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È risaputo che il Patriarca di Venezia Albino Luciani era un “cate- chista nato”, e, del catechista, aveva tutte le qualità: semplicità, vivacità, brio, esemplificazioni suadenti... Vediamo allora che cosa pensava del Rosario. Papa Luciani e il Rosario 5

Papa luciani e il rosario

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È risaputo che il Patriarca di Venezia Albino Luciani era un “cate-chista nato”, e, del catechista, aveva tutte le qualità: semplicità,vivacità, brio, esemplificazioni suadenti... Vediamo allora che cosapensava del Rosario.

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Nel 1973, esattamente il 7 ottobre, nell'omelia tenuta nella chiesa dei Gesuati, in occa-sione del IV centenario della festa del Rosario, rispondendo alle contestazioni al Rosario,così si esprime: “Il Rosario da alcuni è contestato. Dicono: è preghiera che cade nell’auto-matismo, riducendosi a una ripetizione frettolosa, monotona e stucchevole di Ave Maria.Oppure: è roba da altri tempi; oggi c’è di meglio: la lettura della Bibbia, per esempio, che staal rosario come il fior di farina alla crusca!Mi si permetta di dire in proposito qualche impressione di pastore d’anime.Prima impressione: la crisi del Rosario viene in secondo tempo. In antecedenza c’è oggi lacrisi della preghiera in generale. La gente è tutta presa dagli interessi materiali; all’animapensa pochissimo. Il fracasso poi ha invaso la nostra esistenza. Macbeth potrebbe ripetere:ho ucciso il sonno, ho ucciso il silenzio! Per la vita intima e la dulcis sermocinatio, o dolcecolloquio con Dio, si fa fatica a trovare qualche briciola di tempo. È un danno. DicevaDonoso Cortes: «Oggi il mondo va male perché ci sono più battaglie che preghiere».Continuamente si sviluppano le liturgie comunitarie, che sono certo un gran bene: esse perònon bastano: occorre anche il colloquio personale con Dio.Seconda impressione. Quando si parla di “cristiani adulti” in preghiera, talvolta si esagera.Personalmente, quando parlo da solo a Dio e alla Madonna, più che adulto, preferisco sen-tirmi fanciullo; la mitra, lo zucchetto, l’anello scompaiono; mando in vacanza l’adulto eanche il vescovo, con relativo contegno grave, posato e ponderato per abbandonarmi allatenerezza spontanea che ha un bambino davanti a papà e mamma. Essere – almeno perqualche mezz’ora – davanti a Dio quello che in realtà sono con la mia miseria e con ilmeglio di me stesso: sentire affiorare dal fondo del mio essere il fanciullo di una volta chevuol ridere, chiacchierare, amare il Signore e che talora sente il bisogno di piangere, perchégli venga usata misericordia, mi aiuta a pregare. Il Rosario, preghiera semplice e facile, a suavolta, mi aiuta a essere fanciullo, e non me ne vergogno punto.

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Terza impressione. Non debbo e voglio pensare male di nessuno, ma confesso che più voltesono stato tentato di giudicare che il tale o il tal altro si credeva adulto, unicamente perchésedeva in scranna a criticare dall’alto. Mi veniva voglia di dirgli: Macché maturo! Quanto apreghiera sei un adolescente in crisi, un deluso e un ribelle, che non ha ancora smaltito l’ag-gressività dell’età ingrata! Dio mi perdoni il giudizio temerario!”.Risposta alle obiezioni.Quindi, risponde a tutte e singole le obiezioni.“Preghiera a ripetizione il Rosario? Diceva Padre de Foucauld: «L’amore si esprime conpoche parole e che ripete sempre».C’è la Bibbia? Certo, ed è un quid summum; ma non tutti vi sono preparati o hanno tempodi leggerla. A quegli stessi che la leggono, sarà poi utile, in certi momenti, in viaggio, in stra-da, in periodi di particolare bisogno, parlare con la Madonna, se si crede che Essa ci siamadre e sorella. Se la lettura della Bibbia non viene apprezzata che come puro studio, imisteri del Rosario meditati e assaporati sono Bibbia approfondita, fatta succo e sangue spi-rituale.Preghiera stucchevole? Dipende. Può essere, invece, preghiera piena di gioia e di letizia. Seci si sa fare, il Rosario diventa uno sguardo gettato su Maria, che aumenta di intensità amano a mano che si procede. Può anche riuscire un ritornello, che sgorga dal cuore e che,ripetuto, addolcisce l’anima come una canzone.Preghiera povera il Rosario? E quale sarà, allora, la preghiera ricca? Il Rosario è una sfilatadi Pater, preghiera insegnata da Gesù, di Ave, il saluto di Dio alla Vergine a mezzo dell’an-gelo, di Gloria, elogio alla Santissima Trinità. O vorreste – invece – le alte elucubrazioni teo-logiche? Non si adatterebbero ai poveri, ai vecchi, agli umili, ai semplici. Il Rosario esprimela fede senza falsi problemi, senza sotterfugi e giri di parole, aiuta l’abbandono in Dio, l’ac-cettazione generosa del dolore. Dio si serve anche dei teologi, ma per distribuire le sue gra-zie si serve soprattutto della piccolezza degli umili e di quelli che si abbandonano alla suavolontà”.

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Quanto al rapporto tra Rosario e Bibbia risponde semplicemente: “Il Rosario, in fondo, ètutto Bibbia: i misteri sono meditazioni sul Vangelo, l’Ave Maria e il Padre nostro sonoVangelo”.Il Papa Luciani, così devoto del Rosario, offre anche uno sguardo complessivo al contenutodel Rosario, cioè ai Misteri che vi si contemplano. Parlando a Pompei, nel centenario del-l’immagine della Madonna del Rosario, il 1° ottobre 1975, così diceva: “(Misteri gloriosi)...Cristo non è un risorto solitario... subito dopo di lui viene la Madonna.(Misteri dolorosi)... Siamo... coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sofferenze diCristo per partecipare anche alla sua gloria (Rom 8,17). Ecco perché nel Rosario contem-pliamo anche i dolori di Maria... in certi momenti le sue prove divennero acute...(Misteri gaudiosi)... Per fortuna, la vita, coi dolori, conosce anche le gioie; quelle di Maria,le ricordiamo nei Misteri gaudiosi. Nella Annunciazione la gioia non fu soltanto di sentirsiprescelta da Dio, ma di assumere con deliberata responsabilità una missione grandissima...La nascita di Gesù con le varie circostanze, le porta un gaudio inesprimibile...”.Qualcuno si chiederà: ma a cosa servono quei 5 grani in appendice alla corona, al disopradel piccolo crocifisso? Sono forse un ornamento?Ebbene, anche a questo quesito dà una risposta soddisfacente il Patriarca Luciani. Parlandoalle Suore Canossiane di Sant’Alvise il 25-9-1976, trattando della preghiera, dice testual-mente: “... Non si tratta di aggiungere nuove preghiere, piuttosto di utilizzare quelle comuni.Pochi, ad esempio, nel Santo Rosario sfruttano i primi grani della corona. Alcuni – è cosadel tutto libera – al primo grano recitano il Credo intendendo di star fermi nelle verità rive-late da Dio. I tre grani seguenti, indicano tre Ave Maria per conservare le tre virtù fonda-mentali: 1) Ave Maria..., perché aumenti la mia fede; 2) Ave Maria..., perché sviluppi lafiamma del mio amore; 3) Ave Maria..., perché renda più forte la mia speranza.L’ultimo grano, prima delle decine è un Gloria alla Santissima Trinità”.Diciamo sinceramente: e chi ci aveva mai pensato?

G. M.