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DOCENTE REFERENTE: ARCH.ANTONIO IANNECE ALUNNI DEL LABORATORIO: Di Maio Angela Calitri) Di Paolo Mariachiara Lioni) Di Paolo Miriam Lioni) Mastogiacomo Maria Teresa 2a ISA Andretta) Repole Giovanna 1 Lic. Art.co (Calitri) 2a ISA ( 2a ISA ( 2a ISA ( La Badia di S.Vito Martire si trova nel territorio di Aquilonia, distante dal centro abitato circa 2 Km ed collocata lungo l’importante direttrice del percorso giubilare “Pompei - San Giovanni Rotondo”. La Chiesa che oggi si pu ammirare fu costruita intorno al XIII sec. ed ha conservato fino ad oggi le linee architettoniche originarie romaniche, pur avendo subito nei secoli interventi di consolidamento messi in atto a seguito di eventi sismici ricorrenti nel luogo. L’edificio stato infatti stato rimaneggiato a seguito degli interventi successivi ai sismi del 1930, 1962 e 1980. Negli anni novanta, in occasione di un rinforzo strutturale al piccolo corpo di fabbrica situato ad angolo tra la chiesa ed il campanile vennero alla luce i resti murari sommersi di un altro manufatto. Le strutture poligonali rinvenute ricordano i battisteri paleocristiani e fanno ritenere che esista sotto la chiesa attuale un pi antico edificio di epoca alto medievale. E’ ipotizzabile dunque che il luogo di culto fosse in origine un ” cio una chiesa dedicata a San Vito, Martire per via della sua forte fede cristiana. Il monumento mantiene inoltre una stretta relazione storica, architettonica e territoriale con importanti siti religiosi posti sul versante irpino: San Francesco a Folloni, il Goleto e Materdomini, mentre su versante quello lucano con l’abbazia di San Michele a Monticchio, meta di periodici pellegrinaggi degli aquiloniesi. L’abbazia di San Vito risulta anche una tra le poche architetture religiose della Campania interna che si trovi ubicata nei pressi della via Appia antica (Regina viarum) che collegava Roma con Brindisi. martirion Notizie storiche sull’Abbazia di San Vito Martire ad Aquilonia Sul culto di S.Vito Martire San Vito Martire viene commemorato insieme ai suoi precettori San Modesto e San Crescenzia il 15 giugno, secondo un martirologio geronimiano, martirizzati sotto la persecuzione di Diocleziano 284-313 a.C. San Vito figura gi nel sacramentario gelasiano antico, mentre Modesto e Crescenzia nel messale romano. Sin dal V sec. furono dedicate a San Vito chiese e monasteri a Roma in Sicilia e in Sardegna e il suo culto si svilupp soprattutto nel Medioevo, specialmente tra i popoli germanici e slavi, grazie alla sua virt taumaturgica contro la malattia detta “ballo di San Vito”, contro l’idrofobia ed il morso di bestie velenose e contro la letargia. Per questo motivo fu annoverato tra i “Santi Ausiliatori” chiamati cos perch la loro intercessione veniva ritenuta particolarmente efficace in occasione di malattie o di necessit caratteristiche. D. O. M Affinch tu, o lapide, non taccia, ma dica in che modo la generosit e la devozione di questo popolo osannante abbia restaurato questo tempio dedicato ai SS Martiri Vito Modesto e Crescenzia gi nostri patroni rovinato dell’immane voracit del tempo e quasi crollato” Pietro Giurazza arciprete Composizione del complesso religioso La chiesa di San Vito ha pianta rettangolare, composta da una navata centrale scandita da quattro campate e da una sola seminavata laterale, coperta a due campate con volta a vela, situata sul lato destro dove si trovano anche la sagrestia e il campanile quadrato. In fondo alla navata principale troneggia l’altare del Santo, in pietra locale. In alto, sulla nicchia, collocato un antico stemma a rilievo di Aquilonia