questa primaparte costituisce la psicologia di Hegel, non la psicolo-gia in senso moderno, come scienza dei fatti interni,bensì come genesi metafisica dello spirito umano indivi-dualmente considerato. Anche su questa parte dell’operahegeliana grava il difetto generico dell’opera sua che èla costruzione dialettica complicata, pesante e nebulosa,di cui si sente ad ogni passo l’artificiosa vacuità. Maessa si riscatta con pregi rari e veramente eminenti, che

24 Encyclopädie d. philos. Wissenschaften, § 388 ss. V. specialmente le Ag-giunte in Werke, VII, 2.

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no a contatto con un mondo spirituale superiore. Questestratificazioni diverse del nostro io possono, in date cir-costanze, avere delle fluttuazioni, degli scambi; vi sonoimpulsi e reminiscenze oscure, che possono salire nellasfera della coscienza; e possono discendervi dall’altoispirazioni geniali, rivelazioni spirituali. Col rapporto diquesti diversi strati dell’essere nostro Myers spiega tutti ifenomeni morbidi come le attività supernormali, l’ipnoti-smo e la divinazione. Il sonno è uno stato speciale in cuiil nostro spirito abbandona, per così dire, la sua attivitàsuperliminale e in questa pausa ritempra le proprie ener-gie. Così egli spiega lo stato di benefico ristoro dato dalsonno e la possibilità del dispiegarsi in esso, di facoltàsuperiori alla veglia, di sogni profetici, ecc.

Più profonda, più vicina al vero e in fondo più moder-na è sempre ancora, anche in questa parte, la filosofiahegeliana dell’occulto, che Hegel svolge nella primaparte della sua filosofia dello spirito24. Questa primaparte costituisce la psicologia di Hegel, non la psicolo-gia in senso moderno, come scienza dei fatti interni,bensì come genesi metafisica dello spirito umano indivi-dualmente considerato. Anche su questa parte dell’operahegeliana grava il difetto generico dell’opera sua che èla costruzione dialettica complicata, pesante e nebulosa,di cui si sente ad ogni passo l’artificiosa vacuità. Maessa si riscatta con pregi rari e veramente eminenti, che

24 Encyclopädie d. philos. Wissenschaften, § 388 ss. V. specialmente le Ag-giunte in Werke, VII, 2.

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colpiscono il lettore anche attraverso e nonostante il ve-lame dialettico e rivelano in Hegel una profonda e ge-niale comprensione della vita spirituale. Per quanto ilmateriale psicologico fornito dall’osservazione sia natu-ralmente scarso (ciò che non è un rimprovero per Hegel,perchè è ardente il suo sforzo di utilizzare tutto quantol’età sua poteva fornirgli in questo campo), vi è nellasua psicologia una visione così penetrante, quasi divina-trice, dei gradi e delle transizioni della vita spirituale,come quasi non abbiamo nella letteratura psicologicamoderna. Ciò è dovuto soprattutto a due ragioni. La pri-ma è che la psicologia moderna parte, com’è suo dove-re, dalla osservazione della vita interiore così come sipresenta nell’uomo normale allo stato attuale e quindicrea a se stessa dei concetti che le sono poi d’ostacoloquando si tratta di seguire e comprendere delle formepiù antiche e semplici di vita, che non conoscono ancorale specificazioni e le complicazioni della vita psichicasuperiore. Hegel si muove in questo più liberamente epiù sicuramente, perchè la psicologia sua è una psicolo-gia genetica; egli non ridiscende nelle profondità anti-che della psiche portando con sè il bagaglio della psichi-cità umana, ma prende il suo punto di partenza nelle for-me più rudimentali della coscienza, nelle prime vibra-zioni dell’anima naturale e chiede: come risalire alle di-stinzioni ed alle complicazioni della psiche umana? Laseconda è che la psicologia moderna è in gran parte an-cora, consciamente od inconsciamente, realistica e ma-terialistica. Quando risale alle origini, risale all’organi-

