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Voce di Buccino 2008_03

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Autunno 2008

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ANNO XIVNUM. 3

AUTUNNO

2008Periodico di Cultura - Tradizioni e Informazione

Poste Italiane SpA, sped. in abb. postal e - D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 DCB - RomaTassa riscossa - Taxe Percue - Roma - Italy Distribuzione gratui ta

Il 9 agosto a Buccino la IV Edizione del PREMIO BUCCINESE NEL MONDO

La Voce di Buccino in sella all’asino rinsalda il legame tra le associazioni dei Buccinesi d’Argentina e nel Mondo

Servizio a pagg. 8-9

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Pag. 2 La Voce di Buccino - Autunno 2008

Editorialedi

AngeloImbrenda

La VOCE di BUCCINOAut. Tribunale di Roma n. 190/95

Direttore resp. - Dino BaldiDirettore

Angelo ImbrendaDirez. - Redaz. - Amm.ne

Via Carolei, 22 - 00173 RomaTel. e Fax 06.72670085

Cell. 329-6156267e-mail: [email protected]

Stampa: GRG Tipolitografica - Salernomese settembre 2008

Il giornale si sostiene con il Vostrocontributo volontario:Quota Abb. Annuale euro 10.00C/C postale n. 36456002intestato a:Angelo ImbrendaIl foro competente per ogni controversia èquello di Roma.

Diario di bordoSettembre dell’A.D. 2008

La Voce di Buccino, questa minuta caravelladi carta continua il suo viaggio. Negli ultimigiorni il tempo segna calma piatta e la faveleggiare ancora nei tranquilli mari del sud.A giorni risalirà la costa tirrenica e approderàalla foce del Tevere per risalire fino al centrodi Roma. Ma ai primi di agosto, mentrestavamo risalendo il Sele-Tanagro, fulminie saette sono stati lanciati dal collevolceiano tanto da mettere a rischio lanavigazione. Solo la maestrìa di Mario, ilnostro nostromo, e grazie al lasciapassaredi due viaggiatori accreditati comeCostantino e Rosetta ci è stato possibileapprodare a Ponte San Cono e raggiungereBuccino, per svolgere la IV edizione delPremio Buccinese dell’anno ( vedi servizioall’interno). Nell’ A.D. 2008 facciamo partedell’Europa unita, abbiamo la moneta unica,milioni di extracomunitari chiedono di essereequiparati ai cittadini italiani, eppure, noiche pensiamo di avere i titoli per essereconsiderati cittadini buccinesi, nonriusciamo ad avere questo riconoscimento.E perché succede tutto ciò? Non vogliamorinunciare alla nostra libertà.Diceva Leo Longanesi: “Non è la libertàche manca. Mancano gli uomini liberi”.A Buccino purtroppo non c’è cittadinanzaper gli uomini liberi. Ho un unico torto,quello di non aver chiesto l’iscrizione alpartito del potere.Mi viene da pensare che ancora moltastrada c’è da percorrere affinchè Buccinodiventi un paese libero. Perchè tantopessimismo da parte mia? Mi vengono inaiuto gli scritti del nostro concittadinoAntonio Nitto, che inizio a pubblicare inquesto numero. Dopo cinquant’anni le sueanalisi su Buccino e sul mezzogiorno sonoattualissime. Gli ever-green politici locali siriciclano ma il paese continua il suoinarrestabile declino. Miliardi di miliardisono piovuti sul cielo volceiano econtinuano a cadere ma per la stragrandemaggioranza dei giovani non c’è futuro acasa loro. Molti devono prendere la valigiae partire,se vogliono costruirsi unasperanza di vita.Questa è la realtà che riporto su La Voce diBuccino.

Invece, su Cronache del Mezzogiorno del15 agosto è uscito un articolo-peanasull’amministrazione comunale di Buccino.Il titolo era “ Riconoscimenti per i buccinesiemigranti”. Un “ attestato di benemerenza” a Rosa eCostantino Conte. Qualche lettore potevapensare al premio Buccinese dell’annoassegnato dalla nostra Associazione il 9agosto nell’ aula consiliare del Comune diBuccino. No! Si trattava invece di unaidentica manifestazione organizzatadall’Amministrazione Comunale solo 3giorni dopo. Una grave motivazione avràspinto gli Amministratori di Buccino a fareuna “festa” separata ai coniugi Conte. Nelleggere l’articolo rileviamo che il SindacoVia: “ ha sottolineato la valenza di talemanifestazione tesa soprattutto a farconoscere, ai Buccinesi lontani, la realtàlocale a fronte di una scarsa, quantoinesistente, informazione che, in qualchecaso, è professionalmente discutibile”. Edopo una serie di interventi dei variassessori che hanno illustrato le iniziativein corso d’opera, l’assessore all’ecologiaha detto che: “ l’ammodernamento del sitodel Comune di Buccino che vedràinnanzitutto, ( e finalmente) la possibilitàdel cittadino di poter colloquiare, in viatelematica, con il sindaco e gli assessoriadducendo suggerimenti, critiche e quesiti...e, in particolar modo per i Buccinesilontani, la possibilità di essere informatitempestivamente sui fatti di cronaca localein modo oggettivo ed attendibile”. Come illettore può capire l’amministrazionecomunale di Buccino non solo lavoraindefessamente per il bene del paese ma èattenta anche a far conoscere la sua attivitàai buccinesi vicini e lontani perchè c’è unainformazione scarsa, inesistente,professionalmente discutibile. Ci penseràquindi l’assessore all’ambiente ad informarein modo oggettivo ed attendibile. Carigiovani buccinesi potete dormire sonnitranquilli, siete in un ventre di vacca, ildomani sarà vostro. Caro buccineseottantenne di B.Ayres o del New Jersey,aspetta e spera: fra qualche anno non avraipiù bisogno di ricevere La Voce di Buccinoper posta e in ritardo, ci penseranno i vostriamministratori a informarvi in tempo reale.E La Voce di Buccino? Non è affidabile equindi non serve alla causa. Giunto a questo punto, non mi resta chechiedere asilo politico a qualche Comunedella Comunità Montana del Tanagro perpoter continuare a scrivere da uomo libero.E se non me lo concedono sarò costrettoad emigrare negli Stati Uniti d’America.Sono sempre figlio r’ Concettinala’mericana..

E-mail dagli USACaro Angeloancora una volta vogliamoringraziarti di vero cuore io , miomarito Costantino, i nostri figliJoseph e Rosa per averci dato l’onoredi essere stati premiatidall’associazione Buccinesi nelmondo per l’anno 2008.Ci avete regalato davvero una serataeccezionale e indimenticabile. Ciavete reso davvero felici nel vedercicircondati da tutti voi con tantasimpatia e generosità nei nostriconfronti.E’ un onore lasciare nel cuore deinostri figli questi ricordi che li fannosentire orgogliosi di essere figli diBuccinesi.Sono validi motivi perchè possonocontinuare ad amare Buccino con isuoi valori e tradizioni.Angelo il tuo impegno per questogiornale è immenso e proprio permerito di questo giornale riusciamoa scoprire e a contattare sempre nuovagente, specie quelli che hannolasciato Buccino tanti anni fa e cheoggi grazie allaVOCE DI BUCCINOsi ritrovano.Con ansia e curiosità si aspetta ilnuovo mumero del giornale persentirci sempre piu’ vicini. Angelo da parte nostra e da tutte lenostre famiglie un grazie sincero eprofondo.

Complimenti Rosetta &Costantino

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“Il brigante Peppe Russo morì in prigione. Ilgiorno stabilito Angiolillo e il cadavere del Russofurono appesi alle forche di Salerno. Poi, troncatele teste e fatti i corpi in vari pezzi, le teste e lemembra furono mandate a esporsi nei luoghiche erano stati un tempo quelli del loro maggioretrionfo. (1)Il Sinno facendo riferimento a una cronaca deltempo, ignorata dal Croce, scrive: “In tal modosi chiuse la macabra scena del famoso capo dibanditi Angelo Del Duca, detto Angiolillo, dellaterra di S. Gregorio, e del suo crudelissimocompagno Giuseppe Russo, i quali con altri ventibriganti ed altrettanti ‘aggregati’, per più di unanno, avevano svolte le loro delittuose impresenelle Provincie di Salerno e di Avellino,spingendosi fino in Capitanata, e principalmentenella zona settentrionale della Basilicata. Infatti,il nostro cronista così narra: “A’ 10 aprile 1784fu preso il famoso scorridore di campagna (di S.Gregorio) Angelo Del Duca, di cui si parlò moltoper le sue guapperie ed a’ 19 entrò col suocompagno Giuseppe Russo per Porta Rotesesu due barelle, perché mezzo arso dal fuoco,accompagnato dalla truppa con sciabolesfoderate e con un popolo numerosissimo dicittà e vari luoghi; com’anco molti nobilinapoletani intervenuti con impegno per vederlo;furono traditi da un loro compagno, dettoZuccariello, che si appaltò per la sua libertà,perch’egli ancora era inquisito, ed il Re (D. G.)vi pose il taglione di docati 1000 per chi loprendeva vivo, e docati 500 morto. Fu colpitonella fuga dal Caporal Saggese colla carabina e,mentre fuggiva dal Convento degli Antoniani diMuro in cui vi posero fuoco per catturarlo: erestò molto offeso.A’ 23 di detto mese furono posti entrambi incappella per essere affocati, ma domenica 25morì in Cappella detto Giuseppe Russo ad ore22, e la mattina appresso de’ 26 Aprile 1784morto fu trascinato a coda di un Corrico, e poifu sospeso alla forca. Ma Angiolillo fu portatoin sedia da due facchini, ed anco afforcato: concavalleria numerosa di soldati; e popolo quasiinfinito: ad ora 14 e ¼ di Lunedì. La seramedesima furono entrambi fatti in quarti, emandati ne’ luoghi da’ medesimi frequentati”.(2)Peppe Russo (3) fu uno degli ultimi superstitidella banda capitanata da Angiolillo (Angelo DelDuca); egli fu famoso perché tanto molestò lepopolazioni verso la fine del Settecento edell’Ottocento (sic).Dopo la morte del suo capo (4) formò una bandaa sé ed operò nel Salernitano, nell’Avellinese enel Potentino; fu più feroce dello stessoAngiolillo, perché distrusse paesi e famiglie,prelevò individui e riscosse taglie favolose. Maanche questo tristo avanzo di barbarie lasciò lasua vita, come Angiolillo, sul patibolo di Salernoed anche per costui fu disposta la esposizione

della testa recisa sui campanili, sulle torri, suglispalti dei castelli per incutere spavento eammonimento ai favoreggiatori ed ai manutengolidei briganti, per togliere la voglia di organizzarebande armate.

Toccò così anche a Buccino, località ove PeppeRusso aveva maggiormente commesso stragi, ditenere esposta sulla torre dell’orologio dell’unicapiazza la testa di Peppe Russo, giunta da Salernoin una macabra cassa portata dagli armigeri cheavevano effettuato la cattura del brigante. Talemiserando avanzo di uomo tanto temuto erasemidivorato dai corvi e dai topi; rimanevaancora un rimasuglio di barba e di naso e unocchio vitreo che guardava in giù bieco e terribile.Una notte, mastro Mingo, il frantoiano chelavorava nel tappeto di Massaro Vincenzo, loZoppo, presso il palazzo del Barone, ritornandoa tarda ora a casa sua giù al Casale, vicino alconvento di S. Antonio, dovette passareassolutamente sotto la maledetta torre su cuiera stata issata la spaventevole testa di PeppeRusso. In verità già le gambe incominciavano atremargli per la paura e non gli pareva vero diattraversare di corsa la deserta piazzetta etogliersi dall’incubo che promanava quelmaledetto teschio.Infatti, egli si avvolse tutto nel pesante tabarro,anche per ripararsi dal nevischio che cadeva fittodal cielo nero e dalla tramontana che soffiavaterribile e violenta, forse per non vedere illugubre resto del brigante, e giunto sotto la torre,come tutti i pavidi, gridò per darsi coraggio eper lanciare un insulto al brigante: -Oi Pepp’Ru’, che ora è?... Ma caso volle, che alla domandaseguì immediatamente la risposta: -So’sett’or’…, la quale fu lieve come un lamento; eda questa risposta, ironia della sorte, suonòimmediatamente la campana delle ore che battèi sette colpi fatali con una lugubre eco.Sette ore di allora corrispondono allamezzanotte di oggi, poiché le ore si contavanodal tramonto. Combinazione volle che sotto latorre, nel cosiddetto Seggio, avanzo di un tempioromano, si trovasse a smaltire la sua sbornia unadoratore di Bacco, il quale, sentito l’incautoappello di mastro Mingo, rispose nei fumi delvino cogliendo l’ora giusta: So’ sett’or’…! ed

ironia del caso, la campana aveva squillato i settecolpi fatali.Andate a convincere mastro Mingo che il purocaso gli aveva giocato quel brutto tiro. Poveromastro Mingo, volesti fare lo spiritoso, beffandoil maledetto Peppe Russo, e te ne venne male,assai male e te ne prendesti la morte per lospavento provato. Così il terribile brigante feceancora una vittima.Quando la moglie, che era ad attenderlo pressoil focolare ove rimestava la polenta nel paiolo,lo vide giungere pallido, esterrefatto, tremante,non seppe come calmarlo, perché lo ‘spiritato’rifiutò ogni cibo e si mise a letto con unatremarella ed una febbre terzana che lo facevaballare come se fosse stato morso dalla tarantola.A nulla valsero gli scongiuri della zi’ Seppa conil coltello dal manico di osso nero passato settevolte sotto la pancia del povero mastro Mingo,né l’acqua santa spruzzatagli sul viso, nél’accensione della candela della Candelora,perché la morte, dopo tre giorni di grandisofferenze, lo ghermì inesorabile.Oggi, passando sotto quella torre, v’è ancoraqualche vecchio che si fa il segno della croce edinsiste che lo spirito di Peppe Russo vagolaancora per quella piazza e che mastro Mingoprese lo spirito del tristo brigante.

Testo di Ernesto GriecoPremessa e note diGiuseppe Arduino

(1) B. CROCE, Angiolillo (Angelo Duca), Capodi banditi, Napoli, Pierro, 1892, p. 53.(2) A. SINNO, La Confraternita di S. Antoniodei Nobili e la sua opera di pietà per i condannatia morte, in “Rassegna Storica Salernitana”,a. VIII, 1946, pp. 51-52.(3) Secondo il Martuscelli, Peppe Russo erail soprannome di un pastore di Muro Lucanoappartenente alla famiglia Perillo. Cfr. L.MARTUSCELLI, Numistrone e Muro Lucano.Note, appunti e ricordi storici, Napoli, Pesole,1896, p. 463.(4) Il narratore dimentica che il Russo,buccinese e non murese, affetto da sifilide,morì prima di Angiolillo.(5) Mastro Mingo sarebbe tal DomenicoGenuese, vedovo di Ippolita La Pera (lamoglie, di cui il Grieco omette il nome, eraprobabilmente la convivente), il quale,ammalatosi improvvisamente, morì il 14dicembre 1784 all’età di circa settantanni.Cfr. Liber Mortuorum Parochialis Ecclesiae S.Mariae Soldictae, sub anno 1784, f. 276v. Ciòavvalorerebbe la veridicità di questaleggenda buccinese.(6) Una sorta di esorcismo popolare,praticato dalla fattucchiera del luogo,secondo un rituale magico-religioso in usopure in alcuni paesi della Calabria e dellaLucania.

