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i Dottorato di ricerca in Metodi di ricerca per l’analisi del mutamento socioeconomico XXIII ciclo FAMIGLIA E TURISMO: DUE FENOMENI IN MUTAMENTO Dottoranda: Barbara Baldazzi Tutor: Simonetta Bisi, Enrica Aurel

FAMIGLIA E TURISMO: DUE FENOMENI IN MUTAMENTOpadis.uniroma1.it/bitstream/10805/1520/1/Baldazzi.pdf · turistica. Il turismo muove, infatti, un collettivo, ma la scelta è individuale

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i

Dottorato di ricerca in

Metodi di ricerca per l’analisi del mutamento socio economico

XXIII ciclo

FAMIGLIA E TURISMO:

DUE FENOMENI IN MUTAMENTO

Dottoranda: Barbara Baldazzi

Tutor: Simonetta Bisi, Enrica Aurel

ii

Obiettivi e organizzazione della ricerca

Le véritable voyage de découverte ne consiste pas

à chercher de nouveaux paysages mais à avoir de nouvaux yeux

Marcel Proust, dal libro “La prisonnière”

Il mutamento sociale nel periodo dal 1993 al 2009 si è soprattutto visualizzato in una forte modifica

della famiglia sia dal punto di vista giuridico, con l’aumento delle famiglie di fatto, di quelle

ricostituite, dei nuclei monogenitoriali, sia dal punto di vista culturale, ossia da un mutamento dei

rapporti tra i coniugi e quindi anche delle scelte che riguardano alcune decisioni tra le quali, per ciò

che interessa in questo lavoro, il turismo. “La necessità di delineare strategie adeguate ad

affrontare le nuove condizioni del mercato turistico ha stimolato la ricerca delle sedi in cui il

mutamento si origina e della direzione che esso assume.” (Savelli, 1998)

La nostra ricerca vuole analizzare se e come il mutamento della famiglia, dal punto di vista

giuridico e dal punto di vista culturale, abbia influito sulle scelte di vacanza dei genitori singoli o in

coppia, con figli che convivono con loro. Ovviamente, accanto a questa ipotesi che possiamo

chiamare ipotesi principale, ci sono altre ipotesi derivate: attraverso una serie di indicatori che

rappresentano la situazione socio-economica, culturale, professionale e quella logistica, nel senso di

diffusione sul territorio, si vuole verificare se questo eventuale mutamento si differenzia secondo

altre variabili e rispetto al territorio.

iii

Un modello interpretativo a cui ricondurci è esplicitato nella figura 1. Le proprietà contestuali sono

le situazioni storiche di contesto: principalmente possibilità economiche e socioculturali in

possesso delle famiglie; le proprietà relazionali attengono alle diversificate strutture familiari che si

succedono negli anni e alle relazioni familiari che si manifestano all’interno della famiglia; le

proprietà individuali sono assimilabili alle caratteristiche delle unità campionarie esaminate, ossia i

giovani che vivono in famiglia. L’appartenenza a specifici gruppi familiari, analizzata attraverso le

variabili di contesto, di relazione ed individuali diventa un predittore di propensione alla vacanza;

tutto ciò si manifesta in differenti modelli di scelte di vacanze.

Figura 1 – Modello interpretativo

Dal punto di vista metodologico, per giungere ad una consapevolezza dell’effetto del mutamento su

famiglia e turismo, si è diviso il lavoro in più parti: le parti descrittive, dove viene ampiamente

dimostrato come le scelte turistiche si siano modificate nel tempo e come la famiglia sia mutata

Modelli di scelte di vacanza

Proprietà contestuali

Forma e intensità della propensione alla vacanza

Proprietà relazionali

Proprietà individuali

iv

nella sua struttura e nei ruoli dei suoi componenti, e la parte interpretativa, che riguarda la

connessione tra famiglia e turismo dove è altrettanto specificato come sono mutate le scelte

turistiche delle famiglie.

Per giungere a questi elementi sono stati utilizzati i microdati Istat e si è costituita una metodologia

di analisi multivariata grazie all’integrazione di più metodi statistici.

La strategia d’analisi delle presente ricerca è, inoltre, articolata su più collettivi e sottocollettivi

analizzati integrando varie tecniche.

Andando per ordine:

1) una prima analisi dei dati è avvenuta lungo la serie storica dal 1993 al 2009 per le variabili che

interessano la famiglia e la propensione alla vacanza del collettivo: popolazione residente in Italia;

2) successivamente ci si è concentrati sul primo anno di serie storica (il 1993) e sull’ultimo

disponibile (il 2009) e sono stati esaminati e confrontati indicatori sul turismo, sulla famiglia, sulla

struttura demografica e sociale e sulle condizioni e percezioni economiche per il sottocollettivo di

bambini/ragazzi/giovani da 0 a 29 anni che vivono in famiglia;

3) ad inizio periodo di osservazione (1993) e a fine periodo di osservazione (2009) sono stati

quantificati dei modelli di regressione logistica per valutare gli effetti di alcuni indicatori sulla

variabile dipendente definita come la propensione alla vacanza;

4) una analisi multivariata sui dati (Analisi delle Corrispondenze Multiple e Cluster Analysis)

condotta ad inizio periodo di osservazione (1993) e a fine periodo (2009) ha ulteriormente chiarito

alcune caratteristiche di coloro che sono andati in vacanza. La scelta metodologica è consistita

nell’applicare un’analisi delle corrispondenze multiple sul collettivo dei ragazzi di 0-19 anni andati

in vacanza, analisi che ha messo in gioco tutti gli indicatori selezionati facendo però agire come

variabili attive soltanto quelle che rappresentano le scelte di comportamento in vacanza, mentre le

variabili demografiche, di struttura, di condizionamento ambientale e le variabili di condizione e

percezione economiche sono state utilizzate come variabili illustrative per interpretare i risultati

dell’analisi. Utilizzando i nuovi fattori, emersi dall’analisi delle corrispondenze multiple, è stata

applicata una procedura di clusterizzazione.

L’unità di analisi è rappresentata dagli individui giovani (da 0 a 29 anni d’età e successivamente i

bambini e ragazzi sotto i 19 anni d’età) che vivono in famiglia, con almeno un genitore e con il

ruolo di figlio. Saranno contati, descritti e delineati in base alle caratteristiche presenti nei collettivi

dei dati. Sono stati scelti gli individui che vivono in famiglia come figli, essendo la scelta turistica

dei figli sempre più preminente nella gestione della scelta turistica di una famiglia. L’analisi delle

v

loro caratteristiche familiari (status socio economico della famiglia, condizione culturale, tipo di

abitazione, ecc) garantiscono un punto di vista “familiare” attraverso l’utilizzo, però, di unità

individuali.

L’analisi ha tralasciato per alcuni aspetti i giovani con più di 19 anni, poiché il viaggio familiare

(ossia intrapreso da tutta la famiglia nel suo insieme, almeno una volta all’anno) è specifico delle

famiglie con bambini, con ragazzi preadolescenti e adolescenti. La raggiunta maggiore età e la

conclusione del ciclo di studi, che combacia per la maggior parte della popolazione con il

compimento dei 19 anni, sono fattori che favoriscono il viaggiare da soli da parte dei giovani,

spesso senza neanche avere la necessità o la possibilità economica di passare un ulteriore periodo di

vacanza con la famiglia.

L’età dei figli è una delle variabili chiave per la definizione degli aspetti metodologici del disegno

della ricerca. L’età scandisce la vita dell’individuo attraverso regole sociali, diritti, doveri,

consuetudini. Definisce cosa è opportuno fare (es. il processo di scolarizzazione), cosa è

sconsigliato, norme più o meno vincolanti (es. la possibilità di votare, di prender la patente, di

andare in pensione), aspettative di comportamento (es. quando è meglio sposarsi, quando è meglio

avere un figlio). Il criterio età è principalmente un modo utile per definire l’allocazione delle risorse

e dei ruoli sociali in tutte le società. I passaggi dì età diventano cruciali per l’individuo che si

ricolloca nella società e agisce e ottempera ai suoi compiti con nuova conoscenza e consapevolezza

del suo ruolo. Le norme di età d’altronde costituiscono cardini fondamentali nei modelli di

organizzazione sociale. Il turismo non è esente dagli “obblighi” d’età, maggiormente il turismo

familiare. La presenza di figli (sempre più il figlio unico, al più 2 figli), fa nascere aspettative e

propositi nelle famiglie: “quando si tratta di figli, spesso unici e preziosi, comunque sempre voluti

(e spesso programmati) e non più, come in un passato anche recente, arrivati per caso, ogni

eccesso ai genitori non appare tale” (Boerci, 2004).

Riley definisce l’età come quella parte dell’esistenza che è stata vissuta dall’individuo fino a quel

momento, ma nello stesso tempo l’età è il criterio per l’entrata e l’uscita da determinate strutture

sociali. “L’età è alla base di un principio fondamentale: la certezza del cambiamento” (Riley,

1986). Da questo criterio discende la possibilità dell’individuo di ricoprire ruoli sociali. L’età,

quindi, costituisce un principio fondamentale nella stratificazione sociale, che sottende a tutte le

altre forme di stratificazione. Secondo questo approccio il mutamento sociale si legge dal punto di

vista degli attori, consentendo in particolare di vedere in quali coorti di età esso avviene e con che

effetti (Saraceno, 1986).

vi

Il capitolo 1 affronta la definizione sociologica e, a seguire, quella statistica di turismo. Dopo un

breve excursus storico sul turismo si sofferma l’attenzione sulle varie interpretazioni sociologiche

del turismo e sugli approcci più seguiti in letteratura; inoltre la definizione statistica di turismo è

utile a evitare possibili incertezze ed è necessaria per capire la difficoltà di reperire dati utili alle

analisi sociali, e per restringere il campo d’azione alle fonti disponibili.

Il capitolo 2 illustra le implicazioni tra famiglia e turismo: come si intrecciano i percorsi familiari

con le scelte turistiche. Attraverso alcuni riferimenti a testi della letteratura scientifica si

richiameranno concetti e teorie sulla relazione che esiste tra famiglia (ciclo di vita, strutture

familiari, processo decisionale, ecc.) e turismo.

Il capitolo 3 delinea attraverso i dati Istat, il mutamento che c’è stato in Italia, sia per ciò che

riguarda le famiglie sia per quello che riguarda il turismo. I dati sono indicativi della situazione nel

suo complesso e si riferiscono all’intera popolazione nazionale. Il periodo storico esaminato va dal

1993 al 2009.

Il capitolo 4 approfondisce i mutamenti intercorsi negli anni presi in esame, concentrando

l’attenzione sui bambini/ragazzi/giovani tra 0 e 29 anni. In questo capitolo sono descritti gli

indicatori utilizzate nelle analisi successive. Per brevità di esposizione in questo capitolo sono

presentati i dati riferiti al primo e all’ultimo anno del periodo in esame (1993 e 2009).

Nell’Appendice sono disponibili le tavole degli indicatori per tutta la serie storica.

I capitoli 5 e 6 mostrano i risultati delle analisi condotte. Nel capitolo 5, attraverso l’utilizzo di

alcuni modelli di regressione logistica, sono delineate le propensioni alla vacanza dei ragazzi e

giovani presi in esame, ad inizio periodo (1993) e a fine periodo (2009), avendo cura a fare

emergere i fattori più significativi che le contraddistinguono. Nel capitolo 6 sono presentati i

risultati dell’analisi delle corrispondenze multiple e della successiva Cluster Analysis, formalizzata

sui bambini e ragazzi fino a 19 anni d’età compiuti che hanno effettuato almeno una vacanza. I

risultati, come si vedrà più avanti, delineano dei gruppi omogenei per comportamento nel fare le

vacanze: le caratteristiche socio-economiche e culturali di questi gruppi mostrano alcune evidenze

simili negli anni presi in esame, ma anche altre peculiarità emergenti nel periodo più prossimo.

Infine, nelle conclusioni, sono riportate l’insieme delle considerazioni e approfondimenti svolti

attraverso l’analisi descrittiva dei dati e l’analisi interpretativa delle metodologie applicate.

1

Capitolo 1 - Turismo e società: aspetti sociologici e definitori

Oggi siamo tutti in movimento

Zygmunt Bauman, dal libro “Dentro la globalizzazione”

Il fenomeno turismo è particolarmente ampio e ricco di sfaccettature: se, da una parte, si

traduce sostanzialmente in un sistema di interazione tra domanda e offerta turistica,

dall’altra, a dispetto della apparente semplicità di questa definizione, il sistema turismo è

caratterizzato da un grado elevato di complessità sia sul piano manageriale, che su quello

organizzativo, tecnologico, geografico e sociale.

Il turismo è, quindi, un fenomeno multidimensionale che pervade più campi: economico,

sociale, culturale. Molte sono le ricerche che possono essere sviluppate su questo argomento:

in maniera sintetica lo Schema 1.1 sottostante riassume le dimensioni che possono essere

analizzate.

Il turismo è un fenomeno collettivo (ambito collettivo) che interessa, quindi, individui,

famiglie e popolazioni, è lo spostamento sul territorio di persone. Storicamente i movimenti

delle popolazioni sul territorio hanno interessato popoli diversi con differenti intensità e

numerosità e si sono susseguiti negli anni, anche in tempi odierni. Non tutto il movimento

della popolazione è, ovviamente, turismo; soltanto una minima parte si connota come scelta

2

turistica. Il turismo muove, infatti, un collettivo, ma la scelta è individuale e viene sancita

dalla motivazione al viaggio e dal tempo a disposizione. Il percorso parte da una scelta

personale, al più di piccoli gruppi (famiglia, amici, comitive), e genera il flusso turistico che

ha connotazioni chiare e conosciute: destinazioni (città d’arte, località marine, località

sciistiche); tempi (weekend, mesi estivi, vacanze di Natale, ecc.); modi d’uso (vacanze

organizzate, last minute, fai da te, ecc.).

Il flusso turistico integra tra di loro culture diverse, generando conoscenza ed integrazione

(significato culturale/sociale)1, mette in relazione tra loro popoli, gente, permette

l’inserimento più o meno spontaneo o genuino di persone all’interno di comunità a loro

estranee. Nello stesso tempo, sul piano economico manageriale, il flusso di turisti crea

“impresa” turistica, ossia tutto ciò che serve in termini di beni e servizi al turismo, quindi

aziende, occupazione, reddito (significato economico). Da qui il significato economico del

turismo che è la sua accezione più studiata e analizzata da operatori del settore, politici ed

economisti. Il turismo genera, direttamente, indirettamente e attraverso effetti indotti

sull’economia, prodotto interno lordo, occupazione, redditi, ecc.2.

Schema 1.1: Il turismo: ambiti e significati

AMBITO

SIGNIFICATO

Collettivo

Individuale

Culturale e sociale

Modi d’uso

Integrazione tra culture

Scelta

Motivazione Tempo

Economico

Reddito prodotto

Occupazione Struttura produttiva

Stili di vita

Spesa

1 Per molti secoli è stato principalmente questo lo scopo del viaggio intrapreso da esploratori e ricercatori prima, e da artigiani e nobili poi (non si può ancora parlare di turismo, infatti, i termini turista e turismo sono stati usati ufficialmente per la prima volta nel 1937 dalla Società delle Nazioni). 2 In Italia nel 2009 è stato stimato il prodotto interno lordo generato dall’economia turistica pari al 9,7 per cento del PIL con una crescita rispetto al 2008 del 1,8 per cento. Gli occupati nell’economia del turismo sono stati 2.491.000 persone pari al 10,8 per cento degli occupati con una crescita rispetto al 2008 dello 0,6 per cento.

3

A livello individuale la scelta del viaggio implica la motivazione personale che spinge a

visitare un luogo, a esplorare nuovi modi di fare vacanza, a incontrare nuove culture, in altre

parole ad intraprendere una viaggio (ambito individuale e significato culturale e sociale). Lo

stile di vita3 definisce, invece, le scelte connesse all’organizzazione del viaggio, alla

fruizione di alcuni servizi piuttosto che altri, alla differente destinazione del tempo e delle

risorse. Le proprie condizioni economiche, ossia i livelli di vita raggiunti, definiscono

l’allocazione delle risorse e la spesa che gli individui e le famiglie destinano al turismo

(significato economico).

Marcel Proust4 scriveva: “Il solo vero viaggio (…) non sarebbe quello di andare verso nuovi

paesaggi, ma di avere occhi diversi, di vedere l'universo con gli occhi di un altro, di cento

altri, di vedere i cento universi che ciascuno di essi vede, che ciascuno di essi è” (Proust,

1923).

Il viaggio di scoperta intrapreso in questa ricerca sarà quello di guardare con nuovi occhi il

turismo, in particolare il turismo delle famiglie. Il viaggio, la scelta di fare una vacanza

saranno studiati come risultato di un complesso di comportamenti che appartengono alla

sfera delle relazioni sociali dell’individuo (o della famiglia) che si esplicano e manifestano

nel luogo dove nasce, studia, lavora, in una parola, la famiglia vive.

1.1 Turismo e turista: la ricerca di una definizione condivisa

L’interesse del turismo in sociologia si delinea nei primi anni del novecento, quando si

specifica e si studia la figura del forestiero. Il forestiero è una persona estranea alla comunità

che interagisce con essa. La comunità, da una parte, difende la propria continuità e identità

culturale escludendo lo straniero, dall’altra cerca il mutamento attraverso l’apertura verso

l’esterno e verso le altre culture accettando, quindi, il forestiero. Le due posizioni non sono

mai assolute, e l’interazione tra comunità e forestiero si manifesta con delle sfumature.

3 Con stile di vita si intende l’insieme di comportamenti individuali che determinano l’allocazione differenziata delle risorse sia in termini economici di distribuzione del reddito che di distribuzione del tempo durante la propria vita quotidiana tra attività di lavoro, familiari e tempo libero (Aureli, 2002). 4 L’opera citata di Marcel Proust è “La prigioniera” (La prisonnière, 1923), traduzione di Giovanna Parisse, Newton Compton, 1990.

4

Simmel scrive le prime riflessioni sul “movimento dei forestieri”. Per Simmel il forestiero

viene descritto attraverso tre criteri: la mobilità, l’obiettività e la generalità5. La mobilità

rappresenta lo spostamento sul territorio e l’essere senza radici: ciò comporta comunque la

possibilità di integrarsi con la comunità ma solo in via formale e strumentale poiché non vi

sono vincoli parentali6. Il forestiero è dotato di oggettività proprio perché è esterno, è

estraneo e sciolto da legami profondi con la collettività7. Il forestiero è caratterizzato dalla

generalità, dalla sua indifferenziazione: a prescindere dalle sue caratteristiche egli è

percepito in maniera generale dalla comunità, è percepito, appunto, come forestiero. Mentre i

membri di una comunità sviluppano tra di loro un rapporto organico fondato proprio sulle

differenze, la comunità instaura con i forestieri un rapporto inorganico fondato sulle

caratteristiche comuni dei forestieri. Non tutti i forestieri sono uguali, ma la comunità li

percepisce come tali.8

La scienza del movimento dei forestieri si arricchisce negli anni trenta attraverso gli scritti di

molti studiosi che privilegiano chi un aspetto, chi un altro, evidenziando e delineando

singolarmente le caratteristiche che serviranno in seguito a definire il turista.

Per Bormann i “viaggi vengono intrapresi a fini di ricreazione, di piacere, di attività

lavorative o professionali o per motivi analoghi, in molti casi in occasione di particolari

manifestazioni o avvenimenti, e nei quali l’assenza di una residenza stabile si determina

temporaneamente” (Savelli, 2003).

Per Glucksmann è più importante cogliere nei viaggi le “relazioni tra una persona che si

trova solo temporaneamente nel luogo del suo soggiorno e le persone del luogo” (Savelli,

2003).

Per von Wiese la figura del forestiero è accompagnata sempre da una componente di ostilità

che viene superata laddove l’incontro tra comunità e forestiero presenta vantaggi economici.

Egli distingue tre tipi di forestiero: il forestiero che è funzionario o signore di una potenza

esterna che vuole conquistare la comunità; il forestiero che si trova per caso nella comunità

5 Simmel identifica questi 3 criteri con 3 figure sociali tipiche dei primi anni del novecento: il commerciante per la mobilità, il giudice per l’obiettività e l’ebreo per la generalità (il testo di riferimento è “Digressione sul forestiero” pubblicato nel 1908). 6 Il commerciante che rappresenta la mobilità è forestiero perché canalizza i prodotti da vendere da un paese all’altro e perché assume la figura di intermediario. 7 Il giudice che rappresenta l’oggettività è visto come il giudice che nel medio evo veniva chiamato dall’esterno per dirimere i conflitti interni ad una comunità e proprio perché estraneo alla collettività, quindi forestiero, poteva essere oggettivo. 8 L’ebreo, che rappresenta la generalità, è l’ebreo dell’epoca medievale di Francoforte. Gli ebrei pagavano le tasse in maniera fissa indipendentemente dai loro patrimoni e dalla loro condizione sociale, poiché le caratteristiche di differenziazione non venivano percepite dal resto della comunità.

5

senza atteggiamenti né ostili né amichevoli e, infine, il forestiero che è interessato ad un

approccio con la comunità perché commerciante, ricercatore e/o viaggiatore. È questo terzo

tipo di forestiero che viene analizzato è studiato come prototipo del turista. Sono tre le

diverse modalità con cui questo tipo di forestiero si rapporta alla comunità locale: con il

commercio, attraverso il desiderio di conoscenza e attraverso lo svago (Corvo, 2003).

Per Morgenroth il movimento dei forestieri è il “movimento di persone che si allontanano

provvisoriamente dalla loro residenza stabile per recarsi in altri luoghi al fine di soddisfare

bisogni vitali o culturali, o di appagare desideri personali della più diversa natura,

esclusivamente in qualità di consumatori di beni economici e di risorse culturali” (Savelli,

2003). Durante il viaggio deve essere quindi privilegiata la funzione di consumo e non la

funzione di produzione del reddito.

Molti di questi concetti verranno sintetizzati nel 1942 dalla definizione di Hunziker e Krapf.

Per loro il movimento dei forestieri è il complesso di rapporti e di fenomeni che traggono

origine dal viaggio e dal soggiorni di forestieri, quando non si configura nessuna forma di

residenza stabile e non vi è legame con alcuna attività lavorativa (Corvo, 2003).

Riepilogando, i criteri essenziali che sono stati posti dal movimento dei forestieri sono i

seguenti: movimento di persone, cambiamenti di luogo che avvengono con una mobilità

limitata nel tempo, presenza di relazioni con la comunità locale, funzione di consumo

attraverso i mezzi guadagnati nella residenza abituale.

Da questi spunti il turismo può essere definito come “l’insieme dei cambiamenti di luogo

effettuati dalle persone e delle attività che ne conseguono, suscitate dalla realizzazione di

quella propensione al movimento che è presente, pur in maniera diversa, in ogni individuo”

(definizione fornita dall’Alliance Internationale de Tourisme nel 1953).

Si evince però che manca una parte sostanziale per potere delineare il turista nella sua

totalità e per studiarlo in una prospettiva sociale e sociologica: l’aspetto motivazionale. È

Knebel che nota questa mancanza. Egli, nei suoi studi, considera che dare per scontato

l’istinto al viaggio e non porre attenzione sulle motivazioni che spingono l’individuo a

muoversi, non consente di capire il turismo e di coglierne le linee evolutive. Egli evidenzia

l’origine sociale del piacere del viaggio: se fosse presente solo una propensione innata a

viaggiare non si spiegherebbe perché si riscontrano tante differenze nei comportamenti di

viaggio (tra persone, tra comunità rurali e urbane9, ecc). E’ proprio il contesto sociale che

9 Per Simmel il turismo trae origine dal mondo urbano.

6

produce quegli stimoli e interessi che spingono a viaggiare. Per Knebel il turismo è definito,

allora, da alcune condizioni:

1) una pressione sociale al movimento;

2) la presenza di relazioni tra turisti e comunità locale;

3) la soddisfazione dei bisogni di lusso con i mezzi guadagnati nel luogo di residenza

abituale;

4) l’aspirazione al comfort e alla sicurezza fisica.

Quest’ultima condizione distingue il turista dal ricercatore e dal pellegrino, ossia coloro che

per ottenere il loro risultato sono disposti ad accettare anche situazioni non confortevoli e

rischiose (Savelli, 2003).

Nella seconda metà del secolo scorso l’aumentata mobilità territoriale che ha origine dalle

più svariate motivazioni comporta una maggiore attenzione degli studiosi proprio sugli

aspetti del viaggio. I motivi che spingono a viaggiare diventano cruciali nel momento in cui

si vogliono distinguere i turisti tra tutti coloro che si muovono sul territorio. Cohen10

descrive sette dimensioni che attengono al turista (Schema 1.2):

1) la temporaneità: distingue il turista da altri tipi di viaggiatore e vagabondi,

presuppone il mantenimento di una residenza fissa e di un recapito permanente;

2) la volontarietà: il turista sceglie di partire e di tornare liberamente, non costretto dagli

eventi (si distingue dal rifugiato, dal prigioniero di guerra);

3) la circolarità dello spostamento: il turista segue un percorso chiuso, ossia di andata e

ritorno in cui l’arrivo coincide con la partenza (per distinguerlo dall’emigrante);

4) la dimensione temporale: il turista compie un viaggio abbastanza lungo, più di 24 ore

(si distingue da coloro che compiono una gita o un’escursione che di norma dura

meno di 24 ore);

5) la non ricorrenza del percorso: il turista segue un tragitto non ricorrente (ciò lo

distingue dai pendolari e da coloro che possiedono la seconda casa);

6) la non strumentalità degli obiettivi: per cui lo spostamento non è funzionale a

qualcosa di diverso o di esterno, ma ha il suo fine in se stesso (ciò lo distingue dai

rappresentanti di commercio, dai missionari, ecc.);

7) il desiderio di novità e cambiamento: il turista si muove per esigenze di novità e

cambiamento rispetto ad una routine.

10 L’opera di E. Cohen è “Who is a Tourist? A Conceptual Clarification”, articolo del 1974.

7

Schema 1.2 – Cohen - Dal viaggiatore al turista: distinzioni e peculiarità

A conclusione di queste dimensioni, per Cohen “turista è colui che si mette in viaggio

volontariamente e per un periodo di tempo limitato, mosso dall’aspettativa di piacere

derivante da condizioni di novità e di cambiamento sperimentate in un itinerario di andata e

ritorno, relativamente lungo e non ricorrente” (Cohen, 1974).

Seguire alla lettera la precedente definizione restringe il campo di osservazione del turismo

ad uno stereotipo che non sempre trova un corrispettivo nella realtà, soprattutto in quella

8

contemporanea. Ormai molte attività di mobilità presentano la componente turistica

unitamente a componenti lavorative, professionali, religiose, ecc. Il turismo si presenta

quindi sempre più con margini e confini sfumati e incerti, il ruolo turistico si mescola ad altri

ruoli. Cohen comprende che il turismo contemporaneo mal si adegua alle restrizioni di

questa definizione: il turismo è un continuum dove si confondono intensità e gradazioni

diverse. L’interesse è di cogliere, in ogni attività di mobilità, la componente turistica (che

può essere presente in una delle dimensioni ma non necessariamente in tutte) in modo da

registrare anche il turismo parziale che si manifesta con intensità e dimensioni minori.

1.2 Dinamica storica e sociale del turismo

Volendo fare un breve excursus storico sulla necessità del turismo come bisogno sociale, si

può affermare che la pratica della vacanza è un’acquisizione relativamente recente (Savelli,

2003).

Vedendo al tempo storico come un continuum di fatti, azioni e condizioni che si vanno a

stabilire si possono identificare quattro fasi nello sviluppo del turismo: una prima fase è

propriamente il turismo posto ad essere dall’aristocrazia decadente (che viveva solitamente

amministrando i propri beni e le proprie rendite) e dall’alta borghesia del capitalismo

industriale.

Storicamente si riconduce all’esperienza dei viaggiatori del Grand Tour, nel secolo XVIII, la

nascita del turismo. Il Grand Tour era un lungo viaggio tra le capitali europee della cultura e

dell’arte intrapreso dai giovani bene dell’aristocrazia inglese e poi europea e

successivamente anche dai giovani borghesi. Lo scopo del viaggio era quello di completare

la formazione personale del giovanotto con esperienze dirette nelle città culturalmente più

importanti dell’epoca. A fianco del Grand Tour si sviluppa anche il turismo termale in Gran

Bretagna e precisamente nella cittadina di Bath, che proprio grazie al turismo svilupperà

servizi e attrazioni che diventeranno la prima forma di insediamento turistico. È

l’aristocrazia inglese che sceglie questa destinazione facendo dell’ozio l’elemento di

distinzione (Corvo, 2003). È un turismo elitario, proposto e sviluppato proprio a beneficio

delle classi più abbienti, che possono averne acceso rendendolo eguagliabile a un bene di

lusso. E come bene di lusso è evidenziatore della posizione sociale, e sarà scelto, in seguito,

dalle classi emergenti come riconoscimento della loro crescita sociale. Nella seconda metà

9

del settecento iniziano a potersi permettere un soggiorno termale anche i commercianti, i

liberi professionisti, in definitiva il ceto medio borghese.

Successiva al turismo termale è la nascita di una prima forma di turismo balneare molto

diversa da quella che si intende ai giorni nostri (è più corretto parlare di villeggiatura

marina). Verso la fine del settecento e gli inizi dell’ottocento, la città di Brighton si impone

come destinazione balneare: le attività caratteristiche di questo tipo di soggiorno sono le

lunghe passeggiate e le conversazioni; l’acqua del mare d’altronde è fredda e la temperatura

esterna non è molto elevata. Verso la metà dell’ottocento si sviluppano come centri costieri

di villeggiatura, prevalentemente invernale, anche le mete francesi di Cannes, Nizza,

Mentone, Montecarlo che garantiscono un clima favorevole d’inverno e strutture ricettive

lussuose.

A fianco del turismo marino si diffonde, verso la metà dell’ottocento, anche un turismo

montano, anch’esso riservato esclusivamente a benestanti, attratti dalla passione per le

scalate e per il rischio. Si cercherà di rendere confortevole il soggiorno agli alpinisti e

scalatori in cittadine che fioriscono in questo periodo: Chamonix in Francia e molti paesi

della Svizzera.

Riassumendo questa è “la nascita delle principali modalità di fruizione turistica diffuse nella

nostra società, si noti come tutte siano state inizialmente prerogativa delle classi superiori

(aristocrazia e alta borghesia) che, oltre a garantirsi periodi di riposo e di svago,

utilizzavano il turismo per evidenziare e consolidare la propria supremazia sociale, in

seguito la pratica turistica si allarga a nuove categorie, come quelle dei commercianti e dei

liberi professionisti” (Corvo, 2003).

La seconda fase comincia dopo il 1870 e si conclude prima dell’avvento del novecento. È

caratterizzata dalla partecipazione al turismo di nuove figure sociali come i funzionari e gli

impiegati. I turisti della seconda fase riescono, seppure con molte difficoltà, ad inserirsi nei

percorsi turistici dei villeggianti della prima fase grazie ad una accresciuta disponibilità

economica e alla possibilità di poter godere di alcuni giorni liberi dal lavoro. Storicamente la

necessità di avere dei giorni di vacanza nasce, per la classe media ed operaia, con l’avvento

dell’industrializzazione e conseguentemente con la diminuzione dei giorni liberi e l’aumento

del carico fisico e psichico del lavoro alienante nell’industria. Nascono, quindi, alla fine

dell’ottocento e nei primi decenni del novecento i primi contratti lavorativi dove sono

garantiti dei giorni liberi dal lavoro (periodi di ferie). Sempre in questa seconda fase si

creano, inoltre, i presupposti per una villeggiatura più a buon mercato, grazie proprio alla

10

forte motivazione verso la vacanza dei ceti medi impiegatizi. È necessario dire, però, che

“per tutto l’ottocento e i primi decenni del novecento restano esclusi dalla fruizione turistica

i ceti medi e le classi popolari, che non hanno né il tempo libero né la disponibilità

economica per poter andare in vacanza” (Corvo, 2003).

Una terza fase inizia a ridosso della prima guerra mondiale e nei decenni immediatamente

successivi. È un flusso turistico sviluppato dallo strato medio alto degli occupati che

lavorano molto e sentono la necessità fisica di avere dei momenti di vacanza e di riposo,

dagli artigiani e da commercianti e dai piccoli funzionari. Le ferie pagate si impongono in

maniera sempre maggiore. I villeggianti si collocano sulle spiagge, sui laghi in montagna.

Coloro che possono permetterselo vanno anche più lontano: in Egitto, nelle colonie

britanniche. Ed è proprio a partire dai primi del novecento che la spiaggia diventa una meta

da frequentare anche l’estate, facendo il bagno e prendendo il sole, e le coste del

mediterraneo già dotate di strutture ricettive diventano la meta preferita.

Una quarta fase si sviluppa ampiamente dopo la seconda guerra mondiale ed è caratterizzata

dall’emancipazione turistica dei piccoli impiegati e dei lavoratori. Ogni paese ha una sua

cronologia di sviluppo ma alcuni punti chiave sono sempre presenti: profonda

trasformazione dei trasporti (automobile, treno, aereo) che velocizza i viaggi e abbassa i

costi della vacanza; ampliarsi della letteratura turistica (guide, manuali); sviluppo

dell’associazionismo (automobil club, i campeggiatori, ecc); e soprattutto il massiccio

intervento degli Stati (in varie forme che in qualche modo hanno una ricaduta positiva sul

turismo).

Gli stati nazionali sanciscono il diritto ai congedi retribuiti; cominciano a proteggere la

natura creando parchi naturali; intervengono direttamente promuovendo forme di movimento

(treni speciali, biglietti economici, ecc). Il viaggio (prerogativa una volta dei giovani)

diviene abituale agli adulti (uomini e donne), ad essi si aggregano i bambini e

successivamente gli anziani. E’ il turismo di massa, o turismo popolare, o turismo sociale, o

turismo per tutti, ad indicare “con ciò il diritto alla vacanza ed introducendo implicitamente

il concetto di dovere della vacanza: un dovere di appartenenza alla società” (Savelli, 2003).

Gli elementi caratteristici del turismo di massa sono il gran numero di turisti,

l’organizzazione collettiva dei viaggi, la presenza di strutture ricettive di grandi dimensioni e

le partenze di gruppo. Inoltre il turismo di massa si identifica con l’omologazione dei

comportamenti e la passività dell’attore sociale che si affida a viaggi organizzati e a

situazioni ben conosciute. La diffusione del turismo organizzato porta verso un turismo

11

sempre più “eterodiretto”. Le motivazioni autonome scompaiono a favore di comportamenti

collettivi gratificanti e di inserimento sociale.

Indubbiamente il turismo di massa ha portato alcuni benefici al turismo: ha contribuito ad

estendere la pratica turistica alla maggioranza della popolazione, è stato un fattore di

identificazione nazionale e collettiva. È stato spesso riduttivo concentrare l’attenzione per

molti anni soltanto sulla connotazione di massa del turismo perché “la massa è comunque

composta da tanti individui diversi, con un grado di condizionamento dalle mode e dagli stili

di vita che dipende in buona parte dalla loro personalità e dalla loro cultura” (Corvo,

2003).

In tempi più recenti l’autodeterminazione delle scelte dell’individuo-turista e la flessibilità

dei tempi di lavoro e di vacanza (ora più che mai tra loro connessi ma meno rigidi: le ferie

concentrate esclusivamente nel mese di agosto sono un retaggio del passato) hanno fatto sì

che il turismo sia diventato un fenomeno a flusso continuo, più o meno distribuito in tutti i

periodi dell’anno, disperso in aree contigue sul territorio e con motivazioni e aspettative

estremamente variegate. La forte accelerazione degli scambi insieme alla contrazione spazio-

temporale delle reti di collegamento internazionali, l’abbattimento dei costi del trasporto

internazionale, l’uso sempre più massiccio delle tecnologie informatiche e di internet nella

programmazione, organizzazione e prenotazione del viaggio (e non solo di quello ma anche

degli eventi da seguire in vacanza) hanno dato un impulso diverso, veloce e autodeterminato

alla domanda di turismo. Cresce l’attenzione del turista per una buona qualità della vita

anche in viaggio; cresce l’attenzione del viaggiatore-lavoratore per avere delle proposte

turistiche serie, economiche e personalizzate da utilizzare nelle pause di una giornata

lavorativa. Contemporaneamente deve crescere l’attenzione da parte dell’offerta per

particolari segmenti di turisti più attenti, ad esempio, alla cultura, oppure al benessere

termale, o allo sport, come anche interessati alla scoperta di itinerari enogastronomici di

particolare rilievo.

Lo studioso Poon distingue tra vecchi turisti e nuovi turisti in base a quattro ambiti:

nell’organizzazione, nelle motivazioni, nelle attitudini e nelle attività (Costa, 2005a). I nuovi

turisti sono spontanei, imprevedibili ed eterogenei; non desiderano sentirsi una massa ma

vogliono controllare la vacanza; vogliono ampliare le loro conoscenze, desiderano

esperienze diverse, vanno in vacanza per il piacere di farlo. La destinazione è la ragione del

viaggio e qualità e valore sono fondamentali. I nuovi turisti vogliono guardare e divertirsi

12

senza distruggere l’ambiente, vogliono muoversi, essere attivi, fare sport e giochi, soddisfare

i loro interessi specifici e desiderano del buon cibo.

Anche lo studioso Ejarque definisce i vecchi e i nuovi turisti. I vecchi turisti si rappresentano

con le quattro “S” ossia sun, sand, sea and sex (in Italia possono essere rappresentati con le

quattro “M” cioè moglie/marito, mare, macchina, mestiere) e i nuovi turisti si rappresentano

con le tre “L” cioè landscape, leisure e learning (Costa, 2005a). La domanda turistica è

attratta, quindi, dal paesaggio naturale e/o urbano e dalla qualità degli oggetti presenti e dei

cibi, e in altri termini dalla qualità della vita presente nel posto di destinazione (landscape);

il turista ricerca, inoltre, il benessere connesso certamente alla sue motivazioni principali

(cultura, natura, sport, gastronomia, …) ma con un’ottica che tenda a soddisfare anche le sue

esigenze secondarie (leisure, il consumo turistico è visto spesso come total leisure

experience); il turista, infine, vuole contenuti e conoscenze, non si accontenta del “ci sono

stato” ma partecipa attivamente (learning).

La domanda di vacanza si articola, quindi, in modelli di comportamento sempre più

differenziati e personalizzati (Savelli, 2003). Questo processo di personalizzazione richiama

ed accentua le differenze simboliche tra generazioni, tra uomini e donne, tra atteggiamenti e

comportamenti motivati a definire la propria identità attraverso appropriati processi di

distinzione. Il soggetto è attivamente coinvolto nella costruzione dei significati sociali

attraverso la propria attività e la propria riflessione (Gatti, 2006). In quest’ottica si possono

delineare tre caratteristiche del turismo postmoderno: la scarsa differenziazione tra

l’esperienza quotidiana e quella turistica; la moltiplicazione di esperienze diverse all’interno

dello stesso “momento” turistico; il ruolo della soggettività nella costruzione dell’esperienza

turistica. È quella che viene denominata “entropia dilagante”, cioè la tendenza a crearsi

vacanze sempre più personalizzate. Come scrivono Polci e Gambassi “le vacanze si

frantumano e si moltiplicano negli stili, nei modi e nelle mode: siamo contemporaneamente

esploratori o animali stanziali, artisti esotici o agricoltori di antica memoria e chiediamo,

per ognuno dei cappelli che indossiamo repentinamente, paesaggi, amici, cibi e atmosfere

adeguate” (Polci, Gambassi, 2003).

13

1.3 Temi e approcci della sociologia del turismo

Il fenomeno turismo appare quindi molto vario e dai limiti e confini incerti, mescolato ed

impercettibilmente confuso con altri fenomeni e con altri tipi di ruolo; non c’è sempre un

salto netto tra i viaggiatori che sono turisti e quelli che non lo sono (Savelli, 2003). Da

questa indeterminatezza concettuale nasce la difficoltà per la ricerca scientifica di studiare

alcuni aspetti piuttosto che altri, evitando di concentrarsi sulle definizioni stereotipate del

turismo e sul campo concettuale prevalente trascurando, invece, gli aspetti marginali.

La sociologia del turismo, proprio per questo, si è sviluppata in varie direzioni.

Un primo esercizio definitorio ha portato a classificare i turisti e i turismi in base a

motivazioni, scopi, frequenza dei viaggi, ecc. Le possibilità di classificazione risultano

quindi molte: queste sono le più note in letteratura.

Sulla base della frequenza dei viaggi, anche se per definizione il turista è colui che effettua

un viaggio non ricorrente, si identificano alcuni casi limiti. Cohen cita tre figure:

o l’habitué, colui che ritorna abitualmente a trascorrere le vacanze nella stessa località;

o il proprietario di una seconda casa estiva, solitamente distante dalla residenza

abituale, ma eletta a residenza per le vacanze estive;

o e il proprietario di una casa per il week-end, solitamente abbastanza vicina da

consentire dei soggiorni (molto frequenti) nei weekend.

Una classificazione in base allo scopo del viaggio che tenga conto soltanto delle motivazioni

del piacere e del cambiamento è molto restrittiva11. La componente turistica è quindi

presente anche:

o nei viaggi termali, dove la ricerca del piacere si associa alla ricerca di salute e di

estetica;

o nei viaggi di studio o stage all’estero, dove si ricerca lo sviluppo della propria

personalità e il raggiungimento di una formazione adeguata;

o nei pellegrinaggi, dove si affiancano sentimenti religiosi a connotazioni prettamente

turistiche;

o nei viaggi lavorativi e d’affari, nei convegni, nelle visite ufficiali, dove il motivo

principale dello spostamento è stato il lavoro, ma l’aspetto turistico è sempre più

presente (visite guidate, escursioni);

11 D’altronde come già citato in precedenza, Cohen rileva una componente turistica anche tra coloro che hanno una seconda casa o una casa per i soggiorni estivi.

14

o nel ritorno al paese natio, dove per gli emigranti è una forma di turismo parziale che

porta a vedere i cambiamenti e le novità nella terra natia, e per i discendenti si

manifesta più propriamente come turismo.

Guardando, invece, alla motivazione, Cohen distingue due figure di turisti: i sightseers e i

vacationers. I sightseers, o cacciatori di luoghi e di immagini, sono i turisti nel senso più

letterale: viaggiano per passione, per scoprire luoghi mai visitati, cercano di vivere situazioni

nuove e diverse senza badare alla comodità dell’esperienza turistica. I vacationers, o

vacanzieri, cercano più semplicemente un cambiamento alla routine quotidiana, privilegiano

il soggiorno rispetto al viaggio, a volte riandando nella stessa località e scegliendo in base

alle comodità e alle attrattive. Le figure, benché nettamente delineate, sono rappresentative

di situazioni che possono evolvere all’interno di una stessa figura turistica12. I turisti spesso

tendono ad essere dei sightseers quando visitano un luogo la prima volta e vacationers

quando ritornano nello stesso luogo le volte successive (Cohen, 1979).

1.3.1 Turismo e popolazioni locali

Un ambito importante della sociologia del turismo è lo studio del rapporto che l’utente (il

turista) instaura con gli altri individui coinvolti a vario titolo nella stessa esperienza siano

essi organizzatori, altri turisti o popolazione locale. Nella massima espansione del turismo di

massa (anni 60/70) i sociologi hanno criticato fortemente il mancato rapporto tra i turisti e le

popolazioni locali: il turista, infatti, si recava nei luoghi di villeggiatura cercando

essenzialmente l’immagine delle cose da vedere e non le cose in se stesse. È la teoria del

“sight seeing” (“vedere le cose da vedere”) proposta da Burgelin nel 196713: il turista in

viaggio non vedrebbe il mondo così come esso è realmente, ma solo il mondo che è stato

selezionato per lui dall'organizzazione turistica o predisposto accuratamente dalle stesse

comunità locali; non vedrebbe quindi delle cose, naturali o culturali che siano, ma solo

l'immagine di esse (Ragone, 2010).

Queste concezioni di un turismo opaco e standardizzato e di un turista passivo e superficiale

trovano delle alternative a cominciare da Burgelin stesso che identifica tre percorsi attraverso

i quali il turista riesce a instaurare una relazione autentica con l’oggetto da vedere (sight) e la

popolazione locale. Il primo percorso riguarda il processo di impregnazione che avviene

vivendo con l’oggetto della relazione turistica e comunicando ed interagendo con la

12 Nei fenomeni turistici i contorni sono spesso sfumati e poco nitidi. 13 L’opera di O. Burgelin è “Le tourisme jugé”, articolo del 1967 pubblicato in "Communication".

15

popolazione locale per un periodo di tempo abbastanza lungo. Il tempo diventa la variabile

significativa del processo di impregnazione anche se le mete e le cose da vedere rimangono

nell’ambito dei luoghi tradizionali del turismo. Il secondo percorso è un processo di

scoperta: più innovativo, orientato alla scoperta della gente e della vita sociale, cercando

realtà diverse da quelle previste dai giri turistici abituali. Il terzo percorso è l’avventura che

esiste contemporaneamente agli itinerari del turismo di massa e che avviene scegliendo

percorsi diversi, meno comuni e battuti, rinunciando al confort, organizzandosi

diversamente.