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colpiscono il lettore anche attraverso e nonostante il ve-lame dialettico e rivelano in Hegel una profonda e ge-niale comprensione della vita spirituale. Per quanto ilmateriale psicologico fornito dall’osservazione sia natu-ralmente scarso (ciò che non è un rimprovero per Hegel,perchè è ardente il suo sforzo di utilizzare tutto quantol’età sua poteva fornirgli in questo campo), vi è nellasua psicologia una visione così penetrante, quasi divina-trice, dei gradi e delle transizioni della vita spirituale,come quasi non abbiamo nella letteratura psicologicamoderna. Ciò è dovuto soprattutto a due ragioni. La pri-ma è che la psicologia moderna parte, com’è suo dove-re, dalla osservazione della vita interiore così come sipresenta nell’uomo normale allo stato attuale e quindicrea a se stessa dei concetti che le sono poi d’ostacoloquando si tratta di seguire e comprendere delle formepiù antiche e semplici di vita, che non conoscono ancorale specificazioni e le complicazioni della vita psichicasuperiore. Hegel si muove in questo più liberamente epiù sicuramente, perchè la psicologia sua è una psicolo-gia genetica; egli non ridiscende nelle profondità anti-che della psiche portando con sè il bagaglio della psichi-cità umana, ma prende il suo punto di partenza nelle for-me più rudimentali della coscienza, nelle prime vibra-zioni dell’anima naturale e chiede: come risalire alle di-stinzioni ed alle complicazioni della psiche umana? Laseconda è che la psicologia moderna è in gran parte an-cora, consciamente od inconsciamente, realistica e ma-terialistica. Quando risale alle origini, risale all’organi-

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smo. Ora l’organismo così come lo sentiamo e lo ap-prendiamo, è una formazione psichica posteriore; la di-stinzione tra la psiche e l’organismo è già il risultatod’una forma superiore e complicata della vita psichicaed è un essere vittima del vieto preconcetto materialisti-co il considerare l’organismo nostro come qualche cosadi originario. Hegel si mantiene, invece, con piena sicu-rezza e padronanza, fedele al suo punto di vista idealisti-co; anche l’organismo è una formazione della vita psi-chica. Egli parte da ciò che egli chiama l’anima natura-le: sotto il cui nome comprende le prime e più oscure vi-brazioni della vita psichica, che sono la realtà e la veritàdelle forze naturali e che agiscono oscuramente ancoraoggi sulla nostra vita superiore. In esse non vi è ancorané oggetto né soggetto, ma come un fremito indistintoed impersonale di vita cosciente; come poi in questofondo oscuro cominciano a disegnarsi le prime concen-trazioni soggettive e le prime distinzioni fra il soggetto el’oggetto (oggetto ancora tutto interno e compenetrato colsoggetto); e come poco per volta con l’elevarsi dell’unitàspirituale soggettiva la naturalità primitiva sia rigettata eposta di fronte a sé come corporeità; questo è quantoHegel svolge nella prima parte della trattazione dello spi-rito soggettivo. Ed in essa è veramente mirabile l’intuitoche Hegel ha per queste profondità misteriose della vita,la potenza con la quale egli si rappresenta e ci rende pre-senti gli stati oscuri della psiche primitiva, che oggi in noila chiarezza della vita cosciente ha rigettato nell’oscuritàdella subcoscienza.

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smo. Ora l’organismo così come lo sentiamo e lo ap-prendiamo, è una formazione psichica posteriore; la di-stinzione tra la psiche e l’organismo è già il risultatod’una forma superiore e complicata della vita psichicaed è un essere vittima del vieto preconcetto materialisti-co il considerare l’organismo nostro come qualche cosadi originario. Hegel si mantiene, invece, con piena sicu-rezza e padronanza, fedele al suo punto di vista idealisti-co; anche l’organismo è una formazione della vita psi-chica. Egli parte da ciò che egli chiama l’anima natura-le: sotto il cui nome comprende le prime e più oscure vi-brazioni della vita psichica, che sono la realtà e la veritàdelle forze naturali e che agiscono oscuramente ancoraoggi sulla nostra vita superiore. In esse non vi è ancorané oggetto né soggetto, ma come un fremito indistintoed impersonale di vita cosciente; come poi in questofondo oscuro cominciano a disegnarsi le prime concen-trazioni soggettive e le prime distinzioni fra il soggetto el’oggetto (oggetto ancora tutto interno e compenetrato colsoggetto); e come poco per volta con l’elevarsi dell’unitàspirituale soggettiva la naturalità primitiva sia rigettata eposta di fronte a sé come corporeità; questo è quantoHegel svolge nella prima parte della trattazione dello spi-rito soggettivo. Ed in essa è veramente mirabile l’intuitoche Hegel ha per queste profondità misteriose della vita,la potenza con la quale egli si rappresenta e ci rende pre-senti gli stati oscuri della psiche primitiva, che oggi in noila chiarezza della vita cosciente ha rigettato nell’oscuritàdella subcoscienza.

