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La voce del mandracchio 1 aprile 2016 BOLLO PAGATO ALL’UFFICIO POSTALE 6310 ISOLA POŠTNINA PLAČANA PRI POŠTI 6310 IZOLA STAMPE TISKOVINA www.ilmandracchio.org L’intervista: dott. Felice Žiža La nostra storia: La Chiesa di San Pietro Mensile della comunità italiana d’Isola No. 114

Voce del Mandracchio nr. 114

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Mensile della comunità italiana di Isola - Aprile 2016

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La voce del mandracchio1 aprile 2016

BOLLO PAGATO ALL’UFFICIO POSTALE 6310 ISOLAPOŠTNINA PLAČANA PRI POŠTI 6310 IZOLA

STAMPE

TISKOVINA

www.ilmandracchio.org

L’intervista: dott. Felice ŽižaLa nostra storia: La Chiesa di San Pietro

Mensile della comunità italiana d’Isola

No. 114

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2La voce del mandracchio, 1/4/2016

L’opinione di Daniela Paliaga

Bilinguismo nostro quotidiano

Quando vedo una targa scritta solo in sloveno, priva di testo in italiano, non posso fare a meno di sentirmi cittadina di secondo grado. Di nuovo un assurdo senso di colpa, “cosa ho fatto per meritar-mi di essere invisibile, di vedermi negata”? Con un moto di rabbia mi libero di una colpa che non ho. Non posso cadere nella trappola in cui la vittima si sente colpevole per chi invece è dalla parte del manico. Quando esprimo ad alta voce i miei pensieri, sentimenti fra persone di fiducia, mi capita che qualcuno cerchi di convincermi che è male, male per me, pensare così. Qualcuno cerca di aiutarmi dandomi buoni consigli , buoni esempi di chi ha accettato come naturale questa e (forse) anche altre situazio-ni.” È naturale - mi dice - è naturale… lascia perdere, cerca anzi di essere positiva, di guardare da un altro punto di vista, le cose si aggiusteranno quando verrà il momento!”. “E quando verrà questo momento? Qual è l’altro punto di vista?”E sono sempre più confusa e sempre più arrabbiata. OK la Costituzione che ci prevede e ci “tutela”, e OK per gli Statuti comunali che hanno incluso le norme di osservazione del bilinguismo e dell’uso della lingua minoritaria. Meno OK per quanto riguarda il controllo di queste da parte degli organi preposti. Quante sono state le multe comminate a chi non osserva le prescrizioni? Dopo una bella tavola rotonda tenutasi alla CI di Pirano due anni fa avevamo fatto un calcolo che solo con l’incas-so di queste multe (per quanto piccole) il nostro comune avrebbe potuto rimpinguare le sue casse. Naturalmente sarebbe stata una cosa assurda: avrebbe dovuto multare se stesso e diverse istituzioni da esso finanziate.E fra l’altro si arriva alla situazione paradossale in cui i medesimi organi dell’amministrazione dello stato e comunali si lamentano perché la minoranza non usa i moduli bilingui specifici, o non usa la propria lingua nella comunicazione amministrativa, legale, eccetera. Ma quale può essere la considerazione di cui gode una lingua relegata in un ambito minimo di uso obbligatorio, prevista nei documenti solo per chi ne fa esplicita richiesta, obbligatoria nelle scritte pubbliche, ma come rilevato sopra, non verificata la sua applicazione, prevista nei tribunali e negli ambulatori sempre su richiesta, eccetera, eccetera, l’elenco potrebbe continuare. Può una lingua vivere, radicarsi (verbo inadeguato poiché era già radicata molto, molto tempo prima e da lungo tempo), svilupparsi, se viene sentita come un peso, un obbligo, un doloroso ricordo dell’ingiusta politica linguistica del fascismo? Perché non può invece essere una grande e magnifica opportunità di condividere un patrimonio di cultura, civiltà, lingua antiche oltre mille anni? Perché pur venendo insegnata nelle scuole della maggioranza per ben nove anni di studio a livello elementare e qualcuno di più a livello medio, produce scarsissimi risultati? Colpevoli gli insegnanti? Causa i programmi? Non sarà invece che lo status di cui gode l’italiano nella nostra vita sociale , nel nostro quotidiano, fa sì che venga svalutato il suo ruolo, la sua posizione, costringendola a superare tanti piccoli e grandi ostacoli, molti imprevedibili, tanti prevedibili, pochi di principio?Eppure un 3% sulla retribuzione degli impiegati e funzionari pubblici viene fornito dallo Stato a garanzia dei diritti minoritari e quindi anche a sostegno di un dovere di comunicare in italiano.Nella mia quasi lunga vita ho imparato che i diritti non si raccolgono come mele sugli alberi. Anche per quanto è garantito bisogna esporsi, magari denunciare, magari, senza stancarsi. Ogni diritto calpestato è una perdita di libertà, di civiltà per tutti. La mia consolazione è quando ri-incontro gli ex-studenti, che si portavano dentro tutte le nazionalità. Loro “con orgoglio” si ricordano della nostra piccola ma eccellente Scuola. Erano bravi (-ssimi) studenti e hanno avuto vantaggi dalla conoscenza della lingua e della cultura italiana, hanno gua-dagnato punti quando hanno presentato il curriculum vitae con questa specificità sconosciuta ai più in Slovenia. Occupano ottimi posti di lavoro. Sono sparsi un po’ ovunque nel nostro Paese. Nel loro giovanile ardore sono positivi, sanno, lo spero, imporsi e prendersi i diritti che spettano loro, meglio di me. Sanno difendere senza vergogna e senza sensi di colpa un diritto perché questa nostra è una società civile e democratica.

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Nel corso della 14-esima seduta ordinaria del Consiglio della Comunità Autogestita della Nazionalità Italiana di Isola, tenutasi giovedì 24 marzo a Palazzo Manzioli è stato approvato all’unanimità il Piano finanziario 2016 della CAN. Deciso inoltre l’avvio del Bando pubblico relativo alla cessione in affitto del vano d’affari di proprietà della CAN (il bar in pianterreno).

