Pala D | Weidmann, un uomo d’altri tempi. Quelli bui

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  • 8/17/2019 Pala D | Weidmann, un uomo d’altri tempi. Quelli bui

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    WEIDMANN, UN UOMO D’ALTRI TEMPI. QUELLI BUI

    di Deanna Pala

    28 apr 2016

    Jens Weidmann governatore della Bundesbank ha parlato martedì scorso a Roma all’ambasciatatedesca. Un tedesco che parla in un luogo “tedesco” non ha mai dei toni concilianti verso il SudEuropa ma Weidmann in realtà non li avrebbe neanche di fronte ad un bambino disperato (se delSud Europa).

    I giornali scrivono che Weidmann ha voluto rendere omaggio all’Italia aprendo il discorso con unacitazione di Antonio Padoa Schioppa ma è difficile vedere in questa citazione un omaggio,sicuramente di più una minaccia “l’unione monetaria non può tornare indietro”.

    Il più rigorista dei sostenitori dell’austerità è un uomo d’altri tempi, nel senso letterale deltermine, un uomo che rigetta la ricerca economica come il vampiro si allontana dalla fonte diluce. La sua strenua difesa dell’ortodossia del rigore rifiuta di accettare che è la Terra a girareintorno al Sole “il debito pubblico è nocivo in tutte le sue forme soprattutto quando le banchecentrali sono spinte a garantire la solvibilità degli Stati invece della stabilità dei prezzi”. Nonpotendo dire che le banche centrali possono garantire tecnicamente la solvibilità degli Stati edevitare gli inutili sacrifici, afferma che va evitato di spingere la BCE a garantire la solvibilitàdegli Stati, cioè va evitata la scelta politica.

    Ma non solo va impedito che la BCE garantisca il debito pubblico degli Stati dell’Eurozona ma vatolta alla vista dei governi tutto ciò che può sembrare loro un salvagente di salvezza per

    costringerli ad annaspare nel mare dell’austerità “le banche spesso detengono titoli del proprioStato per un valore superiore al totale del capitale proprio. Va inserito un tetto, questocostringerebbe i mercati a considerare maggiormente i diversi profili di rischio dei singoli Stati.Paesi che nel lungo periodo non perseguono politiche sostenibili dovrebbero accollarsi premi dirischio crescenti”. Secondo Weidmann c’è un trattamento “privilegiato” concesso agli Stati chesi finanziano tramite i Titoli di Stato che hanno ora tassi bassi. Gli Stati devono essere lasciaticompletamente nelle mani dei mercati ad alto rischio.

    Scopriamo poi che agli occhi del banchiere tedesco la Commissione Europea è fin troppopermissiva; ohibò, evidentemente non si è mai abbastanza cattivi. “Nell’Unione Europea serveuna nuova Autorità di vigilanza sui bilanci, più rigorosa. Perché attualmente il compito èricoperto dalla commissione Ue in maniera “conflittuale” e scendendo continuamente acompromessi”. Se il destino a cui hanno abbandonato la Grecia è un compromesso, non osiamopensare che cosa abbia in mente Weidmann.

    La soluzione? “una integrazione politica per rendere più robusta l’unione monetaria” cheimplica la cessione totale della sovranità. Il che risolverebbe agli occhi di Weidmann queifastidiosi e recalcitranti politici che fanno finta di fare i ribelli prima di attuare le prescrizionieuropee. Il riferimento che fa è proprio verso Matteo Renzi “L’anno scorso in occasione della

     presentazione del bilancio italiano ha dichiarato che la politica fiscale italiana viene fatta inItalia e che l’Italia non permette che essa venga dettata dai burocrati di Bruxelles. In unaunione fiscale questo cambierebbe”. Mani libere ai tecnocrati.

    Il Sole 24 Ore riporta un commento del banchiere centrale tedesco “Se la BCE dovesse

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    distribuire soldi ai cittadini avremmo un buco nei conti della BCE che non sapremmo comechiudere”. Weidmann è piuttosto allergico al progresso della conoscenza e fa fatica a portare atermine il ragionamento per il quale una Banca Centrale è sempre solvibile dato che crea

    moneta. Non è il problema, è la soluzione.

    Richiudete le finestre, non sia mai che entri un raggio di sole nella stanza buia dell’austerità edel fanatismo dell’eurozona. Un raggio di luce potrebbe dissolvere i fantasmi delle falsecredenze di Weidmann.