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E qui troviamo in Hegel un aspetto che quasi ci sor-prende. I fenomeni della vita occulta, del magnetismoanimale in particolare, lo hanno occupato ed interessato;ed egli ci mostra precisamente in essi l’azione delle for-me più antiche e rudimentali della nostra personalità, se-polte ora nell’oscurità della subcoscienza e che vengonoqualche volta alla luce come reminiscenze d’un’età prei-storica della psiche, ora completamente tramontata.

Lo svolgersi dello spirito soggettivo è da Hegel divisoin tre gradi che egli chiama: l’anima, la coscienza, lo spiri-to. Il primo grado è quello in cui la vita spirituale è ancorasoltanto una spiritualità oscura e diffusa; Hegel chiama laparte che ne tratta «antropologia». Il secondo grado èquello in cui la vita spirituale si manifesta nell’opposizio-ne dell’io e del non io; ma l’io è ancora una soggettivitàvuota che riceve il suo contenuto dal mondo. Hegelchiama la disciplina che ne tratta «fenomenologia dellacoscienza». Il terzo, infine, è quello in cui la vita inte-riore si è levata alla razionalità ed attraverso l’intelligen-za e la volontà conquista a sé la libertà. La disciplinache ne tratta è la «psicologia».

Ciò che Hegel chiama anima non è dunque ancora ilsoggetto, l’io; è l’idealità prima e più semplice che siagita nel seno della natura come la sua verità; Hegel lachiama il sonno dello spirito. Essa non deve venir indi-viduata come un’anima del mondo, ma è una specied’oscura sostanza spirituale universale, che è il fonda-mento di ogni ulteriore particolarizzazione dello spirito.

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E qui troviamo in Hegel un aspetto che quasi ci sor-prende. I fenomeni della vita occulta, del magnetismoanimale in particolare, lo hanno occupato ed interessato;ed egli ci mostra precisamente in essi l’azione delle for-me più antiche e rudimentali della nostra personalità, se-polte ora nell’oscurità della subcoscienza e che vengonoqualche volta alla luce come reminiscenze d’un’età prei-storica della psiche, ora completamente tramontata.

Lo svolgersi dello spirito soggettivo è da Hegel divisoin tre gradi che egli chiama: l’anima, la coscienza, lo spiri-to. Il primo grado è quello in cui la vita spirituale è ancorasoltanto una spiritualità oscura e diffusa; Hegel chiama laparte che ne tratta «antropologia». Il secondo grado èquello in cui la vita spirituale si manifesta nell’opposizio-ne dell’io e del non io; ma l’io è ancora una soggettivitàvuota che riceve il suo contenuto dal mondo. Hegelchiama la disciplina che ne tratta «fenomenologia dellacoscienza». Il terzo, infine, è quello in cui la vita inte-riore si è levata alla razionalità ed attraverso l’intelligen-za e la volontà conquista a sé la libertà. La disciplinache ne tratta è la «psicologia».

Ciò che Hegel chiama anima non è dunque ancora ilsoggetto, l’io; è l’idealità prima e più semplice che siagita nel seno della natura come la sua verità; Hegel lachiama il sonno dello spirito. Essa non deve venir indi-viduata come un’anima del mondo, ma è una specied’oscura sostanza spirituale universale, che è il fonda-mento di ogni ulteriore particolarizzazione dello spirito.

