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Université de Fribourg Faculté des Lettres Domaine d’Italien. Semestre Autunnale 2012-2013 Corso introduttivo Avviamento all’analisi del testo poetico Prof. Uberto Motta MIS 3026, giovedì 15-19h. Bibliografia (1). Manuale di riferimento - PowerPoint PPT Presentation
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Université de FribourgFaculté des LettresDomaine d’Italien
Semestre Autunnale 2012-2013Corso introduttivo
Avviamento all’analisi del testo poetico
Prof. Uberto MottaMIS 3026, giovedì 15-19h
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Bibliografia (1)
• Manuale di riferimento
P. G. Beltrami, Gli strumenti della poesia, Bologna, Il Mulino, 2002.
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Bibliografia (2)• Opere di consultazione
D’A. S. Avalle, L’analisi letteraria in Italia: formalismo, strutturalismo, semiologia, Milano-Napoli, Ricciardi, 1970.L. Renzi, Come leggere la poesia, con esercitazioni su poeti italiani del Novecento, Bologna, Il Mulino, 1985.C. Segre, Avviamento all’analisi del testo letterario, Torino, Einaudi, 1985.M. Martelli – F. Bausi, La metrica italiana: teoria e storia, Firenze, Le Lettere, 1993.Il testo letterario. Istruzioni per l’uso, a cura di M. Lavagetto, Roma-Bari, Laterza, 1996.P. V. Mengaldo, Prima lezione di stilistica, Roma-Bari, Laterza, 2001-P. V. Mengaldo, Attraverso la poesia italiana: analisi di testi esemplari, Roma, Carocci, 2008.G. Lavezzi, I numeri della poesia: guida alla metrica italiana, Roma, Carocci, 2002.L. Serianni, La lingua poetica italiana: grammatica e testi, Roma, Carocci, 2009.B. Mortara Garavelli, Il parlar figurato. Manualetto di figure retoriche, Roma-Bari, Laterza, 2010.S. Bozzola, La lirica. Dalle origini a Leopardi, Bologna, Il Mulino, 2012.A. Afribo – A. Soldani, La poesia moderna. Dal secondo Ottocento a oggi, Bologna, Il Mulino, 2012.
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Calendario delle lezioniGiovedì 20 settembre 15:15 – 17:00 MIS 3026Giovedì 27 settembre 15:15 – 17:00 MIS 3026Giovedì 4 ottobre 15:15 – 17:00 MIS 3026Giovedì 11 ottobre 15:15 – 17:00 MIS 3026Mercoledì 17 ottobre 17:15 – 19:00 MIS 3026Giovedì 18 ottobre 15:15 – 17:00 MIS 3026
Martedì 23 ottobre: Giornata di studi italianiGiovedì 25 ottobre 15:15 – 17:00 MIS 3026Giovedì 8 novembre 15:15 – 17:00 MIS 3026Giovedì 15 novembre 15:15 – 17:00 MIS 3026Giovedì 22 novembre: lezione sospesaGiovedì 29 novembre 15:15 – 17:00 MIS 3026Giovedì 6 dicembre 15:15 – 17:00 MIS 3026Giovedì 13 dicembre 15:15 – 17:00 MIS 3026Giovedì 20 dicembre 15:15 – 17:00 MIS 3026
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T. S. Eliot, Le frontiere della critica, 1956 (I)
Capire una poesia vuol dire gustarla pienamente per la ragione giusta. […] Capire una poesia travisandola significa compiacersi di una mera interpretazione della propria mente. […] È impossibile gustare appieno una poesia se non la si è capita; d’altro canto è ugualmente vero che non possiamo capirla fino in fondo se non la gustiamo.
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T. S. Eliot, Le frontiere della critica (II)
Le fonti e i modelli “non offrono alcuna chiave per l’intendimento di qualsiasi poesia scritta da qualsiasi poeta”.
Capire una poesia vuol dire afferrare la sua ragione d’essere e la sua ‘entelechia’.