Il Consiglio della CAN approva il bilancio 2016

Il presidente della CAN di Isola Marko Gregorič e la coordinatrice culturale Agnese Babič hanno informa-to i consiglieri in merito al Piano finanziario 2016 che ammonta a 399.684 €, ossia l’1,22 % in meno rispetto a quello dell’anno precedente, visti i tagli che il Comune di Isola ha effettuato su praticamente tutte le attività cul-turali. La maggior parte dei mezzi verrà impiegata per le attività culturali, per gli spettacoli, per le attività di base delle due comunità (“Besenghi degli Ughi” e “Dante Alighieri”), per i contatti con i connazionali di Italia e Croazia, per lo sport, per l’attività dei gruppi e per l’attività editoriale. Le due Comunità degli Italiani (“Besenghi” e “Dante”) avranno quest’anno qualcosa in più rispetto all’anno scorso. Da rilevare che il Piano finanziario di quest’anno prevede una notevole diminuzione di alcune spese, ad esempio quelle materiali e quelle relative agli investimenti di manutenzione. Nel prosieguo i Consiglieri

hanno approvato all’unanimità una delibera riguardante l’integrazione e lo sviluppo dell’attività bibliotecaria della CAN. Come osservato dal presidente Gregorič, si tratta di catalogare e ordinare il materiale storico donato alla CAN da Silvano Sau e di far si che sia accessibile ai vari ricercatori. Il Consiglio della CAN di Isola ha quindi deciso l’avvio della procedura del Bando pubblico rela-tivo alla cessione in affitto del vano d’affari di proprietà della CAN (il bar in pianoterra). La prossima settimana dovrebbe riunirsi la commissione valutatrice che, in base alla decisione del Consiglio della CAN, sarà presieduta dal consigliere Guido Križman. Križman, nell’ambito del punto varie, ha informato i presenti in merito all’attività della CAN Costiera della quale è membro, rilevando che l’ufficio governativo per le minoranze ha inviato alle CAN italiana e ungherese un documento sui finanziamenti delle comunità che ora dovrà venir discusso dagli interessati e inviato all’ufficio governativo. Dal canto suo, il presidente Gregorič ha informato i presenti sul progetto “Istriana” per la valorizzazione dell’Istria, della sua cultura e delle sue genti, nell’ambito del quale collaboreranno Unione Italiana (Capodistria e Fiume), Museo “Sergej Mašera” di Pirano, il comune di Grisignana, la Regione Istriana e la CAN di Isola. Il progetto “pesa” 476.000 € dei quali circa 34.000 € verranno devoluti alla Can di Isola per impianti multimediali attraverso i quali presentare ai visitatori la storia, la pesca, l’industria e le “fabbrichine” (le operaie) di Isola.

Lunedì, 22 febbraio si è tenuta a Capodistria a Palazzo Gra-visi la XX Sessione ordinaria della Giunta Esecutiva dell’UI. Al vaglio bilancio 2015 e Piano Finanziario 2016. Una riunione movimentata più che altro dalla notizia, comunque ancora uffi-ciosa, che il ricorso presentato da Silvano Zilli, Astrid Del Ben e Marino Budicin per l’annullamento dell’elezione del Presidente della Giunta Esecutiva dell’Unione Italiana, avvenuta il 29 giu-gno 2014, è stato respinto anche dalla Corte Costituzionale di Croazia, chiudendo così una querelle sulla quale in estate si era espressa già la Corte Suprema croata. In seguito alle indicazioni emerse dall’Attivo Consultivo delle CI (17 febbraio, Castelvene-re) e dell’Attivo Consultivo delle Scuole (16 febbraio, Umago), torna all’esame della Giunta, guidata dal presidente Maurizio Tremul, il Piano Finanziario per l’anno 2016. Inseriti nel nuovo Piano i finanziamenti per il pulmino della SEI di Parenzo e per un progetto esecutivo della SEI di Cittanova. Si aumentano, inoltre, l’importo del MOF a favore delle Scuole Elementari e la cifra relativa al capitolo 8, alla voce “Manuali, testi ausiliari, schede prescolari”, per far fronte all’aumento degli iscritti per l’Anno Scolastico 2016. Tra le altre misure adottate, da segna-lare l’aggiornamento dell’albo dei fornitori dell’UI in tema di consulenza e revisione finanziaria. Per ovviare ad un problema di conflitto d’interessi della società HB, già incaricata delle funzioni

Giunta UI: tra bilanci, Piani Finanziari e buone novelle

di revisione al bilancio dell’Unione, verrà indetta una gara con lo scopo di individuare una nuova società di consulenza finanziaria, portando così a tre il numero di società esterne a cui l’UI si affida per contabilità, consulenza e revisione. Durante la riunione è passato all’esame anche il bilancio 2015 della sede capodistriana dell’Unione, che chiude l’anno con un passivo contenuto, attorno ai 6.000 €, derivato dalla cancellazione dalla voce “entrate” di alcuni crediti non più esigibili.

