29
68 sono tanto 1' acciaio quanto ii bismuto-acciaio, ossia bismuto car, traccie di stagno. La tempra del bismuto-acciaio ne aumenta la resistenza elettrica speeifica. La tempra del ferro-acciaio ne au- menta di i]6 circa la resistenza, come constatb Mousson. (ContimLa) ~IVISTA Comptes Rendus ~eotv:lo semestre 1884. (Continuazlone). 3. -- E. H. AMAGAT. S~d valore del coefficicnte di Poisson pel cauccio. -- E note eheque! coeiticiente varia colla sostanza e con lo state fisico del corpo. Alcuni fisici ira i quail Naccari e Bellati lo determinarono pel cauccio seguendo il metoclo di Regnault. Fu perb detto che l' esperienze con quel corpo presentano troppo irregolarit~, dovute al sue state fisico. Oral' A. espone un me- rode per dimostrare cho da quelle esperienze si pub arrivare a delle conelusioni certe. L' A. adopera ua piezometro simile a quello del Regnault, solamente l'apparecchio ~ doppio pereh~ vi si pub porre 1' una aecanto all'altra due sfere, o due ciliadri, sog- getti a pressioni eguali ed alia stessa temperatura. Come si vede negli ordinari trattati si hanno le relazioni X (1) a = 2(;~-I-~)' (2) K-~- 3a(1--2o), 1 3x-t--2~ (3) ~, ~, ~+~, Per due eorpi differenti, a(1--2q) (4) K, _ r In quell' apparecchio che si pub chiamaro ,~ differenzialo, si pongono due sfere l' una di cauccio e 1' altra di bronze; e le sup- porremo eguali per semplicith. Comprimendo !e sfere dall'esterno soltanto, l' acqua s' innaiza di 300 divisioni nella bacehetta della sfera di cauccio, mentre nell' altra appena si muove il menisco. Da cib resulterebbe che :~, ad esempio, ~ grandissima relativa- mente ad a'; e questo infatti resulta ancora da determinazioni fatte col metodo della trazione. Comprimendo dall' interne e dall' esterno nello stesso tempo,

Rivista

  • Upload
    x

  • View
    218

  • Download
    1

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Rivista

68 sono tanto 1' acciaio quanto ii bismuto-acciaio, ossia bismuto car, traccie di stagno. La tempra del bismuto-acciaio ne aumenta la resistenza elettrica speeifica. La tempra del ferro-acciaio ne au- menta di i]6 circa la resistenza, come constatb Mousson.

(ContimLa)

~ I V I S T A

C o m p t e s R e n d u s

~eotv:lo semestre 1884. (Continuazlone).

3 . - - E. H . AMAGAT. S~d valore del coefficicnte di Po isson pel cauccio. -- E note eheque! coeiticiente varia colla sostanza e con lo state fisico del corpo. Alcuni fisici ira i quail Naccari e Bellati lo determinarono pel cauccio seguendo il metoclo di Regnault. Fu perb detto che l' esperienze con quel corpo presentano troppo irregolarit~, dovute al sue state fisico. O r a l ' A. espone un me- rode per dimostrare cho da quelle esperienze si pub arrivare a delle conelusioni certe. L' A. adopera ua piezometro simile a quello del Regnault, solamente l'apparecchio ~ doppio pereh~ vi si pub porre 1' una aecanto all'altra due sfere, o due ciliadri, sog- getti a pressioni eguali ed alia stessa temperatura.

Come si vede negli ordinari trattati si hanno le relazioni X

(1) a = 2(;~-I-~)' (2) K-~- 3a(1--2o),

1 3x-t--2~ (3) ~, ~, ~+~,

Per due eorpi differenti,

�9 a (1- -2q) (4) K, _ r

In quell' apparecchio che si pub chiamaro ,~ differenzialo, si pongono due sfere l' una di cauccio e 1' altra di bronze; e le sup- porremo eguali per semplicith. Comprimendo !e sfere dall'esterno soltanto, l' acqua s' innaiza di 300 divisioni nella bacehetta della sfera di cauccio, mentre nell' altra appena si muove il menisco. Da cib resulterebbe che :~, ad esempio, ~ grandissima relativa- mente ad a ' ; e questo infatti resulta ancora da determinazioni fatte col metodo della trazione.

Comprimendo dall' interne e dall' esterno nello stesso tempo,

Page 2: Rivista

69 le variazioni di volume interne sarauno proporzionali a K ed a K'. Dunque K dovrebbe essere grandissimo relativamente a K ~ e l' acqua dovrebbe salire nella bacchetta della sfera di cauceio, ma inveee l'acqua disconde qualunque sin la pressione, e sarebbe difficile il verificare se la variazione di volume ~ pih grande pel cauocio che pel bronze. Dunque a ~ confrontabilo ad s e forse forso p ih piccolo d ia ' . No resulta the nella (4) il coeffieiente che moltiplica il rappor/o ira quelle due quantitt~ deve essere piccolissimo, e the per conseguenza a di poco differisea da 'h. Dope questa osservazione, 1' A. ammettendo a ' = ~ h ottiene la tbrmula

( '~ = ' ' h 1---~i

e conclude che qualunque sieno gli errori possibili dovuti allo stato fisico del cauccio si potr'~ sempre dire the il valore di a sara estre- mamente poco differente da '/,. A questa conclusione 1' A. arri- va ancora per altra via, aggiungendo che questi resultati non sono contraddittori; perch~ infatti secondo la equazione (1)/z sa- rebbe piccolissimo, ed ~ secondo la (3) molto grande. Diversi caucci diedero lo stesso resultato; ma Wertheim trovb ~=='/3, cd ~ vero che Naccari e Bellati trovarono z eguale 0,41, ma nep- pure questo numero si accorda con la relazione (4), la qualo da- rebbe, supponendo d~*/5,0,36 pel valore del coefficiente (1--2a): (1--2a') ~ 0.36, valore incompatibile col resultati precedenti. Sic- come non ~ possibile attribuire cib a valori esperimentali, bisogna vedere se realmente sono esatt~ le formule anzidette, ed ~ quosto che 1' A. ~ in via di verificare.

K. OLZEWSKI. Temperatura e pressione critica dell' azoto. Temperature di ebollizione dell' azoto e dell' etilene sotto deboli pressioni. - - Riducendo la pressione dell'etilene a 10 mra. e la temperatura a - - 150% l'A. ha studiato la relazione fra la tem- peratura di quel corpo e la pressione sotto la quale si evapora. Le pressioni furono misurate con un manometro a mercurio, e le temperature con un termometro ad idrogeno. Per necessaria brevit~ riportiamo soltanto i seguenti numeri:

Pressione 750 ~, Temperatura - - 103 ~ 346 -- 111

72 - - 129,7 9,8 - - 150,4

La liquefazione di poehi eentimetri r di azoto ~ facile, pcrch~ alla temperatura di - - 150 ~ si pub liquefare ogni gas, ec- c e t t o r idrogeno. Prccedentemente 1' A. disse chela pressione cri-

Page 3: Rivista

70 tica dell'azoto era di 39 atmosfere ma era presenta la tavola so- guente:

Pressione 35 arm. (Punt~ critico) Temper. - - 140 o (Temp. critica) 81 - - 148,2

1 - - 194,4 0 -- 213.

L'A. osserva che le sue esperienzo non confermano quelle del Wroblewski; e questo egli intende di provare nel l 'ul t ima parte della sua Nota.

S. WROBLEWS~I. &rile proprietdt del gas delle paludi liquido e sul sue impiego come refrigerante. -- I1 gas delle paludi otto- nuto dall' acetate di soda fuse e dalla calee sodica, allo state li- quido e trasparente b ineoloro, la sun densit~ riferita all' acqua

0,37. Per la curva di liquefazione di questo gas si ha la tavola seguente:

arm, Temperatura - - 73,5 Prossiono 56,8

- - 75,9 52,5 - - 98,2 24,9 --113,4 16,4 --130,9 6,7

(Punto critico)

Lo temperature furono determinate con una coppia termo- elettrica. II gas delle paludi pub versarsi come l' etilene e ritor- hare alla pressiono atmosferica senza solidificarsi. Belle ad una temperatura fra - - 155 e ~ 160 ~

4 . - - ~r K . OLZEWSKI. Tem peratura e pressione critica del- l' aria. Relazione fra la temperatura dell' aria e la pressione della eva~oraz ione . - L'A. impiegb come refrigerante l 'ar ia, della quale ne ottenne 6 cm? liquida, oche faeeva evaporate alla pressione di una atmosfera, ovvero nel vuoto. Per determinare basso temperature 1' A. fece un seguito di esperienze cho gli per- misero di misurare quella temperatura e la pressione critica, e la temperatura di liquefazione dell' aria ad altre pressioni.

Prima eomprimeva nell'apparecchio di Natter aria pura, e Fin- troduceva in un tube di vetro raffreddato dall 'etilene, fra tem- perature comprese da - - 1420 a - -150 ~ quando il manometro era a 50 atmosfere non si vedeva meniseo, ma alla pressione di 37arm,6, l 'ar ia bolliva visibilmente e si vedeva un menisco. Faceado ere- score la temperatura dell 'aria la sua pressione cresceva, ed a 39 atmosfere il menisco spariva. Ma perb la pressione nella quale il menisco spariva non fu cosi costante, nolle diverse esperienze, come quella per la ebolliziono doll' aria liquida. Cosi avvenno an- che per 1' azoto.

Page 4: Rivista

71 aim,

Pressione 39,0 Temperatura --1400 (Punto critico) 33,0 - - 142 4,0 - - 176 1 ,0 - - 191,4 0,0 -- 205

Per brevitk abbiamo solamente indicata una parte della ta- vola dell 'A. ~] possibile che la temperatura del l 'ar ia evaporan- dosi nel vueto sin aucora pih bassa, il the I'A. suppone peter av- venire anche per l'ossigeno e per l 'azoto le di cui respettive tem- perature in condizioni analoghe, sono - - 198 ~ e - - 213 ~ Le tem- perature dell' ossigeno e dell' azoto all' ebollizione, alla pressione di un' atmosfera sono - - 181 o, e - - 194~ per cui la temperatura dell' aria in simil case differisee pochissimo da quella che si ot- terrebbe ealcolandola secondo i suoi elementi costituenti ; mentre ehe se si calcola nello stesso mode la temperatura dell 'aria eva- porando nel vuoto, si trova un numero che differisce ben pih, da - - 2 0 5 o. Dunque 1' aria non eonservb nel vuoto i primitivi rap- porti dei suoi elementi, e [' azoto si evaporb maggiormente.