Le modalità di organizzazione del viaggio e la “quantità” di persone che generano il flusso

turistico incidono poi fortemente sulla possibilità e il tipo di rapporti che intercorrono tra

turista e popolazione locale. Si distinguono quindi i turisti in esploratori, i turisti di elite, i

turisti fuori giro, i turisti insoliti, i turisti di massa e i turisti charter (Savelli, 2003). Gli

esploratori non sono turisti ma viaggiatori (antropologi, ricercatori, osservatori-

partecipanti); e rappresentano un fenomeno numericamente molto limitato. I turisti di elite

ricalcano spesso gli aspetti degli esploratori ma il loro scopo è effettivamente quello di fare

turismo. Anche questo è un flusso turistico poco consistente. I turisti fuori giro si

caratterizzano per la ricerca di situazioni fuori dal normale e ovviamente fuori dalla portata

del turismo di massa. I turisti insoliti sono coloro che, nel contesto comunque di un viaggio

organizzato, vogliono ritagliarsi una giornata-esperienza naturalistica o antropologica. I

turisti di massa costituiscono un grande flusso di persone che arriva in massa nelle aree di

destinazione esigendo servizi, attrazioni e quant’altro. Riempiono completamente la località

turistica e vogliono ottenere ciò per cui hanno pagato. I turisti charter rappresentano il

fenomeno dei turisti che arrivano in massa a bordo dei voli charter e hanno l’intera vacanza

schedulata, dal trasporto all’hotel alle escursioni, ecc.

La graduazione dei turismi appena presentata fa emergere una differente accettazione e

tolleranza della novità: i primi tipi di turisti accettano e cercano la novità e la diversità; gli

ultimi rifuggono dal nuovo e dal non conosciuto. In questi ultimi casi si parla di “bolla

ambientale” (“environmental bubble”)14. Si tratta di un atteggiamento protettivo che il turista

assume quando visita una comunità con usi e costumi diversi dai suoi; consiste, infatti, nel

ricrearsi in territorio straniero un ambiente che rappresenti per il turista la sua cultura e le sue

usanze. Il turista entra in contatto con la gente e la cultura locale attraverso le pareti della

14 Il primo sociologo a parlare di “bolla ambientale” è Daniel J. Boorstin in The Image A guide to pseudo-events in America del 1964.

16

“bolla ambientale”. L’estraneità all’ambiente che lo circonda viene superata dal turista

attraverso la familiarità che egli stesso ritrova all’interno della sua “bolla ambientale” che

può essere rappresentata dal giornale, dal tipo di alloggio, dalla possibilità di parlare nella

propria lingua, e così via. La dicotomia estraneità-familiarità non deve essere vista come

assoluta e rigida, ma come un continuum di possibili combinazioni tra novità e familiarità.

Cohen identifica in questo continuum quattro ruoli turistici come combinazioni di novità e

familiarità (Cohen, 1984). Partendo dai turisti che ricercano più familiarità e poca novità fino

ad arrivare a turisti che cercano più novità e poca familiarità, Cohen definisce:

o il turista di massa organizzato, ossia colui che rimane maggiormente confinato

all’interno della sua “bolla ambientale”, separato dal mondo esterno, inserito nel

gruppo di vacanza; solitamente ha comprato un pacchetto turistico completo con

itinerari prestabiliti e visite guidate;

o il turista di massa individuale, ossia colui che viaggia in maniera individuale non

essendo inserito in un gruppo turistico pur avendo organizzato il viaggio e il

soggiorno solitamente tramite una agenzia di viaggio e, ricalca i modi del turismo di

massa e solo occasionalmente esce dalla sua “bolla ambientale”;

o l’ esploratore, ossia colui che organizza il proprio viaggio in completa autonomia, si

allontana dai percorsi e dalle località tipiche del turismo di massa anche se cerca

comunque alloggi confortevoli e mezzi di trasporto affidabili; esce dalla sua “bolla

ambientale” solo quel tanto che basta a farlo rientrare velocemente;

o il giramondo (turista errante, drifter) colui che vuole la novità, colui per il quale la

“bolla ambientale” non deve esistere, ma deve esistere un rapporto vero e sincero con

la comunità locale.

1.3.2 Turismo e motivazioni

Spiegare le motivazioni al movimento turistico è un aspetto studiato nel corso degli anni.

Solitamente si articola nel cercare i “fattori di spinta” e i “fattori di attrazione”. I fattori di

spinta (anche detti “push factors”) sono quelli che intervengono a spiegare la genesi del

desiderio di andare in vacanza ed appartengono alla dimensione sociopsicologica della vita

quotidiana ordinaria. I fattori di attrazione (anche detti “pull factors”) intervengono a

spiegare la scelta della destinazione turistica e delle relative attività e vengono fatti rientrare

nella dimensione più propriamente culturale (Savelli, 2003).

17

Ma studiare le motivazioni, la ricerca di rapporti di conoscenza con la popolazione locale, o i

modi di organizzare il viaggio, sono tutti aspetti tra loro legati e interdipendenti, dove una

dimensione deve essere sempre considerata congiuntamente alle altre. Smith, infatti,

mettendo in relazione le motivazioni del viaggio con il modo si esecuzione e con il rapporto

instaurato con le comunità locali, identifica alcune forme diverse di turismo (Smith, 1977):

o il turismo etnico che porta il turista ad entrare in stretto contatto con le comunità in

percorsi alternativi; è un turismo di elite, con scarsa affluenza e fuori dai percorsi

turistici tradizionali;

o il turismo culturale che offre al turista la possibilità di interagire con le comunità

locali per cogliere quelle tradizioni e usi e costumi che ormai stanno scomparendo;

attrae molte persone e spesso è inserito come tappa nei percorsi tradizionali

(ricostruzioni d’epoca, aree rurali non lontane da località turistiche, ecc);

o il turismo storico che è rappresentato dalle visite ai musei, alle chiese, ai monumenti

storici; interessa un gran numero di visitatori e le collocazioni territoriali sono in

prevalenza le grandi città;

o il turismo d’ambiente che si caratterizza per la motivazione che spinge i turisti a

cogliere gli aspetti naturalistici, ambientali e geografici del territorio; è un turismo

limitato a pochi individui;

o il turismo ricreativo che interessa coloro che vogliono rilassarsi e divertirsi, dove

anche soltanto il cambiamento dalla routine quotidiana è di per sé un gradiente.

La crescente attenzione alle motivazioni che portano a fare turismo si coglie nella visione di

MacCannell. MacCannell omologa il turismo ad un pellegrinaggio religioso: entrambi vanno

alla ricerca di autenticità (MacCannell, 1973). I turisti sono mossi da una reale esigenza di

autenticità che viene raggiunta attraverso una interazione con la popolazione locale;

d’altronde per MacCannell l’alienazione dell’uomo moderno e la non autenticità della sua

vita, lo portano a “cercare autenticità e realtà in altre culture e in modi di vivere semplici e

puri” (MacCannell, 1976).

Si ricerca così nel turismo l’autenticità delle relazioni sociali. Vengono mutuati da Goffman

i concetti di “front region” e “back region”, identificando in essi la strutturazione delle scelte

turistiche. La “front region” è la scena, il palcoscenico, il luogo di incontro formale tra

turista e comunità locale, mentre la “back region”, il retroscena, è il luogo in cui la comunità

locale si ritira quando non mette in scena la propria rappresentazione. La “back region” è il

luogo dell’autenticità che va ricercata. Il turista dovrebbe essere in grado e avere la volontà

18

di andare a scrutare la “back region” piuttosto che fermarsi e essere soddisfatto della “front

region”. Il turista rischia, tuttavia, “di compromettere tale autenticità con i suoi stessi viaggi:

per riuscire a difendere o mascherare la propria identità dallo sguardo invadente dello

straniero, o semplicemente per rispondere a alle aspettative del turista, la popolazione

locale tenderà a nascondersi dietro le quinte per esibire sul palcoscenico una versione

teatralizzata di se stessa” (Borghi, Celata, 2009).

C’è continuità tra palcoscenico e retroscena, c’è un continuum di esperienze vissute tra le

due situazioni con la possibilità di combinare in modo vario i due luoghi e momenti. Il

modello interpretativo proposto da MacCannel è basato su sei stages graduati:

1) la “front region”, dove il luogo è interamente predisposto per il turista;

2) la “front region decorata”, ovvero uno spazio scenico predisposto per i turisti ma con

elementi che richiamano alla “back region”;

3) una “front region mascherata da back region”, a tutti gli effetti sembra una “back region”,

ma è una simulazione più o meno perfetta;

4) una “back region aperta” essenzialmente ai turisti alternativi;

5) una “back region modificata” e ripulita per essere vista occasionalmente dai turisti;

6) la “back region” autentica, ovvero lo spazio sociale che determina la formazione di una

coscienza turistica.

Una schematizzazione originale dei diversi tipi di turismo, che parte dalla definizione di

MacCannell viene stilata da Cohen, attenuando soprattutto il tema della ricerca

dell'autenticità (Ragone, 2010). La “situazione autentica” si manifesta quando i turisti si

confrontano con essa e la accettano (si incontra fuori dagli spazi turistici e dai percorsi di

turismo tradizionale); la “situazione dell’autenticità rappresentata” è laddove la struttura

turistica predispone la scena ad un turista inconsapevole che per questo la accetta come

reale; la “situazione di rifiuto dell’autenticità” durante la quale una scena reale e vera non

convince pienamente il turista che dubita e la ritiene artefatta; ed infine, la “situazione del

turismo pianificato” ossia lo spazio palesemente turistico: la scena è predisposta

dall’entourage turistico e il turista ne è consapevole (Cohen, 1979). In tempi più vicini è

interessante riportare il pensiero di Urry che “ha messo in evidenza come nell’epoca

dell’ipermobilità l’esperienza turistica si riduca alla mera osservazione e alla

spettacolarizzazione dei luoghi. I turisti contemporanei sono rapidi e fugaci” (Borghi,

Celata, 2009).

19

Le tipologie brevemente presentate rischiano di apparire come semplificative e schematiche

“soprattutto in considerazione della varietà di fattori che oggi concorrono alle scelte

individuali. (…) Appare dunque chiaro che ogni tentativo di classificazione e

tipologizzazione del fenomeno turistico appare inadeguato a descrivere la complessità del

reale” (Corvo, 2003).

1.3.3 Turismo, tempo libero e loisir

Partendo dalla tipologia proposta da Urry è agevole andare ad individuare il turismo come

una modalità di impiego del tempo libero. Urry15 pone al centro della sua analisi lo sguardo

del turista, che varia con le epoche storiche e con i contesti sociali. Per Urry il turismo è quel

periodo di tempo vissuto secondo modalità e all’interno di spazi diversi da quelli

normalmente vissuti nella quotidianità (Vespasiano, 2004), cercando quindi di definire,

senza possibilità di dubbio, lo spazio e il tempo del turismo. Alcune caratteristiche sono

peculiari al turismo: il turismo comporta lo spostamento di persone; le destinazioni si

differenziano dai soliti posti lavorativi e abitativi; i luoghi visitati non sono connessi con il

lavoro dei soggetti; i luoghi visitati vengono scelti in base alle aspettative create dai mezzi di

comunicazione; il turismo di massa crea uno sguardo turistico collettivo; lo sguardo turistico

si crea attraverso una comunanza simbolica e va a cercare ciò che non trova nel quotidiano;

il turismo è una attività di leisure che si contrappone al suo opposto, ossia al tempo di lavoro

e di impegno quotidiano.

Quest’ultima affermazione pone in luce l’attenzione sul turismo come impiego del tempo

libero, diviso nettamente dal tempo di lavoro e dagli impegni familiari. Dumazedier ritiene

che il tempo libero non escluda soltanto il tempo lavorativo, ma anche il tempo impiegato in

impegni familiari, in obblighi socio-spirituali e socio-politici. In questa accezione il tempo

libero si identifica fortemente con il loisir, lasciando fuori il “tempo vincolato”, cioè quello

per il trasporto per recarsi a lavoro, tempo consacrato agli impegni domestici, agli impegni

sociali (Dewailly, Flament, 1996). Il tempo libero è composto da quelle attività che

l’individuo sceglie liberamente e che sono essenzialmente di riposo, di divertimento, di

crescita culturale di partecipazione sociale. “Il tempo libero è quello impiegato per la

realizzazione della persona come fine ultimo. La società concede questo tempo all’individuo

quando ha espletato i suoi impegni professionali, familiari, spirituali, sociali, politici”

(Dumazedier, 1993).

15 L’opera di J. Urry è “Lo sguardo del turista”, Seam, Roma 1992

20

Dumazedier considera quattro tipi di tempo libero che coincidono a quattro momenti: alla

fine della giornata, alla fine della settimana, le ferie annuali, il termine della vita produttiva

(la pensione). Il tempo libero, inoltre, ha un carattere liberatorio (è il risultato di una libera

scelta); disinteressato (non è legato ad un fine di lucro); edonistico (c’è la ricerca di uno stato

si soddisfazione fine a se stessa); e personale (permette di ritemprarsi e di sfuggire alla

routine quotidiana). Il tempo libero più “vicino” alla definizione di viaggio di vacanza che

sarà usata in questo lavoro ha queste caratteristiche e si ritrova, solitamente, nel momento

delle ferie annuali.

1.3.4 Turismo e consumo

Il fenomeno turistico rientra appieno nei comportamenti delle persone per l’acquisto di un

bene, in questo caso una vacanza, un viaggio.

Il consumo nella sua ottica di attività sociale più che economica, identifica la vacanza come

un bene “comprato” non soltanto per la sua utilità materiale o per la sua convenienza

economica, ma per il significato che esso assume per colui che l’ha acquistato e consumato.

Il consumo come mezzo identificativo e di riconoscimento sociale viene definito da Veblen16

come “consumo dimostrativo” o “consumo vistoso”. “Esso consiste in un consumo

superfluo, cui i membri della classe agiata dedicano importanti risorse, per corrispondere

alle norme di comportamento del loro strato sociale e per documentare così l’appartenenza

ad esso” (Savelli, 2003). Il “consumo dimostrativo” è caratterizzato da sovrabbondanza e

dissipazione. Il consumo di tempo (la vacanza), quindi, diventa anch’esso “consumo

dimostrativo” e contrassegno esclusivo della classe agiata: è caratterizzato però

dall’improduttività, dall’ozio, dall’ostentazione della prima classe, della struttura ricettiva

lussuosa ed è messo in atto per distanziarsi in maniera significativa dagli altri strati sociali.

La classe agiata è ben identificabile nel viaggio, riconoscibile e riconosciuta.

L’acquisto di beni di consumo vistosi viene ad essere assunto anche da coloro che non

appartengono propriamente alla classe agiata, ma che ne imitano i consumi per salire i

gradini della scala sociale.

Altri studiosi mettono in relazione consumi e classe sociale: Duesenberry definisce l’“effetto

dimostrazione” quel momento che si verifica quando la richiesta di beni di consumo non

dipende dal reddito ma dalla posizione sociale che ciascun individuo ricopre, poiché questo

si conforma alle abitudini di quanti lo circondano e, nel contempo, imita coloro che sono più 16 L’opera di T. Veblen è “La teoria della classe agiata” (1899), Einaudi, Torino 1971

21

abbienti di lui. Alcune critiche pongono l’accento sul fatto che questo “effetto

dimostrazione” (o “effetto gocciolamento” dall’inglese “tricle effect”) non avvenga sempre

dall’alto verso il basso, dalla categoria più alta nella scala sociale a quella più bassa, ma

possa avere anche degli effetti imprevisti, dove alcuni gruppi sociali (per esempio i giovani)

modifichino comunque gli atteggiamenti di consumo delle altre categorie sociali (Corvo,

2003). Nel turismo può avere un senso affermare che alcuni particolari tipi di turismi e di

turisti siano riusciti col tempo ad imporre alla collettività le loro mode e i loro tipi di viaggio

(es. viaggiatori enogastronomici, turisti dei parchi divertimenti).

Bourdieu sostiene che le scelte di consumo si basano su tre elementi:1) il capitale

economico; 2) il capitale culturale che deriva dall’istruzione formale e informale; 3) il

capitale sociale, che dipende dalla quantità e dalla qualità dei legami sociali dell’individuo.

Le combinazioni di questi tre elementi formano l’identità dell’individuo e la sua propensione

al consumo. Differenze sociali e di gruppo portano a differenze poi nei comportamenti di

consumo.

Per Baudrillard la dimensione culturale del consumo comprende anche la dimensione

economica e sociale. Il consumo è visto come un obbligo culturale che assolve ad una

funzione sociale di prestigio e differenziazione, dove il vero valore d’uso dell’oggetto (o del

viaggio) non ha importanza mentre diventa rilevante il valore simbolico. Il bene di consumo

è innanzitutto un bene che evidenzia il prestigio e il rango sociale dell’individuo.

Quando si afferma il turismo eterodiretto e il tempo libero viene giudicato tempo anch’esso

di produzione e non solo di riposo, il consumo del tempo diventa un “rendimento

dimostrativo” e produttivo: il tempo utilizzato per fare vacanza testimonia, in primo luogo, la

capacità di spesa dell’individuo ma anche la possibilità dell’individuo di “consumare”

sensazioni e percezioni. In questo senso la capacità di spesa per i viaggi rimane un fattore

decisivo di status ma implica la possibilità di consumi sociali rilevanti anche sul piano

dell’immaterialità. L’industria turistica ha puntato su questi bisogni materiali e immateriali

mettendo a disposizione dell’utente turista un sistema graduato in termini di prezzi e comfort

di ricettività e di trasporti e sul piano delle esperienze immateriali una vasta scelta di servizi

turistici dei più svariati tipi (villaggi, giri del mondo, terme, viaggi enogastronomici, ecc.).

La competizione consumistica della classe agiata del secolo XIX era orientata alla

differenziazione e all’accumulazione di simboli di status, mentre il consumo del XX secolo

proprio delle leisure masses è orientato al riconoscimento sociale e all’inclusione

dell’individuo eterodiretto all’interno di una comunità e all’accumulazione di simboli di

22

appartenenza e di socializzazione (Savelli, 2003). Nella fase del turismo di massa è difficile

dimostrare il proprio status di appartenenza con i “consumi dimostrativi”, mentre è

necessario dimostrare agli altri la propria partecipazione al processo di socializzazione.

Questo può avvenire attraverso il consumo dei beni immateriali che diventano di rilevanza

sociale soltanto dopo la loro consumazione. È il momento dell’“esperienza dimostrativa”.

Scrive Savelli: “L’esperienza della vicenda consumata, ciò che rimane dopo l’atto

compiuto, è dunque ciò che si offre come dimensione socialmente rilevante del consumo

immateriale. Essa viene portata a casa, tra i familiari e i conoscenti, come tra i colleghi di

lavoro, e viene dimostrata parlandone, assumendola come oggetto sul quale si ha qualcosa

da dire. Questo “aver qualcosa da dire” è alla base del riconoscimento degli altri” (Savelli,

2003). L’oggetto del consumo è dunque l’esperienza. L’esperienza dimostrativa ha valore

nell’uso che se ne farà in termini di relazione sociale, di appartenenza ad un processo

collettivo di socializzazione.

1.4 Dalle definizioni sociologiche a quelle statistiche

Il turismo è un fenomeno importante economicamente e socialmente; coinvolge milioni di

persone e crea reddito e occupazione fino ad essere, per alcuni paesi, una delle voci più

importanti nella costruzione del prodotto interno lordo. Da qui è nata l’esigenza di conoscere

in profondità il fenomeno, quantificarlo e delinearlo. È nata, infatti, la necessità da parte

delle nazioni più coinvolte turisticamente di approntare un sistema di informazioni che diano

tempestivamente il quadro della situazione e che siano nel contempo comparabili e

metodologicamente valide. Il primo passo è stato definire statisticamente il turismo per poi

approntare il sistema di raccolta, analisi e diffusione delle informazioni. Definire

statisticamente il turismo e/o il turista appare comunque complesso e non univoco.

Lo sviluppo di definizioni statistiche e metodi di indagine riconosciuti dalla comunità

internazionale ha ricalcato le fasi della discussione sociologica avvenuta nel XX secolo,

concentrandosi nel periodo tra il 1937 e il 1980: nel 1937 il Consiglio della Lega delle

Nazioni propone la definizione per scopi statistici di “turista internazionale”, riveduta

successivamente dall’Unione Internazionale delle Organizzazioni Ufficiali di Viaggio

(IUOTO) (meeting di Dublino, 1950); nel 1953, la Commissione Statistica delle Nazioni

Unite stabilisce il concetto di “visitatore internazionale”; nel 1963 alla United Nations

Conference on International Travel and Tourism svoltasi a Roma si definiscono, seguendo le

23

raccomandazioni della IUOTO, i termini “tourist” e “excursionist”. I turisti sono definiti

come “visitatori temporanei che si fermano almeno 24 ore nel paese visitato e lo scopo del

viaggio è classificato come piacere (ricreazione, vacanza, salute, studio, religione, sport) o

affari, relazioni familiari e convegni”. Per gli escursionisti la sosta nel paese straniero dura

meno di 24 ore (Istat, 2009b). Infine nel 1978, le direttive provvisorie sulle statistiche del

turismo internazionale vengono approvate dalla Commissione Statistica delle Nazioni Unite.

Negli anni 80, vista l’importanza sempre più elevata del turismo e la interdipendenza con le

attività economiche e sociali, il World Tourism Organization (UNWTO)17, in stretta

cooperazione con la divisione delle statistiche dell’ONU (United Nations Statistics Division

- UNSD), inizia un processo di revisione delle definizioni e delle classificazioni usate nella

statistica sul turismo. Le direzioni intraprese sono due: proporre modifiche alle definizioni e

alle classificazioni 1) per renderle compatibili con i sistemi statistici nazionali e

internazionali; e 2) per riuscire ad inserire gli indicatori economici sul turismo nella

contabilità nazionale18.

Di recente, nel 2008, vengono redatte dall’UNWTO le International Recommendations for

Tourism Statistics 2008 (UNWTO, 2008). L’obiettivo dell’IRTS 2008 è di presentare un

sistema univoco di definizioni, concetti, classificazioni ed indicatori, e fornire,

contemporaneamente, una guida sulle metodologie da utilizzare nella raccolta dei dati. I

concetti, le definizioni, le classificazioni e gli indicatori presentati seguono i seguenti criteri:

o l’applicabilità mondiale (sia per nazioni in via di sviluppo che per paesi sviluppati)

o la consistenza per le definizioni della contabilità nazionale di ogni paese, per la

bilancia dei pagamenti e per le statistiche sulle migrazioni,

o l’applicabilità delle statistiche e degli indicatori per una descrizione ed analisi del

turismo nazionale e subnazionale.

L’Eurostat19, nel corso degli anni, ha sviluppato un vasto numero di programmi e studi sulle

statistiche del turismo nell’Unione Europea recependo le direttive dell’UNWTO. La

17 L'Organizzazione Mondiale del Turismo è un'agenzia specializzata delle Nazioni Unite con sede a Madrid che si occupa del coordinamento delle politiche turistiche. Essa rileva dati sul turismo di tutti i paesi del mondo in termini sia di flussi fisici sia monetari. Sito web: http://www.unwto.org/ 18 Nascono le Recommendations on Tourism Statistics (adottate nel 1993 e pubblicate nel 1994 dall’ONU). Sono le prime raccomandazioni internazionali che disegnano un Sistema di Statistiche sul Turismo in termini di concetti, definizioni, classificazioni ed indicatori. 19 L’Eurostat è l’ufficio statistico dell’Unione Europea. Ha il compito di definire il programma statistico comunitario e di diffondere le statistiche comunitarie; inoltre, uniforma i concetti e le definizioni, definisce le classificazioni e le metodologie delle indagini. Le statistiche comunitarie sono quelle informazioni quantitative, aggregate e rappresentative tratte dalla raccolta e dall’elaborazione sistematica dei dati, prodotte dalle autorità nazionali e dall’autorità comunitaria nel quadro dell’attuazione del programma statistico comunitario.

24

Direttiva 95/57/CE del 23 novembre 1995 contiene indicazioni importanti per

l’armonizzazione delle statistiche del turismo e per il miglioramento dei dati statistici

prodotti dagli stati membri e costituisce il primo passo per creare un sistema europeo

integrato di informazioni sulla domanda ed offerta turistica.

1.5 Alcune note metodologiche

Il turismo rientra nel fenomeno più generale della mobilità delle persone: l’insieme degli

spostamenti delle persone sul territorio. Circoscrivere e definire lo spostamento risulta però

molto complesso. Ciò implica un “conteggio” di coloro che si spostano e successivamente

un approfondimento sul fenomeno che si vuole studiare. Il turismo riguarda solo alcuni

aspetti della mobilità. Compito della statistica del turismo è capire quale è la mobilità che si

configura come turismo, quali sono le connotazioni che contraddistinguono la componente

turistica rispetto alle altre mobilità, e come quantificarle. Seguendo lo Schema 1.2 di Cohen

presentato nel paragrafo 1.1, si possono enucleare i cinque aspetti statisticamente da

esaminare per delineare la mobilità come fenomeno turistico: 1) il luogo dello spostamento;

2) il modo dello spostamento; 3) la volontarietà; 4) la funzione/lo scopo; 5) la durata dello

spostamento.

1) Luogo dello spostamento: gli spostamenti degli individui si dividono in spostamenti

all’interno dell’ambiente abituale in cui la persona vive e spostamenti verso luoghi

situati all’esterno dell’ambiente abituale. Definire l’ambiente abituale porta le prime

difficoltà. In letteratura l’ambiente abituale corrisponde al luogo dove le persone

stanno stabilmente, hanno relazioni e interessi, svolgono attività lavorative, di studio,

di svago, ecc., consumano beni e servizi, ossia “vivono”. Per incasellare questo

concetto in una dimensione indagabile si utilizzano alcune interpretazioni che fanno

solitamente riferimento a criteri geografici, amministrativi o socio-economici. La

residenza (il comune di residenza, la regione, la nazione) è il concetto più diffuso di

ambiente abituale20.

Sito web: http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/eurostat/home/ 20 Non sempre è il più corretto. La residenza è una definizione amministrativa: può non coincidere con l’ambiente abituale della persona. Per definirlo si possono utilizzare altri criteri (frequenza degli spostamenti, distanza degli spostamenti, tipo di destinazione).

25

2) Modo dello spostamento: lo spostamento può essere temporaneo (lo spostamento è

fatto con il proposito di tornare) o permanente/definitivo (lo spostamento è fatto con

il proposito di cambiare l’ambiente abituale di vita).

3) Volontarietà dello spostamento: lo spostamento può essere volontario (la decisione

libera; rientrano negli spostamenti volontari anche gli spostamenti vincolati da

obblighi di lavoro o professionali ma liberamente decisi e accettati) oppure obbligato.

4) Funzione dello spostamento: lo spostamento può essere effettuato con funzioni di

consumo nei luoghi di destinazione (consumare reddito in luoghi diversi da dove si è

prodotto) o con funzioni di produzione di reddito nei luoghi di destinazione (spostarsi

senza mezzi di sussistenza e produrre reddito nel luogo dove si va).

5) Durata dello spostamento: lo spostamento può durare da meno di 24 ore, da un

giorno fino ad un anno o più di un anno.

Il fenomeno turismo riguarda quella parte di mobilità che avviene fuori dagli spazi abituali, è

temporanea, è volontaria, ha prevalenti funzioni di consumo e ha una durata che per

convenzione non supera i 365 giorni l’anno. La mobilità escursionista è definita secondo gli

stessi criteri della mobilità turistica con una durata, però, che per convenzione non supera le

24 ore.21

Le definizioni varate dalle organizzazioni internazionali si basano su questi stessi principi22.

L’Istat definisce il viaggio come lo spostamento realizzato, per turismo di vacanza o per

ragioni di lavoro, fuori dal luogo dove si vive e che comporta almeno un pernottamento nel

luogo visitato; vengono, quindi, esclusi i viaggi e gli spostamenti effettuati nelle località

frequentate tutte le settimane con soste di uno o più pernottamenti (il fenomeno delle

seconde case), nonché i viaggi di durata superiore ad un anno: in questi casi, infatti, il

viaggio non costituisce flusso turistico poiché la località visitata viene associata al luogo

dove si vive (Istat, 2008a). Turista, allora, sarà colui che ha effettuato uno o più viaggi.

21 In base a questi criteri si possono distinguere, inoltre, la mobilità migratoria (le migrazioni avvengono fuori dall’ambiente abituale, per produrre reddito e possono essere definitive, temporanee o stagionali) e la mobilità interna (lo spostamento avviene all’interno del proprio ambiente abituale). La mobilità interna non sarà mai mobilità turistica ma spesso le attività compiute durante la mobilità interna si confondono con attività turistiche (per esempio: visitare musei, mostre, ecc.) 22 La Direttiva 95/57/CE sulle Statistiche del Turismo definisce i flussi turistici come quegli spostamenti con pernottamento effettuati fuori dall’“ambiente abituale” ovvero fuori dal luogo in cui si vive, nonché dai luoghi frequentati settimanalmente con soste di almeno un pernottamento. Da questa normativa discendono alcune sottoclassificazioni specifiche per ogni singola figura e/o evento che caratterizzano il sistema turistico. Per l’UNWTO il turismo si riferisce alle attività svolte dalle persone che viaggiano e alloggiano in luoghi diversi dall’ambiente abituale, per non più di un anno consecutivo, per motivi di vacanze, affari ed altro motivo.

26

Una prima demarcazione territoriale (Schema 1.3) distingue il turismo in “turismo

domestico”, che comprende le attività dei residenti di un paese che viaggiano unicamente

entro il paese stesso, in “turismo inbound”, che comprende le attività dei non residenti che

viaggiano in un determinato paese, e in “turismo outbound” che comprende le attività dei

residenti di un determinato paese che viaggiano al di fuori di esso. Le precedenti tre forme di

turismo, in letteratura, sono spesso combinate tra di loro per ottenere altre tre categorie di

turismo: (i) turismo interno, che comprende il “turismo domestico” e il “turismo inbound” e

rappresenta il fenomeno turistico che avviene entro i confini di un paese prodotto sia da

turisti stranieri che da turisti residenti; (ii) turismo nazionale, che comprende il “turismo

domestico” e il “turismo outbound” e rappresenta il turismo che esprime un paese indagando

sui residenti che viaggiano sia nel paese che all’estero, (iii) turismo internazionale, che

comprende il “turismo inbound” e il “turismo outbound” e rappresenta i flussi di turismo che

avvengo tra un paese e i paesi stranieri contando sia i flussi in entrata che i flussi in uscita.

Schema 1.3 – Classificazione del turismo in base all’origine-destinazione

ORIGINE

Dal paese Dall’estero

Nel paese Turismo domestico

(domestic)

Turismo ricevuto

(inbound)

DE

ST

INA

ZIO

NE

All’estero Turismo emesso

(outbound)

Turismo estraneo

Lo spostamento o flusso turistico può essere rilevato nel momento della partenza (luogo di

origine) o nel momento dell’arrivo (luogo di destinazione). La scelta del momento/luogo in

cui fare la rilevazione del turismo è cruciale e comporta diversità di tecniche di indagine, di

metodologie e soprattutto di risultati.

In tutti e due i casi una operazione banale come quella del conteggio dei turisti diventa

complicata (Pasetti, 2002). Operare il conteggio nei luoghi di destinazione crea, in primo

luogo, delle informazioni ridondanti. La metodologia più comune è quella di contare le

persone nei luoghi dove hanno pernottato almeno per una notte; ma se la persona soggiorna

27

in vari luoghi, passando almeno una notte in ogni luogo, la stessa persona può essere contata

più volte. Una sola persona-turista è contata, infatti, in tutti i luoghi visitati dove pernotta.

Tutto ciò genera un surplus di turisti-persone. Ad esempio, un turista giapponese che viene

in Europa e visita Londra, Parigi, Roma, Firenze e Venezia conta come un turista nel Regno

Unito, un turista in Francia e tre turisti in Italia, cioè da una persona è diventato cinque

turisti. È improbabile, ma possibile, incorrere nel paradosso di avere come risultato delle

analisi statistiche mondiali più turisti di quante sono le persone viventi sulla terra.

Un altro problema è generato dalla possibilità da parte del turista di compiere più viaggi e

più pernottamenti in uno stesso luogo in un arco temporale prefissato. Ad esempio, in un

periodo di tempo t si hanno n visitatori di una città: questi n visitatori possono essere

o n persone recatesi n volte, ciascuna una sola volta

o oppure m (con m<n) persone recatesi globalmente n volte, con alcune di esse recatesi

più di una volta,

o oppure una persona recatasi n volte.

Ciò avviene perché il fenomeno turismo va analizzato in un arco temporale e non in un

istante di tempo.

La scelta di rilevare il turista nel luogo di origine fissa l’attenzione sulla persona che si

sposta. In questo caso si abbraccia pienamente l’ottica di analizzare la domanda di turismo

(ad esempio di una popolazione). La persona che si sposta è il turista: cosa fa

successivamente, quali sono le tappe del viaggio, quanto spende, ecc., diventano le variabili

da osservare per definire il fenomeno, unite alle caratteristiche socio-demografiche,

economiche e familiari dell’individuo.

Confrontare i collettivi dei turisti in “uscita” con i collettivi di turisti in “entrata” non è, però,

possibile. I turisti in “entrata” (rilevati nel luogo di destinazione) contengono un gran

numero di duplicazioni rispetto ai turisti in “uscita” (rilevati nel luogo di origine). Per

definizione, i turisti in “uscita” non possono essere gli stessi dei turisti in “entrata”.

Un'altra classificazione applicata alla statistica del turismo distingue l’offerta turistica dalla

domanda. Le statistiche sull’offerta turistica delineano il fenomeno dal punto di vista degli

operatori, privati o pubblici, che provvedono a soddisfare i bisogni espressi dai turisti

attraverso beni e servizi turistici (es. numero di esercizi ricettivi, estensione di aree naturali,

prezzi dei biglietti per i musei, ecc). Le informazioni dal lato dell’offerta, ossia quelle in cui i

turisti vengono visti come utenti, fruitori di un bene, solitamente ricercati e interrogati nel

luogo di destinazione scontano problematiche metodologiche dovute alla impossibilità di

28

circoscrivere i confini in cui si manifesta l’offerta. Il bene turistico di cui usufruirà il turista,

infatti, si trova nella località turistica di destinazione del viaggio, mentre il servizio turistico

non è circoscrivibile al luogo dove viene prestato il bene, ma nasce, invece, nel posto di

provenienza e segue il turista durante il trasferimento fino alla sua destinazione (De Cantis e

Vaccina, 2008). Inoltre il bene turistico preesiste prima del turista con delle sue specificità e

caratteristiche, cresce poi di valore e prende l’aggettivo turistico quanto più utilizzatori lo

“usano”, o in altre parole quando accidentalmente o volontariamente viene a contatto con il

turista23.

Le statistiche sulla domanda di turismo rilevano il fenomeno turismo dal punto di vista delle

persone, dei turisti (propensione al turismo di un paese, caratteristiche del turista, spesa

sostenuta per la vacanza, ecc). Storicamente l’aspetto economico del turismo ha avuto il

sopravvento sulla dimensione sociale del turismo24, che infatti, è stata per molto tempo

trascurata.

In questo lavoro, l’interesse sarà posto sulle persone che fanno turismo, quindi dal lato della

domanda di turismo, e che esprimono la quota di “turismo nazionale” (“ turismo domestico”

e “turismo outbound”).

1.6 Il panorama delle statistiche italiane sul turismo

L’Italia vanta una lunga tradizione nelle statistiche turistiche ed è un “paese con buona

tradizione statistica, con robusta domanda nazionale e forti scambi internazionali nel

mondo del turismo, con grande diversificazione tipologica e territoriale della fruizione e del

mercato turistico, con forte radicamento nel grande bacino europeo di origine/destinazione

della domanda, con molte altre connotazioni e risorse che ne fanno un paese turistico per

eccellenza, ha una pluralità di situazioni e interessi in ragione dei quali realizza un sistema

di copertura statistica del fenomeno turistico di grande rilievo e qualità” (Vaccaro, 2007).

Per lunghi anni l’informazione statistica in Italia ha soddisfatto i bisogni conoscitivi per la

buona amministrazione economica e politica dello Stato. È verso gli anni ’50 che avviene un

23 In Italia le principali statistiche sull’offerta turistica sono prodotte dall’Istat attraverso “La rilevazione sulla Capacità degli esercizi ricettivi”, “ La rilevazione sul Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi” e “L’indagine sull’Attività alberghiera durante i periodi di Natale-Epifania, Pasqua, Ferragosto”. Si veda il sito web: www.istat.it alla pagina “Indagini: questionari e informazioni”. 24 Al giorno d’oggi l’attenzione è, ancora, fortemente puntata sugli aspetti economici del turismo: in particolare sulla spesa turistica (voce della bilancia dei pagamenti) e sul conto satellite del turismo (in via di definizione nei paesi con un buon sistema di statistiche ufficiali).

29

salto di qualità nella statistica ufficiale che diventa lo strumento per rendere un quadro

organico della struttura della vita sociale ed economica del paese (Facioni et al., 2004). Si

comprende, infatti, come sia inadeguato il sistema statistico per seguire le trasformazioni

sociali, ma bisogna aspettare ancora qualche decennio affinché maturi la consapevolezza che

gli indicatori tradizionali (essenzialmente economici) non sono più sufficienti a

rappresentare la realtà sociale (Istat, 2009d). I primi dati disponibili sulla domanda turistica

risalgono, infatti, al 1959, quando l’Istat rileva le informazioni sulle vacanze dei residenti in

Italia, attraverso un’indagine campionaria sulle famiglie. Lo sviluppo del settore turistico che

avviene negli anni ’60, sulla scia del boom economico, porta ad un rinnovato interesse verso

le statistiche del turismo che si traduce, da parte dell’Istat, in una serie di indagini sulle

vacanze svolte con cadenza pluriennale.

“È a partire dagli anni Settanta (…) che la marginalità delle statistiche si attenua

progressivamente, in sintonia con l’espansione dell’intervento pubblico in ambito sociale e

della nuova domanda di qualità della vita espressa dai cittadini. In altri termini, inizia a

svilupparsi quel processo che, nella società contemporanea, attribuirà all’informazione la

dignità di bene pubblico” (Istat, 2009d).

Nel prosieguo degli anni ‘80 e ‘90 la crescita delle statistiche sociali è esponenziale e con

queste anche le statistiche sul turismo. All’aspetto economico si affianca l’interesse per

l’aspetto sociale del turismo e le informazioni che vengono rilevate nelle indagini si

arricchiscono di anno in anno, dettagliando gli aspetti sociali e comportamentali del turismo

piuttosto che quelli congiunturali. Nel 1993 con il varo del nuovo Sistema di Indagini Sociali

Multiscopo, l’ambito vacanza viene identificato come un elemento necessario a capire e

descrivere lo stile di vita dei cittadini e per questo viene deciso di rilevare più in profondità il

fenomeno.

“Le rilevazioni si ampliano e si arricchiscono di nuovi contenuti, ponendo in primo piano la

qualità della vita dei cittadini. Le informazioni sugli individui vengono integrate con quelle

relative al gruppo familiare, alle reti parentali e al contesto sociale più ampio, mentre il

genere e la generazione divengono informazioni irrinunciabili per affrontare l’analisi dei

fenomeni” (Istat, 2009d).

Il sistema di indagini sociali Multiscopo rappresenta un sistema integrato di metodologie e

strumenti. Sono utilizzati, nelle sette indagini25, disegni campionari, definizioni,

25 Le sette indagini sono le seguenti: l’indagine Annuale “Aspetti della vita quotidiana”;

30

classificazioni e metodi comuni in modo da garantire la confrontabilità delle stime (Istat,

2006a).

L’indagine campionaria “Viaggi e Vacanze”26 nasce dal bisogno di implementare un sistema

di statistiche nazionali sulla domanda di turismo più efficiente per seguire le direttive

dell’Eurostat andando a rilevare il turismo domestic e outbound. Soddisfa, inoltre, l’esigenza

di raccogliere sistematicamente dati sulla domanda turistica e garantire, insieme ai dati

sull’offerta, la disponibilità di un sistema integrato di informazioni statistiche sul turismo.

L’obiettivo è quello di quantificare e analizzare i flussi turistici dei residenti in Italia, sia

verso località italiane (domestic turism) che verso destinazioni estere (outbound turism), e di

fornire informazioni sulle modalità di effettuazione dei viaggi e sulle caratteristiche socio-

demografiche delle persone che hanno viaggiato.

La dimensione campionaria è di circa 3.500 famiglie a trimestre, e la raccolta di

informazioni avviene individualmente per ogni componente familiare (per un totale di circa

11.000 individui a trimestre). La tecnica di somministrazione del questionario è telefonica

(CATI, Computer Assisted Telephone Interview). Le informazioni riportate dai rispondenti

hanno come periodo di riferimento i 3 mesi precedenti l’intervista. La raccolta dei dati

avviene nei mesi di aprile, luglio, ottobre e gennaio.

L’unità di rilevazione è la famiglia di fatto, intesa come insieme di persone coabitanti e

legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli di affettivi.

Una famiglia può essere costituita anche da una sola persona (Istat, 2010c). Viene

intervistata una persona di almeno 18 anni per ogni famiglia, in grado di fornire notizie sia

per sé sia per ciascun componente della famiglia (in questo caso fornendo una risposta

proxy).

In questa indagine viene adottata una definizione di turismo che ingloba le attività e i servizi

riguardanti le persone che si sono spostate al di fuori del loro ambiente abituale, per

trascorrere un periodo di tempo in vacanza oppure per motivi di lavoro. Costituiscono,

pertanto, flusso turistico soltanto i viaggi e gli spostamenti effettuati al di fuori dell’ambiente

abituale, dove per ambiente abituale va inteso, oltre al luogo dove si vive, anche qualsiasi

l’indagine quinquennale “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari”; l’indagine quinquennale “I cittadini e il tempo libero”; l’indagine quinquennale “Sicurezza dei cittadini”; l’indagine quinquennale “Famiglia e soggetti sociali”; l’indagine quinquennale “Uso del tempo”; l’indagine trimestrale “Viaggi e vacanze”. 26 La pagina web del sito dell’Istat con le informazioni riguardanti l’indagine è la seguente: http://www.istat.it/strumenti/rispondenti/indagini/famiglia_societa/viaggivacanze/

31

altra località frequentata settimanalmente con soste di almeno un pernottamento. Ai fini

dell’individuazione dei flussi turistici, vengono, pertanto, esclusi i viaggi abitualmente

effettuati con pernottamento nella stessa località con frequenza minima settimanale. I viaggi

“abituali” sono comunque rilevati dall’indagine, anche se sono esclusi dalle stime finali sui

flussi turistici (Istat, 2006c)27.

Le informazioni rilevate riguardano le caratteristiche e i comportamenti della popolazione

che viaggia e le variabili socio economiche di chi non viaggia. Ogni trimestre vengono

forniti i seguenti indicatori: numero di viaggi (interni e verso l’estero) e numero di notti e

numero di turisti; caratteristiche del viaggio e profilo del turista. Le informazioni vengono

distinte in base alle tipologie di viaggi: viaggi per vacanza di lunga durata (4 o più notti),

viaggi per vacanza di breve durata (1-3 notti) e viaggi per lavoro28.

Le informazioni raccolte vertono, quindi, sui viaggi e gli spostamenti effettuati per motivi

sia professionali che personali, con almeno un pernottamento fuori dal luogo in cui si vive e

conclusi entro il trimestre di riferimento, tornando nel luogo dove si vive.

I campioni trimestrali sono tra loro indipendenti, e ciò non consente di sommare il numero di

turisti nei trimestri per avere il numero totale annuale di turisti (ossia il numero di coloro che

hanno fatto almeno un viaggio). Una persona che è turista in un trimestre, infatti, può essere

turista anche in un altro trimestre, mentre per definire il numero annuale di turisti dovrebbe

essere contato una volta solamente.

In aggiunta, questa indagine, per quanto molto dettagliata nel descrivere i viaggi (motivi del

viaggio, organizzazione), rimane carente riguardo le informazioni necessarie a ricostruire la

famiglia di appartenenza e la situazione economica. Mancano, infatti, quelle variabili che

possano esaustivamente descrivere la tipologia familiare e lo stato socio-economico di ogni

famiglia.

Per trovare il numero effettivo di turisti in un determinato anno bisogna fare ricorso ad una

altra indagine del Sistema Indagini Multiscopo, poiché la domanda che può fornire queste

stime è stata inserita all’interno dell’indagine annuale. Ciò comporta che, una volta all’anno,

vengono rilevate le “vacanze lunghe”, cioè i soggiorni di almeno 4 notti consecutive. Non è,

infatti, agevole stimare le “vacanze brevi” e i viaggi di lavoro attraverso un quesito effettuato

una volta all’anno e che abbia come periodo di riferimento temporale i 12 mesi precedenti

l’intervista. 27 I soggiorni con durata superiore ai dodici mesi continuativi non sono rilevati. 28 Nei viaggi di vacanza sono compresi i soggiorni di piacere, riposo, svago, relax e sia i soggiorni effettuati per altri motivi come visitare parenti e/o amici, motivi religiosi o cure termali.

