Tanti grilli a cantà - 6 Nov 2012

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  • 7/29/2019 Tanti grilli a cant - 6 Nov 2012

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    Maurizio Bonanni

    Roma, 6 Novembre 2012TANTI GRILLI A CANTA

    Parafrasando un noto proverbio: Tanti grilli a canta, nun se fa mai giorno!. E,

    cos, prosegue malinconica la lunga notte della Seconda Repubblica (dico: ma quale

    riforma costituzionale hai mai empowered -investire di un potere/autorit- una nuova

    forma-governo, con elezione diretta del Premier?), con comici-attori a caccia di potere

    assoluto e Partiti malconci e rovinati dalla slavina siciliana, che cercano conforto in

    sterili, quanto inutili primarie, senza che prima, logicamente, sia stato rielaborato uno

    straccio di riforma dellattuale legge elettorale, definita elegantemente Porcellum.

    Tanto, appare chiaro che il.. Generale Inverno della politica italiana del SecondoDopoguerra sar Sua Maest lAstensionismo. E questo per molti, buoni motivi. Il

    primo, il mancato svecchiamento della mentalit politica prevalente, imbevuta dimitici slogan come lEuropa, lEuro, la Globalizzazione, la Competitivit, etc., che non

    hanno mai avuto un compiuto senso programmatico, rappresentando, piuttosto, un

    richiamo atavico a difendere scontate rendite di posizione.

    Infatti, di tutti quei miti noi siamo stati vittime consapevoli. Ciampi e Prodi hanno

    decimato il potere di acquisto del 95% delle famiglie italiane, accettando il cambio-capestro imposto dalla Germania allItalia. LEuropa ha accentuato lo squilibrio italiano

    tra Mezzogiorno e resto del Paese, desertificando la splendida agricoltura italiana, per

    sussidiare pesantemente quella francese e tedesca (attraverso la famigerata PAC). Nel

    rispetto delle famigerate quote, i nostri allevatori hanno dovuto sversare un mare dilatte nei terreni allaperto, mentre gli agricoltori sono stati obbligati a spiantare molte

    migliaia di ettari coltivati ad agrumeto, mandando al macero milioni di tonnellate diprodotto maturo. Per non parlare, poi, dei costi terribili dellEuroburocrazia, che ci ha

    inondati con i suoi regolamenti assurdi, frutto di snervanti negoziazioni, prima tra 9, poi

    dodici e, in ultimo, 27 (!!) burocrazie nazionali. Non capendo nulla delle conseguenze,abbiamo aperto con entusiasmo alla globalizzazione e alla libera circolazione dei

    lavoratori dellEst, cittadini dei Paesi neocomunitari.

    Con il bel risultato che, in base ai Trattati, molte Aziende hanno dislocato i loro

    impianti produttivi nei Paesi europei dellex Cortina di Ferro, che presentano un costo

    del lavoro pari a un quarto di quello italiano e hanno regimi fiscali che privilegiano al

    massimo gli investimenti dallestero. Altro grande mito, quello del rilancio della

    Produttivit e, quindi, delloccupazione (quella giovanile, in primis), senza tener

    conto del semplice insegnamento che ci viene, tra gli altri, da Giovanni Sartori. Ovvero:

    in regime di globalizzazione, la creazione di posti di lavoro corrisponde a una sorta disistema di vasi comunicanti. Se si crea un vuoto (decrescita occupazionale) da una parte

    -lOccidente-, lo si colma da quella opposta -il continente asiatico, India compresa-, che

    ha costi pari a un decimo, circa, di quelli occidentali, a parit di tecnologia (!). Questovuol dire, in sintesi, che il gap tra crescita della ricchezza in Occidente e quella in

    Oriente destinato, inevitabilmente, a inasprirsi nel tempo, piuttosto che ad allinearsi.

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    Quindi, la politica (p minuscola), scegliendo di aprire i mercati italiani alla

    globalizzazione, ha favorito linvasione delle merci cinesi (bassa qualit e prezzi

    stracciati), che hanno letteralmente distrutto lindustria tessile italiana, con la

    conseguente perdita di decine di migliaia di posti di lavoro qualificati. E, ovviamente, ildanno irreversibile: per far tornare i telai a Prato, gli italiani dovrebbero lavorare pi

    dei loro omologhi cinesi a salari pi bassi! Di fatto, unutopia. Intanto, il Grillo

    cantante per eccellenza, predica il diluvio universale dai pulpiti mediatici,

    comportandosi come il pi classico dei vecchi politici Dc, chiamando comizi apioggia, nei territori che vanno a elezioni amministrative.

    Padrone dellimmagine e della sua esibizione, Grillo lanti-talk show, perch se

    parlano solo gli altri, allora non possono essere che questi ultimi a sbagliare! Anche il

    paradosso dellAntipolitica una prelibatezza a.. 5 Stelle: fa comodo alla politica (p

    minuscola..) e ai vari cani sciolti (Renzi compreso..), per raccogliere qualche frammento

    del centro-destra e per coagulare il consenso degli scontenti di ogni colore politico. Elinteresse nazionale, dove sta in tutto questo? Ovvio, nel Paese dei Balocchi dei tanti

    Pinocchi e Mangiafuoco, che rivendicano una poltrona nei salotti di Vespa, Lerner e

    Bonolis. Amen.