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Omaggio ad André GLUCKSMANN, l’ex-« nouveau · PDF fileprofiter d’autres qui avaient moins de chances que lui ». ... XX° secolo, André Glucksmann inizia una riflessione sulle

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« Il vivait tout entier pour les idées qu’il défendait et il les défendait avec la même intransigeance ». Pascal BRUCKNER, novembre 2015. « Il était l’homme de l’indignation et de l’engagement intégral. Il était le seul de mes contemporains avec lequel j’avais le sentiment de partager le même souci du monde et de l’autre ». Bernard- HENRI LÉVI, novembre 2015. Per il filosofo Michel ELTCHANINOFF, A.G. « C’était un homme d’engagement qui allait au bout de ses idées ».

« Il m’a dit que tout le reste c’était du rab et que 70 ans de rab c’était une chance incroyable, à saisir pour en faire profiter d’autres qui avaient moins de chances que lui ». Raphaël GLUCKSMANN parla di suo padre. << C’est un vrai esprit critique en même temps qu’une conscience qui disparaît ». Emmanuel MACRON, novembre 2015. « Il était toujours en éveil et à l’écoute des souffrances des peuples ». François HOLLANDE, communiqué de l’Elysée, novembre 2015. « Hommage à André Glucksmann qui toute sa vie durant n’a eu de cesse de défendre les droits de l’homme, les droits de tous les hommes ». Najat VALAUD-BELKACEM, ministre de l’éducation nationale, novembre 2015. Omaggio ad André GLUCKSMANN, l’ex-« nouveau philosophe », « pamphlétaire avisé » e intransigente denunziatore dei totalitarismi e delle ingiustizie e miserie del mondo. Nella notte tra il 9 e il 10 novembre 2015, all’età di 78 anni, muore a Parigi nel suo appartamento del vecchio quartiere dei pellicciai, rue du Faubourg-Poissonnière, dove da molto tempo accoglieva

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nell’immenso salone ogni tipo di rifugiati, André GLUCKSMANN 1, filosofo e saggista francese noto per i suoi molteplici impegni a favore delle vittime dell’oppressione nell’ex Yugoslavia, in Algeria, in Cecenia e più recentemente in Libia e in Siria. La sua scomparsa ha gettato nel lutto la Francia, il mondo politico e quello letterario-universitario na anche la gente semplice ed emarginata che lo aveva seguito fin dagli anni ‘60 quando insieme con altri suoi amici e “compagnons de route” si era messo alla testa del movimento iconoclastico dei <<nouveaux philosophes>>, consacrando la sua vita a denunciare le miserie del mondo e i crimini perpetrati all’ombra del comunismo e dei totalitarismi. La sua vita è stata lunga, movimentata e feconda di scritti e di prese di posizione che l’hanno reso paladino delle classi umili e svantaggiate divenendo il filosofo di tutti i francesi. <<Homme de terrain>> André Glucksmann ha viaggiato molto perché voleva conoscere direttamente la realtà, 1 André GLUCKSMANN nasce il 19 giugno 1937 a Boulogne-Billancourt, in una famiglia di origine ebrea austriaca emigrata dalla Palestina. Bambino André Glucksmann è stato profondamente segnato dalla tragedia dell’Occupazione tedesca e sarà presto affascinato dalla resistenza al nazismo. Sua madre entrerà nella Resistenza e il piccolo André sarà costretto a vivere nascosto durante questo periodo, tutto ciò orienterà i suoi successivi impegni politici, dapprima verso l’adesione al Partito comunista francese durante gli anni ’60, poi verso intellettuali maoisti influenzati dal pensiero del filosofo comunista Louis ALTHUSSER. Pubblica nel 1967 per le edizioni L’Herne un primo libro fortemente ispirato ai lavori di Clausewitz di Raymond ARON di cui André Glucksmann è assistente, <<Le Discours de la guerre>>. Nel 1968 aderisce al gruppo <<gauchiste>> Action e appoggia incondizionatamente la Cina del Presidente Mao anche in un periodo in cui i maoisti arrivano ad invocare la guerra civile.Vicino alle idee di Jean-Paul SARTRE, Glucksmann definisce <<fasciste>> la Francia di Georges Pompidou nella rivista <<Les Temps Modernes>>. Nel 1974 la pubblicazione de <<L’Archipel du Goulag>> di Soljenitsyne opera una svolta politica e intellettuale nella sua persona: scopre l’essenza mortifera del totalitarismo comunista e pubblica <<La Cuisinière et le Mangeur d’hommes>>, acuta e sconvolgente riflessione sullo Stato, sul marxismo e sui campi di concentramento. Su queste critiche André Glucksmann non è solo, si trova d’accordo con un gruppo d’intellettuali giovani e aggressivi che venuti da culture ed esperienze diverse si ritrovano uniti nel contestare l’egemonia del marxismo sulle scienze umane e del Partito comunista francese in ambito politico. Sotto la guida dello scrittore e guru Maurice CLAVEL, i componenti dei <<nouveaux philosophes>>, tra i quali André Glucksmann, Bernard-Henri Lévy, Jean-Marie Benoit, Jean-Paul Dollé, Christian Jambet, Guy Lardreau e Philippe Némo, si caratterizzano per la denuncia dello stalinismo e dell’egemonia del PCF nel mondo intellettuale francese. Al di là dell’autoritarismo, che è per il filosofo il fenomeno di maggior rilievo del XX° secolo, André Glucksmann inizia una riflessione sulle relazioni tra la filosofia e la Storia. Nel 1977 scrive con grande successo <<Les Maîtres Penseurs>> e attacca le figure di Marx, Hengels e Nietzsche le cui opere sono state strumentalizzate dal comunismo e continua in modo particolare nei suoi testi <<Cynisme et passion>> (1981) e <<La Bêtise>> (1985) la sua analisi sulla morale in politica seguendo la scia di Hanna Arendt e di Albert Camus. Il 26 giugno 1979 André Glucksmann vive un altro importante momento della sua dinamica vita d’intellettuale, riesce a riunire Jean Paul Sartre e Raymond Aron attorno ad uno stesso tavolo sul tema dei <<boat people>> che tentavano, a bordo

