Sintesi Storia Romana

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  • 1. PROBLEMI DI METODO PER LA STORIA DI ROMA ARCAICALa tradizione letterariaLe narrazioni delle fasi pi antiche della storia di Roma si svilupparono a partire dal III sec. a. C. fino a Tito Livio e Dionigi d'Alicarnasso. Prima di arrivare alle opere di tali autori la storiografia era costituita da una traduzione letteraria di storici greci; Fabio Pittore e Cinicio Alimento si rifacevano a notizie riportate per iscritto dagli storici greci. Prima ancora la storiografia si rifaceva a tradizioni orali.Livio e DionigiLe opere di questi autori vanno dalle origini fino all'incendio gallico, in maniera disorganica per estensione e organizzazione dei materiali. Avevano premesse diverse, ma entrambi hanno elaborato l'annalistica romana.Dionigi tendeva all'ampiezza narrativa per fornire ai greci un quadro etnografico prima, poi analizzare nei dettagli gli episodi storici. Tale processo viene erroneamente definito RETORICO, mentre invece rappresenta il ripetersi costante della storia, tipico della natura umana. Si tende a una narrazione coerente sulla base della realt presente; il che porta a ritrovare nel passato problemi del presente, ma anche a ricostruire il passato in funzione del presente. La storiografia sulla Roma arcaica nasce nel III sec. a. C. con intenti politici secondo principi di storiografia greca, in vista di un accoglimento di Roma in una comunit culturalmente e politicamente superiore.Storiografia in lingua latinaL'esigenza di avvicinamento del mondo greco crebbe in concomitanza con l'imperialismo romano, in virt del quale la storiografia romana, superata la fase del bisogno di autogiustificazione, pone particolari attenzioni ai problemi interni dal II sec. a. C. Tale cambiamento influenz la stessa scrittura narrativa. La storiografia romana presenta una carattere unitario per l'et contemporanea o di poco precedente agli autori. I racconti tradizionali sono molto pi scarni per gli eventi del V sec. a. C.Grecia e RomaQuesto dovuto probabilmente al fatto che tale periodo era gi annoverato nella storia greca a partire dall'insediamento della citt di Roma in Magna Grecia. L'interesse dei romani per la Campania testimoniato dall'accettazione da parte dei romani del mito di Enea. Le popolazioni colonizzate facevano propria la cultura mitica greca, il che port alla nascita di un patrimonio culturale comune. Il mito di Enea port Roma a legare la sua tradizione con quella greca e svincolarla dagli Etruschi. Tale mito tuttavia recava problemi di cronologia e per colmare il vuoto tra la fondazione di Roma e l'arrivo di Enea si ricostru la serie dei re Albani. Connessioni fra Roma e l'ambito suditalico risalgono con sicurezza agli inizi del V sec. a.C. e sono testimoniati, pi che dal patrimonio letterario, da quello documentario (Cuma). Tracce di fonti nonscritte della presenza dei greci a Roma sono attestate dal ritrovamento di reperti archeologici greci a Roma risalenti al VII/VI sec. a.C. Anche la comparazione di opere d'arte greche con quelle romane o la derivazione greca di vocaboli latini testimonia un rapporto antichissimo.Ricostruzioni dell'annalisticaTale rapporto testimoniato anche dall'accurata rielaborazione annalistica. Anche la storia politica del V sec. stata riproposta negli annales del II/I sec. fino a rendere impossibile la cronologia e la distinzione di dati attendibili. Il caso delle DODICI TAVOLE emblematico. La nostra tradizione non dice praticamente nulla del contenuto che noi ricostruiamo sulla base di riferimenti. Inoltre la tradizione di un'imitazione delle Dodici Tavole con leggi greche un'invenzione annalistica, con intento nobilitante. Sar Timeo a collocare Roma nel quadro della grecit di Occidente, sfruttando tradizioni indigene e greche. Tale tradizione storica penalizza il ruolo dell'Etruria per le origini e l'et della monarchia.

    I dati dell'antiquariaAlla base della costruzione della storia di Roma vi l'idea di uno svolgimento lineare dei fatti. L'idea di "statalit" prendeva concretezza con la proiezione nell'et regia di istituti politici che danno l'idea di uno stato ben organizzato sin dalle origini (leges regiae). Il "criterio di statalit" era molto usato dai romani per ricostruire la loro stessa storia. Oggi si insiste di pi sull'analisi del processo linguistico: nonostante il contatto stretto con greci ed etruschi, non si mai verificato alcun fenomeno di bilinguismo. Il creiterio di statalit romano era in contraddizione con numerose tecniche storiografiche. Alla base di questo criterio vi erano parametri ricostruttivi di tipo ideologico-strutturale. Secondo E. Campanile e E. Montanari, la coerenza delle tradizioni dovuta a un background culturale indoeuropeo, nel senso che inserito all'interno di un preciso sistema di valori, usi ed esigenze.AntiquariaTra il IV e il III sec. a.C. dev'esserci stata una forte selezione di dati storici, trasmessi oralmente, o di fonti documentarie: alcuni dati potevano non essere rilevanti (o essere discordanti) per il quadro politico che s'intendeva propoprre. Tali dati non possono quindi essere usati per il racconto tradizionale.Annales Maximi (et augustea)80 libri che contenevano la stesura delle annotazioni che il pontefice massimo registrava ed esponeva all'ingresso della sua abitazione (Regia). Erano avvenimenti a carattere perlopi pratico e sacrale. Si ipotizza che siano stati scritti intorno al 130 a.C. nel pontificato di Mucio Scevola. Tali annales non dovrebbero per aver avuto peso sulla storiografia annalistica.

  • Fasti consolariPiuttosto lo schema della narrazione storica fu fornito da tale elenco di magistrati. I dati qui riportati sono quasi del tutto certi, a eccezione dei primissimi dati, che si basavano su dediche di monumenti ecc. Altri dati erano di trasmissione orale. Le tradizioni orali variano a seconda degli usi e del contesto sociale in cui nascono. Molti dati di fatti storici dovevano appartenere all'ambito nobiliare, il che porta al pericolo della deformazione. Dati religiosi e di riti poggiano sulla continuit della ripetizione e documentazione nei templi, quindi la documentazione era vincolata, ma monumenti, epigrafi ecc. hanno aperto spazio a interpretazioni anche mitiche, poich spesso se ne perdeva il ricordo delle origini. Tra il IV e il III sec. sar stato facile organizzare tale documentazione tenendo conto dei confronti con il patrimonio storico di greci ed etruschi. Per l'analisi storica delle fonti resta preferibile analizzare ogni pista separatamente, tenendo conto del contesto in cui sono stati sviluppati i documenti di riferimento. Il confronto tra tali fonti non dovr mai essere, quindi, tentativo di conciliazione e ricostruzione unitaria.

    2. L'ET ARCAICALe origini e l'et regiaLa ricostruzione della storia delle origini di Roma si basa sul modello delle fondazioni coloniarie greche. Tale schema presuppone l'idea di statalit, che comporta un impianto di strutture sociali e costituzionali, l'esistenza di un potere centrale. Tale schema contraddetto dalle stesse vicende storiche. La storiografia moderna ha sviluppato il concetto di FORMAZIONE, applicato allo sviluppo di una comunit, la quale, con un lento e lungo processo, arriver a fondare la citt, il pi alto momento di convivenza civile. Tale analisi ammette influenze esterne, anche di tipo commerciale, che favoriscono differenziazioni sociali. Ed proprio ci che successo nel Lazio, in cui il modello coloniale greco esercit molte influenze. Dal VII sec. a.C. Roma nacque dalla fusione di villaggi collinari posti presso un fiume navigabile, che collegava Etruria e Campania, sulla pista del commercio del sale. Per la posizione geografica, il processo d'integrazione divenne caratteristico di tutta la storia di Roma.Lotta degli ordiniFino al III sec. a.C. predominava nella societ romana una struttura gentilizia, che tuttavia perdeva terreno di fronte alle nuove forze sociali emergenti, fino ad accettare con esse dei compromessi. Questa la lotta degli ordini fra patrizi e plebei che ha caratterizzato la politica interna fino al IV sec. A ritroso possibile ricostruire la storia di Roma arcaica come una comunit in fase prestatale, dominata da gruppi gentilizi, legati fra loro da parentele o da solidariet. Tali gruppi controllavano le attivit economiche e avevano alle loro dipendenze elementi inferiori (clienti). Probabilmente tali gentes hanno esercitato pressione dalla campagna su quei gruppi sociali che per le loro attivit si concentrarono infine in un gruppo cittadino. I capi di questi gruppi gestivano la difesa (o eventuale offesa) contro i vicini. A questo scopo designavano un capo militare. Poich tale stato di difesa era pressocch continuo, il comando unitario divenne fondamentale.I re di RomaLa tradizione ricorda 7 re nell'arco di 250 anni. Non c' motivo di negare una fase regia. La mastritatura dell'INTERREX, nominato dai senatori patrizi in caso di vacanza dei magistrati supremi, indica il carattere non dinastico del re. Vi sono molti caratteri per distinguere una monarchia etrusca del VI sec. da una precedente monarchia latina o sabina, a cui la tradizione ha attribuito un carattere guerresco, o religioso. Gi prima dell'avvento dei re etruschi vi una contrapposizione tra la tendenza del re a un potere autonomo e la resistenza delle strutture gentilizie. Evidente nella fase estrusca che il re cercava appoggio nelle strutture estranee alle gentes. La struttura della societ gentilizia si svilupp nel tempo in tre trib (Tities, Ramnes, Luceres), ognuna suddivisa in 10 curiae, che in assemblea eleggevano il re. Sulla base delle curie si organizzavano le forze militari. I capi delle gentes patrizie, i Patres, formarono una stretta assemblea di 100 persone, il Senato, che in virt del forte potere decisionale divenne il Consilium del re (e poi dei magistrati repubblicani).Lazio e EtruriaLa comunit romana dei secc. VII/VI a.C. apparteneva al gruppo etnico dei Latini; il Tevere divideva i Romani dagli Etruschi. Entrambi avevano rapporti commerciali coi greci, che li influenzavano culturalmente e artisticamente e in campo religioso. Roma rimase una citt latina nonostante i numerosi scambi. La vita della comunit romana del sec. VI a.C. sembra essere caratterizzata da una forte mobilit sociale, specie con gli Etruschi (vd. Tarquinio). Era una societ aperta al nuovo, ma che non cambiava le basi agricole dell'economia e i suoi costumi, pur assimilando culture diverse. La struttura aristocratica quindi restava pressocch invariata, o al massimo rafforzata con elementi nuovi. Questo processo di integrazione, che port anche all'armamento oplitico, ebbe luogo fino alla prima et repubblicana, poi s'interruppe per quasi un secolo e ricominci nel sec. IV. Un altro aspetto della mobilit sociale Lazio-Etruria fu la scorreria di bande armate, il cui esempio culmine fu Servio Tullio (sesto fra i Tarquinii), il cui nome etrusco era Mastarna. Anche il re Porsenna di Chiusi, si impadron di Roma nella cacciata di Tarquinio il Superbo. Vi sono numerose fonti incerte sulla monarchia etrusca. Ci che appare chiaro, che un re in forte disaccordo con la classe gentilizia, conquist il potere con un colpo di mano, accattivandosi il popolo. Da qui forse deriva la visione di Servio Tullio come un re popolare. Con questo pare che si avvii un'organizzazione sociale di tipo "classista", con la valorizzazione dei clientes, separati dalla plebe (con la quale si fonderanno nel V sec. a.C.). La tensione fra monarchia e patriziato si

  • accentu con Tarquinio il Superbo, che port Roma all'avversione per la monarchia (storicamente documentata). Nel 509 a.C. fu quindi istituito un regime repubblicano, che costitu una vittoria per l'aristocrazia delle gentes. Tuttavia la fase monarchica etrusca rappresent per Roma un momento di grande progresso.

