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Anno V n. 28 / Pasqua 2016 della comunità della comunità Parrocchia Santa Lucia - Gioia del Colle - BA Bollettino parrocchiale a diffusione interna Nelle pagine interne -in seconda: La bellezza della paternità Cronache di Carità -in terza: Dimenticati... Catechisti sì...ma con passione! Letto per voi/ Chi sono io, Francesco? -in quarta: Pastorale interparrocchiale per le famiglie Alcune riflessioni sul motu proprio “Mitis Iudex” Voce… della comunità via Buonarroti 29 - 70023 Gioia del Colle Redazione: don Giuseppe Di Corrado, Vito Buttiglione, Francesco Giannini, Angelina Passatore, Vito Sportelli, Vito Giannelli, Rocco Barbalinardo, Giovanni Capotorto, Marina Capodiferro, Marida Donvito Vieni a trovarci e a leggerci on line su http://parrocchiasantaluciagioiadelcolle.blogspot.com e su http://www.upgo.org/upgov1/ Pagina 1 Don Mimì Credevo che almeno per Pasqua i telefonini avrebbero taciuto… macchè: sono risorti senza morire! Drin. ..drin...drin...drin.. .. L' Angolo di Don Giuseppe Pasqua nell'anno della misericordia Il percorso della Settimana Santa: Domenica delle Palme: -Benedizione delle Palme ore 10,30 sul sagrato S. Francesco e processione verso S. Lucia -Santa Messa in Parrocchia ore 11,00 Giovedì Santo: -Messa Crismale in Cattedrale a Bari ore 10,00 -Messa in Coena Domini ore 18,00 -Adorazione Eucaristica Comunitaria ore 22,00 Venerdì Santo: -Ufficio delle Letture e Lodi ore 9,00 -Celebrazione della Passione del Signore ore 16,00 Sabato Santo: -Ufficio delle Letture e Lodi ore 9,00 -Confessioni dalle ore 17,00 alle 19,00 -Veglia Pasquale ore 22,00 Domenica di Pasqua: -Sante Messe secondo gli orari domenicali (7,30 e 8,30 in San Francesco, ore 9,00 e 11,00 in Santa Lucia) -Battesimi nel corso della Messa delle 11,00 Tutto l’anno liturgico, le celebrazioni e la vita cristia- na sono incentrati sul mistero pasquale, perché la sua efficacia, con la risurrezione di Cristo, si estende al panorama intero della salvezza. La Pasqua colma di gioia la Chiesa che proclama a tutti gli uomini questo grande evento, questo mes- saggio di vita. La Pasqua non è la “verità” fonda- mentale di un sistema filosofico, anche se religioso: è il momento decisivo di una storia; è soprattutto “un’esperienza“, che, fatta da Gesù, deve ripetersi spiritualmente in ogni credente, che ha poi la missio- ne di testimoniarla nella sua esistenza quotidiana, fin tanto che non si ripercuota sull’intero universo. L’uomo, la Chiesa, il cosmo hanno nella Pasqua di Cristo la loro ragione d’essere. Per questo la liturgia non riesce a contenere la felicità ed esclama: “Questo è il giorno che ha fatto il Signore: esultiamo insieme e rallegriamoci!” , insistendo nell’invito, rivol- to ai cristiani, ad essere testimoni del Risorto. La Pasqua è simultaneamente un compimento e un inizio. E’ l’evento verso cui converge tutto il piano divino proclamato e rivelato dai profeti del Primo Te- stamento ed è anche il principio di un nuovo corso della storia. Cristo glorificato infatti “ha inviato gli Apostoli, ripieni di Spirito Santo, non solo perché, predicando il Van- gelo a tutti gli uomini annunziassero che il Figlio di Dio con la sua morte e risurrezione ci ha liberati dal potere di Satana e dalla morte e trasferiti nel Regno del Padre, ma perché attuassero, per mezzo del Sa- crificio e dei Sacramenti, l’opera della salvezza che annunziavano”(SC,6)”. Gli Apostoli hanno potuto compiere questa missio- ne, perché hanno veduto e creduto, perché hanno potuto realizzare un’esperienza di familiarità con Cri- sto (“abbiamo mangiato e bevuto con lui”) e final- mente perché hanno avuto da lui stesso lo Spirito, per essere suoi testimoni e portatori del suo nome tra le genti. La Pasqua di Cristo, nell’anno del Giubileo della mi- sericordia, per essere evento di rinnovamento di tutti e di tutto, ha bisogno ancora di questi testimoni, di uomini e donne d’oggi, che con schiettezza e coe- renza sappiano dire al mondo che “Cristo è risorto!”. BUONA PASQUA!