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Impennata di iscrizioni alla prima classe della Scuola elementare “Dante Alighieri” rispetto all’anno scorso, mentre quelle alla Scuola materna “L’Aquilone” erano aperte fino a fine mese. Sono 31 i bambini per i quali i genitori hanno scelto la prima classe nell’anno scolastico 2016/2017, quindi l’istituto dovrà richiedere l’apertura di una nuova sezione. Le iscrizioni si sono svolte il 23 e il 24 febbraio e gli operatori sono soddisfatti della fiducia che la cittadinanza nutre nei confronti dell’istituto. Intanto le iscrizioni alla scuola materna “L’Aquilone” per l’anno scolastico 2016/2017 sono terminate ufficialmente il 31 marzo. I genitori potevano iscrivere i figli che hanno compiuto gli undici mesi di età. Due gli eventi che hanno caratterizzato la vita nella scuola elementare negli ultimi tempi: la visita di una gruppo di alunni della Scuola elementare Vojka Šmuc e le attività svolte assieme ad un gruppo di alunni muggesani nel Tarvisiano. Come ormai da alcuni anni, i due istituti la scuola italiana e la scuola slovena hanno messo nel proprio piano di lavoro uno scambio di visite di alunni che per alcuni giorni seguono le lezioni nell’altra lingua. Così la scorsa settimana tredici alunni delle classi settima, ottava e nona hanno fatto conoscenza con i coetanei della Scuola elementare, mentre in seguito un gruppo di alunni frequenterà per tre giorni le attività. Interessante anche la collaborazione, che continua con l’Istituto comprensivo “Giovanni Lucio” di Muggia. Dopo il campo scuola dello scorso autunno, le classi settima e ottava hanno fatto esperienza assieme ai coetanei d’oltre confine nel Tarvisiano facendo una camminata nella Val Saisera con le tradizionali racchette da neve dette ciaspe.

Bene le iscrizioni alla scuola elementare

Mercoledì, 23 marzo nella Sala Nobile di Palazzo Manzioli gli studenti della Scuola media superiore di Isola e dei Ginnasi di Pirano e di Capodistria, hanno assistito ad una lezione del Dr. Felice Žiža, medico chirurgo e Direttore sanitario dell’Ospedale di Isola, nonché vice-sindaco del nostro Comune. Ha fatto tappa infatti a Isola uno dei ventidue incontri del “Ciclo di conferenze sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari e oncologiche”, organizzato dall’Unione Italiana. Ha introdotto la giornata il Presidente della Giunta Esecutiva dell’Unione Italiana

Venerdì, 4 marzo, con una breve cerimonia, il sindaco Igor Kolenc ha aperto la rotatoria presso l’Azienda Ko-munala di Isola. La costruzione dell’impianto stradale ha avuto un iter abbastanza complicato. A detta del sindaco le lungaggini sono state causate dai mastodontici proce-dimenti burocratici che contraddistinguono lo Stato. Il Comune di Isola aveva iniziato i lavori già alla fine di giu-gno dell’anno scorso in ambito ai lavori di manutenzione a favore del bene pubblico, ciò significa senza il permesso edilizio. É stata proprio la mancanza del permesso edilizio che ha portato al quasi immediato fermo dei lavori da parte dell’apposito ispettorato. I lavori sono ripresi appena il 6 gennaio e sono stati conclusi già il 3 febbraio scorso. Dopo il controllo tecnico di ieri, è stata data finalmente luce verde all’importante impianto stradale. Impianto che – così il sindaco Kolenc - rivitalizzerà tutto il territorio

Conferenza sulla prevenzione sanitariaMaurizio Tremul, che ha portato i suoi saluti e sottolineato uno degli obiettivi fondamentali di questo ciclo: la diffu-sione di una corretta informazione per la salute, dedicata ai propri connazionali. Molto interessante l’argomento: “Prevenzione sanitaria”. Un approfondimento mirato a informare i giovani studenti e a far conoscere loro i rischi per l’organismo, le malattie cardiovascolari e tumorali che possono insorgere come conseguenza di stili di vita e abitudini sbagliate. Il Dr. Felice Žiža ha presentato una vera e propria lezione su misura dei ragazzi, entrando nel dettaglio e illustrando anche alcuni aspetti medici e di fun-zionamento interno dell’organismo umano. Il messaggio ai giovani connazionali in età formativa e di sviluppo è chiaro. È necessario adottare stili di vita sani e abitudini alimentari corrette, evitando soprattutto il fumo e l’alcol, ma anche sottoponendosi a periodici controlli. Avere con-sapevolezza di quello che nuoce gravemente alla salute del proprio organismo fin da giovani è importante, perché seguendo i consigli di prevenzione, è possibile ridurre in maniera considerevole l’insorgere in età adulta di malattie gravi e spesso mortali.

Isola: aperta la rotatoria presso la “Komunala”

adiacente. Non sono mancati i ringraziamenti a quanti si sono adoperati attivamente per il realizzo dell’opera.

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Venerdì, 25 marzo alla Scuola Elementare Dante Alighieri è stato festeggiato l’equinozio di primavera. I bambini della Scuola materna “L’Aquilone”, come tradizione, si sono radunati per giocare e ballare esibendo dei cappellini e dei nastri verdi. Più coreografica la manifestazione della scuola elementare.

Festa di primavera alla SE “Dante Alighieri”

Ricordando antiche usanze che vivono ancora in oriente, con feste in India, Cina e Giappone, la scuola ha organiz-zato, seppure con qualche giorno di ritardo, il cambio di stagione che porta nuova vita e nuovi frutti nella natura e rende il clima più clemente verso l’uomo, almeno in quelle che una volta erano considerate le zone temperate del piane-ta. Preparati i nastri colorati e le altre decorazioni gli alunni sono scesi in cortile. Al ritmo di musica le varie classi hanno fatto varie figure colorate fino a congiungersi in un unico girotondo e poi in altri piccoli girotondi variopinti. Dopo aver fatto alcuni giochi, sempre all’insegna della varietà dei colori, la spirale ha lasciato il campo sportivo per raggiun-gere prima lo spazio antistante l’entrata principale e poi le finestre dell’edificio per una foto ricordo … festosa.

