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mici di Gesù Crocifisso A Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso” In caso di mancato recapito inviare al CPO di Macerata per la restituzione al mittente previo pagamento resi SOMMARIO 2. P. A. Pierangioli S. Paolo della Croce: 7 - Apostolo del Crocifisso 3. P. A. Pierangioli S. Paolo della Croce: 8 - Mistico della Passione 4. P. R. Cecconi Meditiamo con il vangelo di Matteo 5. Coltorti M. Grazia La santità è amore di M. Maddalena Marcucci 6. Manuela Peraio Miracoli Eucaristici 7. Manuela Peraio Eucarestia e vita quotidiana 8. Daniela Ortu Umanizzazione della sofferenza 9. P. L. Mazzoccante Passionisti-Chiesa e Società 10. Autori vari Giornata di Spiritualità a S Gabriele 12. Autori vari Peregrinatio Crucis 13. Testimonianze Luglio - Agosto 2011 - Anno XII n. 4

rivista luglio agosto 2011

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rivista bimensile degli Amici di Gesu Crocifisso

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Page 1: rivista luglio agosto 2011

mici di Gesù CrocifissoA Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”

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SOMMARIO

2. P. A. Pierangioli S. Paolo della Croce: 7 - Apostolo del Crocifisso 3. P. A. Pierangioli S. Paolo della Croce: 8 - Mistico della Passione4. P. R. Cecconi Meditiamo con il vangelo di Matteo5. Coltorti M. Grazia La santità è amore di M. Maddalena Marcucci6. Manuela Peraio Miracoli Eucaristici7. Manuela Peraio Eucarestia e vita quotidiana8. Daniela Ortu Umanizzazione della sofferenza9. P. L. Mazzoccante Passionisti-Chiesa e Società10. Autori vari Giornata di Spiritualità a S Gabriele12. Autori vari Peregrinatio Crucis13. Testimonianze

Luglio - Agosto 2011 - Anno XII n. 4

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7 – S. Paolo della Croce: Apostolo del Crocifissodi P. Alberto Pierangioli

Luglio 2011

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Dire “Paolo dellaCroce” e dire “ungrande innamorato

del Crocifisso” è la stessacosa. Ma la spiritualità delsanto non è una spiritualitàchiusa, ripiegata su se stessa.Dal Crocifisso impara l’amoree l’amore vero è un fuoco chesi espande e cerca di incendiaretutti. Scriveva: “Vorrei attac-care fuoco a tutto il mondo”.San Paolo della Croce ha sco-perto che il centro del cammi-no spirituale e della santità èl’amore, perché “Dio èamore” (1Gv 4,8) e la manife-stazione più grande dell’amoredi Dio è Gesù Crocifisso, unmare di dolore e di amore,immenso come un oceanosenza fondo. É anche il mezzopiù efficace per svegliare i pec-catori dal letargo dei vizi e gui-dare le anime alle vette dellasantità.

Contemplando le piaghe eil sangue di Cristo, scopre ilvalore delle anime, che sonocostate il sangue di Cristo equindi l’urgenza dell’apostola-to per procurare la salvezza delleanime. Il nostro santo è stato definito ilpiù grande apostolo del Crocifisso,degno di stare per questo accanto aSan Paolo Apostolo.

Già nel diario del Castellazzo, ilgiovane Paolo, meditando la passionedi Gesù, scriveva il 4 dicembre 1720:«Dicevo che desidererei essere scar-nificato per un’anima e mi pareva disvenire, vedendo la perdita di tanteanime, che non sentono il fruttodella passione del mio Gesù». Questeparole esprimono con grande chiarez-za l’intimo rapporto tra amore a GesùCrocifisso e apostolato.

Annunciare l’Amore Crocifisso

Paolo, terminati i 40 giorni di ritiroa Castellazzo, incomincia un intensoapostolato, prima in patria e poi invarie regioni d’Italia, apostolato chediventa sempre più intenso quandoviene consacrato sacerdote.

Ha scoperto che il mezzo più effi-cace per riportare a Dio le anime piùlontane, è l’annuncio della passione diGesù. Nonostante il grande impegnodi fondare una nuova congregazionemaschile e femminile, predica centina-ia di missioni popolari, spostandosispesso a piedi, per strade impossibili,da un paese all’altro, da una regione

all’altra, per annunciare a tuttil’Amore Crocifisso. Specialmente neiprimi anni, spesso arriva nei paesi conviaggi avventurosi, stanco, digiuno,piedi sanguinanti, dopo smarrimentinei boschi. Percorre le coste laziali etoscane, fino all’isola d’Elba, dovepredica alle truppe austriache e spa-gnole. Poi si inoltra nella malsanamaremma toscana, scende nel bassoLazio, arriva nelle Marche, dove pre-dica una missione strepitosa aCamerino e nelle zone vicine.

Paolo usa moderatamente la coreo-grafia usata nel tempo. Ma quandoannuncia le verità eterne, trema e fa tre-mare. Diceva un ufficiale dell’esercito:“Sono stato in guerra, ho visto i mortiveri accanto a me, ho sentito fischiare lepallottole e non ho mai tremato, ma leprediche di P. Paolo mi fanno tremareda capo a piedi”. Poi tutto viene riequi-librato dalla meditazione sull’amore diDio, in particolare sulla Passione diGesù, che riserva quasi sempre a sé:piange e fa piangere tutti. Nella missio-ne si dà grande importanza a ristabilirela pace tra famiglie, spesso in lotta san-guinosa tra loro. Si fa la raccolta diarmi, coltelli, stampe indecenti, dadistruggere subito davanti a tutti.

La missione in genere dura da 10 a15 giorni. É importante la preparazio-ne, che avviene ai piedi del Crocifisso.Se qualcuno va a trovare Paolo, lo

trova sempre in ginocchio davanti alCrocifisso. L’aspetto particolare dellesue missioni non è una grande cultura,o gesti particolari. Paolo segue conmoderazione i predicatori del suotempo. L’aspetto particolare è il fuocoche ha nel cuore, è l’esperienza dimistico del Crocifisso. Insegna che peressere un buon missionario, occorronotre “S”: scienza, santità e salute.

Egli vuole i suoi religiosi grandicontemplativi e “santi operai”, cioègrandi apostoli. Nella Regola dei pas-sionisti ricorda che “uno dei fini princi-pali della Congregazione è non solod’essere indefessi nella santa orazione,per attendere alla santa unione con Dio,ma ancora d’incamminarvi i nostriprossimi”. Desidera che i passionistifacciano questo non solo nelle missioni,ma in tutte le occasioni opportune, con-vinto che la meditazione della passioneè un «mezzo efficacissimo per vincere ilpeccato e incamminare le anime in pocotempo a grande santità». Di questoimpegno i religiosi fanno un voto parti-colare, che è il distintivo dellaCongregazione. Quelli che non si pos-sono dedicare alla predicazione devonofare questo con ogni altro mezzo, conl’esempio e con la preghiera.

I laici passionisti

È l’impegno che il santo additaoggi anche ai “laici passionisti”.Questo vuole oggi la Chiesa da tutti ilaici che vogliono vivere in modoserio la propria fede. La grandeEsortazione Apostolica “FidelesLaici” di Giovanni Paolo II parlamolto dell’apostolato dei laici. Scrivetra l’altro: “I fedeli laici hanno lavocazione e la missione di essereannunciatori del Vangelo. È unaurgenza intramontabile. Ogni disce-polo è chiamato in prima persona;nessuno può sottrarsi nel dare la suapropria risposta: “Guai a me, se nonpredicassi il vangelo!” (1Cor 9,16). Atutti ripeto il grido appassionato: Nonabbiate paura! Aprite, anzi, spalanca-te le porte a Cristo!” . I laici passioni-sti non fanno un voto, ma una promes-sa solenne a Gesù Crocifisso: “Fa cheio ti ami e ti faccia amare”. Non è unvero passionista chi non è un grandeinnamorato e un vero apostolo di GesùCrocifisso. Ricordiamo il grido di sanLuigi Don Orione: “Oggi chi non èapostolo è apostata”.

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In copertina: Icona del Cireneo

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Édifficile compendiare in unapagina la caratteristica dellasantità di un colosso, come san

Paolo della Croce. che ha fatto della“passione di Gesù” il centro della suaspiritualità, del suo apostolato, dellasua vita. La sua immagine più signifi-cativa lo mostra in estasi, abbracciatoal Crocifisso, che con un braccio stac-cato dalla croce, lo stringe al petto.Non è una immaginazione del pittore,ma un fatto della sua vita.

San Paolo della Croce non è statosolo un grande devoto della passionedi Gesù, ma un vero mistico della pas-sione, un santo che ha rivissuto nellamente, nel cuore e nel corpo tutto ilmistero della passione del Signore.Passava ore ed ore nel contemplarel’Amore Crocifisso, che gli impressenel cuore tutti gli strumenti dellaPassione e trasformò il suo cuore inuna fornace di amore, tanto da brucia-re gli indumenti intimi sulla parte delcuore. Dopo la sua more si notò che lecostole sopra il cuore erano inarcate.

Paolo fonda la FamigliaPassionista perché i suoi membri fos-sero memoria vivente dell’amore diDio manifestato nella passione diGesù. Fu profondamente scosso dalcostatare che gli uomini vivonodimentichi di quanto Dio ha fatto perloro e per questo cadono nel peccato erompono la comunione con Dio e traloro. Egli vuole scuotere il torpore deicristiani, svegliarli dal sonno di morte,ricordando a tutti la passione di Gesù,la più grande e stupenda opera deldivino amore.

Nel ritiro dei 40 giorni aCastellazzo riceve l’intelligenza infu-sa della passione di Gesù: l’amoreinfinito di Dio che tanto ha amatol’uomo, da donare il suo Figlio, cheaccetta di “donarsi”ai peccatori. Daquesta esperienza Paolo sente Gesùcome mistico “sposo” che gli dona laconoscenza e l’esperienza delle suepene, e gliele imprime nel cuore, percui Gesù diventa “l’AmoreCrocifisso”. Nell’ultimo giorno delritiro riceve il dono di una unionemistica con Gesù tanto profonda dasentire in sé tutti i dolori e l’amore diGesù.

