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Giulio Battelli Una proposta per un indice dei registri pontifici In: Informatique et histoire médiévale. Actes du colloque de Rome (20-22 mai 1975). Présentés par Lucie Fossier - André Vauchez - Cinzio Violante. Rome : École Française de Rome, 1977. pp. 19-29. (Publications de l'École française de Rome, 31) Citer ce document / Cite this document : Battelli Giulio. Una proposta per un indice dei registri pontifici. In: Informatique et histoire médiévale. Actes du colloque de Rome (20-22 mai 1975). Présentés par Lucie Fossier - André Vauchez - Cinzio Violante. Rome : École Française de Rome, 1977. pp. 19-29. (Publications de l'École française de Rome, 31) http://www.persee.fr/web/ouvrages/home/prescript/article/efr_0000-0000_1977_act_31_1_2225

Una Proposta Per Un Indice Dei Registri Pontifici

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Giulio Battelli

Una proposta per un indice dei registri pontificiIn: Informatique et histoire médiévale. Actes du colloque de Rome (20-22 mai 1975). Présentés par Lucie Fossier -André Vauchez - Cinzio Violante. Rome : École Française de Rome, 1977. pp. 19-29. (Publications de l'Écolefrançaise de Rome, 31)

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Battelli Giulio. Una proposta per un indice dei registri pontifici. In: Informatique et histoire médiévale. Actes du colloque de Rome(20-22 mai 1975). Présentés par Lucie Fossier - André Vauchez - Cinzio Violante. Rome : École Française de Rome, 1977. pp.19-29. (Publications de l'École française de Rome, 31)

http://www.persee.fr/web/ouvrages/home/prescript/article/efr_0000-0000_1977_act_31_1_2225

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GIULIO BATTELLI

UNA PROPOSTA PER UN INDICE DEI REGISTRI PONTIFICI

I registri dei papi, di cui Mons. Giusti - con la competenza che gli è propria - ha illustrato la composizione, hanno costituito il primo e più importante problema di ricerca, appena l'Archivio Vaticano fu aperto alla pubblica consultazione. I Regesta del Potthast, comparsi pochi anni prima (1874-1875), avevano messo in evidenza il valore fondamentale delle lettere papali per ogni aspetto di ricerche storiche per il periodo stesso in cui la serie dei registri s'inizia e diviene più ο meno regolare, cioè a partire da In- nocenzo III; ma, dei registri, solo quelli di questo papa erano noti attraverso le vecchie edizioni del Bosquet, del Baluze, del Bréquigny e del La Porte du Theil, riprese dal Migne (P.L, torn. 214-217). Mentre il Berger veniva preparando l'edizione dei registri d'Innocenzo IV, Leone XIII aprì al pubblico l'Archivio Vaticano (1880) e il compito di pubblicare i registri pon- tifici fu affidato dal papa agli archivisti; l'impresa faceva parte di quel vasto programma di iniziative che caratterizzò la politica culturale di quel papa. Ne aveva la direzione l'ab. Luigi Tosti1, e primo frutto fu l'inizio dell'edizione dei regesti di Clemente V2, seguita da quella di Onorio IIP.

1 Isidoro Carini scriveva il 26 maggio 1884 al Soprintendente degli Archivi Siciliani di essere stato chiamato all'Archivio Vaticano per affiancare il Tosti nella pubblicazione dei registri: « Dacché il Santo Padre pose animo nel riordinare ed aprire al pubblico i preziosi Archivi Vaticani, col plauso di tutto il mondo civile, mi fé rivolgere spontaneo invito s'io volessi addirmi, col Chiarmo Padre Tosti, alla pubblicazione, tanto desiderata, dei Regesti Pontifici e servir la scienza in campo sinora nuovo ed inesplorato. . . » (E. Librino, Un illustre archivista siciliano Isidoro Carini, in Rassegna degli Archivi di Stato, XVII, 1957, p. 213).

2 Iniziata nel 1885, terminò nel 1892, senza però gli indici, che furono pubblicati più tardi a cura della Scuola Francese di Roma (1948-1957).

