10

OUTSIDER - biografilmfestival.combiografilmfestival.com/guest/MUSEO-rassegna.pdf · OUTSIDER E RIBELLI, A ME! Gael Garc a Bernal (40 anni a novembre), diventato celebre con Amores

  • Upload
    others

  • View
    2

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

OUTSIDER E RIBELLI, A ME!

Gael García Bernal (40 anni a novembre), diventato celebre con Amores perros di Alejandro G. Iñárritu e La mala educación di Pedro Almodóvar, sarà nei cinema il 31 ottobre con Museo - Folle rapina a Città del Messico.

TUST

YLE NEWS

40_18 SETTEMBRE 2018

GAEL GARCÍA BERNAL DIVO (E SEX SYMBOL) IN AMERICA LATINA, ANTIDIVO A HOLLYWOOD. ALLA VIGILIA DEI 40 ANNI, CON FILM E SERIE CHE L’HANNO RESO CELEBRE NEL MONDO, È DECISO A RESTARE NEL SUO MESSICO. DA PASIONARIO DEL CINEMA, TRA DIVERTIMENTO E IMPEGNO testo di Valeria Vignale - foto di Matt Winkelmeyer

GET

TY (2

)

INTERVISTA

G«Gli attori hanno la fortuna di vivere molte vite, a volte trovano quella che avrebbero voluto per davvero». Così dice Gael García Bernal del suo eccentrico direttore d’orchestra nella serie Mozart in the Jungle, ma per il (qua-si) 40enne attore messicano sembra esserci un filo rosso che annoda, nel profondo, le vite di molti personaggi alla sua. Ribelli, outsider e folli sono la sua specialità. Dal giovanissimo Che Guevara de I diari della motocicletta del 2004 alla prossima attesa versione (politicizzata) del mito di Zorro (Z di Jonás Cuarón) fino allo svitato che vedremo in Museo - Folle rapina a Città del Messico, dal 31 ottobre nei cinema. È la storia vera di due trentenni di buona famiglia incapaci di finire gli studi che, una notte di Natale del 1985, decisero di svoltare appropriandosi dei tesori più iconici della tradizione Maya. Per Gael il cinema non è solo divertimento, ma un crocevia di racconto sociale e impegno politico. Ha anche ideato una serie tivù, Aquì en la Tierra, sul tema del potere e della corruzione, di cui ha parlato alle Nazioni Unite.Il personaggio di Juan in Museo è anche un ribelle?«Involontario, è più un folle. Nessun messicano, per giunta di famiglia borghese, ruberebbe un patrimonio di cui anche il più ignorante va fiero. Perché fa parte dell’identità di tutti noi».È questo che l’ha attratta della storia? «Sì, rispetto ai film americani che raccontano colpi spettacolari, questo fa pensare alle nostre radici, a quanto la storia faccia parte di noi. Il museo di Città del Messico, poi, è uno dei posti più belli del mondo».Emozionante girare lì dentro?«Restare lì dentro di notte è stato uno dei momenti più magici della mia carriera. E anche nel sito di Palenque, con Leonardo Ortizgris (il coprotagonista, ndr). Sotto le stelle, soltanto noi e le scimmie tra i reperti. Ti senti connesso spiritualmente con le origini della civiltà».Lei ha mai rubato, anche solo per gioco, da bambino?

Sopra, Gael García Bernal in Museo di Alonso Ruizpalacios (in uscita il 31 ottobre). A lato, alla presentazione della serie tivù da lui ideata, Aquì en la Tierra.

«Una volta, confesso, uno yogurt... e mi sono sentito così male! È troppo contrario ai miei valori».Da figlio di attori, ha sempre voluto recitare?«Ho iniziato a lavorare a 11 anni nelle serie tivù ma da adolescente pensavo che avrei fatto tutt’altro, il medi-co, lo scrittore, il calciatore. Ma l’esperienza dei miei, che facevano teatro in modo molto libero e creativo, e avevano intorno un melting pot di gente interessante, è quella che alla fine ha lasciato l’impronta più forte».Ora ha ideato e prodotto Aquì en la Tierra, una serie sulla corruzione. Per lei i film sono sempre politica? «Assolutamente sì. Sono un modo per cercare la verità, sentirsi responsabili, difendere la libertà di tutti». Le piacerebbe che i suoi figli (li ha avuti dall’ex compagna, l’attrice argentina Dolores Fonzi, ndr) ereditassero il suo stesso desiderio di creatività e impegno? «Lazaro e Libertad hanno solo 9 e 7 anni. Per ora penso a crescerli come cittadini del mondo: sono mezzi argen-tini, mezzi messicani, e viaggiano con me ovunque». T

