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Page 1: Rivista

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Comptes Rendus. (Fine del secondo ~m~tre , 18#3 ).

N.* 19. - - M. QUET. 8~I pote~ia le della for;ta a~ inauzw,~e dovuta ad un solenoide chiuso, la di cui corrente varia di in. tensitd. Analoyia con un teorema di elettromagnetismo. Espe-

rienza del Felici. ~ Nella anzidetta esperienza un solenoide chiuso induce una corrente sopra ua circuito filiforme, chiuso, quando la sun corrente varia di intensitY; ed era 1' A. trova ls ragione di tal fatto nel teorema seguente, che egli deduce dalla sun nuova teoria.

Il potenziale della forza di induzione dovuta ad un sole- , noide chiuso, e la di cui corrente varia di intensitY, b proper- ,, zionale, in parit~ di circostanze, all'angolo sotto il quale la

direttriee ~ vista dal punto di applicazione della forza ~. Come gi~ facemmo osservare altra volta, l' A. ha pubblicate

nei Conti resi molto Note, o sunti, della sun teoria e dello sue applicazioni a pih casi particolari, le quali Note si collegano fra lore per le formule diverse, tal~h~ uu chiaro sunto anche dells presente Nota ci resterebbe troppo diificile; ma ci proponiamo di dare in seguito un sunto di quella nuova teoria.

M. G. LE GOARANT DE T R O M E L I N . - Sopra u s nuovo ga~vanometro aperiodico. - - S e a d un galvanomotro astatico si aggiunge un terzo ago, al di sotto del telaio, paralello agl' altri due, e volto eel poll di nome contrario a quelli dew ago the gli sta sopra, si triplica la sensibilit~ del galvanometro. Di pih, I'A. rende il telaio mobile, e fissi gli aghi. Un tale galvanometro costruito dalla casa Breguet; ma invece di aghi vi'sono tre ca- lamite a ferro di eavallo, a branohe molto vicine, o sono poste orizzontalmente, l 'una al disoprs dell' altra, distanti di cinque millimetri. I1 telaio gira attorno ai due poll della ealamita di mezzo, avendo spazio per 20' di deviaziono da ogni late. II file del telaio b leggiero, ed b normale all'asse delie calamite; la corrente gli arriva dal file di sospensione. ]~ completamente aperiodico, o delicatissimo.

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62 M. G. FOUSSEREAU. Su l la res i s tenza elet trica di var ie 80-

s tanze isola~ti. - - Net Conti res t del Luglio e del Marzo 1883 l'h. ha descritto il metodo sue per la rots,ira di quella resistenza, ed era presenta alcuni resultati. Per la poreellana essa ~ dello stesso ordine di grandezza che per il vetro a base di piombo. In mil- lioni di m~gohms, e per centimetro cube, ~ di 751, a 60 ~ e di 0,052 a 180 ~ Per lo zolfo, fuse e pot raffreddato lentamente allo state prismatico, si ebbe 7,39 a 112 ~ e 3930 a 69*. La resistenza del fosforo solido ~ di 84000 m~gohms a 15 e, e di 15600 a 42 ~ Passando allo state ]iquido lo zolfo diventa 40 volte pit1 condut- tore. Faeendo variar la temperatura lentamente d u l l 4 ~ a 150* onde lo zolfo prenda il sue state definitive, dope si osserva ehe la resistenza diminuisce elevando la temperatura, e cresce al di- minuire della temperatura. Se l o s i lascia cristallizzare in prismi e pot si rifonde, si osserva, per le stesse temperature, una dimi- nuzione di resistenza. Altre secondarie osservazioni dello stesso genere, per lo zolfo e pel fosforo, sono contenute nella biota dell'A.

20. - - M. E.-It. AMA.Gh.T. S t d p i r o m e t r i a c ircolazione di

acqua. ~ Quando in un tube metallizo a pareti sottili e ad alta temperatura, si fa passare una eorrente di acqua, questa non si riscalda che di poehi gradi, anche per una veiocit~ molto mode- rata. Su questo principle l' A. fete cos~rui,'e un pirometro. L'ik. vuol precisare la sun prioritY. Le sue esperienze datano dal 1880, e prese un brevetto nel febbraio 1882, ma seppe ehe ii Violle aveva avute le stesse idee e fatt~ delle esperienze, delle qualipe- rb non fece conoscere i resultati ; e iaoltre seppe che quando egli, 1' A. r le sue ricerche, M. di Saintigaon aveva preso uu brevetto per un simile pirometro. Perb I 'A. , senza descrivere maggiormente alcun pirometro, aecenna alcune differenze di costruzione f r a i l sue e quello del Saintigaon. L' A. conclude che tali pirometri daranno all ' industria molta utilitY. Ne funzionb uno con molto successo nella manifattura di Sevres.

M. L. SIMONOFF. So19ra un fotometro office. - - ~] un pic- colo cannoechiale fatto di tre tubi, che szorrono 1' uno dentro l'al- fro. NeUa estremit'~ anteriore del secondo tube ~ uno seherma con cifre che si devon leggere per trasparenza; e la estremit'~ anteriore del primo tube ha un porta diafragmi di varie gran- dezze. Volgendo l' istrumento verso la sorgento luminosa, si gua r -

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63 da quells scherma dall' oculare del terzo tubs. e si mstton dia- fragmi via via pii~ piecoli fins a eho non si posson pitt leggere le cifre. Si nora il numero del diafragma, e psi si ripete la espe- rienza con un'ultra sorgente conosoiuta. I1 rapports inverso dei quadrati dei diametri dei diafragmi, ~ la misura eercata. Vi un dischetto di vetro, translucido, frail diafragma e lo scherma.

M. E. REYNIER. Sulla misura dells forze elettromotrici. Le forze elettromotrici dells coppio ad ur~ solo elettrolite, quells che ora nei trattati si dicono ad ~n sol liquids, sons variabili e sembrano dipendere d~lle dimensioni relative degli elettrodi, per cui rA. si b proposto di determinare per ogni eoppi a il va- lor massimo ed il valor minims possibile di tal forza. Per avers il valor massimo fa l'elettrode positivo con una superficie 300 volts quella dell' elettrode negativo, ridotto ad un tilo grosso tre millimetri; e viceversa per avers il valore minims. Con tall cop- pie 1' A. ha esperimentate diverse combiuazioni voltaiehe, ad uu solo elettrolite. Ci limitiamo al dato seguente.

Con 1000 volumi di acqua e 2 di acids solforieo monoidrato, e con zincs per elettrode negativo; se b zincs ordinario e l'elet- trode positivo b d i tame, si ha in volts 0,94 pel massimo, e 0,194 pel minims. Se lo zincs b amalgamato, si ha 1,072 pe[ mas- sims, e, 0,272 pel minims. Di liquidi, oltre l' aceennato, non ftl- rono esperimentats the dells soluzioni di cloruro di sodio, e di cloruro di zincs; e per molti easi non fu determinato il valor massimo.

M. PIERRE PICARD. ~]fetodo breve per la misura del la- voro generato od assorbito da una maechina dir~amoelettrica. L' A. fa uso dells statometro, appareechio da lui inventato, e she si compone di un manicotto da stringersi sull' albero od asss della macchina, e the b munito di un lungs braccio L equilibrato da un eontrappe~o, e di uu bacino per il peso P. ~l dunqus una disposizione simile a quetla del freno di Prony. Si manda nella maechina una corrente i intensa quanto si richieds per saturars gli induttori. L' anello tenderebbe a girare, ma sta in equilibrio mediante i pesi dells statometro.

Lo statometro b, in quests eondizioni, la immagine per- , fetta di un freno di Prony the fermerebbe completaments il

motors. La espressione del lavoro sar'~ la stessa:

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64 2,LPN

W = ~ - - 0 60

N ~ il numero dei giri per minute. W ~ zero perchb lo ~ N; ma noi possiamo far le operazioni sopprimeudo N, ed avremo la espressiono

~LP "30 "

Questa espressione b ottenuta con una corronte i, e dunquo per l'unit~ di corrente dovremo dividerla per it valore di i. I1 vaiore nLP[30.i b ehiamato dall' A. la costante statometrica K della maeehina. Quando poi la maeehina funzioner~, il lavoro sar~t espresso sempre da WfffiKIN, I ossendo la eorrente ed Nil numero dei giri realmente eseguiti al minute.

21. - - M. CAILLETET. Produzione di bassissime tempera- ture per mezzo di apparecchi con t inu i . - La rapidissima evapo- razione dell'etilene liqnido proiettato sopra il eorpo a raffred- darsi, non laseia tempo a quest' ultimo di mettersi in equilibrio

.di temperatura con 1' etilene stesso. Per evitare tal inconveniento l' A. ha an cilindro di aeeiaio, perfettamante ehiuso, e con entre uu serpentine di rame le di cui estremitk sporgono faori dat ci- lindro. L'etilene si fa espandero nel eilindro e sopra il serpenti- ne, per mezzo di una chiavetta speciale. Due tubi di rame pe- netrano nel oilindro; l' uno in eomunieaziono con la valvola di aspirazione di una pompa a stantufo di merenrio, la quale pub fare an vuoto quasi perfetto, e 1' altro tube ricers l' otilene com- presso dalla pompa, e lo rieonduee, raffreddato dal eloruro di motile, al disopra della chiavotta di espansione. Cosi si ha un cielo chiuso che si pub ripetere a piaeere. L' A. spera di ottenere cosi ossigene liquido in gran quantitY, ed altri interessanti re- sultati.

M. F. GRIVEAUX. gull' energia elettroehimiea della lute - - L' A. non fa ehe una descrizione in termini generali del sue ap- parecehio, perch~ le sue esperienze non sono terminate. Esso in luogo di misurar le eorrenti, misura le forzo elettromotricipro- dotte. Segue i[ metodo del potenziometro di Clark; come pila di confronto ha degl' elementi Latimer-Clark. Una pila Daniell serve pel circuito chiuso; e le pile sono nel ghiaccio in fusione per to-

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65 nerle a temperatura costante. Un elettrometro Lippmann nel cir- cairo della pila tbtochimica, serve per le misure. Un galvano- metro Ruhmkorfl b nel circuito della pila Latimer Clark. Lo due resistenzo il di cui rapporto deve dare il rapporto fra le forze elettromotriei, sono date da due reostati Poulliet a file di plata- no, e munro di scale divise in millimetri, con nonii. Le famine sono in argento pure; e per sensibilizzarle sono immerse, come elettrodi positivi, in una sohmione a un decimo di bromuro o di ioduro di potassio, staudo di fronte ad uaa lamina di platino della stessa estensione. La eorrento ~ data da un elemento Da- niell a soluzioni sature di solfato di rame, e di solfato di zinco,

filtrate. 22. M. MASCART. ~opra una bussola magnetica ad indu-

~ione. ~ E note l ' induzionometro di Weber per determinare la

inclinazione magnetica; ma era r A. per il medesimo scope, parte dal ratio che correnti indotte in un tale appareechio debbano esser hullo quando I' asse di rotazione ~ paralello ~lla direzione della forza m~gnbtica. Per seguire questo sue metodo il ~Iascart feee costruire un opportune apparecchio, che b facilmente traspor- tabile e che ha una precisione come qaella ottenibile da una Mona bussola di Brunner.