che mostra un braciere ardente con due soldati sanniti che prestano giuramento. L’emblema sormontato dalla scritta in latino “Aut Vincere Aut Mori”, ed allude al sacrificio estremo a cui si votavo eroicamente i giovani soldati sanniti nella lotta contro l’invasore romano (ab urbe condita - Lib. X - Tito Livio). La torre campanaria, massiccia, ha quattro piani ben marcati da ricorsi lapidei. E’ realizzata in pietra calcarea e presenta blocchi squadrati a rinforzo d’angolo. E’ sormontata da una cuspide piramidale in mattoni che oggi risulta rivestita di lamine protettive di rame. Antistante alla chiesa vi un grande piazzale che conduce ad una maestosa quercia plurisecolare, a circa 200 m dall’edificio vi una fontana-lavatoio da cui sgorga abbondante acq ua sorgiva. Elementi scultorei lignei e lapidei di pregio presenti nell’abbazia In fondo alla navata principale dell’Abbazia di San Vito collocata sull’altare l’antica statua lignea del Martire cristiano, della seconda met del XIII sec. Essa raffigura il Santo in piedi conaccanto due cani tenuti al guinzaglio. Il motivo iconografico richiama la particolare caratteristica di San Vito, santo protettore, nel mondo contadino, dei mali dell’idrofobia. Nella seminavata laterale sono collocati due altari lignei, di pregiata fattura artistica: uno, pi antico di stile rinascimentale, con due colonnine ioniche poggianti su due alti podi pseudo marmorei ed dedicato a San Francesco De Paola, che nacque a Paola nel 1416;l’ altro, posto di fianco al primo, presenta i caratteri stilistici tipici del linguaggio sei - settecentesco ed dedicato alla Vergine del Rosario di Pompei. Nelle due ante verticali in origine vi erano dodici tavolette dipinte a tempera raffiguranti scene religiose dei misteri del Santo Rosario, oggi ne restano soltanto tre. All’inizio della navata principale si trova una elegante acquasantiera a coppa a forma di conchiglia, posta su un elegante podio modanato e scolpita in pietra rosa irpina, donata da un devoto il 1742. Nella sagrestia murata una piccola fonte per le abluzioni presbiteriali che precedono le funzioni religiose, in pietra calcarea che reca impressa la data di posa del 1747. Sull’uso monastico dell’edificio Nei secoli scorsi il complesso religioso ha ospitato una piccola comunit di monaci francescani: <<fin da giovane San Francesco di Paola sent vivo il desiderio di fare vita monastica e per devozione vest il saio dei francescani, poi a diciotto anni si ritir in eremitaggio nei pressi della sua citt natale in Calabria. Nel tempo, insieme ad altri divenuti poi suoi discepoli, fond l’Ordine dei Minimi, che ha come scopo la contemplazione e l’apostolato nel ministero parrocchiale, nella predicazione, nell’insegnamento e l’impegno di osservare in modo pi austero la regola di San Francesco d’Assisi. Per ordine del Papa Sisto IV si rec in Francia presso la corte di re Luigi XI gravemente malato e riusc a convertirlo prima della morte. San Francesco di Paola mor in Francia il 2 aprile 1507 all’et di 91 anni. Il suo motto era: “ ” >>. caritas christi urget nos Lo stemma pontificio L’ingresso principale della chiesa sormontato da uno stemma pontificio con tiara, simbolo del triregno: terreno, purgante, celeste. Le chiavi di San Pietro e il cordone che le lega simboleggiano il cielo (il potere soprannaturale) e la terra (il potere temporale). Lo stemma dimostra che l’Ordine a cui era affidata la custodia dell’abbazia aveva l’approvazione pontificia. Sullo stemma stata murata una lapide con una scritta in latino a firma dell’arciprete Pietro Giurazza che, tradotta in italiano, recita il testo sopra riportato.