Il principe dei desolati

Dopo alcuni anni vissuti da lui inquesta grande intimità con Gesù, Diolo avvia a un cammino di quasi 40anni di desolazione tanto profonda cheuno studioso di mistica lo ha definito

“il principe dei grandi desolati”. Glistudiosi di mistica vedono in questadesolazione una partecipazione pro-fonda alla vita e passione di Gesù perla salvezza delle anime. É una soffe-renza salvifica, unita alla passione diGesù. Un grande studioso, Garrigou-Lagrange, ha visto in questa sofferen-za di Paolo una sofferenza riparatrice,l’apostolato della sofferenza spiritualein un grado eccezionale.

Il “carismatico della Croce”approfittava di ogni occasione per

incoraggiare gli uomini alla medita-zione della passione di Gesù. Eglivede in essa la via più eccellente pergiungere alla santità. Cosi scrive a undiscepolo: “Sopra tutto prego il dolceGesù che imprima nel suo cuore lacontinua, tenera e devota memoriadella sua Passione, che è il mezzo piùefficace per essere santo nel suo stato.Supplico il Signore che le conceda lagrazia di non lasciar passare giornosenza meditare qualche mistero dellapassione per mezz’ora o almeno unquarto, poiché l’assicuro che così con-serverà l’anima sua monda da ognipeccato e ricca di virtù, tanto più seaccompagnerà la meditazione con lafrequenza dei Sacramenti” (L. IV,140).

Una caratteristica della meditazio-ne della passione di Gesù in san Paolodella Croce, sono i “colloqui” con ilSignore sofferente. Già nel “Diario” diCastellazzo, il santo parla spesso delcolloquio intimo con il Crocifisso.Egli confessa che si sente internamen-te spinto a “fare a Gesù il raccontodoloroso ed amoroso dei suoi tor-

menti”. É una profondacomprensione della pas-sione di Gesù, data da Dioal Fondatore dei Passionisti. L’8dicembre 1720 scrive: “Questa graziache il mio caro Dio mi fa in questotempo, non la so spiegare;nel raccon-tare le pene al mio Gesù, alle voltecome ne ho raccontata una o due,bisogna che mi fermi, perché l’animanon può più parlare e sente liquefarsi:sta così languendo con altissima soa-vità mista con lacrime, con la pena del

suo Sposo infusa in sé, immersa nelcuore e dolore del suo Sposo dolcissi-mo Gesù”. I “colloqui” con ilCrocifisso erano una forma di preghie-ra che il santo praticò per tutta la vita;erano il pezzo forte nelle predichesulla passione nelle missioni, per con-vertire i peccatori, muoverli al pianto eal pentimento: piangeva e faceva pian-gere.

Ricordo infine che per Paolo lapassione di Gesù era un mare immen-so dove bisognava andare ogni giornoa “pescare le perle preziose”, chesono le virtù praticate da GesùCrocifisso nella sua passione e cosìdiventare in modo pieno una copiavivente dell’Amore Crocifisso. Giàall’inizio del suo diario aveva scritto:«Desidero solo d’esser crocifisso conGesù». Questo è come la chiave erme-neutica per capire la vita e il pensierodel nostro Fondatore. Anch’egli puòripetere con l’apostolo Paolo: «Sonostato crocifisso con Cristo. Vivo, manon io, vive invece Cristo in me»(Gal 2,19-20).

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8 – S. Paolo della Croce: Mistico della Passione di P. Alberto Pierangioli

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dicendo: «Non sono responsabile diquesto sangue. Pensateci voi!». E tuttoil popolo rispose: «Il suo sangue rica-da su di noi e sui nostri figli». Allorarimise in libertà per loro Barabba e,dopo aver fatto flagellare Gesù, loconsegnò perché fosse crocifisso.

Gesù, il re venutoper servire…

Terminato il processodavanti al Sinedrio,Gesù viene condotto dalgovernatore Pilato(27,1). Questi lo inter-roga chiedendogli se è ilRe dei Giudei (tale èl’accusa con cui è statopresentato a Pilato dalleautorità religiose). Larisposta dell’imputato è:«Tu lo dici». Con que-ste parole, Gesù rispon-de, in un certo senso,affermativamente. Eglidichiara di essere re,portatore però di unpotere che non va intesoalla maniera umana. Lescene che seguono(derisione ad opera dei

soldati romani e crocifissione), in cuiritroviamo l’espressione Re dei Giudei(27,29.37), confermano questa intuizio-ne.I sommi sacerdoti e i presbiteri intantocontinuano ad accusarlo. Gesù nonrisponde nulla, tanto da lasciare mera-vigliato il governatore stesso. Il silen-zio di Gesù rimanda al libro del profe-ta Isaia in cui si parla del Servo delSignore che soffre senza aprir bocca(Is 53,7). In questa maniera in Gesùpossiamo già intravedere i lineamentidel re che assume i tratti del servo(cf. Mt 20,28).

… il Cristo, il Giustoche dà la sua vita

Pilato intuisce ben presto che i sommisacerdoti e i presbiteri gli hanno con-segnato Gesù per invidia. Il governa-tore dunque, conscio dell’innocenzadell’imputato che ha davanti, proponealla folla di scegliere la liberazione diun prigioniero: Gesù o Barabba (uncarcerato definito da Matteo famoso, omeglio famigerato). Tenendo contoche Barabba è un efferato brigante eche la folla fondamentalmente ha unatteggiamento positivo nei confrontidi Gesù (cf. 21,8.9.11.46; 22,33),Pilato spera di rovesciare la situazionea suo favore.

Nel rivolgersi alla moltitudine ilgovernatore per ben due volte parla diGesù, chiamato Cristo. In tal manieraMatteo fa fare un passo in avanti a tuttinoi e ci conduce a vedere in Gesù nonsolo il Re che serve, ma anche il Cristoche libera il popolo dai peccati e loriconduce a Dio (questi dovevanoessere, a livello religioso-spirituale, icompiti principali del Messia secondoil Giudaismo dell’epoca).n questo frangente entra in scena lamoglie del governatore la quale, aven-do molto sofferto in sogno a causa diGesù, manda a dire al marito di nonaver nulla a che fare con quel giusto.In questo modo l’Evangelista metteulteriormente in rilievo l’assolutainnocenza di Gesù e l’ingiustizia di cuiè vittima.Mentre Pilato è alle prese con chi gliha portato il messaggio della consorte,i sommi sacerdoti e i presbiteri persua-dono la folla a chiedere la liberazionedi Barabba e a far pressione per provo-care la morte di Gesù.

Pilato è sempre più convintodell’innocenza del Signore. Si accorgetuttavia che i suoi tentativi di difender-lo davanti alla folla portano solo altumulto. Compie allora un gesto sim-bolico. Presa dell’acqua, si lava lemani davanti alla folla dicendo: «Sonoinnocente del sangue di costui: Ve lavedrete voi!». Pilato menziona il san-gue di Gesù. È il sangue che egli staper versare a favore di molti, in remis-sione dei peccati (cf. 26,28).L’Evangelista conduce ancora in avan-ti la nostra riflessione su Gesù: Egli èil Re che, essendo immune da colpe, simette totalmente a servizio della giu-stizia, è il Messia che riconcilia ilpopolo con il Padre versando il pro-prio sangue, donando cioè la propriavita.

La Buona Notizia

L’ambito giudiziario spesso viene stra-volto e da luogo in cui si dovrebbeattuare la giustizia viene trasformatoin contesto propizio per annientare, inmaniera istituzionalizzata, una perso-na ritenuta scomoda. Gesù ha volutocondividere anche questo e da quelmomento ogni uomo, anche se doves-se passare in una valle oscura, nonteme alcun male perché il Signore ècon lui (cf. Sal 23,4). D’altro canto,non dobbiamo dimenticare che l’in-giustizia perpetrata ai danni di Gesù hafatto scaturire quel sangue che ci hasalvati. Questo significa che la reden-zione dell’uomo, paradossalmente, siattua proprio in quei contesti in cuil’iniquità sembra prevalere.

Carissimi Amici, in questa quar-ta tappa del nostro itinerarionel vangelo di Matteo meditia-

mo il brano che narra di Gesù davantia Pilato. Iniziamo con la lettura-ascol-to del racconto biblico.

Gesù intanto comparve davanti algovernatore, e il governatore lo inter-rogò dicendo: «Sei tu il re deiGiudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici».E mentre i capi dei sacerdoti e gli

anziani lo accusavano, non risposenulla. Allora Pilato gli disse: «Nonsenti quante testimonianze portanocontro di te?». Ma non gli risposeneanche una parola, tanto che ilgovernatore rimase assai stupito.

A ogni festa, il governatore erasolito rimettere in libertà per la follaun carcerato, a loro scelta. In quelmomento avevano un carcerato famo-so, di nome Barabba. Perciò, allagente che si era radunata, Pilatodisse: «Chi volete che io rimetta inlibertà per voi: Barabba o Gesù, chia-mato Cristo?». Sapeva bene infatti cheglielo avevano consegnato per invidia.Mentre egli sedeva in tribunale, suamoglie gli mandò a dire: «Non avere ache fare con quel giusto, perché oggi,in sogno, sono stata molto turbata percausa sua». Ma i capi dei sacerdoti egli anziani persuasero la folla a chie-dere Barabba e a far morire Gesù.Allora il governatore domandò loro:«Di questi due, chi volete che io rimet-ta in libertà per voi?». Quelli rispose-ro: «Barabba!». Chiese loro Pilato:«Ma allora, che farò di Gesù, chiama-to Cristo?». Tutti risposero: «Sia cro-cifisso!». Ed egli disse: «Ma che maleha fatto?». Essi allora gridavano piùforte: «Sia crocifisso!». Pilato, vistoche non otteneva nulla, anzi che iltumulto aumentava, prese dell’acqua esi lavò le mani davanti alla folla,

4 IV - MEDITIAMO CON IL VANGELO DI MATTEOGesù, il Cristo che viene per dare la vita (27,11-26)

di P. Roberto CecconiCP

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necessariamente, per decidersi o aseguire il cammino dell’amore a Dioo ad abbandonarlo. Questo perchél’anima amante soffre molto arimandare il sacrificio. Questo ce lodice proprio Gesù: C’è un battesimoche devo ricevere e come sonoangosciato finché non sia compiuto(Lc 12,50). Gesù soffriva perchénon era ancora venuta quell’ora, mamolte anime soffrono perché l’ora è

arrivata, l’ora di sacrificarsi e donar-si del tutto al Signore, e la rifiutanoo la rimandano per mancanza digenerosità. Sono anime che soffronoperché rifiutano l’Amore, ma, allora,l’Amore si allontana da loro,lasciandole patire la pena meritata:l’abbandono.