    La Roma dei TarquiniiDobbiamo le notizie su questo periodo storico a Giorgio Pasquali. Poich lo studio si basa sulla scoperta di numerosi dati rcheologici, si pone un problema epistemologico: possibile comparare serie documentarie diverse per periodo? Che metodo usare? Il dato archeologico viene interpretato alla luce del quadro letterario fornito dai documenti, che a loro volta vengono confermati dalla ricerca archeologica. La Roma etrusca si presentava come citt ampia e ricca, a carattere mercantile, culturalmente e politicamente ispirata alla civilit greca. Verso il VI/V sec. a.C. questa civilt pare abbia vissuto un periodo di decadenza, conseguenza della caduta della monarchia etrusca. Le fonti che attestano forti influenze elleniche sono resti monumentali, una muraglia di periodo serviano che cingeva la citt; resti di templi dedicati a divinit greche; documenti che menzionano artigianati e mestieri attestano le attivit di falegnameria e traffici commerciali. L'ordinamento timocratico attribuito a Servio Tullio era ispirato dalle costituzioni greche. Nella divisione fra centurie della fanteria pesante della legione romana e le centurie dei IUNIORES delle prime tre classi dell'ordinamento centuriato, Pasquali condivideva la risalenza all'et serviana e all'inizio dell'et repubblicana per la presenza di due consoli. Nonostante l'elemento etrusco fosse minoritario, se si accetta che il primo trattato romano-cartaginese coincide col primo anno della repubblica (509 a.C.), induce a credere che Cartagine considerasse Roma una della citt etrusche con le quali stipul trattati (Aristotele, La Politica). Ma le fonti a riguardo sono incerte.L'antichissimo esercito romanoPasquali accett per la sua ricostruzione le teorie di Fraccaro sull'esercito romano. Tale osservazione riguardava dl'identit strutturale fra le 60 centurie delle fanterie di linea della legione romana e le centurie degli iuniores delle prime tre classi dell'ordinamento serviano (40+10+10=60). Pare che in un certo periodo le classi serviane formavano la legione, l'intero esercito romano (6000 opliti, 100 per centuria). Una legione comprendeva 50 uomini per centuria, 3000 fanti. Poich ogni esercito era costituito da due legioni, ne consegue che i quadri della singola legione fossero raddoppiati; secondo Fraccaro, era dovuto ai due consoli al posto del singolo comandante, all'inizio dell'et repubblicana. La derivazione serviana sembra esserne la causa, poich l'originario ordinamento serviano vedeva, accanto agli Equites, le Classis e gli Infra Classem, truppe leggere anche non combattenti. Non chiaro quale sia il passaggio tra questo ordinamento e quello repubblicano, ma in generale ammesso che quello serviano non pu risalire al sec VI a.C., poich presuppone una capacit economica inammissibile per l'epoca.L'economia di Roma arcaicaRoma poneva al centro dell'economia i traffici commerciali connessi per il Tevere; ma la tradizione della Roma etrusca era ancora legata all'agricoltura, dominata dai gruppi gentilizi fino al VI/V sec. L'ordinamento centuriato vide il suo sviluppo a cavallo tra il V e il IV sec. a.C., periodo in cui per l'assedio di Veio la tradizione vede nascere l'istituto dello Stipendium e del Tributum.Ordinamento opliticoL'ordinamento oplitico subisce un lungo lento sviluppo a partire dal VIII sec. a.C. Il modello greco fu introdotto in Etruria nella prima met del VII sec, adottato da una societ oligarchico-gentilizia. Il sistema oplitico-falangetico arriv a Roma fra i secc. VI e V. Dev'essere stato quindi introdotto dalla monarchia etrusca, ma senza motifiche alla societ romana, almeno in origine. Fino al V sec. le armate gentilizie erano composte da membri delle gentes e dai loro clienti. Con l'introduzione dell'esercito, la struttura statale divenne sempre pi solida, quando l'esercito fu composto da membri delle classi subalterne. Se l'ordinamento serviano si completato nel V sec, riflettendo la vasta utilizzazione di elementi inferiori arricchiti, si pu ipotizzare che la magistratura dei TRIBUNI MILITUM CONSULARI POTESTATE (da 3 a 8), che sostituirono per molti anni i consoli, potrebbero corrispondere ad un aumento della forza bilanciata romana. Quindi il rapporto tra ordinamento serviano e struttura della legione (Fraccaro) avrebbe avuto luogo tra il V e il VI sec. In tal caso il raddoppio del quadro potrebbe riferirsi a un ripristino dei due consoli. Ma il problema della trattazione romano-cartaginese resta ancora insoluto.Trattati romano-cartaginesiNon vi sono fonti che attestano con certezza la datazione del primo trattato al 509 a.C. Certo che Cartagine ha sempre avuto interessi a stipulare accordi con le citt etrusche. L'aspetto principale dei due trattati, la profonda diseguaglianza tra i due contraenti; Roma in netta inferiorit, le furono imposte enormi limitazioni nei movimenti marittimi, mentre i cartaginesi erano liberi di sbarcare in Lazio. In questa prospettiva, anche se non si pu dire con certezza che Roma nel 509 gi controllasse le coste laziali, certo non era gi una citt potente. La Roma dei Tarquinii n era grande, n forte di una stabilit politica.

    Roma e i LatiniLa comunit romana apparteneva al gruppo etnico latino, che si estendeva a sinistra del Tevere dai Colli Albani fino alla piana del Circeo. Due centri importanti erano Alba Longa e Lavinio. Ogni anno i latini offrivano un sacrificio solenne a Iuppiter sulla vetta dei Colli Albani, il Monte Cavo. La presenza dei Sabini in territorio romano certa. La fondazione

  • del Tempio di Diana sull'Aventino a opera di Servio Tullio viene interpretata come un tentativo di instaurare una religione federale sotto la direzione romana. Con Tarquinio il Superbo, Roma ha la sua massima espansione in Lazio, fino alla foce del Tevere a Terracina. Pare che questi abbia istiuito delle maifestazioni per il culto di Iuppiter a nome della superiorit romana, ma poich questo attestato dalla datazione del primo trattato romano-cartaginese al 509, la stessa superiorit di Roma non certa. Altre comunit latine avevano altri luoghi di aggregazione templare, forse proprio in opposizione a Roma. La caduta della monarchia etrusca mette comunque tutto in discussione.Foedus CassianumAd Aricia Latini e Cumani respinsero Porsenna, ma Roma si riprese presto con una vittoria sui latini a Lago Regillo (499 o 496 a.C.) che port al 493 a.C. alla stipulazione di un accordo, il FOEDUS CASSIANUM, dal nome del console Spurio Cassio. L'alleanza fu necessaria per resistere alla penetrazione di popoli stranieri nel Lazio, come Volsci ed Equi, che tagliarono le comunicazioni tra Lazio e Campania. Durante tutto il V sec. i Latini erano in guerra per impedire le conquiste, e Roma per acquisire il potere sul Lazio, oltre che contro Sabini (a nord) ed Etruschi (a est). Il Foedus stabiliva i rapporti tra i due contraenti sulla base della parit, escludeva reciproche aggressioni e aiuti ai nemici, prevedeva aiuti militari e divisioni uguali del bottino e conteneva clausole inerenti i rapporti commerciali. Poich il bottino riguardava anche le colonie si suppone che queste siano state divise fra Latini e Romani e quindi a popolazioni miste. Quest asituazione perdur fino allo scioglimento della Lega Latina (338 a.C.), dopodich le colonie latine furono formate solo da cittadini romani che acquisivano la cittadinanza.

    Dalla monarchia alla repubblicaSecondo la tradizione, confermata dai Fasti consolari, dopo la caduta di Tarquinio seguirono due consoli, chiamati PRAETORES. Vi sono molti dubbi. Pare che agli inizi ci fosse una differenza di ruoli (si cita un PRAETOR MAXIMUS) e che vi fosse un Magister Populi (fanteria) e un Magister Equitum.DictatorQuesti titoli rimasero in uso per indicare il magistrato in sottordine rispetto al dictator (magister populi). Storicamente, questa una carica che si attribuiva in circostanze particolari, civili o militari. Era nominato (dictus) dal console. Era anche il magistrato annuale ordinario in molte citt latine e nell'ersercito latino. Tra il 451 e il 450 a.C. fu assegnata una carica speciale di decemviri per la stesura delle leggi. I TRIBUNI MILITUM CONSULARI POTESTATE sostituirono i consoli tra il 444 e il 367 a.C. a testimonianza di una forte incertezza dei vertici.Trib territorialiSoppiantarono le trib gentilizie nel sec. V. Era indispensabile stabilirne la territorialit. Divennero anche distretti di voto, per i Comitia Tributa, e nel sec. III furono alla base dell'arruolamento. Le quattro trib urbane, che si dividevano il suolo della citt, rappresentano la continuit con le quattro Regiones dell'et regia. Le trib rustiche che portavano i nomi delle gentes, cominciarono a portare toponimi. Questi attestano la crescita territoriale a seguito di conquiste militari. Spesso per aree conquistate si attribuivano a trib gi esistenti. Si cerc anche di evitare ampliamenti del territorio romano, distanti dal centro, che avrebbero reso difficile ai cittadini la partecipazione alla vita politica.

    La societ romana del V sec. a.C.Quando la guerra aveva il semplice scopo di conquista, le gentes che combattevano e vincevano si dividevano il bottino, anche coi clientes che combattevano con loro. Anche la terra nemica conquistata veniva divisa. A ci potrebbe essere dovuta la denominazione territoriale delle trib che si vennero a formare. Pi tardi, le armate gentilizie si trasformarono in una milizia cittadina, che faceva capo ad un potere centralizzato. Nel 472 a.C. assistiamo a una delle ultime battaglie (fiume Cremera) in cui compare un'armata gentilizia: la Gens Fabia, contro i Veienti. La Gens Fabia spar poi dai Fasti Consolari.Origine della plebeCon le divisioni territoriali si svilupp una nuova classe di agricoltori proprietari, ancora distinti dalla clientela agraria gentilizia. Nacque probabilmente cos la plebe, costituita da lavoratori dipendenti, che conquistava una forte individualit in opposizione ai patrizi, tornati in auge con l'avvento della repubblica. L'inserimento della plebe nell'organizzazione militare gli port anche un riconoscimento politico. Nel 486 a.C. ci fu un momento di grave turbamento a causa del console Spurio Cassio, il quale attu una politica anti-gentilizia. Attraverso la secessione della plebe espresse il suo rifiuto del servizio militare. Con la LEX ICILIA DE AVENTINO PUBLICANDO (456 a.C.) la plebe si stabil al centro del potere e si organizz in base alle trib, con proprie leggi e propri magistrati. Durante tutto il sec. V la plebe sub una lenta evoluzione, che la port all'ordinamento centuriato (che le consent conquista e divisione di terre) fino a che non si identific con lo stesso Populus. tuttavia le gentes conservarono la loro supremazia, anche in campo religioso. I Partes per dovettero ammettere nel senato i Conscripti, che nei Fasti Consolari compaiono come plebei.DecemviratoL'aristocrazia cominci ad avvertire l'esigenza di mettere per iscritto norme gi vigenti. Gli annales forniscono solo tradizioni aneddotiche a riguardo, nulla sulle 12 tavole a eccezione del divieto di connubio fra patrizi e plebei abolito dalla Lex Canuleia. L'ipotesi di una influenza greca sulle leggi romane insostenibile. Le leggi riguardavano in gran