In occasione dell’otto marzo, Giornata della donna, i cantanti Eleonora Matijašič (soprano) e Neven Stipanov (baritono) hanno eseguito assieme alla pianista Reana de Luca un applaudito concerto di brani dedicati alla donna e all’amore. I due cantanti, isolana il soprano e piranese il baritono, sono conosciuti al pubblico della nostra co-munità nazionale e in diverse occasioni le loro esibizioni sono state apprezzate in Slovenia e in Italia. La pianista

La piccola compagnia Mosaico teatrale lidense di Ve-nezia è stata già ospite della Comunità degli italiani Dante Alighieri e sabato 12 marzo ha portato ad Isola un prodotto di teatro a leggio in dialetto veneziano basato sulle tradizioni sul tema del cibo. Il lavoro “Versi in tavola!, el disnar co’ Goldoni e... altri” è un collage di scene goldoniane tratte da diverse commedie del grande commediografo veneziano, con vari inserimenti poetici e stacchi musicali, ideato da Luigia Scarpa e Virgilio Giormani. Il tema, presentato a palazzo Manzioli dopo esser stato portato in giro nel Veneto, è legato al gusto e ai piaceri della tavola. La parte del leone la fanno le scenette tratte dai capolavori di Carlo Goldoni che parlano delle usanze del tempo legate alle pietanze e all’alimentazione in genere. Non mancano però simpatici versi di vari poeti che hanno divertito anch’essi il pubblico. Il gruppo ha anche interpretato, accompagnato alla chitarra da Piero Fontana, canzoni popolari veneziani e canzoni originali di Luigia Scarpa Giormani e Maurizio Piccoli.

Donne e amore a Palazzo ManzioliReana de Luca ha un curriculum di tutto rispetto costituito da concerti in Italia e all’estero e attività didattica. Il pro-gramma era suddiviso in due parti. Nella prima Eleonora Matijašič e Neven Stipanov hanno cantato brani della tradizione italiana del belcanto con romanze e arie da opere e operette. Gli autori: Giordani, Caldara, Pergolesi, Tosti, Bellini, Mozart e Lehar. Molto applaudita l’aria “Tu che m’hai preso il cuor” eseguita in duetto. Molto più cono-sciuti al vasto pubblico, a Palazzo Manzioli in maggior parte femminile, i brani della seconda parte. Suggestive le melodie rese immortali da Edith Piaf, coinvolgenti i brani come la Paloma o Granada o l’ormai tradizionale slove-na Zemlja Pleše. Fuori programma ancora un duetto dei due cantanti che hanno strappato ancora sinceri applausi con La Vie en rose. Il concerto è stato organizzato dalla Comunità autogestita della nazionalità italiana di Isola, che ha provveduto a distribuire un ramoscello di mimose a tutte le signore e a offrire una degustazione di vini e prodotti tipici.

“Versi in tavola!”, recital del Mosaico veneziano

La voce solista era quella di Elisabetta Fabris. Hanno reci-tato Elisabetta Fabris, Piero Fontana, Annalisa Lauritano, Aurelio Minazzi, Bruno Scarpa e Luigia Scarpa. La serata, divertente per i contenuti, è stata anche un’occasione per ricordare che la parlata istroveneta isolana e la parlata ve-neziana hanno tantissime sonorità in comune.

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L’intervista: dott. Felice Žižadi Cristina Di Pietro

Felice Žiža, isolano, ha frequentato le scuole italiane di Isola e Pirano, ha studiato medicina a Trieste e ha lavorato per diversi anni all’ospedale di Cattinara. Dal 1997 Chirurgo generale all’Ospedale di Isola e dal 2012 Direttore sanitario. Da sempre membro della CNI di Isola, ricopre oggi il ruolo di vicepresidente della CAN e di vicesindaco del Comune di Isola. Nel suo ufficio all’Ospedale, ci ha parlato della sua espe-rienza e del suo impegno politico.

Quanto è stato importante e formativo per lei crescere in un periodo in cui il gruppo nazionale italiano era molto forte e la comu-nità vissuta in modo più intenso dal punto di vista aggregativo rispetto a oggi, soprattutto per i teenager e i giovani?

Io ho cominciato a frequentare assiduamente la comunità negli anni dell’adolescenza. A quei tempi era bellissimo. Oggi credo che i giovani non abbiano la stessa opportunità di frequentarsi, di ave-re un posto dove trovarsi, di fare attività comune. Dentro i circoli si faceva cultura e attività sportiva, ma soprattutto si stava insieme. Per esempio, noi ragazzi ci riunivamo e organizzavamo delle serate al sabato e alla domenica, per ballare. Ma anche durante la settimana si stava insieme. Verso le cinque del pomeriggio si veniva in Comunità, allora la sede era a Palazzo Besen-ghi, e giocavamo a scacchi, a carte, a ping pong, ascoltavamo musica. Per cui posso dire di avere vissuto la comunità in maniera intensiva. Il mio gruppo di amici era molto affiatato e vivevamo la comunità

dal punto di vista aggregativo in un modo che purtroppo oggi è quasi scomparso, perché sono cambiati gli stili di vita e perché chi ha poi portato avanti il gruppo naziona-le, negli anni passati, ha inibito e represso lo sviluppo delle inizia-tive giovanili. Oggi il “problema giovani” è un problema collettivo, però bisogna dire che a Isola che qualche tempo fa abbiamo perso un’opportunità importante, perché c’era un bel gruppo di teenager e di giovani interessati alla partecipa-zione attiva. Ma in quel momento le porte gli venivano chiuse e gli veniva impedito di partecipare. Adesso che si sono capovolte le funzioni dirigenziali della CAN e che abbiamo allargato la parteci-pazione e aperto anche gli spazi, siamo arrivati in ritardo. Stiamo lavorando assiduamente per recu-perare. Per esempio, Katja Dellore lavora molto nelle scuole.

Da giovane attivista della CNI agli studi in medicina, da un lavoro delicato e di alta responsabilità in ospedale alla politica. C’è un filo conduttore che collega queste scelte?