IL FANTASMA DEL BRIGANTE PEPPE RUSSOMastro Mingo pensò che lo “spirito” del brigante buccinese avesse risposto alla sua domanda

e il forte spavento gli causò la morte. Accadde alla mezzanotte di dicembre del 1784

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Tra i tanti ricordidella mia infanziabuccinese ce n’èuno che affioraspesso nella miamemoria, speciequando assisto allospreco del paneraffermo gettatonell’umido delladifferenziata.E’ il ricordo del

“pane di Sant’Antonio”. Nella cucina dicasa il 12 giugno c’era una grandeconfusione, venivano impastati da Mariettala sarta una decina di chili di farina, mapotevano essere anche cinque. Chissà! Perme era una quantità enorme di pastalievitante .Appena uscito il pane dalle fauciardenti del forno di Peppinella la fornaia,era benedetto da don Nicolò, e sistemato inuna gerla davanti casa, all’arco del Barone,non ricordo se prima o dopo la processione. Quello era” il pane di Sant’Antonio” , ilpane dei poveri, offerto in segno di pace edi amicizia.Tale tradizione diffusa in tutta Italia traeorigine da un episodio della vita del Santoda Padova, che poi padovano non era, maportoghese di Lisbona.Una giovane madre, alquanto distratta,aveva lasciato il suo bambino incustoditoaccanto a un pentolone di acqua bollente,ilpiccolo vi cadde dentro e annegò. La madredisperata promise al Santo taumaturgo chese avesse resuscitato il figlio, lei avrebbeofferto in dono ai poveri tanto pane quantoera il peso del proprio bambino. E cosìnacque la tradizione del pondus pueri..Stimolata da questo ricordo, guidatadall’olfatto che dei nostri sensi è quello cheha la memoria più forte- lo dicono Leopardi,Baudelaire e Proust - ho pensato con lamemoria gustativa alla gastronomia relativaalle festività religiose,Dal pane e dalla pasta lievitata derivanonumerose ricette per frittelle e dolci, comela facilissima ricetta delle”zeppole di SanGiuseppe”. Farina,zucchero, uova, struttoo burro e, se si aggiunge olio di gomito,viene fuori un impasto soffice,noneccessivamente dolce, ma delizioso alpalato.Pare che tale dolce derivi dalle frittelle difrumento che nella Roma del 500 a. C. sifriggevano durante i Liberalia, festa in onoredel padre Liber e poi festa delle divinità delvino e del grano. La festa pagana ricorreva il 17 marzo, lafesta di San Giuseppe il 19, le frittellecombaciano.Per me, invece, per anni la “zeppola di SanGiuseppe “ è stata la “zeppola di don

Giuseppe”. Nel palazzetto Torella,, all’arcodel Barone, noi abitavamo a piano terra e lefamiglie Perna e Caporale al piano superiore,a cui si accedeva da un ingresso diverso,più a monte. Il 19 marzo festeggiavamo tuttidon Giuseppe Perna e piatti di zeppole allacannella,col suo aroma d’Oriente,andavano e venivano a profumare via Egitoe via Quintino di Vona. Nel mio piccolomondo le zeppole- ancora oggi in tutte levarianti il mio dolce preferito-non eranolegate alla festa in onore del padre putativodi Gesù, ma del padre dei miei compagni digiochi Pietro e Carmelina.Un piatto che ,invece, a casa mia piacevasolo a mio padre erano “i tagliolinidell’Ascensione” da consumare il giovedìche segue la quinta domenica dopo Pasqua.Quel piatto di pasta, per giunta fatta in casa,dal gusto dolciastro , non era gradito a miamadre che si rifiutava di prepararlo e a me emia sorella che ci rifiutavamo di mangiarlo.Allora, per mio padre arrivava dal Borgoquel primo piatto speciale; a confezionarloera la maestra Bevilacqua di origini lucane,di Sant’Angelo le Fratte, e a portarlo a manoera Mariuccia, la tuttofare in casa Trimarco.Il viaggio non sminuiva la delicatezza deitagliolini che vanno mangiati freddi eriposati. I tagliolini impastati confarina,uova vengono cotti nel lattezuccherato, che bollendo diventa unacrema, una specie di besciamella, che incollala pasta al piatto. A colorare una spolveratadi cannella.La ricetta un po’ calabra, un po’ lucana è ditutto il meridione che anche a tavola vuolericordare l’Ascensione di Gesù Cristo.Nell’iconografia cristiana,infatti, Gesù chesale in cielo siede su una nuvola biancaspumeggiante, che sa di panna montata, dizucchero filato. Di tagliolini col latte.Una variante della “cuccia “siciliana è la“cucciva” buccinese. Il 13 dicembre, ancoraoggi a casa mia si cucinano legumi in onoredi Santa Lucia e in ricordo di una vecchiausanza. Sempre quando ero bambina tral’arco del Barone e la casa di Verderese colterrazzino a ponte, io e le mie amiche delvicinato giravamo casa per casa a chiedere:“cuccive! cuccive”. Mia madre preparavanell’ingresso di casa piccoli sacchi di jutacontenenti fagioli, ceci, lenticchie, favesecche e cicerchie che prendevamo a pienemani. L’offrire e il ricevere era una festacondita da timidi sorrisi e Santa Lucia e ilsuo martirio ne erano l’occasione. La Santasiracusana, protettrice della vista èraffigurata anche con delle spighe di granoed è lei, perciò l’ispiratrice della minestra abase di grano e legumi. La versione paganala mette in relazione con la greca Demetra e

la romana Cerere, dea delle messi, la versionecristiana si appella a una leggenda.Si narra che nel 1646 Siracusa colpita dauna grave carestia e per di più vessata dalladominazione spagnola si rivolse alla Santaperché ponesse fine alle sue sciagure. Edecco arrivare una nave carica di grano elegumi, che riuscirono a calmare almeno perun po’ i morsi della fame della popolazione.Da allora per ricordare il miracolo di Lucia,che non volle andare sposa a un pagano,dalla Sicilia in sù sono state consumateminestre a base di grano e legumi e conditecon un filo di olio, certamente extra vergine. Non molto graditi,invece, da noi piccoleerano i biscotti di San Martino. Qualchegiorno prima dell’11 novembre venivanoimpastati con i soliti ingredienti, farinadoppio zero zucchero e uova, conl’aggiunta del finocchietto selvaticostrappato alla Costa della Tora, i famositaralli di San Martino. La ricetta scritta amano con grafia minuta su un foglio volantee custodita per anni nel quaderno dellericette, era opera della madrina di cresima dimia madre, la siciliana Fausta Locajono. Miamadre per omaggiarla ogni anno preparavaquesti biscotti che in casa venivanochiamati anche “i biscotti della commara”.Erano destinati “i biscotti della commara”ad un pubblico adulto, perché dovevanoessere pure buoni, ma a noi erano interdetti,durissimi andavano ammorbiditi nelmoscato di Pantelleria. Per qualche giornosi brindava alla commara, ai suoi biscotti, alvino nuovo e di San Martino nessuno siricordava.Arrivata direttamente da Napoli, portatadalla napoletanità di mia madre era la ricettadel “torrone dei morti”. E’ vero che i mortinon c’entrano coi santi, ma è pur vero cheappena morti diventiamo tutti santi. Santisubito. Apparentemente difficile, nella suaversione casalinga il torrone è un facileimpasto di cioccolato fondente, burro fuso,mandorle, pistacchi e canditi. Noi neandavamo pazze, ma potevamo accostarcialle mattonelle di cioccolato soltanto dopola visita ai cimiteri di Contursi e di Buccino.La ricetta tipicamente napoletana derivadalla credenza che la sera del 31 ottobre imorti ritornino sulla terra a gustare qualcosadi dolce, messo apposta per loro sulletavole dei vivi, tavole che per tutta la nottedevono restare imbandite.Ricorda e ricorda, le ricette che credevoappartenessero solo alla mia memoriavivono invece nelle tradizioni di tanti,portate in giro per l’Italia chissà quando,chissà da chi, e miracolosamente attecchiteper rinsaldare amicizie e comparatici, perrammentare antiche radici comuni pagane ecristiane.A tavola con i santi vi è una cucinarassicurante dove la creatività non èassente, così come la devozione che ètrasmessa ai piatti quasi in sordina. Forsetroppo in sordina. Maria Rosaria Pagnani

Le tradizioni del MezzogiornoA TAVOLA CON I SANTI

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La Voce da tempo cerca di espandere isuoi confini oltre le colonne d’Ercole diBuccino. Animata da sete di conoscenzaquesta volta ha rivolto la prua versol’ultimo paese della provincia di Salernoprima di attraversare il fiume Platano esbarcare in Basilicata. I l paese èRicigliano. Avevo già dedicato un articolodi carattere calcistico nel numeroprecedente, raccontando delle gesta dellalocale squadra di calcio che ben sicomporta nel campionato di eccellenza.Non solo in campo sportivo questo paeseè all’avanguardia ma anche in campi piùimportanti come quelli economici e sociali.Una buona parte di ciò lo si deve allabuona conduzione amministrativa comeandremo a scoprire intervistando il primocittadino di Ricigliano, il dott. CarmeloCaponigri.D. Sindaco, nel venire a Ricigliano hovisto sulle montagne circostanti dei nuovimulini a vento che fanno tanto impattoambientale.R. Abbiamo fatto installare 20 pale eolicheper venire incontro ad esigenze dibilancio. E un problema di sopravvivenza

che riguarda las t r a g r a n d emaggioranza deicomuni delMezzogiorno e perquesto abbiamo messodel fotovoltaico,pannelli solari cheinstalleremo a brevesotto le pale eoliche.Tutto questo ciconsente di far entrarenelle casse comunali110 mila euro all’anno,oltre 300mila di roialtyTra pale eoliche efotovoltaico entranocirca 450mila euro

all’anno.Un quarto della somma viene reinvestitain opere pubbliche e tre-quarti nelbilancio.D. L’installazione di queste pale eolichequindi è stata una scelta disopravvivenza.R. Sì, tanto che pensiamo di istallareun’area attrezzata ai piedi di queste dovesi può andare a trascorrere un week end.Un altro punto importante su cui stiamolavorando è la costruzione di un invaso,un lago di montagna per la raccolta diacqua piovana , ecc. e la ricerca di acquapotabile. La penuria di acqua pensiamodi risolverla attraverso questo invaso persoddisfare le esigenze agricole.D. Questo invaso, che dimensione ha ,dove sarà allocato e con quali fondi?R. E’ un invaso grosso, molto grosso, saràcostruito in località monte muoio, èprevista una spesa di circa 3 milioni dieuro e fa parte di un POR Campania.I circa 300mila euro in entrata di cui soprache dovremmo restituire li investiremonella ricerca dell’acqua. Risolveremo cosìil problema delle zone alte di Riciglianodove ci sono tante masserìe e abbiamocirca 7mila capi di ovini e caprini.Ricigliano, forse non tutti sanno è unodei paesi della Campania ove ancora èdiffusa la pastorizia.(Famosa è la ormai storica Turniata diSan Vito, una manifestazione checonsiglio ai lettori di non perdere e di cuiabbiamo parlato anni addietro).Per quanto riguarda l’abitato del nostropaese pensiamo di averlo quasi del tutto

riqualificato con circa dieci piazze. Per levie e le piazze c’è pulizia, fino a pocotempo fa c’erano ancora galline eimmondizia. Illuminate le vecchie case,abbiamo fatto un nuovo belvedere sulvecchio con pochi euro. Abbiamoinvestito nel sociale. E’ stato costruito unmicro-nido che funziona da diversotempo, abbiamo una funzionantebiblioteca. Abbiamo trasformato dei buchiin locali nella piazza , in sant’Elia, dove cisono attività commerciali. Cerchiamo difar circolare la moneta in paese con ilpreferire tecnici e ditte locali. Quando nonè possibile chiediamo alle imprese esternedi utilizzare al massimo personale locale.L’ICI sulla prima casa l’ha tolta il governoBerlusconi e sulla seconda casa l’abbiamoridotta al 4 per mille. Il trasporto pubblicoè gratuito e abbiamo favorito la mensascolastica.D. E il bilancio com’è?R. E’ in pareggio. Inoltre abbiamo favoritole famiglie con bimbi da zero a tre annicon un buono di mille euro.D. Allora la popolazione cresce?R. Siamo 1350 circa e non c’è un calodemografico. Cerchiamo di favorire igiovani e ci sono delle cooperative checercano di dare lavoro un poco a tutti.D. E il rapporto con i riciglianesi all’esterocom‘è?R. Abbiamo una ricca colonia diriciglianesi a Chicago e qualcuno vienedi tanto in tanto al paese d’origine.C’è ancora qualche prefabbricato deldopo terremoto e pensiamo di offrirlo incomodato gratuito a chi ci garantisce unapermanenza nel nostro paese. Anchequesto serve per movimentare l’economialocale.Ringrazio il Sindaco Caponigri per avermiaccolto con amicizia senza nemmeno unamia telefonata che lo preavvertisse dellamia invasione. Me lo ricordavo come untifoso ragazzino al seguito della squadradi calcio di Ricigliano negli anni 60 e l’horitrovato quale Primo Cittadino . Un tifosoche lavora per far crescere sempre di piùil suo paese. Auguri Sindaco e buonlavoro. Angelo Imbrenda

Ricigliano, faro campano sui monti lucaniIntervista al Sindaco Carmelo Caponigri

Angelo Imbrenda presenta La Voce di Buccino al SindacoDott. Carmelo Caponigri

Pale eoliche sui monti di Ricigliano

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Pag. 6 La Voce di Buccino - Autunno 2008

Questa calda estate 2008 si stamanifestando con l’ennesima offerta disagre. Queste ultime dovrebbero farconoscere non solo la cucina dei paesi chele organizzano ma anche far ri…scoprire gliangoli e le bellezze dei vicoli e le piazze deicentri storici. E quello che ho fatto il 10agosto. Sono andato a rivedere un paeseda cui mancavo da più di quarant’anni.Sapevo di una manifestazione a cui gliorganizzatori hanno dato il titolo: “Caggianoterra di Sapori tradizioni e Cultura” e cheriscuote grande successo per la massicciapresenza di gente che arriva dai paesi vicini,attratti dalla possibilità di assaggiare piattitipici della cucina locale. Una ormaicollaudata organizzazione del percorsoculinario ti permette di consumare in ordine,l’antipasto al Largo Re Galantuomo egiungendo in Via S. Maria dei Greci vai ascoprire il primo che è una favolosa laganae ceci. E a questo punto mi fermo qui perchéquesto piatto di antica tradizione soddisfain pieno il desiderio culinario. Una voltaappagato lo stomaco ci si può dedicare allospirito e ammirare le bellezze di un centrostorico che è rimasto immutato nei secoli.Ma devo subito arrendermi,le strette viepullulano di comitive vocianti e inparticolare gruppi di giovani, con la loroesuberanza, non consentono di fermarti adammirare un angolo caratteristico o unvicolo che ti appare a destra o a sinistra.Corri il rischio di essere travolto da questafiumara esuberante che sfocia nellascostumatezza. Mi rifugio nell’antica chiesadi Santa Caterina e solo qui dentro trovoun momento di pace. Dopo aver ammiratoquesta piccola chiesa , in parte restauratadopo il terremoto del novembre 1980, escoe vengo travolto di nuovo da una follavociante che mi convince a uscire dal centrostorico al più presto e guadagnare il largo.Eppure c’era tanto da vedere e ammirare: ilcastello Normanno, chiese, portoni e palazzigentilizi. Non si può nella stessa serataconciliare il sacro con il profano e alloraavendo soddisfatto l’olfatto e il palato conuna stupenda lagana e ceci, rimando ad altraoccasione la visita del centro storico ovesono esposte, in locali terranei, prodotti earnesi della civiltà contadina che sonoriuscito solo ad intravedere.

Caggiano, come tanti altri paesi delmeridione, prova ad offrire in poche sered’agosto segnali di vita e di rinascita. Main questa stazione il treno si ferma solo inestate, come faceva una volta il Palinuroexpress.