MARCEL DEPREZ. - - Sul sincronismo elettrico di due

moti relalivi, e della sun applicazione laer una nuova bussola

elettrica. - - Due corpi ruotano, ton differenti veloci~, at~orno ad uno stos~o as~e: trovare il mode di riprodurre il tor~ sposta- monte relative, a distanza eel in: un numero qualunque di punti diversi per volta., ottenendo un sinerouismo assoluto. Cib detto, r A. passa a descrivere come egli ha risoluto il q~esito, served- dosi di ~n ~nello Pacinotti posto come per I' ordinario ira i poli di un magneto, il quale per5 b mobile ease pure .attorno r asse dell' anelIo; e servendosi di un altro apparecekio chiamato com-

paratare anulare pure inveDtata dallo stesso autore, nel 1881. l~a di tale descrizCane, fat~a senza figure, gih f'aticosa e non fa- cile a inten~[erai, an s~=to non: surdbbe possibile.

E.-E. BLAVIER. ~tudia delle carrenti telluriche. ~ II Con- gresso 1881 d.'egl~i elettricisti aveva gi~t raeeom~ndato questo sis- clio, ehe f~ eseguito daWA. mereb alcune linee telegrafiche sot- terzanee di rceent~ eostruite dal~ ~overno. I resultati importanti

$erie 5. Vol. XV. 6

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66 ottenuti dali' A., souo ehe la direzione e la intensit{~ delle eor- renti telluriche dipendono soltanto dalla differenza di potenziale, fra i punti estremi del file conduttore ehe sono in comunicaziono

col suolo. Infatti, due fili, l' uno aereo e r altro sotterraneo die- doro gli stessi resultati, per gli stessi puuti seandagliati. Le cor- renti'secondarie dovute all' induzione, alle derivazioni ed alla elet- tricitk atmosferica, stante la lore breve durata non modificauo le

curve ottenute mediante apparecchi di registrazione fotografica. I,e eorreuti variano continuamente di sense e di intensit{t, ma fine ad era b dillicile lo scoprirci una legge; solo si vidde, ehe, per le linee che vanno dal Nord al Sud, dalle 9 ant. a mezzogior- no la corrente tellurica va dal Nord al Sud, ed ha un massimo

alle 10,30' ant. L' A. continua le esperienze. M. QUET. ~ozvra la induzione pro~t ta da lontano, da u~

sistema qualunque di piccoZe correnti piane di intensitd varia- bile. Solenoide s/'erico equiva~ente. - - E un seguito alle Memorie salla teoria dei fenomeni elettrodinamici, pubblieate dalr A. suc- cessivamente con sunti nei Conti resi. Questa'Nota, o sunto, b soltanto di calcolo, e non sarebbe possibile fame un altro sunto pih breve, perch~ lo sue formule si riferisoono ad altre dei sunti precedenti.

MM. E. BICHAT ed R. BLONDLOT. Misura della differen- za di potenziale degli strati elettrici che rieuoprono due li~uidi a contatto. - - Due vasi, X ed Y, contengono uno stesso liquido L e sono riuniti da un sifone. Gli elettrodi in platino P t e Pt Ioescano runo in X e r altro in Y, e Pi comuniea col settori (1,1), P, r settori (2,2) di uu elettrometro Thomson-Mascart. L' ago prende una posizione diversa da queUa zero dell' elettrometro, perehb generalmente le lamine Pj e P, non sono esattamente iden- tiche; ma si nora la divisione n della scala che corrisponde alia posizione nuova dell' ago.

Si leva quel sifone, e si mette un terzo vase z contenente un altro liquido L', e si unisce X con Z per mezzo di un sifone chiuso da una membrana, e pieno del liquido L. La differenza elettrica apparente, che indicheremo con L/L', fa si che r ago prende un' altra posizione di equilibrio. Intercaliamo era fra P~ ed i settori (1,1) una forza elettromotrice variabile e misurabile, perchb data da una derivazione del circuito di una pila; modifi-

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67 cando conveniefltemente tal forza potremo ricondurre r ago alla

precedents posizione indicata dalla divisions n, e quella forza ci indica il sense ed il valore di L/L'.

Ma prima di tufts convenne renders uguali fra lore i potsn- ziali degli strati di aria a contatto del liquids L nel vase Y, s del liquids L' del vase z. L' apparecchio adoperato dagl' autori a quest' ultimo scope b simile a quells a goccie, del Thompson per la elettrisitit atmosferica, e questa nora ne ha i disegni e la de- scrizione. In altra oecasione gli autori diranno i resultati otte- nut/.

M. W. di W. ABNEY. Lunghez~e d' onda dells strie A ed a.-- L'A. ha veduto chein una carta del Fidvez, dells spettro solare da C ad A, vi sons .dells discordanze fra i valori ottenuti da lui e quelli del Fidvez, e che molts strie da lui misurate non sons neppure indicate in quella carta. Sicsoms passer~t ancora qualchs tempo prima c h e l a carta a cui lavora l' A. insieme col profi Rowland sia pubblicata, c0si 1' A. pubblica o r a l e misure per di- verse strie del rosso e dell'infrarosso.

M. F. LARROQUE. Mierotermometro _~er la misura di pic- cole variazioni di tem~eratura. - - ~] ua termometro a versa- mento a scala corta. L' A. non lo descrive, ma dice di avern8 co- struiti con tubi capillari eosi fini e cilindrici, che con un ingran- dimento di 250 sembravano appena due terzi di millimetro. Essi possono valutare dells variazioni di un millesimo di grado.

23: M. J . -L . SORET. Sullo s~ettro di assorbimento del sangue nel violetto e nell' ultra violetto. L' A. ~copri git~ la stri- scia di assorbimento del sangue nel violetto (Arch. des Scien., de Gen~ve, 1878). Essa b distintissima col sangus diluito al mil- lesimo, e con una grossezza di 10 ram. Occupa la metk dell 'in- tervallo fra G ed H. Col sangue trattato all' ossido di carbonio, essa b spinta verso il rosso. Con la luce della scintilla di indu- zione, ed impiegando Io spettro ad oculare fiuorescente, si osser- vano pel sangue due nuove striscie di assorbimento ; l' una. in Cdl2 probabilments dovuta all' emoglobina, e r altra in C d 17 chs b quella della serina. L'A. d~ come esempi alcuni resultati nu- merici ottenuti con del sangue di boys defibrinato.

MM. E. BICHAT ed R. BLONDLOT. Misura della differenza di 2~otenziale di due slrali elettrici nel contatto di due liquidi. -

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68 G'li: m~tori indicano prima una semplificazione nel meto~o da lore impiegato, e qui pih sopra descritto, e poi i resultati ottenuti. Ci limitiamo ai seguenti esempi.

Per u~a soluzione di acido solforico a un 4ecimo in vo:lume, ed una sotuzione normale di solfato d'i soda, si ebbe . . . ~0,148 volt.

Per u:n~ soluzione di potassa, 100 gr. po~assa ~ 500' di ac- qua, ed una sol~i~one ' normale di solfato di soda, si ebbe: ..-F(~,154: vott.

Per una soluzione satura di solfato di rame, ed una soluble- ne normale di solfato di soda, non si ebbe nuUa.

M. LUCIEN LEVY. 3opra una esperienza del Desains; de. terminazione de?le costanti ott:iche di un cristallo. - - F, nota la bella esperienza del ~ Desains net dirigero ua fa~cio con.ice di raggi I.uminosi 8opra un cristallo birefrangente a faccie para'lelle, in mo- de eho 1' asse del cone sia normale alle faccie, e che ii cone con- verga in un punto dell~ faceia di entrata, kllora sopra uno scher- ma paralello alle faeeie si vec~ono due carve luminose, una c[r- colare e l' altra ovale, l~ note che i l ~ Desain~ diede nel sue trat- tato d[ flsica l' equazione approssimata, per la o~a'l:e'. Ora l'lkut~re dimostra che quest 'ult im~ ha duo ~ssi di simmetria, e dalla sua forma, con misure micrometriche d~ farsi sat~o scl~erma, ne de- duce i valori delle costanti' ottiche.

24~. ~I. F. LARROQUE. Osservazioni relative al mode di osservare le correntl telluriche. - L 'A . muove a~lctlni appunti alla Nora det Blavier qui pih sopra indicata, e dice cite si crede di operate con la terra come se'si trattasse di deri~are delle cor- renti di una pi[a. Senza aubbio, la terra- i~ percorsu da correnti, mu, egli d~ce, ~i ugualmente certo the la terra manifes~a in tutt i i punti della sua superfleie delle cariche statiche, per eui ua file conduttore pub non derivare ma esser egli cagion'e di .uaa cor- rente the prima non avr~ esistito. L' A. fa ancora alcun.i appun- ti, per gli errori che provengono dal mode col qu~le si stabili- scone i contatti d el file col suolo (').

25. ~I. ]KORISOT. Sulle misure dei calorici Slaecifici e delle c o n d u c i b i l i t d . - L' A. presenta delle nuove formute, dalle quali,

{1) Nolle Mcm. d ~ a ~ b c ~ Rut. & ~ 8denze~ 1867, i! Matteucci Btampb una Memo~Ta s,dle corre:~ti tellurict~ la quale non ~ forse nora ai sopra monzionati au- tori. R . F .

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69 mediante alcune determinazioni esperimentali, si possono avere quelle misure. Ma per intend~re chiaramente il metodo del- l' A. non :baste.rebbe la Nora, o~ia il non complete sunto, the era presenta all' Accademia, e converrobbe ri'farsi da uaa test soste- nuta dalr A. nel 1.882 davanti alia Facolt~ di Parigi.

26. M. E. DUCRETET. So~ra la graduazione (~lonnage) dei galvanometri. - - Le variazioni del campo magnetite, dovu~e sopratutto alle variazioni de! magnete direttore det ga~vanome- tro, rendono spesso necessa4~ia ta verificazione di quella gradua- zione. A .tale oggetto '1' A. trasforma, con rocchetti d.i file, ,ftuel magnete in un dettromagnete; e pot lo. magnetizza con delle Da- niell a grande superficie; ed ogni volta ehesi vuol far quella ve- rificazione si manda net rocchetti, duranh~ uno stesso tempo, quella stessa corrente.

27, h{. E.-E. BLAVIER. l~isposta alle osservazioni di -~L Larro~ue, relativame~tte alle correnti telluriche. ~ Lanota di M. Larroque ~ riferita brevemente qui pih sopra. Circa alle cariche statiche, il Blurter risponde che queste essendo aceideu- tall, e durando pochissimo, non possono infiuire sui resultati delle sue esperienze. Quanto ai contatti delle estremit~, delle linee col suolo, egli dice di aver adoperate delle masse di ferro che davan hogo a forze elettromotrici trascurabili. Quanto alla influenza della variabilit~ nella resistenza del suolo, fa osservare ~he do- veva esser nulla in un circuito la di cut resistenza to, ale era di 10000 Ohm.

