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(/corsu-cismuntincu) Accolta (/corsu-cismuntincu) Associu (/corsu-cismuntincu/node/1) Literatura (/corsu- cismuntincu/literatura) Scontri (/corsu-cismuntincu/scontri) Imparà u corsu (/corsu- cismuntincu/impara-u-corsu) Bonanova (/corsu-cismuntincu/literatura/bonanova-7.html) Puesia (/corsu-cismuntincu/literatura/puesia-8.html) Isule literarie (/corsu- cismuntincu/literatura/isule-literarie-9.html) Prosa (/corsu-cismuntincu/literatura/prosa-10.html) Arcubalenu (/corsu- cismuntincu/literatura/arcubalenu-11.html) Teatru (/corsu-cismuntincu/literatura/teatru-12.html) Cumenti è parè (/corsu- cismuntincu/literatura/cumenti-e-pare-50.html) Attività altre (/corsu-cismuntincu/literatura/attivita-altre-13.html) L'autori (/corsu- cismuntincu/literatura/l-autori) Versione : Talianu LINGUA E SUCETA: U BUNIFAZIINCU Un isolotto linguistico ligure in Corsica : Bonifacio Cumenti è parè (/corsu-cismuntincu/literatura/cumenti-e-pare-50.html) Quando arriva un Genovese a Bonifacio, piccola città alla punta sud della Corsica, rimane stupito accorgendosi che capisce quasi tutto quello che dicono i Bonifacini quando parlano il loro dialetto. E passeggiando per le vie strette della vecchia cittadella ha l’impressione di risalire nel tempo con quelle risonanze degli accenti antichi in cui si riconoscono le origini liguri. Per quanto riguarda il Corso delle altre parti dell’isola, esso trova a Bonifacio uno spaesamento linguistico che gli fà dubitare della « corsità » del luogo. Così, a Bonifacio, l’abitante di Genova si sente in casa sua più del Corso isolano. Un po’ di storia. Prima dei Genovesi erano arrivati i Pisani che si videro affidare la Corsica da papa Urbano II, nel 1092. I Pisani furono i padroni di quello che era un « castrum » sulla parte più protetta e più alta di un promontorio calcareo, fondato - così si dice - da Bonifacio II conte di Toscana. Nel 1195 vi giunsero i Genovesi con le loro famiglie : stabilirono a Bonifacio una repubblica autonoma, dotata perfino di una propria moneta e fortificata con una cinta muraria lunga 3 chilometri. Durante sette secoli Bonifacio girò le spalle al resto della Corsica, vivendo con i suoi privilegi assicurati dalla Serenissima ; privilegi politici, economici e sociali non acconsentiti alle altre città corse. Così fino al 1769, anno in cui la Corsica divenne francese. Anno nero per i patrioti di Pasquale Paoli che combattevano per l’indipendenza dell’isola, ma anche per Bonifacio che perdeva tutti i suoi privilegi. Del periodo genovese rimangono, oltre le grandi famiglie, l’impianto architettonico, le tradizioni gastronomiche e …la lingua. Rimane sempre impressa nelle memorie l’ostilità dei Corsi riguardo la presenza genovese in Corsica, e la storia ricorda un certo Brandolacciu che, nel cuore del secolo XV, faceva la caccia ai Genovesi per liberare la sua isola. Quando Brandolacciu afferrava un uomo sospettato di essere genovese, gli faceva vedere una capra e gli chiedeva che cosa fosse ; la risposta « capra » salvava quell’uomo, la risposta « crava » lo condannava a morte. Se fosse sempre vivo oggi quel Brandolacciu carnefice, sarebbero condannati a morte tutti i Bonifacini perché tutti continuano a dire « crava ». A questo punto si capisce l’importanza che può rivestire una lingua nella caratterizzazione degli individui. Per i Bonifacini il ligure è rimasto oggi un elemento importantissimo della propria identità. Un’isola nell’isola. È diventato ormai noto che Bonifacio rappresenta un’entità originale in Corsica, questo per diversi motivi : geologico perché il luogo é calcareo quando il resto della Corsica é granitico o scistoso ; geografico perché il suo lungo fiordo lo fa assomigliare ad un paesaggio nordico ; storico perché la città é rimasta in margine della storia generale della Corsica durante sette secoli ; culturale e linguistic o perché Bonifacio ha coltivato le proprie tradizioni e una lingua che i Corsi non condividono. Attività altre (/corsu- cismuntincu/literatura/attivita-altre- 13.html) Attività altre (/corsu- cismuntincu/literatura/attivita-altre- 13.html) Attività altre (/corsu- cismuntincu/literatura/attivita-altre- 13.html) Attività altre (/corsu- cismuntincu/literatura/attivita-altre- 13.html) Literatura TANIA KASSIS (/corsu- cismuntincu/literatura/attivita-altre/tania- kassis-10633.html) SCUPARTA (/corsu- cismuntincu/literatura/attivita- altre/scuparta-10632.html) ANIMANTIGA : TRA BASTIA E GENOVA (/corsu-cismuntincu/literatura/attivita- altre/animantiga-tra-bastia-e-genova- 10627.html) BU : LITTÉRATURE ET LECTORAT DE CORSE (/corsu-cismuntincu/documents/bu- litterature-et-lectorat-de-corse- L'autore COMITI Ghjuvan' Maria (/corsu- cismuntincu/literatura/l-autori/comiti- ghjuvan-maria-235.html) I so altri scritti Ritornu (in "des nouvelles d'IMEDOC") (/corsu- cismuntincu/literatura/bonanova/ritornu- des-nouvelles-dimedoc-1538.html) LA POURSUITE . (/corsu- cismuntincu/literatura/teatru/la- poursuite-1071.html) LINGUA E SUCETA: L’insegnamento del corso e la formazione dei docenti (/corsu- cismuntincu/literatura/cumenti-e- pare/lingua-e-suceta- linsegnamento-del-corso-e-la- formazione-dei-docenti-862) LINGUA E SUCETA: Langue corse : une normalisation originale (/corsu- cismuntincu/literatura/cumenti-e- pare/lingua-e-suceta-langue- corse-une-normalisation-originale- 860.html) La poursuite (/corsu- cismuntincu/literatura/teatru/la- poursuite-242.html) Tutti l'autori (/literatura/l-autori)