32

Il numero di turisti totale in un anno solare è stimato (e successivamente diffuso anche

dall’Eurostat) attraverso l’Indagine Multiscopo dell’Istat “Aspetti della vita quotidiana”29.

L’indagine annuale “Aspetti della vita quotidiana” è considerata l’indagine pilastro del

sistema. Essa “fornisce ogni anno un set di indicatori di base su una serie di dimensioni

della vita dei cittadini che vengono poi sviluppate e approfondite nelle indagini a cadenza

quinquennale, consentendo di monitorare le principali trasformazioni in atto nella società

italiana (Istat, 2006a).

La tecnica di rilevazione adottata è quella Papi (Paper Assisted Personal Interview)

sviluppata attraverso una rete di rilevazione territoriale. La tecnica di indagine è, quindi,

l’intervista diretta abbinata all’autocompilazione di una parte del questionario. Il rilevatore,

infatti, intervista ciascun membro della famiglia selezionata, registrando le risposte ai quesiti

contenuti in appositi modelli di rilevazione: la scheda generale che rileva informazioni socio

demografiche degli individui e della famiglia; il questionario individuale tramite il quale si

rilevano dati dettagliati su diverse caratteristiche della persona intervistata. Sono ammesse

risposte proxy per i bambini con meno di 14 anni. Una persona adulta della famiglia, inoltre,

fornisce le risposte ai quesiti contenuti in un secondo modello di rilevazione (il questionario

familiare), tramite il quale si rilevano dati sulle caratteristiche dell’abitazione e della

famiglia. Un terzo questionario autocompilato viene consegnato in seguito alle persone

contattate.

L’indagine coinvolge un campione casuale indipendente di famiglie estratto mediante

disegno campionario complesso a due stadi30.

L’indagine è condotta con cadenza annuale dal 1993. La rilevazione si svolge nell’arco di

due settimane su un campione di circa 24.000 famiglie, cioè 60.000 individui ogni anno. La

serie storica dei dati annuali va senza soluzione di continuità dal 1993 al 2003, mentre per il

2004 il dato è mancante in quanto l’indagine, per sottostare a regolamenti europei non fu

fatta nelle settimane prestabilite (a novembre 2004) ma fu posticipata al 2005. Dal 2005 al

2009 i dati sono presenti per tutti gli anni.

29 La pagina web del sito dell’Istat con le informazioni riguardanti l’indagine è la seguente: www.istat.it/strumenti/rispondenti/indagini/famiglia_societa/vitaquotidiana/ 30 Le unità di primo stadio sono i comuni, estratti casualmente all’interno di ciascuna regione nell’ambito di strati omogenei rispetto alla dimensione demografica, mentre le unità di secondo stadio sono le famiglie estratte dalle liste anagrafiche di questi stessi comuni. Non sono ammesse sostituzioni delle famiglie non intervistate. Per la metodologia delle Indagini Multiscopo si veda la nota metodologica riferita al 2009 all’indirizzo web: http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20091228_01/nota_metodologica.pdf

33

La sezione che indaga sulle vacanze è un contenuto fisso presente tutti gli anni ad eccezione

del 1996, anno per il quale i dati sulle vacanze non sono pubblicati. La definizione di turista

adottata in questa indagine è la seguente: turista è colui che compie viaggi e spostamenti di

vacanza con soste di almeno 4 pernottamenti effettuati al di fuori dell’ambiente abituale,

dove per “ambiente abituale” va inteso, oltre al luogo dove si vive, anche qualsiasi altra

località frequentata settimanalmente. Per viaggi di vacanza si intendono i soggiorni di

piacere, riposo, svago, relax, i soggiorni effettuati per altri motivi come visitare parenti e/o

amici, motivi religiosi o cure termali.

Questa indagine, integrata da altri dati ed informazioni, che saranno sviluppate e descritte in

corso d’opera, sarà la fonte principale dei dati per questo lavoro.

34

35

Capitolo 2 - Famiglia e turismo: implicazioni, ipotesi e ricerche.

Il sogno di viaggiare colonizza anche le altre cinquanta settimane, durante le quali non siamo in ferie

Orvar Löfgren, dal libro “Storia delle vacanze”

Scrive Costa “La connessione tra consumi familiari e vacanza è presente nei Paesi ad

economia avanzata dal secondo dopoguerra fino agli anni settanta, quando comincia ad

essere meno pervasiva (…). E’ ancora largamente diffusa seppur trasformata dai movimenti

collettivi, compreso il femminismo e dall’avvento della famiglia di ceto medio con doppio

reddito, di quelle composte da divorziati, dalle single, dalle coppie con nido vuoto, ecc”

(Costa, 2005b).

La letteratura sociologica più recente su turismo e famiglia è prevalentemente

concentrata su temi quali il mantenimento dei ruoli e della solidarietà familiare, i processi

decisionali che si instaurano quando si decide di andare in vacanza, le influenze dei genitori

e dei figli sulla decisione delle vacanze, la risoluzione dei conflitti e la soddisfazione

del viaggio (Lehto et al., 2009). Un breve excursus delle ricerche sul tema ci consentirà di

formulare ipotesi da verificare successivamente con l’analisi dei dati.

36

2.1 Famiglia e turismo: il panorama delle ricerche

Gli studiosi del fenomeno nei paesi occidentali hanno teorizzato che le attività per il tempo

libero condiviso in famiglia sono utili a stabilire e mantenere i confini del sistema familiare,

aumentare l'unità familiare, promuovere interessi collettivi e migliorare le comunicazioni tra

i membri della famiglia. Tutti questi fattori sono rilevanti per la coesione di una famiglia. Le

esperienze di “leisure”, inoltre, agiscono come input “stimolanti” e “freschi” dando energia

allo sviluppo del sistema famiglia (Lehto et al., 2009).

Minnaert, Maitland e Miller hanno dimostrato che, anche con un investimento modesto in

termini di tempo e di denaro, le vacanze possono favorire un aumento significativo nel

capitale sociale e familiare per i partecipanti, in termini di relazioni familiari, fiducia,

crescita della rete sociale e prospettiva di modifica della vita. Se, infatti, il capitale fisico è

relativamente tangibile e si concretizza in forma materiale osservabile, il capitale umano è

meno tangibile, essendo sancito dalle competenze e dalle conoscenze acquisite da un

individuo, il capitale sociale è ancora meno tangibile, perché esiste nel momento che

esistono rapporti fra le persone, ed è inteso dagli autori come uno strumento che aiuta “a

sviluppare e mantenere tratti caratteriali che sono buoni per il resto della società”

(Minnaert et al, 2009). Un concetto correlato è quello del capitale di famiglia inteso come

“quei legami tra genitori e figli che sono utili nel promuovere la socializzazione dei bambini”

(Minnaert et al, 2009). Esso riflette il tempo che i genitori passano in interazione con i

bambini e la loro attenzione verso questi. Famiglie a basso reddito o genitori con istruzione

limitata, non sono necessariamente carenti di capitale familiare.

Gibson e Yiannakis hanno rilevato come uno studio sistematico della relazione tra turismo e

ciclo di vita familiare e individuale è da molti punti di vista carente. Quanto incide il

momento temporale che si sta vivendo nel proprio ciclo di vita con le scelte turistiche? Gli

autori riconoscono che solitamente gli studi su famiglia, individui e turismo sono

principalmente studi trasversali, mentre l’effetto di coorte e dei mutamenti storici-culturali

che possono avvenire nella società non vengono contabilizzati. Alcuni esempi riportano

come il reddito e la presenza di bambini piccoli possono essere utilizzati per spiegare lo

stile turistico. Tuttavia, un’analisi dei dati per coorte di nascita ha rivelato che ci possono

essere delle differenze generazionali nelle scelte, suggerendo che i giovani, ad esempio,

37

possono diventare “turisti” in età più giovane rispetto alle generazioni precedenti. (Gibson,

Yiannakis, 2002).

Blichfeldt studia come i contesti della vita quotidiana cambiano durante il corso della vita e

come, di conseguenza, possono cambiare le motivazioni al viaggio e le aspirazioni di

vacanza. Le fasi del ciclo di vita di una famiglia sono definite da alcune variabili chiave

come l’età, lo stato civile, la condizione occupazionale del capo famiglia, l'età del più

giovane dei figli, il reddito disponibile e la composizione della famiglia. Tuttavia la studiosa

evidenzia come la maggior parte delle ricerche si riferisca al rapporto tra fasi del ciclo di vita

e consumo a livelli più generali (cioè spese per le categorie più ampie, come beni, servizi, o

cibo). Pochi ricercatori si sono concentrati sui modi in cui la composizione della

famiglia possa influenzare la propensione a fare vacanze e i modi di fare vacanza. Lo

studio empirico della Blichfeldt suggerisce che i contesti di vita quotidiana hanno un

profondo impatto sulle esperienze che le persone hanno e alle quali aspirano durante le loro

vacanze. Così, sia le motivazioni al viaggio sia le aspirazioni per le attività da svolgere sono

basati in larga misura sui contesti di vita quotidiana e soprattutto sulla fase della vita che

l'individuo (e la sua famiglia) sta vivendo (Blichfeldt, 2007).

Alcuni studi e ricerche si concentrano, invece, sui processi decisionali che portano una

famiglia a decidere un viaggio e che tipo di viaggio scegliere. Il processo decisionale per il

turismo è molto complesso: include molte sotto decisioni, che si verificano continuamente

prima di decidere “dove andare” fino al “cosa dobbiamo fare adesso che siamo qui” ed

oltre. Molte scelte sono basate su fatti contestuali, molte sono basate su percezioni, e molte

di più sono basate su giudizi valutativi di decisioni relativamente ad alto rischio, cioè, non si

sa come “buona” sarà la vacanza fino a quando non sarà sperimentata (Smallman, Moore,

2010).

Van Raaij e Francken nel 1984 sistematizzano il processo decisionale di un individuo

attraverso la “vacation sequence” (Schema 2.1). La decisione avviene in modo sequenziale

attraverso cinque passi fondamentali: 1) la prima decisione attiene alla possibilità e al

desiderio di fare una vacanza; 2) definito il primo passo, ci si adopera a cercare informazioni

sulla destinazione possibile; 3) una volta esaminate le possibili destinazioni viene presa la

decisine effettiva; 4) viene operata una pianificazione della vacanza con le relative attività;

5) si verifica il livello di soddisfazione avuto dalla vacanza, che come feedback, rientrerà

nelle decisioni per le vacanze successive.

38

Schema 2.1 – Vacation sequence (Van Raaij, Francken, 1984)

Tra gli approcci all’analisi dei processi decisionali che portano una famiglia a fare o non fare

la vacanza ricordiamo quello di Jenkins, che già alla fine degli anni 70 studiò i processi

decisionali delle famiglie americane mettendone in luce le caratteristiche di negoziato tra i

membri, di compromesso e di scelta (Jenkins, 1978, 1979). Per l’autore, la decisione del

viaggio attiene, solitamente, a una situazione di compromesso dove la lunghezza della

vacanze e il periodo prescelto sono scanditi dal lavoro dell’uomo mentre l’organizzazione

coinvolge prevalentemente la donna (la donna è l’organizzatrice materiale ma segue le

esigenze e le necessità dell’uomo).

Negli anni 80 le ricerche di Filiatraul e Ritchie rilevavano che le decisioni congiunte sono

prevalenti nelle coppie senza figli e che, dove i figli sono presenti, essi esercitano poca

influenza sulle decisioni della famiglia (Filiatraul, Ritchie, 1980).

39

Nel 1992 una ricerca di Foodness ed una di Ryan ribadivano il ruolo preminente delle donne

ed evidenziavano come iniziava ad emergere un ruolo decisivo anche dei figli nella scelta

della vacanza (Foodness, 1992 – Ryan, 1992).

Mottiar e Quinn, nel 2004, hanno trovato che, sebbene le decisioni dominanti per il processo

di consumo globale sono comuni, le mogli svolgono un ruolo significativo nella

fase iniziale del processo decisionale attraverso la raccolta delle informazioni per tutta la

famiglia. Gli autori sostengono che l’industria del turismo dovrebbe prestare attenzione

alle donne in quanto agiscono come “gatekeeper” per i prodotti turistici (Mottiar, Quinn,

2004).

In Italia una domanda del questionario dell’Indagine Multiscopo “Famiglia e Soggetti

sociali”, svolta nel 2003, chiedeva alle donne che vivono in coppia chi, tra uomo e donna,

aveva più peso nel decidere dove andare: La maggioranza delle donne riteneva di avere lo

stesso potere decisionale del partner (83,5 per cento) senza differenze di particolare rilievo

per il territorio e tra le diverse classi di età (Istat, 2006b).

Howard e Madrigal nel 1990 si sono interessati a verificare come le madri partecipano

attivamente alla decisione dell’acquisto dei servizi ricreativi per i loro bambini, e i bambini a

loro volto partecipano alle decisioni finali avallando le decisioni delle madri, in una sorta di

circolo chiuso e di coesione tra madre e figli, dove il padre è escluso (Howard, Madrigal,

1990).

Il ruolo dei figli diventa con il passare degli anni più attivo e, conseguenza o causa di questo,

il ruolo del genitore (e del genitore separato e divorziato) diminuisce di importanza: il

genitore preferisce cedere alle condizioni del figlio per godersi una vacanza in serenità. “I

bambini hanno un ruolo decisivo per chi ha la possibilità di fare le vacanze e ciò costituisce

un elemento importante per far considerare le vacanze veramente riuscite, soddisfacenti (…)

L’esperienza infantile della vacanza al mare, evidenziata da varie ricerche è persistente

proprio perché la costruzione dell’infanzia al mare con le foto, costituisce un successo della

famiglia del ceto medio che si permette consumi e svaghi (ombrelloni, secchielli, salvagenti,

gelati, costumi, ecc) perché ha una reddito disponibile e la felicità dei bambini è la felicità

della famiglia” (Costa, 2005b)

Seaton e Tagg nel 1995 concludono che il coinvolgimento dei bambini nel processo

decisionale è in grado migliorare la soddisfazione che la famiglia ha delle vacanze svolte.

Essi hanno anche osservato che più è alta l’età dei bambini più è forte l’impatto della loro

influenza sulle decisioni dei genitori (Seaton, Tagg, 2004).

40

D’altronde, negli ultimi anni i bambini e gli adolescenti hanno sempre più accresciuto il loro

ruolo di consumatori a tutti gli effetti e, anzi, hanno un ruolo centrale nel portare gli adulti

verso i nuovi strumenti di consumo (Ritzer, 2000) e verso nuovi modi di fare vacanza.

Ricercano nuove tipologie di vacanza, dai “Summer camp” ai “Campi avventura”, dai campi

natura ai ritiri sportivi, dalle vacanze studio all’estero ai parchi avventura (Corriere, 2011b),

da visitare da soli ma molto spesso coinvolgendo l’intera famiglia, e il più delle volte

arrivano alle informazioni più velocemente dei loro genitori, grazie alle nuove tecnologie di

cui sono migliori padroni (Memoli et al, 2011).

Per Small, anche se il significato che può avere una vacanza per un bambino e il ruolo della

vacanza nella costruzione della sua soggettività sono in gran parte assenti nella letteratura

sociologica, riconosce come i bambini vogliono attività, esperienze sensoriali, e luoghi dove

condividere attività e giochi con gli altri bambini: se questo è realizzato i genitori possono

godersi la vacanza in famiglia (Small, 2008).

Tra genitori e figli i fattori di spinta e di attrazione verso la vacanza non sono quasi mai gli

stessi. Johns e Gyimothy, nella loro ricerca sul turismo familiare a Legoland, un parco

avventura della Lego situato in Danimarca, descrivono i “push factors” e i “pull factors” dei

genitori e dei bambini presenti nel parco divertimenti. Per i genitori il viaggio a Legoland

rappresenta una operazione per rafforzare i rapporti familiari e soddisfare le esigenze dei

figli, come sono state percepite dai genitori, mentre per i bambini e i ragazzi il fattore di

spinta è la novità. I “pull factors” sono essenzialmente dichiarati dai ragazzi che esprimono

estrema soddisfazione, coinvolgimento, libertà, padronanza del luogo e spontaneità (Johns,

Gyimothy, 2003).

Per progettare delle sane vacanze a misura di bambino nel 2006 la Società Italiana di

Pediatria ha stilato una Carta dei diritti dei bambini in vacanza31 cercando di delineare il

tipo di viaggio adatto ai bambini e ai ragazzi in base alla loro età. Le esigenze di un bambino

piccolo o di un adolescente sono, infatti, molto diverse da quelle di un adulto. I diritti dei

bambini e dei ragazzi sanciti in questa carta sono: il diritto al rispetto, il diritto al gioco e al

riposo, il diritto ai genitori, il diritto alla sicurezza. “In vacanza i bambini hanno il diritto di

riposare, giocare e divertirsi liberamente, accantonando ogni impegno”; ed inoltre, “la

vacanza è un’ottima occasione per passare più tempo insieme ai genitori: per i più piccoli è

importante il contatto fisico con i genitori, per i più grandi e gli adolescenti è importante

giocare con loro, parlare e avere ascolto” (Società Italiana di Pediatria, 2006). 31 L’intera “Carta dei diritti dei bambini in vacanza” è riportata nell’Appendice C.

41

Non sempre però il bambino è un incentivo alla vacanza: McIntosh in una ricerca del 1986

indicava come le famiglie tendono a ridurre il loro numero di viaggi quando è presente un

bambino molto piccolo. “Non sempre quindi le famiglie privilegiano il viaggio come un bene

di cittadinanza a cui non poter rinunciare” (Costa, 2005b).

La situazione può apparire oggi ribaltata, almeno per le categorie di famiglie che possono

andare in vacanza. Il bambino ha un ruolo decisivo nella scelta della vacanza, ed è spesso il

protagonista assoluto. “Beati quelli che resistono al pressing sociale e dei figli. (…) Certo,

occorre determinazione. Perché i «piccoli tiranni domestici» sono sempre più esigenti.”

(Boerci, 2004). Anche nelle vacanze. Il periodo dell’infanzia è definito da Costa come un

“mito” socialmente costruito dalla famiglia, e nel momento in cui la famiglia è in vacanza, il

bambino rappresenta la vacanza32. In sintesi la vacanza diventa per la famiglia un momento

che celebra e fortifica i legami famigliari, una festa della famiglia durante la quale si cerca di

andare d’accordo e di trovare le condizioni migliori per ricreare solidarietà e serenità.

Quali bisogni vengono soddisfatti facendo una vacanza? Gibson e Yiannakis, attraverso il

loro studio per generazioni e ciclo di vita, mirano a identificare nel turismo il ruolo di

soddisfazione di un bisogno psicologico. L’individuo mette in atto una notevole serie di

ruoli turistici che gli permette di essere e fare ciò che a casa non è e non fa. Lontani da casa

gli individui sono in grado di perseguire sogni, interessi, e attività che consentano loro di

soddisfare tutta una gerarchia di esigenze, che vanno dagli obiettivi di profondo significato

alle passioni di sempre. (Gibson, Yiannakis, 2002).

Maslow identifica nella sua gerarchia di bisogni da soddisfare cinque categorie: 1) bisogni

fisiologici; 2) bisogni di sicurezza e protezione; 3) bisogni di appartenenza, affetto,

identificazione; 4) bisogni di stima, di prestigio, di successo e 5) bisogni di realizzazione di

sé, ossia realizzare la propria identità e le proprie aspettative e occupare una posizione

soddisfacente nel gruppo sociale.

Holden riformula la piramide di Maslow identificando la gerarchia di soddisfazione dei

bisogni del turista. Il primo step per il turista è soddisfare il bisogno di riposo. Il secondo

bisogno soddisfatto è quello della sicurezza: i turisti cercano destinazioni dove i rischi per la

salute e la sicurezza degli individui siano minimi33

. Come terzo passo il turismo provvede

32 Si veda la ricerca di Costa del 1986 sul concorso fotografico “Fotografate le vostre vacanze”. 33 Alcuni individui cercano il “rischio” proprio nel turismo andando appositamente in luoghi insicuri; tuttavia questo tipo di rischio spesso è “calcolato”, tenuto sotto controllo dal turista stesso.

42

allo sviluppo di relazioni all’interno della famiglia (rafforzandole) e con gli amici,

producendo anche nuove amicizie e conoscenze. Il quarto gradino della piramide attiene

alla autostima e alla stima sociale: attraverso diversi tipi di esperienze anche turistiche si può

costruire la fiducia in se stessi e, nel contempo, viaggiare contribuisce a creare stima sociale

nel gruppo sociale di riferimento. Il turismo infine gioca un ruolo molto importante

nell’autorealizzazione dell’individuo.

Figura 2.1 – La gerarchia dei bisogni di Maslow nel contesto del turismo (da Holden, A.

“Tourism Studies and the Social Sciences”, 2006)

Nell’ottica di verificare il valore di una vacanza familiare come elemento che unisce e

rafforza la famiglia, interessanti sono anche gli studi volti a comprendere come viene vissuta

la vacanza e soprattutto che tipo di aspettative e bisogni ha soddisfatto. Una valutazione

degli eventi va fatta in relazione alle attività turistiche fatte prima (pianificazione e

preparazione) durante (nel luogo di destinazione) e dopo il viaggio (ricordi) (Wing sun tung,

Ritchie, 2011). La vacanza familiare è un fenomeno multidimensionale che coinvolge,

appunto, la pianificazione, l’anticipazione e successivamente le esperienze di viaggio e i

Fisiologici

Bisogno di riposo, di relax

Sicurezza

Destinazioni sicure a bassa criminalità; destinazioni salubri – oppure destinazioni a “rischio” calcolato

Appartenenza

Sviluppo di nuove relazioni; rafforzamento delle relazioni esistenti

Prestigio

esperienze turistiche per costruire l’autostima e la stima sociale

Realizzazione

Il turismo gioca un ruolo importante

nell’autorealizzazione dell’individuo

43

ricordi. Tutti questi elementi contribuiscono a mettere in relazione i membri della famiglia.

Per esempio, Lehto, Choi, Lin e MacDermid citano come la vacanza in famiglia è una forma

unica di uso del tempo libero per la comunicazione specialmente con i figli grandi. Nel loro

studio è stata esaminata empiricamente l’utilità dei viaggi in famiglia per vedere se questi

siano un mezzo per migliorare il funzionamento della famiglia. I risultati indicano che la

vacanza offre delle opportunità uniche di interazione tra membri della famiglia. Inoltre,

facilita il flusso di informazioni attraverso il sistema famiglia, crea esperienze memorabili

che vengono archiviate insieme. Nel complesso, i risultati indicano che le vacanze in

famiglia contribuiscono positivamente al legame familiare, alla comunicazione e alla

solidarietà. Gli autori sottolineano però come i risultati di questa ricerca hanno dei limiti e

non sono estendibili. Il primo limite è che la ricerca include un gruppo selezionato di

famiglie: quelle con disponibilità di risorse finanziarie. Un altro potenziale problema è

che non viene affrontata l'evoluzione della struttura della famiglia, che negli ultimi anni a

portato all'aumento delle famiglie monoparentali e delle famiglie ricostituite. Questi fattori

potrebbero avere un maggiore impatto sui modelli di vacanza e di funzionamento della

famiglia (Lehto et al., 2009).

Segue, invece, l’approccio del ricordo Small, che sottolinea l'importanza della ragione

sociale prima della partenza, durante il viaggio, e del ricordo al ritorno. Lo studio mette in

evidenza che i ricordi positivi delle vacanze dell’infanzia sono associati a sentimenti di

comune divertimento, emozione, e avventura attraverso l'attività fisica e il gioco, piuttosto

che attraverso l'apprendimento e l'educazione (Small, 2008).

Il ricordo può creare esperienze memorabili. Quattro sono le dimensioni per fare del viaggio

una esperienza memorabile e per manifestare la personale importanza percepita dagli

outcome del viaggio: lo sviluppo di nuove relazioni sociali, che includono quelle con i

familiari e gli amici; lo sviluppo intellettuale, con la possibilità di vedere nuovi luoghi e

culture; la scoperta di se stessi e dei propri limiti, e di come possono avvenire anche dei

cambiamenti psicologici e fisici o lo sviluppo di skills e abilità nuove dovuti all’esperienza

turistica; il ricordo attraverso i racconti di storie, la raccolta di foto e souvenir (Wing sun

tung, Ritchie, 2011).

Sono proprio i racconti di storie, i talk delle vacanze, i principali strumenti per lo studio

dell’importanza della vacanza per McCabe e Stokoe. Per questi autori c'è bisogno quindi di

indagare in maniera empirica la relazione che c’è tra il turismo e la vita di tutti i giorni,

44

attraverso una ecologia del talk, esaminando con precisione come le vacanze e la figura del

turista vengono ripetute nelle conversazioni di tutti i giorni, e per capire come queste

interazioni rivelino nuove norme e ordini sociali. In primo luogo, la ricerca ha dimostrato

come il parlare di vacanza occupa un parte rilevante e non banale nella vita delle persone,

perché compaiono frequentemente e con regolarità talk su dove si va in vacanza, come ci si

organizza, come si è stati in vacanza, e così via. È chiaro che parlare di vacanza non è

limitato ai momenti immediatamente successivi alle esperienze vissute ma si estende per un

lungo tempo. In secondo luogo, parlare di vacanza può avere una funzione sociale nella

realizzazione di azioni sociali quali l’affiliazione. I racconti delle vacanze e del

comportamento in vacanza sono inestricabilmente legati con le istituzioni della vita sociale:

lavoro, vita familiare e tempo libero. Le vacanze dunque costituiscono una cornice

istituzionale, accanto ad altre sfere della vita sociale, attraverso cui le

persone organizzano le loro vite. In questo senso, il diritto alle vacanze (e alle ferie per i

lavoratori, il diritto al gioco e al divertimento per i bambini), come espresso nei talk è

insindacabile e legittimo. Contemporaneamente i talk delle vacanze sono formativi

dell’identità sociale di un individuo, strutturano il calendario della vita quotidiana e

facilitano il mantenimento delle relazioni sociali (McCabe, Stokoe, 2010).

Si assiste, inoltre, ad un talk non solo pervasivo della vita quotidiana, ma ad una

condivisione della vacanza con altri attraverso le tecniche di comunicazione più moderne: ad

esempio, le community on line turistiche, i blog, i social network, con effetti difficili da

prevedere per gli operatori del settore (rinforzo dell’immagine di alcune marche, creazione

di ambiti di fedeltà alle stesse, ecc.).

In un contesto dove tutto sembra evolvere molto velocemente, alcuni cambiamenti e

fenomeni comunicativi divengono importanti e pervasivi in pochissimo tempo: il “travel

2.0” o “turismo 2.0” è diventata un’espressione ormai entrata nell’uso comune degli

operatori, e coloro che sono “turisti 2.0” hanno permesso più di altri di capovolgere i tipici

flussi turistico-informativi con i clienti, gli utenti, gli stakeholder, le aziende, con estrema

facilità e senza necessità di particolari competenze tecniche (Di Vittorio, 2010).

Un altro approccio di studio lega il lavoro, e quindi il reddito, ai consumi e, di conseguenza,

al turismo. “La vacanza è un fatto privato soggetto alla libera scelta dei consumatori, alle

dinamiche della domanda e dell’offerta, alle piacevolezze dello shopping. Essa è un bene di

cittadinanza che crea distinzione sociale (dell’occupato) rispetto al disoccupato” (Costa,

45

2005b). Storicamente protagonista della società dei consumi è la famiglia nucleare composta

da due genitori e dai figli (tendenzialmente due). La famiglia va in vacanza grazie al reddito

del genitore stabilmente occupato: solitamente il marito. Le vacanze estive diventano

prerogativa e ostentazione di quelle famiglie dove c’è un uomo che ha un buon lavoro

regolare, delle ferie pagate e certamente una moglie capace di risparmiare. La

disoccupazione, paradossalmente, crea un legame ancora più solido tra lavoro, consumi e

vacanza. Come scrive Costa “il controllo sul lavoro passa attraverso i consumi” e colui che

non è andato in vacanza è soprattutto un disoccupato (Costa, 2005b). La vacanza familiare

non fa altro che legittimare la famiglia “felice” dove il reddito disponibile prodotto dal

capofamiglia viene usato per un bene di integrazione, come appunto è la vacanza. “Lui e lei

si coalizzano per difendere il diritto a mostrare gli oggetti dell’integrazione veicolati

attraverso i consumi ricreativi legati ai piacere del corpo” (Costa, 2005b).

Il turismo diventa bene di integrazione ma anche oggetto ambito che sancisce un simbolo di

status. Savelli riconosce come il turismo assume un ruolo centrale nella vita delle persone

collocandosi nella immagine diffusa come simbolo di status, “pubblica sanzione di un

prestigio ottenuto per altra via e allo stesso tempo veicolo di promozione di ascesa sociale

di incremento di potere nelle sfere economiche politiche e culturali. Vi giocano in varia

maniera le condizioni psicologiche della stima di se, le condizioni relazionali che rendono

possibile l’accesso e via via l’inserimento in determinati gruppi e strati sociali, le condizioni

di immagine che a seguito di determinate esperienze turistiche consentono di porsi in un

rapporto diverso sia nei confronti degli appartenenti al proprio strato sia nei confronti degli

altri strati sociali” (Savelli, 2003).

La vacanza, allora, diventa un bene necessario per la propria affermazione personale e

l’affermazione del proprio nucleo familiare all’interno della società.

La scelta del tipo di vacanza da effettuare, la scelta del bene da consumare, diventa, quindi,

un momento cruciale. Occorrono strumenti culturali e sociali per poter praticare le strategie

più efficaci e per rendersi, per quanto possibile, indipendenti dai vari condizionamenti.

L’individuo è libero nelle sue scelte di consumo più di quanto possa sembrare da uno

sguardo superficiale? Oppure, “forse in passato abbiamo cercato di distinguerci dagli altri,

ma ora siamo più interessati a dimostrare la nostra conformità rispetto alla maggior parte

delle altre persone” (Ritzer, 2000)?

Colui che viaggia è un consumatore e “una ‘società di consumatori’ giudica e valuta i propri

membri soprattutto in base alle loro capacità e ai loro comportamenti relativamente al

46

consumo” (Bauman, 2005). La società dei consumi si basa sulla soddisfazione dei desideri

umani: la gratificazione per un bene da consumare è allettante fin quando non si sia

consumato questo bene, o meglio sussiste il sospetto che il desiderio non sia stato soddisfatto

pienamente. Per Bauman la società dei consumi riesce a rendere permanente la non-

soddisfazione attraverso la soddisfazione delle necessità/desideri/bisogni, in modo tale da

non poter far altro che dar vita a nuove necessità/desideri/bisogni e a nuove tipologie di

viaggio e a nuovi bisogni da soddisfare in vacanza.

2.2 Famiglia e turismo: strategia della ricerca

Alcune riflessioni nascono dalle dissertazioni esaminate.

Il panorama italiano appare in gran parte carente per quel che riguarda gli studi sulla

connessione tra famiglia, trasformazioni in atto, e vacanza. Le esperienze presentate si

riferiscono in gran parte a lavori esteri. D’altra parte, ogni lavoro è valido in sé ma poco

trasportabile in altre realtà e condizioni, sia per questioni di spazio geografico, sia per limiti

intrinseci alle ricerche stesse (solitamente limiti di campionamento), sia perché il tempo è

veloce e lascia le sue tracce rapide sui fenomeni sociali. Diventa difficile, allora, stare al

passo, e investigare le connessioni tra famiglia e turismo nel momento in cui iniziano a

verificarsi e a differenziarsi. Una riflessione sulle dinamiche in atto nella nostra società sarà

affrontata essendo disponibile una banca dati “storica”, dal 1993 al 2009, riferita all’interno

territorio nazionale.

La vacanza familiare ha assunto molte forme nella discussione in letteratura. È un bene di

cittadinanza, ossia un bene per il quale l’esclusione lede un diritto socialmente riconosciuto

come necessario? È un bene di integrazione, utile ha mantenere l’unità e la solidarietà

familiare e la coesione sociale tra strati di popolazione?

Come bene di integrazione la vacanza va a migliorare l’immagine che la società ha della

famiglia, consentendo ad essa di legittimarsi presso gli appartenenti al proprio strato e nei

confronti degli altri strati sociali.

Come bene di cittadinanza la trasformazione è avvenuta storicamente. Il turismo si è

progressivamente trasformato da fenomeno elitario a forma di agire diffusa e di massa,

coinvolgendo fasce sempre più ampie e differenziate della popolazione, per diventare un

bene di cittadinanza delle società occidentali industrializzate: non tutti però riescono a

47

permetterselo. In altre parole, la “vacanza” sembra essere diventato un bene

primario/irrinunciabile nelle scelte dei comportamenti di una famiglia, ma è perseguibile da

tutte le famiglie indipendentemente dal loro tenore economico e dalla loro struttura?

Molti studi si sono concentrati, inoltre, sui ruoli giocati sotto molteplici aspetti dalle donne,

dagli uomini e dai bambini: ruoli di madri, padri, madri separate e padri separati, mogli,

mariti, figli, figli piccoli, figli adolescenti. Ogni ruolo impone una sua espressione nel gioco

delle decisioni e nell’esperienza che si ricava da una vacanza; e ogni individuo, secondo la

sua età e le sue caratteristiche sociali imposterà la vacanza con aspettative, motivazioni e

bisogni diversi. Importante sarà allora tenere in gioco ogni possibile differenza sociale,

culturale ed economica che caratterizza l’individuo o la famiglia.

Concludeva Costa nel suo lavoro del 2005 più volte citato: “Siamo verso la crisi della

vacanza familiare di ceto medio?”.

La nostra ricerca vuole analizzare se e come il mutamento della famiglia, dal punto di vista

giuridico e dal punto di vista culturale, ha influito sulle scelte di vacanza dei genitori singoli

o in coppia, con figli che convivono con loro. Ovviamente, accanto a questa ipotesi che

possiamo chiamare ipotesi principale, ci sono delle altre ipotesi derivate: verificare con una

serie di indicatori che rappresentino la situazione socio-economica, culturale, professionale e

logistica, nel senso di diffusione sul territorio, se questo eventuale mutamento si differenzia

secondo altre variabili e se è mutato rispetto al territorio.

Dal punto di vista metodologico per giungere ad una consapevolezza dell’effetto del

mutamento su famiglia e turismo, il lavoro si è diviso in più parti: le parti descrittive dove,

viene ampiamente dimostrato come le scelte turistiche si siano modificate in quest’arco di

tempo e come la famiglia sia mutata nella sua struttura e nei ruoli dei suoi componenti, e la

parte interpretativa che riguarda la connessione tra famiglia e turismo.

48

49

Capitolo 3 – Famiglia e turismo: come sono cambiati

Vi presento la mia famiglia, non si trucca, non si imbroglia

Giorgio Gaber, dalla canzone “La strana famiglia”

3.1 La famiglia oggi

Quando si parla di famiglia, come per ogni fenomeno sociale, si fa riferimento alla

definizione di base e alle funzioni che la famiglia assolve all'interno di una società. In

particolare, della famiglia si può parlare da più punti di vista: considerata come unità, come

un tutt’uno, quando si guarda alle sue funzioni; studiata come sistema in un sistema sociale

più ampio, quando si analizzano gli status e i ruoli dei suoi membri; analizzata dal suo

interno, se si studiano le relazioni fra i suoi membri (Bisi, 1999). Il concetto di famiglia è

centrale per la società e simbolico: ogni definizione storica viene sancita da

regolamentazioni giuridiche e culturali presenti nella società.

Dal punto di vista statistico, e in particolare ci si riferisce alla definizione adottata dalle

indagini Istat utilizzate in questo lavoro, costituisce una famiglia “l’insieme di persone

dimoranti abitualmente nella stessa abitazione e legate da vincoli di matrimonio, parentela,

50

affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi” (Istat, 2010b). Una famiglia può essere

costituita anche da una sola persona.

Dal punto di vista sociologico la famiglia può essere studiata come “istituzione”, cioè come

un’entità che assolve ad alcune funzioni di riproduzione, di socializzazione, di supporto

economico ed affettivo, di senso di appartenenza, di educazione; come “sistema sociale” cioè

come un'entità che adempie a particolari ruoli all’interno di un sistema più ampio, la società,

e contribuisce al funzionamento della stessa; come “gruppo sociale" quando l'attenzione è

rivolta ai sui componenti, cioè alle relazioni che si istituiscono tra i membri della famiglia, i

rapporti tra i coniugi, i rapporti genitori-figli (Bisi, 1999).

Sembra non esistere una definizione condivisa e condivisibile di famiglia. “Agli inizi del 21°

sec., la famiglia appare come una realtà sociale in pieno mutamento, un ambito nel quale si

registrano sensibili innovazioni socioculturali” 34. Ogni definizione di famiglia rischia di

essere parziale e cieca davanti alle plurime forme familiari che si possono osservare.

Per comprendere le diverse “famiglie” tre sono i momenti fondamentali del ciclo di una

famiglia, e in questi tre momenti si inseriscono trasformazioni, novità, che innescano

differenze e peculiarità. Il processo di formazione di una famiglia è il momento in cui la

famiglia viene costituita, da due partner che decidono di formare una coppia. Il processo di

sviluppo e di persistenza di una famiglia costituisce il momento in cui il rapporto di coppia si

fortifica, ci si mostra alla società, il momento nel quale si ottemperano alle funzioni di

riproduzione, di educazione, il momento che maggiormente sancisce la famiglia. Il processo

di rottura ed eventuale ricostruzione di una famiglia è il momento “finale” deciso non da fine

naturale della famiglia ma da scelta dei partner. Cambiamenti demografici e sociali, fattori

intrinseci alla famiglia, stimoli ed interazioni con l’ambiente esterno concorrono a spiegare il

mutamento. Fattori tuttavia che si condizionano a vicenda. Durkheim scriveva (nel 1888)

"Non esiste un modo di essere e di vivere che sia il migliore per tutti. La famiglia di oggi

non è né più né meno perfetta di quella di una volta: è diversa perché le circostanze sono

diverse."

3.2. I cambiamenti demografici

Molti sono i cambiamenti intercorsi negli ultimi decenni nel modo di fare famiglia in Italia.

Infanzia, adolescenza, giovinezza, età adulte, vecchiaia hanno subito una progressiva 34 http://www.treccani.it/enciclopedia/famiglia/

51

dilatazione, determinando profonde modificazioni (Istat, 2005b). La famiglia contemporanea

è, infatti, sottoposta a un processo di profonde trasformazioni e di ridefinizione dei suoi

caratteri salienti. I confini delle famiglie sono incerti e mobili, anche se si è assistito a una

semplificazione delle strutture familiari con una ormai residuale compresenza di più

generazioni al suo interno (Saraceno, 1998). I cambiamenti demografici diventano fattori di

diversificazione e di dinamismo delle strutture familiari.

“Le recenti trasformazioni della famiglia sono documentate da alcuni fenomeni demografici

ormai ben noti che si possono riassumere così: il calo dei matrimoni, il calo delle nascite,

l’aumento delle convivenze (o famiglie di fatto o unioni libere) e delle nascite fuori del

matrimonio, l’aumento delle separazione e dei divorzi, l’aumento delle famiglie con un solo

genitore, l’aumento delle famiglie ricomposte o ricostituite (in cui almeno uno dei coniugi o

partner proviene da una precedente unione), l’aumento delle famiglie unipersonali

(composte di una sola persona)” (Zanatta, 2003). Il calo della nuzialità, l’aumento dell’età al

matrimonio, i comportamenti riproduttivi e nuziali incidono fortemente sulla formazione

delle famiglie e sulle strutture che si vengono a comporre durante il ciclo di vita degli

individui. Ci sono variazioni di calendario, crescita di separazioni e divorzi; cambiano

essenzialmente i modi e i tempi dei ruoli che via via vengono a definirsi fisiologicamente

con il progredire dell’età. Il ricoprire il ruolo di genitore avviene in età più avanzate, mentre

il ruolo di figlio viene mantenuto per più tempo; il ruolo di partner senza figli si sviluppa in

un arco temporale maggiore; il ruolo di coniuge/convivente può subire una rottura dovuta

alla separazione e al divorzio (Sabbadini, 1999).

La tavola 3.1 riporta i principali indicatori demografici negli anni 1990, 2000 e 2009 che

hanno fatto da sfondo al processo di diversificazione delle tipologie familiari in Italia e che

sommariamente rispecchiano i veri nodi di trasformazione del concetto di famiglia in

famiglie: il ritardo dell’ingresso nell’età adulta dei giovani; il calo della nuzialità e della

fecondità; la debolezza delle unioni matrimoniali; le famiglie composte da un solo genitore;

l’aumento delle convivenze more uxorio, sintomo di crisi del matrimonio e non della coppia;

le famiglie ricostituite.

L'Italia è uno dei paesi europei con il più basso tasso di fecondità totale che si attesta intorno

all’1,40 figli per donna sia nel 1990 che nel 2009. Tra questi 20 anni il fenomeno ha subito

però un andamento in prima battuta decrescente con una successiva ripresa ancora in atto. La

tendenza all’aumento della fecondità è in atto, dalla seconda metà degli anni ’90, quando

dopo 30 anni di calo si è raggiunto il minimo storico della fecondità nel 1995 con 1,19 figli

52

per donna (Istat, 2010e). Il dato del 2000 (1,25 figli per donna) manifesta la lenta crescita

della fecondità, il dato del 2009 (1,4 figli per donna) la conferma.

L’andamento delle nascite, con valori, comunque, molto al di sotto della soglia del ricambio

generazionale, ha portato un abbassamento del numero dei componenti della famiglia, che

congiuntamente all’allungamento della vita media ha dato “lunghezza” all’istituzione

familiare: il bambino/ragazzo/giovane vive con poche persone (i genitori, qualche volta uno

solo e, al più un fratello) ma ha un legame che durerà molto più tempo di quanto poteva

durare in passato e sarà qualitativamente migliore, per le oggettive difficoltà ad uscire dalla

famiglia e per gli investimenti materiali e non materiali fatti dai genitori verso i figli.

La “famiglia allungata” si suppone sia dovuta anche a fattori strutturali, economici e culturali

e non soltanto demografici. La lunghezza del ciclo degli studi, le difficoltà del primo

ingresso nel mondo del lavoro, gli alti costi delle abitazioni, il cambiamento di relazioni

all’interno della famiglia e il permanere per molti anni del modello che fa coincidere l’uscita

dalla famiglia di origine con l’ingresso nella famiglia di procreazione, senza passare per un

periodo, più o meno lungo, di autonomia abitativa, infatti, portano il giovane a rimanere

nella famiglia d’origine molto a lungo, spesso fino a quando non vi sia disagio economico o

sociale tra il lasciare la famiglia e il formarne un’altra.

Il momento dell’uscita dalla famiglia d’origine da parte dei figli è, quindi, sempre più

ritardato e conseguentemente è posticipata la formazione di nuovi nuclei familiari e l’entrata

nella vita riproduttiva. Negli ultimi venti anni, infatti, vi è stata un sostanziale posticipazione

delle nozze. In tempi ancora più recenti (i primi anni di questo nuovo secolo) si assiste,

inoltre, a una diminuzione dei tassi di nuzialità. Nel 1990 venivano celebrati 5,5 matrimoni

ogni 1000 abitanti, nel 2009 ne sono stati celebrati 230.613 pari 3,8 matrimoni ogni 1.000

abitanti35. La tendenza alla riduzione delle nozze è in atto dal 1972, ma nel 2009 il calo è

stato particolarmente accentuato (Istat, 2011b). La diminuzione dei matrimoni è imputabile

prevalentemente alla diminuzione della primo-nuzialità. I primi matrimoni, inoltre,

avvengono in un’età maggiore di quanto non avveniva in passato: le donne si sposavano in

prime nozze negli anni 1990 a 25,6 anni, nel 2009 le donne che si sposano in prime nozze

hanno in media 30,1 anni. Per gli uomini l’età media al primo matrimonio passa da 28,4 anni

nel 1990 a 33,1 anni nel 2009.

35 Nel frattempo però è aumentata la percentuale di popolazione anziana che contribuisce limitatamente alla matrimonialità del paese.

53

Una prima interpretazione della minore propensione a sancire con il vincolo matrimoniale la

prima unione è da mettere in relazione con la progressiva diffusione delle nuove forme

familiari a cominciare dalle unioni di fatto, che superano il mezzo milione nel 2007 (Istat.

2011b).