3 Pubblicati tra il 1888 e il 1895. L'edizione annunziata del 1° anno di Martino IV e del suo registro camerale, affidata a Isidoro Carini, e già avanti nella stampa, rimase incompiuta per la morte prematura di lui.

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II compito era troppo gravoso per il modesto gruppo degli archivisti vaticani, che doveva provvedere a nuovi urgenti problemi d'inventariazione e di indici, quali imponeva l'apertura stessa dell'Archivio. L'iniziativa fu dunque continuata dalla Scuola Francese di Roma, che aveva già preparato l'edizione dei registri d'Innocenzo IV4, con il proposito di pubblicare i registri da Gregorio IX fino all'inizio del Grande Scisma (1227-1378). Non è necessario parlare, in questa sede, della serie monumentale di volumi, che l'operosità scientifica dei membri della Scuola - universalmente apprezzata - ha fin qui pubblicato e continua tuttora a pubblicare, appressandosi ormai al compimento del poderoso impegno5.

Se il metodo di edizione non è costante, si deve non tanto ai mutamenti di sistema verificatisi nella metodica delle edizioni durante il lungo periodo in cui si è protratto il lavoro, quanto alle nuove impreviste difficoltà, che si venivano man mano incontrando, per il mutare del carattere stesso dei registri e per il numero enormemente accresciuto delle lettere contenute in quelli del '300.

Accanto a questa iniziativa, che non aveva limiti nazionali, sorsero pure iniziative limitate alla ricerca delle lettere papali relative a regioni e nazioni determinate, che anticipavano ο anche in parte ripetevano le ricerche della Scuola Francese: ad esse ho avuto occasione di accennare in altra sede (v. qui sotto la nota 8). L'Istituto Storico Germanico (allora Prussiano) iniziò nel 1897 il Repertorium Germanicum con un volume di regesti del primo anno di Eugenio IV, ma poi adottò una nuova formula estendendo la ricerca a vari altri fondi vaticani (oltre i registri), senza pubblicare i rispettivi documenti, citandoli in un grande indice alfabetico di persone e di istituzioni dell'area germanica; i volumi di questa nuova serie, iniziata nel 1916, abbracciano gli anni dal 1378 (il termine delle edizioni della Scuola Francese) al 1431.

Ho voluto ricordare questi dati - noti a noi tutti - per fissare alcuni punti da tenere presenti nell'eventuale discussione sull'adozione di nuove metodologie dei mezzi di ricerca:

1 - Le edizioni promosse dall'Archivio Vaticano, limitate ai registri di Onorio III e di Clemente V, richiesero parecchi anni di lavoro: anzi gli in-

4 II lavoro di E. Berger per la pubblicazione dei registri di Innocenzo IV aveva avuto inizio nel 1877, prima dell'avvento al pontificato di Leone XIII (A. Geffroy, L'École française de Rome, Paris 1884, p. 50).

5 Lo stato attuale della pubblicazione è descritto nel volume commemorativo del cente- nario della fondazione L'École française de Rome, 1875-1975 (Paris-Rome 1975), p. 56-66.

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PROPOSTA PER UN INDICE DEI REGISTRI PONTIFICI 21

dici di Clemente V sono stati pubblicati solo negli anni 1948-1957, a cura della Scuola Francese.

2 - Le edizioni della Scuola Francese hanno proceduto e procedono attraverso difficoltà notevolissime, a motivo della mole della documentazione. Quasi cento anni di lavoro, eseguito da studiosi di alto valore, non hanno potuto terminare il periodo di loro pertinenza (anni 1217-1378).

3 - L'edizione del registro di Innocenzo III, intrapreso nell'immediato dopo-guerra dall'Istituto Austriaco è limitata finora al 1° anno del pontificato, con un volume - perfetto nella metodica - uscito nel 1964.

4 - Le iniziative autonome di diversi Paesi, pur limitate a periodi brevi, hanno costretto i collaboratori a esaminare più volte le stesse fonti.

5 - Per l'ultimo medio evo, dopo il 1378, si ha solo il Repertorium Germanicum. Per il tempo posteriore, oltre il medio evo, si hanno i regesti di Leone X, pubblicati da J. Hergenröther negli anni 1884-1891, che si arrestarono al 3° anno del pontificato; e delle epistolae ad principes di Innocenzo XI a cura di JJ. Berthier, pubblicate negli anni 1891-1896.