d’imbarcazioni inadeguate al mare, di fuggire dal Vietnam comunista. André Glucksmann convince i due più grandi filosofi del momento, opposti politicamente, a recarsi all’Eliseo per essere ricevuti dal Presidente Giscard d’Estaing e sostenere la causa dei rifugiati vietnamiti. Prima antistalinista, poi anticomunista, André Glucksmann compie un altro cambiamento verso la destra, nel senso che prenderà posizioni a favore degli interventi americani in Iraq contro il regime di Saddam Hussein nel 1991 e nel 2003. Favorevole alla ripresa degli esperimenti nucleari decisa da Jacques Chirac nel 1995, André Glucksmann sostiene l’intervento dell’ONU in Serbia nel 1999 e s’impegna a che siano riconosciuti i diritti del popolo ceceno, della Georgia contro la politica del Presidente russo Vladimir Putin. Un anno dopo l’attentato dell’11 settembre 2011 contro le World Trade Center di Manhattan pubblica un saggio in cui considera gli islamisti fondamentalisti i nuovi sabotatori che sfidano l’Occidente. Mai come allora fu più profetico. Durante la campagna presidenziale francese del 2007 André Glucksmann si schiera dalla parte del candidato dell’UMP Nicolas Sarkozy. Un atto politico che suscitò aspre polemiche. Se per alcuni il sostegno a Sarkozy è giudicato coraggioso per altri è visto come un ultimo rinnegamento del suo passato <<gauchiste>>. In questi ultimi anni della sua vita ha continuato a esprimere senza paura e con lucidità le sue idee, non accettando compromessi su ciò che considerava fondamentale, la difesa della libertà di espressione. Nel marzo del 2011 ha sostenuto l’azione militare in Libia e l’idea di un intervento francese contro il regime di Bachar Al-Assad in Siria.