Sagre d’agostoAlla ri..scoperta degli antichi borghi:

Caggiano

La Voce in libreria

Angelo Raffaele Salvante

Modi di dire calitrani Presentazione di Michela Salvante© Polistampa 2008, cm 17x24, pp. 288, br.,€ 20,00 Collana: Quaderni de “Il Calitrano”, 3

Cap’ chi n’ parla, eia chiamata cucozza (La testa che non parla è chiamatazucca)Cora eia cchiù brutta a scurcià /scurt’cà (La coda è la peggiore a spellare: è l’ultima parte di ogni lavoro la piùimpegnativa)Femm’na fac’ lu chiacch’ e l’omm’n’ ng’s’appica (La donna fa il cappio e l’uomo ci siimpicca)

L’autore intende conservare il modo diparlare di Calitri, visto che oggi i giovaninon conoscono affatto certi terminidialettali legati per lo più alla quotidianitàcontadina dei progenitori, fatta di unamaggiore comunità di vita e di lavoro.Strumento di ricerca e di studio per lefuture generazioni che studieranno nonsolo la storia, ma anche i dialetti italiani,questo libro aiuta a ricordare come siparlava – e si continua a parlare – inquesto paese in provincia di Avellinoabitato, una volta e per lo più, da genteanalfabeta che spesso si esprimevaricorrendo a frasi idiomatiche, proverbi,contrasti, canzoni, modi di dire ecc.

Caro Mario,non sa i quan tafelicità mi hai datonel farmi vedere lefoto della nonnacon g l i z i i e icugini così felici.Come al solito nonti smentisci mai.Là dove ci sonoemozion i c ’e

anche il mio amico Mario Chiariello(Asino che Vola). Questo è il tuo nomeIndiano. Devi sapere che a tutte lepersone a me care ho dato un nomeIndiano e le identifico con quel nome. Per farti unesempio, a mio cugino Beppe, che haiconosciuto, ho dato il nome Vento neiCapelli e sul telefonino nella rubricanon ho memorizzato Beppe ma bensìVento nei Capelli....ripeto questo è soloun esempio.Gli Indiani d’America assegnano unnome ad una persona a volte per delleimprese valorose, per delle buone azionicompiute, per dei sogni o delle visioniricevuti, per dei modi di comportarsi,per degli eventi accaduti che possonoriguardare la persona .....Il libro che hai realizzato “C’é un Asinoche Vola” è una tua grande impresa,un tuo sogno realizzato e un patrimonioculturale per tutta la nostra gente di Buccino. Per questopenso sia giusto e meritevole che il tuonome Indiano (soprannome) sia “Asinoche Vola”.Sarebbe bello che questo mio pensierogiunga, come un segnale di fumo, atutti i Buccinesi magari con la foto,quella che ti ho scattato nel mio Tepeecon quel magnifico copricapo di uncapo Cheyenne, su “ La voce diBuccino “.Continuo a dirt i che sono felice eorgoglioso di avere un amico come te.Spero di riabbracciarti al più presto edi rivedere il mio amato paese.

Daniele Fernicola

Lettereall’Asino che vola

Lavorazione e costruzioneFerro e Alluminio

Via Cornito, 7 - Tel. 0828.75211584021 BUCCINO (SA)

Fax 0828.751970Cell. 335.8290882 - 338.8537276

Dittas.n.c.

dei F.lli Trimarco M.& S.TTTTT.M.S.M.S.M.S.M.S.M.S.....TTTTT.M.S.M.S.M.S.M.S.M.S.....

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La Voce di Buccino - Autunno 2008 Pag. 7

Lettere al direttoreRicordare una benemerita categoria

di artigianiIntitolare una via ai calderai buccinesi

La mia lettera è rivolta a persone che sonounite dalla stessa sensibilità e amore perla terra natia; emozioni che hanno fatto sìche in questo momento mi rivolga ad esseperchè motivata dagli stessi ideali:l’amore per Buccino, la lontananza daesso e l’emozione del caro passatovolceiano che fa rivivere attraverso loscritto i nostri genitori. Sig. NicolinoD’Acunto, la debbo ringraziare perchè hamenzionato a tutti i lettori della Voce uncalderaio che aveva la sua bottega dietro gli orti di Santa Croce nella primametà del’900: mio padre, Amedeo Grieco(di Cicinicchio); sono sua figliaorgogliosissima di esserlo. Quest’anno,nel dì dei festeggiamenti della nostraprotettrice, tutto il mio essere era rivoltosolo ed esclusivamente ad Amedeo poichètale giorno coincideva col ventesimoanniversario della sua scomparsa. IlVenerdì ero nel cimitero per sentirmi piùvicina a lui e per ricordarlo con tutti quelliche, come me, erano lì per i propri cari.Don Aldo paragonò l’uomo ad un alberoche nasce, si ramifica, s’infoltisce e alsopraggiungere dell’autunno si libera elascia cadere le proprie foglie. Noi siamoun albero, nasciamo, ci fortifichiamo e ungiorno perderemo e lasceremo cadere ilnostro corpo, ma saremo vivi in chi ciama. La Domenica 06 Luglio ho ascoltatola messa in Santa Maria delle Grazie e perme quel giorno non è stata una festa, mami sono rivolta alla Madonna per dirle:“Tieniti accanto il mio papà, che mi èstato strappato venti anni fa.”Nel perderei nostri cari stravolti piangiamo, perdiamoil nostro equilibrio, siamo storditi e vintidall’evento; questo mistero non losappiamo nè spiegare nè accettare e lorespingiamo perchè in un solo attimorapisce chi amiamo incondizionatamente.Tale circostanza ci annulla, sentiamo lamancanza fisica che qualsiasi figlioavverte nel perdere il proprio genitore.Questo è successo a me nel 1988 sig.direttore della Voce. Comprendo il suodolore, la sua mamma quest’anno lo halasciato e noi non siamo mai pronti aperdere una persona cara. Anch’ioquest’anno, come lei, il 06 luglio dopo chela statua della Madonna si è incamminataper le vie del paese, sono rimasta solainnanzi alla chiesa, mi sono detta: “Chefaccio?”, poi mi sono recata dietro ilsantuario. Ho pianto, ma poi ho sorriso

nel ricordare i tanti momenti vissutiinsieme ad Amedeo e l’ho salutato conserenità. Il tempo farà sorridere anche lei,Angelo, pensando a tutto quel bagagliodi ricordi, di semplicità, di fragilità e forza,d’altruismo e amore che la sua mamma halasciato solo a lei. Chi amiamo non ci lasciamai, vive in quello che ci ha insegnato,nell’amore smisurato che ci ha regalato enella vita che in un atto d’amore ci hadonato. Ecco perchÈ per me, Antica Volceinon significa soltanto ricordare l’illustre,antico e prestigioso passato volceiano,ma è anche ricordare i propri cari, ricordarele nostre radici che restano sempreimpregnate della terra natia; significaricordare l’infanzia e l’età più belladell’adolescenza. Antica significal’insegnamento e l’educazione ricevuti etrasmetterli ai propri figli; in questo modonon ci saranno barriere cheostacoleranno il tramandare di quellasaggezza antica che vale per noi oggi comelo sarà domani per i nostri figli. Nelricordare su questo periodico i nostrigenitori, spero di donarle la gioia e lapositività che “Concettina la mericana”donava a me per le vie del borgo nelparlarmi della dolcezza, onestà,intelligenza e laboriosità di Amedeo, uncompagno di lavoro a “lu capannon” disuo marito Pasquale. Mio padre è semprepresente nella mia vita perchè è statosemplicemente una persona meravigliosa,sarà lo stesso per lei la sua cara mamma.Anch’io sig. Imbrenda ho subito dei gravitorti nel mio paese natio, ma l’amore perBuccino si eleva al di sopra di ognirancore. Sono nata a Santa Croce Vic. IV1, lì è nato mio padre, mio nonno e gli altriavi ma, in quella casa, non posso andarcie non so dove andare se resto nel mioBuccino. Non mi dispero e aspetto ditornare in quell’arco di Via Santa Crocecon quei gradini gremiti di gente cometanto tempo fa, a testimoniare quel fieropassato volceiano fatto di tanta amicizia,ospitalità e solidarietà di vicinato. Sig.Sindaco di Buccino, amico più grandedello stesso rione Borgo, sonopienamente d’accordo col desiderio delsig. Vincenzo Di Leo: intitolare una via oun vicolo ad una categoria di artigiani cheha contribuito a farci conoscere in tantiposti vicini e lontani. Chissà quantiutensili lavorati sotto il tic-toc della dolcemusica martellata dei nostri ramai

abbelliscono e testimoniano altrove labellezza e l’arte antica buccinese. Anchenella tua famiglia, caro Pasquale Via, cisono stati i “Calderai Via” all’angolo della“trasunnedda”. Spero chel’amministrazione comunale faccialuccicare una scritta ramata in un angolodi Volcei, per rendere merito a taleprestigiosa categoria. Se ciò dovesseaccadere, una lacrima d’emozione ciscenderà sul viso in onore di AmedeoGrieco e di tutti i calderai buccinesi chenon ci sono più. Concludo salutandoRaffaele Volpe (Feluccio) che aveva la suabottega nella seconda metà del ‘900 in ViaSanta Croce col papà Giuseppe. Oggitramanda l’arte ramata di Buccino nellasua bottega in loc. Santo Stefano 16. Fabrillare tutta la rame antica che da lui vieneaccuratamente riparata con maestria, le saridare luce e prestigio mantenendo vivaancora oggi questa antica e pregevoletradizione. Michelina Grieco

Ringrazio Michelina Grieco per leamorevoli parole riguardanti mia madre eche ricambio nell’attestarle tutto il mioaffettuoso ricordo di suo padre Amedeoche occupa una parte del mio cuore cometanti altri colleghi di mio padre. Questagradita lettera mi da lo spunto perritornare a chiedere agli amministratorilocali di intestare alcune vie agli artigianibuccinesi.Oggi che in quelle vie non cisono più le botteghe dei calderai, deifalegnami, dei maniscalchi, dei calzolai, deifabbro ferrai, ecc... è giusto ricordarliintestando loro una via o piazza. a.i.

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Pag. 8 La Voce di Buccino - Autunno 2008

Si è svolta il 9 agosto a Buccino la IVedizione del Premio Buccinese nelMondo. La manifestazione che si è tenutacome negli anni precedenti nell’AulaConsiliare del Comune, ha visto unanumerosa e attenta presenza diconcittadini che per più di due ore hannoassistito al ricco programma compostoda interventi e filmati. Considerato cheeravamo in un caldo pre-serale agostanoancora una volta la scommessa, su unabuona riuscita della manifestazione, èstata vinta da Mario Chiariello.Erano presenti oltre a tanti buccinesianche dei gregoriani e tra questi ilpresidente dell’associazione gregorianid’Argentina- Giovanni Robertazziaccompagnato da Beniamino Padula chesono stati fatti sedere sui banchi dellapresidenza insieme al sindaco di sanGregorio Magno- Prof. Gerardo Malpede.In apertura Angelo Imbrenda a nome deiBuccinesi nel Mondo nel ringraziare ilSindaco di Buccino per aver concessol’Aula ha dato la parola allo stesso.Il Prof. Pasquale Via ha ricordato la figuradi Carlo Sacco, a cui è stata conferito ilPremio alla memoria e nei confronti deiconiugi Costantino e Rosetta Conte,premiati dall’Associazione qualibuccinesi dell’anno 2007, ha portato lasua personale testimonianza per la loropiena disponibilità nei confronti deicompaesani che si recano negli USA.Nel prendere successivamente la parolail Dott. Nicola Parisi ha ricordato come

queste manifestazioniservono per rinsaldarei contatt i con lacomunità buccineseall’estero e ha portatola sua testimonianza diquando nelle vesti diSindaco di Buccino siè recato in Argentinaper incontrare la nostracomunità. IlProf.Gerardo Malpede,sindaco di SanGregorio Magno haricordato i l suo

viaggio tra i suoi compaesani in Argentinae la volontà di recarsi anche negli USAper incontrare non solo i suoi compaesanima anche i buccinesi ivi residenti. Dopo che il presidente dei Buccinesi nelmondo ha motivato il premio concesso aiconiugi Conte ha preso la parola MarioChiariello che ha ripercorso il suo viaggionegli USA nel settembre 2007 presso lacomunità buccinese e gregoriana con lasuccessiva visita alle stesse comunità diToronto - Canada. Un filmato proiettatoin Aula ha integrato in manierasignificativa il viaggio dell’asino inAmerica.Mario nel raccontare la sua avventura interra americana ha tra l’altro detto:La Voce di Buccino, l’AssociazioneBuccinesi nel Mondo, ma soprattutto ioringrazio ognuno di voi per lapartecipazione a questa festa. Ve lo dicosinceramente. Vi sono moltoriconoscente. Uno per uno.Il Direttore della VOCE può sentirsiveramente fiero per tutte queste grosseemozioni e per questo appuntamentoannuale.Grazie al suo Giornale ho conosciutoCostantino e Rosetta.Con il suo giornale è stato possibilepubblicizzare il viaggio dell’Asino.Con la collaborazione del suo giornalestiamo progettando il prossimo viaggiopresso i fratelli argentini.Grazie a questo giornale la mia casa è oggiil punto di riferimento dell’emigrazione

italiana ed estera. Mi sbalordiscono lenumerose persone che mi fermanopuntando il dito: ti conosco, tu sei l’asinoche vola, ti leggo sulla Voce di BuccinoMa riassumo la verità più bella. Il tuogiornale Angelo mi ha visto timidamentenascere; mi ha fatto poi crescere; mi hacambiato spiritualmente e religiosamente.Ha trasformato la mia esistenza; hacambiato radicalmente la mia vita. E conla tua barca di carta mi appresto a girareil mondo per cementare amore di terranatia.Questa è la ripercussione del tuo giornalesulla mia vita che ha contagiato tante altrevite: vedi Costantino e Rosetta.Prima della consegna del premio aCostantino e Rosa Conte, C’è stato unbreve ma pregnante intervento musicalead opera di Vito Russo.Il cantore della nostra cultura contadinae delle nostre tradizioni, ha accennatocon la sua chitarra un canto a tema: Lupaise mio (il paese mio), ricevendo uncaloroso applauso per la bella canzone eper quanto ha fatto e continia a fare permantenere in vita il nostro vernacolo.

Il 9 agosto si è svolta a Buccino la IV Edizione delPREMIO BUCCINESE NEL MONDO

(continua a pag. 9)

Carissimi Rosetta e Costantino.Congratulazioni per questo grande emer i ta to r i conosc imento chel’Associazione del vost ro tantoamato paese ha voluto regalarvi.Non po te te immaginare quantovorremmo anche noi essere presentiquesto pomeriggio per celebrarequesta grande onorificenza insiemea voi.Ci siamo conosciuti circa un anno fama per noi siete amici da sempre.ÜSie te persone esemplar i e v iammiriamo per tutto cio che fate. E’stupendo il grande cuore che aveteper gli altri . I nostri piu sinceriauguri e tanta felicitá! Ve la meritate.Siamo tutti con voi.