Voce pasqua 2016

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Page 1: Voce pasqua 2016

Anno V n. 28 / Pasqua 2016

della comunitàdella comunità Parrocchia Santa Lucia - Gioia del Colle - BA

Bollettino parrocchiale a diffusione interna

Nelle pagine interne -in seconda: La bellezza della paternità Cronache di Carità

-in terza: Dimenticati... Catechisti sì...ma con passione! Letto per voi/ Chi sono io, Francesco?

-in quarta: Pastorale interparrocchiale per le famiglie Alcune riflessioni sul motu proprio “Mitis Iudex”

Voce… della comunità via Buonarroti 29 - 70023 Gioia del Colle

Redazione: don Giuseppe Di Corrado, Vito Buttiglione, Francesco Giannini, Angelina Passatore, Vito Sportelli,

Vito Giannelli, Rocco Barbalinardo, Giovanni Capotorto, Marina Capodiferro, Marida Donvito

Vieni a trovarci e a leggerci on line su http://parrocchiasantaluciagioiadelcolle.blogspot.com

e su http://www.upgo.org/upgov1/ Pagina 1

Don Mimì

Credevo che almeno per Pasqua i telefonini avrebbero taciuto…

macchè: sono risorti senza morire!

Drin...drin...dri

n...drin..

..

L' Angolo di Don Giuseppe Pasqua nell'anno della misericordia

Il percorso della Settimana Santa:

Domenica delle Palme: -Benedizione delle Palme ore 10,30 sul sagrato S. Francesco e processione verso S. Lucia -Santa Messa in Parrocchia ore 11,00 Giovedì Santo: -Messa Crismale in Cattedrale a Bari ore 10,00 -Messa in Coena Domini ore 18,00 -Adorazione Eucaristica Comunitaria ore 22,00 Venerdì Santo: -Ufficio delle Letture e Lodi ore 9,00 -Celebrazione della Passione del Signore ore 16,00 Sabato Santo: -Ufficio delle Letture e Lodi ore 9,00 -Confessioni dalle ore 17,00 alle 19,00 -Veglia Pasquale ore 22,00 Domenica di Pasqua: -Sante Messe secondo gli orari domenicali (7,30 e 8,30 in San Francesco, ore 9,00 e 11,00 in Santa Lucia) -Battesimi nel corso della Messa delle 11,00

Tutto l’anno liturgico, le celebrazioni e la vita cristia-na sono incentrati sul mistero pasquale, perché la sua efficacia, con la risurrezione di Cristo, si estende al panorama intero della salvezza.

La Pasqua colma di gioia la Chiesa che proclama a tutti gli uomini questo grande evento, questo mes-saggio di vita. La Pasqua non è la “verità” fonda-mentale di un sistema filosofico, anche se religioso: è il momento decisivo di una storia; è soprattutto “un’esperienza“, che, fatta da Gesù, deve ripetersi spiritualmente in ogni credente, che ha poi la missio-ne di testimoniarla nella sua esistenza quotidiana, fin tanto che non si ripercuota sull’intero universo.

L’uomo, la Chiesa, il cosmo hanno nella Pasqua di Cristo la loro ragione d’essere. Per questo la liturgia non riesce a contenere la felicità ed esclama: “Questo è il giorno che ha fatto il Signore: esultiamo insieme e rallegriamoci!” , insistendo nell’invito, rivol-to ai cristiani, ad essere testimoni del Risorto.

La Pasqua è simultaneamente un compimento e un inizio. E’ l’evento verso cui converge tutto il piano divino proclamato e rivelato dai profeti del Primo Te-stamento ed è anche il principio di un nuovo corso della storia.

Cristo glorificato infatti “ha inviato gli Apostoli, ripieni di Spirito Santo, non solo perché, predicando il Van-gelo a tutti gli uomini annunziassero che il Figlio di Dio con la sua morte e risurrezione ci ha liberati dal potere di Satana e dalla morte e trasferiti nel Regno del Padre, ma perché attuassero, per mezzo del Sa-crificio e dei Sacramenti, l’opera della salvezza che annunziavano”(SC,6)”.