Tavola 3.1 - Alcuni indicatori demografici – Anni 1990, 2000, 2009 INDICATORI DEMOGRAFICI 1990 2000 2009

Tasso di natalità (a) 10,0 9,3 9,5

Tasso di fecondità totale (b) 1,4 1,25 1,41

Età media alla nascita del primo figlio 26,9 28,7 30,0

% di nascite naturali 7,7%* 10,6% 22,2%

% di giovani sotto i 14 anni 15,4%** 14,3% 14,0%

% di persone con 65 anni e più 15,5%** 18,1% 20,1%

Tasso di nuzialità 5,5 4,3 3,8

Età media al primo matrimonio – Maschi (c) 28,4 32,2 33,1

Età media al primo matrimonio – Femmine (c) 25,6 29,5 30,1

% matrimoni civili 16,8% 24,4% 37,2%

% di secondi matrimoni – maschi (d) 5,0% 6,8% 9,8%

% di secondi matrimoni - femmine (d) 3,3% 5,4% 8,6%

Tasso di separazione totale (e) 129,1 228,0 286,2*** Tasse di divorzialità totale (e) 78,0 114,9 178,8***

Fonte: Nostra elaborazione su dati ISTAT - www.istat.it Si vedano in bibliografia le seguenti pubblicazioni di riferimento: Istat, 2011b – Istat, 2010e – Istat, 2010d – Istat, 2006d – Istat, 2006b * Il dato si riferisce al 1996 ** Sul sito demo.istat.it Il dato disponibile meno recente è riferito al 1992 *** Ultimo dato disponibile è riferito al 2008 (a)Tasso di natalità: rapporto tra il numero dei nati vivi dell’anno e l’ammontare medio della popolazione residente, per 1.000. (b)Numero medio di figli per donna (o tasso di fecondità totale - TFT): somma dei quozienti specifici di fecondità calcolati rapportando, per ogni età feconda (15-50 anni), il numero di nati vivi all’ammontare medio annuo della popolazione femminile. (c)Età media dei celibi e delle nubili al primo matrimonio, ponderata con i quozienti specifici di nuzialità (d)Matrimoni di vedovi/e e divorziati/e sul totale (e)Tasso di separazione e divorzio totale: È l’indicatore ottenuto dalla somma, per ogni anno di calendario t, dei tassi specifici di separazione e divorzio secondo la durata del matrimonio. La somma esprime la quota di matrimoni che finiscono con una separazione o un divorzio in un anno di calendario t, con riferimento ad una coorte fittizia di 1.000 matrimoni celebrati in uno stesso anno (t o t-x).

A conferma di questo nuovo atteggiamento sono i dati che rilevano l’incidenza di bambini

nati al di fuori del matrimonio che è in continuo aumento e raggiunge il 21,7 per cento del

totale dei nati nel 2009 (nel 1990 erano 7,7 ogni cento e nel 2000 erano 10,2 ogni cento).

Una seconda interpretazione della minore propensione al matrimonio o alla sua

posticipazione mette in gioco il continuo aumento delle convivenze pre-matrimoniali. In

Italia l’affermazione di nuove forme familiari scelte dai giovani (andare a vivere come

“single” o come membri aggregati ad altre persone) e di nuovi modi di costituire le famiglie

tradizionali (coppie in convivenza, convivenze prematrimoniali e matrimoni civili) inizia a

modificare i “percorsi familiari”.

54

Una terza interpretazione che non contraddice le altre ma le affianca è che la prolungata

permanenza dei giovani nella famiglia di origine determina il rinvio delle prime nozze. Negli

anni più recenti l’allungamento dei tempi formativi, le difficoltà che incontrano i giovani

nell’ingresso nel mondo del lavoro e la condizione di precarietà del lavoro stesso sono

diventate vincolanti nella decisione di formare o meno una famiglia (Sgritta, 2002). Si può

anche supporre che il rinvio delle nozze sia una conseguenza della maggiore libertà di

movimento e, anche, sessuale che rende meno urgente per il giovane la formazione di una

famiglia istituzionale se non nel momento di avere figli.

Se è vero che il giovane spesso non è disposto a rinunciare a benessere e libertà che gli

vengono elargiti nella famiglia d’origine, vero è, anche, che finire gli studi e trovare un

lavoro per continuare a mantenere un tenore di vita simile una volta usciti dalla casa è un

presupposto alla separazione dalla famiglia (ed è una condizione estremamente sentita che

influisce anche sul ritardo alla procreazione). In alcune zone dell’Italia e in alcune fasce

sociali di popolazione, inoltre, esiste ancora una scarsa accettazione sociale della convivenza

fra giovani (confermata da una ricerca IRP del 1999 dove i giovani dichiarano di avere

genitori contrari alla loro uscita se non attraverso il matrimonio) che è sintomo, anch’essa,

delle difficoltà che hanno i giovani nell’operare scelte diverse dal matrimonio.

La scelta di fare una famiglia avviene quindi in percorsi tardivi e più diversificati:

fidanzamenti estremamente lunghi, costituzioni di coppie living apart togheter (LAT)36,

convivenze prematrimonali, libere unioni, famiglie monogenitoriali ecc..

In questo variegato scenario, che caratterizza la dinamica demografica e sociale italiana, si

inserisce la contemporanea crescita dell'instabilità coniugale, misurata attraverso il numero

di separazioni e divorzi concessi. Questi eventi sono fortemente aumentati nell'ultimo

decennio, pur mantenendosi ancora al di sotto della media europea (Istat, 2010d). I due

fenomeni, le separazioni e i divorzi, sono in continua crescita: nel 1990 si verificavano 129

separazioni e 78 divorzi ogni 1.000 matrimoni, nel 2008 si arriva a 286 separazioni e 179

divorzi. Il fenomeno dell’instabilità coniugale presenta situazioni molto diverse sul territorio:

nel 2008 si va dal valore minimo di 186,3 separazioni per 1.000 matrimoni che caratterizza il

Sud al massimo osservato nel Nord-ovest (363,3 separazioni per 1.000 matrimoni) (Istat,

2010d).

36 Si definisce un’unione di tipo LAT quando due partner vivono ognuno in una propria casa, anche eventualmente con altre persone, ma si considerano una coppia e le persone della loro rete familiare e amicale li vedono come tale (Arcaleni, Baldazzi, 2007).

55

La maggior parte delle coppie che si separano (79,8 per cento nel 2008) e che divorziano

(62,4 per cento nel 2008) hanno figli avuti durante la loro unione. Oltre la metà (il 52,3 per

cento) delle separazioni e oltre un terzo (il 37,4 per cento) dei divorzi provengono da

matrimoni con almeno un figlio minore di 18 anni (Istat, 2010d), con una incidenza sempre

maggiore di bambini al di sotto degli 11 anni.

3.3 Le trasformazioni nella struttura della famiglia37

Il concetto di struttura della famiglia fa riferimento al tipo di vincolo che lega i membri di

una convivenza: vincoli di affinità, di consanguineità, di matrimonio e di discendenza

(Saraceno, 2001). La struttura familiare indica le regole con cui una convivenza si forma e si

trasforma, la sua composizione e la sua ampiezza; le relazioni familiari, invece, designano i

rapporti di autorità e di affetto esistenti all’interno di una gruppo di persone che vivono

insieme (Barbagli, 1984).

La struttura delle famiglie italiane è profondamente cambiata nell’ultimo ventennio (Tavola

3.2). Il numero di persone che vivono da sole ha raggiunto un traguardo elevato: 6.736mila

individui pari al 28,1 per cento di famiglie (più di una famiglia su quattro è composta da una

persona sola). Le famiglie con un nucleo (le coppie e i nuclei monogenitoriali) sono

diminuite passando dal 75,8 per cento di famiglie nel 1993 al 68,8 per cento di famiglie nel

2009.

37 Per le fonti dei dati presentati in questo paragrafo e nel successivo, si veda le seguenti pubblicazioni presenti nella bibliografia: Istat, 2010b – Istat, 2009c – Istat, 2008b – Istat, 2007a – Istat, 2007b – Istat, 2005a – Istat, 2004a – Istat, 2004b – Istat, 2003 – Istat, 2000a – Istat, 2000b.

56

Tavola 3.2 - Famiglie per tipologia - Medie 1993-1994, 1995-1996, 1997-1998, 1999-2000, 2001-2002, 2003-2005, 2006-2007, 2008-2009 (valori in migliaia e per 100 famiglie)

ANNI

1993-1994 1995-1996 1997-1998 1999-2000 2001-2002 2003-2005 2006-2007 2008-2009 TIPOLOGIA

Dati in migliaia

% Dati in migliaia

% Dati in migliaia

% Dati in migliaia

% Dati in migliaia

% Dati in migliaia

% Dati in migliaia

% Dati in migliaia

%

FAMIGLIE SENZA NUCLEI 4,739 22.9 4,651 22.3 4,957 23.4 5,435 25.2 5,886 26.9 6,283 27.8 6,592 28.4 7,220 30.1 Una persona sola 4,370 21.1 4,278 20.5 4,558 21.5 4,957 23.0 5,463 25.0 5,852 25.9 6,121 26.4 6,736 28.1 FAMIGLIE CON UN NUCLEO 15,654 75.8 15,976 76.6 16,000 75.5 15,824 73.5 15,711 71.9 16,004 70.9 16,342 70.4 16,488 68.8 Un nucleo senza altre persone 14,866 71.9 15,121 72.5 15,085 71.1 14,983 69.6 14,838 67.9 15,153 67.1 15,510 66.8 15,646 65.3 Coppie senza figli 3,863 18.7 4,087 19.6 4,160 19.6 4,129 19.2 4,164 19.0 4,461 19.8 4,687 20.2 4,779 19.9 Coppie con figli 9,436 45.7 9,454 45.3 9,351 44.1 9,201 42.7 9,001 41.2 8,923 39.5 8,957 38.6 8,926 37.2 Un solo genitore con figli 1,567 7.6 1,580 7.6 1,574 7.4 1,653 7.7 1,672 7.7 1,770 7.8 1,867 8.0 1,942 8.1 Un nucleo con altre persone 788 3.8 855 4.1 915 4.3 841 3.9 873 4.0 850 3.8 832 3.6 842 3.5 Coppie senza figli 210 1.0 242 1.2 251 1.2 247 1.2 257 1.2 285 1.3 259 1.1 254 1.1 Coppie con figli 469 2.3 498 2.4 534 2.5 468 2.2 473 2.2 423 1.9 427 1.8 438 1.8 Un solo genitore con figli 109 0.5 115 0.6 130 0.6 125 0.6 143 0.7 142 0.6 146 0.6 150 0.6 FAMIGLIE CON DUE O PIÙ NUCLEI 272 1.3 229 1.1 250 1.2 274 1.3 269 1.2 295 1.3 282 1.2 271 1.1 Totale 20,666 100.0 20,856 100.0 21,207 100.0 21,532 100.0 21,866 100.0 22,582 100.0 23,216 100.0 23,979 100.0

Fonte: Nostra elaborazione su dati ISTAT - Indagine Multiscopo - Aspetti della vita quotidiana – Anni 1993, 1994, 1995, 1996, 1997, 1998, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009

57

La perdita più importante è avvenuta tra le coppie con figli che sono diminuite di 1 milione e

500 famiglie, passando da 9.905mila coppie con figli nel biennio 1993-94 a 8.364mila

coppie con figli nel biennio 2008-2009 (dal 48 per cento delle famiglie al 39 per cento).

Dietro queste trasformazioni incide il calo della fecondità, la difficoltà ad avere figli e

l’aumentata speranza di vita alla nascita. La percentuale di anziani di 65 anni e più è

costantemente aumentata: nel 2009 una persona ogni cinque ha più di 64 anni. Una notevole

parte di anziani, soprattutto donne e vedove, forma un nucleo unipersonale.

Volendo fare una graduatoria delle tipologie familiari che si possono incontrare in Italia al

primo posto si trovavano nel 1990 le coppie con figli (48 per cento), al secondo posto le

persone sole (21 per cento), al terzo le coppie senza figli (19,7 per cento) e, per ultimi, i

nuclei monogenitoriali (8,1 per cento). Nel 2008 le posizioni rimangono stabili ma i rapporti

di forza tra le tipologie cambiano radicalmente: le coppie con figli sono il 39 per cento, le

persone sole il 28,1 per cento, le coppie senza figli il 21 per cento e i nuclei monogenitori

l’8,7 per cento.

Di conseguenza cambia il numero medio di componenti in famiglia (Tavola 3.3). Le famiglie

con quattro o più componenti erano le più numerose nel 1993-1994: il 30,4 per cento delle

famiglie (circa una ogni tre). Seguivano le famiglie con due componenti (25,3 per cento, 1

ogni 4), le famiglie con tre componenti (23,3 per cento) e per ultime le famiglie composte da

una sola persona (21,1 per cento). Nel 2008-2009 la classifica si ribalta: al primo posto ci

sono le famiglie unipersonali (28,1 per cento), seguite dalle famiglie composte da due

persone (27,3 per cento), dalle famiglie di quattro o più componenti (23,8 per cento) e per

ultime le famiglie con tre componenti (20,8 per cento).

Tavola 3.3 - Famiglie per numero di componenti - Medie 1993-94, 1995-96, 1997-98, 1999-2000, 2001-2002, 2003-2005, 2006-2007, 2008-2009 (per 100 famiglie)

ANNI NUMERO DI COMPONENTI

1993-1994 1995-1996 1997-1998 1999-2000 2001-2002 2003-2005 2006-2007 2008-2009

Uno 21.1 20.5 21.5 23.0 25,0 25.9 26.4 28.1 Due 25.3 26.3 26.3 26.2 25,8 26.8 27.5 27.3 Tre 23.2 23.3 23.5 22.7 22,7 21.8 21.8 20.8 Quattro 21.6 21.8 21.1 20.6 19,8 19.0 18.2 17.9 Cinque 6.5 6.5 6.0 5.9 5,4 5.2 4.7 4.7 Sei e più 2.3 1.7 1.7 1.7 1,4 1.3 1.4 1.2 Totale 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0 100.0

Fonte: Nostra elaborazione su dati ISTAT - Indagine Multiscopo - Aspetti della vita quotidiana – Anni 1993, 1994, 1995, 1996, 1997, 1998, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009

Le nuove forme familiari con il passare degli anni aumentano la loro rilevanza. I nuclei

familiari costituiti da un solo genitore, anche se presentano una incidenza ancora contenuta,

58

sono in lenta ma continua crescita (GCD-SIS, 2007). Dalla tavola 3.4 si evidenzia come tra i

nuclei familiari il peso dei nuclei monogenitoriali sia passato dall’11 per cento del 1993-

1994 al 13 per cento nel 2008-2009. Tra le coppie, la percentuale di coppie non coniugate è

passata dal 1,6 per cento di coppie nel 1993-94 al 5,5 per cento nel biennio 2008-2009,

contemporaneamente la quota di coppie dove almeno uno dei partner ha avuto una

precedente esperienza di coppia è passata dal 4,2 per cento al 6,1 per cento.

Le differenze e l’emergere di nuove tipologie e approcci alla famiglia sono più evidenti in

alcune ripartizioni geografiche. Nelle regioni settentrionali e centrali la quota delle coppie

con figli supera di poco il 50 per cento (52,9 per cento nel Nord Ovest, 53,3 per cento nel

Nord-Est e 53,5 per cento nel Centro), mentre nelle regioni meridionali e nelle isole

raggiunge rispettivamente il 63,3 per cento e il 60,3 per cento. Le unioni libere

rappresentano il 7,2 per cento di coppie nel Nord Ovest, l’8 per cento nel Nord Est e il 6 per

cento nel Centro. Le famiglie ricostituite raggiungono circa il 7 per cento delle coppie nelle

regioni settentrionali e centrali. Al sud e nelle isole, questi due fenomeni sono ancora

residuali (vedi Tavola 3.5). Significativo è l’andamento della quota dei giovani di 18-30 che

vivono ancora con i genitori: nelle regioni centro-settentrionali si assiste ad una stazionarietà

del fenomeno con tuttavia dei segnali di diminuzione recenti (soprattutto nel Nord est e nel

Centro), mentre nel sud Italia e nelle isole il fenomeno è in crescita anche per il biennio

2008-2009.

Tavola 3.4 - Famiglie e nuclei familiari per tipologia - Medie 1993-94, 1995-96, 1997-98, 1999-2000, 2001-2002, 2003-2005, 2006-2007, 2008-2009

ANNI TIPOLOGIE DI FAMIGLIE

E NUCLEI FAMILIARI 1993-1994

1995-1996

1997-1998

1999-2000

2001-2002

2003-2005

2006-2007

2008-2009

Single (a) 21.1 20.5 21.5 23.0 25.0 25.9 26.4 28.1 Famiglie con almeno 5 componenti (a) 8.8 8.1 7.7 7.5 6.8 6.5 6.2 5.9 Famiglie estese (a) (c) 5.1 5.2 5.5 5.2 5.2 5.1 4.8 4.6 Coppie con figli (b) 62.5 61.6 61.0 60.2 59.4 57.6 56.8 56.3 Coppie senza figli (b) 26.5 27.5 28.0 28.1 28.6 30.2 30.6 30.7 Monogenitore (b) 11.0 10.9 11.0 11.6 12.0 12.3 12.7 13.0 Coppie non coniugate (d) 1.6 1.8 2.2 2.7 3.5 4.1 4.6 5.5 Famiglie ricostituite (d) 4.2 3.9 3.6 4.3 4.7 4.7 5.6 6.1 Figli celibi e nubili di (18 -30) anni (e) 68.5 70.5 71.5 73.0 73.5 72.7 72.8 72.5 (a) Per 100 famiglie. (b) Per 100 nuclei familiari (c) Famiglie composte da 2 o più nuclei o da un nucleo familiare con altre persone aggregate (d) Per 100 coppie (e) Per 100 giovani di 18-30anni

Fonte: Nostra elaborazione su dati ISTAT - Indagine Multiscopo - Aspetti della vita quotidiana – Anni 1993, 1994, 1995, 1996, 1997, 1998, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009

59

Tavola 3.5 - Famiglie e nuclei familiari per tipologia e ripartizione geografica- Medie 1993-94, 1995-96, 1997-98, 1999-2000, 2001-2002, 2003-2005, 2006-2007, 2008-2009

ANNI TIPOLOGIE DI FAMIGLIE

E NUCLEI FAMILIARI 1993-1994

1995-1996

1997-1998

1999-2000

2001-2002

2003-2005

2006-2007

2008-2009

NORD-OVEST

Single (a) 24.3 23.4 24.4 26.0 27.4 29.2 28.8 30.5 Famiglie con almeno 5 componenti (a) 4.8 4.5 4.1 4.0 3.9 3.9 3.8 3.6 Famiglie estese (a) (c) 3.8 3.8 4.0 3.8 3.7 3.6 3.5 3.5 Coppie con figli (b) 58.7 58.1 57.0 55.8 54.8 53.9 52.7 52.9 Coppie senza figli (b) 29.2 30.5 31.8 32.0 33.1 33.7 34.6 34.5 Monogenitore (b) 12.1 11.3 11.2 12.2 12.0 12.4 12.6 12.6 Coppie non coniugate (d) 2.1 2.5 3.0 3.4 5.1 5.0 5.9 7,2 Famiglie ricostituite (d) 4.9 4.7 4.8 5.3 6.5 5.7 7.2 7.1 Figli celibi e nubili di (18 -30) anni (e) 68.0 70.3 69.4 70.3 70.7 71.6 69.3 69.6

NORD-EST Single (a) 20.5 20.9 21.1 23.7 25.2 26.3 27.5 28.7 Famiglie con almeno 5 componenti (a) 6.8 6.8 5.9 5.7 5.3 5.5 5.0 4.8 Famiglie estese (a) (c) 6.9 7.4 7.5 6.5 5.9 6.0 5.0 5.2 Coppie con figli (b) 59.5 58.8 58.4 56.8 56.6 54.2 53.8 53.3 Coppie senza figli (b) 29.6 29.6 30.0 31.3 31.6 34.0 33.5 35.0 Monogenitore (b) 10.9 11.6 11.6 11.9 11.8 11.9 12.7 11.7 Coppie non coniugate (d) 2.3 3.1 3.2 4.3 5.3 6.8 6.8 8,0 Famiglie ricostituite (d) 4.4 4.5 4.0 4.8 5.6 6.2 6.4 7.5 Figli celibi e nubili di (18 -30) anni (e) 69.9 71.7 71.2 71.2 71.9 68.7 69.8 66.5

CENTRO Single (a) 23.0 21.6 23.8 24.3 27.6 27.4 27.3 30.1 Famiglie con almeno 5 componenti (a) 6.7 6.1 6.0 6.2 5.5 5.2 5.4 5.2 Famiglie estese (a) (c) 7.1 6.7 7.2 6.8 7.1 6.7 6.3 6.0 Coppie con figli (b) 60.1 57.6 57.6 57.5 56.9 54.7 55.0 53.5 Coppie senza figli (b) 28.6 31.1 31.2 30.5 30.3 32.6 31.8 32.1 Monogenitore (b) 11.3 11.3 11.1 12.0 12.7 12.7 13.2 14.4 Coppie non coniugate (d) 1.4 1.6 2.5 2.8 3.2 4.3 4.8 6,0 Famiglie ricostituite (d) 4.3 3.9 3.9 4.5 4.4 5.3 5.7 7.1 Figli celibi e nubili di (18 -30) anni (e) 70.8 70.6 72.3 74.5 75.7 72.7 73.6 71.8

SUD Single (a) 16.8 16.6 16.9 18.6 20.7 21.0 22.1 23.3 Famiglie con almeno 5 componenti (a) 16.2 14.3 13.9 13.6 11.7 10.7 10.2 9.5 Famiglie estese (a) (c) 4.7 4.7 5.1 5.1 5.5 5.1 5.4 4.8 Coppie con figli (b) 68.9 68.5 68.2 67.6 66.6 64.5 62.6 63.3 Coppie senza figli (b) 21.1 21.7 21.9 21.7 21.7 23.6 24.8 23.8 Monogenitore (b) 10.0 9.8 9.8 10.7 11.6 11.9 12.5 12.9 Coppie non coniugate (d) 0.7 0.6 0.9 1.1 1.1 1.7 1.9 2,1 Famiglie ricostituite (d) 3.3 3.0 2.3 3.2 2.6 3.0 3.7 3.5 Figli celibi e nubili di (18 -30) anni (e) 69.5 71.3 72.8 75.7 75.8 76.3 77.1 78.0

ISOLE Single (a) 19.6 18.2 19.6 20.7 22.1 23.8 25.1 26.5 Famiglie con almeno 5 componenti (a) 11.1 11.2 11.0 10.3 9.1 8.9 7.5 8.4 Famiglie estese (a) (c) 2.7 3.3 3.5 3.5 3.9 4.2 3.9 3.8 Coppie con figli (b) 67.5 67.2 66.2 66.5 64.8 62.9 62.6 60.3 Coppie senza figli (b) 22.7 22.5 22.5 22.8 23.6 24.6 25.3 25.8 Monogenitore (b) 9.7 10.3 10.4 10.7 11.5 12.5 12.2 14.0 Coppie non coniugate (d) 1.4 0.8 1.1 1.1 2.0 1.7 2.7 3,3 Famiglie ricostituite (d) 3.7 2.7 2.4 3.0 3.4 2.6 4.3 4.6 Figli celibi e nubili di (18 -30) anni (e) 62.2 67.1 71.9 72.5 72.7 72.7 73.2 74.7 (a) Per 100 famiglie. (b) Per 100 nuclei familiari (c) Famiglie composte da 2 o più nuclei o da un nucleo familiare con altre personeaggregate(d) Per 100 coppie (e) Per 100 giovani di 18-30 anni

60

Fonte: Nostra elaborazione su dati ISTAT - Indagine Multiscopo - Aspetti della vita quotidiana – Anni 1993, 1994, 1995, 1996, 1997, 1998, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009

Tavola 3.6 - Coppie con figli per numero di figli – Medie 1993-94, 1995-96, 1997-98, 1999-2000, 2001-2002, 2003-2005, 2006-2007, 2008-2009 (dati in migliaia e per 100 coppie con figli)

Numero di figli

Uno

Due

Tre e più

Totale ANNI

Dati assoluti (in migliaia) %

Dati assoluti (in migliaia) %

Dati assoluti (in migliaia) %

Dati assoluti (in migliaia) %

1993-1994 4,434 43.8 4,304 42.5 1,392 13.7 10,129 100.0 1995-1996 4,432 43.8 4,406 43.5 1,291 12.8 10,128 100.0 1997-1998 4,552 45.2 4,315 42.9 1,204 12.0 10,071 100.0 1999-2000 4,406 44.7 4,223 42.8 1,236 12.5 9,865 100.0 2001-2002 4,460 46.2 4,125 42.7 1,073 11.1 9,658 100.0 2003-2005 4,375 45.8 4,100 42.9 1,078 11.3 9,553 100.0 2006-2007 4,496 46.8 4,064 42.4 1,037 10.8 9,597 100.0 2008-2009 4,457 46.5 4,120 43.0 1,010 10.5 9,588 100.0

Fonte: Nostra elaborazione su dati ISTAT - Indagine Multiscopo - Aspetti della vita quotidiana – Anni 1993, 1994, 1995, 1996, 1997, 1998, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009

Tavola 3.7 - Coppie con figli per classe di età della donna – Medie 1993-94, 1995-96, 1997-98, 1999-2000, 2001-2002, 2003-2005, 2006-2007, 2008-2009 (per 100 coppie con figli) CLASSI DI ETÀ DELLA DONNA

1993-1994 1995-1996 1997-1998 1999-2000 2001-2002 2003-2005 2006-2007 2008-2009

15-24 2.3 1.7 1.4 1.1 1.2 1.1 1.0 1.1 25-34 22.4 21.6 20.0 18.1 17.0 16.1 15.5 14.6 35-44 31.8 31.2 32.3 33.1 33.4 34.3 34.2 34.3 44-54 26.5 27.0 27.1 28.1 27.8 27.1 26.8 28.0 55-64 13.1 13.9 14.2 14.0 14.8 15.4 16.0 15.5 65-74 3.4 4.0 4.4 4.7 5.1 5.1 5.3 5.5 75 e più 0.5 0.6 0.6 0.9 0.9 0.9 1.2 1.1 Totale (in migliaia)

10,129 10,128 10,071 9,865 9,658 9,553 9,597 9,588

Fonte: Nostra elaborazione su dati ISTAT - Indagine Multiscopo - Aspetti della vita quotidiana – Anni 1993, 1994, 1995, 1996, 1997, 1998, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009

Tavola 3.8 - Coppie con figli per classe di età del figlio più piccolo – Medie 1993-94, 1995-96, 1997-98, 1999-2000, 2001-2002, 2003-2005, 2006-2007, 2008-2009 (per 100 coppie con figli) CLASSI DI ETÀ DEL FIGLIO PIU’ PICCOLO

1993-1994 1995-1996 1997-1998 1999-2000 2001-2002 2003-2005 2006-2007 2008-2009

Fino a 5 26.8 26.2 25.8 25.4 25.7 26.4 26.5 27.1 6-13 24.0 23.8 23.6 23.6 23.8 23.3 23.1 23.5 14-17 13.4 12.2 11.8 11.4 10.8 11.3 11.3 11.3 18-24 22.5 21.9 21.1 20 18.5 17.5 17.0 16.9 25 e più 13.3 16.0 17.8 19.6 21.3 21.6 22.1 21.3 Totale (in migliaia)

10,129

10,128

10,071 9,865

9,658 9,553 9,597 9,588

Fonte: Nostra elaborazione su dati ISTAT - Indagine Multiscopo - Aspetti della vita quotidiana – Anni 1993, 1994, 1995, 1996, 1997, 1998, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009

61

Il mutamento che è avvenuto tra le coppie con figli è riportato nelle tavole 3.6, 3.7 e 3.8.

Nell’ultimo biennio considerato la quota di coppie con tre o più figli è del 10,5 per cento,

quota che è scesa di 3 punti percentuali circa rispetto al 1993-94; costante è invece rimasta la

percentuale di coppie con due figli, mentre è in aumento la quota di coppie con un figlio

(46,5 per cento nel 2008-09 contro il 43,8 per cento del 1993-94).

Altro aspetto da rilevare è l’aumentato peso delle coppie i cui figli più piccoli hanno un’età

superiore ai 24 anni (21,3 per cento nel 2008-2009) o sono maggiorenni (38,2 per cento nel

2008-09) e lo scarso peso delle coppie giovani dove la donna ha una età compresa tra 15 e 34

anni, che sono pari al 15,7 per cento nel 2008-09 (erano il 24,7 per cento nel 1993-1994).

I nuclei monogenitoriali risultano essere nel biennio 2008-09 circa 2 milioni e 213 mila e

rappresentano il 13 per cento del complesso dei nuclei familiari (Tavole 3.9, 3.10 e 3.11). La

maggioranza di essi è composta da donne per effetto essenzialmente dell’affidamento

esclusivo prevalentemente alla madre, o dell’affido condiviso.

Nella maggior parte dei nuclei monogenitoriali vive un solo figlio (70,0 per cento), quota

che è andata aumentando negli anni (nel 1993-94 erano 67 ogni 100 nuclei monogenitoriali).

L’aumento dell’instabilità coniugale si riflette nella percentuale di nuclei monogenitoriali

dove sono presenti figli minori: sono il 35,4 per cento nel 2008-09 mentre erano il 27,7 per

cento nel 1993-94.

Tavola 3.9 - Nuclei monogenitoriali per numero di figli – Medie 1993-94, 1995-96, 1997-98, 1999-2000, 2001-2002, 2003-2005, 2006-2007, 2008-2009 (per 100 nuclei monogenitore)

Numero di figli ANNI

Uno Due Tre e più Totale

1993-1994 66.8 26.0 7.2 100.0 1995-1996 68.7 25.0 6.3 100.0 1997-1998 68.3 26.5 5.2 100.0 1999-2000 68.6 26.0 5.4 100.0 2001-2002 67.5 26.7 5.8 100.0 2003-2005 68.8 25.5 5.7 100.0 2006-2007 68.8 26.2 5.0 100.0 2008-2009 70.0 25.5 4.5 100.0

Fonte: Nostra elaborazione su dati ISTAT - Indagine Multiscopo - Aspetti della vita quotidiana – Anni 1993, 1994, 1995, 1996, 1997, 1998, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009

Nel contesto di socializzazione molte di queste trasformazioni incidono fortemente sulla vita

di uomini e donne. “La famiglia vive all’interno di una fitta rete di rapporti e scambi tra

parenti, tra famiglie e tra individui di diverse famiglie, rapporti che si esprimono in una

pluralità di direzioni, in un intrecciarsi di scambi” (Sabbadini, 1996) oltreché di aspettative.

62

La promozione dell’uguaglianza nell’accesso agli studi di ragazzi e ragazze porta le donne

ad investire maggiormente negli studi: ciò diventa il presupposto per un nuovo rapporto con

il mondo del lavoro. L’aumento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro

favorisce l’emergere di nuovi modelli di relazioni familiari: più aspettative esterne alla

famiglia, più tempo dedicato al lavoro e meno tempo “domestico”. Questo diverso status

delle donne nella famiglia insieme ad un controllo migliore e socialmente accettato sulla

procreazione, ha contribuito a non fare del matrimonio e della maternità l’unica aspirazione

femminile.

Cambia, anche, il modello di condivisione dei carichi familiari, anche se più lentamente di

quanto non stia avvenendo sul piano delle strutture familiari, e per effetto delle strategie che

le donne attuano per svolgere nel migliore modo possibile i molti ruoli che devono ricoprire.

Le donne, soprattutto quelle con figli, continuano a essere sovraccariche di lavoro familiare

in tutte le zone del Paese e in tutte le classi sociali. Negli ultimi anni, però, hanno fatto fronte

alla difficoltà di conciliare il lavoro e la famiglia e alle esigenze imposte da nuovi stili di

vita, comprimendo il tempo dedicato al lavoro familiare e operandone una redistribuzione

interna: dedicano più tempo ai figli, anche se sono meno numerosi che in passato, e riducono

l’impegno nei servizi domestici (Istat, 2005b).

“La famiglia post-moderna, sempre più autonoma, sempre più indipendente, fatica però a

trovare un nuovo assetto. Poco sorretta dalle istituzioni, si muove alla ricerca di un punto di

equilibrio che concili la realtà dei rapporti intrafamiliari e un immaginario sociale,

veicolato dai media, che da un lato esalta la visione idilliaca e sdolcinata della coppia unita

con figlio bravo e bello, e dall’altro rappresenta una realtà falsificata che serve solo a far

circolare immagini: immagini di corpi sempre belli, sempre snelli e flessuosi, immagini

stereotipate di uomini e donne dalle vite dense, densissime di avvenimenti di ogni genere, e

che ben riproducono gli stereotipi correnti. Si alimenta così la creazione continua di

bisogni, con la logica, conseguente creazione di tensioni psicologiche e di frustrazioni”

(Bisi, 1999).

E proprio il tempo, la condivisione dei ruoli tra i genitori, il rapporto genitori-figli e le

interazioni tra famiglia e società diventano variabili importanti nello studio della relazione

tra turismo & famiglia: tempo più parcellizzato, disponibilità di ferie limitata, difficoltà a

gestire le vacanze scolastiche dei figli, ruolo decisionale dei partner, aspettative sociali e

culturali.

63

Tavola 3.10 - Nuclei monogenitoriali per sesso del genitore – Medie 1993-94, 1995-96, 1997-98, 1999-2000, 2001-2002, 2003-2005, 2006-2007, 2008-2009 (dati in migliaia e per 100 genitori soli)

1993-1994 1995-1996 1997-1998 1999-2000 2001-2002 2003-2005 2006-2007 2008-2009 SESSO DEL GENITORE

Dati assoluti

(in migliaia)

%

Dati assoluti

(in migliaia)

%

Dati assoluti

(in migliaia)

%

Dati assoluti

(in migliaia)

%

Dati assoluti

(in migliaia)

%

Dati assoluti

(in migliaia)

%

Dati assoluti

(in migliaia)

%

Dati assoluti

(in migliaia)

%

Maschi 272 15.3 302 16.9 293 16.2 287 15.1 277 14.2 335 16.4 326 15.2 369 16.7 Femmine 1,503 84.7 1,487 83.1 1,516 83.8 1,615 84.9 1,675 85.8 1,700 83.6 1,818 84.8 1,844 83.3 Totale 1,775 100.0 1,789 100.0 1,809 100.0 1,902 100.0 1,952 100.0 2,035 100.0 2,144 100.0 2,213 100.0

Fonte: Nostra elaborazione su dati ISTAT - Indagine Multiscopo - Aspetti della vita quotidiana – Anni 1993, 1994, 1995, 1996, 1997, 1998, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009

Tavola 3.11 - Nuclei monogenitoriali con figli per età del figlio più piccolo – Medie 1993-94, 1995-96, 1997-98, 1999-2000, 2001-2002, 2003-2005, 2006-2007, 2008-2009 (per 100 nuclei monogenitore)

CLASSI DI ETÀ DEL FIGLIO PIU’ PICCOLO 1993-1994 1995-1996 1997-1998 1999-2000 2001-2002 2003-2005 2006-2007 2008-2009

Fino a 5 6.8 7.7 7.4 9.1 9.9 9.9 10.7 11.2 6-13 11.5 11.2 10.9 12.0 12.3 14.1 14.3 13.4 14-17 9.4 8.5 8.3 7.0 9.1 9.2 8.1 10.8 18-24 24.9 21.4 20.1 17.5 16.8 15.4 16.1 16.2 25 e più 47.5 51.2 53.2 54.4 51.9 51.4 50.8 48.4 Totale (in migliaia) 1,775 1,789 1,809 1,902 1,952 2,035 2,144 2,213

Fonte: Nostra elaborazione su dati ISTAT - Indagine Multiscopo - Aspetti della vita quotidiana – Anni 1993, 1994, 1995, 1996, 1997, 1998, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009

64

3.4 La propensione al turismo dal 1993 al 2009 in Italia

Negli ultimi venti anni il turismo è stato caratterizzato da un costante aumento del numero di

arrivi e di viaggiatori a livello mondiale. Solamente nel 2009 l’organizzazione mondiale del

turismo (UNWTO38) ha segnalato una flessione nel numero degli arrivi, fenomeno che si è

ribaltato nell’anno successivo con una ulteriore riconferma positiva nei primi due mesi del

2011 date le ultime informazioni reperibili. Il 2010 ha fatto registrare un incremento negli

arrivi internazionali del 6,7 per cento; nei primi due mesi del 2011 l’incremento è stato del 5

per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Alcuni fattori hanno influenzato la spinta all’aumento dei viaggi e dei viaggiatori in questi

ultimi anni: una contrazione spazio-temporale delle reti di collegamento internazionali

abbinata all’abbattimento dei costi del trasporto internazionale ha portato ad una

accelerazione degli scambi; l’uso sempre più massiccio delle tecnologie informatiche e di

internet nella programmazione, organizzazione e prenotazione del viaggio ha innescato una

rincorsa all’abbassamento dei costi della vacanza grazie all’internet booking e alle formule

come i viaggi low-cost e le offerte last-minute; l’autodeterminazione delle scelte

dell’individuo-turista che possiede una flessibilità maggiore dei suoi tempi di lavoro e di

vacanza e più capacità e possibilità, lo hanno portato ad auto-organizzare il viaggio per

soddisfare pienamente le sue peculiari caratteristiche (avvento di pacchetti personalizzati).

In Italia le persone che hanno effettuato un viaggio di vacanza di almeno 4 notti consecutive

sono state nel 2009 il 47,5 per cento della popolazione, pari a circa 28 milioni 356 mila

individui. Il fenomeno dal 1993 ad oggi si è manifestato con periodi di crescita alternati a

momenti di stasi se non addirittura di avvisaglie di decrementi (Tavola 3.12). Nel 1993 il

45,3 per cento della popolazione (pari a 25 milioni 740 mila individui) era andato in

vacanza, gli anni successivi la percentuale era andata aumentando fino a raggiungere il 47,8

per cento nel 1997. Dopo un periodo di stasi durato 2 anni (1998, 1999) la crescita era

continuata raggiungendo un massimo nel 2003 quando più della metà della popolazione

aveva effettuato almeno un viaggio (51 per cento). Successivamente la situazione si è

assestata intorno al 50 per cento e soltanto nel 2009 si è registrato un calo dei viaggiatori

(come si è registrato anche nelle statistiche internazionali e nelle altre fonti di dati italiane39).

38 Il sito con i dati sul turismo internazionale disseminati dall’UNWTO è: www.unwto.org/statistics 39 L’indagine Viaggi e Vacanze registra nel 2009, rispetto all’anno precedente, una diminuzione del numero di viaggi (sia brevi che lunghi) dell’8 per cento. Nel 2009 i viaggi con pernottamento effettuati dai residenti in Italia, sono stati 113 milioni e 46 mila (Istat, 2010a). Nel 2010 questa stessa indagine registra una ulteriore

65

Negli anni si manifesta il fenomeno dello spezzettamento dei viaggi in più periodi. Non più

una unica vacanza molto lunga, ma dove e quando possibile più periodi di vacanza di entità

più breve che solitamente sommano un numero totale di giorni sempre più piccolo: la

vacanza si spacchetta in più periodi per un numero totale di giorni inferiore al passato

(Touring Club Italiano, 2008). Nel 1993 tre viaggiatori ogni quattro compivano una sola

vacanza, nel 2009 il 64,6 per cento effettua una sola vacanza mentre il 22,3 per cento viaggia

per due periodi e 13,1 per cento per tre o più periodi (Grafico 3.1). Tra il 1993 e il 2009

emerge, quindi, la tendenza graduale ma costante a passare da un modello tradizionale di

vacanze organizzate su di un unico periodo ad modello più articolato spezzettando le

vacanze nell’arco dell’anno.

Tavola 3.12 - Persone andate in vacanza negli ultimi 12 mesi per numero di periodi e persone non andate in vacanza per motivi prevalenti della non vacanza - Anni 1993-2009 (per 100 persone)

ANNI Andati in vacanza

(a) Per un periodo

(b) Per due periodi

(b)

Tre e più periodi

(b)

Non andati in vacanza per motivi economici

(c)

Non andati in vacanza per mancanza di

abitudine (c)

1993 45.3 75.3 17.3 7.4 42.8 17.7 1994 47.3 74.7 17.1 8.2 38.2 17.0 1995 47.1 74.0 17.7 8.3 40.0 17.5 1997 47.8 73.1 17.7 9.2 42.7 17.2 1998 46.2 71.7 18.6 9.7 44.5 17.6 1999 45.0 71.3 18.1 10.6 44.3 17.0 2000 47.8 70.5 19.9 9.6 39.3 17.3 2001 49.3 67.3 20.6 12.1 33.1 19.0 2002 50.2 69.8 19.4 10.8 36.8 15.3 2003 51.0 67.9 19.9 12.2 38.0 15.2 2005 49.9 65.1 21.3 13.6 43.5 17.0 2006 50.4 66.3 20.5 13.2 45.4 16.9 2007 50.7 65.3 21.7 13.0 46.6 17.3 2008 50.3 65.5 21.2 13.3 50.4 13.4 2009 47.5 64.6 22.3 13.1 50.6 13.8 (a) Per almeno quattro notti consecutive negli ultimi 12 mesi. (b) Per 100 persone andate in vacanza per almeno quattro notti consecutive negli ultimi 12 mesi (c) Per 100 persone non andate in vacanza negli ultimi 12 mesi

Fonte: Nostra elaborazione su dati ISTAT - Indagine Multiscopo - Aspetti della vita quotidiana – Anni 1993, 1994, 1995, 1997, 1998, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009

diminuzione del numero di viaggi (-12,4 per cento) rispetto all’anno precedente. Nel 2010 i viaggi con pernottamento effettuati dai residenti in Italia sono stimati in 99 milioni e 997 mila (Istat, 2011a).

66

Grafico 3.1 - Percentuale di persone andate in vacanza per numeri di periodi e anni.

Fonte: Nostra elaborazione su dati ISTAT - Indagine Multiscopo - Aspetti della vita quotidiana – Anni 1993, 1994, 1995, 1997, 1998, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009

Tra i motivi che inducono a non effettuare vacanze, il più ricorrente è legato ai problemi

economici. La quota di coloro che hanno dichiarato questa motivazione ha seguito con un

andamento contrario all’andamento della propensione alla vacanza: negli anni di aumento

del numero di viaggiatori si riscontra una diminuzione di chi dichiara la motivazione

economica tra coloro che non viaggiano; negli anni di diminuzione dei viaggiatori

aumentano coloro che indicano il motivo economico come causa del non aver fatto vacanze

tra coloro che non viaggiano. È come se una piccola parte del collettivo dei viaggiatori, nei

momenti meno favorevoli economicamente si escluda dalla vacanza, non la vada ad

effettuare, mentre una grande parte dei viaggiatori mantenga costante la propria propensione.

La mancanza di abitudine, invece, è una motivazione che sta pian piano perdendo interesse e

risulta spesso dichiarata dalle persone più anziane. Nel 2009 al motivo economico seguono i

motivi familiari (22,7 per cento), la mancanza di abitudine (13,8 per cento), i motivi legati

alla salute (10,2 per cento), i motivi legati all’età e gli impegni lavorativi o di studio

(entrambi indicati dall’11,8 per cento). La motivazione indicata con meno frequenza è il

fatto di essere già residente in una località di villeggiatura (3,4 per cento) (Istat, 2010b).

Uno sguardo limitato al 2009 della incidenza della propensione al viaggio tra le varie fasce

d’età fa emergere la maggiore propensione a viaggiare tra i giovani (dai 6 anni) e tra gli

adulti (fino a 44 anni). Dopo i 65 anni il viaggio diventa affare per pochi (Tavola 3.13).

67

Tavola 3.13 - Persone andate in vacanza negli ultimi 12 mesi per numero di periodi e classe di età - Anno 2009 (per 100 persone della stessa classe di età)

CLASSI DI ETÀ Persone andate

in vacanza (a)

Per un periodo

(b)

Per due periodi

(b)

Numero medio di periodi

Fino a 5 49.0 67.7 20.1 1.7 6-10 57.8 60.9 22.7 1.8 11-14 58.2 62.1 25.4 1.7 15-17 54.1 63.0 20.4 1.8 18-19 57.7 61.2 23.1 1.9 20-24 53.6 67.1 23.8 1.6 25-34 56.1 67.4 20.6 1.6 35-44 56.5 64.0 23.2 1.7 45-54 49.7 63.4 23.9 1.7 55-59 44.9 63.6 23.3 1.7 60-64 42.8 60.9 22.2 1.9 65-74 33.8 64.7 19.9 1.9 75 e più 18.8 70.5 20.3 1.6 Totale 47.5 64.6 22.3 1.7 (a) Per almeno quattro notti consecutive negli ultimi 12 mesi. (b) Per 100 persone della stessa classe di età andate in vacanza per almeno quattro notti consecutive negli ultimi 12 mesi

Fonte: Nostra elaborazione su dati ISTAT - Indagine Multiscopo - Aspetti della vita quotidiana – Anni 1993, 1994, 1995, 1997, 1998, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009

I residenti nel Nord e nel Centro Italia hanno presentato e tuttora presentano una maggiore

propensione a viaggiare per vacanza rispetto a coloro che vivono al Sud e nelle Isole. Nel

2009 nel Nord-ovest si registra la quota più alta di persone che sono andate in vacanza (62,9

per cento), mentre nel Sud e nelle Isole si riscontrano i livelli più bassi, rispettivamente 31,5

e 25,4 per cento (Tavola 3.14). Le regioni dove si va più in vacanza sono la Lombardia (67,6

per cento) e il Trentino Alto Adige (61,7 per cento), quelle dove si va meno la Calabria (22

per cento) e la Sicilia (23,5 per cento) (Istat, 2010b). L’andamento nel tempo è stato

abbastanza discontinuo in tutte e cinque le ripartizioni: nel Sud l’anno durante il quale gli

individui hanno effettuato più vacanze è stato il 2003 (35,6 per cento di persone), per le Isole

il 2007 (30,2 per cento). Il Grafico 3.2 mostra come il trend di crescita, seppure intervallato

con una fase negativa corrispondente alla fine degli anni ’90, è stato presente fino al 2008,

registrando nel 2009 un ulteriore evidente calo.