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Il sonno è il ritorno periodico dell’essere nostro nel senodi questa base oscura, di questa psiche naturale diffusa,determinato forse dal ritorno esteriore periodico delgiorno e della notte. Nel seno di questa spiritualità diffu-sa si svolge, grado a grado, la soggettività, prima comeun oscuro centro dell’individualità senziente, che co-mincia ad opporre sé al suo contenuto. Non vi è ancoracertamente un soggetto che distingua fra sé e il mondocorporeo esteriore: il soggetto è ancora in ogni istanteciò che sente. Ma esso è come il centro di tutti i sentitied avverte confusamente sé come un momento costantedella sua vita naturale. Così si costituisce il soggettosenziente, che è come la nostra personalità inferiore,l’anima molle e plasmabile che poi il soggetto intelletti-vo superiore forma e dirige, ma senza poterne mutare lanatura fondamentale. Quest’io senziente è in fondo lanostra personalità subcosciente che è normalmente sottola direzione del nostro io razionale, ma che può anchesubire l’azione d’un altro io, dando allora origine ai fe-nomeni dello stato magnetico.

Nel sogno noi rientriamo in questo io senziente; manoi ne subiamo l’influenza spesso anche nella veglia,quando, per esempio, viene a galla nella coscienza supe-riore qualche sentimentalità oscura e diffusa che costi-tuisce come il tono della nostra vita. Hegel chiama an-che quest’io senziente la nostra anima profetica, perchèesso è in relazione con tutte le cose, anche se non per-vengono alla nostra coscienza superiore distinta, e ne

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Il sonno è il ritorno periodico dell’essere nostro nel senodi questa base oscura, di questa psiche naturale diffusa,determinato forse dal ritorno esteriore periodico delgiorno e della notte. Nel seno di questa spiritualità diffu-sa si svolge, grado a grado, la soggettività, prima comeun oscuro centro dell’individualità senziente, che co-mincia ad opporre sé al suo contenuto. Non vi è ancoracertamente un soggetto che distingua fra sé e il mondocorporeo esteriore: il soggetto è ancora in ogni istanteciò che sente. Ma esso è come il centro di tutti i sentitied avverte confusamente sé come un momento costantedella sua vita naturale. Così si costituisce il soggettosenziente, che è come la nostra personalità inferiore,l’anima molle e plasmabile che poi il soggetto intelletti-vo superiore forma e dirige, ma senza poterne mutare lanatura fondamentale. Quest’io senziente è in fondo lanostra personalità subcosciente che è normalmente sottola direzione del nostro io razionale, ma che può anchesubire l’azione d’un altro io, dando allora origine ai fe-nomeni dello stato magnetico.

Nel sogno noi rientriamo in questo io senziente; manoi ne subiamo l’influenza spesso anche nella veglia,quando, per esempio, viene a galla nella coscienza supe-riore qualche sentimentalità oscura e diffusa che costi-tuisce come il tono della nostra vita. Hegel chiama an-che quest’io senziente la nostra anima profetica, perchèesso è in relazione con tutte le cose, anche se non per-vengono alla nostra coscienza superiore distinta, e ne

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subisce l’azione: onde è dotato d’una potenza intuitivache spesso desta la nostra meraviglia: la cosidetta secon-da vista, la visione profetica, la simpatia naturale dellecose (acqua, metalli, ecc.) sono dovute a questo io sen-ziente. Quando l’uomo ha la sua coscienza razionale e lacoscienza dell’io senziente distinte e senza connessione,abbiamo uno stato anormale, il sonnambulismo: e quan-do un io senziente così staccato dalla coscienza superio-re si assoggetta, come ad un genio, ad un altro centro dicoscienza, abbiamo allora i fenomeni magnetici. Questaspecie di immedesimazione è possibile solo per l’identi-tà sostanziale delle anime fra loro.