Dice Madre Marcucci: - Per ilcuore che ha provato quanto è dolceil Signore, sia pure alle prime carez-ze, non c’è altro mezzo per alleviarele sue pene che quello della totalededizione al sacrificio.-

A queste anime non basta vedere,udire, leggere, contemplare cose

belle, sia pure spirituali. Tornate allasolitudine e al silenzio del loro ritiropiù acuti saranno i tormenti del-l’amore e la necessità di mitigarli.Ma solo esse stesse possono mitiga-re le pene che sentono, col votarsigenerosamente al sacrificio, unicoluogo dove l’amore riposa. Esse sen-tono la necessità di dar prova alSignore, e a se stesse, del loro amoree, per questo, hanno bisogno di quel-

la pasqua in cui posso-no mangiare il panedel sacrificio. Bisognaaccettare i mezzi chela Provvidenza inviasia direttamente cheper mezzo delle crea-ture: rinuncia a se stes-so, alle proprie incli-nazioni, idee, gusti epiaceri. In una parola:IMMOLAZIONE DISE STESSI ME-DIANTE LA MORTEDELLA PROPRIAVOLONTA’!

Il riposodell’amore

Solo il sacrificio cipuò far correre corag-giosamente sulla viadell’amore e può farriposare l’anima. E’questo il riposo del-l’amore che è insiemegodere e soffrire. Sigode perché si è trova-to ciò di cui ha biso-

gno il cuore: l’unico cibo che lopossa saziare e che, in una pace e inun godimento indescrivibile, ci faràsoffrire a misura che cresce la fame,quella fame che è necessario sentiresempre più per arrivare a non deside-rare altro.

Quante volte l’esperienza ci hadimostrato che il nostro cuore non èmai rimasto così tanto consolato,contento e soddisfatto, di quandoabbiamo compiuto qualche sacrifi-cio, ancor più se questo è rimastonascosto, visto solo dagli occhi diColui che amiamo!

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“Ci ha amato e ha dato se stessoper noi” (Ef. 5,2.)

Iniziamo ora ad esaminare unaparte del nostro libro – La santità èamore – in cui Madre Maddalena M.ci descrive accuratamente, comepersona “informata dei fatti”potremmo dire con linguaggio odier-no, come il Signore ci aiuta a com-prendere se davverostiamo crescendo nel-l’amore verso di Lui ono; facendo in modo chele nostre anime possanocamminare nella santitàtranquille, con ardorecrescente, abbandonan-do quei penosi timoriche, più o meno, tuttisentono prima o poi. Sì,perché il cammino disantità, ci ripete perl’ennesima volta, non èun giogo pesante.

E’ Amore: principio,mezzo e termine dellasantità.

Allora dobbiamoessere sempre sicuri cheil nostro amore sia veroe solido, non un fervorepasseggero dovutomagari ad una lettura,una particolare circo-stanza o un pellegrinag-gio speciale…

L’amoreè sacrificio

Proprio dell’amore è il sacrificar-si con piacere per la persona amata.Questa necessità l’ ha sentita Diostesso per l’uomo, che ha amato cosìtanto da venire su questa terra a pati-re e morire per lui. Ci ha amato e hadato se stesso per noi! Così l’animache veramente ama Dio, sente fortela necessità di sacrificarsi per Lui.La carità è paziente…tutto soffre,tutto sopporta (1Cor. 13,4).

Nel cammino dell’amore, quan-do l’anima è decisa ad amare Dio sulserio però ama ancora se stessa, nonriesce a decidersi e così diventa essastessa il proprio tormento e finirà,

XI - “LA SANTITÁ É AMORE” di Madre M. Maddalena Marcucci

I CARATTERI DEL DIVINO AMORE: il sacrificio

di Maria Grazia Coltorti

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6 VERSO IL CONGRESSO EUCARISTICO NAzIONALE ANCONA 4-11 SETTEMBRE 2011

MIRACOLI EUCARISTICIdi Manuela Peraio

Il miracolo eucaristico di Rimini,o “della mula”, avvenne, secondola tradizione, a Rimini nel 1223,

ed è attribuito all’intercessione diSant’Antonio di Padova. Secondo lepiù antiche biografie del santo, episodianaloghi sarebbero avvenuti anche aTolosa e a Bourges.

A Rimini, in piazza Martiri, inricordo di un famoso prodigioeucaristico verificatosi nel1223, esiste una cappella chia-mata “Tempietto”, accanto alsantuario di Sant’Antonio diPadova. Secondo la tradizione,Sant’Antonio si trovava nellacittà romagnola per predicarela reale presenza di Gesùnell’Eucaristia, quando un ere-tico di nome Bonisollo glidisse che, se avesse provatocon un miracolo la vera pre-senza di Cristo nell’Ostia con-sacrata, avrebbe aderito all’in-segnamento della Chiesa cat-tolica. L’eretico organizzò la“sfida” in questo modo: avreb-be tenuto chiusa per tre giorninella stalla la sua mula senzadarle da mangiare, poi l’avreb-be portata in piazza, mettendo-le davanti della biada.

Contemporaneamente ilsanto avrebbe dovuto metterel’Ostia di fronte alla mula: se l’anima-le avesse trascurato il foraggio peringinocchiarsi dinanzi alla particola,Bonisollo avrebbe creduto. Nel giornoconvenuto il santo, dopo aver celebra-to la Messa, recò in processionel’Ostia consacrata in piazza Martiri e,giunto davanti alla mula, disse: «Invirtù e in nome del Creatore, che io,per quanto ne sia indegno, tengo vera-mente tra le mani, ti dico, o animale, eti ordino di avvicinarti prontamentecon umiltà e di prestargli la dovutavenerazione.»

Come il santo ebbe finito di parla-re, la mula, lasciando da parte il fieno,si avvicinò e inginocchiò veramente,tra lo stupore e la commozione deipresenti, e l’eretico si convertì.

Il miracolo eucaristico di Firenzeavvenne nel 1230 nell’omonima città:un anziano sacerdote, che durante lamessa aveva lasciato inavvertitamentenel calice un po’ di vino consacrato, viritrovò il giorno dopo “del sangue vivoraggrumato e incarnato”. Nella stessachiesa, nel 1595, si verificò un secon-do miracolo eucaristico. Nella chiesadi Sant’Ambrogio, sita nel quartiereSanta Croce di Firenze, il 30 dicembre

1230 un anziano sacerdote, di nomeUguccione, nel detergere il calicedurante la messa, vi lasciò inavvertita-mente del vino consacrato: il giornodopo lo ritrovò “come sangue vivoraggrumato e incarnato”. Il liquidoraggrumato, raccolto in un’ampolla dicristallo, fu portato in curia per dispo-sizione del vescovo, monsignor

Ardingo Foraboschi. Dopo un periododi osservazione, la reliquia fu riportatanella chiesa di Sant’Ambrogio, dovetuttora è custodita in un artistico taber-nacolo di marmo, realizzato da Minoda Fiesole. Venne affidata allaCorporazione dei Giudici e dei Notai,la più importante di Firenze, la curadella reliquia, che ogni anno venivaportata in processione, e avrebbe sal-vato la città in occasione della pestedel 1348. L’episodio è descritto in unaffresco del 1486, opera di CosimoRosselli, conservato nella chiesa stes-sa. Papa Bonifacio IX, nel 1399, con-cesse alla chiesa di Sant’Ambrogio lestesse indulgenze riservate allaPorziuncola di Assisi.

IL SECONDO MIRACOLO EUCARISTICODI FIRENzE

Il 24 marzo 1595, Venerdì Santo,nella stessa chiesa divampò un violen-to incendio, durante il quale un sacer-dote, cercando di mettere in salvo lapisside con le ostie consacrate,inciampò facendo finire le particole trale fiamme.

Dopo l’incendio le particole venne-

ro ritrovate avvolte in un corporale,miracolosamente intatte.

Successivamente l’arcivescovoAlessandro Marzi-Medici, dopo un’ac-curata indagine, riconobbe il prodigioautorizzandone il culto. Le reliquiesono oggi conservate nella stessa chie-sa, nel tabernacolo della cappella delmiracolo, insieme all’altra reliquia del

sangue raggrumato, e insieme vengonoesposte ogni anno durante leQuarantore, raccolte in un unico osten-sorio.

Il 25 aprile 1356, nella chiesa diSanta Caterina presso Macerata, men-tre un sacerdote, che dubitava dellareale presenza di Cristo nell’ostia con-sacrata, stava celebrando la messa, almomento della consacrazione sgorgòdel sangue dalla particola, cadendo inparte nel calice e in parte sul lino usatodal celebrante per asciugarsi le dita edetergere il calice. Il sacerdote, delquale non ci è pervenuto il nome, riferìl’accaduto al vescovo, monsignorNicolò da San Martino, che aprì un’in-dagine canonica sull’episodio. Gli attidel processo non sono arrivati fino anoi, ma è rimasto solo il lino, ingiallitodal tempo, con una pergamena cucita aun’estremità, riportante il testoseguente: “Hic fuit aspersus sanguisD.N.J.C. de Calice, die XXV mensisaprilis anno Domini 1356”. Lareliquia è conservata attualmente nellacattedrale cittadina, dedicata a SantaMaria Assunta e a San Giuliano; vieneesposta in occasione della solennitàdel Corpus Domini.