  • parte diritto privato e penale. Nulla di diritto costituzionale. Nel sec. V nacque l'esigenza di provvedere ad una ricompensa per i guerrieri, costretti a prestare servizio continuo. Tale esigenza si sarebbe verificata durante l'assedio di Veio, conducento all'istituzione di uno STIPENDIUM e un TRIBUTUM, a carico dei cittadini pi abbienti e quelli non impegnati nell'assedio. Tale esigenza nacque anche dall'inserimento dei cittadini di classi pi basse nell'esercito. Nel periodo premonetario i pagamenti avvenivano attraverso pani di bronzo, il che spiega il termine Aes Alienum (bronzo altrui) per definire il debito: un prestito di riserve metalliche che serviva a mantenere credibilit sociale e politica.Il problema agrarioNel V sec. si ebbero provvedimenti agrari, a partire da Spurio Cassio nel 486 a.C. Vi furono contrasti a causa della nuova strutturazione del corpo civico, fondata sulla propriet terriera.Organizzazione agrimensoriaLa tradizione letteraria nel tempo ha dimenticato come si svolgesse l'utilizzo delle terre conquistate. Le fonti archeologiche dimostrano che l'organizzazione agrimensoria, la LIMITATIO, non risale a prima del IV sec a.C. Quindi inammissibile che proprio in questo secolo, al momento della legge agraria Licinia Sestia, si fosse in grado di misurare l'estensione del demanio. Le misurazioni pervenuteci sono anacronistiche. Quindi impossibile stabilire come venisse distribuita la terra nel V sec. La pratica della Limitatio si ispirer a un metodo in uso a Terracina, basato su un Decumanus Maximus, incrociato a distanza rgolare da Cardines, le cui intersezioni formano centurie quadrate regolari.Conquiste in SabinaLo stato romano arriv in Sabina fra il 305 e il 290 a.C. Si speriment allora un complesso sistema di sfruttamento del terreno, basato su distribuzioni viritane di sette iugeri; deduzione di colonie latine e cittadine; vendita di 50 iugeri a cittadini abbienti. Secondo Fabio Pittore (posteriore di 2 generazioni) i romani conobbero per la prima volta la ricchezza, il che smentisce la ricostruzione annalistica di una grande disponibilit terrena da parte dei patrizi. Per l'agro pubblico bisogna aspettare la met del III sec. con una maggiore espansione. La legge Licinia Sestia avrebbe reso l'accesso all'agro pubblico libero anche ai plebei. La tradizione annalistica, tanto lineare quanto anacronistica, tendeva a giustificare lo scontro fra patrizi e plebei sulla base di contrasti causati dalla divisione delle terre pubbliche. tutto ci porta alle differenti condizioni in Italia che portarono alla riforma di Tiberio Gracco nel 133 a.C.Storia romana e storia italicaLa centralit di Roma nelle fonti della storia tra il VI e il V sec. dovuta alla sopravvivenza di una storiografia romanocentrica, intenta a narrare le pi antiche fasi di una vicenda conclusasi nel III sec. con la conquista romana dell'egemonia in Italia. Vi era stata una storia etrusca completamente diversa da quella greca e romana, cos come le citt della Magna Grecia o quelle sannitiche. Ma tali storiografie non erano mai prese in considerazione dai romani se non per essere distorte. Del resto questo svolgimento era favorito dalla stessa politica romana, tesa ad assimilare l'avversario vinto.Il "secolo senza Roma"Solo nel 1700 si svilupparono tendenze storiografiche opposte, tese alla valorizzazione del "piccolo stato" in voga nel pensiero settecentesco, poich di norma retto da un regime repubblicano. Questo studio riguarda quindi l'et antica, la fase italica preromana, sottolineando quindi sa sopraffazione politica e la rovina economica e delle tradizioni che portavano le conquiste romane. Questa teoria ebbe ulteriori sviluppi nel sec XIX. Grazie alle ricerche epigrafiche e archeologiche, tese a studiare le condizioni dell'Italia a fronte di un'unit, stato possibile immaginare la trattazione di una storia italica parallela alla storia di Roma. Il tentativo era quello di superare la contrapposizioone Italia/Roma entro la nozione di una koin italica. Cronologicamente questo avvenimento coincide con il VI/V sec. Da questa prospettiva Roma sembra un punto di convergenza e di arrivo di un complesso travaglio comune a tutta la storia italica. La teoria di una storia "italica" presuppone una visione geografico-storica unitaria della penisola che, pur volendo escludere la storia romanocentrica, vede in Roma la realizzazione di un'unit. Ma nel V sec. evidente che tra le varie citt vi erano notevoli divari.La citt italicaLa costiera magno-greca ed etrusca erano caratterizzate dalla presenza delle citt. I significati politici delle due tipologie di citt erano senz'altro diversi. Le citt entrusche erano rette da un sistema "feudale"; la disposizione della popolazione non modificava il territorio. Vi era prevalenza di pastorizia. Questi confronti suggeriscono di applicare con cautela il concetto di koin italica, valutandone la connessione con il concetto di "formazione", in base al quale si considerano i gruppi etnici il risultato di lunghi processi di assimilazione e acculturazione nelle aree di insediamento.La valle del PoIn quest'area si assiste a invasioni celtiche. Poich le fonti sono incerte e discordanti, si ipotizza che vi siano state numerose infiltrazioni alpine in Padania, di cui quella del V/IV sec. stata la principale. Questi gruppi celtici ributtarono gli insediamenti etruschi. L'occupazione gallica invece si arrest all'ethnos veneto, molto pi avanzato. Polibio, nel II sec., d un profilo delle comunit galliche di facile attribuzione ai secc. precedenti. Non erano sedentari, praticavano agricoltura ed erano prevalentemente guerrieri. Anche se l'affermazione polibiana che i galli non conoscevano scienze o arte non del tutto accettabile, vero che il loro profilo culturale si svilupp col confronto con le popolazioni italiche e con Roma.

  • 3. L'et medio-repubblicanaDalla conquista di Veio alle leggi Licinie SestieLa conquista di Veio nel 396 a.C. dopo una guerra decennale rappresent una svolta, con l'espansione del territorio e l'insediamento di quattro trib. Pu essere considerata anche il risultato del nuovo ordinamento militare. Da questo momento Roma veramente all'offensiva per l'espensione in Italia. Con questa civilt inglobata nel territorio romano, Roma venne a contatto coi Tarquinii.M. Furio CamilloEra il conquistatore di Veio. Fu sei volte tribuno militare con potest consolare, dittatore, fu coinvolto anche nella rivincita romana dopo il sacco gallico. La sua figura, deformata dagli annali, circondata da un alone di fatalit religiosa, alimentata da dati storici come la Evocatio di Iuno Regina e l'offerta inviata al santuario di Delfi dopo la vittoria. Potrebbe per anche rappresentare un semplice prototipo dell'uomo politico. L'ascesa di Roma fu temporaneamente interrotta dal sacco gallico del 387 o 386 a.C. (390 secondo Varrone). Le bande galliche che batterono i romani al fiume Allia e poi si impadronirono di Roma erano forse dei Senoni, dediti al mercato. Furono poi disfatti presse Caere dagli etruschi. Tale citt, alleata romana, ebbe un ruolo importante nella vicenda gallica, anche se non chiaro. Sarebbe stata la prima ad entrare nei Cives Sine Suffragio.Sacco gallico di RomaTale episodio non ebbe conseguenze gravi. I Galli si ritirarono, o perch fu pagato un ricatto, o perch intimoriti dai Veneti. Se ne ebbe notizia in Grecia e fu in virt di tale episodio che il mondo greco si accorse di Roma. La tradizione parla di un incendio, non attestato dai resti archeologici, ma possibile che vi siano stati danni alle strutture. La perdita di materiale storico una leggenda che serviva a giustificare i pochi dati storici di una certa fase. La ricostruzione urbana port alla costruzione di una cinta muraria di 11 km, le mura serviane (378 a.C.). La ripresa fu rapida. Nei decenni successivi Roma attacco i Volsci con l'alleanza dei Latini e degli Ernici in nome del vecchio Foedus Cassianum, le cui regioni stavano per venendo meno per l'accresciuto potere di Roma, la quale fin per conquistare le citt con cui era alleata. Tale minaccia era fortemente sentita in Etruria, nella quale Roma si scontr spesso coi Tarquinii. Le citt etrusche avrebbero potuto rappresentare una valida alternativa all'egemonia romana, se non fosse stato per la loro struttura sociale. Con l'aumento del benessere, a Roma si facevano pi aspri gli scontri fra patrizi e plebei. Nel 367 furono approvate le Licine Sestie sotto Furio Camillo, che secondo la tradizione liviana erano proposte da Licinio Stolone e Sestio Laterano; una delle leggi riguardava la possibilit che gli interessi pagati sui debiti venissero detratti dal totale della somma dovuta; un'altra avrebbe introdotto limitazioni alla privatizzazione dell'agro pubblico; una terza, ristabilendo il consolato, stabiliva che unol dei due consoli dovesse essere plebeo. Venne istituita la magistratura del Praetor, che spettava ad un patrizio.La NobilitasCon la terza legge si riconosceva una nuova dirigenza in virt dei meriti militari. Tale ceto dirigente, la Nobilitas, si svilupp tra i secc. IV e III sulla base della Virtus. Chi Nobilis (conosciuto) lo per un generale consenso popolare. Con ci la vita politica romana assume un'altra qualit nella met del IV sec.Il problema dei debitiLa capacit economica del ceto dirigente non era eccessiva, n impediva ai plebei di riconoscersi socialmente nella dirigenza politica. Il forte cambiamento in senso democratico spiega bene l'esigenza di accedere alla direzione dello stato. Si fondava sull'istituto della clientela e la sua subordinazione anche economica. Questa dipendenza prevedeva, con l'ADDICTIO, l'assegnazione del debitore al creditore, che ne poteva disporre fino alla sua uccisione.La servit per debitiIl debito serviva al creditore per acquisire manodopera ripendente, pi che per arricchirsi. Chi era costretto alla contrazione del debito, spesso per cause estranee al suo volere, era costretto a prestare la sua opera al creditore al posto del denaro fino all'estinzione del debito, che era pe imprevedibile. Con il passare del tempo e l'acquisizione di consapevolezza, bench i debiti portarono ad un'evoluzione dell'agricoltura, divennero insostenibili. In seguito ad un episodio non chiaro del 342 a.C. in Campania, attestato dalla tradizione, fu stilata la legge Petelia (326 a.C.) che aboliva il nexum.

    Roma in Magna GreciaDi fronte ai tentativi sanniti di penetrare in Campania, i capuani chiesero aiuto a Roma contro il Sannio (343 a.C.) in virt di precedenti rapporti e alla luce della conoscenza delle mire espansionistiche di Roma. Segu la ribellione dei Latini, ormai inferiori a Roma.Pitagorismo RomanoCos Roma si affaccia all'Italia meridionale, dominata dalla cultura greca. La Magna Grecia, alla quale Roma era nota, la conobbe come potenza in forte espansione. A Taranto vi furono numerosi tentativi di inglobare Roma nell'ambito dell'influenza pitagorica. Si immagin un discepaolato di Numa Pompilio da Pitagora, che Roma accett di buon grado, poich attestava una cultura romana di origine greca. Il pitagorismo rest filosofia ufficiale finch non fu soppiantato dallo stoicismo nel II sec. L'interesse greco per Roma si estese quindi fino alla sua storia pi antica.