Rosa e Federico Santaluce e Famiglia

Toronto – Canada9 Agosto 2008

Il nipote Piercarlo ritira la targa ricordo in memoria delmaestro Carlo Sacco

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La Voce di Buccino - Autunno 2008 Pag. 9

Si è passati alla consegna del PREMIOBUCCINESE dell’ANNO 2007 aCostantino e Rosetta Conte. Rosetta haringraziato il Sindaco per aver concessol’Aula e successivamente ha ringraziato

A n g e l oImbrenda eM a r i oCh ia r i e l l oper tuttoquello chefanno anchea t t r a v e r s oLa Voce diBuccino pern o s t r acomunità.l Premioa l l aM e m o r i a

quest’anno, come già abbiamo riferito, èstato conferito al compianto maestroCarlo Sacco.Amelia Salimbene, non potendo esserepresente alla manifestazione ha fattopervenire una lettera a Mario in ricordodell’amico e collega Carlo. Stralciamo dallalettera, letta da Rosa Maria Roviello:La sua persona, le sue idee, la suacultura, tutto il suo operatoprofessionale, sociale e politico restanoindelebili nelle persone che lo hannoconosciuto. (...)E alla sua ricca personalità, di cuiapprezzavo il senso della misura,l’imparzialità, la serenità, l’equilibriodel giudizio, l’impegno silenzioso ediscreto, dico grazie per avermi detto e

dato molto, per aver contribuito a fare lastoria civile del nostro paese, per aversempre cercato spazi e percorsi possibili,portando l’impegno su patti di solidarietàe di corresponsabilità.In omaggio al Maestro Sacco è statoproiettato un filmato di Mario Chiariellosu una giornata scolastica di alcuni annifa. Così come due ragazzi accompagnatidalla fisarmonica del giovane LeandroMarasco hanno riproposto un pezzo dispettacolo portato anni or sono in piazzache aveva come protagonista lu ciucce(l’asino)Per la famiglia del Maestro Carlo Sacco,presenti le figlie e la moglie Luigina,particolarmente commossa, ha ritirato ilpremio il nipote Pier Carlo.Anche il sacerdote-don Antonio Volpe-ha ricordato alcuni aspetti della nobilefigura di Carlo.Presente alla manifestazione anche il prof.Gallo- dirigente scolastico- che invitato aprendere la parola ha rimarcatol’importanza di questa iniziativa e lainsostituibile funzione che le associazionisvolgono se sono supportate dagli entipubblici.La manifestazione si è conclusa con ladeposizione di un bouquet di fiori ai piedidel monumento ai Caduti, nell’antistantepiazza, in memoria di tutti gli emigratisepolti lontano dalla loro terra natìa.A rimarcare la fratellanza tra le comunità

dei buccinesi e deigregoriani apresenziare alladeposizione dei fiori ,Angelo Imbrendap r e s i d e n t ed e l l ’ A s s o c i a z i o n eBuccinesi nel Mondoha voluto che cifossero, oltre aCostantino e RosettaConte, anche irappresentanti dellacomunità Gregorianad’Argentina e irispettivi sindaci diBuccino e San

Gregorio Magno.

(da pag. 8)

Il 9 agosto si è svolta a Buccino laIV Edizione del

PREMIO BUCCINESE NEL MONDO

“IMPRESAdi PULIZIA”

Leo AngelaTel. 0828.952176Via A. Gramsci

84021 BUCCINO

E-Mail dagli USA

Caro Mario,

non ci sono parole per poterti dire grazieper tutto il tuo impegno in nostroonore. Sei stato cosi perfetto nei tuoipreparativi. E’ stata una spendida eindescrivibile serata, ci hai davverosorpresi e commossi nel farci trovare inquell’aula tutte le nostre famiglie e lanostra brava gente. Soprattutto perla presenza del nostro Sindaco Sig.Pasquale Via, del Sindaco di San GregorioSig Gerardo Malpede, dell’ex sindaco SigNicola Parisi, del nostro parroco DonAntonio, Gregorio Fiscina, RenatoMastursi, prof. Armando Di leonardo,l’indimenticabile Vitalina Isoldi e di tantinostri compagni di scuola che alla finedella cerimonia si sono avvicinati perricordare cose di almeno trentaanni fa.Fra queste Sacco,Giuseppina Trimarcoecc. A chiudere la cerimonia in una immensaarmonia sono stati i ragazzi con la bel-lissima fisarmonica con le loroentusiasmanti canzoni.

Mario basta guardare il filmato che tuofiglio Daniele ha realizzato per leggerenei tuoi occhi l’entusiasmo, la passione,l’amore per il nostro paese e per la nostraaffabile gente che di certo ti è moltoriconoscente. In tutto questo da nondimenticare l’incontro con il Sig.Maresciallo Recchia che ci hariservato un’accoglienza indescrivibile eindimenticabile.

Un commosso grazie a voi tutti che ciavete regalato splendidi ricordiche resteranno per sempre neinostri cuori.

A te Mario un grazie a parte per avercifatti sentire degli eroi, ma il vero eroe seitu e tutti i nostri cari Buccinesi.VIVA BUCCINO.VI VOGLIAMO BENE.

Con tanto affettoCostantino & Rosetta

Vito Russo

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Pag. 10 La Voce di Buccino - Autunno 2008

In occasione della festa di San Gregorio2008, a distanza di un anno, non possoche ricordare con piacere la mia venutafra voi nel settembre dell’anno scorso.Mi sento in obbligo di ringraziare tuttiper la calorosa accoglienza, per leonorificenze donate, per i tanti momentivissuti insieme, per l’affettuosa egenerosa ospitalità presso le vostre case.Sono momenti che mi accompagnerannoper tutta la vita e le tante foto con i vostririconoscimenti ornano i muri della miacasa.L’asino si era prefisso un nobile scopo:raggiungervi oltreoceano e costruire unprogetto d’amore sulla nostra terra natia.Ci sono riuscito grazie alla vostracollaborazione. Il viaggio, con il miorientro in Italia, è stato moltopubblicizzato. La Voce di Buccino haprovveduto a diffondere le nostreemozioni nei luoghi più lontani.Il filmato realizzato è stato donatogenerosamente a tanti e spedito in tantedirezioni. Ha fatto emozionare tantissimepersone.Dall’Argentina è giunto un invito chiarodi volere l’asino fra loro per ripetere lagrande emozione. Ed io sarò in questaterra molto lontana nel mese di Dicembreper incontrare la comunità buccinese egregoriana.Costantino e Rosetta il 9 di Agostonell’aula del Comune di Buccino sonostati proclamati PRIMI CITTADINIdell’anno. E’ stata una bellissimamanifestazione che ha premiato lagenerosità dei coniugi Conte ed haapprezzato la vostra calorosa accoglienzae collaborazione.Nell’aula erano presenti il vostro sindacoGerardo Malpede, i l presidente

d e l l ’ a s s o c i a z i o n egregoriana argentina ediversi gregoriani.Costantino e Rosettasono rientrati inAmerica con tantiriconoscimenti e conun filmato che ognunodi voi può visionare.Il viaggio dell’asinoresterà un evento chenon verrà dimenticato.E’ un viaggio che nonè mai finito e checontinua a generarefrutti insperati.Per questo mi fapiacere sentirmi

ancora oggi fra voi.Sono felice che Federico, l’altro grandeprotagonista del viaggio dell’asino, oggisia fra voi con Claudio suo figlio adallietare la serata con l’avvincenteorganetto.Nell’augurarvi tanto tanto divertimentonon mi risparmio di ringraziarvi dieci,cento, mille volte.Non so se l’asino rimetterà piede in terraAmericana. Ma abbiate per certo chel’asino ha ricevuto in terra statunitense ilpiù bel regalo della sua vita e non vidimenticherà mai.Mi risparmio di fare l’elenco dei vostrinomi, ma tutte le vostre foto e sono tante,sono gelosamente raccolte in un grandevolume fotografico. Ringrazio inparticolare la famiglia Rago, la famigliaDente con Vito e Paolo, la famigliaImperiale, le famiglie Gangala, la famigliaAlex e Maria Zippetto, la famigliaAmendola, le famiglie Fernicola conVincenzo e Giovanni.Con l’illusione che l’asino sia riuscito alasciare nei vostri cuori dei segniincancellabili, mi congedo da voi e conorgoglio esclamo ad alta voce VIVAL’ITALIA all’estero.Mario Chiariello, l’umile asino dellavostra terra.

Al Presidente dell’Associazione Gregoriani Giuseppe Imperiale

E ai gregoriani in America

... Sei nato in un mondo lontano ediverso, più semplice e genuino,più umano e sincero.Hai solcato la storia nella guerra e nellapace, e hai vissuto daprotagonista le grandi trasformazionidel mondo in questi decenni.Sei stato coraggioso, mettendo almondo 4 figli. Anche se poi ilnumero dei nipoti e pronipoti ti èsfuggito di mano.Con quegli occhi azzurri e il sorrisomalizioso chissà quante donnehai stregato e hai fatto soffrire !Devi essere orgoglioso dei tuoinovanta anni, così importanti, cosìbelli, così straordinari.E pensando a tutto ciò che hai fatto evissuto, non potrai essere cheorgoglioso.L´augurio che ti facciamo noi è che tupossa amare ancora la vita,apprezzando l´amore che ti circondasempre e i cari che si prendonocura di te.Goditi i tuoi novant´anni e sii felice.Buon Compleanno.

Buon Compleanno

Dedicato aDONATO IMBRENDA

24 febbraio 1918 - 24 febbraio 2008

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Il Sindaco Gerardo Malpede e i rappresentanti della Comunitàgregoriana in Argentina tra A. Imbrenda e M. Chiariello

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La Voce di Buccino - Autunno 2008 Pag. 11

San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l’aria tranquilla arde e cade, perché sì gran pianto nel concavo cielo sfavilla.

Pascoli non è molto amato oggi, anzi è unpoeta demodè ma a me è sempre piaciutoperché è stato un poeta buono che hatrasmesso a quelli della mia genera zionesentimenti autentici. E a me i buoni, gliumili piacciono. La mia pur breve esincopata esperienza di giornalista-giornalaio mi ha portato a conoscere tantepersone, di estrazione sociale diversa. Uncaravan serraglio composito: dallosconosciuto emigrato che grazie alla Voceha trovato un momento di celebrità, aldocente universitario che è abituato aglionori della ribalta. Ancora non sonoriuscito a vincere la mia connaturatatimidezza che mi porta ad essere sfacciatonell’approccio ad un personaggio famosoma, nello stesso tempo, discreto nel porrele domande. Ma quando ti trovi davantiad una donna come Veronica DeLaurentiis allora diventa tutto più facileperché sembra di conoscerla da sempre.Eppure è figlia di due personaggi chehanno fatto la storia del cinema italianodel dopoguerra. La mamma: SilvanaMangano, è stata una delle attrici piùamate e ammirate in Italia e all’estero.Tanto per citare solo alcune sueinterpretazioni: Edipo re, Riso amaro,Jovanka e le altre…………….Il padre: Dino De Laurentiis è stato, primacon Carlo Ponti, uno dei produttori piùgrandi del cinema italiano e ancora oggi èconsiderato un monumento vivente dellacinematografia mondiale.Ma non è della indimenticabile SilvanaMangano che andremo a parlare, anchese tornerà spesso ad essere presentenell’intervista cuore in mano che mi haconcesso Veronica e che vi andrò aproporre. Di un’altra Veronica si è parlato tanto inquesti ultimi anni perché moglie di unfamoso amato-odiato personaggio delmondo imprenditorial-politico. E’ la Lario,la first-lady di Palazzo Chigi o piùesattamente di Villa San Martino adArcore. La… tendenza… Veronica è stataquella che da attrice è passata ad essere

la moglie prima dell’imprenditore e aseguire la first -lady del presidente chepoi è sempre la stessa persona: SilvioBerlusconi. La nostra Veronica invece, adifferenza dell’altra, è stata prima figlia die adesso sta cercando di essere séstessa:Veronica De Laurentiis attrice.L’intervista non è stata concessa ad unapenna graffiante come la Maria Latella maad un umile e sconosciuto giornalista-giornalaio.Di conseguenza non apparirà suquotidiani famosi e ripresa da televisionie rotocalchi che fanno tanta…tendenzama uscirà su questa Voce che è letta dapoco più di un migliaio di lettori. Ma sonolettori che sono sparsi nei cinquecontinentiC’è un antefatto che è significativo.Stavo affacciato sulla balconata della miacasetta estiva in una calda e nitida sera difine luglio nel mio buen ritiro di Pioppi , lalocalità del Cilento che ha dato vita allaDieta Mediterranea, quando puntando losguardo verso capo Palinuro ho intravistoin un breve attimo una stella cadente. Nonricordo più se ho espresso un desiderio,ma a distanza di pochi giorni edesattamente il 10 agosto, il giorno di SanLorenzo, mentre milioni di sognatoricercano di vedere in cielo la loro stella ,io non devo alzare lo sguardo, anzi loabbasso con pudore perché una stella dinome Veronica mi onora della suaattenzione e mi concede l’intervista acuore aperto e che vado a condividerecon Voi , miei cari lettori.Qualcuno commenterà : ma chi haintervistato Julia Roberts?No! una grande donna e le auguro unfuturo da grande attrice.

Come nasce l’intervista.Antonio ( Ing. Salimbene) , il patron dellalbergo Eliceto Relais, nel darmi ilbenvenuto mi ha parlato della presenzadi una grande attrice : Hanna Schigulla ,emi ha anche detto che tra gli altricomponenti della troupe che sta girandoun film tra Buccino e Romagnano c’èanche Veronica De Laurentiis. Gli chiedoallora di provare a farmi rilasciare unaintervista. E l’occasione si presentasubito. Mentre sto conversando al bardell’albergo vedo seduta ad un tavolinouna signora che sta sorseggiando uncappuccino . Antonio me la presenta e lechiede se e quando posso intervistarla.Siamo nel primo pomeriggio del 10 agostoe la troupe si sta recando a Romagnanoper alcune riprese del film. “Adesso nonè possibile ma al ritorno senz’altro”risponde con garbata disponibili tàVeronica. Nel frattempo altri componentidella troupe si radunano al bar e tra questiil giovane regista di origine napoletana:Lucio Fiorentino. Chiedere a lui diparlarmi del film è tutt’uno ma si rimandaal loro ritorno dal lavoro che è previstoper le 18- 18,30. Dovevo lasciare l’albergoper rientrare nel mio rifugio di Pioppiinsieme a mia moglie ma l’occasione diintervistare personaggi famosi edemergenti è troppo ghiotta per farmelasfuggire. Così decido di rimanere aBuccino ancora per un altro giorno.La mia permanenza nel paese natìo dovevadurare solo il tempo necessario aldisbrigo della pratica” premio Buccinesedell’anno” fissata per il 9 agosto e invecesi sta prolungando oltre. Devo confessareche più tempo passa e più trovo difficoltàa fermarmi per più di un giorno nel miopaese. Ma dopo la cura Eliceto relais nonsolo a me ma anche a mia moglie l’impattoambientale con Buccino sta diventandomeno traumatico. E questo grazie allascoperta di un posto meraviglioso comela ex casina elefante, così conosciutadagli anziani contadini, che rinnovatacome albergo sta tornando a essere

Le interviste di Angelo Imbrenda

La notte delle … stelleall’ELICETO RELAIS a BUCCINO

SAN LORENZO (10 agosto 2008)

(continua a pag. 13)

Veronica De Laurentiis tra Angeloe Teresa Imbrenda

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Pag. 12 La Voce di Buccino - Autunno 2008

crocevia culturale dell’ager volceiano.Su questo argomento ci tornerò in altromomento a l t r iment i par to per l atangente e Veronica de Laurentiis me laritrovo già rientrata a Los Angeles, suaabituale dimora.Di p r imo acch i to , Veronica mi èsembrata una donna che cerca diattrarre l’attenzione su di sé e questol’ho arguito da come ha monopolizzatol’attenzione sul suo elaborato consumodel cappucc ino . Aggiungi la t t e…troppo caldo… più tiepido… una verae propria telenovela intorno ad unatazza diventata un pacco espresso cheandava e veniva dal tavolino al bancode l bar. Po teva sembrare i lcomportamento di una donna insicurache non riesce a trovare un momento dipace. Ma dopo averla intervistata hocapito che le sue erano prove tecnichedi recitazione e noi inconsapevolicomparse.La troupe è andata e a me non restache aspettare il loro ritorno per fare leinterviste. Noto così un andirivieni dipersone che vengono a visitare questonuovo accogliente posto. In più c’è lapiscina che fa da richiamo per coloro iquali desiderano ritemprarsi in questocaldo agosto. Un albergo con piscinaincastonato in uno scenario più unicoche raro , fa t to da l la ca tena degl iAlburni da un lato, e nel versanteopposto dai monti dei primi contraffortidell’appennino lucano. Il tempo passae il sole sta per tramontare oltre i Lattari,la catena calcarea che forma la costieraamalfitana, e mi sovviene la frase delMommsen che definì :Buccino la terra dei tramonti.Questo mi torna in mente mentre vedouna grande a t t r i ce come HannaSchygulla che prende una sedia einsieme alla sua fedele amica si va asedere sotto una quercia ad ammirare iltramonto del sole sul golfo di Salerno ela costiera amalfitana. Ad un tiro dischioppo di punta Campanella c’è Caprie noi con po’ di fantasia scorgiamoanche i faraglioni e la famosa piazzetta.Ma ancora più in là penso alla casa-museo de l medico svedese Axel

Munthe ad Anacapri. Un altro stranieroche ha scoperto l’Italia e l’ha amata piùdi tanti italiani.Eliceto relais … punta Campanella…Capri…siamo nel nos t ro paradisoterrestre.Queste note le sto scrivendo la nottedell’11 agosto e di fronte a me c’è laluna pioppese che illumina il marecilentano tra Capo Palinuro e PuntaLicosa. Un altro angolo di paradiso dicui è ricca l’Italia. E’ facile allora pigiarei polpastrel l i sul la tast iera del pcportatile, e farsi andare sulle onde diun mare argentato che producono fertilefantasia che non inquina. Ma i sognifiniscono all’alba e oggi è un altrogiorno. Ci sono varie incombenze e lafantasia deve cedere il posto alla realtà,che mi fa capire che sono andato oltreil consentito e dovrò rimandare alprossimo numero la pubblicazionedell’intervista a Veronica De Laurentiis.In attesa vi consiglio la lettura del suolibro: Rivoglio la mia Vita.