I frutti ottenuti in cento anni con le metodologie tradizionali non sono incoraggianti, se si vuole estendere la ricerca a tempi successivi, in cui la documentazione diviene assai più ricca.

È noto che già nel 1928 si auspicò una collaborazione fra gli Istituti Storici dei diversi Paesi operanti in Roma, allo scopo di coordinare le ricerche, risparmiando tempo e lavoro. La proposta, presentata dal prof. Baxter (inglese) al Comitato Internazionale di Scienze Storiche, fu esaminata in una riunione tenuta ad Oslo in quello stesso anno e poi in una riunione di esperti convocata in Roma il 3 marzo 1930: in questa riunione, però, si dichiarò che, dati i diversi indirizzi seguiti dagli Istituti nazionali di Roma e il diverso grado di avanzamento delle rispettive ricerche, « per le difficoltà di ordine pratico ed anche di ordine finanziario che essa incontrerebbe, non appare pienamente matura»6: e si approvò invece di raccogliere «una bibliografia internazionale» degli studi sui documenti dell'Archivio Vaticano7.

6 Bulletin of the International Committee of Historical Sciences, III (1931), p. 169. 7 Sulle vicende dell'iniziativa, sulla ripresa della proposta nel 1954 e sulla successiva rico

stituzione di una commissione internazionale, vedi [G. Battelli], Resoconto della riunione tenuta il 5 novembre 1954 presso l'Archivio Segreto Vaticano per esaminare la proposta di ricostituire la Commissione permanente internazionale per la Bibliografia dell'Archivio Vaticano, [Città del Vaticano 1954]; e la «Premessa» al 1° volume della Bibliografia dell'Archivio Vaticano

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A distanza di venticinque anni, per invito del C.I.S.H., ebbi l'onore di tenere al X Congresso Internazionale di Scienze Storiche (Roma 1955) una relazione sulle ricerche storiche dell'Archivio Vaticano, in cui ripresentai la proposta della costituzione di un « Comitato Internazionale per le ricerche nell'Archivio Vaticano»8.

Riesaminando ora - dopo altri venti anni - gli stessi problemi, dobbiamo riconoscere che le condizioni e le modalità della ricerca storica sono mutate. Il campo stesso è divenuto più ampio, l'interesse si è esteso ad aspetti prima rimasti in ombra e a periodi di storia prima meno studiati: oggi si sente il bisogno di una informazione rapida e quanto mai ricca, e i mezzi di cui già ora dispone l'informatica danno possibilità nuove. La diffusione del microfilm e di altri mezzi di riproduzione dei documenti rende meno necessaria la pubblicazione di testi: prevale ora la necessità di avere invece appropriati mezzi di ricerca che permettano una facile e rapida segnalazione dei documenti, che il ricercatore potrà procurarsi facilmente a mezzo di microfilm e copie anastatiche.

In attesa che l'utilizzazione di schede in codice, di cervelli elettronici e di terminali divenga accessibile ad ogni studioso, ritengo che interessi, in questa sede, aver notizia di un tentativo - veramente più che un tentativo - di un indice generale dei registri pontifici proposto ed iniziato pochi anni fa presso l'Archivio Vaticano. La proposta teneva conto delle nuove possibilità offerte al ricercatore dalla tecnica moderna (microfilm e copie fotostatiche) che mettono a sua disposizione l'intero testo di un documento: importante è averne la segnalazione. Approvata dal compianto card. Mercati, archivista e bibliotecario di S.R.C., fu accolta con favore ed incoraggiata dal card. Tisserant, suo successore, che procurò anche i mezzi finanziari. Ricordo con gratitudine una lettera che questi mi indirizzò nell'estate del 1958 per annunziarmi che, avendo parlato del progetto al card. Cushing, suo amico, incontrato occasionalmente a Roma, aveva ricevuto da lui subito, sulla sua fiducia, una somma, che avrebbe permesso di cominciare i lavori nel prossimo settembre.