Per me il lavoro del chirurgo è il lavoro più bello del mondo, per il tipo di studi che fai, le compe-tenze e le capacità che acquisisci, il contatto con le persone. Ci sono davvero tantissime caratteristiche positive, per non parlare del fatto che esercitare questa professione ti dà una completezza di visione di quello che è la vita, la natura, la funzione umana dell’organismo, davvero straordinaria. Da quan-do sono entrato in politica, mi si è aperto un altro punto di vista

ancora, quello del sistema uomo, della società e dell’organizzazio-ne, delle relazioni tra le persone e anche qui il lavoro consiste nell’aiutare e facilitare, tramite la comunicazione, mediare perché si arrivi all’obiettivo. E anche qui ti paragoni, ti metti in gioco continua-mente. Ecco, prima ero convinto che solo la medicina, o meglio la chirurgia addominale, potesse con-cretamente aiutare l’essere umano. Nei primi venti anni ho avuto a che fare con l’interno delle persone e ora invece, dal 2010, ho a che fare con l’organizzazione esterna, con l’attività sociale delle persone.

Quale è stata la spinta a entrare in politica? Quali risultati sono stati raggiunti?

Mi sono messo in gioco nel 2006, su insistenza di una parte di connazionali a cui non stavano bene certe cose e che vedevano in me una persona che potesse apportare un cambiamento. Così sono riuscito a entrare a far parte del consiglio della CAN di Isola. Ma ero solo io, all’interno del consiglio, a portare avanti deter-mininate richieste che rimanevano sistematicamente inascoltate. Suc-cessivamente, nel 2010, abbiamo condotto una campagna elettorale più organizzata e siamo riusciti a portar dentro quattro consiglieri su nove. In questo modo il nostro peso all’interno del consiglio era piuttosto equilibrato e siamo riu-sciti a smuovere diverse cose. Per finire con il 2014, l’anno in cui abbiamo portato sette consiglieri su nove. Oggi la gestione dei fondi nei confronti delle due Comunità, Besenghi e Alighieri, ci sembra

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molto più democratica e la CAN è più accogliente nei confronti delle proposte dei connazionali, ha aperto gli spazi sempre più, tentan-do concretamente di fare largo ai giovani. Queste sono state le nostre battaglie politiche principali. Chia-ramente si può fare di meglio e si può fare di più, ma possiamo dire di essere soddisfatti dei risultati raggiunti finora e che un processo di rinnovamento è stato avviato. Inoltre, vorrei ricordare che noi come CAN e in consiglio comunale rappresentiamo tutti e cerchiamo di coinvolgere tutti allo stesso modo. Perché il nostro compito è tutelare i diritti degli appartenenti alla nazio-nalità italiana nel suo insieme.

Cosa ci può raccontare della sua attività come consigliere co-munale e vicesindaco? Quali sono i rapporti tra maggioranza e mino-ranza? L’applicazione del bilingui-smo è sempre una priorità?

Le priorità per quanto riguarda il rapporto con la maggioranza sono l’applicazione del corretto bilin-guismo, la toponomastica e tutto quello che riguarda l’istituzione scolastica. In particolare rispetto al bilinguismo si deve sapere che, effettivamente, abbiamo a nostro favore tutte le norme di legge, c’è anche un decreto comunale. Queste dovrebbero essere automaticamen-te messe in pratica, ma purtroppo così non è. Dobbiamo, in un certo senso, sempre farci strada da soli, dobbiamo denunciare, dobbiamo imporre dei controlli e così via. L’ispettorato a Isola funziona bene, nel senso che collabora bene con noi, ma sempre sulla base delle denunce dei nostri connazionali o tramite azioni portate avanti da me, dalle Comunità degli Italiani o dal Presidente della CAN, Mar-ko Gregorič. Il problema è anche questo: l‘incapacità o paura o abi-tudine dei nostri connazionali, che si sentono inibiti a usare l’italiano e preferiscono usare lo sloveno persi-no in contesti informali, ad esempio per ordinare al ristorante. Siamo

in fase di studio di possibili azioni che possano migliorare l’aspetto linguistico e il livello di italiano anche nelle nostre scuole, per cui direi che sicuramente si potrebbe fare meglio. In ogni caso ci tengo a dire che da parte della maggioranza io vedo grande apertura, grande collaborazione. Davvero tocca al gruppo nazionale italiano fare di più. Dobbiamo renderci conto noi stessi dei nostri diritti e applicarli. Dobbiamo denunciare tramite gli strumenti adeguati, senza essere aggressivi e senza insultare la maggioranza. È chiaro che ci sono ancora estremisti pronti a darti contro, ma io vedo che le istituzioni e la maggior parte delle persone sono favorevoli, ma non possono recuperare loro i settanta anni di oppressione. O meglio dal punto di vista legislativo la Slovenia ha oggi le leggi più avanzate per la prote-zione del bilinguismo, quindi tocca a noi tutti, nel nostro quotidiano, fare uno sforzo in questo senso.

Quale futuro per la CNI di Iso-la? Quali sfide bisognerà affronta-re per continuare a crescere?

La CNI di Isola è attualmente una comunità molto attiva e pre-sente sul territorio, che guarda al futuro con ottimismo, nonostante molte difficoltà purtroppo ancora attuali. Da questo punto di vista, anche al nostro interno dobbiamo proseguire sulla strada di tutta una serie di riforme. Dobbiamo essere in grado di ripensare il nostro ruolo e funzionamento. Anche per questo motivo reputo che il futuro della CNI sia in mano ai ragazzi. Sono loro il nostro futuro, quelli che devono prendere le redini in mano, ma devono assolutamente essere supportati. Se non c’è gioventù è chiaro che non ci sarà futuro. Viviamo una situazione che non è completamente sfavorevole. Le scuole infatti sono piene. È vero che la maggior parte dei nostri studenti non fanno parte del gruppo nazionale italiano, ma è vero anche che tantissimi di questi si integrano

con noi e almeno potenzialmente, possiamo dire, un giorno saranno cittadini isolani che condivideranno ceri valori a noi cari, come il rispet-to della storia, delle tradizioni, del bilinguismo e della caratteristiche culturali della nostra area. Per cui anche uno che non è nato qua, non è autoctono, non ha genitori italia-ni o nonni può sempre diventare italiano, per lo meno dal punto di vista culturale. Conta l’ambiente sociale che il bambino ha intorno a sé. Potenzialmente questi ragazzi possono diventare parte integrante della comunità nazionale italiana. Nel passato la situazione era più facile, se vogliamo, nel senso che si avevano entrambi i genitori che parlavano italiano e si sentivano italiani e così via. Ma oggi dob-biamo affrontare il cambiamento. Ricordandoci sempre che le isti-tuzioni ci sono, la lingua esiste, la cultura esiste, le comunità esistono, ci siamo. Però se non riusciamo a inserire nel gruppo nazionale per-sone che scelgono l’italianità non andremo lontano.

