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STORIA DELE RELAZIONI INTERNAZIONALI 11 novembre 9 dicembre 1945 fino alla fine Verzoli Una prova si può recuperare all’orale. Non è possibile rifiutare il voto di un parziale. Il peso delle due prove intermedie vale il 50%. Non si fanno domande sul programma all’orale, l’orale può durare anche 5 minuti, una lettura critica della monografia. Lezione numero uno, 26/09/2019 La storiografia significa scrivere di storia, la storia è un’altra cosa. Marc Bloch dice che la storia è “la scienza degli uomini nel tempo”, non solo i grandi uomini, il tempo è una variabile che porta cambiamento, nella storia le cose possono cambiare in modo molto lento oppure possono cambiare in modo molto veloce, la storia ha degli strappi. Secondo alcuni pochi uomini fanno la storia, già un grosso aiuto lo dà in guerra e pace in cui dimostra che la campagna di russa non sia espressione della volontà di potenza di Napoleone, ma è una combinazione di eventi degli uomini anche apparentemente insignificanti, meno logica ma più affidata al caso nella successione degli eventi. Nella seconda metà del 700 inizia ad essere scritta in modo diverso, in epoca contemporanea nasce la moderna storiografia, la storiografia è lo scrivere di storia. Il modo in cui si fa storiografia è debitore di Leopold von Runke, ha accesso a qualcosa di strettamente riservato, i documenti diplomatici che non vengono diffusi al popolo, per motivi si estrazione familiare, nobiliare, per il fatto che all’epoca la società fosse ancora molto gerarchizzata, la storiografia per essere gerarchizzata deve avere un metodo, non secondo la descrizione dell’autore, se ci proponiamo di seguire un metodo di lavoro intraprendendolo in modo serio e oggettivo, uso delle fonti che si spera sia scientificamente e metodologicamente serio. La storia delle relazioni internazionali, disciplina storica che studia l’evoluzione dei rapporti tra gli attori internazionali. Perché attori internazionali e non stati, un tempo era opportuno parlare di stati e basta, oggi ci sono anche le organizzazioni internazionali e organizzazioni regionali. Per fare politica estera bisogna fare della democrazia, la politica estera significa stabilire delle finalità che non vengono stabilite dalla

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STORIA DELE RELAZIONI INTERNAZIONALI

11 novembre

9 dicembre 1945 fino alla fine Verzoli

Una prova si può recuperare all’orale. Non è possibile rifiutare il voto di un parziale. Il peso delle due prove intermedie vale il 50%.

Non si fanno domande sul programma all’orale, l’orale può durare anche 5 minuti, una lettura critica della monografia.

Lezione numero uno, 26/09/2019

La storiografia significa scrivere di storia, la storia è un’altra cosa.

Marc Bloch dice che la storia è “la scienza degli uomini nel tempo”, non solo i grandi uomini, il tempo è una variabile che porta cambiamento, nella storia le cose possono cambiare in modo molto lento oppure possono cambiare in modo molto veloce, la storia ha degli strappi. Secondo alcuni pochi uomini fanno la storia, già un grosso aiuto lo dà in guerra e pace in cui dimostra che la campagna di russa non sia espressione della volontà di potenza di Napoleone, ma è una combinazione di eventi degli uomini anche apparentemente insignificanti, meno logica ma più affidata al caso nella successione degli eventi.

Nella seconda metà del 700 inizia ad essere scritta in modo diverso, in epoca contemporanea nasce la moderna storiografia, la storiografia è lo scrivere di storia.

Il modo in cui si fa storiografia è debitore di Leopold von Runke, ha accesso a qualcosa di strettamente riservato, i documenti diplomatici che non vengono diffusi al popolo, per motivi si estrazione familiare, nobiliare, per il fatto che all’epoca la società fosse ancora molto gerarchizzata, la storiografia per essere gerarchizzata deve avere un metodo, non secondo la descrizione dell’autore, se ci proponiamo di seguire un metodo di lavoro intraprendendolo in modo serio e oggettivo, uso delle fonti che si spera sia scientificamente e metodologicamente serio.

La storia delle relazioni internazionali, disciplina storica che studia l’evoluzione dei rapporti tra gli attori internazionali. Perché attori internazionali e non stati, un tempo era opportuno parlare di stati e basta, oggi ci sono anche le organizzazioni internazionali e organizzazioni regionali.

Per fare politica estera bisogna fare della democrazia, la politica estera significa stabilire delle finalità che non vengono stabilite dalla diplomazia ma dalla politica estera, dal governo, dal ministro degli esteri. Serve la diplomazia e servono i diplomatici che sono distribuiti nelle ambasciate, l’Italia non ha ambasciate in tutti i paesi del mondo, sotto l’ambasciatore c’è una pluralità di soggetti, consiglieri ì, tecnici, relazioni economiche, culturali, al di sopra degli ambasciatori c’è il ministro degli esteri, la diplomazia è un’attività vecchia come il mondo. La diplomazia come la conosciamo noi e nasce in Italia, nel sedicesimo secolo ed era già molto evoluta nella rappresentanza all’estero, il sistema non era democratizzato, solo chi viveva a corte o era nelle grazie del re poteva essere chiamato a svolgere attività diplomatiche, Machiavelli e Guicciardini, Machiavelli manda relazioni alla signoria fiorentina, scrive libri su questo, non solo diplomatico ma anche storico, utilizza i documenti che lui stesso ha utilizzato, era una diplomazia riservata a pochissimi eletti, in epoca recente parliamo diplomazia segreta, non è il caso di dirlo prima per fare pubblicità per tutto l’ottocento e per buona parte del 900 nessuno controllava chi decideva, l’Italia entra nella prima guerra mondiale per due tre persone al massimo, l’atto con cui l’Italia etra in guerra è un trattato segretissimo.

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Storicamente si sono affermati vari tipi di diplomazia:

• diplomazia segreta fino alla 2 gm: ossia molto di quello che i diplomatici dicevano rimaneva ristretto tra ambasciatori e governi. La diplomazia segreta permetteva anche di far parte della triplice alleanza ma sotto sotto far fare della triplice intesa per ciò che concerne l’Italia

• Wilson: open diplomacy: mera illusione, poiché ci sono alcune operazioni che devono essere svolte nella riservatezza.

• Ma solo dopo la 2gm: viene avvertita la necessità di passare alla diplomazia multilaterale: l’ONU nasce subito come attore diplomatico, mediano tra i paesi, risolve conflitti internazionali. Questa è la diplomazia multilaterale: quella che passa per le organizzazioni, e dà soprattutto alle piccole e medie potenze la possibilità di rafforzarsi e farsi ascoltare. La diplomazia multilaterale segue il processo di democratizzazione.

• Diplomazia culturale: è quel tipo di diplomazia che si incentra sulla valorizzazione del patrimonio artistico-culturale. L’Italia ha il 60% del patrimonio mondiale. Ma per fare della diplomazia culturale è necessario avere risorse, un governo stabile e un’organizzazione sviluppata. La sua nascita moltiplica le possibilità di entrare nel settore diplomatico.

• Di recente si è parlato di diplomazia pubblica: perché assistiamo a un fenomeno che si è intensificato negli ultimi anni: capi di governo si incontrano, parlano in modo riservato e fanno una rassegna stampa dove spiegano come hanno risolto determinate situazioni tra i paesi.

Già nella prima guerra mondiale, il signor Wilson, gli europei hanno questo brutto vizio, via la diplomazia segreta e via le guerre, era un idealista, non molto abituato a dialogare con i diplomatici europei, ha il merito di aver introdotto la open diplomacy, bisogna aspettare la fine della seconda perché la diplomazia conosca un’altra dimensione, si ha l’avvento della cosiddetta diplomazia multilaterale, è una diplomazia che si basa su un rapporto di uno a molti, sono essi stessi, la diplomazia diviene pubblica, Trump e il leader nord coreano si incontrano e fanno una dichiarazione comune, ecco un classico esempio di public diplomacy, un’intesa che avviene alla luce del sole e che viene condivisa con l’opinione pubblica internazionale, tende a superare tutto il lavoro sotterraneo della diplomazia, si dà subito un indirizzo di politica estera, scavalcando tutto quel sistema che esiste da secoli i leader degli stati si rapportano, la diplomazia ordinaria è come la circolazione sanguigna nel corpo umano, non abbiamo consapevolezza di quel flusso continuo di scambi di informazioni e di attività, c’è ed è di vitale importanza, non pensiamo che la diplomazia non esista la diplomazia.

Accanto alla rete diplomatica c’è la nostra rete consolare, ai consoli si affidano relazioni di carattere privato, se andiamo in un paese straniero troviamo un’ambasciata e molti consolati, se c’è un problema economico politico e militare interviene l’ambasciatore, il consolato cura gli interessi e le questioni di privati cittadini che in quel momento si trovano in quel paese, una natura privatistica.

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Che cosa resta di tutto il lavorio dei diplomatici, è la produzione di documenti diplomatici, studiamo i documenti diplomatici, cos’è un documento diplomatico, è fondamentalmente qualsiasi testimonianza di pensiero o azione su un tema di politica estera da parte di un addetto alla politica estera stessa, chi sono gli addetti, sono i diplomatici di qualsiasi ordine e rango, sono gli ufficiali e i militari, tutti quelli che sono coinvolti nel processo formativo della politica estera. Questa è una dello slide che si trova nel materiale scaricabile.

Uno dei documenti più interessanti sono le registrazioni delle conversazioni della casa bianca, i documenti diplomatici sono strutture che conservano i documenti diplomatici, sono delle strutture che conservano i propri documenti, sono archivi pubblici e privati, gli studiosi che vogliono fare ricerca e nel caso degli archivi pubblici non possono vedere tutto quello che credono. Nella storia delle relazioni internazionali ci sono anche documenti politici cosa pensa il segretario del partito comunista della Nato, gli archivi economici, perché l’Italia non poteva permettersi di spendere di più per le forze armate, un’altra fonte di fondamentale importanza, gli stati sentono la necessità di pubblicare i documenti.

La raccolta di documenti diplomatici italiani, quando un paese sente la necessità, pubblica un libro di colore, per l’Italia i libri erano verdi, si vuol far vedere che una accusa rivolta verso un paese è ingiusta e si pubblica con quel documento un libro di colore, sempre editi sono i diari e le memorie. Il diario di Galeazzo Ciano durante la seconda guerra mondiale è moto famoso le memorie sono libri scritti a distanza di anni dagli avvenimenti descritti, le fonti secondarie, che si basano sulle primarie, gli storici prendono i documenti e rielaborano il tutto e si scrivono libri e saggi che sono fonti secondarie, così come la stampa, i siti web specializzati.

NSA, National security Archive, gli americani hanno messo a disposizione dei documenti non pubblicati. Sul sito della Farnesina troviamo i volumi dei documenti diplomatici italiani

Lezione 2, 30/09/2019

Fonti primarie:

Ogni scienza ha un metodo, anche le scienze sociali. Se vado a vedere l’archivio storico italiano, all’archiviocentrale dello stato, negli stati uniti ci sono i National Archives, anche in Francia come all’italiana sonosuddivisi. È un periodo di segretezza che è di 40 anni, ogni paese ha il proprio periodo. Documenti politicieconomici e militari, archivi delle forze armate. Poi ci sono fonti che sono edite, che sono le raccolte didocumenti italiani. Quando un paese vuol discolparsi da qualche accusa pubblica i documenti diplomaticianche i diari e le memorie, sono molto importanti.

I saggi sono fonti secondarie, non sono così importanti, mi dà il fatto quello su cui costruireun’interpretazione.

Classico esempio di documento diplomatico è il trattato, documento solenne in cui dueo più paesi si accordano, accordo commerciale italo francese, trattato di collaborazione culturale, di difesa, i trattati non sono necessariamente bilaterali, trattati multilaterali, chi vuole aderisce.

Documenti formali e informali, come un qualunque atto amministrativo per essere valido deve averedeterminati requisiti, deve essere come un atto di diritto pubblico, quindi appunto bilaterali o multilaterali le convenzioni sono multilaterali, le capitolazioni sono imposte all’impero ottomano, la Francia e l’Italia

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imponevano delle limitazioni di sovranità all’impero ottomano, Cina nell’800 gli stati occidentaliapplicavano delle regole deboli, poi ci sono gli accordi informali, quanto è difficile fare un trattato bisognamettere d’accordo, possono volerci meno, oggi come nell’800 ci sono gli accordi informali (documentodiplomatico) non richiedono un iter preciso e complesso per entrare in vigore, scambio di note, Italia eFrancia si scambiano una dichiarazione di pochissime righe, l’Italia si disinteressa dal Marocco la Francia sidisinteressa dalla Libia, ci scambiamo un breve dichiarazione per chiarire un punto, è vincolante per lapolitica estera, se avessero dovuto fare un trattato sarebbe stato molto più difficile, queste cose è megliofarle in modo più riservato, due.

Gwentleman Agreement, due ambasciatori si incontrano e dicono di pensarla allo stesso modo, fanno una dichiarazione congiunta.

Documenti interni, gli ambasciatori scrivono relazioni che mandano al ministero degli esteri italiani, la situazione economica tedesca nell’ultimo semestre è leggermente più critica, questo serve a mettere nelle mani di chi decide gli strumenti per decidere che tipo di politica estera fare, i rapporti le note le lettere i telegrammi, le mail con una certa riservatezza, in passato i telegrammi venivano cifrati, non si trovano telegrammi, chi mandava un telegramma lo cifrava chi lo riceveva lo decifrava, con il sistema di spionaggio i codici venivano venduti.

Il trattato complesso e formale, quali sono le parti, preambolo, lo scopo

il protocollo, ci sono i nomi delle persone delegate a trattare, plenipotenziari, sono stati delegati a trattare per qual trattato, nulla toglie che il plenipotenziario sia il capo degli esteri uno e quello, la firma vincola lo stato. La funzione del plenipotenziario, come un contratto che se non ha la firma dei contraenti è nulla, i sovrani, o i plenipotenziari avevano un anello che usavano come sigillo, fino ad un secolo fa i trattati avevano la firma e la parifatura(??) non esiste il trattato eterno, ha durata limitata, nessun uomo ha potere di firmare un trattato a durata illimitata, ci deve essere l’indicazione della durata, non ci può essere.

Le ratifiche, la ratifica è una parte essenziale, senza l’atto della ratifica, ogni sistema costituzionale stabilisce a chi spetta la ratifica.

Altro istituto molto importante, la denuncia, ne paga le conseguenze, ci saranno delle ritorsioni, l’istituto della denuncia è un parassi regolare nelle relazioni internazionali.

Trovare una ratio che componga in un unico quadro interpretativo cose che vanno in contrasto tra loro, produce modelli, produce teorie replicabili a realtà diverse, sono discipline molto legate, non ci può essere un buon politologo che non abbia un buono conoscenza della storia.

1815, il signor Victor baio era più che centenario, vive ancora qualche anno, era l’ultimo dei reduci delle campagne napoleoniche, la storia è sempre contemporanea, Benedetto Croce sostiene che tutta la storia è contemporanea, quando volgiamo lo sguardo al passato è perché abbiamo una curiosità sul presente.

C’entra con il fatto che nel

15 c’è il congresso di Vienna

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perché è giunta a termine il congresso di Vienna, nel mondo dell’inizio dell’800 significa egemonizzare il mondo, perché l’Europa è il mondo, Napoleone eredita i valori della rivoluzione francese, lo fa sollevando questioni nazionali di popolazioni oppresse, con idee innovatrici, nuovi leggi, nuovi codici amministrativi, porta innovazioni, dà tremendamente fastidio alle forze regnanti, la sua sfortuna è che a Waterloo, improvvisamente alle sue spalle arriva la cavalleria prussiana, l’esito della battaglia volge a suo danno, fine della stagione napoleonica, non c’è più parti, tra il 14 e il 15, inaudito nella storia contemporanea, le potenze si riuniscono in congresso a Vienna, non funzionava in quel modo la diplomazia, non ci si vedeva, non tutti insieme e non per un tempo così lungo, le potenze decidono di dare luogo ad un ordine post-napoleonico, con il concetto della balance of power, data la presenza di potenze antagoniste bisogna individuare una serie di principi che garantiscano la pace tra le varie potenze, il principio della restaurazione, la storia non torna mai indietro, quando Napoleone occupava un paese cacciava i regnanti, sul gatto di ripristinare i regnanti si è tutti d’accordo, sono d’accordo nel frenare le idee liberali, chi sono i protagonisti del congresso di Vienna.

Von Metternich, cancelliere di stato, è quello più ansioso di arrivare al risultato finale, l’impero asburgico è composto da varie etnie che aspirano all’indipendenza affermare il principio di nazionalità era qualcosa di profondamente pericoloso, ne va della stabilità dell’impero asburgico.

Alessandro I di Russia, è quello che per primo e più di tutti ha contribuito alla sconfitta di Napoleone, chi più di lui può vantare prestigio e autorevolezza, la Russia vediamo se riusciamo ad avvicinarci ad occidente, vediamo se riusciamo ad avvicinarci ad occidente, sui mari d’occidente.

Abbiamo il leader di una piccola potenza imperatore Federico Guglielmo II, è un piccolo e modernissimo ed efficientissimo esercito che di lì a poco guiderà il processo di unificazione tedesco. Poi abbiamo quello che è l’attore più affascinante.

Lord Castlereagh, Robert Stuart, rivoluzione delle avvicinarsi all’Europa, pensavano di essere portatori di un messaggio universale, sarebbe limitante l’Europa, è un impero che si è sviluppato con i traffici commerciali transoceanici, non hanno un interesse egemonico sull’Europa, ma preferiscono che l’interesse è che sul continente non sorga un’egemonia di un’unica potenza, ma gli inglesi si consideravano un’isola, c’era una balance of power il motivo per cui Lord Cassereig, è arrivato il momento di ristabilire un equilibrio che sia confacente all’ordine dell’impero, introduce la prassi della diplomacy by conference, tutte le volte che c’è da affrontare un problema internazionale, l’ultimo protagonista è il rappresentante della potenza sconfitta, la Francia è rappresentante da Fra leran, è indispensabile, se si vuole fare un nuovo ordine europeo non si può fare a meno deka francie per quanto non sarà per la Francia una pace punitiva, non si può fare a meno della Francia, in quel periodo.

Si cura un sistema di stati cuscinetto che possa portare a stabilità, questa area germanica, austriaci e tedeschi, l’impero austriaco la Prussia, 39 piccoli stati tedeschi vengono inficiati in forma confederale, l’autorità politica viene attribuita all’imperatore asburgico. L’imperatore asburgico è anche capo di tutti i tedeschi, il concetto è che il congresso di Vienna mortifica il concetto di nazionalità, cosa che invece si cercherà di fare alla fine della prima guerra mondiale, in settembre nasce la santa alleanza, un trattato che riguarda tra di queste potenze che maggiormente si riconoscono in un principio di legittimazione spirituale e religiosa, la santa alleanza, nel nome della santissima trinità, quali sono le potenze? La Russia la Prussia e l’impero asburgico, è l’enunciazione di una serie di valori spirituali, a quei tempi soprattutto se bisognava cercare un appiglio per legittimare la propria egemonia era fondamentale fare riferimento al principio religioso per puntellare i propri troni.

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La quadruplice alleanza, l’impero britannico, ci sono delle geometrie variabili da questo punto di vista, dura meno di mezzo secolo, 40 anni, attorno alla metà dell’800 la guerra di Crimea evidenzia tutti il limiti di quest’ordine, l’impero russo aspira ad arrivare al mediterraneo attraverso il controllo degli stretti, può farlo con la debolezza crescente dell’impero ottomano, le altre potenze si oppongono, la Russia in ultima analisi è sconfitta, guerra si conclude ponendo un protettorato sull’impero ottomano, non si può accettare che un delle potenze acquisisca un vantaggio egemonico sulle altre potenze, prevede il nome degli scontri che avvengono nella zona di Sebastopoli tutte le potenze intervengono e tutte prendono le difese dell’impero ottomano contro la Russia, perfino il piccolo regno sabaudo, decide di inviare un piccolo contingente, per ricordare che tra i tanti nazionalismo sacrificati c’è anche quello Italiano.

La guerra di Crimea si traduce in un nulla di fatto per a russi, si decide la smilitarizzazione del mar nero, deve essere un’area a libera circolazione deve non deve essere presidiata da nessuno.

Epoca bismarchiana, junker, agrari e militaristi, unificazione dell’area tedesca, quando Bismark diviene cancelliere mette mano a questa opera è già un’Europa in fermento, nel 1830 è diventanti indipendente la Grecia, tutti i banconi si presentato come autonomiste e ambizioni egemoniche da parte delle grandi potenze, è un periodo mazziniano, c’è una potenza che svetta su tutte le altre che è l’impero britannico.

Il processo di unificazione nazionale tedesca, che culmina del 70 71 si realizza in pochissimi anni, avviene con la forza delle armi, la Germania è già una grande potenza militare lo è perché lo è la Prussia, divenuto cancelliere Bismark lancia il guanto di sfida ad avversari ed antagonisti che non hanno nulla da fare, sottrae due ducati alla Danimarca, il passo più importante si consuma nel 66, quando Bismark ben lontano decide di lanciare il guanto di sfida all’impero asburgico, 1866 battaglia di Sedova, in cui l’esercito asburgico ne esce sconfitto, quel principio che era stato sancito, ora è la Prussia che detta le regole del gioco sull’area germanica.

Lanciare il guanto di sfida alla Francia Bismark vuole che la Germania nasca come potenza egemone del continente europeo, provoca la Francia di Napoleone III e si arriva alla campagna militare che culmina nella battaglia di Sedan, anche la Francia è sconfitta, nel 71 nel Salone degli Specchi della Reggia di Versailles viene proclamato il reich tedesco, tutto questo con la forza delle armi.

Siamo nel 71, in questo folgorante percorso di ascesa della potenza tedesca c’è spazio per una piccola potenza emergente che è il regno d’Italia, nasce il 17 marzo del 61, la propaggine moderna della penisola italiana, molto frastagliata politicamente, l’unificazione che avvia prevalentemente con la diplomazia, attraverso l’opera di Cavour.

1858 accordo di Plombiers, l’aiuto che Cavour ottiene dalla Francia, aiuta l’unificazione italiana a patto da avere voce in capitolo e un’influenza, detta le condizioni che non deve essere centralizzato, ma una confederazione degli stati italiani già esistenti e sottoposto all’autorità morale del papa, a Napoleone III preme molto la questione dello stato pontificio, la Francia di Napoleone III è un paese fortemente cattolico, non solo dice come deve essere lo stato italiano, Nizza e, che in quel momento sono parte del regno del Piemonte. Era chiaro che si sarebbe creato un contrasto con il Papato, c’è una tutela da parte delle altre grandi potenze, quando Bismark sfida l’austro Ungheria nell’area germanica lo fa non senza aver trovato un’alleanza diplomatica, Italia e Germania hanno una comune ostilità all’impero asburgico, per il solo dato che a Sadova i gli austriaci vennero sconfitti, si annette in veneto nel 66.

L’Italia è che tutto sommato un nuovo stato moderato, monarchico, con una casa regnante amica all’impero britannico, sia visto di buon grado, non sorge come una nuova grande potenza, ma contrasta l’influenza francese nel bacino mediterraneo, che contrasti le mire francesi, la Gran Bretagna dà il suo

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imprimatur, per aver un junior partner contro la Francia. L’unificazione italiana avviene in un ambito europeo stremente instabile, un’Europa di egemonia tedesca.

Bismark depone l’armatura dopo Sedan e si mette a fare diplomazia, la sua idea di Europa è che sia uno spazio geopolitico da riempire con l’egemonia tedesca, allora finite le guerre bisogna fare un poi di diplomazia per scongiurare il pericolo di una possibile rinascita francese, si rivolge alle due potenze affini al reich tedesco, la Russia e l’austroungarica, profondamente militarizzato, con una visione conservatrice. Bismark promuove l’alleanza tra gli imperi, l’alleanza compiuta.

Bismark deve fronteggiare una seria difficoltà, i rapporti tra Mosca e Vienna non sono dei migliori, ed è il loro rapporto con la zona balcanica, c’è una competizione russo-austroungarica, la Russia soffia sul nazionalismo dei popoli Balcani, e gli Asburgo voglio affermare la propria egemonia, Bismark allora fa accordi separati e bilaterali, da un lato appoggia gli Asburgo sostenendo che appoggia le loro mire sui Balcani e dice lo stesso ai russi, in modo molto abile e sottile che difficilmente sarebbe stato assieme nello stesso sistema di alleanze, il caso specifico è quello dell’intervento russo nei Balcani che si conclude con una netta vittoria russa, che favorisce l’indipendenza della Serbia. Bismark ridimensiona la vittoria russa sui Balcani per non svantaggiare tropo l’influenza austroungarica, una grande vittoria viene temperata da Bismark.

In occasione del congresso di Berlino 78, guerra del 77-78 i cui la Russia aveva sconfitto la Turchia, conquistando parte dell’area balcanica, l’honest broker, colui che apparentemente recita una parte super parte tra i due, sempre in un congresso a Berlino, si parla di africa 84-85, età degli imperialismi, espansioni territoriali ammantanti di vere e proprie ideologie, c’è l’idea dell’imperialismo britannico, l’idea che si debba sostenere il fardello dell’uomo bianco la superiore civiltà bianca per livello di sviluppo raggiunti nell’organizzazione della società.

Gli inglesi fondando nelle proprie colonie i parlamenti, i sistemi rappresentativi, il sistema britannico, un sistema molto flessibile rispettoso delle peculiarità delle popolazioni asservite, riservato ad un livello di sviluppo che le porterà all’essere dominion, aree che si autogovernano ma che restano legati alla politica estera per quanto riguarda la politica estera e di difesa, il processo di decolonizzazione è gestito meglio dagli inglesi.

Anche il modello francese, il modello francese si basa su un’altra idea fondamentale sull’esportazione dei valori della rivoluzione francese, mentre il sistema britannico vuole affrancare i popoli, i francesi promuovono l’assimilazione, il sistema francese tende ad uniformare, il criterio assimilazioni sta riuscirà in ben pochi casi, l’Algeria diviene un’estensione del territorio d’oltremare francese.

I tedeschi gestivano le colonie, la Germania utilizzava la leva coloniale per creare degli incidenti, abbiamo queste due grandi idee.

Abbiamo i colonialismi minori, tra cui quello italiano, nasce per esigenze di prestigio, vuole recuperare il terreno perduto, con un complesso di inferiorità, la ricerca di nuovi posti di lavoro. Ha la sua rilevanza internazionale, si manifesta attorno agli anni 80 dell’ottocento con le prime acquisizioni nel corno d’africa, nelle regioni dell’eritrea e della Somalia, il boccone più ghiotto è quello dell’Abissinia con un certa tradizione di autonomia, era anche discretamente armato, il colonialismo italiano si sviluppa negli anni del governo di Francesco crisi, nel 89, l’Italia farà da meditatore tra l’Abissinia e le altre potenze, in lingua amarica c’era scritto questo, in lingua italiani c’era scritto qualcosa di diverso, Crispi ha avviato una vera e propria campagna di colonizzazione dell’Abissinia, la battaglia di Adua ci sono 8000 caduti, la prima volta

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che un esercito occidentale viene sconfitto da una potenza africana, nell’11 riprende l’imperialismo italiano con la Libia.

Scramble for africa, fine del secolo 800, l’impero britannico ha un disegno di tipo verticale, unire la colonia del capo all’Egitto. I francesi volevano creare un grande blocco sahariano, queste due direttive di sviluppo si incontrano, Fasciola 1898 gli inglesi incontrano i francesi, nulla di tutto questo a Fasciola, non si ostacola la marcia verso nord degli inglesi, alleanza anglo francese che dura per molti anni, nasce un clima di buoni rapporti tra Parigi e Londra.

Guerra anglo boera, abbiamo un originario insediamento di coloni olandesi che si sono insediati per le coltivazioni favorevoli, ben prima che si scoprisse che questa regione era piena di risorse preziose, gli inglesi non ci stanno a lasciare questa regione ai boeri, anche in questo caso la Germania cerca di prendere le difese deei boeri per un allora certa affinità.

84 85 si parla di africa a Berlino,

Nel bacino del Congo, sia per i corsi d’acqua sia per le risorse, il bacino del Congo doveva essere navigabile da tutti, dato che i coloni europei arrivavano in africa si insediavano su un punto lungo la costa, in questo modo si creavano presupposto per attriti tra le potenze, nel congresso di Berlino viene introdotta la dottrina dell’internald. Qualsiasi potenza europea che metta la bandiera sul punto della costa dovrà occuparsi di amministrare l’entroterra di quel tratto di costa, altrimenti non sarà accettato, uno sviluppo di diritto internazionale a servizio del colonialismo europeo, Bismark influenza queste decisioni.

Si fa politica di potenza. La geoplitica, quel modo di vedere al realtà internazionale che tiene conto dei fattori naturali e geografici sulla politica, Ratzel avvia un nuovo filone di studi che lui chiama geografia politica e che lui chiama geopolitica, per la Germania la geopolitica ha un senso territoriale e continentalità, la Germania ha la necessità vitale di acquisire altri territori, per gli usa e l’UK lo sviluppo avveniva sui mari, geopolitica navalista o marittima, l’800 è un’epoca di grande sviluppo degli studi geopolitici. 1890 accade una svolta storica estremamente importante, finisce l’era di Bismark non è più considerato l’uomo adatto ai tempi, conservatore espressione dell’aristocrazia terriere.

In Germania bisogna fare i conti con il partito socialista, bisogna cambiare la politica interna, cambia anche la politica estera, diviene ancora più aggressivo machpolitk. La Germania ripudia il sistema diplomatico Bismarchiano, solo l’alleanza con l’austro Ungheria bene confermata, questa è una scelta che si rivelerà disastrosa, in questo periodo la Russia si sta aprendo al resto dell’Europa, ha bisogno di capitali che affluiscono dall’Europa occidentale, in particolar modo dalla Francia, si rompe la politica russo tedesca e se ne crea una franco-russa, GB FR e Russia sono le alleanze della prima guerra mondiale.

Lezione 2 03/10/2019

La Grande Guerra.

Il Regno d’Italia nasce nel marzo del 61, i sono ancora le terre irredente, finché quelle terre non saranno state acquisite l’Italia non si potrà considerare unificata, l’Italia si ispira al principio di nazionalità, fare una politica di nazionalità significa non solo sostenere la causa nazionale, ma anche per solidarietà, una volta raggiunta l’unità nazionale sostenere la causa dei popoli che non sono ancora uniti (Mazzini), come viene declinato questo principio?

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Nell’età dell’imperialismo, l’Italia ha dei grossi problemi, è in ritardo di sviluppo economico, certamente non la si può definire una potenza militare, è un paese isolato, bisognoso di trovare al più presto degli alleati, in politica estera quando un paese non può essere autonomo, si ricorre a delle alleanze, ci vogliono i trattati, che consentono di moltiplicare le capacità del paese, che tipo di paese è l’Italia, ha una natura geopolitica particolare.

Ha una dimensione continentale e una dimensione mediterranea, confina con il suo peggior nemico, con l’Impero asburgico, il che è un grande problema. Ha uno sviluppo molto importante, insediamento nel corno d’Africa e ridimensionamento del colonialismo italiano, trovare il modo di garantirsi la sicurezza, c’è ancora anche dopo Adua, un progetto coloniale, il governo De Pretis, governo di sinistra trasformista un governo in cui la politica estera è guidata da Mancini.

Mancini stipula la triplice alleanza, 20 maggio 1882

Che è qualcosa di abbastanza sorprendente, con la Germania con cui c’erano dei buoni rapporti, il terzo attore è il peggior nemico dell’Italia, com’è che fa un’alleanza con il suo peggior nemico, siamo isolati e vulnerabili e abbiamo paura che il nostro nemico possa aggredirci, a Vienna ci si chiedeva perché non invadere l’Italia, l’alleanza con il nostro peggior nemico, la si fa per paura, ma non poteva allearsi con qualcun altro?

L’alleanza con la Francia era improbabile perché qualche anno prima aveva occupato la Tunisia, che era un obiettivo della politica coloniale della stessa Italia, non potrebbe neanche non c’era altra soluzione che fare un’alleanza con il peggior nemico.

Cosa dice questa alleanza? Vediamo nel concreto un trattato con un’articolazione interessante, è un trattato difensivo in cui il casus federis, il vincolo che fa scattare l’alleanza tra i paesi firmatari è che uno dei tre venga aggredito, questo significa gare un trattato di alleanza, in generale non c’è un trattato di alleanza che non specifichi chiaramente il casus foederis,

c’era anche l’impegno in caso di guerra a non concludere paci separate, l’alleanza dura fino a che tutti i firmatari ritengono che ci siano motivi validi per continuare. Nel caso in cui uno dei paesi sia l’aggressore si parla della neutralità benevola

Qualora vi sia un attacco ad un paese della alleanza, allora vi deve essere un supporto militare da parte dei paesi della alleanza.

Cosa succede se uno dei tre firmatari a far scoppiare la guerra, se l’ipotesi non è quella della guerra difensiva ma una guerra di aggressione, gli altri firmatari possono intraprendere una neutralità benevola, se la Germania avesse attaccato la Francia non ci sarebbe stato nessun casus foederis, la possiamo mantenere una posizione di neutralità benevola, siamo solidali politicamente dalla vostra parte perché siamo alleati, non combatto ma ti strizzo l’occhio, ma solo sul piano teorico.

Ultimo elemento indispensabile in qualunque trattato di alleanza è la durata, non si fa un’alleanza senza la durata, la durata è di 5 anni con possibilità di rinnovo e verrà periodicamente rinnovata. Un’alleanza che va dal bacino mediterraneo all’Europa centrale, si chiama impero austroungarico oppure Austria-Ungheria, ritengono di aver stabilizzato il confine con gli Italiani, non possono più chiedere le terre irredente, nel frattempo hanno puntellato un confine che non sono in grado di difendere con le armi, mentre soddisfaceva le richieste di stabilito del confine non diceva praticamente nulla riguardo alle ambizioni coloniali dell’Italia.

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Le ambizioni coloniali sono coltivate mantenendo un rapporto con l’Impero Britannico e quello Francese, Italia e Francia sono in antagonismo per gli insediamenti sulla costa settentrionale del mar mediterraneo, sono trascorsi appena due giorni dalla stipula della triplice alleanza, e Mancini dichiara, la triplice alleanza non può essere considerata come diretta verso l’Inghilterra già si mettono le mani avanti, noi non siamo contro l’Inghilterra, non è una sorpresa, desta scalpore, sono passati solo due giorni.

È qui che inizia quel pregiudizio radicato sulla politica estera italiana come una politica doppiogiochista, ambivalente, poco aggirabile, è un paese che fa fatica a fare una politica lineare, i nostri nuovi alleati non potevano che essere diffidenti.

Questo discorso di sviluppa fino al 1912 ultima volta in cui rinnovano la triplice alleanza. Nel frattempo si è presa la Libia, nell’11, c’è Giovanni Giolitti, che è molto moderno come non vuole avventure coloniali, sa perfettamente che un’avventura coloniale potrebbe far precipitare l’Italia in una guerra, se l’Italia vuole avere la cosiddetta quarta sponda mediterranea non restano che le regioni della Libia, Giolitti fa questo ragionamento, o prediamo queste colonie o rimaniamo estromessi dalle sponde sud del mediterraneo.

Giolitti propende per il controllo di queste regioni, una guerra condotta malamente l’Italia si aspetta di trovare la popolazione inneggiante. L’impero ottomano è assente, ma in queste aree nordafricane la resistenza è strenua, le previsioni erano state completamente sbagliate, difatti l’Italia non ha vinto queste resistenze, ha messo piede sulla costa, la conseguenza è che indebolendo l’impero ottomano si scatenano contro di esso le regioni balcaniche, si innesta un’ulteriore destrutturazione della politica balcanica, scuotere la politica, la Libia è il nome che l’Italia dà a queste tre regioni che occupa, dà il suo piccolo contributo, innesca delle tensioni che dai Balcani si propagano.

Gli Stati Uniti d’America

Emergono le potenze extra europee, tra cui la potenza nordamericana, nel 1776, Jefferson problema l’indipendenza, la motivazione vera che induce i nordamericani a ribellarsi è quella di avere un’autonomia dall’impero, questo scatena la rivolta, quando gli usa acquisiscono l’indipendenza sono già una formidabile potenza commerciale, detengono la seconda flotta dal punto di vista mercantile, non dal punto di vista militare ma dal punto di vista dei commerci oceanici, quindi la vocazione americana è quella dello sviluppo economico, sono predestinati ad un grandioso sviluppo che deve manifestarsi in uno sviluppo economico tant’è che quando Washington lascia la presidenza dice una cosa molto interessante, guardatevi bene dagli accordi con gli europee, arricchitevi in tutto il mondo ma guardatevi bene dalle potenze europee.

Inevitabilmente entrò in contatto con gli altri grandi imperi, nel 90 il famoso geopolitico americano teorizza quando parla di sea power la potenza americana si troverà sui mari egli usa dovranno tener conto che dovranno equipaggiarsi per far fronte allea altre potenze.

La dottrina Monroe, nella presa di coscienza dell’ascesa internazionale degli USA, l’America agli americani, non dovete più intralciare gli interessi americani che sono predominanti in questa stessa area, Monroe non dice di voler occuparsi della diplomazia europea, in questo è coerente con Washington, da ora in poi ce ne occupiamo noi delle Americhe, questo processo terminerà alla fine dell’800, viene liberata dalla dominazione ispanica affermazione piena e compiuta della dottrina Monroe, la decolonizzazione del continente latino americano, l’anno di svolta è il

1830 dottrina Monroe,

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Gli usa sono una grande potenza, ogni presidente fa un passo avanti che non ha problemi a intervenire nella diplomazia americana, è disposto a sviluppare un antagonismo, siccome era un personaggio abbastanza colorito, è famosa la dottrina del big stick, questa era la mentalità del tempo, c’è molta consapevolezza di un paese che sta diventando sempre più grande, il dollaro che ancor prima della seconda guerra mondiale potrà sfidare la sterlina, si parlare di dollar diplomacy, una politica estera sostenuta dalla potenza del dollaro, grazie alla loro ricchezza.

La Cina è un paese con un passato glorioso, ma per la sua arretratezza non è in grado di opporsi alle potenze occidentali, hanno imposto al debole governo di Pechino, i trattati ineguali, le potenze coloniali impongono alla Cina e stabiliscono delle aree economiche esclusive, la GB la FR la IT riescono a strappare il controllo di alcune aree, in posizioni strategiche per i traffici, si sostituiscono al governo cinese, a questa sorta di semi colonizzazione della Cina cominciano ad opporsi gli USA, affermando politiche liberiste, non accetta che ci siano alcune potenze che acquisiscano dei vantaggi esclusivi, gli americani sostengono la politica della open door, questa competizione per l’influenza sulla Cina diventa una competizione tra Stati Uniti e Giappone, ma nasce nella sue premesse nella seconda metà dell’800.

L’altra grande potenza asiatica è il Giappone, anche esso al pari della Cina è stato costretto ad aprirsi al commercio internazionale ma contrariamente alla Cina ha sfruttato questa sua debolezza come punto di partenza per un processo di modernizzazione, i giapponesi sanno reagire e ne traggono vantaggio per annullare abbastanza rapidamente il loro ritardo di sviluppo,

tra il 1904 e il 1905 il Giappone sconfigge in breve l’impero russo

che fa scalpore un po’come la sconfitta di Adua il che dimostra il declino della potenza zarista, ma anchel’ascesa della potenza giapponese.

A differenza della triplice alleanza, non esiste un trattato per la triplice intesa poco dopo lo scoppio della guerra, queste potenze danno vita ad un trattato unico, con cui si impegnano a non concludere paci separate.

Una piccola guerra balcanica diviene una guerra di tutta l’Europa, ma solo dal punto di vista della Serbia è una guerra difensiva, è una scelta libera della Germania, il Kaiser è convinto che una guerra darebbe quel colpi, piano Scliffen prevedeva di non combattere su due fronti contemporaneamente. Ovviamente questa situazione implica l’intervento in guerra della Francia, l’occupazione Belga da parte delle Germania aveva sconvolto la Francia, è una cosa di molto pesante, contrappone direttamente i belgi alla popolazione civile inerme. In pochissimo tempo tutte le grandi potenze entreranno nella prima guerra mondiale.

L’Italia in base al trattato della triplice alleanza ha tutto il diritto di dichiararsi neutrale, questo avviene perché l’Italia è impreparata a sostenere una guerra, soprattutto non la vuole l’opinione pubblica, abbiamo motivo di fare la guerra a fianco dei nostri alleati della triplice alleanza, su cosa fare davanti alla guerra mondiale, un nobile siciliano.

Antonino di Sangiuliano fa un ragionamento molto chiaro, prende in esame tutte le possibili soluzioni per l’Italia, è quella di restare fuori fino alla fine delle ostilità, l’articolo 7 del trattato della triplice alleanza

L’Austria-Ungheria e l’Italia, non mirando che al mantenimento, in quanto possibile, dello statu quo territoriale in Oriente, si impegnano a usare la loro influenza per prevenire qualunque modificazione territoriale che potesse portare danno all’una o all’altra delle Potenze firmatarie del presente trattato. Esse si comunicheranno a tale scopo tutte le informazioni opportune per chiarimenti reciproci circa i loro propri atteggiamenti, come circa quelli di altre Potenze. Tuttavia nel caso in cui, in forza degli avvenimenti, il mantenimento dello statu quo nelle regioni dei Balcani o delle coste e isole ottomane nell’Adriatico e nel mare Egeo

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divenisse impossibile e che, sia in conseguenza dell’azione di una terza Potenza, sia altrimenti, l’Austria-Ungheria o l’Italia si vedessero nella necessità di modificarlo con una occupazione temporanea o permanente da parte loro, questa occupazione non avrà luogo che dopo un preventivo accordo fra le due Potenze, basato sul principio di un compenso reciproco, per qualunque vantaggio territoriale o d’altra natura, che ciascuna di esse otterrebbe in più dello statu quo attuale, e che dia soddisfazione agli interessi e alle pretese ben fondate delle due parti.

si stabiliva che in caso di guerra e qualora questa guerra avesse comportato un ampliamento dei territori austroungarici, una situazione estremamente vantaggiosa, ma l’Austro- Ungheria non avrebbe ceduto Trento e Trieste, era troppo pericoloso accontentare gli italiani questa era la prima possibilità, la seconda possibilità era di entrare in guerra con l’Austro Ungheria, l’incognita è rimasta sempre la stessa, nessuno garantisce che gli Asburgo cedano le terre, che è quella di entrare in guerra cambiando alleanza, se vogliamo le terre irredente l’unico modo è cambiare alleanza, schierarsi dalla parte di Russia e impero Britannico e questo ci darà sì la certezza.

Sidney Sonnino era entrato nella carriera diplomatica da giovane, si era dedicato alla carriera politico di destra dello stesso schieramento di Salandra, tratta con gli Austroungarici e pone loro subito un ultimatum, questa trattativa è molto difficile ed è paradossale, i nostri alleati che in condizioni normali che verso il febbraio marzo del 15 incarica l’ambasciatore Imperiali, c’era una concezione elitaria della politica estera, lo mandano a trattare in Inghilterra, la politica estera la facevano pochissime persone, un ambasciatore a Londra, un ministro degli esteri Sonnino, un primo ministro Salandra e il Re. Al sovrano era attribuita la responsabilità della politica estera e di difesa.

Patto di Londra 1915

L’Italia va a trattare l’adesione alla triplice alleanza, se io sono nell’alleanza A, faccio una denuncia del trattato e poi sono libero di trattare con la seconda. Ingresso dell’Italia in guerra, guerra contro tutte le potenze nemiche, impegno a non concludere una pace separata.

Art.4 Trento e Trieste, Art.5 tutta l’Istria e la Dalmazia, art.13 Compensi coloniali, l’articolo 13 del patto di Londra afferma che se Gb e Fr acquisiscano le colonie tedesche, l’Italia avrà diritto a dei compensi coloniali, ampiamenti delle proprie colonie. Eritrea Somalia e Libia.

L’Isaia chiede che nelle trattative venga estromesso il Papa, l’Italia ottiene tutto quello che chiede, mette insieme la questione delle terre irredente, il nuovo confine italiano viene stabilito al Brennero, molto avanzato in territorio austriaco.

Miglioramento eccezionale dei confini italiani, miglioramento delle colonie, e dei confini marittimi. In quella fase la guerra sta andando male, una fase in cui la Germania sembra molto forte e molto temibile, l’Italia poteva essere un fattore di pressione. L’unica potenza che ha qualcosa da dire è la Serbia, è il paese con il quale si solidarizza che è stato aggredito, i russi non accettano di buon grado l’inclusione della Dalmazia, ma grazie ai buoni rapporti che intercorrevano tra le case reali questo problema si risolse, tutto questo senza che il paese lo sappia, senza che il parlamento lo sappia.

Salandra va dal Re, Salandra va in parlamento si presenta da capo del governo dimissionario e il parlamento non se la sente di mandarlo a casa, Giolitti ha una posizione di neutralità, ha una tesi del parecchio avremmo parecchio da guadagnare se non entrassimo in guerra, ma quando viene a sapere che il re si è speso a favore dell’entrata in guerra, Giolitti non voleva mettere in discussione la volontà del Re, il

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parlamento, l’obiettivo è di risolvere il conflitto risorgimentale, è un trattato che soddisfa l’Italia in tutto e per tutto.

Se l’Italia diventa una grande potenza tutte le voci contrarie verranno sopite, è un tentativo fuori tempo di consolidare un sistema istituzionale che sta mostrando di aver fatto il suo tempo, la guerra che sarebbe dovuta essere una guerra rapida, diviene un massacro inutile.

L’Italia confidava in un conflitto breve, ma non ha risorse, ci sono continue richieste di aiuti, dall’altro fa mancare la dichiarazione di guerra alla Germania. Nel complesso è una mattanza che viene nell’agosto del 1917 che viene condannata dal papa come inutile strage, fa anche una proposta di pace, corte d’artbitrato internazionale, no acquisizioni territoriali. Propone di ricorrere all’arbitrato, anziché combattersi possono ricorrere ad un terzo soggetto super partes, ma è una proposta che non ha successo. Come non ha successo la proposta che il rivoluzionario dissidente Lenin, propone attorno al 15 il principio di autodeterminazione dei popoli diamo a tutti i popoli oppressi un’autonomia, Lenin vede questo come il presupposto della rivoluzione, pace senza annessioni territoriali.

Lenin era un figlio della ricca borghesia russa, ad un certo punto della sua vita subisce un trauma familiare e in quel momento diventa a sua volta un rivoluzionario, ad un certo punto della guerra i tedeschi usano Lenin come un’arma impropria, sanno che se Lenin torna in Russia scatena una rivoluzione, i tedeschi hanno tutto l’interesse a favorire il ritorno di Lenin in Russia, tutto questo avviene dopo che Nicola II è costretto ad abdicare, a quel punto si decide di far tornare Lenin in Russia, si arriverà all’armistizio di Brest litovsk, è l’accordo con il quale la Russia è costretta a cedere molte terre, in questo Lenin si impone su Trotzky che avrebbe voluto continuare la guerra, Lenin capisce che è arrivato il momento di fermare la guerra.

La Russia esce e si indebolisce il fronte dell’intesa, ad un certo punto i tedeschi impiegano uomini. Il generale Cadorna che era un generale di massimo rispetto, quello che rende Cadorna peggiore è il fatto che dopo la rotta di Caporetto, Cadorna rispondeva al Re e non al governo, fa una cosa inaudita fa un comunicato autonomo in cui dice che Caporetto era stato dovuto al fatto che gli italiani non hanno combattuto. Bisogna trovare una nuova linea difensiva, si ipotizza addirittura di evacuare Venezia, la linea era quella del Piave.

Lezione 3 04/10/2019

La Russia esce dalla guerra con l’armistizio di Brest Litovsk, l’armistizio è un trattato assolutamente atipico, che è la volontà che il più forte impone al più debole, i russi cedono moltissimi territori alla Germania, il 17 è un anno importante perché entrano ne conflitto gli USA, è il culmine di un processo molto lungo e difficile, nel 16 Wilson aveva promesso di restare fuori dalla guerra, gli americani consolidano la loro opinione fortemente negativa sugli europei, sono fonte di problemi internazionali, ci sono validi motivi per strane fuori, il presidente inizia a sostenere la causa dei paesi neutrali una posizione molto difficile ma fa anche di più inizia a sostenere lo sforzo economico dei paesi europei, questa è una situazione che va avanti per i primi anni della guerra, Wilson è un idealista, che ha una forte ispirazione morale e etica, consiste nel fatto che secondo lui se la guerra verrà vinta dai tedeschi, su tutta l’Europa calerà l’oppressione, e gli americani non potranno.

Ci sono varie vicende che avvicinano gli usa alla guerra, l’affondamento del Lousitania, è un momento di grande indignazione per la società civile, il

telegramma

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Zimmermann, è un telegramma che i tedeschi inviano ai messicani, spesso e volentieri Wilson ricorre un interventismo in Messico, i telegramma sostanzialmente spinge i messicani ad entrare in guerra con gli Stati Uniti, gli inglesi non fanno altro he portarlo a conoscenza degli americani,

guerra è la fine dello zarismo in Russia, a Wilson non andava bene di combatter affianco allo Zar, quando Nicola abdica c’è il serio pericolo che la Russia esca dalla guerra, dall’altro non c’è più l’imbarazzo di combattere affianco ad un sistema autoritario.

Wilson ottiene il riconoscimento dello stato di guerra contro la Germania, anche perché sta elaborando una nuova idea di pace, che illustrerà cin il programma dei 14 punti, gli usa entrano in guerra contro la Germania, passerà più di un mese cintro caporetto, questo perché Wilson, vediamo se convinciamo gli austro ungheresi, c’è la necessità di prestare soccorso agli italiani quando gli usa entrano in guerra è solo contro la Germania, definendosi non paese alleato dell’intesa, ma paese associato, non si considera loro alleato perché non ne condivide gli obiettivi di guerra

annessioni territoriali vecchio imperialismo• spartizioni territoriali

paesi a fianco dei quali si accinge a combattere, è evidente che gli obiettivi sono territoriali, come in tutto le guerra, Wilson vuol fare la guerra per portare avanti un progetto di pace nell’interesse dell’intera umanità, da cioè la definizione di paese associato, combatto affianco a voi ma non sono come voi,

arriviamo al gennaio del 18 e Wilson illustra al mondo il programma dei 14 punti,

Wilson si sente investito di un altissimo mandato morale per fare una proposta di pace che il mondo non aveva mai visto prima, era un personaggio profondamente religioso, presbiteriano, poco predisposto al compromesso, propose una pax americana, c’è una condanna morale della diplomazia segreta, gli accordi si fanno segretamente perché hanno qualcosa da nascondere, come era digiuno della prassi plurisecolare della diplomazia europea.

Sostituzione della diplomazia con la open diplomacy, senza segreti, autodeterminazione dei popoli, tutte le nazionalità oppresse hanno diritto ad affermarsi, che è difficile da tradurre in termini politici, uno dei punti dell’impero austroungarico è riconoscere l‘autonomia ai paesi oppressi dagli Asburgo, arriva per secondo Lenin, lo fa in senso rivoluzionario.

Nei 14 punti c’è:

La rinascita della Polonia e del Belgio, la Iugoslavia e la Cecoslovacchia sono due invenzioni dei trattati di pace.

Wilson vuole la navigazione dei mari, l’impero britannico è tanto liberista finché difendono i loro interessi, il disarmo è un altro principio voluto da Wilson.

Con molto candore Wilson plaude alla fine del regime zarista, finalmente hanno riscoperto la democrazia, la sua visione è l’ingresso della Russia.

Ridefinizione dei confini i confini devono rispettare le linee di nazionalità, non devono creare equivoci e tensioni tra i paesi confinanti, l’Europa un continente di sovrapposizioni etniche, come tracciare dei confini netti, ma lui ci crede e questo principio lo vuole applicare all’Italia, un nuovo confine che rispetti il criterio di nazionalità, io voglio un confine che mi dia sicurezza, voglio allargare il mio confine con la forza delle armi,

La proposta di abolizione della diplomazia segreta

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Proclamazione della libertà di navigazione Soppressione delle principali barriere economiche Riduzione degli apparati bellici Evacuazione dei territori russi da tutte le forze che si opponevano alla formazione di un governo

sovrano, Wilson faceva prevalere il principio di autodeterminazione russa. Principio di autodeterminazione. Revisione dei confini italiani Risoluzione pacifica delle controversie 14 e ultimo punto che culmina tutta la proposta di pace, istituzione di una organizzazione

internazionale che mantenga il rispetto della pace, quello che Wilson chiede agli europei è un atto di fede, credere nella società delle nazioni è un atto di fede che Wilson chiede per un fatto, la guerra dura per i finanziamenti americani.

Wilson ha in mano una carta vincente da giocare sul tavolo, sono gli usa che hanno il vero potere negoziale bisogna credere o far finta di credere questa proposta, non solo in termini finanziari ma anche in termini militari arrivano 2 milioni di uomini che combattono sul fronte francese, la guerra deve essere vinta sul fronte franco tedesco, quello che è veramente importante.

L’Italia riesce a vincere con grande difficoltà a Vittorio Veneto, la caduta dell’impero austro ungarico accelera la sconfitta della Germania, accetta la resa ai principi di Wilson, la Germania è disposta ad arrendersi. I 14 punti promettono una pace giusta una pace democratica, i tedeschi accettano.

Wilson forza i 14 punti, all’Italia non piacevano come anche alla Francia. I paesi dell’intesa volevano una pace dura, è lui che trova l’accordo con i tedeschi, questo mette in difficoltà i paesi dell’intesa, che inizia a pensare che quel contratto che aveva reso così vantaggio non sia più tanto valido, il patto di Londra è diplomazia segreta, Wilson il patto di Londra non l’ha firmato, non sarà facile convincere gli americani a tenere conto del patto di Londra. Quell’impero che Sonnino aveva sperato non si disgregasse perché il ragionamento era meglio avere a che fare con l’impero austro ungarico indebolito che con uno stato, inizia un dibattito difficile che posizione assumere alla conferenza di Pace, abbandonare il patto di Londra?

Prevale la posizione di restare fedeli al patto di Londra, Vittorio Emanuele Orlando non vuole andare senza Sonnino, avere Sonnino a Parigi era una garanzia per gli italiani, il paese è in preda ad un montante sentimento nazionalista???

Il patto di Londra non basta, il capo del governo Orlando dice che bisogna aggiungere anche Fiume, un piccolo porto nel nord dell’adriatico, storicamente italiano, gli italiani di fiume chiedono l’annessione al regno d’Italia, siamo fuori controllo la precisazione è che Fiume non sarebbe stata italiani già nel patto di Londra, la posizione indifendibile che l’Italia cercherà di imporre.

Oltre a Wilson ci sono Loyd George i suoi obiettivi sono quelli di consolidare gli interessi dell’impero britannico vuole che la Germania si metta nelle condizioni di rialzarsi non vuole annullare la Germania economicamente, sa che è il volano dell’economia europea , c’è il padrone di casa Clemanceu, il quale ha un’idea molto semplice, punire la Germania, la Germania deve essere punita è l’Italia che chiederà Fiume, la Dalmazia, i compensi, il Brennero. Molto sinteticamente i trattati di pace. Il trattato di Versailles con la Germania, la conferenza di pace non ammette i paesi vinti e la Russia, non hanno le possibilità di negoziare le condizioni.

La Germania viene trattata duramente,

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perde l’Alsazia e la Lorena,

La Germania ha delle decurtazioni dal punto di vista militare. Che doveva essere dato ai vincitori ma preferirà affondare la propria flotta. Esercito di massimo 100.000 uomini dei quali solo 4 mila militari ufficiali i tedeschi non potevano avere carri e militari.

le regioni della Renania e della Sar vengono internazionalizzate, la Renania deve essere

smilitarizzata questo per garantire la pace alla Francia, Clemanceu vuole il controllo delle Renania, la voleva definitivamente per la Francia, la Germania subisce un ridimensionamento del proprio potenziale militare, solo 100 000 uomini.

Articolo 231 la responsabilità morale che diviene responsabilità materiale, la conseguenza è che si possano chiedere ai tedeschi le riparazioni di guerra, anche difficile da calcolare, perdite territoriali disarmo, danni economici

Un'altra cosa importante è il divieto di Anschluss, è il divieto di unificazione austro tedesca, l’unificazione austro tedesca significa rilanciar.

Se c’è cultura c’è speranza, le riparazioni sono i soldi che la Germania deve pagare per i danni che ha pagato durante la guerra, inizialmente è difficile calcolare l’ammontare delle riparazioni da pagare, 132 miliardi di marchi oro una somma che era considerata assurda da una somma assurda, Keynes vinse il premio Nobel per l’economia lo vinse per le osservazioni fatte sul trattato di Parigi, le conseguenze economiche della pace, non si contribuisce alla stabilità mondiale, una situazione particolarmente pesante, la ridefinizione dei confini molte etnie adesso vivono negli stati giusti, non sotto la sovranità dei altri paesi, gli austro tedeschi finiti sotto la sovranità italiana, o i tedeschi che non vivono più sotto sovranità tedesca.

Danzica, città storicamente e territorialmente e culturalmente tedesca viene sottratta alla Germania, si trova un territorio polacco, si crea un assurdo, non solo e non tanto Danzica come città libera, questo corridoio che sarà motivo di tensione tra tedeschi e polacchi, l’altro grande obiettivo è quello della realizzazione dell’ideale della società delle nazioni

Wilson cede alla volontà francese della pace punitiva, Wilson pretende che a firmare il trattato di pace non fossero i vecchi governanti tedeschi a firmare il trattato di pace sono i rappresentanti della repubblica di Weimar. Buona parte della imposizione delle potenze vincitrici, tradisce la Germania, promette che siano i nuovi governanti a firmare il trattato, le basi di questa nuova democrazia sono molto fragili, chi Matthias Erzberger verrà considerato un traditore.

Trattato con l’Austria, trattato di Saint Germain, riduce l’Austria a ben poca cosa, il nuovo confine italo austriaco che è fissato al Brennero, sotto sovranità italiana ci saranno circe 250 mila austriaci, ha un confine finalmente.

Trianon è il trattato con l’Ungheria, gran parte della Transilvania passa alla Romania.

Trattato di Neully la Bulgaria cede al nascente stato iugoslavo parte della costa orientale dell’adricantic

Accordo di Sevre, impero ottomano sconfitto, rimane solo la Turchia, le potenze vincitrici impongono una serie di condizioni, sul finire della guerra la Turchia emerge come attore internazionale con un esercito molto efficiente, il padre della Turchia moderna è conosciuto come il padre dei Turchi, Moustafà Kamal, Ataturk, la Turchia la guerra non l’ha persa, il trattato di Sevre non verrà mai approvato dal parlamento

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Turco, cerca l’appoggio dell’unica potenza che non accetta il trattato di pace, la Russia, non è solo Ataturk, è Ataturk più la Russia.

Di lì a poco ottiene il trattato di Losanna, e del vecchio trattato di Sevre, gli stretti della Crimea vengono internazionalizzati.

Wilson crea dapprima la prima la società delle nazioni, se ottengo subito quello che voglio Wilson ha la forza per dire sistemiamo la questione della società delle nazioni, Covenant, si stabilisce che ol Covenant faccia parte di tutti e 5 i trattati di pace, questa è una scommessa che Wilson gioca, lega l’appartenenza della società delle nazioni ai trattati di pace è un organismo che inizialmente comprende solo i paesi vincitori, devono purificarsi, un’organizzazione prevalentemente di democrazie, un consiglio ristretto e che per funzionare si dà alcuni strumenti.