Miracolo eucaristico di Rimini

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L’uomo contemporaneo checorre e si affanna dietro a pro-blemi e a desideri di ogni tipo,

ha in realtà bisogno di rientrare in sestesso, nel proprio cuore, fare silenzioper scoprire quel “Piccolo” nascosto,Dio, e nutrirsene nell’eucaristia dove ècelata perfino la Sua umanità.

“Rientrate nel vostro cuore! Dovevolete andare lontani da voi? Andandolontano vi perderete. Perché vi mettetesu strade deserte? Rientrate dal vostrovagabondaggio che vi ha portato fuoristrada; ritornate al Signore. Egli èpronto. Prima rientra nel tuo cuore, tuche sei diventato estraneo a te stesso, aforza di vagabondare fuori… Rientranel cuore: lì esamina quelche forse percepisci di Dio,perché lì si trova l’immaginedi Dio; nell’interiorità tuvieni rinnovato secondol’immagine di Dio: nella dilui immagine riconosci il tuoCreatore.” (S. Agostino,Sermo 18,10).

Rientrare in se stessi fariscoprire il desiderio pro-fondo di Dio, la vera felicità,la spinta verso l’eternità.“Ma per liberare il desideriodel cuore, sottraendolo allemaglie soffocanti di bisogniindotti, e consentirgli così dispingere oltre il nostrocuore, occorre che si ritrovila capacità di non fermarsi alla super-ficie, di saper guardare in profondità,di saper ascoltare la vita nel suo silen-zioso dirsi, perché la vita, se ascoltatain profondità, ci parla di Dio, del Dioda cui viene e alla cui pienezza…tende.” (Il Cielo sulla terra, p.15).Nell’Eucaristia l’uomo che ha aperto ilcuore, riconosce la sorgente della pro-pria forza, la fonte della speranza, ilprincipio della vita eterna. Secondosant’Ignazio di Antiochia “i cristianisono coloro che vivono secondo la

domenica” che vivono nella consape-volezza che Cristo li ha liberati, e chela propria vita è un dono da spendereper gli altri, “perché la sua vittoria simanifesti pienamente a tutti gli uominiattraverso una condotta intimamenterinnovata.” (Sacramentum caritatis,n.72)

Vivere secondo la domenica ha ilsenso di porre l’eucaristia al centrodella propria vita, perché “la chiesa…nasce dal mistero pasquale,… e l’eu-caristia non solo alimenta la vita dellachiesa e ne fonda la realtà, bensì gettaluce anche sui drammi della storia.Nel sacrificio di Cristo, di cui è pre-senza attualizzante e a cui ci fa parte-

cipare, consente che sperimentiamo lavittoria sul male e sulla morte e unen-doci sacramentalmente a Cristo Gesù,ci rende partecipi della vita intima diDio. Per questo essa è per noi nutri-mento, pane di vita, farmaco d’immor-talità.”(Il Cielo sulla terra, pp. 11-12)

Nei santi appare evidenti il rappor-to tra l’eucaristia e la vita quotidiana.Nell’Eucaristia hanno scoperto ilmotore che li muoveva nell’offertadella propria vita a Dio e nel servizioai fratelli. Una figura splendida dei

nostri tempi è quella di Chiara LuceBadano, riconosciuta beata il 25 set-tembre 2010; muore a 18 anni il 7ottobre 1990, in seguito a un cancroalle ossa. Non ha mai scritto nientesull’eucaristia, ma la sua vita parlavadi Dio e del suo amore per l’eucaristia.Chiara vive una grande intimità conGesù, che ella riconosce come suosposo.

In una lettera a Chiara Lubich, fon-datrice del Movimento dei Focolariscrive:” Soffrivo molto fisicamente,ma l’anima cantava”.

Chiara Badano mostra una santitàfatta di piccole cose e dell’eroismo delcuore, cuore fatto libero da Gesù euca-

restia e Parola. È l’eucari-stia che ci fa santi. Ilbeato Giovanni Paolo IIscrive:”Mettiamoci, mieicarissimi fratelli e sorelle,alla scuola dei santi, gran-di interpreti della verapietà eucaristica. In loro lateologia dell’eucaristiaacquista tutto lo splendoredel vissuto, ci contagia, e,per così dire, ciriscalda.”(Ecclesia deEucharistia, n. 62). La vitadei santi è permeata dal-l’amore di Dio, dall’amoreper l’eucarestia, trasfor-mata in servizio. E Maria èmodello per ogni cristia-

no.”Guardando a lei conosciamo laforza trasformante che l’Eucaristiapossiede. In lei vediamo il mondo rin-novato nell’amore. Contemplandolaassunta in cielo in anima e corpo,vediamo uno squarcio dei ‘cieli nuovi’e della ‘terra nuova’ che si apriranno ainostri occhi con la seconda venuta diCristo. Di essi l’Eucaristia costitui-sce qui in terra il pegno e, in qualchemodo, l’anticipazione.” (Ecclesia deEucharistia, n.62)

VERSO IL CONGRESSO EUCARISTICO NAzIONALE ANCONA 4-11 SETTEMBRE 2011

EUCARISTIA E VITA QUOTIDIANA

di Manuela Peraio

PREGHIERA PER IL CONGRESSO EUCARISTICO Signore Gesù, di fronte a Te, Parola di verità e Amore che si dona, come Pietro ti diciamo:“Signore, da chi andremo?Tuhai parole di vita eterna”.Signore Gesù, noi ti ringraziamo perché la Parola del tuo Amore si è fatta corpo donato sulla Croce, ed è viva per noinel sacramento della Santa Eucaristia. Fa’ che l’incontro con Te nel Mistero silenzioso della Tua presenza, entri nella profondità dei nostri cuori e brilli neinostri occhi perché siano trasparenza della Tua carità.Fa’, o Signore, che la forza dell’Eucaristia continui ad ardere nella nostra vita e diventi per noi santità, onestà, gene-rosità, attenzione premurosa ai più deboli.Rendici amabili con tutti, capaci di amicizia vera e sincera perché molti siano attratti a camminare verso di Te.Venga il Tuo Regno, e il mondo si trasformi in una Eucaristia vivente.Amen.

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8 UMANIzzAzIONE DELLA SOFFERENzA

Daniela Ortu

“Perché la sofferenza? Perché lamalattia? Perché la morte?” Ogniessere umano nel corso della sua

vita è obbligato a porsi queste doman-de. Se ci limitiamo ad essere spettatoridelle sofferenze degli altri e siamotroppo presi ad occuparci solo delnostro benessere, potremmo risponde-re facilmente e in modo superficialeche la sofferenza fa parte della vita,che il mondo è fatto così..... Ma nelmomento in cui facciamo l’esperienzadiretta della sofferenza o perché ciammaliamo o perché la malattia e lamorte colpiscono i nostri affetti piùcari, allora andiamo in crisi, non pos-siamo più rimanere indifferenti esuperficiali, ma siamo obbligati a dareuna risposta più seria e profonda, senon vogliamo essere preda della dispe-razione. Ecco perché molto spesso unafede assopita si ridesta e rinasce pro-prio a causa della sofferenza. Comespiegarsi la sofferenza che all’improv-viso ti colpisce senza la luce dellafede? La sofferenza, la malattia, lamorte sono contrarie alla natura del-l’uomo, che è stato creato da Dio nonper soffrire ma per essere felice, nonper morire, ma per la vita eterna. E’difficile però lasciarsi consolare daqueste parole quando si soffre, quandosi sa di avere una brutta malattia e ci sideve sottoporre a cure estenuanti conpoche speranze di guarigione. Invece èfacile chiedersi: “ perché proprio ame? Cosa ho fatto di male? Perché ilSignore mi manda questa sofferenza?Siamo anche capaci di dire che Dio èingiusto perché permette che nelmondo ci siano tante ingiustizie e chemoltissime persone innocenti ,soprat-tutto bambini, soffrano in modo disu-mano a causa della fame, delle guerre,della miseria e delle malattie e anche anoi manda delle sofferenze che nonmeritiamo, perché non abbiamo fattonulla di male. Ma Dio non è rimasto aguardare dal cielo l’umanità che sof-fre, ma ha mandato il suo figlio GesùCristo a condividere con l’uomo lasofferenza e perfino la morte. Nessunopiù di Dio può comprendere ogninostra più piccola sofferenza e nessu-no più di Dio ci è vicino nel nostroletto di dolore quando non c’è più nes-suna speranza e solo la morte ci aspet-ta, perché Lui stesso per mezzo diGesù Cristo ha sofferto ed è morto.Nella mia vita ho imparato che Dio èPadre buono e non ci punisce, ma ciama in un modo così straordinario chenoi non riusciamo a concepire. Dioama tutti senza distinzioni: i santi e i

peccatori per Lui sono ugualmenteamabili. Il Signore non vuole la nostrasofferenza, ma questa è una condizio-ne a cui l’uomo è obbligato a sottosta-re perché il peccato e la morte , chenon vengono certo da Dio, ma dalmaligno , hanno corrotto la perfezionedella creazione. Ma siamo chiamatialla Speranza! Gesù Cristo che hacondiviso in tutto e per tutto la nostracondizione umana, tranne che nel pec-cato, attraverso la sua morte, ha vintodefinitivamente la morte con la suagloriosa resurrezione, aprendoci leporte dell’eternità. Ecco che allora

ogni sofferenza umana vista alla lucedella Fede acquista un valore inesti-mabile, perché associata alla sofferen-za redentrice di Cristo. In ogni personache soffre e quindi in ogni ammalato èpresente Cristo.