M. S. WROBLEWSKI. Sulla temperatura delr ossigeno bol- lente, e sulla solidificaz.ione dell' azoto. - - A--136 ~ 1' idrogeno non si liquefY, neppure a 150 arm. o se allora si espando istan- taneamente nessuna nebbia si produce nei tube. Per liquofar l'i- drogeno la temperatura deve essere infer to.re alia minima cite si ha dail' etilene liquido bollento nel vuoto ; ma inveee dell' etileno si pub adoperare 1' ossigeno. L' A. ha gik fatto eouoseere all'Ac- cademia come si pub liquefare 1' ossigeno facilmente, e in quan- titk eonsiderevoli. Liquefatto in grail quanti$~ ed evaporate bru- scamente sopprimendo la pressione, 1' ossigeno non si solidifica come 1' acido carbonico, ma forma un residue cristallino immerse nell'ossigeno, e che seompare quando la temperatura aumenta. L'A. ~ incerto sequei cristalli son di ossigeno pure o se provengono

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70 da impuritk possibili. L'impiego dell' ossigeno b diflicile perchb convengono apparecehi di gran resistenza. L' A. non ottenne os- sigeno liquido alia pressione di una sola atmosfera; ed ha dovuto mettere i corpi da raffreddarsi in apparecchi pieni di ossigeno liquido, ed approfittarsi soltanto del freddo doll' ossigeno the bolle al cessar della pressione. Ma vib un serio pericolo di esplosione, ed ~ necessario tenere una maschera al viso. Con apparecchi ter- moelettrici, the non deserive, I'A. ottenne approssimativamente per quella temperatura --186 ~ centigradi. A questa temperatura, 1' azoto compresso ed esposto ad una debole espansione, si soli- difica, cade come neve, in cristalli di rimarchevoli dimensioni.

Journal de Phys ique 1883. ( Contlnuazione ).

H. PELLAT. Osservazioni relative ai doppi strati dettrici (').

Sia piana la superficie S di separazione dei duo corpi A e B; lungi da S in A e B i potenziali V, e V, sono oostanti ma diffe- renti. Nella regione di S il potenziale varia da V, a V, ma noa pub variare bruscamento, altrimenti si avrebbero forzo infinite, o lo lines di forza saranno retto normali ad S. So x ~ una lunghezza contata sopra una di quello linee, la forza agente nell' unitk di elettricitL e proveniente dalla elettricitb, libera sark espressa

dV d a - - - - dx '

dV Attraversando la regione in cui b S , - -d~- va aumentando

partendo da zero, e poi va diminuendo ritornando a zero. Dunque la arc

derivata di d'x non h costantemente nulla; e se p indica la den-

sitb, elettrica in un .punto qualunque si avrg

d' V --41rp == d x " '

poichb le due derivate del potenziale, relative agli altri due assi ortogonali, sono nulle. La densitk Z ha dunquo dalle due parti

(1) Vedi hell'ultimo tome de] N. Ci~wnto, p. 271, un sunto di un lavoro del Lippmann.

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71 di S dei valori positivi e negativi: cio~ vi ha doppio strafe elet- trice.

Per piil chiarezza, 1' A. fauna costruzione grafica, prendendo per asse delle x una linea retta normale ad S, ed indicando i po- tenziali in A e in B con due re,re paralelle alia x ad altezze proporzionali a u e V~. Ma queste due linee, rette fine a ehe son lungi sufficientemente da S, saranno in prossimitk dalla re- gione di S riunite cot lore estremi a e b da una linea eurva ehe presenter~ almeno un punto di inflessione I.

Sia un canaletto normale ad S, di sezione a e di luaghezza dx, la quantit/~ di elettricitk chevi b contenuta sar~

d'V G ~ .dx .

Indichiamo con x~ la ascissa corrispondente al punto di in-

C ) flessione, e con ~xx la derivata del potenziale in questo pun-

! to; si avr~

, fd,V (av

dV poich~ ~ ~ nulla alia superficie lungi dalla superficie S. Da cib

si vede che quanto pih ~ rapida la caduta del potenziale, quanto pih la tangente d' inflessione fa con le x un angolo vicino all'an- golo retto, e tanto pih q si avvicina all' infinite. Dunque net doppi strati devono essere enormi le quantith di elettricit~. Se malgrado

dV cib la forza ~ 1' equilibrio esiste, bisogua chevi sia un' altra

causa, non elettrica, che vi faccia equilibrio. Volta la attribui all' azione della materia sulla elettrieit~, e l 'h. inclina verso quella ipotesi, giudicando perb necessario che sia estremamente piccolo il raggio di attivit~ della materia sulla elettricit~. In prossimit~ di S, che separa sostanze eterogenee, la risultante delle azioni dei due corpi A e B pub non esser nulla, e per l'equili- brio pub esser necessaria una tale distribuzione della elettrioit~. L' Helmholtz ammise e sviluppb ]a ipotosi di Volta; o il Clau,~ius

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72 ne ammise la probabilitY; ma per spiegare il i enomeno Pel~ier cred~ necessario che una parte, minima, della forza elettrica fosse equilibrata dal calore.

M. A. ROSENSTIEHL. Definizione dei colori complemen- tari. - - D o p e diverse considerazioni sulle note esperienze, l' A. conclude c h e � 9 i eolori complementari sen quelli the mescolar ~, a due a due in proporzioni determinate, produoono il bianeo;

e che il fenomeno ~ dovuto all'organismo speciale dell'occhio ~). M. J. MAC]~ DE L]~PINAY. Teoria delle curve incolori n~i

cristalli a &be assi. - - E. Lommel pubblicb una teoria geaerale di tal genere di curve; ma era l ' h . fa vedere che nel 1876esso pervenne, con un calcolo pih semplice di quello del Lommel, agli stessi resultati.

)I. E. DEBRUN. s relais elettroca~)illare. - - La parte essenziale consiste in un tube di vetro semicapillare pieno di ac- qua acidula, e con dentro una lunga goccia di mercurio. Sta po- sate orizzentalmente sul giogo d i u n a specie di bilancia, e pub esser percorso da una corrente; perch~ le sue estremit~ sono sal- date ciascuna ad un tubicino di vetro, che scende verticalmente. Cosi b una specie di sifone che riunisce i liquidi di due vasi, che servono per trasmettere la corrente. Come ~ nota la bolla si muo- ver~ secondo la direziene della corrente, e facendo inclinare quel giogo, potl"~t aprire o chiudere un circuito.

M. F. GRIVEAUX. Dimostrazione esperimentale delhi diversa veZocitA di propagazione de~ suono ~ei gas e nei s o l i d i . - Per descriv, ere tutti) l'apparecchio ci vorrebbe ana figura; ma limi- tiamoei all' essenziale, the il rest~ ogni iasegnante 1o potri~ fare da s~ per la lezione. Si ha un tube di vetro chiu6o da una parte con una membrana, e si ha un regolo di abete lunge quanto il tube. Son posti orizzontalmente, vicini con due estremit~, e lon- tani di u r poco con le altre due, formando un V. Poi si ha un galvanometro ed una pila, uniti fra lore con un sistema di fili, serrafili e mollo prementi.per chiudero circuiti, e tale che so una pressione si esercita in un .date punto a, prima che in un altro punto 5, o viceversa, il galvanometro .che prima sta a zero, de- via da una parte o dall' altra. Su quei due punti a, e 5 toccano, senza pressione le estremitk libere di quel V, talch~ se con un piccolo tamburo si suona vici.no alia punta de[ V, 1' ago devia

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73 mostrando chc ]a velocit~ b maggie,re nel regolo di abete the nel tube pieao di aria.

M. 8. LEMSTROM. Esperienze su!l' aurora boreale in Lap- p o n i a . - Nel Novembro 1871 in Lapponia, sul retries deI Luo- smavaara, 170 m. al disopra del lago di Enare, e sopra un alto pale di legno, I'A. collocb una corona farts con punte fine di tame disposte vorticalmente all'interne di un anello di file di tame, che lo riuniva metallicamen.te. Un file di rame mettova la corona in comunicazione con un galvanometro distante 4 kilom., mentre 1' altro cape del galvanometro eomunicava con un platino amolta profondit,t nol suolo. Nel' 27 Novombre si mostrb un'au- rora polare che comincib con un solo raggio diritto so~ra il ~zon- to, e che allo spettroscopio mostrava la solita stria giallo-verda- stra. Dalle osservazioni fatte doll' A. non rimane aleun dubbio che quel raggio sis state prodotto da quollo stesso apparecchio; talchb 1' A. conclude che l 'aurora polare b un fonomeno elettri- co; cosa che si sa ma eke dirottamente cosi non fu ancora dime- strata; e che 1' aurora polare pub esscrc prodotta facilitando 1' ef- flusso della elettricit'~ atmosfcrica verso la terra.

M. GOUY. Apparecchio sintetico per la doppia refrazione eircolare. ~ ~ formate da tante lamino a faccie paralelle taglia- te in un eristallo ad un asse, parallolamento all'asse, sottili e di ugual grossozza, corrispondente ad una differenza di cammino di mezz'onda, o di un numero ~mpari di mezzo ondo, fro il raggio ordinario o !o straordinario, per la luco del sodio e per la inr denza normale. Sono rettangolaxi, uguali, langho o strotto, e po.i messe 1' una accauto all'altra, coi lore lati piil lunghi paralelli, sopra uu piano come quando si f a u n pavimento con assicelle di legno. I1 lore insieme sta incollato col balsamo del Canads fro duo lamine di vetro a faccie paralelle. Nella prima A di queUe laminet~, la direzione della sezione principale pub essere arbi- traria, ma poi in ognuna dello lam~ne B, C, D...; la sez[one prin- cipale dove fare con la seziono principale della lamiaetta preee- dente un angolo costante, tanto per il sense ehe per la grandez- za, e dal quale dipendono le proprietlt dell' apparecchio. Final- monte vi si sovrappone una lamina mezz'-onda. In un esemplare dell'apparecchio, si avevan 16 laminette di quarzo paralello al- l'asse, di tre mezzo onde pel sodio; e messe accanto l 'una at

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74 1' altra, come si disse, formavano una larghezza di 15m| L' an- golo fra le loro sezioni prineipali era un ottavo di ~r.

Mettiamo questa specie di reticolo trasparentissimo davanti all' obbiettivo di un piccolo cannocchiale, guardando un punts luminoso lontano, facendo uso della lute del sodio, o di un ve- tro aranciato; s la luce non sin polarizzata. Vedremo nel camps due immagini del punts luminoso, A s B, in una linen normale alia direzione delle laminette del reticolo, e saranno uguali. Ve- diamo anche dells immagini deboli, secondarie, the sons dovuts a difetti di costruzione, the si possono evitare molto. A e B so- no ben nettc, sopportauo for~i ~ ingrandimsnti; e 1' A. mediante alcune misure the per brevit~t tralasciamo, dimostra the tutte le laminette conoorrono a formarle.