Abbazia di San Vito

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DOCENTE REFERENTE: ARCH.ANTONIO IANNECE

ALUNNI DEL LABORATORIO:Di Maio Angela Calitri)

Di Paolo Mariachiara Lioni)Di Paolo Miriam Lioni)

Mastogiacomo Maria Teresa 2a ISA Andretta)Repole Giovanna 1� Lic. Art.co (Calitri)

2a ISA (2a ISA (

2a ISA (

La Badia di S.Vito Martire si trova nel territorio di Aquilonia, � distante dal centroabitato circa 2 Km ed � collocata lungo l'importante direttrice del percorso giubilare“Pompei - San Giovanni Rotondo”.

La Chiesa che oggi si pu� ammirare fu costruita intorno al XIII sec. ed ha conservatofino ad oggi le linee architettoniche originarie romaniche, pur avendo subitonei secoli interventi di consolidamento messi in atto a seguito di eventi sismiciricorrenti nel luogo.L’edificio � stato infatti � stato rimaneggiato a seguito degli interventi successiviai sismi del 1930, 1962 e 1980.Negli anni novanta, in occasione di un rinforzo strutturale al piccolo corpo di fabbricasituato ad angolo tra la chiesa ed il campanile vennero alla luce i resti murari sommersidi un altro manufatto. Le strutture poligonali rinvenute ricordano i battisteripaleocristiani e fanno ritenere che esista sotto la chiesa attuale un pi� antico edificio diepoca alto medievale. E’ ipotizzabile dunque che il luogo di culto fosse in origine un“ ” cio� una chiesa dedicata a San Vito, Martire per via della sua forte fedecristiana.Il monumento mantiene inoltre una stretta relazione storica, architettonica eterritoriale con importanti siti religiosi posti sul versante irpino: San Francesco a Folloni,il Goleto e Materdomini, mentre su versante quello lucano con l'abbazia di San Michelea Monticchio, meta di periodici pellegrinaggi degli aquiloniesi.

L'abbazia di San Vito risulta anche una tra lepoche architetture religiose della Campania interna che si trovi ubicata nei pressidella via Appia antica (Regina viarum) che collegava Roma con Brindisi.

martirion

Notizie storiche sull’Abbazia di San Vito Martire ad Aquilonia

Sul culto di S.Vito Martire

San Vito Martire viene commemorato insieme ai suoi precettoriSan Modesto e San Crescenzia il 15 giugno, secondo un martirologio

geronimiano, martirizzati sotto la persecuzione di Diocleziano 284-313 a.C.San Vito figura gi� nel sacramentario gelasiano antico, mentre Modesto e

Crescenzia nel messale romano.Sin dal V sec. furono dedicate a San Vito chiese e monasteri a Roma inSicilia e in Sardegna e il suo culto si svilupp� soprattutto nel Medioevo,

specialmente tra i popoli germanici e slavi, grazie alla sua virt�taumaturgica contro la malattia detta “ballo di San Vito”, contro l'idrofobia

ed il morso di bestie velenose e contro la letargia.Per questo motivo fu annoverato tra i “Santi Ausiliatori” chiamati cos�perch� la loro intercessione veniva ritenuta particolarmente efficace in

occasione di malattie o di necessit� caratteristiche.

D. O. MAffinch� tu, o lapide, non taccia,

ma dica in che modola generosit� e la devozionedi questo popolo osannanteabbia restaurato questo tempio