Il principio di solidarietà, tutti i paesi sono chiamati al mantenimento della pace, tutti i paesi vogliono fare della società delle nazioni una nazione armata con tanto di esercito. Wilson non ha nessuna intenzioni di attribuire alla società delle nazioni che all’ordinamento americano spetta al senato.

L’unico potere che acquisì la società delle nazioni fu il potere dell’organismo è quello di imporre sanzioni economiche e commerciali.

un’assemblea generale, organo rappresentativo degli stati membri; un consiglio ristretto, organo di maggiore rilevanza che doveva decidere quali provvedimenti nella

gestione delle crisi internazionali. Decide all’unanimità; un segretariato, guidato da una personalità che doveva essere quella che animava la vita della

Società delle Nazioni, inizialmente quest’organo è precluso ai paesi sconfitti. (vincitori e neutrali)

La società delle nazioni si dota di nuovi strumenti come: le sanzioni economiche: facoltà di imporre restrizioni politico-commerciali a paesi che sono responsabili di attività aggressiva o minacce ad altri membri pacifici della comunità internazionale

La Jugoslavia ha l’appoggio di Wilson perché era frutto dell’autodeterminazione dei popoli. Tuttavia Wilson ha il suo successo e tutto sembra essere coronato da successo, sono scontenti i francesi che volevano ridimensionare ancora di più la Germania, gli inglesi non hanno visto turbare i propri interessi, la delegazione italiana ad un certo punto abbandona la conferenza di Parigi, Wilson non vuol sentir parlare né di Fiume né della Dalmazia, Fiume non è una città italiana, la Dalmazia è a tutti gli effetti Slava, quando Sonnino. Wilson, fa anche una cosa molto scorretta, Wilson invia attraverso la stampa francese e dice perché non può concedere Fiume, Wilson appare come un traditore del progetto italiano.

L’Italia ottiene il miglior confine possibile, i significativi miglioramenti coloniali, ha insistito troppo su fiume e sulla Dalmazia, quando la delegazione italiana a Parigi, un trattato volontariamente chiediamo che venga rispettato, noi saremo tanto lieti di rispettare questo contratto. C’è una posizione di comodo, dal fatto che Wilson decida di chiudere la Borsa di interromper quei flussi finanziari.

Il nazionalismo Italiano non è facilmente contenibile, D’Annunzio occupa Fiume istituendo la reggenza del Carnaro, D’Annunzio vuol combattere D’Annunzio combatte contro il governo italiano, qualcuno ha

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letto nell’impresa di Fiume una sorta di proto fascismo, la classe dirigente liberale non è stata capace di ottenere con la guerra quanto aveva promesso.

Come finisce la questione di Fiume con il trattato di Rapallo (Carlo Sforza), non c’è più il presidente Wilson, il trattato di Rapallo, che riconosce fiume con una città libera.

Wilson esce clamorosamente di scena, i nodi vengono al pettine, perde il controllo del senato, adesso ha un problema notevolissimo, deve convincere gli americani, i quali non ne vogliono sapere, nello statuto della società delle nazioni, l’impegno della società delle nazioni non sono incompatibilità con la dottrina Monroe, lo statuto della società delle nazioni ha dovuto specificare questo nell’articolo 21, quando si va la dibattito parlamentare, Wilson esce di scena malamente, creando un disastro, non tanto che gli americani hanno rigettato la società delle nazioni, il disastro accade perché in modo indiretto bocciano i trattati di pace, saranno costretti a rifare un trattato di pace tra Germania e stato uniti, nemo profeta in patria.

Un danno gravissimo, questo ci porta alla riflessione che è sommariamente indicato, è qualcosa di molto complesso ma che non risponde ai canoni della “balance of power” è un qualcosa che per funzionare richiederà società delle nazioni e una costante presenza degli americani, non è un ordine che di per sé sta in piedi, questo concetto nelle mani degli europei non può funzionare, è un qualcosa di imposto seppur con compromessi.

Modificazione degli equilibri extraeuropei

Uno degli aspetti più affascinanti è il riemergere della questione coloniale, per la perdita delle colonie da parte della Germania e per la disgregazione dell’impero ottomano, nasce grossomodo l’assetto geopolitico che tutt’ora abbiamo.

Nel 15 gli inglesi hanno raggiunto un’intesa con l’Emiro

(ci sono una serie di lettere Husayn-McMahon) Husayn è un personaggio di fondamentale importanza,l’accordo prevedeva che se le popolazioni arabe si fossero ribellate all’impero ottomano avrebbero potuto dar vita ad uno stato arabo unitario, l’impero britannico si impegna in questo senso.

Sykes-Picot 1916

Ma quello che succede è che già nel 16 gli inglesi fanno un accordo segreto con i francesi, il cosiddetto accordo Sykes-Picot, funzionari ministeriali di nongranidssima importanza che negoziano un’intesa segreta di spartizione dei territori mediorientali, si stabilisce che la zona della Siria e del Libano vadano sotto influenza francese e la Palestina e Iraq all’Inghilterra, è un accordo di spartizione delle influenze, che contraddice l’impegno che avevano preso con gli arabi, gli inglesi, sconfiggere l’impero ottomano è maledettamente difficile, una delle pagine meno gloriose è la camagna di Gallipoli, per sconfiggere l’impero ottomano ben addestrate dai tedeschi. I turchi sospettano che gli armeni stiano più dalla parte dell’impero Russo, eliminarla affinché non patteggiasse per il nemico russo.

Dichiarazione Balfour 1917

A rendere questa storia ancora più complicata è la dichiarazione Balfour, scrive una lettera a Rothschild che era un grande magnate sostenitore della causa ebraica nel mondo, impegno per la costituzione di un focolare ebraico nella Palestina, altra contraddizione si inizia a pensare che l’istituzione di una comunità

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non araba possa essere vantaggioso perché l’idea di una minoranza filo occidentale può essere un valido alleato per l’amministrazione britannica, gli inglesi si sono sempre appoggiati sulle minoranze, le minoranze dipenderanno dia voi, vi saranno sempre fedeli.

Wilson detesta tanto il patto di Londra quanto quello Sykes-Picot, ma non si oppone al secondo perché vuole che gli incarichi di amministrazioni di questi ex territori coloniali non passi da Inghilterra e Francia, lo strumento della società delle nazioni è il mandato, si dà il mandato a Francia e Inghilterra il mandato per sviluppare le condizioni per sviluppare l’indipendenza, è un compromesso che fa con i francesi.

L’accordo Sykes-Picot si fa alle spalle dell’Italia.

Si vuole isolare la Russia, il virus del bolscevismo raggiunge l’Europa, Ungheria e Germania, a Russia viene isolata, c’erano delle questioni in sospeso che non si riuscirà a risolvere, ci sono delle perdite che irivoluzionari devono subire, il quadro è molto frammentario, non si hanno prospettive di consolidamento.

IL PRIMO DOPOGUERRA

Dopo la stagione di Wilson si susseguono tre presidenti repubblicani ed isolazionisti. Le questioni chepremono sono quella di

riavere i soldi dagli europei regolare i rapporti di forza sui mari, per questo verrà organizzata la:

Conferenza di Washington 21/22.

La conferenza di Washington portò alla stipulazione di quattro trattati:

il trattato delle quattro potenze (o patto militare per il Pacifico), nel quale USA, Gran Bretagna, Francia e Giappone si impegnavano a mantenere lo status quo nell'Oceano Pacifico ed a consultarsi in caso di controversie;

il trattato navale di Washington, che fissava le proporzioni tra le cinque marine militari più grandi del mondo, proporzionalmente a dei coefficienti: Stati Uniti e Gran Bretagna = 5, Giappone = 3; Francia e Italia = 1,75. Inoltre il trattato prevedeva che non si potenziassero le basi navali nell'Oceano Pacifico;

il trattato delle nove potenze, in cui Stati Uniti, Gran Bretagna, Portogallo, Olanda, Italia, Francia, Giappone e Belgio si impegnano a non chiedere ulteriori concessioni unilaterali alla Cina, adottando invece il principio della "porta aperta", ed a mantenerne l'integrità territoriale;

l'accordo sino-giapponese, in cui il Giappone mantiene concessioni minerarie e ferroviarie in Manciuria ed in cambio restituisce alla Cina la sovranità sullo Shandong.

in cui si stabiliscono dei rapporti tra le forze navali, cioè parità di forze tra americani e inglesi, mentre Italia, Francia e Giappone sui gradini più bassi.

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Ne esce un accordo che sembra aver trovato una formula che possa evitare guerre tra le potenze navali edaccettata da tutte, per la prima volta nella storia gli inglesi accettano il fatto di non avere più il dominiocommerciale sui mari.

In Europa c’è il problema di un ripristino di un circuito finanziario che possa rialzare le potenze.

conferenze di Cannes 1922

1922 a Cannes: conferenza dove emergono tutti i problemi. Si tratta di mettere d’accordo alcune cose:

rassicurare i francesi sul fatto che la Germania pagherà le riparazioni i francesi devono diventare più flessibili per ciò che concerne queste riparazioni

Lloyd George fa una proposta molto articolata:

1) Si costituisce un consorzio di capitali (consorzio internazionale) che deve mettere la Germania nelle condizioni di pagare le riparazioni e allo stesso tempo riattivare i rapporti economici tra i paesi europei e la Russia. Proposta acuta e di grande respiro. 2) I francesi per aderire a questo piano chiedono che la Gran Bretagna si prenda parte dell’impegno a intervenire in Europa per garantire la stabilità in caso in cui la Germania si dimostri nuovamente aggressiva. Non dovrà difendere solo la Francia ma anche tutti i paesi cuscinetto tra la Germania e la Francia.

Gli inglesi non sono disposti, quindi la conferenza di Cannes fallisce clamorosamente

Conferenza di Genova 1922

rapporto commerciale con la Russia e come sia possibile rilanciare l’economia del continente. Che era incentrata sul recupero della Russia nel sistema economico continentale. Il nuovo regime non voleva indennizzare le potenze europee che avevano investito nella Russia zarista pre-rivoluzionaria.

Come fallisce subito dopo una conferenza a Genova che era incentrata sul recupero della Russia nel sistema economico continentale. Il nuovo regime non voleva indennizzare le potenze europee che avevano investito nella Russia zarista pre-rivoluzionaria.

Accordo Cicerin-Rathenau del 1922

Il fallimento di queste trattative spinge la Germania e l’Unione Sovietica a venirsi incontro nel 1922 conl’accordo bilaterale Cicerin-Rathenau.

Sono due paesi isolati che cercano di appoggiarsi l’uno all’altro. Rinunciano alle rispettive rivendicazioni didebiti e c’è una parte segreta che consente alla Germania di violare le clausole del trattato di Versailles sul piano militare, cioè fare sperimentazioni di ordigni ed esercitazioni militari sul suolo sovietico. Quando lepotenze vincitrici verranno a sapere di questo trattato lo considereranno nullo. È un tentativo di violazione delle condizioni degli accordi di pace: La Germania si impegna ad aiutare la Russia sul piano economico e tecnologico in cambio della possibilità

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di svolgere addestramento e esercitazioni militare in Russia.

Urss e Germania si concedono la clausola della nazione più favorita, cioè il trattamento che un paeseconcede ad un altro in un trattato ed è il miglior trattamento possibile. Ovviamente ci deve esserereciprocità nella politica estera ed economica estera di Lenin il trattato rientra nella NEP, cioè la parzialeapertura ai capitali stranieri, perché l’economia rivoluzionaria ne ha estremamente bisogno. Si tratta di una deroga all’ortodossia rivoluzionaria.

Per rimettere in piedi la finanza internazionale, ci sono due concetti fondamentali:

le riparazioni, cioè la Germania deve pagare soldi a tutti i paesi contro i quali ha combattuto durante la guerra; (hanno natura bellica)

Questione dei debiti di guerra, che hanno natura commerciale, cioè sono i prestiti che gli americani hanno (hanno natura commerciale)

Concesso ai membri dell’intesa per sostenere lo sforzo di guerra. La Germania non riesce a pagare leriparazioni perché non ha un’economia vitale e i membri dell’intesa non possono pagare il debito. La reazione della Francia come ritorsione è l’occupazione della Rur, zona ricca di carbone. Poiché la Germania non paga, la Francia va a prendersi le risorse minerarie. Anche altre potenze approfittano di questa situazione.

Nel 1924 gli americani elaborano il piano Dawes

Che prevedere che gli americani concedano prestiti alla Germania, per far rimettere in piedi l’economia tedesca cosicché questa possa ripagare le riparazioni. Keynes sostiene che il piano sia pericolosissimo: se questo circolo virtuoso dovesse interrompersi sarebbe stato dannoso per l’economia mondiale.

Proposta di buon senso: perché gli americani non rinunciano in parte o totalmente ai loro crediti in modo che gli europei rinuncino alle riparazioni?

Nel 1925 i paesi europei che hanno occupato la Rur si ritirano a seguito del piano Dawes.

A loro volta questi paesi che ricevono le riparazioni, sono in grado di pagare i debiti agli americani. Nel 1929alla scadenza di questo piano, verrà elaborato

Young del 1929

che verrà una diluizione in rate deipagamenti tedeschi, che se rispettate saranno concluse nel 1988. Il fatto che il clima economico migliori, haun effetto benefico sui rapporti tra i paesi.

In Germania inizia l’era segnata da Stresemann, espressione del partito popolare ed è il primo tedesco chesostiene che la collaborazione è la chiave per uscire dalla situazione di crisi. È l’inizio di un atteggiamentocollaborazionista. Nel 1923 la Germania non aveva rispettato la data di pagamento delle riparazioni, i

1923 i Francia e Belgio occupano la Ruhr

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I minatori tedeschi avevano smesso di lavorare. C’è un clima molto teso in questi anni In Francia viene eletto Briand che ha un atteggiamento di distensione nei confronti della Germania. La conseguenza è un tempo maturo per una svolta ed un miglioramento dei rapporti franco-tedeschi ed il superamento degli odi.

Nel 1925 c’è il patto di Locarno:

Secondo il quale Germania da una parte, e Francia e Belgio dall'altra "riconoscevano" i confini, con l'impegno di non violare le comuni frontiere, come stabilito nel trattato di Versailles. Tale accordo sancì inoltre la smilitarizzazione della zona sulla sponda est del Reno, il divieto di ogni aggressione e l'obbligo di ricorrere all'arbitrato pacifico in caso di controversie. Italia e Gran Bretagna, quali garanti del Patto, si impegnavano a difendere quella delle due parti che fosse stata attaccata.

Accordo sancì inoltre la smilitarizzazione della zona sulla sponda est del Reno, il divieto di ogniaggressione e l'obbligo di ricorrere all'arbitrato pacifico in caso di controversie.

Italia e Gran Bretagna, quali garanti del Patto, si impegnavano a difendere quella delle due parti che fosse stata attaccata, che segna l’epoca della sicurezza collettiva, cioè la fase in cui l’ideale wilsoniano sembra ritrovare attualità, sulla base che gli odi nazionalisti si stiano acquietando. Rinuncia tedesca alle rivendicazioni su Alsazia e Lorena.

Questo patto ha il limite di non stabilizzare le frontiere orientali tedesche, dove Stalin diceva che il trattatodi Locarno era difettoso, perché induce in tentazione la Germania a recuperare le terre ad est.

Nel 1928 si ha il parto Briand-Kellog,

Una dichiarazione condivisa tra USA e Francia che si impegnano arinunciare all’uso della forza come mezzo di risoluzione delle controversie. È un trattato aperto, al quale siassociano molti altri paesi, come l’Italia, Unione Sovietica, che ha cominciato a cambiare politica estera,guidata da Litvinov che vede il patto come un modo per uscire dall’isolamento internazionale, perché laguerra era lo strumento imperialista per eccellenza. L’utilità pratica del patto è che bandisce la guerratranne che come mezzo di difesa. Ma questa utilità è pressoché nulla. Per trovare un riscontro praticobisogna arrivare al processo di Norimberga nel 1945, in cui i pubblici ministeri, per inchiodare i nazistidiranno che si erano impegnati con il patto di Briand-Kellog a non usare la forza.

In Italia tutti si aspettavano una rivoluzione in stile sovietico, c’erano tutte le premesse: un partito socialistaforte, organizzato, con un largo seguito e con leader di grande spessore. Ma per fare la rivoluzione civoleva un capo carismatico. Mussolini nasce politicamente come socialista rivoluzionario e manifestacontro il colonialismo italiano, va in carcere insieme a Pietro Nenni.

Ben presto in Mussolini prevale la componente rivoluzionaria, per lui vista la difficoltà di fare una rivoluzione socialista in Italia, l’importante è fare una rivoluzione di qualsiasi tipo, contro l’Italia liberale, la classe politica che ha tradito il paese con una vittoria mutilata.

La causa più importante che porta il fascismo al potere è la frustrazione sociale dei nazionalisti

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che dopo la guerra vedevano le loro condizioni di vita peggiorate. L’impresa D’annunziana è un laboratoriorivoluzionario interessante, perciò non si può dire che d’Annunzio fosse fascista, ma è un poeta con forteimpulso nazionalista e rivoluzionario che non ha un’ideologia precisa: vuole fare una marcia su Roma con isocialisti e la costituzione nella reggenza del Carnano è una delle più moderne. Mussolini, che avevaappoggiato d’Annunzio, gli volta le spalle, perché d’Annunzio è un rivoluzionario che non ha capacitàpolitica. Costruisce un partito che plasma mentre lo forma. Mussolini riesce a collegare la sua caricarivoluzionaria con gli avvenimenti politici.

Nel 1924, Mussolini supera il trattato di Rapallo 1920 con l’annessione di Fiume.

La classe liberale coopta l’ascesa al potere di Mussolini, perché rappresenta l’antagonista perfetto percontenere i partiti di massa socialista e cattolico. Perciò il partito di Mussolini può essere un alleatofondamentale per la classe conservatrice. Il punto di partenza di questo nuovo corso politico è che c’è unainiziale fase di continuità. Trova la figura del segretario generale degli esteri, che è la più alta carica amministrativa del ministero, in Salvatore Contarini, un uomo diplomatico molto prudente che entra in attrito con Mussolini, perché capisce che quest’ultimo può essere un fattore di discontinuità nella politica estera e dirà che è “come il sangue di San Gennaro, va fatto vedere una volta all’anno e da lontano”. Nonostante Mussolini non voglia assumere politiche eversive in politica estera,

nel 1923 c’è il bombardamento dell’isola di Corfù

Su una questione di confine tra Grecia ed Albania che viene affrontata in ambito internazionale. Il casus belli consistette nel fatto che viene ucciso un generale italiano. Mussolini attribuisce la colpa ai greci e bombarda. L’episodio serve a dimostrare che Mussolini può utilizzare la forza quando vuole.

Le prime aree di interesse della politica d’interesse fascista:

Questione di Fiume, che al momento si trova nella condizione di città autonoma, che secondo Giolitti era l’unica soluzione che potesse risolvere le tendenze nazionalistiche. Mussolini tra il 1924 e il 1925 annette Fiume al territorio italiano perché la Jugoslavia non ha più il supporto americano. I rapporti con la Jugoslavia si deteriorano, anche per la questione albanese. L’Albania nasce come stato indipendente sotto la tutela italiana che diventa disputa tra Italia e Jugoslava;

Sul fronte balcanico l’Italia porta avanti una politica che la porta ad avere il controllo sull’area. Ciò la porta in conflitto con la Francia e gli stati anti-revisionisti, cioè la Piccola Intesa. Questi paesi sono legati alla Francia da un comune intento anti-tedesco. Mussolini deve sfidare questo sistema di alleanze alternando momento di revisionismo a momenti di anti-revisionismo. Questa ambivalenza è stata sintetizzata da Dinolfo, che ha detto che Mussolini era revisionista per le questioni coloniali, ma anti-revisionista per le questioni che chiamavano in causa la sicurezza italiana, ciò spiega le sue posizioni sull’Anschluss. Questa linea porta l’Italia a stipulare trattati bilaterali con quasi tutti i paesi dell’area, ma non si riesce a fare un sistema di alleanza regionale. Nel 1929, Dino Grandi arriva alla conclusione che questa politica balcanica vada lasciata da parte perché ha prodotto scarsi risultati;

CRISI DEL 1929

Si innesca con il giovedì nero il 24 ottobre del 1929. Gli storici hanno attribuito questa crisi ad un fenomeno di sovrapproduzione. Il sistema produttivo americano produce più di quanto sia richiesto, gli stipendi sono elevati e i risparmi vengono investiti nei titoli azionari assumendosi il rischio di perderli.

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Quando si supera una certa soglia di produttività e si rende necessario contrarre gli stipendi, riducendo anche i risparmi, i titoli azionari cominciano a risentirne. In seguito alla crisi, i risparmiatori si presentano in banca a reclamare ciò che resta dei loro soldi. Il meccanismo della crisi si amplifica, con conseguenze sociali destabilizzanti (forte incidenza di suicidi). La reazione dell’amministrazione è blanda, perché il capitalismo americano, in quella fase, non ha strumenti d’intervento che possano frenare la crisi. Occorre arrivare alla presidenza Roosevelt che propone la ricetta Keynesiana.

Le ripercussioni internazionali sono quelle di una profonda instabilità di molti sistemi politici:

L’impero britannico ha avviato la trasformazione in Commonwealth, in senso protezionistico. perciò all’interno del circuito ci sono tutti i beni che servono per lo sviluppo delle popolazioni all’interno dell’Impero.

La Francia deve attuare politiche di svalutazione (di taglio della spesa). L’Italia fascista vara l’autarchia, una situazione in cui si rinuncia ad alcuni prodotti che non vengono dal

territorio.

La catena di trasmissione che tra USA ed Europa è il sistema di debiti e riparazioni: il flusso di pagamenti, a causa della crisi si arresta e l’Europa rimane senza sostegno esterno. Austria e Germania credono che sia arrivato il momento dell’unione doganale austro-tedesca, bloccata sul nascere dal veto francese perché contro i trattati di pace e per paura di una futura unione politica.La crisi si propaga anche in Asia. La Cina, che arriva alla Prima Guerra Mondiale in condizioni semi-coloniali, dopo aver dichiarato guerra alla Germania, alla fine del conflitto sperava di recuperare il territorio controllato dalla Germania, però Wilson decide di attribuire lo Schantung ai giapponesi, che avevano mire sul territorio e minacciavano di abbandonare la Conferenza. Così Wilson decise di scegliere il male minore e quindi far piacere al Giappone, che aveva inoltre posto la parità di dignità razziale e chiedeva che nel Covenant venisse inserito un articolo che istituisse l’uguaglianza tra le razze.

Le potenze colonialiste sostennero che il principio era talmente ovvio da essere implicito, perciò non c’era bisogno di inserirlo. La contesa per le influenze con la Cina si intensifica con tutte le potenze in causa e stimola un crescente nazionalismo cinese. Dopo la Rivolta dei Boxer, si arriva al nazionalismo guidato da Sen, colui che avvia la ribellione contro la sottomissione economica della Cina alle potenze economiche. Il suo successore riesce a guidare la riunificazione territoriale e a rimuovere completamente i trattati ineguali. Ha come potenza a cui appoggiarsi l’Unione Sovietica, che auspica una Cina autonoma, che possa liberarsi dall’influenza delle potenze imperialiste.

Nel 1931 subisce l’occupazione militare giapponese della regione della Manciuria i

In cui insediano uno stato fantoccio per dare un carattere definitivo all’occupazione dell’area.

La crisi economica si fa sentire anche in e Giappone. Finisce la stagione politica conservatrice e si accentua l’influenza politica dei militari, perciò la politica estera diventa molto più aggressiva. Come capo del Manchu Quo viene utilizzato l’ultimo imperatore giapponese. La comunità internazionale invia una missione internazionale a valutare la situazione e fare una relazione, dalla quale risulta chiaro che il Giappone ha operato un’azione illegittima e ci sono le condizioni per applicare al Giappone delle sanzioni.

non riconosce l’esistenza del Manciukuò viene richiesta il suo ritiro

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ma non vi è una condanna formale, perciò non può applicare nessun tipo di sanzione economica al Giappone

Uno dei più grandi fallimenti della SDN.

Ma ciò non succede, perché non c’è una dichiarazione formale che indichi il Giappone come stato aggressore, ma c’è una posizione ufficiale che indica il Maciukuò come stato illegittimo e si invitano i giapponesi a ritirarsi. Si sollecitano le due parti in causa ad avviare un negoziato. I giapponesi si sentono forti ed inattaccabili e decidono di ritirarsi dalla Società delle Nazioni per delegittimare l’organizzazione e far vedere che non ha paura di sfidare la comunità internazionale.

Il 1933 vede l’avvento al potere di due personalità contrapposte, ovvero Roosevelt e Hitler.

Roosevelt ha come priorità la gestione della crisi e fa propria la formula keynesiana, cioè l’interventomassiccio dello stato nell’economia, perché solo lo stato può sanare quei mali che la crisi ha prodotto. Siattuano una serie di provvedimenti, come interventi normativi ed investimenti massicci, con l’effetto didiminuire la disoccupazione, creare lavoro e far ripartire l’economia. Il New Deal è un rapporto traeconomia e politica, cioè sfera privata e pubblica.

In politica estera è molto prudente, perché avendo molti problemi dal punto di vista interno, cerca diessere distensivo e si preoccupa di normalizzare le relazioni diplomatiche con l’Unione Sovietica. Anche inAmerica Latina, dopo una lunga tradizione di interventismo, è necessaria una politica di buon vicinato, cioèdi rispettare i paesi del Sudamerica. Cerca di non aprire nuove tensioni e non ha voglia di immischiarsi nellefaccende europee.

Riguardo alla questione dei debiti e delle riparazioni, quando i tedeschi non possono più pagare si chiede una moratoria e si arriva a una conferenza che stabilisce che nessuno deve più niente a nessuno.

Il putsch di Monaco, Hitler viene condanna e utilizzerà questo periodo di reclusione per dare vita al Main Kampf, ci sono dei passaggi che ci dicono qualcosa di interessante sulla personalità di Hitler, ci dice che se si vuole dare un messaggio alle masse non bisogna parlare alle persone come si fosse dei docenti, ma si devono dare i messaggi più semplici e di maggiore effetto, qui c’è una rudimentale tecnica di manipolazione della masse, che Hitler userà e che faranno di lui un vero e proprio maestro, cerca di sviluppare quelle caratteristiche personali, il Main Kampf, dice cosa vuole realizzare sembrano una serie di follie messe nero su bianco, da chi non ha saputo vincere la guerra.

Hitler dice che la comunità ebraica non riesce ad integrarsi, ma ne assorbe le energie migliori, hanno una straordinaria capacità di adattamento, nessuna comunità come quella ebraica risponde ad interessi propri.

Poi ci sono tutte le potenze che si sono messi d’accordo per togliere alla potenza, Deutchraund riunificazione di tutti i tedeschi che il trattato di Versailles le ha divise, quindi nel Main kampf c’è scritto quello che è un primitivo programma di politica estera, questo come lo si fa? Con la guerra.

Ha una visione razziale della società internazionale, quello tedesco è il popolo migliore di tutti, il popolo ariano per eccellenza, affini ai tedeschi ci sono gli inglesi, Hitler prova un profondo rispetto per gli inglesi, fino ai gradini più bassi occupati dai popoli slavi, lo spazi vitale lo deve conquistare espandendosi ad est, sfruttare quelle popolazioni per dare alla Germania le risorse di cui ha bisogno per affermarsi, questa è l’idea espressa nel Main Kampf.

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Mussolini è contrario all’Aunshluss, non vorrebbe trovarsi a confine un personaggio come Hitler, in questa fase Hitler prova una sincera ammirazione per Mussolini, il modello di uomo forte che ha messo ordine in un paese nel caos, lo considera un nuovo Cesare, è un’ammirazione non ricambiata in realtà è un disprezzo che cela una preoccupazione, queste progressive tappe di avvicinamento al potere, in Europa si pensa che Hitler è un conservatore che possa tornar utile contro i partiti socialisti e contro le rivoluzioni di tipo bolscevico. Viene considerato un baluardo contro il pericolo bolscevico.

Finché non si fa nulla di male Hitler e Mussolini sono considerati alleati che negli ambienti conservatori europei non sono assolutamente gradite, il

30 gennaio 1933 Hitler diviene Cancelliere

Dopo un lungo periodo di instabilità politica e molte ricorrenti elezioni, il vecchio Von Hiddemburg conferisce il cancellierato ad Hitler, il quale forma un governo assolutamente moderato. Ci sono solo alcuni elementi del partito nazista, sceglie una personalità moderata come Von Neurath, a tutti gli effetti pare un conservatore.

Gleichschaltung. In pochissimo tempo darà vita all’epurazione a tappe forzate della repubblica di Weimar. Hitler non tollera nessuna condivisione del potere, non sono ammessi partiti, istituzioni libere e autonome, lo stato è un corpo che il nazismo occupa a proprio piacimento e conquistare. Per i fascisti lo stato è qualcosa di superiore il fascismo trova la sua dimensione all’interno dello stato, il fascismo si appoggia allo stato, dove in Italia esistono due autorità che fanno ombra a Mussolini che sono il Re e il Papa.

Mussolini che in questa fase tranne l’episodio di Corfù che sta ancora dalla parte ella vecchia intesa, Mussolini sta ancora da quella parte, lancia l’allarme, attenzione ad Hitler, è un uomo pericoloso e inquietante, lancia una proposta diplomatica.

Proposta del patto a quattro del giugno 1933

Visto che la Germania è in mano a questo personaggio perché non rilanciare il concetto di concerto europeo di potenze, un ordine multipolare, Mussolini vuole riproporre qualcosa di analogo, vuole un’organizzazione informale delle 4 potenze europee più importanti come il congresso di Vienna aveva coinvolto la Francia, che era considerato il paese da controllarla.

L’idea piace, soprattutto ad Hitler per spazzare i limiti imposti da Parigi. Un patto che non entrerà mai in vigore, le piccole potenze, i paesi della piccola intesa, Romania Cecoslovacchia Iugoslavia, si rivolgono alla loro grande protettrice che è la Francia, i nostri rapporti di alleanza non hanno più senso la Francia non si sente di mandare all’aria quel sistema, il patto a 4 è sabotato dalla Francia su pressione delle piccole potenze ad esse alleate, per un momento si era riconosciuto come un novello Metternich, vuole essere riconosciuto come un modello della diplomazia europea, con il patto a 4 ci era riuscito lui si sente molto deluso e arrabbiato, vorrà dire che saranno i cannoni a parlare, Mussolini è convinto che se non ci sarà un sistema diplomatico ci sarà una nuova guerra in Europa, Hitler è sempre più. Hitler prova un’ammirazione ancora più forte per Mussolini, egli si negherà per molto tempo, non ho nessuna voglia di incontrare l’idiota di Berlino.

Nel 34 avviene il primo incontro, Hitler si vede chiaramente innanzi a all’oggetto della sua ammirazione, che gli appare come un vero e proprio capo militare, la stampa fascista accentua questo aspetto. Questo primo incontro non ha nessun significato politico, è servito ad accontentare Hitler cha ha avuto modo di conoscere il suo maestro, pur con tutta la devozione che ha in questa fase. Hitler fa da se, ragiona con la

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propria testa e fa delle mosse volte a scardinare l’ordine di Versailles, a seguito del Patto di Locarno, c’è la discussione sui patti di disarmo, il disarmo viene concepito come uno strumento atto a perpetuare la debolezza tedesca, Hitler non è come Stresemann, la posizione della Germania non è conciliante, Hitler parla sempre di pace, io sono disposto a disarmare la Germania, ma voi cosa siete disposti a fare, i francesi non sono disposti a disarmare un bel niente, quindi questi progetti falliscono Hitler esce dalla Società delle nazioni apparendo dalla parte della ragione, gli altri non si fidano e lui dice benissimo, la discussione sul disarmo europeo è inutile, siamo nel 33 ed è un segnale piuttosto preoccupante, vedremo da lì a poco cosa c’è Grandi ha gestito male.

1934 Hitler firma il concordato con la Chiesa, in questo Hitler segue la scia di Mussolini, firma patti Lateranensi e concordato, nel ‘29 sempre in questa logica di far coesistere il fascismo con altri poteri, Mussolini ha firmato due accordi, quello sui patti Lateranensi riconosce l’esistenza dello stato Vaticano, come uno stato il cui capo di stato è il papa, quindi si pone fine a quella lunga questione storica che era nata con la perdita dei territori controllati dal papa, un lunghissimo strascico, non expedit, Mussolini pone fine a questa sofferenza formalizzando i rapporti giuridici tra lo stato italiano e quello Vaticano.

Viene firmato il concordato che è quello che legittima le attività religiose in Italia, chi insegna religione, a chi devono obbedienza, l’influenza del fattore religioso nella società italiana è espressa dal concordato, nel 34 lo fa anche la Germania di Hitler.

Hitler sostiene un neo-paganesismo che conferisce alla Germania nazista, fa questo accordo per stabilizzare la situazione sociale in Germania ci sono molti vescovi che verranno duramente repressi negli anni successivi, sempre nel 34 stipula un accordo con la Polonia, è un accordo di non aggressione in cui due o più paese si impegnano a non farsi la guerra tra di loro, Hitler lancia l’occhio verso est, ci sono due paesi, Polonia e Repubblica Ceca.

La Polonia mantiene una politica folle che è quella di non prendere mai posizione tra i due fuochi, i polacchi cercano di non prendere una posizione. In questa fase Hitler inizia la manovra di avvicinamento, mosse Hitleriane contro l’ordine di Versailles,

1934, questa volta Hitler tenta di realizzare l’Anschluss,

l’unificazione austro tedesca vietata dal trattato di Saint Germain, l’Austria è un piccolo paese, povero, chi si oppone all’Anschluss, sia Francia e Germania, Sonnino sosteneva che l’Anschluss si unificassero, ma più di tutti si oppone Mussolini che vuole difendere l’autonomia dell’Austria, ha un rapporto privilegiato con Dolfuss, un uomo di destra ci sono i conservatori filo-italiani, che difendono l’Austria dalle mire tedesche, i socialisti sono stati i primi a chiedere di fare l’Anschluss, poi ci sono i filo tedeschi e filo nazisti, la Germania nel 34 non ha la forza militare per occupare l’Austria. A seguito del fallito tentativo di Anschluss viene organizzato un complotto che si risolve con l’assassinio di Dolfuss, Eugenio Monreale isola Vienna dal resto del paese, occupa a centrale telefonica, l’Italia sabota l’operazione, Mussolini mobilita le truppe italiane a confine, al Brennero fa capire ad Hitler che non è il caso che l’Italia si oppone, Hitler capisce ma si ritira, è un passo falso abbastanza grave, ha rischiato di compromettere i rapporti con Mussolini, il tentato Anschluss, ha dimostrato che c’è un solo paese che ha fatto qualcosa per opporsi a Hitler, tuttavia non è abbastanza, Hitler non si ferma e fa un’altra mossa in violazione del trattato di Versailles.

Nel 35 Hitler annuncia di riarmare la Germania.

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A questo punto la situazione comincia a farsi seria, organizza una nuova conferenza internazionale a Stresa, la conferenza che vede la partecipazione di GB e FR e IT, non la Germania che ha un piede fuori dall’ordine europeo, la conferenza fi Stresa, cosa produce?

Un bel niente la semplice dichiarazione di queste tre potenze che vogliono mantenere il patto di Locarno, vogliono mantenere i confini, ma non prendono una posizione comune a difesa dell’Austria, non solo c’è una cosa molto più grave.

Passano pochi mesi e gli inglesi fanno un accordo navale con la Germania, gli inglesi anziché impegnarsi contro la Germania, decidono di trattare direttamente con la Germania, si stabiliscono le quote tra i due paesi e il riconoscimento da parte inglese della partita nel settore dei sottomarini, riarmo tedesco sui mari. Massimo egoismo ognuno pensa per sé non c’è più solidarietà tra i paesi, è qualcosa di molto grave, Mussolini è particolarmente deluso, una delle conseguenze di queste mosse di Hitler è quella di indurre ad una svolta dell’unione sovietica, l’unica manifestazione è stato il trattato di avvicinarsi per collaborare con la Germania, questa fase è superate, Stalin si convince che Hitler è un problema il Signor Litminov decide di far aderire la Urss alla Società delle nazioni (1934), inizialmente si dice che la Società delle Nazioni non era un’organizzazione di pace ma solo espressione del dominio imperialistico, si pensa alle cose pratiche per non trovarsi isolata davanti alla Germania nazista, inizia un rapporto con la Francia che confluisce in una alleanza, il ministro inglese Bartu, un’alleanza franco sovietica che poi coinvolga altri paesi a partire dalla Cecoslovacchia, c’è un accordo franco-sovietico e ceco-sovietico.

Hitler si sente particolarmente turbato, il fatto che ci siano queste nuove alleanze è concepita come una violazione del patto di Locarno, ma non si era parlato del confine orientale.

Hitler esce dal patto di Locarno 36 e rimilitarizza la Renania

mi volete imbrigliare a est allora Locarno non è più valido, se gli europei vogliono arginare la Germania ad est, allora sono in discussione i confini ad est, come conseguenza dei patti franco sovietico e ceco sovietico, la Germania esce dal patto di Locarno e rimilitarizza la Renania è nel 7 marzo del 36 rimilitarizzare al Renania lo fa questo è un grave errore delle potenze europee, in questa fase la Germania non è una grande potenza se gli inglesi francesi e italiani lui avrebbe dovuto cedere, non lo fanno in fondo c’è l’idea che la Renania sia tedesca è un altro tassello dell’ordine di Versailles che viene a mancare.

35/36 guerra d’Etiopia

Fino al 35 c’è stata una discreta continuità con il passato, sul piano della politica estera liberale giustifica il regime fascista, l’Etiopia un paese membri indipendente è membro della società delle nazioni un atto eversivo che va contro la società delle nazioni, dall’oggi al domani dà ordine, cerca di predisporre l’azione sul piano diplomatico, è l’unico paese non colonizzato, se l’Italia fascista occupa l’Etiopia ed avrà vendicato quella macchia, legittimazione di una visione imperiale che è alla base del fascismo, la politica estera fascista o è ambiziosa o non è.

Laval è il capo della politica estera francese a Roma si incontrano Mussolini e Laval si vogliono rilanciare i rapporti con la Francia a volere che nel trattato di Saint Germani, una serie di argomenti che è l’Etiopia la diplomazia europea aveva avuto un sentore, in questo colloquio a Roma, Mussolini annuncia l’ambizione italiana sull’Etiopia, Laval si sarebbe completamente disinteressato, per altri Mussolini avrebbe avuto il via libera solo per aumentare l’influenza economica italiana sull’Etiopia ma non per invaderla, sin dal 1906, c’era un trattato che stabiliva delle sfere di influenza, c’è un trattato pregresso tutti e tre si impegnano a non acquisire un dominio territoriali, la Francia ha comunque chiuso un occhio.

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Sa che gli inglesi non si muoveranno contro gli italiani, Mussolini attraverso il SIM, servizi di informazione militare, ha saputo che la forza britannica non si opporrà alle navi italiane, da lì si passa, le navi italiane, passeranno dal canale di Suez, se gli inglesi vogliono bloccare le operazioni gli inglesi non faranno nulla di tutto questo, sullo sfondo c’è il signor Hitler che è molto più preoccupante, l’Italia aggredisce l’Etiopia, gli inglesi che non hanno mosso un dito, l’Italia vuole dimostrare di essere una grande potenza, la resistenza etiopica viene sconfitta.

La società delle nazioni si supera, impone le sanzioni all’Italia, la società delle nazioni condanna l’azione italiana, fa quello che non ha fatto con il Giappone in Manciuria. Mussolini non ammette la sconfitta, Mussolini va a comprare il carbone e l’acciaio dalla Germania e dagli USA perché sono fuori dalla società delle nazioni, l’Italia fascista dà l’impressione di essere più forte della società delle nazioni, è inutile perché non serve neanche quando funziona. La situazione de facto è che l’Etiopia non esiste più, Vittorio Emanuele terzo diviene imperatore d’Abissinia, che sembra diventata una grande potenza, è il momento di maggiore forza, oltre il fatto che l’occupazione dell’Europa non sposta i rapporti in Europa, è più un fattore di prestigio è un contributo alla destabilizzazione delle relazioni internazionali, avvicinamento di Mussolini ad Hitler, siamo a metà degli anni 30, in questi anni la Germania non è una grande potenza militare, la guerra civile spagnola, quanto.

La questione spagnola radicalizza tutta l’Europa, solo che mentre i soggetti che sono solidali con le forze progressiste partecipano individualmente, franco ha un appoggio sistematico da parte di Germania e Italia, grandi intellettuali del tempo Hemingway prende apertamente la difesa del fronte popolare sul piano dialettico è molto importante, c’è l’appoggio militare da parte dell’URSS di Stalin, nulla a che fare con quello che fanno Germania e Italia, in questa fase ha al governo un fronte, l’aviazione italiana si mette al servizio di franco, sono gli aerei italiani che portano i soldati di franco in spagna.

Göring, il ministro dell’aviazione tedesca, ha la possibilità di sperimentare tutti gli sviluppi dell’aeronautica nazista, la lutwaffe. Da una parte ci sono i democratici e dall’altro ci sono Hitler mussolini e franco una polarizzazione che contribuisce ad avvicinare Mussolini ad Hitler.

Nel 36 Hitler propone all’Austria un accordo, gli austriaci chiedono un parere a Mussolini, Mussolini sta cambiando idea in senso più favorevole all’Anschluss, i tempi non sono tuttavia ancora maturi, in Germania, Ciano ha sposato la figlia di mussolini, un fascista sui generis, molto ambizioso e molto carrierista che Ciano tratto con Hitler, i tedeschi sono fortemente interessati ad un’alleanza con l’Italia, l’Italia è ben disposta nei confronti della Germania,

1936 nasce l’asse Roma Berlino, non è un’alleanza, è un’intesa, non è il patto d’acciaio, l’asse Roma Berlino siamo contro le potenze demo plutocratiche, consegna un documento segreto inglese in cui si parla del pericolo tedesco, si considera Hitler una minaccia per l’ordine, l’asse Roma Berlino è un’affinità ideologica, l’alleanza non è ancora matura, a questo punto.

Siamo in una situazione pericolosissima, una variabile diplomatica interessante è il doppio gioco mussoliniano formalmente no è ancora in nessuna alleanza e non può collocarsi né a fianco della Germania né a fianco della Francia e Inghilterra, sino allo scoppio della seconda guerra mondiale Mussolini avrà un ruolo ambiguo, non voleva perdere la capacità di essere il mediatore tra le potenze diplomatiche e la Germania. Questo doppio ruolo che tende nel complesso a fare di Mussolini il mediatore europeo, si è manifestato in due tentativi entrambi fallimentari Stresa e Patto a 4, lo spazio riservato a Mussolini per questa mediazione si fa sempre più stretto, si troverà in un collo di bottiglia e dovrà decidere da che parte stare.

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Ciano si reca in Germania ha il primo contatto di alto livello,

l’incontro del 24 ottobre 1936 vede la nascita dell’asse Roma Berlino,

a partire dall’anticomunismo ma anche l’avversione per le potenze democratiche e occidentale che controllano gran parte delle risorse economiche, lo dice lo stesso mussolini, è solo la constatazione dell’esistenza di un certo feeling, vediamola così da ora in poi, l’Italia subisce questa forza di gravità, la Germania ha fatto una sola cosa, ha sostenuto l’Italia consentendole di aggirare le sanzioni, ed è stato il primo stato ad aver riconosciuto l’impero Italiano, questo è un punto importante ma subito dopo pass una mese.

L’Italia decide di aderire al patto anti comnitern nel novembre del ‘37

Quella organizzazione direttamente emanata da Mosca che vuole promuovere la causa rivoluzionaria in tutto il mondo, l’internazionale comunista, la propaganda internazionale del comunismo viene attenuata, ad ogni modo Germania e Giappone hanno dato vita a questo patto in funzione anti nazionale e comunista, questo è il patto anti comnitern. C’è una clausola in cui i paesi si impegnano a non fare accordi separati con la stessa unione sovietica, se si è disposti a fare accordi con l’Urss ma è una clausola segreta, inizialmente Mussolini non aderisce sta portando avanti un programma del rafforzamento dei rapporti commerciali con l’Unione Sovietica, ma successivamente decide di aderire, perché teme di rimanere isolato rispetto a questo nucleo di una possibile futura alleanza, Mussolini entra nel patto anti compiterà, una volta avvenuto questo si disimpegna nei confronti della questione Anschluss.

Mussolini si disimpegna circa le sorti dell’Austria, Galeazzo Ciano, nel suo diario dice che l’Austria è un malato moribondo, ma ci interesse avere rapporti con l’erede, ci sono tutti i presupposti affinché Hitler possa realizzare l’Anschluss, peraltro quando l’Italia aderisce al patto viene messa al corrente di questa clausola che la vincola a non stipulare accordi con la Russia, in questo percorso di nascita nessuno si fida di nessuno, si tradiranno molte volte, tuttavia questa è una fase in cui l’Italia è molto interessata a mantenere aperto il canale diplomatico con l’Inghilterra, ci sono degli accordi bilaterali con l’Inghilterra, nella Pasqua del 38 Mussolini fa con gli inglesi quello che ha fatto con i tedeschi nel patto e ha riscontrato che anche con l'’Inghilterra ci sono molti interessi in comuni entrambi hanno interessi a mantenere lo stato esistente nel mediterraneo, l’aviazione italiana si è insediata nelle isole Baleari, gli inglesi chiedono se gli italiani si vogliono perdere le Baleari. L’altra grande questione, l’Italia vuole che l’Inghilterra riconosca l’impero.

L’Anschluss si realizza nel 38

Siamo nel dicembre del 37 contribuisce ad avvicinare l’Italia, quando nel marzo del 38 Hitler decide di realizzare l’Anschluss, l’Italia non è più nemmeno una potenza nella società delle nazioni, però prendersi l’Austria è un passo molto importante quali sono i progetti di Hitler.

La Germania ha due obiettivi che vorrebbe realizzare senza causare lo scoppio di una guerra europea, quindi gli obiettivi sono due, l’Anschluss e prendere un altro stato che gli dà particolarmente fastidio. La Cecoslovacchia è uno stato da una forma strana, in Cecoslovacchia vive una forte minoranza tedesca come conseguenza della pace ed è stato voluto come stato multietnico.

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I tedeschi hanno una preparazione molto più scrupolosa, con la propaganda filo nazista in Austria, dispongono di una notevole vastità di mezzi, trovano terreno fertile, su questo gli storici sono abbastanza concordi, gli austriaci sono favorevoli all’Anschluss anche dopo la prima guerra mondiale, chiaramente la propaganda filo nazista ha effetto, sono solamente i vertici delle istituzioni che tentano un’ultima resistenza, quando il presidente austriaco si fa venire in mente un’idea pericolosissima, perché non fare un bel referendum che legittimerebbe qualunque tipo di sviluppo.

Mussolini gioca ormai su tutti i tavoli possibili è una fase che si fa fatica a capire.

Documento diplomatico, protocollo Hossbach, l’elenco delle priorità strategiche che Hitler individua nel corso di una riunione con i vertici delle forze armate, lui sta lì a prendere appunti, che è noto come protocollo Hossbach, inizialmente Hitler aveva previsto di liquidare la Cecoslovacchia a seguito del cambio di atteggiamento Hitler decide di cambiare l’ordine delle priorità quando Hitler annuncia ai suoi collaboratori che vuole fare queste cose, i gerarchi sollevano qualche problema. Ubercommando, Hitler non è solo il capo della Germania, Hitler da Berlino dà gli ordini, in questo modo è un responsabile unico sia politicamente che militarmente.

L’idea non piace affatto ad Hitler, non si sa mai, questo referendum non è gradito e induce Hitler ad accelerare i preparativi quindi la pressione diviene talmente forte che il sig. Miclas è costretto a cedere e mentre Hitler fa il suo ingresso trionfale due leggi una di quel che restava del parlamento tedesco e uno del parlamento austriaco sanciscono l’Anschluss. Quindi Hitler ha ottenuto il suo grande successo senza colpo ferire le grandi cancellerie europee sostengono di non doversi preoccupare.

37 l’Italia ha abbandonato la Società delle Nazioni perché non vuole essere da meno della Germania e del Giappone (che hanno abbandonato la SDN nel 33), nel momento in cui ha annesso l’Etiopia si può permettere di ignorare la Società delle Nazioni.

Mussolini non è tanto impressionato dal fatto che l’Anschluss andasse a buon fine, quello che lo colpisce è che nel momento decisivo l’Italia non sia tenuta minimamente in considerazione anche per una questione di rispetto si sarebbe aspettato un avvertimento, l’Italia viene posta di fronte al fatto compiuto, uno degli innumerevoli sgarbi.

Hitler percepisce la debolezza dell’Italia, ora quel rapporto si è invertito, a questo punto si può già dire che l’ordine di Versailles è stato liquidato, l’Italia si trova a confinare con una grande potenza, colui che ha realizzato l’impero riporta le condizioni di sicurezza italiana in condizioni peggiori, confina con una grande Germania che è una potenza aggressiva nel contesto europeo, una situazione pericolosa che vede assottigliarsi il suo margine di autonomia diplomatica, l’altra mossa che Hitler che egli si accinge a fare è l’acquisizione della Cecoslovacchia, era stata una costruzione positiva della pace dopo la seconda guerra mondiale, avevano dato vita ad uno stato in un contesto multietnico, se c’era un paese che rappresentava questa visione. Qual è il pretesto, la rivendicazione? I Sudeti non sono una popolazione, sono una regione montuosa, i Sudeti sono una regione popolata da una forte comunità tedesca, è una palese sfida al vecchio ordine di Versailles, i tedeschi che vivono nella regione dei sudeti vengono mobilitati per entrare a far parte dello stato tedesco la Cecoslovacchia non è abbandonata a se stessa, accordi a metà degli anni 30 Ceco sovietici, come membro della piccola intesa, Cecoslovacchia Romania e Iugoslavia, sono fedeli alla Francia, creati per contenere la Germania, non è facile quello che Hitler vuole realizzare, Francia e unione sovietica dovrebbero opporsi alle rivendicazioni di Hitler sui Sudeti, appeasement è la parola con la quale gli storici spiegano lo stato d’animo prevalente in Europa a mano a mano che Hitler si espande in Europa, si cercò di rabbonire Hitler, non si oppose una linea intransigente di opposizione troviamo un compromesso

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una coesistenza, l’appeasement nasce dall’Inghilterra, Chamberlain, Neville Chamberlain, è un signore che pensa che i principi etici possano avere un valore, non è così sprovveduto non è così idealista, ancora una volta mentre Hitler chiede i Sudeti parla di pace, datemi l’Austria e sarà la pace, datemi i sudeti e sarà la pace, l’appeasement ha una base etica, è l’atteggiamento della Francia.

Per l’Inghilterra oltre una base etica c’è una base di profonda debolezza quella di un paese che non ha nessuna capacità di intervento militare, l’Inghilterra è un’isola non ha un esercito numeroso sempre pronto al combattimento che confinano con altre potenza ha bisogno di avere una flotta non un esercito se scoppia la guerra non c’è un esercito consapevolezza di non essere in grado di opporsi ad Hitler, l’opinione pubblica è orientata in senso fortemente pacifista, la maggioranza dell’opinione pubblica è favorevole alla pace, agli inglesi non interessa, che cosa avrebbe dovuto fare Chamberlain, elabora una politica estera di appeasement, di concessioni ad Hitler nel tentativo di evitare la guerra, il momento culminante della politica di appeasmente è la concessione dei sudeti, in questa crisi l’interlocutore è Chamberlain, a quel tempo non era così frequente visitare in pochi giorni un leader politico. Che fa avanti e indietro da Berlino.

Conferenza di Monaco nel settembre del 38, Mussolini lancia l’idea perché non facciamo una conferenza internazionale, io avrò il ruolo di quello che fa l’arbitro super partes, la conferenza di Monaco è il culmine della politica di Appeasement, il momento di massima concessione, Mussolini che fungerà da arbitro, Daladier e Chamberlain.

La posizione Francese è una posizione ferma, se vuoi i sudeti non facciamo la guerra, Hitler si aspetta che Mussolini stia dalla parte della Germania, ma Mussolini fa veramente l’arbitro super partes, mi sembra una cosa ragionevole, Hitler si sente messo in minoranza ed è suo malgrado costretto ad accettare solo i Sudeti. Culmine dell’appeasement attribuisce alla Germania solamente la regione dei Sudeti.

Non c’è né un rappresentante della Cecoslovacchia né dell’Urss, era una politica oltre che intrinsecamente debole anche non inclusiva. La Cecoslovacchia accetta salvo il fatto di avere le garanzie che Hitler non chiederà altro, dopo la conferenza di Monaco Hitler continua con la sua litania e se vogliamo la pace bisogna affrontate anche un alto grosso problema, la Slovacchia vuole l’indipendenza dalla Repubblica Ceca.

Si vede tutto il bluff della politica di appeasement, attenzione avevamo detto i Sudeti e basta, ma Hitler interviene in Cecoslovacchia interviene contro la Boemia e la Moravia ritenute responsabili di non rispettare i diritti degli slovacchi e mentre impone una sorta di protettorato che finiscono sotto l’influenza del Reich, la Slovacchia beneficerà di una parvenza di autonomia, siamo nel marzo 39 Hitler ha già liquidato due stati cuscinetto, sta dilagando quella politica di appeasement. Fallisce la politica di appeasement.

Quando un fascista ha un amico marcia con lui fino in fondo.

La questione di Danzica sia dal punto di vista storico culturale era a tutti gli effetti una città tedesca e la rinascita della Polonia, era stato creato un corridoio polacco e confluiva in Danzica città autonoma, sempre per la nota riunificazione, polacchi mantengono una politica volta a non vincolarsi né all’una né all’altra potenza, non c’è solo la questione di Danzica, la linea di sviluppo va dalla Polonia all’Unione Sovietica, i polacchi non vogliono abbandonare la loro politica di indipendenza dall’Unione sovietica, Von Ribbentropp, uno dei più ferventi nazisti e straordinariamente devoto ad Hitler, l’ambasciatore polacco Lipski e ministro Bek, non vogliono cede su Danzica, quando tutti in Europa, il ripensamento lo fanno gli inglesi, Chamberlain riconosce che l’appeasement è stato un abbaglio. Chamberlain riconosce che bisogna cambiare politica estera.

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Chamberlain fa un invito solenne a difendere l’integrità della Polonia,

31 marzo 1939

impegno anglo francese a difesa della Polonia, se attacca la Polonia si troverà davanti la GB e la FR, la dichiarazione capisce che non sarà più possibile avere delle acquisizioni territoriali senza colpo ferire, siamo ad un passo dallo scoppio della seconda guerra mondiale.

Patto d’acciaio, 22 maggio 39 pochi mesi prima che scoppi la guerra, Italia e Germania firmano l’alleanza, non erano legati da un vincolo di alleanza, ci dice che questa alleanza non è un colpo di fulmine, ma un innamoramento molto travagliato, forse c’è qualcosa che non funziona benissimo.

Patto d’acciaio, la Germania sta insistendo per un’alleanza, l’Italia prende tempo perché mussolini sa che sarebbe di secondo piano nell’alleanza, sa perfettamente che l’Italia è militarmente inferiore alla Germania.

Non è una scelta facile per l’Italia schierassi definitivamente da un personaggio come Hitler, d’altra parte è ancora più improbabile che l’Italia possa trovare una grande intesa con l’Inghilterra e francia ma se si parla di questioni europee, l’Italia ha ancora delle rivendicazioni la propaganda fascista solleva questioni come Nizza, Savoia la Tunisia.

C’è chi considera mussolini un bandito, qualcuno dice al foreing office, trattiamo con Hitler, più di tanto mussolini dagli inglesi non può ottenere, si convince che l’unico modo è legarsi al carro tedesco, ma è una scelta molto sofferta perché Mussolini teme di diventare succube di Hitler soffre la schiacciante supremazia militare tedesca, è un’alleanza impari, Mussolini lo sa perfettamente ma allo stesso tempo pensa che alleandosi con una personalità così pericolosa come Hitler la Francia possa essere più disposta a stare ad ascoltare le rivendicazioni. Non senza costi, il costo è la rottura delle storiche alleanze che l’Italia aveva dai tempi liberali crediamo forse che Hitler che è già alla esta.

Mussolini la guerra non la vuole ancora per qualche anno, il medesimo trattato di alleanza serve a due scopi che sono incompatibili, accelerare la guerra per Hitler e non farla per Mussolini, l’Italia per qualche anno non volevano la guerra, Mussolini decide di mandare in Germania Ciano e gli dà l’incarico di firmare l’alleanza, non ci sono delle istruzioni molto precise che Mussolini dà a Ciano, l’idea è che l’alleanza debba servire a far paura ai francesi, l’articolo 2 è quello che dà soddisfazione all’Italia, i due paesi contraenti si impegnano a consultarsi in caso di crisi, mi sembra quasi scontato, è la premessa di qualsiasi trattato di alleanza, so che in questo modo posso imbrigliare la voglia di guerra di Hitler, è una clamorosa illusione

L’articolo 3 dice che in caso di complicazioni belliche i due paesi si metteranno l’uno a fiano quell’altro, nessuno sa cosa significano le complicazioni belliche, il casus foederis non è molto chiaro, i trattati di alleanza sono tutti trattati implicitamente difensivi, qui si parla di complicazioni belliche, la guerra può essere scatenata e non solo subita, la intende e la vuole ma l’Italia voleva un altro tipo di alleanza è una formula volutamente ambigua e fissata dai tedeschi anche nel caso in cui la guerra venga vinta dalla Germania, nonostante tutte le cautele italiane, l’italiani hanno pur sempre l’articolo 2, quando Ciano rientra dopo aver firmato il patto, in caso di crisi ci saranno delle consultazioni.

Articolo 5, non c’è trattato di alleanza che non preveda questa clausola, esclusione di paci separate, Hitler è soddisfatto, Mussolini è molto perplesso. Ciano è stato superficiale nell’apporre la firma, con questa formula aggressiva farà più effetto sui francesi, siccome stiamo parlando dell’Italia e arriva il documento di rettifica che ci ricorda un precedente.

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Memoriale Cavallero, per ora non parliamo di guerra, quando questo documento arriva nelle mani di Von Ribbentropp, salvo quella di screditare l’Italia ad Hitler non interessa che l’Italia sia pronta, è irrilevante, Hitler dovrà rammaricarsi, perché l’Italia sarà una palla al piede nelle conduzioni della guerra.

Ha delle grandissime contraddizioni e mina questo rapporto considerato la brutale alleanza, c’erano anche delle profonde divergenze che anche in questo caso contribuisce allo scoppio della guerra sono le ultimissime trattative che vengono fatte e che hanno come sede mosca.

siamo alla vigilia dello scoppio della seconda guerra mondiale a Mosca diventa la capitale delle diplomazia europea, Hitler sta lasciando i suoi ultimatum alla Polonia, siamo ad un passo dalla guerra ecco che improvvisamente diviene prezioso recuperare una forma di collaborazione contro la Germania, è stato uno dei primi a denunciare i pericoli denunciati da Hitler.