Lo studio preparatorio aveva previsto di prendere in considerazione i documenti contenuti nelle serie dei registri Vaticani, Avignonesi e Latera-

(Città del Vaticano 1962). Di tale Bibliografia però sono stati pubblicati solo quattro volumi (l'ultimo nel 1966), essendosi arrestato il lavoro, per motivi contingenti, durante la preparazione del quinto.

8 G. Battelli, Le ricerche storiche nell'Archivio Vaticano, in Relazioni del X Congresso Internazionale di Scienze Storiche (Roma 4-11 settembre 1955), I, Firenze 1955, p. 451-477.

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nensi (di cui ci ha parlato Mons. Giusti) da Innocenzo III fino a tutto il pontificato di Alessandro VI, che un calcolo approssimativo faceva ascendere a poco meno di un milione, così diviso:

per gli anni 1198-1378, circa 270.000 per gli anni 1378-1503, circa 700.000

Alle lettere conservate nei registri si sarebbero aggiunte quelle perdute, di cui si poteva recuperare la notizia dagli antichi indici e dai registri delle suppliche.

Il recupero delle lettere conservate in originale ο in copia nei diversi archivi, faceva parte di un altro programma, già avviato in altra sede9.

Dopo un'attenta valutazione delle possibilità concrete si preferì cominciare con il primo periodo, nonostante l'esistenza delle edizioni sopra ricordate, perché esse non contengono di fatto tutti i nomi di persona e di luogo menzionati nei documenti. Si voleva dare un indice completo, di facile e rapida consultazione. E poi, esaminando direttamente i registri e tenendo conto dei regesti e delle edizioni, si sarebbe realizzato l'indice più rapidamente e si sarebbe acquistata un'utile esperienza, per passare poi ai registri del secondo periodo del tutto inediti.

Lo scopo era di offrire un indice onomastico, ma occorreva dare il riferimento preciso ai documenti; perciò fu deciso di compilare:

a) un elenco cronologico dei documenti, con numerazione progressiva;

b) l'indice onomastico di persone e di luoghi, opportunamente articolato, col riferimento al numero progressivo dei documenti.

La parte più delicata era la compilazione della scheda-base. Fu escluso di compilare regesti, anche brevi, che avrebbero richiesto

una elaborazione troppo complessa e lenta: era però necessario indicare il destinatario del documento e l'oggetto. Aggiungendo poi i nomi di persona e di luogo, il ricercatore avrebbe avuto la notizia che quei nomi erano presenti nel documento in relazione a quel destinatario e a quell'oggetto.

9 Vedi G. B[attelli], // censimento dei documenti pontifici dal 1198 al 1417, in Rivista di Storia della Chiesa in Italia, XIV (1960), p. 138-140. L'iniziativa è stata ripresa dalla Commissione Internazionale di Diplomatica (C.I.S.H.) e, d'intesa con la Biblioteca Vaticana, il primo volume di una serie è uscito quest'anno: Les actes pontificaux originaux des Archives Nationales de Paris, 1. 1 (1 198-1961), par B. Barbiche, Città del Vaticano 1975 {Index Actorum Romanorum Pontificii}» ab Innocentio III ad Martinum V electum, I); il secondo volume è in corso di stampa.

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La scheda-base dei documenti avrebbe contenuto (oltre il nome del papa):

a) la data topica e cronica in forma moderna;

b) il destinatario (nome, patronimico, qualifica, diocesi, ordine, ecc);

e) l'oggetto, indicato in forma brevissima, quasi come in una moderna lettera d'ufficio;

d) i nomi delle persone e dei luoghi citati nel documento, nell'ordine di presentazione, eventualmente raggnippati;

e) la data come appare nel registro;

f) l'inizio del testo (due parole);

g) eventualmente: - i destinatari delle lettere esecutorie; - i documenti inserti, indicati come il documento principale;

h) i riferimenti: - al registro (ed eventualmente ad altri registri; - all'edizione ο regesto.

Su questi dati sarebbe stato redatto un indice generale delle persone, dei luoghi e delle istituzioni.

L'elenco dei documenti così elaborati e l'indice sarebbero stati redatti su schede di lavoro, destinate ad essere poi stampate in volumi: per il primo periodo erano previsti 30 volumi, per il secondo 70.