Dobbiamo rispettare, amare,contemplare chi ha il volto sfi-gurato dalla sofferenza perché

in quel volto si nasconde l’effige diCristo crocifisso. Forse spesso, noioperatori sanitari che siamo quotidia-namente a contatto con la sofferenzaumana, ci dimentichiamo di questo:probabilmente l’abitudine a vedere difronte a noi un ammalato ci porta asottovalutare la sofferenza altrui ,divedere “il caso” e non “il vissuto”

della persona. Ma in questi anni dilavoro,prima in ospedale,nei serviziterritoriali e domiciliari dopo, e adessoin una Casa di Riposo ho capito unacosa : ogni volta che si ha di fronte unapersona che soffre, bisogna ricordarsiprima di tutto che quella persona habisogno di essere ascoltata, di esserecapita e poi di essere curata e assistita.Molto spesso invece ci si limita a cura-re la malattia e a prendersi cura di Lei,ma non basta. E’ giusto che un buonInfermiere e Operatore Sanitario siapreparato e sappia far bene il suo lavo-ro, curando il paziente con le migliori

e più moderne tecniche, ma il suoprimo dovere è quello di mettere alcentro delle sue attenzioni la personamalata e non le tecniche. La mia espe-rienza mi fa affermare che un ammala-to preferisce essere curato da un umileoperatore dal volto umano più che dauno che lo tratta solo come un casoclinico. Occorre lavorare sulla relazio-ne con più ampia partecipazione. Nonpretendere risposte, tollerare i silenzi, idisappunti, il malumore, riuscire adascoltare al di là “del detto”. Le rela-zioni sono portatrici di crescita edanno uno scopo alla vita .La mancan-za di relazioni causa disperazione evuoto. Esse giocano un ruolo vitalesia nel processo di guarigione sia inquello di disintegrazione.

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È stato recente-mente lanciato ilnuovo sito webdella congregazio-ne (http://www.pas-siochristi.org) con una nuova grafica,nuovi colori e tanti nuovi servizi. Ilnuovo sito però non ha ancora avuto ilrilascio di tutte le sue funzionalità: almomento attuale ci troviamo nellaFase 2 (delle tre complessive) che pre-vede la creazione degli utenti e dellearee private e delle funzionalità legateall’utenza. In seguito il sito si dovreb-be arricchire delle ultime funzionalità,e fra queste uno spazio di discussionee forum per gli utenti registrati. Laregistrazione è possibile a tutti (ancheai laici, quindi), ma per ora è modera-ta. Sul sito si troveranno le opportuneindicazioni.

PASSIONISTI PIETDopo il 45° Capitolo PIET

Il 15 maggio scorso sono statidivulgati i nuovi organigrammi dellecomunità della Provincia, secondoquanto stabilito dalla curia elettanell’ultimo Capitolo PIET (21-26 feb-braio 2011). Quello che si nota è unasostanziale stabilità delle comunità,salvo un paio di eccezioni. Per quantoriguarda gli AGC, nelle marche ilmovimento perde il contributo di p.Sandro e ritrova p. Bruno De Luca, giàassistente delle fraternità di Macerata.

CHIESA - UNIVERSALEGiovanni Paolo II e il suo tempo

Sei anni fa il mondo si è fermatoalla notizia della morte di Giovanni

Paolo II, il papa polacco eletto nel1978.

Si tratta di colui che ha traghettatola Chiesa di Dio nel nuovo millennio.Il suo pontificato è stato segnato davari fatti di rilievo: dalla fine del fran-chismo, dalle prime votazioni per ilparlamento europeo, dalla nascitadella repubblica islamica dell’Iran.Negli anni ‘80 dalle vicende dellaLoggia P2, dalla presidenza di Regan,dalla perestroica di Gorbačëv , dellacrisi di Chernobyl e dalla caduta delmuro di Berlino; negli anni ‘90 dallacrisi dei Balcani e dai genocidi diSomalia e Ruanda; infine dall’attenta-to alle torri gemelle, dalla lotta al ter-rorismo, e dalla caccia a SaddamHussein, e Bin Laden.In tutto questo,il papa Giovanni Paolo II è rimastouomo di speranza.

Proprio quando sembrava che ilmondo conoscesse l’apice della vio-lenza ha fondato le GMG in cui milio-ni di ragazzi hanno scoperto la frater-nità cristiana. Giovanni Paolo II èstato un grande comunicatore che hafatto risuonare la voce di Cristo, coisuoi numerosi viaggi, in ogni angolodel mondo. E, nell’accostare i “diver-si” per fede e razza, ha messo al centrodel suo messaggio il grande comanda-mento dell’amore. Il 1 maggio 2011 èstato elevato agli onori degli altari e laChiesa ne celebrerà la festa il 22 otto-bre.

CHIESA - ITALIANACristiani e politica. Posizioni conci-liabili?

In questo anno anniversario dellaunificazione dell’Italia, sono numero-se la manifestazioni tese a recuperarela ricchezza della storia del nostroPaese, ed anche la Chiesa partecipa aqueste celebrazioni.

Sebbene infatti il nostro Paeseabbia inoppugnabili radici cristiane(dovute anche all’importante contribu-to dei cattolici per il raggiungimentodi questo traguardo), c’è un certo pen-siero laicista che tenta di negarne ivalori e la tradizione popolare. Perprecisare questa problematica, in unintervento al convengo “cattolici aconfronto” che si teneva alla Camera,il Segretario della CEI, Mons.Mariano Crociata, ha incoraggiato icattolici che occupano funzioni istitu-zionali ad una rinnovata scoperta deivalori cristiani. Mons. Crociata si èdichiarato persuaso del fatto che unpensiero teologico forte sia non solopossibile, ma che servirebbe a tagliaretrasversalmente l’intero emiciclo rac-cogliendo il consenso di cristiani diogni schieramento.

SOCIETà - MONDIALESentenza libica sull’Europa: fatwa!

Sono numerose le nazioni coinvol-te nel conflitto libico in corso contro ilregime di Gheddafi. I più attenti ricor-deranno che l’Italia ha premuto perl’intervento della NATO subendol’esplicita minaccia di Gheddafi diinvaderci con immigrati clandestini edi colpirci con atti terroristici.Ulteriore preoccupazione ha causato ilconsesso degli imam di Tripoli, chesui Paesi europei, e tra questi l’Italia,ha pronunciato una “fatwa”, ovverouna sentenza di morte perché, in unbombardamento, sarebbero mortialcuni di loro. I musulmani libici fede-li al rais, infatti, minacciano di fare1000 morti per ogni imam ucciso. Peril momento la sentenza è rimasta inat-tuata, ma c’è di che preoccuparsi segià in Inghilterra ci sono stati arrestipresunti terroristi che si presumevastessero preparandosi per dare seguitoa tale sentenza.

SOCIETà - ITALIAGiornali e pedofilia: informazione obusiness?

È notizia recente quella dell’enne-simo scandalo di un sacerdote accusa-to di omosessualità, pedofilia e spac-cio di stupefacenti. Il sacerdote, chesarebbe anche sieropositivo, e dacanto suo nega ogni addebito, o quasi.Non nega infatti la pratica omosessua-le, ma la pedofilia e lo spaccio di stu-pefacenti. Si tratta certamente di unabrutta storia che ha fatto impallidireanche il card. Bagnasco che ha imme-diatamente sospeso il parroco.

Di fronte a questa situazione giànon bella, però, appaiono come scia-calli coloro che manipolano l’informa-zione per creare scandalo nello scan-dalo. Tra questi mi sento di collocareanche quei giornali della carta stampa-ta che hanno parlato di un procaccia-tore di vittime per il Seppia, indican-dolo in un seminarista. La notizia,infatti, non è falsa ma manipolata: ilsoggetto in questione, ormai più chequarantenne, è stato seminarista circa20 anni fa. Ma allora perché parlare di“un seminarista”? Che anche stavoltaabbia ragione Striscia, che per altreragioni ha lanciato il tormentone: “cisi paga lo stipendio”?.

PASSIONISTI-CHIESA-SOCIETà

Passionisti

Chiesa

Società

http://www.pcs-news.tk p. Lorenzo Mazzoccante, cp

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Il 10 aprile si è svolta la 13a giornatadi spiritualità degli AGC presso ilsantuario di San Gabriele. La prima

volta avvenne il 3 luglio 1999; poi si èsvolta ogni anno quasi sempre presso ilsantuario di San Gabriele, come il luogopiù centrale per le Fraternità, stimolanteper la forte e semplice spiritualità di SanGabriele, con ottime possibilità di acco-glienza anche per un grande numero dipartecipanti.

La mattinata è stata animata da unacatechesi del P. Francesco Cordeschi,fondatore e animatore dei giovani dellaTendopoli sul tema: “Quale missio-ne”?

La prima ragione per cui furonoistituite queste giornate di spiritualitàfu quella di ritrovarci con tanti AGCprovenienti dalle varie Fraternità perapprofondire insieme la spiritualitàlaicale passionista. Ora sentiamo l’ur-genza di approfondire l’aspetto apo-stolico della spiritualità laicale passio-nista, tenendo presenti i forti stimoliche la Chiesa sta dando oggi ai laicicristiani, in particolare il B. GiovanniPaolo II, nella grande esortazione:

Giornata di spiritualità degli AGCSantuario di San Gabriele: 10-04-2011

“Fideles Laici”, dedicata in gran parteall’apostolato dei laici nella Chiesa,tenendo poi presente anche l’esempiodel nostro Fondatore.

Abbiamo ricordato spesso lanecessità di crescere nell’impegnoapostolico, se vogliamo essere unmovimento ecclesiale che desideraavere un avvenire e un ruolo nella vitadella Chiesa. Il P. Francesco ha rispo-sto in modo perfetto a questo scopocon la sua catechesi, definita dagliAGC “vivace, irruente, magistrale,sconvolgente”. Dopo aver ricordatoampiamente il ruolo e la missione deilaici nella storia della Chiesa e il lororapporto con la vita religiosa, il P.Francesco ha parlato ampiamentedella missione degli AGC alla luce diMaria, iniziando nella famiglia e nelleFraternità, poi nella chiesa locale enella società, fino al dono e sacrificiodi sé, come Maria ai piedi della croce.Ha concluso citando l’esempio delFondatore che scriveva: “Vorrei esseretutto fuoco di amore, fino a bruciarenon solo chi ci passa vicino, ma anchetutte le creature, affinché tutte cono-scessero e amassero il Sommo Bene”.