Le trattative tra Gran Bretagna e Urss si riveleranno fallimentari per una serie di motivi, francesi e inglesi non sono disposti a riconoscere a Stalin alcun vantaggio sul baltico, l’armata sovietica per intervenite in Europa contro la Germania deve attraversare il territorio polacco o rumeno, questi paesi non si fidano di Stalin. Inghilterra e Francia hanno una diffidenza verso l’Unione Sovietica, non sia mai che l’esercito sovietico decida di rimanerci, persino i polacchi, Stalin non può mandare soccorso contro la Germania, il fatto che inglesi e francesi non riescono a superare il pregiudizio politico e ideologico, che è qualcosa di altro rispetto a loro fanno fatica a trattare con Stalin.

Hitler scende in campo, ha una proposta formidabile per Stalin, manda ribbentropp a Mosca, Stalin è molto incuriosito, fino ad un attimo prima si disprezzavano a vicenda, si propone un accordo bilaterale di non aggressione, il

patto Molotov-Ribbentropp, del 23 agosto del 1939, pochissimi giorni prima che scoppiasse la guerra.

Ma non è tutto, l’elemento che è decisivo nel far propendere Stalin è la parte segreta della proposta che è il pactum cleris, la proposta di spartizione della Polonia e dei Paesi Baltici, Stalin e Hitler parlano la stessa lingua, una lingua predatoria. Se non inizia la guerra Germania e URSS non possono spartirsi la polonia, Molotov è preso per l’occasione lo nomina per l’occasione ministro degli esteri e l’accordo è fatto, 23 agosto 1939, è la data in cui si stabilisce che scoppia la guerra, se non scoppia il bottino non viene spartito.

C’è un tentativo eroico della cavalleria polacca, il grande alleato della Germania Nazista, l’Italia dichiara la non belligeranza, che è un’altra formula ambigua. La non belligeranza è completamente diversa dalla neutralità, il famoso articolo 3 del patto di acciaio, non si distingue tra guerra difensiva e guerra offensiva.

Sente la necessità di non entrare subito in guerra, il famoso memoriale Cavallero, gli italiani spiegano che non vogliono fare la guerra perché non sono preparati, da Ciano ministro degli esteri, si dice che noi per entrare in guerra abbiamo bisogno di un’enorme quantità di guerra, l’Italia chiede degli aiuti impressionanti.

Questo documento è la lista del molidbeno, molidbeno è un metallo con cui si fabbricano molte armi e munizioni tutto quello che l’Italia chiede ai tedeschi, c’è la volontà precisa del regime fascista di non entrare

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in guerra e come pretesto si usa questa sproporzionata quantità di rifornimenti, non a caso Mussolini proclama la non belligeranza, anche nel caso di guerra il corpo diplomatico è un corpo scelto che ha una cera autonomia, si è formato durante l’epoca liberale, il signor Attolico ambasciatore a Berlino, perché non denunciamo il patto? Ci sono tutti i presupposti per rompere subito il patto d’acciaio, ovviamente nessuno se la sente di rompere il patto di acciaio, sempre nella precaria condizione di fare una guerra la storia va a finire che il signor Attolico la pagherà, viene sostituito dal molto più filo tedesco alfieri, e Attolico va a ricoprire un incarico presso la santa sede, si può essere diplomatici e essere indipendenti anche in un regime autoritario.

Lo scoppio della guerra pone dei grossi problemi all’Italia, la non belligeranza che per Mussolini è un prendere tempo, quello che Attolico propone è che non sia mai che gli italiani cambino nuovamente idea. Gli Stati Uniti sono fuori dalla guerra in questa fase che riguarda la Germania come aggressore, Polonia come aggredito, FR e GB che hanno assunto l’impegno a difendere la Polonia. Gli USA mandano degli emissari per fare in modo che l’Italia resti fuori dalla guerra, il rappresentante del presidente Taylor va presso la santa sede e l’obiettivo è quello di tenere l’Italia fuori dalla guerra, va in Vaticano, perché confida nella mediazione di Pio XII, che assume una posizione che di assoluta ostilità nei confronti della guerra e di imparzialità ma non di neutralità, oltre la generica condanna della guerra Pio XII non è né cieco né sordo e capisce bene che la Germania è una minaccia per tutti e non si può mettere l Germania sul piano delle altre potenze, la chiesa si sente particolarmente coinvolta, la Polonia è uno dei paesi più cattolici, l’aspirazione è quella di difendere il clero polacco, Hitler dice che il clero polacco può essere rispettato a patto che la Polonia non esista più.

Da un lato si apre la prospettiva terribile delle persecuzioni ai danni dei preti cattolici polacchi e che la guerra continuerà, la posizione del Papa in generale, è ovvio che apprezzi che l’Italia sia non belligerante, Mussolini e Pio XII sembrano entrambi condividere la volontà di evitare un allargamento della guerra, propone ad Hitler di interrompere la guerra. Hitler non prende neanche in considerazione il messaggio del signor Taylor mandato da Roosevelt è di far sapere agli italiani che devono stare fuori dalla guerra, nel caso in cui l’Italia entrasse in guerra l’Italia verrà trattata da paese nemico, ci sono vari tentativi inglesi e francesi di tenere l’Italia fuori dalla guerra. Verso metà settembre entrano in campo i sovietici che si prendono la propria parte dei paesi baltici e della Polonia è chiaro che a questo punto il miglior alleato di Hitler è Stalin.

Il fatto che venga applicato il patto Ribbentropp Molotov con la spartizione, la spartizione delle sfere di influenza che cosa ci dice sul piano strategico questa linea ci dice che scomparsa la Polonia si fissa il confine tra Germania e URSS, se questi paesi si manterranno alleati, il fatto che le due massime potenze occidentali vengano a contatto e nella storia si è sempre cercato di evitare. Caduta la polonia Hitler sembra tirare i remi in barca, la Polonia è andata a questo punto cari signori inglesi e francesi, la guerra può anche finire se accettate che la guerra sia finita, inizia quella fase molto strana chiamata drole de guerre, è una fase molto diplomatica, ci si domanda se occorre cedere a Hitler o opporsi, è un dibattito molto lacerante, il governo di Chamberlain, ci sono all’interno della GB anche all’interno del mondo cultural Shaw, ci sono delle personalità che dicono con una punta di egoismo, che cosa ci importa, siamo noi in grado di fare qualcosa per salvare la Polonia, questo dibattito angoscioso che anche in Inghilterra, non si può darla vinta ad Hitler, non accettiamo che la Polonia sia cancellata dalla cartina geografica che questa volta si orienta verso l’area nordica, i paesi scandinavi.

Una delle conseguenze di questa campagna in Regno Unito finisce la stagione di Chamberlain, inizia l’era di Churchill che già in passato aveva criticato la posizione di Chamberlain, la Gran Bretagna non ha un esercito forte, lo vediamo quando in occasione della formidabile offensiva verso occidente, Olanda, Belgio e Francia, primavera-estate 1940, Dunkirk sembra essere la fine di tutte le speranze, il contingente britannico viene

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buttato a mare dai tedeschi, spingono gli inglesi verso la costa inducendoli a tornare verso la costa, viene spontaneo chiedersi cosa sia successo alla Francia?

È successo che la crisi politiche che colpisce la Francia ha delle conseguenze sulla sua tenuta militare hanno optato per una guerra di tipo altro rispetto a quella della prima, si affidano ad uno strumento della linea Maginot, che è uno strumento avanzato, fortificazione semoventi che secondo i suoi creatori avrebbe dovuto arrestare qualsiasi, sembrava una soluzione tecnologicamente avanzata, ma chi l’aveva realizzato non si rendeva conto degli sviluppi dell’industria bellica tedesca.

Il problema è che confidando nella tenuta della linea Maginot, superare la linea Maginot significa avere la linea spianata verso Parigi, è un crollo tragico da parte di quella che è una delle grandi potenze, siamo nella primavera del 40. Hitler va a fare il turista a Parigi con pochi francesi affranti e umiliati, la questione che Mussolini si pone è?

L’Italia arrivato questo punto si chiede:

Resto fuori dalla guerra e perdo tutti i miei possibili vantaggi? Oppure entro a costo zero perché ormai la Francia è occupata se entro adesso posso sedermi al tavolo dei vincitori, questa considerazione molto cinica il

10 giugno l’Italia dichiara guerra a Francia e la Gran Bretagna,

ci sono dei gerarchi fascisti che implorano a Mussolini di non commettere questo errore, la guerra sta per finire.

L’altra idea è che tipo di guerra si propone di far Mussolini, Mussolini non si propone di entrare al fianco di Hitler, si propone di fare una guerra Italiana, secondo la formula della guerra parallela. La guerra parallela è quasi una guerra in antagonismo con le guerre tedesche, pensa che inglesi e francesi capiranno, capiranno che in fondo l’Italia vuol fare una guerra di mantenimento e contenimento, passano poche ore dalla dichiarazione e l’aviazione inglese bombarda alcune delle principali città del nord Italia, se fino a giugno gli inglesi hanno tollerati ambiguità, non ci sarà alcuna benevolenza. Nel giugno del ‘40 tutto il mondo si pensava che la guerra fosse finto. Ma l’illusione più grande di Mussolini era quella che gli inglesi non avrebbero avuto motivo di attaccare l’Italia, ma Mussolini si sbagliava. La prima operazione dei soldati italiani è quella di varcare il confine francese. La Francia cade e Mussolini si aspetta che ci sia un accordo in cui Italia e Germania siedano dalla parte dei vincitori, Hitler dice no, non si farà un armistizio, ma se ne faranno due, una decisione che la dice lunga sulla scarsa considerazione che la Germania aveva dell’Italia come partner militare. La Germania prende la parte nord della Francia, e Petain e Laval e chef formalmente è la Francia autonoma ma in realtà è un regime collaborazionista, tiene le colonie francesi e ha in controllo parte della flotta, questo è quello che stabilisce l’armistizio che Hitler impone ai francesi, nel minimo armistizio è tutto quello che l’Italia riesce ad ottenere è che i soldati francesi si allontanano dal confine, la smilitarizzazione, noi non siamo stati sconfitti dall’Italia e Hitler non ha interesse a piegare la volontà francese la Francia è sconfitta e umiliata ma può essere utile se collabora con la Germania, il sospetto è dopo essere stato degradato ad alleato di secondo piano ha il sospetto di essere un alleato di terzo piano, è una situazione mortificante.

Sembra essere una formalità piegare la GB, Hitler vuole conquistare l’isola, l’operazione alla quale si lavora nel 40, l’unico paese per il quale provava un rispetto anche razziale, meritano il nostro rispetto, sono talmente stupidi di aver già perso la guerra senza nemmeno combattere. Gli inglesi non sono stupidi ma

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sono tenaci, non si arrendono, Churchill è diventato premier sulla base di questo messaggio, la campagna militare che prende nome di campagna di Inghilterra sarà il primo intoppo di Hitler, perché nonostante alcune città inglesi vengano rase al suolo, nonostante questa enorme pressione, è una guerra che ha motivazioni psicologiche a Hitler non interessa l’Inghilterra, vuole che gli inglesi cessino di resistere, Hitler guida una campagna che ha influenze psicologiche e morale, va ad imbattersi nel popolo più orgogliosi e tenace.

C’è una fase la frustrazione di Mussolini di non poter entrare in guerra che prevale sul timore della guerra perché pensa che Hitler non possa vincere. Ci sono le pressioni tedesche, che cosa fare o avete intenzione di fare, si teme che l’alleanza possa essere rotta, l’Italia fa il proprio dovere, Mussolini sa perfettamente che il rischio di un non intervento, mussolini teme Hitler, il margine di autonomia dell’Italia è ridottissimo anche perché se avesse deciso per una neutralità, nessuno avrebbe potuto dare delle garanzie militari all’Italia contro una ritorsione tedesca. Il margine di autonomia di Mussolini è quasi inesistente, in un certo senso i nodi vengono al pettine.

L’Inghilterra non si limita a resistere, senza un’alternativa sarebbe arrivato il momento di cedere, Churchill chiede disperatamente, che tipo di aiuto può chiedere gli usa in questa fase non sono una potenza militare e non sono pronti ad entrare in guerra, Roosevelt. Non è facile convincere gli americani a concedere aiuti, Roosevelt ha combattuto una battaglia contro le leggi di neutralità, approvate dal senato perché si ritiene che l’ingresso nella prima guerra mondiale sia stato un errore e si pensa che ci sia stata un’influenza della lobby di armi, si discute dell’influenza, vincolano l’autonomia del presidente in politica estera al senato, non è che se aiutiamo gli inglesi ci ritroviamo anche noi in guerra con la Germania.

Un momento di svolta, il rapporto anglo americano, è importante

l’agosto del 41 Carta Atlantica,

Primo, i loro paesi non cercano nessun ingrandimento, territoriale o d'altro genere; Secondo, essi desiderano che non si verifichi alcun cambiamento territoriale che non sia conforme ai

voti liberamente espressi dai popoli interessati;

Terzo, rispettano il diritto di tutti i popoli di scegliersi la forma di governo sotto cui desiderano vivere;

Quarto, si sforzeranno, pur nel rispetto degli obblighi esistenti, di favorire per tutti gli Stati, grandi o piccoli, vincitori o vinti, l'accesso, in condizioni di uguaglianza, al commercio e alle materie prime del mondo che sono necessarie per la loro prosperità economica;

Quinto, desiderano realizzare la più completa collaborazione fra tutte le nazioni nel campo economico, al fine di assicurare, per tutti, un miglioramento delle condizioni di lavoro, il progresso economico e la sicurezza sociale;

Sesto, dopo la definitiva distruzione della tirannia nazista, essi sperano che si stabilisca una pace che fornirà a tutte le nazioni i mezzi di mantenersi in sicurezza entro le proprie frontiere e che darà l'assicurazione che tutti gli uomini, tutti i paesi, potranno vivere liberati dal timore e dal bisogno;

Settimo, una simile pace dovrà permettere a tutti gli uomini di attraversare senza timori i mari e gli oceani;

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Ottavo, essi credono che, sia per ragioni pratiche che spirituali, tutte le nazioni del mondo debbano arrivare a rinunciare all'impiego della forza. Dato che nessuna pace futura potrà essere mantenuta se gli armamenti terrestri, navali o aerei continuano ad essere utilizzati da parte delle nazioni che minacciano, o possono minacciare, con aggressioni al di fuori delle loro frontiere, essi ritengono che, in attesa dello stabilimento di un sistema di sicurezza generale più ampio e permanente, il disarmo di tali nazioni sia essenziale. Favoriranno ed incoraggeranno ugualmente tutte le altre misure pratiche tendenti ad alleggerire, per i popoli pacifici, il gravoso fardello degli armamenti.

Si incontrano nei pressi dell’isola di Terranova, Churchill e Roosevelt scrivono la, la carta atlantica è un documento molto importante perché non è solo il tassello della futura alleanza anglo-americana, ma anche un tentativo di introdurre dei principi di pace, ricordano vagamente i 14 punti di Wilson, se la carta.

Si parla di libertà dal bisogno economico, a Wilson non interessava se i popoli fossero ricchi o poveri, Wilson non metteva il becco in questioni economiche, Roosevelt comincia a capire che la pace per essere solida deve avere basi di equità sociale, un aspetto importante della carta atlantica è l’attenzione per la lotta contro il bisogno materiale dei popoli è una dichiarazione congiunta di bei principi da seguire.

Per il momento non è altro, visto che i rapporti tra questi due leader alla fine si riesce ad instaurare una sorta di collaborazione, la legge affitti e prestiti, gli usa s prestano aiuti materiali alla gb che sopravvive contro la Germania, è un compromesso tra la volontà di Roosevelt e i vincoli che le leggi di neutralità. Vincolano questi due paesi, queste sono le due condizioni che con la legge affitti e prestiti gli usa iniziano ad avvicinarsi alla guerra si schierano apertamente con l’unico nemico della Germania, sono ancora molto lontani, all’americano mediano sono ancora molto lontani.

Roosevelt comincia a mettere nella testa dell’opinione pubblica americana, che un’Europa totalmente dominata dalla Germania è pericolosa per gli USA.

Dopo aver aggredito la Francia l’Italia pensa ad una campagna militare autonoma per mettere in pratica il concetto della guerra parallela, nei Balcani, ,a Grecia che era un paese tradizionalmente legato alla politica estera inglese e antagonista, ha sfruttato lo scoppio della guerra nel 39 per occupare definitivamente l’Albania, ma l’Albania è poca cosa, non garantisce la supremazia italiana,

Quando Mussolini comincia a balenare l’idea di occupare la Grecia, gli ufficiali gli fanno presente che non è il caso, Badoglio, molto più fedele al re che al fascismo, la campagna di Grecia si presenta più difficile di quanto possa sembrare e la stagione non è la più propizia.

La campagna in Grecia inizia il 28 ottobre del 40. Pensa che la potenza fascista possa avere la meglio che si risolve quasi subito in un clamoroso insuccesso, tanto che la controffensiva delle forze greche mette in discussione l’occupazione italiana dell’Albania militarmente.

L’Italia non è in grado id fare alcunché Hitler aveva sconsigliato Mussolini di intraprendere questa campagna, Hitler sui Balcani ha un’altra prospettiva, non vuole scatenare la guerra, ha già un obiettivo ancora più ad est, Hitler scrive una lettera riservata a Mussolini, da questo momento in poi sarà bene non intraprendere iniziative e rispettare le indicazioni generali di guerra, il fallimento della Grecia trasforma l’Italia ad uno stato militarmente subordinato alla Germania per le decisioni strategiche, anni prima Hitler era stato un suo allievo. Era anche la dimostrazione che l’Italia questa guerra non doveva farla, Hitler si appresta ad una nuova grande iniziativa.

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Hitler inizia ad avere una certa urgenza di arrivare a vincere la guerra, manca il successo risolutivo, siccome la GB non si è piegata, torna a rivolgere il proprio sguardo ad est. C’è un passaggio diplomatico cruciale , rottura dell’alleanza tra Germania e Unione sovietica, nel settembre del 40 quando ormai tutto quello che c’è dalla linea nero fino alla Francia, incluso i paesi, Romania e Ungheria.

Con il patto tripartito, l’Urss capisce che l’alleanza con la Germania è finita. Hitler lancia l’iniziativa diplomatica chiamato Patto tripartito, la guerra sta andando bene bisogna fare un po’ di ordine, i tre alleati sono la Germania l’Italia e il Giappone, non è entrato a far parte del patto d’acciaio, è un paese schierato dalla parte della Germania. L’idea di Hitler è quella di stabilire delle aree di influenza mondiale, Germania l’Europa continentale, all’Italia il mediterraneo, al Giappone l’asia, c’è il tentativo di includere l’URSS e Franco, forse proprio perché era modesto aveva un certo buon senso resiste alle pressioni di Hitler e mussolini, e decide di non entrare in guerra, è un paese troppo arretrato, fallisce il tentativo di avere Franco attivo a fianco di fradicia e Italia, Hitler vuole coinvolgere Stalin, nel 40.

Sono rapporti ottimi vuole ascoltare, dice all’Urss che non c’è posto in Europa per la Russia, Stalin non può accettare di essere estromesso dalle questioni europee, che sono questioni da cui dipende la sicurezza dell’URSS, porta al raffreddamento dei rapporti, è una trappola, il raffreddamento dei rapporto tra Hitler e Stalin e il fallimento della campagna di Inghilterra dalla quale dipendere l’esito ultimo della WWII la Cosiddetta Barbarossa, intervento tedesco in Iugoslavia e Grecia, nella prima per spartire la regione tra Italia e Germania in Grecia per aiutare l’Italia, Hitler coglie il preteso di una “crisi dinastica” per aggredire la Iugoslavia, l’Italia avrà un’influenza sulla Croazia?.

Preliminare dell’aggressione all’Unione sovietica, circa un mese prima il più stretto collaboratore di Hitler, Hesse vola in Inghilterra, Hitler definirà questa iniziativa la conseguenza di un esaurimento nervoso di Hesse, non sappiamo chiaramente se abbia fatto delle proposte politiche, Hesse su proposta di Hitler il signor Hesse è andato in Inghilterra per recuperare il rapporto con la GB e per cercare di coinvolgerla in una crociata contro l’Unione sovietica, a metà del 41 c’è l’aggressione tedesca alla Unione sovietica, lascia sgomento Stalin.

I segnali c’erano tutti, l’Urss non è pronta per disorganizzazione, inizialmente la campagna russa inizia bene per la Germania, un mese prima Stalin ha firmato un trattato salva vita con il Giappone, si stabilisce che i due paesi non si aggrediranno, Stalin aveva un sospetto, 36 patto anticomintern (non fare accordi separati con l’unione sovietica), quando Hitler si renderà conto che la campagna di Russia è una follia, i Giapponesi si sono impegnati a non aggredire l’urrà, quando Hitler chiederà loro di stringerli tra due fronti.

Mussolini dice che sa che o sarà un trionfo o una catastrofe, nella follia c’è la lucidità di sapere che o andrà bene o male non ci saranno alternative.

Il Giappone sostiene che sia stato solo lui ad aver attaccato il gli USA, il vero fronte quello decisivo è quello contro gli americani secondo i giapponesi, si inizia a pensare a come approcciarsi all’Europa, però l’Europa è vicina ad un altro continente forse dal nord africa si può passare in Europa, perché una delle vie diretta dall’africa all’Europa è la penisola italiana inizialmente gli americani si concentrano in quest’area iniziano battaglia, ci sono stati episodi eclatanti di Giapponesi.

Quello che è più importante è che il danno che gli americani che hanno subito a Pearl Harbour, sostituire le unità navali che sono state perse, l’industria americana è in grado di sostituire le unità perse, aveva ragione fiammavo, bastava conoscere la storia. Si innesca un meccanismo che mette nei mari una potenza di fuoco micidiale, i giapponesi si rendono conto di aver commesso un tragico errore di valutazione, ci sono le battaglie storiche.

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Mente i giapponesi cercano di liberare le isole del pacifico c’è la questione degli americani, Cian Kai schek, chi è il primo grande finanziatore del movimento nazionalista vietnamita, sono gli americani, ho chi mi è finanziato dagli americani.

Negli anni della guerra si sta mobilitando in Cina un nuovo attore, che è il movimento comunista che attinge dalle aree più isolate e represse di questo grande paese e il protagonista di questo grande paese è Mao, per gli americani subentra il problema di coniugare Mao e Chiang, gli americani fanno molta fatica a farli collaborare ci riescono solo parzialmente Mao è disposto a combattere contro l’invasione Giapponese, c’è un grosso problema politico, a Mosca Stalin guarda con molta curiosità alla nascita di un partito comunista, primo va liberato dai giapponesi e bisogna evitare che cada sotto l’influenza dell’unione sovietica.

Il 7 dicembre 1941 fu la data dell’attacco giapponese a Pearl Harbor. Ma in Asia, molto prima della Seconda guerra mondiale, c’erano già tensioni: col termine della Prima guerra mondiale si innescò la competizione tra USA e Giappone per una vasta area asiatica che includeva anche la Cina (open door vs. preferenze esclusive giapponesi). L’occupazione della Manciuria del 1931 aveva messo in grave difficoltà il campione del nazionalismo cinese, Chiang kai-Shek, che ritrovò la Cina che cercava di liberare sotto un nuovo giogo oppressore.

I giapponesi volevano l’egemonia sull’intera area asiatica. A muoverli era la ricerca delle materie prime, di cui erano privi: potevano comprarle dalle potenze europee e dagli USA, oppure potevano occupare l’area pacifica, piena di risorse. Scegliendo la seconda opzione, misero in difficoltà gli USA, che aveva interessi in Cina e in tutta l’area del Mare Pacifico, in cui volevano instaurare un commercio libero.

L’accordo navale stipulato a Washington durò poco, in quanto i giapponesi decisero di violarlo e di dotarsi di una flotta che andava ben oltre i limiti sanciti dalla conferenza . Gli USA risposero in modo ostile non rinnovando gli accordi commerciali bilaterali di fornitura di materie prime e di prodotti energetici. Tutto ciò avvenne negli anni ’20 e ’30.

A muovere il Giappone era un’ideologia panasiatica: era il momento di concludere il colonialismo europeo in Asia, e i giapponesi si investirono del ruolo di liberatori. Il dominio giapponese in queste aree, però, era altamente repressivo (stupro di Nanchino). C’era anche un progetto economico, ossia la creazione di una sfera asiatica di co-prosperità: in una visione di protezionismo regionale, le risorse economiche degli asiatici dovevano restare agli asiatici; le risorse però, di fatto, andavano solo ai giapponesi.

Il duro dominio giapponese favorì una presa di coscienza delle popolazioni asiatiche, che compresero la loro condizione e decisero di lottare per la loro indipendenza, sia essa contro i coloni europei o gli invasori giapponesi. Un esempio è il caso vietnamita: era attivo colui che porterà il comunismo in Vietnam, Ho Chi Min. Egli sfruttò la presenza giapponese per lanciare la lotta contro la dominazione coloniale francese. È in questo periodo che nasce il sentimento di indipendenza asiatica, che spesso si lega al comunismo: a tal proposito si parla di comunismo nazionalista (ben diverso dal comunismo cinese o sovietico).

Quando i giapponesi compresero che l’espansionismo li portava in diretto contatto con l’antagonista americano, decisero di attaccare Pearl Harbor, e dunque una parte della flotta americana. L’attacco ebbe successo (gli USA non se lo aspettavano): l’aviazione giapponese, guidata dall’ammiraglio Yamamoto, sferrò un durissimo colpo alla flotta nemica. Il territorio americano era stato violato solamente all’inizio dell’Ottocento, in una spedizione punitiva che gli inglesi avevano lanciato contro l’allora giovane repubblica nordamericana e che incendiò Washington. L’ammiraglio Yamamoto disse che forse l’attacco non era stata una decisione giusta, in quanto aveva risvegliato un gigante. Subito dopo Roosevelt chiese e ottenne dal Senato il riconoscimento dello stato di guerra contro il Giappone aggressore: per gli americani viene ricordato come il “giorno dell’infamia”, in quanto non erano in uno stato di guerra ma subirono comunque

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delle perdite tra militari inermi, considerati come semplici civili; i giapponesi, invece, si sentivano provocati dagli americani da molti anni.

Gli USA dichiararono guerra al solo Giappone. Nonostante ciò, Mussolini e Hitler dichiararono guerra agli USA: nessuno glielo aveva chiesto in quanto non scritto nel Patto tripartito, ma Hitler e Mussolini, per una questione di solidarietà col Giappone, lo fecero comunque. Lo storico Mario Toscano scrisse che, quando si ha a che fare coi dittatori, gli aspetti psicologici sono molto importanti (gelosia, invidia, protagonismo); i dittatori, poi, sono dei signori molto provinciali: chi detiene in maniera accentrata il potere su una nazione, difficilmente fa viaggi all’estero, ha una mentalità aperta o sa cogliere i rapporti di forza e debolezze fra potenze, ha insomma una visione irrealistica della realtà. Hitler e Mussolini non avevano la minima idea di come fossero gli USA, e anzi li consideravano una potenza borghese interessata agli affari e poco alla guerra. Il giornalista italiano Ansaldo era in ottimi rapporti con Ciano; quando apprese che Mussolini si accingeva a dichiarare guerra agli USA, chiese all’amico se suo suocero avesse mai visto l’elenco telefonico di New York: a quel tempo era un volume di migliaia di pagine, per cui sarebbe stato sufficiente per capire che dichiarare guerra agli USA fosse pura follia.

Il primo impegno degli USA fu rivolto al Pacifico, ma erano anche interessati a come approcciarsi in Europa, che in quel momento era dominata da Hitler. Gli americani combatterono contro i giapponesi su ogni isola del Pacifico (secondo la strategia dei salti di montone): gli scontri erano cruenti, i giapponesi non conoscevano la sconfitta. L’attacco a Pearl Harbor era nulla in confronto alla capacità delle industrie americane di sostituire le unità navali perse, che tra l’altro erano ben maggiori delle risorse giapponesi. Tutte le isole vennero recuperate, seppur con grande difficoltà; tra le battaglie storiche si ricordano quelle delle isole Midway e dell’isola Iwo Jima.

Mentre i giapponesi cercavano di liberare le isole del Pacifico, era ancora presente la questione cinese: Chiang kai-Shek combatteva strenuamente contro i giapponesi con l’aiuto americano , poiché gli USA sostenevano tutti i movimenti asiatici antigiapponesi (tra cui anche Ho Chi Min). Negli anni della guerra, tuttavia, in Cina si stava mobilitando anche il movimento comunista, che attingeva dalle campagne e dalle aree più isolate e represse. Il suscitatore del movimento fu Mao Zedong. Gli americani avevano il compito di coordinare nazionalisti e comunisti: la questione si rivelò molto complessa soprattutto per via di Chiang kai-Shek, che non aveva intenzione di collaborare con Mao, che era invece disposto a combattere l’invasione giapponese assieme. Nel frattempo, Stalin osservava con curiosità la nascita di un partito comunista in Cina.

Collaborazione di guerra tra le potenze occidentali che si oppongono tra Germania Giappone e Italia, tre grandi potenze, una sono gli Stati Uniti che non sono presenti sul suolo europeo, sono tiratina in guerra, la Gran Bretagna disperatamente resistendo alla Germania, a questo punto filo americani quegli aiuti che hanno dato alla GB il signor Hopkins che era andato da Churchill, Hopkins va anche a Mosca, Stalin non solo vuole mezzi, ma vuole che si apra un secondo fronte in Europa, ormai l’unico punto in Europa in cui si combatte, è naturalmente il fronte sovietico, all’interno dell’unione sovietica, Stalin chiede che si faccia qualcosa per alleggerire la pressione in quest’area, gli anglo americani intervengono in Europa da qualche altra parte, Stalin non è sicuro di poter resistere ancora, Stalin non è molto convinto che.

Primo gennaio 42, si fa la dichiarazione della NU

non è la nascita dell’ONU è solo la nascita di un’alleanza anti tedesca, questo documento riprende la famosa carta atlantica, nel agosto del 41, questi due documenti sono molto brevi, nella carta atlantica c’erano alcuni aspetti che sono assolutamente innovativi.

1. “I paesi firmatari non mirano ad alcun ingrandimento territoriale o di altra natura”.

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2. “Essi non desiderano assistere ad alcun mutamento territoriale che non sia conforme ai desideri liberamente espressi dai popoli interessati”.

3. “Essi rispettano il diritto di tutti i popoli di scegliersi la forma di governo da cui desiderano essere retti”.

4. “Essi si sforzeranno di assicurare, con il dovuto rispetto dei loro obblighi esistenti, a tutti gli Stati, grandi o piccoli, vincitori o vinti, la partecipazione al commercio e all’accesso alle materie prime del mondo necessarie loro alla prosperità economica”. Se i punti precedenti ricordavano i quattordici punti wilsoniani, questo è un punto inedito: Wilson era un liberista puro, e ogni Stato doveva fare per sé.

5. “Essi desiderano promuovere la massima collaborazione tra tutte le nazioni nel campo economico, nell’intento di assicurare a tutti condizioni migliori di lavoro, progresso economico e la sicurezza sociale”. Viene esplicitamente nominato il welfare, di cui Wilson non aveva mai parlato. Senza società solide non c’è pace.

I paesi firmatari che sono solo Stati Uniti e Gran Bretagna non mirano a nessun ingrandimento territoriale, una pace giusta senza annessioni, secondo punto, essi non desiderano assistere a nessun mutamento territoriale, essi rispettano la decisione dei popoli di scegliere la propria forma di governo, partecipazione sul piano di uguaglianza all’accesso alle risorse, Wilson era un liberista puro, in economia ognuno fa per sé, essi desiderano, la sicurezza sociale, il progresso economico.

Roosevelt dovette battagliare in USA per affermare questa sua idea, per altri è molto innovativa Roosevelt è attento agli aspetti sociali, se le società non sono solide, non ci può essere pace, idea innovativa che troviamo nella carta atlantica. Per la prima volta abbiamo una dichiarazione multilaterale, USA, GB, URSS, Cina, India, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, polonia, ci sono dei resistenti polacchi che si sono rifugiati a Londra, cosa dice la dichiarazione delle nazioni unite, è un impegno di alleanza a com. Essendo convinti che è necessaria una.

Ciascun governo si promette di usare tutte le proprie forze contro il patto tripartito, i classici termini di unr apporto di alleanza, non si fa la pace finché non siamo tutti d’accordo.

La dichiarazione delle Nazioni Unite è lo sviluppo della Carta Atlantica non è la nascita dell’ONU, la dichiarazione delle nazioni unite è una alleanza che da sé che il nucleo di questi paesi, darà vita all’ONU per il momento è solo l’alleanza di guerra contro il patto tripartito.

Con la nascita di questa alleanza di guerra si stabilisce di curare uno stato maggiore, avrà sede a Washington e quindi la prima grande operazione è lo sbarco in nord africa, le cui premesse sono un accordo franco americano che consentirà alla Francia di mantenere l’integrità del suo impero coloniale, le forze anglo americane prevalgono sulle forze, permette di iniziare a pianificare le operazioni anche altrove,

nel 43 c’è un importante incontro che si tiene a Casablanca tra Roosevelt e Churchill

Solo loro due e si stabiliscono alcuni principi molto importanti, si stabilisce che la guerra debba andare avanti fino alla resa incondizionata delle Germania, principio fortemente criticato dal Papa, in questo modo si avrà un eccessivo spargimento di sangue, conoscendo Hitler e l’idea chi Hitler ha della guerra sarebbe stato impensabile far un armistizio con la Germania nazi. Churchill suggerisce che bisogna intervenire nel ventre molle dell’alleanza, la naturale sponda per intervenire in Europa, non dovrebbe essere difficile, mettere in discussione il regime fascista, queste operazione che ancora non si sa quando avverranno dovranno, lo stesso interesse che Churchill ha per l’Italia ce l’ha per la Grecia, tutto quello che ha a che fare con il mediterraneo, gli americani sono disposti come fare uno sbarco in grande stile in

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Europa, che non è il teatro strategicamente più importante. Stalin voleva che questo secondo fronte venisse aperto il più possibile lontano dall’unione sovietica, aprire il secondo fronte in prossimità, colpire da sud il rechi tedesco, un’idea che non piace a Stalin e non piace nemmeno agli americani, l’idea di Churchill,

Teheran

Sempre nel 43 si tiene un secondo incontro che è la prima circostanza in cui si incontrano i tre alleati siamo nel 43 la situazione in Urss sta migliorando, l’incontro si tiene a Teheran tra Stati Uniti, Regno Unito e Unione Sovietica, l’Iran preme a tutti, ma naturalmente ospita l’incontro, non è un soggetto politico a cui si riconosca rilevanza, stabilisce un principio molto importante, il futuro smembramento della Germania si arriva allo smembramento della Germania, si vuole impedire che essa diventi una minaccia, il modo migliore è dividerla. Siccome Stalin è particolarmente realista pensa che sia difficile imporre una cosa del genere al popolo tedesco, il fatto che il suo stato non debba più esistere, allo stesso tempo viene approvata l’idea del secondo fronte, il secondo fronte debba aprirsi proprio in Francia, quello che chiede Stalin, la Francia è un paese più importante dell’Italia, la Francia è il paese che bisogna liberare per primo, è il paese con cui si sono presi degli importanti accordi, l’operazione overlord avverrà in Francia.

Naturalmente lo sbarco in Francia richiede dei preparativi enormi che vengono concentrati in Inghilterra, che sono molto lunghi e complessi, questa fascia costiera della Francia è stata militarizzata, si può dar luogo all’operazione di sbarco in Italia e di liberazione a seguito di questo conferenze, lo sbarco in Sicilia è un’operazione che coinvolge prevalentemente forze inglesi. Tutta l’operazione di liberazione dell’Italia è un’operazione piuttosto lenta gli inglesi devono fare da soli, con le forze dei dominion, tuttavia il semplice fatto che ci sia stato questo sbarco è motivo di una gravissima crisi, che ha riservato solo delusioni e sconfitte, Mussolini cerca di indurre Hitler a ragionare, a ritirarsi dall’URSS e a concentrare tutte.

La trasformazione della guerra totale una questione di vita o di morte per la Germania, Hitler va in rassegna non delle ss., non ci sono rimasti che i ragazzini da mandare al fronte, la guerra totale, troviamo un’intesa con Stalin, ho fatto di questa campagna la ragione della vita del mio paese, questo l’Italia non può farlo perché non ha la stessa stabilità. Il 25 luglio cade Mussolini, viene messa in discussione la sua autorità, Dino Grandi presenta una mozione in cui si mette in accusa Mussolini per la condotta fallimentare della guerra, si chiede di restituire il comando delle forze militari, è il fascismo che processa il fascismo, i fascisti processano il loro capo, gli obiettivi sono molteplici, ci sono quei fasci che vogliono porre fine alla guerra per salvare il regime, poi ci sono quelli che sognano il cambio di alleanze. Ci sono persone più monarchiche che fasciste. Si pensa che si può rompere con la Germania, c’è politicamente parlando il caos, quello che è certo è che con Mussolini non potrà cambiare nulla, la nota Grandi viene incentivata, il Re non aveva il coraggio di destituire Mussolini, Vittorio Emanale III è un uomo vecchio e indebolito, non ha la forza, gli stessi ambienti pontifici, il rischio è quello di rimanere ostaggio dei fasci, lascia che i fascisti processino il loro capo e pensa in questo modo di tenere al riparo la monarchia da possibili conseguenze negative, alla fine della seduta del gran consiglio, viene caricato su un ambulanza e lo si porta nella prigioni, Vittorio Emanale III conferisce l’incarico a Badoglio, aveva servito sotto Mussolini ma era rimasto monarchico e in quella fase si pensa possa essere l’uomo adatto a tutte le stagioni adatto a dare ai tedeschi.

La grande paura del re, Badoglio va bene se si vuole intavolare una trattativa segreta con gli anglo americani, situazione di grande incertezza, l’esercito italiano non riceve ordini chiari, continuare a combattere al fianco dei tedeschi? Smettere di combattere? Combattere al fianco dei tedeschi? L’ultimo ordine è quello di non assumere iniziative ostili ai tedeschi salvo sé provocati.

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Questa incertezza perché l’Italia porta avanti due trattative, ha un incontro con i tedeschi perché dice restiamo al vostro fianco, i tedeschi non si fidano, predispongono l’operazione Alarico, che al momento buono saranno costretti affare, contestualmente iniziano le trattative con gli anglo americani, si arriva ad un primo accordo a Cassabile, armistizio breve segna la resa dell’Italia, la quale manifesta la sua disponibilità a cambiare fronte, questo gli anglo americani lo valutano, arrendetevi senza condizioni

21/10/2019

Gli americani danno l’annuncio dell’avvenuto armistizio, armistizio breve perché è un testo di poco più di una pagina che stabilisce che l’Italia smette di combattere, l’armistizio lungo in cui ci sono tutta una serie di clausole molto interessanti, tutti i gerarchi devono essere sottoposti a regolare processo, l’Italia si impegnava a dichiarare guerra alla Germania, l’Italia è un paese subordinato, non è un alleato, non è membro delle nazioni unite.

In questa fase è totalmente subalterno tant’è che l’italia si è costituita al sud, non ha più le proprie rappresentanze diplomatiche all’estero, i loro rapporti diplomatici vengono totalmente presi e gestiti dagli anglo americani, c’è una spaccatura il re si rifufgia al sud e fino a che. Gli americani non hanno condiviso la proposta strategica di Churchill, l’inizio di una grande campagna che sarebbe stata attaccata da su. L’Italia di Badoglio è un’Italia post mussoliniana ma non post-fascista, il ministro degli esteri il signor Raffaele Guarina, è pensato di fuggire da Roma ed ha lasciato a Roma i segretari generale che è l’ambasciatore renator prunas, che fa una cosa molto interessante entra in contatto con i sovietici.

Stalin da buon realista sa perfettamente che nel futuro europeo l’Italia non sarà sotto l‘influenza dell’Unione Sovietica, l’idea è che l’Italia democratizzata nel futuro sarà sotto l’influenza anglo americana, la proposta è molto interessante, sarebbe disposta l’URSS a riconoscere come legittimo il governo Badoglio? L’Italia che si è formata al sud è giuridicamente l’Italia, Stalin dice sì, sareste voi il governo Badoglio e quindi sua maestà disposto a far rientrare in Italia Togliatti, come gran parte dei leader comunisti europei ha vissuto la seconda guerra mondiale rifugiato a Mosca, uno dei primi atti, il capo dei comunisti italiani, riconosce come legittimo un governo monarchico e pieno di uomini che erano fascisti, Togliatti dice che non vogliamo comunistizzare l’Italia, ma vogliamo contribuire alla normalizzazione politica, vogliamo fare del PCI un partito importante per la futura vita politica del paese, Togliatti entrerà nei successivi governi post fascisti, si ritagli un ruolo nel futuro comunismo. Naturalmente questo fa sì che ci sarà un presupposto, il PCI farà da elemento di trasmissione tra l’Italia e l’URSS, Togliatti fa la cosiddetta svolta di Salerno. Ecco che un paese è ridotto a ben poca cosa maniera iban certa autonomia sul piano diplomatico, nonostante siano ridotti come sono ridotti non perdono il vizio di voler essere autonomo.

Pian piano, si riacquistano porzioni minime di autonomia, si vede come sia possibile nominare un nuovo ambasciatore a mosca, tra il 44 e il 45 anche l’idea di mandare un uomo a Mosca è difficile, l’ambasciatore italiano a Kabul, Pietro Quaroni, come moltissimi altri diplomatici italiani si è formato in epoca liberale, si trova a Kabul. Poi il destino vuole che è l’unico diplomatico che può essere mandato a Mosca, capisce che l’urrà è ben piccola cosa ma quello che è interessante che avvia una riflessione sul futuro internazionale dell’Italia, l’Italia cesserà di essere o di aspirare ad essere una grande potenza, il mondo sta cambiando e stanno emergendo due super potenze, l’Italia sarà oggetto di politica internazionale.

Pietro Quaroni, il destino della RSI si esaurisce con la ritirata dei tedeschi. Il destino di Mussoli non era quello dell’armistizio lungo, secondo cui vi doveva essere un regolare processo, viene sottoposto a

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sommario processo del popolo, il desino della Germania non si è ancora consumato, è scontato per due motivi.

Si prende tutta la Polonia la Cecoslovacchia Romania e Bulgaria, non ha bisogno di spingersi in Iugoslavia e in Albania, ci sono dei forti movimenti partigiani locali, sono molto gelosi di aver compiuto la liberazione con le loro forze tutto quanto è contenuto, c’è un libro che si intitola conversazioni con Stalin, che è il resoconto dei dialoghi tra Stalin, che cosa intenda farne dei territori che l’armata rossa sta occupando, la seconda guerra mondiale, ha questo di diverso: chiunque occupa un territorio vi riprodurrà il proprio sistema politico economico e sociale.

L’armata rossa funge da fattore politico e ideologico, un processo di sovietizzazione dell’Europa orientale, che non aveva una tradizione politica comunista, al contrario in cui c’era una certa propensione al conservatorismo sociale, è un processo imposto quello della costituzione dei partiti comunisti ma che è funzionale alla sovietizzazione.

L’ideologia si fa strumento, è un fattore di sovietizzazione a Stalin preme più avere il controllo che non la certezza, lo sa perfettamente che non lo sono, questo è il processo che mette in crisi la Germania. Mentre Stalin vuole arrivare a Berlino rapidamente Roosevelt si sente garantito, Stalin è un alleato, non la pensa così Churchill, quello che conta è quello che decide Roosevelt, non sarà un problema trovare un accordo.

Nel giugno 1944, con l’Operazione Overlord, avvenne lo sbarco Normandia. Lì i tedeschi erano molto più organizzati e resistettero di più. A Roosevelt non interessava se Stalin voleva arrivare per primo a Berlino, in quanto sperava in una buona collaborazione post-bellica; molti americani e Churchill non la pensavano così. Quando un soldato mise la bandiera sovietica sul Reichstag, molto probabilmente Hitler era ancora vivo, in quanto si suicidò a fine aprile 1945: la guerra in Europa finì con la firma della resa incondizionata di Dönitz

La guerra finisce, quando i suoi successori firmano la resa incondizionata, sul Reichstag c’è la bandiera dell’Unione sovietica, questo processo ci fa pensare, il fatto che la seconda guerra mondiale comporti un’avanzata sovietica, il che preoccupa Churchill.

Conferenza delle percentuali

Che si reca a Mosca a conferire direttamente con Stalin, quello dell’ottobre del 44 la conferenza delle percentuali di Mosca, quello che fanno i due è spartirsi le influenze sui paesi, dell’Europa centro orientale e anche balcanica, Churchill capisce bene dove vuole andare a parare Stalin.

“Il momento era favorevole per trattare, perciò io cominciai a proporre; e mentre si passava alla traduzione, trascrissi ciò che stavo dicendo su mezzo foglio di carta: Romania, influenza russa al 90%, influenza nostra al 10%; Grecia, influenza della Gran Bretagna al 90% e della Russia al 10%; Iugoslavia, 50% a russi e inglesi; lo stesso l’Ungheria; Bulgaria, alla Russia il 75% e a noi il 25%. Passai il biglietto a Stalin, che nel frattempo aveva udito la traduzione; ci fu una piccola pausa, prese la sua matita blu e con essa tracciò un grosso segno di ‘visto’ sul foglio che quindi ci restituì”. Nonostante queste percentuali ben precise, era difficile da capire il modo in cui avrebbero stabilito le influenze. Era però significativa la volontà spartitoria e il contatto tra due persone che parlavano lo stesso linguaggio del realismo: la Gran Bretagna avrebbe tutelato i suoi interessi nel Mediterraneo orientale (specialmente in Grecia), mentre Stalin vide riconosciuto il suo bottino di guerra. Quando Roosevelt lo venne a sapere, non ne fu contento.

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Come si fa a stabilire un’influenza del 10 percento russa e un 90 inglese sulla Germania? Sono comunque due uomini del realismo politico, l’Inghilterra tutela i propri interessi sul mediterraneo, in tutto questo non c’entra Roosevelt, è contro le sfere di influenza, per questo, anche per questo si deve arrivare ad un evento epocale che è la conferenza di Yalta.

Conferenza di Yalta

Dal 4 all’ 11 febbraio del 1945, da qui non si torna indietro, dai paesi dell’Europa dell’est non si torna indietro, non è una spartizione del mondo, è una grande conferenza tra alleati, lanciano delle proposte sul futuro, non menzionano sfere di influenza, i protagonisti sono raffigurati in questa foto.

Winston Churchill , reduce dalla conferenza delle percentuali; Sir Anthony Eden , che si era battuto affinché gli inglesi si accordassero direttamente con Hitler e

non con Mussolini; sarà ministro degli Esteri anche durante la crisi di Suez; Franklin Delano Roosevelt , che di lì a un paio di mesi morirà; Il Segretario di Stato Edward Reily Stettinius; Josef Stalin ; Vyacheslav Molotov ; Stalin non si sentiva imbarazzato a portare lo stesso ministro degli Esteri che

aveva trattato con Hitler.

Alle sue spalle in piedi c’è la figura di sir Antony Eden sarà ministro degli esteri per molti anni, c’è sempre un presidente americano di stabilire un nuovo ordine internazionale, è esattamente la stessa situazione c’è una variabile, l’abbiamo visto gestire la crisi, era ministro durante la presidenza. Continueranno a gestire gli equilibri internazionali dopo la guerra, la Cina Roosevelt ha delle grandi aspettative. Roosevelt sa benissimo, Stalin è disposto a fare qualche compromesso, non deve essere schiacciante, Stalin è con Molotov, rivendica quel confine.

Va interpretata come una conferenza alleata in cui si raggiunge il punto più alto, il primo punto è che viene ribadita la volontà di promuovere il mantenimento della pace, se ne sta già parando, a Yalta si ribadisce la volontà di dare vita all’ONU sulle ceneri della società delle nazioni, fallimento dopo fallimento avevano.

Roosevelt aveva l’obiettivo di disegnare un nuovo ordine internazionale (gli europei fanno la guerra, gli USA devono insegnare loro la pace). Egli era idealista come Wilson, ma anche realista: la sua idea era che la collaborazione di guerra con Stalin poteva protrarsi anche dopo la guerra; Roosevelt usò il termine dei four policemen, ossia delle quattro potenze (Gran Bretagna, USA, URSS e Cina, su cui Roosevelt aveva grandi aspettative) che dopo la guerra dovevano continuare a gestire l’equilibrio internazionale. Roosevelt sapeva che Stalin stava occupando mezza Europa, ed era perciò disposto a qualche compromesso, come l’idea che ci fosse l’influenza sovietica sugli Stati dell’Europa orientale.

1) Ribadita l’idea di far nascere un’organizzazione internazionale che tuteli la pace. La Società delle Nazioni aveva esaurito la propria funzione con lo scoppio della Seconda guerra mondiale. L’ultimo atto coraggioso della Società, prima di scomparire di scena, fu quello di decretare l’espulsione dell’Unione sovietica dopo l’aggressione di quest’ultima ai danni della Finlandia. Stalin non voleva restituire ciò che aveva preso, e della Società delle Nazioni non ne voleva parlare. Fin da ora, la struttura dell’ONU rifletteva molto il principio rooseveltiano dei four policemen, che avrebbero avuto un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza alle Nazioni Unite. Dopo l’aggressione dell’unione sovietica a danno della Finlandia, facciamo l’organizzazione ex novo. Non voglio restituire quello che ho preso quello è il motivo per cui a

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Yalta c’è molotov, non si può parlare di società delle nazioni, vediamo con quali poteri e con quali caratteristiche, la struttura interna dell’Onu.

2) L’occupazione della Germania, la divisione della Germania nelle 4 sfere di influenza, si prosegue su quella linea, una parte dai sovietici, nel febbraio del 45 Hitler è ancora vivo e vegeto, una parte della Germania sarà occupata dai sovietici, dalla GB, una parte dai Francesi, Churchill sa di essere il più debole e ha bisogno di avere una spalla europea, ai francesi questo sta molto caro, perché non creiamo un quarto settore per i francesi.

3) La questione Polacca viene trattata sotto un duplice motivo, i confini, un grosso nodo storico, Stalin non voleva restituire la parte est della Polonia, la parte che era stata restituita sulla base del Ribbentropp Molotov, come fare a riportare in vita uno stato polacco, la soluzione si trova si può dare ai polacchi, compensare il territorio polacco dalla parte opposta, donarlo al nuovo stato polacco, è uno san fenomeno geo politico per cui la Polonia si sposta verso ovest a danno dei tedeschi. I confini vengono ridisegnati a tavolino come si faceva nei vecchi tempi dell’imperialismo europeo. Ci sono milioni di tedeschi che si trovano in territorio polacco, la Polonia che sta rinascendo almeno nella parte occupata dai sovietici è un governo di Lublino, Stalin. Vi farà entrare alcuni esponenti del governo polacco a Londra, il nuovo governo polacco e quello di Lublino che ha al suo interno alcuni polacchi filo occidentale e sembra si sia trovata la soluzione, non solo la polonia ma anche la Cecoslovacchia come si fa a dare un governo ai paesi liberati.

Dare un nuovo governo al paese nascituro: in realtà dopo l’occupazione dei sovietici il governo lo aveva, ma era composto da comunisti filosovietici (governo di Lublino). Churchill e Roosevelt, non convinti, trovarono un compromesso: per renderlo più rappresentativo, fecero entrare esponenti polacchi in esilio a Londra, che avevano creato una sfera filoccidentale.

4) Ci si impegna a tenere elezioni per dare dei governi di stampo democratico a questi paesi. Il sistema c’è far tenere le elezioni, uno dei punti qualificanti è la dichiarazione sull’Europa liberata, l’impegno di tutti e tre di promuovere nei paesi liberati dal dominio nazista delle libere elezioni.

5) Atro punto deciso a Yalta è quello dell’estremo est asiatico, il Giappone non vuole arrendersi in teoria Stalin avrebbe dovuto dire di no, Stalin aveva fatto un patto con i Giapponesi(?), Roosevelt fa un compromesso non nobilissimo, baratta le isole Saali e Port Artura, che sono località strategiche che hanno significato, non è roba sua ma di altri, Stalin accetta di entrare in guerra contro il Giappone.

6) Iugoslavia l’abbiamo vista nelle conferenze, sta molto a cuore al signor Churchill, il movimento partigiano di Tito ha buone possibilità di comunistizzare la Iugoslavia, cosa che estrometterebbe gli inglesi, Churchill ha indotto Tito a fare un accordo con le forze monarchiche che sono quelle più favorevoli all’Inghilterra, che è a sua volta una monarchia, Tito.

Equilibro tra comunisti di tipo e conservatori filo monarchici, questo accordo viene accettato anche dagli altri, perché Stalin non dice, è uno scambio, la conferenza delle percentuali viene rispettata. Alla fine è una conferenza che ripropone l’idea di una collaborazione tra alleati, la spartizione è un dato di fatto che si è già consumata in Europa, passano alcune settimane.

L’accordo Tito-Subasic, in cui si prospettò un equilibrio in Iugoslavia tra comunisti e conservatori filomonarchici. A Yalta questo accordo venne accettato anche dagli altri alleati; Stalin non rifiutò perché nella conferenza delle percentuali aveva riconosciuto l’influenza dell’Inghilterra al 50%.

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Roosevelt scrive una lettera, è preoccupato dal comportamento del suo alleato sovietico, Stalin non indice libere elezioni, le elezioni ci sono in questi paesi. Le potenze occidentali avevano dato per scontato un paese liberato dal nazifascismo aderisse automaticamente al sistema liberal-democratico. Che cosa si intenda per libere elezioni, un paese che non sia più nazifascista è automaticamente un paese democratico, questo è uno stato di fatto, se qualcuno prima di recarsi.

Una società in cui quell’ideale sia stato realizzato, nel socialismo reale, le elezioni sono solamente un passaggio formale. Scrive a Churchill che c’è un grosso equivoco. Il successore di Roosevelt il suo successore è un uomo completamente diverso Harry Truman, il suo vice, un uomo molto duro, ci mette un attimo a capire che la nuova minaccia è la Russia di Stalin.

Conferenza di Posdam, da luglio all’agosto del 45,

Si tengono nel Regno unito le elezioni ma a vincerle è stato il partito Laburista, è un paese che deveripartire e pensare a se stesso, viene sostituito da Attlee, gli scenari sono cambiati, al potere non c’è più Churchill e non c’è più Roosevelt. Atlee non era assolutamente dello stesso spessore, era difficile subentrare in un momento del genere ad una personalità come Churchill.

1) I paesi sconfitti resteranno fuori dall’Onu finché non avranno firmato i trattati di pace, anche in questo caso sono i vincitori a stabilire le condizioni, l’Italia sa che deve accettare le condizioni dei vincitori, a Yalta è stato deciso che la Germania deve essere spartita, non si è fatto un trattato di pace, si impone la volontà direttamente ai cittadini tedeschi.

2) A Potsdam con la Germania, si ribadisce la volontà di attuare questi provvedimenti, smilitarizzazione, denazificazione, democratizzazione, decentralizzazione,

Si vuole riportarli ad una condizione per industriale, il trattamento che si profila è durissimo è molto più duro a Versailles nessuno mise in discussione la sopravvivenza di uno stato tedesco, la conferenza di Postdan, gli storici vedo i primi segnali di una guerra fredda, pensa che Stalin sia il nuovo nemico e non un alleato e attacca Stalin, non avendo egli rispettato il principio delle libere elezioni.

Truman riceve un messaggio dicendo il bambino è nato, gli usa hanno un ordigno che ha delle capacità distruttive che mai si sono viste nella storia, Truman che non va per il sottile, dice ai suoi alleati di avere un vantaggio strategico su di loro. Duplice bombardamento nucleare giapponese, tra un bombardamento e l’altro l’Urss dichiara guerra al Giappone. L’imperatore giapponese che ha natura divina secondo la tradizione giapponese, alcuni dei ministri compiranno il famoso harakiri per non sopravvivere all’umiliazione di dover accettare la resa, si entra nell’era atomica, tutto lascia supporre che nulla sarà più come prima si dice che gli usa hanno un potere di vita e di morte anche altri paesi potranno avere questo ordigno, sul piano storico l’atomica non rappresenta una svolta, l’ordigno atomico non ha cambiato la natura delle politica internazionale, ha avuto un grande impatto più di altri fattori tecnologici, ma non portò nemmeno all’apocalisse.

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Gli Stati Uniti sono una complessa potenza militare diversa dall’Urss, sono entrambe superpotenze e non grandi potenze, gli Stati Uniti hanno un vantaggio strategico sull’URSS, a spese del continente europeo, per la prima volta nella storia

l’Europa diventa terreno di conquista, per la prima volta le potenze europee sono oggetto e non soggetto della storia internazionale,

indebolimento europeo e perdita di rilevanza della sua potenza, emergono nuovi attori che traggono vantaggio dalle guerre europee il fatto che l’Europa non sia più protagonista della storia internazionale il fatto che non si può più parlare di un ordine multipolare ed eurocentrico, non è più un ordine multipolare perché i poli sono solo due, quelli tra Stati Uniti e Unione Sovietica, quello che caratterizza la fase della guerra fredda ci sono solo due grandi potenze tutti gli altri paesi hanno influenze minori, altri sono alleati su un piano di minorità non solo l’Europa non esprime più grandi potenze, ma non è più il centro del sistema internazionale, questa è un’anomalia storica, se vogliamo trovare un precedente nella storia internazionale, dovremmo attingere alla storia antica, contrapposizione tra sparta e Atene, bipolarismo.

Possiamo dire che un ordine internazionale che si regga su due attori è un anomalia tutti i sistemi multipolari danno vita a delle alleanza che erano stimolate dalla necessità di garantire sicurezza e prevenire le guerre, ma anche alleanza che erano flessibili, l’Italia cambia alleanza sia nella prima che nella seconda guerra mondiale. Dopo la seconda guerra mondiale ci sono sono alleanza più rigide, sono alleanze che non garantiscono solo la sicurezza ma anche la condivisione di sistemi politici di sistemi economici, società eque e bilanciate in cui ci siano diritti garantiti per tutte le fasce sociali questa è la realtà del bipolarismo, può un sistema essere più stabile?

Sempre giudicando dalla storia, il multipolarismo eurocentrico, vedremo quali saranno le virtù e i limiti, fenomeno storico di lungo corso, tutte le potenze conoscono una fase storica che seguono l’andamento di una parabola, un declino, in ascesa e declino delle grandi potenze, tutte le potenze conoscono una fase di declino, tutto sta a capire in quanto sia lunga questa fase, anche risalendo a epoche storiche lontane, non ci voleva molto a capire che detenendo grandi risorse avrebbero acquisito responsabilità internazionali.

Tocqueville dice che prima o poi stati uniti e Russia domineranno il mondo, le potenze europee fanno molto per accelerare il declino, si consumano in uno spazio storico molto ristretto, basta meno di mezzo secolo, nessuna delle potenze europee sopravvive con la stessa forza, chi sopravvive meglio è l’impero britannico ma senza la stessa forza, l’aspetto più rilevante è il secondo storico tentativo del mantenimento della pace.