18 SETTEMBRE 2018_41

Cinema Wow a cura di Sara Del Corona

SEMBRA MIO FIGLIOdi Costanza Quatriglio, con Tihana Lazovic, Basir Ahang

Di cosa si parla quando si parla di immigrati? Seguite il viaggio all’indietro di Ismail, afgano, anzi hazaro (appartiene all’etnia che i talebani vogliono cancellare). Vive in Italia ma va in Pakistan per poter parlare con sua madre, che non vede da quando l’aveva fatto scappare dall’Afghanistan a 9 anni, da solo col fratello. HHH1/2

IL BENE MIOdi Pippo Mezzapesa, Sergio Rubini, Sonya Mellah

Andarsene dai paesi distrutti dal terremoto è stata per molti l’unica soluzione. Ma è una soluzione? Si può ricominciare a vivere altrove senza rischiare di lasciare sepolto sotto la propria vecchia casa troppo di se stessi? Un film sull’identità e la resistenza. Per non mollare, come fa il protagonista Elia che lotta per una ricostruzione con l’anima. HHH

il documentarioMUSEO di Alonso Ruizpalacios, con Gael García Bernal, Leonardo Ortizgris, Alfredo Castro, Simon Russell Beale

La vigilia di Natale del 1985 sparirono dal Museo Nazionale di Antropologia di Città del Messico 140 preziosissimi oggetti risalenti alla civiltà maya e mesoamericana. Avvolto da una patina vintage a partire dai titoli di testa, il film si appropria di questo fatto di cronaca, che tenne il Messico col fiato sospeso per giorni, e ne fa quello che gli pare. E cioè un racconto un po’ rocambolesco, un po’ di formazione, un po’ di disperazione, sulla follia di due ragazzi della media borghesia messicana che non trovando il loro posto nella società, e forse nemmeno nell’universo, risolvono organizzando il furto in maniera perfetta. Ma rubare perché vuoi fare un dispetto a tuo padre e al tacchino del cenone non vale: la refurtiva, che scotta troppo, non se la prende nessuno. Riusciranno i nostri antieroi a rimettere tutto a posto, come i bambini dopo aver giocato? HHH

3 s

fum

atu

re d

i F

ran

cia

Qu

esti

on

i it

ali

an

e

Op

era

zio

ne

vin

tage

Una studentessa che vive in una banlieue,

un professore che le insegna l’arte della

retorica. Il film ci ricorda con ritmo come

l’uso consapevole delle parole ci può salvare.

QUASI NEMICI di Yvan Attal, con Daniel Auteuil, Camélia Jordana, Yasin Houicha HHH

Un reporter di guerra viene chiamato

a indagare sulle apparizioni mistiche

di una ragazza. Cos’è più difficile, alla fine?

Credere in Dio o in chi crede?

L’APPARIZIONE di Xavier Giannoli, con Vincent Lindon, Galatéa Bellugi, Anatole Taubman HHH1/2

Un tombeur de femmes cinico si siede su

una sedia a rotelle per corteggiare una

donna paraplegica e inizia a guardare il

mondo, e se stesso, da lì. Una commedia

sulla necessità di restare umani e fragili.

TUTTI IN PIEDI di Franck Dubosc, con Franck Dubosc, Alexandra Lamy, Elsa Zylberstein HHH

COUNTRY FOR OLD MAN di Stefano Cravero, Pietro Jona

Sempre a proposito di “migranti”, e del fatto che non si pensa agli infiniti sensi che può avere questa parola: ecco un documentario che racconta splendidamente il fenomeno degli anziani che espatriano perché vogliono vivere più dignitosamente che a casa loro con la pensione. In Ecuador, a Cotacachi, c’è una comunità in grande espansione di signori americani. Fanno feste con la piñata, imparano lo spagnolo, si godono cieli molto tersi. Ma vedono crescere i nipoti, e invecchiare i figli, solo su Skype... HHH1/2

140_mc ottobre

MUSEOdi Alonso Ruizpalacioscon Gael Garcia Bernal, Simon Russell Beale• • • • - ; •

Vigilia di Natale 1985:due studenti fuoricorsorubano 140 manufattidal Museo Nazionaledi Antropologia diCittà del Messico.Questa è la storia vera.Quella che raccontaAionso Ruizpalacios,nuovo nome tra le filadei conquistadoresmessicani che,con buona pace diTrump, hanno invasopacificamente ilcinema ben oltre il suomuro, è "una replicadell'originale", di cui Gael