Gli Apostoli hanno potuto compiere questa missio-ne, perché hanno veduto e creduto, perché hanno potuto realizzare un’esperienza di familiarità con Cri-sto (“abbiamo mangiato e bevuto con lui”) e final-mente perché hanno avuto da lui stesso lo Spirito, per essere suoi testimoni e portatori del suo nome tra le genti.

La Pasqua di Cristo, nell’anno del Giubileo della mi-sericordia, per essere evento di rinnovamento di tutti e di tutto, ha bisogno ancora di questi testimoni, di uomini e donne d’oggi, che con schiettezza e coe-renza sappiano dire al mondo che “Cristo è risorto!”. BUONA PASQUA!

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Nella Chiesa del Terzo Millennio noi cristiani siamo chiamati ad una testimonianza particolare che non sempre è facile dare: quella della carità. Come ha avuto modo di dire più volte il Papa, i poveri sono la carne di Cristo e la Chiesa deve avere cura particolare di loro, soprattutto in questi tempi duri in cui la politica non riesce più a rispondere al suo più autentico compito, quello del servizio alla comunità, e, dall’altra parte, le contingenze internazionali, le guerre e la distanza delle grandi potenze mondiali dall’-offrire soluzioni per realizzare condizioni durature di pace, di quella pace che non è solo silenzio delle armi, ma soprattutto riassetto a 360° delle condizioni dei Paesi un tempo interessati da discordie arma-te. Sono questi i motivi principali e, starei per dire, naturali che spingono molti stranieri ad unirsi ai nostri poveri. E, quindi, non dovrebbe meravigliare se i bisogni di un immigrato sono uguali ai bisogni di un padre di famiglia che ha perduto il lavoro o, magari, a quelli di un separato/a. Semmai ci si dovrebbe meravigliare del contrario, cioè che persone del nostro paese da sempre e una volta vivente in condizioni discrete, ora sia costretto ad elemosinare del cibo di prima necessità o medicinali importanti e lavoro che, purtroppo, nell’attuale situazione non si è in grado di dare. E in un Paese che siede nei vari G 8, G 20 ecc. Ma questa è, come si suol dire, un’altra storia! La Caritas, invece, appunto perché, come diceva una vecchia battuta di don Camillo, “tutti i poveri sono uguali”, non può permettersi differenziazioni e cerca di accogliere tutti allo stesso modo, mettendoci, in quello che fa, il cuore e la faccia, facendosi Buon Samaritano (come ci ha suggerito il nostro Arcive-scovo in un incontro del corso di formazione, che da due anni la nostra Diocesi sta portando avanti). Rocco Barbalinardo per il Gruppo Caritas

Cronache di Carità

È un libro che vorrei consi-gliare a tutti i g e n i t o -

ri,figli,nonni,fidanzati, perché ognuno di loro potrà trovarvi le parole (semplici) che cerca, il riscontro (reale) dei suoi proble-mi e le possibili soluzioni. Potrà ritrovarvi le sue esperienze presenti, pregresse e..future, di figlio ieri, di genitore oggi e di nonno domani, è una carezza per l’anima combattuta dai dubbi, uno stimolo a pro-seguire con fiducia e speranza nel per-corso della vita ,difficile, ma sempre de-gno di essere vissuto, fino in fondo dove riabbracceremo il PADRE. “Ogni famiglia ha bisogno del padre. Oggi ci soffermiamo sul valore del suo ruolo, e vorrei partire da alcune espressioni che si trovano nel Libro dei Proverbi, parole che un padre rivolge al proprio figlio, e dice così: «Figlio mio, se il tuo cuore sarà sag-gio, anche il mio sarà colmo di gioia. E-sulterò dentro di me, quando le tue labbra diranno parole rette» (Pr 23,15-16). Non si potrebbe esprimere meglio l'orgoglio e la commozione di un padre che riconosce di avere trasmesso al figlio quel che con-ta davvero nella vita, ossia un cuore sag-gio. Questo padre non dice: «Sono fiero di te perché sei proprio uguale a me, per-ché ripeti le cose che dico e che faccio io». No, non gli dice semplicemente qual-cosa. Gli dice qualcosa di ben più impor-tante, che potremmo interpretare così: «Sarò felice ogni volta che ti vedrò agire con saggezza, e sarò commosso ogni volta che ti sentirò parlare con rettitudine. Questo è ciò che ho voluto lasciarti, per-ché diventasse una cosa tua: l'attitudine a sentire e agire, a parlare e giudicare con saggezza e rettitudine. E perché tu potes-si essere così, ti ho insegnato cose che