Veronica ci e vifarà scoprire chela vita non è solosogni, rose e fiori.Ho aper tol’articolo con lapr ima quar t inade l la poes ia Xagos to d iGiovanni Pascoli,consen t i t emi d i

concludere con l’ultima significativaquartina:E tu, Cielo, dall’alto dei mondisereni, infinito, immortale,oh! d’un pianto di stelle lo inondiquest’atomo opaco del Male!

(da pag. 12)

La notte delle … stelleall’ELICETO RELAIS a BUCCINO SAN LORENZO (10 agosto 2008)

L’as ino , con i l v iagg io neg l i Sta t iUni t i , ha p rova to l a sensaz ione d itoccare i l c ie lo con le mani . S i èavverata una realtà impensabile. Colr i to rno in pa t r i a pensava d i averconcluso l’impresa più ardua dellavita. Incominciava già a prepararsi acalare la saracinesca delle sue attività.Invece ecco l ’ inv i to s incero de l lafamiglia Catone per le lontanissimete r re de l l ’Argen t inache r imet te indiscussione, in fermento, in subbugliol ’es i s tenza de l l ’as ino , che nonvorrebbe più osare,rischiare. Ma, una forza misteriosa, chenon gli appartiene, lo esorta, lo spingee gli dà il coraggio necessario: “Devifarlo, non puoisottrarti”.Il maestro Mario Chiariello e il maestroVi to Russo , (ne l l a fo to ) cu l to r i edepos i ta r i de l l e nos t re t r ad iz ion i ,artigianalmente hanno da qualche annomesso su un as ino d i l egno . Conl’interpretazione dei bambini hannodato vita con storie e canti al grandemondo di un passato sempre vivo.Oggi la tecnologia sta raggiungendopunte ver t ig inose d i successoinverosimile in ogni settore, da metterein ombra tutta la storia che precede.L’asino invece è qui a testimoniare lepunte irripetibili di unaumanità che nonavrà pari, di una società che, con la forzadell’impossibile, è emersa senza ausilitecnici, ma con le sole risorse umane.L’as ino , con l e sue s to r ie , sa rà inArgentina.Lo confe rmo a Nico la Ca tone , a lPres iden te P ie t ro Cande la , a DonEduardo Picciuolo e a tutti i fratelliargentini. Il biglietto è stato ritirato dagiorni. L’arrivo in Buenos Aires sarà lamattina del 30 Novembre.Percorrerà nei giorni di permanenzastrade insolite. Rifuggirà le modernearterie autostradali per preferire stradeimpervie, mulattiere e preferibilmentemai ba t tu te . P red i l ige rà l e s t radedell’asino, con l’augurio di tornare inpatria con ceste piene di emozioni fattein casa.Un caloroso arrivederci a tutti gli amicidell’asino e del suo mondo.

Mario Chiariello

L’Asino atterrerà inArgentina

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Si sa che le attrici famose e non grazie allaloro attività viaggiano molto e purfacendo una vita da nomade non siportano appresso una casa viaggiante ocamper ma scendono, come suol dirsi, neimigliori alberghi.Anche a Buccino è possibile adessosoggiornare in strutture alberghiere chenon hanno niente da invidiare a quellepiù rinomate.Così non è difficile, arrivando nel propriopaese e non avendo dove alloggiare,entrare nella hall di uno di questi e farepiacevoli e interessanti incontri. E ciò cheè successo a me povero direttore di unpiccolo periodico.L’occasione era troppoghiotta da farmelasfuggire. Contattare ilpadre fondatoredell’Eliceto-Relais efarsi presentare lafamosa attrice è statopiù facile del previsto.Mi presenta ad HannaSchigulla che haappena finito disorseggiare una tisanae parte l’intervista.Avevo già notata, lafamosa attrice, di primom a t t i n onell’affacciarmi allafinestra della mia camera che da sul latopiscina. La Shigulla nuotavalentamente,quasi in surplace,nell’accogliente vasca. In lontananza,l’Alburno massiccio e superbo, con le suebianche e dolomitiche pareti, faceva dacornice a quest’angolo di paradiso. E’

sola a nuotare, lap i s c i n aè a sua completadisposizione, le sueorigini teutoniche leconsentono di entrarein acqua quando i primiraggi del sole fannocapolino sull’acquacolor smeraldo. Solofra qualche ora lapiscina si gremirà dibagnanti indigeniche non possonopermettersi diraggiungere il mare.Una rilassantepermanenza a bordovasca e poi in albergoper la prima colazione.Siamo alla mattina diun dieci di agosto efarà ancora caldo come

da tempo non si verificava. Nelpomeriggio la presentazione e la breveintervista.Mi presento come direttore di unperiodico che pur essendo piccoloraggiunge i lettori del vecchio e nuovomondo. L’unica difficoltà è che parlo pocoe male l’inglese ma è la famosa attrice ascusarsi per il suo approssimato italianoche intercala con parole in francese,inglese e spagnolo.Le chiedo come mai si trova a Buccino,un paese fuori dalle rotte dellospettacolo.Mi risponde che fa parte della troupe che

sta girando un film proprio nella zona .(Il titolo del film è Pandemia del giovaneregista napoletano Lucio Fiorentino)Come si trova in questo albergo e cosapensa di questi luoghi.In sintesi riporto le sue risposte depuratedi parole espresse in altre lingue.Mi trovo bene, è accogliente e il posto è

rilassante. Mi auguro- aggiunge- ditornarci per trascorrere qualche giorno divacanza , magari a dicembre.Nella sua lunga carriera ha lavoratocon tanti attori , quali ricorda conpiacere?Ci pensa un attimo e dice. MarcelloMastroianni, Giancarlo Giannini.E delle attrici italiane ?Stà a pensarci per qualche attimo e sembraquasi non ricordare o forse non vuolenominare nessuna, ma alla fine pronuncia:Piera Degli Esposti.Questo posto, per lei sconosciuto fino apochi giorni prima, lo ha trovato bello,riposante, aria salubre e accogliente.In Italia quali posti o località l’hannoparticolarmente colpita?Risponde prontamente: Roma e laToscana. Cerca di ricordare anche un’altralocalità dove è stata a girare un film e si ètrovata bene. Vicino Roma e dopo un pocodi ricerca mnemonica aggiunge Sabaudia .Mentre cerca nella sua memoria i postipiù belli d’Italia che ricorda la osservo enella sua tunica bianca, un colore chesembra preferire in particolare, con icapelli biondi fermati da una corona difresco tessuto bianco, sembra un’attricedell’antica grecia che recita un passodell’Iliade o dell’Odissea. Manca solol’anfiteatro.Ma sembra che nel programmadell’Eliceto-relais c’è la costruzione di unanfiteatro proprio a ridosso della piscina.Se ciò avverrà potrebbe essere proprio laSchigulla a inaugurare questo anfiteatro.Da parte mia non mi faccio sfuggirel’occasione di fare qualche foto allafamosa ospite, che gentilmente si prestaa farsi fotografare. Sceglie proprio leialcuni angoli dove poter scattare le fotoe malgrado la mia poca dimestichezza conla macchina fotografica riesco a tirare fuorialcune belle foto. Alla fine mi chiede discattare qualche foto insieme alla suaamica.Il sole è appena scomparso sul golfo diSalerno e Hanna Schigulla con la suafedele amica vanno a godersi il tramontosedute sotto una secolare quercia propriodavanti all’avvallamento dove potrebbesorgere l’anfiteatro. Lo spettacolo cheoffre madre natura ha due sole spettatriciche si godono quest’angolo di paradisoche circonda l’Eliceto Relais. a.i.

Intervista ad Hanna SchygullaAll’Eliceto Relais di Buccino

Hanna Schygulla

Hanna Schygulla con un’amica, sotto unasecolare quercia, ammira il tramonto suimonti Lattari

RELAIS ELICETOEliceto - 84021 Buccino - Salerno - Italyweb site: www.eliceto.it [email protected]

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D. Perché hai sceltoquesta zona per girareil tuo film?R. Il film si chiamaPandemia ed èprodotto da una casadi produzioneindipendente. E’un’auto produzionesenza finanziamentiministeriali e lo stiamogirando in questa zonatra Buccino eRomagnano.E’ un film che è cucitomolto su questi postiperché ho avuto lapossibili tà diconoscere questiluoghi grazie ad unamico originario di Romagnano. Venendoin vacanza qui sono rimasto molto colpitodalle bellezze dei luoghi a volte pocoaddomesticati dall’uomo, luoghi in parteancora selvaggi mi hanno veramentecolpito. Quando mi è venuta l’idea di fareun film un po’ apocalittico, in quantoracconta la storia di sopravvissuti ad unagrande epidemia ho pensato ch epotevaessere bello ambientarlo in questi luoghiselvaggi . Anche perché il film raccontaun’epidemia diffusa attraverso la pioggia,dove la terra nonostante sia bella non èpiù sfruttabile dall’uomo.D. Il cast è composto da attoriprofessionisti…R. Sì sono per lo più professionisti e inparte provengono dal teatro. Gli attoriprincipali sono Marco Foschi , giovaneattore già affermato in teatro e adessoanche a cinema, Alice Palazzi, attriceteatrale ed esordiente con questo film;Massimo foschi , attore che ha lavoratocon Strehler, Ronconi con cui lavoraancora; Veronica De Laurentis; TommasoRagno, che fa un’apparizione, BarbaraValmorin, Francesco Rossini ( il cattivodella fiction Elisa di Vallombrosa). Sonotutti attori affermati e poi ci sono altri piùgiovani che sono Annibale Pavone,Giovanni Calcagno, Michelangelo da Risi,Chiara Baffi, Salvatore Caruso … ed altripiccoli ruoli anche con attori del posto.

Siamo qua da un anno praticamente persopralluoghi ma le riprese sono iniziateda tre settimane e ne avremo ancora perdue settimane.D. E’ un film che entrerà nel circuitonormale?R. E’ un’opera prima ed è il mio primolungometraggio ed è molto difficile averesubito un distributore che rischia. Sonofilm che una volta girati si cerca dipresentarli a dei festival e sperare ditrovare un distributore se il film è venutobene. E’ un terno al lotto ma è il destinocomune di chi vuole fare cinema. Non cilamentiamo ma cerchiamo di fare e basta.D. Sei giovane e alla prima esperienza?R. Ho iniziato partendo dal teatro comeassistente regista in diverse città d’Italia.Ho fatto prima di questo film dei cortometraggi, dei documentari non hofrequentato corsi ma sono un autodidattaHo messo prima su una casa diproduzione che si chiamava Tarfilm eadesso una nuova che si chiama Cavecanem che produce il film ed è compostada me , da Adriano Casale che è aiutoregista e supervisore, nonché quello chefarà le musiche del film, Alessandro Abateche è il terzo socio ed è il direttore dellafotografia.D. Tornando alla scelta di questi luoghiper le riprese sei soddisfatto della scelta?R. Assolutamente! Una scelta azzeccata,sto scoprendo bellezze su bellezze, anzi

Romagnano al Monte:Dal terremoto alla Pandemia

intervista al registaLucio Fiorentino

mi sono fermato nei sopralluoghi, nellascelta delle location. Mi sono fermatoperché anche durante le riprese siscoprono nuovi posti belli. Vedi di frontea noi- e indica gli Alburni- c’è questomuro di montagne che sono meravigliosi.E mi sono imposto di non andare a vederlida vicino altrimenti mi vengono le voglie.D. E la scelta dell’ Eliceto Relais comealbergo per il soggiorno della troupe?R. La nostra organizzatrice che è BarbaraSpina ha preso contatti e ha scelto questoluogo. Devo ringraziarla perché è unposto bellissimo, stupefacente e oltre alei devo ringraziare Antonio (Ing.Salimbene) che ci ha ospitato e credoche sia un illuminato. Vorrebbe fare diquesto posto un centro che muovacultura, arte, pensiero e sviluppo delterritorio.E da quello che sta facendo adesso pensoche ci possa riuscire.Devo molta riconoscenza nei suoi riguardiper il trattamento che ci ha riservato. Unapersona veramente di spessore. Il postoè bellissimo, dopo una giornata di lavoromi rubo in qualsiasi momento unapasseggiata nel bosco, il tramonto, lamattina mi sveglio presto per godermiquesto silenzio. a.i.

Elena Micaela Basile è nata il 10/03/1991in Germania, ma vive a Ischia.Alta m.1,77, capelli biondi e occhi colormarrone. Figlia di Nicola e nipote, quindi,del capitano Umberto Basile, il portieredella buccinese degli anni ’30.

UNA VOLCEIANAa MISS ITALIA

Eliceto Relais 10 agosto - Da sinistra gli attori: Francesco Rossini(il cattivo della fiction Elisa di Vallombrosa). Barbara Valmorin,i l regista Lucio Fiorentino, Veronica De Laurentiis e l’aiutoregista Adriano Casale

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Ogn’ anno, la prima domenica di Luglio,c’è l’usanza per i buccinesidi andare alla processioneognuno ll’ adda fa chesta crianza;ognuno adda tené chistu penziero.Ogn’anno, puntualmente, in questadomenica,di questa gioiosa e felice ricorrenza,anch’io ci vado, e, con il cero ,il rosario e i Mariani canti,partecipo con devozionea questo importante evento.St’anno m’è capitata ‘navventura…mentre la Madonna stava per usciredal santuario e tutti applaudivano,(Madonna), si ce penzo, e che paura !Ma po’ facette un’ anema ‘e coraggio.‘O fatto è chisto, statemi a sentire:s’ avvicinava ll’ora della processionee io, emozionata come sempre,stavo per seguire la Madonna,ma, ad un tratto rivedonella folla dietro la processione,tante personeche ormai non ci sono più.Penso ad un colpo di sole,verso dell’ acqua sul mio capoe proseguo il lungo e assolato cammino.La processione prosegue,come sempre, lentae dopo aver attraversato Corso Garibaldi,imbocca Via Quintino Di Vona.Sulla destra, al balconele ricamatrici ufficiali dei vestiti dellaMadonnale famose “sorelle carruzzere”Luisella, Antonietta, Aurora,e il loro fratello Ciccillo,ad un altro balconeè affacciata Santina la bella giovanee il suo consorte Puccio.Sempre sul lato destro seduta c’era Adelinae Vitella r bancarotta.