  • La leggenda di EneaAlla met del IV sec. prende piede la teoria di un'origine troiana di Roma col mito di Enea e quello dei gemelli. Roma cerc di offuscare origini etrusche. L'espansione della citt verso nord era una tattica puramente difensiva fino al III sec. La Civitas Sine Suffragio sembra ispirata all'Isopoliteia greca. Le nuove concezioni politiche si rifacevano a modelli greci (dirigenza patrizio-plebea e nobilitas).Tombe degli ScipioniLe iscrizioni funebri del III sec. che dipendono dalle Laudationes Funebres al momento dei funerali, autoproclamano il riconoscimento pubblico che, tramite decisioni elettorali, garantiva la qualifica di OPTUMUS frai BONI. La terminologia usata attesta una derivazione da teorie politiche greche (gli ristoi). Dopo il 367 a.C. vi fu un cambiamento della concezione politica, attestato da queste iscrizioni. Nel 358 a.C. la LEX POETELIA DE AMBITU, intendeva reprimere la corruzione elettorale, legata alla ricerca di voto da parte dei nuovi candidati plebei, poich i patrizi non necessitavano di farsi propaganda. Appio Claudio Cieco, dominante alla fine del sec. IV, riassume bene questa cambiamenti: la sua censura (312 a.C.) rimase famosa per la costruzione della via Appia da Roma a Capua e per il tentativo di distribuire libertini in tutte le trib, non solo quelle urbane. La vittoria contro i Latini port a una ristrutturazione. Alcune citt latine divennero Municipia. Per il resto le altre citt divenivano sedi di trib romane. Si inserirono poi cittadini senza diritto di voto, con gli stessi doveri dei cittadini romani. Per l'amministrazione veniva inviato un Praefectus.

    L'organizzazione politica dell'Italia romanaLa Civitas Sine Suffragio era un espediente transitorio, applicato solo in determinati casi. Le esigenze erano principalmente militari. Furono quindi fondate colonie, con nuclei cittadini dediti alle armi.Colonie latineNell'entroterra si stabilirono colonie molto consistenti, dotate di diritto latino, formalmente indipendenti, legate a Roma da rapporti politici privilegiati. Ricevevano una struttura basata su classi censitarie, una riproduzione semplificata della struttura romana, ottenuta con le differenti assegnazioni di terra al momento della fondazione. I coloni provenivano dal corpo dei cittadini romani, che perdevano la loro cittadinanza originaria. In questo modo Roma si garantiva fedeli truppe militari, si coinvolgevano gruppi sociali pi vasti alla politica espansionistica e ci cre un consenso diffuso. Si forniva a elementi giovani un'autonomia economica, creando un senso di responsabilit civica, essenziale per il superamento del lavoro subordinato.Trattati con gli alleati italiciDopo il 241 a.C. non si istituirono pi trib territoriali. Si stabilirono con le popolazioni italiche dei trattati (Foedera) diseguali. Roma privilegiava i regimi aristocratici. Questi trattati coinvolgevano le popolazioni nelle guerre, anche negli aspetti positivi. Erano tutti bilaterali ed evitavano l'interazione degli alleati fra di loro.La riforma dell'ordinamento militareNel 340 a.C. si introdusse l'ordinamento manipolare, con un diverso tipo di armamento. Le centurie di 50/60 uomini vennero sostituite da manipoli di 120 uomini; la fanteria fu disposta su tre gruppi: Hastati, Principes e Triarii, con differenti funzioni: i Triarii intervenivano con le Hastae in caso di insuccesso dei primi due gruppi. Nel III sec. le distinzioni di armamento basate sul censo sparirono, sostituite dal criterio di anzianit. Rimase la distinzione fra armamento pesante e leggero, che spar nel II sec. a.C. La perdita di valore della centuria la premessa di una successiva svalorizzazione politica. Il progressivo eguagliamento di armamento contribu a superare distinzioni di censo. La leva per trib valorizzava i ceti medi, risparmiando la classe pi alta. La leva per centurie era pi macchinosa e si svolgeva a Roma.Arruolamento dei ProletariiIl primo avvenne nel 281/280 a.C. Doveri militari e diritti politici erano graduati in base al censo; poich solo i cittadini pi abbienti potevano armarsi a spese proprie, inoltre solo chi aveva beni da difendere poteva garantire fedelt. Ma tra il IV e il III sec. a.C. i proletari aumentarono con lo sviluppo, quindi il loro arruolamento poteva essere utile.Legge OrtensiaL'interdipendenza tra fattori politici e militari forte. La Legge Ortensia trova una sua collocazione nel 286 a.C. poich riconobbe per tutto il popolo romano la validit delle decisioni prese dalla plebe. Da allora in poi difficile distinguere i Plebiscita dai Comitia Tributa. Questi ultimi erano essenziali per la legislazione, mentre i comizi centuriati lo erano per la sola elezione dei magistrati e dell'approvazione formale di leggi di pace e di guerra.

    Roma e il mondo greco nel III sec. a.C.Polibio sostiene il disinteresse per la storia di Roma e la mancanza di idee chiare sulla citt; Dionigi d'Alicarnasso giustificava la sua storia di Roma arcaica con la constatazione che i greci ignoravano l'argomento; Flavio Giuseppe attu un confronto tra Roma e il popolo ebraico: di entrambi i greci vennero a conoscenza tardi e con difficolt. La scoperta di Roma opera di Timeo da Tauromenio, esule ad Atene tra i secc. IV e III. Tale comparsa repentina dovette essere considerata straordinaria e imprevedibile, nel quadro di un equilibrio del mondo ellenico. Non era facile da accettare la tensione all'egemonia di Roma. Si spiega cos la simpatia dei greci nei confronti di Cartagine nelle guerre puniche.

  • Superiorit della costituzione romanaEsigenza dei greci era di capire le ragioni e le radici della potenza romana. Era uno stato (repubblicano) anomalo nel III sec., dominato da monarchie. Gli stati repubblicani greci erano poleis decadute. Il funzionamento dello stato attir l'attenzione. I monarchi ellenici avvertirono la centralit del senato a Roma; la citt riconobbe la sua inferiorit culturale nel III sec. e avvert la necessit di colmare questa lacuna per giustificare la sua posizione politica. Roma sempre stata disposta a riconoscere i suoi limiti e anche in questo senso era orientata ad assimilare le altre civilt. L'esempio culminante la nascita della storiografia in lingua greca alla fine del III sec. L'ellenizzazione di Roma del II sec., oltre ad essere voluta, invest una gran parte del corpo civico romano. I traffici commerciali ne favorirono lo sviluppo, che si rivel rischioso sul piano religioso. A Roma la religione era amministrata dallo stato, mentre in Grecia rientrava in una dimensione personale. L'ellenizzazione delle masse rappresentava un pericolo per la potenza dello stato. Questo rapporto tra politica e cultura ha caratterizzato la politica espansionistica in Oriente.

    4. La conquista dell'egemonia in ItaliaLe guerre sanniticheTra il 326 e il 290 a.C. ci fu una guerra senza fine con il solo scopo di affermare l'egemonia di Roma in Italia. L'espansione fu difficile perch port ad affrontare le acculturate popolazioni delle montagne, e quelle prestigiose della Magna Grecia. Il Sannio port Roma a modificare anche il suo ordinamento militare con delle tattiche pi elastiche. I Sanniti si coalizzarono con altri popoli, portando a uno scontro che sembr quasi una guerra italica. Le guerre si svolsero in modo poco chiaro.I SannitiErano popolazioni insediate sulle montagne retrostanti la Campania, le attuali Abruzzo e Molise. Vivevano di agricoltura e allevamento e lavoravano la ceramica. Per i Latini erano una sorta di federazione di popoli che parlavano la lingua osca. Avevano il rito del Ver Sacrum: consacravano a Mamerte-Marte i prodotti della primavera, compresi i bambini, per combattere le carestie caratteristiche di quei luoghi. Si organizzavano in una Touto, raggruppamento di trib, che si articolava in Pagi (distretti). Il potere era gestito econdo un'oligarchia: senato e magistrati (Meddss) a cui capo vi era il Meddix tuticus, carica annuale. La loro principale attivit era la guerra, che si rifletteva anche nel culto religioso. Una tradizione nata a Taranto li vede imparentati con gli spartani.La prima guerra sannitica (343 - 341 a.C.)I Sanniti tentarono di annettersi il popolo dei Sidicini, che chiesero soccorso ai campani (Capua); i Romani colsero il pretesto per intervenire. Il conflitto termin con un compromesso che concesse ai Sanniti il popolo dei Sidicini e ai Romani le citt costiere. Gli anni di tregua vennero sfruttati per consolidare il potere di Roma nel Lazio e in Campania, dove gli eserciti sanniti erano alleati romani.La seconda guerra sannitica (326 - 304 a.C.)Nel 328 esplose il conflitto con la fondazione della colonia romana di Fregellae in zona sannitica. Dopo le vittorie del 322, su Sanniti e Apuli, le legioni romane furono circondate e costrette tra Santa Maria a Vico e Arpaia, alle FURCULAE CAUDINAE. La guerra si ferm per un quinquennio con l'affermazione sannitica su quel territorio. Riprese nel 316 con l'allargamento del fronte sannitico con numerose alleanze, che gli consentirono di vincere a Lautulae nel 315. Ma nel 311 la battaglia di Talion permise ai romani di conquistare Boviano per breve tempo. Nel 305 i sanniti furono sconfitti, ma riconquistarono Boviano. Durante i combattimenti fu catturato il comandante sannita Staius Gellius. Roma riconquist le sue colonie Cales e Fregellae e ne fond altre. In questo periodo Appio Claudio Cieco promosse una riforma che ampliava le possibilit di accesso al senato; propose la valutazione basata non solo su beni fondiari, ma anche mobili che caratterizzavano gli strati sociali mercantili. Non sono chiari i motivi di questa riforma, che port ad una mobilit sociale.La terza guerra sannitica (298 - 290 a.C.)Nel 299 i Sanniti attaccarono ancora, alla luce di nuove alleanze. Mentre i romani combattevano contro i Galli Senoni, gli alleati attaccarono i Lucani, alleati romani. Il fronte di guerra and dalla Puglia alla Toscana; nel 295 ci fu una vittoria degli alleati sui Romani a Camerino. A Sentino furono poi sconfitti, a causa di un tradimento da parte di tre abitanti di Chiusi. L'alleanza sannita s'infranse a favore dei romani. I Sanniti divennero dediticii (prigionieri arresisi). Ampie regioni del Sannio divennero romane e divise tra popolo e veterani. I Sanniti mantennero l'autonomia: nel 280 a.C. alcune popolazioni si allearono a Pirro che organizz una spedizione antiromana.