non sapevi, ho corretto errori che non vedevi. Ti ho fatto sentire un affetto pro-fondo e insieme discreto, che forse non hai riconosciuto pienamente quando eri giovane e incerto. Ti ho dato una testimo-nianza di rigore e di fermezza che forse non capivi, quando avresti voluto soltanto complicità e protezione. Ho dovuto io stesso, per primo, mettermi alla prova della saggezza del cuore, e vigilare sugli eccessi del sentimento e del risentimen-to, per portare il peso delle inevitabili in-comprensioni e trovare le parole giuste per farmi capire. Adesso — continua il padre —, quando vedo che tu cerchi di essere così con i tuoi figli, e con tutti, mi commuovo. Sono felice di essere tuo pa-dre». È così ciò che dice un padre sag-gio, un padre maturo. Un padre sa bene quanto costa trasmet-tere questa eredità: quanta vicinanza, quanta dolcezza e quanta fermezza. Però quale consolazione e quale ricom-pensa si riceve, quando i figli rendono onore a questa eredità! È una gioia che riscatta ogni fatica, che supera ogni incompren-sione e guarisce ogni ferita. La prima ne-cessità, dunque, è proprio questa: che il padre sia presente nella famiglia. Che sia vicino alla moglie, per condividere tutto, gioie e dolori, fatiche e speranze. E che sia vicino ai figli nella loro crescita: quan-do giocano e quando si impegnano, quando sono spensierati e quando sono angosciati, quando si esprimono e quan-do sono taciturni, quando osano e quan-do hanno paura, quando fanno un passo sbagliato e quando ritrovano la strada; padre presente, sempre. Dire presente non è lo stesso che dire controllore! Per-ché i padri troppo controllori annullano i figli, non li lasciano crescere. Nel Vangelo ci parla dell'esemplarità del Padre che sta nei cieli — il solo, dice Ge-

sù, che può essere chiamato veramente «Padre buono» (cfr. Me 10,18). Tutti co-noscono quella straordinaria parabola chiamata del «figlio prodigo», o meglio del «padre misericordioso», che si trova nel Vangelo di Luca al capitolo 15 (cfr. 15,11-32). Quanta dignità e quanta tene-rezza nell'attesa di quel padre che sta sulla porta di casa aspettando che il figlio ritorni! I padri devono essere pazienti. Tante volte non c'è altra cosa da fare che aspettare; pregare e aspettare con pa-zienza, dolcezza, magnanimità, miseri-cordia.Un buon padre sa attendere e sa perdonare, dal profondo del cuore. Certo, sa anche correggere con fermezza: non è un padre debole, arrendevole, senti-mentale. Il padre che sa correggere sen-za avvilire è lo stesso che sa proteggere senza risparmiarsi. Se dunque c'è qualcuno che può spiega-re fino in fondo la preghiera del «Padre nostro», insegnata da Gesù, questi è pro-prio chi vive in prima persona la paternità. Senza la grazia che viene dal Padre che sta nei cieli, i padri perdono coraggio, e abbandonano il campo. Ma i figli hanno bisogno di trovare un padre che li aspetta quando ritornano dai loro fallimenti. Fa-ranno di tutto per non ammetterlo, per non darlo a vedere, ma ne hanno biso-gno; e il non trovarlo apre in loro ferite difficili da rimarginare. La Chiesa, nostra madre, è impegnata a sostenere con tutte le sue forze la pre-senza buona e generosa dei padri nelle famiglie, perché essi sono per le nuove generazioni custodi e mediatori insostitui-bili della fede nella bontà, della fede nella giustizia e nella protezione di Dio, c o m e s a n G i u s e p p e . Proposta di lettura di Angelina Passiatore

Dedicato ai papà/La bellezza della paternità dal libro di Papa Francesco "La famiglia genera il mondo"

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Cronache "catechistiche"