A. L~.DUC. Nuovo metodo per la misura diretta delle iu!en- sit~ magnetiche assolute. - - L' apparecchio b in parte il galva- nometro a mercurio di Lippmann. Una vaschetta larga e alta 0%01, grossa un decline di millimetro circa, contiene mereurio nel quale passa una corrente di 1 a 3 Ampbre. Sulle pareti sono aggiustati due tubi vertieali ehe formano un manometro, e sono in diametro da 2 a 4 millim. Uno dei due tubi b alto 30 cm. ed ha un regolo diviso in mfllimetri; 1' altro termina a meti~ di al- tezza di una vaschettina d i 2cm. di diametro. Il mercurio ar- riva da un late in questa vaschettina e dall' altro late al punto di mezzo del regolo graduate. Quando 1' apparecchio b fra i poll di una elettro-calamita, il mercurio sale o scende nella branca pih lunga di quel manometro seeondo il sense della corrente nel mercurio e nell' elettromagnete. Questo appareechio misura le in- tensit~ magnetiche a 20 unit~ circa C .G.S . Una seconda dispo- sizione di questo maguetometro b 10 volte piil sensibile, e diffe- risce dalla precedente in cib c h e l a branca pih lunga ha al diso- pra della sun piegatura, una seconda vasehettina sulla quale vi i~ innestato un tube sottile alto circa 80 cm., che contiene dell' ac- qua la di cui superficie di separazione col mereurio ~ nel mezzo della vasehettina. La branca pih piccola b alta 10 cent.

5. - - L. CAILLETET..~isposta a due Note di M. WroblewsIr L'A. dimostra che nei Comptes rendus ii Wroblewski accon-

sente a fargli giustizia, ma quando scrive in polacco esagera i proprii meriti, e diminuisce quelli dell' A. L' A. termina dicendo

Page 5: Rivista

72 avere egli avuto a tempo la precauziouo di deporre all'Accade- mia un piego sigillato, cho servirk a stabilire la priorit'~ delle sue ricerche.

6, 7 . - G. PLAN'ri~. Sopra la folgore globulare. ~ Nei Comptes rendus, t. LXXXVII, I'A. gi'~ pubblicb la esperienza seguente. Le armature di un condensatore a lamina di mica sot- tilissima, cemunicaado col poli di una batteria socondaria di 800 topple, non solo scocca una romorosa scintilla attraverso il coa- densatore, ma si forma anche con la materia fusa del condensa- tore un globule ineandescente che va con fortQ stridore moven- dosi sulla lamina isolanto dove questa ha minor rosistenza, fine a the la batteria b scarica al puuto cho i! globule non pub ri- maner fuso..II condensatoro rimane scoperto e incise sulla via percorsa dal globule.

Ora I'A. ripet~ la esperienza con 1600 coppie, carioho a 4000 volta, e sopprimendo e mica ed armature motalliche, adoperb soltanto delle superficie umide separate da uno strato di aria, ed ottenne il globule ira le due superficie, con moti simili ai de- scritti.

Se<iondo 1' A., la folgore globulare b uua s~arica lertta o par- ziale di nubi temporalesche fortemente elettrizzate; e la materia attraversata da quella scarica si aceumula in forma di globe in- candescente, e forma oosi un uovo eletlrico senza l 'inviluppo d[ vetro. Questo globule h pericoloso, non per so stesso, ma per- chb comunica con quelle nubi e col suolo. A questo mode si pos- son spiegare lo ratio apparenze ed effotti osservati nella folgore globulare.

8. m M. TRESCA. Nota sull' incrudimento e sulla variazione del limite di elasticitY. - - Questa Nota b nei Conti resi classata fra i lavori di Meccanica applicata, ma vi sono molte eose inte- ressanti anche per la sola fisica esperimeatale. Nei Trattati di fi- sica dei MM. Jamin et Bouty e del Violle, sono narrati i prin- cipali resultati delle esperienze dell' A. sull' eflusso (ecoulement) o per meglio dire sulla plasticit(~ dei solidi. E fra quosti resul- tati vi b cho alla fine del periodo di alteraziono di elastieit~t, se- gue un mode di essere definite geometricamente e compreso in un periodo di fluidit(~, nel quale b possibilo ulla deformaziono continua sotto l'azione costante di uu medesimo sforzo. Quosta condizione, realizzabilo soltanto con materie plastiche, non basta perb a caratterizzare i eorpi non malleabili e friabili, the si rein- pone senza essere notevolmente detbrmati, e nulla provava che non avessero un periodo di elasticit~ perfetta. Infatti nolle sue reeenti esperienze sulla fiessione, fatte con lunghi prismi di pie- tra calcare e di schisto d' ardesia, I'A. viddo the le flessioni re-

Page 6: Rivista

stavano proporzionali alle cariche fine alla rottu~a, il cho provb che quei eorpi non hanno un vero e proprio periodo d'imperfetta elastieit'~; e le materie vitree son certamente nello stesso case. Delle guide (rails) di ferro o di acciaio, dope aver conservato in virth di un' alterazione di elastieit~ una freccia permanente, di- vennero perfettamente elastiche fine al limite della carica prece- dentemente sopportata. Sembrerebbe dunque che le qualitit del metallo divenissero migliori sotto 1' azione di cariche crescenti, se nello stesso non avvenisse un rinerudimento ( dcrouissage ). E qui I'A. fa delle eonsiderazioni sotto il punto di vista pratico helle eostruzioni; fra lo quail consideraZioni v4-,~ quella dei pe- rieoli creati sottomettendo prealabilmente le caldaie a prove esa- gerate, che posson rendere il metallo pih agroe pih lacile ad una brusea rottura. L'A. termina la sua Nota con una tavola di resultati numerici.

E. H. yon BAUM~UER. Termoregolatore di sem~vlice costru- zione, ~otendo servire di termometro registratore. - - Nel modello di cui 1' s presenta i disegni, l 'acqua bollente, che deve esser frequentemente rinnovata, ~ rimpiazzata dalla parafiina. ~] un apparecchio destinato a regolare la temperatura dei liquidi o delle stufe a disseccazione, e I'A. ne presenta la teoria.

H. BECQUEREL. Spettro di emissione i~[~arosso dei vapori metallici. ~ Le prime ricerehe dell'A, furon;gi~ pubblieate nei Conti resi dell' anne scorso, e dope egli le continub con uno spettroscopio ehe deserivea"~ in altra occasione, i1 metodo consi- ste neI proiettare gli spettri sopra una sostanza fosforescente resa dapprima luminosa, ed a osservare 1' eeeitazione temporaria che precede la estinzione sotto la influenza delle radiazioni infra- fosse. Allora le linee e le striscie (Bandes) attire degli spettri di emissione compariseono" brillanti e sono studiate con un mi- croseopio. Con quel metodo, proiettando gli spettri.di diffr di un bellissimo retieolo del Rutherford,-e con delle sostanze fosforeseenti molto sensibili, quali sono aleune di solfuro di calcio convenientemente preparate, l' A. determinb le lunghezze d'onda delle strie pih brillanti di vapori di potassio, sodio o cadmio. Per altri metalli fu adoperato un prisma di solfuro di earbonio. I metalli erano volatilizzati nell 'arco voltaieo, e la intensiti~ era tale ehe si poteva adoperare una fenditura strettissima. L 'A. fa alcune rettifieazioni, relative al sue ]avoro inserito nel t. XXX, 52 serie degli Annales de Chimie et de Physique, e presenta una tavola numerica.

V. ZENGER. Determinazione degr indici di refrazione !~er mezzo di misure lineari. - - Questa Nora offre un metodo espe- rimentale e delle formule per far quella determinazione senza

Serie 5. Vol. XVll . 6

Page 7: Rivista

74 teodolita e senza refrattometro, adoperando soltanto un regolo diviso ed un piccolo cannocchiale; ma non sarebbe possibile far- ne un breve sunto.

9. C. DECHAR~E. Confronts fra gli anelli colorati elettro- chimici e gli elet trotermici .- Sopra ad una lamina di rams esposta al dardo di una fiamma, si possono produrre interne al punts scaldato degli anelli colorati, simili a quelli del Nobili, e seguendosi hello st~sso ordine di quelli di Newton veduti per tra- smissione.

H. BECQUEREL..Determinazione de.Ilv lunghezce di onda dells strie e dells striscie (Bandes) principali dells s~etlro solare infra-rosso. - - Si tratta della contiauazions dells rieerche qui pih sopra rifcrite, e r A. presenta le sue ultimo determinazioni di quells lunghezze.

La regions iafrarossa, dal gruppo A fine all' estremo osser- vabile, ha quattro largho strisce di assorbimento, due delle quali, le pill refrangibili, sons state decomposto in striscie e strie piil fine. Questa parts dells spettro fu studiata da diversi fisici, fra i quail 1. Herschel, Fizeau, Foucault, Desains, Lamansky; ma rA. col sue motodo potb raggiungere maggior preeisione e finez- za di dettagli.

I raggi solari, eoncentrati sopra uaa stretta feaditura, al fo- es del collimatore, cadevano sopra un reticolo del Rutherfurd, e psi coneentrati da una lente attraversavano un prisma a solfuro di carbonio, i di cui spigoli erano normali alla fenditura ed al reti- eels, formando sulla sostanza fosforescento una serie di spettri obliqui, eve le radiazioni degli spettri di differenti ordini crane 1' una acoanto all' altra e non sovrapposte. Confrontando le posi- zioni delle strie dell'iafra-rosso del primo spettro con quells dells strie cognite della parts luminosa dsgli spet t r i di seconds e terzo ordine, si otteneva la lore luughezza d' onda con grands appros- simazione. L'A. termina la sua nora con una tavola numeriea.