Siamo arrivati alla fine di que-sta chiacchierata, quale messaggio vorrebbe dare ai suoi connazio-nali?

Vorrei invitare tutti a parteci-pare di più alla vita comunitaria. Palazzo Manzioli è di tutti. Venite, partecipate e proponete, perché noi rappresentanti siamo là per voi e siamo aperti alle proposte. Parte-cipare è fondamentale, perché solo così possiamo crescere e continuare il nostro percorso sicuri di fare il meglio, grazie al continuo confron-to. Sono tante le serate sociali, le fe-stività, le attività per i piccoli e per i ragazzi. Palazzo Manzioli è casa nostra, ma capita spesso di pensare che gli sloveni lo conoscano più degli italiani. Abbiamo 800 iscritti e siamo il gruppo che funziona me-glio a livello comunale, quello che dà di più. Ma possiamo migliorare ancora e ci farebbe piacere vedere vicino sempre più persone.

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La nostra storia: La chiesa di San Pietro di IsolaSilvano Sau e Andrea Šumenjak

Dalla Chiesa aveva preso nome tutta la zona circostante, “el Scoio de S. Piero”, poiché era stata costruita proprio sullo scoglio, isolata dall’abitato del centro storico. Fu investita di una certa impor-tanza all’inizio del XIX secolo, quando, nel 1809, il parroco don Bartolomeo Vascotto fece costruire nelle immediate vicinanze delle terme sulfuree. La successiva costruzione del conservificio non fece accrescere la sua importanza. La Chiesetta era stata costruita nell’XI/XII secolo. L’ultimo restauto risale al 1954, dopo di che venne data in uso alla vicina fabbrica Delamaris (Ex Ampelea). Venne demolita negli anni Ottanta.

La prima menzione della chiesa risale all’anno 1175. Tra il 1213 e il 1330, nelle vicinanze operava un ospizio dei Benedettini, per la prima volta citato nelle cronache parrocchiali nel 1152. Era sostenuto dalla Chiesa e dall’Abbazia di Santa Maria in Monte di Aquileia. Il monastero sarebbe stato donato ai be-nedettini dal Vescovo Vernardo. Nel maggio 1213 la badessa di Aquileia regalava il Monastero di S. Pietro di Isola ad un certo Johannes Bava di Buie, il quale dovette promettere di servire la Chiesa. Dato che l’ospizio si trovava in una zona assai isolata divenne sede di un ordine di frati eremiti. Non vi è alcun le-game diretto tra l’ospizio e il monastero stesso, che poteva trovarsi anche altrove, ma l’eremo è presente fino al 18° secolo. Il monastero benedettino originale, secondo alcune fonti, si trovava nei pressi della chiesa di Santa Caterina e del monastero dei Serviti. Nella cronaca parrocchiale la consacrazione della chiesa non è menzionata.

La chiesa viene nuovamente menzionata in un contratto del 1281, quando il monastero di Aquileia dà all’isolano Almerico Vigolletto in affitto per 12 anni la terra nei pressi della chiesa di S. Pietro.

La chiesa di S. Pietro figura come terza chiesa costruita a Isola, dopo quelle di S. Maria d’Alieto (10 - 11° secolo.) e la chiesa di S. Mauro (1082). Con ogni probabilità, la chiesetta originale aveva una semplice forma romanica.

Tra il 1340 e il 1374 l’abbazia di Aquileia per la chiesetta di S. Pietro di Isola doveva pagare alla diocesi di Capodistria l’affitto annuo di una libbra d’incenso.

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Nel 1582 nelle vicinanze di S. Pietro, dove oggi si trova la Casa dell’anziano, furono costruiti un nuovo ospizio, un convento francescano e una chiesa con-sacrata a San Francesco.

La prima testimonianza scritta della chiesa di S. Pietro risale al 26 marzo 1646 quando il parroco Giacomo D’Elise in una lettera ne fa menzione al ve-scovo, chiedendo il permesso di celebrarvi le messe, visto il grande interesse dei parrocchiani. Da ciò si può dedurre che la chiesetta era spesso chiusa nonostante sia stata restaurata nel 1624, grazie ai mezzi finanziari stanziati dalla “Cameraria” comunale nel 1622.

Verso la fine del 17° secolo, la chiesa viene rico-struita in stile barocco. Naldini ne parla nella sua “Co-rografia” del 1700, scrivendo che “la bella famiglia di tele del Vidali la rendono un grazioso santuario di Dio”. Annota ancora che nella chiesa, accanto all’al-tare dedicato al patrono, ve ne sono altri due minori, splendidamente decorati, per i quali non si sa a chi fossero dedicati. Dato lo stile barocco dominante, gli altari dovevano essere di legno, dorati e collocati uno sulla parete nord e l’altro su quella a sud. In quel periodo nei pressi della chiesetta si trovava la dimora del sacerdote eremita. L’ultimo eremita, responsabile della chiesetta morì nel 1770.

Più tardi, la chiesa è stata sede della Confraternita di San Paolino di Nola costituita principalmente da immigrati provenienti dalla Puglia.