Catechisti sì...ma con passione! Molto spesso, durante il nostro cammino catechistico, di fronte alle annose difficoltà a riguardo dell’assenza dei bambini e dei ragazzi e al loro freddo disinte-resse, ci rivolgiamo ai genitori, richiamandoli continuamente al loro impegno e alla loro respon-sabilità educativa. Probabilmente meno spesso analizziamo il nostro operato e

ci poniamo la domanda: sono un/a bravo/a catechista?. E' indispensabile vigilare sulla “qualità” del servizio, che rendiamo ai piccoli e ai grandi nel loro cammino di fede. Se la mancanza di gratificazioni e riconoscimenti ci porta ad essere stanchi e demotivati, questo si riflette inevita-bilmente sull'efficacia di quello, che facciamo, e chi ci circonda sicuramente lo percepisce. Ogni volta che perdiamo entusiasmo non possiamo far finta di nulla. Se è vero che siamo catechisti per una for-ma di servizio al Signore, allora sarebbe bene ripensare e ritrovare dentro di sé le motivazioni, che ci hanno porta-to a rispondere a questa chiamata, ricordando le parole di papa Benedetto XVI: “la Chiesa non cresce per prose-litismo.Cresce per attrazione'“. Non dovremmo quindi ridurci ad insegnanti noiosi (e annoiati!) e pedanti, ma attirare e conquistare con entusiasmo i ragazzi che ci vengono affidati. Marina Capodiferro

Dimenticati... Condivido con voi una riflessione nata a margine di un incontro di AC svoltosi il mese scorso. Mentre il diacono Tommaso Cozzi, presentando l'Ufficio Diocesano del-la Pastorale del Lavoro, sottolineava l'impegno del suo ufficio nei confron-ti dei giovani (dai 14 ai 30 anni) in cerca di prima occupazione e degli ultracinquantenni che hanno perso il lavoro e non riescono a trovare una nuova collocazione (e non possono

ancora andare in pensione), pensavo "E noi ? " Purtroppo anche la Chiesa (così come lo Stato e le statistiche ufficiali) dimentica quelli tra i 30 e 50 anni che non hanno ancora un lavoro o sono costretti a vivere in un eterno precariato. Una generazione, la mia, spesso senza risorse per costruire una famiglia stabile e per cui la pen-sione probabilmente resterà solo un miraggio. Il futuro appartiene ai giovani, ci dicevano anni fa, illudendoci di speran-ze mentre studiavamo per prepararci a quel momento. Poi i giovani di allora sono invecchiati e abbiamo sentito rifare le stesse promesse a chi veniva dopo di noi. Siamo rimasti fuori, spesso messi da parte senza mai aver avuto un vero lavoro. Ignorati anche dagli uffici pastorali ecclesiali, a parte l'amicizia di tanti bravi sacerdoti. Se sei single sei escluso dalla pastorale dei fidanzati (prematrimoniale). Se sei disoccupato sei escluso dalla pastorale del lavoro. Se non sei sposato e non hai figli sei escluso dalla pastorale delle fami-glie. La parrocchia spesso si ricorda di te solo quando c'è qualcosa da fare. In fondo sei disoccupato, non hai ancora una famiglia; perciò tutti pen-sano che hai tanto tempo libero da dedicare alle attività parrocchiali. Per la gente comune sei solo un nullafacente; non hai una tua vita, degli interessi, magari anche dei genitori da accudire, sentendoti sempre in difetto perchè vivi ancora con loro mentre la società moderna impone che a una certa età i figli debbano andare via. Poco importa se poi l'affetto dei figli venga sostituito da quello di una badante o di una casa di riposo. Ma loro lavorano, hanno una famiglia, mille valide giustificazioni per la loro assenza. Tu invece non puoi nem-meno permetterti di dire "non ho tempo" anche se sei oberato di impe-gni. Le tue tante qualità, conoscenze e esperienze in genere sono conside-rate ottime se fai volontariato, insufficienti e inutili quando ti proponi per un lavoro; in un paese che costringe chi già lavora a rimanere in servizio quasi fino alla terza età e tiene fuori i giovani, fino a che non diventano ormai troppo vecchi per iniziare a lavorare. Paradossi italiani. Scusatemi per questa riflessione forse poco in tema con questo bolletti-no, ma spero possa aiutarvi a riflettere e ad andare oltre i pregiudizi e i luoghi comuni. Gianni Capotorto

Letto per voi/Chi sono io, Francesco? Cronache di cose mai viste di Raniero La Valle/Ponte alle Grazie Editore