10, 11, 12. - - G. GovI. Interne a una defor.mazione ~ro- spettica delle immagini vedute nvi ~canocchiali. - - E questa uaa memoria pubblicata dall 'A, recentemente. Quella deformazione consists in cib che delle rette parallels fra lore, ed alr asse ~lel canocchiale, sembrano divergere fra lore quanto pill si allonta- nano dall' osservatore, mentre parrebbo si dovesse vedere il con- trario. Il P. Secchi considerb erroneamente quests fenomeno co- me una illusions subiettiva. L 'A. fa coaoscere che il P. Eschi- nardi scopri il fenomeno e cercb di spiegarlo come effotto di una vera deformazione obiettiva prodotta dal gists dells lenti. Ma l'A. fa vedero the per la spiegazione completa del fenomeno bi- sogna tenor cents aaeora di altra condizione the r A. insegna a

Page 8: Rivista

75 determinare, rivendicando la priorit~ per il P. Esehinardi dells formule relative ai fuochi coniugati, dette ordinariamente for- mule di Newton.

13, 14. - - E. BERTRAND. Sopra un ~uovo pr i sma polariz. zatore. - - I1 prisma di Nieol presenta c.ome h note aleuni in- convenienti nella pratica: p. es. la sua sezione pie.cola in con- frc.nto delia sua lunghezza. Hartnaek e Prazmowski lo modifiea- rono van~aggiosamente, faesndo ls faccie terminali dsl lore pri- sma perpendieolari all' asse, la lunghezza minors ed ottenendo un sarape di 35 gradi. Nel prisma di Nieol e in quello dei sud- detti fisici ~ il raggio straordinario c.he esce; ma era I 'A. uti- lizza il raggio ordinario ottenendo un eampo di 44 ~ 46', 20". A tale effetto prende un prisma di Flint, di cut l 'indiee ~ 1,658. e lo taglia con un piano fac.ente un angolo di 76% 43', 8" con le face.is terminali, e pot incolla insieme le facets del taglio, ado- perando una sostanza di un indite egualo o superiors a quel pri- sma. Ma prima di sovrapporre i due pezzi vi interpone lma la- mina di c.livaggio di spate convenevolmente orientata. La dop- pin refrazions avviene in questa lamina ed i~ il raggio ordinario quello c.he viene utilizzato. Cosl non b piil nec.essario di avoro un grosso pezzo di spate. Si pub fare ancor meglio. Si prende un prisma di Flint d' indies 1,658, e los i taglia con un piano c.he faccia un angolo di 63'. 2if, 15" cells faces terminali, e si rico- stituisce il prisma c.ome gii~ dicemmo intorcalandovi la lamina di spate. Questo prisma ~ pot tagliato ser un altro piano simmetric.o al primo relativamente all' asse, e i due pezzi sono rinc.ollati assieme intercalandovi una lamina di c.livaggio di spa- to disposta simmetricamente relativamente alla pih sopraindicata. Cosi si ottiene un prisma polarizzatore lunge la met~ di un Ni- col e con un campo di 98", 41', 30".

15. - - E. DUCRETET. Galvanometro ad aghi astatici. - - I due aghi sono uniti fra lore come nell'antico modsllo ma stanno in uno stesso piano orizzontale, e girano in questo piano al diso- pra del quadrants e del solito moltiplicatore. L' A. assioura she

molto sensibile e c.omodo ad usarsi. 16. - - M. QUET. Sulla forza elementare dell' induzior*e solare

la di cut durata periodica ~ di u~ giorno medio. - - Prim a d e l 1878, non si c.onoscevano i periodi dells forze slementari d' indu- zione nelle quali si pub decomporre 1' azione induttric.e del sole sulla elettric.it~ della terra. In quell' anne I' h . fete conoscere che una di quells forze aveva un giorno solare mealie per periodo, con una inegualitit oraria di un anne, e c.he un' altra aveva per ps- riodo la durata della rotazione apparente del sole attorno il sue asse, veduta dalla terra. Tall periodi si possono scoprire nolle os-

Page 9: Rivista

76 servazioni colle bussole magnetiehe, ed h naturale di ricercarne la causa. Trattandosi di un soggetto eosi importante I 'A. cred~ utile di isolare teoricamente quelle forze le une dalle altre, per esaminarne i caratteri; e frattanto comincib da quella che cor- risponde ad un giorno solare medio. L 'A. pot~ raggiungere lo scope mediante la pr'oposizione seguente da lui scoperta.

,~ La forza d'induzione prodotta da ua sistema qualunque di ~ correnti elettriche, sopra una par~icella m di fluido elettrico ,~ positive, ~ perpendicolare alia veloeit'~ relativa ov di questa (~ particella, ed alia direzione od della linea di forza, the passa ~( per il l~mto o del campo magoetico. Quella forza ~ diretta alla ,~ sinistra della velocit'~ personificata e riguardante od, ed ~ mi- (( surata dall 'area di un parallelogrammo costruito sopra o v e d

od. Se f indica questa forza, si ha

f = m .dv . s en c

~ c essendo 1' angolo v o d >>. Enuneiata questa proposizione, I'A. dice eho nel ease in eui

il sole agiseo sulla terra, 1' azione sulla massa m posta nel cen- tre del globe ~ diretta dal centre della terra al centre dol solo o in sense opposto, a seeonda eho si tratta di elettrieit~ positiva o di negativa, o sibbene a seeonda ehe il polo magnetieo australo del sole, ~ al n o r d o al sud della eelittiea. Per tutti gli altri punti della terra, le forze saranno sensibilmente paralelle ed ana- loghe alle preeedenti. A misura e h e l a sfera celeste ruota, por- tando seeo il sole, il quale ha inottre il sue mote proprio, le for- ze di induzione seguono il sole, e girando con la sfera celeste terminano il lore giro in un giorno solare medio. Lo forzo eoa- serveranno la lore intensitk, e la lore direziono varier'~ con una durata periodiea eguale a quel giorno. Tutto questo servir'~ a ve- rifieare la teoria analitiea del]I' induzione gi~ esposta dall' Autore.

M. MAZ/~. Sopra le scariche irrom_penti (disruptives) della mac- china di Holtz. ~ In questa maeehina non b indifferente il far seoeearo lo seintille piuttosto a diritta ehe a sinistra dell'asse di figura dell' appareeehio, spostando gli eeeitatori mobili. Sep. es. la pallina di uno di questi, il positive, ~ pih vieino al sue condensatoro di quello ehe lo ~ 1' altra dal sue, si possono ottenero per uua media distanza fra lore due fioeehi stretti e di ineguali lun- ghezze, quella al positive essendo la piu lunga. L 'A. narra al. tre esporienze dello stesso genere, fra lo quail aleune senza i eondensatori; e credo e h e l a eausa di simili differenzo sia Fin- duzione reeiproca, fra Io diverse parti della maeehina.

X.

Page 10: Rivista

77 SUNTI di ANNIBALE STEFKNINI

Phi los . Mag. (5) Vol. 17, 1884.

109. ~ontinuazione. - - H. WILD. Osservazione delle correnti ter- restri su linec di 1 Cm. di lunghezza e lore confronto cor~ le per- turbazio~i magnetiche. - - Le conelusioni principali di queste ri- cerche fatte in seguito alle raccomandazioni del Congresso degli Elettrieisti del 1882, sono le seguenti:

La differenza nel potenziale elettrieodella terra per duo puuti distauti 1 Cm., nella direzione pih favorevole e in tempi di calma magnetica, non supera 0,001 volta; ma durante le perturbazioni magnetiehe giunge a 0,05 volta.

La resistenza della terra per elettrodi di 1 m.q. e distanti 1Cm. ~ da 30 a 60 ohm.

Le correnti terrestri mostralesi a Paulowsk su linee di 1 Cm. sono state correnti alternative, cangianti spesso di direzione, man- tenentesi peraltro sempre pii, prossime ai paralleli the ai meri- diani. Esse presentarono d.ei massimi e minimi diurni che non coincidono cou quelli del magnetismo terrestre.

Confrontando la corrente nella direzione S N con le varia- zioni nella deelinazione, e la r nella direzione W. E con le variazioni nella intensit~ orizzontale del magnetismo terrestre, si trova una r perfetta fra queste diverse specie di periurbazioni; ma le variazioni della corrente precedon sempro quelle del magnetismo terrestre, almeno di 5 minuti. Questa dif- ferenza di tempo pub spiegarsi supponendo che la corrente ter- restre, che influenza direttamente i magneti del galvanometro, agisca sugli strumenti magnetici soltanto mediante la magnetiz- zazione di strati piit o meno profondi della terra, eib che riehie- de un certo tempo.

L'A. no conclude che le correnti terrestri sono sempre la causa prima delle burrasche magnotiehe, ma non delle variazioni pe- riodiche degli elementi magnetici.

Dalle osservazioni del Mfiller a Pola resulta, che Io correnti terrestri sono alternative anehe su linee assai lunghe, oeho du- rante io burrasche magnetiche sono correnti di scarica e d'indu- zione, cib che sarebbe in armenia col fenomeni dell'aurora bo- reale, i quali, secondo LemstrSm sarebbero dovuti a scariche del- l' elettrieitk atmosferica e di quella terrestre.

110. -- T. CARNELI,EY. i a Zegge d~ periodieitc~, illustrata da alcune pro prieta fisiche dei composti inorganicL - - Oggetto di questa memoria ~: di illustrate la validit~ del sistema l)e- riodico degli dementi di Mendeljeff per mezzo dei punti di fu-

Page 11: Rivista

78 sione e di ebollizione e del calorieo di formazione dei composti alogenioi; di applicare i fatti eosi ottenuti al catcolo dei punti incogniti di fusione e di ebollizione; di mostrare come la cone- soenza di tall punti pei composti di un elemento, possa servire alla determinazione del sue peso atomieo, allorchb fanno difetto i metodi fondati sul calorieo specifico e suIla densit~ dei vapori; di mostrare come la posizione di un elemento nella classifi- cazioue generale, possa resultare dalla cognizione dei puati di fusione e di ebollizione dei suoi composti. - - Tutto cib b illu- strate da numerossimi esempi; ma non b possibile riassumer brevemente le more leggi che mostrano la possibilit~ delle de- terminazioni suacceanate.