Il lavoro doveva compiersi presso l'Archivio Vaticano ed il prefetto Mons. Giusti, che ne aveva l'alta direzione, fu largo di apprezzati suggerimenti.

Ottenni la collaborazione di alcuni giovani diplomati della Scuola Vaticana di Paleografia10 e, dopo matura riflessione e diversi esperimenti, furono stabiliti i criteri da seguire, per assicurare l'uniformità dell'esecuzione. Le ore di applicazione che i collaboratori mettevano a disposizione erano limitate, perché tutti svolgevano altre attività; eppure, in sette anni,

10 Tra i collaboratori meritano una speciale menzione Maddalena Ceresi, bibliotecaria, poi vice-direttrice dell'Istituto di Patologia del Libro; Germano Gualdo, archivista dell'Archivio Vaticano, ora direttore della Scuola Vaticana di Paleografia; Edith Pâsztor, ora incaricata di Storia Medioevale nell'Università di Roma; Gaetanina Scano, ora soprintendente dell'Archivio Storico Capitolino.

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furono compilate in forma definitiva (pronte per la consegna in tipografia) le schede-base di 21.109 documenti, così ripartite:

Innocenzo III ( 1 1 98- 1 2 1 6) schede 4.409 Onorio III (1216-1227) » 5.231 Gregorio IX (1227-1241) » 4.737 Innocenzo IV (1243-1254) » 2.563 Alessandro IV (1254-1261) » 3.215 Urbano IV (1261-1264) » 954

Sono stati descritti per intero i documenti di 25 registri, cioè tutti i registri da Innocenzo III a Urbano IV, ad eccezione di quattro.

Aggiungo qui appresso alcuni esempi delle schede dei documenti. E termino con qualche riflessione che ci riporta nel vivo del presente

convegno. I nuovi sistemi tecnici dell'informatica giungono a proporre la registra

zione totale dei testi documentari, in modo da soddisfare ogni tipo di domanda presente e futura da parte del ricercatore. Questa prospettiva, a mio parere, è irrealizzabile per i registri pontifici a causa dell'ingente massa dei documenti.

Una soluzione parziale - entro limiti che sembravano realizzabili - fu pure studiata dall'Archivio Vaticano. Se ne occupò, saranno ormai quindici anni, lo stesso Mons. Giusti ed io ero allora accanto a lui. Si ebbero incontri con un esperto, si fecero programmi di lavoro e calcoli dei costi: pur limitando i rilevamenti ai soli dati essenziali del documento, ne uscirono cifre astronomiche. Alla fine si dovette riconoscere che la preparazione dei dati richiedeva tanto lavoro, da risultare di gran lunga sproporzionato ad ogni prevedibile loro utilizzazione. Era escluso che l'ufficio potesse e dovesse addossarsi un tale compito. E quand'anche, per ipotesi, il costo dei rilevamenti fosse assunto da un « consorzio » di istituti nazionali di ricerca - dato l'interesse internazionale - il costo sarebbe stato sempre alto e sproporzionato: non è sufficiente la considerazione che la somma sarebbe in certo modo ammortizzata durante molti anni di uso (ho inteso dire: una volta fatto il lavoro, vale per sempre), perché manca la previsione quantitativa delle ricerche che sarebbero impostate di fatto su quei dati, nei prossimi anni. E d'altra parte non siamo certi che in futuro, appena tra venti ο trenta anni, non mutino gli indirizzi storiografici e perciò l'oggetto stesso della ricerca, sì da richiedere nuove elaborazioni.

Per questo, quando un amico mi ha proposto d'intervenire a questo convegno, ho risposto che un giorno ho avuto anch'io piena fede nei nuovi

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sistemi tecnici, ma poi l'avevo perduta, pur essendo sempre disposto a ritrovarla.

Sono ancora convinto che un indice a stampa, che permetta ricerche basate sui nomi di persona, di luoghi, di istituzioni in un determinato quadro cronologico - ricerche prosopografiche, topografiche, economiche, istituzionali, giurisdizionali, ecc. - sia utile e di pratica attuazione. Mi rendo conto del limite di un indice che non consenta ricerche di orientamenti dottrinali, quali per es. l'uso di termini come pax e iustitia, di plenitudo po- testatis, religionis reformatio ο Dei vicariusn ma per ricerche di questo genere occorrerebbe ricorrere alla registrazione totale ο quasi dei testi, che - ripeto - ritengo, allo stato attuale, irrealizzabile.