Si pub verificare che il punts C, di mezzo fra A e B, b il luogo ore sarebbe la immagine dei punts lontano osservato, se il reticolo non esistesse. Per es. le laminette t r e -mezze-onde , per il giallo aranciato, valgono sensibilmente tre onde tatters per 1' indaco ed il violetto, e in quests caso tufts b come in uu mezzo isotropo. Infatti allora cot raggi violetti, si reds una sola imma- gins, in (3.

Se si guardano A e B ponendosi all' occhio un nicol, non si vedono variazioni di intensit~ girando 1' analizzatore; ma se si pone fra 1' oculars e il nicol una lamina quarto d' onda, la di cut sezione principals faccia 45' con quella del nicol, una dells im- magini sparisce, e si vede il punts luminoso come se non vi fosse il reticolo. Se dopo la lamina quarto d' onda resta immobile, e si gira il nicol di 90 ~ la immagine the si estinss ricompare, s l'al- tra si estingue. Dunque le due immagini, sons polarizzats circo- larmente, l' una destrorsum, e 1' altra sinistrorsum.

Con la luce polarizzata rettilineamente, A s B son0 uguali; e se b polarizzata el i t t icaments le due immagini sons ineguali. Se b polarizzata c ircolarmente, una dells immagini sparisee, la restante b polarizzata come la lute incidents, e la sun posizione b a seconda c h e l a luce incidents ~ destrorsum o sinistrorsum. Tall sons ls principali esperienze e considerazioni contenute nella Nora del Oouy.

Si pub concluders, the quests retioolo riproduce completa- ~ente gli effetti del triprisma del Fresnel.

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~5 M. CH. CLAVER[E. Elettrometro capillare or,lazontale.

un tubs verticale V, di vetro con mercurio, e largo circa mez- zo eentimetro, e nel fondo ha saldato an tubs capillare, largo un millimetro. Quest' ultimo, dopo esser disceso verticalmonto di uno o due centimetri, si piega e risale pure dritto vertiealmen- re, fine ad un' altezza circa uguale a quella del mezzo del tube pih largo, e poi si piega un' altra volta ma orizzontalments, in linea retta. Finalmente. piegandosi ancora, finisce per immergero la sua estremit~ nell' acqua acidula di una piceola provetta, aper- ta, con mercurio nel sue rondo, attraverso il quale passa un file di platino per le comunicazioni col msrcurio. II tube V ha pure il sue file di platino. La parts orizzontale del tube capillare ha usa divisions in millimetri. I1 tutto b sopra una tavoletta a viti calanti, e si prepara come il note elettrometro del Lippmann. L'A. dimostra che con questa nuova forma si pub con le viti calanti, regolare l' elettrometro in mode, di fargli acquistars una data sensibilit~ determinata.

M. A. BERTIN. Nora sulle frangie dells lamine cristalliz. ~ate uniasse, e so~ra la lore proiezione con la luce monocroma-

tica. ~ Alcune di quests frangio sons ordinariamente neglette dagli studiosi, sia per la complicazions del calcolo, sin perchb non si redone con la luce ordinaria; e sons le frangie dells In- mine oblique all' asse. Lo scope di questa Nora, non breve, b d i mostrare che quel calcolo pub molto semplifiearsi e introdursi nell' insegnamento; o the quells frangie non solo sons facilmente osservabili, ma the si possono anchs proiettare con la lute mo- nocromatica. X.

Sb%'TI per ANNIBALE STEFANINL

Ann. der Phy. und. Chem. yon G. Wied. XXI, 1884. N o I e 2.

O. FR()LICH. Misure del calor solare. - - II metodo dells ricerche consists nel misurare, con la pila termoelettrica gi~t ado- perata nelle esperienze~ sulla temperatura dells spazio ec. (Pogg.

Ann. Ergsbd. 8. 1877), e con un galvanometro astatir a spec- ohio, il calor solare cho giunge sulla terra, ad altezze diverse del sole, e nel dedurae la quantit~ di calore che giungerebbe sulla terra se l 'atmosfera non esistesss. Per ridurre in misura

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76 assoluta le indicazi.oni delia pila termoelettrica, furono adoprate superfici di potere emissivo costante, scaldato a 100~ !'erroro delle misure era al 1)lit di 1 per ~

[ resultati delle esperienze mostrano che anche quando il eielo b serene l' assorbimento dell' atmosfera pub esser molto di- verse, e the il calor solare non b costa~te, ma presenta inveee notevo]i diminuzioni in corrispondenza degli aumenti nelle mac- ehio solar/.

A. W. VELTEN. I1 eal~rico speeifico dell' acqua. - - Ricer- che fatte col metodo dei miscugli e della fusione del ghiascio,

portano l'A. a eonoludere the il ealorir Bpsoifico medio deIl'ac- qua ha un massimo ~fra 0 e 7~ fra 7,31 e 10%87 diviene del 3 '/s per ~ h minore; fra 15 e 20 ~ ha un altro massimo, verso 40 ~ ha un minimo; da 40o fine a 100 torna a crescere, ma re- stando sempre inferio:re al massimo che ha fra 0 e 7,,3!.

La for:mu!a dedotta dalle +osservazioni di 4 ~diversi sperimen- tatori, e ehe di~ il calorico speeifico medio dell' acquafra le tem- perature t e T (sscluse quelle inferiori a .18~ ~., secondo i l Velten:

-~ ~ (T' § t') (T § t) c~,t ~ 1 § (T § t) -I- (T" -+- T t § P) -t-~

e v e

2 - - 0,0007312756 ~§ 7 - - 0,00000002679

Le :temperature, nelle esperienze esegnite, furon misurate col tormometro ad aria. Le determinazioni dell 'A, oonc~rdano con quelle del Regnault.

E. PIRANI. Sulla polarizzazione galvanica. - - L' A. rias- sume una sua Memoria (Berliao 1883) nella quale ricerca ss la natura ehimica degli elettrodi abbia influenza sulr andamento della pol~rizzazions.

I1 valore della polarizzazione era misurato a corrente pri- maria ch.iusa; il metodo adoperato differisce percib da quelli pre- cede~ti nei quali con :interruttori pih o meno adattati si misu- rava il valore della polarizzazione in un solo istante. L' elettro- lita adoperato era aoqua aoidulata dsbolmente con acido aolfori- co. I resultati di molts ricerche sono i seguenti:

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77 Nelle condizioni ordinarie la. polarizzazione dipenda dalla

nature degli elettrodi. Tal dipendenza si h:a sia nei vaiori a cor-

rente chiesa, sia nel decremen~ dope 1' ~pert~ra; sussiste anche seil liquido ~ scaldato. Talch~ non si pub attribuire alla forma- zione di H~O~ o di ozoBOi e non cessa adoprando per anode .del palladia seturo ~'idrogeno che assorba l'ossigeno the si rende liberO. La separaziona degli elettrodi e 1' impedimenta opposto. alla diffusions intorna dei gas elettrolitici, non toglia quel]a d:~ pendenza, che sussiste anche separa~do gli etettrodi con un vase' nel quale si trovi del liquido bolleute. Non si ha nesSuna varia- zione col difendere 1' elettrolita daWaria atmosferica med:.ian~ il benzalo, e delte misure fa~t~ a complets esclUsione dell'aria e asportanda continuamente i gas elet~ralitici, mostrano ssmpre una dipand~enza, daHa natura ~egli elettrodi.

Paragonando i propri re~ultati con quelli degli sparimenta- tari che l' hanna preceduto, 1' ~,. ~ condotto a considerara anche la questioaa delle pile incostanti.

W. HITTORF. S~lla conducibilitg elettrica dei gas. -- Di quests ricarche sar~ data canto quando ne sar~ ultimata la pub- bticaziona.

A. OBERBECK. Bulls oscillazioni elettriche, e s:pecialmente sulla polarizzazione che esse producono (4 ~ Memoria). ~ Per in- terpretare i resultati della esperienze che il sig. R. Falck, in se- guito, alle precedenti r~cerche 01ell: A. esegui sulla polarizzaziono di 6 metalli mediante idrogeno da una parle, e ossigeno, clare, brainy e ladle dall' altra, 1' Oberbeck espone nuovamente le teo- ria del metodo segaito da e s soe ~a~ sig. Falck, indipeadente- menta peral~r~ d~ll' ipotesi dal Kohl:rausch eke fu ammessa nei tavori precedentS, e c h e consistava nel ritenere che ta polarizza- zione del~le l~stro met~llich~ fosse proporzionale alla densit~ do- gli strati gasosi deposti su di esse, o al:la quanti~ di elettri~it~ the ne he attraversa~o F unit~ dl superficie, parch~ tale ipotesi vale soltanto per strati gasosi inflnitesimi.

L' A. trae della co nsegue~ze che rigua~d~no il valor limits della pol~rizzazione par ~epositi molto sottili. Ne resu]~ta che gli elettradi polarizzati non si pussoa considerate come con~lensato~i di catmcit~ costante. ~ Secondo ii Blandlot la Cal~acit~ limito per c~riche infini~esime (capacit~ iniziale) do.vrebbe essere indi-

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78 pendente dalla natura del liquids; ma pare che cib non sin osatto. Dai valori della capaeit~ iniziale si trova che lo spessero del doppio strato elettrico al contatto fra installs e liquids varia molto col metallo, epoco col liquids. P. es. pel nichel esso '/~6~oo ram., e per l'argento Ih,o~oor ram.

A. TOEPLER. Determinazione dell' intensitd orizzontale del magnetisms terrestre con l' use della b i l a n e i a . - Nel mezzo del giogo di una bilancia sensibile b fisso un magnete, la proieziono del cui asse sul piano di oscillazione della bilaneia fa un angels a celia normale al giogo oondotta in quel piano. Si disponga il piano di oscillazione nel meridians magnetics, o i duo piatti es- sends carichi dei pesi Q, o Q0 il giogo sia inclinato dell' angels y. Si ruoti la bilancia di 180 e, e msdiante i pesi Qo o Q, si rioon- duca l'inclinazione del giogo ad osser dinuovo ~,; ailora se il magneto ~ nel piano di oscillaziono e a b picoolissimo, dallo oqua- zioni generali doll'equilibrio della bilanoia nei due oasi si de- duce con grands approssimazione

1 H ~ ~ ,~ ( q , - Q , ) I

eve H b la components orizzontale, M il memento magnetics, ed l la lunghezza del braccio cui sons stati appiicati i pesi Q, e Q~ suecossivamente.

Ponendo il piano d' oscillazione nolla direzione Est-Ovest, la bilanzia b soggetta alls variazioni della declinazione, e pub mi- surarle.

Come col metodo bifilare proposto dal Kohlrausch, ancho con la bilancia dol Toepler b possibile detorminare contsmpora- neamente il prodotto e il quoziente dells quantit~ H s M.

Ls esperienze dell' A. per la determinaziono di H, quantun- que non potuto eseguiro neUe condizioni pih adattate, hanno date resultati assai sodisfacenti.