La scelta di distribuire le vacanze su due o più periodi è più diffusa nelle regioni centro

settentrionali; nel Meridione e nelle Isole tra il 1993 e il 2009, il fenomeno è comunque

raddoppiato (rispettivamente si è passati dal 15,2 per cento al 25,4 per cento e dal 14,8 per

cento al 28,1 per cento).

68

Grafico 3.2 - Percentuale di persone andate in vacanza per ripartizione e anni.

Fonte: Nostra elaborazione su dati ISTAT - Indagine Multiscopo - Aspetti della vita quotidiana – Anni 1993, 1994, 1995, 1997, 1998, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009

69

Tavola 3.14 - Persone andate in vacanza negli ultimi 12 mesi per numero di periodi e persone non andate in vacanza per motivi prevalenti della non vacanza e ripartizione geografica – Anni 1993-2009 (per 100 persone della stessa zona)

ANNI Andati in vacanza (a)

Per un periodo (b)

Per due periodi (b)

Tre e più periodi

(b)

Non andati in vacanza per motivi

economici (c)

Non andati in vacanza per mancanza di

abitudine (c)

NORD-OVEST

1993 62.4 71.2 19.2 9.6 36.4 17.9 1994 65.1 71.3 18.2 10.5 31.0 18.2 1995 63.7 70.6 19.0 10.4 31.8 18.2 1997 64.4 68.9 19.7 11.4 35.7 17.2 1998 64.0 66.6 20.7 12.7 36.0 16.9 1999 61.7 69.2 18.7 12.1 35.8 16.8 2000 64.2 65.5 22.0 12.5 30.6 17.5 2001 65.7 62.1 22.5 15.4 27.7 18.6 2002 65.6 66.0 20.8 13.2 30.1 14.4 2003 66.7 63.8 20.6 15.5 30.4 15.8 2005 64.5 61.5 22.1 16.3 35.4 17.2 2006 65.1 62.2 22.0 15.7 35.2 17.3 2007 66.4 61.6 23.9 14.5 38.4 18.7 2008 64.5 61.7 22.7 15.6 39.7 13.2 2009 62.9 62.3 22.3 15.4 44.3 14.0

NORD-EST 1993 52.7 71.3 19.9 8.8 33.7 22.3 1994 53.5 71.0 19.3 9.7 28.1 21.4 1995 53.9 70.9 20.6 8.5 28.9 24.7 1997 55.8 68.3 20.9 10.8 32.4 22.8 1998 55.9 67.1 22.0 10.9 30.7 23.5 1999 54.6 67.9 20.9 11.2 34.4 22.4 2000 57.0 67.7 22.7 9.6 29.2 21.2 2001 58.3 64.0 23.0 13.0 22.0 24.6 2002 59.7 65.5 21.9 12.6 28.7 19.0 2003 59.5 63.2 24.0 12.9 30.0 17.5 2005 58.7 61.5 24.0 14.5 35.1 20.5 2006 59.2 61.6 23.2 15.2 37.0 18.8 2007 58.3 61.5 23.7 14.8 34.7 20.0 2008 60.8 61.8 23.9 14.4 41.6 16.8 2009 55.6 61.6 24.7 13.8 41.6 18.9 (segue) (a) Per almeno quattro notti consecutive. (b) Per 100 persone andate in vacanza per almeno quattro notti consecutive negli ultimi 12 mesi. (c) Per 100 persone non andate in vacanza negli ultimi 12 mesi.

Fonte: Nostra elaborazione su dati ISTAT - Indagine Multiscopo - Aspetti della vita quotidiana – Anni 1993, 1994, 1995, 1997, 1998, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009

70

Tavola 3.14 (segue) - Persone andate in vacanza negli ultimi 12 mesi per numero di periodi e persone non andate in vacanza per motivi prevalenti della non vacanza e ripartizione geografica - Anni 1993-2009 (per 100 persone della stessa zona)

ANNI Andati in vacanza (a)

Per un periodo (b)

Per due periodi (b)

Tre e più periodi (b)

Non andati in vacanza per motivi

economici (c)

Non andati in vacanza per mancanza di abitudine

(c)

CENTRO

1993 48.8 76.1 17.6 6.3 41.1 17.3 1994 52.9 76.5 16.8 6.7 35.1 18.6 1995 52.1 75.1 18.1 6.8 36.4 17.2 1997 51.0 74.6 17.4 8.0 40.1 17.5 1998 48.2 72.9 18.4 8.7 42.5 16.1 1999 47.7 69.4 19.1 11.5 42.2 16.7 2000 51.5 69.1 20.7 10.2 38.1 18.5 2001 53.6 68.4 20.9 10.7 28.8 19.1 2002 55.1 71.5 19.0 9.4 33.2 15.6 2003 54.9 70.6 19.6 9.8 36.0 14.2 2005 56.0 64.5 22.7 12.8 41.3 17.2 2006 54.3 66.9 21.3 11.8 42.9 16.5 2007 53.9 67.8 20.7 11.5 41.4 18.4 2008 54.3 64.7 21.0 14.3 47.3 14.8 2009 51.1 61.9 26.0 12.2 48.9 13.6

SUD 1993 29.7 84.8 11.6 3.6 46.8 17.8 1994 31.1 82.5 13.2 4.3 42.8 14.9 1995 31.7 80.8 12.3 6.9 46.5 17.0 1997 33.4 83.5 11.4 5.1 46.2 17.9 1998 30.7 84.9 11.0 4.1 49.3 18.3 1999 28.2 80.5 13.5 6.0 50.0 16.5 2000 31.0 83.0 12.7 4.3 44.6 17.0 2001 32.7 78.9 13.9 7.1 38.3 19.4 2002 33.3 78.5 14.8 6.6 42.3 15.6 2003 35.6 75.7 15.0 9.3 42.7 16.2 2005 34.4 75.0 15.7 9.3 47.5 17.4 2006 35.1 76.0 15.1 8.9 51.1 17.0 2007 34.4 70.7 17.2 12.1 55.0 16.7 2008 33.1 76.6 16.1 7.3 58.5 12.9 2009 31.5 74.6 15.9 9.5 55.5 13.4

ISOLE 1993 22.6 85.2 11.0 3.8 52.6 13.5 1994 23.1 81.3 14.0 4.7 49.2 13.8 1995 23.8 83.0 13.7 3.3 50.2 11.2 1997 24.2 79.6 14.0 6.4 55.7 10.6 1998 20.5 79.3 14.7 6.0 58.1 13.5 1999 23.4 79.1 13.4 7.5 54.2 13.5 2000 25.4 80.6 14.7 4.7 49.9 13.0 2001 26.2 74.4 17.4 8.3 43.6 14.2 2002 27.9 77.0 15.8 7.1 44.4 11.9 2003 27.3 77.5 15.0 7.5 46.6 11.7 2005 24.3 74.0 16.9 9.0 54.8 13.0 2006 27.6 76.9 14.7 8.4 56.6 15.0 2007 30.2 75.4 18.0 6.7 56.7 13.3 2008 28.8 74.0 17.5 8.5 58.0 10.1 2009 25.4 72.0 17.9 10.2 59.2 9.1

(a) Per almeno quattro notti consecutive. (b) Per 100 persone andate in vacanza per almeno quattro notti consecutive negli ultimi 12 mesi. (c) Per 100 persone non andate in vacanza negli ultimi 12 mesi.

Fonte: Nostra elaborazione su dati ISTAT - Indagine Multiscopo - Aspetti della vita quotidiana – Anni 1993, 1994, 1995, 1997, 1998, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009

71

Capitolo 4: I dati e la metodologia

La famiglia così ha più agio di andare in montagna e al mare, fare viaggi. In quest’aria diffusamente progressista,

la famiglia di oggi ha trovato il suo habitat. Paola Mastrocola,

dal libro “Togliamo il disturbo”

4.1 La fonte dei dati: Indagine Multiscopo Istat “Aspetti della vita quotidiana”

La banca dati sul turismo illustrata nel capitolo 1, costituita dai dati dell’indagine Multiscopo

“Aspetti della vita quotidiana” sarà l’appropriato supporto per le analisi quantitative; è

richiesto però uno sforzo metodologico per analizzare congiuntamente grandi masse di dati. I

dati delle Indagine multiscopo sono stati studiati a partire dai file di microdati che

contengono le caratteristiche strutturali dell’unità individuale e di quella familiare,

congiuntamente alle informazioni relative ai viaggi e alle vacanze. I microdati hanno

permesso l’utilizzo delle tecniche di analisi multivariata. Lo spazio di riferimento comune

sarà dato dalle informazioni sui viaggi e sulla struttura della famiglia, e le occasioni

temporali analizzate saranno i diversi anni con una attenzione particolare agli anni di inizio e

fine della serie storica, il 1993 e il 2009.

72

Come già specificato nel primo capitolo, in questa indagine è adottata la seguente

definizione di turismo: “il turismo è rappresentato da quelle attività e servizi riguardanti le

persone che si sono spostate al di fuori del loro “ambiente abituale”, per trascorrere un

periodo di tempo in vacanza oppure per motivi di lavoro. Costituiscono, flusso turistico,

soltanto i viaggi40 e gli spostamenti con soste di almeno 4 pernottamenti effettuati al di fuori

dell’ambiente abituale, dove per “ambiente abituale” va inteso, oltre al luogo dove si vive,

anche qualsiasi altra località frequentata settimanalmente”.

La struttura della domanda cardine per stimare il numero di turisti è la seguente:

Negli ultimi 12 mesi si è recato in vacanza per un periodo di almeno 4 notti

consecutive?

• NO

• SÌ, quante volte? (indicare il numero)

(Se SÌ) Potrebbe indicare se è stato in vacanza solo in Italia, solo all’estero o sia in Italia

sia all’estero? Faccia riferimento a vacanze di almeno 4 notti consecutive

• Solo in Italia

• Solo all’estero

• Sia in Italia, sia all’estero

(Se non si è recato in vacanza)

Per quali motivi? (possibili più risposte)

• Per ragioni economiche

• Per motivi di lavoro o di studio

• Per mancanza di abitudine

• Perché già residente in località di villeggiatura

• Per motivi di famiglia

• Per motivi di salute

• Per l'età

• Per altri motivi

40 Nei viaggi di vacanza sono compresi i soggiorni di piacere, riposo, svago, relax e sia i soggiorni effettuati per altri motivi come visitare parenti e/o amici, motivi religiosi o cure termali. I soggiorni con durata superiore ai dodici mesi continuativi non sono rilevati.

73

Per alcuni anni di rilevazione sono richiesti e diffusi anche il numero di giorni di vacanza in

Italia, all’estero e in totale.

L’indagine Aspetti della vita quotidiana stima quindi le vacanze lunghe41. Non sarebbe,

infatti, agevole stimare le vacanze brevi e i viaggi di lavoro con una domanda posta una

volta all’anno e riguardante un periodo di ricordo di 12 mesi. La possibilità di ricordare i

viaggi brevi (meno di 4 notti di pernottamento) nell’arco di 12 mesi risulta essere, infatti,

problematica. A distanza di tempo l’effetto ricordo non permette all’individuo di ricordare

con precisione durata e periodo dell’anno in cui si è effettuato un viaggio breve, mentre

solitamente un viaggio abbastanza lungo viene ricordato più correttamente ed collocato

temporalmente in maniera idonea perché caratterizzato da alcuni aspetti più rimarchevoli (a

cominciare dal costo economico fino all’investimento sociale e culturale che è stato

necessario per intraprendere il viaggio).

La disponibilità di dati dal 1993 al 2009, estratti, rilevati e diffusi secondo le stesse modalità,

con un approccio metodologico campionario uguale, permetterà l’uso dei dati in serie

storica. I dati sono presenti continuativamente per i seguenti anni: 1993, 1994, 1995, 1996,

1997, 1998, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2005, 2006, 2007, 2008 e 2009. I dati del 1996

presentano alcune problematiche: la sezione sul turismo fu rilevata, per la prima e unica

volta, attraverso una tabellone complesso dove venivano richieste informazioni su tutti i

viaggi svolti nei dodici mesi precedenti (sia vacanze lunghe che vacanze brevi) di lavoro e di

svago e a tutti i componenti della famiglia. Questa scelta, operata dall’Istat, non fu molto

felice perché portò a molti errori, sottostime e complicazioni. Per il 1996 il dato della serie

storica sulle vacanze lunghe non è quindi mai stato diffuso dall’Istat. I dati del 2004 non

sono, anche’essi, presenti perché la rilevazione non fu eseguita. Fino al 2003, infatti, la

rilevazione veniva svolta nel mesi di novembre, dal 2005 la rilevazione è, invece, svolta nel

mese di marzo, e questo ha fatto si che la rilevazione del 2004 fosse posticipata al 2005,

perdendo un anno di calendario nella serie storica.

4.2 La metodologia della ricerca

Per capire a fondo come e con che tipo di sicurezza si possano utilizzare i dati delle Indagine

Multiscopo è importante verificare brevemente la metodologia campionaria utilizzata.

41 Sono definite vacanze brevi i soggiorni con 1, 2 o 3 pernottamenti. I viaggi di un giorno, che non prevedono pernottamenti, sono definiti escursioni.

74

La metodologia di campionamento è articolata in più fasi. L’universo di riferimento

dell’indagine è il totale delle famiglie, come in precedenza definite, residenti in abitazioni

private in Italia. Per ogni regione viene sviluppato un piano di campionamento. L’indagine

ha, infatti, la finalità di fornire stime valide per l’intero territorio nazionale e per le venti

regioni italiane. Nell’ambito di ciascuna regione, quindi, vengono definiti i Comuni

Autorappresentativi (AR), quelli di maggiore dimensione demografica e che vanno a formare

strato a sé, e i Comuni non autorappresentativi (NAR) che vengono stratificati in base alla

dimensione demografica. Nei Comuni AR viene estratto direttamente un campione di

famiglie dalle liste anagrafiche. Nei restanti strati si procede con un campionamento a due

stadi: nel primo stadio si estrae un comune da ogni strato; nel secondo stadio, in ogni

Comune estratto viene eseguita l’estrazione delle famiglie. Per far sì che le stime a livello

regionale siano attendibili e lo siano contemporaneamente quelle a livello nazionale, posti i

vincoli di non oltrepassare le 24.000 famiglie intervistate, per motivi di costo, e i 900

Comuni estratti, per motivi organizzativi, si perviene alla definizione della numerosità

campionaria per approssimazioni successive.

Il totale delle famiglie intervistate è stato di 19.749 nel 1993 e di 19.127 nel 2009, e il

numero degli individui è stato di 55.844 nel 1993 e di 47.603 nel 2009 (Tavola 4.1).

Tavola 4.1 : Numerosità campionaria effettiva nei vari anni d’indagine – Indagine Multiscopo Aspetti della vita quotidiana

ANNI Numero effettivo di individui intervistati

Numero effettivo di famiglie intervistate

1993 55.844 19.749 1994 61.053 21.462 1995 60.890 21.630 1996 61.241 21.795 1997 58.326 20.920 1998 77.443 28.782 1999 55.581 20.197 2000 58.653 21.718 2001 53.113 19.920 2002 55.294 20.927 2003 53.708 20.574 2005 49.288 18.944 2006 48.834 19.303 2007 48.253 19.170 2008 48.861 19.573 2009 47.603 19.127

75

Il riporto del campione alla popolazione prevede un sistema di ponderazione che utilizza

quattro pesi: il peso base, cioè l’inverso della probabilità di entrare a far parte del campione;

il peso che compensa la mancata risposta, in considerazione del fatto che il numero teorico

delle famiglie campione non viene realizzato quasi mai o per rifiuti a collaborare o per

irreperibilità; e dei pesi che tengono conto di alcuni parametri della popolazione studiata in

modo da avere l’uguaglianza tra le stime campionarie e i totali noti della distribuzione della

popolazione regionale per sesso e classi d’età riferita all’anno precedente la rilevazione e

della distribuzione della popolazione regionale raggruppata in alcune classi di ampiezza

comunale riferita sempre all’anno precedente.

Per studiare gli aspetti peculiari alla famiglia e alla vacanza sono state esaminate le seguenti

sezioni dei questionari:

- la “Scheda Generale” presente nelle prime due pagine del questionario individuale a

intervista che definisce la situazione familiare in base alle relazione di parentela, allo

stato civile, al sesso, all’età, all’anno di nascita, alla situazione precedente un

eventuale matrimonio, all’occupazione, al titolo di studio;

- la sezione sulle vacanze inserita nel questionario individuale somministrato attraverso

intervista faccia a faccia;

- la sezione sulla condizione economica della famiglia, inserita nel questionario

familiare somministrato attraverso intervista faccia a faccia, a cui risponde una sola

persona maggiorenne della famiglia.

4.3 Gli indicatori selezionati

Dai file di microdati sono stati creati 23 indicatori, sui quali verranno applicate le procedure

di analisi mulivariata, seguendo il modello concettuale riportato nello Figura 1 della parte

introduttiva (pag. ii).

Le prime procedure statistiche utilizzate vertono essenzialmente sulla “Propensione alla

vacanza” che discrimina tra coloro che vanno in vacanza e coloro che non vanno in vacanza.

Gli indicatori si riconducono alle proprietà contestuali che riguardano essenzialmente il

contesto di vita dei giovani tra 0 e 29 anni esplicitato attraverso le condizioni economiche ed

abitative; alle proprietà relazionali che attengono alle diverse strutture familiari e alle

relazioni familiari che si manifestano all’interno della famiglia; alle proprietà individuali

76

che, in questo specifico caso, ricalcano una caratteristica fondamentale dell’individuo che è

l’età anagrafica, particolarmente importante nel processo di decisione della vacanza e nella

possibilità di effettuare tipologie diverse di vacanza.

Tra le proprietà relazionali ritroviamo gli

a) indicatori sulla tipologia familiare e sulla presenza di fratelli.

Tra gli indicatori di contesto annoveriamo gli:

b) indicatori sulla condizione abitativa della famiglia;

c) indicatori sulla condizione economica della famiglia.

Soddisfano sia delle proprietà relazionali che di contesto gli

d) indicatori sullo status socio-economico della famiglia.

Tra coloro che vanno in vacanza saranno esaminati i modelli di scelte di vacanza attraverso

gli

e) indicatori sulle vacanze.

Tra coloro che non vanno in vacanza saranno esaminati gli

f) indicatori dei motivi della non vacanza.

Data la grande massa di dati, si è deciso di prendere in esame in questa descrizione degli

indicatori usati, il primo e l’ultimo anno della serie, e cioè il 1993 e il 2009, ponendo

nell’Appendice le tavole complete per tutti gli anni della serie storica42.

4.4 Indicatori relazionali

4.4.1 Indicatore “Tipologia familiare”

La variabile “Tipologia familiare” indica la percentuale di bambini, ragazzi e giovani che

vivono nella famiglia di origine e con quali genitori. Tra il 1993 e il 2009 la quota di ragazzi

tra 0 e 29 anni che vivono con la famiglia d’origine è aumentata dall’85,6 per cento all’89,3

per cento: ciò è avvenuto sostanzialmente negli anni ’90 mentre dal 2000 al 2009 la

percentuale di giovani che vivono in famiglia è rimasta pressoché costante. L’aumento,

inoltre, è imputabile alla accresciuta propensione dei ragazzi di 20-24 anni e dei giovani di

25-29 anni a rimanere in famiglia (rispettivamente nel 1993 viveva ancora con almeno uno

42 Nelle tavole successive e nelle analisi seguenti altri 4 indicatori sono stati utilizzati: l’età in classi dei giovani; la ripartizione geografica di residenza; l’effettuazione del viaggio da parte di tutta la famiglia; l’effettuazione del viaggio da parte di tutti i figli presenti in famiglia.

77

dei genitori l’83,9 per cento dei 20-24enni e il 47,2 per cento dei 25-29enni, contro l’86,2

per cento e il 59,1 per cento nel 2009).

Tra coloro che vivono in famiglia cambia la quota di coloro che vivono con entrambi i

genitori e coloro che vivono con un solo genitore (solitamente la madre). Ciò avviene

soprattutto per i bambini più piccoli: l’aumentata instabilità coniugale si riflette nello

scioglimento delle unioni e nel successivo affidamento dei bambini ad uno dei genitori. Nel

2009 circa 1 bambino di 0-4 anni ogni 10 vive con un solo genitore, mentre nel 1993 questo

fenomeno riguardava solo il 3,8 per cento dei bambini fino a 4 anni d’età. Per i ragazzi più

grandi (dopo i 20 anni di età) l’andamento del fenomeno risulta simile per il 1993 e il 2009

(Tavola 4.2).

4.4.2 Indicatore “Presenza di fratelli”

L’indicatore “Presenza di fratelli” (Tavola 4.3) esamina la presenza o meno di figure di pari

all’interno della famiglia con cui interagire, giocare, vivere. Il declino della fecondità

avvenuto negli anni ’90 e la successiva ripresa negli anni che vanno dal 1996 ad oggi (il

tasso di fecondità totale era di 1,4 figli per donna nel 1990, ha raggiunto i 1,25 figli per

donna nel 2000 per risalire fino a 1,41 figli per donna nel 2009 – si veda la Tavola 3.1 del

capitolo 3) comporta una presenza più elevata di figli “unici” che non hanno o non vivono

con i fratelli per i ragazzi di 10-19 anni nel 2009.

La quota di coloro che hanno 2 o più fratelli subisce una perdita costante con il passare degli

anni: è passata dal 25,6 per cento nel 1993 al 20,8 nel 2009. Il passaggio dal primo figlio ai

figli di ordine successivo, infatti, è divenuto negli anni ’90 sempre meno frequente: i secondi

figli sono divenuti sempre più rari e le nascite successive una eccezione. La sostanziale

uguaglianza nelle percentuali tra il 1993 e il 2009 nelle fasce d’età più basse è l’effetto di

una ripresa della fecondità avvenuta, appunto, in tempi più recenti e che ha riguardato sia le

nascite dei primogeniti sia i figli del secondo ordine, seppure in misura molto più contenuta.

(Istat, 2006d).

4.4.3 Indicatore “Famiglie diverse”

Il terzo indicatore che studia le relazioni interfamiliari è l’indicatore chiamato “Famiglie

diverse” (Tavola 4.4). L’instabilità coniugale e l’accettazione della convivenza prima del

matrimonio, e anche come stile di tutta una vita, hanno fatto crescere la quota di bambini e

78

ragazzi che vivono in tipologie familiari definite come “nuove” o “innovative” nei 17 anni

esaminati.

Nel 2009 quasi un bambino su 4 nasce in famiglie ricostituite, in unioni libere o in nuclei

monogenitoriali; nel 1993 solo l’8 per cento dei bambini di 0-4 anni si trovava in questa

condizione. L’aumento è dovuto sia alla quota di bambini che vivono con un solo genitore

(che è raddoppiata) che a causa di coloro che vivono in famiglie ricostituite e in unioni libere

(la quota è triplicata). Il fenomeno si manifesta per i bambini e i ragazzi, mentre non si

assiste ad una stessa dinamica di incremento per i giovani tra 20 e 29 anni.

79

Tavola e Grafico 4.2: Indicatore “Tipologia familiare” – Percentuale di giovani per tipologia di famiglia (dati assoluti in migliaia)

Con chi vive?

Classe d'età Numerosità

% giovani che vivono in famiglia

Con entrambi i

genitori Con il padre

Con la madre

Giovani che vivono in famiglia

ANNO 1993 0-4 anni 2.762 99.7 96.2 0.5 3.3 2.755

5-9 anni 2.886 99.8 94.1 0.7 5.3 2.880

10-14 anni 3.116 99.6 94.1 0.9 5.0 3.102

15-19 anni 3.955 98.3 91.1 1.8 7.1 3.888

20-24 anni 4.376 83.9 85.9 2.5 11.6 3.671

25-29 anni 4.301 47.2 81.0 2.8 16.3 2.029

Totale 21.396 85.6 16.618 275 1.432 18.325

90.7 1.5 7.8 100.0

ANNO 2009 0-4 anni 2.661 99.9 91.1 0.9 8.0 2.659

5-9 anni 2.815 99.8 91.1 1.4 7.6 2.810

10-14 anni 2.723 99.7 88.5 1.2 10.3 2.715

15-19 anni 3.000 98.5 85.6 2.3 12.1 2.955

20-24 anni 3.001 86.2 85.0 3.1 11.9 2.588

25-29 anni 3.464 59.1 83.9 3.6 12.5 2.047

Totale 89.3 13.830 317 1.627 15.774

17.664

87.7 2.0 10.3 100.0

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana - Anni 1993, 2009

80

Tavola e Grafico 4.3: Indicatore “Presenza di fratelli” – Percentuale di giovani che vivono con la famiglia di origine per presenza di fratelli (dati assoluti in migliaia)

Con chi vive?

Classe d'età senza fratelli con un fratello con 2 o più fratelli

è presente almeno un

figlio con 10 anni o meno Totale

ANNO 1993 0-4 anni 41.9 43.3 14.8 100.0 2.755

5-9 anni 19.7 57.0 23.3 100.0 2.880

10-14 anni 16.8 52.1 31.0 54.3 3.102

15-19 anni 17.8 50.6 31.6 19.0 3.888

20-24 anni 26.0 47.1 26.9 4.7 3.671

25-29 anni 37.8 40.7 21.5 0.4 2.029

Totale 4.660 8.974 4.691 8.237 18.325

25.4 49.0 25.6 45.0 100.0

ANNO 2009 0-4 anni 42.3 43.9 13.8 100.0 2.659

5-9 anni 21.0 58.9 20.1 100.0 2.810

10-14 anni 18.8 56.1 25.1 51.4 2.715

15-19 anni 21.5 53.4 25.0 18.5 2.955

20-24 anni 27.6 50.4 22.0 5.8 2.588

25-29 anni 36.3 45.8 17.9 1.4 2.047

Totale 4.321 8.165 3.288 7.589 15.774

27.4 51.8 20.8 48.1 100.0

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana - Anni 1993, 2009

81

Tavola e Grafico 4.4: Indicatore “Famiglie diverse” – Percentuale di giovani che vivono con la famiglia di origine per stato civile dei genitori (dati assoluti in migliaia)

Con chi vive?

Classe d'età Con genitori

coniugati Con un solo

genitore

In famiglie ricostituite o unioni libere Totale

ANNO 1993

0-4 anni 92.0 3.8 4.3 2.755

5-9 anni 90.8 6.0 3.3 2.880

10-14 anni 91.1 5.9 3.0 3.102

15-19 anni 88.2 8.9 2.9 3.888

20-24 anni 82.5 14.1 3.4 3.671

25-29 anni 79.0 19.0 2.0 2.029

Totale 16.038 1.707 580 18.325

87.5 9.3 3.2 100.0

ANNO 2009 0-4 anni 78.3 8.9 12.8 2.659

5-9 anni 84.0 8.9 7.1 2.810

10-14 anni 81.7 11.5 6.8 2.715

15-19 anni 78.9 14.4 6.7 2.955

20-24 anni 79.8 15.0 5.2 2.588 25-29 anni 80.1 16.1 3.8 2.047 Totale 12.695 1.943 1.135 15.774

80.5 12.3 7.2 100.0

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana - Anni 1993, 2009

82

4.5 Indicatori di contesto: indicatori sulla condizione economica e abitativa della

famiglia

I successivi quattro indicatori delineano la condizione economica e abitativa delle famiglie.

Due indicatori sono oggettivi; due invece descrivono percezioni soggettive dell’andamento

economico a disposizione delle famiglia.

4.5.1 Indicatore “Titolo di godimento dell’abitazione”

La maggioranza delle famiglie residenti in Italia fruisce di una casa in proprietà senza

rilevanti differenze per regione (Istat, 2010). Più interessanti sono le differenze presenti tra

famiglie di giovane formazione (con figli minori) e famiglie meno “giovani” (con figli

maggiorenni): nel 2009 il 63,9 per cento dei bambini più piccoli vive in case di proprietà

mentre tra coloro che hanno 25-29 anni coloro che vivono in case di proprietà sono l’80,8

per cento.

Si assiste, inoltre, ad un “miglioramento” della condizione abitativa intermini di proprietà

riscontrabile per i ragazzi più giovani: la percentuale di bambini 0-4enni che vivono in case

di proprietà assume nel tempo un andamento altalenante aumentando comunque dal 1993 al

2009 di 4 punti percentuali (Tavola 4.5).

4.5.2 Indicatore “Presenza di disagi”

Il secondo indicatore oggettivo di situazione economica/abitativa è la “Presenza di disagi”. I

disagi contabilizzati riguardano le spese per l'abitazione (se troppo alte), l'ampiezza

dell'abitazione (se troppo piccola), la distanza dell'abitazione da altri familiari (se troppo

distante) e le condizioni dell'abitazione (se cattive).

Dall’analisi della Tavola 4.6 e della Tavola corrispondente nell’Appendice A, emerge un

andamento ballerino negli anni senza però differenze significative tra famiglie con figli di

fasce d’età diverse. La maggioranza delle famiglie dichiara di subire un disagio (47 per cento

nel 1993 e 47,8 per cento nel 2009) seguita dalle famiglie che dichiarano di non averne

nessuno (28,7 per cento nel 1993 e 24,6 per cento nel 2009) o di averne due (19,1 per cento

nel 1993 e 21,4 per cento nel 2009).

83

4.5.3 Indicatore “Situazione economica”

Il primo indicatore percettivo della situazione economica è denominato “Situazione

economica”. La domanda somministrata alla famiglia chiede: “Confrontando la situazione

economica della famiglia con quella di un anno fa, lei ritiene che sia: 1) Molto migliorata,

2) Un po’ migliorata, 3) Rimasta più o meno la stessa, 4) Un po’ peggiorata, 5) Molto

peggiorata”. Esprime, quindi, una autovalutazione delle proprie difficoltà e risorse

economiche disponibili. Insieme al successivo indicatore, definisce un quadro chiaro del

pregresso economico vissuto dalla famiglia.

Le famiglie con figli risultano avere un atteggiamento critico e pessimista riguardo la loro

situazione economica: nel 2009 più del 14 per cento di famiglie ritengono che la loro

situazione economica sia molto peggiorata (senza differenze per età dei figli) ed il 36,9 per

cento dichiara che sia peggiorata (contro il 33,4 per cento del 1993). Nel 2009 una famiglia

su due vede un peggioramento più o meno accentuato nella propria situazione economica,

mentre nel 1993 una famiglia su due dichiarava una sostanziale invarianza economica

(Tavola 4.7).

Analizzando la serie storica dei dati si nota come alla fine degli anni ’90 e nei primi anni del

nuovo secolo la situazione economica percepita dalla famiglie era indubbiamente positiva.

Possiamo considerare il 2001 come l’anno “migliore” per le famiglie: il 13,8 per cento di

famiglie dichiarava di avere una situazione economica migliorata, per il 65,2 per cento era

rimasta uguale, per il 17,1 per cento era peggiorata e soltanto il 2,8 per cento la percepiva

molto peggiorata. Dal 2002 iniziava un periodo pessimista che ha raggiunto i valori negativi

più elevati nel 2008 e nel 2009.

4.5.4 Indicatore “Risorse economiche”

La domanda a cui fa riferimento l’indicatore è la seguente: “Con riferimento agli ultimi 12

mesi e tenendo presente le esigenze di tutti i componenti familiari, come sono state le risorse

economiche complessive della famiglia? 1) Ottime 2) Adeguate 3) Scarse 4) Assolutamente

insufficienti”. Questo indicatore manifesta negli anni esaminati lo stesso andamento

riscontrato per l’indicatore precedente della situazione economica, con una crescita nella

percezione delle risorse disponibili avvenuta dal 1993 al 2001 ed una successiva decrescita.

Le risorse economiche sono considerate tuttavia ancora adeguate dal 53,1 per cento degli

individui (Tavola 4.8). Da notare come, nel 2009, circa 1 milione e 300 mila bambini e

84

ragazzi vivano in famiglie che dichiarano di avere avuto risorse economiche insufficienti

(erano circa 900 mila nel 1993).

85

Tavola e Grafico 4.5: Indicatore “Titolo di godimento dell’abitazione” – Percentuale di giovani che vivono con la famiglia di origine per titolo di godimento dell’abitazione (dati assoluti in migliaia)

Titolo di godimento dell'abitazione

Classe d'età

Casa di proprietà della

famiglia Altro tipo di

contratto Totale ANNO 1993 0-4 anni 59.2 40.8 2.755

5-9 anni 63.9 36.1 2.880

10 -14 anni 70.2 29.8 3.102

15-19 anni 73.7 26.3 3.888

20-24 anni 74.1 25.9 3.671

25-29 anni 75.6 24.4 2.029

Totale 12.768 5.557 18.325

69.7 30.3 100.0

ANNO 2009 0-4 anni 63.9 36.2 2.659

5-9 anni 69.4 30.6 2.810

10 -14 anni 69.8 30.2 2.715

15-19 anni 72.1 28.0 2.955

20-24 anni 77.0 23.0 2.588

25-29 anni 80.8 19.2 2.047

Totale 11.319 4.455 15.774

71.8 28.2 100.0

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana - Anni 1993, 2009

86

Tavola e Grafico 4.6: Indicatore “Presenza di disagi” – Percentuale di giovani che vivono con la famiglia di origine per presenza di disagi nell’abitazione (dati assoluti in migliaia)

Presenza di disagi nell'abitazione

Nessun disagio Un disagio Due disagi

Tre o più disagi Totale

Classe d'età ANNO 1993 0-4 anni 30.6 45.0 19.0 5.4 2755

5-9 anni 29.1 45.4 20.5 5.0 2880

10-14 anni 27.9 47.0 19.6 5.5 3102

15-19 anni 29.0 46.5 19.3 5.3 3888

20-24 anni 27.1 49.5 18.5 4.9 3671

25-29 anni 29.2 48.6 16.8 5.5 2029

Totale 5258 8615 3490 962 18325

28.7 47.0 19.1 5.3 100.0

ANNO 2009 0-4 anni 23.3 44.5 24.7 7.5 2659

5-9 anni 26.0 45.1 22.2 6.8 2810

10-14 anni 23.0 48.2 23.2 5.6 2715

15-19 anni 23.6 49.1 20.0 7.3 2955

20-24 anni 24.7 50.5 19.3 5.5 2588

25-29 anni 27.5 49.6 18.7 4.3 2047

Totale 3874 7532 3382 986 15774

24.6 47.8 21.4 6.3 100.0

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana - Anni 1993, 2009

I disagi considerati sono 4 e riguardano: le spese per l'abitazione troppo alte, l'ampiezza dell'abitazione troppo piccola, la

distanza dell'abitazione da altri familiari, le cattive condizioni dell'abitazione.

87

Tavola e Grafico 4.7: Indicatore “Situazione economica” – Percentuale di giovani che vivono con la famiglia di origine per percezione della propria situazione economica (dati assoluti in migliaia)

Situazione economica rispetto all'anno precedente (a ) Migliorata

(c) Rimasta

uguale Peggiorata Molto

peggiorata Totale Classe d'età ANNO 1993 0-4 anni 11.4 52.1 29.0 6.4 2.755

5-9 anni 7.0 51.3 32.3 8.4 2.880

10 -14 anni 6.5 49.6 34.4 8.8 3.102

15-19 anni 5.4 50.0 34.6 9.3 3.888

20-24 anni 5.2 48.8 35.3 9.9 3.671

25-29 anni 6.5 50.8 34.1 8.0 2.029

Totale 1.250 9.215 6.126 1.578 18.325

6.8 50.3 33.4 8.6 99.2(b)

ANNO 2009 0-4 anni 8.2 42.7 34.5 13.6 2.659

5-9 anni 6.8 45.5 33.1 13.7 2.810

10 -14 anni 4.4 44.8 35.9 14.3 2.715 15-19 anni 3.9 41.9 38.8 14.4 2.955

20-24 anni 3.8 39.8 39.8 16.1 2.588 25-29 anni 3.5 41.6 40.0 14.3 2.047 Totale 815 6.748 5.818 2.273 15.774

5.2 42.8 36.9 14.4 99.3* Fonte: nostra elaborazione su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana - Anni 1993, 2009

Il totale della percentuali per riga può non fare 100 per la presenza di valori mancanti non

riportati nella tabella

La modalità “Molto migliorata” è stata accorpata alla modalità “Un po’ migliorata” visto il

numero molto limitato di risposte

88

Tavola e Grafico 4.8: Indicatore “Risorse economiche” – Percentuale di giovani che vivono con la famiglia di origine per percezione della disponibilità delle risorse economiche della famiglia (dati assoluti in migliaia)

Risorse economiche (a)

Adeguate o

ottime (c) Scarse Insufficienti Totale (Valori

assoluti)

Classe d'età ANNO 1993 0-4 anni 63.3 30.5 5.0 2.755

5-9 anni 58.9 34.7 5.4 2.880

10 -14 anni 58.4 35.0 5.7 3.102

15-19 anni 56.3 37.4 5.3 3.888

20-24 anni 56.9 37.1 5.1 3.671

25-29 anni 60.8 35.0 3.6 2.029

10.766 6.451 936 18.325 Totale (Valori assoluti)

58.8 35.2 5.1 99.1(b)

ANNO 2009 0-4 anni 55.4 36.6 7.4 2.659

5-9 anni 57.0 35.4 7.0 2.810

10 -14 anni 53.0 38.0 8.3 2.715

15-19 anni 50.7 38.8 9.4 2.955

20-24 anni 49.7 39.8 9.7 2.588

25-29 anni 52.6 39.3 7.4 2.047

8.372 5.982 1.298 15.774 Totale (Valori assoluti)

53.1 37.9 8.2 99.2(b)

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana - Anni 1993, 2009

Il totale della percentuali per riga può non fare 100 per la presenza di valori mancanti non riportati

nella tabella

La modalità “Ottime” è stata accorpata alla modalità “Adeguate” visto il numero molto limitato di

risposte

89

4.6 Indicatori relazionali e di contesto: indicatori sullo status socio-economico

della famiglia

I successivi tre indicatori delineano lo status socio-economico della famiglia, andando ad

esaminare il titolo di studio, la condizione occupazionale e la professione dei genitori.

4.6.1 Indicatore “Livello d’istruzione”

Il primo indicatore “Livello d’istruzione” (Tavola 4.9) considera il titolo di studio più alto

conseguito dai genitori in coppia oppure il titolo di studio dell’unico genitore presente nella

famiglia. Determinate scelte di consumo si manifestano, infatti, in modo e maniera differente

secondo il capitale culturale che è presente nell’ambito familiare. Con il titolo di studio

conseguito si identifica in letteratura il capitale culturale istituzionalizzato, anche se a

comporre il capitale culturale convergono non solo le conoscenze, ma anche le competenze e

le modalità d’uso delle informazioni e delle conoscenze e competenze stesse. La

metodologia adottata43 tiene conto che nell’ambito delle coppie esistono analogie per quanto

riguarda il livello di istruzione: “il 60 per cento dei partners ha lo stesso livello di istruzione,

mentre quando questo differisce, nel 26 per cento dei casi la coppia è caratterizzata dal

binomio medio-basso e solo nel 2 per cento si osserva l’abbinamento alto-basso livello di

istruzione” (Istat, 2006d). L’aumentata scolarizzazione avvenuta negli ultimi anni si

manifesta nelle percentuali molto differenti che si ottengono nel 1993 e nel 2009. Se nel

1993 il 25,6 per cento dei bambini e ragazzi viveva in una famiglia dove i genitori avevano

la licenza elementare, nel 2009 la quota di questi bambini e ragazzi è scesa al 6,1 per cento;

nel contempo sono aumentate tutte le percentuali riguardanti i titoli di studio più elevati

posseduti da almeno un genitore ed in particolare il 40,9 per cento dei ragazzi vive in

famiglie con almeno un genitore con la licenza media, il 36,8 per cento con un genitore

diplomato e il 16,1 per cento con un genitore laureato. I bambini più piccoli sono inseriti

ovviamente in famiglie dove i genitori hanno titoli di studio più alti.

4.6.2 Indicatore “Condizione occupazionale”

Un secondo indicatore denominato “Condizione occupazionale” (Tavola 4.10) considera

l’occupazione principale dei genitori. Le modalità accorpano le condizioni occupazionali dei

genitori in coppia o dell’unico genitore presente classificando i ragazzi in base

43 La struttura di questo indicatore è la stessa utilizzata dall’OECD nelle indagini Pisa (Programme for International Student Assessment).

90

all’inserimento in una famiglia dove 1) tutti e due i genitori sono occupati, 2) dove il padre

lavora e la madre è casalinga, 3) dove lavora un solo genitore (e l’altro o non è presente o è

in altra condizione) e 4) dove non lavora nessun genitore (il/i genitore/i è/sono in altra

condizione occupazionale). Il sistema familiare odierno è fortemente influenzato dal mondo

del lavoro, nelle scelte e nei bisogni dei membri della famiglia. Non ultimo ne è influenzato

anche il fare vacanza, sempre più diventato un bisogno per chi lavora (diritto di fare le due

settimane di ferie in estate, o anche dovere per chiusure aziendali) ed un limite condizionante

per la decisione del periodo e della durata della vacanza. Inoltre, come si vede dai dati, la

famiglia basata su ruoli complementari (padre lavoratore e madre casalinga) sta lasciando il

posto alla “nuova famiglia”, un modello “a due lavoratori”, con una divisione più simmetrica

del lavoro remunerato e di quello non remunerato (Bisi, 1999).

Nascere nel 1993 e negli anni immediatamente successivi voleva dire avere una probabilità

più alta di avere una mamma casalinga ed un padre lavoratore; nascere dal 1998 fino al 2009

vuol dire avere una probabilità più alta di avere due genitori entrambi occupati.

Particolare è l’interpretazione delle percentuali riferite alla modalità “nessun genitore lavora”

che raccoglie, per i bambini più piccoli, la situazione di precarietà lavorativa che stanno

vivendo i loro giovani genitori che stentano ad entrare nel mondo del lavoro.

4.6.3 Indicatore “Condizione professionale”

Il terzo indicatore “Condizione professionale” (Tavola 4.11) considera la professione più

elevata svolta dai genitori in coppia oppure la professione svolta dall’unico genitore

occupato/presente nella famiglia. Le stesse analogie ritrovate per il titolo di studio si

ritrovano quando si considera la posizione nella professione. “Nel caso in cui entrambi i

membri della coppia siano occupati, il 57,7 per cento di loro ha lo stesso livello nella

classificazione per posizione nella professione. Quando si riscontrano differenze, si tratta o

di una coppia in cui la donna ha una posizione nella professione intermedia e l’uomo alta

(14,3 per cento), oppure lei media e lui bassa (14,1 per cento dei casi). Solo nel 3 per cento

delle coppie si osserva l’abbinamento alta-bassa posizione nella professione” (Istat, 2006d).