Parte da una semplice affermazione di papa Francesco, "chi sono io per giu-dicare ?", il nuovo libro di Raniero La Valle, giornalista e ex direttore del pe-riodico cattolico Avvenire d'Italia, da anni punto di riferimento per il mondo pacifista e il dialogo tra le religioni. Un testo in cui La Valle analizza i primi due annni del pontificato di papa Francesco, commentando i suoi gesti inediti, le sue piccole e grandi rivoluzio-ni per spogliare il papato dai segni del potere e della ricchezza che ne aveva-no inquinato la credibilità. Un ritorno alle origini, alla semplicità del Vangelo, proposta anche dal santo di Assisi da cui ha preso il nome, una volontà e un percorso di rinnovamento non sempre compresi e spesso ostacolati anche dai suoi collaboratori. Sul suo blog http://ranierolavalle.blogspot.it/ potete trovare anche la trascri-zione del suo intervento a Gioia. Lector in fabula

giustizia e nella protezione di Dio, c o m e s a n G i u s e p p e .

Tutti a Roma per il Giubileo dei ragazzi con papa Francesco!

L’appuntamento è per il 23 e 24 aprile! La quota di partecipazione è di 90 euro.

Rivolgersi entro lunedì 21 marzo a: Grazia Giannico cell. 3334801916 Giovanna Lozito cell 3283736455 Gianni Mastrovito cell 3347026999

Il programma è sul sito parrocchiale: http://parrocchiasantaluciagioiadelcolle.blogspot.it/

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Il motu proprio Mitis Iudex che ha riformato dalle fondamenta il diritto processuale matrimoniale canonico, oltre alla riformulazione dei canoni strettamente processuali contiene una parte dal titolo: “Regole processuali per la trattazione delle cause di nullità matrimoniali”. Non inganni il titolo. E’, infatti, la parte più pastorale del provvedimento pontificio. Non ha caso inizia con un proemio che rinvia esplicita-mente al Sinodo Straordinario sulla famiglia dell’ottobre 2014. All’art. 1 si richiama l’obbligo per i vescovi, in forza del can. 383§ 1 di segui-re con animo apostolico i coniugi separati e divorziati. Seguono quindi cinque articoli attinenti la consulenza alle coppie in difficoltà. Si è ben chiarito all’art. 2 che a livello parrocchiale o diocesano è prevista una “struttura pastorale” che ha il compito di raccogliere elementi utili per l’eventuale celebrazione del processo giudiziale, ordinario o brevior. E’ un impegno di carattere professionale, ma certamente con tratti pastorali. Ciò non vuol dire che non debba essere seria, approfondita e secondo le regole della deontologia professionale. Infatti, l’art. 3 prevede che la stessa indagine sarà affidata dall’Ordinario del luogo a persone ritenute idonee per competenze “anche se non e-sclusivamente giuridico - canoniche”. Il che fa ben comprendere la necessità di avvalersi anche di psicologi e psichiatri e di esperti nelle disfunzioni sessuali. Si profila dunque un lavoro da condurre come pool di esperti tanto che lo stesso art. 3 dice: “Questo compito di con-sulenza può essere affidato anche ad altri chierici, consacrati o laici approvati dall’Ordinario del luogo”. Il tenore della norma fa compren-dere che l’Ordinario debba provvedere con un apposito decreto motivato. Quale lo scopo finale di questi centri pastorali? Ebbene l’art. 4 afferma: “L’indagine pastorale raccoglie gli elementi utili per l’eventuale introduzione della causa da parte dei coniugi e del loro patrono davanti al tribunale competente”. E più specificatamente: “Raccolti tutti gli elementi, l’indagine si chiude con il libello, da presentare, se del caso, al competente tribunale” . In concreto, con l’istituzione di questi centri pastorali che si dovranno costituire in ogni diocesi, le coppie in difficoltà avranno uno strumento in più messo a disposizione dalle singole diocesi. La diocesi di Milano l’ha istituita per prima e i frutti si sono già visti (nei primi due – tre mesi, già 300 consulenze con esito positivo). In Puglia in occasione della inaugurazione dell’anno giudi-ziario mons. Cacucci ha assicurato che anche da noi verranno presto attivati. Si tenga comunque conto che presso il nostro tribunale da anni vi sono ben tre patroni stabili a disposizione di tutti i fedeli e senza costi. Riprenderemo questo discorso per approfondirlo ulterior-mente. Santa Pasqua a tutti. Vito Giannelli