F. GUT~raIE. Sulle soluzioni sallow e sull' acqua d' interpo- sizione (attached water) . ~ Segaitando i suoi studi antece- denti (_Phil. 2~[ag. VI), in questa memoria 1' h . considera i gruppi dell' ammoniaca rispetto al lore contegno con l' aequa, e 1' effetto della sostituzione di uric o pih etili ad altrettanti equivalenti di idrogeno. - - Seeondariamente studia le temperature alle quali i solidi fondono ~er s~, e stabiiisce la continuit'~ dei fenomeni di fusione con quelli di soluzione, spiegando il fatto the certi corpi originariamente solidi, posson divenir miscibili con l 'acqua in qualunque proporzione. Questo studio interessa anche la geolo- logia, per cib ehe concerne le piroidratazioni delle formazioni ignee.

E. WIEDEMANN. Sulla scarica elettrica nei gas. ~ In questa memoria, the fu pubblicata anche nel vol. XX dei Wied. An~. pel 1883, 1' A. comunica i resultati di esperienze dirette a stabi- lire l'influenza di varie circostanze sulla soarica nei gas. - - I tubi adoperati avevano tutti elettrodi piani, perch~ le stratifica- zioni si formano con essi normalmente all'asse del tube.

Introdueendo resistenze liquide fra la maochina e i l tube, o f r a i l tube e la terra, fu osservato ohe la quantitk di elettricitit che passa attraverso il tube nell' uniter di tempo b la stessa, si includano o no tall resistenze; invece il numero delle scariehe, aumenta molto quando si adoperano quelle resistenze, e fu ri- trovata vera la seguente legge stabilita gi~t da G. Wiedemann e R. Rfihlmann: ,~ Se 1' elettrodo positive b unite alla macohina e il negative alia terra, il numero delle scariohe b sempre piil pic- colo che nel mode contrario di eomunicazioni; la quantiti~ di elettricit'~ necessaria a produrre una scarica b quindi maggiore nel primo ease che nel secondo >>. Che con 1' introduzioae delie re- sistenze il numero dells scariche aumenti, pub spiegarai pen- sando che quando esse vi sono si scarica volta a volta soltanto l'elettricit~t accumulata sugli elettrodi meatre quando non vi sono

Page 12: Rivista

79 si scarica anche quella raccolta su tutto il sistema dei condut- tort, e percib occorre poi pill tempo di dianzi per portare gli elet- trodi alia deneit~ necessaria pereh~ una nuova scarica possa pro- durst. L'A. chiama quindi normale la scariea ches i produce, e la quantit~ di elettrioitk che passa da un elettrodo all' altro, quando si includono delle resistenze; e poich~ una scarica non stratificata diventa tale cell' introduzione di resistenze, ne con- conclude the la scarica stratificata ~ dovuta nile scariche nor- malt, che sono quindi le pih regolari e le pih semplici possibili.

Studiando lo svolgimento del calore, trova che con due tubi di diametri diversi, posti uno di seguito all'altro nolle stesso circuito, si ottiene la stessa quantit~ di calore per unit~ di lun- ghezza, sin the si includano o no delle resistenze, poieh~ il ca- lore dovuto ad una data quautit~ di elettricit~ h indipendente dal fatto che essa passi in una o in pih scariche.

Mediante un tube opportunamente costruito fu studiata an- che 1' azione che ha sulla scarica la distanza degli elettrodi, sen- za variar menomamente la pressione del gas, e f a trovato che per rarefazioni estreme la scarica si produce tanto pih diflicilmento quanto pih vicini sono fra lore gli elettrodi, dope the la lore di- stanza ~ divefiuta inferiore a un certo limite, e se ne conclude ehe lo spazio oscuro in prossimit~ del catodo oppono una forte resistenza alla scarica positiva, e c h e l' unione delle duo elettri- cit~ ha luogo nolle spazio luminoso the si trova fra i due spazi oscuri catodici. - - L' A. ha pot trovato che il massimo del calore svelte nolle diverse porzioni del tube non corrisponde ai punti dove maggiore h la resistenza alla scarica, talch~ discutendo la nora relazione

& ' V ~ - - 4 1 r p

che vale per un corpo qualunque traversato da corrente, giunge a queste due ipotesi: o non si ha p =~ 0, cio~ si muove dell' elet- tricit~ libera nel tube, o una parte della caduta del poten- ziale b impiegata a dare all' elettricit'~ una certa energia ci- netica net punti eve il riscaldamento b minimo, che sparisco poi dove il riscaldamento ~ massimo. Soltanto delle misure di po- tenziale fatte opportunamente entre il tube, potranno decidere la questione.

Dalle deflessioni della cclonua luminosa prodotte coi ma- gneti, deduce pot che la formazione della luce positiva non di- pende tanto dalla posizione degli elettrodi quanto piuttosto dalla formazione di quello spazio luminoso eompreso fra i due spazi catodici oscuri.

Esaminando infine dettagliatamente tutti i fenomeni fin qui

Page 13: Rivista

80 osservati, mostra come si possano spiegare supponendo che i raggi catodiei consistano in raggi luminosi con un periodo molto breve di oscillazione. Accenna pure ad una teoria della searica positiva e della stratificazione, ed esamina 1' azione dei magneti sulla sea- rica, nonchb il contegno dei catodi formati da cattivi conduttori.

F. TROUTON. Su l calorico latente molecolare. - - L 'A . fa os- servare che le quantit~ di ealore necessarie ad evaporare, a pros- stone costante, delle quantit'~ di liquidi proporzionali ai lore pest molecolari sono approssimativamente proporzionali alla temperatu- ra assoluta del lore punto di ebollizione, e propone pereib la legge seguente: ,~ Le molecole dei corpi, nel passare dallo state gassoso a quello liquido senza cambiamento di pressione, svolgono una quantit~ di calore, che si pub ehiamare ealorico latente moleeo- lure, direttamento proporzionale alla temperatura assoluta del re- spettivo punto di ebolliziono ~.

A. CAMPBELL e W. T. GOOLDEN. ~ ur~ indicatore della velo- cita per i 9 ropu l sor i delle navi. - - F, la descriziono di u , ap- parecehio destinato a indicate la volocit~ sia in grandezza the in direzione in mode automatico e assai elegante.

W. E. AYRTON e J. PSRRY. Su l d i a g r a m m a indicatore dei motori a gas. - - In vista dell' ognor crcscente sviluppo che pren- de l' use dot motori a gas, gli A. mestrano in questa Memoria come si possano applicaro lo leggi della termodinamica ai feno- meni ches i cempiono nella combustione e nella successiva ospan- stone dot miscugli esplosivi in essi adoperati, e come dai dia- grammi disegnati dall'indicatoro della pressiono si possano otte- nero delle formule empiriehe ehe rappresentino quoi fenomeni. Fanno anehe importanti considerazioni sul calorico totale speso e sul lavoro ottenuto in un intero ciolo, sullo seambio di caloro che ha luogo fra i miscugli gassosi e lo pareti del eilindro, sulla perdita di calore the subisce il fluido duranto la compressione, e sul calore che esso rieeve determinate in funziono del volume e della pressione.

111. -- tI. H. HOFFERT. ,.~U Un nUOVO apparato pe r la com- binazione dei colori. - - In questo apparecchio, anzieh~) la luee solare come nolle disposizioni sperimentali indicate da Maxwell, Rayleigh, Helmholtz, ec. sono adoperati dot fill di platino rest in- candescenti da una corrente elettrica. Un' opportuna combinazione di prismi, di lenti e di specchi permette di eonfrontare con gran- de facilit,% i colori spettrali con altri colori, e di osservare gli effetti delle lore sovrapposizioni; ma non ~ possibile dare senza figure una esatta deserizione dell' apparecehio.

R. T. GLAZEBaOOK. St* un metodo per misurare la capacitd~ elcttrica di un condensatore, e sulla determinazione del pcriodo di

Page 14: Rivista

81 vibrazione di un diapason per mezzo di osservazioni elettrichc. II metodo che l 'A. adoprb per misurare la capacit~ di un con- densatore dei sigg. Latimer Clark, Muirhead e C. ~ ~ una modi- ficazione di quello di Maxwell (II, w 776) the fu gih suggerita da J. J. Thomson (Phil. Trans . 1883). In uno dei lati del ponte di Wheatstone si fa un' interruzione fra gli estremi della quale si fa oscillaro un pezzo metallieo A, the comunica ton una delle armature del condensatore; l 'al tra armatura comuaica con quello fra i vertici del ponte, cui concorrono il late interrotto e i l gal- vanometro. Cosl ad ogni oseillazione di A la torrente della pila carica il condensatore, che si searita immediatamente dope senza influenzare il galvanometro. Le resistenze a, c, d degli altri tre lati del ponte sono aggiustate in mode the la deviazione del gal- vanometro prodotta dalla serie anzidett~ delle correnti di carita sia equilibrat~ da quella dovuta alia corrente continua della pila. S e n 5 il numero delle scariche al secondo e e la capacit~ del tondensatore, la formula approssimata del Maxwell

a

n c ~ - - �9 c d '

ma 1' A. ha fatto use della formula pih esatta data da J. J. Thom- son, nella quale entrano le resistenze del galvanometro e della pila.

L' interruttore adoprato consiste in uu hntora di ferro che oscilla fra due pezzi metalliei in comunitazione col due estremi del- l' anzidetta interruzione ; tale ~neora ~ messa in mote da un' elet- trocalamita nella, quale passano delle correnti dovute a u n a pila nel cui circuito ~ intluso un diapason elettromagnetito.

Questo metodo non richiede una pila tostante, e i l galvano- metro pub rendersi quanto si vuole sensibile. - - Peraltro si po- trebbe obiettare che il tempo durante il quale le armature del tondensatore sono in tomunieazione coi c~pi del late interrotto nel ponte sia troppo breve, e che quindi non si carichi e non si starichi tompletamente ad ogni oseillazione. Gli esperimenti fatti hanno mostrato che non si ha differenza sensibile nei resultati, fatendo variare n da 16 a 128; quindi l 'atcennato difotto non esiste.

L' equazione indicata che d'~ la capacit~ del tondens~tore, pub anche servire a determinare con molt~ esattezza il numero u delle ostillazioni al seeondo di uu diapason elettromag,~etico. quando sian note la eapaciti~ del condensatore e le resistenze d~i ponte.