P. Alberto CP

Diventare una fucina

La conferenza del P. FrancescoCordeschi nella Giornata di spiritualitàdegli AGC è stata molto vivace, nonsolo per il carattere irruente e coinvol-gente dell’oratore, ma anche per quan-to ha voluto trasmetterci. Verità che ilnostro Assistente, con “tenacia profeti-ca”, ha più volte rilevato, sottolineatoed esortato. Padre Francesco, parlandodei laici, ha detto che capire che cosasignifica essere “battezzato”, rendeimpegnativo il battesimo.Concretamente mi ha fatto pensare chel’adesione agli AGC porta il laico a

diventare una vera fucina per farememoria della passione, morte e risur-rezione di Gesù. In questo modo illaico missionario rende viva la Chiesa,con il dialogo e con l’azione.

Marvì

Questa catechesici aiuterà ad esserepiù missionari

Caro padre, la ringrazio per laCatechesi del P. Francesco. Questacatechesi per me ha un significatomolto grande per conoscere la volontàdi Dio nella mia vita. Parlando del miogruppo di preghiera, il mio Vescovo miha esortato a far fare al gruppo l’espe-rienza della meditazione della Parola diDio ed l’esperienza del Cenacolo. Conil nuovo anno sociale inizieremo ilcammino missionario con l’istituzionedi centri di ascolto dove si terranno, unavolta al mese, i Cenacoli. Prima deiCenacoli, dovremo riunirci per interio-rizzare e meditare il brano del Vangelo,che porteremo poi nel Cenacolo ai fra-telli più lontani. Il gruppo laicale nondeve fermarsi solo alla preghiera, madeve svolgere nella Chiesa anchela funzione profetica e apostolica.Vorrei fare mia la catechesi di PadreFrancesco per aiutare questa piccolacomunità che vuole crescere nelladimensione missionaria; questa cate-chesi è molto bella e ci aiuterà a com-prendere il grande dono dell’apostolatodei laici.

Vincenza Buscio

Siamo mandati nelmondo come gli apostoli

Il centro della mattinata è stata lamagistrale conferenza del vulcanicoed avvincente Padre FrancescoCordeschi, arricchita dagliinterventi di tanti altri, sul tema“Quale missione del laico nellaChiesa?”. Il discorso è incentrato sulcompito che spetta agli ACG, chiamatia testimoniare da laici la Passione diGesù nel mondo di oggi, mettendo inpratica i cinque verbi concretidell’Amore. Come Gesù ha inviato isuoi Apostoli a testimoniarlo nelmondo, così oggi manda noi per com-piere nel suo nome la nostra missionepresso i poveri nel corpo e nello spiri-to. Solo in questo modo, anche senzatroppa scienza, ma con tanto amore, sidiventa veri testimoni del Crocifisso.

Rucci Riccardo.

P. Francesco

tiene la conferenza

P. Francesco presiede l’Eucaristia

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“Non ho altre maniche le vostre!”

Da alcuni anni, le Fraternità degliAmici di Gesù Crocifisso s’incontranoper una giornata di Spiritualità a SanGabriele. Quest’anno eravamo più di350 persone. Nella preghiera delleLodi, davanti al Santo dei giovani, P.Alberto ci ha letto alcune commoventitestimonianze di Amici, che hanno vis-

suto e vivono nella propria vita l’amoredi Cristo, partecipando alla sua croce.Queste testimonianze hanno dato forzae coraggio anche a noi per affrontare leprove della vita, sentendoci nelle manidi Dio. La catechesi dl P. FrancescoCordeschi, fondatore della Tendopoli,sul il tema: “Quale missione dei LaiciAGC.?”, dopo aver descritto il percor-so dei Laici nel tempo, ha trattato comeoggi il Laico può lavorare nelle realtàsecolari, indirizzandole a Dio, per con-tribuire alla consacrazione del mondo.

P. Francesco ci fa un’equazione:Maria sta a Gesù come il LaicoPassionista sta al religioso Passionista.Maria è stata la prima missionaria laica.Il cammino della Madonna in viaggioverso una missione alla cuginaElisabetta, noi lo facciamo vivendo latestimonianza nella Fraternità, nellarealtà ecclesiale e nella parrocchia.L’Icona della Madonna alle nozze diCana, per noi è la testimonianza di por-tare il Signore nel sociale, nel mondo esoprattutto in famiglia. L’Icona dellaMadonna sotto la Croce, per noi è

donare la vita, culmine della missione,conformandoci pienamente a GesùCrocifisso. Ha concluso che nell’ultimaguerra una statua di Gesù fu rovinata; sicercò di aggiustarla, ma non si trovaro-no le sue mani. Al posto delle mani fuposta una scritta: “Non ho altre maniche le vostre!”. P. Francesco ci ricordache noi laici Passionisti siamo le manidi Gesù Crocifisso.

Pina e Rita

Costruire un veroMovimento LaicalePassionista

Grazie, padre, per la stupendagiornata, ricca di spiritualità, trascor-sa insieme agli AGC presso ilSantuario di San Gabriele. All’ultimomomento il diacono Vito ha comuni-cato a me e a mia moglie, che sul pul-lman si erano liberati due posti perpoter partecipare anche noi alla gior-nata di spiritualità. Ho così riassapo-rato il gusto dello stare insieme nonsolo nella preghiera ma anche in unavera fraternità. La catechesi del PadreFrancesco è stata interessante e meri-tevole di tanti approfondimenti nonsolo teologici ma anche pratici,soprattutto per approfondire meglio ilconcetto di “comunità” e quello di“fraternità”. Il tentativo che si stacompiendo nella famiglia di SanPaolo della Croce è enorme: costitui-re un movimento laicale, inseritonell’Ordine dei Passionisti, è impresa

ardua ma non impossibile. I primipassi sono stati compiuti ma ora losforzo va accelerato.

Raffaele Landolfo

Da un gruppodi preghiera a un gruppoecclesiale e missionario

Carissimo padre, hoappena finito di leggerela bellissima catechesi diP. Francesco Cordeschi,che mi ha commossa, mifatto tanto riflettere sullamia vita e mi ha portataindietro nel tempo,all’inizio del mio cammi-no di fede.

La Madre Celeste èstata la prima ispiratrice,è stata Lei che mi ha fattoconoscere il suo amatoFiglio tanto da farmeneinnamorare immensa-mente. Spesso in preghie-ra le ho chiesto di nonfarmi vivere una sempli-ce spiritualità finalizzataalla sola preghiera ma divivere e trasmetterel’amore del Signore inmodo concreto nella vitaquotidiana. Non mi eroancora resa conto che leigià stava esaudendo le

mie richieste. Tutto è iniziato negliesercizi spirituali fatti a S.Gabrielenell’agosto 2009, quando ho deciso diiscrivermi agli AGC.

Vivere nella mia fraternità di Barila fecondità della preghiera è una gioiaimmensa e ancora di più l’esperienzadi questo primo anno conla Peregrinatio Crucis mi ha fatto cre-scere spiritualmente e riflettere sulvero significato della parola “Amore”,quello vero, del cuore, della sofferenzae della condivisione e non dell’appa-renza.

Vivere la nostra spiritualità passan-do da un “buon gruppo di preghie-ra” a un “gruppo ecclesiale e missio-nario”, è quello che ho sempre desi-derato e quindi essere in camminocome Maria, essere come Lei ai piedidella croce e lasciarsi usare da Lui peressere strumento salvifico del mondo,non può che rendermi felice e orgo-gliosa di esser stata scelta da Lui e diappartenere alla famiglia Passionista.

Mimma Sciannameo

Amici di Gesù Crocifisso nella giornata di Spiritualità a S. Gabriele

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12 PEREGRINATIO CRUCIS

Nella Quaresima 2011 circa 60Crocifissi hanno visitato cen-tinaia di famiglie a

Civitanova, Morrovalle, Macerata,Recanati, Montecosaro, Porto S.Elpidio, S, Tommaso, S,Elpidio a M.,Giulianova, S. Nicolò a T.,Roccaraso, Trasacco, Bari ecc.Diamo un breve cenno della peregri-natio in alcune Fraternità.

Il cronista

Morrovalle. Caro padre, con laQuaresima è terminata la PeregrinatioCrucis; ringraziamo il Signore per labuona riuscita. A Trodica i 4 crocifissisono stati accolti durante la Quaresimadalle famiglie del gruppo e da altre. Iresponsabili sono stati presenti soprat-tutto nelle famiglie non aderenti algruppo. Per quanto riguardaMorrovalle paese, i Crocifissi sonostati due e con grande soddisfazione diMarika nuove famiglie li hanno richie-sti. Noto che anche il parroco DonGiordano nel periodo quaresimale haorganizzato una Peregrinatio delCrocifisso con i bambini della primaComunione. Come sempre è stataun’esperienza grandiosa e moltocostruttiva. Ci sono state delle serateveramente toccanti in cui si è sentitoveramente l’amore e l’unione a GesùCrocifisso; vedere gli occhi lucidi di

alcune mamme quando anda-vo a riprendere Gesù mi hatoccato nel profondo delcuore.

Nadia Montecchiari

Recanati. Vi comunicoche ho terminato laPeregrinatio Crucis. Qui aRecanati sono state visitatetrentotto famiglie con unminimo di presenze per serache andava dalle 7 alle 25persone. Negli incontri fissatidalla parrocchia alcune seresono stato affiancato dai padri

Raffaele, Natale, Marco Catorcioni eVincenzo Leone. Purtroppo non c’èstato molto interesse per conoscere ilnostro movimento, anche se le medita-zioni sono piaciute ai partecipanti.