La progressiva subordinazione degli elementi dell’iosenziente sotto un’unità più rigorosa svolge, grado agrado, una soggettività più chiusa in sé; la quale allonta-na da sé la sua naturalità, prima identica con essa, e incerto modo la respinge come una sfera esteriore che stasotto il suo dominio: allora nasce il corpo e col corpo lacoscienza, che è una nuova fase dello spirito; caratteriz-zata appunto dalla contrapposizione dell’io e del non io.L’io pone la sua naturalità sostanziale come corpo e ledeterminazioni di essa come oggetti. Qui Hegel rientranello schema abituale; la coscienza che prima è rifles-sione pura delle cose, riflette in un primo grado la loroesteriorità, poi la loro essenza che finisce per apprenderecome unità vivente a sé analoga. Questo la rinvia a sé,all’approfondimento della natura sua ed al riconoscimen-to dell’identità sua con gli altri esseri; con questo ricono-

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subisce l’azione: onde è dotato d’una potenza intuitivache spesso desta la nostra meraviglia: la cosidetta secon-da vista, la visione profetica, la simpatia naturale dellecose (acqua, metalli, ecc.) sono dovute a questo io sen-ziente. Quando l’uomo ha la sua coscienza razionale e lacoscienza dell’io senziente distinte e senza connessione,abbiamo uno stato anormale, il sonnambulismo: e quan-do un io senziente così staccato dalla coscienza superio-re si assoggetta, come ad un genio, ad un altro centro dicoscienza, abbiamo allora i fenomeni magnetici. Questaspecie di immedesimazione è possibile solo per l’identi-tà sostanziale delle anime fra loro.

La progressiva subordinazione degli elementi dell’iosenziente sotto un’unità più rigorosa svolge, grado agrado, una soggettività più chiusa in sé; la quale allonta-na da sé la sua naturalità, prima identica con essa, e incerto modo la respinge come una sfera esteriore che stasotto il suo dominio: allora nasce il corpo e col corpo lacoscienza, che è una nuova fase dello spirito; caratteriz-zata appunto dalla contrapposizione dell’io e del non io.L’io pone la sua naturalità sostanziale come corpo e ledeterminazioni di essa come oggetti. Qui Hegel rientranello schema abituale; la coscienza che prima è rifles-sione pura delle cose, riflette in un primo grado la loroesteriorità, poi la loro essenza che finisce per apprenderecome unità vivente a sé analoga. Questo la rinvia a sé,all’approfondimento della natura sua ed al riconoscimen-to dell’identità sua con gli altri esseri; con questo ricono-

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scimento comincia per lo spirito la vita della ragione.Il primo merito di Hegel in questa sua teoria dell’io

subliminale sta nell’aver veduto chiaramente che il fon-damento di tutta questa vita occulta è nello sdoppiamen-to dell’essere, nella separazione del subcosciente che è,come tale, una formazione posteriore della coscienza.Ma il suo secondo e più grande merito sta nell’aver ve-duto che esso non ha, come coscienza, che un ben scar-so valore. La chiaroveggenza è un vedere più del nor-male, ma è sempre un vedere inferiore; l’uomo si elevaad una conoscenza superiore alla normale solo nella co-scienza dell’eterno. Quello che Hegel dice sull’interesseche questi studi presentano per la scienza dell’uomo esul nessun loro valore dal punto di vista filosofico e reli-gioso è la stessa conclusione alla quale anche oggi, dopopiù di un secolo, deve arrestarsi ogni intelligenza equili-brata e dotata del più elementare senso critico.

PIERO MARTINETTI

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scimento comincia per lo spirito la vita della ragione.Il primo merito di Hegel in questa sua teoria dell’io

subliminale sta nell’aver veduto chiaramente che il fon-damento di tutta questa vita occulta è nello sdoppiamen-to dell’essere, nella separazione del subcosciente che è,come tale, una formazione posteriore della coscienza.Ma il suo secondo e più grande merito sta nell’aver ve-duto che esso non ha, come coscienza, che un ben scar-so valore. La chiaroveggenza è un vedere più del nor-male, ma è sempre un vedere inferiore; l’uomo si elevaad una conoscenza superiore alla normale solo nella co-scienza dell’eterno. Quello che Hegel dice sull’interesseche questi studi presentano per la scienza dell’uomo esul nessun loro valore dal punto di vista filosofico e reli-gioso è la stessa conclusione alla quale anche oggi, dopopiù di un secolo, deve arrestarsi ogni intelligenza equili-brata e dotata del più elementare senso critico.

PIERO MARTINETTI

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