    Pirro in ItaliaDopo la vittoria sui Sanniti, Roma si misur per la prima volta con una potenza extraitalica, la monarchia ellenistica dell'Epiro, retta dal re Pirro. I Romani avevano avviato una politica di penetrazione in Magna Grecia; in Campania gi vigeva un'egemonia romana; pi a sud avevano installato presidi e stretto alleanze. L'intervento di Pirro era dunque molto insidioso. Il suo progetto era molto ambizioso: inserirsi nelle contraddizioni fra le citt della Magna Grecia per assumervi un'egemonia, contrastare i Romani e combattere poi i Cartaginesi, da sempre in conflitto con i greci in Sicilia. Questo progetto fu sostenuto da quasi tutte le monarchie ellenistiche. Pirro era un abile guerriero e politico, ma aveva difficolt a concludere a suo favore. Roma aveva alleanze in tutta la Magna Grecia aristocratica; la citt-stato di

  • Taranto, democratica, fu il casus belli. Nel 282 i Romani sbarcarono con dieci navi nel golfo della citt, contro accordi presi in precedenza. Il popolo di Taranto mise in fuga le navi e cacci gli aristocratici e la guarnigione romana. Una successiva ambasceria romana fu accolta con le armi e questo fece scoppiare la guerra. Pirro sbarc in Italia con 22.000 fanti, 2000 arcieri, 3000 cavalieri e una ventina di elefanti; Roma, grazie al proletariato, riusc a scendere in campo con 30.000 uomini.EracleaNel 280 a.C. I Romani si scontrarono con le forze inferiori di Pirro. Le forze romane furono messe in fuga dagli elefanti. Pirro perse 4000 uomini nonostante la vittoria, dopo la quale, numerose citt si schierarono con Pirro con aiuti militari e finanziari. Pirro tuttavia tent un accordo con Roma. Appio Claudio spinse per verso la guerra. La battaglia decisiva si svolse nel 279 a.C. ad Ausculum (Foggia). Ancora una volta Pirro vinse grazie agli elefanti. Nello stesso anno a Taranto giunse un'ambasceria di Siracusa per offrire la guida a Pirro contro i cartaginesi in Sicilia.Pirro in SiciliaEra un'ottima occasione in nome dell'unit greca contro i barbari, oltre che per costruire un regno in una regione ricchissima. Tuttavia questo port Cartagine e Roma ad un'alleanza. Inizialmente il re fu trionfale; ma i Cartaginesi resisterono finch Pirro non fu costretto a prestare soccorso ai Sanniti; nel 275 le legioni del console M. Curio Dentato travolsero la falange epirota. Tre anni dopo Pirro mor in battaglia.

    Le dinamiche economiche e la prima monetazioneIl primo esito economico delle vittorie fu la conquista di terre che furono divise fra colonie e assegnazioni ai cittadini. Probabilmente questo diede il via alle propriet terriere. Le Leggi Licinie Sestie sono molto pi verosimili in questo periodo che nel sec. IV. Su queste terre venivano impegnati gli schiavi conquistati in guerra. La citt di Roma si ampliava e si armava di statue e templi finanziati coi bottini di guerra e divenne centro di attivit artigianali.MonetaL'allargarsi del commercio rese necessaria una qualificazione dei mezzi di scambio, il che port alla moneta, nata in Grecia nel VI sec. a.C. Le barre di rame che avevano valore a seconda del peso furono sostituite da monete stampate. Gi all'inizio del III sec. i Romani introdussero il loro sistema monetario. Le monete d'argento erano il perno del sistema economico. Inizialmente il valore della moneta era vicino a quello del metallo, ma lo stato aveva interesse ad allontanarli, finch nel III sec. d.C. Il valore del metallo fu solo un centesimo del valore monetario, il che port a molti guadagni statali ma anche a una forte inflazione. Nel IV sec. d.C. Fu ripristinato il valore della moneta in equivalenza con quello del metallo; l'oro. La moneta si chiamer Soldius.

    La frontiera settentrionale: i Galli e le prime colonieIn contemporanea con l'espansione nel meridionale Roma dovette fronteggiare i Galli Cisalpini. Era una cultura basata su caccia e pastorizia. I Druidi, i loro sacerdoti, entravano in contatto con le divinit attraverso i sacrifici umani. I contatti con la colonia greca di Marsiglia li avevano acculturati e avvicinati al mondo greco-romano.Le coloniePrevedendo il pericolo, Roma fond colonie di contadini-soldati: Sena Gallica (Senigallia) nel 289; Arminium (Rimini) nel 268 e Firmum Picenum (Fermo) nel 264. Agli attacchi Roma rispose cercando di dividere gli avversari con alleanze, sia con estrema violenza nei combattimenti. Nel 225 le trib galliche dei Boi e degli Insubri fondarono un'alleanza che comprendeva anche trib germaniche transalpine e penetrarono in Italia. Ma a Telamone furono barbaramente sconfitti.CasteggioDopo poco gli Insubri riprovarono a Clastidium, ma furono sconfitti: il loro capo Virdumarus fu ucciso e la loro capitale Mediolanum occupata. Solo la conquista di tutta la cisalpina avrebbe sventato il pericolo. Nel 218 a.C. vengono fondate Piacenza e Cremona, ma ci non ferm Annibale, che combatt a fianco dei Cartaginesi e nel 200 a.C. penetr a Piacenza. Nonostante la sconfitta gli Insubri e i Boi ritentarono, per essere nuovamente sbaragliati nel 194 a.C. verso Milano da L. Valerio Flacco e nel 191 anche i Boi furono definitivamente sconfitti.La CisalpinaNel 187a.C. inizi la costruzione della via Emilia, che congiungeva Rimini e Piacenza. A met secolo inizio la costruzione della via Postumia che collega Genova e Aquileia. La ricchezza di questi territori impression i romani. Le guerre avevano ridotto la popolazione alla quale provvide Roma con la deduzione di circa centomila coloni. Molte zone furono anche bonificate per l'agricoltura. I Romani dividevano geometricamente il terreno a partire da un asse ortogonale principale. L'asse delle ascisse era il Decumanus Maximus, e quello delle ordinate il Cardo Maximus. Tracciandone le parallele si ottenevano dei rettangoli che costituivano unit agrarie. Ogni rettangolo era individuabile su una mappa catastale con un numero che indicava i rettangoli che lo separavano dal cardo e dal decumano (nord o sud).

  • 5. L'et dell'imperialismoCartagineLa costituzione dello statoEra una colonia fenicia fondata secondo la tradizione nel IX sec. a.C. Nei pressi di Tunisi. Era una costituzione mista con alla base tre poteri: quello del re, degli aristocratici e del popolo. I Suffeti (potere regale) erano controllati dal popolo e dall'aristocrazia pi anziana; erano equivalenti ai consoli romani, ma detenevano solo il potere politico. Quello militare era affidato agli Strategoi. Famiglie ricche e potenti potevano assumere un potere quasi regale, come quella dei Barcidi, dalla quale discendeva Annibale. La cultura fenicia era molto influenzata da quella greca. L'economia era prevalentemente commerciale, ma anche quella agraria era molto produttiva. Le due aristocrazie convivevano senza contrasti. Nel III sec a.C., per iniziativa dei Barcidi, furono conquistate le miniere spagnole; Cartagine era una potenza continentale.Trattati politico-commercialiSecondo la tradizione il primo trattato romano-cartaginese risale (forse anacronisticamente) al 509 a.C: Era un insieme di accordi militari e commerciali. Il ruolo di Cartagine risultava prevalente rispetto a Roma. Il trattato contro Pirro fu stipulato con maggiore parit. I due stati si prestavano ad aiutarsi reciprocamente, e Cartagine in particolare avrebbe fornito le navi. Il trattato di Ebro (226 a.C.) fu stipulato per impedire a Cartagine di espandersi oltre il fiume, mentre per allo stesso tempo Roma strinse un'alleanza con Sagunto, a sud del fiume, territorio di competenza cartaginese. Questo fu il casus belli. Nel 219 a.C. Annibale conquist la citt e scoppi la seconda guerra, con esiti negativi per Cartagine.

    Le guerre punichePremesse della prima guerra punica (264 242 a.C.)All'inizio del III sec. Roma cominci a penetrare in Sicilia; dopo il fallimento di Pirro, Messina fu occupata da mercanti campani, i Mamertini. Attaccati dal re di Siracusa Gerone II, chiesero soccorso prima a Cartagine, poi a Roma. Per quest'ultima fu la prima occasione per allestire una flotta e aprire nuovi orizzonti espansionistici. Scoppi la guerra quasi inaspettatamente sotto la guida dei Fabii e dei Claudii, con la giustificazione che non si poteva tradire la Fides dei Mamertini, mentre i Siracusani si alleavano con Cartagine. La tesi che furono i cartaginesi ad attaccare poco sostenibile. Gli aristocratici romani erano fortemente motivati alla conquista e strategicamente era necessario impedire una ulteriore espansione di Cartagine.La guerraLa guerra si spost dal mare alla terra, dalla Sicilia all'Africa. Per la tecnica primitiva di velatura delle navi romane, le battaglie erano di fanteria sulle navi: i romani inventarono i CORVI, tavolati che servivano ad agganciare le navi avversarie e accedervi. Nel 264 Appio Claudio sbaragli Siracusani e Cartaginesi e ottenne la defezione del re Gerone dall'alleanza cartaginese. Il conflitto per si protrasse per due decenni. Nel 260 sotto Gaio Duilio i Romani vinsero a Milazzo e attaccarono in Sardegna e Corsica. Nel 256 Attilio Regolo vinse due battaglie navali in Africa, ma a terra fu catturato. Infine del 242 il proconsole Lutazio Catulo, accettata una battaglia navale in tempesta, sbaragli gli avversari alle Egadi.Le prime provinciaeNel 241 Cartagine rese ai nemici la Sicilia, prigionieri di guerra e pag un enorme tributo. Subito dopo a Cartagine scoppi una rivolta dei mercenari. Roma accorse in suo aiuto e per l'occasione ne impedirono il ritorno in Sardegna e in Corsica. Nelle isole furono costituite le prime Provinciae romane, territori extraitalici sotto il dominio di un magistrato romano.Premesse della seconda guerra punicaIl casus belli fu costituito dal trattato di Ebro, violato dai Romani. Con l'invasione di Annibale nella citt di Sagunto inizi la guerra. Bench i Cartaginesi fossero assolutamente disposti alla guerra, non sembra che furono loro ad attaccare, come vuole la tradizione romana.La guerra (218 202 a.C.)Dopo la conquista di Sagunto, Annibale marci verso l'Italia con fanti, cavalieri ed elefanti. Super le Alpi nel 218 a.C: Nella battaglia del Ticino sbaragli il primo esercito romano, assedi Piacenza e Cremona, e subito scese pi a sud. Sconfisse ancora i romani in diverse battaglie (Trebbia, Trasimeno, Canne, Ofanto).La forza di AnnibaleAnnibale fu un genio dell'arte militare. Nella battaglia di Canne, fece arretrare la parte centrale del suo schieramento per farvici penetrare i Romani e circondarli. La stessa tattica fu usata nella battaglia di Zama, in Africa, con Scipione l'Africano, ma la battaglia si concluse nel 202 a favore di Roma: il generale romano non s'incune nella rientranza dell'esercito, bens allung allo stremo la linea di schieramento, finch i cartaginesi si trovarono assaliti alle spalle dalla cavalleria romana. I Cartaginesi furono sconfitti e dovettero accettare una pace costosa e umiliante.Il regno punico in ItaliaTra il 216 e il 204 i Romani attuarono la tattica del temporeggiamento, si limitavano ad osservare le azioni dei Cartaginesi e di tanto in tanto disturbavano il nemico nei suoi accampamenti in Italia. Questo indebol le truppe