Affacciati al balcone: zia Maria r Bic Bac ezio Domenico, insieme a Rosa r Anna Rosa.Sul lato sinistro Silvio De Maria,il libraio serio e impassibile, come sempre,e vicino suo fratello dal sorrisoindimenticabileMichele il calderaio.In alto, affacciata al balconeGerardina Magaldi, la famosa seria e precisa ricamatrice.Vicino al muro della piazzettaMammascina, zio Vito, zia Rosina e zioVincenzoe la famosa Trip pendadalla postura indimenticabile e dallosguardo severo.Papà affacciato dalla balaustradi via Chianca Vecchia e gli altriPasquale r cangiarr, Concettina, Pasquale r parmone,nonna Concettina, nonno Fortunato,zia Vincenzella e zio Costantinonell’ angolo vicino la casa pronto a farel’offerta.Proseguendo la processione rivedoFelice Sacco e Marietta, Lilino ed Enrica.La Vescula, lu Mures con la moglie,Concettina r Scarpetta,Natalina la sarta,ronna Michela e Vincenzo il gioielliere.Lungo la strada, affacciata alla finestravi è Lucietta emozionata, Clelia e il suo altoconsorte.

Fermo come una statua,davanti al suo negozio, Pierino De Lucia.Più avanti Michele Salimbene e la moglieOlgaaffacciata al balcone a contemplare laMadonna.Questa è la vita! ‘ncapa a me penzavo...

La morte arriva,ma la voglia di ritornare sulla terra a viverela festadella Madonna resta.Tutto a nù tratto, che veco ‘a luntano?Ddoje ombre avvicenarse ‘a parte mia eascolto:“Ti sembra questa na processione?Questa è una sfilata di spalle e gambescopertee vestiti trasparenti.Non è una processione, è un mercato.Mancano solo gli imbonitoriche chiedono di comprare qualcosa.Le persone si abbracciano, si bacianosembra un matrimonio, non c’é rispetto per la nostra Protettrice.La Madonna si deve fermare ogni volta perché i fedeli fanno le offerte;che dovrebbero essere fatte in chiesa,no, non c’è più rispetto per il sacro” dice Don Antonio Grieco.“La processione ai nostri tempi era un’altracosa”,afferma Monsignore Nicola D’Acunto,“la nostra Madonna è assai bella,è una bellezza paradisiaca,chiunque la guardaavverte nel cuore una vibrazione singolare,dolce, penetrante;la mente pensa a un riflesso superiore,un diverbio di Dio Creatore, ma ritornando a com’era la processioneai tempi nostri, ricordi:davanti alla statua c’ erano le dueconfraternitedi S.Pietro e Paolo,(con sopra la tiaria pontificia e le due chiavidi S.Pietro)e l’Annunziata.Ora sono rimasti soltanto gli stendardirosso e celeste.Davanti alla Madonna c’era una lunga filadi donne con ceri accesi,dietro le figlie di Maria rigorosamente con ilvestitoe il fazzoletto in testa.C’erano le Gerardine, gli Alfieri e le centeerano numerose .Oggi c’è solo una centa e la lunga fila dibambinevestite con l’abito della comunionee lo sventolio delle bandierinecon gli “EVVIVA MARIA” non c’è più.La banda poi suonava una musica mistica,migliore di quella d’oggi.L’unica cosa uguale é la nostra Madonna,che ti rapisce e ti rimane scolpita nel cuore.Noi non possiamo assistere a questomisero spettacolo,perciò ascoltatemi:

Sti ppagliacciate ‘e ffanno sulo ‘e vive:nujesimmo serie...appartenimmo à morte!

Concettina Cariello

‘A Madonna

Quest’anno ricorre i l 150° anniversariodelle apparizioni della Madonna aBernadette. Desideriamo ricordare l’avve-nimento con questa poesia di ConcettinaCariello sulla nostra Madonna.

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Roma - Storie che sembrano lontane maportano dentro un pezzo d’Italia. Storiedi un mondo ancora troppo sconosciuto,ma che preserva con forza i nostri valori el’identità nazionale. Gli emigrati italianihanno rappresentato un fenomenofortemente costitutivo del nostro paesetra Ottocento e Novecento. E le loroesperienze di vita sono una parteimportante della storia italiana, che nonpuò più essere trascurata. Per questo letestimonianze di questi uomini, sonostate raccolte per la prima volta inun’opera multimediale : “I segnidell’emigrazione. L’Italiadall’emigrazione all’immigrazione.Documenti, ricerche, testimonianze,musiche e filmati”, a cura di TizianaGrassi e Catia Monacelli , con lacollaborazione di Giovanna Chiarilli.

L’emigrazione italiana per la prima volta inun’opera multimediale

Presentata il 10 settembre al Circolo del Ministero Affari Estero a Roma

L’opera - presentataieri al Circolo delMinistero degli AffariEsteri - raccontaattraverso fotografie edocumenti, un’altraItalia che vive, opera eproduce, e checontinua a mantenerenonostante le distanze,forti legami con ilPaese di origine.Sono intervenuti: ilPresidente del Circolodel Ministero degliAffari Esteri , ePresidente ICE,l ’ A m b a s c i a t o r eUmberto Vattani ,

padrone di casa, il Sottosegretario condelega agli Italiani all’estero, AlfredoMantica , Gherardo La Francesca,Direttore Generale per la Promozione e laCooperazione Culturale. Il Direttore diRai Italia, Piero Badaloni, il SegretarioGenerale della Società Dante Alighieri,Alessandro Masi, e Antonio Gorbisiero,Direttore delle Edizioni Il Grappolo. Hacoordinato gli interventi Filippo Gaudenti-conduttore del TG1 3 e ha conclusionisono state affidate al Prof. MarioPorcellini- Preside della Facoltà di Scienzedella Comunicazione presso L’UniversitàLa Sapienza di Roma..Antonio Corbisiero, direttore editorialede “Il Grappolo”, è soddisfatto: “Con lapresentazione di quest’operamultimediale, viene colmato un vuotonell’editoria italiana”.

Dall’IntroduzioneI percorsi esistenziali degli emigraticilentani hanno avuto, nel tempo, risvoltimolteplici e sbocchi assolutamentedifferenziati. (…)C’è “ la dolorosa storia dei vinti, di coloroche non giunsero nella terra promessa,che seppellirono i loro sogni nel mare cheli accolse come tomba, che morirono senzaaiuti medici o di fame”. (…)(…) C’è poi la storia della gran massaanonima proveniente per la gran partedall’universo della campagna; dal mondodell’artigianato e dei mestieri (…)Tutti costoro, con enormi sacrificimateriali e forti tormenti interiori,comunque sempre con grande forzad’animo, sono riusciti a trovare un lorospazio vitale nelle lontane terre oveun’atavica miseria li aveva spinti. (…)C’è infine la storia, eclatante ed esaltante,di coloro che hanno realizzato in pieno ilsogno americano, per essere diventatipartecipanti attivi della vita economica,sociale, culturale e spirituale dei paesid’accoglienza e per aver raggiunto, inquel contesto, posizioni di assolutapreminenza e prestigio. (…)E’ a quest’ultima categoria che è dedicatoil presente lavoro che oltre a ricordarnealcuni dei maggiori esponenti vuoleriflettere su quali siano state lemotivazioni che hanno reso possibile, nelpiù ampio e generale contesto delfenomeno migratorio, di emergere in modopossente sotto cieli lontani.

Domenico ChieffalloSOTTO CIELI LONTANI

Edizioni del Centro di PromozioneCulturale per il Cilentowww:cilentocultura.it

Roma 10 settembre - Circolo del Ministero degli Esteri: AngeloImbrenda presenta la Voce di Buccino a Catia Monacell i eTiziana Grassi

Vallo della Lucania,29 agosto 2008 -Convegno deiCilentani nelMondo: da sx i ldott. Aniello DeVita (cantore delCilento), AngeloImbrenda e l’avv.Tommaso Cobell is(presidente deiCilentani nel mon-do)

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Mentre scrivo èappena iniziatal’Olimpiade : ci sianod’esempio glisportivi che da tuttoil mondo sia f f r o n t a n o ,cimentandosi conlealtà e rispetto, più

forti delle incomprensioni e delle ingiustizieche dividono artificiosamente uomini epaesi.In questa afosa estate salernitana,rinfrescata dalle innumerevoli amichevoliestive nazionali ed internazionali cheinondano i nostri schermi (e che da calciofiloimpenitente seguo con maniacaleattenzione) ho avuto modo di valutare comesia cambiato il nostro amato sport, non soloper i grandi guadagni che concede alle suestelle.Senza andare molto indietro nel tempo, miricordo come era , nei leggendari anni ’50, ilprincipale strumento di lavoro di noi piccolie grandi pionieri della pedata : la sfera deisogni e dei desideri , il pallone.A quei tempi , appena uscito dalle fabbricheche ancora artigianalmente ne curavano laconfezione, la “palla” aveva un colore giallo, destinato a mutare dopo poche partite finoa scolorire in un biancastro e spelacchiatoglobo che ci ostinavamo a martoriare, i pezzitenuti insieme da cuciture fatte a mano:all’interno una camera d’aria venivagonfiata attraverso un beccuccio perregalare a quella meraviglia la giustaconsistenza e forma.La cosa più singolare consisteva nel fattoche per trattenere la camera d’aria all’internodella sfera vi era una chiusura stretta conun robusto laccio di cuoio , che all’impattocon la testa del difensore o dell’attaccanteprovocava non pochi dolori : quanti goalson stati fatti o evitati a prezzo di frontidoloranti e sanguinanti!I giocatori più dotati nel gioco aereo, e quelliche per il ruolo svolto venivano più spessochiamati ad interventi acrobatici, avevanopreso l’abitudine di fasciarsi la fronte perattutire l’impatto della stringa con il capo,ma quanti mal di testa non si riuscivano arisparmiare!I “vecchi” come me ricorderanno uno deglieroi bendati della nostra gioventù, il grandeMario Landolfi detto “Maione”.Il globo lattiginoso rimbalzava non certosui perfetti campi di calcio che anche adagosto , verdissimi, la TV ci propone neinostri salotti.Alla fine del secondo conflitto mondiale eper molti anni ancora si sarebbe giocatosu terreni che durante l’inverno per la

maggior parte erano destinati all’agricoltura.Sempre i più anziani ricorderanno inproposito il campo di San Gregorio Magno:era un terreno di dimensioni ridotte (checostringeva a schierare squadre di setteelementi) che da campo di patate ( unavolta raccolte ) si trasformava in campo difootball.Rettangoli di gioco aridi e disseminati dicrepacci , vere e proprie trappole per glieroici calciatori che , pur conoscendone leinsidie , spesso non potevano evitareabrasioni, ferite se non addirittura rovinosefratture .Negli schieramenti tattici delle partite“contemporanee”, anche di quelle estiveche poco o nulla hanno a che vedere colvero calcio, si misura la distanza sideraleche separa i moderni da “noi antichi”.Moduli e compiti assegnati son statistravolti, ed i ruoli, anche se in alcuni casihanno conservato lo stesso nome, sonoradicalmente mutati.Un rapido excursus dei ruoli tipici del calcioanni ’50, tra parentesi (parentesi piened’affetto e di ammirazione ) i loro interpreti, juventini e buccinesi, che a questo sportmi hanno fatto appassionare sempre di più:Portiere (Viola - Giuseppe Antonio Volpe ,‘Zi Capicchio): oggi, con il divieto dipassaggio all’indietro, il portiere è una sortadi “libero”, mentre nei nostri anni ruggentie impolverati usava quasi esclusivamentele mani e non lasciava quasi mai l’areapiccola , raramente avventurandosi neisedici metri e mai oltrepassando l’area dirigore .Terzini (Manente - Picciotti) : sichiamavano “mastini”, perché mordevano(spesso in senso letterale) le caviglie delleali della squadra avversaria . Il loro raggiodi azione era la loro metà campo e nondovevano mai oltrepassarla : difensori

arcigni, diventavano quasi degli spettatoriquando il gioco interessava i compagnidell’attacco (quante volte allenatori di ognidove si sgolavano a bordo campo perrichiamare all’ordine terzini desiderosi digustare l’ebbrezza di un cross o di un tirocontro la porta avversaria!)Avevano il compito di effettuare le rimessein gioco dai vertici piccoli dell’area delportiere al quale non era demandato talecompito : effettuavano le rimesse in giocousando quasi esclusivamente la punta dellescarpette per dare al pallone più forza econsentirgli di raggiungere i confinidell’area di rigore avversaria .Mediani (Bertolini - Mario Landolfi“Maione”): con compiti eminentementedifensivi, marcavano e contenevano lemezze ali avversarie. Occupavano la partecentrale dello schieramento ed avevano , adifferenza dei terzini, la possibilità diaddentrarsi nell’area avversaria quando lemezze ali spostavano il loro raggio d’azionein quella posizione.Centromediano (Parola - Agostino DelMonte “Bistecca”) : operava tra i duemediani come “francobollatore” delcentravanti avversario , al quale dovevaimpedire con ogni mezzo la realizzazione delgoal .Ali (Muccinelli - Fernando Caprio):giocatori agili e veloci che agivano nellametà campo avversaria sul versante destroe sinistro del campo, con il compito disviluppare il proprio gioco sulle fasce lateraliper cercare di sorprendere i terziniavversari: dovevano essere particolarmenteabili nella pratica del dribbling e avevanoaltresì il compito di effettuare i cross per ilproprio centravanti e di battere i calcid’angolo.Mezze Ali ( Boniperti - Landolfi Gerardino eCesare Scaffa) : i Fuoriclasse. Erano la fontedel gioco e dovevano possedere unaelevata personalità ed imprevedibilità, dotinecessarie se non indispensabili per metterein difficoltà i mediani marcatori e nelcontempo consentire alle proprie ali di agire

Il calcio a Buccino negli anni 50di Carmine Genetiempo

(continua a pag. 21)

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Pag. 18 La Voce di Buccino - Autunno 2008