Gianni Gelao

Roccaraso. Al termine dellaQuaresima, il Crocifisso è stato porta-

to nella Casa di Riposo dove era attesodalle suore e dalle ospiti. Il tempo èvolato in questi 40 giorni. Ogni fami-glia, dove Gesù ha fatto sosta, ringra-

zia perchè Gesù, partendo daloro, ha lasciato tanta pace. Éstata come una missione persemplici famiglie e per alber-ghi che hanno ritrovato lagioia della preghiera e la feli-cità di stare insieme. Riportostralci di testimonianze: “Hovisto al mattino i miei figlisalutare con fede GesùCrocifisso prima di andare allavoro e se qualcuno si eradimenticato, tornava indietroa salutarlo. Questi segni difede mi riempivano il cuore digioia” (Bice di Battista).

“Accogliere il Crocifisso è stata unabella esperienza. Sono rimasta sorpre-sa dall’interesse mostrato da familiarie altri di partecipare agli incontri. Éstato commovente pregare insiemegiovani e anziani. La presenza di Gesùsi è fata sentire. Gesù, tu vai via, maresti sempre con noi” (Eleonora dell’-hotel da Remo). “Avere GesùCrocifisso in casa, mi ha dato la sensa-zione di avere una persona viva concui potevo parlare e confidare tutto eLui mi ascoltava. Auguro a tutti diricevere Gesù perchè rafforza la fede epacifica i cuori” (Renata Strizzi).

Riccardo Rucci

Giulianova. Da alcuni anni, noidella Fraternità di Giulianova portia-mo il Crocifisso nelle famiglie dellaparrocchia e dei paesi limitrofi. LaPeregrinatio Crucis è stata un momen-to di preghiera molto intensa, con sen-tita partecipazione di tutti i presenti,spesso numerosi fino a 30 partecipan-

ti. La responsabileTeresa ha seguito ilCrocifisso nellefamiglie, con la col-laborazione diLorella. Ogni sera,nel pregare ilRosario e nel medi-tare la Parola diDio, ci è sembratocome se Gesù rinno-vasse la sua passio-ne dentro di noi e cisiamo sentite felicidi essere amate daGesù Crocifisso e diessere portatrici delsuo amore. Unsecondo Crocifisso,riservato soprattutto

per la visita ai malati, quest’anno perla prima volta è andato anche a RosetoDegli Abruzzi, grazie a Gina. Nellefamiglie la Croce è stata accolta congrande fede e molta commozione.Alcuni, davanti al Crocifisso, oltre apregare, hanno dato pieno sfogo allacommozione, ricordando i propri cariscomparsi da poco, trovando confortonel Crocifisso, come la famigliaGiorgini e la famiglia Fazzi. NellaPromessa d’Amore ogni giorno dicia-mo “Gesù mio Crocifisso, fa che io tiami e ti faccia amare”: questo impe-gno ci ha sostenuto durante la quaresi-ma come animatrici e con noi, anchetante altre sorelle della Fraternità checi hanno accompagnato e aiutatonell’animare la Peregrinatio.

Teresa, Lorella e Gina

Prima peregrinatio a Trasacco AQ

Il parroco di Roccaraso, Don Renato,

benedice il Crocifisso

della Peregrinatio Crucis

Don Ennio di Bonaventura benedice i

Crocifissi della peregrinatio.

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Incontro con Mons.Bruno Forte e 25° disacerdozio di P. Marcello

Martedì 19 aprile è stata una giorna-ta importante per la fraternità diFossacesia. Padre Marcello, nostroassistente spirituale, Anna Centurionecoordinatrice e Francesco Petrosemoloun rappresentante degli Amici si sonorecati a Chieti presso la sede arcivesco-vile per incontrare S.E. Mons. BrunoForte. Padre Alberto aveva fattodomanda al vescovo di essere ammessialla consulta diocesana dei laici. Ilvescovo ci ha accolti con vera gioia e siè informato del gruppo, se vi sono gio-vani e coppie. Infatti, è molto preoccu-pato dell’abbandono della fede da paredei ragazzi e giovani. La fraternità diSan Giovanni Battista, va bene in quan-to ci sono diverse coppie ed è in conti-nua crescita.

Il 19 aprile abbiamo festeggiatocon gioia 25° anniversario di ordina-zione sacerdotale di Padre Marcello edil suo compleanno. É stato un momen-to di gioia e di ringraziamento per l’at-tenzione che il nostro assistente ci pre-

sta. Auguriamo che possa continuareancora per molto tempo il suo serviziocon noi.

Paola di Simone

La consacrazioneperpetua di una coppia

Con mio marito Daniele, l’8 mag-gio ho fatto la consacrazione perpetuaa Gesù Crocifisso a Morrovalle.Sembra ieri, mentre sono già passati 11anni dal nostro primo incontro con gliAGC, voluto fortemente dalla nostracara Mariannina. Ora facciamo partepienamente e definitivamente dellaFamiglia Passionista. Questa consacra-zione passionista ci aiuterà a viveremeglio la nostra consacrazione battesi-male, con l’impegno di conoscere,amare e fare amare Gesù Crocifisso edessere vicini a chi soffre. Ci siamo pre-parati meditando più assiduamente lapassione di Gesù, aiutati in questodalla presenza in casa nostra per unasettimana di uno dei Crocifissi dellaPeregrinatio Crucis di Macerata. Conl’aiuto delle catechesi del nostro assi-stente spirituale, abbiamo compreso

meglio che sevogliamo santifi-carci, dobbiamoportare conamore la nostracroce quotidiana,insieme a Gesù.Anche se sarà uncammino diffici-le, ci impegnia-mo fin da ora perquesto scopo.

Rosalba eDaniele

15 maggio 2011 Consacrazioni aFossacesia

Il 15 maggio la nostra Fraternità haavuto cinque consacrazioni: Gentilinaha fatto la prima, Franco e Anna Mariahanno fatto il rinnovo, Giovanni eGiulia hanno fatto la consacrazioneperpetua.

P. Alberto, nonostante i suoi pro-blemi di salute, ha guidato la giornatacon tanto entusiasmo. Dopo le lodi delmattino, abbiamo riflettuto su SanPaolo della Croce alla ricerca del“Monte Santo” e abbiamo compresoche per noi laici passionisti il “Montesanto” è la spiritualità passionista, checi fa amare Gesù Crocifisso e i fratelli“crocifissi”. L’impegno nella preghie-ra e la fedeltà dell’oggi ci porterà suquesto Monte che è la meta finale.Dopo il pranzo comunitario, vissuto inpiena comunione e tanta gioia, cisiamo ritrovati nella grande basilica diS. Giovanni per l’adorazione e la santaMessa presieduta da P. Marcello econcelebrata dal P. Alberto, che hapresieduto il rito della consacrazione ene ha ricordato il significato e gliimpegni che comporta.

Paola De Simone.

La grazia della consacrazione

Grazie, padre, per averci ammessial rinnovo della nostra consacrazione aGesù Crocifisso. Abbiamo cercato diprepararci al nuovo incontro con Gesùe alla nostra promessa di amarlo edonarci a Lui senza riserve. Ci hannoaiutato il ricordo della prima consacra-zione, l’essere stati sempre presentiagli incontri, la messa e comunionefrequenti, la preghiera in comune delRosario.

Quella Croce che prima di cono-scere il carisma dei Passionisti ci rat-tristava al punto da dover ricordare,anche nella settimana santa, che Gesùera vivo in cielo per stare tranquilla,quella Croce che mi faceva paura orala bacio e la stringo al mio cuore conamore.

Certo “il nostro uomo vecchio”ogni tanto si riaffaccia ma il ricorso alSignore ci riporta subito in carreggiatae otteniamo la famosa “resilienza” dicui tu e P. Fernando ci avete parlato aSan Gabriele. Noi preghiamo per te etu prega per noi, per la nostra santifi-cazione, per una nostra presenza atti-va nel meraviglioso gruppo degliAGC.

Anna Maria e Franco

TESTIMONIANzE

Gli Amici di Fossacesia festeggiano i 25 anni di sacerdozio del

P. Marcello Pallotta

La Fraternità di Fossacesia al termine del ritiro e

consacrazioni del 15 maggio 2011

Page 14: rivista luglio agosto 2011

14

Un diacono permanenteAGC da Napoli

Carissimo P. Alberto, ho volutoaspettare il 24 aprile, Pasqua, 57°anniversario della tua ordinazionesacerdotale, per rispondere alla tua let-tera, che mi ha portato una grandegioia. Tanti sinceri auguri per il tuosacerdozio, un dono per te e per tuttala Chiesa. Abbiamo vissuto con fede ilgiovedì santo, giorno in cui il Signore

fece due doni stupendi all’umanità:l’Eucaristia e il Sacerdozio. Al centrodella sua Pasqua il Signore Prese-Benedisse-Spezzò-Donò. Prese per sépadre Alberto, perché diventasse suoper sempre. Lo Benedisse, perché ilPadre si posasse su di lui con la poten-za del Suo Spirito. Lo Spezzò, tolse dalui tutto quello che gli impediva dilegarsi a Lui. Poi lo inviò e donò, peressere Pane, Eucaristia per tuttal’umanità. Noi festeggiamo questo esiamo pieni di gioia. Non sei mai usci-to dal mio cuore e dai miei pensieri. Ilmio lavoro di diacono permanente èsempre intenso. La prima settimana diQuaresima è iniziata in un modo mera-viglioso. Ho riavuto non solo quelgruppo che avevo lasciato 2 anni fà,ma mi è stata affidata una zona interacon circa 700 famiglie. É una zonapoverissima, scristianizzata e senzafede. Ho iniziato con la via Crucismeditata; in quattro settimane il grup-po si è triplicato. Ogni giovedì circa 15fratelli vogliono incontrarsi con laparola di Gesù. In questa zona mi sonostate affidate 36 famiglie da curare inun modo particolare, un elenco di 75malati anziani, 7 fratelli agli arrestidomiciliari. Le 36 famiglie sono ilcorpo di Cristo, i malati sono il buonladrone, i 7 carcerati, colui che rifiutaCristo crocifisso. Io spero di essere

Giovanni a cui il Signore affida questocorpo per aiutarlo ad incontrarsi con laCroce gloriosa di Gesù. Per curare iltuo infarto, chiameremo il gruppo“Amici di Gesù Crocifisso”. Il tuocuore sicuramente guarirà! Affido alletue preghiere in modo particolare miofiglio Pasquale sacerdote, che é pre-sbitero nella Cattedrale CoptaCattolica del Cairo.