Questo non è un motivo per arrendersi e rinunciare al sistema di sicurezza collettiva, conferire ad un organo sue parte il compito di garantire la pace questo tentativo è delle nazioni unite, il percorso storico che ha portato alla costituzione dell’noi

41 carta atlantica, principi base per il futuro del mondo 42 nascita del fronte delle nazioni unite, alleanza contro le potenze avversarie,

Conferenza di Yalta che è importante perché approva il progetto che poco prima le potenze vincitrici della guerra hanno elaborato, organizzazione strutturata che un po’ ricorda la società delle nazioni cercando di porre rimedio ai suoi limiti, all’accettazione dei trattati di pace si può entrare nelle nazioni unite, come si fa

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a dare rappresentatività alle NU. L’Urss è composta da una molteplicità di stati, chiedono di venire rappresentati nell’assemblea generale, non si può costituire un blocco di 15 16 stati, troveranno rappresentanza solo la Bielorussia e l’ucraina, poi altri problemi, ci sono dei paesi che hanno partecipato alla guerra ma che non li vogliamo nelle Nazioni Unite, possiamo inaugurare le NU facendovi aderire la spagna? Che è un sistema dittatoriale, ci sarà un dibattito che durerà diversi anni, attendere alcuni anni prima che la Spagna possa entrare, ovvia la tendenza delle nazioni unite, le organizzazioni democratiche sono tali nell’ottica in cui ci possono essere paesi democratici, è difficile politicamente e anche moralmente per un’organizzazione super partes e garante della pace che uno stato non può entrare perché non ci piace il suo sistema politico, il meccanismo per far entrare nuovi paesi prevede il voto dell’assemblea generale, non è l’organismo più importante ve ne sono molteplici il consiglio di sicurezza è l’organo preposto ad occuparsi della questione della sicurezza e della pace.

Queste 5 potenze stati uniti Stati Uniti, Regno Uniti, Francia, Unione Sovietica e Cina, in un organismo composto da 15 membri gli altri sono a rotazione cambiano periodicamente e non solo chi ha il seggio permanente ha un vantaggio sugli altri membri ma il vantaggio è reso schiacciante dal diritto di veto.

Il consiglio della società delle nazioni approvava all’unanimità così, le due superpotenze si ostacoleranno a vicenda, il consiglio di sicurezza avrà molta più facilità operativa quell’idea che aveva avuto Roosevelt dello spirito di alleanza e cooperazione si rivela inefficace, bloccherà molto spesso il consiglio di sicurezza, come si regola il mantenimento della pace? Devono essere punite le aggressioni, anche in caso di minaccia il consiglio di sicurezza se ci riesce prenderà le contromisure necessarie dal sanzioni economiche fino eventualmente, come ultima opzione, anche le nazioni unite, non avranno forze armate proprie de il consiglio dovesse decidere di intervenire militarmente per un paese aggredito dovrebbe chiedere i soldati di un paese membro tutto molto complicato.

Il fatto di sapere che se un paese vota in favore di un intervento militare, il capitolo settimo della carta delle nazioni unite, riconosce il diritto all’autodifesa, nel momento stesso in cui attua le sue contromisure difensive deve informare il consiglio di sicurezza dell’insorgenza di una crisi, chi è aggredito può difendersi ma deve farlo nel rispetto del principio di sovranità e investendo della responsabilità il consiglio di sicurezza delle responsabilità nella risoluzione del problema è giusto riconoscere h e il diritto internazionale fa compiere un salto di qualità alla politica internazionale, bloccare sul nascere qualsiasi iniziativa delle nazioni unite, le nazioni unite si trovano a gestire una situazione internazionale di notevole complessità, il problema dei paesi che vogliono entrare ma che qualcuno non vuole nella nazioni unite, caso emblematico, non può finché non sarà stato approvato il trattato di pace, per l’Italia sarà difficilissimo entrare nelle nazioni unite, per il vero posto dall’unione sovietica, se l’Italia vuole entrare nelle nazioni unite che USA devono accettare che entrino i paesi che interessa all’unione sovietica entrino in Italia, come vedete all’interno delle nazioni unite si riproduce una contrapposizione politica ideologica che compromette il funzionamento dell’organizzazione,

l’Italia aspetterà fino al 55.

Un altro grosso problema delle nazioni unite è la questione atomica, anche questo dibattito che è così globale qualcosa che riguarda tutti, viene trattata attraverso la deformazione della questione di contrapposizione tra le due superpotenze, secondo principi di sovrapposizione delle potenze, gli americani si sentono messi in stato di accusa, elaborano una proposta che è il cosiddetto piano Faruk, un’agenzia internazionale che controlla la produzione di energia atomica questa è la proposta americana.

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Il rappresentante sovietico alle nazioni unite è il signor grommino, ribatte alla proposta americana che non c’è bisogno di un’agenzia, chi meglio delle nazioni unite può occuparsi di questo problema, per meglio chiarire di cosa pensa l’unione sovietica arriva subito una proposta, gli usa dovrebbero adottare una mozione in cui la bomba atomica viene messa al bando, 1945 c’è una trattazione di un problema che non è esattamente un nulla di fatto, gli americani si oppongono alla proposta sovietica e viceversa.

Le nazioni unite non avranno voce in capitolo, ci sarà una crescita incontrollata di potenze che si doteranno di questo ordigno, la questione nucleare sarà gestita dalla diplomazia delle grandi potenze, dall’avvento delle nazioni unite la grande novità , nuova concezione di aver favorito una rappresentatività dei paesi, nuovo sistema diplomatico che si chiama diplomazia multilaterale, un affare tra stati, l’effetto delle nazioni unite è quello di moltiplicare il potenziale di iniziativa diplomatica ogni piccolo stato si può rapportare con tutte le potenze e lo può fare grazie alle nazioni unite.

Si sente spesso dire che dobbiamo affidarci alla diplomazia multilaterale che ha a cuore i problemi della globalità, ce ne rendiamo meglio contro se prendiamo in esame la carta delle nazioni unite. Preambolo delle nazioni unite per tutelare i diritti dei popoli.

La questione tedesca nasce dal fatto che la Germania viene divisa, Berlino è tutta inclusa sul settore sovietico, quando i vincitori della guerra decideranno di mettere in atroca a decisione presa nella conferenza di Teheran, di occupare e dividere il territorio tedesco, la decisione che viene presa è che così come il territorio viene diviso in 4 settori, anche la città di Berlino verrà suddivisa in 4 settori, ciascuno assegnato alle grandi potenze.

Una situazione simile si ha in Giappone anche il Giappone è oggetto di occupazione innanzitutto in quanto paese sconfitto deve annunciare, grossomodo questa era la sfera di espansione in asia attorno a Pearl Harbour, tutti i territori occupati devono essere abbandonati, il Giappone deve subire l’occupazione, sono gli americani che sbarcano in Giappone si crea una situazione di fatto che non piace all’unione sovietica.

Questo viene sostanzialmente negato dagli americani, ma sul piano concreto negato perché le truppe americane sono entrate in Giappone, saranno gli americani a gestire il Giappone in modo esclusivo, uno stato controllato gestito dal generale mc harura, l’idea che gli americani applicano sul Giappone è un’idea radicale, il Giappone non deve più nuocere agli interessi degli Stati Uniti.

Ridimensionare l’apparato nucleare dei giapponesi, l’idea americana è quella di demolire quelle grandi concentrazioni industriali Zaibazu, queste devono essere smantellate, nasceranno tante piccole industrie separate che si occuperanno di altro, fase di sviluppo ulteriore, questa politica di ridimensionamento del Giappone andrà avanti finché in Cina non si afferma Mao, questa è l’idea che gli americani hanno del Giappone, un’amministrazione molto dura, esclusiva che tende ad estromettere l’unione sovietica che verrà suggellata tra stati uniti e Giappone, con cui gli americani acquisiranno, il fatto che il Giappone non possa più presentarsi come potenza militare, quando parleremo dello sviluppo cinese,

abbiamo detto che ci sarà un trattato di pace con il Giappone, di esclusiva competenza degli stati uniti,

non ci sarà un trattato con la Germania.

Continua ad esistere uno stato italiano, facciamo un trattato di pace con l’Italia, le discussioni coinvolgono americani sovietici e inglesi, le motivazioni sono diverse e portano tutti sullo stesso punto di approdo, la volontà di punire l’Italia, gli inglesi hanno propositi vendicativi, devono far pagare all’Italia il rapporto con la Germania nazista, subordinata alla politica estera britannica.

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Non è totalmente mal disposta nei confronti dell’Italia, in virtù della guerra fredda che si sta manifestando, non ha neanche particolare interesse a difendere i diritti dell’Italia, infine ci sono gli americani gli usa non covano sentimenti vendicativi nei confronti dell’Italia, perché bisogna punire l’Italia per renderla subordinata per instaurare i presupposti per la dipendenza strategica di questo paese dagli stati uniti, l’Italia che alla fine della guerra comincia a passare sotto l’influenza americana, 48, qual è la differenza tra l’essere sotto gli inglesi o sotto gli americani, gli inglesi volevano un’Italia monarchica e conservatrice, per gli americani i Savoia sono ingombranti, meglio investire su nuovi attori politici, come la Democrazia Cristiana.

Leader democristiano che raccoglie un’eredità pesantissima sul finire della seconda guerra mondiale è in dubbio l’integrità territoriale italiana, sul fine della guerra gli Iugoslavi avevano preso Trieste, le colonie erano state occupate dalle forze inglesi, anche sul versante nord occidentali.

Carlo Sforza diplomatico italiano, l’idea degli alleati è che gli italiani paghino per le proprie colpe, è l’Italia responsabile per le colpe del fascismo, ci sono degli intellettuali, come Croce che si oppongono a questo punto di vista, nel contesto della storia italiana il fascismo è stata una parentesi, dice Croce, in fondo non si deve punire l’Italia.

L’emergente forza comunista, l’atteggiamento che ha Togliatti è un atteggiamento di grande responsabilità, cerca di interferire e chiamare, fino a tutto il processo costituzionale, fino alla nascita del processo.

Con l’aiuto di Sforza si riescono a risolvere vari problemi, grazie all’aiuto americano che salva la valle d’Aosta dalle ambizioni francesi, interesse americano in Italia gli americani hanno a cuore e vogliono difendere l’integrità territoriale italiana, Truman fa questa dichiarazione.

I francesi negano di aver avuto degli obiettivi, più semplicemente vogliono che l’Italia accetti una posizione subordinata, l’Italia dovrà smetterla di sfidare la Francia.

L’Austria è considerata non un complice della Germania ma come la sua prima vittima, ci ricordiamo che gli austriaci avevano voluto l’Anschluss, torna ad essere uno stato indipendente separato dalla Germania, le ragioni rivendicate dall’Austria hanno delle ragioni fondate la situazione viene gestita a livello bilaterale, le potenze vincitrici acconsentono che l’Italia e l’Austria affrontino il problema.

Trattato italo-austriaco o De Gasperi-Gruber, conferma il vecchio confine ma con l’impegno al mantenimento dell’indentiate delle popolazioni austriache, questo trattato viene inserito nel trattato di pace dell’Italia,

Poi ci sono le parti più dure sulle quali De Gasperi ha meno possibilità di scamparla, (del trattato di pace?) potrà avere solo 250 mila di uomini in armi un numero limitato di mezzi corazzati, tonnellaggio delle navi, il divieto di vietarsi del ordigno atomico, l’Italia non può diventare una potenza nucleare.

Dipendenza strategica dell’Italia dal secondo dopo guerra, strano rapporto dell’Italia sulla bomba atomica, molti studi scientifici, non ci sarà la volontà politica, le clausole militari pongono stringenti limiti.

De Gasperi è contrario al colonialismo, ciò nonostante l’Italia insorge contro l’idea di dover perdere le colonie, non ha niente a che fare con il fenomeno della decolonizzazione, non si tratta di dare voce alle istanze indipendentista, si vuole privare l’Italia delle sue colonie per farne qualcos’altro, tutta Italia vuole le colonie.

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De Gasperi fa una scelta strategica, non è pensabile che l’Italia reclami il mantenimento di una vecchia conquista fascista, ma possiamo tentare la difesa delle colonie, Libia Eritrea e Somalia, il colonialismo demografico, un colonialismo che meritava rispetto che aveva portato l’Italia ad investire in questi paesi.

Gli inglesi sono contrari, hanno idee ben precise su cosa fare delle colonie italiane, riforme interne . Gli americani danno il consiglio paterno di rinunciare alle colonie, è nel vostro interesse, la diplomazia italiana si oppone, l’ultima parola sulla questione delle colonie italiane spetta all’assemblea generale delle nazioni unite. Si riesce a trovare un compromesso con gli inglesi, stabiliscono il seguente principio, per quanto riguarda la Libia l’Italia avrà l’amministrazione fiduciaria è il compito che l’ONU dà ad una potenza coloniale per portarlo all’indipendenza.

L’accordo Bevis-Sforza prevede amministrazione fiduciaria italiana sulla Tripolitania, e amministrazione fiduciaria inglese sulla Cirenaica, amministrazione fiduciaria italiana sulla Somalia, proponendosi di sviluppare le condizioni ritenerne della Somalia per portarla all’indipendenza in 10 anni, su queste basi l’accordo con gli inglesi viene raggiunto. Bocciato dalle NU.

Ma che deve essere approvato dalle NU. Contrariamente a quanto ci si aspettava, l’assemblea general boccia l’accordo, desta stupore. L’Italia perde le colonie e questo va nell’interesse di chi ha vinto la guerra, Libia indipendente sarà un satellite britannico.

Il trattato di pace viene firmato a Parigi il 10 febbraio 47 da Meli, il quale indignato fa presente di firmare salvo ratifica, dovrà essere nuovo parlamento italiano a dover firmare. Le illusioni della corona di Vittorio Emanuele III di poter eludere le responsabilità della sconfitta.

Il trattato regola vari aspetti, il trattato De Gasperi-Gruber costituisce un allegato al trattato militare stesso, le condizioni militari l’Italia non sarà più autonoma nel difendersi, abbiamo visto per finire il punto molto controverso che suscita nazionalismo trasversale che è la questione coloniale, deve perdere le colonie perché ha perso la guerra, non perché è stato avviato un processo di decolonizzazione. Che verrà avviato in seguito, è un trattato punitivo, imposto dai vincitori al paese vinto.

La questione di Trieste che è in assoluto la più dolorosa, abbiamo combattuto la prima guerra mondiale, abbiamo dovuto litigare con i nostri alleati di allora, Trieste sì e Fiume no. Tuttavia le drammatiche conquiste sono messe in discussione sulla fine della guerra le truppe guidate da tutto hanno occupato Trieste considerato che Trieste diventa uno due prua fronti della nascente guerra fredda, la Iugoslavia come stato comunista guidato da Tito è sostenuto dall’Unione Sovietica, ritiene di essere sostenuto dall’unione sovietica, il problema è che a Stalin non piacevano i leader comunisti autonomi.

Tito è geloso della propria autonomia, non ha debiti di riconoscenza verso l’armata rossa, in questa fase Tito è convinto di avere l’appoggio dell’unione sovietica nel rivendicare Trieste, l’Italia si appella ai suoi nuovi alleati, sono anche quelli che stanno imponendo un trattato di pace molto duro, c’è un altro livello in cui possiamo contestualizzare la questione di Trieste. Gli alleati sarebbero intervenuti?

La questione di Trieste è molto di più di un problema bilaterale tra italiani, la decisione che viene presa tra Stati Uniti e Unione Sovietica, si dà vita al territorio libero di Trieste viene riproposta una soluzione a quella che si era imposta alla fine della seconda guerra mondiale, molto simile a fiume, Trieste deve essere imposta ad una amministrazione internazionale che dipenderà dalle Nazioni Unite.

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Si dovrà nominare un governatore che si amministrerà autonomamente, non è così facile implementare questa decisione che viene scritta nel trattato di pace dell’Italia, su pressione delle potenze occidentali si ritira e mantiene una parte del territorio occidentale, il territorio libero di Trieste prima che venga applicato questo principio, a est ci sono gli iugoslavi e a ovest gli anglo americani, occorre che questi contingenti si ritirino, nessuno si fida dell’altra parte il governo de Gasperi cerca in tutti i modi a non ritirarsi dalla parte del territorio triestino, una volta che queste potenze si saranno smobilitate, a quel punto sarà impossibile applicare la decisione adottata.

È una situazione bloccata, de Gasperi chiede alle potenze occidentali di non ritirarsi e di rendere inapplicabile il principio presente nel trattato di pace, Trieste resta diviso in due, quando c’è una svolta?

Arriva solamente nel 54, alcune cose sono cambiate, non c‘è più Stalin, la Iugoslavia non sembra più così interessante come paese che cerca di mantenersi autonomo sul piano internazionale, la tendenza di tipo a mantenersi autonomo da Mosca, le potenze occidentali non avevano interesse ad essere, la Iugoslavia acquista armi dagli USA, circola un'ipotesi clamorosa, che la Iugoslavia possa entrare a far parte della Nato, questo induce le potenze occidentali a non essere particolarmente ostili con la Iugoslavia, non è più governata da De Gasperi, è sostituito da Pella che è un uomo molto più duro, si aspetta che gli alleati occidentali si schierino a fianco degli alleati.

Basta strizzare l’occhi alla Iugoslavia, l’Italia è un paese sul campo occidentale, sono gli anni in cui c’è un dibattito sull’integrazione militare, arriva a minacciare di far tenere nella parte italiana di Trieste un plebiscito, dando per scontato che, queste pressioni inducono insieme al mutato clima internazionale a essere più risolute.

Memorandum di intesa di Londra

Quando si decide contravvenendo a quello deciso nel trattato di Pace, non ci sarà un territorio libero di Trieste viene meno l’idea di una amministrazione internazionale, verrà restituita la parte occidentale,il settore A mentre la parte occupata dagli iugoslavi resta agli iugoslavi, l’accordo di Londra stabilisce la spartizione di Trieste.

Si risolve il problema, ma non è una soluzione che faccia esaltare gli italiani, la

questione di Trieste si trascinerà fino al 75, con il trattato di Osimo che l’Italia rinuncia definitivamente al settore B di Trieste, non ha più pretese sulla parte Iugoslava, a causa della II guerra mondiale perde una buona parte.

Paga il prezzo che le piccole potenze devono pagare alle super potenze, il traiamo di pace viene ratificato scatenando un dibattito parlamentare violento, con una forte tensione nazionalistica, De Gasperi tira in realtà un sospiro di sollievo, solo con il trattato di pace può fare una politica estera indipendente, che tipo di politica estera vorrebbe fare?

Pace, dialogo, collaborazione economica, politica non aggressiva, ma non priva di ambizioni che cercherà di rilanciare il ruolo internazionale dell’Italia, soprattutto nel mediterraneo e nel dialogo con i paesi del mediterraneo. De Gasperi ha questa intuizione, sa che è una battaglia disperata dà ascolto e soddisfazione ai tanti nazionalisti, respinge le critiche dei comunisti, è facile per i comunisti dire che De Gasperi non è capace di mantenere le colonie, se non riesce è perché questa è una lotta impari.

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Nel suo intimo (non?) è un colonialista capisce che nel momento in cui si verrà privati delle colonie ci sarà un rispetto di tutti i paesi e su piedi partitati, senza rapporti di prevaricazioni.

De Gasperi lancia una lotta per la liberazione dei paesi, una politica estera antagonista rispetto alle potenze coloniali, De Gasperi dice ai paesi arabi di voler collaborare con essi, una politica autenticamente post coloniale, che sarà di grande successo.

Una politica chiamata neo atlantismo, De Gasperi ha trasformato una sconfitta in qualcosa di costruttivo per la grandezza del proprio paese, saremo preferiti rispetto a inglesi e francesi, c’è un episodio, il punto di convergenza di tutto questo, il tentativo di ripartire dopo la seconda guerra mondiale, il tentativo di lasciarsi alle spalle il passato per prose a costruire un futuro.

Elezioni 14 aprile 48,

quando tutto è in discussione, è un momento cruciale, come si arriva a queste elezioni, nella prima metà del 47 De Gasperi si è recato negli usa, sappiamo che ha avuto promesse di aiuti economici, è molto probabile che in quelle circostanze al dipartimento di stato si sia detto a De Gasperi, gradiremmo che i comunisti uscissero dal coalizione, sta nascendo il futuro rapporto di alleanza, De Gasperi vuole un rapporto bilaterale con Washington, è interessato ad un rapporto bilaterale, non è insensibile al richiamo americano del fare un governo senza comunisti si arriva quindi alle elezioni dell’aprile del 48 e l’Italia senza avere ancora fatto una scelta di politica estera è un paese che la guerra fredda ce l’ha in casa, la questione di Trieste, la questione di Trieste è una questione di guerra fredda, gli strascichi del passato sono un’ipoteca sulle scelte della politica estera queste elezioni sono un appuntamento straordinariamente importante, che tipo di collocazione internazionale vogliono per il loro paese, collocazione filo americana o filo sovietica o neutrale, c’è una polarizzazione da un lato abbiamo questo nuovo partito, democrazia cristiana che è un partito di ispirazione cristiana che ha una sua chiara vocazione pacifista e anti militarista, ma fortemente anti comunista.

La scelta filo americana viene vista da De Gasperi come il male minore perché dall’altra parte ci sono i comunisti, ci sono varie correnti, la dc si pone come blocco che propone come soluzione il mantenimento del governo demo cristiano si forma un blocco di forze di sinistra, comunisti guidati da Togliatti e socialisti guidati da Nenni Togliatti è filo sovietico.

Togliatti è anche un uomo ragionevole, è irrealistico pensare che l’Italia possa finire sotto l’influenza sovietica, visto che nemmeno Stalin ci pensa.

Nenni vorrebbe una politica estera super partes, né con i sovietici né con gli occidentali, lui ha questo feeling con laburisti britannici, Nenni è un socialista che vuole i laburisti in Europa. Tuttavia i laburisti saranno i principali promotori di un’alleanza atlantica con gli Stati Uniti.

C’è una radicalizzazione, mai come nel 48 il voto degli italiani è stato un voto decisivo, la vittoria va alla dc che diventerà da quel momento il partito più importante della prima repubblica, ma soprattutto durante tutto il periodo della guerra fredda è in questa fase che la guerra fredda viene interiorizzata dalla politica italiana. La sconfitta dei partiti di sinistra diventerà una sconfitta definitiva, nasce il principio per cui sotto la leadership statunitense il governo socialista non potrà più far parte del governo, estromissione dei comunisti dal governo, bisognerà arrivare agli anni 70 per il compromesso storico.

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Si creano i presupposti nelle elezioni del 48 affinché l’Italia entri nella costituenda alleanza occidentale, un paese in cui la più importante forza di sinistra, il PCI influenza la società italiana è un paese in cui le possibilità di riforme è limitata la possibilità dell’alternanza è bloccata, ha interiorizzato la guerra fredda, l’Italia ha anche un processo di ridefinizione dei propri assetti costituzionali, referendum che dà luogo alla repubblica.

Cosa dice la costituzione italiana sulla politica estera, tutto questo è frutto del compromesso tra le principali forze politiche, si sente l’influenza dei due principali partiti politici, non è facile metterle tutte assieme nel campo della politica estera,

l’Italia ripudia l’uso della forza nella risoluzione delle controversie internazionali, tuttavia non rinuncia all’autodifesa.

Sono ammesse limitazioni, la nostra costituzione non fa riferimento all’Europa, la dimensione dell’UE è un dato fondamentale, l’Italia si richiama alle nazioni unite, l’Italia si rimette alle Nazioni Unite, viene reintrodotto il multilateralismo, l’Italia investe molto nelle NU, non saremo più una grande potenza ma con l’aiuto delle NU, possiamo anche noi dire la nostra, questo è lo spirito che troviamo nella costituzione.

In Urss procede a ritmo forzato la costruzione del blocco sovietico che è in larga parte conservato, l’armata rossa non si è mai ritirata, questo punto inizia quella fase di costruzione politica in cui questi paesi diventano satelliti dell’unione sovietica, si chiamano democrazie popolari.

Nei paesi dell’Europa centro orientale non c’era una grande tradizione di partiti comunisti, come si fa ad affermare lì il comunismo, l’URSS deve fare una costruzione teorica e ideologica bisogna dare una legittimazione al fatto che lì c’è una forte egemonia sovietica, non ha importanza sin questi paesi il comunismo non c’è mai stato.

L’armata rossa è un fattore di comunistizzazione l’armata rosse è una forza in sé rivoluzionaria, è una finzione ideologica è un pretesto teorico.

Stalin le elezioni le fa attraverso le consultazioni popolari, si coalizzano con altri partiti, una volta che governano si garantiscono i ministeri chiave, una volta che il controllo sulla società è garantito, i partiti comunisti vincono con maggioranze del 100%, gli altri partiti non servono più, in alcuni casi viene realizzato in modo indolore.

In Cecoslovacchia i comunisti già c’erano, era l’unico paese in cui il pc aveva un certo seguito tanta è l’insofferenza verso l’unione sovietica. I comunisti in Cecoslovacchia devono prendere il potere con un golpe. Un primo campanello di allarme è una vicenda drammatica, uno dei padri fondatori era massari viene trovato morto, si sa che era uno dei leader che si stava opponendo alla dominazione sovietica, si culmina in trattati bilaterali, la presenza dell’armata rossa deve divenire definitiva, attraverso accordi bilaterali, le ultime due eccezioni sono la Iugoslavia e l’Albania che sono insofferenti di questa occupazione sovietica, la Iugoslavia difende la propria autonomia, ha un risvolto interno, un insieme di diverse enei che possono coesistere se hanno una certa autonomia.

Walter Lipman conia questo termine “cold war”, c’è una guerra salvo il fatto che non si combatte, non c’è una guerra e non ci sarà per tutto la durata della guerra fredda. Berlino, Trieste.

Nel 46 Churchill in un intervento che fa negli usa dice che sta calando sull’Europa una cortina di ferro, che è l’immagine che rende l’idea di cosa stia succedendo, Churchill agli Stati Uniti, altri due paesi in cui arriva la

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guerra fredda sono due paesi ben precisi, non abbiamo parlato di cosa stanno avendo gli americani, la minaccia che colpisce,

la Grecia e la Turchia, la guerra fredda inizia lì, nel mediterraneo orientale la si precipita nella guerra civile, con la presenza di un forte partito comunista.

Il partito comunista greco viene messo fuori legge al termine di questo processo, comunisti locali, partito comunista ellenico, il caso turco ha una dimensione maggiore la Turchia confina con l’Unione Sovietica, la Turchia inizia ad avvertire un insistente pressione al confine, si teme che si possa seguire la sorte delle democrazie popolari, la reazione al fatto che l’URSS sta dilagando in Europa.

Truman è l’uomo che sa Possano a Stalin che lui ha la bomba atomica eliminato il nazismo pensa che la nuova grande minaccia internazionale sia l’unione sovietica di Stalin, gli USA decidono di porre rimedio al fatto che gli europei fanno guai, la minaccia viene più da est l’egemonia viene minacciata dall’unione sovietica, è in questa fase che gli americani verranno a prendere degli impegni definitivi sul suolo europeo.

Wilson vince la guerra e i suoi soldati tornano a casa Roosevelt vince la guerra, non vede il motivo per cui i soldati debbano restare in Europa dopo la guerra,

Truman dice che questa volta per salvare l’Europa bisogna stare sul suolo europeo, Bundenstag dice che questo è un impero da invito, gli americani rispondono a questa richiesta di aiuto.

L’altra tesi è che sia un preciso interesse degli Usa prevenire l’egemonia sovietica sull’Europa, il concetto che meglio rappresenta, è quello dell’integrazione

empire by integration, l’idea che ci si costruisca su due pilastri, americano e Europa occidentale, quali sono le tappe?

Questione economica e strategica, gli americani iniziano ad organizzarsi, siamo in un clima internazionale nuovo, la competizione con l’Unione sovietica, quello che i sovietici fanno in Europa orientale si può fermare solo con la forza, si iniziano ad approntare una serie di reazioni.

La nascita della CIA, la grande agenzia di intelligence americana, tutt’oggi ben nota con i suoi pregi e difetti nasce come una delle prime risposte alla minaccia sovietica, sapere è potere, raccogliere informazioni in tempo utile su come il comunismo avanza nei vari paesi, un contributo molto importante alla presa di coscienza dei rischi viene da un oscuro diplomatico americano che si trova nell’ambasciata di mosca.

Kennan non è l’ambasciatore americano a Mosca ma è un incaricato d’affari un consigliere diplomatico, non è una personalità di prima vista, è un funzionario dell’ambasciata americana.

Nel 46 Kennan scrive una relazione che viene inviato al dipartimento di stato, il long telegram, rapporto molto lungo, ed è uno dei documenti più straordinari della genesi della guerra fredda.

1. Stalin percepisce il mondo occidentale come una minaccia l’area della liberal democrazia è un sistema più evoluto ricco e avanzato, occupando lo spazio che c’è nel mezzo.

2. Per Kennan l’aggressività di Stalin nasce da un’insicurezza, in questa analisi è presente la speranza che un giorno i sovietici possano destarsi e opporsi a questo sistema.

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3. Kennan però fa una conclusione che riesce a convincere chi al dipartimento di stato riceve il rapporto, il sistema sovietico deve essere contrastato non tanto sul piano strategico, ma su tutti gli altri ambiti, bisogna in tutti i modi costringere il potere politico sovietico ad una competizione sul piano dello sviluppo economico, sul piano culturale tutti gli ambiti.

Il telegramma ci dice che un contro è il sistema politico sovietico, un conto è il popolo sovietico, tutto quello che l’URSS sta facendo è volontà dell’élite politica del Cremlino, i russi subiscono tutto questo, il sistema sovietico è un sistema autoritario, perché Stalin è così aggressivo perché espande nel mondo il comunismo? Sta facendo quello che Trotskij e Lenin sognavano di fare, la motivazione è storica, l’unione sovietica esattamente come la Russia. Entrando in conflitto con un mondo che è intrinsecamente migliore di quello sovietico, Stalin si mette dal punto di vista del singolo cittadino sovietico e capisce che il potere può essere tenuto solo con la forza.

In cui si possa favorire una crisi tra chi governa e chi è governato, la competizione non deve essere accolta sul piano militare deve essere accolta sul piano economico e civile.

Chi lo legge ne resta impressionato, questo telegramma arriva sul tavolo di Truman, ma resta impressionato, il long telegramma contribuisce al formarsi della reazione americana, nel ‘47, una versione rivista del long telegramma su foreing Affairs, questo è il motivo per cui siamo a conoscenza di questo documento, quindi l’idea che si debba reagire a 360 gradi, su più ambiti.

Ambito economico

1) Gli americani hanno cercato di dar vita ad un nuovo sistema economico finanziaria, con gli accordi di brettoni Woods, la cosa interessante è che si stabilisce che il nuovo sistema di pagamento a livello internazionale sarà il dollaro,

La guerra fa dell’economia americana l’economia più forte del mondo tutto il sistema finanziario viene agganciato al dollaro, minime oscillazioni convertibilità del dollaro con l’oro, questo perché durante la seconda guerra mondiale gli americani avevano fatto razzia di oro, a Fort Nox, gli americani se potevano mettere mani sulle riserve auree di quel paese.

C’è sempre qualcuno che si oppone, Keynes si oppone dice che questa soluzione creerà alla lunga dei problemi che è legata all’andamento dell’economia americana? Perché non creiamo una moneta ad Hoc per gli scambi internazionali? Già siamo in un sistema in cui c’è l’egemonia del dollaro.

2) Quando il presidente annuncia di voler sostenere la ripresa economica europea, è il cosiddetto piano Marshall, il generale americano, va a colmare una precisa esigenza che è quella di rilanciare l’economica dei paesi europei, ci sono due notazioni importanti, gli americani si sono fatti furbi, alla fine della prima guerra mondiale hanno concesso prestiti alla Germania, questa volta gli americani hanno imparato la loro lezione,

i. Danno aiuti a fondo perduto, dimostrazione di supremazia economica, è un piano grandioso l’altra notazione interessante e qui non c’è soltanto l’economia ma anche l’ideologia,

ii. Questi aiuti non sono solo riservati solo all’Europa occidentale, ma anche all’unione sovietica e alle nascenti democrazie popolari, Siamo talmente forti e generosi che siamo disposti ad aiutare tutti, in un qualche modo si riconosce la

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supremazia economica e politica, chi è disposto ad aiutare gli altri fa sempre bella figura. Gli americani hanno posto un’unica condizione, che aderiscono ad una organizzazione internazionale nella gestione di questi prestiti OECE organizzazione europea di cooperazione economica, gli americani sono interessati sono interessati a promuovere un processo di integrazione europea, perché concepiscono l’integrazione europea come funzionale alla costruzione di una comunità atlantica forte che possa reggere l’urto con l’unione sovietica, gli europei continuano a detestarsi tra di loro, i cannoni sono ancora caldi e fumanti.

Sarebbe meglio che gli europei si unissero tra di loro la risposta sovietica è ostile, viene percepito come un atto di ostilità da parte americana, tendenza egemonica dal punto di vista economico, il sogno danno, esprime questo concetto chiaramente, stanno costruendo una sfera imperialista noi dobbiamo lottare contro la sfera dell’imperialismo, a seconda dei punti di vista cambiano la prospettiva, conseguentemente non soltanto l’unione sovietica, impedirà di poterne beneficiare, si stanno consolidando queste due aree, entra la dimensione economico finanziaria, è l’ambito in cui gli americani hanno più facilmente partita vinta. Sul finire degli anni 40 a dimostrazione di come si stia rapidamente conseguendo.

Nel 48 c’è quella che è considerata la prima crisi di Berlino, in questa fase inglesi americani e francesi iniziano a manifestare una simpatia verso l’unificazione dei tre settori, sono favorevoli ad uno stato federale (i francesi), americani e inglesi vogliono un sistema accentrato, un marco occidentale che vale per i tre settori il deutchmark, qual è la reazione a questi inziali passi di unificazione, reazione molto ostile, bene se queste sono le vostre intenzioni.

Controllo gli accessi a Berlino, allora blocco gli accessi a Berlino, Berlino non è più accessibile agli occidentali, per arrivare a Berlino i francesi devono attraversare il settore tedesco controllato dai sovietici.Secondo il diritto internazionale questa è un’aggressione.

Truman non si lascia intimorire e appronta una soluzione straordinaria, il cosiddetto ponte aereo, quello che non può raggiungere Berlino via terra arriverà dal cielo, si levano in volo dei cargo che portano da mangiare ai tre settori occidentali, spetta a Stalin se abbattere o meno questi aerei, la prima crisi di Berlino si presenta sin da subito come drammatica.

Siamo vicini ad una guerra, si risolve, Stalin conoscendo il linguaggio della forza riconosceva che la forza non era dalla sua parte, la prima sfida della guerra fredda si conclude con un clamoroso successo della potenza americana.

Gli occidentali hanno partita vinta e con un provvedimento chiamato legge fondamentale unificano la repubblica tedesca, una repubblica federale,

E’ un grave scacco, certo avrebbe potuto reagire facendo la medesimi cosa nella Germania orientale ma non lo fa subito vuole giocare fino in fondo le sue carte nel 52, passati 3 anni in cui esiste la repubblica federale tedesca ed esiste una Germania orientale che non è uno stato.

Nel 52 Stalin pubblica una nota, nota per la pace.1) Creare uno stato unitario tedesco, il vecchio stato tedesco può risorgere, come sovrano e

indipendente2) Qual è la condizione che Stalin pose, che la Germania accetti di essere uno stato neutrale

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Rilancio sul piano diplomatico, Stalin gioca la sua ultima mano che pensa di essere buona, propone questo l’unione sovietica è favorevole alla riunificazione di tutta la Germania, c’è una condizione, il vero asso nella manica che Stalin mette sul tavolo è che questa Germania unificata e indipendente potrà avere un esercito proprio. A questa condizione sarà possibile risolvere il problema tedesco, naturalmente la risposta di parte occidentale è assolutamente negativa, la più forte opposizione alla nota per la pace non viene tanto dagli americani, ma viene dai tedeschi occidentali, dal leader Adenauer, che è una delle grandi figure, uno dei padri fondatori dell’Unione Europea, non baratto la liberà del mio paese con l’unità, nessuno potrà dire ai tedeschi che politica estera possono fare, quando la Germania rinascerà libera anche in politica estera.

28/10/2019

Le elezioni del 48 hanno portato la guerra fredda in Italia, basti pensare che la propaganda condotta dai due blocchi che si contrapposero, non lasciarono nulla di internato, strumentalizzarono tutto quello c’era da strumentalizzare, ci sono tante questioni che sono state trattate in modo doloroso dai trattati di pace.

Come entrano questi due argomenti sullo scontro della campagna elettorale, l’unione sovietica per sostenere il partito comunista, aiuta a prospettare il ritorno delle colonie, all’unione sovietica non importava nulla delle colonie dell’Italia, ci si aspettava un forte impegno contro il colonialismo da parte del comunismo europeo, non si esitò a mostrarsi disposti a supportare il mantenimento delle colonie italiane.

Sempre con uno strumento di politica internazionale, se agli italiani del secondo dopo guerra c’era qualcosa che premeva molto era un pezzo di patria conquistato con il sangue del 15 18, era un gioco al rialzo, le due superpotenze interferiscono nella campagna elettorale del 48.

1948 49, abbiamo la prima crisi di Berlino, il vantaggio strategico di Stalin è quella di avere un enclave in Berlino, si portano viveri ai settori delle potenze occidentali, Stalin lascia che questo ponte aereo possa avvenire, la legge fondamentale porta alla nascita della repubblica federale tedesca, vengono riunificati in un unico attore ovest, repubblica federale, l’idea di una Germania con un sistema centralizzato creava qualche inquietudine, solo nel 52 reagisce con la nota per la pace, non è vero.

La risposta sovietica nel 1949 alla nascita della repubblica federale tedesca è la fondazione delle DDR, ovvero la Germania dell’est, il sistema di divisione del territorio tedesco si perfeziona, uno stato ad ovest e uno stato ad est, è un passo avanti rispetto a quanto pensato a Posadan e a Yalta, sembra una situazione bloccata, questo dibattito diventa il centro della storia della guerra fredda, si inizia sul versante della sponda occidentale.

Si lavora sull’altro pilastro, l’altro pilastro oltre quello economico, la seconda gamba che regge il sistema è l’alleanza atlantica, il patto di alleanza difensiva, militare che lega gli stati uniti ai paesi dell’Europa orientale, il percorso della nascita della Nato è molto complesso, quando in Europa si inizia a pensare, all’ipotesi di dar vita ad una nuova alleanza, ci sono due tendenze con gli europei.

L’idea che prevale su tutto, se c’è un motivo per cui valga la pena rimettere in loco una nuova alleanza difensiva, la Germania non è più uno stato unitario,

questo insuperabile timore dei tedeschi porta ad una prima alleanza tra GB e FR il cosiddetto patto di Dunkirk, in questa fase i tedeschi non sono in grado di nuocere a nessuno, c’è qualcuno che dice attenzione, la vera minaccia non è la Germania, ma l’Unione Sovietica.

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C’è un dibattito che riguarda due paesi, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, sappiamo dalla storia che tra questi due paesi c’è un legame storico molto forte, la special realtionship, si basa su un’affinità geopolitica e culturale, su una certa distanza dall’Europa. Su un certo modo comune di vedere le questioni europee, c’è un importante politico che si chiama McMillan il quale dice in modo efficace.

Gli inglesi sono come gli antichi greci e gli americani come gli antichi romani, è interesse degli inglesi che gli americani siano interessati a proteggere l’Europa, il patto di dunkirk.

Nel 48 nasce il patto di Bruxelles, prima importante alleanza Europa post bellica, che dà vita alla unione occidentale, i paesi del patto di Bruxelles,

1) sono Regno Unito e Francia i paesi del Benelux, questo primo nucleo che dà vita ad un’alleanza difensiva, gli europei iniziano ad allearsi, agli americani non interessa trattare singolarmente con i paesi europei, non rapporti bilaterali con singoli paesi, ma un rapporto con un nucleo di rapporti, Bruxelles è importante non perché garantisca la difesa dell’Europa,

2) il patto di Bruxelles è la dimostrazione della volontà politica condivisa di dire che gli europei sono uniti per fare un’alleanza, gli europei ci sono per costruire un’alleanza atlantica.

E’ un’importanza più politica che militare.

I colloqui per l’alleanza atlantica sono circoscritti a tre paesi, Stati Uniti, Gran Bretagna e Canada, paesi del nord atlantico, i rappresentanti danno vita ai pentagon talks, in cui si concepisce quella che sarà la futura alleanza atlantica, chi inviteremo a far parte di questa alleanza, questi sono i grandi temi che vengono affrontati in questa discussione.

L’Italia non fa parte di Bruxelles, anche la Germania deve pagare pegno, sono estromessi da questo dibattito, la posizione dell’Italia è meno pesante rispetto a quella tedesca sono due paesi a limitatissima sovranità nessuno pensa che possano essere coinvolti in un’alleanza militare la posizione dell’Italia è un po’diversa viene chiesta disponibilità dell’Italia a dar parte di questo processo costruttivo.

La risposta non è chiara, perché questo dibattito di politica avviene in una fase molto travagliata. De Gasperi non dice che sicuramente se l’Italia vince le elezioni entro in un’alleanza contro l’Unione Sovietica, non lo dice.

Il primo ad essere perplesso è De Gasperi, è pacifista, non crede che dopo 20 anni di fascismo sia una cosa giusta che l’Italia aderisca subito ad una nuova alleanza militare, se facciamo una politica estera pacifista, super partes, possiamo stare fuori da questa mischia, perché non ci limitiamo a coltivare un rapporto di privilegio con gli Stati Uniti, questa è la risposta che De Gasperi dà.

La reazione degli americani e degli inglesi, Ermes Belin mistero degli esteri inglese, dice che l’Italia non ha capito che se l’Italia non collabora non supererà mai la sua condizione di paese sconfitto.

Questo è quello che pensano i diplomatici italiani, alla fine della seconda guerra mondiale, questa è per l’Italia un’opportunità irripetibile, non si può dire che Quaroni, gli italiani nonostante abbiano perso la guerra pongono delle condizioni, l’Italia pagherà un duro prezzo per non aver aderito al patto di Bruxelles.

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Questo riflette la condizione di spaccatura nel paese, un forte partito socialista e comunista, un partito democratico cristiano refrattario alle alleanze militari, c’è una voce contraria a Quaroni. Brosio ad esempio dice che l’Italia potrebbe fare una politica di neutralità, qualche anno dopo diventa segretario generale della Nato.

I cittadini statunitensi erano pronti?

Per convincere gli americani ad impegnarsi a difesa degli europei, non è Wilson né Roosevelt, Truman è un uomo di buon senso, non vuole trovarsi nella posizione di Wilson, ovvero quella di essere sconfessato a casa sua, viene presentata la risoluzione Vandemnerg, strumento di politica estera che autorizza il presidente a firmare trattati di alleanza in tempo di pace.

La casa bianca non vuole correre il rischio che il senato bocci l’accordo, la risoluzione Vandemberg supera quell’atteggiamento di riluttanza, senza la risoluzione Vandemberg con ogni probabilità non avremmo avuto la Nato, sembra essere spianata una strada, si marcia verso la stipula del trattato di nord atlantico.

Resta un aspetto da chiarire che non è un dettaglio quale debba essere l’area strategica di questa alleanza, non c’è dubbio che ci debbano essere paesi come Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna, ci devono essere tutti i paesi del patto di Bruxelles, gli Stati Uniti decidono che non vogliono avere un presupposto diplomatico, ci sta dentro anche la Francia che è un paese mediterraneo.

Si dovrà occupare della sicurezza del mediterraneo, almeno della parte di mediterraneo che interessa alla Francia. L’Italia non la vuole nessuno, può un’alleanza militare essere interessata ad avere l’Italia, ci sono tantissimi pregiudizi, italiani non affidabili, l’Italia è un paese fragile, può diventare più un peso che non un vantaggio, la discussione sembra chiusa, in effetti è una discussione che è chiusa.

De Gasperi stesso non è convinto, chi garantirà la difesa nazionale italiana se non i paesi della Nato, capisce che anche se non gli piace l’idea dell’alleanza militare, scatenando le ire dei paesi di sinistra e dei pacifisti cattolici, ci sono dei diplomatici che si battono molto, fa una cosa sportandone, presenta di sua iniziativa la domanda di adesione dell’Italia al patto atlantico, Tarchiani fa questo clamoroso errore.

Alberto Tarchiani fa questo perché è un ex giornalista del Corriere della Sera che cede all’entusiasmo, questa sua adesione cade, diventa del tutto insignificante e contribuisce a rendere l’immagine dell’Italia non esattamente credibile.

Per quanto possa sembrare paradossale, l’Italia è uno dei paesi fondatori dell’alleanza atlantica.

La Francia ancora una volta fa un ragionamento di carattere strategico, qual è l’interesse che la nato ha nella Nato, che garantisca il mediterraneo, vuole che nel teatro operativo della Nato ci siano anche le colonie, l’alleanza che sta nascendo non abbia un asse strategico troppo spostato a nord, sarà meglio che ci sarà anche l’Italia, i francesi pongono la condizione.

I Francesi dicono che se non facciamo entrare l’Italia noi poniamo il Veto sulla Norvegia, si apre una crisi, minacciano di far bloccare tutto il processo. Truman chiede a Ecison, di studiare a fondo questa questione, ci conviene accettare o andiamo allo scontro e il segretario consegna un documento a Truman, con la partecipazione dell’Italia, qualche motivo per volere l’Italia nel mediterraneo, ha una valenza strategica, non possiamo permettere che una discussione su un singolo paese faccia saltare il progetto, l’Italia viene invitata ad aderire, come membro fondatore.

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Si arriva al 4 aprile del 49, cerimonia solenne a Washington di cerimonia del trattato dell’alleanza atlantica, qual è una delle caratteristiche di questo trattato,

1) una delle caratteristiche è che il testo di questo trattato viene reso pubblico prima ancora che venga firmato,

2) Viene normale pensare per le Nazioni Unite che la Nato sarà una contrapposizione ad esse, ci sono le nazioni unite che garantiscono la pace, i diplomatici dicono adesso dimostriamo che l’alleanza atlantica è perfettamente compatibile con la carta delle nazioni unite. Nonostante queste paure, il trattato richiama l’articolo 51 capitolo settimo dello statuto dell’ONU, quello che regola il principio di autodifesa, perfetta compatibilità non è una violazione.

3) L’articolo più interessante è l’articolo 5, il cosiddetto casus fondersi.

Tutto in piena compatibilità con la legalità internazionale e con lo statuto delle nazioni unite, qui si dice che se uno dei paesi membri dell’alleanza viene aggredito, gli altri paesi si consulteranno e intraprenderanno l’azione che verrà considerata necessaria, massima flessibilità, la fortuna, hanno fatto sì che questo articolo 5 non venisse mai testato durante la guerra fredda.

L’unico caso è stato l’undici settembre 2001, cosa hanno fatto i paesi membri, hanno letto l’articolo 5, si può dire che questo trattato nasce per contrastare un nemico ben preciso, ci muoviamo in un sentiero incognito che richiede molta semplicità, nessuno vuole invocare l’articolo 5. Si è preferito procedere con massima solidarietà, sono stati reazioni condivise, quello che ci rincuora è il fatto che l’articolo 5 non sia mai stato messo sotto stress durante gli anni della guerra fredda.

I paesi membri danno vita ad una struttura che sarà la Nato, la nato è figlia del patto, è l’organizzazione che nasce dal patto, è un errore dire che la nata nasce il 4 aprile. Il 4 viene firmato il trattato, una struttura come la Nato non si tira su dall’oggi all’indomani, un comando, un comitato politico, un consiglio, questi paesi si danno un organo rappresentativo, il cosiddetto consiglio atlantico, si coordineranno per la produzione delle armi, bisogna che i paesi membri si coordino.

L’articolo 2 dice che la nato non ambisce a divenire solo un’alleanza difensiva, è pacifico che è un’alleanza difensiva, il progetto originario è costruire una comunità atlantica, che è politica economica e culturale, si insisterà molto negli anni per concentrarsi sugli altri aspetti della alleanza.

L’obiettivo non è solo quello di costruire una vera comunità atlantica integrata, non doveva essere solo un’alleanza militare, ma doveva essere in parte un’alleanza politica(?). Doveva essere una comunità di valori condivisi, il paese ne fa parte, partono le raccolte per le firme, le petizioni per la pace, i pacifisti, poi ci sono i neutralisti, un conto è essere pacifista, un altro conto è essere neutrale, ci sono i socialisti e comunisti che sono contrari per principi ideologici.

Anche all’interno della dc non c’è omogeneità, in una fase in cui paradossalmente la santa sede vede con favore la nascita della alleanza atlantica, l’adesione dell’Italia non rimuove le spaccature ideologiche ma le cristallizza, ogni avvicinamento viene guardata con profondo sospetto, quindi si consolida la logica della guerra fredda all’interno del paese, la comunità atlantica non si esaurisca.

Nel 50 arriva un documento di particolare importante, NSC, National security council numero 68, un organo consultivo presieduto dal presidente degli stati uniti nel 50 produce questo documento di fondamentale importanza, cosa dice questo documento è un’analisi preparata da un esponente del partito democratico che è il segno Paula nitze.

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1) Ci vuole eccome un impegno militare che non è più solo convenzionale ma anche atomico, in questo momento l’atomica diventa un fattore strategico della guerra fredda, anche i sovietici sono riusciti ad acquisire l’ordigno atomico, il pericolo sovietico si fronteggia anche con il nucleare, laddove si manifesta, il che significa una cosa di una certa importanza storica.

2) Bisogna tenere i soldati americani in Europa, non lo volva fare Wilson Roosevelt Truman, la nato è stata costituita con sede a Parigi, ci sono tutti i presupposti per cui non solo le armi americane siano presenti nei vari paesi europei, questo documento nasce in un momento che è drammatico, è in corso proprio nel 1950 la prima guerra della guerra fredda che è la guerra di corea, la guerra fredda è subito drammatica, fa fare alla strategia americana un salto di qualità

Cosa aveva detto Kennan da Mosca, che i poveri russi erano vittime del partito comunista, la leadership del partito comunista era aggressivo perché insicuro, qui si era fermato kennan, dicendo che sarebbe stato opportuno fronteggiare questa minaccia con la propaganda politico culturale e con la crescita economica.

Il piano Marshall, il NSC e il patto atlantico,

si ha la dottrina Truman, la dottrina del contenimento, Truman dice una cosa, c’è nel mondo una minaccia alla libertà che è rappresentata dall’espansionismo sovietico l’unico modo affinché ci sia questa libertà, la dottrina del contenimento.

Prevede una dottrina, è il presupposto di quella che molti anni dopo si definita la guerra fredda globale che non risparmia nessun angolo del pianeta, tutto questo nasce dalla minaccia dell’Urss sulla Turchia, e il movimento comunista sulla Grecia, questi due elementi hanno fatto mettere in campo questa specifica volontà politica, un impegno assoluto.

Nel 52, Grecia e Turchia siano i due paesi ad aderire all’alleanza atlantica, non in qualità di fondatori ma di membri aggiunti, sono i primi perché si capisce che non c’è altro da fare, tutto il mediterraneo diviene un ambito presidiato dalla Nato.

L’unione sovietica confina con la Nato, confina con i soldati americani con le armi americane, una situazione molto pericolosa, non c’è soltanto Berlino. Ma c’è un lunghissimo confine europeo che va dal mar nordico fino a Trieste e che prosegue fino a Grecia e Turchia. La spaccatura del continente è totale e definitiva, la premessa di tutto questo, manca ancora un pilastro.

Manca il pilastro affidato all’integrazione europea.

Ovviamente alla fine della seconda guerra mondiale, il pensiero che si debbano presentare gli odi nazionalistici europei è abbastanza condiviso, soprattutto al livello dei principali leader politici, Adenaure, Churchill Monet, De Gasperi, è il pensiero che si debba andare oltre l’Europa dei nazionalismi.

Si deve ridimensionare l’importanza delle barriere e dei confini, la necessità di agevolare lo sviluppo economico del continente dopo la seconda guerra mondiale, si dà vita a varie organizzazioni, Churchill è tra i primi a parlare degli Stati Uniti d’Europa, parla nel 46, è un’idea ancora molto prematura, specialmente se interpretata dagli Stati Uniti, ma la visione è potente, nascono due interpretazioni di quello che potrebbe essere un percorso di integrazione occidentale, costruire soggetti super partes forti.

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1) Il primo seme che viene gettato per l’integrazione europea è il consiglio d’Europa, convergenza tra inglesi e francesi e si trovano a dar vita ad un organo che è consultivo

Dar vita ad un organo condiviso e di diverso, le difficoltà sono tante, questi paesi (Francia e Germania) continuano ad essere fortemente diffidenti gli uni con gli altri, per superare il peso della storia ci vuole un metodo che porti a superare gli ostacoli

2) Approccio funzionalista, di cosa hanno bisogno tutti, di questo hanno indubbiamente bisogno di una ripresa economica, approccio che mette le parti contrapposte d’accordo, gli interessi comuni, uno dei padri di questo metodo, è il francese Jean Monet, l’uomo che con la sua esperienza personale, incarna questo stesso metodo, ha lavorato per le istituzioni finanziare americane, è portato a vedere le cose oltre i nazionalismi, per aggirare queste difficoltà bisogna pensare a cosa concrete., Monet lancia l’idea.

3) Il segno Schumann, dà vita al piano della comunità del carbone e dell’acciaio, primo passo verso il processo di integrazione, siamo negli anni in cui la guerra fredda si sta intensificando, tutto quello che viene fatto viene fatto (contro?) le superpotenze, ogni sentimento fatto nel senso dell’integrazione è fatto contro le superpotenze, lo sfruttamento di risorse può cambiare il corso della storia, prima ci si faceva la guerra, ora collaborano insieme.

È un grandissimo passo avanti, l’Italia aderisce alla comunità europea del carbone e dell’acciaio, si vede in questo progetto di integrazione europea che accentuerà a supremazia riconducibile agli Stati Uniti, c’è un pregiudizio ideologico da parte dei comunisti.

Difficoltà più concrete vengono dall’industria italiana, abituata da un regime protezionistico che la teneva al riparo dalla grande competizione, ecco perché l’Italia aderisce un po’ in affanno ed è tra gli ultimi paesi, un certo contributo al pensiero federalista l’Italia lo aveva dato con il manifesto di Ventotene, il ministro degli esteri afforza cerca di recuperare quella tradizione non dimentichiamoci che siamo stato araldo dell’Europa con il manifesto di Ventotene.

4) assieme all’Europa economica ci si aspetta che cresca un’Europa strategico militare, il tasto molto delicato è quello del riarmo tedesco, non può esserci una comunità europea. Esiste la RFT che non è nella Nato, apriamo alla prospettiva di un riarmo tedesco dice Churchill, altrimenti non possiamo parlare di riarmo europeo senza la Germania, i francesi presentano un paino sul riarmo tedesco presentano il piano

1) Pleavain, proposta che tiene insieme l’eventuale riarmo tedesco con la difesa comune europea, ricostituzione di alcune unità tedesche nel contesto di forze armate europee, questa è la logica del piano una delle tante proposte.

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L’Italia sta cercando di recuperare un profilo internazionale, c’è enfasi in tutto quello che viene fatto, con i primi passi dell’integrazione economica europea viene lanciato il discorso dell’integrazione militare europea, gli europei hanno preso l’impegno a riarmarsi, hanno firmato il trattato del patto atlantico.

Siamo ai primi anni 50 esiste la RFT e esiste la RDT, 1952 Stalin fa la nota per la pace apre alla riunificazione in una sola Germania, a patto che risulti neutrale, qual è la preoccupazione di Stalin è che ci possa essere una Germania filo occidentale, la risposta di Adenauer, è stata quella di dire non baratto la sovranità, la risposta Stalin è no, dietro al no di Adenaur c’è il no degli inglesi francesi e americani.

Dopo aver dato vita alla repubblica federale tedesca vedremo che nel 54 la rft entrerà a far parte della Nato.

Cadranno tutte le illusioni di Stalin, fino ad ora, dall’altra parte Stalin ha guadagnato tempo, vedere se gli europei accettavano la sua proposta, quando capisce che era inevitabile che la RFT aderisse alla nato.

Stalin dà vita ad un’alleanza difensiva analoga alla Nato, quello che si chiamerà patto di Varsavia, perché passano ben 6 anni dal 49 al 55 anno in cui è stato fatto il patto di Varsavia.

Fino all’ultimo i sovietici hanno pensato di poter sottrarre la Germania dell’ovest al controllo occidentale, due Germanie due alleanze militari, questa linea che è il confine, tra la Nato e il patto di Varsavia, tra gli americani e i sovietici.

Il 55 è l’anno in cui la guerra fredda si perfeziona, uno storico delle relazioni internazionali, Dinolfo, dice che ne 55 la guerra fredda finisce, sono entrambe due superpotenze dotate di ordigni atomici, c’è un equilibrio perfetto che nessuno avrà voglia di violare, non ci rara mai una crisi diretta tra americani e sovietici.

Quelle forze che dividono l’Europa sono le stesse che promuoveranno il processo di integrazione, gli Usa sono grandi promotori del progetto europeo, l’unico modo che permette alla grande economia americana di muoversi a pieno regime è il fatto di essere all’altezza. Gli americani sono main sponsor del processo di integrazione europea, viene presentata al senato americano nel 47 in favore degli stati uniti d’Europa, senatore che è passato, l’idea è che lavorando in questa dimensione si possono creare le basi di un percorso di integrazione.

Non è che abbia un’importanza capitale, gli americani sono più europeisti degli europei stessi in questo periodo, poi viene la questione dell’integrazione strategica, l’idea di riarmare la Germania è un’idea che fa tremare i paesi europei, nel 49 ci sono già due stati tedeschi, già si riparla di riarmarla, si ha paura di ricadere nella stessa situazione della fine della seconda guerra mondiale, il piano Plavain, si supera il taboo del riarmo tedesco a patto che questo venga inserito nel dibattito europeo, i principali sostenitori del riarmo tedesco sono gli inglesi e gli americani.

Ma anche quelli che lucidamente pensano che rimettendo in piedi la Germania si può rimettere in piedi l’Europa, gli altri europei si convertiranno a questa idea, qual è il pensiero degli europei occidentali, la Germania ovest è favorevole a contribuire all’integrazione militare europea, cerca di riconquistare un altro pezzetto della sovranità che hanno perso, chiesero di poter entrare a far parte della Nato.

I sovietici hanno sperato in una soluzione diversa fino al momento in cui si è deciso di entrare nella Nato, non resta che reagire con quello che gli americani hanno fatto a Ovest, si ha una situazione perfettamente

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singolare tra in due blocchi l’alleanza che confinano lungo il territorio tedesco, lungo il confine tra le due Germania, si arriva ad un punto di consolidamento.

Medio oriente, nel riprendere questo scenario abbiamo a che fare con una situazione completamente diversa rispetto a quella della prima guerra mondiale, il sistema dei mandati si sta esaurendo. Gli inglesi hanno concesso indipendenza a vari paesi, la Francia è un po’ più riluttante a concedere l’indipendenza tra Siria e Libano, causa grandissime tensioni, fino a che i francesi saranno costretti a concedere l’indipendenza, tuttavia un punto di svolta si ha con

la nascita della Lega Araba, la Lega Araba, è promossa, da tre paesi, che sono l’Egitto l’Iraq e l’Arabia Saudita, tre paesi che in momenti successivi si sono affrancati dalla dominazione britannica.

Questi tre paesi decidono di dar vita ad un’organizzazione comune, la Lega Araba fu anche espressione degli inglesi di trasformare la loro politica di influenza su questi paesi, può essere un ulteriore stadio avanzato per un’influenza degli inglesi su queste regioni medio orientali, che sostiene moltissimo questo processo.

Eden ministro degli esteri che fa un intervento alla camera dei comuni a favore della Lega Araba è una politica di affermazione e di difesa delle istanze arabe, decolonizzazione, quindi già si profila un problema, è la Lega araba che sostiene le aspettative indipendentiste di Siria e Libano contro la Francia, questi paesi ottengono l’indipendenza, così come si vince la battaglia per l’indipendenza della Libia.