  • cartaginesi, che chiesero rinforzi, guidati da Asdrubale, fratello di Annibale, sbaragliati prima che potessero congiungersi con Annibale, nella battaglia del Metauro (207 a.C.). L'anno successivo in Spagna fu fondata un'altra colonia da Scipione, per indebolire ulteriormente i cartaginesi, dando inizio alla presenza in Spagna che durer per secoli. Nel frattempo Annibale govern l'Italia militarmente per una dozzina d'anni.L'errore di AnnibaleLa sconfitta dipese principalmente da un errore politico. Annibale pens che durante la sua permanenza in Italia gli alleati romani avrebbero sciolto le alleanze e che i Celti l'avrebbero aggredita. Ma questi furono gi duramente sconfitti da Roma e gli alleati rimasero fedeli. I Punici, puntando sull'aristocrazia, strinsero importanti alleanze (Capua, Locri, i Lucani, alcuni Etruschi). Volevano rendere Capua capitale d'Italia. Fuori dalla penisola Annibale strinse alleanze con Filippo V di Macedonia e Geronimo di Siracusa; non valut che per la forte densit di popolazione, nonostante le perdite i Romani erano sempre in grado di riformare eserciti. Poich non erano in grado di assediare Roma, puntavano ad un accordo migliore di quello della prima guerra; ma mentre Roma continuava ad arruolare eserciti, Annibale ne aveva uno solo: una volta sconfitto restava solo la resa, e cos accadde. Nonostante la vittoria, l'eredit di Annibale lasci strascichi pesanti: spopolamento, devastazione ecc., che per erano i presupposti per i pi abbienti per ampliare possessi agricoli. Nelle zone pi spopolate si svilupp la pastorizia. In Apulia e Benevento furono stanziati nuovi abitanti; L'Ager Campanus fu confiscato agli alleati disertori.

    Catone il CensoreNacque nel 234 a.C. a Tuscolo. Era un homo novus, di famiglia non nobile. Raggiunse le pi alte cariche anche grazie all'amico L. Valerio Flacco. Fece espellere dal senato membri di famiglie illustrissime. La sua linea politica era tradizionalista: si oppose all'abolizione della Lex Oppia, che vietava alle donne oro e abiti lussuriosi, ma fu sonoramente sconfitto. Parlava il greco ma era contrario alla diffusione della moda greca. Scrisse trattati di vario genere, dall'oratoria all'agricoltura: propose un modello agricolo basato sul lavoro di 15 schiavi nutriti al di sopra del livello di sussistenza e vestiti adeguatamente alle stagioni. L'azienda deve puntare ai massimi profitti con prodotti specializzati da vendere ai mercati urbani. Propone una villa rustica gestita in economicit; nel trattato traspare la cultura latina (parla di diete e cure mediche). Pu apparire come una personalit contraddittoria, sul piano politico ed esistenziale; fu acerrimo nemico di Scipione l'Africano, di cui determin l'esilio perch non volle mostrare i conti del bottino della guerra asiatica; mentre promuoveva aziende agricole a carattere urbano, difendeva i piccoli contadini. Tali contraddizioni sono dovute al fatto che visse quasi 90 anni in un periodo di rapidi cambiamenti. Era un uomo che amava tenersi al passo coi tempi. Persino le tradizioni su di lui erano discordanti: chi lo vedeva negativamente lo irrideva per la sua longevit, ma chi lo apprezzava ne tramand la figura di un uomo saggio.

    Il fronte dei balcaniLe guerre illiricheL'intervento in Adriatico fu forse dovuto a un'esigenza di ordine per i pirati dell'Illiria. Pare che gli stessi mercanti chiesero aiuto a Roma. Poich da tempo Roma aveva intenzione di intraprendere una politica d'espansione verso Oriente, il suo attacco fu violentissimo. Nel 229/28 Treuta (citt barbara dall'altra parte del mare) fu sconfitta. Demetrio di Faro, altro principe illirico, divenne cliente di Roma; le citt di Crocira e Epidamno divennero protettorato romano. Dieci anni dopo, con il pretesto di alcune infrazioni da parte di Demetrio, Roma dichiar una seconda guerra: Demetrio fu costretto a fuggire presso Filippo V, re di Macedonia. Grazie a questa vittoria, Roma strinse alleanze fino in Grecia nella speranza che gli alleati inviassero richieste di aiuto. Roma non dichiar mai guerra e conquist Grecia e Macedonia senza risultare aggressiva.

    Le guerre macedonicheLa prima guerra macedonica (216 205 a.C.)L'intervento al di l dell'Adriatico stuzzic inevitabilmente Filippo V, che spalleggiava Demetrio nella conquista del trono illirico. Nonostante la sconfitta di Annibale, nel 216 Roma invi una flotta per bloccare Filippo, il quale stipul un'alleanza con Annibale. L'obiettivo dell'alleanza era quello di giungere ad un patto d'amicizia con Roma. La guerra si concluse nel 205 con la pace di Fenice dopo che Filippo lasci l'onere dei combattimenti agli Achei e Roma abbandon le sue alleanze per allearsi coi Greci. Sul fronte orientale Roma adott una politica di negoziazione molto pi elastica rispetto a quella usata verso ovest.La seconda guerra macedonica (200 197 a.C.)Con la pace di Fenice, Roma era garante dell'equilibrio del Mediterraneo orientale. Ma la Macedonia e la Siria continuavano le loro espansioni verso l'Asia Minore e in Palestina. Pergamo e Rodi inviarono a Roma richieste d'aiuto che, stranamente, in un primo momento furono bocciate; con l'intervento degli aristocratici filoellenici la decisione fu rivista, anche per evitare uno sbarco di Filippo in Italia. Quando Tito Quinzio Flaminio, filoellenico, fu eletto console, la guerra si fece pi vivace: nel 197 a.C. travolsero i macedoni a Cinofale in Tessaglia, territorio sfavorevole per Filippo, che prediligeva una formazione rigida, non adatta alle colline. I Romani si disposero invece in manipoli mobili.

  • La paceTutte le citt greche furono dichiarate libere. Quinzio Flaminio rest in Grecia qualche anno per riorganizzare la Tessaglia con un'impostazione aristocratica e quattro stati federali. Torn a Roma nel 194 a.C: Quest'evento diede vita ad una fervida ellenizzazione di Roma. Nasce una nuova cultura ellenistico-romana che padronegger sul mondo per secoli.

    L'Oriente e la guerra siriaca (191 188 a.C.)Antioco III, re di SiriaAl re il ritiro dei Romani dalla Grecia sembr un segno di debolezza, quindi decise di spingersi fino alla Tracia, iniziando una guerra fredda con Roma. Intenzione del re era recuperare i terreni persi dai suoi predecessori. Spingendosi fino all'Ellesponto, suscit la risposta romana. Nel 191 a.C. Roma sbarc in Grecia e si confront con gli Etoli in una battaglia alle Termopili. I Romani si aggiudicarono una vittoria schiacciante. Poi sbarcarono in Asia forti della leggenda della discendenza da Enea. Sotto Scipione l'Africano sconfissero i siraci a Magnesia. Anche sul mare le flotte siriache furono travolte, compresa quella di Annibale, fuggito da Cartagine per combattere ancora contro Roma. Fu nuovamente costretto alla fuga presso Prusia, re di Bitinia, che voleva consegnarlo ai Romani; Annibale si suicid col veleno. Roma conquist l'egemonia anche sull'Asia e limit le flotte siriache a dieci. Ma nel 168 a.C. Antioco IV invase l'Egitto. Fu umiliato nell'episodio del cerchio di Popilio: costui condusse al re una piccola ambasceria per costringerlo alla ritirata; tracciando un cerchio a terra lo costrinse a decidere prima di uscirne; Antioco si ritir lasciando tutto l'Egitto. Tale era la potenza di Roma che non necessitava interventi militari.

    La terza guerra macedonica (171 168 a.C.)Come osserv Polibio, fra il 220 e il 167 a.C. Roma si espanse come la maggiore potenza mondiale e si affacciava all'Oriente dove i regni ellenistici erano in declino. Roma era la massima potenza militare e costituzionale dell'epoca.PerseoFiglio di Filippo V, appena salito al trono provvide agli armamenti in vista di una guerra antiromana, con l'appoggio della Lega Etolica. Ingannando i nemici con trattative che avevano lo scopo di far guadagnare tempo, i Romani giunsero nel 168 a Pidna, in Macedonia, col comando di Lucio Emilio Paolo. Perseo fu sconfitto e il regno di Macedonia fin per sempre. La regione fu divisa in quattro distretti e le propriet del re furono confiscate. Atene, alleata romana, ottenne l'isola di Delo. Verso i nemici furono durissimi e la violenza imperialistica era tale che gli alleati sospetti venivano puniti. Nel 149 Andrisco, che si spacciava per il figlio di Perseo, suscit una rivolta in Macedonia. L'occasione fu utile solo a distruggere la citt di Corinto, nel 146 a.C.MaccabeiIn Giudea gli Ebrei iniziarono una rivolta vittoriosa contro il regno di Siria guidati dai Maccabei, stringendo un'alleanza con Roma. Tuttavia dopo Pidna, i Romani attesero 20 anni prima di prendere il dominio della Macedonia. Forse perch era chiaro che fosse un mondo politico complesso, fatto di fragili equilibri tra gli oligarchi e il per rispetto verso la cultura ellenica.

    La supremazia di Roma in ItaliaLa crescente potenza romana del II sec. riduceva l'autonomia degli stati italici alleati. Fu un processo anche di omologazione spontanea da parte delle lites italiche verso i ceti mercantili che ne traevano pi vantaggi. Roma era tutore dell'ordine italico; nel 186 a.C., con il SENATUSCONSULTUM DE BACCHANALIBUS si soppressero i culti orgiastici di Bacco in tutta Italia, anche dove il senato non aveva competenza. Vi sono numerosi casi del genere, a volte mediati da magistrati locali, altre no. Spesso erano gli stessi alleati ad adottare spontaneamente leggi romane, chiedendo l'intervento di Roma.

    6. La rivoluzione del II sec. a.C.Asia minore: il regno di Pergamo ceduto ai RomaniAttalo IIIIl re di Pergamo, morendo senza figli, lasci la sua eredit a Roma, forse perch si rese conto che nullapoteva restare autonomo dall'Imperialismo romano. Chiese che fosse garantita la libert della citt e che fosse ampliato il territorio.AristonicoUn sedicente discendente del re, forse bastardo, scaten una rivolta repressa dopo 4 anni. Liber gli schiavi e fond la DOULON POLIS (citt degli schiavi). Divenne una rivolta sociale a carattere utopistico, che attir l'attenzione di Blossio di Cuma, che raggiunse l'Anatolia per unirsi agli Heliopolitai.

    Le grandi rivolte di schiavi: Euno e SpartacoNonostante le condizioni degli schiavi, le grandi rivolte sono state solo due. Forse perch gli schiavi temevano i padroni, erano divisi tra loro e, pi che la libert, desideravano padroni giusti.