Dalla Tavola 4.11 si evidenza un costante e leggero aumento dei ragazzi con almeno un

genitore dirigente o libero professionista (dal 9 per cento del 1993 al 15,6 per cento del

2009)

91

Tavola e Grafico 4.9: Indicatore “Livello d’istruzi one” – Percentuale di giovani che vivono con la famiglia di origine per livello di istruzione più alto conseguito da uno dei genitori (dati assoluti in migliaia)

Titolo di studio più alto conseguito da un genito re

Licenza Elementare

Licenza Media

Diploma superiore Laurea Totale Classe

d'età ANNO 1993 0-4 anni 4.9 41.5 38.0 15.7 2755

5-9 anni 9.4 42.0 36.1 12.4 2880

10 -14 anni 17.4 42.6 28.8 11.2 3102

15-19 anni 29.2 38.9 23.7 8.2 3888

20-24 anni 41.3 34.1 17.3 7.3 3671

25-29 anni 54.0 26.3 14.1 5.7 2029

Totale 4692 6971 4823 1840 18325

25.6 38.0 26.3 10.0 100.0

ANNO 2009 0-4 anni 2.7 32.6 41.5 23.2 2659

5-9 anni 2.1 38.5 41.7 17.7 2810

10 -14 anni 3.0 40.5 40.1 16.3 2715

15-19 anni 5.0 44.9 35.9 14.2 2955

20-24 anni 9.7 46.2 31.2 13.0 2588

25-29 anni 17.4 43.0 28.3 11.3 2047

Totale 968 6450 5810 2546 15774

6.1 40.9 36.8 16.1 100.0

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana - Anni 1993, 2009

92

Tavola e Grafico 4.10: Indicatore “Condizione occupazionale” – Percentuale di giovani che vivono con la famiglia di origine per condizione occupazionale dei genitori (dati assoluti in migliaia)

Condizione occupazionale dei genitori

Classe d'età

tutti e 2 i genitori

occupati

padre occupato,

madre casalinga

un solo genitore

occupato

nessun genitore

occupato Totale

ANNO 1993 0-4 anni 39.7 43.4 8.7 8.1 2.755

5-9 anni 38.9 45.4 8.1 7.5 2.880

10-14 anni 37.1 46.2 9.7 6.9 3.102

15-19 anni 30.5 45.2 12.8 11.5 3.888

20-24 anni 22.9 37.3 16.1 23.6 3.671

25-29 anni 12.1 27.0 15.5 45.4 2.029

Totale 5.638 7.615 2.180 2.892 18.325

30.8 41.6 11.9 15.8 100.0

ANNO 2009 0-4 anni 42.8 30.5 15.6 11.1 2.659

5-9 anni 43.9 31.2 16.1 8.9 2.810

10-14 anni 42.0 30.0 16.1 11.9 2.715

15-19 anni 35.8 30.0 20.1 14.0 2.955

20-24 anni 30.3 29.6 20.4 19.7 2.588

25-29 anni 18.6 22.9 20.4 38.1 2.047

Totale 5.733 4.623 2.843 2.574 15.774

36.4 29.3 18.0 16.3 100.0

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana - Anni 1993, 2009

93

Tavola e Grafico 4.11: Indicatore “Condizione professionale” – Percentuale di giovani che vivono con la famiglia di origine per condizione professionale più elevata di uno dei genitori (dati assoluti in migliaia)

Professione più elevata del/i genitore/i occupato/i

Classe d'età

Dirigente, imprenditore,

libero professionista

Impiegato, quadro Operaio

Lavoratore in proprio

In altra condizione

ma non occupato Totale

ANNO 1993 0-4 anni 11.6 37.9 27.8 14.5 8.1 2.755

5-9 anni 9.1 37.2 29.5 16.7 7.5 2.880

10-14 anni 9.0 35.2 29.9 19.0 6.9 3.102

15-19 anni 8.1 30.2 33.0 17.2 11.5 3.888

20-24 anni 8.9 20.5 27.9 19.1 23.6 3.671

25-29 anni 7.3 11.8 18.8 16.6 45.4 2.029

Totale 1.651 5.370 5.234 3.179 2.892 18.325

9.0 29.3 28.6 17.4 15.8 100.0

ANNO 2009 0-4 anni 18.7 32.7 28.4 9.1 11.1 2.659

5-9 anni 16.7 33.6 29.3 11.5 8.9 2.810

10-14 anni 16.7 32.5 27.7 11.3 11.9 2.715

15-19 anni 14.9 33.3 27.3 10.5 14.0 2.955

20-24 anni 13.6 29.9 26.8 10.1 19.7 2.588

25-29 anni 11.9 21.3 18.0 10.6 38.1 2.047

Totale 2.454 4.886 4.198 1.661 2.574 15.774

15.6 31.0 26.6 10.5 16.3 100.0

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana - Anni 1993, 2009

94

4.7 Indicatori sulle vacanze

L’indicatore “Vacanza” esprime la quota di bambini/ragazzi/giovani che hanno fatto almeno

un periodo di vacanza di 4 o più notti consecutive e sarà trattato nel paragrafo 4.7.1.

Dal paragrafo 4.7.2 l’analisi dei dati verterà su coloro che hanno fatto almeno un periodo di

vacanza44, mentre il paragrafo 4.8, la tavola e il grafico 4.19 tratteranno coloro che non

hanno fatto vacanze per i motivi della non vacanza.

4.7.1 Indicatore “Vacanza”

La percentuale di coloro che hanno fatto almeno una vacanza sale dal 51,3 per cento nel

1993 al 56,1 per cento nel 2009. L’andamento negli anni riflette ciò che si era visto nel

capitolo precedente con momenti di crescita, momenti di stagnazione e momenti di

decrescita. Gli anni che presentano le quote maggiori di giovani viaggiatori sono il 2006 e il

2007 (rispettivamente con il 60,8 per cento e il 61,7 per cento di giovani che hanno fatto

almeno una vacanza). Rispetto alla popolazione totale la propensione alla vacanza dei

giovani e dei bambini rimane in tutti gli anni esaminati una loro prerogativa sviluppando

percentuali maggiori rispetto alla media generale.

Le fasce di età che si avvantaggiano di più sono proprio le fasce dei ragazzi più giovani: tra

il 1993 e il 2009 i 10-14enni aumentano di quasi 8 punti percentuali, seguiti dai 5-9enni che

aumentano di 6,5 punti percentuali. L’incremento dei bambini molto piccoli si attesta di 4,5

punti percentuali. Aumenta inoltre la quota di ragazzi che vanno più volte in vacanza: dal

12,5 per cento nel 1993 al 19,7 per cento nel 2009. Diminuisce tra le due occasioni di

confronto il numero di giorni, in tendenza con quanto avviene nel turismo più in generale: da

una media di 20 giorni di vacanza nel 1993, si arriva ad una media di 15 giorni nel 2009.

Coloro che non fanno neanche un periodo di vacanza diminuiscono in percentuale dal 48,7

per cento del 1993 al 43,9 per cento del 2009.

La ricerca della vacanza familiare si dimostra, con il passare degli anni, ancora di più un

fenomeno collettivo, che riguarda tutti i figli presenti nella famiglia e sempre più spesso la

famiglia nel suo complesso. Nel 1993 il 45,8 per cento dei ragazzi andava in vacanza

insieme ai suoi fratelli (se presenti) ed il 36,8 per cento con tutta la famiglia; nel 2009 il 50,5

per cento dei ragazzi parte insieme ai fratelli e il 42,7 per cento insieme a tutti i membri della

44 Gli indicatori calcolati su coloro che hanno fatto almeno un periodo di vacanza sono stati sviluppati soltanto per il 1993 e il 2009 poiché negli altri anni della serie storica non è sempre stata chiesta la totalità delle informazioni. Le informazioni presenti per tutti gli anni sono l’aver fatto almeno una vacanza e i motivi della non vacanza.

95

famiglia. Il viaggio familiare accomuna maggiormente i bambini e i ragazzi tra i 5 e i 14 anni

d’età. I risultati sono in linea con quanto riportato anche dall’Indagine Multiscopo “Viaggi e

Vacanze” dove viene rilevato che la quota di partner in coppia che vanno in vacanza con

tutta la famiglia decresce al crescere dell’età dei partner (Baiocchi, Dattilo, 2009) e di

conseguenza al crescere dell’età dei figli.

96

Tavola e Grafico 4.12: Indicatore “Vacanza” – Percentuale di giovani che vivono con la famiglia di origine per compimento di almeno una vacanza (dati assoluti in migliaia)

Almeno una vacanza

Classi d'età % Una sola Più di una

vacanza

Numero medio di giorni di vacanza

Nessuna vacanza

Tutta la famiglia è andata in vacanza

Tutti i figli sono

andati in vacanza Totale

ANNO 1993 0-4 anni 46.3 36.4 9.9 22,4 giorni 53.7 42.9 45.5 2.755

5-9 anni 52.0 38.7 13.3 22,0 giorni 48.0 46.1 49.8 2.880

10-14 anni 51.2 38.7 12.5 21,8 giorni 48.8 41.9 47.6 3.102

15-19 anni 50.1 37.7 12.4 20,6 giorni 49.9 34.7 43.1 3.888

20-24 anni 53.6 41.0 12.6 17,8 giorni 46.4 29.1 44.5 3.671

25-29 anni 55.0 40.6 14.5 17,7 giorni 45.0 25.5 45.7 2.029

Totale 9.394 7.110 2.284 20,4 giorni 8.932 6.747 8.400 18.325

51.3 38.8 12.5 48.7 36.8 45.8 100.0

ANNO 2009 0-4 anni 50.8 35.6 15.2 18,6 giorni 49.2 47.7 49.2 2.659

5-9 anni 58.5 36.2 22.3 18,6 giorni 41.6 53.6 56.1 2.810

10-14 anni 59.1 36.9 22.3 17,8 giorni 40.9 50.0 55.3 2.715 15-19 anni 55.8 35.4 20.4 17,5 giorni 44.2 39.9 48.3 2.955

20-24 anni 54.5 36.7 17.9 14,0 giorni 45.5 32.0 45.6 2.588 25-29 anni 57.9 38.3 19.6 13,8 giorni 42.1 29.1 47.8 2.047 Totale 8.845 5.745 3.100 15,7 giorni 6.929 6.734 7.969 15.774

56.1 36.4 19.7 43.9 42.7 50.5 100.0

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana - Anni 1993, 2009

97

La vacanza è un fenomeno geograficamente disomogeneo sul territorio italiano. La distanza

nella propensione a fare vacanza tra il centro-nord e il sud d’Italia rimane ampia, anche se

nel 2009 il gap tra ripartizioni diminuisce (Tavola 4.13). La minima differenza si riscontra

tra i residenti nel Centro e quelli nel Sud con 21 punti percentuali in meno (erano 25 nel

1993), mentre la massima differenza si trova tra i residenti nel Nord-ovest e quelli nelle

Isole con 44 punti percentuali in meno (erano 48 nel 1993).

Di importanza rilevante sono però i progressi che si sono avuti nelle regioni meridionali: la

percentuale di aumento del fenomeno è stata del 27,8 per cento per le Isole e del 17,2 per

cento per il Sud (gli aumenti percentuali per le altre ripartizione non superano il 5 per cento).

Grafico 4.13: Indicatore “Vacanza” – Percentuale di giovani che vivono con la famiglia di origine per compimento di almeno una vacanza e ripartizione geografica

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana - Anni 1993, 2009

98

Tavola 4.13: Indicatore “Vacanza” – Percentuale di giovani che vivono con la famiglia di origine per compimento di almeno una vacanza e ripartizione geografica (dati assoluti in migliaia)

Nord Ovest Nord Est Centro Sud Isole Totale

Totale

Persone

% Andate in

vacanza Totale

Persone

% Andate in

vacanza Totale

Persone

% Andate in

vacanza Totale

Persone

% Andate in

vacanza Totale

Persone

% Andate in

vacanza Totale

Persone

% Andate in

vacanza ANNO 1993 0-4 anni 622 68.5 426 63.6 469 54.5 852 29.8 386 18.0 2.755 46.3 5-9 anni 596 78.5 425 65.8 501 61.5 908 36.0 450 25.4 2.880 52.0

10-14 anni 675 70.8 464 66.9 522 61.1 1.009 35.2 432 29.2 3.102 51.2 15-19 anni 887 73.3 622 61.3 663 57.5 1.216 34.3 501 23.9 3.888 50.1

20-24 anni 960 73.3 681 65.5 696 58.3 903 33.3 432 25.8 3.671 53.6 25-29 anni 506 72.0 394 63.8 444 66.5 482 32.7 203 23.7 2.029 55.0 Totale 4.247 72,8 3.011 64,4 3.295 59,6 5.370 33,7 2.404 24,5 18.325 51,3 23.2 16.4 18.0 29.3 13.1

ANNO 2009 0-4 anni 694 69.1 529 60.4 503 52.8 659 34.3 274 22.0 2.659 50.8

5-9 anni 704 78.5 522 73.2 553 61.4 681 39.8 350 27.9 2.810 58.5 10-14 anni 654 78.9 476 74.4 491 64.0 771 37.9 323 40.0 2.715 59.1

15-19 anni 730 77.3 511 66.8 476 59.6 823 40.3 415 31.0 2.955 55.8 20-24 anni 574 75.7 406 63.0 489 62.3 787 40.1 331 30.4 2.588 54.5

25-29 anni 437 72.7 328 64.4 420 68.9 598 45.3 264 36.5 2.047 57.9 Totale 3.793 75,5 2.772 67,2 2.931 61,3 4.320 39,5 1.957 31,3 15.774 56.1 24.1 17.6 18.6 27.4 12.4

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana - Anni 1993, 2009

99

4.7.2 Indicatore “Periodi di vacanza”

Nel dettaglio dei “Periodi di vacanza” si nota come è aumentata la quota di coloro che hanno

la possibilità di fare più vacanze: nel 2009, 1 giovane ogni 3 fa almeno due periodi di

vacanza mentre, nel 1993, 1 giovane ogni 4 poteva fare più di una vacanza. In termini

assoluti più di un milione di bambini e ragazzi va da tre a più volte in vacanza, e circa 2

milioni almeno 2 volte (Tavola 4.14).

4.7.3 Indicatore “Luogo di vacanza”

Il luogo di destinazione varia anch’esso molto nelle due occasioni temporali. Se nel 1993 il

viaggio all’estero era limitato a pochi eletti e avveniva più frequentemente, seppure ancora

con valori molto limitati, dopo i 15 anni, nel 2009 andare all’estero è diventato più frequente

anche per i bambini più piccoli oltre che per i giovani. Nel 2009, circa il 25 per cento dei

bambini al di sotto dei quattro anni fa un viaggio all’estero (1 bambino ogni 4) mentre nel

1993 solo il 10 per cento viaggiava oltre il confine italiano (Tavola 4.15).

4.7.4 Indicatore “Tempo della vacanza”

Il tempo delle vacanze si riduce dal 1993 al 2009. Aumentano i periodi di vacanza ma

diminuiscono i giorni di vacanza, a delineare come le vacanze si sono fatte più corte, e come,

anche nella vita di un bambino o ragazzo, gli impegni (familiari) sono tali da permettere

prevalentemente vacanze corte (da 4 a 7 giorni), e dove c’è la possibilità, ripetute nel tempo.

Se nel 1993 più della metà dei bambini e dei ragazzi faceva vacanze per più di 15 giorni, nel

2009 più della metà dei bambini e dei ragazzi fa vacanze per un totale massimo di 14 giorni

(Tavola 4.16).

4.7.5 Indicatori “Vacanze in Italia” e “Vacanze all’estero”

La combinazione dell’indicatore “Luogo della vacanza” e dell’indicatore “Tempo della

vacanza” genera due altri indicatori che illustrano rispettivamente il tempo speso per vacanze

in Italia e il tempo speso per vacanze all’estero. Come già evidenziato precedentemente

diminuiscono i viaggi in Italia e diminuisce il tempo delle vacanze in Italia (Tavola 4.17).

Dall’altra parte, aumentano il numero di viaggi all’estero, e vengono preferiti dal collettivo

dei bambini e dei ragazzi i viaggi di una settimana o al massimo di 2 settimane (Tavola

4.18).

100

Tavola e Grafico 4.14: Indicatore “Periodi di vacanza” – Percentuale di giovani che vivono con la famiglia di origine e che hanno fatto almeno una vacanza per numero di periodi di vacanza (dati assoluti in migliaia)

Un periodo di vacanza

Due periodi di vacanza

Più di due periodi di vacanza

Totale persone andate in vacanza

Classi d'età ANNO 1993 0-4 anni 78.7 15.6 5.7 1.276

5-9 anni 74.4 18.7 6.9 1.497

10-14 anni 75.5 16.2 8.3 1.589

15-19 anni 75.2 16.5 8.3 1.949

20-24 anni 76.5 16.5 7.0 1.968

25-29 anni 73.7 19.5 6.8 1.116

Totale 7.110 1.600 683 9.394

75.7 17.0 7.3 100.0

ANNO 2009 0-4 anni 70.1 19.4 10.5 1.351

5-9 anni 61.9 23.5 14.6 1.643

10-14 anni 62.3 24.2 13.5 1.605

15-19 anni 63.5 21.3 15.2 1.649

20-24 anni 67.2 24.4 8.3 1.411

25-29 anni 66.1 21.0 12.9 1.186

Totale 5.745 1.981 1.119 8.845

65.0 22.4 12.7 100.0 Fonte: nostra elaborazione su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana - Anni 1993, 2009

101

Tavola e Grafico 4.15: Indicatore “Luogo della vacanza” – Percentuale di giovani che vivono con la famiglia di origine e che hanno fatto almeno una vacanza per luogo di destinazione (dati assoluti in migliaia)

Vacanza solo in

Italia Vacanza solo

all'estero

Vacanza sia in Italia che all'estero Totale

Classi d'età ANNO 1993 0-4 anni 90.7 4.6 4.7 1.276

5-9 anni 89.4 3.8 6.8 1.497

10-14 anni 85.1 7.5 7.4 1.589

15-19 anni 81.7 7.6 10.6 1.949

20-24 anni 71.6 16.1 12.4 1.968

25-29 anni 65.6 21.3 13.1 1.116

Totale 7.580 937 877 9.394

80.7 10.0 9.3 100.0

ANNO 2009 0-4 anni 74.5 15.7 9.8 1.351

5-9 anni 73.6 13.9 12.5 1.643

10-14 anni 70.0 14.2 15.8 1.605

15-19 anni 63.6 19.0 17.5 1.649

20-24 anni 61.7 23.1 15.2 1.411

25-29 anni 55.7 25.9 18.5 1.186

Totale 5.917 1.614 1.313 8.845

66.9 18.3 14.9 100.0

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana - Anni 1993, 2009

102

Tavola e Grafico 4.16: Indicatore “Tempo della vacanza” – Percentuale di giovani che vivono con la famiglia di origine e che hanno fatto almeno una vacanza per durata delle vacanze (dati assoluti in migliaia)

Fino a 7 giorni di vacanza

Da 8 a 14 giorni di vacanza

Oltre 15 giorni di vacanza Totale

Classi d'età ANNO 1993 0-4 anni 12.8 17.5 69.7 1.276

5-9 anni 12.7 16.5 70.8 1.497

10-14 anni 13.5 17.2 69.3 1.589

15-19 anni 16.2 17.6 66.2 1.949

20-24 anni 17.6 21.2 61.2 1.968

25-29 anni 17.3 21.3 61.4 1.116

Totale 1.422 1.742 6.230 9.394

15.1 18.5 66.3 100.0

ANNO 2009 0-4 anni 26.8 24.6 48.6 1.351

5-9 anni 27.1 23.7 49.2 1.643

10-14 anni 28.0 24.8 47.2 1.605

15-19 anni 29.8 22.8 47.5 1.649

20-24 anni 37.2 27.2 35.7 1.411

25-29 anni 36.9 26.8 36.2 1.186

Totale 2.709 2.197 3.939 8.845

30.6 24.8 44.5 100.0

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana - Anni 1993, 2009

103

Tavola e Grafico 4.17: Indicatore “Vacanze in Italia” – Percentuale di giovani che vivono con la famiglia di origine e che hanno fatto almeno una vacanza per destinazione (dati assoluti in migliaia)

Nessuna vacanza in

Italia

Fino a 7 giorni di

vacanza in Italia

Da 8 a 14 giorni di

vacanza in Italia

Oltre 15 giorni di

vacanza in Italia

Totale persone andate in vacanza

Classe d'età ANNO 1993 0-4 anni 4.6 13.1 17.3 65.0 1.276

5-9 anni 3.8 13.5 16.3 66.4 1.497

10-14 anni 7.5 13.6 16.1 62.8 1.589

15-19 anni 7.6 16.8 17.4 58.2 1.949

20-24 anni 16.1 17.7 20.2 46.0 1.968

25-29 anni 21.3 18.0 17.2 43.4 1.116

Totale 937 1.462 1.650 5.344 9.394

10.0 15.6 17.6 56.9 100.0

ANNO 2009 0-4 anni 15.7 27.5 22.2 34.6 1.351

5-9 anni 13.9 27.8 20.0 38.3 1.643

10-14 anni 14.2 28.4 20.6 36.8 1.605

15-19 anni 19.0 28.4 17.5 35.2 1.649

20-24 anni 23.1 33.7 19.4 23.7 1.411

25-29 anni 25.9 33.5 19.1 21.5 1.186

Totale 1.614 2.627 1.748 2.856 8.845

18.3 29.7 19.8 32.3 100.0

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana - Anni 1993, 2009

104

Tavola e Grafico 4.18: Indicatore “Vacanze all’estero” – Percentuale di giovani che vivono con la famiglia di origine e che hanno fatto almeno una vacanza per destinazione (dati assoluti in migliaia)

Nessuna vacanza

all'estero

Fino a 7 giorni di vacanza

all'estero

Da 8 a 14 giorni di vacanza

all'estero

Oltre 15 giorni di vacanza

all'estero

Totale persone

andate in vacanza

Classe d'età ANNO 1993 0-4 anni 90.7 1.4 2.0 5.9 1.276

5-9 anni 89.4 3.1 3.0 4.5 1.497

10-14 anni 85.1 3.6 4.1 7.3 1.589

15-19 anni 81.7 5.3 4.1 8.8 1.949

20-24 anni 71.6 6.1 7.3 14.9 1.968

25-29 anni 65.6 8.1 7.5 18.9 1.116

Totale 7.580 437 443 934 9.394

80.7 4.7 4.7 9.9 100.0

ANNO 2009 0-4 anni 74.5 8.1 5.2 12.3 1.351

5-9 anni 73.6 10.5 7.1 8.8 1.643

10-14 anni 70.0 13.0 7.5 9.5 1.605

15-19 anni 63.6 16.0 9.1 11.3 1.649

20-24 anni 61.7 20.4 7.8 10.2 1.411

25-29 anni 55.7 20.5 12.0 11.9 1.186

Totale 5.917 1.286 709 933 8.845

66.9 14.5 8.0 10.6 100.0

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana - Anni 1993, 2009

105

4.8 Indicatori sui “Motivi della non vacanza”: motivo economico, di lavoro o studio, mancanza di abitudine, residenza in luogo di vacanza, motivo familiare, età, altro motivo È interessante notare le motivazioni che esprimono coloro che non hanno svolto neanche un

periodo di vacanza. La domanda che viene loro posta permette di dare più risposte alla scelta

di non aver fatto vacanze.

Il motivo economico è il più segnalato sia nel 1993 (48,7 per cento) che soprattutto nel 2009

dove viene indicato da più del 50 per cento dei ragazzi. È proprio negli ultimi 3 anni

considerati che la motivazione economica ha raggiunto di nuovo quote elevate, mentre in

precedenza si era attestata intorno al 40 per cento e anche meno (36,6 per cento nel 2001).

La motivazione “lavoro e studio” ha una doppia interpretazione: lavoro indica gli impegni

lavorativi dei genitori che a volte impediscono anche ai figli di fare delle vacanze, e studio

indica più propriamente gli impegni di studio dei ragazzi più grandi. Nel 2009 questo motivo

coinvolge il 14,9 per cento dei bambini e dei ragazzi, aumentando la sua importanza e

rimarcando la crescente difficoltà a conciliare lavoro, studio e tempo libero.

La motivazione “mancanza di abitudine” è residuale, solitamente coinvolge fasce di età più

anziane che non sono presenti ovviamente in questo sottocampione.

Il motivo “residenza in luogo di villeggiatura” riporta un numero anch’esso limitato di

preferenze, a dimostrazione che anche se si vive in una località di villeggiatura, la necessità

di una vacanza è universalmente intesa (i valori dell’intero collettivo raggiungono soltanto il

3,4 per cento dell’intera popolazione residente in Italia che non ha fatto neanche un periodo

di vacanza - Istat, 2010).

I motivi “familiare”, “età” e “altro motivo” per questo sottocampione possono essere

considerati insieme, poiché nel 1993 non era previsto il motivo “età” e molte risposte

(soprattutto per i bambini più piccoli) si posizionavano nei motivi familiari o nell’altro

motivo. Tra i più giovani, infatti, l’età viene menzionata come motivo di non vacanza per le

oggettive complicazioni che si devono affrontare quando si viaggia con dei bambini molto

piccoli (Tavola 4.19). Queste modalità sommano tra il 40 e il 45 per cento dei casi in tutti gli

anni considerati.

106

Tavola e Grafico 4.19: Indicatore “Motivi della non vacanza” – Percentuale di giovani che vivono con la famiglia di origine e che non hanno fatto almeno una vacanza per motivi della non vacanza (dati assoluti in migliaia)

Nessuna vacanza Motivi della non vacanza (% sul totale di chi non v a in vacanza)(a)

Persone % sul totale Economico

Lavoro o studio

Mancanza di

abitudine

Residenza in luogo di

vacanza Familiare Età (b)

Altro motivo

Classe d'età ANNO 1993 0-4 anni 1479 53.7 28.6 1.4 3.9 4.2 43.2 15.7

5-9 anni 1383 48.0 40.5 3.2 6.1 5.8 45.1 7.6

10-14 anni 1513 48.8 45.8 4.7 8.1 5.3 40.3 8.0

15-19 anni 1940 49.9 45.8 12.9 8.1 5.6 29.3 10.9

20-24 anni 1704 46.4 46.5 16.9 9.8 5.1 19.0 14.6

25-29 anni 913 45.0 44.8 15.4 10.1 9.4 18.4 18.3

Totale 8.932 48.7 3.765 815 680 463 2.931 1.083

42.2 9.1 7.6 5.2 32.8 12.1

ANNO 2009 0-4 anni 1308 49.2 36.8 2.3 1.6 2.3 34.9 27.8 5.5

5-9 anni 1168 41.6 49.5 6.7 2.9 4.0 39.8 12.5 4.6

10-14 anni 1110 40.9 53.6 11.6 5.6 2.8 35.1 9.6 3.8

15-19 anni 1306 44.2 58.0 17.5 5.4 4.1 28.9 5.2 3.5

20-24 anni 1177 45.5 58.8 27.6 6.1 4.4 18.3 0.2 4.1

25-29 anni 861 42.1 56.5 28.1 8.8 8.5 12.7 0.0 7.1

Totale 6.929 43.9 3.589 1.033 334 233 2.012 687 323

51.8 14.9 4.8 3.4 29.0 9.9 4.7

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana - Anni 1993, 2009

(a) La somma delle percentuali di riga può dare più di 100 per cento poiché i rispondenti potevano fornire più risposte

(b) Modalità non presente nel 1993

107

Capitolo 5 - La propensione alla vacanza

Non programmare viaggi troppi lunghi, più breve è il viaggio, maggiori sono le possibilità di completarlo

Zygmunt Bauman, dal libro “La società dell’incertezza”

5.1 Il modello di regressione logistica binomiale45

La regressione logistica binomiale è un caso particolare di modello lineare generalizzato. Si

tratta di un modello di regressione applicato nei casi in cui la variabile dipendente y sia di

tipo dicotomico riconducibile ai valori 0 e 1, come è la propensione alla vacanza espressa, in

questo caso, esclusivamente con due valori: si o no (si=1; no=0), dove il “si” indica l’aver

fatto almeno un periodo di vacanza di 4 notti consecutive, il “no” indica non aver fatto

nessun periodo di vacanza. Il modello di regressione logistica modella la relazione tra l’esito

dicotomico da esaminare (la propensione alla vacanza) e un set di variabili che possono

essere sia dicotomiche (ad. esempio presenza di figli con 10 anni o meno: si/no) che

categoriche (ad esempio: ripartizione geografica: Nord-Ovest; Nord-Est, Centro, Sud, Isole).

45 Per la metodologia si veda il testo di Agresti A., Finlay B. (2009) “Statistica per le scienze sociali”, Pearson.

108

Nel nostro caso, considerando come variabile dipendente l’aver effettuato almeno un viaggio

di 4 notti consecutive, sono stati applicati alcuni modelli di regressione logistica binomiale

sui dati del 1993 e del 2009 per valutare gli effetti di ciascun indicatore considerato sulla

propensione al verificarsi dell’evento di interesse.

5.2 Dal 1993 al 2009: lo scenario di fondo

Il modello logistico applicato, in due occasioni al 1993 e al 2009, consente di valutare la

probabilità che un bambino, ragazzo e giovane ha di compiere un periodo di vacanza di

almeno 4 notti consecutive (chiamata “Propensione alla vacanza”), esaminata in riferimento

ad ogni singolo indicatore considerato.

Il modello presentato è frutto di alcune scelte statistiche derivate dalla costruzione di modelli

che non saranno qui esposti ma che hanno portato ad eliminare dall’analisi le variabili non

significativamente “correlate” al fenomeno: sono stati eliminati gli indicatori “Titolo di

godimento dell’abitazione” e “Presenza di disagi”. Ciò sta a significare che le due variabili

non distinguono per la propensione a viaggiare.

Il modello stima la probabilità che ha un bambino/ragazzo/giovane di fare almeno un viaggio

in riferimento ad alcune variabili esplicative: quelle che riguardano la struttura familiare

(“Tipologia familiare”, “Presenza di fratelli”, “Famiglie diverse”, “Presenza di figli con 10

anni e meno”); quelle che riguardano la condizione socio-economica dei genitori (a

cominciare dal “Livello d’istruzione dei genitori”, la “Condizione occupazionale dei

genitori” e la “Condizione professionale dei genitori”, e gli indicatori economici di

percezione della “Situazione economica” e delle “Risorse economiche”), ed infine due

variabili che risulteranno essere altamente discriminanti che sono la “Ripartizione geografica

di residenza” e la “Classe d’età”.

5.2.1. Anno 1993: i risultati

I risultati ottenuti per il 1993 (Tavola 5.1) individuano nella Ripartizione geografica di

residenza e a seguire nel titolo di studio posseduto dai genitori e nella classe d’età del

ragazzo i fattori che risultano essere maggiormente “correlati” con la propensione a

viaggiare. Significative sono inoltre la professione esercitata dai genitori e la percezione

della disponibilità di risorse economiche. Un impatto più debole ha l’indicatore Presenza di

109

fratelli, mentre le varabili che rilevano i differenti modi di fare famiglia non risultano

significative.

La propensione al viaggio è fortemente caratterizzata a livello territoriale: la probabilità di

fare un viaggio è più elevata per coloro che vivono nel Settentrione e nel Centro rispetto a

chi vive nelle regioni meridionali ed insulari. Le odds46 di propensione alla vacanza (Grafico

5.1) per i bambini e ragazzi che vivono nel Nord-Ovest sono di 9 volte superiori (8,889) le

odds di chi vive nelle Isole; nel caso in cui si risieda nel Nord-est il rapporto è di 5 volte

superiore (5,851), per chi risiede nel centro Italia è di 4 volte (4,448), mentre coloro che

vivono al sud hanno una probabilità di 1 volta e mezza maggiore (1,703). La probabilità di

fare una vacanza, al netto dell’effetto degli altri fattori, è di 4 volte maggiore tra coloro che

hanno almeno un genitore con una istruzione elevata (Laurea) rispetto a coloro i cui genitori

abbiano soltanto la licenza elementare; è di 3 volte superiore per coloro che hanno almeno

un genitore in possesso del diploma di scuola superiore; ed è infine di 1 volta e mezza

superiore per chi ha i genitori con il titolo di studio più alto Licenza media.

La probabilità di viaggiare per i ragazzi più grandi è significativamente più elevata: 3 volte

superiore per i giovani tra 25 e 29 anni, 2 volte e mezzo per i giovani di 20-24 anni, 2 volte

per i giovani di 15-19 anni, fino a 1 volta e mezza per i ragazzi più piccoli rispetto ai

bambini di 0-4 anni.

Relativamente alla dimensione familiare un impatto significativo si osserva per coloro che

sono figli unici e per coloro che hanno un solo fratello rispetto a coloro che hanno 2 o più

fratelli: la probabilità di fare almeno una vacanza risulta essere rispettivamente maggiore del

40 per cento per i figli unici e del 28 per cento per i ragazzi cha hanno un solo fratello.

La condizione occupazionale risulta nel complesso significativa anche se per tale fattore non

tutti gli effetti risultano essere significativi: la probabilità dei ragazzi che vivono con genitori

entrambi occupati è maggiore del 31 per cento rispetto ai ragazzi che vivono in una famiglia

con ruoli più tradizionali, dove la madre è casalinga e il padre è occupato. La probabilità di

fare un viaggio per i ragazzi con un genitore imprenditore o libero professionista risulta

superiore dell’86 per cento rispetto ai ragazzi dove il lavoro del/i genitore/i è quello

dell’operaio, ed è inoltre più probabile fare una vacanza se un genitore si dichiara impiegato.

46 L’odds ratio è il rapporto tra la frequenza con la quale un evento si verifica in un gruppo (ad esempio nei ragazzi residenti nel Nord.-Ovest) e la frequenza con la quale lo stesso evento si verifica in un gruppo di riferimento (in questo caso i ragazzi residenti nelle Isole).

110

Tavola 5.1 - Modello di regressione logistica. Variabile risposta Propensione alla vacanza. Anno 1993

INDICATORI MODALITA' Stima (a) Probabilità relativa (b) Pr > ChiSq

intercetta -3.5421 <.0001 CLASSE D'ETA' (ref. 0-4 anni) 5-9 anni 0.5002 1.649 <.0001

10-14 anni 0.5816 1.789 <.0001

15-19 anni 0.6852 1.984 <.0001

20-24 anni 0.9174 2.503 <.0001

25-29 anni 1.1057 3.021 <.0001

RIPARTIZIONE GEOGRAFICA (ref. Isole) Nord-Ovest 2.1848 8.889 <.0001

Nord-Est 1.7665 5.851 <.0001

Centro 1.4925 4.448 <.0001

Sud 0.5326 1.703 <.0001

TIPOLOGIA FAMILIARE (ref. Con entrambi i genitori) Con il padre -0.0209 0.979 0.9065

Con la madre -0.1412 0.868 0.2442 PRESENZA DI FRATELLI (ref. 2 o più fratelli) Nessun fratello 0.3417 1.407 <.0001

1 fratello 0.2431 1.275 <.0001

PRESENZA DI FIGLI <=10 ANNI (ref. Non sono presenti) Sono presenti -0.0245 0.976 0.6946 FAMIGLIE DIVERSE (ref. Coppie ricostituite o unioni libere) Coppie coniugate -0.151 0.86 0.1369 LIVELLO D'ISTRUZIONE DEI GENITORI (ref. Licenza elementare) Licenza media 0.4164 1.516 <.0001

Diploma superiore 1.0969 2.995 <.0001

Laurea 1.4512 4.268 <.0001 CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI GENITORI (ref. Padre occupato, madre casalinga) tutte e due i genitori occupati 0.2663 1.305 <.0001

un solo genitore occupato 0.0395 1.04 0.5378

nessun genitore occupato -0.0996 0.905 0.1289 CONDIZIONE PROFESSIONALE DEI GENITORI (ref. operaio)

dirigente/imprenditore/libero professionista 0.6199 1.859 <.0001

impiegato/direttivo/quadro 0.5777 1.782 <.0001

Lavoratore in proprio 0.1091 1.115 0.0355 SITUAZIONE ECONOMICA (ref. Molto peggiorata) Uguale -0.0498 0.951 0.514

Migliorata 0.0387 1.04 0.697

peggiorata -0.0502 0.951 0.4992

RISORSE ECONOMICHE (ref. Insufficienti) Adeguate/ottime 1.0623 2.893 <.0001

Scarse 0.5782 1.783 <.0001 Fonte: Nostra elaborazione su dati Istat (a) Stime dei parametri del modello di regressione logistica (b) Rispetto al valore della modalità di riferimento

111

Le risorse economiche complessive della famiglia incidono significativamente sulla

propensione a fare una vacanza: tra i ragazzi che hanno dichiarato che le risorse sono state

adeguate o ottime la probabilità a partire è stata di quasi 3 volte superiore (2,893) rispetto ai

ragazzi con risorse insufficienti: il rapporto scende a 1,783 volte per i ragazzi che dichiarano

di avere avuto a disposizione risorse scarse. La percezione della situazione economica non

ha, invece, effetti significativi.

Nel 1993, in conclusione, la propensione a viaggiare dei bambini, dei ragazzi e dei giovani

risulta essere più correlata ad alcuni comportamenti definiti e assimilati sul territorio

(bisogno e necessità di fare una vacanza per coloro che vivono nel Nord e nel Centro Italia);

consequenziale all’età (cresce la propensione al viaggio al crescere dell’età); spiegata

economicamente dalle risorse disponibili (risorse adeguate = più alta probabilità di

viaggiare) ma non dal miglioramento della situazione economica; motivata culturalmente

dall’inserimento dei ragazzi in nuclei con genitori più istruiti (se almeno un genitore

possiede una laurea la propensione al viaggio è più alta) e, in ultimo, legata alla presenza di

fratelli (colui che è figlio unico ha una probabilità più alta di fare vacanze mentre

all’aumentare del numero di fratelli diminuisce la probabilità di fare un viaggio – in questo

caso spesso le famiglie destinano le risorse disponibili per la vacanza del figlio più grande di

età “sacrificando” i figli più piccoli).

112

Grafico 5.1 - Modello di regressione logistica. Odds delle variabili rispetto alla variabile di rif erimento. Anno 1993

Fonte: Nostra elaborazione su dati Istat

113

5.2.2 Anno 2009: i risultati

Il modello è stato ricalcolato per l’anno 2009 mantenendo gli stessi indicatori precedenti.

Alcuni sviluppi risultano essere, però, molto interessanti.

I risultati ottenuti (Tavola 5.2) individuano una graduatoria diversa negli indicatori

maggiormente “correlati” con la propensione a viaggiare: la Ripartizione geografica di

residenza risulta molto significativa, a seguire la percezione della disponibilità di risorse

economiche, il titolo di studio posseduto dai genitori, la condizione professionale dei

genitori e, infine, la classe d’età del ragazzo.

Significativo è, inoltre, l’indicatore Presenza di fratelli, mentre, anche in questo caso, le

varabili che rilevano i differenti modi di fare famiglia non risultano significative.

La propensione al viaggio, anche se caratterizzata a livello territoriale, ha un effetto meno

discriminante: la probabilità di fare un viaggio è più elevata per coloro che vivono nel

Settentrione (di 6 volte circa per chi vive nelle regioni del Nord-Ovest e di 4 volte circa per

chi vive nelle regioni del Nord-Est) e nel Centro (di 3 volte circa) rispetto a chi vive nelle

regioni meridionali ed insulari.

Al netto dell’effetto degli altri fattori, la probabilità di fare una vacanza è di 3 volte maggiore

tra coloro che hanno almeno un genitore con una istruzione elevata (Laurea) rispetto a coloro

i cui genitori abbiano soltanto la licenza elementare (era di 4 volte superiore nel 1993); è di 2

volte superiore per coloro che hanno almeno un genitore in possesso del diploma di scuola

superiore (era di 3 volte nel 1993); mentre non risulta significativo l’effetto di avere un

genitore che possiede la licenza media rispetto alla licenza elementare come titolo di studio

più alto posseduto.

La classe d’età continua, anche nel 2009, ad esercitare un discrimine nella probabilità di

andare in vacanza. La probabilità di viaggiare per i ragazzi più grandi è più elevata: 2 volte

superiore per i giovani tra 25 e 29 anni (era di 3 volte nel 1993), una volta e mezzo circa per

tutte le altre classe d’età rispetto ai bambini di 0-4 anni (Grafico 5.2).

Relativamente alla dimensione familiare l’impatto della presenza o meno dei fratelli si

manifesta con gli stessi effetti avuti nel 1993: si osserva che per coloro che sono figli unici e

per coloro che hanno un solo fratello la probabilità di fare almeno una vacanza risulta essere

rispettivamente maggiore del 41 per cento per i figli unici e del 39 per cento per i ragazzi che

hanno un solo fratello rispetto a coloro che hanno 2 o più fratelli.

114

La condizione professionale dei genitori risulta nel complesso significativa. La probabilità di

fare un viaggio per i ragazzi con un genitore imprenditore o libero professionista risulta

superiore di 2 volte rispetto ai ragazzi dove il lavoro del/i genitore/i è quello dell’operaio; i

ragazzi con un genitore impiegato hanno una probabilità più alta del 67 per cento di fare una

vacanza, ed è inoltre, risulta significativa anche l’appartenenza ad una famiglia dove un

genitore è un lavoratore in proprio (la probabilità di fare un viaggio è maggiore del 35 per

cento).

La percezione della disponibilità delle risorse economiche incide significativamente sulla

propensione a fare una vacanza con risultati simili al 1993: per i ragazzi che hanno

dichiarato che le risorse sono state adeguate o ottime la probabilità a partire è stata di quasi 3

volte superiore (2,876) rispetto ai ragazzi con risorse insufficienti: il rapporto scende a 1,622

volte per i ragazzi che dichiarano di avere avuto a disposizione risorse scarse. La percezione

della situazione economica ha, nel 2009, effetti significativi per la modalità “situazione

economica peggiorata rispetto all’anno precedente”: l’effetto è positivo, ossia la probabilità

di fare una vacanza, al netto degli altri fattori, risulta essere maggiore per i ragazzi che hanno

dichiarato una situazione nel complesso peggiorata rispetto a coloro che hanno dichiarato

che la situazione economica era molto peggiorata. Ciò sta a significare che nel 2009 gli

sforzi economici delle famiglie, anche di quelle con situazione economica decisamente

peggiorata sono stati tali da consentire ai propri figli di fare almeno una vacanza.

115

Tavola 5.2 - Modello di regressione logistica. Variabile risposta Propensione alla vacanza. Anno 2009

INDICATORI MODALITA' Stima (a) Probabilità relativa (b) Pr > ChiSq

intercetta -3.5368 <.0001

CLASSE D'ETA' (ref. 0-4 anni) 5-9 anni 0.4974 1.644 <.0001

10-14 anni 0.6239 1.866 <.0001

15-19 anni 0.548 1.73 <.0001

20-24 anni 0.5735 1.774 <.0001

25-29 anni 0.8133 2.255 <.0001

RIPARTIZIONE GEOGRAFICA (ref. Isole) Nord-Ovest 1.8921 6.633 <.0001

Nord-Est 1.4333 4.192 <.0001

Centro 1.0864 2.964 <.0001

Sud 0.3938 1.483 <.0001

TIPOLOGIA FAMILIARE (ref. Con entrambi i genitori) Con il padre 0.2261 1.254 0.1829

Con la madre 0.1279 1.136 0.2263

PRESENZA DI FRATELLI (ref. 2 o più fratelli) Nessun fratello 0.3439 1.411 <.0001

1 fratello 0.3275 1.387 <.0001

PRESENZA DI FIGLI <=10 ANNI (ref. Non sono presenti) Sono presenti 0.0382 1.039 0.6071

FAMIGLIE DIVERSE (ref. Coppie ricostituite o unioni libere) Coppie coniugate 0.0899 1.094 0.2676 LIVELLO D'ISTRUZIONE DEI GENITORI (ref. Licenza elementare) Licenza media 0.3162 1.372 0.0006

Diploma superiore 0.6847 1.983 <.0001

Laurea 1.2511 3.494 <.0001 CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI GENITORI (ref. Padre occupato, madre casalinga) tutte e due i genitori occupati 0.2678 1.307 <.0001

un solo genitore occupato -0.0244 0.976 0.7222

nessun genitore occupato 0.159 1.172 0.0335

CONDIZIONE PROFESSIONALE DEI GENITORI (ref. operaio)

dirigente/imprenditore/libero professionista 0.7032 2.02 <.0001

impiegato/direttivo/quadro 0.5138 1.672 <.0001

Lavoratore in proprio 0.301 1.351 <.0001

SITUAZIONE ECONOMICA (ref. Molto peggiorata) Uguale 0.2034 1.226 0.0058

Migliorata 0.3061 1.358 0.0066

peggiorata 0.2789 1.322 <.0001

RISORSE ECONOMICHE (ref. Insufficienti) Adeguate/ottime 1.0564 2.876 <.0001

Scarse 0.4834 1.622 <.0001 Fonte: Nostra elaborazione su dati Istat (a) Stime dei parametri del modello di regressione logistica (b) Rispetto al valore della modalità di riferimento

116

Grafico 5.2 - Modello di regressione logistica. Odds delle variabili rispetto alla variabile di rif erimento. Anno 1993

Fonte: Nostra elaborazione su dati Istat

117

5.2.3. Confronto 1993 e 2009: i cambiamenti

Tra il 1993 e il 2009 sono mutate le implicazioni tra famiglia e viaggio. Nel passaggio dal

1993 al 2009 alcuni comportamenti definiti e assimilati risultano essere meno incisivi e più

distribuiti sul territorio, ne sono emersi di nuovi ed altri ancora si sono accentuati.

Si attenuano le differenze territoriali, in proporzione aumentano i viaggi per i giovani del sud

e delle isole. Il bisogno di fare una vacanza evidenziato, nel 1993, per coloro che vivono nel

Nord e nel Centro Italia diventa una necessità sempre più crescente anche per coloro che

vivono nel Sud e nelle Isole nel 2009.

L’inserimento dei ragazzi in nuclei con genitori più istruiti discrimina, verso la propensione

alla vacanza, coloro che hanno genitori meno istruiti; questo indicatore risulta, comunque,

essere meno incisivo nel 2009 rispetto al 1993. E’ da notare come nel 2009 sono ormai pochi

i ragazzi che hanno genitori con al massimo la licenza elementare, e nel contempo, avere

genitori con il possesso della licenza media non discrimina significativamente.

L’unico indicatore riguardante il modo di fare famiglia che risulta essere significativo in

entrambi gli anni è la presenza di fratelli: avere 2 o più fratelli è un ostacolo al viaggiare,

mentre chi ha un solo fratello o è figlio unico ha una più alta probabilità di fare delle

vacanze. Nel 2009 essere figlio unico o avere un fratello sono due condizioni che

manifestano la stessa probabilità alla propensione al viaggio.

La propensione a viaggiare dei bambini, dei ragazzi e dei giovani risulta essere meno

correlata all’età: infatti, la propensione a viaggiare per i bambini più piccoli si è accresciuta

nel tempo. L’appartenenza ad una fascia d’età piuttosto che ad una altra genera una maggior

probabilità di viaggiare per i ragazzi più grandi: nel 2009 rispetto al 1993, l’impatto di

questa variabile è diminuito, ma è effettivamente aumentata la quota di bambini più piccoli

che hanno viaggiato. L’atteggiamento dei genitori è quello di non essere più condizionati

nelle vacanze dall’età dei figli, ma di portarli con se in ogni circostanza. Gli anni precedenti

al 2009 sono stati manifestazione maggiore di questo fenomeno: la quota di bambini piccoli

(con meno di 5 anni) andati in vacanza è stata del 56,6 per cento nel 2006, del 56,7 per cento

nel 2007 e del 54,2 per cento nel 2008 (vedi Appendice A).