G. S. TURPIN e A. W. WARRINOTON. Sulla viscosit(~ a~Ipa- rente del ghiaccio. ~ E ben note the se un pezzo di ghiaccio si

Serie 5. Vo$. X V i l . 7

Page 15: Rivista

82 pone a cavalcioni di due tavolo e si cingo con un file metallico carico di due pesi, il file attraversa il ghiaccio senza dividerlo in due parti, e la sola traccia del passaggio ~ la diminuzione di trasparenza o la facilit~ che aequista il ghiaccio di fendersi so- condo il piano segnato dal file. Bottomley, che scopri tal feno- meno, trovb pure •he una cordicella comune, pasta nolle stesso condizioni del file metallico, non attraversa il ghiaccio. Gli A., ripetendo 1' esperienza con fill di metalli diversi, trovarono the il tempo necessario a ciascuno dei fill, caricato sempre ugualmonte, per attraversare un blocco di ghiaccio delle stesse dimensioni, cresce al diminuire della respettiva conduttibilit'~, calorifiea, ed i~ circa inversamente proporzionale ella carica. In seguito a cib alla spiegazione poeo chiara data da Bottomley sostituiseono la se- guente: Quando il file comineia a tagliare il ghiaccio, la sua su- perficie superiore ~ in contatto con acqua a 0 ~ e l 'inferiore col ghiaccio. La pressione del file reade a far fondere del ghiaccio; ma perchb cib possa aceadere, dove essere somministrato il calo- rico latente di liquefazione, ehe nel case del file metallieo pub facilmente ottenersi dalI' acqua the sta sopra, the in conseguenza si raffredda. L' acqua di nuovo formata passe al disopra del file, e si ripete io stesso processo. 11 feaomeno non si produce colla cordicella, perch5 con essa non b possibile tel conduzione del calore.

Un tube di forte, circondato da nave per mantenerlo a 0 ~ pub farsi penetrate colla pressione entre un pezzo di ghiaocio, e new interne del tube s e n e trova un pezzo the vi aderisce forte- monte. Cib fu spiegato da Pf'aff colla plasticiti~ del ghiaecio; ma gli A. osservano che si pub spiegare nolle stesso mode del forte- mane preeedente, e c h e quando la temperatura del tube non b inferiore a 0', la sun penetrazione nel ghiaccio b dovuta all'ab- bassamento del punic di fusioae prodotto della pressione. La pla- sticit~ del ghiaccio ~ del resto prorate ad evidenza da altre espo- rienze di Pfaff.

B. ILLISOWOaT~ e A. ttOWAI~D. Sulla relazione formica f ra l" acqua e alcuni sali. - - Gli A. hanna determinate la tempera- turn alia quale cominciano a solidificarsi, da soluzioni di diverse densitY, it solfbmetilato, il solfoetilato e i l solfoamilato di potas- sic. Rappresentando con le ascisse il per cento di sale helle so- luzione, e con le ordinate le temperature suddette, le combina- zioni etiliche e metiliche mostrano per le curve di congelazione un andamento comune sine al punto che corrisponde al erioidrato del secondo, e le patti ascendenti delia curve, quelle cio~ relative ella deposizione del sale (curve di saturazione) sorto quasi paral-

Page 16: Rivista

83 lele. La eurva di saturazione del solBamilat~o b inclinata di cir- ca 250 su quelle corrispondenti delle aitre combinazioni.

II fatto pih importante b forse quello che il composto inert- lice tiene in questo fenomeno il posto intermedio fra 1' etilico e I' amilico.

H. A. ~/~IERS. Emiedria della cuprite. - - L' A. deserive una forma emiedrica riscontrata in alcuni esemplari posseduti dal British Museum, che b la forma trapezoedale, o giroidale, descritta net trattati di mineralogia come teoricamonte possibilo ma non mat osservata in cristalli naturali del sistema m o n o m e - '

trice, e riscontrata soltanto recentemento in un sale ammoniaco artificiale. - - Gli esemplari di cuprite, che possiedono tall facce emiedriche, oltre la sfaldatura ottaedrica hanno anehe quella cu- bica.

T. OARNELLEY. SIr CO're d~], compost~, chemic{,, $_pec{,a~mez$~ come funzione del peso atomico dei lore componenti. ~ Dope ri- feriti i principali resultati ottenuti fin qui circa r azione the sui colori dei composti chimici hanno la temperatura e la propor- zione dell' elemento elettronegativo, 1' A. espone le proprie osser- vazioni sulr azione del peso atomico, che possono cost riassumer- st: In una serie qualunque di composti AxR~, B~Ry, CxRy... in cut R ~ un elemento o un gruppo di elementi, mentre A, B, C... sono elementi appartenenti allo stesso sottogruppo della classifi- cazione naturale di Mendeljeff (come p. es. Cl, Br, I; Na, Cu, Ag, Au; Mg, Zn, Cd, Hg;.ee.), col creseere det peso atomieo degli elementi A, B, C . . . i colori passano interamento o in parte p e r

la serie cromatica bianco (o senza colore) violetto, induce .... ros- so, bruno, nero.

Si noti che gli ossidi, p. es., non posson paragonarsi ai sol- furi, seleniuri e tellururi, nb i fiuoruri ai cloruri, bromuri, e io- duri, ec., perchb 0 e F1 sono elementi appartenenti alle serie pa- rt, mentre Cl, Br, I, e S, Se, Te appartengono a quelle dispart.

In 16 tavole I'A. d~ i colori di circa 300 composti inorgani- ci, e su 426 cast ai quali la regola anzidetta potrebbe appliearsi, 14 sole sono le eccezioni, 10 delle quali peraltro si possono spie- gate facilmente: le altre 4 che sono rappresentate da DiCls, V2 0~, Cr 05 e Cd 0 non ammettono una spiegazione sodisfacente.

Dell'aecennata influenza che il peso atomico ha sul calore dei corpi, r A. d~ uua spiegazione teorica basata suUe vibrazioni molecolari e sull' assorbimento della lute quando il lore periodo coincide con quello della diverse radiazioni luminose. Quando Io vibrazioni molecolari son rapidissime, nessuna radiazione verrebbe assorbita, e il corpo sarebbe bianco; aumentando il peso atomico

Page 17: Rivista

84 le vibrazioai diverrobbero piil lcnte, sarebbero assorbite le radia- zioni violette, e quiadi il eoRore passerebbe al verde-giallo etc.

Alcuni eomposti mostrauo infine che il colore ~ uaa funzione periodica del peso atomico; eio~: prendendo per ordinate il peso atomico dell 'elemento positive e per ascisse i termini di una scala cromatica ehe dal nero pol bruno, rosso, verde . . . . . passi al violetto e al bianco, la curva the si ottiene ha ua andamento simile alia ben nora cur ya deg~i elementi di L. Meyer.

In seguito l ' h . torner~ su questo soggetto a proposito dei composti organici.

H. M ~ L~.OD. ~ota preliminare su urt nuovo registratore della luce solare. - - L ' apparecehio a cut si accenna serve a re- gistrare la lute solare, mediante uua sfera di vetro argentato che riflette i raggi luminosi su una lente, la quale li c oncentra su ua foglio di earta sensibilizzata contenuta ia una camera oscura. La sfera e la leate son fisse e il mote della terra fa si che l ' immagine distorta del Sole tracci sulla carta ua arco di cerchio. Con tale apparecchio possoa gi~ riconoscersi facilmente le. variazioni dell' intensith delD. lute solare durante [e diverse ore del gi0rno, i passaggi delle nubi, eee., e non testa cho de- terminare le migliori dimensiani da darsi alia sfera e alia lente, il miglior mode di fissar la carta per poterla cambiar facilmente, e i l mode di disegnare la scala oraria sulla carta stessa.

1r H. M. BOSANqU~T. Magneli permanenti ~ I. In alcu- lie note gi~ pubblicate nel 1883 (Phil. Mag. XV), I'A. mo- strb clio quando ua magneto permanente ~ composto di molti piccoli pezzi, :il sue memento totale ~ notevolmente diminuito. Attualmente, continuando tall ricerche, ha determinate, oltre il memento, anehe l'induzione magnetica in tre sbarre composte in tal mode, e i l numero dei girl di un rocchetto uniforme che son necessari ad annullare temporariamente l 'azione esteraa di una d i esse sbarre. Le propriet~ dei magaeti la cut lunghezza non supera 5 volte il lore diametro, sono espresse da leggi assai sem- plici. Sin infatti : N il numero totale dei pezzi in cut ~ divisa la sbarra; m il numero delle sbarre separate in una data combiaa- zione; n i l numero dei pezzi in ciascuna sbarra della eombina- zione talchb sin m u = ~ N; x la lunghezza di ann sbarra sepa- rata e 1 quella dell ' intero magnete; M il memento totale di m sbarre d i n pezzi ciascuna; B l 'induzione magnetica (linee di forza per unit~ di area) per una sezione equatoriale di uaa sbar- ra d i n pezzi; S 1' area della sbarra: F ,~ 4~r X momento/SB ~ di- stanza ibcale; [ '~ F/x; allora le esperienze eseguite d'~uno the M si pub porre

M ~ M o § B ~ n B '

Page 18: Rivista

85 eve Me, M' e B' sono costanti, per n non superiore a 6. Introdu- condo allora x invece di n, cello notazioni precedenti si trova:

x (1) B ---- T N B '

f --: ~-r-~ ~,N z + ; F V-s + T x }

e ponendo x == 0, per il valore limito di F si ha

41rMo (2) F~ ~ NB'S '

che corrisponde al case d i n ~ 0. Analogamento per n ~ 0 il memento diviene Me, e pub chiamarsi memento limite di un disco.

Dalle esporienze eseguite resulta che per un disco (cilindro di piccolissima lunghezza), la distanza focale sopra definita re- sulta, al limite, uguale a circa '/, del raggio.

Avendo ridotto il memento di un magneto a quello di una serie di disehi infinitamento sottili che corrispondono agli.strati magnet.ici della teoria amperiana, parrebbe che il memento dei giri di corrente che si richiedono a smagnetizzare temporaria- monte la sbarra, dovesse essere aguale al memento limite del disco; oppure supponendo decomposto il magneto iu sottili di- schi, ciascuno dei quali sin sostituito da una corrente the ne percorra il contorno, il numero di queste correnti dovrebbe es- sere uguale al quoziente del memento limite Me per l ' a r ea ; ma nessuna di tali deduzioni ~ confermata dall' esperienza. Tuttavia le differenze non essendo troppo grandi, si pub ammettere prov- visoriamente che cib aceada.