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T. S. Eliot, Le frontiere della critica (III)
Spiegazione causale: l’evento è il risultato di una causa → critica biografica e psicologica
Spiegazione finalistica: l’evento è il suo effetto → critica ‘reader oriented’
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Eliot, The frontiers of criticism (IV)
“In tutta la grande poesia c’è qualcosa che deve restare inesplicabile, per quanto completa possa essere la nostra conoscenza del poeta, e anzi è questo il più importante. Quando nasce una poesia è accaduta una cosa nuova che non può essere interamente spiegata da qualsivoglia cosa avvenuta prima. È questo, io credo, ciò che s’intende per creazione”.
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Eliot, The frontiers of criticism (V)
1. Di una poesia non c’è una sola interpretazione giusta.
2. Un’interpretazione non è giusta se e perché corrisponde a ciò che l’autore si proponeva di fare.
3. Nessuna interpretazione deve preclude al lettore la possibilità di continuare a gustare la poesia.
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Eliot, The frontiers of criticism (VI)
Leggere una poesia non è solo un esercizio archeologico, un viaggio a ritroso nel tempo: è uno spalancamento su una scintilla.
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Contini, Filologia ed esegesi dantesca, 1965 (I)
Una apparente aporia nell’esperienza di ogni lettore
(A) l’abbandono all’incanto dell’esecuzione; il godimento, la fruizione della poesia
(B) l’acclaramento penetrante della lettera;lo studio, il giudizio culturale, la spiegazione sistematica
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Contini, Filologia ed esegesi (II)
“Leggere e godere prima di avere capito tutto”
Consentire che sia la gioia della lettura a stimolare la ricerca e lo studio (e non viceversa) → dall’ispirazione alla tecnica
Passare dalla critica ideologica alla critica verbale: l’esecuzione del testo
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Contini, Filologia ed esegesi (III)
Citazione da B. Croce, La poesia di Dante, 1921
“Proposizioni filosofiche, nomi di persone, accenni a casi storici, giudizi morali e politici e via dicendo, sono, in poesia, nient’altro che parole, identiche sostanzialmente, a tutte le altre parole, e vanno interpretate in questi limiti”.
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Contini, Filologia ed esegesi (IV)
A proposito della critica verbale:
limitare il giudizio ai casi di flagrante intenzionalità è arbitrario, perché spesso la scrittura poetica ha una velocità che si sottrae alla coscienza
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V. Sereni, Il silenzio creativo, 1962“Si convive per anni con sensazioni, impressioni, sentimenti, intuizioni, ricordi. Il senso di rarità o eccezionalità che a ragione o a torto si attribuisce ad essi, forse in relazione con l’intensità con cui l’esistenza li impose, è forse la prima fonte di insoddisfazione creativa, anzi di riluttanza di fronte alla messa in opera, che si traduce (peggio per chi non la prova) in nausea metrica, in disgusto per ogni modulo precedentemente sperimentato… Si convive con le proprie invenzioni, con spettri di poesie non scritte…Non è prodotto del caso (e direi anche che è salutare) la rinunzia a chiedersi che cosa sia, in assoluto, la poesia. Molto più senso di una simile domanda mi pare abbia l’individuazione di un piano di sviluppo delle emozioni che porti a raffigurare sotto un angolo specifico il rapporto tra esperienza e invenzione: la ricerca d’un tale angolo e d’un tale rapporto segna il passaggio dalla fase negativa del silenzio di cui discorrevo alla fase per cui gli spettri dell’insoddisfazione prendono corpo.Ma ci sono tanti modi d’inventare e non s’inventa una volta per tutte. Al contrario, s’inventa volta per volta… Avere ben presenti queste cose significa evitare per quanto possibile di fare anche dell’invenzione, dei propri collaudati modi inventivi, una formula e un’abitudine, sapere sempre – a rischio d’altri silenzi – che l’angolo utile, il rapporto illuminante non è mai dato, ma è da trovare; e al tempo stesso mettersi in grado di aderire meglio a quanto ha di vario il moto dell’esistenza. E questo è il prezzo della comunicazione”.