W. VON BEZOLD. Sulla dipendenza fra la temperatura di u~ file incandescenie e la com~osizione della lsee she esso emet- te. ~ Un file di platino posts orizzontalmente nella punta della fiamma di un bruciatore Bunsen presenta nel mezzo una porzio- ne incandescente bianca, alle cui patti stanno porzioni rosso via via meno luminose. Se si osserva il file mediante un prisma con lo spigolo rifrangente orizzontale, si ha uno spettro simile a

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79 quello dovuto a una fiamma triangolare cho avesse la bane rossa e i l vertice violetto. Se i l file si abbassa in mode che una por- zione ne entri nella parte meno calorifica della fiamma, Io spet- tro h simile a quello di una fiamma the avesse una base rossa molto estesa e duo vertici violetti.

L'esperienza pub servire a dimostrare assai semplicemente il fatto gii~ note che i raggi che sono ultra rossi per intensit~ calorifica moderata, diventano visibili con 1' aum ento della tem- peratura.

E. KETTELER. Sulla critica del sig. F o i g t . - L' A. replica alle osservazioni che il Voigt, ( Wied. Ann. 1883) fece alle di lai teorie della luoe e della doppia refrazione.

S. CZAPSKI. Sulla variabili~ termiea deZla [brza clettro- motrice delle coppie galvaniche e sulla sua relazione con l" ener- gin libera delle m e d e s i m e . - Da considerazioni teoriche e da esperienze speciali, Braun e Wright furono condotti a concludere esservi delle pile nelle quail la forza elettromotrice ~ minore, al- tre nelle quali ~ maggiore di queila che sarebbo indieata dalle variazioni dell' energia chimica che la determinano.

L' Helmholtz ha stabilito teoricamonte cho quelle pile che non trasformano tutto il lavoro chimico in corrente devono avere una forza elettromotrice decrescente all' aumentare della temperatura; e inversamente, quelle che eseguiscono del lavoro a spese di ann parte della propria quantit~ di calore, devono avere una forza elettromotrice decrescente colla temperatura.

Scope dell'A, i~ state di verificare questa proposizione. Le esperienze furon fatte misurando col metodo di compensazione del Du Bets Reymond la forza elettromotrice di diverse pile non polarizzabili, come per es. di quella formata con Zn nel Za Cls, e Ag nel Ag C1, determinando la difforenza frai l lavoro della cor- rent.e e quello equivalente al calore svelte nella p'ila dai processi chimici, o paragonandola col valore dedotto teoricamente per tal differenza.

Per la mancanza di cognizioni esatte sulla termochimica, i resultati ottenuti non hanno potuto dare una dimostrazione quantitativa del teorema accennato; ma tutte le esperienze ese- guite hanno mostrato che la differenza osservata ~ sempre nel

sense indicate dalla ,teoria.

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8() J. KOLLERT. 8u t coutegno elettrico delle fia~nme. - - Ad un

bruciatore Bunuen- po~vano ada~tarsi, nella parte cho i~ ia im- mediate eontatto colla flamma, degli anelli di metalli diversi, come Pt, Zn, Cu, Sa, Fe, ecc. Ponendo nella fiamma una spiralo piana fatta con file di platino, o unita con l'anello del bruciatore, I'A. ha osservato the la spirate ha il carattero del polo positive e 1' anello del polo negative di una pila comune. Lo forze elettromo- trici di queste combinazioni, misurate co~ an elettrometro ttaB- kel reso sensibilo ad '/8o di Daniell, variano da 0.35 a 1,70 D.

Tall forze elettromotrici dipendono dalla posizioae che la spi- ralo ha nella fiamma, sia per i'altezza, sia rispetto all'asse, o sembra cho esso non sian~ dovute ad azioni termoelettriche.

F. FUCHS. S~ u~ ~etodo di compensazione p e r de terminare

la res is te~za di s i lo non ~olarizzabil i . ~ Il me,ode comiste ne[ riunire da@pr~ma i~ uno stesso circuito la pila data E coa una p~la A compens.atMco di 1 o pih elementi Bunsen, col poll eon- trari opposti, e, prosi in questo circuito due puati a, b che com- prendono fra lore la pila E e ai quail faano cape i reofori di un galvanometro, nel determinate 1~ lunghezza bd di. un file di pla- tino che fa parte del circui,to di: A, in mode cho i punti a e b siano a]lo stesso potenziale. Fatto cib. medi~nte un commatatore a 6 pozzotti (Wipl~e)si uniscono fra lore i puati a e b, lasei~ndo il galvanometro net circuito di E. I1 commutatore ~ disposto ia mode che era le duo pile vengoao ad avere opposti i lore poll uguali. Facendo soorrere l'e~trem.it~ rimasta 5hera det circuito del g~lvanometro sul. file di platino b d, si determina su questo un, panto ~ che sia allo stesso:potenzialo di b. La resistenza e[el tratto b c d e l file di pl~tiao ~ uguale allora a queHo ~lella coppia da~a e tied fili. che nella prinm disposizione del. ciremito univano i suoi poll ai puati a e b.

E. BUDDE~ ~%lla tearia dellv ]br,~ termoelettriche. ~ Duo toorie cercano di spiegare l' origine delle forzo tormoelettrich~. La pih antica, esposta da Clausius, le considera come fenomeni di contatt, o fra sostanze di costi~uzion~ diversa, s~pponendo che due patti di u.no stesso c orpo sien costituite diversamente a tempe- rature diverse, La l~ih recente, dovuta a Kohlrausch suppone tall forze dovute alle relazioni fra calore ed elettrir in uno ste.~so metallo. Kohlrausch osserva che la differenza di potenzialo ia

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81 due punti, cho si trovano a temperature diverse, di un condut- tore omogeneo, e ia differeuza del caloro svelte da una corrento che passa in un conduttore disugualmente riscaldato, a seconda del sense della corrente, sono spiegabili soltanto colla sun teoria. L'A. invece dimostra che quei fatti si spiegano benissimo con la teoria del Clausius, e che invece non si spiegano con quells del Kohlrausch se non ammettendo che ]a leggo di Avonarius e Tait sia gius~a in qualunque intorvallo di temperatura. L'esperienza non ha ancora deciso so tal legge valga per qualunque tempera- tura: ma'all 'A, cib sembra inverosimile a motive dello profondo modificazioni cho alcuni metalli subiscono per forti riscaldamonti o raffreddamenti. Anche astraendo da cib pare cho la teoria di Kohlrausch sia in contradizione con le leggi delia termodinamica, e da tutto questo il Budde conclude che essa debba abbandonarsi per tornare a quella di Clausius, cho spiega benissimo tutti i fatti conosciuti.

H. LORBERG. Sulla espansione elettrica dei condensatori. Le esperienze fatte dal Quincke saw espansione elettrica di con- densatori di vetro, sferici e cilindrici, furoa confrontate con la teoria da Quincke stesso a da Boltzmann, e fra 1' esperienza e la teoria furoa trovate grandissime diff~reaze non spiegabili nep- pure con la grande incertezza nei valori adoperati per le costanti che entrano nelle formule. Tall divergeaze non infirmaao per5 la teoria che di quel fenomeao dettero Helmol~z e Korteweg, per- chb alia costante di dielettricitd il Quincke ha attribuito un si- gnificato non giusto; per di pih sono state traseurate le forze interne; e non ~ permesso adoprare, come ha fatto il Quincke, senza convenienti modificazioni le formule del Lam~. - - L' A. inoltre, per diseutere le osservazioni del Quincke, col metodo impiegato da Helmoltz deduce le espressioai gen.eralizzate del Korteweg per le pressioni elettriche the agiscono in un dielettrico.

B. WEINSTEIN. Sal calcolo del potenziale di rocchetti. In questo lavoro I'A. espone: le equazioni differenziali generali per l'energia potenziale di un campo magnetico su un rocchetto, specialmente per quella reciproca fra due rocchetti; nuove for- mule per il potenziale mutuo di due correnti cireolari coassiali; una critica delle formule date dal Maxwell pel potenziale di un rocchetto su se stesso, indicando come tall formule devon modifi-

~rie $. Wo|. XF. 7

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82 earsi, e acconnando quali sono le dimensioni da preferirsi pei rocohetti quando se ne voglia calcolare piil sieuramente il poten- ziale; finalmente ospone il calcolo numerico pel potenziale su so stessi dei rocohetti adoperati dall'Associazione Britannica e da H. Weber nella determinazione dell' Ohm.

A. v. WALTENHOFEN. Esperimento istruttivo che ~ud far- si con le pile tsrn~oelettriehe nor~ simmetriche. ~ So per finn pila termoelettrica quahmque si fa passare per qualche tempo la eorrente di usa pila idroelettrica, (corrente di eariea) si osserva the eessata questa la pila db, luogo ad una corrente di scarica, the pub chiamarsi corrente Peltier. So si esperimenta con usa pila termoelettriea nella quale le saldature non sieno tutte idea- tithe fra lore, ma tall ehe offrano una resistenza alternativamea- to maggiore e minore al passaggio della corrente, come aecade p. es. nella pila di No~, la corrente Peltier segue leggi diverse a seconda della direzione ehe ha la eorrente di carica. Se questa va dalle saldature pih resistenti alle meno resistenti, la corrente Peltier ha dirozione oostanteme.nte contraria a quella di carica e cresce in intensit~ con essa; nel case opposto inveco la corrente Peltier dapprima h opposta a queUa di cation,, poi si annulla e cambia direzione.

C. CHRISTIANSEN. Sull' emissione del calore dalle su~er-

l~ci nan plane. ~ Un cube di ottone ha piano la faccia inferiore e quella superioro, nella quale b uu fore eve si pub introdurro un termometro. Delle aktro faecio una b piana essa pure; una eon- siste in 8 piani uguali ebe si ineontrano ad angolo retto; usa ha 121 fori conici del diametro di era. 0,4 e profondi era: 0,4, in mode ehe i fori oceu:pano la quarta parte della faecia; l 'ultima consiste i~n una porzione pinna the ~ r ottava parte di tutta la facci~, e in 14 piaui, 7 dei quali sono normali alla faeeia del cu- be, e 7 inclinati a 45 ~ II cube b argentato e brunito, ad ecee- zione dei fori. Dalle rieerche fatte con queeto cube, scaldato con fiamma a spirito per impedire la formazione del solfaro d'ar- gento, zesulta the la forma della superficie ha grandissima in-

fluenza sul potere emissivo. A. TSCHIRCH. 1~icerche sulla clorofilla. -- L' A. descriw

gli spettri ottenuti con la clorofilla pura e con alcuni suoi derivati. W. HOLTZ. Esperienza da le~ione per dimostrarc cl~e la

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velocitd di rotazione cresee coU' avvicinan~e~to delle masge ruo-

tanti al l 'asse. ~ Due asticelle di legno, che portano ciasduna una sfera metallica ad una estremit~t, sono imperuiate fra lore a forma di forbiei e sono at~accato pel punto d'imperniamento ad un lunge file. Lo due asticello si tengono aporte di circa 45 ~ mediante un file cho resta teso verticalmente now angolo effuse. Se si fa ruotare lentamente il sistema attorno at file di sospen- sione, basra bruciare il file the tiene aperte le due asticelle, per vedere aumentare la velocit~t di rotazione. Resta cosi dimastrato un teorema che b importantissimo nella Cosmogonia di Laplace.