  • EunoNel 136 scoppi in Sicilia la prima rivolta. Il capo fu Euno, un personaggio ambiguo. Fu una rivolta estremamente violenta. La fama di questo successo aliment ovunque piccole rivolte, finch a Taormina i Romani vinsero l'assedio e catturarono Euno.SpartacoLa rivolta del 73 presentava invece caratteri pi complessi. La scintilla fu forse la coscienza primordiale dell'alienazione della servit dei gladiatori. Gli spartachisti fuggirono, vagando per l'Italia, nella speranza di tornare a casa. Furono fermati dalle legioni di Crasso, in Lucania e a Brindisi, dove Spartaco fu ucciso. Tuttavia la violenza era il pane quotidiano per uno schiavo. Esistevano persino appaltatori di torture che vendevano le strumentazioni necessarie. Spartaco suscit ammirazioni anche nell'opinione pubblica Romana.Una societ di contadini-guerrieriPer lunghi secoli Roma fu continuamente in guerra: le porte del tempio di Giano rimasero chiuse solo due volte. Agli inizi i combattimenti dipendevano dagli usi agrari. Quando si inizi a combattere per mare non fu pi cos, gli eserciti divennero pi professionali. Con la riforma di Mario del 106 a.C i militari divennero dei professionisti in s. Tuttavia la cultura romana non era esclusivamente militare: era basata ampiamente su agricoltura e artigianato. Costruirono strade, acquedotti e ponti in tutta Europa, Asia e Africa: era una civilt urbana.

    La terza guerra punica (149 146 a.C.)Le causeSono ancora dubbie. Forse per l'infinita ricchezza di Cartagine nonostante i tributi, forse come avvertimento alla Numidia che si espandeva per l'Africa. Nel 148 fu eletto console Scipione Emiliano, favorevole alla guerra, come catone, e forte di un'ideologia dell'arricchimento. Vi erano parti contrarie alla guerra, come Scipione Nasica che sosteneva il METUS HOSTILIS: uno stato doveva sempre avere un nemico da temere, perch un dominio incontrastato porta al decadimento.La guerraIn attesa di un pretesto furono avviate trattative di pace per ingannare i nemici. Cartagine si affid alla fides cedendo ostaggi e averi; ma quando Roma chiese di abbandonare la citt, Cartagine dichiar guerra. Arruol gli schiavi e sostenne un assedio di 3 anni. Nel 146 cadde dopo 8 giorni di combattimenti. I sopravvissuti furono fatti schiavi e il regno divenne territorio pubblico romano.

    I Gracchi: contro gli abusi dei ricchiDal matrimonio di Tiberio e Cornelia, figlia di Scipione l'Africano, nacquero 12 figli di cui ne sopravvissero 3: Tiverio, Gaio e Sempronia; l'ultima and in sposa a Scipione Emiliano, nemico dei fratelli, figlio adottivo degli Scipioni.TiberioFu eletto tribuno della plebe nel 133 a.C. La situazione economico-politica era drammatica. Subito propose una riforma agraria per regolare il possesso e l'uso delle terre pubbliche. Il suo progetto era di migliorare le condizioni dei poveri e recuperare il contadino-soldato.Il programma

    Risolvere il dramma sociale con le assegnazioni insediare contadini inurbati nelle campagne spopolate aumentare la leva militare

    Programma che trov molte divisioni tra Scipioni e Claudi. Quando il suo progetto venne bloccato da un tribuno, Ottavio, Tiberio lo sostitu con uno d'accordo con lui. Una commissione di tre uomini divise il terreno pubblico e privato e recuper l'agro pubblico dalle occupazioni illegali. La legge agraria richiedeva grossi finanziamenti. Questa linea politica trov forti opposizioni in Scipione Emiliano, che era sostenuto da un gruppo costituito da chi abusava dell'agro pubblico. Per garantire il successo della sua politica, Tiberio si ricandid nonostante la legge vietasse la rielezione prima di 10 anni e fu accusato di tendere alla monarchia. I suoi sostenitori lo abbandonarono e un gruppo guidato da Scipione Nasica lo uccise.Gaio GraccoDieci anni dopo fu eletto il fratello di Tiberio, che ampli i progetti politici. Fece passare una LEX FRUMENTARIA che bloccava il prezzo del grano e fece costruire dei magazzini per contenerlo. Gli oligarchi accusarono Gaio di sperperare i soldi dello stato. Pass una legge elettorale che stabiliva la votazione delle centurie con un ordine a sorteggio e una LEX IUDICIARIA che nei tribunali privilegiava i cavalieri ai senatori. Attu una politica italocentrica e imperialistica. Si fece rieleggere nel 122 grazie alla modifica della legge. Aveva intenzione di concedere il voto a tutti gli alleati italici, per allargare la sua base elettorale, ma anche per allentare la contraddizione sociale che esplose 20 anni dopo. Alla terza rielezione, venne sconfitto. I senatori avversari, non contenti, scatenarono la violenza. Gaio, solo, per non consegnarsi, si fece uccidere dal suo schiavo.Il mito dei Gracchi nella storiaDivennero una leggenda di liberazione. Il loro progetto era in totale assonanza con l'imperialismo: la riforma agraria

  • non metteva in discussione la propriet delle terre, ma l'uso, doveva essere finanziata dai tributi della provincia d'Asia. L'unica nota stonata era il contadino-soldato.Trasformazioni economico-socialiLa piccola propriet contadina entra in crisi, con l'affermazione delle ville agricole schiaviste, dirette da schiavi manager che capeggiavano schiavi operai, non pi vittime di maltrattamenti. Il lavoro era ora finalizzato al mercato di prodotti specializzati (olio e vino). Fioriscono nuove figure sociali: mercanti internazionali, esattori fiscali, Publicani, finanzieri. L'esercito cambia, non c' necessit di ricchezza per l'arruolamento. Cambiamenti politici: i nuovi ricchi ambiscono al potere politico, i soldati professionisti si legano ai generali che li pagano, mettono a disposizione s stessi per le battaglie politiche dei capi. Iniziano le guerre civili.

    La lotta politica dopo i GracchiIl governo romano non era rappresentativo degli interessi del popolo, le istanze passavano tra patrono e cliente. Perci le lotte riguardavano i ricchi proprietari terrieri del senato e i commercianti che vi ambivano, che un tempo militavano nella cavalleria. Dopo il fallimento dei Gracchi, i cavalieri si allearono col popolo.L'ordine dei cavalieriLa societ romana ruotava ormai intorno alla guerra, far parte dell'esercito era un privilegio. I cavalieri, in questo contesto, erano una ORDO, un gruppo al quale si accedeva individualmente previa verifica di possesso di alcune prerogative. Era un titolo personale, civico e non economico. Occorreva un certo patrimonio, ma non solo: un gruppo di cavalieri poteva avere un cavallo donato dalla pubblica spesa. Dovevano avere prestanza fisica, saper addestrare un cavallo e aver militato 10 anni. Era un ceto sociale molto vario che poteva accedere al senato. Con l'impero gli Equites divennero amministratori (procuratores) ai pi alti livelli dello stato.

    7. L'et della tarda repubblicaL'et di Gaio MarioLa terza guerra punica suscit numerose discussioni e divisioni: Cornelio Scipione Nasica sosteneva, a differenza di Catone, che il timore di Cartagine era salutare per lo stato.Metus HostilisEra proprio questa teoria, la cui sparizione ha rappresentato una svolta nell'interpretazione della storia: Sallustio intravede negli anni successivi alla caduta di Cartagine un declino morale e politico, che ebbe principio nella classe nobiliare.NumidiaLa guerra numidica (112 105 a.C.) mise in luce le divisioni del senato; Sallustio vi vide il primo attacco (dopo i Gracchi) del popolo alla nobilitas. I Romani intervennero contro Giugurta dopo la strage di commercianti italici a Cirta. Cicerone riteneva questa fase storica, al contrario di Sallustio, un momento molto alto per l'egemonia imperiale. Tuttavia questa visione ha un concreto valore storico.Gaio MarioProveniente dal ceto equestre, lentamente giunse a carriera politica. Homo novus, si present come un campione popolare. All'inizio del suo consolato lasci perdere gli Adsidui per arruolare volontari della plebe rurale (premessa per il professionalismo dell'esercito). La necessit di unit tattiche pi robuste port alla costituzione delle coorti. Gaio Mario persegu contro Giugurta un piano strategico che si concluse con la cattura del re (105 a.C.). Fu rieletto console per le invasioni dei Cimbri in Gallia Narbonense, distrutti a Vercellae, insieme ai Teutoni (Aquae Sextiae).

    La questione degli alleati italici. La guerra socialeGaio Gracco sfrutt per il suo programma le divisioni fra cavalieri e senato, basata sulle trasformazioni sociali a seguito della politica espansionistica, che port il corpo civico ad estraniarsi dalla politica. Apuleio Saturnino, forte dell'appoggio dei veterani di Mario, svolse una violenta politica antinobiliare. A causa sua Mario, rieletto nel 100 a.C., fu costretto a uscire dalla sua ambiguit. Provvide alla sua eliminazione con una reazione senatoria. Il senato acquisiva sempre pi potere, controllando anche le corti che giudicavano i processi di corruzione delle province. Per 50 anni ci fu un'alternanza nelle corti giudicanti, ci furono parecchie proposte di ampliamento del senato col ceto equestre. Nel contrasto senato cavalieri rientravano anche le questioni economiche: l'espansione commerciale spesso non era appoggiata dalla decisione politica. Fenomeno che coinvolse molti Negotiatores italici, appartenenti ai ceti dirigenti. I commercianti italici delle alleanze erano qualificati Romani.Cittadinanza romanaIl recupero dell'agro pubblico colpiva anche gli alleati, in difesa dei quali intervenne Scipione Emiliano. Fu approvata la cittadinanza romana ai magistrati delle colonie latine. Si cominci a valutare la cittadinanza romana a compenso delle perdite causate dalla legge agraria, ma la classe dirigente temeva questo ampliamento civico. Cresceva la differenza tra alleati italici e Roma in Italia, mentre nelle province vigeva l'omogeneit. Cresceva una coscienza italica. Nel 95 a.C la LEX LICINIA MUCIA escludeva dal corpo civico intrusioni illegali e stabiliva una QUAESTIO che colpiva i principi italici; fu

  • una delle cause della guerra sociale.Livio DrusoNel 91 a.C questo tribuno, forte del sostegno della fazione pi avanzata della nobilitas, present delle firofme con lo scopo di rafforzare l'autorit del senato, con 300 cavalieri, a cui fu restituita la corte delle Quaestiones. Vi era anche la proposta della cittadinanza agli alleati italici; tuttavia anche tra questi vi era ostilit poich con questa concessione si sarebbero mossi equilibri sociali preesistenti. Druso fu poi assassinato.La guerra socialeFu una diretta conseguenza dell'assassinio di Druso. Certamente gli italici non potevano sperare in uno sfaldamento dello stato romano, piuttosto in un compromesso. La guerra fu voluta e diretta dalle classi alte, forti del sentimento antiromano delle masse. Gli insorti comprendevano le comunit appenniniche, Etruschi, Umbri e parte della Puglia. Le colonie Latine rimasero fedeli a Roma. Gli insorti seguirono un ordinamento feudale; la sede del potere era Corfinium. Le vicende sono ricostruite sulla base della narrazione di Appiano. I generali romani miravano a dividere gli insorti del nord e del sud. Si combatt in Campania e nel Sannio tra il 90 e l'89; a conclusione della vicenda Ausculum cadde, ma ci furono importanti decisioni politiche. Nel 90 si decise di concedere la cittadinanza agli alleati rimasti fedeli e a coloro che avrebbero deposto le armi in un certo tempo con la LEX IULIA DE CIVITATE, che forse gi illustrava alcune modalit: le comunit alleate dovevano decidere se accettare o meno, novi cives dovevano dividersi in 8 trib, per limitare il valore del voto ed essere poi distribuiti nelle vecchie 35 trib. Nell'89 la legge PLAUTA PAPIRIA complet il processo fino al Po, con diversi provvedimenti per le comunit a nord del fiume, trasformate in colonie latine (i cui magistrati ottenevano la cittadinanza).