La condizione professionale dei genitori risulta nel complesso significativa: le differenze,

passando dal 1993 al 2009 si sono accentuate.

In ultimo, la propensione al viaggio rimane significativamente spiegata dalle risorse

economiche disponibili (risorse adeguate = più alta probabilità di viaggiare): è interessante

notare come assume significatività nel 2009 la propensione a viaggiare anche per coloro che

118

dichiarano di avere avuto una situazione economica peggiorata e di poter contare su delle

risorse economiche scarse.

Le evidenze importanti si possono così riassumere:

1) si assiste ad una omogeneizzazione sul territorio dei comportamenti verso la propensione

alla vacanza;

2) emerge un comportamento più omogeneo anche per quel che riguarda il livello

d’istruzione dei genitori; la propensione alla vacanza tende a diventare un comportamento

non più elitario ma condiviso da ogni classe sociale della popolazione; i comportamenti si

sono livellati al di là delle disponibilità economiche e culturali;

3) l’aumento generale riscontrato tra il 1993 e il 2009 della propensione alla vacanza si

manifesta anche per una tendenza sempre più forte dei genitori a portare in vacanza i

bambini fin da piccolissimi;

4) si conferma un comportamento verso il viaggiare che è poco condizionato dalla

percezione della propria situazione economica ma che si evidenzia a prescindere da essa: una

famiglia, anche quando le risorse sono scarse e la situazione economica è peggiorata, vuole e

cerca comunque di far effettuare una vacanza ai propri figli; la vacanza è, allora, vista come

un valore imprescindibile per il quale le famiglie sono disposte a fare sacrifici economici;

5) si conferma la difficoltà di mandare i figli in vacanza da parte delle famiglia numerose

(con 3 o più figli), mentre non risulta discriminante per un ragazzo far parte di un nucleo

monogenitoriale, o di una famiglia ricostituita o di una coppia di fatto rispetto ad appartenere

ad una famiglia coniugata tradizionale.

Questi risultati illustrano le differenze nella propensione alla vacanza intercorse dal 1993 al

2009 e saranno approfondite nelle successive analisi. Tra coloro che fanno almeno un

periodo di vacanza si andranno ad individuare le scelte di vacanza che vengono compiute

dalle famiglie per interpretare i fattori che inducono le famiglie a mandare i figli in vacanza,

anche quando le condizioni economiche, sociali e culturali dovrebbero sconsigliarlo.

119

Capitolo 6 - Chi va in vacanza: caratteristiche e novità

I viaggi sono i viaggiatori. Fernando Pessoa,

dal libro “Il libro dell’inquietudine”

6.1. L’analisi delle corrispondenze multiple47

L’analisi delle corrispondenze multiple (ACM) consente di ridurre la rappresentazione delle

osservazioni da uno spazio a k dimensioni ad uno spazio a k* dimensioni in cui k*< k,

procedendo per combinazioni lineari di variabili e avendo come obiettivo la minor perdita di

variabilità possibile. Le k* dimensioni costituiscono dei fattori ciascuno dei quali sintetizza

un aspetto dell’insieme multivariato di informazione raccolta eliminando al tempo stesso la

ridondanza di informazione. L’ACM richiede la costruzione di una matrice disgiunta dei

dati, essendo stata ideata per essere applicata a variabili di qualsiasi scala (anche nominale).

Per questo motivo l’ACM è particolarmente utile quando si abbiano dati qualitativi, come in

questo caso.

47 Per la metodologia si vedano i seguenti testi: Bolasco S. (1999) “Analisi multidimensionale dei dati - Metodi, strategia e criteri d’interpretazione”, Carocci, Roma; Fabbris L. (1997) “Statistica multivariata - Analisi esplorativa dei dati”, McGraw-Hill Libri Italia, Milano

120

È stata applicata, infatti, l’ACM sui dati ad inizio periodo di osservazione (1993) e a fine

periodo (2009) sul collettivo dei bambini e ragazzi, tra 0 e 19 anni d’età, che sono andati in

vacanza. La scelta metodologica è consistita nell’applicare un’ACM, mettendo in gioco tutti

gli indicatori selezionati, facendo però agire come variabili attive soltanto quelle che

rappresentano le scelte di comportamento in vacanza mentre le variabili demografiche, di

struttura, di condizionamento ambientale e le variabili di condizione e percezione

economiche sono state utilizzate come variabili illustrative per interpretare i risultati

dell’analisi. Successivamente, utilizzando i nuovi fattori, emersi dall’ACM, è stata applicata

una procedura di clusterizzazione.

6.2. Anno 1993: i risultati dell’ACM

L’ACM è il primo passo per la costruzione successiva dei gruppi: la Cluster Analysis è stata

infatti applicata sui primi due fattori espressi dall’ACM che in totale raccolgono il 35,4 per

cento della varianza spiegata. Brevemente illustreremo i risultati più importanti in questo

paragrafo, riportando la totalità dell’analisi (grafici e tabelle) nell’Appendice B.

Il primo fattore espresso, che chiameremo la destinazione del viaggio, è caratterizzato per la

contrapposizione di due destinazioni per la vacanza: l’Italia e l’estero. Il collettivo si

distingue tra coloro che fanno vacanze in Italia (semiasse negativo) e coloro che vanno

all’estero (semiasse positivo). Ha, infatti, un peso rilevante la modalità “viaggi solo

all’estero” che caratterizza fortemente il semiasse positivo. La modalità “fare viaggi sia in

Italia che all’estero” si proietta anch’essa sul semiasse positivo, indicando una maggiore

vicinanza di comportamento con chi va soltanto all’estero (Tavola 6.1).

Le variabili illustrative che si proiettano sugli assi sono riportate nell’Appendice B. Il

supporto all’interpretazione dato da questi indicatori sarà soprattutto utilizzato nell’analisi

dei gruppi.

Il secondo asse è il fattore del tempo trascorso in vacanza: illustra quante volte e per quanti

giorni è stata effettuata la vacanza (Tavola 6.2). Nella parte negativa si attestano gli

indicatori che descrivono la possibilità di fare più periodi di vacanza (due periodi e anche più

di due periodi) e, conseguentemente, gli indicatori che delineano un tempo di vacanza lungo

(anche oltre 15 giorni). Nella parte positiva dell’asse si proiettano le variabili che indicano

un tempo più limitato di vacanza, sia per i periodi (un solo periodo) che per i giorni spesi

(una settimana). Si può, quindi, classificare come il fattore del durata della vacanza.

121

Tavola 6.1 - Indicatori (variabili attive) maggiormente correlati con il primo fattore. INDICATORE Modalità Coordinata

SEMIASSE NEGATIVO

VACANZE ALL'ESTERO no -0.37

LUOGO DI VACANZA solo in Italia -0.37

VACANZE IN ITALIA 1-7 giorni -0.27

VACANZE IN ITALIA 8-14 giorni -0.22

VACANZE IN ITALIA oltre 15 giorni -0.21

SEMIASSE POSITIVO

LUOGO DI VACANZA solo all'estero 3.45

VACANZE IN ITALIA nessuna vacanza 3.45

VACANZE ALL'ESTERO oltre 15 giorni 2.64

VACANZE ALL'ESTERO 8-14 giorni 2.09

VACANZE ALL'ESTERO 1-7 giorni 1.86

LUOGO DI VACANZA Italia e estero 1.40

PERIODI DI VACANZA più di due periodi 0.45

PERIODI DI VACANZA Due periodi 0.29

VACANZE PER TUTTI I FIGLI no 0.21

Tavola 6.2 - Indicatori (variabili attive) maggiormente correlati con il secondo fattore. INDICATORE Modalità coordinata

SEMIASSE NEGATIVO

PERIODI DI VACANZA più di due periodi -1.25

LUOGO DI VACANZA Italia e estero -1.15

PERIODI DI VACANZA Due periodi -0.80

VACANZE IN ITALIA oltre 15 giorni -0.59

GIORNI DI VACANZA oltre 15 giorni -0.54

VACANZE ALL'ESTERO 8-14 giorni -0.39

VACANZE ALL'ESTERO oltre 15 giorni -0.37

VACANZE CON TUTTA LA FAMIGLIA si -0.23

SEMIASSE POSITIVO

GIORNI DI VACANZA 1-7 giorni 1.76

VACANZE PER TUTTI I FIGLI no 1.61

VACANZE IN ITALIA 1-7 giorni 1.53

VACANZE CON TUTTA LA FAMIGLIA no 1.03

LUOGO DI VACANZA solo all'estero 0.88

VACANZE IN ITALIA nessuna vacanza 0.88

GIORNI DI VACANZA 8-14 giorni 0.72

VACANZE IN ITALIA 8-14 giorni 0.55

PERIODI DI VACANZA Un periodo 0.30

122

Grafico 6.1 – Incrocio tra il primo e il secondo asse – ACM 1993

123

Attraverso lo studio del piano cartesiano costruito dall’incrocio tra il primo e il secondo asse

si riescono ad evidenziare alcune caratteristiche combinate tra gli indicatori esaminati

(Grafico 6.1).

La possibilità per tutta la famiglia, e per tutti i figli, di fare una vacanza è delimitata da

coloro che effettuano più periodi di vacanza e per più tempo (terzo quadrante), mentre il

viaggio limitato ad una sola settimana si proietta vicino al coloro che non riescono ad andare

in vacanza con tutta la famiglia. I periodi di vacanza ripetuti e il tempo più lungo in giorni

speso in vacanza limitatamente ai viaggi in Italia, si allineano parallelamente al secondo asse

(dal quarto al secondo quadrante), mentre il tempo speso all’estero si proietta intorno al

semiasse positivo, indicando un investimento più lungo in termini di tempo per coloro che

vanno all’estero (anche se solo per un periodo).

6.3 Anno 2009: i risultati dell’ACM

Trascorsi i 17 anni tra il 1993 e il 2009 studiamo il grafico dato dall’incrocio dei primi due

assi che sommano complessivamente il 36,9 per cento della varianza spiegata. La situazione

che si evidenzia (Grafico 6.2), mostra come, pur rimanendo il secondo asse (Tavola 6.4)

fortemente caratterizzato dal tempo e dai periodi passati in vacanza, il primo asse (Tavola

6.3) si polarizza maggiormente mettendo in contrasto la vacanza all’estero che dura più di 15

giorni (semiasse positivo) con la vacanza in Italia limitata ad una settimana (semiasse

negativo). L’analisi successiva sui gruppi farà emergere ancora di più le differenze tra i due

anni presi in esame.

124

Tavola 6.3 - Indicatori (variabili attive) maggiormente correlati con il primo fattore – Anno 2009 INDICATORE Modalità coordinata

SEMIASSE NEGATIVO

VACANZE IN ITALIA 1-7 giorni -0.61

LUOGO DI VACANZA solo in Italia -0.60

VACANZE ALL'ESTERO nessuna vacanza -0.60

VACANZE IN ITALIA 8-14 giorni -0.49

GIORNI DI VACANZA 1-7 giorni -0.46

SEMIASSE POSITIVO

VACANZE IN ITALIA nessuna vacanza 1.90

LUOGO DI VACANZA solo estero 1.90

VACANZE ALL'ESTERO oltre 15 giorni 1.86

VACANZE ALL'ESTERO 8-14 giorni 1.38

VACANZE ALL'ESTERO 1-7 giorni 1.04

LUOGO DI VACANZA Italia e estero 0.86

PERIODI DI VACANZA più di due periodi 0.50

Tavola 6.4 - Indicatori (variabili attive) maggiormente correlati con il secondo fattore – Anno 2009 INDICATORE Modalità coordinata

SEMIASSE NEGATIVO

PERIODI DI VACANZA più di due periodi -1.33

LUOGO DI VACANZA Italia e estero -1.08

VACANZE IN ITALIA oltre 15 giorni -0.97

GIORNI DI VACANZA oltre 15 giorni -0.73

PERIODI DI VACANZA Due periodi -0.71

SEMIASSE POSITIVO

VACANZA PER TUTTI I FIGLI no 1.22

GIORNI DI VACANZA 1-7 giorni 1.13

LUOGO DI VACANZA solo all'estero 1.10

VACANZE IN ITALIA nessuna vacanza 1.10

VACANZE CON TUTTA LA FAMIGLIA no 0.90

VACANZE IN ITALIA 1-7 giorni 0.72

PERIODI DI VACANZA Un periodo 0.53

125

Grafico 6.2 – Incrocio tra il primo e il secondo asse – ACM 2009

126

6.4. I risultati della Cluster Analysis

Utilizzando i nuovi fattori emersi dall’ACM (i primi 2 per ogni anno), è stata applicata una

procedura di clusterizzazione capace di evidenziare tipologie diverse di vacanzieri. Sono

emerse cinque tipologie per i bambini e i ragazzi nell’anno 1993 e cinque tipologie anche per

l’anno 2009.

6.4.1. Anno 1993 - I gruppo: “Lo standard di riferimento” (51,2 per cento)

Nel 1993 circa la metà del collettivo (51,2 per cento) si riunisce in un solo gruppo che

abbiamo denominato “Lo standard di riferimento”. Il gruppo è caratterizzato dalla scelta

univoca della destinazione, l’Italia, attraverso uno o più viaggi, che sommano un totale

molto alto di giorni di vacanza (più di 15) dove è coinvolta tutta la famiglia, questa

caratterizzata dalla presenza di figli al di sotto dei 10 anni (Tavola 6.5). È un tipo di vacanza

presente soprattutto per quei bambini e ragazzi che vivono nelle regioni più popolose del

centro nord Italia, che hanno genitori piuttosto istruiti (più del 60 per cento possiede almeno

il diploma superiore), con risorse economiche adeguate e ottime, in famiglie dove sono

presenti entrambi i genitori, e con un modello di occupazione a 2 redditi, ossia con la madre

impegnata in un lavoro retribuito. Essendo il modello espresso dai ragazzi che vivono in

città, da coloro che sono più piccoli d’età e che vivono in famiglie tradizionali lo abbiamo

denominato come standard di riferimento, come cioè quel modello di vacanza strutturato su

una famiglia comune, formata da 2 coniugi e 2 figli, a cui l’enorme bacino di famiglie

comunque simili possa tendere.

6.4.2. Anno 1993 - II gruppo: “La vacanza come bene di cittadinanza” (21 per

cento)

Il secondo gruppo raccoglie il 21 per cento della popolazione di bambini e ragazzi (Tavola

6.6). Anch’esso è caratterizzato dal viaggio che ha per meta l’Italia. Il viaggio però è unico e

dura all’incirca 2 settimane. La metà dei ragazzi viaggiano da soli, l’altra metà con la

famiglia; per il 60 per cento si tratta di ragazzi con più di 10 anni di età; il 54 per cento vive

con i genitori che possiedono come titolo di studio più alto la licenza media. Nonostante il

32 per cento dei ragazzi dichiari che le risorse economiche familiari siano scarse, e il 40 per

cento che la situazione economica sia peggiorata rispetto all’anno precedente, la vacanza è

127

comunque stata effettuata. In virtù di questo abbiamo identificato questo tipo di vacanza

come un bene di cittadinanza a cui le famiglie non rinunciavano già nel 1993.

6.4.3. Anno 1993 - III gruppo: “Con sacrificio ma che sia vacanza” (14,2 per

cento)

Continuando ad esaminare i gruppi che sono caratterizzati dalla vacanza in Italia, il terzo è

formato dal 14,2 per cento dei bambini e ragazzi (Tavola 6.7). Questo gruppo è simile al

precedente, ma l’impatto della scarsità delle risorse economiche (31 per cento dichiara che

sono scarse e il 4 per cento che sono insufficienti) e della situazione economica peggiorata

(per il 28 per cento, mentre per circa il 10 per cento del collettivo è molto peggiorata) si

manifesta facendo effettuare ai propri figli una vacanza più breve (al massimo di una

settimana). Per questo il gruppo è stato chiamato “Con sacrificio ma che sia una vacanza”. I

ragazzi si differenziano per l’età più alta (il 38 per cento ha tra i 15 e i 19 anni) e per la

presenza di più figli all’interno della famiglia (il 23 per cento ha 2 o più fratelli).

6.4.4. Anno 1993 - IV gruppo: “Le multi vacanze” (7,5 per cento)

Gli ultimi due gruppi raccolgono, invece, coloro che sono andati prevalentemente all’estero.

Il gruppo più numeroso (denominato il gruppo delle “multi vacanze”) è composto dal 7,5 per

cento del collettivo (Tavola 6.8) ed è caratterizzato dai bambini e ragazzi che sono stati in

vacanza sia in Italia che all’estero. I periodi di vacanza sono molti: il 59 per cento viaggia

per 2 periodi, il 31 per cento per più di 2 periodi. Tra tutte queste vacanze, una vacanza è

sicuramente effettuata insieme a tutta la famiglia. Una ragazzo su dieci vive in un nucleo

monogenitoriale, un ragazzo ogni tre non ha fratelli. Il livello d’istruzione dei genitori (o del

monogenitore) è elevato (il 33 per cento possiede un diploma di laurea) e le condizioni

economiche sono più che adeguate.

6.4.5. Anno 1993 - V gruppo: “La vacanza come investimento all’estero” (6,1

per cento)

Il quinto e ultimo gruppo è composto dal 6,1 per cento dei ragazzi (Tavola 6.9): sono qui

presenti coloro che effettuano prevalentemente un solo viaggio (91 per cento) ed

esclusivamente all’estero, per un numero di giorni più che consistente (il 60 per cento sta via

per più di 15 giorni). Le risorse economiche della famiglia sono più che adeguate, i livelli

128

professionali dei genitori sono elevati. Due ragazzi ogni tre hanno tra i 10 e i 19 anni d’età.

Abbiamo identificato in questa tipologia di viaggio all’estero un “bene d’investimento”

sviluppato da famiglie benestanti che riescono a fare svolgere ai loro figli una vacanza

formativa per il loro futuro.

Tavola 6.5 - GRUPPO 1 - Lo standard di riferimento (51.2 per cento del collettivo)

INDICATORI Modalità caratterizzanti

% della modalità

nella classe

% della classe nella

modalità

VACANZA IN ITALIA oltre 15 giorni 100.00 81.66

TEMPO DELLA VACANZA oltre 15 giorni 100.00 74.41

VACANZE ALL'ESTERO nessuna 100.00 59.37

LUOGO DELLA VACANZA solo in Italia 100.00 59.37

VACANZA CON TUTTA LA FAMIGLIA si 97.72 61.16

VACANZA PER TUTTI I FIGLI si 100.00 55.30

CONDIZIONE PROFESSIONALE GENITORI impiegato/direttivo/quadro 51.51 57.70

PRESENZA DI FIGLI <= 10 ANNI si 67.65 55.58

RIPARTIZIONE GEOGRAFICA Nord-Ovest 36.57 58.40

PERIODI DI VACANZA Due periodi 19.63 59.89

CLASSE D'ETA' 0-4 anni 23.22 58.78

LIVELLO ISTRUZIONE GENITORI Diploma superiore 43.20 55.84

PERIODI DI VACANZA più di due periodi 9.36 64.38

REGIONE Lombardia 23.67 58.39

REGIONE Campania 13.29 60.25

REGIONE Lazio 11.82 60.71

REGIONE Piemonte 10.60 61.34

CLASSE D'ETA' 5-9 anni 26.25 56.63

RISORSE ECONOMICHE Adeguate/ottime 72.89 52.92

LIVELLO ISTRUZIONE GENITORI Laurea 19.20 57.07

CONDIZIONE OCCUPAZIONE DEI GENITORI

tutti e 2 i genitori occupati 49.45 53.66

129

Tavola 6.6 - GRUPPO 2 - La vacanza come bene di cittadinanza (21.1 per cento del collettivo)

INDICATORI Modalità caratterizzanti

% della modalità

nella classe

% della classe nella

modalità

VACANZA IN ITALIA 8-14 giorni di vacanza 65.86 82.53

TEMPO DELLA VACANZA 8-14 giorni 66.50 81.23

VACANZA CON TUTTA LA FAMIGLIA no 44.72 51.64

VACANZE ALL'ESTERO nessuna 99.36 24.26

LUOGO DELLA VACANZA solo in Italia 99.36 24.26

PERIODI DI VACANZA un periodo 90.78 25.21

VACANZA PER TUTTI I FIGLI no 14.40 40.64

LIVELLO ISTRUZIONE GENITORI Licenza Media 43.01 25.95

CONDIZIONE PROFESSIONALE GENITORI Lavoratore in proprio 18.54 28.09

RISORSE ECONOMICHE scarse 32.04 25.60

LIVELLO ISTRUZIONE GENITORI Licenza elementare 11.75 29.81

CONDIZIONE PROFESSIONALE GENITORI operaio 27.11 25.10

CONDIZIONE OCCUPAZIONE DEI GENITORI

nessun genitore occupato 6.01 27.80

CONDIZIONE PROFESSIONALE GENITORI in altra condizione ma non occupati 6.01 27.80

REGIONE Toscana 7.78 25.99

REGIONE Puglia 6.09 26.69

130

Tavola 6.7 - GRUPPO 3 – Con sacrificio ma che sia vacanza (14,2 per cento del collettivo)

INDICATORI Modalità caratterizzanti

% della modalità

nella classe

% della classe nella

modalità

TEMPO DELLA VACANZA 1-7 giorni 90.57 91.94

VACANZA IN ITALIA 1-7 giorni di vacanza 91.07 89.51

PERIODI DI VACANZA un periodo 99.37 18.63

VACANZA PER TUTTI I FIGLI no 23.27 44.33

VACANZE ALL'ESTERO nessuna 99.37 16.37

LUOGO DELLA VACANZA solo in Italia 99.37 16.37

VACANZA CON TUTTA LA FAMIGLIA no 37.91 29.54

LIVELLO ISTRUZIONE GENITORI Licenza elementare 15.31 26.21

RIPARTIZIONE GEOGRAFICA Isole 13.19 27.53

REGIONE Sicilia 9.49 28.13

CONDIZIONE PROFESSIONALE GENITORI Lavoratore in proprio 20.07 20.52

CLASSE D'ETA' 15-19 anni 37.89 17.43

SITUAZIONE ECONOMICA molto peggiorata 9.62 23.31

PRESENZA DI FRATELLI con 2 o più fratelli 23.17 18.73

LIVELLO ISTRUZIONE GENITORI Licenza Media 41.30 16.81

CONDIZIONE PROFESSIONALE GENITORI operaio 28.04 17.52

REGIONE Marche 4.09 27.34

RISORSE ECONOMICHE insufficienti 4.19 26.09

RIPARTIZIONE GEOGRAFICA Sud 26.21 17.37

REGIONE Sardegna 3.70 26.10

CONDIZIONE OCCUPAZIONE DEI GENITORI padre occupato, madre casalinga 43.11 16.11

RISORSE ECONOMICHE scarse 30.89 16.66

RIPARTIZIONE GEOGRAFICA Nord-Est 23.53 16.99

131

Tavola 6.8 - GRUPPO 4 – Le multi vacanze (7,5 per cento del collettivo)

INDICATORI Modalità caratterizzanti

% della modalità

nella classe

% della classe nella

modalità

LUOGO DELLA VACANZA Italia e estero 100.00 97.08

VACANZE ALL'ESTERO oltre 15 giorni di vacanza 42.02 46.31

VACANZE ALL'ESTERO 1-7 giorni di vacanza 30.26 63.29

PERIODI DI VACANZA Due periodi 59.17 26.43

VACANZE ALL'ESTERO 8-14 giorni di vacanza 27.72 60.81

PERIODI DI VACANZA più di due periodi 31.28 31.48

TEMPO DELLA VACANZA oltre 15 giorni 92.06 10.03

LIVELLO ISTRUZIONE GENITORI Laurea 32.55 14.17

CONDIZIONE PROFESSIONALE GENITORI dirigente/imprenditore/libero professionista 26.02 14.83

PRESENZA DI FIGLI <= 10 ANNI no 51.74 10.28

REGIONE Lombardia 31.86 11.50

VACANZA CON TUTTA LA FAMIGLIA si 90.35 8.28

CLASSE D'ETA' 15-19 anni 42.02 10.19

RIPARTIZIONE GEOGRAFICA Nord-Ovest 42.77 10.00

TITOLO DI GODIMENTO DELL'ABITAZIONE casa di proprietà 80.71 8.46

SITUAZIONE ECONOMICA uguale 62.07 8.58

VACANZA IN ITALIA 8-14 giorni di vacanza 22.24 9.92

VACANZA PER TUTTI I FIGLI si 95.99 7.77

PRESENZA DI FRATELLI figlio unico 33.17 9.17

PRESENZA DI DISAGI nessun disagio 32.21 9.11

FAMIGLIE DIVERSE Con un solo genitore 9.54 11.09

VACANZA IN ITALIA 1-7 giorni di vacanza 18.45 9.56

TIPOLOGIA FAMILIARE Con la madre 8.20 11.25

132

Tavola 6.9 - GRUPPO 5 – La vacanza all’estero come bene d’investimento (6,1per cento del collettivo)

INDICATORI Modalità caratterizzanti

% della modalità

nella classe

% della classe nella

modalità

LUOGO DELLA VACANZA solo estero 100.00 100.00

VACANZA IN ITALIA no 100.00 100.00

VACANZE ALL'ESTERO oltre 15 giorni di vacanza 60.05 53.69

VACANZE ALL'ESTERO 8-14 giorni di vacanza 21.39 38.06

VACANZE ALL'ESTERO 1-7 giorni di vacanza 18.56 31.50

PERIODI DI VACANZA un periodo 90.56 7.26

PRESENZA DI FIGLI <= 10 ANNI no 54.95 8.86

VACANZA PER TUTTI I FIGLI no 13.49 11.00

CONDIZIONE PROFESSIONALE GENITORI dirigente/imprenditore/libero professionista 20.59 9.52

RISORSE ECONOMICHE Adeguate/ottime 78.75 6.79

VACANZA CON TUTTA LA FAMIGLIA no 25.39 8.47

CLASSE D'ETA' 15-19 anni 38.83 7.64

LIVELLO ISTRUZIONE GENITORI Laurea 22.90 8.08

RIPARTIZIONE GEOGRAFICA Nord-Est 25.55 7.89

FAMIGLIE DIVERSE In famiglie ricostituite o unioni libere 6.24 11.07

CLASSE D'ETA' 10-14 anni 30.96 7.47

TEMPO DELLA VACANZA 1-7 giorni 18.56 8.06

133

6.4.6. Anno 2009 - I gruppo: “Lo standard di riferimento” (34,4 per cento)

Nel 2009 si inseriscono nel gruppo che possiamo continuare a chiamare lo “standard di

riferimento” il 34,4 per cento del collettivo.

Il gruppo è sempre caratterizzato dalla scelta quasi esclusiva verso un viaggio o più viaggi in

Italia, che sommano un totale molto alto di giorni di vacanza (più di 15) dove è coinvolta

tutta la famiglia. L’età dei ragazzi è disomogenea, essendo rappresentati in questo gruppo

tutti i ragazzi, dai più piccoli ai più grandi (Tavola 6.10). È un tipo di vacanza presente

soprattutto per quei bambini e ragazzi che hanno genitori piuttosto istruiti (più del 30 per

cento possiede il diploma di laurea), con risorse economiche adeguate e ottime, in famiglie

dove sono presenti entrambi i genitori (90 per cento dei ragazzi, ma solo l’80 per cento del

totale vive con i genitori regolarmente coniugati). È crescente la quota di ragazzi che vive in

nuclei monogenitoriali (10 per cento). Il modello di occupazione è a 2 redditi (circa il 60 per

cento), ossia con la madre impegnata in un lavoro retribuito.

Lo standard turistico di riferimento non è più espresso, quindi esclusivamente, dalle famiglie

tradizionali. Alcune nuove tipologie familiari, i nuclei monogenitoriali, le famiglie

ricostituite e le unioni libere stanno avviandosi a questo modello di turismo, espresso per il

2009 essenzialmente dai ragazzi che possono contare su due redditi, e su un livello di

istruzione elevato dei genitori.

Cambiano le famiglie ma queste tendono ad assumere gli stessi comportamenti di quelle

tradizionali per quanto riguarda i figli: in termini percentuali, però, il gruppo si riduce

rispetto al 1993.

6.4.7. Anno 2009 - II gruppo: “La vacanza (in Italia) come bene di cittadinanza”

(15,5 per cento) Il secondo gruppo raccoglie nel 2009 il 15,5 per cento della popolazione di bambini e ragazzi

(Tavola 6.11). I confini di questo gruppo e del successivo risultano meno definiti e netti

rispetto al 1993.

Si distinguono, infatti, per il tempo speso per la vacanza prevalentemente in Italia. Il viaggio

è unico e dura all’incirca 2 settimane. L’età dei ragazzi è disomogenea essendo rappresentati

tutti i ragazzi e i bambini. Un ragazzo ogni 4 viaggia da solo, il resto con la famiglia.

Nonostante il 36 per cento dei ragazzi dichiari che le risorse economiche familiare siano

scarse, e il 36 per cento che la situazione economica sia peggiorata rispetto all’anno

precedente, la vacanza è comunque stata effettuata. La vacanza ha forse ancora i connotati di

134

un bene di cittadinanza, stavolta condiviso con la famiglia, ma come bene di cittadinanza

non è appannaggio solo dei ragazzi che sono raccolti in questo gruppo.

6.4.8. Anno 2009 - Terzo gruppo: “Con sacrificio ma che sia vacanza” (23,5 per

cento)

Come detto in precedenza nel 2009 il secondo e il terzo gruppo risultano più simili per età

dei ragazzi (sono rappresentate tutte le età), per condizioni economiche difficili (il 40 per

cento dichiara di avere una situazione peggiorata) per tipologia di viaggio (quasi

esclusivamente in Italia).

Il gruppo, composto dal 23,5 per cento dei ragazzi, si distingue per i giorni di vacanza: al

massimo una settimana. Non si evidenziano particolari peculiarità riguardo alla presenza dei

figli (il 58 per cento ha un fratello), mentre sono circa il 40 per cento coloro che vivono nelle

regioni meridionali ed insulari. È effettivamente la situazione economica più precaria, che si

ha nel 2009, a fare diminuire i giorni della vacanza (e a fare aumentare la quota di ragazzi in

questo gruppo).

6.4.9. Anno 2009 - IV gruppo: “Le multi vacanze” (11 per cento)

Il gruppo denominato delle “multi vacanze” è composto dall’11 per cento del collettivo

(Tavola 6.13) ed è caratterizzato dai bambini e ragazzi che sono stati in vacanza sia in Italia

che all’estero.

I periodi di vacanza sono molti: il 55 per cento viaggia per più di 2 periodi, il 43 per cento

per 2 periodi. Il 16 per cento dei ragazzi vive in un nucleo monogenitoriale, il 10 per cento in

coppie ricostituite o unioni libere. Un ragazzo ogni tre non ha fratelli. Il livello d’istruzione

dei genitori (o del monogenitore) è molto elevato (il 44 per cento possiede un diploma di

laurea) e le condizioni economiche sono più che adeguate (il 38 per cento ha un genitore in

posizione dirigenziale, il 47 per cento in posizioni impiegatizie). Il 44 per cento vive nel

Nord-Ovest dell’Italia, il 24 per cento nel Nord-Est e il 22 per cento al centro. Coloro che

vivono al sud e nelle isole sono praticamente esclusi da questa tipologia turistica.

Nonostante le difficoltà sono aumentati i fruitori di multivacanze ed è interessante vedere

che il fatto è legato alle famiglie monogenitoriali o ricostituite. Sarà che ogni genitore

organizza a modo suo la vacanza di sua competenza?

135

6.4.10. Anno 2009 - V gruppo: “La vacanza come investimento (bene di

cittadinanza) all’estero” (15,7 per cento)

Il quinto e ultimo gruppo è composto dal 15,7 per cento dei ragazzi (Tavola 6.14): sono qui

presenti coloro che effettuano prevalentemente un solo viaggio (84 per cento) e quasi

esclusivamente all’estero, per un numero di giorni più che consistente (il 45 per cento sta via

per più di 15 giorni, il 23 per cento per un periodo di 8-14 giorni).

Le risorse economiche della famiglia sono scarse e insufficienti per il 40 per cento dei

ragazzi. Un ragazzo ogni tre vive in una coppia dove la madre è casalinga. I livelli

professionali dei genitori sono di medio entità: il 26 per cento ha almeno un genitore

impiegato, il 36 per cento operaio. Un ragazzo ogni tre vive nel Nord-Est. Sono presenti

ragazzi di tutte le età (anche i bambini con 0-4 anni che sono il 22 per cento).

Questa tipologia di viaggio all’estero è sicuramente un “bene d’investimento” sviluppato da

famiglie non più estremamente benestanti, ma piuttosto di medio livello economico. Per i

ragazzi più grandi il viaggio all’estero formativo diventa così un bene di cittadinanza.

136

Tavola 6.10 - GRUPPO 1 - Lo standard di riferimento (34,4 per cento del collettivo)

INDICATORI Modalità caratterizzanti

% della modalità

nella classe

% della classe nella

modalità

VACANZE IN ITALIA oltre 15 giorni 81.70 77.46

GIORNI DI VACANZA oltre 15 giorni 81.84 58.53

VACANZE ALL'ESTERO nessuna vacanza 93.89 46.00

LUOGO DI VACANZA solo in Italia 93.89 46.00

PERIODI DI VACANZA Due periodi 42.07 65.16

VACANZE CON TUTTA LA FAMIGLIA si 96.97 39.25

VACANZA PER TUTTI I FIGLI si 99.02 36.62

PERIODI DI VACANZA più di due periodi 19.94 50.57

LIVELLO D'ISTRUZIONE DEI GENITORI Laurea 30.76 43.01

CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI GENITORI tutti e 2 i genitori occupati 57.94 38.17

TITOLO DI GODIMENTO DELL'ABITAZIONE casa di proprietà 80.28 36.40

REGIONE Lombardia 26.79 40.83

CONDIZIONE PROFESSIONALE GENITORI impiegato/direttivo/quadro 45.01 38.67

RISORSE ECONOMICHE Adeguate/ottime 70.89 36.55

RIPARTIZIONE Nord-Ovest 37.36 38.02

CONDIZIONE PROFESSIONALE GENITORI dirigente/imprenditore/libero professionista 25.33 39.16

SITUAZIONE ECONOMICA uguale 51.36 36.84

PRESENZA DI DISAGI un disagio 47.27 36.85

REGIONE Emilia-Romagna 9.96 41.69

REGIONE Campania 10.89 41.12

CLASSE D'ETA' 5-9 anni 28.92 37.84

PRESENZA DI DISAGI nessun disagio 28.12 37.52

137

Tavola 6.11 - GRUPPO 2 – La vacanza come bene di cittadinanza (15,5 per cento del collettivo)

INDICATORI Modalità caratterizzanti

% della modalità

nella classe

% della classe nella

modalità

VACANZE IN ITALIA 8-14 giorni 79.90 61.84

GIORNI DI VACANZA 8-14 giorni 84.00 54.21

PERIODI DI VACANZA Un periodo 91.54 22.02

VACANZE ALL'ESTERO nessuna vacanza 93.92 20.66

LUOGO DI VACANZA solo in Italia 93.92 20.66

VACANZE CON TUTTA LA FAMIGLIA no 28.98 29.86

LIVELLO D'ISTRUZIONE DEI GENITORI Licenza media 38.66 19.41

REGIONE Campania 13.68 23.18

VACANZA PER TUTTI I FIGLI no 10.39 23.01

RISORSE ECONOMICHE scarse 33.14 17.57

SITUAZIONE ECONOMICA molto peggiorata 11.83 19.42

Tavola 6.12 - GRUPPO 3 – Con sacrificio ma che sia vacanza (23,5 per cento del collettivo)

INDICATORI Modalità caratterizzanti

% della modalità

nella classe

% della classe nella

modalità

GIORNI DI VACANZA 1-7 giorni 96.99 81.42

VACANZE IN ITALIA 1-7 giorni 96.99 81.14

PERIODI DI VACANZA Un periodo 100.00 36.55

LUOGO DI VACANZA solo in Italia 99.74 33.34

VACANZE ALL'ESTERO nessuna vacanza 99.74 33.34

VACANZE CON TUTTA LA FAMIGLIA no 24.94 39.04

VACANZA PER TUTTI I FIGLI no 13.78 46.37

RIPARTIZIONE Isole 13.02 45.88

REGIONE Sicilia 10.19 49.92

RIPARTIZIONE Sud 25.93 33.93

REGIONE Puglia 8.37 44.84

CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI GENITORI

padre occupato, madre casalinga

31.18 29.63

LIVELLO D'ISTRUZIONE DEI GENITORI Licenza media 37.15 28.33 CONDIZIONE PROFESSIONALE GENITORI operaio 25.65 28.24

CONDIZIONE PROFESSIONALE GENITORI

lavoratore in proprio 12.41 29.61

RISORSE ECONOMICHE scarse 32.67 26.33 CONDIZIONE PROFESSIONALE GENITORI nessun genitore occupato 8.47 30.35

CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI GENITORI

nessun genitore occupato 8.47 30.35

LIVELLO D'ISTRUZIONE DEI GENITORI Diploma superiore 46.38 25.18

REGIONE Marche 3.10 34.16

138

Tavola 6.13 - GRUPPO 4 – Le multi vacanze (11 per cento del collettivo)

INDICATORI Modalità caratterizzanti

% dela modalità

nella classe

% della classe nella

modlaità

LUOGO DI VACANZA Italia e estero 100.00 77.73

GIORNI DI VACANZA oltre 15 giorni 97.11 22.09

PERIODI DI VACANZA più di due periodi 55.02 44.39

VACANZE ALL'ESTERO 8-14 giorni 32.80 49.09

VACANZE ALL'ESTERO 1-7 giorni 37.51 33.97

VACANZE ALL'ESTERO oltre 15 giorni 29.69 31.31

PERIODI DI VACANZA Due periodi 42.68 21.03

LIVELLO D'ISTRUZIONE DEI GENITORI Laurea 44.10 19.62

VACANZE IN ITALIA oltre 15 giorni 54.68 16.49

CONDIZIONE PROFESSIONALE GENITORI

dirigente/imprenditore/libero professionista

38.16 18.77

RISORSE ECONOMICHE Adeguate/ottime 79.15 12.98

VACANZE CON TUTTA LA FAMIGLIA si 93.21 12.00

REGIONE Lombardia 32.34 15.68

RIPARTIZIONE Nord-Ovest 44.20 14.31

CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI GENITORI

tutti e 2 i genitori occupati 60.58 12.70

VACANZA PER TUTTI I FIGLI si 96.95 11.41

SITUAZIONE ECONOMICA migliorata 10.99 17.60 TITOLO DI GODIMENTO DELL'ABITAZIONE casa di proprietà 82.17 11.85

CONDIZIONE PROFESSIONALE GENITORI

impiegato/direttivo/quadro 47.00 12.85

PRESENZA DI FIGLI <=10 ANNI no 41.64 13.02

CLASSE D'ETA' 15-19 anni 31.70 13.15

SITUAZIONE ECONOMICA uguale 53.94 12.31

CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI GENITORI un solo genitore occupato 20.72 13.72

PRESENZA DI FRATELLI nessun fratello 32.10 12.86

VACANZE IN ITALIA 8-14 giorni 24.08 13.21

139

Tavola 6.14 - GRUPPO 5 – La vacanza come investimento (bene di cittadinanza) all’estero (15,7 per cento del collettivo)

INDICATORI Modalità caratterizzanti

% dela modalità

nella classe

% della classe nella

modlaità

LUOGO DI VACANZA solo all'estero 99.78 100.00

VACANZE IN ITALIA nessuna vacanza 99.78 100.00

VACANZE ALL'ESTERO oltre 15 giorni 45.31 68.67

VACANZE ALL'ESTERO 8-14 giorni 23.44 50.42

VACANZE ALL'ESTERO 1-7 giorni 31.25 40.69

PERIODI DI VACANZA Un periodo 84.47 20.69 CONDIZIONE PROFESSIONALE GENITORI

operaio 35.59 26.27

TITOLO DI GODIMENTO DELL'ABITAZIONE casa non di proprietà 38.36 25.02

PRESENZA DI DISAGI tre o più disagi 12.63 27.02

PRESENZA DI FRATELLI nessun fratello 34.03 19.59

CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI GENITORI

padre occupato, madre casalinga

31.03 19.76

CLASSE D'ETA' 15-19 anni 32.02 19.09

RISORSE ECONOMICHE insufficienti 6.18 26.72

PRESENZA DI FIGLI <=10 ANNI no 40.33 18.12

REGIONE Piemonte 11.96 21.22

RIPARTIZIONE SRIP=Nord-Est 26.73 18.81

LIVELLO D'ISTRUZIONE DEI GENITORI Licenza media 35.53 18.17

REGIONE Marche 3.68 27.19

RISORSE ECONOMICHE scarse 33.41 18.05

VACANZE CON TUTTA LA FAMIGLIA no 18.28 19.18

VACANZA PER TUTTI I FIGLI no 9.31 21.00

REGIONE Trentino Alto Adige 3.77 24.25

140

6.5. Confronto 1993 e 2009: i cambiamenti

La suddivisione in classi delle tipologie di ragazzi in vacanza, confrontata negli anni 1993 e

2009, fa emergere alcuni comportamenti interessanti. Se nel 1993 la metà dei bambini e

ragazzi si aggregava nel gruppo dove il comportamento vacanziero risultava più tradizionale

(ossia caratterizzato da un/due soggiorno/i in Italia, abbastanza lungo/hi, più di15 giorni,

espresso da una categoria di bambini piccoli, da 0 a 9 anni, che viaggiava con tutta la

famiglia, composta da genitori con un istruzione media alta, con risorse economiche

adeguate ed entrambi occupati), nel 2009 la quota di bambini inserita nel gruppo con le

caratteristiche più simili scende a circa il 34 per cento.

Aumenta la quota di bambini e ragazzi nei due rimanenti gruppi che viaggiano

prevalentemente in Italia ma soprattutto cambia la distribuzione dei ragazzi. Nel 2009

aumenta la difficoltà economica di alcune famiglie con un tessuto socioeconomico più

debole e collocate nel meridione; come conseguenza aumenta la quota percentuale di giovani

inseriti nel gruppo denominato “Con sacrificio ma che sia vacanza” dove sono presenti i

ragazzi in condizioni più disagiate. In contemporanea diminuiscono in percentuale coloro

che vanno a formare il gruppo della “Vacanza come bene di cittadinanza”. La variabile che

gioca e diventa la chiave di volta per effettuare una vacanza è la durata del viaggio: nel 2009

le famiglie investono in viaggi in Italia sempre più corti.

Si diversificano, perciò, i comportamenti di viaggio, poiché si differenziano

contemporaneamente le caratteristiche familiari e sociali degli individui, e aumentano i

divari economici tra le famiglie, si ampliano e aumentano le richieste e le esigenze di coloro

che viaggiano e cresce e si diversifica il ventaglio di mete, tipologie, strutture e durate.

Nel 1993 due gruppi si caratterizzano per i viaggi all’estero: un gruppo (che raccoglieva il 6

per cento dei ragazzi) formato da giovani (prevalentemente compresi tra i 10 e i 19 anni

d’età) che viaggiavano esclusivamente all’estero dove mediamente andavano una volta per

un numero di giorni solitamente maggiore di 15. Le famiglie di questi ragazzi erano

benestanti, le risorse economiche adeguate.

Il ragazzi, anch’essi di solito abbastanza grandicelli, del secondo gruppo (che raccoglieva il

7.5 per cento dei giovani) si caratterizzavano per dei soggiorni multipli, sia in Italia che

all’estero, che sommavano quindi un totale di giorni di vacanza elevato, dove anche gli altri

componenti della famiglia erano viaggiatori, e dove le caratteristiche culturali ed

economiche dei genitori indicavano situazioni di benessere esteso sia per le risorse quasi

141

sempre adeguate, sia per le professioni maggiormente presenti di tipo dirigenziale ed

impiegatizio, sia per il livello di istruzione elevato generalizzato.

Nel 2009, come si vede in maniera molto chiara nei grafici successivi (Grafici 6.3 e 6.4)

raddoppiano i giovani che esprimono questi comportamenti di vacanza in tutti e due i gruppi

raggiungendo rispettivamente il 11 e l’15 per cento per ogni gruppo (per un totale del 26 per

cento dei ragazzi). Inoltre, mentre le caratteristiche del gruppo che viaggia sia in Italia che

all’estero risultano simili (anche se più accentuate risultano le differenze economiche e di

status sociale), molto profondi sono i mutamenti che ritroviamo nel gruppo di chi va soltanto

all’estero. Questo tipo di comportamento si manifesta, nel 2009, anche per quei ragazzi che

hanno una situazione economica familiare non buona: le risorse economiche vengono

definite scarse o insufficienti; la madre di un ragazzo su tre è casalinga e non percepisce un

reddito, la professione del padre è di minor prestigio (sono presenti in questo gruppo anche

ragazzi con padre operaio). Diminuiscono i giorni di vacanza, diminuisce l’età dei ragazzi, o

meglio questo comportamento, ossia fare una sola vacanza ma all’estero, inizia a diventare

un fenomeno riscontrabile anche tra i ragazzi più piccoli (tra i 10 e i 14 anni

prevalentemente). Le famiglie economicamente più in difficoltà non rinunciano a mandare i

loro figli in vacanza, purché questa vacanza sia “produttiva” per il futuro, sia in qualche

modo un investimento “lavorativo” da esprimersi successivamente nella vita futura del

figlio. Perde, quindi, di appeal l’Italia, come destinazione per svagarsi ma anche come

destinazione che forma l’identità di un giovane.