Ph i losophica l Mag. 5, serie, vol. 17, n. 103. Gennaio 1884.

J. LARMOR. l nduz ione elettromagnetica in s trat i superf i-

ciali e in corpi solidi conduttori. - - Oggetto prineipale delle so- luzioni ottenute d~ll'A, b quello di esaminare le proprietk di cib che si pub ehiamare uno schermaglio olettromaguetico.

So una lastra conduttrice b in vicinanza di un sistema ma- gnetico, l' effetto di una variazione nel sistema sark, per la leggo di Lenz, d'indurre nelta lastra tall correntf da impodire ogni cangiamento nelle linee di forza the tagliano la lastra stessa. 8o le variazioni del sistema magnetico sono di carattere alternante, con periodo abbastanza piccolo da compioro un ciclo di cangia- menti prima the le correnti indicate diminuiscano sensibilmente, il eonduttore agirk da schermaglio olettromagnetico.

Partendo priucipalmen~o dal significato fisico delle quantitl considerate, l' A. trova analiticamente che una lastra conduttrice ruotante rapidamente difende il sue interne da ogni azione ma- gnetica che non sin simmetrica attorno all' asse di rotazione. In questo-caso, co nsiderata come un eorpo ruotante, rientra anche la terra, per la quale 1' atmosfera funziona da involucre coudut- tore dell' elettricit~. Per uno strato sferico la cui coaducibilit~ varia con ta legge di Ohm, 1' azione protettrice dipends dalla ve- locit~ angolare moltiplicata per il rapporto f ra i l raggio e la ro- sistenza dello strato; talchb il difetto della conducibilitk del- l'atmostera pub esser compensate dalla grandezza del raggio.

L' A. d~ po i l ' espressione del memento magnetite di una sfera o di uno strato sferico di ramo, ruotante in un campo ma- gnetico, il valore della forza necessaria a produrre la rota-

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84 zione, e i l rapporto dello smorzamento delle oscillazioni di tall corpi.

Mostra finalmente come, trasourando 1' azione mutua delle correnti indotte, possano ottenersi delle soluzioni pel caso di un disco circolare ruotante la cui conducibilit~ non h troppo grande.

J. W. CLARK. ~ulla purificazione del mercurio cor~ la di-

stillazioue nel vuoto. - - Prima di distillarlo i~ utile filtrate il mercurio mediante un cone di carta da scrivere, con un sottilis- simo fore nel vertice, e di separarae, con i soliti mezzi chimici,

] lo ziaco e il piombo che potesse contenere; perch~ ~ di

piombo riduce da 67 a 55 la quantit~ di mercurio che distilla in un date tempo. Ore, iridio, argento, tame, stagno, nichelio, cadmio e aL'senico non inflaiscono suUa rapidit~ della distilla- zione.

L'apparecchio proposto dall' A. differisce da quelli comune- mente adoprati in cib ehe il mercurio ~ distillate con esso nel vuoto, alia temperatura di 180 a 200", da un serbatojo mobile (della forma di un regolatore costante di IL'ello), l' aizarsi del quale riempie di mercurio il distillatore, e cosi non ~ necessario 1' use di una pompa Sprengel. I1 serbatoio pub riempirsi di met- curio senza interrompere la distillazione.

Con r apparecchio descritto dall' A. si posson distillate circa 900 gr. di mercurio all' era, e con semplici modificazioni potreb- bero distillarsi altri metalli come zinco, magnesio, cadmio, ar- senico ec.

R. H. M. BOSANQUET. Su un galva~wmetro assoluto. - - una bussola delle tangenti proposta per misurare le forze elet-

tromotrici in volts, senza ricorrere al confrouto con le pile-cam- pious Daniel o Latimer C]ark - - La bussola ha l 'anello di uu metro precise di circonferenza, e sul quale il file fa'100 girl. Occorre, per usarla, misurare la componente orizzontale del ma- gnetismo terrestre, le dimensioni e la resistenza del circuito.

Da misure fatte con essa su una pila di 9 elementi Daniell, resulta che ammettendo per r unit~ B. A. di resistenza il valore 0,987 Ohms, la forza elettromotrice di 1 Daniell ~ 1,114 volts.

Prof. TAIT. L a Topologia di Listing. - - E della Scienza

d~lla situaziwne, cio~ di quelle relazioni di posizione che sono

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$5 indipendenti da ogni idea di misura o di grandezza, the si oc- cupa il prof. Tait nel richiamare gli studi del Listing. L'esem- pio the meglio di ogni altro serve a dar l ' idea di cib che ~ la Topologia, i~ quello delle configurazioni che si posson formate annodando comunque un filo indefinito. Le varie patti del nodo, per quanto si varino di grandezza, conserva~to sempre, quanto alia reciproea situazione, propriet'~ definite e earatteristiehe.

La Topologia trova applieazione nella Fillotassi, ea l l a so- luziono di alcuni interessanti probiemi. Con essa il teorema eli E.ulero sui poliedri pub essere illustrato e generalizzato.

F. J. SMITH. Una nuova forma di cilindro per U integra- tore a disco e a cilindro. - - L' innovazione proposta ha per seo- po di eliminare alcuni difetti ehe si riseontrano negli apparec- chi usati per registrare i resultati in un ergometro, o nell' indi- eatore della tensione del vapore di Ashton e Storey. Per la teo- ria dell' integratore vedasi (( J. Weisbaeh: Mechanics of Engi- neering y,.

J. TYNDALL. Sugli archibaleni. - - L' A. deserive un feno- meno osservato sulle Alpi, una sera oscurissima e nebbiosa, aprendo la porta della sua Villa. Egli vido 1' ombra della pro- pria persona, prodotta dal lume situato nel eorridoio, proiettata sulla nebbia, e molto al di li~ della regione illuminata si pre- sentb un areo luminoso il cui eentro eoineidova con la posizione della testa. L' areo non apparve colorato.

Questo fenomeno fu poi riprodotto proiettando artificialmento nell' aria di una stanza oscura un getto di vapor acqueo, in too- do da ottenere una nebbia analoga a quella delle Alpi, e fu ri- conosciuto che si trattava di un vero e proprio arcobaleno, colo- rato, e accompagnato dall' arco secondario col colori invertiti.

Anche le nebbie ottenute con vapori di altri liquidi produ- cono gli stessi effetti. I1 pih bell 'arco ~ fornito dai vapori di trementina e di petrolio. L' ampiezza dell' arco dipende dalla re- ffangibilit~ dei l i q u i d i - Miscugli di liquidi danno archi di- versi - - La luce di tall archi ~ polarizzata.

Con luce elettrica o colin luee Drummond, si hanno effetti bellissimi e arehi sopranuumerari.

G. QUINCKE. 5'~l cangiamento del volume e del~ indice di refrazione dei fluidi, prodotto da pressioni idrostatiche.- Par-

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S6 tendo dall'ipotesi della costanza del potere refrangente specifico, o della cosi detta costante di refrazione, la eompressibilifft dei fluidi pub esser ealcolata dalle osservazioni fatte sulle variazioni del numero deUe righe d' intorferenza dovute alle variazioni della pressione cui i fluidi son soggetti.

Se n b r indice di refrazione, ~ la densit~t di un fluido, se- condo la legge di Gladstone dovrebbe esser costante la terra- ,lone specifics, ciob :

1 ) n- -1 == cos~ante ," q

secondo Jamin dovrebbe esser costante il lootere ret~'angeute spe- cifico, ossia

2) n ' - - I ~ costante Q

e secondo H. A. Lorentz e L. Lorenz dovL'ebbe a vere tal pro- priet~ la costante di refrazione, cio~"

3) n'--I I ~costante . n'~2 a

II Quineke trova che i valori da esso osservati per la com-

pressibilitk dei liquidi a temperatura costante e a pressione va- riabile concordano soltanto con quelli calcolati mediaute la 1):

quindi la parte decimale dell'indice di refrazione sarebbe pro-

porzionale alla densit~ dei fluidi.

Philosophical Mag. Vol. 17, n. 104. Febbraio 1884.

J. CROLL. Su~lv modificazioni introclotte da R. Wallace nella teoria fisica dei eambiamenti seeolari del clima. ~ F, l'esa- me di un lavoro nel quale il Wallace espose, alcluanto, modifica- ta, la teoria del Croll sui cambiamenti del elima. L' A. osserva peraltro che alcune di tall modificazioni non sono che parti ne- cessarie della teoria, sebbene non esposte esl)licitamente dal Croll stesso, e the altri puuti son o estranei alla teoria suddetta e non

possono affatto modifiearla. A. P. CHATTOCK. Su u~ metodo per determinar~ ss

mentalmente la costante di un elettrodinamometro. ~ [n mezzo

ai rocchetti fissi dell' elettrodinamometro si fa ruotare con una

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87 velocit~t angolars ~ il rocchetto mobile, in mode the ad ogni ri- ~oluzione il sue oircuito si chiuda con quello del galvanometro. Della corrente C che passa psi rocchetti fissi so ns manda, pol rocchetto mobile, una derivazione al galvanometro, e si regola

la resistenza R della derivazione in mode che I' ago del galva- nometro non devil; se si inverts la corrente, ed R' ~ la nuova resistenza di derivazions perchb il galv.anometro rimanga a ze- ro, si avraano le relazioni

Cizk~ -4- H~k'~ = CR

--Ciok~ "4- Hok'~ = - - CR'

eve i b l'intensit~t del campo magnetite nel quals ruota il roc- chetto mobile, the ha r area effettiva a, dovuto all' uniter di r rents nei roechetti fissi, k e k' sono due costanti, e H b r intensit~ orizzontale del magnetismo terrestre.

Da questo si ha R ~ R '

i~k , - ~ .

iI rocchetto si sospende dipoi fra i due rocchetti fissi, in mode the l 'asse di sospensione coineida col precedents asse di rotazione. Sieno T e T' i momenti di torsions she tengono in equilibrio il rocchetto mobile nella posizione ia cui chiudeva dianzi il circuito del galvanometro, quando in esso rocch~ttQ cir- colano le correnti C e --C : avremo

T =~: C~iak, .-t- HCa/:'

T' ~ . C ' i o k - - HCok' da cui

~ V T + T ' i / / T : o' c- = V -F - KV t-4-/" v R .-+-R'

eve t e t' sono i momenti effettivi e T~ il memento de!.l' u nit~ di torsione, che si pub determinate sper[meatalmente. Co~i ~ tvo- rata la costante K dell' istrumento.

Ss le cose si dispong~no in mode the H sia nullo., taato i~k che K si posson determinare con una sola letturao

Adoperando 1' elettrodinamomstro insisme act una bussola delle tangenti, si pub determinara anche it valore assoluto del- r intensit~ orizzontale del magnetismo terrestro.

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88 T. MUIR. Sall' e~uazione ge~erale delle differenze del 20 or-

dine. - - L'A. dimostra la regola data dal Cayley ( Quart. Jour. o f Math. XIV) per trovare il valore u~ espresso per ui e Uo dul- l' equazione

~x a . ax..l~x_0 -4- bx_~x_~ .