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(/corsu-cismuntincu)

Accolta (/corsu-cismuntincu) Associu (/corsu-cismuntincu/node/1) Literatura (/corsu-cismuntincu/literatura) Scontri (/corsu-cismuntincu/scontri) Imparà u corsu (/corsu-

cismuntincu/impara-u-corsu)Bonanova (/corsu-cismuntincu/literatura/bonanova-7.html) Puesia (/corsu-cismuntincu/literatura/puesia-8.html) Isule literarie (/corsu-cismuntincu/literatura/isule-literarie-9.html) Prosa (/corsu-cismuntincu/literatura/prosa-10.html) Arcubalenu (/corsu-

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cismuntincu/literatura/l-autori)Versione : Talianu

LINGUA E SUCETA: UBUNIFAZIINCUUn isolotto linguistico ligure in Corsica : Bonifacio

Cumenti è parè (/corsu-cismuntincu/literatura/cumenti-e-pare-50.html)

Quando arriva un Genovese a Bonifacio, piccola città alla punta sud della

Corsica, rimane stupito accorgendosi che capisce quasi tutto quello che

dicono i Bonifacini quando parlano il loro dialetto. E passeggiando per le vie

strette della vecchia cittadella ha l’impressione di risalire nel tempo con quelle

risonanze degli accenti antichi in cui si riconoscono le origini liguri.

Per quanto riguarda il Corso delle altre parti dell’isola, esso trova a Bonifacio

uno spaesamento linguistico che gli fà dubitare della « corsità » del luogo.

Così, a Bonifacio, l’abitante di Genova si sente in casa sua più del Corso

isolano.

Un po’ di storia.

Prima dei Genovesi erano arrivati i Pisani che si videro affidare la Corsica da

papa Urbano II, nel 1092. I Pisani furono i padroni di quello che era un «

castrum » sulla parte più protetta e più alta di un promontorio calcareo,

fondato - così si dice - da Bonifacio II conte di Toscana.

Nel 1195 vi giunsero i Genovesi con le loro famiglie : stabilirono a Bonifacio

una repubblica autonoma, dotata perfino di una propria moneta e fortificata

con una cinta muraria lunga 3 chilometri.