Garcia Bernal è l'animairresistibile. Museoè un heist-movie chediventa riflessione, sacome mettere in scena ilnucleo, ma medita anchesui contorni: su unagenerazione, sui rapportipersonali, sul controllodelle opere, celebrandola sacra cultura di unanazione e mettendo indiscussione il suo valore,con una stoccata allanatura del commerciomuseale: infondo nonè stato tutto rubato? Lasequenza della rapina

ricorda quella silenziosadi Rififidì Dassin, maè totalmente nuova:un modo insolito edefficacissimo di entrarenel vivo di una scena.Dopo il premio per l'operaprima alla Berlìnale conGueros, giocoso omaggioallaNouvelleVague,Ruizpalacios gira unracconto sfacciatamenteinventivo, tenendosempre la mano leggerae la narrazione vivace earguta, anche quandoarriva la malinconia.Benedetta Bragadini

THE EQUALIZER 2 - SENZA PERDONOdi Antoine Fuquacon Denzel Washington, Pedro Pascal, Ashton Sanders• • • • *

Nessuno avrebbepotuto prevedere cheDenzel Washingtonavrebbe recitato nelruolo di un autista LyftMa in The Equalizer2,il primo ssquel dellasua carriera, è proprioquello che succede.Il suo personaggio,Robert McCall, è ancoraun agente speciale inpensione, un vendicatoreche vuole riportarel'equilibrio nella societàfacendo fuori i criminaliche incontra sul suocammino. L'ultima volta

la sua copertura era unlavoro da commesso,ma quello da autista glida accesso al peggiodell'umanità. Nonaspettatevi nulla dioriginale: c'è un ragazzoafroamericano che staprendendo una bruttastrada, un'agente dellaCIA che scompare e ilsolito bagno di sangue.Grazie alla rinnovatapresenza del registaAntoine Fuqua (TrainingDay), Washington haun valido alleato. Sevi chiedete perché il

vincitore di due Oscarsi presti a un ruolo delgenere (di fatto unaspecie di b-movie trattoda una serie tv), ci sonovarie teorie: in ogni caso,una star come lui regalaalla figura di McCall unospessore drammaticoche però non corrispondea quello del film. TheEqualizer2è fuori fuoco,sbilanciato. Ma nonWashington.Anche se il contesto èunpo'trash, nei filmd'azione resta il più figodi tutti. P.T.

GOTTIdi Kevin Connollycon John Travolta, Kelly Preston• * » >• ir

John Travolta, nei pannidel mafioso John Gotti,prova a farsi strada trauna tonnellata di makeup davvero scadentee una sceneggiaturaancora peggiore inquesto caotico biopic.Non doveva andarecosì per forza. C'èdavvero una grandetensione drammaticanella storia di questogangster newyorkese,che da tirapiedi dellafamiglia criminale deiGambino diventò poi unboss spietato. Dalla sua

condanna del 1992 pertredici capi di accusa(tra cui cinque omicidi)alla sua morte in carcerenel 2002, Gotti commiseun sacco di nefandezze,ma non fu mai cosìnoioso, a differenza delregista Kevin Connolly edegli sceneggiatori LemDobbs e Leo Rossi. Il filmsi basa sulla biografiascritta dal figlio e il suo èun Gotti all'acqua di rose,un marito amorevole,un papa orgoglioso, etutti quelli che ha uccisosono gentaglia senza

onore. La parte più tristeè che con una regia piùoculata John Travoltaavrebbe potuto dare ilmeglio in un ruolo cosìcomplesso. Anche qui cisono dei momenti in cuiriesce ad andare oltreai cliché, ma non bastaa salvare questa merda.Nel finale ci sono varietestimonianze reali diamici e conoscenti diGotti: probabilmenterappresentano lacosa più vicina a unarecensione positiva cheGoff; otterrà. P.T.

ROLUNG STONE_SETTEMBRE 2018 113

LARAGAZZADEITULIPANIutronlihgedcaVUTSRPIGECA

USCITA PREVISTA zywutsrponmlkihfedcbaYWVUTSRPONMLKJIHGFEDCBA6 SETTEMBRE zvutsrqponmlihgfedcbaVTSRPMLFDCB

Tulip Fever, GB/Usa, 2017 Regia JustinChadwick zywvutsrqponmlkjihgfedcbaWVUTSRPONMJIGDCBACon Alicia Vikander, Dane DeHaan,Judi Dench, Christoph Waltz DistribuzioneAltre Storie

LA STORIA — Amsterdam, 1636: Sophia,

orfana cresciuta dalle suore, viene presa in

sposa da un ricco mercante molto SLù vecchio

di lei. I due decidono di posare insieme perun ritratto, ma la ragazza, nonostante i dettami

imposti dalla sua fede, inizia una relazione

bruciante con il giovane pittore del quadro,

mettendo a repentaglio, in una rete di inganni,

non solo la sua esistenza.SECONDA CHANCE — Dal romanzo Tulip

fever. La tentazione dei tulipani di Deborah

Moggach, che ha firmato la sceneggiatura del

film con Tom Stoppard, La ragazza dei tulipani

cerca ora il riscatto dall'insuccesso americano

(un incasso di soli 8 milioni contro i 25 di

budget). Il regista Chadwick ( L'altra donna

del re, 2008), a suo agio col genere in

propone una narrazione dal passocadenzato che cerca di districare le molteplici

sottotrame, tenendo a bada i tanti personaggi

coinvolti, nonché di arginare i problemi

derivati dalla penultima produzione siglata

Weinstein.