Resta perciò ancora valida, sia pure con variazioni e adattamenti, la proposta di un indice generale dei registri, quale ho avuto l'onore di illustrare. E sarebbe specialmente utile se applicata a periodi di tempo e a serie archivistiche, per cui mancano quasi del tutto i mezzi di ricerca.

Ma per attuare questa proposta ο qualunque altra ad essa alternativa, occorre sia costituito un gruppo di lavoro che ne studi il programma esecutivo, con la collaborazione indispensabile dell'Archivio Vaticano.

11 Vedi per es. la loro presenza nelle arenghe dei secc. XIV-XV: K. A. Fink, Arengen spätmittelalterlicher Papsturkunden, in Mélanges Tisserant, IV, Città del Vaticano 1964 (Studi e Testi, 234), p. 206 ss.

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ESEMPI DI SCHEDE DI DOCUMENTI PONTIFICI

Innocentius III 1198 apr. 13

G. archidiacono, cantori et cancellano Tornacen.: causa inter Lambertum et Gilelmum clericos super canonicatu Antverpien. C(oelestinus III) pp.; archiepi- scopus Remen.; praepositus et capitulum Antverpien.; abbas S. Remigli; abbas S. Nicasii; decanus Remen.; mag. Sigerius archidiac. Cameracen.; G. procurator Gi- lelmi cler.; B. clericus procurator Lamberti cler.; G(regorius) S. Mariae in Aquiro diac. card. Dat. Romae, ap. S. Petrum, id. apr. a. 1°. «Sicut ex litteris»

Reg. Vat. 4, f. 22-22', η. 88 - Migne, P.L. 214, col. 78 - Potthast 76

Innocentius III 1198 apr. 21

Aquen. archiepiscopo et suffr.: fr. Rainerium et fr. Guidonem legatos mit- tit. Haeretici, Valdenses, Catari, Paterini. Datum Romae, ap. S. Petrum, 1 1° kal. maii a. 1°. «Cum unus»

In e. in.'. Narbonen. archiepiscopo et suffr. Scriptum etiam super hoc: Ausitan., Viennen., Arelaten., Ebredunen., Terrago-

nen., Lugdunen, archiepiscopis et suffr. eorum et omnibus principibus, baronibus, comitibus et populis in ipsorum provinciis constitutis.

Reg. Vat. 4, f. 23-23', n. 92 - Migne, P.L. 214, col. 91 - Potthast 95

Innocentius III 1198 apr. 22

capellanis S. Iohannis de Perseceto: procurationem visitationis impendant. Archipresbyter eiusdem ecclesiae; C(oelestinus III) pp.; episcopus Bono- nien.; episcopus Ferrarien. Dat. Romae, ap. S. Petrum, 10° kal. maii a. 1°. «Signi- ficavit nobis »

Uli scriptum est super hoc: < episcopo Ferrarien. Reg. Vat. 4, f. 25, n. 98 - Migne, P.L. 214, col. 88 - Potthast 98

Innocentius III 1198 apr. 29

episcopo, cantori et mag. P. de Corbolio Parisien, canonico: pro Bernardo cler. de Insula Tornacen. H. decanus Parisien.; Coelestinus III pp.; mag. Henricus de Sognies can. Tornacen.; episcopus, decanus Tornacen.; qd. P. cantor Parisien.; abbas S. Genovefae (Parisien.); Hulvinus can. Tornacen. Dat. Romae, ap. S. Petrum, 3° kal. maii a. 1°. « Confirmationis nostre »

Reg. Vat. 4, f. 31-31', n. 116 - Migne, P.L. 214, col. 107 - Potthast 17

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Innocentius III 1198 maii 12

archipresbytero S. Andreae de Palliano: contra Petrum diac. eccl. S. Petri fi- lium A. sacerdotis. Ricius de Serrone; R. filia eius, uxor Iohannis. Dat. ut. s., 4° id. maii a. 1°. «Quarti sit»