Durante sette secoli Bonifacio girò le spalle al resto della Corsica, vivendo con

i suoi privilegi assicurati dalla Serenissima ; privilegi politici, economici e sociali

non acconsentiti alle altre città corse.

Così fino al 1769, anno in cui la Corsica divenne francese. Anno nero per i

patrioti di Pasquale Paoli che combattevano per l’indipendenza dell’isola, ma

anche per Bonifacio che perdeva tutti i suoi privilegi.

Del periodo genovese rimangono, oltre le grandi famiglie, l’impianto

architettonico, le tradizioni gastronomiche e …la lingua.

Rimane sempre impressa nelle memorie l’ostilità dei Corsi riguardo la presenza

genovese in Corsica, e la storia ricorda un certo Brandolacciu che, nel cuore

del secolo XV, faceva la caccia ai Genovesi per liberare la sua isola. Quando

Brandolacciu afferrava un uomo sospettato di essere genovese, gli faceva

vedere una capra e gli chiedeva che cosa fosse ; la risposta « capra »

salvava quell’uomo, la risposta « crava » lo condannava a morte.

Se fosse sempre vivo oggi quel Brandolacciu carnefice, sarebbero condannati

a morte tutti i Bonifacini perché tutti continuano a dire « crava ».

A questo punto si capisce l’importanza che può rivestire una lingua nella

caratterizzazione degli individui. Per i Bonifacini il ligure è rimasto oggi un

elemento importantissimo della propria identità.

Un’isola nell’isola.

È diventato ormai noto che Bonifacio rappresenta un’entità originale in

Corsica, questo per diversi motivi : geologico perché il luogo é calcareo

quando il resto della Corsica é granitico o scistoso ; geografico perché il suo

lungo fiordo lo fa assomigliare ad un paesaggio nordico ; storico perché la

città é rimasta in margine della storia generale della Corsica durante sette

secoli ; culturale e linguistico perché Bonifacio ha coltivato le proprie

tradizioni e una lingua che i Corsi non condividono.

Attività altre (/corsu-

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Attività altre (/corsu-

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Literatura

TANIA KASSIS (/corsu-

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SCUPARTA (/corsu-

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ANIMANTIGA : TRA BASTIA E GENOVA

(/corsu-cismuntincu/literatura/attivita-

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BU : LITTÉRATURE ET LECTORAT DE

CORSE (/corsu-cismuntincu/documents/bu-

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L'autore

COMITI Ghjuvan' Maria (/corsu-cismuntincu/literatura/l-autori/comiti-ghjuvan-maria-235.html)

I so altri scritti

Ritornu (in "des nouvellesd'IMEDOC") (/corsu-cismuntincu/literatura/bonanova/ritornu-des-nouvelles-dimedoc-1538.html)

LA POURSUITE . (/corsu-cismuntincu/literatura/teatru/la-poursuite-1071.html)

LINGUA E SUCETA:L’insegnamento del corso e laformazione dei docenti (/corsu-cismuntincu/literatura/cumenti-e-pare/lingua-e-suceta-linsegnamento-del-corso-e-la-formazione-dei-docenti-862)

LINGUA E SUCETA: Langue corse: une normalisation originale(/corsu-cismuntincu/literatura/cumenti-e-pare/lingua-e-suceta-langue-corse-une-normalisation-originale-860.html)

La poursuite (/corsu-cismuntincu/literatura/teatru/la-poursuite-242.html)

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Tutto ciò spiega perché Bonifacio rappresenta il sito turistico più visitato in

Corsica le quali caratteristiche ne fanno « un’isola nell’isola » secondo

un’espressione diventata comune.

Dal punto di vista linguistico.

Sono già molti anni che la lingua dei Bonifacini interessa gli studiosi.

Dal punto di vista dei romanisti sarà il primo G. Bertoni, nel 1915, ad osservare

i tratti più salienti della parlata bonifacina e a scrivere : « La conclusione a

cui siamo pervenuti in queste nostre poche linee che, cioè, Bonifacio sia una

colonia genovese ». Poi verranno G. Bottiglioni, G. Rohlfs, W. von Wartburg,

J.P. Dalbera.

Più vicino a noi una descrizione più completa é stata proposta da me stesso.