Volla NA - Don Antonio Piccolo

Ho scoperto checos’è e chi èil vero tutto

Carissimi AGC, ho 62anni e sono nata e cresciuta aCastrocielo, FR. Nella chiesaparrocchiale c’era una statuadi san Gabrieledell’Addolorata, per il qualeho sempre avuto grandedevozione. Quando ho lettola biografia di santa GemmaGalgani mi sono avvicinatadi più al carisma passionista.All’età di soli 16 anni e

mezzo mi sono sposata con un giovanedi Sant’Antonio Abate (Na) dove poisono sempre vissuta. Da ragazza, pen-savo che avere una bella casa, unafamiglia, dei figli sarebbe stato tuttoper me. Solo più tardi ho scoperto checos’è il vero tutto, chi è il vero Tutto.Oggi, casalinga, madre e nonna di duesplendidi bambini, ringrazio Dio pertutto quello che mi ha dato e per avercapito che avere una famiglia, deifigli, una casa sono cose importanti, sevissuti con la fede in Gesù a cui dedicoogni momento della giornata. Mi sfor-

zo di far sì che ogni lavoro domesticosia una preghiera. Offro tutto alSignore insieme alle mie gioie e allemie sofferenze. Condividere con voiriflessioni, catechesi, momenti di pre-ghiera mi dà grande pace e gioia. Viassicuro le mie preghiere e io confidonelle vostre per la mia famiglia. Visaluto e vi abbraccio in Gesù e viauguro una Santa Pasqua.

Pasqualina D’Adamo in Alfano

Grande disponibilitàdi una nuova Amicadi Trasacco

Grazie, caro padre, per quanto miha inviato, soprattutto per il libro dimeditazioni (non ne ho mai avutouno), è bellissimo. Ho iniziato lo stu-dio e la meditazione ed ogni giornoscopro, sempre di più, il senso e ilvalore del sacrificio di Gesù sullacroce, crocifisso per la nostra . Comerispondere a tanto amore? Donandoamore a tutti, specie ai malati che sonoi “Crocifissi dei Crocifissi”. Lo studio,le meditazioni e la preghiera mi stannodando molto in questi giorni di quare-sima; ho tanta strada ancora da fare eprego Gesù Crocifisso che mi dia laforza di non smettere mai di cercarlo.Grazie di nuovo per avermi subitoconsiderata aderente effettiva agliAGC. Spero che Gesù Crocifisso siacontento che una nuova sorella si siaunita al movimento. Voglio mettere adisposizione tutte le mie possibilitàper il bene dell’opera; disponga puredei miei scritti come meglio crede edanche la mia posta elettronica è a suacompleta disposizione. Come nuova

aderente agli “Amicidi Gesù Crocifisso”,cercherò di fare lamia parte, impegnan-domi a far conoscereil movimento ad altrifratelli e sorelle, miimpegnerò ad amaretanto il prossimo chemi sta accanto, parle-rò degli “Amici diGesù Crocifisso” conslancio e amore espero che altri aminoGesù Crocifisso edesiderino di far partedel nostro movimen-to.

Matilde Marcelli

TESTIMONIANzE

La famiglia Giorgini di Colleranesco e AGC si

stringono intorno al Crocifisso, ricordando il

fratello P. Fabiano Giorgini e il figlio Claudio

che partecipano dal cielo.

Sei Amici si consacrano a Gesù

Crocifisso a Morrovalle l’otto maggio

2011.

Page 15: rivista luglio agosto 2011

15TESTIMONIANzE

Monastero Santa Chiaradi San Severino Marche

Invitato da mia nipote, Sr. RosellaMancinelli, madre Abbadessa delleClarisse di S. Severino MC, a parteci-pare alla professione solenne di una

suora, il 1° maggio ho avuto la gioia dipartecipare, insieme a mia sorella,madre dell’abbadessa, a mia figlia eRita Maraessa, alla professione solennedi Sr. Chiara Maria Zappia. Che diredell’avvenimento? Al di là della crona-ca, è stata una esperienza toccante.Suor Chiara Maria si è donata total-mente e in modo esclusivo all’amore diDio che l’ha attratta a sé, chiamandolaalla vita consacrata. L’iniziativa é sem-pre del Padre, ma Suor Chiara Maria harisposto con una dedizione incondizio-nata della sua vita mettendo tutto, pre-sente e futuro, nelle mani di Dio. Adalcuni Cristo chiede un coinvolgimentototale, che comporta l’abbandono diogni cosa, per vivere in intimità con luie seguirlo dovunque Egli vada. É loSpirito Santo, che attrae e ha afferratoSuor Chiara Maria; è lo Spirito chesuscita una risposta piena. É lo Spiritosanto che quando c’è una risposta posi-tiva, conduce ogni persona alla pro-gressiva conformazione a Cristo.

Pio Calvarese

Il mio camminospirituale va avanti

Caro padre, sto vivendo la spiritua-lità passionista offrendo al Signore tuttele azioni, le preghiere e le sofferenzedella giornata. Sono iscritta tra gliAmici di Gesù Crocifisso come aggre-gata alla comunità di Fossacesia. Speroprima o poi di riuscire a partecipare agliincontri di formazione che si tengono aFossacesia, se il Signore vorrà. Intantocerco di amare Gesù, anche facendo laVia Crucis ogni giorno. Prego anch’ioper te e per la tua salute e ti ringrazio

delle tue preghiere per me e per la miafamiglia. Il mio cammino spirituale vaavanti. Cerco di meditare la Passione diGesù per stargli vicino, contemplarlo eimparare da Lui come si ama Dio e ilprossimo.

Virginia Criscuolo

Unire preghierae impegno per il Signore

Caro padre, mi fà tanto piaceresentire che stai meglio di salute; hopregato e continuerò a pregare. Sai chealmeno da 15 anni la mia preghierainizia alle quattro del mattino e pregoper tante intenzioni. Pregare per me èuna gioia che viene dalcuore. Vorrei donarmicompletamente a Gesùquest’anno. Cosa nedici? Forse non sonopreparato come sideve, ma voglio con-sacrare completamen-te il mio cuore a Gesù.Ricevo sempre le stu-pende catechesi chemedito con fede. Nefaccio tante copie e leoffro al parroco e atutti coloro ai qualiporto l’Eucaristia a casa, agli anzianiche conosco e che frequentano poco laparrocchia. C’è tanta gente che noncrede e sempre più si allontana dallafede: dobbiamo fare qualcosa per loro.

Paolino e Rosalia di Gattatico RE

Frutti della meditazione

Carissimo padre, anche se personal-mente non ci siamo mai incontrati,sento molto la vicinanza del tuo cuore equesto mi edifica molto. Quando due otre persone sono «riunite» nel nome diGesù, Egli è in mezzo a loro e se, darisorto, è entrato nel Cenacolo «a portechiuse», significa che per lui non esi-stono distanze. Continuo la meditazio-

ne per mezzo del tuo libro e sto com-prendendo quanto sia importante farecon perseveranza l’orazione mentale,che è un’arma potentissima per respin-gere gli attacchi del maligno e, soprat-tutto, per restare immersi in Dio. Avolte la battaglia è dura e mi sembra disoccombere, ma è stupendo sentirsiamati da Gesù. La nostra “conversione”non è semplice. Io sono stato semprevicino a Dio, sin da bambino, ma spes-so la tentazione, per me, è stata forte esi è sempre manifestata ogni qualvoltache ho elevato veramente l’anima aDio. Questa mattina ho meditato sul“baratto infame” di Giuda, che ha sven-duto Gesù per il prezzo di uno schiavo.Anch’io, spesso, ho assunto in un modo

morbido questo comportamento, sven-dendo il mio Signore anche per meno.

Tuttavia la sapienza e la misericor-dia che Egli continua ad usarmi mistanno spingendo a lasciare tutto ciòche mi impedisce di correre versoGesù, come Egli corse, per tutta la suavita, verso il compimento della volontàdel Padre suo. Gesù ha amato perchè hasempre cercato la volontà del Padre. Iosono chiamato a fare altrettanto: rinun-ciare alla mia volontà e immolarla conamore sull’altare della mia vita quoti-diana, vivendo in pienezza la vocazionealla santità a cui sono chiamato. Se riu-scirò, con l’aiuto di Dio, a mettere Gesùal primo posto, allora sarà per me unavera Pasqua di risurrezione.

Nuovo Amico padre di famiglia

8 Maggio aMorrovalle:Elsa Menchi

si consacra persempre a

Gesù Crocifisso8 maggio:Daniele eRosalba

s’impegnano persempre di amare

e fare amareGesù Crocifisso.

Pio Calvarese con la nuova

Clarissa suor Chiara Maria

Page 16: rivista luglio agosto 2011

Calendario degli Amici

01 luglio Festa del Preziosissimo Sangue03 luglio Ritiro Mensile a Morrovalle8-13 e 15-20 agosto: Due corsi di esercizi spirituali11 settembre Ritiro mensile a Morrovalle

Ricordiamo al Signore i nostri defunti:

Tolomelli Tina di Civitanova: 1-1-2011 - Campanelli Rosa di Civitanova: 14-4-2011, consacrata perpetuaCompagnucci Valentina di Macerata: 31-04-2011 – Marcolini Edvige di MC: 15-5-11, consacrata perpetua.

Luglio-Agosto 2011 – Anno XII n. 4

Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46)Art. 1, Comma 2, DCB Macerata.Editoriale ECO srl - C. c. p. 11558624Dir. Tonino Taccone – Red. P. Luciano TemperilliPiazzale S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle McT. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394E-mail [email protected]://www.amicidigesucrocifisso.org

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Festa della Famiglia Passionista - San Gabriele 2 giugno 2011