Cib posto I'A. passa a eonsiderare la resistenza magnotica p come definita dal quoziente fra la differenza di potenziali ( o forza' magnetomotriee) e l'intensit'k (induzione magnetica B), e deft- niece il potenziale P' per unit~ di lunghezza con la formula

p , 4rMo l X area"

Ponendo B ~ bx, con b ~ N i l Iv. form. (1)]. no resul~a

P' 41rMo

eho coincide con F~ [ vedi (2)] ed ~ costante. P~r il memento di soitilissimi dischi no resulta:

BSFo P'SFo - - - - - - X . (3) memento ---- 4 . 4~r~

Page 19: Rivista

86 Per le sbarro che hanno F =, x, o #=~ 1, per quelle ciob che

hanno i fuochi alle estremit~, si ha dalla (3):

P'S x'. memento .=

Ammettendo the F sis rappresentato dalla somma di Fo con nna conveniente frazione di x, (0,8 o 0,9) 1' espressione generale per il memento dei magneti la cui lunghezza non eccede 10 volte il raggio, ~ date da

P' S M -= ~ x (F~ + 0,9 x) .

L' aumento di resistenza che si nota con 1' aumentare della lunghezza delle sbarre, deve ascriversi alla resistenza magnetica intrinseca dell' acciaio, e I'A. ricercher~ con altre esperienze di determinare la legge precisa a cib relativa.

M. KISSUNG. Sui fenomeni di diffrazione nell' aria umida . - Ricercando l'azione che ]e polveri esercitano sulla formazione della nebbia, I'A. ha osservato dei fenomeni ehe non sono in ac- cordo con la teoria di Fraunhofer sulla diffrazione, e che hanno analogia con la lute crepuscolare che nei mesi seorsi destb tanto interesse. L'A. trova in generale confermata la legge di Aitkiu che ciob la condensazione del vapor d' acqua nell'aria avviene sempre attorno a nuclei solidi. Cosi nell'aria ordinaria non fil- trata di una stanza abitata, per lo spazio in cui avviene la diffrazione si raffredda leggermente, la nebbia che si forma b cost folta da indebolir molto anche una forte sorgente di luce. So al- l 'ar ia anzidetta se ne mescola di quella filtrata, la formazione della nebbia decresce, mentro contemporaneamente si presentano i fenomeni di diffrazione, la intensitit luminosa dei quali cresce finchb la quantitR del pulviscolo non sia divenuta inferiore a u n limite piccolissimo. Continuando a filtrar l'aria, i fenomeni lu- minosi diminuiscono rapidamente d' intensitY, e non si percepisce pih la formazione della nebbia. In generale il massimo assoluto dei fenomeni di diffrazione si ha quando la quantit~ anzidetta del pulviscolo per la quale b massima 1' intensitk luminosa, si com- bina col massimo di umidit~ dello strato in cui avviene il feno- meno. Piccolissime quantitk di SO, e di NH5 mescolate all'aria non filtrata, producono tanta nebbia da far cessare ogni fenome- no di diffrazione. La polvere sottilissima della pomice eruttata dal Krakatoa esercita un'influenza percettibile, sebbene debole, sulla formazione della nebbia.

Page 20: Rivista

87 112. - - G.D. L1vEIsa e J. DF.WAn. 5'ulle linee spettrali dei

metalli I~rodotte mediante i gas esplosivi. ~ Berthelot , con un cronografo, aveva notate cho nel miscuglio esplosivo d' idrogeno e d' ossigeno 1' esplosione si propagava con una velocitk di 2841 m. al secondo, eio~ presso a poeo con la volocitk di traslazione per r idrogeno a 2000* c. Poichb tal velocitb, ~ eircu '/,o,oo di quell~ di propggazione della luce, gli A. cercarono di determi- narla cello spostamento delle linee spettrali, che, secondo essi, doveva essere di '/8 dell' unit'a adottata nella scala di Angstr6m per le linee del litio. A tale scope eseguirono delle esperienze con eudiometri opportani e con un reticolo del Rowland conte- nente 14438 linoe per pollice. Introdueendo nell 'eudiometro una piceolissima quantitk di carbonate di litio le linee fosse di que- sto metallo erano visibili quando avveniva l' esplosione; ma per l 'estensione ehe tali linee prendevano nello spettro, non fu pos- sibile agli A. determinate il valore esatto dello spostamento che, in alcuni easi. si manifestava effettivamente.

Nel corse di queste rieoreho gli A. furon peraltro eondotti a osservare altri fenomeni interessanti. Cosl essi ottennero l 'in- versione di una delle linee del litio, cib cho mostra come la tem- peratura non sia uniforme nell' onda esplosiva, ma sia invece pitt bassa nella parte anteriore. Inoltre la larghezza delle linee rosse del litio risultb determinata dalla quantit'k di sale presente nel tube; mentre Fievez, (Bull . de l' Ac. roy. de Belg.) da esperienze ratio suI sodio eoneludeva the la larghezza delle linee spettrali fosse determinata dalla sola temperatura.

Osservando la scintilla con u , prisma a poea dispersione lo spettro continue era molto intense, e le linee metalliehe rimasero sempre pih vivaei. Nolle spettro cosi ottenuto si mostrarono al- tre linee metalliche, come quelle del sodio, del ealeio e altro li- nee nel verde che furono rieonoseiute per alcuno di queIle del fetro, quantunque le linee di questo metallo non si mostrino nella luee del brneiatoro Bunsen. Dope aver eostatato la presenza di tall linee gli A. provarono a introdurre nel lore eudiometro al- tri metalli, e giunsero al resultato notovole the mentre per me- talli poeo volatili come il Fe, il Ni, il Co si avovano molto li- nee, attri metalli pih volatili non ne davano aleuna o poehissi- me. Tutto le linee osservate eran comprese fra la G e la P e i l lore numero non variava al variare della pressiono del miseuglio esplosivo, e nemmeno variando la natura di tal miseuglio si eb- hero nuove linee.

H. W. BEETZ. Sidle pile cam_pione per le misure elettrome- iriche. - - Vedasi il sunto pubblieato nel n. ~ preeedente di que- sto giornale.

Page 21: Rivista

88 W. W. J. Nicer.. l l volume molecolare dellz soluzioni 'sa-

line. - - In un precedente lavoro ( l)h. Mag. Agosto 1883) 1' A. mostrb cho i volumi moleeolari nolle soluzioni dei composti del sodio e del potassio, come pure di certi radicali acidi [ - - C l . (SO~), (5TO~), (ClO~) e (OH)] sono costanti in qualunquo mode si combinino a formare dei sali, pureh~ le soluzioni sieno sufficien- temente diluite, contengano cio5 meno di 1 equiv.'all sale per 100 di aq. Nella presente memor ia l ' A. mostra come questa propo- siziono possa estendersi a tutti gli elementi o gruppi di elementi.

T. CARNELLEY. i a legge di periodicit~ e la frequenza degli e~menti nella natura. --~ Gladstone fece notare che dividendo gli elementi in abbondanti, comuni, rari e rarissimi, la densit'~ media dei vapori va sempre crescendo dai primi agli ultimi; Mendeljeff ha fatto poi notate che gli elementi che sono pih ab- bondanti hanno piccolo peso atomico. Scope dell'A. ~ inveco di mostrare la relazione che passa f r a i l peso atomico degli elementi e i l mode col quale essi si presentano. I1 resultato generale delle sue ricercho 5 il seguente:

Gli elementi che son situati sulle porzioni discendenti della curva di L. Meyer ( appartenenti cio~ allo serie pari della clas- sificaziono Mendeljeff) sono difficilmente riducibili e non si tro- vane mai allo state libero n~ in combinazione come solfuri, ma sempre in combinazione con 1' ossigeno formando ossidi o ossidi doppi (silicati, solfati, carbonati, ec. ); mentre gli elementi si- tuati sulle porzioni salienti delia curva ( app. alle serie dispari) sono facilmente riducibili e quasi sempre nello state libero o in combinazione cello solfo, raramente cow ossigeno.

P. E. CHASE. 3IOtO armonico nei sistemi stellari. - - Da con- siderazioni assai semplici sul principle del movimento armonico 1' A. ottiene per r accelerazione della gravit'~ su una particella oscillante 1' equazione generale

~). ~l~

g ~ - - t r 2

in cui v). ~ la velocit':~ della luce, t ] a durata di un'oscillazione semplice, m ~ la massa ed r la distanza espresso respettivamento per la massa e p e l raggio del sole.

Laplace mostrb che l' atmosfera solare non pub eslendersi el- ire l' orbita di un pianeta il cui tempo periodico sin uguale al tempo di rotaziono del sole attorno al proprio asse. L' A. deduce il valore di tal distanza da quella di v~ e indicandolo con •k, se po b il raggio del sole trova ~k: po =~ 36,301.

Da altre considerazioni l 'A. trova i rapporti ira lo masse

Page 22: Rivista

89 dei diversi pianeti, che eoncordano con queIli trovati da osserva- zioni astronomiche.

:F. Y. EDGEWORTH. Probabilit5 a p r i o r i . - E mostrato in questo lavoro come in tutti i calcoli relativi aUa determinazione della probabilitk che un certo avvonimento abbia luogo, richiede sempre l' use di dati a priori, e I'A. indica quando tall dati si possan ritenere sufficienti.

J. DEWAR. Sulla liquefazione dell' ossigeno, e sui volumi cri- tici dei gas. - - L' A. descrive un apparecchio col quale si pub lique- fare,l' ossigeno, e che b dispos~o in mode da peter proiettare su uno schermaglio cib che avviene durante la liquefazione. I1 gas

compresso in una provetta di vetro immersa in un recipiente ehe in corrispondenza della provetta ha delle grosse pareti di ve- tro. L'abbassamento di temperatura ~ determinate dall'ebolli- zione nel vuoto dell' etilene, o dell' aeido carbonico solido, o del- l'ossido ni~roso liquido. Con tale apparecchio si p u b mostrare facilmente 1' ebollizione dell' ossigeno che avviene quando, dope ehe ~ state liquefatto, si apra ua robinetto ehe metta la provetta in comunicazione coil' aria libera. Le esperienze di Wroblewski e Olzewski si posson ripetere quando si disponga di uua certa quantitk di etilene: era questo gas ~ diflicile a ottenersi in quau-. tit~, ma la liquefaziono dell' ossigeno si pub ottenere con l'ebol- lizione dell' acido carbonico o con l' ossido nitroso. L a sostanza pih conveniente per ottenere grandi raffreddamenti b peraltro il metano, CH~, indicate per tale use la prima volta dall' A. nel 1883. L' A. nella tabella the qui ripertiamo d'~ i valori dei rap- porti ira la temperatura critica assoluta e la pressione critica: i valori indicati per NH~, SIt , , C,N~, CH, e C,H~ son nuovi, e sono stati trovati dall' A.