Le differenze con il corso e l’italiano sono numerose e toccano molti dominii

linguistici.

Dominio fonetico e fonologico.

Il vocalismo.

Come nel genovese si può sentire il suono (scritto ü) continuatore della U

lunga latina : üga (uva), lüna (luna), maüru (maturo), frütu (frutto), brütu

(brutto), sigüru (sicuro)…

Si nota che la U breve latina rimane come nel corso del sud, quando diventa

in italiano : bon. musca, puzzu, vurpi, furnu ; cors. sud musca, puzzu, vulpi,

furru ; ita. mosca, pozzo, volpe, forno.

Un’altra evoluzione particolare con la trasformazione della E breve latina in :

lectus > litu, pectus > pitu, rastellus > rastilu, pellis > pili, pedis > pia, pecora

> pigura, mediu > mizu.

Il corso e l’italiano mantengono il suono : lettu, pettu, resteddu, peddi, pedi,

pecura, mezu per il corso ; letto, petto, restello, pelle, piede (col dittongo),

mezzo.

Dittongazione della O breve latina che diventa in sillaba aperta quanto in

sillaba chiusa : focus > fiogu, locus > liogu, scholam > schiora, ovu > iovu,

nocte > nioti, somnum > sionu, coctus > chiotu.

Differenza importante con l’italiano che introduce la dittongazione soltanto in

sillaba aperta : fuoco, luogo, scuola, uovo ; ma notte, sonno, cotto.

Il corso non ammette dittongazione : focu, locu, scola, ovu, notti, sonnu,

cottu.

La O lunga latina diventa : vocem > vusgi, forma > furma, hora >ura, colorem

> curù, bonus > bun, longus > lungu.

In corso si ritrova sempre : voci, forma, ora, culori, bonu, longu ; quando

l’italiano presenta sbocchi diversi : voce, forma, ora, colore, buono, lungo.

Il consonantismo.

* Le palatalizzazioni.

Le sequenze latine CL - PL - TL diventano : pluma > ciüma, plumbu > ciungiu,

plenus > cin, pluere > ciovi, vet(u)lus > veciu, clavem > ciavi…

Rispettivamente in corso e italiano : piuma, piumbu, pienu, piova, vechju,

chjavi ; piuma, piombo, pieno, piovere, vecchio, chiave .

Un’altra evoluzione di CL raggiunge quelle di LI o LE per diventare : oc(u)lus >

iogiu, auric(u)la > oregia, spic(u)lum > spigiu, familia > famigia, palea > pagia,

muliere > mugia, taleare > tagià.

Il corso propone : ochju, arichji, spichju, famidda, padda, mudderi, taddà ;

quando l’italiano presenta : occhio, orecchio, specchio, famiglia, paglia,

moglie, tagliare.

* La sonorizzazione.

Le consonanti sorde latine diventano rispettivamente .

> : fiogu, liogu, amigu, egua, sigüru (corso : focu, locu, amicu, acqua, sicuru

; italiano : fuoco, luogo, amico, acqua, sicuro) ;

> : cavu, caveli, nivu, crava, tevidu, savé (corso : capu, capiddi, nipoti,

capra, tepidu, sapè ; italiano : capo, capelli, nipote, capra, tiepido, sapere).

Ma si può anche passare da una sonora ad un’altra sonora con cambiamento

di categoria, dall’occlusiva alla fricativa : fabam > fava, bibere > bevi,

diabolum > diavuru.

* Disparizione di T e D etimologiche in posizione intervocalica.

Attività altre (/corsu-

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« LA MEDITERRANEE CONNAIT LES

DENSITES DE PLASTIQUES LES PLUS

IMPORTANTES AU MONDE » (/corsu-

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Si tratta d’un fenomeno generalizzato in ligure con alto valore identitario :

maturu > maüru, piscatorem > piscaù, seta >seia, natare > nüà, cauda >

cua, ridere > rii, crudu > crüu, medicus > migu.

Corso : maturu, piscatori, seta, natà, coda, rida, crudu, medicu.

Italiano : maturo, pescatore, seta, nuotare, coda, ridere, crudo, medico.

* Il rotacismo.

La trasformazione della liquida in in posizione intervocalica (ma anche in sillaba

chiusa) rappresenta un tratto importante dell’identità linguistica del

bonifacino, come d’altronde del ligure.