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come quando si trasferì da clandestino in Cecenia per comprendere i veri motivi alla base della rivolta cecena, con lo spirito di resistenza che gli aveva trasmesso sua madre che si era ribellata ed era stata richiusa nel campo di concentramento. Sento di volergli tributare specie in questo triste momento per la società francese colpita al cuore da brutali quanto vigliacchi attacchi terroristici di stampo islamico la mia incondizionata ammirazione e riconoscenza per ciò che ha rappresentato in quanto pensatore libero e sensibile ai cambiamenti. André GLUCKSMANN è stato un intellettuale libero in ciò che scriveva e che riteneva giusto e vero, capace di ripensare certi suoi slanci impulsivi di gioventù quando era vicino ai <<maos>> francesi e di denunciare gli orrori della Rivoluzione culturale cinese pubblicando <<La Cuisinière et le Mangeur d’hommes>> (Seuil, 1975), uno dei suoi libri più conosciuti che riassume questa rottura. Aveva un grande coraggio che manifestò anche nell’anno 2000 quando, in una sala conferenza nel centro di Mosca, davanti ad ufficiali e al capo di Stato maggiore dell’esercito russo, si alzò per chiedere un minuto di silenzio per ricordare la memoria dei combattenti ceceni caduti, costringendo, davanti allo stupore generale, i rappresentanti della Russia di Vladimir Putin ad alzarsi a loro volta.

Con il tempo il suo profilo di moralista impegnato non ha smesso di arricchirsi, è l’immagine di un uomo che non ha mai accettato di scendere a compromessi per raggiungere quell’alta dignità spirituale frutto di un’incessante e intensa ricerca interiore. Sfidando la morale semplicista e sommaria, sostanzialmente di comodo, André Glucksmann è rimasto tutta la sua vita fedele a una concezione della vita costruita sul desiderio di conoscenza critica che a sua volta si trasforma in forza creatrice. Figura rappresentativa dei <<nouveaux philosophes>>, l’autore di “Dostoïevski à Manhattan” (2002) ha condiviso questo bisogno di comprendere a pieno la realtà principalmente con due tra i suoi migliori maestri cui andavano le sue preferenze e con i quali aveva collaborato come loro assistente: Jean-Paul SARTRE e Raymond ARON.

Con questi due forti quanto diverse personalità, Sartre, l’intellettuale di sinistra e Aron, liberale di destra, egli ha potuto maturare quell’insistente slancio che lo spingeva con rigorosa determinazione alla ricerca delle motivazioni e all’approfondimento critico. André GLUCKSMANN non è mai stato per la calma, la tranquillità, l’isolamento, l’indifferenza, turbato dalle miserie del mondo che vedeva acuire e diffondersi ha preferito vivere nell’inquietudine, nel dubbio creatore, nell’infinita ricerca della verità. La sua voce è stata la voce della coscienza individuale, la voce dell’uomo per il quale pensare e credere sono tutt’uno; la voce dell’individualismo morale, intellettuale e sociale che utilizza la scrittura e la parola con le quali, ubbidendo soltanto ai suoi principi, cerca di rispondere a interlocutori lontani e diversi. La necessità di scrivere e di prendere la parola in ogni circostanza pubblica veniva dal bisogno di dire la sua senza alcuna pressione esterna, di manifestare apertamente il suo pensiero e di riaffermare così la sua autonomia. L’esigenza di autonomia e di autenticità è stata certamente uno dei motori essenziali della vita spirituale di André legata al bisogno di comunicare con gli altri, anche se ciò comportava discussioni, polemiche e contraddizioni. L’esperienza che fece del comunismo militante fu per lui una preziosa occasione per prendere meglio coscienza del suo atteggiamento di fronte alla realtà. Capì che non gli era possibile inscrivere il suo ideale di altruismo, di generosità in un quadro prestabilito, preconfezionato e scelse la strada dell’opposizione, dello scardinamento, del rifiuto. Dal momento in cui rigettò falsi miti e credenze nocive fu oggetto di aspri attacchi da parte di coloro che un tempo erano suoi amici che adesso l’accusavano di fare il gioco della destra conservatrice e di professare idee confuse e vaghe. Ma quelle stesse campagne denigratorie e strumentali contribuirono a fare di André