Non può essere considerato un caso di decolonizzazione ma un danno nei confronti dell’Italia che non era considerata in grado di mantenersi le colonie, agli inizi degli anni 50 falliti tutti i compromessi per stabilire un qualche controllo di mantenere sulle regioni libiche un qualche controllo, ma se guardiamo che tipo di stato nasce possiamo capire chi abbia diretto questo processo.

Libia monarchica con Idris, filo inglese, è il capo di una organizzazione religiosa che si chiama senussia, che è l’organizzazione che storicamente si è battuta contro il colonialismo italiano, Idris che è stato uno dei capi di questa lotta è considerato uno dei capi di questa lotta, la Libia intesa come stato unitario è un’invenzione, un paese molto grande e quasi completamente desertico e con popolazioni molto diverse, lo stato che nasce è conservatore che è fortemente condizionato dagli anglo-americani, i quali trasformano la Libia in una base americana del mediterraneo e avviano lo sfruttamento intensivo del petrolio che era stato scoperto dal geologo italiano chiamato Ardito Desio che aveva accertato l’esistenza del petrolio in epoche in cui non si poteva ancora sfruttare.

Non è che l’indipendenza della Libia sia stato un trionfo dell’indipendentismo Arabo, è molto condizionata dalle scelte anglo americane.

Ma la questione per eccellenza è la questione ebraica e la questione israeliana, alla fine della seconda guerra mondiale si creano le condizioni affinché i superstiti della Shoah, possano confluire in un loro stato, uno stato ebraico, c’è una pressione in questo senso, le premesse sono che tra l’altro gli inglesi non sono disposti ulteriormente e posporre il loro mandato sulla Palestina, questo è propizio al fatto che questa regione possa acquisire lo stato ebraico, la comunità internazionale vuole dare un supporto agli ebrei dopo la IIWW, negli USA il sionismo ha una grande influenza.

Nel 42 un gruppo di sionisti americani si pronuncia a favore di uno stato ebraico in Palestina.

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Fasi della costituzione dello stato di Israele

1) 1942 Piano Baltimore, è la manifestazione di volontà in favore della costituzione di uno stato ebraico in Palestina, Roosevelt, dice che non ha nulla in contrario, la costituzione dello stato ebraico in Palestina non deve avere tensioni, se solo avesse chiesto agli inglesi delle tensioni che già c’erano.

C’era già un nucleo di ebrei in Palestina, il piano Baltimore è già un piano difficilissimo da attuarsi, i più diretti interessati sono gli inglesi ma letteralmente non ne possono più.

2) Allora elevarono un piano spartitorio, il piano Morrison, divisione della Palestina in 4 regioni autonome, una parte araba, una ebraica, la città di Gerusalemme internazionalizzata infine la 4 regione del Negev, sarebbe rimasto sotto controllo britannico, perché di fondamentale importanza.

Questo problema passa alle Nazioni Unite, c’è un clima intenzionale molto favorevole alla nascita di uno stato ebraico.

3) 47 risoluzione 181, che non verrà mai applicata nella sua pienezza, prevede una soluzione della questione palestinese e inattaccabile nella sua logicità, viene stabilito che la Palestina venga divisa in 3 aree stato ebraico, si parla di stato, in un’altra parte nascerà lo stato arabo e infine Gerusalemme verrà internazionalizzata.

La risoluzione 181 Israele diventa uno stato riconosciuto anche dalle nazioni unite, non potrebbe esistere cosa migliore, se le nazioni unite dicono che è legittimo che nasca uno stato di Israele in Palestina,

4) il 15 maggio del 48 il signor Ben Gurion, ebreo polacco proclama la nascita dello stato di Israele, nessuno può dir niente c’è la risoluzione delle nazioni unite, i paesi arabi circostanti dichiarano guerra al neonato stato di Israele.

5) Gli stati arabi dichiarano guerra a Israele, con l’intento di stroncarlo sul nascere, 1948, è un conflitto che vede tutti i paesi arabi in guerra con Israele che si conclude nel 49 con l’armistizio di Rodi.

6) Una conseguenza del conflitto arabo israeliano è che la risoluzione 181 non si può più applicare, Gerusalemme non è più internazionalizzabile

Innanzitutto è un dato notevole che Israele non sia stato sconfitto da questa coalizione di paesi arabi, se vi attacca una coalizione di nemici, riuscirono a spezzare l’unità che regna tra i nemici, gli arabi in fondo non sono così uniti, ed è l’accordo con la Trans Giordania, che è la più disposta a scendere a compromessi con Israele, le forze armate della Transgiordania sono formate istruite dagli inglesi, che cosa hanno da offrire per porre fine alla guerra.

Innanzitutto la parte araba della Palestina quello che sarebbe dovuto essere lo stato arabo di Palestina, vi cediamo quella parte del territorio palestinese che non ci interessa e allo stesso tempo si può trovare una soluzione per Gerusalemme, una parte se la prende Israele e un’altra parte la Transgiordania, l’accordo si trova, Israele sventa questa minaccia e trova il modo di coesistere con il paese del fronte nemico più incentivato a trovare un compromesso, ma anche la rottura del fronte unitario dei paesi arabi, la dimostrazione del fatto che gli arabi non sono così coesi.

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Politica estera israeliana, ci sono vari motivi che rendono il neonato stato di Israele interessante agli occhi delle grandi potenze, lo possiamo vedere su vari punti di vista viene anzitutto riconosciuto dalla principali grandi potenze, perfino l’unione sovietica, atto di diritto internazionale con cui si riconosce come legittima l’esistenza di un altro stato, quali sono le sue caratteristiche, una forte identità culturale, uno stato coeso ma allo stesso tempo cosmopolita, gli ebrei sono per definizione cittadini del mondo.

Israele è un paese interessante sotto molti punti di vista, 1) vuole seguire un principio di non coinvolgimento, né propendere per la parte occidentale

né per quella filosovietica, è uno stato postcoloniale, c’era un’amministrazione mandataria sulla Palestina, un certo mondo guarda con favore all’esperimento israeliano.

2) C’è una propensione politica per una visione progressista, il laburismo israeliano, l’idea che con grande sofferenza questa comunità fosse riuscita ad affermare un certo sviluppo economico, i sovietici pensano che Israele sia una forza indipendente dalla sfera di influenza occidentale, i più cospicui aiuti vengono dagli Stati Uniti il rapporto di si trasforma in un’alleanza, una delle chiavi di lettura degli equilibri mediorientali. Anche l’Italia riconosce lo stato di Israele.

Seppur con un po’ di ritardo il continuo accavallarsi del conflitto arabo israeliano, quelli che prima parteggiavano per Israele con il tempo sosterranno la causa araba e Israele verrà considerato come uno stato aggressore e usurpatore.

Sempre nel corso di tutti questi conflitti cosa farà la politica estera italiana, un Medioriente instabile e insicuro che a sua volta è una minaccia, equidistanza da parte degli italiani all’interno del conflitto Israele palestinese.

La politica estera italiana sarà filo araba, perché dal mondo arabo arriveranno le risorse energetiche, il mondo arabo circonda l’Italia nel mediterraneo, se dobbiamo fare una scelta questa non può che essere a favore della componente araba, politica estera italiana terzomondista, molti dei paesi arabi sono in questa condizione, l’equidistanza è una finzione, in realtà l’Italia è stata filo araba, sul conflitto arabo israeliano.

Nel 51 in Iran succede qualcosa che rompe quell’equilibrio che era l’accordo di guerra, Iran come oggetto di politica internazionale e non soggetto, quello che accade nel 51 è che l’Iran comincia a mostrare una insofferenza per l’influenza delle grandi potenze, dobbiamo capire che a partire dagli anni 50 comincia la grande, arriva l’investimento delle potenze occidentali, va minimamente a vantaggio delle popolazioni locali.

Nel 1951 i nazionalisti al potere guidati da Mossadek decidono di assumere un provvedimento storico, la nazionalizzazione del petrolio, il petrolio è nel territorio iraniano, bene è degli iraniani ,

1) è un durissimo colpo agli interessi inglesi allo sfruttamento di queste risorse, questo equilibrio si spezza se si fosse stati in altri tempi si rimpone l’ordine con la forza siamo nel 51. Non si può più fare solo perché ci sono le nazioni unite, uno dei paesi che è interessato all’Iran è l’Unione Sovietica, gli inglesi non sanno come gestire questa situazione, non è la migliore delle prospettive, è il primo schiaffo che gli occidentali prendono da parte dei paesi arabi resterà per anni un mondo da chi il petrolio è in grado di estrarlo. La prima seria crisi petrolifera si consuma con l’effimera nazionalizzazione del petrolio.

2) Alla nazionalizzazione del petrolio gli americani reagiscono con la Cia, con un colpo di stato sotterraneo rimette le cose a posto, e le rimette talmente bene che l’Iran diventa un alleato degli Usa.

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Gli Stati Uniti vogliono estrarre il petrolio. Risoluzione aia, Mossadek viene deposto, lo scia torna al potere, non appena si chiude la stagione politica dei nazionalismi, garantiscono gli interessi, garantiscono la speranza nel campo filo occidentale, nasce quel rapporto tra gli usa e lo scià che durerà fino a quando non ci sarà in Iran di Komeni 79.

La prima seria crisi petrolifera si consuma con l’effimera nazionalizzazione del petrolio, al quale non reagiscono gli inglesi ma reagisce la Cia, con un colpo di stato sotterraneo rimette le cose a posto, e le rimette talmente bene che l’Iran diventa un alleato degli Usa.

Dopo la seconda guerra mondiale il rapporto tra latino America e usa cambiano,

il patto di rio introduce nelle relazioni interamericane 1) un principio di solidarietà di aiuto 47, anche di carattere difensivo, 2) c’è l’impegno a garantire le condizioni di sicurezza.

Il patto di Rio introduce il principio della solidarietà interamericana, c’è voluto oltre un secolo affinché si arrivasse a questo impegno da parte degli Stati Uniti, nello scenario del continente sudamericano del secondo dopo guerra, è uno dei più importanti stati di quest’area.

L’Argentina rappresenta una particolarità specialmente dal punto di vista politico, Argentina di Peron era un militare, progressismo sociale e militarismo,

1) dittatura attenta alla società, non è solo un uso monopolistico del potere.2) Il sistema autoritario di Peron cerca di mobilitare la società, 3) c’è una forte connotazione nazionalista, c’è una forte connotazione sulla società e sui suoi

bisogni sono i caratteri,4) il termine di populismo, un sistema politico in cui certe soluzioni politiche vengono

legittimate con il richiamo alle istanze sociali più diffuse, alla pancia della gente, ancora ci si dibatte attorno a questa idea dalla politica, se c’è la volontà di sfuggire ad una concezione populista.

5) Peron che è un uomo di destra durante la seconda guerra mondiale ha dimostrato una certa simpatia verso la Germania nazista, solo sul finire della seconda guerra mondiale fa l’atto di dichiarare la guerra alla Germania, in realtà c’era una certa simpatia, questa situazioni significa che alla fine della seconda guerra mondiale si trova isolata, non sono contenti di questa propensione autoritaria a peggiorare ulteriormente la situazione vi è il fatto che superata la questione della Germania nazista, l’Argentina di Peron intrattiene dei rapporti con la Spagna di Franco. Per alcuni anni l’ingresso della Spagna nelle Nazioni Unite è stato interdetto. L’Argentina di Peron fa delle scelte di politica estera, suscitano isolamento è una grande tensione con gli usa questo è un dato di cui tener conto, anche se la stagione peronista finisce.

6) Evita Peron, il volto gentile della dittatura quella che con il suo fascino convinceva la bontà del regime, questa pagina storica ad un certo punto finisce, ma non finisce la stagione degli autoritarismi.

India, alla fine della seconda guerra mondiale, l’india era il possedimento più importante più ricco e più prezioso dell’impero britannico, che non si può mantenere nei vincoli di un nazionalismo che si sta evolvendo. Durante la seconda guerra mondiale quando l’india è ancora una colonia sono emerse due concezioni politiche, parliamo sempre della stragrande maggioranza della politica. I nazionalisti che trovano

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il proprio leader in Neru, vogliono partecipare alla guerra, condizione per cui l’india deve affrancarsi e liberarsi dall’influenza.

C’è la versione di Gandhi che introduce una concezione diversa profondamente pacifista, di rifiuto della violenza che si basa su concezioni di non violenza in cui si può far ricorso alla resistenza civile ad una lotta passiva, il concetto di satria ga, anziché lottare con il suo nemico puoi rendergli la vita un inferno, stoppare la produzione.

Queste contrapposizioni vengono sciolte quado l’india diviene indipendente, subito si crea un grosso problema include anche una considerevole comunità mussulmana. Nonostante le opposizioni inglesi l’indipendenza dell’india si traduce nella partizione dell’india in due formazioni, il Pakistan e l’india siccome questo processo di partizione è un processo sanguinoso, questo è il processo a cui si oppone grandi questi due stati che nascono, l’india e il Pakistan sono in profonda tensione tra di loro.

Che sono delle vere e proprie ferite aperte, è un classico esempio di come il processo di decolonizzazione che in Asia è molto più avanzato rispetto all’Africa, produca anziché stabilità condizioni di instabilità internazionale. Tutt’ora vi sono conflittualità, quando l’india diviene indipendente ha il problema della regione del Tibet, sulla quale gli indiani accampano una serie di pretese, tuttavia il Tibet si trova sotto sovranità cinese. Nel 1950 tanto la Cina decide di invadere il Tibet e di dare questo tipo di risposta a chi come gli Indiani reclamava il rispetto dell’autonomia culturale del Tibet, o chi auspicava un Tibet indipendente, questo ci porta a capire l’importanza dell’emergere di questo nuovo attore.

Una volta cacciati i Giapponesi dal Vietnam, Ho ci Min non fa altro che riprendere la lotta contro i colonizzatori francesi, tentano di riappropriarsi di quella che è una vecchia colonia.

Si crea una fortissima tensione che si risolverà nel 54 quando i francesi saranno sconfitti e scacciati dall’Indocina e l’affermazione del nazional-comunismo sotto Minh si sarà definitivamente affermata, il dato più importante, quello che cambia maggiormente i caratteri politici del continente, quando Mao ricco.

È stato possibile perché Mao ha avuto la capacità di trasformare i contadini in soldati e con la lunga marcia lo ha portato a Pechino, i nazionalisti si sono trovati in minoranza, Chiang si è rifugiato nell’isola di formosa, Taiwan (Cina nazionalista).

Mao è il nuovo attore unitario che ambisce a darsi un modello di sviluppo, il fatto che la matrice del comunismo cinese non sta tanto nelle fabbriche quanto nelle campagne, raffreddamento dei rapporti con Mosca, subito dopo aver proclamato la repubblica, Mao stringe i primi rapporti con i Stalin. Mao è molto deferente nei confronti di Stalin, riconosce la potenza dell’URSS, in realtà quello che ottiene da Stalin è molto poco, è un po’ geloso, ha paura che la Cina diventi una potenza antagonista, poi guarda con profonda diffidenza al comunismo cinese.

Stalin pensa che dalle campagne provengono dei conservatori, è tutto da dimostrare che quello nato in Cina sia un regime comunista, quello che veramente è importante capire è che nel 48 abbiamo uno sviluppo imprevisto delle relazioni internazionali, è sfuggito agli Stati Uniti, la Cina che siede con un seggio nel consiglio di sicurezza doveva essere la Cina di Chiang qualcosa è andato storto gli americani non sono stati in grado di prevenire il comunismo cinese, alla fine quello che succede è che gli americani perdono l’influenza sulla Cina che diventa comunista gli americani subiscono questa sconfitta.

Con conseguenze gravissime per le Nazioni Unite, se il seggio è stato attribuito alla Cina succede che Stalin a Pechino c’è un nuovo regime alla Cina popolare, il seggio resta attribuito alla Cina nazionalista, gli americani

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neanche ci pensano a riconoscere la Cina popolare, i nazionalisti cinesi si tengono il seggio permanente nelle nazioni unite, è come se non esistesse questo paese questo crea un altro motivo di attrito che difende la Cina popolare, conseguenze molto serie in occasione della guerra di corea.

07/11/19

Nel 1948 Mao proclama l’avvento della Cina Popolare comunista e poco dopo si reca a Mosca per sancire un’alleanza con Stalin, che h aut atteggiamento di superiorità nei confronti della Cina; vuoi perché il rimato di superiorità comunista mondiale spetta di diritto all’Unione Sovietica che ha realizzato il modello rivoluzionario bolscevico e vuoi perché da parte di Stalin c’è una certa diffidenza.

Stalin non è convinto che quello cinese sia un vero e proprio comunista perché sono contadini che hanno preso il potere; inoltre, un altro pensiero che lo turba è che la Cina, essendo un grande paese, un giorno potrebbe diventare una potenza antagonista per il primato del comunismo mondiale. Da parte sua Mao è invece devoto a Stalin riconoscendone la grandezza e il primato internazionale. Per gli Stati Uniti la perdita della Cina è una grande sconfitta fallendo il progetto rooseveltiano che aveva individuato nella cina una uno dei pilastri dell’ordine internazionale post 2GM cristallizzato nella formazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con la Cina, alla quale era stato attribuito un seggio permanente con diritto di veto.

Quindi, inizia una battaglia diplomatica che durerà per gran arte della guerra fredda: da un lato l’Urss sostiene la Cina Popolare e vuole che le venga attribuito il seggio del CS, dall’altro gli americani che non riconoscono formalmente la Cina Popolare, ma solo quella nazionalista di Chang Kai-Shek che ora è rifugiata nell’isola di Formosa e continuerà a beneficiare del seggio permanente, perché al cambiamento viene posto il veto degli americani. La guerra fredda diventa una guerra anche asiatica che contrappone Stati Uniti e Cina, il cui effetto della preclusione assoluta degli americani nei confronti della Cina comunista è che la Cina comunista diventa strettamente dipendente dall’Unione Sovietica; i paesi occidentali che non la riconoscono a eccezione della Gran Bretagna per i rapporti con Hong Kong. I cinesi non possono quindi istaurare rapporti diplomatici con paesi occidentali e sono costretti a passare per il canale diplomatico sovietico, creando così una grossa dipendenza.

Mentre gli americani subiscono questa grande sconfitta di perdita di controllo della Cina intensificano rapporti di alleanza con il Giappone, cambiando radicalmente strategia nell’area asiatica; l’ex grande nemico viene promosso a nuovo alleato. La vecchia logica seguita dagli americani alla fine della guerra: occupazione de Giappone, amministrazione e smantellamento viene immediatamente arrestata e viene rilanciata la rinascita del paese per metterlo in condizione di essere un alleato degli Stati Uniti.

Si arriva al trattato di alleanza, all’inizio degli anni 50, che cambia completamente la prospettiva: il Giappone non è più una potenza militare, ma attribuisce agli Stati Uniti il compito di garantire la loro difesa, sottoponendo i giapponesi all’influenza militare americana chal Giappone si irradia a tutto il pacifico; il Giappone diventa una nuova base militare.

Questo cambio di politica degli americani produce inquietudini in altri paesi, per cui nel

1951 gli USA promuovono nel pacifico una alleanza regionale, una piccola NATO del pacifico, che riguarda solo Stati Uniti, Australia e nuova Zelanda, l’“ANZUS”;

questa micro alleanza viene promossa dagli Stati Uniti perché vogliono rassicurare questi due paesi che il Giappone, che stanno rimettendo in piedi, non sarà una minaccia nei loro confronti come lo è stato in

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passato. La nascita dell’ANZUS è contestuale ai negoziati che portano al trattato di pace col Giappone, presupposti della nuova alleanza Giappone - USA. Ma questo, oltre all’avvento della Cina comunista, non è l’unico grande cambiamento dell’area asiatica e del pacifico; la più drammatica manifestazione della guerra fredda è la Guerra di Korea che scoppia nel 1950. la Corea era stata occupata dalle forze giapponesi durante la 2GM; le potenze vincitrici stabiliscono che nell’ambito della sconfitta del Giappone la penisola coreana debba essere evacuata dalle forze giapponesi e sottoposta a una occupazione momentanea da parte di forze americane e sovietiche, in vista di una riunificazione che porti alla nascita di una Corea unita e indipendente, provvedimento approvato anche dalle Nazioni Unite.

Si crea quindi una situazione dove a sud sono presenti gli americani e nella parte nord della penisola i sovietici; in queste due parti di territorio ci si organizza dal una di vista politico. L’unificazione delle due parti e il modo per garantire la rappresentatività crea un grande dibattito e le soluzioni sono le stesse che si erano profilate per l’unificazione delle due Germani e sono ideologicamente contrapposte:

- Occidentali: fare libere elezioni, che si aia popolo a stabilire che governo vuole;

- Sovietici: dare vita a una assemblea popolare che stabilisce come procedere per l’unificazione del paese.

Questa suddivisione del territorio in due parti comincia a diventare qualcosa di serio e non provvisorio, perché nelle due parti si profilano due governi: nella corea del sud filo-americano, Syngman Rhee, e nella corea del sud

filo-sovietico, con la dinastia dei Kim. Questa situazione sembra esser stabilizzata, salvo il fatto che quando sovietici e americani decidono di ritirarsi dalle rispettive aree si cera una situazione instabile, affidata solamente alla buona volontà dei coreani che vien esibito a mancare perché Kim decide di invadere la Corea del sud nel1950;

scoppia così la prima guerra della guerra fredda. A questo punto deve intervenire il CS della NU, dove al cui interno c’è una situazione particolare perché nel 1950 non c’è il rappresentante sovietico, Malik, per una precisa volontà politica dell’URSS: una forma di protesta per il mancato avvicendamento dei rappresentanti delle due cine nel CS; non essendo presente e non potendo esercitare il diritto di veto gli Stati Uniti si precipitano per fare approvare dal CS una risoluzione di condanna dell’invasione deciso dalla Corea del Nord a danno di quella del sud a legittimare le misure necessarie per ripristinare la divisione delle due coree e quindi la liberazione della Corea del sud.

Per liberarla si vara un’operazione militare, il primo invio dei cosiddetti caschi blu, ovvero i soldati che combattono per l’ONU. Come detto, l’ONU non aveva soldati propri, dipendevano quindi dalla disponibilità fornita dalle grandi potenze e la maggiorate dei soldati che combattono in Corea sono americani, tant’è che a gestire l’operazione è il generale Dallas Mcarthur, lo stesso del Giappone.

Presto la guerra di Korea pone i cinesi comunisti contro gli americani, perché aiutano con uomini e mezzi, i cosiddetti “volontari”, per fare vedere la solidarietà tra i regimi comunisti asiatici. D’altra parte la Cina è molto preoccupata dalla volontà americana di liberare la Korea del sud perché vicino al territorio cinese . Ancora più nord Stalin è contento che ci sia una guerra che contrappone il suo alleato politicamente e diplomaticamente debole con la più grande potenza occidentale, perché capisce che questa guerra accentua l’indipendenza della Cina dall’URSS. Nasce come una terra tra due koree, ma diventa resto una guerra tra americani e sovietici accentuando ulteriormente le ragioni americane per non riconoscere la Cinia di Mao.

Dal punto di vista militare la guerra consce fasi alterne: momenti in cui l’avanzata da sud verso nord sembra aver successo e i cinesi e i nord coreani vengono respinti e fasi invece in cui c’è un regresso e abbastanza presto inizia l’attività della diplomazia per cercare di porre fine a questa guerra. La guerra si

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protrae fino al 1953, quando la linea del 38º parallelo viene individuata come linea armistiziale, ovvero come linea riconosciuta dai contendenti per porre fine alle ostilità, senza alcuna vittoria o perdita, ma tutti si impegnano a non superarla. Col tempo, la linea del 38 parallelo inizialmente concepita come linea armistiziale diventa il definitivo confine tra le due coree attualmente divise perché non si è trovata alcuna soluzione politica al problema. Quando Mc Arthur sirenide conto che non può arrivare a un successo risolutivo, ha un’idea molto pericolosa, ovvero di bombardare direttamente il territorio cinese andando alla finta del problema. Vuole fare in modo di fare capire ai cinesi che nonè per loro conveniente continuare a sostenere militarmente la Korea del nord. A quel punto Truman, il successore di Roosevelt, considera questa idea molto pericolosa, gli americani non vogliono un allargamento del conflitto, e

quindi respingendo l’idea di Mcarthur l’amministrazione decide di rimuoverlo dal comando delle milizie in Korea sostituirlo con una guida militare più prudente che sia funzionale alla stabilizzazione di questa linea armistiziale che diventa confine politico definitivo.

È interessante osservare come la guerra di Korea ha costretto gli Stati Uniti a combattere un conflitto dove non vi è un diretto interesse americano, è stata la sconfitta del Giappone che ha creato un vuoto geopolitica in cui si sono infilati subito i sovietici e gli americani; Henry Kissinger, un docente di Harvard, osserva che la guerra fredda è una fregatura per gli Stati Uniti perché porta a combattere dove non ci sono interessiamo dove si cerano vuoti di potere che. Riempiono gli USA o i loro antagonisti sovietici. La guerra è un conflitto indefinito e questo non è positivo per gli Stati Uniti perché è dispersivo, consuma risorse senza produrre nessun vantaggio tangibile.

Per puntellare ulteriormente la presenza strategica nel settore asiatico, che ormai è inevitabile e irreversibile per l’alleanza col Giappone, l’antagonismo con la Cina Popolare, per la necessità di garantire la difesa della Cina nazionalista e si apre una serie di impegni strategici America in questo settore che non sono reversibili nella logica della guerra fredda, non ci si può disimpegnare.

Nel 1954 viene stipulata l’alleanza con cui gli Stati Uniti assumono l’impegno a difendere anche la Cina nazionalista, fisicamente, cioè la flotta americana che si colloca nello stretto braccio di mare che separa le due cine è una sorta di muro navale che serve a impedire l’invasione della Cina continentale nella piccola isola che è la Cina nazionalista.

Nello stesso anno gli americani danno vita a un’altra alleanza regionale che questa volta è più grande rispetto all’ANZUSperché chiama in causa anche Francia e Inghilterra e coinvolge paesi come l’Australia, la Nuova Zelanda, le Filippine, il Pakistan e la Tailandia; questa seconda alleanza prende il nome in sigla di SEATO.

La SEATO (SouthEast Asia Treaty Organization) è l’alleanza dei paesi filo occidentali dell’area asiatica e pacifica, così il sistema di alleanze strategiche americane in queste vaste aree si completa ed è un modo per circondare la Cina comunista contenerla e per porre pressione militare nei sui confronti. La guerra di Korea è la prima guerra della surraffredda, la quale non vive solo di tensioni ma anche di guerre.

Contestualmente, i primi anni 50 sono molto importanti perché si caratterizzano per un tentativo di accelerare il processo di integrazione europea; questo avviene mentre cambia il presidente a Washington, chele 1953torna essere un repubblicano, ovvero Eisenhower (generale militare che ha guidato le truppe americane durante la 2GM). Questo influenzerà il processo di integrazione europea, soprattutto per quando riguarda gli aspetti più prettamentemilitari. All’inizio degli anni 50 prende corpo l’idea di iniziare a lavorare seriamente a una integrazione politico-militari due aspetti devono andare avanti di pari passo perché deve essere una costruzione bilanciata; l’integrazione militare sta a cuore agli americani e agli inglesi e ha come punto dolente la questione del riarmo tedesco e l’integrazione politica sta a cuore ai paesi come l’Italia che per una serie di circostanze non possono non vogliono essere potenze militari.

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Chi non trova soddisfazione e affermazione in uno lo troverà nell’altro processo di integrazione, questo è quello in cui confida De Gasperi. Nasce quindi questo grande progetto, che la Comunità Politica Europea (CPE), ce si associa alla Comunità di Difesa Europea (CED), questi due devono però andare di pari passo non sarà facile perché condizionate dai fattori esterni condizionanti della guerra fredda. Ad ogni modo, un passaggio molto importante e il grande successo di questo nuovo slancio si ha tra il 1955-1957quando l’integrazione europea farà un ulteriore passo avanti: nel 1955 si tiene la Conferenza di Messina dei ministri degli esteri della comunità già costituita, la CECA, dove si prendono le decisioni di concretizzare questo programma ambizioso che culmina nel Trattato di Roma del 1957, che come sappiamo istituisce il Mercato Comune Europeo e allo stesso tempo una nuova istituzione europea integrata, ovvero l’EURATOM (l’agenzia dell’energia atomica).questi sono i risultati postivi, un grosso salto di qualità, un rafforzamento di quel principio funzionalità che ha portato alle prime forme di integrazione economica di paesi europei e che effettivamente entro il 1957 porta a dare vita alla nuova istituzione, che è la Comunità Economica Europea, che è veramente il punto di svolta storico ed è il presupposto di ciò che si ha oggi. Quello che funziona meno bene è il discorso che riguarda l’integrazione politico-strategica; qui si inserisce il discorso della presidenza Eisenhower. Quando Eisenhower diventa presidente, c’è un radicale cambio nella politica estera americana, soprattutto dal punto divista della politica di sicurezza, perché punta molto allo sviluppo della dimensione nucleare della politica di sicurezza, quindi bisogna investire in questo settore, nuclearizzare anche l’Alleanza Atlantica, quindi la NATO.

Quando Eisenhower diventa presidente, lo fa promuovendo una nuova dottrina che è molto più aggressiva del della dottrina del Containment di Truman, ovvero la dottrina del Rollback, cercare di sottrarre all’Unione Sovietica quelle aree che sono finite sotto la sua influenza. Nonostante questa dottrina resterà inattuata,

l’amministrazione Eisenhower sarà molto aggressiva, soprattutto sul discorso della nuclearizzazione delle strategie difensive atlantiche; il nucleare diventa il punto di forza delle politiche difensive, la nuova dottrina è quella della rappresaglia massiccia: gli americani si riservano di rispondere a una minaccia sovietica con il nucleare anche se questo attacco sovietico non fosse un attacco nucleare.

Ancora più aggressivo di Eisenhower è il suo segretario distato John Foster Dallas. La nuclearizzazione dell’Alleanza Atlantica consiste nel fatto che grossomodo gli europei devono accettare che le difese atlantiche vengano nuclearizzate, che venga dislocata la bomba atomica anche nei paesi europei, ma naturalmente che il controllo della bomba atomica fosse di esclusiva competenza degli americani; nuclearizzare la NATO ha quindi l’effetto di accentuare la supremazia americana rispetto agli alleati. Sul piano normativo esiste una disposizione, il

McMahon Act del 1946, approvato dal congresso americano che vieta la condivisione delle informazioni dei segreti in campo nucleare con altri paesi,

per cui gli europei devono semplicemente accettare ogni decisione Americana implicante sulle strategie, sulla dislocazione sull’eventuale impiego del nucleare. Nasce all’interno della NATO il tema del nuclear sharing, ovvero la condivisione o non condivisione della responsabilità nucleare; ci vorrà un po’ di tempo prima chi europei possano avere voce in capitolo. L’amministrazione Eisenhower non si limita a nuclearizzare dal punto di vista difensivo, ma vuole nuclearizzare anche il gruppo civile ; l’idea è che la diffusione dell’energia atomica sia un buon affare anche per i paesi europei.

In questo periodo stanno sviluppando una discreta dipendenza energetica, che poi li porta ad essere grandi acquirenti di risorse come gas e petrolio. Gli americani invece incentivano i loro alleati a dotarsi di centrali nucleari perché un’energia più economica e fa dei paesi grandi potenze; ci sono documenti diplomatici incubi italiani e americani discutono su questo e alla fine il nucleare a uso civile non decolla.

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Gli americani insistono molto e lanciano un programma che si chiama “Atoms for Peace Program”, dove l’idea di fondo è che la diffusione dell’energia nucleare a scopo civile porta sviluppo può portare pace disincentivando la ricerca del nucleare a scopo bellico, perché più benessere significa secondo questa visione meno necessità di dotarsi di nuovi ordini di distruzione. L’influenza di questo programma si vede nella nascita nel 1957 dell’EURATOM, che infondo è la risposta europea a questo stimolo americano; l’EURATOM ha infatti una dimensione nucleare esclusivamente civile, ricerca in ambito nucleare per implicazioni di uso civile (sviluppo economico, industrializzazione, ecc..). quello che preme maggiormente all’amministrazione Eisenhower è che gli europei compiano un salto di qualità nel processo di integrazione militare, che diventa tanto più necessario ora che l’Alleanza Atlantica si sta dotando di strategie più avanzate e che mettano al centro l’ambito della risorsa nucleare. Quindi, il progetto di Comunità Europea di Difesa (CED) nato all’inizio degli anni 50, e che è l’evoluzione del vecchio Pianò Pleven (armare i tedeschi ma solo all’interno di un nuovo esercito europeo) che prevede un salto di qualità, la nascita di una vera e propria Comunità Europea di Difesa che diventi l’altro braccio armato della NATO.

Gli americani spingono molto perché venga approvato deve passare dal vaglio dei parlamenti, cosa che spaventa gli Stati Uniti i quali temono che nei soliti dibattiti parlamentari europei trovano il modo per affossare il progetto dellaCED; questo sarebbe stato un grande problema perché gli europei nella guerra fredda devono fare la loro parte e non possono essere solo fruitori della sicurezza prodotta dagli Stati Uniti; devono spendere armamenti ed eserciti. Quindi, nel timore che questo progetto possa essere bocciato dai parlamenti europei, l’amministrazione Eisenhower diventa particolarmente aggressiva, minacciando anche una revisione degli impegni presi a difesa degli europei; la CED viene comunque clamorosamente affossata dall’assemblea nazionale francese. Questa decide di seguire le correnti di pensiero che fanno capo alle personalità del mondo politico e militare che pensano che una politica di difesa europea significhi una perdita di autonomia difensiva della Francia, che pensano che unaCED possa in qualche modo troppo rilanciare la Germania e quindi costituire un problema per la Francia sia intermini politici che militari.

Ad esempio, questo è il pensiero di De Gaulle, quindi la CED viene bocciata e il progetto automaticamente fallisce perché è il paese per l’Europa continente più importate. D questa crisi del 1954, che è la prima grave battuta d’arresto del processo di integrazione europea con un intervento inglese; il ministro degli esteri Anthony Eden ha un’intuizione molto pragmatica: riprendere il Patto di Bruxelles, il primo mattoncino su cui è stata costruita l’Alleanza Atlantica, riaggiornarlo, cambiargli il nome in Unione dell’Europa Occidentale (UEO) con l’ingresso della Germania, dell’Italia e on l’impegno definitivo degli americani e degli inglesi di stazionare con propri soldati sul continente europeo.

Con questa formula pragmatica che mette insieme cose che già ci sono senza crearne delle nuove nasce l’Unione dell’Europa Occidentale (UEO), che supplisce al fallimento della CED, anche se oggi sappiamo che non ha avuto alcuna valenza pratica significativa, non essendo riuscita a sbilanciare il grande potere americano nella NATO.

Ora però, senza accorgersene, si è iniziato a parlare della situazione per quivi sono due blocchi contrapposti che sono in condizioni di parità strategica dal punto di vista nucleare (USA e URSS) e si è nella deterrenza: quella condizione strategica che si viene a costituire nella guerra fredda. La deterrenza è quella condizione tale per cui nessuno dei due attori internazionali ritiene vantaggioso scatenare un attacco nucleare contro l’altro perché il rischio è quello di rimanerne annientati, mutua distruzione accertata; questa si perfeziona con il tempo, quando le due superpotenze si dotano dei missili, i vettori all’interno dei quali alloggiare le bombe nucleari e che diventeranno addirittura intercontinentali. Si è creata una situazione strategica bloccata in cui nessuno può attorce nessuno perché la conseguenza sarebbe la distruzione di tutti, arrivando quindi a un equilibrio in cui non si fa la guerra perché non la si può vincere. Non si tratta di un equilibrio positivo, perché non è cambiata la concezione della guerra, semplicemente si è in un equilibrio di terrore; questo ha però funzionato. L’equilibrio determinato dalla deterrenza contribuisce.

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Stabilizzare la guerra fredda, la quale diventa un sistema incredibilmente stabile, dove il bipolarismo, il duello tra i due attori, ha nella stabilità la sua maggiore differenza rispetto ai sistemi multicolori che l’hanno preceduto e che l’hanno seguito; il multipolarismo di oggi fluido e inconsistente. Paradossalmente, il fatto che metà degli anni 50 americani e sovietici si siano convinti i non essere in grado di vincere una guerra produce il sistema della distensione, il quale è quello spirito, quel clima internazionale più sereno nei rapporti tra due super potenze che nasce proprio da questa constatazione, la posta in gioco è troppo alta perché è la posta in gioco del genere umanoidi americani e sovietici capiscono che nonostante le loro diversità devono sviluppare una qualche forma di collaborazione. Si passa a una fase detta dico esistenza competitiva, in cui continuano a essere antagonisti Unione Sovietica e Stati Uniti, ma riconoscono la follia nel farsi la guerra. Lo spirito di distensione si può veder da due punti di vista differenti: se ci mettiamo nell’ottica americana o sovietica è qualcosa di molto vantaggiosa perché si sa che è molto improbabile un attacco da parte dell’altra potenza e questo permette di fare politiche estere che abbiano obiettivi anche diversi, magari più attenzione all’economia e alla società; ma se la si guarda dal punto di vista di chi è subordinato, i satelliti dell’Urss o i paesi dell’Europa occidentale verso gli USA, la distensione alimenta un grande aspettativa: se la guerra è improbabile perché devastante e le due superpotenze hanno deciso di avere rapporti migliori forse anche loro subalterni potevano avere maggiore autonomia. Si comincia a parlare di spirito di distensione in occasione della Conferenza di Ginevra del 1955 che è assolutamente infruttuosa, però si constata l’esistenza di uno spirito diverso e da lì si inizia a parlare sempre più di distensione.

Questa però va e viene per tutta la durata della surraffredda e deve coesistere con le tensioni ricorrenti della guerra fredda; momenti in cui si amplifica e momenti in cui si riduce. Naturalmente, uno degli elementi che da un lato influenza e dall’altro la mette in discussione è la successione a Stalin in Unione Sovietica; nel 1953 Stalin muore e si apre una successione che è una lotta di potere tra le più grandi personalità del partito comunista sovietico. Una battaglia in cui ognuno cerca di fare fuori fisicamente gli antagonisti, c’è una fase di transizione guidata dalle più alte personalità e poi emerge alla fineChruscev di origine ucraina, comunista ortodosso.

Chruscev vuole apportare dei cambiamenti al corso politico dell’Unione Sovietica:

1) innanzitutto una delle prime iniziative che assume è quella di cercare di recuperare il rapporto con la Jugoslavia di Tito, che era stato compromesso ai tempi di Stalin perché Tito non aveva accettato di essere subordinato all’URSS; Chruscevcompie un viaggio a Belgrado e sembra che ci sia un riavvicinamento con Tito. Questo significa che forse i sovietici possono accettare che possono esistere vie autonome alla realizzazione del socialismo, cioè di una società socialista; il traguardo deve essere lo stesso, ma ci si può arrivare per due strade diverse.

2) L’evento che svela la portata del cambiamento rappresentato da Chruscev è il XX Congresso del Partito Comunista che ritiene nel 1956; è un evento fondamentale in cui Crusche presenta due rapporti: uno pubblico e uno riservato che dovrebbe rimanere condiviso solo tra i membri ristretti del “Pulitburoc”, ovvero l’organo più alto dell’Unione Sovietica. Nel rapporto ufficiale Crusche dice che è arrivato il momento di aprire le vie nazionali al socialismo, cioè fermo restando che la meta alla quale arrivare deve essere per tutti, nell’area di influenza sovietica, la costruzione di una società socialista, le vie possono variare da paese a paese. Il rapporto segreto, invece, è una clamorosa sconfessione e presa di distanze dai vecchi metodi staliniani; egli denuncia così i crimini di Stalin (dice che coStalin vigeva il terrore il che non doveva più accadere). Questo rapporto non avrebbe dovuto diventare di dominio

pubblico, ma in realtà diventa subito conosciuto attraverso la stampa internazionale, generando ancora più scalpore del rapporto ufficiale. Sembra che Chruscev sia un clamoroso riformatore sotto tutti i punti di

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vista sin effetti è con lui che si apre la stagione del riformismo sovietico ma si chiude anche molto repentinamente. È la dimostrazione vivente di come un sistema costruito con il monopolio del potere e che punta a realizzare inautentico totalitarismo, una volta edificato, sia sostanzialmente irriformabile, non si possono mettere in discussione suoi fondamenti.

Prendendo l’apertura alle vie nazionali all’edificazione del socialismo come esempio, già la morte di Stalin era stata accolta nei satelliti in maniera molto significativa con manifestazioni di ostilità all’unione Sovietica, quando si capisce nei vari satelliti che è possibile tentare delle riforme nazionali si cerano subito delle tendenze disgregatrici all’interno della sferrata influenza sovietica:

- Polonia: Chruscev va in Polonia, il satellite più inquieto che ha una forte identità nazionale basata sull’elemento cattolico, dove incontra Gomulka, il leader comunista polacco, che gli dice di dover accettare che seguono lavia polacca al socialismo che prevede la coesistenza con la chiesa cattolica (comunismo polacco concontaminazione cattolica).

- Ungheria: molto peggio succede nel 1956 in Ungheria, dove i comunisti locali avviano un vasto programma di

riforme che prevede l’introduzione del pluripartitismo, la più grande delle eresie. Inoltre, prevede che alla fine del processo di cambiamento politico l’Ungheria esca dal Patto di Varsavia: l’alleanza militare nata nel 1955 come risposta all’entrata della Repubblica Federale Tedesca nella NATO; questo sostiene di decidere di uscire perché un paese comunista è per sua definizione un paese in pace con il mondo che non ha bisogno né di apparati militari e né di fare parte di alleanze militari. Prospetta quindi di diventare un paese che non minaccia nessuno che non viene minacciato da nessuno e questo deve essere accettato dai compagni comunisti; i sovietici invece non accettano l’idea che l’Ungheria possa uscire dal Patto di Varsavia, il che scatena una violenta reazione che si concretezza con l’invio dell’armata rossa e il coinvolgimento degli apparati militari di altri paesi del blocco dell’est per reprimere il riformismo ungherese. Nagi viene processato come riformista e viene condannato a morte. Quindi il riformismo ungherese, la via nazionale al socialismo, fallisce miseramente; è la dimostrazione della irriformabilità del sistema, o meglio del rapporto iniquo e squilibrato tra URSS e i suoi satelliti.

La deterrenza apre a uno spirito di distensione che ha delle conseguenze ambivalenti facendo coltivare ai subordinati presto pericolose e Crusche avvia un tentativo riformista che in realtà è dagli esiti piuttosto destabilizzanti. A metà degli anni 50 si ha una data di svolta nella politica estera italiana: è finita la stagione di De Gasperi, la stagione del centrismo, dopo i governi dominati dalla Democrazia Cristiana si inizia a parlare della necessità di avere dei governi più condivisi, in cui ci sia maggiore condivisione di progetti politici anche con altri partiti;

nel1954 si risolve la questione di Triste e nel

1955 viene ammessa all’ONU, perché in virtù dello spirito di distensione non c’è più il veto sovietico.

È un anno importante, anche perché l’Austria accetta la condizione di neutralità internazionale; alla fine della 2GM viene occupata, come tutti i paesi sconfitti, e l’unico modo che viene trovato per fare sì che gli eserciti di occupazione (soprattutto quello sovietico) evacuino il territorio è accettare la condizione di neutralità internazionale: all’URSS riesce quello che non riesce con la Germania facendo che l’Austria si dichiari neutrale e quindi non filo-occidentale. A quel punto gli americani iniziano a pensare che le basi nucleari che inizialmente avevano pensato di istallare in Austria perché al cuore dell’Europa era meglio installarle inItalia;

nella seconda metà degli anni 50 iniziano i primi dislocamenti delle armi nucleari in Italia.

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Questo crea un grosso problema politico perché una grande arte del mondo politico italiano, come il Partito Comunista e quello Socialista si oppongono. Tuttavia, la seconda metà degli anni 50 si caratterizzano perché si apre una stagione politica di maggiore condivisione che passa per una plica estera in cui l’Italia cerca di essere un po’ più autonoma rispetto gli Stati Uniti: la cosiddetta politica neo atlantica.

Neoatlantismo è un neologismo che sta a significare un nuovo modo di stare nell’alleanza atlantica da parte dell’Italia, con una maggiore richiesta di autonomia; questo perché la politica estera deve servire a cercare le condizioni per governi più stabili e con maggioranze più ampie. Quindi, finché si fa una politica estera totalmente schiacciata e sottoposta agli Stati Uniti la politica estera potrà essere condivisa solo da pochi (ovvero una parte della DC), ma se passa a essere più autonoma potranno starci dentro anche i partiti laici magari un giorno il partito socialista.

Questa autonomia va cercata nei rapporti conio cosiddetto terzo mondo; la via l’ha segnata De Gasperi l’indomani della firma del trattato di pace che comporta la perdita delle colonie affermando di voler fare concorrenza alla Francia e alla Gran Bretagna nel terzo mondo, dimostrando che non si è una potenza coloniale e quindi meglio accetti come partner commerciali e non sospetti di neocolonialismo. Questa politica viene sviluppata dal cosiddetto ne atlantismo da personalità come Giovanni Gronchi (presidente della repubblica), il leader democristiano Amintore Fanfani, ma soprattutto Enrico Mattei, un ex partigiano cattolico che ha combattuto la resistenza nell’Italia settentrionale, ha conosciuto De Gasperi di cui amico e quindi vicino politicamente, alla fine della guerra De Gasperi gli affida l’incarico di liquidare AGIP (l’agenzia italiana di petroli che non ha prodotto niente). Mattei si mette a studiare i documenti dell’AGIP, gli studi scientifici fatti che evidenziano che forse vi è gas nel sottosuolo italiano e propone a De Gasperi di rilanciarla; questo si fa convincere e nel 1953 con una legge dello stato nasce l’ENI (Ente Nazionale Idrocarburi) di cui il primo presidente,14/11/2019

Enrico Mattei, democristiano, ex partigiano, è un personaggio spregiudicato, non si fa scrupolo di utilizzare tutti i mezzi a sua disposizione. Il Giorno è un giornale finanziato con i soldi dell’Eni, si muove in quel filone politico chiamato neoaltlantismo, funzionale, ad un discorso più importante di politica interna, la politica estera che cerca di conquistare degli spazi di maggiore autonomia rispetto al pesante rapporto.

Nell’area medio orientale, è propedeutico anche ad un discorso di politica interna, in cui cominciano ad essere importanti anche gli altri partiti che decidono di appoggiare la democrazia cristiana nei vari governi, si farà una politica estera un po’ meno appiattita rispetto agli Stati Uniti e che sia in parte terzomondista, che sia favorevole ai paesi arabi, Enrico Mattei è la punta di diamante della politica neo-atlantica, in questo momento nasce il mito dell’ENI, che è una delle più efficaci agenzie di politica estera italiana.

Durante la crisi che finisce nel 2011 con l’eliminazione di Gheddafi, l’Eni era l’unica multinazionale che riesce a far affluire il petrolio alla Libia, riesce a fare una politica estera autonoma. Tutt’ora l’ENI va a caccia di petrolio e di gas in tutto il mondo.

Mattei è un nazionalista economico, pensa che lo sviluppo del proprio paese non sia negoziabile, quando qualcuno fa presente a Mattei che non si possono appoggiare paesi avversari degli americani, arabi e comunisti, egli ribadisce che l’interesse economico dell’Italia viene prima di tutto, Mattei dice che io non apprezzo particolarmente l’alleanza Atlantica, crede che sia un condizionamento della vita politica italiana contrario ai propri interessi. Questo è Enrico Mattei, destinato anche a farsi dei nemici molto potenti e influenti. Muore in un vero e proprio sabotaggio, viene firmato un accordo italo libico che firma un accoro, un fantoccio re Idris.

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Cancelliamo il passato coloniale e avviamo una nuova stagione di collaborazione italo Libica, l’Italia rinuncia ad una serie di proprietà che aveva in Libia nel 56 e paga un indennizzo al popolo arabo, 1957 Mattei stipula un accordo come presidente dell’Eni, con lo scia di persia Pre sap alevi, siamo nel 57, rivoluziona il mercato petrolifero internazionale.

Fino a quel momento le grandi compagnie petrolifere occidentali le sette sorelle, compagnie anglo americane e olandesi, queste compagnie dettavano legge nel mercato petrolifero internazionale, quando trovavano il petrolio, a che prezzo venderlo, ben poco restava ai paesi che eternavano le risorse naturali.

Prima delle nazionalizzazioni, la proposta che Mattei fa allo Scia dice spartiamo in maniera equa gli utili della vendita del petrolio, c’è una componente terzomondista, c’è una componente favorevole al processo di decolonizzazione. Mattei sul piano internazionale è profondamente eversivo, questo trattato fa scalpore è chiaro che dal quel momento in poi anche le compagnie occidentali quello che Mattei va in Iran cerca di farlo anche in Libia, gli viene impedito politicamente il Re Idris caccia il primo ministro libico dopo che sottoscrive un trattato analogo a quello fatto con l’Iran, Mattei fa il giro di tutto i mediterraneo, non si limita a proporre accordi particolarmente vantaggiosi, una delle azioni più pericolosa che fa è quella di sostenere la lotta dei ribelli algerini.

Spera che un’Algeria indipendente possa diventare un partner dell’Italia, scalzare l’Italia dal suo partner, Mattei fa affluire delle armi con le quali combattere i colonizzatori francesi.

Stipula un’importante accordo commerciale con l’Unione Sovietica, è una libertà che l’Italia non può perdersi, va oltre i limiti della politica estera condotta dalla Farnesina. Consente all’Italia di ampliare il campo di fornitori energetici, nelle strategie globali c’è la Cina, siamo innanzi all’uomo che più di tutti ha incarnato il neo atlantismo, nel 62 quando tutto il mondo è distratto dalla crisi di Cuba è in quel momento che avviene a morte di Ernico Mattei, il suo aereo precipita, tutti pensano che Mattei sia stato vittima di un attentato, naturalmente si tratta di una grave perdita per l’Eni e per il processo. Quel tipo di lezione è stata imparata, continua ad essere molto efficace non si dice più quello che si dice di Mattei, oggi l’Eni è l’agenzia petrolifera che trova petrolio e compra petrolio in tutto il mondo.

Un uomo così si crea molti nemici, anzitutto nel campo degli alleati dell’Italia, che non vogliono rinunciare al controllo sulle proprie colonie, che pongono dei precisi vincoli a quello che l’alleanza Atlantica possono o non possono fare, paesi ostili su tutti l’Unione Sovietica.

L’intuizione e l’abilità di Mattei è quella di cavalcare il processo di decolonizzazione a metà degli anni 50 senza troppo dover lottare Tunisia e Marocco accedono all’indipendenza, i francesi accettano la prospettiva della decolonizzazione in Tunisia e Marocco, significa mettere in crisi il rapporto a cui i francesi tengono di più.

Dove si costituisce un movimento di liberazione nazionale, e inizia a chiedere l’indipendenza, in questo contesto i militari francesi che si trovano in Algeria nel timore di perdere il controllo del paese assumono il controllo politico, una prospettiva che mette profondamente in crisi la Francia.

Costituisce una minaccia anche per la diplomazia francese, gli sviluppi di questo processo sono una guerra civile, è molto rappresentativo di quello che avviene in questo paese è sugli sviluppi di questa crisi la quarta repubblica francese entra in difficoltà investire un grande potere. Quello che è l’uomo per tutte le stagioni della Francia, ovvero Gerard de Gaulle, chiamato a gestire questa crisi con grande senso storico fa qualcosa che non era atteso.

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Ci si poteva aspettare da un militare una strenua difesa del colonialismo, soffia il vento della decolonizzazione, capisce che non si possono trattenere gli algerini, ovviamente bisogna salvare gli interessi della Francia, con il cosiddetto piano di Costantina che prevedeva una serie di investimenti e cooperazione economica che avrebbero dovuto rilanciare l’alleanza con l’Algeria, ma ormai è troppo tardi gli algerini chiedono l’indipendenza.

I militari francesi ad Algeri sono una minaccia per la stessa Francia. De Gaulle vincola l’indipendenza dell’Algeria ad un referendum, una piaga che ha sanguinato moltissimo, soprattutto dagli Stati Uniti che concedesse rapidamente la indeboliva, le difficoltà con cui la Francia si arrende all’idea dell’indipendenza algerina.

Mostrano i limiti del modello assimilazionista, l’Algeria è la punta di una crisi, ci sono molte rivendicazioni nel continente francese, fallisce l’intento della Francia di creare una specie di Commonwealth che prevedeva che le colonie restassero legate alla Francia nell’ambito di una grande comunità in cui i paesi si sarebbero affrancati.

L’impero britannico ha avviato questa evoluzione tra le due guerre mondiali, in tempi molto più adatti questo è molto importante, la difficoltà della decolonizzazione francese rispetto ad un processo che è stato molto graduale degli inglesi.

L’anno culminante della decolonizzazione africana è il 1960, c’è l’eccezione del Kenya dove l’indipendenza costa molte vittime, ma in molti casi non sono decolonizzazioni violente. In Sudafrica inizia la fase di governi segregazionisti, paesi come le due Rodesia, lo stesso Sudafrica che per molti anni si caratterizzarla.

In questo contesto di colonizzazione si inserisce la crisi mediorientale del canale di Suez, l’Egitto non ha problemi di decolonizzazione, ha problemi politici, negli anni 50 prendono il potere i militari e non lo lasciano più, non si riesce a dare stabilità a questo paese senza un ruolo dei militari, arriva al potere in Egitto, arriva la figura del colonnello Nasser.

Perché Nasser è importante perché introduce una realtà politica profondamente ostile all’occidente, inserisce le tensioni arabo israeliane nella guerra fredda, l’obiettivo politico è quello di modernizzare l’Egitto e sul piano internazionale di promuovere una politica panaraba, è difficile portare avanti un discorso coerente e condiviso, la piena emancipazione del mondo arabo, il sostegno alla lotta indipendentista a sostegno dei paesi mussulmani non ancora indipendenti. L’eliminazione dello stato di Israele che è un’entità autonoma che deve essere distrutta, le potenze occidentali sfruttatrici delle risorse arabe che danneggiano la causa araba, col colonialismo, con Israele.

Nasser è un personaggio carismatico e lancia un guanto di sfida all’occidente.

inizia il secondo conflitto arabo-israeliano nel 1956 seconda guerra arabo israeliana, L’Egitto sta portando avanti un piano di industrializzazione, si vuole costruire una diga ad Assuan per sfruttare a livello energetico le risorse del Nilo.In questa fase nel 56, gli egiziani non possiedono molto petrolio, vogliono valorizzare il Nilo, bisogna trovare i finanziamenti internazionali, inizialmente gli americani sembrano voler finanziare il progetto, il signor Nasser fa delle richieste.

Quando si scopre che Nasser che stia comprando delle armi dal blocco sovietico, gli americani pensano che non sia il caso di finanziare lo sviluppo economico di questo paese.

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La risposta al mancato finanziamento americano è la nazionalizzazione del canale di Suez, che è la posizione più provocatoria che un leader occidentale potesse prendere nei confronti delle potenze occidentali, bloccare il canale di Suez significa mettere in crisi l’economia dei paesi occidentali.

1956 inglesi e francesi hanno ancora dei discreti imperi da tenere in pedi con il canale di Suez, inglesi e francesi si mettono insieme per dare una lezione a Nasser per meglio far capire questo, si coinvolge in questa spedizione punitiva si coinvolge Israele. A Evian, inglesi francesi e israeliani, si accordano per un intervento militare in Israele, si stabilisce che per primi ad attaccare l’Egitto siano le forze israeliane, a quel punto inglesi e francesi interverranno con il pretesto di rimettere ordine ne canale di Suez, la trama.

Gli israeliani intervengono e riescono ad avere la meglio sulle forze egiziane, occupano il Sinai, tanto efficaci sono gli israeliani tanto a rilento andranno gli anglo francesi che con un’operazione fallimentare occupano il canale di Suez.

Questa crisi svela al mondo il rapporto profondo con il mondo sovietico, si pensava che il rapporto tra mondo panarabo e sovietici come di un rapporto conflittuale. Quella che sembrava una nuova crisi arabo israeliana diventa una nuova crisi della guerra fredda, le dinamiche mediorientali diventano un capitolo del libro della guerra fredda.

Gli americani sono molto preoccupati non vogliono trovarsi ad una guerra con l’URSS per un’operazione vetero-coloniale degli anglo francesi, gli americani fanno delle mosse finanziare per svalutare la sterlina e piegare gli inglesi alla loro volontà. Gli americani fanno delle fortissime pressioni, Francia e Regno Unito smobilitano le truppe. Nasser militarmente sconfitto è politicamente vincitore, l’attacco israeliano è stato respinto.

Nasce questo rapporto tra Stati Uniti e Unione Sovietica che verrà portato avanti da Sadat. Nasser rafforza la sua minaccia anti-occidentale, gli americani iniziano a capire l’importanza del Medioriente, non si può lasciare il Medioriente a disposizione delle forze ostili.

Nel 57 la dottrina Eisenhower, la minaccia sovietico egiziana, che stabilisce la disponibilità americana a stabilire quei paesi che siano disposti a contrastare la minaccia comunista e sovietica, sono solamente due i paesi mediorientali sensibili all’Unione Sovietica più per ragioni strumentali che per ragioni politiche, Egitto e Siria, due paesi che sono arabi che sono anche politicamente laicizzati, in mano ad un élite.

1955 patto di Bagdad, il patto che è un’altra alleanza militare che riunifica nella stessa alleanza paesi come Iran, Iran, Pakistan Turchia Inghilterra e Stati Uniti. Alleanza che viene percepita da Nasser come ostile.

La dottrina Eisenauer, è la reazione americana alla crisi di Suez.

In Asia accadono cose simili c’è un intreccio tra decolonizzazione e guerra fredda, abbiamo il grosso problema cinese che si è intensificato a seguito della guerra di Corea, ha la sua particolare via per cercare di risolvere questo problema.

A metà degli anni 50 comincia a bombardare due piccolissime isole che si chiamano quei e matzu della Cina nazionalista, vuole che si trovi una soluzione adeguata al problema della rappresentanza cinese. Gli americani negano l’esistenza di questo paese.

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L’anno in cui i francesi vengono definitivamente cacciati dal Vietnam, 1954, l’ultimo avamposto dei coloni francesi, non arriva nessuno. Oh Chi Min dice di aver rimosso l’invasore dal suo paese, si viene a creare una situazione del tutto analoga, anche la Corea è oggetto di una partizione in due aree, Min. vuole comunistizzare l’intera Indocina, cosa inaccettabile dagli Stati Uniti.

Nel 54 si tiene a Ginevra sui temi dell’Asia, la Crea e il Vietnam, la guerra di Corea è terminata, la linea di conflitto armistiziale, a Ginevra si discute come fare per rimuovere questa linea e favorire la riunificazione.

La contrapposizione è sempre la stessa, gli Stati Uniti e i Sud Coreani chiedono libere elezioni in tutto il paese, i nordcoreani chiedono la riunificazione di tutto il paese, il 50esimop parallelo resta la linea divisorio.

C’è un Vietnam del nord e un Vietnam del sud, dove gli americani si sentono strategicamente chiamati a intervenire, gli Stati Uniti si fanno risucchiare in uno spazio dove non hanno alcun interesse, la linea di divisione tra i due Vietnam sarà quella del 17esimo parallelo, libere elezioni o un’assemblea, lo stesso problema che si pone in Corea, ma in questo caso gli americani rispondono in modo opposto, non sono favorevoli a libere elezioni.