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Due ‘ipotesi’ a confronto
GentileEttore Serrapoesia è il mondo l’umanitàla propria vitafioriti dalla parolala limpida meraviglia di un delirante fermento
Quando trovo in questo mio silenziouna parolascavata è nella mia vitacome un abisso(G. Ungaretti, Commiato, 1916)
«Secondo quale criterio linguistico si riconosce empiricamente la funzione poetica? In particolare, qual è l’elemento la cui presenza è indispensabile in ogni opera poetica? [...] La funzione poetica proietta il principio d’equivalenza dall’asse della selezione all’asse della combinazione. L’equivalenza è promossa al grado di elemento costitutivo della sequenza».(R. Jakobson, Linguistica e poetica, 1963)
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Gen|ti |le 3Et|to|re | Ser|ra 5po|e|si|a 4è il | mon|do | l’u|ma|ni|tà 8la | pro|pria | vi|ta 5fio|ri|ti | Dal|la | pa|ro|la 8la | lim|pi|Da | me|ra|vi|glia 8di un | De|li|ran|te | fer|men|to 8
Quan|dO | trO|vO 4in | que|stO | mi|O | si|len|ziO 8u|nA | pA|ro|lA 5scA|vA|tA è | nel|lA | mi|A | vi|tA 9co|me un | a|bis|so 5
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Versi liberi
Montale, Forse un mattino, v. 8
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.
Montale, Felicità raggiunta, v. 8
è dolce e turbatore come i nidi delle cimase.
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Versi spezzati
Montale, La bufera, 18-20
lo scalpicciare del fandango, e sopraqualche gesto che annaspa…
Come quandoti rivolgesti e con la mano, sgombra
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G. Ungaretti, Eterno
Tra un fiore colto e l’altro donatol’inesprimibile nulla
I redazione, “Lacerba”, 8 maggio 1915EternitàTra un fiore colto e l’altro donatol’inesprimibile vanità.Fiore doppionati in grembo alla madonnadella gioia.
La misura dei versi
• «di retro da Maria, da quella costa» (Purg., X 50)
• «L’amoroso pensero» (Petrarca, RVF, LXXI 91)
• «Nel mezzo del cammin di nostra vita» (Inf., I 1)• «lo ciel perdei che per non aver fé» (Purg., VII 8)• «che noi possiam ne l’altra bolgia scendere»
(Inf., XXIII 32)
Sistole e diastole
Né dolcezza di figlio, né la piètadel vecchio padre, né ’l debito amorelo qual dovea Penelopé far lieta (Inf. XXI 94-6)
E ’l duca disse a me: - Più non si destadi qua dal suon dell’angelica tromba,quando verrà la nimica podèsta. (Inf. VI 94-6)
Come quando la nebbia si dissipa,lo sguardo a poco a poco raffiguraciò che cela il vapor che l’aere stipa (Inf. XXXI 34-6)
I versi della poesia italianaBisillabo «Qui / non si sente / altro» (Ungaretti)Trisillabo (2) «Si tace» (Palazzeschi)Quadrisillabo (1,3) «sono priso» (Giacomo da
Lentini); «vuoto e tondo» (Boito)Quinario (1/2,4) «bandiera bianca» (Fusinato)Senario (2,5) «Dal core mi vene» (Giacomo da
Lentini); «non voler soffrire» (Jacopone da Todi)
Settenario (1-4,6) «Meravigliosamente» (Giacomo da Lentini); «Chiare, fresche et dolci acque» (Petrarca); «Ei fu. Siccome immobile» (Manzoni)
I versi della poesia italianaOttonario (3,7) «Quant’è bella | giovinezza»
(Lorenzo de’ Medici)Novenario (2,5,8) «tremava | un sospiro | di
vento» (Pascoli)Decasillabo (3,6,9) «Dilongato | mi son da la
via» (Jacopone); «Soffermati | sull’arida sponda» (Manzoni)
Endecasillabo (4/6,10) «Nel mezzo del cammin | di nostra vita» (2,6,10: endecasillabo a maiore, con accenti fissi di 6a e 10a); «mi ritrovai | per una selva oscura» (4,8,10: endecasillabo a minore, con accenti fissi di 4a e 10a)
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L’accento metrico
• Regola generale: accento metrico = accento grammaticale
• Atoni: articoli, preposizioni, congiunzioni
pron. pers. di una sillaba seguiti da verbonon in posizione non enfaticaagg. poss. in posizione debole (mia vita)agg. di una sill. + sost.verbi ausiliari monosill. + part. (è stato)verbi ausiliari di 2 sill. + acc. del part. (avea fatto >< abbia perduto)
es. «che di lagrime son fatti uscio e varco» (Rvf 3,11)