Il Codice da Vinci è considerato uno deimaggiori successi editoriali degli ultimitempi, tradotto in 44 lingue e venduto inoltre 35 milioni di copie. Basta consultare ilsito internet personale dell’autore, DanBrown, per rendersi conto della vastità delfenomeno e della pubblicità ricevuta dal suolibro. Senza questa copertura pubblicitaria,è certo che il libro non avrebbe potuto avereil successo che poi ha avuto.Successivamente è stato tradotto in un filmche ha avuto certamente grande diffusione.Nelle oltre 500 pagine di questo libro, il suoautore, lo statunitense Dan Brown, ripetele vecchie critiche anticlericali rivolte allaChiesa e ripropone le vecchie falsità dellagnosi, presentandocele come se fossero ilvero Cristianesimo, il quale sarebbe statodeturpato dalla Chiesa. Il romanzo cerca diesaltare gli insostenibili miti gnostici su Dio,sulla Creazione e la Redenzione, miti giàvittoriosamente confutati dagli Apostoli, daiPadri e dai Dottori della Chiesa.Sebbene nel retro di copertina del libro diDan Brown, esso venga presentato comeun romanzo (novel), in una nota preliminarel’autore cerca di darci ad intendere che sitratta di un romanzo storico, ossia un’operain cui la finzione letteraria serve perilluminare fatti realmente accaduti.Il fatto che Il Codice da Vinci si presenticome un romanzo non diminuisce la gravitàdelle sue affermazioni e la pericolosità dellasua influenza. Spesso le eresie si sonodiffuse grazie all’artificio della letteratura,

specie se popolare, a partire dai canti e dallecommedie con i quali gli antichi ariani edonatisti diffondevano le loro menzogne eincitavano alla ribellione contro la Chiesa.Durante il medioevo e l’epocarinascimentale, lo gnosticismo prima e ilcatarismo poi si diffusero grazie alle poesieed ai canti di alcuni trovatori e grazie al ciclodi romanzi cavallereschi dedicati al mito delSanto Graal.Tuttavia, il caso del Codice da Vinci nonpuò essere ridotto ad un complotto basatosu una operazione puramente commerciale.Viene spontaneo porsi una domanda.Com’è possibile che un romanzo comequesto abbia successo in una società comela nostra: scettica, disincantata, razionalistae secolarizzata? Com’è possibile che unamacchinazione così assurda, anche per chinon conosce bene la storia, vengaaccettata, se non come vera, perlomenocome verosimile?Rispondiamo dicendo che è proprio dellamentalità razionalistica la tendenza arovesciarsi nel suo opposto, ossia in unirrazionalismo che, dopo aver rifiutato laVerità e l’evidenza, accetta l’errore el’occulto. È proprio del relativismorovesciarsi nel dogmatismo dell’arbitrio edell’assurdo. Accadeva già nel XVII secolocon la crisi dell’Illuminismo e poi nel XIXcon la crisi del Positivismo, si ripete oggicon la crisi della società tecnocratica.Questo non deve meravigliare il credente.Diceva Chesterton che: “quando unasocietà perde la fede, non succede ch’essanon crede più a nulla, ma che finisca col

credere a tutto, a qualunque fandoniasolleciti la sua immaginazione e appaghi lesue passioni”. Il razionalismo e il relativismodemoliscono verità,Concludendo, che cosa dire? Che ancorauna volta, con la pubblicazione di questolibro, viene tradita quella sofferenzagrandissima e specialissima che il SignoreGesù ha offerto per tutti noi. Viene traditaperché se ne stravolge il significato, masoprattutto perché se ne respinge il suosenso meraviglioso. Qual è questo sensomeraviglioso? È un Dio che si è fatto uomoper accompagnare l’uomo nell’avventuradel suo esistere, redimerlo dal più grandeproblema che è il peccato e condurlo allaSalvezza. È un Dio che si è fatto vittima perindicare all’uomo la strada dell’amore, è unDio che ha teso e tende le sue braccia perrialzarci e sostenerci.Il tradimento per giunta è ancora quello disempre: rifiutare quella Compagnia, quelSangue, quella Sofferenza, quelle Braccia,per illudersi di fare di se stesso il proprioSalvatore.Don Gerardo Volpe N.B. Articolo già pubblicato in “Detto franoi” Bimestrale del SeminarioMetropolitano “Giovanni Paolo II” del 26febbraio 2007, Anno 0 Numero 2, pag. 2.

nelle migliori condizioni possibili per mettereil proprio centravanti in grado di assolvereal compito di goleador.Centravanti ( Borel - Francesco Amedola“Cumpa Cecca”) : il finalizzatore di ogniazione d’attacco e per questo fine dovevastazionare perennemente nei pressi dell’areadi rigore . Dotato di buon dribbling perevitare la marcatura del centromedianoavversario , era necessario fosse anchedotato fisicamente per intercettare quantipiù cross possibili provenienti dalle ali .Il calcio italiano degli anni ’50 assomigliavaall’Italia di quegli anni : un nuovo iniziodopo il buio della guerra, schemi semplici elineari (i difensori che difendevano conardore, gli attaccanti che segnavano aripetizione), tanta passione e rispetto.Il calcio italiano dei nostri giorni rischia disomigliare troppo al nostro paese : in pienarecessione, complicato dai tanti parolai chesi vendono come salvatori della patriaquando pensano solo ai loro interessi.Confidiamo nell’anima buona che alberganella Dea Eupalla (ricordando il grandeBrera) : che il calcio, nella sua piccola realtàdi gioco e passione, insegni agli italianicome si vive con dignità e rispetto.

Il calcio a Buccino negli anni 50

(da pag. 17)

Il 13 settembre 2008 Gerardo Volpe è stato ordinato Diacono,insieme ad altri cinque seminaristi, nella Cattedrale di Salerno.La pubblicazione di questo suo articolo vuole essere un omaggio eun augurio per un sereno e proficuo cammino nel nome delSignore.

La Verità sul Codice da Vinci

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La Voce di Buccino - Autunno 2008 Pag. 19

Ci sono dei ricordi che sembranoscomparsi dalla memoria e che invece sene stanno assopiti e in attesa dietro lafitta rete del tempo, pronti a districarsi ead emergere non appena qualcosa, anchebanale, li risveglia. Le mie radici sono inparte buccinesi ma non ho mai vissuto aBuccino se non per brevissimi soggiorniper lo più estivi. Conosco tante storie dibuccinesi, aneddoti, proverbi e storialocale ma i ricordi personali sono benpochi. Ascoltavo con piacere le storie chemi raccontavano i nonni, gli zii e il miopapà; spesso ripetute più volte avevanosempre lo stesso incantevole sapore diantico…I sapori e gli odori…: è a questidue sensi che sono legati i miei ricordibuccinesi…L’odore caldo del paneappena sfornato e i l suo saporerassicurante, l’odore della terra bagnatadopo un temporale estivo e il saporeumido delle sere piene di stelle. L’odorestantio del legno antico misto a quello dizucchero dei confetti conservati nellavecchia credenza di una zia che ogni voltache andavo a trovarla me li offriva comequalcosa di prezioso. Mi fu detto diaccettare per educazione ma di nonmangiarli perché potevano essere lì datempo. Il sapore dell’uovo battuto aveval’odore delle galline sdegnate dietro lequali scorazzavo mentre qualcuno miimboccava e associavo la consistenzadelle loro cacche a quella dell’uovocremoso che solo la nonna riusciva arendere così gonfio, frullandolo con ilcucchiaino per un bel po’ di tempo…L’odore freddo e umido degli scantinatiaveva per me qualcosa di misterioso…Lìvi era sempre un vecchio baule che chissàquali segreti conteneva e poi vecchigiocattoli abbandonati e ceste piene dicianfrusaglie, tutte cose sempreinteressanti per una bambina, cheavevano l’odore inconfondibile delle casestregate… Il sapore delle patate frittenell’olio di oliva, il cui profumo sidiffondeva in tutto il vicinato e sembravamischiarsi all’odore di tutto il paese, miinondava di allegria e ne avrei potutomangiare qualunque quantità!

E poi…l’odore della cera calda che striavale strade durante la processione dellaMadonna, quell’odore puro e sacro cheaccompagnava i canti e le preghiere e cheaveva il sapore salato di lacrime e disudore.

Mai avrei immaginato che uno sarebbestato tra tutt i l’odore che avrebbe

accompagnato ancora tutte le mie visite aBuccino: l’odore triste dei fiori inputrefazione misto all’odore pungentedell’erba tagliata e al sapore delle zollebagnate e senza nome. Ma quell’odoreaccompagna ancora il calore della manorassicurante di mio padre che stringevala mia piccolina e fredda e oggi, davantialla sua tomba, respiro il suo profumo, ilprofumo fresco dell’alba di un giorno difine estate…

Caterina Cariello

Odori, sapori e ricordi…

Carissimo Gianpietro,sono Tina la seconda figlia di Prezioso.In occasione della festa della nostraprotettrice, ho avuto la fortuna di conoscerevostro nipote e ho provato unagrand’emozione.

Mio padre parlava spesso di voi emamma vi ricorda molto bene. Hoscoperto poi che adiacente alla mia casapaterna c’è un locale che porta il vostronome e così, ho ricordato di tutte levolte che a casa mia si diceva: “Tinavai da Gianpietro a prendere dellalegna”ed ancora “Tina vai a chiudereGianpietro!”Questo locale caro Gianpietro ancoraesiste, ma ora sempre più curiosa enostalgica mi piacerebbe r iceverenotizie e aneddoti su papà e su di voi.Qui a lato vi allego la foto della miaseconda figlia: Raffaella, che ha scrittosul suo adorato nonno Pepé. Ella avevasolo quattro anni quando è morto papà,ma ha conservato un ricordo bellissimoed ancora adesso sente molto la suamancanza.Scrivere, probabilmente, ha aiutatoanche lei perché in questo modo ho la

La Voce di Buccino…un ponte sui due mondi

sensazione di sentire papà vicino esapere che c’è un amico, come voi, chedall’America lo ricorda mi rende ancorapiù orgogliosa d’essere sua figlia.Quando egli è morto, come usanzavuole qui a Buccino, sono venuti intanti a rendergli l’estremo saluto, ma,nonostante, il dolore per la perdita houn unico rimpianto: quello di non averavuto un registratore. Ogni persona,in fa t t i , mi r ipor tava una ba t tu taparticolare o qualche episodio allegroraccontato dal mio babbo.Io, purtroppo, non ho ereditato la suasimpatia, né il suo senso dell’umorismo,ma per fortuna attraverso mio fratelloMarcello e mia figlia Raffaella riesco,talvolta, a rivedere mio padre nelle loronuove battute e, penso a quanto eglipossa essere felice ed allegro con tuttianche lassù in cielo.Spero di ricever al più presto vostrenotizie o, magari, di avervi come ospitequi a Buccino perché gli amici di papàsono anche i miei.

Vi abbraccio forte Con affetto,Tina (Tina Cariello)

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A L B E R G O

Raffaella Poeta

Il nipote di Antonino Fumo e un amicodall’Argentina con Tina Cariello e laf i g l i a

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E’ stato organizzato dal Dott. Francesco Tortoriello, pres. DelGruppo Folklorico Gregoriano in collaborazione con Donato Grandepresidente dell’Associazione Folk Baragiano.Presenti il sindaco Gerardo Malpede di San Gregorio ed il Sindacodi Baragiano Giuseppe Galizia.La riuscita della serata è stata determinata dalla valenza dei trerelatoriche con competenza ed efficacia sono riusciti a coinvolgere lenumerose presenze sulla sensibilizzazione del problemaPREVENZIONE.La dott.ssa Carmelina Auletta, relazionando sulla diagnosi deitumori in guardia medica, ha sottolineato che in Italia i carcinomipiù frequenti nell’uomo sono quelli del polmone, colon retto eprostata, mentre nella donna è il cancro della mammella.Grazie ai programmi di prevenzione, con diagnosi precoce il 50 percento degli ammalati raggiungono una guarigione completa.Il dott. Francesco Abate, chirurgo urologo presso l’ospedale S.Carlo di Potenza ha relazionato sulla prevenzione del tumore dellaprostata.Il dott. Enrico Mazzeo Cicchetti, direttore di chirurgia senologicapresso l’Ospedale S. Carlo di Potenza ha relazionato sullaprevenzione del tumore della mammella.Quindi per definire la prevenzione si può dire che è l’andare dalmedico quando si sta bene; l’abitudine di effettuare controlliperiodici quando non si ha niente.Il messaggio positivo conclusivo della serata è stato che di tumoreci si ammala di più ma è anche vero che si guarisce sempre di più.

PREVENIRE E’ VIVEREUn interessante convegno sulla

PREVENZIONE DEI TUMORIsi è tenuto in San Gregorio Magno,

il 22 Luglio 2008

“Grazie mille” - Non poteva esserci canto più appropriato,come colonna musicale portante e prevalente della serataorganizzata dalla Maestra Rosetta Masturzo con i suoi ragazziper fes tegg ia re i l sa lu to a l l a scuo la . Ha lasc ia tol’insegnamento con incontaminata freschezza in una scuolache sta perdendo completamente la bussola. La maestraRosa esce dal firmamento didattico come una vera stellapolare, quasi unica, senza perdere mai di intensità. La forzapreva len te de l successo sco las t i co è s t a ta l a sua“leggerezza” e tanta, tanta dolcezza.I bambini, come i pulcini, per la crescita, chiedono una mammachioccia, amorevole che sappia offrire un nido di calore. E lamaes t ra Rosa ha sapu to rega la re ne i t an t i ann i d iinsegnamento molto amore che resterà nella storia dei ragazzidi Buccino suoi alunni.La sua festa di addio alla scuola è voluta essere l’epilogo diun lungo costante percorso didattico. Bisognava vederla inamorosa simbiosi con i suoi alunni. La scuola è il luogo dovesi impara a conoscere ma anche a fare ed a saper vivereinsieme.I ragazzi hanno messo in mostra le loro abilità, il brio, tantoautocontrollo, l’ entusiasmo, la gioia nel cantare, nello stareinsieme: tutti gustosi frutti di una scuola serena.Molto entusiast i tut t i i presenti venuti a curiosare, maparticolarmente felici i genitori dei bambini e le nonne chedivoravano con gli occhi ogni movenza e ogni parola degliadorati nipoti.

La Maestra Rosetta di questi momenti, nei lunghi anni diinsegnamento, ne ha costruiti e regalati tanti.Il momento più emozionante della manifestazione è statoproprio quello finale, quando inaspettatamente una delle suealunne, oggi mamma e docente, con emozione, è salita sulpalco per aggiungere il suo grazie ai mille cantati dai ragazzi.Un grazie ricco di tante valide motivazioni per la sua maestradi circa 30 anni fa, che l’hanno aiutata ad amare la scuola, ilsapere e ad essere oggi una motivata professoressa. Dopodi questa si sono affollate sul palco tante altre alunne dellon tano passa to ed è s ta ta una ca tena d i abbracc i , d icommozioni e di toccanti lacrimucce.Grazie maestra Rosa per aver saputo donare tanto a tantibambini. Rousseau, grande pedagogista, ha lasciato alla storia unagrande esortazione “ Amate l’infanzia” il periodo più bellodella vita ed ha aggiunto “Più lunga l’infanzia, più saldala formazione, più felice la vita”.Penso che tu sia riuscita splendidamente a fare proprioquesto. Di nuovo grazie mille Maestra Rosetta dai tuoinumerosi alunni, dai genitori e da chi ha saputo apprezzare iltuo proficuo stile di insegnamento.

Grazie mille alla Maestra Rosetta

S. Gregorio Magno - Il matrimonio di Maria Policastro

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Una delle tante cose positive del mioagosto volceiano è stata la lettura dellibro METAFORA MEZZIOGIORNO(scritti sulla Questione Meridionale1946-1976) di Antonio Nitto).Devo ringraziare suo figlio Giuseppe chene ha curato la raccolta e che ha volutoregalarmi un’opera importante perconoscere i mali che affliggono questonostro negletto Mezzogiorno. Proveròad aprire un dibattito sulla Voce, suquesto tema ancora irrisolto,pubblicando periodicamente alcunisignificativi scrit t i del nostrocompaesano scomparso immaturamenteproprio alla vigilia del terremotodell’80. Ne avrebbe avuto di cose dascrivere sulle tonnellate di miliardipiovuti sulla Campania e Basilicata.Fiumi di danari pubblici che sonoscomparsi nei meandri di un sotto boscopolit ico-affaristico. La questionemeridionale continua ad essere materiadi studio di tanti dottori attraversodibattiti e tavole rotonde ma il malatonon migliora. Forse in questo casostaccare la spina ai f inanziamentipotrebbe essere la medicina giusta. Losperpero di risorse economiche efinanziarie hanno giovato solo alle classipolitiche che si sono avvicendate inquesto cinquantennio per mantenere invita il virus del clientelismo.Vi proponiamo un articolo scritto daAntonio Nitto, nel febbraio del 1952, pervedere come a distanza di oltrecinquant’anni le sue speranze dellarinascita del mezzogiorno sono andatedeluse. a.i.