R. CLAUSIUS. Sulla teoria delle macchine dinamo-elettri- che. - - Le macchine dinamo-elettriche son divise dall' h. in due grandi classi: quelle a tipo Gramme con 1' anello Pacinotti, e quelle a tipo Siemens; ma per stabilirne le formule fondamentali, posson esser considerate tutte nello stesso mode. La forza elet- tromotrice indotta nel rocehetto ruotante essendo dovuta aU'elet- tromagnete fisso, al magnetismo del nueleo mobile di ferro e all' induzione del rocchetto mobile s u s e stesso, per poterla de- terminare si suppone dapprima the il nucleo sia fisso e che ruoti soltanto il rocehetto; si trova, in tale ipotesi, il lavoro eseguito dalle forze elettromotrice e ponderomotrice che agiscono nella macchina. Dal fatto poi che il nuclco del rocchetto mobile pren- de parte esso pure alia rotazione, e che, per la forza coercitiva del ferro, per una rotazione rapida 1' asse del sue magnetismo cambia di direzione, resulta che il rendimento della maechina i~ diminuito. Questo svantaggio, del quale non era state fin qui tenure conto, pub essere in parte eliminate, ma non mai del tutto, col variare la posizione degli spazzolini. L' altro svantag- gio the deriva dalle correnti che si inducono nella massa del nu- cleo, sia per la sua rotazioue, sia per le inversioni della corrente nel rocchetto mobile, pub eliminarsi facendo p. es. il nucleo di fill di ferro, come si usa in alcune macchine Gramme. Tenendo conto di tutte le condizioni il Clausius stabilisce le equazioni fondamentali pel lavoro eseguito dalle forze ponderomotrice ed elettromotrice del rocchetto mobile, e n e deduce 1' inte.nsit~ della corrente fornita dalla macchina. Quando la macchina si mette in mote ha un' influenza notevole il magnetismo residue del nu- cleo della calamita fissa, e la teoria mostra che i primi giri so- no inefficaci a produrre corrente, come difatti accade nella pra- tica. II numero dei girl iaefficaci (giri morti) approssimativa- mente ~ proporzionale alla resistenza del circuito totale esterno, e dipende dal numero delle patti in cui ~ diviso il circuito del rocchetto mobile.

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89 S. P. THOMPSON. Un nuovo sostegno isolants. - - U n tube

di vetro, lunge circa 20 cm., di era. 1,4'di diamotro, aperto ad una estremit'~, all'ultra estremit~ ha un rigonfiamento molto sehiaeeiato, largo circa 4 era. Questo tube b posto verticalments entre una boccia di vetro alla circa 10 era. e del diamotro di 6 cm., eve b tenuto fisso pel sue rigonfiamento da circa 70 gram- mi eli paraffina che v i b stata fusa. Ua disco di guttaporca, con- venientemente forato e con gli orli ripiegati, chiude quasi la boo- cia, senza tocearla, per difenderne 1' interne dalla polvere. Nella parte superiore del tube pub essero introdotto an sostegno qua- lunque, o il tube stesso pub terminare a forchetta o a gancio, e sorvire eosi come gli isolatori Mascart, ai quail 1' appareeehio pub esser sostituito con vantaggio, poieh~ esso costa assai meno, ed ha un potere isolante di molte centinaia di raegohms anehe nel- l' aria umida.

F. Y. EDGEWORTH. Suila riduzione delle osservazioni . - In un articolo sul metodo dei minimi quadrati (Phil. Mug. 1883) r A. trattb dei modi di ridurre le osservazioni; nel presente la- yore egli tratta prineipalmente della connessione che in tall casi esiste fra la teoria e la pratiea.

S. NEWCOMB. 2u alcuni punti della Climatologia. - - una replica alle osservazioni del Croll suUa critica che il Newcomb fece alla di lui teoria sulle cause delle epoehe glaciali.

J'. TYNDALL. Nota sull' arcobaleno bianeo. ~ L' h. acc~nna ad un arco baleno bianco da esso osservato, dovuto ad un resi- due di nebbia, e rammenta le esperienze fatte dal deft. Ham- merl (Sitgber. d. Wien. Ak. 1882) per ottenere arohi baloui pol- verizzand0 dei liquidi diversi dull' aequa. Conclude the r ipotesi di Youngh the l'arco bateno bianco sta dovuto alla sottigliezza delle goceie e non gi~, come suppone Bravais, alia vacuit~ delle goccie stesse, b pienamente appoggiata da tall esperienze.

W. W. J. NICOL. Sull" equilibrio helle solazioni Salir~e.- In uu lavoro precedente (5ou~'a. Chem. Soc. 1883 ) r h. mostrb come il cambiamento di volume osservato nel miscuglio di so- luzioni saline poteva risolvere le questioni che si riferiscono al mode nel qualo i sali si costituiscono dope il miseuglio. Le espe- rienze eran fatte con volumi uguali di soluzioni di una s.'.~s~a costituzione molecolare, e pereib le soluzioni mes~olate non cau-

serie 5. Vol. X~'. 8

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90 tenevano un ugual numero di molecole di acqua e del sale ado- perato. Nelle esperienze riferite nella presente memoria, per ovviarc a questa causa d'errore le soluzioni son meseolate in proporzione del loro volume molecolare calcolato colla formula:

xm -t- 1800 Vol. reel.

eve x ~ il numero deUe moleco[e saline (m) (in grammi) sciolte in 100Hd:)-~ 1800 e r la densi~ della soluzione.

Preparate le soluzioni di 4 sali ,~IR, M'R ' , M R ' , ~ ' R di co- stituzione molecolare simile, e determinatine i volumi moleco- lari a,b,c,d, si aveva prima del miscuglio

(1) M R + M ' R ' = a + b ~ A

(2) MR' -~ M ' R = f c + d f f i = B ;

A e B sono i volumi molecolari della 1 a e 2, coppia se non vi cambiamento di volume per effetto del miscuglio. Si determi-

nava poi il volume molecolare di (1) e (2) dope il miscuglio, che si trovava esser lo stesso V in ogni case: percib in ambedue i casi devesi esser formata una nuova costituzione nei sali; men- tre essendo V minore del pih piccolo dei due volumi teorici, ne resulta l' assenza della eoppia che ha il maggior volume mole- eolare.

Quindi mescolando le soluzioni saline si former~ il sistema che occuper~ il volume molecolare pih piccolo, e soltanto due sali saranno presenti nella soluzione. In certi casi peraltro, cio~ se la soluzione ~ forte, o uuo dei 4 sali ~ prossimo al sue punto di saturaziene, posson restar presenti nella soluzione tutt i e 4 i sali.

W. ASHTON. 12 ergometro. - - L' A. osserva che egli stesso, 7 o 8 anni fa, aveva adattato al sue ergometro 1' app.arocchio deseritto dallo Smith nel n. prec. del Phil. Mag., ma che dovi~ abbandonarne l' use, perch~ per il sue rapido consume e per le cure che esige non corrisponde all' effctto voluto, o percib non ne dette mai notizia.

SUNTI, per E. BAZZL

BOTTGER. Argentatura degli specchi. - - ( Polytechn. .No. tizbl. 1883 ). 1.* Si scioglie AgNO ' in acqua distillata, si aggiunge ammoniaca, e si agita il liquido fine ache il precipitate the si for-

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91 ma, torni a disciogliersi, si filtra e aggiungendo acqua si riduce la soluzione a contenero 10 gr. AgNO ~ per ogni litro di liquido.

2. ~ Si scioglie 2 gr. AgNO ~, in un poco d' acqua e si versa in uu litro di acqua bollente, si aggiunge 1,16 gr. di tartrato so- dice acido si lascia bollire fine ache il precipitate divenga grigio, e si filtra caldo.

La superficie del vetro da inargentarsi, pulita con acido ni- trice, potassa, ed alcool, si ricopre con uno strafe alto I ram. di una mescolanza a volumi eguali delle suddescritte soluzioni. Do- pe un era, si lava la lastra di vetro, e si ripete r operazione fine ache non si b raggiunto r intensit~ richiesta. Riscaldando laso- luzione a circa 700 il processo b pih rapids. Dope asciutto Io spec- chio si pub pulire cautamente con il polpaccio delia mane, e an- che coprire con un sottile strafe di vernice.

K. VIERORDT. Conducibilit~ per il suono, del cor_po urea- n o . - (Z. S. f. Biol. 1883). -- Un platte metallico sul quale si fanno cadere dei pallini di piombo per eccitarvi un suono, b si- tuate sulla superficie superiore della parte del corpo da studiarsi, e sulla faccia inferiore proprio di centre al platte sonoro, b ap- plicato un conduttore che trasmette il suono fine all'orecchio. L' A. determina quale intensitit bisogna dare al suono del platte perchb per trasmissione divenga appena percepibile dall'orecchio: e da questa intensit~ sottrae quella corrispondente, che bisogna dare al suono del platte, quando questo eil conduttore siano a contatto diretto: la differenza rappresenta l' assorbimento del sue- no dovuto alia parte del corpo. L' intensit~t del suono era dalrA. ealcolata, col prodotto del peso dot paUino per la 0,54 potenza dell' altezza di caduta, cored esperienze precedenti gli avevano

indicate. Fra le diverse parti esaminate dall'A, il dito iadice presenta

circa la massima conducibilitR, e la parte super]ore della coscia circa la minima.

ABNEY. Eftetti della pressione sulle lamine di g e l a t i n a - (Brit. Journ. ~hot. 1883). - - L' Abney ha osservato the la pres- sione esercitata sulla superficie di una pellicola di gelatina sen- sibilizzata, produce i medesimi effetti dell' esposizione alla lace. L'editore del Brist-Journ. ofp/otography, facendo ulteriori esperi-

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92 menti, trova the per ottenere r azione b necessario una specie di sfregamento come quello prodotto dallo scorrere di uno stilo di vetro terminato in punta rotonda, eche una pressione analoga a quella dei timbri non produce nessun effetto. Lo immagini si sviluppano al solito toil' acido pirogallico.

H. S. CARHART. II magnetofbno - - (Science 1883) . - Un disco di ferro dentellato, o un cilindro di ferro portante una o pih serie di fori. ruota f r a i l polo di uua calamita e un piccolo rocchetto che sta di centre a quest' ultimo. 11 campo magnetico venendo modifita~o al passaggio di ogni fore, o dentellatura, si genera una serie di correnti indotte, che dirette in un telefono produtono un suene distinto. La nora dipende dalla veloci~ di rotazione del disco o del cilindro, e si trova che b la medesima di quella che si otterrebbe dirigendo centre la serie dei fori una corrente d'aria come nelta sirena di Seebeck.

l~btografia dells fiamme di l~eichenT~ach. - - (Science, ~ffellem- 5re 1883). - - Secondo Reithenbach, attorno ai poll di una po- tents calamita sono visibili delle fiammelle, dells quali alcuni pre- tendono averne distinto anche il colore. Reichenbach ha tentato di ottenerne la fotografia, r~a r esito non fu favorevole. William Brooks credo di averne ottenuta la fotografia su lastre sensibi- lizzate a seeco, preparate a tal uopo. Una carta perforata e an- nerita colr inthiostro di china, b posta circa 3 ram. al di sopra dei poll di una calamita permanents a forte di cavallo. La lastra sensibilizzata b tenuta sopra alia carta perforata ad una distanza pure di circa 3 ram. - - Con cinque minuti di esposizione egli ottenne un resultato: ciob dello immagini fotografiche: e cib per more volte, colla singolarit~, the le immagini ottenute nello identiche cirtostanze, riuscivano talvolta ~ositive, talvolta ne- gative.