    Lo stato municipaleIl centro del potere rimase a Roma con le istituzioni fondamentali (senato, magistrati, assemblee popolari); la classe dirigente non sub nei primi decenni una trasformazione.MunicipiaFu invece ristrutturato il territorio: le comunit latine e italiche diventarono Municipia: strutture che prevedevano magistrati nominati da Roma, un senato locale e un'assemblea popolare. Il senato adempiva anche a compiti giudiziari. I municipi erano fortemente autonomi. La costituzione era affidata ai romani localmente influenti; si avvi un processo di urbanizzazione per creare le strutture necessarie per l'esercizio della cittadinanza, accompagnato da un riassetto agrimensorio, utile anche all'identificazione delle classi di censo.

    La prima guerra civile. SillaI problemi interni fecero passare in secondo piano la politica estera.MitridateRe del Ponto, si fece rappresentante di tutte le tendenze antiromane. Nell'88 a.C il sorteggio indic Silla condottiero alla spedizione. Il tribuno P. Sulpicio Rufo, non contento del rapporto di Silla coi cavalieri, trasfer prima i novi cives nelle trib e fece passare una votazione popolare che volle Mario al comando della spedizione, il quale sorprese tutti muovendo l'esercito contro Roma. La guerra civile inizi, grazie a eserciti che rispondevano al solo volere dei loro capi. Silla impose la soppressione di Sulpicio e Mario con riforme che saranno riprese in dittatura, ampliando il senato a 300 membri, rafforzato a sfavore dei tribuni. La spedizione in oriente interruppe la riforma. Silla vinse pi volte Mitridate e lo costrinse alla pace di Dardanos; torn in Italia nell'83 a.C. Un'altra guerra civile segn una congiunzione con la guerra sociale a scapito dei sanniti, nella battaglia a Porta Collina.Silla dittatoreIl senato assunse un atteggiamento ambiguo; Silla raccolse consensi per le vittorie militari. Assunse una dittatura costituente. Depose la carica nell'81 poich non aveva interessi in un potere personale. Riform magistrature, sacerdozi, amministrazioni provinciali, ridusse i comizi. Distribu terre e dedusse colonie alle truppe vittoriose. Furono adottate due misure di repressione dei vinti, con l'intenzione di limitare stragi indiscriminate. Le opinioni negative offuscarono nella storia gli aspetti positivi.Gneo PompeoEra l'esempio culmine della riforma di Silla, grazie alla quale si distinsero nuove figure. La guerra civile danneggi fortemente la Spagna, dove Q. Sertorio per anni si sostenne contro i generali sillani, formando una sorta di antistato. Affidato a Pompeo un imperium straordinario Pro Consule, fu possibile porvi fine. Pompeo fu eletto console nel 70 a.C con Licinio Crasso. Rimase una figura anomala nonostante tendesse all'oligarchia.

    Spartaco. CatilinaDurante il consolato di Pompeo e Crasso fu ripristinato il pieno potere dei tribuni della plebe. Roma viveva un periodo difficile anche per via dei novi cives. Le guerre sociale e civile avevano messo in crisi l'economia e l'agricoltura italica.SpartacoFu questo il probabile motivo di insurrezione schiavile, guidata dal gladiatore Spartaco, a cui prese parte anche il proletariato libero delle campagne. Si diffuse in tutta Italia ma non riusc a raggiungere la Sicilia. Nel 73 a.C inizi la

  • rivolta, sedata da Licinio Crasso con l'aiuto di Pompeo nel 72/71. La rivolta di Spartaco fu l'ultima, dovuta a un declino dell'istituzione della schiavit. Tutta via il disagio economico persisteva.CatilinaApprofitt di questo disagio, seguace di Silla, presentatosi pi volte alle elezioni. Era un proprietaro terriero. Fu processato per estorsione; fu costretto ad esercizio fraudolento perch la vita politica richiedeva molto denaro. Il suo tentativo di entrare in politica era dettato dalla disperazione. La sua congiura fu scoperta da Cicerone. I suoi complici furono arrestati e messi a morte con un SENATUSCONSULTUM ULTIMUM (senza cio provocatio del popolo). Catilina si ritir in Etruria con una banda armata, disfatto a Fiesole. Cicerone fu accusato per la condanna senza appello: si allontan da Roma e i suoi beni furono confiscati; fu poi richiamato nel 57 a.C.

    L'imperialismo alla fine della repubblicaNonostante le difficolt politiche interne, Roma mandava avanti la sua politica espansionistica.L. Licinio LuculloNel 74 a.C il console Licinio Lucullo ottenne il comando contro Mitridate. Vinse molte battaglie senza esito definitivo. Dovette fronteggiare gli ammutinamenti. La prosecuzione fu affidata a Pompeo, il quale dovette fronteggiare la pirateria alimentata dal declino della marineria romana e dalla sparizione dei regni ellenistici. A lui va il merito della sconfitta di Mitridate e l'organizzazione degli uomini romani in Asia. Conquist anche Gerusalemme.

    L'alleanza fra Pompeo, Crasso e CesareNel 60 a.C., designato per l'anno successivo, C. Giulio Cesare strinse un'intesa con Pompeo e Crasso (PRIMO TRIUMVIRATO). Riusc a far passare una riforma agraria e a rettificare le conquiste asiatiche di Pompeo; ricevette per 5 anni il comando della Gallia cisalpina e dell'Illirico.Guerra gallicaLe campagne militari di Cesare seguivano strategie complesse, che prevedevano la distribuzione delle truppe nelle varie localit, durante l'inverno. Con alcune popolazioni Roma aveva rapporti amichevoli; la base principale di Cesare era la Cisalpina, dove vi si recava anche d'inverno. Nel 57 a.C Cesare condusse una campagna contro i Belgi, vincendo i Nervi. Dopo aver respinto, nel 55, gli attacchi germanici in Gallia, costru un ponte sul Reno e entr in Germania. Mentre compiva delle spedizioni in Bretagna, i Galli facevano le prime ribellioni, con le prime repressioni nel 53 (Nervi, Treviri, Eburoni). La grande insurrezione gallica ebbe luogo nel 52 a.C., capeggiata da Vercingetorige. Cesare, sconfitto a Gregovia, ebbe la meglio ad Alesia. Assedi i Galli, arresisi per la fame. Vercingetorige fu messo a morte. La fine di Alesia rappresent la fine delle battaglie galliche. Nel 51 ci furono gli ultimi piccoli casi di rivolta, anno in cui Cesare scrisse il De Bello Gallico e Cicerone il De Republica. L'opera di cesare preziosa poich offre un quadro completo delle condizioni politiche e sociali dei Galli. In queste occasioni si form l'esercito cesariano, protagonista delle guerre civili. Il triumvirato fu rinnovato nel 56 a.C e il proconsolato di Cesare rinnovato per altri 5 anni. Pompeo ottenne nel 54 a.C il proconsolato in Spagna, che esercit tramite legati restando a Roma; Crasso ricevette il comando in Siria, in vista di una spedizione contro i Parti, che si concluse nel 53 a.C dando vita ad un contenzioso fra Roma e i Parti (Persiani). Nel 52 a.C., a causa delle violenze cittadine, Pompeo fu eletto console SINE COLLEGA. Nel 51 a.C ci si pose il problema della successione di Cesare in Gallia, complicatasi per la ripresentazione di quest'ultimo alla carica; Pompeo si schierava contro Cesare. All'inizio del 49 a.C scoppi la guerra civile.

    CiceroneDopo la riforma graccana l'unit della classe dirigente si perse; la politica si personalizzava, la classe senatoria divenne inappropriata. Era necessario fondarsi sull'esercito per fare politica. Cicerone proveniva dal ceto equestre; fu console nel 63 a.C.; fece carriera nella professione forense. Non era un guerriero, estraneo alla tradizione urbana, era un uomo di grande cultura. Era un conservatore, ma al passo coi tempi; la sua linea politica non emerge dalle orazioni; si possono individuare due momenti: quello della teoria politica e della prassi politica, con lo scopo di rafforzare la classe dirigente e sedare i contrasti (CONCORDIA ORDINUM). Questa politica fall nel 63 (dopo Catilina). Cicerone allarg i suoi orizzionti con l'orazione PRO SEXTIO nel 56, professando un coinvolgimento politico di tutte le forze (consensus hominum bonorum), sostenendo che l'unione poteva bloccare i tentativi maligni del singolo. Descrisse tutte le forze. La pecca sta nel fatto che tutte riconducevano al senato; la sua teoria viene rielaborata nella trilogia: De Oratore, De Re Publica, De Legibus.Princeps ciceronianoIl PRINCEPS, moderatore della vita politica dello stato, un simbolo collettivo di questa nuova classe politica. Rappresenta il culmine della carriera di Cicerone; seguono la guerra civile e la dittatura di Cesare. Dopo le Idi di Marzo (44 a.C.) Cicerone tent di recuperare i ceti abbienti italici attorno ai suoi ideali politici tradizionali. Riproponeva l'esempio di alte personalit in una sfera politica priva di rapporti personali, basati sull'UTILITAS REI PUBLIACE. Era la difesa dell'imperialismo. Con il De Officiis professa fedelt allo stato. Ma Cicerone passava per un idealista. Il suo programma fu ripreso in parte da Augusto. Sallustio ne reag positivamente. Scrisse il Bellum Iugurthinum, che mostrava la decadenza morale e politica della classe dirigente. La pace e la sicurezza verranno con il principe, nelle cui

  • mani star tutto il potere.

    Dal Rubicone ad AzioNel 49 a.C. Cesare supera il Rubicone, che segnava il confine fra l'Italia e la Gallia Cisalpina, dando vita a una serie di guerre civili che ebbero fine nel 31. Quando Cesare avanz verso Roma, Pompeo e i consoli si ritirarono in Grecia, a Tessalonica, fondando uno stato in esilio, con molti senatori, fra cui Cicerone. Pompeo volle riprendere l'esempio di Silla in Oriente, forte delle clientele occidentali pompeiane anticesariane, che per furono soppiantate.FarsaloNel 48 a.C. Cesare determin la disfatta di Pompeo a Farsalo, in Tessaglia, li insegu fino in Egitto e lo uccise. Cesare ordin le aree asiatiche romane, poi in Africa combatt forze pompeiane sconfitte a Tapso nel 46 a.C. La dittatura gli fu confermata per 10 anni, finch non fu dichiarato dittatore a vita nel 44 a.C.Senato CesarianoCesare ampli il senato, sia per ampliare la rappresentativit sociale e politica dell'assemblea, che per la necessita di ricompensare personaggi a lui fedeli. Adott una politica di clemenza verso gli oppositori vinti poich era impossibile eliminare gruppi troppo consistenti dalla classe dirigente. Il suo programma prevedeva anche la ripresa della campagna contro i Parti fallita da Crasso.Le Idi di MarzoMa Cesare fu stroncato dalla congiura oligarchica del 44 a.C, che si reggeva sul fondamento etico che affermare la libert morale significava rivendicare la libert politica. I responsabili della morte di Cesare non erano tutta via in grado di dettare una nuova linea politica, se non un ritorno alla situazione precedente. L'unica iniziativa era quella di vincere militarmente i cesariani, colti di sorpresa dalla morte del dittatore. Si giunse necessariamen