Reg. Vat. 4, f. 36', η. 140 - Migne, P.L. 214, col. 126 - Potthast 164

Innocentius III 1198 maii 25

capitulo Mediolanen.: praebendam O(ddoni) ep. Terdonen. restituant. Coele- stinus (III) pp.; episcopus Vercellen. Dat. etc., 8° kal. iun. a. 1°. « Sinceritatem ea- rum»

Uli scriptum est super hoc: < episcopo Vercellen. Reg. Vat. 4, f. 48', n. 182 - Migne, P.L. 214, col. 166 - Potthast 211

Innocentius III 1198 iun. 1

episcopo et canonicis Oscen.: contra G. qd. sacristam. Falsarii bullarum in Urbe. Dat. etc. kal. iun. a. 1°. «Mille nocendi»

Reg. Vat. 4, f. 64-64', n. 247 - Migne, P.L. 214, col. 221 - Potthast 249

Innocentius III 1199 maii 25

W. priori eccl. Sagien. eiusque fratribus: protectio b. Petri. Possessiones: Bo- devilla, ecclesiae de Challoei, de Soroudon, de manso Widonis, de Alneto, de Alo- dio, de Cortevesque, de Mesnilberart cum heremitagio, de Bonafide, S. Aniani super Spartum, feudum de Esseio in eccl. S. Scolasticae, feudum Wilelmi de Plessei in eccl. Taleriis, ecclesiae de Columberiis, de Froc, de Landa, de Goul, de Franche- villis, heremitagium de Blanchalanda, eccl. de Flureio, terrae apud Cornelium; in civitate Sagien.: altare in Crucifixo, nundinae S. Crucis in maio; de praetorio episcopi; de feudo episcopi; in parrochia S. Petri de Castallo et procurationes in mo- lendino de Puchou; in anniversario Frogerii episcopi; in pago Oximen.: ecclesiae de Pinu, de Avesnes, de Harenis, de Vercevillis, de Neers, de Estreis, de Condeio super Leison, de Tostis, de Voire, feudum W. Bordon, apud Estias; in eccl. de Nealpha; in pago Humen.: ecclesiae de Castel(li)s, S. Geruasii, de Messeio, de Crosmenil, de Mesnilian et heremitagium, de Batille, de Mesheudin, S. Martini Languillon, de Landa, de S. Salvatore, heremitagium de monte Tohard, eccl. S. Margaritae cum ca- pella S. Iacobi de Quarrog.; in pago Belisin.: ecclesiae S. Iuliani de Merula, de Bar- villis, S. Iohannis de Foresta, S. Quintini parvi; in pago Corbon.: eccl. S. Quintini de Bavo; archidiaconatus de Sagien., Hulmen., Oxemen., Corbon., Belismen.; in epi- scopatu Cennomanen.: eccl. de Banuo; in parrochia de Danpere et campo Segrei, decime de feudo W. de Aunei, capella quae est in grangia de Bodevilla, menstruae de archidiaconatu Belismen., in molendino Barvillae decima et pars W. Carrel mili- tis cum piscatoria, decimae S. Gaufridi Lemorel in parrochia de Barvilla et S. lu-

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PROPOSTA PER UN INDICE DEI REGISTRI PONTIFICI 29

liani, decimae in capella cimiteri S. Iuliani, decima de Flureio, heremitagium de Martellaio, mansura de feudo W. de Chantapia, feudum W. Plesseio; in parrochia S. Germani Veteris, decima de feudo Guidonis de Campo Milonis; in parrochia de Mesnillerros decima de feudo Teoboudorum; in parrochia de Gaspreia decima de feudo Hugonis de Franchavilla et capella quae est in Messeio; in molendino de Pervers feudum Gaufridi de Fontibus; terra Bogarel, in Argentomo, in Falesia, in Oxi- mis. In Anglia: terrae de Bentona scilicet Britalmeton. in manerio regis, foresta de Escoves. Dat. Laterani, per manum Rainaldi d. papae notarli cancellarli vicem agentis, 8° kal. iun. ind. 2°, ine. Dom. a. 1199, a. 2°. «Quotiens a nobis»

Reg. Vat. 4, f. 162-162', η. 76 - Migne, P.L. 214, col. 615 - Potthast 717