SODDISFACENTE FUNZIONAMENTODELLA CASSA DEL MEZZOGIORNOIn preparazione il disegno di legge che neprolungherà la vita di altri due anni mentreil fondo annuale sarà elevato di diecimiliardiIn questi giorni sarà presentato alparlamento un disegno di legge,concernente la Cassa per il Mezzogiorno:con tale disegno di legge, l’ente in parolavedrà prolungata la sua vita di altri dueanni e il fondo annuale innalzato di altridieci miliardi, ogni anno. Inoltre i suoicompiti saranno allargati, perché essa siinteresserà anche delle sistemazioni deibacini montani e delle linee ferroviarie dimaggior traffico.Questi ampliamenti dei compiti dellaCassa, nel tempo e nell’oggetto, tornanoad onore del Governo in carica, ancheperché il funzionamento della Cassa inquesti primi anni è stato più chesoddisfacente. Analizzando, invero,l’attività di essa con cifre alla mano,possiamo darle senz’altro, il massimo deivoti. Infatti, e forse questo è il suomaggior merito, la stessa, in tema diprogetti tecnici, ha voluto sempreguardare per il sottile, ha cercato edottenuto economie(circa dieci miliardi);non ha dato un carattere eccessivamenteburocratico nelle sue funzioni; ha lavoratocon accanimento e sveltezza ( opereappaltate al 31 dicembre per 169 miliardi,con più di 1500 progetti approvati e concirca un milione di giornate lavorative).Pertanto, fino a questo momento, ilmeridione non può non gioire, contentoche finalmente un governo unitario si siainteressato delle sue contrade.Ma. Poi, è veramente contento quel talemeridionale, oppure persegue nello statodo scetticismo, che gli uomini e le cosegli hanno creato dentro e intorno a lui?Sono, in sostanza, ancor valide le criticheche insigni meridionalisti hanno rivoltoai vari governi succedutesi al Viminale ein altri palazzi della Roma burocratica,sorda ed insensibile ai nostri problemi?In effetti, se noi volessimo metterci neipanni di questo meridionale scettico eipercritico, dovremmo rispondere di sì.Mettiamoci, ad esempio, nei panni delmarittimo napoletano: le recenti polemichesugli scali delle navi dello Stato-armatorenel porto di Napoli, sono purtroppo un

esempio di come si trattano i meridionali.E non critica soltanto il lavoratoremarittimo, perché il suo coro di lamento èreso ancor più forte da quello deilavoratori meccanici dell’Ilva di Bagnoli,dei Cantieri di Castellammare, dellaNavalmeccanica, ecc.E lagrima e grida l’ortofrutticoltore, a cuila vecchia, e mai abbastanza criticata,polit ica doganale, vieta un validocommercio di esportazione nei vari paesieuropei.Problemi soltanto economici ha ilMezzogiorno? Non lo si creda.Sono tanti e poi tanti e di varia natura.Ha problemi da risolvere lo studenteuniversitario, a cui mancano attrezzaturescientifiche nelle Università, povere eprive di mezzi.Ha problemi il Sindaco del piccoloComune, che non sa come dare unaadeguata assistenza sanitaria ai propriconcittadini.Han problemi gli ospedali, a cui dalloStato vengono sempre negati mezzifinanziari, necessari alla sua esistenza.Han problemi quotidiani tutti i Comuni,che non costruiscono abbastanza caseper i loro amministrati.E per ora basta perché ad enumerarli tuttici sarebbe bisogno di centinaia di numeridel nostro giornale.Ora è lecito ed opportuno porsi ladomanda sul se la Cassa del Mezzogiornoha effettivamente posto in essere le basiper la risoluzione dei suaccennaticomplessi problemi. Non è che si deverispondere in senso negativo, ma è cheessa non basta da sola a risolvere quellogrosso, il problema meridionale. Se igovernanti si cullano soltanto coimiliardi, e son tanti, della Cassa delMezzogiorno, non potranno dormirebene, ma gl’incubi li assaliranno edavranno bisogno forse di unpsicoanalista.Se, invece, pur continuando a daresempre più vita e impulso a questo Ente (la cui attività abbiamo più sopra elogiato),vorranno rileggersi nei momenti di riposole critiche dei vari Fortunato, De Viti, DeMarco, D’Orso, ecc., perché queste sonoancora valide ed attuali, ebbene, se dopola loro lettura ne capiranno lo spiritoaltamente unitario e nazionale, allora sìche finiranno le lagne e le critiche delmeridionale scettico. Questi, allora, nonavrà più problemi singoli che, al massimo,un Prefetto i buon senso, riuscirà arisolvere.

( la Giustizia- Roma 14 febbraio 1952)

IERI, OGGI, DOMANI…Spunti e riflessioni sulla secolare questione

meridionale attraverso gli scritti di Antonio Nitto

Antonio Nitto nel 1970

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Con questa frase del Prof. MarcelloGigante vogliamo ricordare le giovanivittime del bombardamento alleato del 16settembre 1943 e tutti i morti dellacomunità buccinese a Buccino, in Italia enel mondo.

Buccino- Luglio 1963 da sinistra FrancoCatone con l’amico Peppino Annunziata apasseggio per la ex via provinciale oggi ViaMagaldi.

Franco Catone residente a MunchwilenSvizzera mi ha fatto avere questa foto chevolentieri pubblico per ricordare uncomune amico: Peppino Annunziata,scomparso prematuramente il 25 ottobredel 1958. A distanza di 40 anni vogliamoricordarlo come se fosse ancora insiemea noi.

“I vivi sono vivi,ma i morti

non sono morti”Marcello Gigante

Prezzolini e i «briganti» del fiscodibattito sul libro di Sangiuliano

L’ossimoro è solo apparente. perchè la complessa personalità di Giuseppe Prezzolini sifa definire solo se in essa vi si colgono come apparenti i contrasti stridenti. GennaroSangiuliano, giornalista e intellettuale tra i più fertili della contemporaneità, cogliequesto sostanziale aspetto nelle scelte (di vita, professionali e politiche) di Prezzoliniche nella biografia a lui dedicata viene indicato come «l’anarchico conservatore». Ilvolume, edito da Mursia, sarà presentato stasera alle ore 18 presso la sala consiliare diVietri sul mare. Una scelta non casuale perchè Vietri è stata “patria” di Prezzolini persei anni prima di autoesiliarsi andando a vivere a Lugano in Svizzera. La decisione fuassunta a seguito di una dura polemica con gli uffici del fisco di Salerno, che Prezzolinidefinì in un editoriale sul “Resto del Carlino” come «una taverna di briganti». Lanarrazione della vicenda occupa alcune pagine dei Diari dello scrittore. Ancora unavolta il carattere spigoloso e arcigno del fondatore della Voce entrava in rotta dicollisione con il suo Paese. Tuttavia, a Vietri e alla provincia di Salerno Prezzoliniaveva regalato pagine letterarie di mirabile bellezza soprattutto soffermandosi sulcarattere operoso dei salernitani in antitesi a quello dei napoletani. Di questo sidiscuterà in occasione della presentazione del libro di Sangiuliano alla quale, conl’autore, partecipano Emma Giammattei, ordinaria di Storia della Letteratura italiana, eGennaro Malgieri, consigliere d’amministrazione della Rai, oltre che neo deputato delPdl. Il sindaco di Vietri, Alfonso Giannella, presenterà l’originale degli atti con cui fuconcessa la cittadinanza onoraria a Giuseppe Prezzolini nel 1965.

La notizia su riportata riguardante la permanenza a Vietri SulMare di Giuseppe Prezzolini, un Grande del novecentoitaliano, mi ha fatto fare un salto indietro di quarant’anni erivivere momenti irripetibili di passione civile e politica nellaSalerno dell’epoca. In particolare il quartiere di Torrione seppevivere in quegli anni momenti di fervore culturale e politicograzie ad un personaggio che i ventenni dell’epoca non hannodimenticato. Parlo del compianto Achille Fusco che seppetrasformare un quartiere dormitorio in un pulsante punto diraccolta di una buona parte della gioventù salernitana. Prima

con la creazione di una squadra di calcio giovanile e poi con l’apertura di un circoloculturale a cui diede il nome “ Ippocampo”. E proprio in questo circolo sul finire deglianni 60 , Giuseppe Prezzolini fu invitato a tenere una conferenza sul Ghibellinfuggiasco Dante Alighieri.Sembrerà strano oggi immaginare un grande della cultura e della letteratura italianacome Prezzolini lasciare la sua casa a Vietri sul Mare e, malgrado la venerabile età,accettare l’invito di uno sconosciuto presidente di un circolo culturale. Eppure ciò èaccaduto e io sono stato, insieme a tanto altri giovani di allora, testimone diquell’indimenticabile evento. Ricordo anche che a fine relazione del fondatore dellaVoce intervennero alcuni degli ascoltatori e tra questi l’insegnante Giuseppe D’Acunto( per i buccinesi pepp o’ uapp’). Achille Fusco ci ha lasciato troppo presto, a solitrentotto anni, ma a Salerno prima e a Varese poi sono ancora tanti a ricordare la suacoinvolgente esuberanza organizzativa. Riusciva ad organizzare eventi culturali senzapoter contare su finanziamenti di alcun genere. Sul piatto gli bastava mettere sologenerosa passione tanto da far muovere un monumento vivente della cultura italianadel novecento come Giuseppe Prezzolini. La Salerno e l’Italia dell’epoca non era solosessantottina.Nel 1983 ci lasciava prematuramente l’amico Achille Fusco. A venticinque anni dallasua scomparsa lo ricordiamo ai tanti amici dell’epoca e lo additiamo ai giovani d’oggicome un raro esempio di sana e generosa passione civile e politica. a.i.

Negli anni ’60 Giuseppe Prezzoliniall’“Ippocampo” a Salerno

Il circolo culturale fondato dal compiantoAchille Fusco a Torrione

Scompare sulla soglia dei 104 anni lanonnina di Buccino.Filomena La Falce ved. Catone èdeceduta il 26 agosto a Buccino allaveneranda età di 103 anni e 10 mesi. Il6 ottobre avrebbe raggiunto i 104 anni.Ai figli Carmela, Gerardina, al fraternoamico Franco, ai nipoti le sentitecondoglianze dell’AssociazioneBuccinesi nel Mondo.

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Una missionaria nel campo dellasalute mentale. Blandina Di Stasio, Fausta Gerbasio eMario Chiariello sono stati un trioarmonioso, che animati da idee econvincimenti comuni hanno cercato inperfetta sinergia di percorrere sentierinuovi nel campo della salute mentale.Oggi il trio non ha motivo di essereperché è venuta a mancare l’anima, lapromotrice, colei che ha cercato di viverela propria professione come missione.Mario è qui per ricordare questamissionariaEssendo stato per lungo tempo suopaziente, intendo rendermi portavoce ditutti i suoi assistiti che l’hanno pianta ela ringraziano. L’hanno accompagnata insilenzio e hanno soffocato nel cuorepensieri segreti.Ma io non posso starmene muto. Sareidavvero ingrato e ingiusto.Come tanti suoi assistiti ho sofferto alungo sotto la cappa del malumore.Oggi sono qui per testimoniare la vincitae il valido aiuto ricevuto dalla DottoressaDi Stasio.Ha aiutato tanti come me e peggio di me,con amore, dedizione, passione vivendola sua attività come missione.Il distretto di satute mentale di Contursi,con la sua assenza, accuserà una grossaperdita.La malattia mentale è una brutta bestia.Non ho letto nessun manuale di patologiapsichiatrica ma mi ritengo un esperto. Hoconosciuto quasi tutte le sfaccettature diquesta branca medica dall’età di sei annidirettamente sul campo.A dieci avevo familiarità con i corridoi delmanicomio di Nocera con il suo parco

bestie. Ho appreso cosa fossero glielettroschok e camicie di forza sulla pelledi mia madre.Questa malattia mi ha fatto vivere lepaure più brutte di questo mondo. Tuttisanno cosa è un mal di denti, ma non tuttisanno cosa è una fobia, una sindromedepressiva o una mania di persecuzione.Tutti sanno la paura di morire ma non tutticonoscono la disperazione del suicidio.La malattia mentale, propagandano gliaddetti, è una malattia come le altre. Ioancora oggi non ne sono convinto eripeto è una BRUTTA BESTIA.La dottoressa Di Stasio aveva scelto pervocazione di affrontare questa bruttabestia.La dottoressa era un’esperta di questomale e delle sue deleterie conseguenze.Ha sempre messo il lavoro avanti allafamiglia. Il suo cellulare sempre acceso,sempre disponibile in ogni ora del giorno,per i suoi assistiti, era il pronto soccorsoimmediato. Me lo confidò: Ci sonomomenti in cui i miei pazienti possonoavere immediato bisogno di contattarmie un mio pronto intervento, anche unasola telefonata può risolvere una tragicasituazione.Spesso, stando al suo fianco, venivaraggiunta dalle telefonate supplichevolidel figlio Stefano che era stanco diaspettare a casa la mamma, sempreritardataria.Ho letto molte volte sul volto di Blandinala disperata condizione conflittuale dimamma e di medico.Chi ha sempre ricevuto la parte peggioredi questa missionaria di sicuro è statoStefano. E Stefano continuerà, ancora oggia ereditare la parte peggiore in questasituazione.Invito tutti a pensare il dramma non dellamalattia di Blandina, ma della mammacosciente di lasciare questo mondo conun grandissimo senso di colpanell’animo.Ha cercato di vivere la sua professionecome missione con lo scrupolo di nondare abbastanza.E’ stata fermata sul campo, impegnata inprima linea. Blandina oggi non è più. E’corale la solidarietà di dire “Chedisgrazia”.Però un grande saggio mi ha inculcatoquesta grande verità.MICA E’ DETTO” La morte nonnecessariamente è una disgrazia. L’ho

L’orazione funebre di Mario Chiarielloin onore di BLANDINA DI STASIO

constatato nella mia esistenza, e di sicuronon solo io. L’assenza di mia madre in età tenerissima,indusse mio padre, a diventare l’uomo piùbuono di questo mondo per difendere ilfiglio e col suo amore ho imparato adamare anche mia madre che è stata semprecon me, oggi più di ieri, dandomi la forzanon solo di uscire dal pozzo ma di amareil mondo, di celebrare una stranaresurrezione e di gustare le bellezze dellavita per me e per gli altri, bellezze chepossono essere colte solo con l’occhiodella sofferenza.Claudio, il marito, oggi è chiamato a questanobile missione. Sarà impegnato a dareprova di questo grande gesto d’amorefinalizzato a tenere in vita il profumo diBlandina, di questa nostra concittadina,di questa dottoressa coraggiosa e diquesta splendida mamma rubata dal cielo.Stefano di sicuro dirà: PERCHE’ LAMAMMA E’ ANDATA VIA PERSEMPRE?Io non so rispondere. Provo difficoltà.Però dico con fede:Questo è il grande mistero della morte chespesso genera insospettati risvegli nellavita.

LuttoIl 25 luglio scorso è volato in cielo ilpiccolo Jacopo Calò di 5 anni.A papà Luigi, a mamma Tiziana, allasorellina Carola, ai nonni e ai parentitutti un affettuoso abbraccio dallacomunità dei Buccinesi nel mondo.

Il 26 luglio è deceduta la Dott.Blandina Di Stas io con iuga taLambiase di anni 50Al marito Claudio, al figlio Stefano ealla mamma Melina i l profondocordogl io de l l ’assoc iaz ioneBuccinesi nel mondo.

Il 9 settembre 2008s i è spen to prematuramenteGIUSEPPE GIGLIO.Condoglianze alla moglie GerardaIgnoscia, alla madre Gerardina, aifigli Davide e Danilo, al fratelloLuciano.

Il 12 settembre 2008si è spento ERNESTO TUOZZO.Condoglianze alla moglie Carmelinae ai figli Francesco, Franca, Maria.

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Pag. 24 La Voce di Buccino - Autunno 2008

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