Tutta la lotta vietnamita si contraddistingue per la lotta al comunismo, ecco perché americani e sud vietnamiti si rifiutano a far tenere le elezioni in Vietnam quello che va bene in Corea non va bene in Vietnam anche per il Vietnam non si vede nessuna prospettiva di riunificazione a portata di mano, la conferenza di Ginevra con l’impegno americano, la conferenza di Ginevra è il presupposto alla guerra del Vietnam, perché gli americani.

La conferenza di Ginevra vede l’esordio della Cina popolare, nonostante per gli americani non esita, John Foster si rifiuta di stringere la mano a Szuen Lai, non diede la mano al rappresentante comunista. Qual è la posizione della Cina popolare, il segno

Szuen Lai elabora la dottrina della politica estera cinese, la dottrina della coesistenza pacifica, la quale postula la possibilità che in Asia l’ideologia possano coesistere senza massacrarsi in guerre periferiche come successo in Corea, da un lato non sono riconosciuti dagli Stati Uniti, dall’altro non vogliono accentuarle la loro dipendenza strategica dalla Corea, la paura è quella di trovarsi via con la coesistenza pacifica, siamo diversi possiamo provare a coesistere senza farci la guerra, è la prima manifestazione della politica estera cinese.

Di cose in Asia ne succedono un bel po’, l’india emerge come una notevole potenza asiatica che è difficile ad inquadrare nel contesto della guerra fredda, non è filo occidentale, né filo cinese. Con la Cina ha dei contenziosi territoriali, la Cina è un grande paese, vuole un ruolo importante sul settore asiatico. È un paese ex colonia e decide di sposare una politica di non allineamento, tendenza di alcuni paesi afro asiatici a non prendere posizione del blocco sovietico e del blocco americano, quando non è una posizione ideologica, l’India non vuole accodarsi ad altri attori.

A parte l’india, generalmente il non allineamento è una posizione strumentale, che si allea con una o con l’altra parte a seconda dei casi, Nasser e Gheddafi e molti altri leader ancora,

il fronte dei non allineati si riunisce a Bandung in Indonesia, massima espressione del fronte dei non allineati.

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Cina India, Egitto, l’idea è quella di dar vita ad un fronte unito di paesi che non prendano posizione nella guerra fredda. Zuen Lai fa una dichiarazione molto importante, l’esistenza di una Cina nazionalista, a dimostrazione che i bombardamenti sono strumentali, non potete continuare a tenerci fuori dalla comunità internazionale.

1960 è l’anno dell’indipendenza, è un anno simbolo in cui molti paesi diventano indipendenti.

Congo, ex colonia Belga, possedimento personale del Re Leopoldo II, territorio ricchissimo, l’enorme e ricchissimo territorio nel cuore dell’africa viene trasferito al Belgio, lo lascia in eredità al suo paese, quando nel 60 ci sono le prime manifestazioni di volontà indipendentiste i Belgi decidono di concedere l’indipendenza, senza dire nulla.

Il Congo precipita nel caos dopo l’indipendenza, ci sono due opposte tendenze politiche, due modi di organizzare il post colonialismo, tradizionale etnica tipicamente congolese e la visione occidentale, la prima ha il leader

1) Kasavubu vuole promuovere la composizione di un Congo riunito nella sua composizione multietnica, rimanere ancorato ad una visione tradizionalista.

2) Kurumba che è un progressista che vuole modernizzare il Congo con le riforme sociali, una regione interna al Congo sottoposta ad influenza occidentale dichiara indipendenza dal Congo. Scatena la frammentazione di questo paese, le grandi compagnie minerarie, garantiamoci il controllo del Catanga, quindi il Catanga dichiara la secessione intervengono i caschi blu, la soluzione sarà con problemi la soluzione non la trovano le Nazioni Unite, ma la trova un dittatore.

Il signor Mobutu che era un soldato che fa un colpo di stato, è passato alla storia per due aspetti, è stato uno dei più feroci dittatori della storia africana, mantiene unito il Congo imponendo una feroce dittatura, il processo di decolonizzazione laddove non ci siano le condizioni per un maturo autogoverno, abbiamo visto anche quale sia il rapporto tra guerra fredda e decolonizzazione, entrambe le due superpotenze sono favorevoli alla decolonizzazione, gli Stati Uniti sono favorevoli perché ex colonia, l’Unione sovietica è anche avversa al colonialismo per motivi ideologici.

Il colonialismo indebolisce i vecchi imperi coloniali europei, crea nuovi attori, nuovi possibili partener, nuovi alleati, gli americani propongono le libertà individuali e materiali, i sovietici propongono eguaglianza sociale, la competizione tra Stati uniti e Unione sovietica porterà a supportare autoritarismo e dittature personali, quello che preme è avere il controllo su certi paesi quello che ci interessa è avere un controllo su quei paesi.

Guerra fredda globale, è un gioco sporco, le potenze non fanno un gioco di purezza ideologica, se anche questi personaggi sono autoritari non ha importanza.

15/11/19

Nelle puntate precedenti: sia Usa che URSS hanno interesse ad accelerare la decolonizzazione. Ovviamente gli americani sanno che il perpetuarsi del colonialismo è vantaggioso per la propaganda comunista. questo processo ha nella crisi di Suez il suo momento clou. Nasser era detestato dagli inglesi perché aveva nazionalizzato il canale di Suez, mentre era sostenuto dai francesi per gli aiuti ai ribelli algerini. emerge il dominio che le due superpotenze (Usa e URSS) hanno sul resto del mondo. l'influenza della guerra fredda è

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anche negativo: le due superpotenze non vanno solo a stimolare nuove forme politiche autonome. Gli americani e i sovietici competono in tutto il mondo senza badare troppo alla coerenza ideologica dei regimi appoggiati.

Una delle prime cose fatte da Gheddafi nel 1970, arrivato al potere, è espellere gli italiani che vivevano e lavoravano in Libia; questi rappresentavano una élite. Il territorio era diviso tra la zona costiera dove vi erano le élite ed avanzato e la zona interna abitata dalle tribù. Gheddafi si accanisce contro la componente più debole perché ltalia, che non fa più politica coloniale, non ha come reagirei a questa espulsione. Il governo italiano, con ministro degli esteri Aldo Moro, che non incarna più lo spirito neoatlantico, ma di grande moderazione in politica estera. Sa perfettamente che una qualsiasi reazione ostile contro Gheddafi avrebbe peggiorato la situazione. La strategia di Moro è che se Gheddafi è ostile per fare pagare all’Italia il vecchio colonialismo, i danni e le persecuzioni imposte alle popolazioni libiche, per renderlo più malleabile propone i incentivare la collaborazione economica.

Gli investimenti che aveva iniziato l’ENI vengono incentivati al massimo, si realizza la costruzione di infrastrutture, scuole, ospedali e gli italiani che erano stati espulsi ritorneranno in veste di ingegneri, architetti, ecc.. L’Italia scompare alla scena libica dal punto di scena politico, ma comprare dal punto di vista economico, pur con periodiche azioni anti-italiane di Gheddafi, come l’istituzione di una giornata nazionale contro l’Italia. Si costituisce un rapporto che non solo è importante per l’economia dei due paesi, ma anche di stabilità per il mediterraneo. Gheddafi non si limita a cacciare la popolazione italiana, per ricordarle di dover pagare le colpe dell’imperialismo, contestualmente caccia anche gli americani e gli inglesi; la nuova Libia di Gheddafi non può più ospitare la loro basi militari, mettendosi preso sulle orme del suo modello Nasser. In una sorta di escalation di nazionalismo arabo la terza tappa è la nazionalizzazione del petrolio; c’era stato un precedente, ovvero la nazionalizzazione del petrolio in Iran.

Come Nasser ha nazionalizzato il Canale di Suez, lui lo fa col petrolio, cercando di fare della Libia un paese ricco e modernizzato. Queste grandi decisioni vengono legittimate politicamente con l’intenzione di una teoria, una ideologia, che è una delle tante manifestazioni del mondo arabo laico, ovvero la terza via. Gheddafi è un laico che sale al potere togliendolo a Idris, che era il rappresentante della tradizione più ortodossa dell’islam, quindi lui vuole modernizzare il paese; non vuole rimuovere l’influenza musulmana, ma il potere deve essere laico.

La teoria della terza via ipotizza questa terza via che si possa abbracciare una strada alternativa a quella rappresentata normalmente dal capitalismo e dal comunismo, ma soprattutto a caratterizzarla ala concezione del potere. In Libia, nei paesi arabi, non c’è bisogno del parlamentarismo, ma di un leader che interpreti il cosiddetto governo delle masse, che si faccia promotore dell’interesse del bene della popolazione.

Ovviamente è un modo per legittimare il fatto che lui ha accentrato nelle sue mani un potere esclusivo senza alcun tipo di mediazione. È grazie alle rendite petrolifere che può offrire beni alla società, ma rimane un paese in cattive condizioni economiche, anche perché vengono impiegate da lui per accumulare un grande numero di armi. Inizialmente acquistava da paesi occidentali e dal 1974 sempre più dall’Unione Sovietica, emulando il suo modello egiziano; anche perché progressivamente la disponibilità occidentale si riduce dopo la nazionalizzazione e la sua posizione panaraba. Si tratta però di uno sforzo economico inutile, ma fa si che si inizi a guardare alla Libia con un certo rispetto.

Nel complesso si tratta comunque di un personaggio di scala minore perché non riesce mai ad assumere la stessa grandezza di Nasser, non solo per l’assenza di statura politica, ma anche perché strutturalmente la Libia non era paragonabile all’Egitto. Non gli riesce nemmeno di fare della Libia una nazione, in fondo tiene questo paese per circa 40 anni con il monopolio della forza, oltre che quello politico ed economico, costringe e varie etnie e tribù a coesistere e vende loro l’ideologia della Libia come nuovo battistrada del panarabismo. Nel 2011, con la sua morte, sono riemerse le fratture interne alla società che non mai riuscito

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ad unire realmente. In Africa, nel 1963 nasce l’Organizzazione per l’Unità Africana, un primo tentativo di esprimere un regionalismo tra i paesi che hanno acquisito recente indipendenza e certo è un tentativo complicato perché deve tenere conto delle differenze politiche.

Molto più tardi nel 2002 avrà una evoluzione e diventerà una vera e propria Unione Africana. Questa ambisce a essere una certa ONU dell’Africa, una organizzazione rappresentativa di tutte le anime del continente per il mantenimento della pace, è però vittima di un paradosso che ne limita moltissimo l’azione: l’Africa è storicamente terra di confini tracciati a tavolino e questi, eredità pesante del colonialismo che hanno influenzato molto i paesi, sono intangibili. Infatti, metterli in discussione aprirebbe un processo di destabilizzazione

che si estenderebbe lungo tutto il continente, per cui paesi africani sono costretti a coesistere con questi confini che non riconoscono, che non sono rispettosi delle distinzioni etniche, ma che in qualche modo sono stati imposti dalla storia.

Sul piano economico, uno dei grandi temi dell’Africa decolonizzata, c’è il tentativo di avvicinamento alla più prossima area di sviluppo, ovvero quella dell’Europa in gran parte integrata. Per questo ci sono accordi importanti, come ad esempio nel 1975 la Convenzione di Lomé con cui si stabiliscono dei legami commerciali tra molti paesi africani e la Comunità Economica Europea.

C’è quindi il tentativo da un lato di organizzare un regionalismo africano e dall’altro di collegarlo economicamente alla più prossima area di sviluppo che è l’Europa. È un processo che ha una dimensione storica caratterizzata da limiti che molto hanno a che fare con l’idea di sviluppo: noi occidentali spacciamo agli africani la nostra idea di sviluppo non necessariamente rispondente alle loro peculiarità e alle loro necessità, per cui gli effetti sono spesso più deleteri che positivi. Anche questa situazione va contestualizzata in una dimensione di guerra fredda, un conflitto globale che non risparmia nessun paese e nessun continente.

Ad esempio, questo lo si vede chiaramente in America Latina dove segna una nuova fase di rapporti critici con gli Stati Uniti. Come area del sottosviluppo l’America latina è percepita dagli statunitensi come potenzialmente sottoposta a influenza comunista. All’inizio degli anni 50 nasce l’Organizzazione degli Stati Americani e una delle prime operazioni statunitensi è una specie di bonifica del comunismo portando i paesi su posizioni anticomuniste, ovviamente impossibile.

A metà degli anni 50 iniziano a esserci le prime manifestazioni dell’influenza comunista, come in Guatemala dove nel 1954 si assiste a un tentativo di presa di potere da parte dei comunisti che però fallisce; tuttavia c’è la pressione degli USA su tutti i paesi che sembrano inclinare in quella direzione. Le modalità conoscono varie risorse: la pressione diplomatica, l’isolamento e soprattutto l’arma economica. Le economie latinoamericane sono prevalentemente a base agricola, e la valorizzazione di questa attività è quasi totalmente garantita dalle grandi compagnie americane, una è presenta in quasi tutti i paesi: la United Brands.

Questa acquista terreni, promuove la produzione su larga scala ed è talmente impopolare presso i coltivatori che viene ribattezzata “el pulpo”; a un certo punto gli americani saranno costretti a intervenire e a ribattezzarla United Fruit Company, ma non cambia la sostanza.

In questi anni di guerra fredda l’atteggiamento statunitense volto a prevenire affermazioni dei comunisti in sud America diventa morboso e avrà il culmine nella crisi di Cuba. U ascolta momentanea nella guerra fredda è data dall’anno del 1957, anno del Missile Gap, anno in cui i sovietici acquisiscono una strategia sugli USA mandando in orbita il primo satellite artificiale attorno alla terra: Sputnik. Per gli USA significa che l’antagonista ha acquisto una supremazia tecnologica che è anche strategica, perché in un duello come quello della guerra fredda se uno appare più intelligente l’altro viene automaticamente sminuito. Con

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questa supremazia tecnologica l’URSS acquista automaticamente la possibilità di intervenire militarmente in USA; gli americani però hanno talmente tante risorse economiche che nel 1958 hanno più che recuperato il distacco dell’URSS, facendo nascere la NASA (l’agenzia spaziale americana) portando la guerra fredda anche nei cieli e negli spazi. Alla fine del 1958 gli USA sono in grado di tentare con successo il lancio per la prima volta di un missile intercontinentale (ICBM); la risposta americana allo Sputnik.

La eterea si perfezione, se prima c’era una situazione di parità atomica ora c’è anche la capacita tecnica di colpire il territorio avversario, non c’è più scampo alla potenziale globale distruzione. Si andrà anche oltre esche questi sono missili a postazione fissa, arriverà il giorno in cui saranno mobili, rendendo difficile intercettarli. Ala fine degli anni 50 non c’è angolo del pianeta che non possa essere raggiunto da un ordigno atomico. La missilistica americana, la stessa che nel 1969 porta l’Apollo 11 sulla luna, ha paternità tedesca, Von Braun della SS che passa a lavorare per la NASA. La scena metà degli anni 50 segna un salto di qualità nella deterrenza, che diventa più efficace nella misura in ci la guerra essendo piùdistruttiva vi è anche inibizione a scatenare un attacco nucleare.

Il 1957 è un anno importante anche perché l’URSS stipula un impegno con la Cina Popolare a fornire un prototipo di bomba atomica;

in questa fase c’è un solidissimo rapporto di alleanze tra Mosca e Pechino, la Cina èin una situazione politica diplomatica molto precaria e totalmente dipendente in politica estera rispetta all’URSS, accentuata dalla guerra di Korea dove hanno combattuto contro l’USA.

Questo ordigno non verrà mai trasferito perché avverrà la rottura clamorosa dell’alleanza tra le due potenze comuniste.

La rottura è in qualche nelle caratteristiche divergenti dei due sistemi,

1) nella diversità dei due modelli di sviluppo ideologico, uno proletario e l’altro rurale,

2) ma anche nelle differenti vie di sviluppo economico, la programmazione con i piani quinquennali del’URSS, stente più improvvisate incedei cinesi, come la politica del balzo in avanti con cui Mao si propone di mobilitare le masse rurali.

Gli anni 50 si caratterizzano dallo spirito di distensione, Chruscev è convinto personalmente della buona volontà, afferma he entro gli anni 70 avranno superato gli americani, Manon significa voler fare la guerra, se non perseguire una coesistenza competitiva, ma pacifica.

3) Per Mao è difficile accettare che il suo grande protettore migliori i rapporti con gli Stati Uniti; inizia ad accusarli di revisionismo (= mancanza di ortodossia, di rispetto dell’ideologia).

Mao da un lato disprezza la bomba atomica perché considerata un’arma capitalista, ma la vuole perché capisce che l’unico modo per costringere gli Stati Uniti per cambiare idea sulla Cina popolare è la minaccia della forza e mettersi sullo stesso piano dell’antagonista. Chruscev invece non contempla il possibile scontro nucleare con gli Stati Uniti. Sempre in politica estera c’è scontro per questioni regionali Cina - India, questioni di confine che non vedono l’Unione Sovietica schierarsi affianco della Cina, ma addirittura per Mao propendono a favore dell’India; nella visone sovietica della politica asiatica la Cina è stato ormai acquisito e non ha bisogno di garantirsi il suo appoggio, cosa invece necessaria con l’India che si è dichiarato paese non allineato.

Tra la seconda metà degli anni 50 e primi anni 60

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1) questione ideologiche sulla natura del comunismo,

2) questioni economiche su quale sia il miglior modello di sviluppo economico in una società comunista,

3) questioni di politica estera sulla distensione e

4) questioni strategiche fanno si che si deteriorino i rapporti tra i due paesi,

fino allo scambio di fuoco, segno di quanto ormai si siano compromessi i rapporti.

Mao svilupperà un piano nucleare basato su risorse alternative escludendo l’Unione Sovietica e nel 1964 farà dettare il primo ordigno atomico e Mao saluterà la destituzione di Chruscev. In questa rottura si inseriranno gli Stati Uniti di Nixon nei primi anni 70.

Un altro momento centrale della guerra fredda è la seconda crisi di Berlino, a cavallo tra la fine degli anni 50 e primi anni 60; le due Germanie sono ormai consolidate sul piano sia politico che economico, in maniera diversa. Il contrasto era veramente stridente dal punto di vista economico sociale, al punto tale che i tedeschi orientali ne approfittavano in tutti i modi per lasciare la loro parte di Germania e trasferisti dall’altra parte; questo no era edificante per la credibilità del sistema socialista e della stessa Repubblica Democratica Tedesca. Per porre rimedio a questo problema che sta screditando l’intero blocco socialista, nel 1958 Chruscev propone di cedere il controllo di Berlino Est alla Repubblica Democratica Tedesca; l’URSS si disimpegna e lascia che la parte di Berlino che controlla sia esclusivamente in mani della RDT per gestire questo problema, ma questo sul piano internazionale porta a conseguenze pericolose perché mette in pericolo l’equilibrio cerato e l’alleanza occidentale. Nel 1954 la Repubblica Federale Tedesca entra nella NATO e chiedono di non riconoscere la Repubblica Federale Tedesca;

la dottrina Hallstein (ministro degli esteri della RFT) postula che la Repubblica Democratica Tedesca non deve essere formalmente riconosciuta perché non rappresentativa della Germania.

Si incrinano così i rapporti trai tedeschi occidentali e gli altri paesi della Nato, venendo meno anche la stabilità della guerra fredda e quel clima disteso e di cooperazione tra le due superpotenze; Chruscev dopo alcuni mesi si rende conto di avere innescato un meccanismo molto grande. Una volta resosi conto, decide di rimediare con un rimedio storicamente catastrofico, tragico e allo stesso tempo grottesco, perché nella notte tra il 12 e il 13 agosto del 1961 viene costruito il “muro di Berlino” (che cade nel 1989), impedendo fisicamente il passaggio da una parte all’altra. È il simbolo fisco del fallimento della sua politica e della obiettiva debolezza del modello sovietico, è un muro che serve a tenere al riparo dalla superiorità del modello occidentale. In questa crisi si infila Kennedy, il nuovo presidente americano, il quale a Berlino pronuncia uno dei più celebri discorsi della guerra fredda.

18/11/19

CRISI DI CUBA

Il momento in cui l’umanità è stata più vicina ad una terza guerra mondiale, il fatto che questo evento apocalittico non si sia consumato, la distensione si consolida, nella vita di ciascuno di noi tiriamo un respiro di sollievo.

È altamente significativo questo fatto, la guerra fredda è la storia di un periodo che si articola di crisi in crisi, sono crisi periferiche, scoppiano in qualche punto abbastanza periferico del mondo perché nasce un

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problema, ed è un problema che chiama in causa le due superpotenze, è un problema molto significativo, che ha in parte cause cubane. Perché Cuba è rilevante, quali sono le premesse storico politiche? Noi ci ricordiamo che Cuba era un’isola caraibica per cui gli Stati Uniti avevano combattuto una delle prime guerre, di fatto è sottoposta all’influenza americana, per tutto il corso del 20esimo secolo l’influenza americana si riduce per volontà degli Stati Uniti.

Gli americani manterranno a Cuba solo un avamposto, ultima base americana sull’isola di cuba, seppur formalmente indipendente è sottoposta ad una schiacciante ingerenza economica degli Stati Uniti fenomeno che si sviluppa nella America latina di sfruttamento delle risorse economiche e naturali e le risorse della produzione agricola, Cuba viveva e tutt’ora vive prevalentemente della produzione di zucchero.

Per un lungo periodo che va dagli anni 30 fino al 58, Cuba è dominata da un personaggio, che è l’uomo forte, Batista domina lo scenario cubano come se fosse una sua proprietà. Fa arricchire chi vuole che si arricchisca ovviamente sul piano internazionale, è l’uomo che rappresenta gli interessi americani, è un fedele alleato caraibico della politica estera americana.

Naturalmente in questo lungo periodo è chiaro che si costituiscano le premesse di un’insofferenza verso il regime autoritario che domina l’isola, inizialmente molto isolato supporto ad un oscuro avvocato di nome Castro, figlio di un coltivatore cubano, gode di condizione relativamente vantaggiose, astro ha accesso all’istruzione va a scuola dai gesuiti, il che lo rende dotto ma anche potenzialmente rivoluzionario sensibile alla necessità di un cambiamento politico.

Castro esprime un dissenso politico verso il regime di Batista, non c’è l’articolazione di una opposizione a cuba, questo fino al 53 quando in maniera ingenua con poche risorse sgrida il potere di Batista assaltando una caserma Moncada, un tentativo che fallisce viene arrestato e viene sottoposto ad un processo, come spesso avviene nella storia un dissidente politico che finisce davanti ad un tribunale, questo lo ingigantisce, siccome Castro aveva studiato legge, sapeva fare un’arringa, trasforma il processo contro di lui in un atto di accusa contro il regime cubano, condannatemi pure tanto la storia mi assolverà.

La condanna è abbastanza blanda, riesce a lasciare Cuba. Nelle sue peregrinazioni, in America Latina, incontra Che Guevara, anche lui molto sensibile alle istanze del cambiamento sociale, l’unione di queste teste pensanti inizia ad essere il vettore di un processo rivoluzionario. Questo processo non avrebbe alcuna possibilità di riuscita, mettono in piedi un numero sparuto di rivoluzionari, Batista è impopolare, anche gli americani si chiedono se sia opportuno continuare ad appoggiare un leader cosi impopolare.

Lasciamo che Batista faccia la fine che merita a Cuba, dicono al dipartimento di stato, troviamo qualcuno di più presentabile, c’è l’ambasciatore statunitense a la Havana dice attenzione a voltare le spalle a Batista, ci sono dei dissidenti con idee filo comuniste, prevale però la prima interpretazione.

Batista viene considerato bruciato, gli americani lo abbandonano al suo destino, quando Castro e Guevara trovano a Cuba riescono a mettere in crisi il regime, coinvolgono i più poveri, effettivamente nel 59 Batista ormai rimasto solo difeso solamente dalla sua polizia politica, particolarmente detestata perché torturava i dissidenti politici, Batista ad un certo punto decide di fuggire da Cuba e la lascia ai rivoluzionari, Castro ha cambiato il corso della storia di Cuba.

Nessuno ha ancora detto che Castro è un comunista, è certamente un rivoluzionario, ha delle idee di riforma sociale, questo non è ancora avvenuto, cosa fa appena ha preso il potere, annuncia una serie di riforme, la riforma agraria, la redistribuzione della terra a chi la terra la lavora.

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La nazionalizzazione non è ancora adesione al comunismo, è tuttavia quanto basta per rende Castro poco apprezzato agli americani gli esordi non sono molto promettenti, nazionalizzare le terre dove si coltiva lo zucchero significa mettere in discussione gli interessi statunitensi a Cuba.

Castro si reca a Washington, non va a con atteggiamento ostile, dice che vuole instaurare un nuovo corso dei rapporti con gli stati uniti, in cui siano più sensibili alle necessità di sviluppo dell’isola, l’amministrazione Eisenauer, si è già fatta un’idea ben precisa che è un’idea non positiva su Castro. Quando Castro si vede chiusa la porta in faccia, forse Cuba per le sue esigenze debba trovare un partner alternativo agli Stati Uniti la premessa dell’avvicinamento di Cuba all’Unione Sovietica.

Successivamente viene firmato un accordo commerciale tra Cuba e l’Unione Sovietica,

molto più importante dell’accordo commerciale, l’URSS si impegna a difendere Cuba.

Questo è il punto di svolta, evidentemente da un lato Castro percepisce che l’avvicinamento all’Unione Sovietica porterà ad un peggioramento dei rapporti con gli americani c’è la disponibilità a perdere le difese di Cuba, per quale ragione l’Unione Sovietica prende l’impegno a difendere un’isola.

Adesso l’Unione Sovietica è pronta a prendere le difese, significa andare a stuzzicare gli americani significa voler essere inopportuni, questo crescendo di tensioni si realizza con il passaggio dall’amministrazione Eisenauer alla amministrazione Kennedy. E’ uno dei primi dossier che trova sulla scrivania dello studio ovale, è assolutamente impreparato non ha ancora dimestichezza con la politica estera la quale si è già fatta un’idea ben precisa su chi sia Castro, è una posizione per nulla gradita agli americani, favoriamo la caduta di Castro a Cuba, facciamo un intervento militare indiretto, il direttore della Cia di Allen Dalles, il fratello di Dalle John che aveva teorizzato il roll back, una politica estera verso l’URSS, ha predisposto un piano che prevede che gli americani facilitino lo sbarco a Cuba di esuli cubani, di oppositori del regime di Castro, non sbarcano i marines a cuba.

Le navi americane porteranno questi dissidenti cubani, saranno i cubani stessi ad occuparsi di liberarsi di Castro, è la cosiddetta operazione della baia dei porci. Gli americani consentono a questi esuli cubani lo sbarco, nel convincimento che la popolazione cubana sarebbe insorta a fianco di questi esuli, l’idea era che Castro fosse impopolare, le cose andranno ben diversamente, lo sbarco fu un clamoroso insuccesso, perché i cubani non ci pensano minimamente a ribellarsi a Castro, sono schierati dalla sua parte.

Lo sbarco alla baia dei porci è un clamoroso insuccesso, al giovane presidente vengono rivolte le accuse di essere un inetto, un incapace, è un esordio imbarazzante, è una mossa avventata che ha l’effetto di far precipitare i rapporti tra Stati Uniti e Cuba.

Castro pensa di aver fatto bene a fare il trattato con cui l’Unione Sovietica, ha difeso Cuba, dopo il tentato sbarco alla baia dei porci, c’è un famoso viaggio del Che a Mosca, probabilmente in quella occasione per rendere più credibile la difesa sovietica, si deciderà di armare Cuba con ordigni sovietici.

???? Una delle prime mosse è una mossa politico diplomatica, nel contesto dei paesi latino americani, dà vita ad una nuova organizzazione chiamata alleanza per il progresso, un programma di sostegno verso i paesi latinoamericani, i quali si impegnano e erigere l’influenza americana, naturalmente questo progetto in realtà non decollerà mai, una conseguenza la produce subito.

Tutti i paesi latinoamericani decidono di espellere Cuba dall’organizzazione degli Stati Americani, viene isolata, non deve contagiare, gli altri paesi della zona, ovviamente qualunque tipo di rapporto bilaterale tra Stati Uniti e Cuba viene bruscamente interrotto.

La crisi di Cuba avviene dopo la Baia dei porci.

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Questa sarebbe ancora una crisi diplomatica e in qualche modo economica, gli aerei americani che sorvolano Cuba rivelano che sta succedendo qualcosa di clamoroso a Cuba, si stano costruendo delle rampe missilistiche in grado di alloggiare dei missili.

Che a loro volta possono raggiungere il territorio americano e operare un bombardamento atomico, i sovietici hanno preso sul serio l’impegno a difendere l’autonomia di cuba, questa isola che dista poche miglia dagli Stati Uniti, diventa l’avamposto per un possibile attacco nucleare sovietico per il controllo militare degli Stati Uniti, Krusciov ha messo in piedi un colpo militare impensabile.

Ricordiamoci che siamo all’inizio degli anni 60, contestuale alla prima crisi di Berlino, aprire un fronte anche a Cuba può forse servire a alleggerire la pressione su Berlino e costringere gli americani a essere meno duri su quanto accade a Berlino, il temperamento del leader sovietico lo porta a fare delle mosse molto avventate e ambiziose volte a cogliere di sorpresa gli Usa che lo espongono ad un rischio non sufficientemente calcolato, non ha la più pallida idea di dover costruire il muro di Berlino quando apre la crisi. Quando decide di difendere strategicamente Cuba non ha la minima idea a portarsi ad un passo dalla guerra nucleare, il suo spirito di distensione viene compromesso.

La reazione della amministrazione americana, è una reazione di grande preoccupazione, il giovane Kennedy fa vedere di che pasta è fatto, Kennedy è assecondato da uno staff di primordine, tutta una serie di consiglieri, che inducono il presidente ad una reazione forte, e la decisione che viene presa, non è certamente timida, è un ulteriore passo avanti nell’escalation, gli Stati Uniti non temono la guerra.

La decisione è quella di porre in stato di isolamento l’isola di Cuba e disporre attorno all’isola caraibica una serie di navi e sottomarini americani che avranno il compito di intercettare le imbarcazioni sovietiche che si dirigono verso Cuba.

Il blocco che Kennedy ordina ha l’effetto di non far arrivare a Cuba neanche uno spillo che non sia sottoposto al controllo degli Stati Uniti, quella nave deve essere affondata.

Questo incidente causerà un conflitto più grande, il diritto internazionale ci dice che il semplice blocco navale può essere considerato un atto di guerra, non è solo una misura di autodifesa, è una misura spregiudicata. A questo punto come era accaduto con la crisi di Berlino che Krusciov si è spinto troppo in là, la guerra con gli Stati Uniti non la vuole, si mette in moto la diplomazia segreta.

Questa crisi non si può risolvere alla luce del sole nell’ottobre del 62, non si può fare una conferenza sotto i riflettori, o si trova una soluzione diplomatica sotterrane. La soluzione che viene trovata è affidata a due personalità, agente sovietico Fomin e un giornalista americano Scali, di origine italiana.

I quali si scambiano le informazioni sulla cui base verrà trovato il modo di uscire da questa crisi, l’info che Krusciov fa arrivare prevede l’impego di ritirare le rampe e gli ordigni da Cuba a patto che gli Stati Uniti assumano l’impegno a non invadere Cuba né a consentire atti di ostilità verso Castro. La proposta viene vagliata e accettata, qui Kennedy e la sua amministrazione danno segnali di grandezza.

Dov’è l’intuizione geniale della amministrazione Kennedy, questo compromesso va bene, ma deve essere migliorato. Gli Stati Uniti ritireranno i missili che hanno dislocato in Turchia e in Italia i cosiddetti Jupiter, che sono missili di medio raggio, Kennedy capisce che Krusciov si è messo nei guai, la preoccupazione dell’amministrazione Kennedy possa pagare con la destituzione, facciamo un favore al nostro amico pasticcione Krusciov, decidiamo di ritirare questi missili, sono missili obsoleti che avevano programmato di sostituire, missili a postazione fissa, non possono essere trasportati, gli Stati Uniti avevano sviluppato un nuovo sistema con missili mobili, agli americani non costa niente togliere questi ferri vecchi.

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Come la decisione americana che è una decisione unilaterale, questa decisione provochi reazioni contrastanti, i turchi sono furiosi, sono gelosi dei loro missili, ci tengono al loro status di potenza nucleare non accettano molto volentieri di privarsi di questi missili. In Italia sono tutti sollevati, si ha un problema politico in meno, molti sono a dire di aver ceduto la sovranità agli usa.

(Il comunismo è stata un’interpretazione del particolare modo di essere russi nel mondo)

L’impegno sovietico a smantellare le basi, missili e ordigni atomici, questo scontro non è uno scontro che si conclude con un pareggio, l’amministrazione Kennedy si trae dalla crisi, l’amministrazione sovietica alla fine paga, l’aver giocato troppo d’azzardo, era nella amministrazione Krusciov armare Cuba e renderla una spina nel fianco, anche noi abbiamo risolto delle crisi.

L’attore più scontento è Cuba, in particolar modo Castro, capisce di essere stato merce di scambio, capisce di non poter fare affidamento all’Unione Sovietica, questa ostilità comincia ad attenuarsi, Cuba finisce per essere prigioniera di sé stessa, ne paga le gravissime conseguenze sul piano dell’isolamento economico, sistema fortemente identitario, Castro dice di aver insegnato ai cubani di resistere ai.

Una è quella istituzionale, quella del leader politico, che Guevara riprende quella soluzione strategica della guerriglia, un manipolo di uomini, non importa quanto ignoranti, ma profondamente convinti di portare avanti una lotta fino alle estreme conseguenze, potesse trasformarsi in una vera e propria rivoluzione, quello che funziona a Cuba, diviene un fallimento altrove. Guevara viene catturato in Bolivia, verrà poi passato per le armi e fucilato, finisce una stagione. Un ridimensionamento della partita latinoamericana, indubbiamente la riproducibilità del modello cubano era un’illusione.

Quello che ci interessa sottolineare adesso, è che la crisi di Cuba, in Krusciov, entro i primi anni 70 noi unione sovietica supereremo gli americani in ricchezza. Krusciov dice che dimostreremo di poter fare meglio.

Riconvenzionalizzazione strategica.

1) Si passa alla dottrina in base alla quale si stabilisce che bisogna tornare a porre l’attenzione sugli armamenti convenzionali, considerare l’atomica come un’estrema ratio, non come l’arma da utilizzare di norma. Una nuova strategica, riconvenzionalizzazione strategica.

2) Si stabilisce l’istituzione di una linea di collegamento che prenderà il nome di telefono rosso, questi due paesi possano immediatamente consultarsi per capire quali siano le reali intenzioni dell’una e dell’atra parte. Questo è il senso della linea del telefono rosso, serve ad evitare che qualsiasi equivoco possa generare una guerra nucleare.

Kennedy è l’esponente di una famiglia numerosa, irlandese, cattolico, il padre Joseph è stato ambasciatore in Germania durante il nazismo, aveva definito la Germania nazista come un paese ordinato, solidamente anticomunista.

Comunque sia l’ascesi sociale della famiglia Kennedy culmina con l’avvento alla casa bianca dio JFK. Tuttavia cogliamo che anche quello è un discorso molto ispirato, propone la costruzione di una

grande comunità atlantica, tutto quello che era stato fatto era sembrato inadeguato, bisogna costruire una vera comunità atlantica, superando le differenziazioni economiche tra le due sponde dell’atlantico,

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1) comunità economica che sarà anche una comunità politica, una cosa fondamentale per Kennedy era l’ingresso della Gb nella CEE, quindi spinge per questo ingresso,

2) e poi c’è la visione strategica, anche dal punto di vista strategico pensa che non si sia fatto abbastanza la proposta che lancia la sua amministrazione è quella di una forza militare multilaterale, in sigla fml, l’idea è quella di dar vita ad unità navali con equipaggio multinazionale fornito dai vari paesi membri dell’alleanza atlantica e con ordigni atomici, quindi una capillarizzazione della strategia difensiva, si riproduce quella che è la Nato con tanto di ordigno atomico, come Kennedy vorrebbe integrare all’interno della CEE il Regno Unito, vuole integrare il potenziale nucleare della GB, la potenza nucleare della GB deve essere integrata in queste grandi strutture.

Si definisce un grande salto di qualità, a ben vedere c’è un rafforzamento delle strutture militari integrate, al contrario il comando è sempre più ristretta nelle mani degli Stati Uniti, che più di tutti il leader europeo sarà De Gaulle, paradossalmente uno dei più fieri antagonisti di Kennedy.

Nel minare tutti i suoi grandi progetti, la Forza militare multilaterale, De Gaulle si opporrà all’integrazione atlantica e a quella europea, porrà il veto per la GB all’entrata della CEE e saboterà i progetti militari. Kennedy spinge per il progetto spaziale, stiamo parlando, a quei tempi lo sbarco sulla luna non era, quando nel 69 lo sbarco sulla luna avviene, il presidente è Nixon che è un presidente con un’altra visione.

Nixon aveva già predisposto il discorso per la morte degli astronauti, è una delle più prestigiose vittorie conseguite dagli usa nel periodo della guerra fredda, nel 57 vedevano i sovietici in vantaggio nel settore balistico.

21/11

In realtà il sovranismo è una evoluzione storica del nazionalismo. L’Europa e l’integrazione europea promossi da De Gaulle sono improntate all’idea di una tutela della diversità culturali e dei diritti identitari; l’Europa di De Gaulle sarà forte nella misura in cui nascerà dalla collaborazione delle varie identità nazionali, delle varie patrie.

L’eliminazione di queste ultime è il rischio che si corre secondo De Gaulle se si va dietro alla politica americana, che tende a schiacciare politicamente i paesi europei sotto la sua egemonia.

De Gaulle persegue la sua visione dell’Europa delle patrie cercando di migliorare i rapporti con la Germania occidentale di Adenauer, prendendo un’iniziativa importante perché capisce che il vero motore dell’Europa è l’asse franco-tedesco; la sua idea è di rilanciare quest’asse per rimettere in moto il processo di rafforzamento dell’Europa occidentale. È molto ambizioso, la sua visione va dall’Atlantico agli Urali, coinvolgendo in qualche modo l’Unione Sovietica.

Sostiene che non devono essere gli americani a gestire i rapporti degli europei con i sovietici, perché questa gestione avviene sopra gli europei contro i loro interessi, ma devono essere direttamente gli europei a trattarci; quindi si avvicina ad Adenauer nella creazione di un asse franco tedesco che possa dialogare con l’Unione Sovietica e in questo modo attenuare le tensioni della guerra fredda e relativizzare l’egemonia americana nel trattare direttamente con Mosca.

È una sorta di manovra di agrumeto quella che tenta De Gaulle e che sollecita molte critiche e resistenze essendo molto ambiziosa.

Innanzitutto De Gaulle contrasta le iniziative di Kennedy sul piano concreto;

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1) Kennedy vuole che la Gran Bretagna entri nelle istituzioni europee, De Gaulle pone il veto. L’idea che ha De Gaulle è che la Gran Bretagna all’interno delle istituzioni comuni europee possa essere come un cavallo di troia dell’interesse americano; perché in fondo gli inglesi non sono europei nella stessa misura degli europei continentali. Si blocca così la proposta americana funzionale a un rafforzamento delle istituzioni europee.

2) De Gaulle si oppone anche alla proposta strategica di Kennedy della forza nucleare multilaterali di unità navali con a brodo personale navale proveniente da vari paesi della NATO, con ordigni atomici, con l’integrazione all’interno della NATO dell’ordigno nucleare dei britannici; si oppone perché gli sembra ancora più evidente che Kennedy intenda egemonizzare ulteriormente la supremazia strategica americana sugli europei. De Gaulle si oppone a questo disegno lanciando il programma nucleare francese, la Force de Frappe negli anni 60 portando la Francia in breve tempo ad essere una forza nucleare; la Francia intende rendersi strategicamente autonoma, perseguire l’autosufficienza difensiva e quindi in qualche modo non più dipendente dalla NATO.

3) Tuttavia, la visione europeista di De Gaulle crea delle tensioni anche con altri membri, un grosso nodo è quello della Politica Agricola Comunitaria (PAC): la Francia è un grande paese agricolo e in questa fase l’unico paese che ha lo stesso grande interesse di questa dimensione della CEE è l’Italia, è quindi del tutto naturale che si venga a creare un antagonismo sui principi da adottare in tema di produzione agricola, ma soprattutto di mercato agricolo all’interno dell’area comunitaria; De Gaulle vuole la tutela per i prodotti francesi. Si che una tensione che porta i francesi ad adottare la politica della sedia vuota: a non partecipare alle riunioni degli organismi comunitari come protesta finché il punto di vista francese non verrà accolto.

L’approccio di De Gaulle al tema dell’integrazione europea è molto controverso, difficili stimare se ci sono stati vantaggi o meno, ma certamente nel suo tentativo di rilanciare l’integrazione europea, sempre fondata sul concetto delle patrie, nel tentativo di migliorare i rapporti con l’URSS e di alleggerire di allentare l’egemonia americana, c’è soprattutto al fondo di tutto questo un obiettivo del rilancio della Francia come prima potenza continentale.

A partire dal 1963 l’Italia vive una nuova stagione politica e la politica estera italiana è sempre propedeutica a un cambiamento delle maggioranze di governo, deve servire ad avere consenso.

In questo processo entrano i socialisti di Pietro Nenni al governo guidati dalla DC;

1) il centro sinistra significa uno spostamento dell’asse della politica italiana verso sinistra con una maggiore propensione alle riforme sociali. L’avvento del centro sinistra avviene quando la presidenza degli Stati Uniti è in mano a democratici i quali pensano che con l’avvento dei socialisti al governo italiano gli italiani si doteranno di governi stabili che avvieranno il procedimento di riforme sociali di cui il paese ha bisogno;

2) in realtà i governi di centro sinistra non riescono a fare molto perché il presupposto di stabilità non si realizza: ci sono delle tensioni visto che i comunisti che stanno ancora all’opposizione accusano i socialisti di aver tradito la causa di una visione rivoluzionaria della società e dell’impegno politico, di essersi trasformati in conservatori e in politica estera di aver sposato la causa atlantica. Pietro Nenni diventa anche ministro degli esteri con una politica di moderata critica della NATO, ne vorrebbe cambiare alcuni aspetti, ma non mette in discussione la partecipazione dell’Italia all’alleanza atlantica.

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Insomma, i governi di centro sinistra sono pieni di contraddizioni e non riescono a tener fede alle molte aspettative e promesse che si erano create. Anche la politica estera è abbastanza deludente, ad esempio uno dei cavalli di battaglia dei governi di centro sinistra

3) è il riconoscimento formale della Cina Popolare, che però è in qualche modo bloccato dal veto americano; ci sarà poi il problema del terzo conflitto arabo israeliano (la guerra dei 6 giorni).

Non ci sono quindi condizioni favorevoli perché questo esperimento del governo di centro sinistra abbia i suoi frutti.

Inoltre, nel 1966 la Francia annuncia di voler uscire dalla NATO: il ministro degli esteri Couve De Murville, annuncia questa decisione la quale è destabilizzante per tutto i sistema occidentale; i francesi annunciano di voler uscire dalla NATO, non di denunciare la loro adesione al Patto Atlantico. De Gaulle propone una riforma della struttura della NATO a una più condivisa con il direttorio di tre potenze: Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia con un quindi la ristrutturazione della NATO di DE Gaulle fallisce, motivo per cui si vuole ritirare; anche perché ormai la Francia ha una sua autonomia nucleare.

Il fatto che un paese fondatore decida di uscire crea uno squilibrio strategico gravissimo, perché l’Europa occidentale è ancora disseminata dai soldati dei paesi membri, quindi c’è da riorganizzare tutta la NATO; innanzitutto gli americani devono ritirarsi dalla Francia e i paesi presenti nelle strutture alleate devono lasciare i loro insediamenti. Altro problema è quello strategico: la Francia ha un ruolo importante nel mediterraneo; qualcuno pensa che possa essere una buona occasione per l’Italia, per altri invece no.

Una parte del paese non vuole trae nella NATO e un’altra, ovvero quella al governo, è favorevole, ma con la volontà di diminuire il suo impegno al suo interno; l’uscita della Francia dalla NATO fa sì che gli americani vedano l’Italia come una penisola che è una semplice porta aerea, non chiedono una maggiore partecipazione attiva se non solo una maggiore collaborazione.

La NATO, alla minaccia posta dalla Franca, reagisce positivamente con una reazione sia dal punto di vista strategico che politico; gli americani capiscono che il problema di De Gaulle era che voleva contare di più e quindi decidono di fare credere agli europei di contare di più. Questa illusione la ottengono lavorando maggiormente sul fronte politico diplomatico, cioè sviluppando quella dimensione politico diplomatica dell’Alleanza Atlantica che è rimasta dal 1949 un po’ sacrifica rispetto all’impegno strategico; quindi, viste le aspettative di distensione all’interno della NATO viene lanciato il cosiddetto rapporto Harmel, altro non stabilisce che un principio generale: è arrivato il momento che anche la NATO cerchi un approccio al mondo dell’Europa orientale iniziando a trattare anche di diplomazia.

Sul piano strategico la NATO modifica la sua strategia, recependo quello che era stato adottato dagli americani sotto la degenza Kenndey, ovvero la “risposta flessibile” la quale diventa la dottrina strategica ufficiale: considerare l’ordigno atomico come ultima risposta, ma non un paso indietro; la risposta deve essere flessibile, ma la difesa avanzata.

Questi due aspetti, il rapporto Harmel e la nuova dottrina strategica è la risposta al problema posto da De Gaulle, il quale per altro nel 1969 esce di scena, nasce in Francia la mobilitazione giovanile studentesca, si cerano problemi economici avendo sfidato troppo gli americani.

Alla fine degli anni 60 la Francia di De Gaulle è un paese in difficoltà e il suo sostituto, Pompidou, cambia in maniera graduale in politica estera e la prima cosa che fa è toglier il veto all’entrata della Gran Bretagna, deponendo i caratteri duri del gaullismo. La Francia non rinunci a essere un grande paese, ma non vuole andare in rotta di collisione con gli Stati Uniti, questo è il cambiamento che avviene in Francia.

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Nel 1964 in Unione Sovietica avviene un grande cambiamento politico perché Chruscev viene destituito, perché i risultati della sua gestione non sono obiettivamente brillanti, né in politica estera (per la gestione della crisi di Berlino che della guerra di Cuba) né per la gestione del piano economico interno; la produzione agricola sovietica entra in crisi, quindi peggiorano le condizioni di vita all’interno del paese.

Importante è anche il fatto della rottura con la Cina Popolare che contribuisce alla sua destituzione insieme alle altre cause. È il primo sovietico ad essere stato destituito, mentre i suoi predecessori sono morti in carica. Alla destituzione di Chruscev riemerge alla guida dell’Unione Sovietica una visione conservatrice con alla carica Breznev e lo si vede presto, perché nel 1968 in Cecoslovacchia va in scena un nuovo tentativo di riformismo politico. I comunisti cecoslovacchi al potere sono ispirati da nuove tendenze culturali che ci sono in questo paese, il quale è molto aperto all’occidente, e l’élite politica al potere decide di tenere conto del movimento di riforma che viene dal basso. In realtà sono riforme molto miti, si parla semplicemente di attuare un riformismo politico e sociale sempre nell’ambito di un sistema comunista e senza mettere in discussione la fedeltà la Patto di Varsavia, ma è quanto basta per scatenare la reazione sovietica che tema che is diversifichi ciò che era successo in Ungheria; i carri armati sovietici invadono la Cecoslovacchia. Dubcek viene destituito dai sovietici e passerà molti anni nell’anonimato lontano dalla politica finché non viene riabilitato alla fine degli anni 80. Mentre nel 1956, salvo rarissime eccezioni, i comunisti occidentali non avevano battuto ciglio quando i sovietici avevano represso con la forza il riformismo ungherese, mentre ora molti criticano aspramente questo intervento. La repressione del riformismo cecoslovacco è una delle occasioni che induce i comunisti italiani a distaccarsi dall’Unione Sovietica, a spostarsi su una posizione più autonoma, e non c’è dubbio che l’URSS faccia vedere il suo volto più duro e reazionario, infatti a seguito di questo intervento militare repressivo si parla della dottrina Breznev. La dottrina Breznev, o dottrina della sovranità limitata, sta a significare che nessuno dei satelliti sottoposti al controllo sovietico può avviare delle riforme che incoraggino il pluralismo sociale, figuriamoci quello politico. È molto più duro Breznev di Chruscev che nel 1956 si era aperto alle vie nazionali al socialismo, lui invece nega l’esistenza di vie diverse al socialismo; chi mette in discussione il modello è passibile di un intervento militare.

La guerra del Vietnam è uno dei due eventi che toglie la purezza agli Stati Uniti, che alla fine degli anni 70 non ci appare più come il paese da considerarsi come la bandiera pulita della liberal democrazia mondiale; è un paese che ha commesso errori gravi. Che ha perso un po’ della sua credibilità per cui viene criticato. Nella cinematografia è evidente il cambio della chiave di lettura di questa guerra negli anni con una sempre maggiore criticità.

Nel 1954 viene sconfitto definitivamente il colonialismo francese, il forte di Dien Bien Phu, poco dopo c’è la conferenza di Ginevra in cui gli americani decidono di prendere le difese del Vietnam del Sud contro la possibilità ella sua occupazione da parte del Vietnam del nord comunista. La conferenza di Ginevra stabilisce che la penisola indocinese deve essere riunificata, ma si oppongono alle libere elezioni perché sanno che il comunismo è troppo popolare perché identificato dalla stragrande parte della popolazione nell’indipendenza (il mito di Ho Chi Ming). Gli americani si stabiliscono a sud dove si crea un vero e proprio stato guidato da Diem, un dittatore corrotto, e gli americani si trovano a fianco di un personaggio tutt’altro che amabile per difendere l’integrità di questo paese.

Kennedy inizia ad aumentare la presenza americana di consiglieri militari e uno di questi è il generale Taylor, importante perché colui che avverte la Casa Bianca che o si prendono la responsabilità di garantire militarmente il regime di Diem oppure verrà travolto dai comunisti. Questo è il problema che per primo si pone l’amministrazione Kennedy; è stato detto che come era già successo in Korea, in guerra fredda ci sono dei paesi che se non vengono difesi finiscono sotto il controllo nemico (effetto domino).

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Questo sembra abbastanza per incrementare l’impegno militare in Vietnam del sud. Johnson nel 1964 compie un salto di qualità e si ha l’incidente del Golfo del Tonchino: unità navali americane entrano in contatto con unità navali nord vietnamite, il primo incidente navale.

La reazione americana è esagerata, perché Johnson riesce ad ottenere dal congresso una risoluzione di condanna del Vietnam del nord definito responsabile di questi incidenti che si sono verificati e quindi ottiene il via libera per garantire la difesa del Vietnam del sud, una investitura totale. Non si parla solo di invio di uomini, ma possibilità di operare anche bombardamenti verso il Vietnam del nord; la risoluzione del tonchino equivale al riconoscimento di uno stato di guerra che impegna gli americani in Indocina. Entro la fine degli anni 60 verranno concentrati nel Vietnam del sud tre mezzo milione di soldati americani. Iniziano i bombardamenti e si è in piena guerra; è il secondo conflitto ella guerra fredda in Asia dopo la Korea. Il Vietnam del nord è sostenuto sul piano politico e militare dall’unione Sovietica e la Cina solidarizza, ma con un certo timore perché non vuole un diretto coinvolgimento nella guerra che la faccia combattere ancora una volta contro gli Stati Uniti. Altro problema tragico è che non si tratta di una guerra solo vietnamita, ma si estende anche alla Cambogia e al Laos, territorio usato dai nord vietnamiti come base; ecco perché abbastanza presto inizia una diplomazia sotterranea per cercare di risolvere la crisi.

Questa guerra riserva una sorpresa agli americani, è la prima volta che sul piano strategico si trovano in difficoltà, perché un conto è una guerra tradizionale in campo aperto e un altro è affrontare la guerriglia: scontri brevi con poche unità dove il progresso tecnologico conta meno dell’effetto sorpresa. Nel 1968 viene scatenata l’Offensiva del Tet, strategicamente interessante, dove il nemico sbuca da terra sorprendendo americani e sud vietnamiti.

La diplomazia internazionale afferma che una volta che si è scatenata una terra contro un paese che esercita l’arte della guerriglia non è facile porre fine; le condizioni poste dai nord vietnamiti sono l’immediata cessazione dei bombardamenti e il ritiro degli americani, i quali però non possono abbandonare i sud vietnamiti al comunismo.

Questa guerra è devastante, l’America è scossa dalla contestazione, si manifesta contro la guerra, perché coinvolge i giovani trasformandosi in una tragedia sociale; sono anni di amministrazioni democratiche, anni in cui da Kennedy a Johnson il mantra ripetuto è di cambiare gli Stati Uniti, cambiare la società e abbattere i pregiudizi sociali. Davanti a tale promessa, la realtà che i giovani vengono mandati a morire in guerra. Tutti i presidenti sono responsabili, fino a che diventa presidente un repubblicano, ritorno che in qualche modo alleggerisce il fardello politico perché Nixon, non ha promesso una società migliore, né la fine delle diseguaglianze razziali, non ha decretato l’impegno degli americani in Vietnam per cui potrebbe porre fine alla guerra, ma non lo fa.

Quello che fa Nixon con Kissinger è capire che è una guerra che non può essere vinta, per la prima volta nella loro storia gli USA si trovano davanti ai limiti della loro potenza militare; bisogna quindi creare le condizioni per fare finire la guerra in modo dignitoso per gli Stati Uniti.

Nixon ritiene che siccome non c’è modo di indurre i nord vietnamiti a scendere a compromesso vuole usare la forza in altro modo: senza chiedere conferma congressuale estende il teatro di guerra alla Cambogia; dall’altra parte anche in Cambogia vi era il comunismo e appoggia in qualche modo il Vietnam del Nord, per cui bombardare le basi del Vietnam del nord in Cambogia potrebbe indurre il nemico a trattare. Soprattutto, l’amministrazione Nixon decide come via di uscita da questa guerra di operare la

vietnamizzione del conflitto: progressivamente disimpegnarsi per porre i sud vietnamiti nelle condizioni di provvedere a sé stessi.

Nel 1973 Kissinger riesce a trovar un compromesso con il suo interlocutore nord vietnamita Le Duc Tho; accordo che prevede il cessate il fuoco, il rilascio dei prigionieri di guerra, il ritiro delle forze americane e,

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infine, le libere elezioni, con la consapevolezza che avrebbero portato alla vittoria dei comunisti in Vietnam.

Attraverso la vietnamizzazione voluta da Nixon si arriva all’epilogo, che è quello della caduta di Saigon, ovvero i nord vietnamiti entrano nel territorio del Vietnam del sud e quindi la sconfitta anche politica degli americani è definitiva; gli americani se ne vanno e le vere vittime sono i sud vietnamiti. Nixon è un realista, cinico, spietato, duro e dalla fine della guerra del Vietnam impara che gli stati uniti non possono più sostenere simili oneri della guerra fredda.

La guerra fredda globale che si combatte in tutto il mondo, anche dove non ci sono interessi diretti americani, determina i costi imperiali che stanno diventando insostenibili per l’economia, la società e la vita politica americana. Quindi, come il conflitto in Vietnam è stato ceduto alle forze locali, si apprestano a fare lo stesso nel resto del mondo.

La dottrina Nixon è una grande svolta della politica estera americana dopo la guerra del Vietnam: nei vari teatri periferici gli americani si apprestano a delegare le forze strategiche di sicurezza a paesi che eserciteranno la sicurezza attraverso il sostegno economico e le forniture di armi americane, ma senza il coinvolgimento dei soldati americani.

Gli Stati Uniti hanno il bisogno di rilanciare la distensione, minore rischio di guerra con l’URSS, minori tensioni e quindi maggiori risorse da investire nello sviluppo economico e sociale del paese. Nixon porta a una serie di disimpegni che sono funzionali ad aumentare la distensione, ridurre la tensione e i rischi di guerre periferiche e liberare maggiori risorse americane per quelli che stanno diventando i veri grossi problemi degli USA, cioè il fronte economico e sociale. insomma, la cosa storicamente interessante di questa presidenza è che Nixon, con tutti i suoi difetti, è il primo presidente americano che si pone il problema su quanto si possa portare avanti la guerra fredda, cosa che nessuno prima di lui fa, e lo fa con l’aiuto di Kissinger.

Kissinger nasce in Germania e per le sue origini ebraiche si pone in salvo; arrivato negli Stati Uniti scopre una vocazione per gli studi, ma l’evento che cambia la sua vita è la partecipazione alla seconda guerra mondiale nel settore dell’intelligence; alla fine della guerra si afferma come docente di Harvard.

Prima ancora della sua importanza politica ha un’importanza culturale: introduce nella teoria politica americana il vecchio realismo europeo, è un trapianto che durante la presidenza Nixon è riuscito;

Kissinger reintroduce il parametro della balance of power, per cui gli americani iniziano a preoccuparsi di realizzare in scenari periferici situazioni di equilibrio. Nixon lo chiama come consigliere per la sicurezza nazionale e poi segretario di stato.

22/11/19

Nixon si appoggia a regimi impresentabili, come il Chile o la Grecia dei colonnelli, questo in accordo con la dottrina Nixon, rientra in una logica di disimpegno che l’amministrazione Nixon vuole portare in campo, vuole rilanciare la distensione con l’unione sovietica, vuole ridurre il fardello con gli oneri americano, in estrema sintesi quello a cui lavora l’amministrazione Nixon.

Terzo conflitto arabo israeliano, la guerra che è immediatamente successiva allo stato di Israele, ogni guerra arabo israeliana è la prosecuzione di quella precedente, avevamo lasciato le tensioni arabo israeliane del 56, erano intervenuti i casci blu a riportare la coesistenza pacifica tra i contendenti, Nasser ottiene che i caschi blu lascino la zona del canale di Suez.

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La misura che viene adottata da Nasser è quella di chiudere il golfo di Aqaba, dall’altra parte abbiamo il canale di Suez, significa isolare Israele.

Togliere questa via marittima ad Israele, questa è la mossa strategica, che Nasser lancia, è sempre un leader panarabo, è sempre fortemente intenzionato ad eliminare Israele con ogni mezzo, questa è la situazione, tuttavia Nasser non ha previsto l’entità della reazione israeliana, Israele ha cominciato ad abituarsi all’idea di essere circondato da paesi ostili ed ha suggellato il proprio rapporto con gli Stati Uniti.

Guerra dei sei giorni, nel 67 in meno di una settimana Israele è in grado di passare all’offensiva e sferra un attacco micidiale, che è l’occupazione di moltissimi territori, nella parte più propriamente palestinese, che nel primo conflitto, ne approfittano per prendere tutta Gerusalemme, la Cisgiordania, la parte di Palestina araba che sta sotto Gerusalemme.

Con straordinaria efficienza militare da parte degli israeliani, l’eroe di questa guerra è il generale Mochet Dayan, che ha perso un occhio nelle precedenti guerre, diventa un eroe israeliano in questa efficacissima campagna militare, questo per il fronte arabo parliamo di un disastro assoluto, non è solo questo il problema, il problema inizia ad essere politico, Israele crea problemi ulteriori, ci sono vari profughi palestinesi, qui nasce la grande questione dei profughi palestinesi, che iniziano ad organizzarsi in associazioni come la OLP, non è tanto combattere Israele il punto, sul problema è che tipo di risposta politica dare a queste popolazioni che sono state costrette a lasciare le proprie terre.