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GLUCKSMANN un forte simbolo di apertura e rafforzarono il suo impegno nel combattere ogni asservimento. In realtà la sua azione culturale e sociale era sempre rivolta a favorire il confronto e la discussione con personalità molto differenti dalla sua. La sua capacità di comprensione da cui traeva tanto arricchimento spirituale lo spingeva a mantenersi vigile e lucido di fronte alle idee contrarie alle sue in modo che non fosse mai completamente legato alla questione che aveva considerato o mai completamente distante dalle opinioni altrui. Scrittore generoso e coraggioso pronto a mettersi nei panni degli altri, André GLUCKSMANN ha sempre però rifiutato di lasciarsi rinchiudere in etichette. Si sentiva fiero di aver rotto con la pesante eredità del passato e lo aveva fatto non pensando di attorniarsi di nuovi adepti ma ricercando altri campi di esperienza sconosciuti provando intima soddisfazione nel costatare che era stato capace di avvicinarsi a individui deboli appartenenti a diverse etnie religiose. Il suo compito era di alimentare la riflessione sulle nuove realtà, sui nuovi bisogni e la fredda ragione ha pure gli dava sicurezza non ha impedito che il dubbio, dopo essere stato il suo tormento, fosse diventato una valida spinta a una pertinace discussione e verifica dei suoi convincimenti. Sempre animato da questa <<rage d’enfant>>2 che non l’ha mai abbandonato, André GLUCKSMANN pubblica nel 2014 per le edizioni Robert Laffont, il suo <<Voltaire contre-attaque>>, una sorta di difesa di Voltaire e della sua visione della libertà al fine di riproporre l’universalismo del secolo dei Lumi contro la <<fièvre identitaire>> europea e la politica trasformata in un’<<art réactionnaire>>. Un invito ad abbattere le chiusure geografiche e culturali del Vecchio Continente che stenta ancora a riconoscere come progresso la libera circolazione degli uomini e delle idee. Con quest’ultimo testo l’autore ribadisce ancora una volta la sua piena volontà a tener duro e a difendere i suoi ideali contro l’imbarbarimento e il nichilismo trionfante dei numerosi e sanguinari attacchi terroristici che vanno a colpire e a sconvolgere la vita di tante comunità innocenti.

Duecentocinquant’anni dopo Voltaire, André GLUCKSMANN è sempre più convinto della necessità di combattere l’infamia e le false ideologie, quelle che sconvolsero il XX° secolo, Auschwitz, Hiroshima, i Goulag e i genocidi perpetrati nei territori africani, quelle del terzo millennio che non si annuncia affatto tranquillo. Gli attacchi dell’11 settembre 2001 alle Twin Towers a Manhattan che causarono la morte di tremila americani, la

strage a Parigidi dodici persone tra giornalisti francesi e forze dell’ordine nella sede del settimanale satirico <<Charlie Hebdo>> del 7 gennaio 2015, l’uccisione nel mese di ottobre 2015 ad Ankara di più di quaranta giovani partecipanti ad una manifestazione pacifica, altri eventi delittuosi quali l’uccisione e la decapitazione di un povero archeologo di origine egiziana, custode esperto e competente dei tesori di Palmira (Siria), l’uccisione in Olanda del regista Theo Van Gogh, autore di un cortometraggio intitolato <<Submission>>, colpito con un coltello perché aveva avuto la temerarietà di criticare l’oppressione della donna nei Paesi islamici e il recente l’attacco terroristico e militare sferrato il 13 novembre 2015(venerdì nero), esattamente tre giorni dopo la morte di André Glucksmann, al cuore della capitale francese, e di fatto all’Europa, dal sedicente Stato islamico (ISIS) e che causò il massacro di circa centotrenta giovani tra francesi ed occidentali europei. Uno 2 André Glucksmann racconterà in un libro autobiografico, Une rage d’enfant (Plon, 2006) i suoi giovani anni segnati dall’Occupazione e dalla minaccia nazista.

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stesso distruttivo furore, che Dostoïevski ha chiamato <<nichilista>> e che l’occidente ottimisticamente ha voluto sottovalutare dal settembre nero di Manhattan in poi percorre la Storia sicché abbiamo l’impressione che la barbarie non sia stata ancora cancellata. Su quest’ultimo punto André GLUCKSMANN ci appare fermo nel considerare ogni forma di tirannia sia laica che religiosa assai temibile, da combattere senza tergiversare fino al definitivo annientamento. Anche Voltaire ne era convinto quando sosteneva che il potere delle armi e quello sulle anime sono all’origine dell’infamia, producono quel Male contro cui armarsi per distruggere il cancro della sopraffazione e dell’orrore, tipici fattori delle tirannie e dei sistemi autoritari chiusi, per André Glucksmann la tirannia costruita sulle false promesse è madre del terrorismo. Per Herman BROCH (1886-1951) la cecità al male che lo scrittore austriaco chiama <<le crime d’indifférence>> è la condizione sufficiente e necessaria perché il crimine prosperi. <<Candide ou l’optimisme>>, il testo volterriano che la grande filosofia aveva valutato leggero, quasi banale, ci apre invece gli occhi e ci stimola al ragionamento e alla lucidità di fronte ai pericoli del presente.