Cloro Cl~ Aeido cloridrico HCI Ossigeno O~ Aequa H~O Azoto N, Acido solfidrico SIt~ Ammoniaca NtI~ Dietilamina (C~It~)~HN 0ssido nitroso N,O Acido solforoso SO,

T Temperatura

critica

141.0 52,3

113,0 370,0

- - 146,0 100,2 130,0 220,0 35,4

155,4

P Pressione

critica

83,9 86,0 50,0

195,5 35,0 92,0

115,0 38,7 75,0 78,9

T P

5,0 3,7 3,2 3,3 3,0 4,0 3,5

15,4 4,1 5,4

Page 23: Rivista

90

Metano CH Acetilene C j ~ Etilene C~H, Idruro d' etile C~H~ Amilene C~HI, Benzolo C6H~ Cloroformio CHCI~ Cloruro di carbonio CCI, Acido carbonico C0~ Bisolfuro di carbonio CS~ Cianogeno C,N~

T P Temperatura Pres,~iouo

critica critica

- - 99,5 50,0 37,0 68,0 10,1 51,0 35,0 45,2

191,6 33,9 291,7 60.4 268,0 54,9 282,0 57,6

31,9 77,0 277,7 78,1 124,0 61,7

T P

3,5 4,5 5.5 6.8

13.7 9,3 9,9 9,6 4,0 7,0 6,4

T Ammettendo che i valori di ~ , che per molti gas son qua-

si costanti, siano proporzionali ai volumi molecolari, si pub otte- nere la densit~ dei gas alia loro temperatura critica, quando sia nora quella di una sostanza qualunque in tal condizione. Ora la densit~ dell' acido carb0nico alia temperatura assoluta si pub prendere 0,65; calcolaudo eosl la densit~t eritica dell' aeetilene si trova 0,32, mentre Ansdell la trovb 0,36. Le densit~t critiehe del- l' ossigeno e dell'azoto cosi calcolate sono 0,63 e 0,45 respett. ; quella dell' idrogeno sarebbe 0,12 deducendola dai valori teorici indicati da Sarrau per la pressione e la temperatura critica, dai

T quali sl avrebbe T == 1. Ora Cailletet e Hautefeuille trovarono

per quei tre gas le densit~ critiche 0,65, 0,37 e 0,025 a 0 ~ La notevole differenza che si ha per r H, l' A. la spiegherebbe am- mettendo che il volume moleeolare di questo gas sia 3,5 come per r ossigeno e per 1' azoto, come sembra res~lltare da altre con- siderazioni ehimiche, hllora la densit~ calcolata per r H sarebbe 0,034. Sarebbe percib di grande interesse il poter determinate esattamente la temperatura e la pres~ione critica dell'idrogeno.

C. V. BoYs. Ur, fenomeno magnetoelettrico. ~ Se in un cam- po magnetico determinato da un elettromagnete con un polo appuntato e con un polo piano si pone un disco di rame che possa ruotare attorno a u n asse, quando si stabilisce la corrente il disco b attratto e quando si interrompe b respinto dal polo ap- puntato.

Questo fenomeno ~ stato osservato da molti sperimentatori; ma r A. si b occupato di valutarlo in misura assoluta, tanto pih

Page 24: Rivista

91 che con esso pub determinarsi la conduttivitit e l'intensit~t del campo magnetico.

L. D' AURIA. Sall' ellitticitd dei pianeti. -- Ammettendo che i pianeti fossero originariamente fluidi, dalla lore rotazione at- torno a un asse d'inerzia ne resulterebbe una forma ellissoidica, com'b ben note.

L'A. determina il valore che dovrebbe cosi avere lo schiac- ' troppo piccolo in con- ciamento terrestre, e lo trova uguale a zu,

fronto di quello trovato con misure geodetiche uguale ~.~ L'A. spiega tal differenza osservando col Thomson che la fluidit~ delia terra andb man mane diminuendo. Paragonando quindi l'eUit- tieit~t attuale dei pianeti con quella data dal caleolo si ha un nuovo mode a'investigare le lore condizioni fisiche e i l ritardo delle lore rotazioni diurno.

A. WEBSKI. ~ull' idunum, nuovo elemento. -- Questo nuovo elemento, trovato in un minerale consistente essenzialmente in vaniadato zincifero di piombo, b notevole per la resistenza dei suoi sali d 'argento molto ossigenati ai reagenti; ma helle sue reazioni analiticho generaii b simile all' acido vanadieo. Quando vien separato da quest' acido mediante una soluziono di sale am- moniaco, l'acido idunieo rimane nell'acqua madro, o con r ag- giunta di solfuro ammonico divien rosso e deposita ossido idu- nice rosso.

Ann . d e r P h y s . u n d C h e m . yon G. W i e d . XXII, 1884.

4:. - - N. yon KLOBUK0W. ~U ur6 nuouo metodo per la deter- minazione della densitd dei va~ori ~ei corpi che hanno basso il ~unto di ebollizione.

Id. Su ur~ nuovo metodo per Za ~terminazione della deasit4 dei vapori pei cor~vi che hanno elevate il punto di ebollizione.

Pei corpi che hanno un punto di ebollizione non superiore a 200* c. il metodo segulto in queste determinazioni b fondato sul rrincipio dello spostament6 indicate da Hoffmann, e l' appa- recchio che serve b in sostanza un dilatometro; per i corpi che boll0no a pih di 200' il principle su cui si fonda il metodo b quello di Arohimede, o r appareechio b in sostauza uu areometro.

Tall apparecchi hanno molti accessori e sono costruiti in mode da rendere esatte ]e determinazioni della densit~ anche quando non si disponga che di piccolissime quantit~t della sostan- za ( I 'A. non ne ha mai adoperato pih di gr. 0,12 e spesso ne adoprb meno di gr. 0,05); ma la descrizione degli apparecehi e del lore use b impossibile, senza l' aiuto delle numeroso incisioni di cui r A. ha corredato le sue memoric.

Page 25: Rivista

92 W. C. R6NTGEN. lnfl~tenza della pressione sulla viscositd~ dei

f luidie specialmente dell' acqua. - - Le ricerche sono state fatto misurando il tempo che una data quantitY, d 'acqua ~jmpiega a passare, sotto pressioni diverse, per un tube capillare contenuto in ua piezometro. La pressione massima adoperata fu di 29 atmo- sfere, e 1' A. spera di peter continuare lo sue ricerche con mezzi migliori e con una pompa Cailletet. Dai rosultati ottenuti fin qui, e put tenendo conto delle cause d 'er rore inerenti alla natura dell' apparocchio adoperato, sembra peter concludere che l' au- monte di pressione determina una diminuzione nella viscositY, dell' acqua; ma 1' A., col mezzi di cui disponeva, non ha potuto determinare la legge quantitativa del fenomeno.

E. WARBUaO e J. SACHS. I~fluenza della densit~ sulla viseo- sitar dei liquidi. - - Esperienze fatte con t' apparecchio the servi gih a Warburg e Babe (Wied. Ann. XVII ) per determinate la viscositk dell' anidride carbonica, hanno mostrato che al crescero della pressione la viscositi~ aumenta per 1' anidride carbonica, per l' etere e per il benzolo, e diminuisce inveco per l' acqua, come il prof. R6ntgen aveva tro vato fine dal 1881. Ua fatto assai no- tevolo fu notate nel corse di queste esperienzo, e cio~ cho la di- minuzione di viscositk prodotta da forti pressioni nell' acqua pri- va d' aria o satura sia di CO~ che di ~NH~ o di H~S, si mantieno anche a pressione ordinaria. Cib indicherebbe una medificaziono permanente nella costituzione di tall liquidi; ma gli A. noa ao hanno la certezza, potendo tal fenomeno esser dovuto a cause di errore non avvertite.

F. ST~C,~. Salla con&teibilitd termica della tormalina. -- Scope dell 'A, fu di verificare se nella direzione dal polo analogo all' antilogo la tormalina ha pel calore una conducibilit'~, diversa da quella che possiedo in direzione contraria, come avevan de- dotto S. P. Thompson e O. J. Lodge da considerazioni teoricho sulla causa della piezoelettricit~ (Ph i l . Mag. 1879 ); dacch~ le esperienze fatte in proposito da quei Fisici non si potevano con- siderare sufficienti a verificare tal legge.

Alla lamina di tormalina tagliata normalmente all' asse, e ad una lastra di rame posata su di essa e nel cui centre ~ sal- date un elemento termoelettrico, 1' A. faceva prendere la tom- peratura dell' ambiente; poi portava la faccia inferioro della tor- malina in contatto con una lastra di forte mantenuta a 0% e col galvanometro a specchio notava la variaziono the la temperatura dew elemento termoelettrico subiva col tempo, t'onendo era la faccia analoga, era quella.antiloga della tormalina in contatto colla lastra di forte a 0o, 1' A. non trovb differenze sensibili nel-

Page 26: Rivista

93 1' andamento del fenomeno, talchb non sussisterebbo la indicata conducibilitk unilnterale, o almeno essa sarebbe debolissima.

E. BLASIUS. La dilalazione dei cristaUi pcl calore. ~ Nella teoria della dilatazione termica dei cristalli si ammette che in essi tulle le rette restino rette, e tulle le parallele restino per pamlleio ad ogni temperatura: ossia che le diverse configura- zioni per cui passano i crist~lli in segui~o a variazioni di tem- peratura, siano tra lore affini.

L' A., con considerazioni geometriche, mostra come il con- cello dell' affiniti~ serva a dare un' idea chiara dei fenomeao della dilatazione nei cristalli, quantunque molti teoremi che ~e ne de- ducono non abbiano significa~o importante per la cristallografia.