Innovazioni neZle balterie secondarie. .-- (Elec!rot. Zeilsch. 1883 ). - - I1 deft. Aron ha trovato una nuova sostanza alla quale egli di~ il noms di �9 metallodio >) molto utile per-gli actumula- tori. Questa sostanza consists in una eombinazione dei derivati chimici del cellulose, come il collodio, oi l coton fulminante, con un ossido o un sale metallico insolubili nell'atqua. Essa non b solubile nell'etere alcoolico come il coUodio, ed b completamen/e omogenea. Per gli aecumulatori b preferibile il metallodio a base

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93 di piombo. Il cellaloso omogeneamente disseminato nella massa metallica, conduce, per capillarit'~ il liquids nell' interno, per cui l' azione non ~ pih limitata alla superfice delle lustre come negli altri sistemi. Durante la carica all' elettrodo uegativo vengouo ridotti il piombo e i l cellulose, mentre che all' elettrodo positivo l' acido nitrieo favorisee l' ossidazioae.

LORD RAYLEIGH. 1)ello s2azio oscuro chc si forma al di- sopra di un filo riscaldato nell' aria ~olverosa ~ (l~roc. Roy. Soc. 1883 ).

OLIVER J. LODGE. Sullo spazio oseuro di Lord Rayleigh ( Nature 1883 ). - - Lord Rayleigh ha osservato per il primo lo spasio oscuro che si forma al disopra di un filo riscaldato, e per meglio delucidare la causa del fenomeno ha stabilito delle ulte- riori ricerche. Egli riscalda delle lustre, fili, aste di vetro ec. con una lampada a spirito, indi le port~ entro uua cassetta formata da lastre di vetro e ripiena di fumo. La cassetta ~ situata in una camera oscura, ed ~ traversata da un fascio di raggi solari proiet- taft da un eliostata, e resi eonvergenti da aria lente. I1 feno- meno si presen~a nel massimo grado con una lamina di rame di circa 6 ram. di larghezza.

l~ notevole la piccola differenza di temperatura che b neces- saria perchb il fenomeno si presenti. Con un'asta di vetro pre- cedentemente riscaldata, 1o spazio oscuro b visibile anche quando 1' asta b appena pih calda della mano. La medesima asta raffred- data in un miscuglio frigorifero e por~ta nella casset~a offriva il medesimo spazio oscuro, ma che si estendeva verso il basso. Questo fatto esclude l'ipotesi che il fenomeno sia dovuto ad una

. evaporazione delle particelle di fumo, o ad un aumento nella dif- ferenza delle densitY. Pih probabile sembra i' ipotesi che le par- ticelle pih gravi vengano trasportate lungi dalla forza centrifuga, tuttavia secondo Rayl~igh le ricerche fin qui istituite non sono sufficienti per decidere sulla questione.

Lodge era da prima dell'opinione che il fenomeno dovesse attribuirsi a moti correttivi dovuti alla differenza di tempera- tufa fra il corpo e 1' aria; m a l e esperienze fatte, dietro suo suggerimento da J. W. Clarke, con fumo di tabacco hanno di- mostrato che la differenza di temperatura non ha nulla da fare col fenomeno, poich~ lo spazio oscuro si riscontra sempre. Un pic-

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94 cole inalzamento di temperatura del corpo, produce una d isten- sione dello spazio oscuro verso 1' alto, mentre un leggero abbas- ,samento di temperatura produce 1' effetto opposto. A pressioai miuori lo spazio oscuro si presenta pih esteso ma con limiti me- no decisi. In mode analogo fn studiato 1' influenza dello state elet- trice del corpo, e si presentarono delle notevoli differenze secondo che il corpo era elettrizzato positivamente o negativamento, o se- condo the l'elettrizzazioae era pih o meno intensa. Ma ancho queste ricerche, non permettono di decidere sulla causa di que- sto spazio oscuro.

W. A. TILDEN e W. A. SHENSTONE. Sol,~bilitd dei sali nell' acqua ad alto temperature. ~ (Prec . J~oy. See. 1883 ). O]i A. hanno studiat0 la solubilitk dei sali nell'acqua, a tempe- rature superiori a quella d' ebollizione. Il resultato principale delle ricerehe ~ ehe la solubilit~ sta in relazione eolla fusibilitY, e si verifica the per i sali anidri, r aumento della solubilitk per una data temperatura, al disopra di 100', ~ tanto maggiore, quanto pih facile ~ la fusibilit~ del sale.

PUCHKOFF. Sulla costruzione della macehina d' Holtz. ( Lumi~re dleetr. 1883 ). - - II disco fisso non viene forato, male armature esterne di carta sono riunito con una pioeola strisoio- lina di earta che si ripiega sul bordo del disco, con le punte in- collate sulla parte interna. La macchina cosi costruita funziona bane come le ordinarie.

D. SORDI. Proiezione dello spettro magnetico ~ ( R i v . So. I~dustr. 1883). - - Lo spettro magnetico b prodotto sopra uno specchio situate orizzontalmente sui poll magnetic/, e la luce ri- flessa dallo specchio h proietta~, merc~ una lento, sopra un dia- framma.

F. e W. KOHLRAUSCH. JEguivalente elettroehimieo dollar- genre. - - ( SeT. Abdr. Phys-med. Geselt. ~u Wi~rmburg 1884 ) G l i h . si sono proposti di colmare una lacuna, che osiste nella fisica sull' esatto valore degli equivalenti elettrochimici. Con-scru- polose misure sulla intensit~ del magnetismo locale, e con uu cro- nometro Lenbach, regolato sulle osservazioni solari, hanno determi- nate in misure assolute l' equivalente olettro-chimico dell'argento ed hanno trovato che la corrente di 1 Ampere in 1 secondo, os- sia una quantitk di elettrieit'~ uguale ad un" Coulomb, separa

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95 ],1183 rag. di argento, ovvero 0,3281 rag. di rame, e decompose 0,09328 rag. di acqua. Gli A. ritengono che anche nella eombi- nazione d' errori pih sfavorevole, i resultati trovati sieno esatti a meao di ~/~,.

H. T. EDDY. Sul calorico raggian te . - (Science. Dec. 1883, Germ. 1884 ).

V. WOOD. Idem. - - (Science, Genn. 1884 ). G. F. FITZGERALD. I d e m . - (~cience, 1884 ) . - L' Eddy

avers allegato una eccezione al secondo principle della termodi- namica celia seguente disposizione. S' immagini due corpi A e B, fra i quali sieno situati tre dischi o diaframmi, muniti di certo aperture e riflettenti totalmente il calore. Questi diaframmi si suppongano fissati sopra un asse comune e ruotino interne a questo con velocit~ eostante. L'esperienza avvenga nel vuoto. Se le dimensioni e la velocit~ di rotazione sono tali, the le aper- ture praticate nei dischi si spostino considerevolmente, durante il tempo che il calore raggiante impiega a percorrere lo spazio che separa i dischi medesimi; si potranno disporre le aperture in mode che i raggi provenienti da A possano pervenire in B, mentre quelli provenienti da B verso A rimangano intercettati e rifiessi dai diaframmi. Quindi, secondo r Eddy, se si suppone B pih caldo di A, si avrebbe un passaggio di calore da un corpo piil freddo act uno pih caldo senza dispendio di lavoro. II Wood, e il Fitzge- rald, dimostrano che analizzando il fenomeno, si riconosce che l'eccezione b semplicemente apparente; ma l 'Eddy continuando la polemica sul soggetto, sostiene sempre |a possibilitY, del fe- nomeno.

S. TOLVER PRESTON. Una spiegazione dinamica della gravitazione. - - (Wien. Bet. 1883 ). - - L'A. per spiegare la gra- vitazione, fa 1' ipotesi che l' etere sia un gas fiaiss.imo, nel sense della teoria cinetica dei gas, il di eui medio cammino molecolare sia grande in confronto delle distanze planetarie, e i di cui atomi, numerosissimi, abbiano un diametro infinitamente piccolo. Le mo- lecole corporee nel concetto dell'k, sarebbero scheletri vuoti for- mati come da asticelle, cosicchh l'etere le potrebbe traversare fscilmente, e solo una piccola parte, proporzionale alla ossatura o massa della molecola, ne rimarrebbe rattenuta. Percib ogni mo- leco]a intereetterebbe a ciascun'altra una certa quauti~ di quel-

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96 1' etere the da ogni parte verrebbe ad inves~irla, dando luogo ad un apparento attrazione seconds la legge newtoniana. Anche le forze di coesione, adesione e aflinitk chimiea proverrebbero dalla

medesima eausa. S. TOLVER PRESTON. Sulla possibilitct di spiegare le pas-

sate vicende dell' universe, colle attuali leggi naturali anche nel- la ipotesi della esistenza di un equi[ibrio t ermieo . - (tVien. Ber. 1883). - - L'A. erede ehe l'intero universe si trovi in equi- librio termieo: ma come in un gas a temperature uniforme, vi sons aleune molecole eho hanno una forza viva superiore ella me- dia, altre una forza viva inforiore, cosi nell' universe si avrebbsro delle stelle ad una temperature superiore alia media, o diqueIle ad una temperature inferiore; in mode porb ehe in ogni elements di spazio dell' universe, la temporatura media fosse la stessa. In- tendendo per elements di spazio an cube i cui lati fossero mi- lioni di volte la distanza di Sirio, come nella teoria dei gas si suppone che ogni spazio elementare comprenda milioni di mole- cole. Lavita organiea sarebbe occasionata dells scambio termite fra le stelle incandescenti e quelle fredde, ma non tendorebbe ad

una fine; poiehb mane a mane che una stella divenisse fredda, un' altra, per circostanze favorevoli salirebbe ad alta temperatura.

HOGER. Proeesso ~er ottenere la forma di oggetti plastici in dimensioni ridoffe o ampliate ~ ( Polyt. Nat. Blatt. 1883). - - Sulr oggetto da riprodursi si versa una soluzione di Agar-Agar in aequa calda, in mode da ottenerne, col raffreddamento, la nega- tiva. In questa forma, precedentemente eospersa di glieeriua, vi si getta della gelatina fusa preparata nel seguente mode. Si fa ammorbidire della gelatina nell' acqua fredda, indi si fonde, e vi si aggiunge q~alche sostanza tnorganica polverizzata, per dargli una eerie eonsistenza. -- II modello di gelatine cosl.ottenuto si rimpiccolisce ponendolo nell' alcoole, e si amplifiea nell' aequa freSea. Per ottenere riduzioni od ampliamenti molto grandi si ri- pete diverse vo l t e r operazione sulle forme gi~t ridotte o ampli- ficate. BAZZL