dedicato ai SS MartiriVito Modesto e Crescenzia

gi� nostri patronirovinato

dell'immane voracit� del tempoe quasi crollato”Pietro Giurazzaarciprete

Composizione del complesso religioso

La chiesa di San Vito ha pianta rettangolare, � composta da unanavata centrale scandita da quattro campate e da una solaseminavata laterale, coperta a due campate con volta a vela,situata sul lato destro dove si trovano anche la sagrestia e ilcampanile quadrato.In fondo alla navata principale troneggia l'altare del Santo,in pietra locale. In alto, sulla nicchia, � collocato un antico stemmaa rilievo di Aquilonia che mostra un braciere ardente con due soldatisanniti che prestano giuramento. L’emblema � sormontato dallascritta in latino “Aut Vincere Aut Mori”, ed allude al sacrificio estremoa cui si votavo eroicamente i giovani soldati sanniti nella lotta control’invasore romano (ab urbe condita - Lib. X - Tito Livio).La torre campanaria, massiccia, ha quattro piani ben marcati daricorsi lapidei. E’ realizzata in pietra calcarea e presenta blocchisquadrati a rinforzo d'angolo. E’ sormontata da una cuspide piramidalein mattoni che oggi � risulta rivestita di lamine protettive di rame.Antistante alla chiesa vi � un grande piazzale che conduce ad unamaestosa quercia plurisecolare, a circa 200 m dall'edificio vi � unafontana-lavatoio da cui sgorga abbondante acqua sorgiva.

Elementi scultorei lignei e lapidei di pregio presenti nell’abbazia

In fondo alla navata principale dell’Abbazia di San Vito � collocata sull’altare l’antica statualignea del Martire cristiano, della seconda met� del XIII sec. Essa raffigura il Santo in

piedi conaccanto due cani tenuti al guinzaglio. Il motivo iconografico richiama la particolarecaratteristica di San Vito, santo protettore, nel mondo contadino, dei mali dell’idrofobia.

Nella seminavata laterale sono collocati due altari lignei, di pregiata fattura artistica: uno, pi�antico � di stile rinascimentale, con due colonnine ioniche poggianti su due alti podi pseudomarmorei ed � dedicato a San Francesco De Paola, che nacque a Paola nel 1416;l’ altro,posto di fianco al primo, presenta i caratteri stilistici tipici del linguaggio sei - settecentescoed � dedicato alla Vergine del Rosario di Pompei. Nelle due ante verticali in origine vi eranododici tavolette dipinte a tempera raffiguranti scene religiose dei misteri del Santo Rosario,

oggi ne restano soltanto tre. All’inizio della navata principale si trova una elegante acquasantieraa coppa a forma di conchiglia, posta su un elegante podio modanato e scolpita in pietra rosa

irpina, donata da un devoto il 1742. Nella sagrestia � murata una piccola fonte per leabluzioni presbiteriali che precedono le funzioni religiose, in pietra calcarea che reca impressa

la data di posa del 1747.

Sull’uso monastico dell’edificio

Nei secoli scorsi il complesso religioso ha ospitato una piccola comunit� di monaci francescani:<<fin da giovane San Francesco di Paola sent� vivo il desiderio di fare vita monastica e perdevozione vest� il saio dei francescani, poi a diciotto anni si ritir� in eremitaggio nei pressi

della sua citt� natale in Calabria. Nel tempo, insieme ad altri divenuti poi suoi discepoli, fond�l'Ordine dei Minimi, che ha come scopo la contemplazione e l'apostolato nel ministero

parrocchiale, nella predicazione, nell'insegnamento e l’impegno di osservare in modo pi� austerola regola di San Francesco d’Assisi. Per ordine del Papa Sisto IV si rec� in Francia presso la

corte di re Luigi XI gravemente malato e riusc� a convertirlo prima della morte.San Francesco di Paola mor� in Francia il 2 aprile 1507 all'et� di 91 anni.

Il suo motto era: “ ” >>.caritas christi urget nos

Lo stemma pontificio

L'ingresso principale della chiesa � sormontato da uno stemma pontificio con tiara, simbolo deltriregno: terreno, purgante, celeste. Le chiavi di San Pietro e il cordone che le lega simboleggianoil cielo (il potere soprannaturale) e la terra (il potere temporale). Lo stemma dimostra che l’Ordinea cui era affidata la custodia dell’abbazia aveva l’approvazione pontificia.Sullo stemma � stata murata una lapide con una scritta in latino a firma dell’arciprete PietroGiurazza che, tradotta in italiano, recita il testo sopra riportato.