F. NARR. 5~ulla penetrazione dell' cletlricit~ nei gas. ~ Me- diante ua elettrometro a seal, 1' A. comunicava una determinata quantith di elettricit'~ ad una sferetta situata hel l ' interne di un' altra sfera isolata, sostenuta nel mezzo di un cilindro cave co- municante col suolo, e determinava la carica che riceveva la sfe- ra in cinque successive operazioni fatte ad intervalli di 4 minuti I' una dall' altra, e scaricando completamente il sistema negli ia- tervalli. Facendo variare la natura e la densiti~ del gas the eir- condava la sferetta, e variando le modalit~ delle esperienze, l'A. trovb dei resultati che sarebbero inesplicabili so non si ammet- tesse una penetrazione dell' elettricit'~ nei gas, creseente colla ra- refazione e maggiore per l ' I t che per la C02. Cib starebbe a provare un trasporto eonvettivo della elettricit~ in accordo con la teoria cinetica dei gas.

Potrebbe peral~ro darsi c h e l a capacitY, della sferetta variasse con la natura o con la densiti~ del gas ambiente, cib cho non state verificato finora sperimentalmonte.

SUNT[ di E. BAZZI.

S. PA~LIAm e L. I~ALAZZO. Sttlla compressibilit~ dei miscugli di alcool etilico ed acqua. - - (R. Ace. delle Sc. di Torino, 1884). - - Gli A. si sono proposti di determinare r influenza ehe ha l'ag- giunta di alcool etilico sulla compressibilit~ dell 'acqua alle di- verse temperature, ttanno adottato il metodo ordinario serven- dosi di un piezometro Regnault, tenure ia bagni adattati allo di- verse temperature. I resultati ottenuti sono principalmente: 1} Cho l 'aggiunta di piccole quantit'~ di alcool etilico all' acqua ha per effetto di abbassarne il coefficiente di compressibilit~ : l 'influenza

massima quando 1' aleool entra nel miscuglio in ragione del 23 o/o. 2) Per i miscugli alcoolici che contengono meno del 19 ~ di alcool, il coeiliciente di compressibilith va diminuendo di va-

Page 27: Rivista

94 lore cell' aumentare delia temperatura a partire da 0'; ma esiste per ogni miscuglio una temperatura per la quale il coefliciente minimo, e al di l~t della quale cresee colla temperatura. Non sem- bra esistere una relazione semplice, fra i valori delle temperature del massimo di densit~ e del minimo di compressibilit~ per l'ac- qua ed i miscugli alcoolici.

L. PALAZZO e A. BATTELrJ~. lntorno alla ]'usione dei miscug~i di alcune sostanze non metalliche. ~ (At t i ~ l l a R. Ace. di Sc. di Torino, 1 8 8 4 ) . - Gli A. hanno studiato principalmente i mi. scugli binari di naftalina, nitronaftalina, stearina, paraffina o sper- maceti. Da due soste che mostrano in generale le curve di raf- freddamento, hanno potuto concludere che anche per questi mi- scugli si verifiea la legge scoperta da Rudberg per le leghe me- talliche, cio~ che quei miscugli binari presentano due diversi pun- ti di fusione: uno rimane sempre lo stesso per tutti i miscugli del medesimo genere (cioh composti dei medesimi corpi in pro- porzioni differenti ), l'altro varia~ a seconda delle proporzioni dei componenti. II fenomeno si pub spiegare, in mode analogo a quel- lo seguito da Rudberg o Wiedemann per le leghe, supponendo che i due corpi misti formino una combinazione molecolare in proporzioni definite, alla quale ~ mescolata meccanicamente la sostanza in eccesso. Il punto di fusione variabile, pih elevate corrisponderebbe alla solidificazione o precipitazione allo state solido di questa ultima, quello fisso, pih basso alla solidificazio- no della combinazione molecolare.

L. DAL5' OPPm. Sall" use dello spettroscopio ordinario come strumento di ~recisione. - - ( At t i del R. lstit. Veneto di so., lett. ed arti, 1883). - - L' A. descrive diverse modificazioni, che ha apportato allo spettroscopio comune per renderlo suscettibile di misure di precisione, hlla ordinaria fonditura sostituisce una la- minetta di vetro coperta di argento o di nero fume sulla quale vi ~ segnato colla punta di un ago finissimo, un tratto rettilineo che riesce largo 'he di millimetro circa; per tale modificazione lo spettro appare migliorato in mode superiore. Alla scala tra- sparente dello spettroscopio sostituisce la punta di un sottilissi- me ago di acetate, mobile con rite micrometrica e che si sposta fine a farno coincidere la puata cello diverse linee dello spettro e cosi si pub valutare la distanza di queste fine a 'hoe di milli- metro. L'A. descrive anche il processo tenuto per misurare l'an- golo del prisma, la deviazione minima e gli indict di refrazione corrispondenti ad alcune linee.

C. MARANC, ONL Spiegazione dei crepuscoli r o s s i . - (12. Ace. dei Lincei, 1884). -- Secondo l'A. la causa di questi fenomeni sarebbe la eccossiva secchezza di estese regio,i dell'atmosfera.

Page 28: Rivista

95 Quando l 'aria ~ molto seeca non si producono le nuvole all 'al- tezza ordinaria: ma helle alte regioni, in causa della bassa tem- peratura, si produce la condensazione del vapore aequeo, sotto ibrma di minutissimo pulviscolo nevoso. I raggi solari sono re- fratti e dispersi da questo strafe nevoso e vanno quindi a dipin- gere sul cielo lo spettro crepuseolare nel quale il rosso apparisee all' orizzonte e il violetto in alto.

Nelle condizioni ordinarie deU'atmosfera gli strati pih bassi sono ingombri di nebbie e di nuvole, le quali intereettano tutt i i colori, o lasciano passare solo il rosso e l' araneiato, the vanno a dipingere di tinte smaglianti le sparse nuvole. All' aurora lo colorazioni sono meno splendide e di minor durata, perch~ lo strafe nevoso, per il raitreddamento notturno, ~ assai pih basso. Siceome ~ rarissimo il case the l 'atmosfera sia universalmento secea, no viene che sono rarissimi i crepuseoli rossi.

I1 pulviscolo terroso h la causa occasionale delia purezza del- l 'atmosfera. Secondo il Maseart e l 'Aitken, la condensazione del vapore aequeo non ha luogo so l' aria non contiene del pulviscolo. Percib, in generale la sua presenza favorisce la caduta della pioggia e della neve e quindi ha per effetto indiretto di dissec- care 1' aria. Il fatto the i crepuseoli rossi si sono verificati dope 1' eruzione di Krakatoa, come si verificarono nel 1731 e 1831, in eoincidenza cello forti eruzioni vuleaniche sottomarine del ~Iedi- terraneo, e the sono stati preceduti da pioggie generali, sembra all'A, ehe avvalori la sua ipotesi. La enorme quantit& di pulvi- stole avrebbe disseccata l 'ar ia atmosferica, e la eonseguent9 pu- rezza dell 'aria, per semplice refrazione o dispersione, avrebbe avuto per effetto gli splendidi erepuscoli rossi dell' inverno pas- sate.

E. GEORaE e A. Poeocx. Tele/bno. - - (Elektrotechn Zeib schrift, 1885 ). -- ~_ due fili tesi in croee ~ fissato un disco di legno o di vulcanite. Una pieeola asticina formata di materia non magnetica, fissata a questo disco porta uu roeehettino di ferro sul quale ~ avvolta una spirale di file isolate. Il roechettino di forte eolla sua spirale, parteeipa deUe vibrazioni del disco e vieno a prendere un movimento di va e vieni hell ' interne di un secon- do rocchetto fisso di ferro con relativa spirale. Le due spirali so- no traversate dalla corrente di una medesima batteria o di due batterie distinte. Le vibrazioni del primo rocchetto generano in quello fisso (che si trova sul circuito telefonico) delle ondula- zioni nella corrente ehe lo traversa, in corrispondenza colle vi- brazioni sonore.

L. BELL. Temperatura de~lo state sfcroidale. - - (Science, 1884). -- L' esplorazione della temperatura delle goccie allo state

Page 29: Rivista

96 sferoidale fatta con un elemento tormoelettrico, ha indicate al- l' A. che nolle goccie di acqua ~ di 90 ~ e in quelle di alcool di 69~ r una temperatura pih bassa ed inoltre meno variabile di quella che ordinariamente gli viene assognata.

BORNS. Le macchine d'inflaer~za di Wimshurst. - - (Elekt . Zeitschrift, 1884 ). - - Lo rieerohe di Wimshurst a Londra hanno dimostrato ehe le macchine ad influenza sono suscottibili di im- portanti perfezionamenti. Fra le macohine d~l esso r una delle pih recenti e pih importanti ~ quella cosi detta a doppia induzione. Questa si compone di un' asse orizzontale, ( t h e non dove essere metallico) ben fiss~to, sul quale sono girevoli duo disehi di vetro, di 30cm. di diametro accuratamento verniciati con gomma lacca. I dischi sono tenuti a circa 5 ram. di distanza i' uno dalr altro e si fanno ruotaro in senso opposto. Ci~scan di- sco porta sulla faccia esterna 12 settori in ottono 1' uno dall 'altro isolati. Due mascelle reunite di punte, e orizzontali abbracciano i due disehi, l 'una a destra l' altra a sinistra e raccolgono la elettricit'~ the si sviluppa. Inoltre, IlL maochina porta due con- duttori diametrali, disposti contro le faccie esterne dei dischi i quail col loro spazzolini terminali toccano sempre due punti diametralmente opposti del disco, e pongono per un istante in comunicazione ogni coppia di settori opposti, una volta ogni gi- to. La macchina s'inizia da se stessa. Seoondo il Wimshurst questa macchina elettrica non tome l 'umidit~, funziona anche alitando sopra i disehi o sfregandoli colla mano, e d~ doi re- sultati splendidi.

AneUi di fumo. - - (La IYature 1884). - - Enumerate le di- verse circostanze in cui si possono osservare gli anelli, viene do- scritto un apparato semplice per produrli. In una boccia conte- nente dell 'acqua e munita inferiormente d i u n a ehiavetta d' ef- flusso, s ' introduce attraverso il tappo di sughoro c h e l a ehiudo un tubo di vetro o di metallo, la cui estremit~ estern~ peaetra nel eentro di una fiamma. Facendo eilluire l 'acqua, il fumo aspirato nel tubo ed eseo da quosto formando gli anelli.

Q ~