Nella seconda dome-nica di Quaresima nelle Parrocchie di Gioia è stato distri-buito alle famiglie un questionario per co-noscere la realtà del nostro paese e le problematiche che potrebbero essere oggetto di riflessione e di discussione per una pastorale della famiglia. Nella parrocchia di Santa Lucia si è pre-

ferito distribuire i questionari ai genitori dei ragazzi, che fre-quentano la catechesi settimanale. E’ stato restituito il 60% dei questionari distribuiti, dai quali sono emerse le seguenti indicazioni. -L’80% delle famiglie è composta da genitori e due figli, men-tre il 10% da genitori ed un figlio e il 10% da genitori e tre figli. -L’età del padre varia tra 39 e 53 anni, con punte tra 40 e 48, mentre quella della madre varia tra 35 e 50 anni, con punte tra 38 e 43. L’età dei figli varia tra 3 e 14 anni, con punte tra 8 e 10 anni.

-Il 93% dei genitori ha contratto matrimonio religioso, il 7% ha celebrato il matrimonio civile.

-La costituzione delle famiglie varia tra 6 e 19 anni, con pun-te massime tra 10-12 anni.

-Il 93% delle famiglie appartiene alla Parrocchia di Santa Lu-cia

-Tutte le famiglie frequentano la Parrocchia di Santa Lucia. -La frequenza in chiesa è settimanale per il 77% per gli altri è

saltuaria o scarsa. -Il 47% degli intervistati ritiene che nella Parrocchia ci sia una

positiva attenzione verso le famiglie, mentre il 30% ritiene non sia sufficiente o sia poca. Non tutti hanno dato una ri-

sposta. -Variegate le risposte su cosa le famiglie si aspettano dalla Parrocchia. Gran parte delle famiglie chiede un maggior coinvolgimento dei ragazzi, iniziative soprattutto per bambini e adolescenti, arricchimento dei bambini, comprensione ed attenzione per i bambini. Altri suggeriscono una maggiore unione con la comunità, più unione tra i fedeli senza alcuna gelosia e pettegolezzi, preghiera in Parrocchia, una Parroc-chia sempre aperta a tutti, umanità e accoglienza, sorriso, ritrovare nella Parrocchia un luogo di serenità e sincerità, un contatto diretto con le nuove realtà sociali ed una maggiore comprensione della vita quotidiana della famiglia, maggiore apertura, ascolto e disponibilità verso chi ha bisogno. -Pochi hanno avanzato proposte su come sostenere famiglie in difficoltà. Tra queste segnaliamo: fare collette alimentari per i non abbienti, preparare per loro pacchi insieme ai ra-gazzi, dialogo e sostegno economico, mettere a disposizione parte del proprio tempo in base alle proprie competenze, incontrarsi per parlarne. -Sulla richiesta di confrontarsi, incontrarsi, pregare con altre famiglie della città non tutti hanno risposto; il 50% ha risposto positivamente e il 50% ha risposto negativamente o che mancava il tempo per farlo o al momento non era disponibile. -Tra le famiglie disponibili ad incontrarsi il 50% opta per il sabato pomeriggio, il 30% per la sera dopo le 19,00 e il 20% per la domenica pomeriggio. -Gli argomenti che si preferirebbe trattare sono: Approfondi-menti religiosi, temi di attualità, problematiche di Parrocchia, comunicazione con i propri figli, perdita dei valori religiosi, violenza tra ragazzi, amicizia, povertà, unione familiare, edu-cazione dei figli e pace nel mondo, accoglienza del diverso ed essere cristiani nella società attuale, sicurezza nelle no-stre città, insegnamenti del Vangelo, l’essere restii dei giova-ni ad andare in chiesa, problemi quotidiani che la famiglia ha con i figli, argomenti di vario genere che ci aiutano a vivere meglio in famiglia e in comunità, solidarietà con le famiglie più bisognose, come affrontare i problemi in famiglia tra co-niugi genitori e figli, la chiesa nell’attualità e i problemi delle famiglie attuali. Francesco Giannini

A proposito di... Pastorale interparrocchiale per le famiglie

L' ANGOLO DEL D. V. Alcune riflessioni sul motu proprio "Mitis Iudex"