André GLUCKSMANN trova in Voltaire un fratello: come lui egli sa che gli uomini sono capaci di mettersi insieme solo quando devono combattere un male che rischia di divorarli. I cittadini, se si dividono sulla definizione di ciò che è meglio, si uniscono almeno contro il peggio. E il peggio sono il comunismo e il nazismo, gli integralismi, i nazionalismi, i fondamentalismi, i tribalismi che vogliono dominare, massacrare in nome di pensieri unici e perciò pericolosi.

Nell’opera di Glucksmann appena pubblicata il <<Candide..>> di Voltaire come tutta la sua produzione letteraria assumono un’importanza capitale. I racconti filosofici volterriani esercitano una funzione di sprone nel sollecitare alla reazione un’Europa stanca, confusa, attendista, incapace di identificare i pericoli che la minacciano Di fronte alla barbarie che sempre rinasce ci sono gli ottimisti rappresentati dal filosofo e maestro di Candide, Pangloss, per il quale ogni male ha in sé un bene nascosto e i pessimisti rappresentati da Martin che hanno preso atto della follia umana e se ne lavano le mani smettendo di credere a qualcosa. Ottimismo e pessimismo sembrano dunque i due volti infertili dello smarrimento europeo attuale cui si oppongono la libertà, l’energia e il riso di Candide. Libero da schemi precostituiti, André Glucksmann ha sempre accompagnato la storia della Francia in marcia verso il progresso e l’emancipazione degli uomini. Una Francia che aveva scelto quando aveva dieci anni: suo padre era morto, ucciso dai tedeschi, sua madre gli aveva proposto di ritornare in Austria da dove erano partiti ma egli aveva detto che voleva vivere nel paese della Grande Rivoluzione. Con una sincerità spesso sconcertante, André Glucksmann ha sempre difeso le sue idee e le sue illusioni non rassegnandosi alla fatalità delle guerre e dei massacri, e restando costantemente in ascolto delle sofferenze dei popoli. Il suo impegno è sempre stato diretto e convinto tanto che possiamo dire che viveva completamente per le idee libertarie che difendeva con un’intransigenza e un coraggio ammirevoli, con una sincerità e una forza che suscitano stima e apprezzamento. Le sue prese di posizioni molto forti a favore dei rifugiati vietnamiti sono oggi di grandissima attualità così come le sue opinioni sulla discutibile politica dei migranti adottata dalla Francia. Glucks non può sopportare che la Francia per difendere la sua identità chiuda l’accesso a

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tanti profughi che spinti da atroci guerre, da carestie disumane sfidano l’attraversamento dei mari su imbarcazioni fatiscenti e pericolose alla mercé di scafisti spietati e brutali alla ricerca di un asilo sicuro e più dignitoso. Il filosofo e uomo Glucksmann non può condividere la follia anti-Rom che anima molti francesi che si ritengono minacciati dalla loro presenza e vogliono vivere indisturbati una vita sicura e comoda. Per lui non è pensabile neanche che la Francia di Descartes, di Voltaire, di Hugo e dei filosofi dei Lumi che auspicava l’apertura delle frontiere e il contatto con l’Europa e il mondo, professi la politica suicida del ripiegamento su se stessi. A me sembra che per vocazione la Francia sia la nazione più incline ad accogliere persone in difficoltà provenienti da qualsiasi angolo della terra. La Francia è sempre stata una terra d’immigrazione, di <<métissage>> e di <<accueil>>. Con il suo nuovo libro dal titolo esplicito,<<Voltaire contre-attaque>> André Glucksmann vuole ribadire che l’autore dei <<contes philosophiques>> è più che mai attuale in modo particolare per la sua denuncia di tutti i sistemi di pensiero chiusi perché unici e anacronistici e considera il suo saggio un inno alla libertà cosmopolita contro l’affermazione in tutta Europa, Francia inclusa, di iniziative regressive sul piano identitario e dal carattere xenofobico.