LO ASPETTIAMO 3(5CHe —1RnRVWDnWH

le critiche massimamente sfavorevoli ricevuteOltreoceano, il film si avvale di eccellenti inter-

preti (basterebbe solo ammirare Judi Dench,

grandiosa nei panni della suora badessa) e di

una ricostruzione storica ammirevole.

• ALTRESTORIE.IT

Wille m Dafo e ( 62 a nn i ) e l ' a ut o r i t r a t t o d i V in c e n t V an Go g h

( 1 85 3 - 1 89 0) .

© MUSEOi USCITA PREVISTA 27 SETTEMBRE

: id., Messico, 2018 RegiaAlonso Ruizpalacios Con

: Gael Garda Bernal, Simon Russell Beale, Lynn: Gilmartin, Alfredo Castro, lise Salas Distribuzione

I Wonder Pictures

; LA STORIA — A 30 anni suonati Juan Nunez! e Benjamin Wilson non sanno ancora cosa fare

I della propria vita e proseguono la loro

i confortevole esistenza a casa dei genitori nel

: distretto di Satellite, sobborgo di Città del

Messico. Per provare a se stessi di essere in grado

di fare qualcosa di speciale, decidono di mettere

a punto nel giorno di Natale il SLù celebre colpo

della storia del Messico, rubando nel Museo

Antropologico 140 capolavori Maya.

TUTT O VERO — Girato in alcune locations

mai utilizzate prima in Messico, il film è ispirato

a eventi realmente accaduti la notte del 24 di-

cembre 1985 e che lasciarono l'intero Paese con

il fiato sospeso.

LO ASPETTIAMO 3(5CHe — Orso d'argento

per la migliore sceneggiatura all'ultima Berlina-

le, il film è il lucido ritratto di una generazione

di giovani messicani confusi e indecisi, privi di

vocazioni e ambizioni.

• IWONDERPICTURES.COMUSCITA PREVISTA 3 GENNAIO 2019

id., Usa, 2018 RegiaJulian Schnabel Con Willem Dafoe, Rupert Friend,Oscar Isaac, Niels Arestrup, Mads Mikkelsen, Stella SchnabelDistribuzione Lucky Red

LA STORIA — Gli ultimi, tormentati anni di Vincent Van Gogh. Dalburrascoso rapporto con Gauguin fino al colpo di pistola che gli ha

tolto la vita a soli 37 anni. Un periodo frenetico e molto produttivo che

haportato alla creazione di capolavori che hanno fatto la storia dell'arte

e che continuano a meravigliare il mondo intero.

LOVING VINCENT — Julian Schnabel ha già portato sul grande

schermo storie di vita e arte, tra pittura, poesia e fatica quotidiana:

pensate a Basquiat, Prima che sia notte, Lo scafandro e la farfalla,

Mirai. Certo, un biopic su Van Gogh è sicuramente la sfida SLù ambi-

ziosa e affascinante della sua filmografia. Il pittore sarà impersonato

da Willem Dafoe mentre Oscar Isaac interpreterà Paul Gauguin. Il

titolo si riferisce al capolavoro Sulla soglia dell'eternità ( Vecchio

che soffre ), dipinto a olio realizzato a Saint-Rémy-de-Provence nel

1890, quando Van Gogh era convalescente dopo una grave ricaduta

del suo stato di salute.

LO ASPETTIAMO 3(5CHe — C'è grande curiosità soprattutto

per il tono che il regista vorrà adottare: dramma umano che sfocia

nella tragedia oppure agiografia di ungenio ancora oggi giustamente

celebrato?

• LUCKYRED.IT

5 0KICA| CIA K

Tutti i diritti riservati

Ciak

PAESE : Italia PAGINE : 52-54,56-58,60SUPERFICIE : 690 %

DIFFUSIONE : (139000)AUTORE : Piera Detassis

1 agosto 2018

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

30/08/2018Pag. 91 N.9 - settembre 2018

diffusione:32188tiratura:49081

RIVISTASTUDIO.COM

14 SETTEMBRE

ILFATTOQUOTIDIANO.IT

28 SETTEMBRE