Gulam > gura, oliva > oriva, tegulam > tigura, velum > vera, pilum > piru,

pala > para, malum > meru, melo > mirun, male habitus > marotu, falsu >

farzu, vulpe > vurpi…

Corso : gula, aliva, tegula, vela, pilu, pala, mela, miloni, malatu, falzu, vulpi.

Italiano : gola, oliva, tegola, vela, pelo, pala, mela, melone, malato, falso,

volpe.

* La metatesi.

Rinforzata dalla sonorizzazione, la metatesi é un elemento potente d’identità

linguistica (cf. Brandolacciu) :

capram > crava, cooperire > crovi, aperire > avri, febrim > friva, februarim >

frivà, corvum > crovu…

Corso : capra, copra, apra, frebba, friaghju, corbu.

Italiano : capra, coprire, aprire, febbre, febbraio, corvo.

* La nasalizzazione.

Alla differenza del corso e dell’italiano, il bonifacino mostra il carattere

pertinente della nasalizzazione :

pà (paio) - pan (pane) ; sù (sole) - sun (sono) ; mà (mare) - man (mano).

Aldilà della pertinenza fonologica della nasalizzazione, esistono moltissime

forme bonifacine con finale nasalizzate che non sono ammesse dall’italiano

come dal corso : vin, pan, can, man, chezzun, barcun, grotun, patacun,

mazzacan, camin, duman, azimin, scarin, spin, fen, ben, lizziun, benedizziun,

ragiun, trun…

* La tensione.

Un’altra particolarità fonologica importante si trova nell’assenza di consonanti

tese. Differenza maggiore con il corso e l’italiano in cui la tensione

consonantica assicura una funzione distintiva (fatta - fata ; rosso - roso,

sonno - sono …). Particolarità che si spiega con lo scivolamento delle tese

latine che diventano non tese, e le non tese che s’indeboliscono passando da

sorde a sonore o con disparizione completa delle sonore etimologiche.

Il lessico.

Il fondo lessicale bonifacino rimane latino come quello delle altre lingue

romanze. Esistono comunque alcune forme particolari, diverse dall’italiano e

considerate in corso, per via delle somiglianze, come imprestiti liguri :

Bonifacino : carugiu, missià, minà, spigeti, cariga, scagnu, catüciu, masca,

bancarà, brandà.

Corso : carrughju, missiavu, minnanna, spichjetti, carrega, scagnu,

cattucciu, masca, bancalaru, brandali.

Italiano : via, nonno, nonna, occhiali, sedia, scrivanìa, catino, guancia,

falegname, treppiede.

Ecco in poche parole alcune particolarità salienti del bonifacino che rimane,

agli occhi di tutti quelli che si sono interessati a questo strano dialetto parlato

in Corsica, una varietà linguistica del ligure genovese.

Oggi sono pochi i Bonifacini che parlano il ligure. In assenza di studi statistici

non si sa esattamente quanti siano i locutori, ma l’osservazione empirica ci

permette di rilevare che il dialetto lo parlano le generazioni anziane quando le

più giovani sono di lingua materna francese.

Lo statuto debole di lingua dominata, dietro al francese ed al corso insegnate

a scuola, fa temere una prossima e sicura sparizione del bonifacino. Lo

rimpiangono i Bonifacini ma il peso della diglossia é troppo forte per dare al

dialetto lo slancio vitale che lo potrebbe salvare.

Le lingue dette « regionali » in Francia sono insegnate fin dal 1951. Il

bonifacino non é mai stato riconosciuto come lingua regionale di Francia e non

ha mai beneficiato della legge che ne gestisce l’insegnamento.

É nata da qualche tempo un’associazione chiamata « Dì ghi di scé » (Digli di

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sí) il cui scopo sarebbe di valorizzare, promuovere e provare a salvare il

patrimonio culturale e linguistico di Bonifacio.

Il destino della lingua rimane comunque incerto, a meno che sia promossa, nel

quadro europeo, una politica linguistica forte a favore delle lingue minorizzate

(per esempio il ligure, in Italia). Si potrebbe allora sperare che il ligure parlato

nelle isole del Mediterraneo approfitti della vitalità nuova della lingua madre.