André GLUCKSMANN critica il Vecchio Continente che si preoccupa del fenomeno dei migranti in rapido aumento e diffida di un allargamento ritenuto eccessivo dei rapporti umani che d’altronde la Francia stessa ha nel corso degli anni favorito. Glucksmann ricorda altresì che <<la mondializzazione è il fuoco della nostra civiltà>> e che il nomade, il sans droits, il sans-papiers non é soltanto un <<deraciné>> ma un

<<déracinant miroir dans lequel nous détestons nous contempler>> (Descartes c’est la France, Flammarion, 1987). Il filosofo inizialmente era stato tentato dal Sarkosismo, ma se ne era rapidamente allontanato quando l’ex Presidente si era allineato sulla posizione anti-Rom di Putin. Preoccupato non , ma di farsi capire e cercare di capire gli altri, la sua forza è stata di diffondere e di propagare le idee e l’esempio. Con lo studio, la scrittura e la conoscenza di figure letterarie e filosofiche di prima grandezza, André GLUCKSMANN ha accumulato nel corso della sua vita competenze e sensibilità assolutamente indispensabili per combattere l’illegalità e le false promesse. Costantemente sollecitato dal senso tragico della Storia il sostenitore di Descartes ha legato la sua attività al concetto di una comunità di uomini e donne più libertaria e egualitaria sostenuta dal buon senso e da un pensiero mai prigioniero di un diktat ideologico, in una parola una società <<liquida>> per usare un aggettivo tanto caro al sociologo Zigmunt BAUMAN dove trovano posto durabilmente valori universali condivisi quali il rispetto delle diversità, il coraggio di dissentire e la responsabilità individuale e collettiva. Di questo grande pensatore mi ha colpito l’inflessibile rigore logico che ho riscontrato leggendo i suoi libri, quando, insegnante di lingua e Letteratura francese nei licei, m’imbattei nell’allora rivoluzionario movimento dei <<nouveaux philosophes>>.Essi, <<les lanciers de la méthaphysique>> combattevano l’egemonia del marxismo nell’ambito politico, filosofico e culturale, reclamando il diritto all’eterodossia e contribuendo a difendere i diritti dell’uomo contro il silenzio tirannico della repressione in nome di un accanito anticonformismo e di una pubblica denuncia delle menzogne e

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delle ipocrisie di una Chiesa di stato, il marxismo, responsabile di crimini atroci quanto quelli perpetrati dal nazismo. Fedele al convincimento di restare e agire al di fuori di un qualsiasi schema dottrinario, André Glucksmann non ha mai pensato di rappresentare una guida o un modello estetico che risultasse dalle sue riconosciute qualità dialogiche, dall’originalità delle sue idee e anche dai limiti del suo stesso temperamento. Egli apparteneva a quel genere d’intelligenze leali che mettono il loro punto d’onore nella difesa aperta e convinta dei valori in cui credono. E se ci fu un tempo in cui il filosofo Glucksmann subì il fascino di sistemi filosofici chiusi e complessi quali quelli elaborati da Hegel, Marx, Heidegger, Nietzsche, J.-P. Sartre o Mao, con la stessa rapidità e fermezza con le quali si era lasciato influenzare Glucks se ne allontanò rivolgendo lo sguardo a scrittori e personalità del secolo dei Lumi per trovare sostegno alle sue posizioni contro corrente e opposte a quelle dell’intellighenzia dell’epoca. Il filosofo <<errant>> che è stato André Glucksmann non ha mai deviato, nel senso che non ha mai barattato il bisogno di libertà morale e di verità che traspare inequivocabilmente da tutti i suoi scritti. In conclusione riporto in lingua francese con traduzione a fianco, il testo con cui suo figlio Raphaël, regista e anche lui scrittore militante, annunciava martedì 10 novembre 2015 su Facebook e Twitter al mondo la morte di suo padre, André GLUCKSMANN: <<Mon premier et meilleur ami n’est plus. J’ai eu la chance incroyable de connaître, rire, débattre, voyager, jouer, tout faire et ne rien faire du tout avec un homme aussi bon et aussi génial. Voilà, mon père est mort hier soir (lundi soir)>>. L.B. (Traduzione : <<Il mio primo e migliore amico non c’é più. Ho avuto la straordinaria fortuna di conoscere, di ridere, di discutere, di viaggiare, di giocare, di fare tutto e di non fare niente abbastanza con un uomo buono quanto geniale. Ecco, mio padre è morto ieri.>>. _______________________ Prof. Raffaele FRANGIONE