C’è un’emergenza di carattere umanitario, allargandosi a macchia d’olio viene coinvolto un paese in quella ziona, che è il Libano, che diventa suo malgrado la nuova terra di guerra e di battaglia perché da lì partono le incursioni, scivola suo malgrado in questa situazione, perché la sfortuna li ha posti sul teatro di guerra, anche la guerra dei sei giorni accentua il legame tra la guerra fredda e le tensioni mediorientali, ancora una volta intervengono le due superpotenze, sul piano militare intervengono le due superpotenze, gli sconfitti, gli arabi chiedono che Israele ritorni nei confini politici delineati nel 48, gli israeliani non ci pensano neanche almeno parte dei territorio occupati, in questa posizione sono spalleggiati dagli americani. La guerra dei sei giorni rende ancora più solido questo legame tra Washington e Telaviv.

Ci dobbiamo chiedere quale sia il ruolo esercitato dalle NU, come avevano già fatto in precedenza, quella soluzione di ripartizione, Gerusalemme è tutta sotto il controllo di Israele, Israele se la sono mangiata ancora di più qual è la posizione della diplomazia multilaterale (nazioni unite che promuovono questo tipo di diplomazia) nel novembre del 67 quindi poco dopo le ostilità viene assunta una risoluzione 242 che è molto importante, perché introduce il principio che si possa provare la via della pace sulla base dello scambio con la terra,

terra in cambio di pace, questa è la proposta delle nazioni unite, ancora oggi si discute di questo. Gl’israeliani danno la terra e gli arabi garantiscono la pace, da parte israeliana non c’è nessuna intenzione di cedere il bottino di guerra, dicono prima facciamo la pace, prima gli arabi si impegnano a riconoscere il nostro stato. L’interpretazione che dà Israele è essere riconosciuto sul piano giuridico e poi diamo le terre, prima Israele ci ridà le terre e poi facciamo la pace, se è vero come è vero che Israele non ha alcuna intenzione di restituire le terre, è anche vero che gli arabi non riconoscono Israele.

Ci sono alcune missioni diplomatiche internazionali che cercano di superare l’impasse diplomatico, tra cui quella condotta do Rogers, il primo segretario di stato è il signor Roger, Jarring (svedese) tutte queste missioni sono inutili, deve venire prima la restituzione della terra o deve venire prima la pace, è un problema insolubile, qual è il legame guerra fredda e conflitto arabo israeliano, gli americani non ci pensano neanche a dire a Israele dei ridare le terre, lo dice molto chiaramente per quale motivo noi americani dovremmo convincere i nostri alleati a cedere le terre che hanno occupato, perché noi dobbiamo giocarci il rapporto con il nostro miglior alleato mediorientale.

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Dall’altra parte ci sono gli arabi, l’URSS si guarda bene dal dire di fare subito la pace, sostiene le ragioni di Egitto e Siria si dichiara pronta le due superpotenze accentuano il conflitto in Medioriente, la guerra fredda accentua la contrapposizione, nel momento più difficile le due superpotenze inerendone sulle rispettive parti.

Da un lato le superpotenze non favoriscono la soluzione pacifica del Medioriente, dall’altro evitano che le potenze possano degenerare fino ad un conflitto più esteso. Questa è la guerra dei sei giorni è un evento che accentua il rapporto tra Usa e Israele, è la circostanza che sposta la politica estera italiana per il mondo arabo. Inizialmente i comunisti vedevano in Israele uno stato progressista e post coloniale, si inizia a vedere Israele come uno stato aggressore, si spostano sul versante filo arabo, la politica si definisce politica equidistante ma è sempre più filoaraba, nonostante tutte queste crisi, guerre e tensioni, la storia della guerra fredda è una successione di crisi, la distensione torna a manifestarsi in modo sorprendente, tra la seconda metà degli anni 60 e la prima metà degli anni70 abbiamo la guerra del Vietnam, la guerra dei sei giorni e la guerra dello Yon Kippur, nonostante queste tensioni periferiche che contrappongono i loro alleati, è nel periodo che va dalla seconda metà degli anni 60, alla seconda metà degli anni 70 possiamo parlare di “grande distensione” la grande distensione è qualcosa di molto più concreto e molto più interessante che vede gli europei assumer un qualche ruolo8

La guerra fredda produce tensioni ma che in fondo garantisce una certa stabilità, proprio perché e potenze hanno acquisto una capacità distruttiva praticamente infinita in fondo non c’è mai una nuova guerra mondiale, da un lato questa situazione mortifica tutte le speranze del superamento dell’egemonia delle superpotenze, i stelliti dipendono per la loro sopravvivenza dipendono dalla disponibilità americana a difenderli in caso di attacco sovietico, mortifica le ambizioni di queste potenze ad avere un ruolo crea questa speranza, insofferenza la situazione ambigua di chi si trova in carcere, si aumenta il desiderio di uscire da questa situazione.

Questo ci porta a dire che soprattutto gli europei vedono nella distensione la loro grande speranza come fare per ridare una prospettiva all’Europa attraverso lo spirito di distensione, cioè guardare oltre la guerra feda finirà questo innaturale bipolarismo, il bipolarismo è una anomalia, dal 1815 abbiamo studiato ordini internazionali multipolari, solo nella guerra fredda abbiamo un sistema bipolare, la distensione diventa una speranza per poter superare la distensione, per le due superpotenze la distensione è l’allentamento della distensione, c’è rivalità ma hanno entrambe paura della guerra atomica, superare le crisi e imparare a gestire la loro responsabilità mondiale, per americani e sovietici da un lato distensione ha due significati completamente diversi, la distensione è un modo per perpetuare le loro leadership internazionale renderla meno gravosa, impegnativa, per gli europei significa andare oltre provare ad immaginare un mondo diverso, questa è la premessa, seconda metà degli anni 60.

Abbiamo due uomini che sono due conservatori, Brezinev e Nixon sono due conservatori feroci, Nixon viene travolto dallo scandalo del Watergate, non ci dobbiamo aspettare da loro grandi slanci verso l’umanità. Ci sono i paesi europei.

La Germania, in Germania, il periodo in questione è caratterizzato dalla leadership illuminante, il socialdemocratico Willy Brandt, interpreta il sentimento di tutti i tedeschi che si sentono traditi dagli stati uniti, la divisione della Germania è divenuta definitiva il muro su cui si regge l’intera guerra fredda, nessuno ha in mente di dividere la Germania, i grandi alleati tedeschi occidentali hanno dimostrato storicamente di mettere in discussione la divisione della Germania, non è dagli americani che ci si può aspettare, Brandt porta avanti una visione diplomatiche della grande distensione, si muove ben oltre quanto immaginato e anche quanto voluto dalle due superpotenze, compie il primo passo, qualsiasi iniziativa volta ammettere in discussione la situazione internazionale non può che passare da Mosca,

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1970, trattato di normalizzazione tra questi due paesi, è un primo importante passo, intanto Brandt ha rassicurato i sovietici che non ha intenzioni eversive, vuol semplicemente tenere in caldo la questioni tedesca, sempre in una visione molto intelligente,

c’è un secondo accordo tra la repubblica federale tedesca e la polonia disponga dare delle garanzie, bisogna rassicurare i vicini dell’est, che penso alla Germania in termini vecchi, Brandt va a Varsavia, e riconosce come legittimi i confini esistenti rinuncia definitivamente a quella porzione di Germania orientale che era stata data ai polacchi.

Terzo passo 1972, normalizzazione dei rapporti tra le due germanie, di lì a poco le due germani possono entrare a far parte delle nazioni unite, 1973, alla fine di questo processo sempre due germani ci sono, invece Brandt con grande pazienza ha messo in moto un meccanismo che darà i suoi frutti ha tranquillizzato la polonia, e ha normalizzato i rapporti tra le due Germania. Questo stesso principio viene accolto, se c’erano dei tedeschi che avevano da lamentarsi con i confini della polonia, questo processo articolato in tre tappe, va visto come un corpo organico, Brandt dà le garanzie che può dare dalla sua parte, sono le uniche che contano. Apparentemente sembra che il problema non sia stato risolto che in questo modo è avvallato dalla parte sovietica, siamo nel 73, a questo punto anche gli americani capiscono che qualcosa sta succedendo in Europa Kissinger lancia l’anno per l’Europa, è una formula molto diplomatica e di poca concretezza, autorizza questo processo, questo processo deve avvenire con l’avvallo degli Stati Uniti.

Kissinger pensa ad un ruolo importante, ma distinto dagli stati uniti, l’Europa deve risorgere come potenza regionale, la leadership deve restare americana, ci sono due modi distinti di interpretare la distensione, la nel 1975 il processo di Helsiki nel 75 viene stipulato un trattato multilaterale che vede la partecipazione di moltissimi paesi europei, è un trattato che vede la partecipazione della santa sede, che è la prima dopo la fine della seconda guerra mondiale a guardare oltre le barriere della guerra fredda.

Aldo Moro presiede, ha la presidenza ( di cosa), Aldo Moro corona un periodo politico, auspicio di poter un giorno immaginare un mondo oltre la guerra fredda che sapesse superare gli steccati, qual è il significato di questo accordo, vede la sovrapposizione di due idee di distensione radicalmente diverse, miglioriamo i nostri rapporti allentiamo le tensioni sempre sotto il nostro controllo dall’altro ci sono i paesi europei che sperano che sia un percorso che porti al superamento della guerra fredda, quali sono le premesse, qual è il confronto e il dialogo tra le due superpotenze,

da parte americana è la disponibilità a conoscere l’influenza sovietica sull’Europa orientale, altro che superamento del muro di Berlino, gli americani riconoscono che l‘unione sovietica abbia pieno diritto ad esercitare questa influenza,

chiedono che si introduca un elemento, ovvero un maggiore rispetto dei diritti, lo scambio è proprio questo, ovvero gli American concedono influenza, i sovietici si impegnano ad essere più rispettosi dei diritti all’interno delle società che controllano, sembra una vuota formula diplomatica, impensabile che i sovietici ripristino le libertà e i diritti, visto che pochi anni prima c’era il riformismo cecoslovacco, in effetti le ragioni del realismo ci porta a pensare che fosse una è però una cosa che travalica in due la divisione dell’Europa.

Brand, a parte l’immobilismo che regna nella parte filo sovietica dell’Europa, è in qualche modo legato, per le speranze che nelle Europa che l’accordo di Helsinki suscita, quel muro viene fatto crollare, dalla gente comune, si risaliva al discorso inedito, affinché si arrivi alla crisi finale del blocco sovietico, un altro frutto molto positivo, è la nascita di una

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Diplomazia nucleare, le due superpotenze iniziano ad affrontare insieme la lotta alla diffusione del nucleare l’interesse delle due superpotenze coincide con il mantenimento del duopolio di potere, molto importante anche in questo caso è il ruolo che avrà l’amministrazione Nixon.

Il primo importante accordo sia già nel 63 tra quelle che erano le potenze militari riconosciute, che si impegnano a non sostenere esperimenti nell’atmosfera.

Propedeutico all’accordo della non proliferazione nucleare 68, classico esempio di trattato multilaterale aperto, che viene immediatamente respinto da paesi come Francia Cina,

che non vogliono sottostare al regime che le altre potenze vogliono imporre è chiaro che la diplomazia abbia come scopo principale quello di mantenere il duopolio nucleare, cosa stabilisce,

1) distingue tra due tipologie di paesi firmatari, i paesi firmatari del trattato che sono potenze nucleari che dispongono dell’arma si impegnano a non cedere ordigni atomici, né i materiali, né le conoscenze, taggiasche possano nascere altre potenze atomiche le potenze atomiche si impegnano a far si che non ne nascano altre,

2) paesi che firmano il trattato non da potenze nucleari, per esse l’impegno è quello di restare potenze non nucleari, si impegnano definitivamente a non diventarle mai, quindi il trattato di non proliferazione, le potenze nucleari, i paesi che potenze nucleari non sono ma che firmando il trattato non, questo trattato ha alcune carenze, non vieta quelle attività scientifiche e tecnologiche che sono la nascita delle potenze nucleari, quello che succede è che nessuno vieta che si sviluppi la tecnologia, è il caso dell’Iran, reclama il fatto di essersi mosso rispettando il trattato di non proliferazioni nucleare, le intenzioni sono malevole, hanno come obiettivo ultimo la costruzione di un ordigno, è uno strumento che ha avuto una vita complessa, esiste EIEA, i0l diritto internazionale si è dotatoti di strumenti per permettere una vigile.

Nel tempo il numero delle potenze occidentale è aumentato tuttavia per tutto il corso della guerra fredda quello che è interessante è che questo processo viene tenuto sotto controllo dalle due superpotenze, oggi viene gestito a livello multilaterale, però è un monitoraggio profondamente diverso che c’era fino al 1989 quando le due superpotenze erano custodi della loro supremazia, non basta fare un esperimento atomico per definirsi una potenza atomica, non significa avere la potenzialità di condurre un attacco atomico verso altri paesi, non ce l’ha auto nessun paese tranne le due superpotenze. La dimostrazione sta nel fatto che nel 68 i negoziati continuano tra le due superpotenze.

SALT I 1972, decidono di porre delle limitazioni

SALT II

START

Le due superpotenze avvertono la necessità di porre un limite, accordo ABM che sta per anti balistici missile, accordo di fondamentale importanza accordo con il quale le due superpotenze stabiliscono dei limiti, la deterrenza non si basa solo sulla capacità di devastare il territorio nemico, se vogliamo garantire un sistema, posso scatenare un attacco, se una delle due superpotenze ecco perché le due superpotenze capiscono perché i sistemi anti missile possono rendere insignificante il potenziale dell’altro il trattato del 62 è un trattato di fondamentale importanza per gli equilibri della guerra fredda, fino a che gli americani hanno ritenuto fosse opportuno tenerlo in vita si parlerà di scudo spaziale, impedire al nemico di lanciare dei missili control il territorio americano.

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Siamo a metà degli anni 70 è un momento di ripiegamento e di crisi della politica italiana, la formula del centro sinistra non ha prodotto grandi risultati c’è stato una sorta di ripiegamento. In queste fase Aldo moro che i il politico italiano più ispirato, sia sul piano italiano sia sul piano interno, coinvolgimento dei comunisti nell’area di governo, problema delle grandi riforme sociali che non è stato possibile. Il compromesso storico richiede alcune condizioni nazionali e internazionali, Berlinguer parla lo stesso linguaggio di Moro, unisce la politica italiana ai condizionamenti della politica internazionale.

Il governo da Allende, il governo riformista viene spazzato via da Pinochet, la casa bianca guarda con favore a questo cambiamento politico violento, visione americana che riottenga si preferisce supportare una dittatura, sono questi eventi che fanno riflettere Berlinguer, il mondo non è ancora maturo perché vengano messi in discussione alcuni principi, questo fa riflettere, fede far riflettere anche i comunisti italiani, comincia ad aprire alla Nato, garantisce una situazione di stabilità internazionale, si avvicina verso la dc, perché tutte le volte che si ipotizza questa svolta politica, gli americani si oppongono, Ford dice che non vuole i comunisti nel governo italiano.

La proposta del compromesso storico naufraga, nasce le violenza, il terrorismo, vengono meno quei presupposti che potevano rendere possibile quella svolta politica si tocca un limite che rimane della guerra fredda dal punto di vista americano è difficile che possa esserci un comunista al potere, una delle questioni che gli americani sollevano non vogliamo condividere i segreti della nato con i partiti comunisti, non vogliamo condividere con comunisti questi segreti, sono anni di grandi distensione (Ford dice a Leone che gli americani non vogliono i comunisti al potere).

Nixon e la diplomazia triangolare, svolta di politica estera, tutti i presidenti americani si sono chiesti cosa fare della Cina popolare, possiamo ignorare l’esistenza di questo paese, dà una risposta intelligente, soprattutto perché Nixon prende atto del fatto che è maturata la rottura, tra Pechino e Mosca, anche questa apertura alla Cina Popolare va vista come una mossa finalizzata alla distensione recuperare la Cina nella grande diplomazia internazionale e mandare un messaggio ben preciso all’unione sovietica, il riconoscimento della Cina popolare è volto a mettere in difficoltà mosca, costringe Bresniev a divenire pacato sul piano internazionale, la furbizia di Nixon è stata quella di mettersi tra due attori, impediscono che cinesi e sovietici si possano avvicinare, sfruttare questo spazio tra mosca e pechino, i cinesi non sono affatto cambiati, Kissinger visita Mao, e l’anno seguente abbiamo un viaggio di Nixon e Kissinger in Cina, la principale conseguenza della svolta americana è il riconoscimento della Cina e il fatto che possa entrare a far parte delle nazioni unite, gli americani dicono ai loro alleati nazionalisti, fai posto alla Cina nazionalista, noi americani non neghiamo l’impegno assunto a difendere l’isola di formosa, è giusto che questo seggio vada alla Cina popolare.

Tra cinesi e americani restano tutte le differenze ideologiche possibili, alla fine di questa vista viene stilato un documento chiamato Comunica Nixon e la diplomazia triangolare, svolta di politica estera, tutti i presidenti americani si sono chiesti cosa dare della Cina popolare, possiamo ignorare l’esistenza di questo paese, dà una risposta intelligente, soprattutto perché Nixon prende atto del fatto che è maturata la rottura, tra Pechino e Mosca, anche questa apertura alla Cina Popolare va vista come una mossa finalizzata alla distensione recuperare la Cina nella grande diplomazia internazionale e mandare un messaggio ben preciso all’unione sovietica, il riconoscimento della Cina popolare è volto a mettere in difficoltà mosca, costringe Bresniev a divenire pacato sul piano internazionale, la furbizia di Nixon è stata quella di mettersi tra due attori, impediscono che cinesi e sovietici si possano avvicinare, sfruttare questo spazio tra mosca e pechino, i cinesi non sono affatto cambiati, Kissinger visita Mao, e l’anno seguente abbiamo un viaggio di Nixon e Kissinger in Cina. La principale conseguenza della svolta americana è il riconoscimento della Cina e il fatto che possa entrare a far parte delle nazioni unite, gli americani dicono ai loro alleati nazionalisti, fai posto alla Cina nazionalista. Noi americani non neghiamo l’impegno assunto a difendere l’isola di formosa, è giusto che questo seggo vada alla Cina popolare, tra cinesi e americani restano tutte le differenze ideologiche possibili, alla fine di questa vista viene stilato un documento

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chiamato Comunicato di Shangai, divergono su come risolvere il Vietnam, divergono sulla presenza di due cine, quello su cui convergono, è di avere rapporti pacifici di collaborare sul piano internazionale di avere un confronto costruttivo, questa è una grande svolta, che dobbiamo alla amministrazione Nixon, uno dei non pochi successi della amministrazione Nixon.

25/11/2019

Dopo la grande distensione, quei tre accordi fatti negli anni 70 con l’Urss,la Polonia e la successiva

normalizzazione delle due Germanie prende il nome di Ostpolitik, l’altro l’avvio della cosiddetta democrazia nucleare, che cercano di contenere il nucleare.

Il quarto e ultimo grande conflitto mediorientale, la guerra dello Yon Kippur, festività ebraica ed è la circostanza che viene sfruttata dall’Egitto con la Siria per scatenare un attacco mentre sono intenti in questi festeggiamenti religiosi, tutti i grandi conflitti arabo israeliani vanno interpretati come la ripresa o continuazione dei conflitti precedenti, sotto la guida di un signore Moshe Dayan, l’uomo con la benda che riesce a guidare le forze. Il conflitto dello yon kippur si gioca sul fattore sorpresa, in effetti per la prima volta sembra che le forze arabe sembrano avere la meglio.

La signora Golda Mayer, anche lei colta dalla sorpresa di questo attacco, una delle conseguenze importanti di questo conflitto, Israele perde il mito dell’infallibilità, non è poco.

Il fatto di essere stati colti di sorpresa, gli arabi capiscono che Israele non è più imbattibile, qual è la narrazione italiana dello Yon Kippur, in realtà gli israeliani non si fanno mai cogliere di sorpresa, sarebbe stata una loro precisa scelta quella di rinunciare all’attacco preventivo. Contrariamente a quanto avevano fatto durante la guerra dei sei giorni, non anticipano la mossa avversaria perché temevano di perdere l’appoggio diplomatico degli stati uniti, che serve molto a difendere il governo stesso a non farlo apparire così vulnerabile da essersi fatto sorprendere, non incide molto sulla sostanza dei fatti, in un primo momento.

L’Egitto è il paese arabo capofila, non è più Nasser, ma è Saddat, ci appare come il naturale continuatore dell’opera del suo predecessore, cerca una rivincita, dopo la umiliante sconfitta patita nel 67, più si va avanti in questa guerra più si scoprono fatti.

L’Egitto in questi tentativi di distruggere Israele è fiancheggiato dall’Urss, che è la grande fornitrice di armi, prima di scatenare l’attacco dello Yon Kippur, Sadatt allontana i consiglieri sovietici, non inizia la campagna militate senza essersi liberato della presenza dei consiglieri sovietici in Egitto, non vuole che questa guerra venga interpretata alla luce delle contraddizioni della guerra fredda, se Saddat ha allontanato i consiglieri sovietici, le armi degli egiziani sono pur sempre armi di fabbricazione sovietica, altrimenti la guerra non si farebbe, visto il buon esito delle operazione Sadatt va avanti, non vuole solo recuperare i territori, vuole infliggere una lezione a Israele, i sovietici pongono la fatidica domanda, fino a dove vuoi spingerti?

Miri alla distruzione di Israele, se le cose stanno così, non vogliamo avere a che fare con queste cose, sostenere le operazioni Egiziane, Sadatt non si accontenta e va oltre uno di questo prolungarsi è la definitiva rottura della collaborazione strategica tra il Cairo e Mosca.

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Una volta che si sono svegliati sanno passare all’offensiva, non solo rompe definitivamente il rapporto con l’unione sovietica, tanto è che Israele occupa quella regione del Golan una volta che era stata lanciata la campagna dello Yon Kippur, come in tutti i precedenti conflitti si va verso un nulla di fatto, la diplomazia internazionale ha un nome e un cognome ben preciso. Enri Kissinger, l’occasione è importante, capisce che qualcosa sta succedendo tra israeliani e sovietici, inizia una fase che si chiama shuttle diplomacy, il continuo andare da Washington alle capitali del Medioriente, il primo obiettivo è quello di cessare le ostilità, israeliani concordano che si debba arrivare ad un cessate il fuoco, un intervento delle nazioni unite che possono prendere in carico queste nazioni, il problema dei profughi, tecnicamente militarmente la questione non è particolarmente significativa, Sadat porta a compimento questa evoluzione della politica estera egiziana il leader egiziano non ha un’ostilità anti occidentale contro gli Stati Uniti.

Sadat è una figura ben più acuta politicamente, ha capito che gli obiettivi che l’Egitto si pone nel medio oriente sono da porsi con gli stati unti non in opposizione ad esso, nel momento decisivo in cui Sadat ha lanciato la sfida a Israele, non tale da alterare la situazione del Medioriente, si sbarazza del rapporto con l’Unione Sovietica, gli sviluppi sono clamorosi.

E’ la foto della storica foto di Camp David, siamo nel 78, lo Yon kippur è del 73, nel 74 intervengono le nazioni unite, la diplomazia internazionale lavora nel solco di Kissinger e Sadat. Carter va alla casa bianca dopo le presidenze repubblicane di Nixon e di Ford, Sadat è il leader egiziano il primo arabo a fare la pace con Israele, pace di Camp David, con la mediazione americana, chi ha iniziato è stato Kissinger, grazie a Sadat se ci fosse stato ancora Nasser, Sadat l’uomo della svolta, capisce che la strada intrapresa dall’Egitto, è più realistico provare a fare la pace con Israele, questo è un atto che richiede un grande coraggio.

Sadat pagherà con la vita questo gesto di coraggio, pagherà con la vita viene assassinato, non solo, pensate che a causa di questo accordo, il più importanti degli stati arabi, l’Egitto viene espulso dalla lega araba, considera una sorta di eresia che Sadat abbia fatto la pace con Israele.

E’ uno stato di pace, trattandosi di arabi e Israeliani, l’impegno israeliano e dare la regione del Sinai all’Egitto, negoziare con gli arabi di Palestina la concessione di una autonomia politica, il punto più interessante come possibile sviluppo, concede autonomia agli arabi di Palestina, certamente non dà possibilità che nasca uno stato arabo palestinese, sappiamo che esiste una autorità palestinese che non è ancora divenuta uno stata, se esiste questa forma di autonomia lo dobbiamo a Camp David.

Shock petrolifero successivo alla guerra, nel 73 è una diretta conseguenza di questo conflitto, a partire dal 73, una delle reazioni dei paesi arabi è quella di voler punire le potenze occidentali che in occasione di questo conflitto si sono schierate dalla parte di Israele, l’unica arma che hanno è il petrolio, quindi decidono di far leva su quella risorsa, attuando una forma di embargo sul petrolio, una riduzione della produzione un aumento dei costi, questo significa che molti paesi occidentali si troveranno in difficoltà dall’oggi all’indomani totalmente dipendente dalle forniture energetiche, Gli stati uniti possono sempre decidere di attingere alle risorse petroliere che hanno in casa attorno alla metà degli anni 70 si è costretti a cercare dei fornitori alternativi.

Gheddafi ha lanciato l’esempio, tutti seguono l’esempio della Libia, anche i paesi più filo occidentali, come Iran e Arabia Saudita, in base alla dottrina Nixon, Iran e Arabia Saudita sono stati individuati come i partner strategici nell’area mediorientale, sono i twin pillars, i due pilastri della strategia mediorientale.

Oggi l’Iran non lo è più l’Arabia Saudita continua ad essere alleato degli Stati Uniti, in antagonismo per l’influenza sul Medioriente, a cui viene affidata una funzione molto importante, lo scia di persia per gli americani deve essere il gendarme del Medioriente, deve frenare l’ostilità nei confronti di Israele, quando ha un atteggiamento moderato nei confronti di Israele, all’Arabia Saudita gli americani danno una funzione prettamente petrolifera non ha una funzione strategico militare, precede lo shock petrolifero, nasce nel e69

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con la dottrina Nixon anche i twin pillar aderiscono all’embargo, lo scia dice che non è più accettabile che un barile di petrolio costi quando una bottiglia di acqua Evian.

Non rispetta gli interessi dei popoli mediorientali, questo è un grosso problema. Kissinger ha un’idea molto pragmatica, esiste il fronte dei paesi produttori di petrolio. Questo fronte di paesi è forte non solo perché detiene il petrolio anziché presentarci noi in ordine sparso facciamo un fronte comune, dei paesi occidentali capeggiato dagli Stati Uniti che sia in grado di dire che senza i nostri dollari, bisogna trovare un compromesso tra gli interessi di chi vende e gli interessi di chi compra, questa linea che sembra molto ragionevole, ma alcuni paesi europei non vogliono mettersi dietro Kissinger. Francia e Italia, l’Italia ha una propria politica araba, le soluzioni che dà Kissinger sono per affermare il predominio americano, l’Italia perché è riluttate a mettersi sotto Kissinger, quella politica filo araba che rischia di essere compromessa se l’Italia si appiattisce su una posizione.

Cosa produce il tentativo dei paesi occidentali di organizzarsi, soprattutto produce la nascita del gruppo dei paesi organizzato, il G6, popolato da poche potenze e che si riunisce a ranghi le grandi potenze industriali che definendo delle politiche comuni hanno più possibilità di definire politiche comuni, sono anni di grande crisi, sono gli anni del caro benzina. Le conseguenze dello Yon Kippur sono molto importanti sotto tutti i punti di vista arriviamo così a parlare degli anni 70.

La seconda metà degli anni 70 porta ad una accelerazione, come con un colpo di coda, la guerra fredde subisce una intensificazione, non così drammatica come a Cuba. Tuttavia ci sono delle forti tensioni, gli storici chiamano questo periodo la seconda guerra fredda Halligay, una data convenzionale, sarebbe il 1979 nel 79 si viene a formare quello che è stato definiti l’arco di crisi un concetto che viene introdotto dal consigliere alla sicurezza nazionale del presidente Carter, Bresinki, nel mondo ci sono varie aree queste tensioni hanno un filo conduttore che le rende voci di uno stesso coro tendono a legarsi, innanzitutto il 79

si apre con la rivoluzione in Iran, cade lo scia che è costretto a fuggire, Komeni dà vita ad una riforma ispirata all’ortodossia sciita, significa che gli americani perdono uno dei due twin pillars. Alcuni mesi dopo l’unione sovietica compie una mossa molto azzardata,

in un paese asiatico è in bilico il governo filo sovietico al Cremlino c’è molta preoccupazione, l’Afghanistan potrebbe cadere sotto influenza iraniana, quella fase potrebbe essere un’area a rischio di contagio fondamentalista, siccome in Urss ci sono milioni di mussulmani, l’Urss decide di invader l’Afghanistan garantendosi il controllo del paese. Il 79 vede anche un netto peggioramento delle due superpotenze, l’amministrazione Carter molto sensibile al tema dei diritti umani che tiene molto in considerazione l’accordo, l’amministrazione Carter, impone un embargo a seguito dell’invasione dell’Afghanistan,

il Salt 2 che è un’ulteriore limitazione alla costruzione degli ordigni, decidono di sospendere questo accordo.

Tuttavia il punto culminante dell’arco di crisi che riconduca tutte le tensioni alla guerra fredda è la crisi degli euromissili che è una questione tutta europea, l’Urss decide di collocare nelle democrazie popolari dei satelliti dei missili di teatro, in grado di raggiungere la capitali europee occidentali, vogliono mostrare il vantaggio sull’antagonista, questo crea grande allarmismo sugli europei, se la minaccia è rivolta direttamente all’Europa occidentale occorre garantire la difesa.

Missili di medio raggio non rivolti verso gli Stati Uniti, potrebbero avere anche voglio di evitare di aumentare la tensione. Gli Stati Uniti sono immediatamente disposti a collocare dei missili di teatro contrapposti agli ss 20 i cosiddetti cruise e piercing, tuttavia occorre che gli europei siano favorevoli ad accoglier questi missili le liberal democrazie europee, non possono perdere parti a questi processi senza far ricorso all’opinione pubblica, La gran Bretagna, si dichiara subito disponibile. Il paese più indicato non può

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che essere la Germania occidentale, si dichiara ad accogliere questi missili a condizione che ci sia un altro paese continentale, questo paese sarà l’Italia il paese sempre refrattario questa volta decide di mettersi a disposizione quindi risolto il problema è anche risolto il problema strategico tutto questo verrà superato nell’87.

Stati Uniti e Unione Sovietica firmeranno un accordo opzione 0 che sgombrerà dal continente europeo i missili di teatro, il problema verrà risolto ma nel 79 per la prima volta la deterrenza era stata messa in discussione, stati uniti e alleati europei avevano dovuto correre ai ripari, la seconda guerra fredda ha messo in discussione un equilibrio che aveva perdurato per molti anni.

Iran 1979

Per molti anni è stata un alleato statunitense, la Cia con un’operazione di intelligence ha consentito di nazionalizzare il petrolio, era un paese legato a doppio filo agli stati uniti si negozia un accordo di cooperazione militare a uso civile, significativo che nell’immediatezza l’ambasciatore americano a Teheran diceva che andava tutto bene.

Nulla lasciava pensare che c’era un grande cambiamento, lo scia aveva adottato un programma di modernizzazione del paese, che tendevano a cambiare il volto del paese farne una moderna potenza regionale, questo cambiamento non poteva avvenire senza alterare i caratteri sociali, la modernizzazione va a intaccare i religiosi, da un lato si crea sviluppo ma instabilità economica e sociale, si pensa che lo Scia abbia venduto il paese agli americani, lo scia si avvaleva di una polizia politica terribile, la Savak, al punto di non controllare più il paese e essere costretto a fuggire.

Può rientrare a Teheran l’ayatollah Komeni, il scia aveva commesso un grave errore, un esilio dal quale Komeni ha organizzato una potentissima propaganda per delegittimare lo scia stesso presentandolo come un sanguinario dittatore, è un evento drammatico, radicalismo e ortodossia che la sciara pervade tutti gli aspetti sociali politico e economici, si vedono alcuni passi indietro, indubbiamente è un Iran che si chiude e si concentra su un tradizionalismo religioso che non lo fa aprire al resto del mondo.

L’Iran diventa il nemico peggiore quello la cui influenza deve essere cancellata, se fino a poco pria l’Iran era stato un pilastro della difesa degli interessi americani che coglie gli americani di sorpresa e non è solo colpa del povero ambasciatore SUllivan, l’amministrazione Carter si gioca il suo futuro sulla questione iraniana, quando gli studenti assaltano l’ambasciata americana a Teheran, l’amministrazione Carter opta per un intervento volto a liberare questo personale dell’ambasciata americana è un intervento di intelligence che si rivela catastrofico, un gruppo di elicotteri avrebbe dovuto raggiungere l’ambasciata, gli elicotteri non potevano pacificamente atterrare sul territorio iraniano, l’operazione si conclude in un disastro, si mette alla berlina, di ridicolizzare la supposta grande potenza americana e il discredito che ricoprirà l’amministrazione Carter, passa alla casa bianca un unico mandato, lasciando la casa bianca la signor Regan, che è una svolta estremamente importante, Regan è un personaggio strano, recentemente negli stati uniti lo si è usato come termine di paragone per capire Trump.

Ex attore non di primissimo piano, ex governatore della California, è l’uomo che rilancia il partito repubblicano, il fallimento in Iran, la nuova aggressività sovietica, questa recrudescenza della guerra fredda. Fa il gioco della guerra fredda, che fa presa sull’elettorato americano che si sente incolpato dagli insuccessi, l’idea di regan è che la distensione non sia per gli americani un buon affare non soltanto si pone contro i democratici. Hanno creduto che l’Unione sovietica si pone anche contro le precedenti amministrazioni americani Nixon e Kissinger sono stati i grandi promotori della distensione, la distensione è un cattivo affare, fa il gioco dell’avversario, cosa devono fare gli Stati Uniti devono puntare a vincere la guerra fredda non vuole che deve scatenare una guerra in questa lunga contrapposizione tornando ad essere competitivi, lancia la proposta che si torni ad armarsi, bisogna tornare a riarmarsi andare oltre la distensione. Il cambiamento è significativo, Regan andrà oltre.

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In questa fase è l’esordio in polica estera in questa fase gli americani tornano ad essere direttamente coinvolti in Medioriente, indipendentemente dall’accordo di Camp David, quindi l’area delle tensioni mediorientali si è ampliata al libano, soffre terribilmente della vicinanza israeliana e siriana, diventa il teatro in cui queste due potenze si lacciano missili, all’inizio degli anni 80 bisogna fare un’operazione multilaterale, la prima delle numerose operazioni, tragica soprattutto perché nel 1983, la morte violenta di oltre 200 marines a seguito di un attentato un esordio tragico in politica estera, la quale prende atto di questa tragedia e richiama i soldati in patria, facendo una scelta drastica, basta con i tentativi di comprensione.

Lo stesso periodo, vede entrare in scena il Medioriente, un nuovo attore il leader Iracheno, Saddam Hussein espressione del Bath, versione laica della politica di questi paesi sempre incentrata sul ruolo di un uomo forte che accentri nelle sue mani tutto il potere politico e militare, l’Iran, con il cambiamento decide nel 80 di aggredire l’Iran, questione di confine tra i due paesi confine tra i due paesi significa controllo di risorse, quella che doveva essere una guerra lampo che avrebbe trasformato l’Iraq nella potenza della regione, un conflitto senza vincitori né vinti, di cui dovranno occuparsi tutte le potenze per arrivare ad una tregua, comincia a svelare il volto di Hussein, per quanto sia feroce e sanguinario, è preferibile all’Iran Komeinista.

Tra i primi anni 70 e anni 80, l’Italia prova ancora una volta era successo a metà degli anni 50, prova a darsi un profilo un po’ più ambizioso sono gli anni in cui

si accettano gli euromissili, l’Italia è pronta a giocare un ruolo importante in Europa, la dimostrazione, nell’83 quando diventa presidente del consiglio Craxi, è un caso significativo di evoluzione del PSI, 1983 Craxi forma un governo, quindi la cosiddetta prima repubblica con i suoi pregi e i suoi difetti.

Craxi come capo del governo porta a compimento l’elaborazione del PSI, come forza filo atlantica, pensate ai Laburisti britannici, è una forza che sin dagli inizia, SPD il partito socialista italiano si allinea agli altri moderni partiti occidentali, Craxi cerca di avere un rapporto privilegiato, favorevole all’accoglimento dei missili americani. IN medio oriente l’Italia deve essere portavoce di pace.

Andreotti è il ministro degli esteri, straordinariamente capace, i due vanno d’accordo, l’Italia è protagonista di iniziative di politica estera dare maggiore autorevolezza un profilo più credibile, più serio nel momento più critico dei rapporti italo americani. Crisi di Sigonella.

Terroristi che hanno dirottati una linea Achille lauro, viene dirottata da un comando di terroristi filo palestinesi, l’Italia è competente a gestire la crisi, l’Italia usa le armi del dialogo, cerchiamo di trovare una soluzione, cerca di rendere credibile Arafat come leader internazionale.

La diplomazia italiana trova una soluzione, questi 4 terroristi vengono trasportati in un aereo questi 4 terroristi, qui iniziano le ambiguità, di questi 4 terroristi cosa si vuole fare. Fino a questo punto è una crisi come tante, non serve intervenire più a fondo, si viene a sapere che questi terroristi a bordo dell’Achilla lauro, lo hanno ucciso e buttato in mare. Quando gli americani vengono a saperlo pensano che sia competenza non solo dei paesi occidentali, lì iniziano i problemi per l’Italia, stiamo dalla parte degli americani e contribuiamo a far sì che i terroristi vengano consegnati agli americani, le due cose insieme non si possono fare, se decidiamo di supportare gli americani, cancelliamo la nostra politica filo araba.

La caccia americani decidono di far atterrare l’aereo a Sigonella. Questo mette in crisi i rapporti italo americani, ci sono documenti che lo testimoniano, quello che fa una piega è che questi terroristi non vengono processati, l’Italia si rende complice della loro fuga questo fa profondamente infuriare gli americani, è stato detto un atto di dignità e un atto di coraggio, il governo italiano ha deciso che si poteva correre il rischio di vedere peggiorati i rapporti con gli americani per salvaguardare quelli con i paesi arabi. Craxi e Regan si riappacificano molto velocemente.

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28/11

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Sostenere la lotta in Nicaragua dei Contras appare talmente importante da poter vendere armi all’Iran, c’è un rilancio sul piano strategico, l’idea reaganiana ha molto a che fare con idea di un’unione sovietica in costante crisi, costringere i sovietici a logorarsi ulteriormente, sul fronte militare e strategico più che su quello militare, l’iniziativa difensiva giornalisticamente nota come scudo spaziale che è in larga parte un’invenzione scarsamente praticabile sul piano scientifico e tecnologico, fino ad oggi non è stata realizzata.

Ha un effetto diplomatico, annunciare al mondo che stanno lavorando su un progetto che li renderà inattaccabili, il semplice fatto di aver annunciato questa volontà che è solo una enunciazione, ma la semplice enunciazione crea pressione al proprio rivale, il quale non può restare indietro, che deve investire ulteriori risorse in ricerca scientifica, un rilancio strategico che costringa l’URSS a logorarsi, l’amministrazione Regan annuncia il riarmo per fare pressione sull’unione sovietica, io non riesco più a tenere questo ritmo di riarmo, questa è la logica che è stata adottata dall’amministrazione Regan.

Siamo ancora nel bel mezzo della cosiddetta seconda guerra fredda, ma per capire l’atmosfera che si vive, nel 1983 questo ufficiale sovietico che era addetto ai servizi di sicurezza sovietiche era quello che monitorava le apparecchiature difensive. Davanti a questo colonnello appare un attacco militare a sorpresa, improbabile assurdo, ma non totalmente da escludere, che cosa avrebbe dovuto fare, non c’è dubbio avrebbe dovuto alzare la cornetta e chiamare il Cremlino a quel punto avrebbe acquisito l’ordine di lasciare un altro attacco, il Colonnello Petrov inizia a riflettere che forse poteva trattarsi di un falso allarme, decide di correre questo rischio in effetti aveva regioni, gli american non avevano lanciato nessun missile contro l’unione sovietica, questo è allarmante questo episodio può essere accaduto molte altre volte, forse ci sono stati tanti altri colonnelli Petrov, ha contraddetto la catena gerarchica.

Questo è lo sfondo della politica estera reaganiana, c’è una prima esperienza negativa in Libano, la nuova aggressività della amministrazione Regan finisce per scontrarsi con l’Italia.

Poco dopo Sigonella si consuma un’altra crisi che ha come oggetto la Libia e che si conclude con un tentato bombardamento libico del territorio italiano, abbiamo ancor in Libia il colonnello, Gheddafi ha lanciato varie minacce agli stati uniti oltre che a Israele. Gheddafi diventa in breve il sostenitore di molti movimenti terroristici internazionali, si suppone ma è più che una semplice supposizione, che Gheddafi abbia avuto dei legami con le BR con altri movimenti presenti soprattutto in Europa, che avevano una connotazione ideologica anti occidentale e anti capitalista, organizzazioni diverse tra loro con il solo nesso di essere tra loro anti occidentali anti-atlantica, molti attentati vengono finanziati vengono eseguiti direttamente dagli emissari di Gheddafi, i rapporti stessi sono rapporti complessi, Gheddafi attacca l’Italia fa pesare il passato coloniale, gli sfruttamento le iniquità.

Investimenti che hanno l’Eni al centro, Gheddafi diventa anche azionista della Fiat, Gheddafi ammassa armi di provenienza sovietica Gheddafi non fa nulla che non abbia fatto anni prima Nasser, gli egiziani stessi hanno rinnegato quella via non è un caso che nel momento in cui l’Egitto cambia politica estera, Gheddafi diventa ostile all’Egitto.

Gheddafi accuserà gli egiziani di aver tradito la causa anti-occidentale, queste due tendenze, i problemi tra stati uniti e Libia, e gli altalenatati rapporti italo libici, determinano due parabole che si incrociano negli anni 80, Gheddafi non si rende contro che alla casa bianca c’è un presidente che persegue un approccio globale, per capire quanto forte sia la potenza americana in tutto il mondo, e quindi vengono assunti vari provvedimenti, isolamento diplomatico sanzioni commerciali, mette in difficoltà l’Italia che con la Libia di Gheddafi h.

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Aprile 86 quando Regan ordina il bombardamento di Tripoli e Bengazi. A Regan non interessano le conseguenze non si chiede quello che preme all’amministrazione Regan preme fare un uso dimostrativo della forza è un indiretto messaggio diretto a Mosca, per Regan Gheddafi è uno dei riferimenti del terrorismo internazionale, colpevole di aver promosso vari attentati nel mondo, e va punito anche il suo legame con l’Urss. L’Italia è del tutto contraria a questa azione, manda il suo emissario ad annunciare che Regan vuole dare una lezione a Gheddafi, Mitterrand dice che dategli una lezione efficace qualcosa di più solido, l’atteggiamento della Francia nei confronti della Libia di Gheddafi non nasce solo con Sarcozy, l’Italia ritiene che questa sia una politica sbagliata, Craxi e Andreotti notano che senza Gheddafi non si sa chi prenderà il suo posto. Siamo nell’aprile del 1986 e sembrano ci siano discussioni dei giorni d’oggi.

Regan voleva solo informare gli alleati, non voleva un permesso, abbiamo il bombardamento, uno degli sviluppi più significativi su cui riflettere di questa crisi è la reazione di Gheddafi, si lamenta del fatto che le tante armi non servano a niente i consiglieri militari sovietici ben sapendo quello che gli americani stavano per fare, non hanno corso il rischio di dover usare le armi di loro fabbricazione contro gli americani, la Libia non aveva armi difensiva. A questo punto Gheddafi decide un’azione di ritorsione il suo unico partner occidentale, sempre disposto a mediare a favore di Gheddafi negli usi, per ammorbidire la posizione di Regan, perché Gheddafi reagisce contro l’Italia?

Gheddafi dice che l’Italia ospita molte basi americane quindi è asservita alla politica estera americana ecco perché decide di bombardare l’isola di Lampedusa, che ospitava un avamposto di monitoraggio. Il bombardamento fallisce miserabilmente, quando il presidente del consiglio Craxi la prima reazione di impulso fu quella di ordinare un bombardamento della Libia come ritorsione. Ne sarebbe andato del buon corso, nessun missile aveva raggiunto Lampedusa, di lì a poco non soltanto i rapporti italo americani migliorarono sensibilmente, ma migliorarono anche i rapporti italo libici, la Libia aveva bisogno dell’Italia e viceversa. Il famoso accordo di collaborazione firmato da Gheddafi e da Berlusconi.

Nel 2004 l’ENI collega la Libia all’Italia con un gasdotto, il gas della Libia arrivi in Italia, è stata una politica lungimirante, debole, a volte con poco onore, fatta di provocazioni libiche alle quali quasi mai si è voluto rispondere. È un tipo di politica che ha garantito una stabilità di relazioni politiche italo libiche fino a che forze superiori non hanno spezzato questo legame, l’oleodotto è ancora ben funzionante.

Ci riconferma una realtà della politica estera italiana, una sensibilità verso i paesi arabi un costante tentativo di mettere, l’Italia negli anni 70 e 80 è un paese relativamente al sicuro da attentati terroristici, c’è un grave attentato all’aeroporto di Fiumicino, si sono individuate responsabilità libiche l’Italia è coinvolta in misura limitata, si è supposto un tacito accordo, non è mai stato sottoposto al vaglio, è un accordo una sorta di accordo fantasma, il cosiddetto Lodo Moro che negli anni 70 sarebbe stato promosso dall’Italia e dalle organizzazioni palestinesi, soprattutto quelle militanti.

Un accordo non scritto in base al quale l’Italia avrebbe beneficiato di una sorta di sicurezza, in cambio della tacita diponibilità dell’Italia terroristi diretti verso altri obiettivi diretti a portare la loro azione violenta in altri paesi. Certamente ha molto a che fare con l’orientamento filo arabo, che si accentua ad ogni crisi, il tentativo di promuovere il leader Arafat ma come il leader meritevole di essere trattato come un interlocutore politico la politica estera italiana si è spesa molto per questo non è del tutto folle credere che ci sia stata una tacita convivenza con i nostri alleati occidentali.

Torniamo a parlare degli scenari europei alla fine della guerra fredda.

Il periodo della seconda guerra fredda si caratterizza per un rilancio della guerra fredda, guerra fredda e integrazione si influenzano in modo ambivalente negli anni 70 devono fare un salto di qualità, un processo innescato dagli americani. Nel 1971 si decide di sganciare il dollaro dall’oro è che non è più sostenibile si pone il problema di limitare il fardello economico della guerra fredda si pone il problema di svalutar l dollaro, non deve essere più agganciato all’oro. Costringe gli europei ad organizzarsi per una risposta

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comune nella quale possiamo individuare, i presupposti diversi anni dopo nel 1979 nasce il sistema monetario europeo che stabilisce delle bande di oscillazione molto strette, l’Italia arranca molto per entrare nello Sme, il 79 è anche l’anno del parlamento europeo, questo è il salto di qualità, 1979 e che a sua volta è prodromico è proprio questa la funzione del parlamento è il consesso nel quale si raccolgono le istanze comune. 85 accordo di Schengen sulla libera circolazione nell’europea, nel 86 atto unico europeo, un salto di qualità nel percorso occidentale, l’Italia reagisce in modo, è un processo molto interessante, non è un percorso uniforme c’è un processo di forte moderazione a lungo si cade nel torpore.

Siamo all’atto finale della guerra fredda, Gorbaciov approda, a metà degli anni 80 arriva Gorbaciov, è espressione di una generazione inedita ha una mentalità più flessibile si rende conto che il sistema sovietico è prossimo all’implosione, si parlava dell’imminente fine della guerra fredda come c’è un discorso sul declino degli stati uniti. Ad una perdita di competitività economica, malcontento sul piano sociale molti si sono chiesto quanto può ancora durate l’unione sovietica, dopo il tentativo riformista di Krusciov, hanno preso il potere i conservatori, quando a metà degli anni 80 Gorbaciov assume il potere si rende conto che Gorbaciov che è un comunista fatta di militanza nel partito una carriera prestigiosa ma tutta nei ranghi le PCUS, si può pretendere che un comunista abbatta il sistema comunista? No di certo.

L’unione sovietica è un potere interno e un potere internazionale, a Gorbaciov resta una fase pericolosissima riformare il sistema senza abbatterlo, la soluzione più difficile, nessuno in politica può segare il ramo a cui sta appollaiato, non ci pensa nemmeno fa ammainare la bandiera, pensa che il sistema sia ancora riformabile.

Il punto di partenza sono stati scritti molti volumi, citiamone uno che è il libro di brezinski, consigliere alla sicurezza nazionale, il grande fallimento che cosa dice, che è uno che veniva dall’est, Gorbaciov si trova davanti ad un paradosso, è evidente che le riforme finiranno per distruggere il sistema, farà il possibile e l’impossibile, quel rudere dentro il quale si trova ma che lui ha deciso di ristrutturare dall’interno gli crollerà addosso, quello che sa è che deve usare una cura di grande impatto, tra parole russe, Perestroika, introduce il concetto della ristrutturazione è palese, queste riforme economiche, sociali e politiche. Secondo Gorbaciov devono essere attivate in un contesto di maggiore trasparenza. Glasnost, trasparenza. La terza parola d’ordine è uskoreniye, sta per accelerazione, soprattutto in campo economico non si può più perdere tempo Gorbaciov si propone di avere un forte impatto sul sistema sovietico, è un uomo di grande visione, capisce che cosa tanto più è difficile la riforma sul piano interno tanto più è difficile, siamo nel corso della seconda guerra fredda.

Regan è un soggetto aggressivo se le riforme di Gorbaciov possono avere una chance di successo, l’Urss non può più permettersi la collaborazione internazionale, le grandi aperture.

Gorbaciov capisce che l’unico modo per riformare dall’interno il sistema è costruire un clima favorevole, di cosa parla la politica a metà degli anni 80, si parla di ambiente di Europa come casa comune in cui anche i russi possano avere qualche legame.

È molto interessato ad avere un dialogo, sia come statista che come autorità con il nuovo emergente statista della vita cattolica papa Giovanni II, sono passati i tempi da quando Stalin parlava del papa come un’autorità irrilevante, il papa può servire. È una politica estera molto ambiziosa che lancia nuovi temi inediti, che ritroviamo nella nostra attualità, quando gli occidentali trovano questo percorso, c’è un leader europeo che non è famoso per essere tenero, Margareth Teacher, siamo innanzi ad un leader sovietico fatto di una pasta diversa, possiamo fidarci, è il caso di stare ad ascoltarlo, lei è la prima. Regan è molto lieto di questo cambiamento, è molto lieto di potersi confrontare con un leader nuovo. Inizia una gara a chi è più innovativo.

Interessante il confronto tra Kennedy e Regan, erano anche contesti storici completamente diversi, il mondo degli anni 60 non aveva conosciuto grandi tragedie in America, il mondo in cui arriva Regan è un

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mondo che ne ha viste di tutti i colori. È un confronto impari, Regan convince Gorbaciov fa male a non seguirlo su queste provocazioni ecco perché inizia una interlocuzione, si instaura un feeling, Gorbaciov è un uomo disposto al dialogo, è il primo leader moderno, ci dà un’idea di una visione moderna, è del tutto normale avere la first lady al proprio fianco.

Si siglano una importante serie di riduzioni degli armamenti, si passa agli accordi start, si passa alla riduzione di tutto l’armamentario strategico delle superpotenze, verranno firmati importanti trattati, Start 1 viene fermato qualche anno dopo, George Bush senior, in una logica di progressiva riduzione degli arsenali militari, resta sempre da vedere se lui abbia la forze per gestirle, questo è il grande interrogativo della guerra sovietica, i paesi dell’Europa centro orientale perché il vento del cambiamento l’idea che al Cremlino ci sia un leader riformista innesta delle speranze di cambiamento in questi paesi, il primo è la polonia, come democrazia popolare la polonia nasce con un’anomalia di dover accettare la coesistenza con la chiesa cattolica.

Anche il partito comunista deve accettare questo aspetto, per quanto vengano affermate delle politiche repressive quando diventa papa un loro conazione c’è un momento di grande commozione nazionale di grande partecipazione emotiva, questo assume anche un carattere molto importante si pensa che un papa polacco possa ravvivare l’identità e anche lo spirito autonomo di questo paese la figura di Woitwa, è un uomo che ha sperimentato due persecuzioni feroci, la prima occupazione nazista, molti amici di Voitiwa sono stati assassinati, dopo questa terribile esperienza quella della occupazione sovietica, con il tentativo di imporre l’ateismo di stato, sopravvive alla stagione comunista, un attentato con implicazioni di carattere internazionale si pone a tutti gli effetti come un riferimento per ciò che la polonia ambisce ad ottenere.

Tra la fine degli anni 70 e l’inizio degli anni 80 inizia fa affermarsi il sindacalismo autonomo, Solidarnosh, elettricista dei cantieri navali personaggio popolarissimo che sfida il regime comunista questa sfida viene percepita dai vertici, che sono terrorizzati dall’idea che possa avvenire una repressione, ci sono ancora i cosiddetti gerontocrati reazionari e conservatori al potere.

Il capo delle forze armate proclama la legge marziale, instaura un sistema autoritario il cui scopo è quello di reprimere la polonia, il messaggio al Cremlino è quello state a casa, gestisco io il problema, quindi in un certo senso è un contributo, il passaggio della lettera del papa, che scrive alle autorità sovietiche nel momento più drammatico di questa crisi.

Solitamente si dice che i pontefici dovrebbero mantenere un profilo super partes, se avete intenzione di occupare la Polonia, la situazione in Polonia viene congelata, lo stess ierusesky concede le elezioni alla fiendella legge marziale, un voto a cui partecipa solidarnosh, una clamorosa sconfitta del partito comunista.

La polonia è il primo dei satelliti sovietici a tornare al pluralismo lo ha fatto evitando l’intervento militare dell’unione sovietica, Gorbaciov non ha alzato un dito ha lasciato che i polacchi restassero liberi di scegliere per il proprio destino, la Polonia è di fondamentale importanza per la credibilità di questo sistema di paesi satelliti, in paesi come l’Ungheria la Cecoslovacchia è un ritorno ad un pluralismo come una conseguenza, un caso particolare è la Romania che aveva vissuto un sistema comunista.

Cauchescu che gestiva il paese come una personale proprietà che spesso andava contro i dettami della politica estera sovietica la crisi delle democrazie popolari è l’occasione per mettere in crisi il suo potere personalizzato, viene processato e giustiziato sommariamente insieme alla moglie non c’è un vero ricambio della classe dirigente, ci si sbarazza del dittatore divenuto scomodo, ma si perpetua un sistema di potete con altre personalità.

Anche nella Germania orientale, Honeker è inadeguato a gestire il cambiamento, un giorno apparentemente in un giorno o qualsiasi il portavoce governativo tedesco annuncia che è possibile

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andare dall’altra parte del muro senza i divieti che c’erano un istante prima. Quello che accade in Europa orientale, viene detto che lo slogan che risona è noi siamo il popolo, la gente che dal basso si riappropria dei propri storia, a Mosca non c’è più nessuno disposto, è una rivoluzione dal basso non dall’alto si prede atto della situazione non c’è da fare altro, il sistema sta finendo e non si può fare più niente per difenderlo.

29/11/19

L’epilogo della guerra fredda. Complessivamente questo è un processo incruento, l’epilogo della guerra fredda un epilogo pacifico, chi sta al Cremlino decide di non farlo, decide di assistere inerte a questo sgretolamento della unione sovietica, che è il bottino di guerra della seconda guerra mondiale, come sicuramente avrebbero voluto fare altri leader se fossero stati al posto di Gorbaciov.

Essendo fortemente determinato a salvare l’unione sovietica cerca di gestire questo processo, trasformando quella che è stata una egemonia della leadership sovietica in rapporti politici alle prime avvisaglie dello sgretolamento Gorbaciov va in questi paesi parla con i loro leader, come nel caso del leader della Germania occidentale Honeker, non dice usate la forza, opponetevi, accetta questa situazione il suo obiettivo è quello di salvare l’unione sovietica come entità politica implica anche il sacrificio che la stessa unione sovietica aveva saputo realizzare la crisi interna dell’unione sovietica è troppo grave perché govbeciov possa contraddirsi come riformista.

La conseguenza immediata e più importante sul piano storico politico, è ovviamente la riunificazione tedesca assolutamente impensabile nelle condizioni della guerra fredda durante il periodo della guerra fredda riporta l’Europa ad una situazione che sembrava superata, che abbiamo visto a centro del continente, c’è una grande massa tedesca che non è equilibrata dalle altre potenze, riconduca o lascia immaginare, lascia ipotizzare un’Europa che torni al passato, un grande potenza al centro che in qualche modo bisognerà equilibrare è un culmine anche diplomatico, il cosiddetto trattato sullo stato finale della Germania, viene firmato a mosca nel 1990 nel settembre. il trattato di pace della seconda guerra mondiale che viene firmato nel 1990, durante la guerra fredda non c’erano le premesse affinché si potesse fare un trattato di pace, la divisione in due Germanie impediva un trattato di pace, ma certo le condizioni rispetto al 45 sono completamente diverse sono cambiati profondamenti la Germai a on è più un paese sconfitto che non sono affatto le condizioni di un paese che riemerge come grande potenza nel cuore dell’Europa, è firmato dai rappresentanti delle due Germanie, RDT RFT, più i paesi ancora considerati vincitori della guerra, Usa, Urss, Gb e Fr, du più 4, non si chiama trattato di pace, è si chiama trattato sullo stato finale della Germania, si parla sempre della stessa cosa, della riunificazione tedesca chi ha parte in causa sono le due superpotenze, chi gestisce questo processo diplomatico è il cancelliere della Germania occidentale Kohl, è colui che ha l’onore di mettere la firma sul trattato.

Pone delle condizioni dice che la riunificazione nei fatti, l’ha decisa la storia e il popolo, Kohl la pone in termini molto miti, precisa le condizioni che la riunificazione tedesca che deve avvenire nella forma di un inglobamento della Germania orientale nella ex germani occidentale, la storia della guerra fredda ci ha detto che dalla parte dei vincitori ci sono i tedeschi occidentali e dalla parte degli sconfitti ci sono i tedeschi orientali.

La parte occidentale stabilisce le condizioni, la parte orientale accetta queste stesse condizioni, questo è quello che Kohl chiede, è Kohl in grado di gestire questo processo da solo visto che la prospettiva della unificazione tedesca non susciti nuove inquietudini. Circola la famosa battuta di Andreotti “amo a tal modo la Germania che ne preferisco due” i francesi sono perplessi, si capisce che si sta tornando ad un’Europa con una grande Germania, una Germania forte nel cuore dell’Europa rischia di essere un problema, la parte reazionaria del PCUS, non dovevamo cedere l’unificazione tedesca a condizioni così vantaggiose.

L’Europa è tornata ad essere unita e libera negli statisti ritornano i vecchi timori di una volta, il signor Kohl per portare avanti un processo di unificazione trova un supporto nella presidenza di Bush, che vede nella

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riunificazione tedesca una Europa più forte sarà un partner migliore per gli stati uniti, è scontato che sarà un attore vicino agli stati uniti, ne condividerà gli stessi valori politici, non basta in fondo ci sono sempre due superpotenze.

Bush dà la propria parola per garantire a Gorbaciov per garantire all’Unione Sovietica che non ci saranno minacce tedesche.