Nel 19° secolo la facciata della chiesa viene rifatta in stile neo-gotico. Nel 1866, assieme alla chiesa di S. Rocco, viene trasformata in lazzaretto militare anticolerico. Nel 1867, durante i lavori di ripavimen-tazione, furono traslati e seppelliti nella chiesetta di S. Pietro i resti del vescovo di Pola Lelio Valentino Contessini-Ettorio, nativo di Isola.

Dopo la capitolazione del Regno d’Italia nel 1943, con l’occupazione da parte della Germania nazista, la repressione aumenta ed il movimento anti-fascista trova nascondiglio di notte nella chiesetta di S. Pietro, che offre la possibilità di una rapida fuga per rifugiarsi nei vicini dirupi carsici.

Nel 1954 la chiesetta viene nuovamente in parte restaurata.

Nel 1956 La fabbrica Delamaris “imprigiona” con la propria recinzione la chiesa di S. Pietro e permette al parroco di celebrarvi la messa soltanto due volte all’anno. Nel 1977 la fabbrica Delamaris inizia la costruzione di un grande capannone frigorifero. Dato che si doveva minare la zona c’era il reale pericolo che la chiesa di S. Pietro rimanesse gravemente dan-neggiata, ragion per cui fu sconsacrata e nell’ottobre 1982 completamente demolita.

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L’insolita formazione musicale composta da Manuel Šavron e Rok Kleva, rispettivamente fisarmonica e violino, ha presentato venerdì 18 marzo a Palazzo Manzioli il CD Ragbag. Molto variegato il programma, ottime le esecuzioni dei due giovani musicisti. Non si contano più i concerti organizzati in ambito a EthnoInsula, un progetto della Comunità Autogestita della Nazionalità Italiana di Isola nato nel lontano 2002 su iniziativa del connazionale Luciano Kleva. Si tratta di oltre una

Domenica, 13 marzo il Coro Haliaetum della Comunità degli Italiani Pasquale Besenghi degli Ughi di Isola si è esibito a Tarvisio nell’ambito alla 47-esima edizione della rassegna dei cori della regione del Litorale sloveno “Primorska poje”. I cinque cori partecipanti hanno dato vita a un bel pomeriggio musicale. 47 edizioni, 30 località coinvolte, oltre 180 gruppi corali con oltre 2.500 coristi in scena! Questi i numeri della più grande rassegna culturale slovena organizzata dal Fondo pubblico della Repubblica di Slovenia per le attività culturali in collaborazione con altri fautori della scena culturale slovena a cavallo del confine occidentale e della vicina Carinzia austriaca. L’ennesima partecipazioni alla “Primorska poje” (Il Litorale canta) ha portato il Coro misto Haliaetum della CI “P. Besenghi degli Ughi” di Isola al Centro socio-culturale Julius Kugy dell’imbiancata Tarvisio. Il nostro coro, diretto da Giuliano Goruppi, solista il baritono Stelio Grbec, si è prodotto in una bella esecuzione di brani popolari spazianti dall’Istria alla Sicilia elaborati da Marco Sofianopulo e dal Goruppi stesso. Un programma apprezzato e applaudito dal numeroso pubblico presente. Accanto al nostro Haliaetum, il dodicesimo dei trenta concerti previsti per la 47-esima edizione della rassegna ha visto la partecipazione del gruppo vocale austriaco “Dekleta Smrtnik” di Eisenkappel - Železna Kapla (Austria) diretto da Dana Smrtnik, il “Kvintet Krnica” di Karnitzen - Sv. Štefan na Zilji (Austria) diretto da Hermann Fritz, il coro dell’associazione “Iris” di Bukovo (nel Tolminotto) diretto da Vojka Svetičič, il coro misto “Igo Gruden” di Aurisina – Nabrežina (Italia) diretto da Janko Ban e il coro misto “Canto ergo sum” di Tolmino diretto da Katarina Kovačič. Come da tradizione, i canti sono proseguiti al simpatico incontro conviviale di fine-concerto.

Il Diatonic Strings Duo a EthnoInsulaquarantina gli eventi con altrettanti complessi musicali, il tutto sempre curato nei particolari, in special modo la scelta degli esecutori. Ottima è stata pure la scelta del Diatonic Strings Duo per il secondo concerto di EthnoInsula 2016. L’insolito duo, composto da Manuel Šavron e Rok Kleva – figlio del compianto Luciano -, rispettivamente fisarmonica diatonica e violino, due giovani e promettenti musicisti connazionali, ha presentato al numeroso pubblico del Manzioli il loro primo compact intitolato Ragbag. Il prodotto presenta un repertorio molto variegato che spazia dall’etno al jazz, passando per il folk e la world music, con qualche eco della musica popolare istriana e delle danze bretoni. Nell’ora abbondante di concerto, i due musicisti, seppure di diversa estrazione artistica, hanno dimostrato un’invidiabile intesa e padronanza dello strumento, destreggiandosi senza problemi sia negli incalzanti ritmi balcanici sia nelle delicatissime ballate. Una bella serata molto apprezzata dal pubblico. Il CD è un prodotto discografico del festival Godibodi, edito dalla casa discografica Celinka con il sostegno delle Comunità degli Italiani di Capodistria e Pirano e delle Comunità autogestite della nazionalità italiana di Capodistria, Isola e Pirano.