Bush dice che non deve trarre vantaggi dalla fine della guerra fredda, dice che non si sarebbe spostato ad est, si assumono l’impegno morale, il fatto significa di non creare problemi, nell’ambito delle garanzie che servono. L’accordo viene firmato nel settembre del 90 a Mosca e è molto interessante dal punto di vista diplomatico è un compromesso tra il passato e uno sguardo sul futuro, delle paure che il passato della storia può rievocare, l’articolo 1 recita che la Germania, i suoi confini esterni saranno. La conferma della natura definitiva dei confini della Germania unita, una delle convinzioni della unificazione tedesca è che questi non richiamino una zolla di terra, questo è uno dei presupposti della stabilità futura, noi sappiamo che se qualcuno mai dovesse mettere in discussione i confini europei. La Germania unita non avanza richieste territoriali nei confronti di altri stati, non deve contenere norme incompatibili con questi principi, altri aspetti interessanti.

I governi della repubblica di Germania rinunciano al possesso del controllo delle armi nucleari, biologiche e chimiche, la rinuncia alla atomica, definitiva, ma non basta il passato ci insegna che la Germania, altra precisazione il governo della repubblica di Germania si impegna a ridurrà le forze armante a 370 mila unità) il governo. Riduzione della forza militare, (leggere il trattato)

Parte culminante, il diritto della Germania fa appartenere ad alleanza non sarà messo in discussione da questo trattato, la Germania può entrare in qualsiasi alleanza voglia, tradotto in termini pratici, tutta la Germania diventa parte della Nato.

È un trattato curioso, una via di mezzo tra il passato e il futuro che si vuole rassicurante, Kohl si prende un bell’impegno a digerire tutta la Germania orientale, ha una popolazione che ha grandi bisogni e aspettativi, c’è un grosso problema, la Germani ci mette molti anni. L’inglobamento economicamente è un’operazione disastrosa, il fatto di concedere condizioni di parte, un’operazione politica, questo comporta un grosso sforzo economico, per annullare questi divari di sviluppo e di benessere, l’operazione per quanto complessa avrà successo.

La riunificazione tedesca la consapevolezza che la Germania è subito una grande potenza è un problema di non facilissima gestione, certamente è un grande problema per gli altri paesi europei, un po’ come era successo dopo la seconda guerra mondiale, anche in questa occasione la rilanciata della Germania possa essere un salto di qualità della Germania, c’è chi dice che concessa la Germania.

C’è la potente locomotiva tedesca nel continente, questo è un momento importante, se non ci fosse stato il trattato di Maastricht. Il trattato di Maastricht sancisce la nascita dell’unione europea, l’Europa non è una comunità è un’unione, certo non è un traguardo che possa essere raggiunto facilmente, questo impegno di superare le differenze nasce in questa fase, ancora una volta si segue il metodo funzionale, si inizia a realizzare l’Ue, a Maastricht si concepisce la moneta unica europea, l’euro, coloro che avevano manifestato, quando si inizia a parlare di moneta unica europea, ma non è che saremmo stati troppo bravi e altruisti con l’Europa.

Questa storia della moneta unica europea, in un’area di 350 milioni di consumatori rischia di essere un fattore di potente antagonismo per il dollaro è soltanto una perplessità. Diciamo che l’avvento dell’Europa introduce la comunità atlantica in una nuova dimensione e quindi la storia va in questa direzione, in altre parole l’avvento dell’euro propone una riconfigurazione dei rapporti euro atlantici, c’è una supremazia strategico militare che l’Europa non coltiva.

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La prospettiva dell’euro, l’idea è quella di creare un sistema con un’Europa più unita e più forte anche finanziariamente che possa sfruttare l’Europa tedesca, mettere l’Europa al servizio. Tacher dice che in questo modo con l’euro l’unico risultato sarà quello di germanizzare l’Europa, ovvero puerile pensare che si possa ridurre la supremazia tedesca al contrario si finisce per istituzionalizzarla. Ci sono dei paesi che fanno molta fatica a star dentro a questo progetto, che impatto ha avuto l’ingresso, indurvi a riflettere quale sia stato l’impatto di questa decisione storica, l’opzione euro che impatto ha avuto sull’Italia?

In tempi non sospetti, anni fa un importante osservatore della politica estera Sergio Romano concluse che l’adesione a Maastricht fu l’ultimo atto autonomo della politica estera italiana, è indubbio che chi aderisce alla moneta unica, deve essere consapevole del fatto che perde una porzione della propria sovranità che disciplina la propria attività finanziaria. Quello che è certo è che l’Italia ha rinunciato a parte della propria sovranità, resta da vedere l’aspetto ultimo per chiudere il contro con la guerra fredda.

Tutti quelli che lo incolpano dello smantellamento delle influenze sovietiche nell’Europa centro orientale quel processo di riforma del sistema diventa ingestibile, portare avanti il discorso di una maggiore trasparenza mentre le riforme economiche nonpotanto miglioramenti ma portano a maggiori critiche. La fine dell’unione sovietica, è caratterizzata, c’è un tentativo di golpe dall’area reazionaria del partito, contribuisce a far vedere l’URSS come un sistema politicamente vitale, la Russia dobbiamo vederla come due scatole una dentro l’altra, mentre si disgrega l’URSS, perché le varie repubbliche socialiste sovietiche mentre avviene questo processo di disgregazione riemerge la Russia come il vero attore coeso mentre cala il prestigio e il ruolo di Gorbaciov.

Boris Yeltsin, l’atto finale della disgregazione dell’URSS, quando nel 91 viene dal pennone del Cremlino viene ammainata la bandiera sovietica sono decenni e decenni di storia che se ne vanno, è il fallimento di un processo storico che si è legato ad un’ideologia internazionale, un processo di grande impatto il fatto che non crolli solo una potenza, porterà qualcuno a pensare che esiste un solo modello di sviluppo che è quello liberal democratico.

L’atto finale della guerra sovietica è la volontà di alcune repubbliche di staccarsi, nasce la comunità degli stati indipendenti, l’Urss scompare di scena, e consegna alla storia tutto il suo appartato ideologico, siamo in uno scenario inedito, la regola è quella di un sistema multipolare, dobbiamo cogliere un’altra anomalia della storia i rapporti di forza cambiano a seguito di un evento bellico in cui tutti i principali attori sono coinvolti.

Per fortuna la guerra fredda termina senza la necessità della forza questo avrà le sue ripercussioni inizialmente sarà molto chiaro chi ha vinto e chi ha perso, poco prima che si disgreghi l’unione sovietica uno dei consiglieri di Gorbaciov che era Arbapov, noi sovietici stiamo per lanciare contro gli stati untiti l’attacco più grave che si possa fare stiamo per dissolversi, gli stati uniti avrebbero avuto i loro disagi internazionali a non avere più un nemico riconoscibile.

Certo al crollo del muro di Berlino è facile dire che i vincitori sono ben definiti e stanno tutti dall’altra parte dell’atlantico, alcuni studiosi si lanciano in interpretazioni molto ardite, Francis Fukuyama parla di fine della storia una tesi talmente discutibile, l’ha ratificata più volte, se è abbastanza evidente che niente e nessuno possa mettere fine alla storia tuttavia quello che realmente Fukuyama voleva dire con il crollo del sistema di potere legato al sistema comunista, per la comunità internazionale come modello organizzativo politico ed economico non resterebbe che il sistema liberal democratico occidentale, che non ci siano più alternative, ponendo al centro l’individuo, questo è quello he Fukuyama voleva dire.

Altri studiosi si sono soffermati su altri aspetti come conseguenze della fine della guerra fredda che ha parlato di scontro tra civiltà, vedeva con preoccupazione il fatto che sarebbero riemerse le identità nazionali le identità religiose, anche questa suscita delle controversie, quello che è detto è che o mondo alla fine della guerra fredda appare tutto da definire e da riorganizzare, se prendiamo il discorso dell’ordine

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internazionale fino a che queste regole vengono considerate condivisibili nessuno oserà sfidarle per mettere in discussione l’ordine stesso.

Più potenze che si equilibrano tra di loro e che stabiliscono i valori comuni, è rimasta solo una potenza, gli Stati Uniti, si pensa che attorno al loro ruolo si possa costruire un ordine internazionale, una nuova crisi in Medioriente è il banco di crisi per dare vita da un nuovo ordine internazionale, parliamo dell’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq di Hussein.

Cerca di mettere le mani sul ricchissimo stato del Kuwait, facilmente conquistabile sul piano commerciale, sa di avere il favore delle potenze occidentale che guardano all’Iraq come un antagonista all’Iran sciita, sappiamo che Hussein fa male i suoi conti, anzi non è solo un banco di prova per vedere se si può realizzare u nuovo ordine internazionale ma anche di vedere come funzionano le nazioni uniti dopo la fine della guerra fredda, le nazioni unite decidono di condannare l’Iraq. Gli americani si pongono come potenza leader non rinunciano a quel prestigio morale, non c’è un veto l’unione sovietica che ancora esiste non pone il veto tutti reputano che sia intollerabile questo atto di sopraffazione le nu funzionano bene, o l’Iraq si ritirerà entro un termine previsto, oppure subirà le conseguenze del caso, stati uniti più nazioni unite collaborazione tra la potenza politico militare può funzionare? Certamente funziona in questo caso specifico gli stati uniti dalla grafdo di promuovere una coalizione per liberare il Kuwait. Questa è una guerra internazionale che si combatte perché legittimata dall’ONU, Iraq contro il resto del mondo, fortemente legittimata le operazioni sconfiggono Hussein che subirà delle limitazioni di sovranità, tutta una serie di sanzioni il sistema sembra funzionare.

A margine di questo evento ci sono delle considerazioni importanti, ora il fattore di disturbi è l’Iraq di Hussein, si presenta dicendo faccio quello che faccio, c’è qualcuno che commette un errore, c’è qualcuno che si schiera dalla parte dell’Iraq, il leader dell’olp si schiera al fianco di Hussein, nel condannare l’intervento multilaterale contro l’Iraq, questo fatto causerà alla questione palestinese una forte impopolarità internazionale, sarà un errore grave commesso da Arafat la prima guerra del golfo è importante anche per la politica estera italiana.

Che fa una politica regionale in questa regione del mondo non essendo l’Italia una grande potenza ed essendo l’Italia una potenza filo araba, si batte per combattere la crisi senza che ci sia l’uso della forza, quando ogni speranza è persa e quindi la parola passa alle armi l’Italia si trova di fronte ad un bivio o resta fuori o interviene in questo conflitto. Si accorda al fronte della coalizione fil americana che manda uomini e mezzi per liberare il Kuwait, il contribuito italiano è simbolico, l’Italia manda 8 caccia tornado, 7 rientrano per un’avaria e uno viene abbattuto l’Italia non è psicologicamente preparato a questo scenario, i due piloti italiani conquistati dagli iracheni e che sono costretti a pronunciare davanti agli schermi in cui condannano l’intervento occidentale e difendono l’Iraq di Hussein.

Bisognerebbe avere la coerenza di dire che la guerra non la sappiamo fare e che ci dobbiamo limitare all’azione diplomatica, quello che più conta sul piano globale sembra che il sistema abbia funzionato, il sistema di collaborazione stretta gli americani sono molto moderati, l’amministrazione Bush non intende andare fino a Bagdad, il sistema sembra funzionare ma purtroppo è solo un’illusione, ma la successiva crisi internazionale dimostra come la crisi non tenga.

La crisi somala siamo nel 1994 il coinvolgimento della crisi somala è una eredità che Bush lascia a Bill Clinton, basta avere il focus sulla politica estera gli americani hanno bisogno, Bush usa uno slogan che non saprà rispettare, aveva detto leggete sulle mie labbra che non ci saranno altre tasse, ma l’aumento delle tasse gli gli viene fatto pagare, nonostante il prestigio internazionale.

Clinton ha un’idea di politica estera c’è anche il passaggio della questione somala, precipitato nell’anarchia in cui la popolazione muore di fame, le NU decretano un intervento che doveva essere un intervento umanitario, la cosiddetta operazione restore Hope, gli americani che hanno fornito uomini e mezzi, gli

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americani dicono che bisogna togliere di mezzo i signori della guerra, questo trasforma pericolosamente un’azione umanitaria in un’azione di polizia, gli italiani avranno i loro caduti, gli americani si trovano in una situazione particolarmente difficile, si inizia a capire che un nuovo ordine internazionale non può essere retto sulla collaborazione tra agli stati uniti e le nazioni unite, siam negli anni 90 e il mondo non ha un ordine internazionale, poi ci sono le altre potenze in ordine sparso.

Vediamo la disgregazione della ex Jugoslavia, la guerra torna ad essere un fatto europeo, la Jugoslavia che noi ci trasciniamo dietro dal primo dopoguerra, si dissolve l’ultimo retaggio dell’eredità wilsoniana, è una entità eterogenea con molte etnie, differenti religioni differenti lingue, il maresciallo tito l’umo che ha condotto lo sforzo partigiano diceva che la Iugoslavia aveva tante lingue e religioni ma un solo partito comunista, la scomparsa di tito è dell’80 mentre la disgregazione della Iugoslavia è del 91.

Le varie componenti che avevano fin li convissuto cominciano ad avere delle mire autonomiste, è bene difficile che si possa continuare a tenere insieme le componenti delle Iugoslavia, le due parti più filo occidentali, manifestano la loro volontà di distaccarsi da Belgrado, la componente serba che è stata sempre la spina dorsale della Iugoslavia, la fortuna di sloveni e croati, è che la comunità internazionale si pronuncia a favore della loro indipendenza, prima ancora che lo faccia l’Europa lo fa la Germania.

Questo chiaramente innesca un processo diplomatico che rende difficile permettere di mantenere insieme le varie parti, siccome dopo l’iniziativa tedesca gli altri si accodano anche l’Italia finisce part accettare il fatto compiuto, la Serbia recede dai suoi propositi, il processo di disgregazione va avanti e coinvolge la Bosnia Erzegovina. Se tutta la Iugoslavia, che è una riproduzione su scala ridotta della Iugoslavia, è difficilissimo dare una distinzione, non c’è una identità nazionale forte, tutti combattono contro tutti, nei confronti di questa regione le forze serbe inviate da Milosevic atteranno la pulizia etnica verso quelle componenti che si opponevano alla leadership serba solo dopo innumerevoli eccidi la comunità internazionale si muove con scarsissimo esito i caschi blu sono inerti, siamo in una situazione di terrificante, è con queste premesse che Clinton elabora a teoria degli stati uniti come forza indispensabile vista l’inerzia europea Clinton spingerà per un intervento militare della Nato, con bombardamenti della Serbia che si estenderà successivamente al Kossovo, la crisi si risolve per l’intervento degli stati uniti, questo dà anche un senso alla nato si arriva all’accordo di Deiton che delinea la nuova realtà della Bosnia come federazione indipendente ma che ha ai suoi interno è a sua volta caratterizzata da un’entità serba autonoma, ma anche da un’entità bosniaca, è

02/12/2019

Finisce il bipolarismo della guerra fredda, non finisce con un conflitto bellico si crea uno scenario di profonde incertezze, che in buona misura non sono stati ancora colmati oggi, esiste oggi un ordine internazionale. Ha ancora senso parlare oggi di un ordine internazionale così come lo abbiamo conosciuto nell’era contemporanea, abbiamo due poli, da un lato gli stati uniti, grande capacità politica e dall’altro lato le nazioni unite che acquisiscono una maggiore autonomia.

Vediamo subito due crisi internazionali che sono nella prima metà degli anni 90, la cosiddetta guerra del golfo e la crisi somale, nasce e si dissolve l’illusione che possa esistere un ordine internazionale, c’è un momento di grande ottimismo che è quello legato all’intervento internazionale delle guerra del golfo, ma questa formula stati uniti più nazioni unite, mostra tutti i suoi limiti nella crisi somala ed è molto importante il passaggio dall’amministrazione Bush a quella Clinton, Stati uniti profondamente impegnati come potenza leader a livello internazionale, lui conia la formula degli stati uniti come nazione indispensabile, non voleva dire “ a tutto penseranno gli Stati Uniti”, questo andava contro la tradizione della politica estera americana. Voleva che gli usa avessero un ruolo di capofila nelle relazioni internazionali per risolverli ci vuole anche il concorso delle altre potenze, gli americani fanno fino in fondo la loro parte.

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La vicenda della ex Iugoslavia è interessante anche dal punto di vista del diritto internazionale, colui che con ogni mezzo incluso il genocidio cerca di preservare un’influenza. C’è anche una personalizzazione del dramma delle ex Iugoslavia, ad un certo punto al termine di questo dramma dovrà rendere conto dei crimini commessi contro un tribunale internazionale.

Milosevic, il dramma della guerra Iugoslavia, va contestualizzato tra il crollo dell’ideologia comunista a livello globale, a quel punto ka componente Iugoslavia che aveva maggiormente incarnato gli organi, il partito comunista e l’esercito voleva affermare la grande Serbia che doveva realizzarsi a danno delle altre nazionali, le nazioni filo occidentali. L’intervento militare americano è subito dagli europei, alla luce delle fide internazionali, le funzioni strategiche della Nato sono profondamente diverse da quelle.

È indubbiamente la vicenda della ex Iugoslavia che dimostra Clinton quando parlava di nazione indispensabile, l’amministrazione Clinton si pone anche un altro obiettivo storico, si pensa di riprendere il discorso diplomatico del conflitto arabo israeliano, alla fine degli anni 70. Il primo accordo di pace, nel 1993 la diplomazia americana riesce a compiere un altro passo in avanti approdando all’accordo di Oslo, avvenuti lontano dai riflettori, è l’accordo che in qualche modo dà sviluppo, all’accordo di Camp David, infatti Israele che ha come contro parte in questo accordo, proprio l’organizzazione palestinese, si impegna a ritirarsi. Finalmente questa autorità nazionale palestinese, nascerà non solo uno stato ma un primo nucleo affidato alla componente araba, l’autorità nazionale palestinese, 1993, un altro accordo della, l’anno seguente, nel 1994 infatti in virtù di questo accordo ne arriva un altro altrettanto importante perché la santa sede può instaurare relazioni diplomatiche con lo stato di Israele, la Santa sede rispettava una politica super partes nel conflitto medio orientale, la santa sede può a sua volta instaurare relazioni ufficiali con israele, alcuni anni dopo non subito nel 2012 l’autorità nazionale palestinese può entrare nelle nazioni unite, ma come osservatore, del soggetto che può assistere ai lavori delle NU.

Non solo stato ma solo un’entità autonoma, non esiste uno stato arabo di Palestina, successiva al mandato britannico di Palestina, ma indubbiamente qui come nella soluzione della tragedia della ex Iugoslavia il ruolo degli Stati Uniti si è fatto avvertire in ruolo positivo.

L’eredità più positiva, l’amministrazione Clinton si segnala per un programma, l’enorme fardello di responsabilità che comporta ci ricordiamo la precedente amministrazione Bush cosa aveva stabilito con Gorbaciov, che gli usa non avrebbero cercato di trarre vantaggio dalla fine della guerra fredda.

Amministrazione Clinton dà una risposta l’idea che la fine della guerra fredda, crollati i muri, dissoltasi l’unione sovietica ci sono tutti i presupposti per l’allargamento dell’area della democrazia, ci sono una serie di paesi che non sono filo sovietici ma che devono essere conquistati alla idea di una democrazia ma anche una certa visione economica, per realizzare l’idea del democratico elargente, non può rispettare l’impegno morale di Bush.

Presupposto dell’allargamento dell’alleanza atlantica verso est, estensione geopolitica verso est della frontiera dei paesi occidentali visto dal punto di vista russo, sapere che i paesi che fino a pochi anni prima sono paesi membri della nato qualche squilibrio sul piano strategico lo crea, se oggi si parla di nuova guerra fredda evidentemente perché in Europa orientale c’è la frontiera strategica tra la Nato e la Russia, ovunque si crei un vuoto c’è sempre qualche potenza che cerca di riempirlo, l’allargamento della Nato ad est, il fatto che una delle due potenze cede e che l’altra si approfitti, mentre inizia questo processo di ampliamento della nato ad est la Russia non è in grado di opporre nessuna resistenza, saranno necessari molti anni affinché la Russia riemerga come attore internazionale, è una transizione de comunismo da qualcosa che ancora non si capisce cosa sarà. Potrà mai essere un paese occidentale? Sarà un paese diverso, una via di mezzo tra il mondo occidentale e quello orientale? Ci sono voluti molti anni perché questa incertezza venisse sciolta, verrà sciolta dalla leadership forte di Putin. Ha proposto una nuova idea di Russia.

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La Russia non ci sta all’espansionismo statunitense, questo è un passaggio molto importante per capire i tempi attuali, non si danno giudizi di valore, ci sono dei cambiamenti politici. Questo è l’aspetto veramente importante l’ingresso della Nato degli ex satelliti sovietici, significa rilegittimare la funzione dell’alleanza Atlantica, che va bene per qualsiasi stagione non ha più un perimetro geostrategico limitato questo lo vediamo ben presto lo vediamo l’undici settembre.

La Nato si allarga progressivamente verso est, gli stati uniti sono una grande potenza militare, esportano una grande potenza verso est, all’UE spetta il compito di trasformare i paesi dell’ex blocco sovietico in democrazie liberal democratiche. Far entrare un paese in un’alleanza militare è un compito relativamente facile, molto più difficile, molto più lungo come impegno è trasformare le società civili in società compatibili con l liberal democrazie occidentali, con una maggiore litigiosità con maggiori difficoltà a delineare politiche comuni. Allo stesso tempo questa divisione del lavoro produce degli squilibri, gli americani si disinteressano dei sistemi politici dei nuovi membri cosa che l’unione europea non può fare, ovvero il non poter e voler interessarsi ad una dimensione strategica autonoma, si accentua la dipendenza dalla nato a dagli stati uniti, questo processo non si è ridotto, ma si è accentuato, stati unti e unione europea sono hard e soft power, l’area delle libertà e dei diritti tra soggetti sempre più numerosi e diversi con una crescente complessità a sintetizzare in formule politiche efficaci fintantoché l’unione europea non si darà un postura strategica autonoma non potrà avere alcun ruolo significato sul piano degli equilibri globali. La dipendenza strategica non è meno arato di quanto fosse durante la guerra fredda.

C’è un nuovo evento che sconvolge il mondo e rimette tutto in discussione e rende più difficile trovare assetti stabili si manifesta in modo eclatante l’undici settembre del 2001 la genesi di al quaida l’organizzazione terroristica è quella di un movimento è quella. Nasce al tempo, fine anni 70 Bin Laden è esponente di una ricchissima famiglia Wahabita sostenitore di una interpretazione abbastanza estremista sul piano religioso, ha cercato di cacciare i sovietici. Ovunque si si presentato un soldato occidentale in u paese mussulmano, c’è la necessità di lottare e di ricacciare queste presenze dal suolo mussulmano, gli stessi americani avevano fornito le armi per combattere contro i sovietici, si alimentano i mostri che si scatenano contro l’occidente stesso è un percorso che troviamo anche nell’isis la cui proliferazione ha come risvolto la crisi siriana ha tra i suoi scopi la destituzione di Assad.

Evento epocale che è l’undici settembre in quella che è stata definita la guerra asimmetrica, questi attori da un lato sono gli usa e gli altri stati che si dichiarato solidali con gli stati uniti e dall’altro l’organizzazione terroristica che non è uno stato e non ha una collocazione geografica ben definita non ha molto senso fare una campagna militare contro una organizzazione terroristica.

L’undici settembre introduce la comunità internazionale, in un mondo in cui non ha molto nessuno in cui gli usa sono la potenza vincitrice della guerra fredda. Condotto anche con mezzi civili, l’aereo di linea utilizzato come arme, la guerra asimmetrica si basa sull’effetto sorpresa, che in questo caso non ha funzionato, l’evento cambia completamente la realtà internazionale tutto quello che abbiamo detto, è ovvio che dal clima dell’undici settembre nasca una mobilitazione della comunità internazionale.

Gli attacchi, l’ultima azione terroristica a Londra è affidata ad un individuo che ancora non possiamo ben, il clima che si è creato non è ancora terminato per gli usa diviene un imperativo morale oltre che politico, è la prima occasione che viene evocato il principio di solidarietà nell’alleanza atlantica, ormai non ci sono più paesi. Tutti i paesi, non solo i paesi membri della Nato, esprime solidarietà, questo permetta a Bush di approntare una grande reazione sul piano strategico che ha un difetto di origine. Su quale concetto si basano?

In Afghanistan c’è al Quaida, ci si basa sul tentativo di riconvenzionalizzare la guerra al terrorismo, ma non può essere convenzionalizzata, perché è una guerra asimmetrica, queste grandi organizzazioni terroristiche possono essere abbattute recidendo i supporti finanziari dai vari paesi che le fiancheggiano.

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Nel momento in cui queste campagne militari si sono posti obiettivi politici hanno fallito, non si è riusciti a rafforzare il potere politico a Kabul, è un’area di sicurezza molto limitata, l’apertura della amministrazione Trump al dialogo con i talebani o i loro eredi. I limiti di questa impostazione strategica sono stati resi eventi dalla campagna in Iraq, per chiudere il contro con Hussein, c’è un intervento delle nazioni unite, da parte del generale Powell, che ha l’ingrato compito di mostrare le prove dell’esistenza delle armi di distruzioni di massa in Iraq, ebbene a distanza di anni sappiamo che quelle armi di distruzione di massa non sono mai state trovate quell’intervento militare che culmina nell’intervento contro Saddam, nella sua esecuzione quell’intervento mostra i limiti di questo approccio non solo sul piano miliare la fase in cui si deve passare ad una ricostruzione politica, l’Iraq è un’invenzione del colonialismo, gli stati uniti una volta rimosso Saddam, hanno iniziato a controllare il paese. Bremer governa l’Iraq degli americani.

Bremer pascià che face grossomodo quello che in quei paesi un buon secolo prima avevano fatto i coloni europei, l’amministrazione americana è assolutamente inadeguata, non si riesce a tenere il paese unito. Il bilancio è un fallimento dal pinto di vista politico, si arriva al paradosso di trovare un accordo con la componente più radicale di quel paese quelli che all’inizio avevano dato ospitalità ai suoi fedeli che erano nemici dell’occidente sul piano della politica estera. È sostenuta dalla cosiddetta dottrina Bush Junior, rivendica il diritto degli Stati Uniti ad intervenire laddove vi siano interessi americani minacciati, è una rivendicazione di leadership intenzionale globale che si legittima sulla base degli attacchi ricevuti l’undici settembre.

La comunità internazionale viene accattato questo principio, partecipano a queste campagne militare volte a snidare i terroristi, quando si capisce che il costo politico è molto grande, l’Europa viene travolta da un’ondata di terrore, quindi la moltiplicazione di questa minaccia imprevedibile e la sempre più evidente ha reso via via gli americani sempre meno popolari. Ci siamo interrogati sul fatto che non sarebbe opportuno supportare questa visione. L’amministrazione Bush non si limita a questo, la minaccia di terrorismo grava su tutto il mondo libero, nel momento più tragico.

Nel 2002 c’è un vertice a Pratica di Mare, tra i paesi membri della Nato e la Russia di Putin, il vertice è quello in cui gli Stati Uniti e la Russia di Putin riflettono sulla possibilità di una collaborazione strategica, è un momento di sintonia tra Washington e Mosca la Russia ha pianto le sue vittime per il terrorismo islamico, il vertice di Pratica di Mare, ha il governo di silvio Berlusconi, i cui legami personali con Bush e Putin sono fruttuosi, in questo vertice non si decide che la Russia entri nella Nato si stabilisce una partnership strategica, è un momento che fa sperare che le grandi potenze abbiano iniziato a collaborare e dividersi le responsabilità internazionali, tutto quello che accadrà successivamente ne smentirà i contenuti.

I rapporti tra gli Stati Uniti e la Russia peggiorano, non solo un paese come la Polonia è divenuto uno dei membri più convinti della Nato, se la tengono ben stretta non come noi occidentali per loro la nato è una conquista il confine tra la polonia e la Russia, è percepito come un. Se vogliamo trovare dei ferventi atlantisti dobbiamo andare ad est. Putin reagisce con fermezza e tende ad affermare l’influenza russa e lo fa intervenendo in tutte quelle aree dove vi è un interesse russo, Ossezia del sud e l’abcasia, il Caucaso, in cui vivono comunità russe e vogliono affrancarsi dalla Georgia. La Georgia viene sostenuta dagli stati uniti, in quanto vogliono sia un paese autonomo, ma è difficile, perché è un paese molto influenzato dalla russa

L’ucraina è il paese di frontiera per eccellenza, con cambiamenti di governo con problemi di ordine pubblico, di questa instabilità trae profitto Putin, che abbiene dopo un referendum 2014, Putin riesce a fare quello era riuscito solo negli anni dell’Unione sovietica, è una riaffermazione di potenza, è la dimostrazione che non c’è modo per gli stati uniti di sostenere le ragioni dei paesi filo occidentali, a meno che non vi sia la disponibilità americana a iniziare una seria crisi con la Russia di Putin , il riemergere della Russia alimenta tensioni con l’unione europea. La Russia è percepita all’interno dell’unione europea come un paese molto diverso dagli standard democratici dei paesi che popolano l’unione europea. Vi sono sanzioni commerciali che sono rinnovate, Putin ha realizzato negli anni un processo molto complesso portando a compimento una transizione.

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La perdita di monopolio sulle risorse energetiche favorisce la creazione di nuovi poli di ricchezza queste grandi concentrazioni di potere industriale, mano a mano che Putin prende il controllo sul paese si scontra con questi nuovi potentati, l’abilitò di Putin è quella con la pressione, in modo ben poco ortodosso, con l’intervento dello stato la Russia possa affermarsi che la Russia possa risorgere come grande potenza facendo leva su queste risorse naturali in qualche modo ritornano ad essere strumenti nelle mani di una leadership forte che è quella fi Putin, questo è il processo di rinascita e riaffermazione della Russia come attore internazionale, l’eredità che Putin aveva trovato era un’eredità di debolezza, occupando quegli spazi geopolitici, quello che succede in medio oriente, a seguito delle primavere arabe.

05/12

Gli storici aiutano a spiegare gli scenari presenti attingendo ai fenomeni del passato; il presente viene analizzato

dalle relazioni internazionali.

Nelle puntate precedenti si è passato alla reazione americana alla minaccia del terrorismo internazionale globale,

portato avanti da Al Qaeda; il terrorismo c’è sempre stato se per terrorismo intendiamo il ricorso ad azioni non

convenzionali che giochino sul fattore sorpresa e che tengono a colpire alle spalle un avversario ritenuto più forte

che non può essere sfidato davanti. La sfida al mondo occidentale, percepito come egemonico, sfruttatore, iniquo

(soprattutto nei confronti del mondo musulmano), è qualcosa che si era manifestato più volte nella storia, come il

conflitto arabo israeliano, ma nell’11 settembre 2001 si fa un passo avanti perché c’è l’intenzione di umiliare la

potenza, gli Stati Uniti. La presidenza Bush Junior risponde con la sua dottrina: gli USA possono intervenire

ovunque si presenti una minaccia contro i suoi interessi; affermazione dell’influenza e dell’egemonismo americano

nel mondo, chiamato dagli studiosi “unilateralismo americano”, il quale trova nella dottrina la sua massima

espressione. Con “unilateralismo americano” si intende la tendenza ad esercitare una forte influenza, soprattutto

sul piano strategico, anche senza preoccuparsi di quelle che possono essere le reazioni sul piano dei rapporti con

gli alleati e con le altre potenze internazionali. Tutto il corso della storia americana e della politica estera

statunitense è una manifestazione di un eccezionalismo, di una unicità degli americani nel mondo; una progressiva

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rivendicazione di un ruolo diverso dalle altre potenze (destino manifesto, leadership internazionale degli Stati Uniti

e poi unicameralismo). Alla fine della guerra fredda ci sono molti unilateralismo, non solo quello di Bush, ma anche

Clinton, atteggiamento di fortissima iniziativa internazionale, che decide di attivare una reazione della NATO

davanti all’inerzia europea nei paesi della ex Iugoslavia; non è unicameralismo alla Bush, ma simile. Diciamo che in

conseguenza dell’11/09 l’unilateralismo raggiunge l’apice, tant’è che gli USA prendono decisioni poi discutibili:

campagne di lungo termine in Afganistan e Iran.

Dopo Bush si ha l’avvento della presidenza Obama, il primo presidente di colore, carismatico, ed è per questo

che si impone: perché sembra preludere sia a una svolta sul piano internazionale che un cambiamento politico

interno significativo; accende speranze anche sul piano internazionale. Dal punto di vista di politica estera si

dissocia dai precedenti fronti aperti da Bush, cerca di ridimensionare l’impegno strategico americano, non solo in

Afganistan e in Iraq, ma anche in molti altri teatri; diventa meno importante il mediterraneo e con esso il medio

oriente. C’è quindi la volontà di disimpegnarsi dai fardelli strategici assunti nel tempo, anche perché si trova ad

andare alla presidenza in un momento drammatico, ovvero quello di una nuova grande e gravissima crisi

finanziaria internazionale che si diffonde a partire dal 2008. Il meccanismo di questa crisi è simile a quello della

crisi del 1929: il meccanismo che la innesca è speculativo, in cui l’andamento delle azioni a wall street, l’economia

virtuale, prende sempre più le distanze dall’economia reale. Quando si creano molti scompensi le conseguenze si

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abbattono sulla vita delle persone; quindi, la presidenza Obama si trova a dover gestire questa grave crisi, non ha

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molto spazio per mantenere un profilo internazionale molto ambizioso. Obama individua un individuo strategico

prioritario nella sua nuova politica estera, non l’affermazione di una strategia militare nel mondo né una leadership

egemonica, ma mettere in chiaro i punti con un’altra grande potenza che è emersa e che si pone nei confronti degli

Stati Uniti in maniera ambivalente, ovvero la Cina Popolare. La Cina popolare è un paese la cui economia si è

legata saldamente all’economia americana, soprattutto per il grande debito degli americani nei confronti della

Cina, in parte per la guerra fredda e in parte è la conseguenza della scarsissima propensione degli americani a

risparmiare. L’enorme debito strutturale americano è finanziato con l’emissione di titoli e in questi anni i grandi

sottoscrittori dei titoli del debito pubblico americano è sempre più la Cina popolare creando una forte

interdipendenza finanziaria tra le due potenze; è un bene perché sicuramente non si ammazzano con la guerra,

ma è un male perché stanno in perpetua tensione tra loro. Preso atto di questa situazione, Obama decide di

puntellare la questione economica, la sua priorità è la stabilizzazione dei rapporti con la Cina; questo impone un

apolitica estera meno aggressiva. Una dimostrazione del suo approccio distensivo è la questione nucleare

iraniana: l’Iran è un paese firmatario del trattato di non proliferazione nucleare, per cui non si può dotare di una

bomba atomica. L’Iran viene accusato dalla comunità internazionale di starsi dotando di una bomba atomica, cosa

che nega sostenendo di stare cercando una risorsa energetica in alternativa al petrolio, ma il confine tra nucleare

civile e militare è molto labile. L’amministrazione Obama decide di gestirlo in modo diplomatico, ovvero la firma di

un accordo per cui si concede all’Iran l’opportunità di portare avanti la ricerca in campo civile del nucleare, in

cambio di un impegnando a non sfociare sul campo atomico; questo accordo sembra risolvere la questione. In

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generale, quello che fa Obama in politica estera è di ridimensionare l’attitudine unilateralista del suo predecessore:

meno impegni e più cooperazione con gli altri attori, in particolar modo con la Cina.

L’evento fondamentale della svolta della storia cinese può essere considerato la protesta di Piazza Tienanmen (è

storicamente un luogo di protesta, è tradizione politica e culturale cinese andare in questa piazza a manifestare,

viene fatto anche nel 1919 contro il trattato di pace): il sistema comunista cinese, il sistema politico del partito

unico, rischia una grave crisi perché le manifestazioni portate avanti dagli studenti rivendicano maggiori diritti e

libertà rispetto al sistema monolitico del partito unico e la repressione è feroce; quello che sappiamo è che la

repressione che avrebbe potuto imprimere al corso della storia cinese un certo tipo di andamento non è stato e da

quel momento in poi le cose sono andate in altro modo: non è stato l’inizio della fine del monopartitismo cinese,

ma è stato in qualche modo l’inizio di un percorso che poi ha portato la Cina a essere una grande potenza.

Storicamente al partito unico cinese è riuscito quello che no ha saputo fare il partito unico sovietico: competenza

nella gestione dell’economia, capacità di realizzare un sistema economico produttivo controllato dall’alto e capace

di produrre risultati efficaci; l’élite cinese si trasforma negli anni da élite politica a manageriale. È stata abile a dare

impulso all’economia, a trasformare la Cina, il partito unico non si è preoccupato esclusivamente della gestione

politica, ma ha dato un impulso trasformando i cinesi in consumatori. La Cina oggi non è più solo un paese

produttore, ma anche paese di consumatori; tanto più consumano e tanto più si avvicinano agli standard di vita e

culturali degli occidentali. Si parla anche un fenomeno di trasformazione antropo-culturale. Fino ad oggi ha

manifestato una propensione verso una politica estera controllata, senza manifestazioni evidenti di aggressività.

Una personalità politica importante in questo processo è Deng Xiaoping, il quale una volta arrivato al potere avvia

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questo processo di trasformazione economica, con le modernizzazione che devono toccare tutti i settori produttivi;

sono quei fenomeni di modernizzazione che hanno plasmato la Cina che noi oggi conosciamo.

Obama è consapevole che prima o poi la Cina diventerà la più grande potenza al mondo, ispirandogli una

soluzione che permette di ritardare la sua ascesa sul piano internazionale come prima potenza. Abbiamo sentito

parlare della proposta americana per un Trattato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti (TTIP): è

un’idea che nasce sotto l’amministrazione Clinton e che Obama rilancia prepotentemente. L’idea è di creare una

grande comunità economica atlantica (euro-aemricana) che possa costituire un blocco coeso contro la Cina e

certamente la sinergia tra la potenza economica americana e quella dell’UE potrebbe sfidare la Cina. Le trattative

sono state lunghe e si sono arenate perché al di là degli aspetti protezionistici sono sorte anche differenze

sostanziali dal punto di vista normativo, ad esempio la questione degli OGM. Sono emerse in questo trattato tutta

una serie di tensioni che hanno fatto in modo che venisse messo da parte, soprattutto per le forti opposizioni che

sono nate all’interno dell’Unione Europea; quindi, l’ipotesi americana di costruire una sinergia economica atlantica

per arrestare l’ascesa cinese è al momento congelata, talmente vero che i rapporti atlantici si caratterizzano per

questioni più grosse, come le guerre doganali sui dazi i dispetti fatti con l’amministrazione Trump.

Un’altra questione con la quale l’amministrazione Obama ha dovuto confrontarsi è stata quella delle primavere

arabe; con questa espressione si intende il fenomeno di destabilizzazione politica che coinvolge il fronte nord

africano e che e significativo perché parte dal basso. Dalla Tunisia fino all’Egitto, passando per quello che c’è in

mezzo, poi Siria, Libia le popolazioni civili manifestano contro i loro regimi. Questi fenomeni si caratterizzano

perché sono disarticolati, privi di leadership riconosciuti a capo di questi movimenti, infatti danno l’impressione di

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essere movimenti che nascono spontaneamente per chiedere diritti, libertà e condizioni di vita che li avvicinino agli

europei. Le piazze non si riempiono a caso, ma perché i giovani vanno a chiedere concessioni che caratterizzano

altri paesi e che vengono a conoscere tramite i social. Questi fenomeni accadevano con un grande controllo senza

spargimenti di sangue, come in: Tunisia: che è un paese abbastanza stabile da dopo l’indipendenza; il leader

prende atto del fatto che è divenuto fortemente impopolare, la Francia gli volta le spalle, per cui senza appoggi

decide di andarsene. Le piazze hanno vinto e forse possono cambiare il volto politico di questi paesi; purtroppo è

solo un’illusone. Con il propagarsi delle primavere arabe emerge una realtà diversa fatta anche da interferenze

occidentali volte a destabilizzare alcuni paesi:

- Egitto è un caso significativo. Si tratta di un paese governato da sempre da militari, che politicamente si regge

sul ruolo politico delle forze armate e le elezioni danno la vittoria all’organizzazione politica legata a una

interpretazione meno laica, più tradizionale ortodossa dell’islam, i Fratelli musulmani. È una svolta politica di

breve durata, perché al potere devono scontrarsi con una serie di resistenze e reazioni che culminano con la

ripresa del potere dei militari; la primavera araba si è concretizzata con la fine dell’era di un leader militare

Mubarak, le libere elezioni, un effimero governo filo islamico che non funziona e quindi il ritorno al potere degli

stessi militari di al-Sisi (oggi).

- La dimostrazione che ci sono paesi arabi che non riescono a superare il modello politico accentrato e che

l’influenza occidentale crea scompiglio. All’inizio degli anni 90 accade lo stesso con la questione Algerina:

libere elezioni vinte da filo islamici, esito sgradito dagli occidentali e quindi ci sono interferenze per fare cadere

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quel sistema e l’Algeria precipita in una sanguinosa guerra civile. È dannoso promuovere la democrazia in un

paese se non si ha la forza e la coerenza di accettare il risultato elettorale, una delle grandi dimostrazioni di

ipocrisia dell’occidente.

- Altro limite delle primavere arabe è la Siria, dove si innesca una tragedia che non è ancora stata superata: il

clima della primavera araba contribuisce a mettere in discussione il potere fortissimo di Assad e della sua

dinastia nel paese, e quindi tutte le forze a lui contrarie si coalizzano per cercare di rovesciarlo; le interferenze

delle potenze sono evidentissime in Siria. Bisogna tenere presente che era stato uno dei pochi paesi che

durante la guerra fredda aveva stipulato un forte accordo con l’Unione Sovietica; la distrazione colpevole degli

USA in questa area offre alla Russia di Putin di rafforzare la sua presenza affianco al regime di Assad e questa è

una influenza; l’altra influenza è quella dell’ISIS che combatte una strenua battaglia contro il regime. l’ISIS è il

male assoluto, ma ha legami sotterranei con potenze occidentali interessate a destabilizzare il regime siriano,

quindi non c’è niente di questa iris che riconduca all’autentico originario clima delle primavere arabe di

liberalizzazione e modernizzazione, ma solo lotta di potere interno e influenze occidentali. Naturalmente, la

questione chiama in causa la Turchia.

- Anche la Turchia di Erdogan è scossa da tendenze riformiste e maggiore rispetto dei diritti, lui è l’uomo forte

che va al potere e che dimostra una grande determinazione al punto di essere disposto di mettere in

discussione i rapporti con gli Stati Uniti; Erdogan cerca l’appoggio diplomatico della Russia di Putin, quindi il

maggiore antagonista della NATO e degli Stati Uniti. È un quadro complesso in cui prevale il caos e tutti sono

contro tutti.

Ognuno fa politica estera con le risorse che ha; Silvio Berlusconi ha fatto politica estera con la risorsa dell’amicizia

personale: amico di Bush, amico di Putin e amico di Gheddafi. La politica estera dei governi di Berlusconi: nel

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2008 stipula il Trattato di amicizia e cooperazione italo-libico (Gheddafi) che ha suscitato in Italia numerose

polemiche. nel frattempo Gheddafi nel frattempo non è più ai margini della comunità internazionale; dopo aver

ammesso le proprie responsabilità nel famoso attentato di Lockerbie in Scozzia, per il quale la Libia ha subito le

sanzioni e l’isolamento diplomatico commerciale, Gheddafi a distanza di anni, all’inizio degli anni 2000, è stato

riabilitato. Quando ai vertici della commissione europea c’era Romano Prodi, Gheddafi è stato ricevuto a Bruxelles

e accolto con tutti gli onori come nuovo partner strategico mediterraneo dell’Unione Europea; quindi una

riabilitazione clamorosa totale. Gheddafi viene visto non più solo come partner energetico per il petrolio, ma anche

come partner strategico per fermare la marea di profughi che attraversa il mediterraneo per arrivare in Europa. In

quel contesto storico non ci si pone tanti problemi di come faccia a non fare partire i profughi dalle coste libiche, is

sa benissimo come fa: campi di detenzione, prigionia in condizioni sovrumane dove la povera gente che scappa

dai paesi più instabili finisce per morire, ma è quanto basta all’UE per promuoverlo a ruolo di partner strategico

una volta che è stato riabilitato per le sue precedenti colpe. Questo presupposto consente al governo Berlusconi

nel 2008 di fare un importante trattato; è il culmine di una politica estera italiana che con la Libia ha sempre avuto

una special relationship italo libica, che fin dai tempi di Aldo Moro (1970) si basa sul sopportare gli attacchi diella

propaganda libica contro l’Italia per il suo passato coloniale, ignorare le stravaganze di Gheddafi, ignorare quello

che fa fiancheggiando i movimenti terroristici, ma instaurando salde forme di cooperazione economica,

investimenti, che rendono Italia e Libia complementari dal punto di vista economico. Questa complementarietà

diventa anche fisica quando nel 2004 viene inaugurato il gasdotto Greenstream, che fisicamente collega i due

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paesi. Berlusconi accusato da tutte le opposizioni in Italia non fa altro che perfezionare questa politica estera di

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lungo corso e fa il migliore accordo che l’Italia potesse sottoscrivere con questo paese, tant’è che solo l’Italia

aveva un rapporto cosi stretto con la Libia. L’accordo prevedeva:

- Ulteriori investimenti: l’Italia acquisisce una posizione privilegiata dal punto di vista degli investimenti in Libia,

- Un’ancora più stretta sinergia economica,

- Bisogna omaggiare Gheddafi: viene in Italia ed esige che l’Italia continui a scusarsi per il passato storico

coloniale.

- Art. 4 sancisce meglio la piena amicizia italo-libica e stabilisce che, in caso di crisi internazionali future con la

Libia, dal territorio italiano non si leverà alcuna minaccia contro Tripoli.

Nel 2011 anche la Libia viene travolta dalla primavera araba, le piazze si infiammano e il potere di gheddafi viene

meno con un intervento della NATO attivato da Francia e GB, con il pretesto che Gheddafi sta reprimendo nel

sangue la richiesta di democrazia in Libia. Gli Stati Uniti sono molto assenti dal mediterraneo in questa fase, quindi

Obama non si oppone, ma questa iniziativa mette in forte crisi i rapporti italo libici: Berlusconi non ha la forza di

rimanere fedele al trattato e di andare contro inglesi e francesi, per cui si accoda all’intervento della NATO contro la

Libia di Gheddafi, il quale si sente tradito. Per quanto riguarda l’art. 4, l’Italia sospende unilateralmente il trattato

del 2008 in modo tale da partecipare indirettamente alle operazioni della NATO in Libia fornendo la logistica, cioè

le basi da cui partono gli aere. Gli aerei danno la caccia a Gheddafi, lo snidano, viene assassinato in mezzo alla

strada dai ribelli che lo catturano e la Libia precipita in un caos dal quale non è ancora riemersa; caos inteso come

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divisione politica. Inglesi e francesi hanno ragionato come gli americani nel 1986 quando Reagan ha deciso di

bombardare la Libia, ovvero non si sono preoccupati delle conseguenze politiche della fine del regime di Gheddafi.

Tra le conseguenze vi è il caos, l’anarchia in mezzo al mediterraneo e ovviamente un non più controllato afflusso

migratorio verso l’Europa; Gheddafi esercitava una funzione strategica che era stata riconosciuta dall’Unione

Europea e certamente nella decisione, sopratutto francese, di andare a destabilizzare questo assetto strategico vi

era anche la volontà di sabotare alcune iniziative di Gheddafi assunte in competizione e antagonismo con l’area

francofona (cioè con l’influenza francese in Nordafrica) e anche dava fastidio la posizione di privilegio che l’Italia si

era guadagnata faticosamente stipulando questi trattati di cooperazione con la Libia. Ciononostante, in questo

caos assoluto, l’ENI continua ad avere la capacità di fare affluire risorse energetiche in Italia; quindi non è stato

spazzato via l’interesse che dovrebbe avere l’Italia per una stabilità in Libia. Nella crisi libica sono intervenuti tutti:

l’Egitto è interessato ad avere un’influenza sulla Cirenaica, ovvero la parte orientale della Libia e che quindi non

favorisce la riunificazione libica se non alle sue condizioni; ma anche Turchia, la Russia, con l’amministrazione

Trump si assiste a un ritorno degli USA in Libia.

Un nuovo fattore di cui si parla è l’effetto Trump. L’avvento alla presidenza americana di Trump ha delle condizioni

che sono state sfruttate con grande abilità; le premesse sono quelle di una crisi politica di lungo corso che è

anche scarsa capacità di adattamento alla nuova realtà internazionale. La presidenza Obama, solo in minima parte

ha tenuto fede alle grandi aspettative che aveva suscitato, o per meglio dire, erano state talmente alte le

aspettative che aveva suscitato che alla resa dei conti i significati non sono stati così significativi. Questo ha

lasciato il campo a un malcontento e tendenze populiste che sono presenti in tutte le società occidentali, che

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hanno favorito l’emergere di un personaggio scaltro, dotato di grandissime risorse finanziare e che sta

conducendo la politica estera americana in modo imprevedibile. Ciao che si è capito della sua politica estera è che

è mossa esclusivamente da una visione molto schematica e rigida dell’interesse americano, al punto tale da non

esitare a schierarsi contro i suoi storici alleati quando necessario; che siano paesi europei o altri. Esempi sono la

essa in discussione del confine con il Messico o l’accordo che aveva fatto Obama con l’Iran, sposando in maniera

più stringete la causa di Israele. Tra le mosse più eclatanti di Trump c’è il riconoscimento di Gerusalemme come

storica capitale di Israele, un affronto a tutti gli arabi che rivendicano almeno metà città. Il pragmatismo di Trump si

vede anche nella gestione della minaccia missilistica nordcoreana: gestisce la cosa con grande pragmatismo

perché non ha pregiudizi, ha aperto un processo diplomatico di lungo corso, suscettibile, ogni tanto Kim fa un

esperimento missilistico che è messaggio chiaro di ripresa della via di ricerca nucleare e costruzione della bomba,

un linguaggio pragmatico. Quello che è certo è che anche Trump, per quanto sia apolitico, è condizionato

dall’establishment della politica americana; il suo esordio in politica estera era di riaprire a nuove relazioni con la

Russia, ma poi è venuto fuori tutto lo scandalo e ora non ne può più parlare e c’è in piedi un procedimento di

impeachment. In particolare modo il dipartimento di stato, non può agire liberamente come vuole, è condizionato e

questo crea delle fibrillazioni nella politica estera americana, tante cose che non possiamo capire dipendono dal

fatto he c’è un costante gioco di azione e reazione tra Trump e l’amministrazione; in fondo il Partito Repubblicano

Trump non l’ha scelto, ma l’ha subito. La sua candidatura residenziale è stata la logica conseguenza del fatto che

era il candidato con maggiori risorse economiche a differenza di altri che non potevano competere.

06/12/2019

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Se c’è un paese egemone c’è una situazione di egemonia, per esserci un ordine internazionale ci deve essere una balance of power e ci deve essere un interesse a non mettere l’ordine in discussione, si creano le premessa addinché l’ordine viene superato attraverso una guerra, gli ordini internazionali si formano a seguito di una evento bellico, un momento in cui uno attore decide di sfidare altre persone per acquisire una condizione di supremazia, le guerre hanno sempre la funzione di dividere i vincitori dai vinti- E’ stato cosi alla fine delle guerre napoleoniche, in cui si riuniscono e scelgono il nuovo assetto, tutte le principali potenze erano potenze europee, in quel caso la decisione più importante era quella di coinvolgere la frania, non si poteva escludere.

Un ordine eurocentrico e un ordine multipolare in cui ci sono ben più di due potenze, come altri ordini internazionali si dà vita a delle alleanze, servono ad ottenere delle garanzie, a garantire la sicurezza e la stabilità dell’ordine internazionale, tuttavia visto che la costante con la quale bisogno confrontarsi. Il mondo di oggi non è quello di un anno fa, spesso perché legato al fattore tecnologico, le alleanze vengono messe in discussione, il cambiamento delle alleanze può mettere in crisi l’ordine internazionale, c’è la crisi della guerra di Crimea che rompe l’equilibrio.

Il tardo 800 era un’era imperialista, è ben difficile mantenere degli equilibri, questo riguarda anche la germania, l’epoca di bisgmark si chiude la Germania si fa ancora più aggressiva questo processo arriva fino ai secoli successivi, ed è la storia della prima guerra mondiale, una guerra per l’egemonia, ci sono due blocchi di alleanze, hanno creato una polarizzazione, quindi uno scontro che diventa per l’egemonia sul contienente, il mondo non è più quello dell’800 sono emersi nuovi attori nella prima fguerra mondiale, vogliono avere voce in capitolo nel momento, la prima guerra mondiale non sarebbe durata così a lungo se non ci fossero stati i finanziamenti da parte degli usa fanno una proposta di pace ben precisa, che si basa sul concetto di autodeteminazione collettiva anche culturalmente un mondo meno europeo e moderno, sicuramente meno europeo e più americano, si costituisce un novo ordine internazioanle perché c’è un ordine molto debole, in quanto gli srStati Uniti non partecipano alla Società delle nazionai, è un ordine internazinale ancora multipolare perché ci sono molte potenze, tutte le potenze vincitrici, un ordine multipolare un po’ meno eurocentrico è emersa una nuova formidabile potenza che sono gli Stato uniti i cui rapporti economici con l’europa saranno determinanti, determineranno un aggravamento della crisi ecoomica europea, pongono un’ipoteca americana sull’europa un mondo che molto dipende da questa emergenete potenza che sono gli stati uniti, un periodo di grande instabilità, la formula della coknferenza di oparigi non funziona è più un’idea affascinante, perché viene attuata con tutta una serie di compromessi e introduce nuove ragioni di instabilità, emergono nuovi fenomeni ideologici radicali personalità politche che destabilizzano gli equilibri europei, questo innesca il meccanismo che innesca la seconda guerra mondiale. La seconda guerra mondiale è stata definita come la prosecuzione della prima, anche dal punto di vista ideologici i problemi lasciati irrisolti dall prima guerra mondiale, c’è ancora un tentativo tedesco di riaffermazione egemoniaca sul contitnente europeo la prima guerra modnaile il militarismo tedesco viene fermato dagli anglo tedeshi nella seconda guerra mondiale non c’è nessuna forza europea, il contributo militare di due potenze, come gli Stati Uniti e l’Unione sovietica diviene decisivo questo crea le premesse aginch e si costruisca un mondo radicalmente diverso da quello del passato, nel 45 nasce un mondo bipolare, un mondo diverso da quello visto in passato, l’europa esce di scena, è terra di conquista viene divida in due sfere di influenza, fine degli ordini internazionali multipolari e fine degli ordini internazizonli eurocentrici, vi è una globalizzazione dell’ordine internaizonale, sono antagonista sul piano ideologico, militare, tecnologico. Nessun continente extraeurooea è al riparto dalla fuerra fredda, bipolarismo relativamente breve, anomalia che finisce in modo altrettanto anomala, quella di una guerratra stati uniti e unione sovietica è stato un confornto di logoramento, alla fine tuttavia la guerra fredda ha avuto una parte scofitta e una parte vincitrice questa divisione si è fatta sempre meno chiare, c’è voluto del tempo affinché nascesse un Russia forte.

Il compito improbo di definire un nuovo ordine internaizonale, il mondo che si apren nel 89 è un mondo che si caratterizza che si parla di globalizzazione ma che forse dovremmo provare anche a definire. E’ una definizione storica che è una estrapolazione di quello che è abbastanza evidente rispetto al passato, la

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globalizzazione non è una conseguenza delle fine della guerra fredda, ha radici storiche molto più antiche, se intiendiamo la diffusuoe nel mondo di un modlelo unico, libero mercato libera concorrenza, libera competizione eocnomica, sistema lieberal democratico, diffusuone dei social, costituzione di reti sempre più estese in tutto il mondo che ci mettono in comunicazione, tutto questo non è una invenzione dei nostri tempi in epoche diverse, c’era già un qualche tipo di globalizzazione, limitandoci all’800 limpreo brittannico era uno strumento di globalizzazione, commerciava prodotti, una ligua, un modello politico istituzionale, il concetto politico basato sulla rappresentanza, è un fattore di globalizzazione.

La guerra fredda è sytata un potente accelleratore dei processi di globalizzazione, comincia a manifersatrsi con la diffusione del commercio, gli stati untiti sono stati un potente fattore di globalizzazione. Gli americani sono stati un vettore di sviluppo della globalizzazione.

In epoca più recente c’è un fattore ancora più potente di globalizzazione, la Cina sta riverberando la sua crescita economica su tutto il mondo, potrebbe essere la Cina a cambiare le condizioni del continente africano, a dare un impulso decisivo alla crescita economica, i cinesi portano dei fattori di globalizzazione.

Dal punto di vista storico è un fenomeno di espansione di un modello vincente, in un dato momento storico sono egemoni e diffondono nel mondo un determinato modello economico sociale, dal punto di vista storico non è così inedita, nella misura in cui c’è una potenza leader che diffondeva in propri valori nel mondo.

Quello che è molto interessante è l’impatto che la globalizzazione ha sui tentativi di stabilire un ordine internazionale, la riposta sembrerebbe essere no, se partiamo dall’assunto che nel 1989 si parte bene con grandi speranze, poi le successive crisi dimostrano che così non è. E’ possibile costruire un ordine internazionale attraverso l’unilateralismo statunitense.

Se proviamo ad ipotizzare che esiste un ordine internazionale, questo è un ordine multipolare, se è un ordine internazionale sicuramente è un ordine multipolare, è un ordine internazionale che non ha più un centro geopolitico, il luogo fisico è l’Europa pace di Parigi è ancora l’Europa, fine della guerra il centro in cui si definisce l’ordine.

Oggi la globalizzazione ha relativizzato l’importanza fisica dei luogo, l’ordine internazionale è simile ad una rete che avvolge tutto il globo, quanto avviene in un punto di questa rete influenza quello che avviane dall’altra parte, si continua a discutere del rapporto critico tra le economie nazionali e le economie internazionali.

Sono questi gli organismi che determinano il corso delle relazioni economiche seguendo logiche trans nazionali perché reclamano maggiore autonomia, perchéintrvengono laddove gli stati hanno interessi contrapposti lli stati nazionali nonn ha nno arriere politiche ne riconoscono nazionalismi se ci ponaimo la domana se esiste un ordine intrnaiznale, un’altra variabile è che non dobbiamo ragionare solo in termini di stati. Questo ragionamento culmina nel fatto che per molti studiosi non ha senso parlare di ordine internazionale, non ci possiamo aspettare la nasciata di un ordine intenziaonale come quelli del passato i rappoeti tra le maggiori potenze non sono molto confrontanti, viviamo in un sistema di conflittualità, l’attuale scenario internazionale sembra simile a quello che precedette lo scoppio della prima guerra mondiale. Kissinger, è possibile una guerra tra stati uniti e cina, che sarebbe una guerra per l’egemonia internazioale, una potenza che sul piano economico è sempre più emergente, ci sono elementi di divergenza ma ci sono anche elementi che spingono a cooperare, noi non possiamo dire al momento che ci sia un ordine iternazionale irconosciile, in questo momento l’uico interesse è quello di evitare di farsi la guerra che è il minimo comune denominatore, per tutto il resto prevale la logica della competizione.

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Il mondo in cui viviamo è profondamente divereso da quello che abbiamo studiato. C’è una chiave interpretativa che non è affatto superate, la geopolitica non è scomparsa dallo scenario internazionale, ci sono nuove guerre, ci sono territori che si inardiscono.

Solo interpretando la storia come fatto umano possiamo capirla.