Il Coro Haliaetum si è esibito a Tarvisio

Sabato, 19 marzo, nella Sala Convegni del Centro Culturale Gastone Millo, la Comunità degli Italiani “Dante Alighieri” di Isola, ospite dell’Associazione AIDA di Muggia, ha presentato la serata letteraria “Sotto il sole di San Mauro” nata dal concorso letterario “Per San Mauro racconta le tue storie”. L’anno scorso la Sezione Storia Patria della Comunità degli Italiani “Dante Alighieri” di Isola aveva bandito il concorso letterario “Per San Mauro racconta le tue storie”, in occasione del 635° anniversario della leggenda di San Mauro. Ad esso avevano aderito 32 concorrenti provenienti da Germania, Australia, Canada, Italia e Isola d’Istria, tra di essi anche quattro minorenni. Al sodalizio sono pervenuti ben 55 lavori di autori nati tra il 1920 e il 2009. A Muggia, nella Sala Millo nell’ambito della serata letteraria “Sotto il sole di San Mauro”, sono stati letti gli scritti in forma ridotta - storie vissute da isolani, dai loro discendenti e anche da qualche nuovo isolano. A leggerli sono stati i membri dei complessi di recitazione della “Dante Alighieri”, guidati da Amina Dudine: Pia Chersciola e Kim Vižintin della compagnia di EtnoTeatro, Tessa Dassena e Tanija Pulin della compagnia Filodrammatica e Rocco Zuliani del Gruppo Teatrale Junior. Alle parole sono state associate le immagini di Isola preparate da Dragan Sinožič. In quest’occasione sono anche stati resi noti i vincitori del concorso. Sono stati assegnati i premi “Comunità degli Italiani” a Bruno Moscolin da Carpi e Alessandra Zuliani da

La CI “Dante Alighieri” a Muggia

Muggia. Il premio speciale è stato conferito a Lucia Dobrilla di Trieste per il brano “A mia sorella, martire a sedici ani”. Il terzo premio ex aequo lo hanno vinto Luigi Danieletto con “Xe motivi e motivi” e Lilia Sergaš con “San Piero”. Il secondo premio è stato aggiudicato a pari merito a Mario Lorenzutti per “Il mio giorno del ricordo” e a Loredano Pugliese per “In mar fin de picio”. Meritevole del primo premio è stato ritenuto lo scritto “Figli di isolani” di Bruno Costanzo di Muggia.

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In ricordoSono trascorsi venti tristi anni da quando il 15 marzo del 1996 ci lasciò nostra figlia

Tiziana DudineChe il nostro ricordo serva anche da appello a genitori e dottori perché ascoltino e cerchino di comprendere quando un giovane viene a chiedere di essere capito e aiutato e gli forniscano tutto il possibile sostegno. Ciò vale in particolare per le strutture sanitarie. Non è detto che l’aiuto dia dei risultati positivi. Noi non lo sappiamo perché, nel caso di nostra figlia, purtroppo, questo aiuto è venuto a mancare...Vogliamo ringraziare tutti coloro che si recano alla sua ultima dimora e le portano candele e fiori.

I genitoriIsola, marzo 2016

Il professor Giuseppe Debernardi è scomparso mercoledì 9 marzo all’età di 86 anni. Classe 1929, è stato dapprima insegnante alla scuola elementare di Isola, poi assumeva l’incarico di consigliere presso l’Istituto pedagogico di Capodistria. Nel 1976 veniva nominato direttore della Scuola elementare e contribuì a raffor-zare la posizione dell’Istituto nell’ambiente adoperandosi per l’introduzione del tempo pieno. Per formazione insegnante di italiano e storia, si è adoperato per la modernizzazione dell’insegnamento compilando manuali e traducendo libri di testi. Ha ricoperto vari incarichi negli organismi politici e professionali della Comunità italiana in Slovenia. Dopo il pensionamento per un certo periodo in collaborazione con Telecapodistria ha contribuito alla produzione di materiale audiovisivo per le nostre scuole.

Deceduto il professor Debernardi, per anni preside della Scuola elementare di Isola

La voce del mandracchio - mensile della Comunità italiana di IsolaCaporedattore responsabile: Andrea ŠumenjakRedazione: Corinne Brenko, Claudio Chicco, Kris Dassena, Cristina Di Pietro, Marino Maurel, Daniela Paliaga, Lorenzo Pelliconi, Silvano Sau, Andrea ŠumenjakSede: Piazza Manzioli 5, Isola, Slovenia tel., fax: (+386 5) 616 21 30, 616 21 32, sito Internet: www.ilmandracchio.org(Il giornale è iscritto nel Registro dei media del Ministero per la cultura della Repubblica di Slovenia al No. 1143.)

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Nel nostro obiettivo... www.ilmandracchio.org

Grande partecipazione alla nona edizione della “Gara dei dolci pasquali e non” organizzata dalla Comunità degli Italiani Pasquale Besenghi degli Ughi di Isola.

Duro il lavoro della commissione di esperti che ha deciso di assegnare, per la sezione giovani, il primo premio a Kristina e Maja Trivič, il secondo a Tim Korošec ed il terzo a Leila Mujanović, per la sezione adulti, il primo premio a Vanilton Oliveira, il secondo a Marica Kapun ed il terzo a Marilina Tenore. Nella foto: tutti i partecipanti con la giuria.

Durante la serata organizzata dalla CI P. Besenghi degli Ughi si è svolto un concerto corale sostenuto da due gruppi: il Coro “Haliaetum” della „Besenghi” di Isola e il Coro “Milleluci” dell’associazione Accademia di Musica “Ars Nova” di Trieste. È stata inaugurata pure la mostra tematica del Gruppo di Pittura

“Arsia, 28 febbraio 1940, ore 4.35 circa” è il titolo della serata musicale portata in scena a Palazzo Manzioli dall’Associazione “Serenade Ensemble” di Muggia, ospite della Comunità degli Italiani “Dante Alighieri” di Isola. Nove musicisti e due voci narranti, coadiuvati da immagini e filmati, hanno raccontato della più grande tragedia mineraria italiana.

La cantautrice e pianista canadese Allison Crowe si è esibita in concerto a Palazzo Manzioli. Il pubblico, che ha riempito fino all’ultimo posto la sala nobile, ha acclamato con lunghissimi applausi l’artista che ha concluso il concerto con la sua famosa interpretazione di “Hallelujah” di Leonard Cohen.

PasquettaCoro Haliaetum