142

Grafico 6.3 – Incrocio tra il primo e il secondo asse – ACM 1993 – Proiezione dei gruppi

143

Grafico 6.4 – Incrocio tra il primo e il secondo asse – ACM 2009 – Proiezione dei gruppi

144

145

Conclusioni

Ogni individuo ha il diritto al riposo ed allo svago Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo

Nonostante il cambiamento delle strutture familiari - avvenuto in questi ultimi anni in

maniera lenta all’inizio del periodo di osservazione, molto più velocemente nell’ultimo

decennio - il viaggiare in famiglia è percepito come un importante costruttore di benessere

familiare e sociale. Le famiglie con figli continuano ad essere un mercato di “vacanzieri”,

con dei primi segnali di crisi, evidenziatisi nel 2009, anno che presenta percentuali di

bambini e ragazzi viaggianti inferiori ai dati del 2008.

Le evidenze più importanti emerse dall’analisi descrittiva dei dati e dai modelli di

regressione logistica mostrano un’omogeneizzazione della propensione alla vacanza sul

territorio. Le regioni del Sud e le Isole hanno “guadagnato” quote considerevoli di turismo

infantile, adolescenziale e giovanile. È presente, inoltre, una propensione alla vacanza più

egualitaria anche per ciò che riguarda il livello d’istruzione, la condizione occupazione e

professionale dei genitori: fare almeno un periodo di vacanza è percepito come un

146

comportamento non più elitario ma condiviso dalla popolazione. Il viaggio per le famiglie, o

soltanto limitato ai suoi componenti più giovani, è diventato una necessità più che un lusso.

Il mercato delle vacanze si sposta verso individui con età più giovani. I bambini più piccoli

sono i “nuovi” consumatori del prodotto vacanza: se piccolissimi insieme ai genitori o ad

uno dei due genitori, dai 10 anni in poi anche da soli. D’altra parte il tempo che intercorre tra

la fine della scuola e l’inizio del nuovo anno scolastico è di due/tre mesi e le famiglie si

organizzano su più versanti per riuscire a “coprirlo” (Corriere della sera, 2011a). I campi

residenziali, le gite scolastiche, i viaggi studio, i campi sportivi residenziali e i campi

parrocchiali sono le principali alternative per chi viaggia senza genitori, e l’età media in cui

si inizia a viaggiare da soli varia al variare della tipologia di viaggio: 10 anni per chi

frequenta i campi residenziali, 15 per i viaggi studio (Iscom Group, 2011). Un’alternativa

sono le case-vacanze e i campi estivi organizzati dai Comuni o i buoni vacanza che

esprimono la richiesta di “turismo sociale” espressa dalla popolazione, nel nostro caso i

bambini ed i ragazzi.

“Il turismo sociale è essenzialmente una modalità di organizzare il turismo promuovendo

pratiche accessibili fisicamente ed economicamente anche alle persone che per motivi

diversi non possono esercitare il diritto inalienabile alla vacanza48. È un turismo

espressione del bisogno di socializzare e vivere momenti di incontro, di relazione e di

scambio di esperienze reciproche, finalizzato all’approfondimento delle relazioni umane,

alla crescita della persona, al rispetto dell’ambiente, e fautore di coesione sociale e di

arricchimento culturale” (Aiccon, 2010).

Il turismo sociale è la faccia di una stessa medaglia: l’altra faccia è costituita dalle famiglie

che nonostante le difficoltà economiche crescenti si autofinanziano la vacanza o la

finanziano ai loro figli per permettere loro di godere di questo diritto ormai irrinunciabile.

Proprio per questo, con il passare degli anni, il viaggiare risulta essere poco condizionato

dalla percezione della propria situazione economica, anzi la propensione a fare una vacanza

si manifesta a prescindere da essa. Nel 2009 una famiglia riesce, seppure con molti sacrifici

e diminuendo i giorni, cambiando i modi e le tipologie di vacanza, a far effettuare un viaggio 48 Il diritto alla vacanza è sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 Dicembre 1948 con l’Articolo 24 che recita “Ogni individuo ha il diritto al riposo ed allo svago, comprendendo in ciò una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e ferie periodiche retribuite”.

147

di svago e di piacere ai propri figli. Nonostante il calo reale della capacità di spesa, le

famiglia italiane hanno “professionalizzato” i loro consumi e si sono organizzate in modo

tale da mantenere il più possibile lo stile di vita precedente. La vacanza è vista, allora, come

un valore imprescindibile, un bene di cittadinanza, considerato come diritto da usufruire, per

il quale le famiglie sono disposte a fare sacrifici economici.

L’unico ostacolo si manifesta nelle famiglie numerose, che hanno 3 o più figli; mentre essere

figlio unico o avere un fratello non implica differenza nella propensione al viaggio. Altre

indagini confermano queste indicazioni. Per l’Osservatorio sul turismo giovanile i nuclei

familiari che non vanno in vacanza sono soprattutto quelli con tutti i figli maggiorenni, che

manifestano una propensione più bassa delle famiglie dove sono presenti due figli piccoli.

“È pertanto evidente che la quantità di bambini (fino a due) con cui viaggiare non è un

deterrente, anzi, funge da incentivo” (Iscom Group, 2011).

Inoltre, la presenza di un figlio in età molto piccola non rappresenta più un ostacolo

insuperabile ad andare in vacanza, anche verso mete estere. Esiste una differenza tra chi

accede al turismo e chi no, ma questa differenza si è attenuata con il tempo e nuove

categorie, come i bambini più piccoli, sono diventati consumatori di vacanze.

Tra coloro che fanno vacanze, la differenziazione significativa che emerge fa riferimento

agli stili di consumo e non più ai generi, e ciò separa i viaggiatori per strati riconducendoli

alla loro capacità di spesa. Ciò è evidente nella clusterizzazione sviluppata sui dati del 1993

e, in particolare, del 2009.

Il comportamento prevalente nel 1993 (intrapreso dalla metà del collettivo) era di un turismo

tradizionale, cioè uno o due periodi di soggiorno in Italia per un tempo totale abbastanza

lungo (più di 15 giorni), dove a viaggiare era tutta la famiglia.

Le famiglie che fruivano di questo tipo di vacanza erano benestanti, composte da due

genitori, di cui almeno uno dei due con istruzione mediamente alta, entrambi occupati e con

risorse economiche adeguate. La quota di bambini e ragazzi presenti in questa tipologia di

vacanza diminuisce nel 2009 al 34 per cento. In generale, perde di appeal l’Italia per i

ragazzi e i bambini di tutte le età.

Si diversificano, allora, ancora di più i modi di fare vacanza: l’estero, nel 2009, diventa una

delle mete preferite da molti ragazzi e bambini e non è più appannaggio soltanto delle

famiglie agiate.

148

Riuscire a fare più periodi di vacanza sia in Italia che all’estero diventa prerogativa di coloro

che hanno una ampia disponibilità economica ed una alta propensione alla multi-vacanza,

mentre il viaggio all’estero (spesso l’unico viaggio intrapreso) diventa fattibile anche per

quei ragazzi che hanno una situazione economica familiare non ottima, con risorse

economiche scarse o addirittura insufficienti e tipologie socio economiche tradizionali (la

madre di un ragazzo su tre che fa un periodo di vacanza all’estero è casalinga e non

percepisce reddito).

Il metodo adottato dalle famiglie per riuscire ad operare una scelta economica di questo tipo

consiste, in primo luogo, nella riduzione dei giorni di pernottamento (che è un trend ormai in

consolidamento per tutti i turisti); in secondo luogo con il ricorso ad offerte economiche più

vantaggiose (migliore qualità-prezzo e offerte last-minute e low-cost) e con la riduzione

delle spese accessorie e di quelle per il trasporto.

Le famiglie economicamente più in difficoltà non rinunciano a mandare i loro figli in

vacanza (anche all’estero), ma adottano i mezzi più vari per contenere le spese, purché, però

la vacanza del figlio sia “produttiva”, sia un investimento “lavorativo” per la sua vita futura.

In conclusione, il mutamento della famiglia inteso dal punto di vista giuridico, con

l’aumento delle separazioni e dei divorzi e l’incremento consequenziale dei nuclei

monogenitoriali e dell’affidamento congiunto49, non ha influito sulla propensione alla

vacanza di bambini e ragazzi. Ciò che sorprende positivamente è che la frequenza di vacanza

espressa dai bambini/ragazzi/giovani sia che vivano in famiglie con genitori coniugati, in

famiglie ricostituite, in unioni libere o i famiglie monogenitoriali, si esprime nelle stesse

percentuali e propone lo stesso bisogno di vacanza. L’unico freno familiare alla vacanza,

come detto in precedenza, è rappresentato dalla presenza di 3 o più figli.

Il cambiamento socio-culturale avvenuto nella società in questi ultimi due decenni è

testimoniato dai profondi mutamenti demografici avvenuti e dai diversi ruoli coperti dai

genitori e dai figli all’interno del nucleo familiare: ruoli di monogenitore, di nuovo genitore

49 L’affidamento dei figli minori nei procedimenti di separazione e divorzio fino al 15 marzo 2006 era disciplinato dal codice civile (art. 155) e dalla legge n. 898 del 1 dicembre 1970 come modificata dalla legge n. 74 del 6 marzo 1987 (art. 6). La legge n. 54 dell’8 febbraio 2006 (in vigore dal 16 marzo 2006) ha stabilito che, nelle cause di separazione e divorzio, il giudice deve valutare prioritariamente la possibilità che i figli minori restino affidati a entrambi i genitori oppure stabilire a quale di essi affidarli, determinando i tempi e le modalità della loro presenza presso ciascun genitore, fissando altresì la misura e il modo con cui ciascuno di essi deve contribuire al mantenimento, alla cura, all'istruzione e all'educazione dei figli (Istat, 2010d)

149

in famiglie ricostituite, di madri e padri che sperimentano la maternità e le paternità in età

più avanzate; ruoli di uomini e donne più istruiti; ruoli di donne occupate e portatrici di

reddito; ruoli di figli unici. Tutto ciò ha influito sulle scelte di vacanza finendo con il far

assumere alla vacanza la valenza di un bene di cittadinanza.

Le scelte della tipologia di viaggio, giorni e luoghi di vacanza, mostrano una differenza di

stili di consumo del bene vacanza dovuto ad esigenze economiche della famiglia, che riesce

con una professionalizzazione dei consumi a ridistribuire il suo reddito per consentire al

figlio o ai figli di fare una vacanza considerata, in virtù di questo investimento economico,

non solo come periodo di svago ma anche come bene produttivo per il bambino o ragazzo.

150

151

Appendice A

Indicatori in serie storica

152

Tavola A.1 - Indicatore “Tipologia familiare” - Per centuale di giovani per tipologia di famiglia (dati assoluti in migliaia)

Con chi vive?

Classe d'età Numerosità

% giovani che vivono in famiglia

Con entrambi i genitori Con il padre

Con la madre

Giovani che vivono in famiglia

ANNO 1993 0-4 anni 2762 99.7 96.2 0.5 3.3 2755

5-9 anni 2886 99.8 94.1 0.7 5.3 2880

10 -14 anni 3116 99.6 94.1 0.9 5.0 3102

15-19 anni 3955 98.3 91.1 1.8 7.1 3888

20-24 anni 4376 83.9 85.9 2.5 11.6 3671

25-29 anni 4301 47.2 81.0 2.8 16.3 2029

Totale 21396 85.6 16618 275 1432 18325

90.7 1.5 7.8 100.0

ANNO 1994 0-4 anni 2806 99.5 96.1 0.4 3.5 2792

5-9 anni 2927 99.5 94.5 0.9 4.6 2911

10 -14 anni 3008 99.8 92.8 1.0 6.2 3001

15-19 anni 3800 98.5 90.3 1.8 7.9 3743

20-24 anni 4549 86.0 87.0 2.1 11.0 3914

25-29 anni 4355 50.8 80.4 3.7 16.0 2213

Totale 21444 86.6 16779 296 1497 18572

90.3 1.6 8.1 100.0

ANNO 1995 0-4 anni 2700 99.7 95.6 0.6 3.9 2691

5-9 anni 2813 99.7 95.2 0.3 4.4 2804

10 -14 anni 2995 99.6 94.3 1.2 4.6 2983

15-19 anni 3613 98.9 90.4 2.1 7.6 3574

20-24 anni 4226 87.6 88.2 2.6 9.2 3700

25-29 anni 4397 51.3 81.9 3.3 14.8 2256

Totale 20743 86.8 16393 303 1313 18009

91.0 1.7 7.3 100.0

ANNO 1996 0-4 anni 2699 99.9 95.5 0.3 4.1 2696

5-9 anni 2845 99.9 92.8 0.8 6.4 2842

10 -14 anni 2888 99.8 93.4 1.2 5.5 2882

15-19 anni 3487 98.9 91.5 1.3 7.2 3449

20-24 anni 4104 88.7 87.1 2.0 10.9 3642

25-29 anni 4421 54.6 82.8 3.1 14.1 2413

Totale 20443 87.7 16232 260 1433 17925

90.6 1.5 8.0 100.0

ANNO 1997 0-4 anni 2698 99.8 95.4 0.8 3.9 2691

5-9 anni 2815 99.7 94.0 1.0 5.1 2806

10 -14 anni 2924 99.7 93.6 1.2 5.3 2916

15-19 anni 3276 98.4 90.9 1.5 7.6 3222

20-24 anni 4005 87.9 87.7 2.6 9.7 3520

25-29 anni 4267 56.0 82.3 3.7 13.9 2390

Totale 19984 87.8 15912 311 1321 17545

90.7 1.8 7.5 100.0

153

Con chi vive?

Classe d'età Numerosità

% giovani che vivono in famiglia

Con entrambi i genitori Con il padre

Con la madre

Giovani che vivono in famiglia

ANNO 1998 0-4 anni 2668 99.9 95.7 0.3 4.0 2641

5-9 anni 2834 99.7 95.0 0.8 4.2 2814

10 -14 anni 2869 99.6 93.4 1.0 5.6 2847

15-19 anni 3226 98.7 90.4 1.9 7.7 3179

20-24 anni 3889 87.5 87.5 2.5 10.1 3398

25-29 anni 4252 57.9 81.3 2.6 16.1 2454 Totale 19739 88.1 15703 267 1363 17332

90.6 1.5 7.9 100.0

ANNO 1999 0-4 anni 2650 98.5 94.2 0.5 5.4 2609

5-9 anni 2807 99.3 93.7 0.5 5.8 2787

10 -14 anni 2873 99.1 92.9 1.2 6.0 2847

15-19 anni 3141 98.1 91.7 1.8 6.5 3081

20-24 anni 3704 87.7 88.3 2.0 9.7 3247

25-29 anni 4276 60.3 82.2 3.8 14.0 2579

Totale 19451 88.2 15522 279 1349 17149

90.5 1.6 7.9 100.0

ANNO 2000 0-4 anni 2614 99.7 93.4 0.6 6.1 2606

5-9 anni 2803 99.9 93.9 0.5 5.6 2801

10 -14 anni 2894 99.8 91.6 0.8 7.7 2888

15-19 anni 3161 98.4 90.2 2.0 7.8 3108

20-24 anni 3458 89.9 88.2 2.6 9.2 3109

25-29 anni 4256 59.4 83.1 3.3 13.6 2527

Totale 19185 88.8 15352 279 1408 17039

90.1 1.6 8.3 100.0

ANNO 2001 0-4 anni 2741 99.6 93.5 0.4 6.1 2621

5-9 anni 2687 99.9 92.3 1.1 6.7 2656

10 -14 anni 2922 99.3 91.3 1.4 7.4 2877

15-19 anni 3068 98.8 88.7 1.7 9.6 3005

20-24 anni 3323 88.4 87.9 2.2 9.9 2911

25-29 anni 3996 62.0 82.1 3.2 14.8 2465

Totale 18736 89.5 14773 271 1490 16534

89.4 1.6 9.0 100.0

ANNO 2002 0-4 anni 2676 99.8 93.9 0.6 5.5 2527

5-9 anni 2754 99.6 93.3 0.8 5.9 2702

10 -14 anni 2901 99.7 92.2 1.0 6.8 2868

15-19 anni 3047 97.9 88.6 1.4 10.0 2972

20-24 anni 3362 86.3 87.1 2.3 10.7 2879

25-29 anni 4036 61.0 82.7 3.3 14.0 2450

Totale 18776 88.7 14707 253 1439 16399

89.7 1.5 8.8 100.0

ANNO 2003 0-4 anni 2662 99.9 92.7 0.8 6.5 2514

5-9 anni 2718 99.7 92.3 0.4 7.3 2671

10 -14 anni 2965 99.5 89.3 1.7 9.1 2927

15-19 anni 3129 97.6 88.3 1.9 9.8 3043

20-24 anni 3267 86.8 87.3 2.2 10.6 2821

25-29 anni 3905 59.9 83.9 3.0 13.1 2330

Totale 18644 88.8 14515 269 1523 16306 89.0 1.7 9.3 100.0

154

Con chi vive?

Classe d'età Numerosità

% giovani che vivono in famiglia

Con entrambi i genitori Con il padre

Con la madre

Giovani che vivono in famiglia

ANNO 2005 0-4 anni 2728 100.0 93.2 1.0 5.8 2579

5-9 anni 2700 99.7 92.9 0.6 6.5 2648

10 -14 anni 2892 99.7 89.9 1.4 8.8 2845

15-19 anni 2904 99.3 88.1 2.2 9.8 2856

20-24 anni 3141 87.6 86.9 3.2 10.0 2732

25-29 anni 3718 60.3 82.5 3.8 13.8 2230

Totale 18082 89.5 14149 310 1431 15890

89.1 2.0 9.0 100.0

ANNO 2006 0-4 anni 2716 99.8 93.2 0.8 6.0 2711

5-9 anni 2748 99.9 91.4 0.7 7.8 2746

10 -14 anni 2838 99.7 89.4 1.0 9.6 2831

15-19 anni 2963 99.0 87.9 1.7 10.4 2934

20-24 anni 3054 88.3 85.8 2.3 12.0 2698

25-29 anni 3600 59.1 84.0 3.4 12.6 2126

Totale 17919 89.5 14247 254 1543 16045

88.8 1.6 9.6 100.0

ANNO 2007 0-4 anni 2799 99.8 91.3 1.3 7.4 2607

5-9 anni 2721 99.8 91.7 1.0 7.4 2670

10 -14 anni 2845 99.7 89.0 1.3 9.8 2807

15-19 anni 2973 98.8 87.9 1.7 10.4 2922

20-24 anni 3015 87.3 85.7 2.5 11.8 2605

25-29 anni 3506 59.0 84.1 3.4 12.4 2046

Totale 17858 89.5 13846 281 1529 15656

88.4 1.8 9.8 100.0

ANNO 2008 0-4 anni 2824 99.8 92.5 0.5 7.0 2641

5-9 anni 2747 99.9 91.9 0.8 7.2 2681

10 -14 anni 2869 99.7 89.5 1.5 9.0 2814

15-19 anni 3015 98.7 86.6 1.6 11.8 2959

20-24 anni 2981 86.8 84.8 3.0 12.2 2565

25-29 anni 3411 59.7 83.2 3.8 13.0 2007

Totale 17846 89.8 13835 277 1556 15667

88.3 1.8 9.9 100.0

ANNO 2009 0-4 anni 2661 99.9 91.1 0.9 8.0 2659

5-9 anni 2815 99.8 91.1 1.4 7.6 2810

10 -14 anni 2723 99.7 88.5 1.2 10.3 2715

15-19 anni 3000 98.5 85.6 2.3 12.1 2955

20-24 anni 3001 86.2 85.0 3.1 11.9 2588

25-29 anni 3464 59.1 83.9 3.6 12.5 2047

Totale 89.3 13830 317 1627 15774

17664

87.7 2.0 10.3 100.0

Fonte: elaborazioni su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana - Anni dal 1993 al 2009

155

Tavola A.2 - Indicatore “Presenza di fratelli” - Percentuale di giovani che vivono con la famiglia di origine per presenza di fratelli (dati assoluti in migliaia)

Con chi vive?

Classe d'età senza fratelli con un fratello con 2 o più fratelli

è presente almeno un figlio

con 10 anni o meno Totale

ANNO 1993 0-4 anni 41.9 43.3 14.8 100.0 2755 5-9 anni 19.7 57.0 23.3 100.0 2880 10-14 anni 16.8 52.1 31.0 54.3 3102 15-19 anni 17.8 50.6 31.6 19.0 3888 20-24 anni 26.0 47.1 26.9 4.7 3671 25-29 anni 37.8 40.7 21.5 0.4 2029 Totale 4660 8974 4691 8237 18325 25.4 49.0 25.6 45.0 100.0

ANNO 1994 0-4 anni 41.7 43.2 15.1 100.0 2792 5-9 anni 18.2 57.9 23.9 100.0 2911 10-14 anni 15.3 53.2 31.6 53.3 3001 15-19 anni 17.2 51.5 31.3 18.5 3743 20-24 anni 26.3 46.5 27.2 5.3 3914 25-29 anni 34.0 42.1 23.9 0.6 2213 Totale 4579 9160 4833 8215 18572 24.7 49.3 26.0 44.2 100.0

ANNO 1995 0-4 anni 40.2 46.0 13.8 100.0 2691 5-9 anni 20.5 58.1 21.4 100.0 2804 10-14 anni 15.5 57.0 27.5 50.6 2983 15-19 anni 17.5 52.8 29.6 17.8 3574 20-24 anni 24.6 49.3 26.1 5.0 3700 25-29 anni 37.6 42.1 20.4 0.7 2256 Totale 4502 9229 4278 7837 18009 25.0 51.3 23.8 43.5 100.0

ANNO 1996 0-4 anni 42.3 44.7 13.0 100.0 2696 5-9 anni 20.7 57.4 22.0 100.0 2842 10-14 anni 15.7 54.2 30.2 51.9 2882 15-19 anni 17.6 51.7 30.8 19.6 3449 20-24 anni 24.5 48.8 26.7 5.5 3642 25-29 anni 37.4 44.6 18.0 0.6 2413 Totale 4582 9033 4310 7927 17925 25.6 50.4 24.0 44.2 100.0

ANNO 1997 0-4 anni 40.8 45.8 13.4 100.0 2691 5-9 anni 20.5 58.6 20.9 100.0 2806 10-14 anni 15.9 56.7 27.4 52.6 2916 15-19 anni 18.6 54.0 27.5 19.1 3222 20-24 anni 26.5 50.3 23.2 4.9 3520 25-29 anni 39.1 41.0 19.9 1.2 2390 Totale 4604 9019 3922 7844 17545 26.2 51.4 22.4 44.7 100.0

156

Con chi vive?

Classe d'età senza fratelli con un fratello con 2 o più fratelli

è presente almeno un figlio

con 10 anni o meno Totale

ANNO 1998 0-4 anni 40.0 46.2 13.8 100.0 2641 5-9 anni 21.4 56.7 21.9 100.0 2814 10-14 anni 15.3 57.3 27.4 52.2 2847 15-19 anni 17.7 52.4 30.0 19.4 3179 20-24 anni 25.6 49.5 24.8 6.3 3398 25-29 anni 37.3 44.5 18.2 1.2 2454 Totale 4442 8884 4005 7800 17332 25.6 51.3 23.1 45.0 100.0

ANNO 1999 0-4 anni 39.2 46.0 14.8 100.0 2609 5-9 anni 21.1 54.8 24.1 100.0 2787 10-14 anni 13.7 55.8 30.5 53.4 2847 15-19 anni 17.0 53.3 29.7 19.5 3081 20-24 anni 24.6 50.4 25.0 6.9 3247 25-29 anni 36.2 44.4 19.5 1.8 2579 Totale 4252 8740 4157 7788 17149 24.8 51.0 24.2 45.4 100.0

ANNO 2000 0-4 anni 41.2 44.2 14.6 100.0 2606 5-9 anni 21.9 56.8 21.4 100.0 2801 10-14 anni 14.8 56.1 29.1 53.0 2888 15-19 anni 18.7 51.7 29.7 20.0 3108 20-24 anni 25.8 50.0 24.2 6.7 3109 25-29 anni 35.3 45.5 19.2 1.1 2527 Totale 4386 8672 3982 7794 17039 25.7 50.9 23.4 45.7 100.0

ANNO 2001 0-4 anni 41.5 44.1 14.5 100.0 2621 5-9 anni 20.4 58.4 21.2 100.0 2656 10-14 anni 17.5 56.6 25.9 51.0 2877 15-19 anni 18.1 55.1 26.8 19.6 3005 20-24 anni 26.8 51.5 21.7 6.2 2911 25-29 anni 38.1 45.1 16.8 1.0 2465 Totale 4398 8600 3536 7539 16534 26.6 52.0 21.4 45.6 100.0

ANNO 2002 0-4 anni 40.7 45.5 13.8 100.0 2527 5-9 anni 20.9 58.6 20.5 100.0 2702 10-14 anni 16.1 56.2 27.8 51.9 2868 15-19 anni 18.3 52.1 29.5 20.2 2972 20-24 anni 24.9 51.4 23.7 5.7 2879 25-29 anni 37.8 45.2 16.9 1.3 2450 Totale 4244 8482 3673 7514 16399 25.9 51.7 22.4 45.8 100.0

ANNO 2003 0-4 anni 40.4 45.2 14.4 100.0 2514 5-9 anni 20.8 58.8 20.4 100.0 2671 10-14 anni 16.4 57.5 26.1 51.0 2927 15-19 anni 17.9 55.6 26.5 19.3 3043 20-24 anni 24.2 51.2 24.6 6.1 2821 25-29 anni 36.1 45.6 18.3 1.6 2330 Totale 4119 8590 3597 7472 16306 25.3 52.7 22.1 45.8 100.0

157

Con chi vive?

Classe d'età senza fratelli con un fratello con 2 o più fratelli

è presente almeno un figlio

con 10 anni o meno Totale

ANNO 2005 0-4 anni 40.1 45.3 14.6 100.0 2579 5-9 anni 19.5 57.9 22.6 100.0 2648 10-14 anni 17.0 55.3 27.7 52.7 2845 15-19 anni 19.3 53.1 27.6 19.4 2856 20-24 anni 25.7 50.6 23.7 5.1 2732 25-29 anni 36.8 45.2 18.0 0.9 2230 Totale 4109 8181 3601 7438 15890 25.9 51.5 22.7 46.8 100.0

ANNO 2006 0-4 anni 41.0 43.3 15.7 100.0 2711 5-9 anni 20.7 57.7 21.6 100.0 2746 10-14 anni 18.2 56.3 25.5 51.5 2831 15-19 anni 17.9 57.4 24.6 17.9 2934 20-24 anni 26.6 52.1 21.4 5.6 2698 25-29 anni 37.9 46.2 15.8 1.2 2126 Totale 4247 8423 3374 7615 16045 26.5 52.5 21.0 47.5 100.0

ANNO 2007 0-4 anni 40.0 44.3 15.7 100.0 2607 5-9 anni 20.9 58.4 20.7 100.0 2670 10-14 anni 18.9 55.0 26.2 49.4 2807 15-19 anni 19.0 54.4 26.6 18.7 2922 20-24 anni 27.3 50.3 22.5 6.8 2605 25-29 anni 39.0 45.9 15.1 1.9 2046 Totale 4197 8094 3366 7427 15656 26.8 51.7 21.5 47.4 100.0

ANNO 2008 0-4 anni 40.5 46.6 12.9 100.0 2641 5-9 anni 19.7 59.4 20.9 100.0 2681 10-14 anni 19.4 56.8 23.9 49.8 2814 15-19 anni 20.1 57.0 22.9 18.3 2959 20-24 anni 25.0 55.1 19.9 4.7 2565 25-29 anni 36.1 46.5 17.5 1.5 2007 Totale 4105 8453 3109 7414 15667 26.2 54.0 19.9 47.3 100.0

ANNO 2009 0-4 anni 42.3 43.9 13.8 100.0 2659 5-9 anni 21.0 58.9 20.1 100.0 2810 10 -14 anni 18.8 56.1 25.1 51.4 2715 15-19 anni 21.5 53.4 25.0 18.5 2955 20-24 anni 27.6 50.4 22.0 5.8 2588 25-29 anni 36.3 45.8 17.9 1.4 2047 Totale 4321 8165 3288 7589 15774 27.4 51.8 20.8 48.1 100.0

Fonte: elaborazioni su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana - Anni dal 1993 al 2009

158

Tavola A.3 - Indicatore “Famiglie diverse” - Percentuale di giovani che vivono con la famiglia di origine per stato civile dei genitori (dati assoluti in migliaia)

Con chi vive?

Classe d'età Con genitori

coniugati Con un solo

genitore

In famiglie ricostituite o unioni libere Totale

ANNO 1993 0-4 anni 92.0 3.8 4.3 2755 5-9 anni 90.8 6.0 3.3 2880 10-14 anni 91.1 5.9 3.0 3102 15-19 anni 88.2 8.9 2.9 3888 20-24 anni 82.5 14.1 3.4 3671 25-29 anni 79.0 19.0 2.0 2029 Totale 16038 1707 580 18325 87.5 9.3 3.2 100.0

ANNO 1994 0-4 anni 91.0 3.9 5.1 2792 5-9 anni 91.0 5.5 3.6 2911 10-14 anni 89.3 7.2 3.6 3001 15-19 anni 87.0 9.7 3.3 3743 20-24 anni 84.5 13.0 2.5 3914 25-29 anni 78.7 19.6 1.7 2213 Totale 16169 1793 611 18572 87.1 9.7 3.3 100.0

ANNO 1995 0-4 anni 92.1 4.5 3.5 2691 5-9 anni 92.1 4.8 3.2 2804 10-14 anni 91.1 5.8 3.1 2983 15-19 anni 87.8 9.6 2.5 3574 20-24 anni 85.3 11.9 2.8 3700 25-29 anni 80.0 18.1 2.0 2256 Totale 15878 1616 515 18009 88.2 9.0 2.9 100.0

ANNO 1996 0-4 anni 91.4 4.5 4.1 2696 5-9 anni 89.2 7.2 3.7 2842 10-14 anni 90.5 6.6 2.8 2882 15-19 anni 89.2 8.5 2.3 3449 20-24 anni 84.7 12.9 2.4 3642 25-29 anni 81.4 17.2 1.4 2413 Totale 15734 1693 498 17925 87.8 9.4 2.8 100.0

ANNO 1997 0-4 anni 90.0 4.7 5.3 2691 5-9 anni 90.7 6.1 3.2 2806 10-14 anni 91.3 6.4 2.3 2916 15-19 anni 88.5 9.1 2.4 3222 20-24 anni 85.7 12.3 2.0 3520 25-29 anni 80.4 17.7 1.9 2390 Totale 15417 1633 495 17545 87.9 9.3 2.8 100.0

159

Con chi vive?

Classe d'età Con genitori

coniugati Con un solo

genitore

In famiglie ricostituite o unioni libere Totale

ANNO 1998 0-4 anni 90.9 4.3 4.8 2641 5-9 anni 91.2 5.0 3.8 2814 10-14 anni 90.3 6.6 3.2 2847 15-19 anni 87.4 9.6 3.0 3179 20-24 anni 85.1 12.5 2.4 3398 25-29 anni 79.6 18.7 1.8 2454 Totale 15159 1629 543 17332 87.5 9.4 3.1 100.0

ANNO 1999 0-4 anni 88.6 5.8 5.6 2609 5-9 anni 89.4 6.3 4.4 2787 10-14 anni 89.1 7.2 3.8 2847 15-19 anni 88.6 8.3 3.1 3081 20-24 anni 85.5 11.8 2.8 3247 25-29 anni 80.5 17.8 1.7 2579 Totale 14917 1628 604 17149 87.0 9.5 3.5 100.0

ANNO 2000 0-4 anni 87.9 6.6 5.5 2606 5-9 anni 90.2 6.1 3.8 2801 10-14 anni 88.5 8.4 3.0 2888 15-19 anni 86.7 9.8 3.4 3108 20-24 anni 86.1 11.8 2.1 3109 25-29 anni 81.7 16.9 1.4 2527 Totale 14805 1688 546 17039 86.9 9.9 3.2 100.0

ANNO 2001 0-4 anni 86.3 6.5 7.2 2621 5-9 anni 86.6 7.7 5.7 2656 10-14 anni 87.3 8.8 3.9 2877 15-19 anni 85.5 11.3 3.3 3005 20-24 anni 85.5 12.1 2.4 2911 25-29 anni 79.7 17.9 2.3 2465 Totale 14096 1761 677 16534 85.3 10.7 4.1 100.0

ANNO 2002 0-4 anni 86.7 6.1 7.2 2527 5-9 anni 89.1 6.7 4.2 2702 10-14 anni 87.5 7.8 4.7 2868 15-19 anni 84.6 11.4 4.0 2972 20-24 anni 83.8 12.9 3.3 2879 25-29 anni 80.8 17.3 2.0 2450 Totale 14014 1692 692 16399 85.5 10.3 4.2 100.0

ANNO 2003 0-4 anni 86.0 7.3 6.7 2514 5-9 anni 87.7 7.7 4.6 2671 10-14 anni 85.8 10.7 3.4 2927 15-19 anni 84.6 11.7 3.8 3043 20-24 anni 83.6 12.8 3.7 2821 25-29 anni 82.0 16.1 2.0 2330 Totale 13856 1791 659 16306 85.0 11.0 4.0 100.0

160

Con chi vive?

Classe d'età Con genitori

coniugati Con un solo

genitore

In famiglie ricostituite o unioni libere Totale

ANNO 2005 0-4 anni 85.8 6.8 7.5 2579

5-9 anni 87.7 7.1 5.2 2648

10-14 anni 84.9 10.1 5.0 2845

15-19 anni 83.4 11.9 4.6 2856

20-24 anni 83.4 13.1 3.5 2732

25-29 anni 80.0 17.5 2.5 2230

Totale 13392 1741 757 15890

84.3 11.0 4.8 100.0

ANNO 2006 0-4 anni 83.0 6.8 10.2 2711

5-9 anni 85.2 8.6 6.2 2746

10-14 anni 83.0 10.6 6.5 2831

15-19 anni 82.5 12.1 5.4 2934

20-24 anni 81.1 14.3 4.7 2698

25-29 anni 81.3 16.0 2.7 2126

Totale 13277 1797 970 16045

82.8 11.2 6.1 100.0

ANNO 2007 0-4 anni 83.0 8.7 8.4 2607

5-9 anni 85.5 8.3 6.2 2670

10-14 anni 83.0 11.0 5.9 2807

15-19 anni 82.7 12.1 5.1 2922

20-24 anni 81.2 14.3 4.5 2605

25-29 anni 81.2 15.9 3.0 2046

Totale 12970 1810 876 15656

82.8 11.6 5.6 100.0

ANNO 2008 0-4 anni 81.5 7.5 11.1 2641

5-9 anni 86.0 8.1 6.0 2681

10-14 anni 84.0 10.5 5.5 2814

15-19 anni 82.4 13.4 4.2 2959

20-24 anni 80.8 15.2 4.0 2565

25-29 anni 80.3 16.9 2.9 2007

Totale 12941 1832 894 15667

82.6 11.7 5.7 100.0

ANNO 2009 0-4 anni 78.3 8.9 12.8 2659

5-9 anni 84.0 8.9 7.1 2810

10-14 anni 81.7 11.5 6.8 2715

15-19 anni 78.9 14.4 6.7 2955

20-24 anni 79.8 15.0 5.2 2588

25-29 anni 80.1 16.1 3.8 2047

Totale 12695 1943 1135 15774

80.5 12.3 7.2 100.0

Fonte: elaborazioni su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana - Anni dal 1993 al 2009

161

Tavola A.4 - Indicatore “Livello d’istruzione” - Percentuale di giovani che vivono con la famiglia di origine per livello di istruzione più alto conseguito da uno dei genitori (dati assoluti in migliaia)

Titolo di studio più alto conseguito da un genitore

Classe d'età Licenza

Elementare Licenza Media Diploma

superiore Laurea Totale ANNO 1993

0-4 anni 4.9 41.5 38.0 15.7 2755 5-9 anni 9.4 42.0 36.1 12.4 2880 10 -14 anni 17.4 42.6 28.8 11.2 3102 15-19 anni 29.2 38.9 23.7 8.2 3888 20-24 anni 41.3 34.1 17.3 7.3 3671 25-29 anni 54.0 26.3 14.1 5.7 2029 Totale 4692 6971 4823 1840 18325 25.6 38.0 26.3 10.0 100.0

ANNO 1994 0-4 anni 4.7 42.9 38.8 13.7 2792 5-9 anni 8.3 43.1 35.4 13.2 2911 10 -14 anni 15.7 43.1 29.8 11.5 3001 15-19 anni 27.7 40.1 22.1 10.1 3743 20-24 anni 40.1 33.7 18.3 7.9 3914 25-29 anni 50.4 27.6 15.4 6.7 2213 Totale 4565 7175 4889 1943 18572 24.6 38.6 26.3 10.5 100.0

ANNO 1995 0-4 anni 3.9 41.7 40.9 13.5 2691 5-9 anni 6.9 44.2 36.3 12.5 2804 10 -14 anni 12.7 45.6 29.7 11.9 2983 15-19 anni 23.5 42.3 23.3 10.8 3574 20-24 anni 36.4 38.3 17.6 7.7 3700 25-29 anni 50.3 29.4 13.8 6.5 2256 Totale 4003 7312 4803 1890 18009 22.2 40.6 26.7 10.5 100.0

ANNO 1996 0-4 anni 3.4 39.7 42.6 14.2 2696 5-9 anni 6.0 41.9 39.1 13.0 2842 10 -14 anni 11.4 41.4 34.8 12.4 2882 15-19 anni 21.8 39.8 28.1 10.3 3449 20-24 anni 35.0 35.3 21.6 8.1 3642 25-29 anni 47.7 28.1 17.1 7.1 2413 Totale 3770 6789 5432 1933 17925 21.0 37.9 30.3 10.8 100.0

ANNO 1997 0-4 anni 3.5 40.2 42.5 13.8 2691 5-9 anni 5.3 40.5 39.9 14.4 2806 10 -14 anni 9.6 43.4 33.8 13.2 2916 15-19 anni 17.1 45.6 25.6 11.8 3222 20-24 anni 30.4 38.7 22.2 8.8 3520 25-29 anni 44.1 29.7 17.7 8.5 2390 Totale 3191 7024 5280 2051 17545 18.2 40.0 30.1 11.7 100.0

162

Titolo di studio più alto conseguito da un genitore

Classe d'età Licenza

Elementare Licenza Media Diploma

superiore Laurea Totale ANNO 1998

0-4 anni 2.9 39.3 43.1 14.7 2641 5-9 anni 4.6 42.2 38.6 14.6 2814 10 -14 anni 8.7 45.6 33.6 12.2 2847 15-19 anni 17.3 43.3 28.7 10.7 3179 20-24 anni 29.2 39.4 22.5 9.0 3398 25-29 anni 43.6 31.4 17.6 7.5 2454 Totale 3059 7007 5293 1973 17332 17.7 40.4 30.5 11.4 100.0

ANNO 1999 0-4 anni 2.8 40.2 43.9 13.1 2609 5-9 anni 5.6 42.7 37.9 13.8 2787 10 -14 anni 7.9 46.5 33.0 12.6 2847 15-19 anni 16.2 45.0 28.8 10.1 3081 20-24 anni 26.9 40.0 24.6 8.5 3247 25-29 anni 39.9 34.3 19.1 6.7 2579 Totale 2857 7132 5316 1844 17149 16.7 41.6 31.0 10.8 100.0

ANNO 2000 0-4 anni 3.4 37.2 43.7 15.7 2606 5-9 anni 4.2 41.2 40.1 14.5 2801 10 -14 anni 8.3 43.4 36.1 12.2 2888 15-19 anni 14.9 42.6 31.5 11.0 3108 20-24 anni 24.6 42.1 24.1 9.3 3109 25-29 anni 34.4 37.3 19.7 8.6 2527 Totale 2542 6951 5531 2015 17039 14.9 40.8 32.5 11.8 100.0

ANNO 2001 0-4 anni 2.1 38.8 43.4 15.7 2621 5-9 anni 3.5 43.0 39.0 14.4 2656 10 -14 anni 7.2 45.2 36.2 11.5 2877 15-19 anni 13.1 44.9 31.1 10.9 3005 20-24 anni 22.0 42.3 25.7 10.0 2911 25-29 anni 35.5 35.6 21.3 7.7 2465 Totale 2263 5422 16534 13.7 32.8 100.0

ANNO 2002 0-4 anni 2.6 36.7 45.0 15.7 2527 5-9 anni 4.0 40.6 41.2 14.2 2702 10 -14 anni 6.7 44.0 36.9 12.3 2868 15-19 anni 10.9 45.8 32.8 10.6 2972 20-24 anni 21.0 43.3 26.7 9.1 2879 25-29 anni 35.2 35.9 20.6 8.3 2450 Totale 2158 5555 16399 13.2 33.9 100.0

ANNO 2003 0-4 anni 3.0 37.5 43.2 16.3 2514 5-9 anni 4.7 42.3 37.7 15.3 2671 10 -14 anni 6.5 43.2 36.7 13.6 2927 15-19 anni 9.6 47.8 32.5 10.2 3043 20-24 anni 16.7 46.9 25.8 10.6 2821 25-29 anni 28.9 40.8 22.7 7.7 2330 Totale 1830 5411 16306 11.2 33.2 100.0

163

Titolo di studio più alto conseguito da un genitore

Classe d'età Licenza

Elementare Licenza Media Diploma

superiore Laurea Totale ANNO 2005

0-4 anni 2.1 36.5 44.1 17.3 2579 5-9 anni 2.6 40.2 42.2 15.0 2648 10 -14 anni 4.9 45.5 36.8 12.8 2845 15-19 anni 8.8 47.1 32.9 11.2 2856 20-24 anni 14.9 45.5 29.4 10.2 2732 25-29 anni 26.2 40.3 24.5 9.0 2230 Totale 1507 6788 5590 2005 15890 9.5 42.7 35.2 12.6 100.0

ANNO 2006 0-4 anni 2.8 31.9 44.7 20.6 2711 5-9 anni 2.9 41.2 40.4 15.6 2746 10 -14 anni 4.0 44.7 39.3 12.0 2831 15-19 anni 6.7 44.2 36.2 12.9 2934 20-24 anni 11.4 44.6 31.8 12.2 2698 25-29 anni 25.0 39.4 25.3 10.4 2126 Totale 1304 6596 5891 2254 16045 8.1 41.1 36.7 14.1 100.0

ANNO 2007 0-4 anni 3.8 33.6 41.9 20.7 2607 5-9 anni 4.4 37.5 40.1 17.9 2670 10 -14 anni 5.1 40.3 39.6 15.0 2807 15-19 anni 8.6 42.6 36.0 12.8 2922 20-24 anni 12.0 43.5 32.4 12.1 2605 25-29 anni 18.8 38.9 30.2 12.1 2046 Totale 1307 6183 5792 2373 15656 8.4 39.5 37.0 15.2 100.0

ANNO 2008 0-4 anni 2.5 30.8 44.6 22.1 2641 5-9 anni 2.3 38.2 42.6 17.0 2681 10 -14 anni 4.2 40.6 40.9 14.2 2814 15-19 anni 6.2 45.4 35.9 12.5 2959 20-24 anni 9.4 47.8 31.3 11.5 2565 25-29 anni 18.2 42.0 27.8 12.0 2007 Totale 1033 6393 5897 2345 15667 6.6 40.8 37.6 15.0 100.0

ANNO 2009 0-4 anni 2.7 32.6 41.5 23.2 2659 5-9 anni 2.1 38.5 41.7 17.7 2810 10 -14 anni 3.0 40.5 40.1 16.3 2715 15-19 anni 5.0 44.9 35.9 14.2 2955 20-24 anni 9.7 46.2 31.2 13.0 2588 25-29 anni 17.4 43.0 28.3 11.3 2047 Totale 968 6450 5810 2546 15774 6.1 40.9 36.8 16.1 100.0

Fonte: elaborazioni su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana - Anni dal 1993 al 2009

164

Tavola A.5 - Indicatore “Condizione occupazionale” - Percentuale di giovani che vivono con la famiglia di origine per condizione occupazionale dei genitori (dati assoluti in migliaia)

Condizione occupazionale dei genitori

Classe d'età

tutti e 2 i genitori

occupati

padre occupato,

madre casalinga

un solo genitore

occupato nessun genitore

occupato Totale ANNO 1993 0-4 anni 39.7 43.4 8.7 8.1 2755 5-9 anni 38.9 45.4 8.1 7.5 2880 10 -14 anni 37.1 46.2 9.7 6.9 3102 15-19 anni 30.5 45.2 12.8 11.5 3888 20-24 anni 22.9 37.3 16.1 23.6 3671 25-29 anni 12.1 27.0 15.5 45.4 2029 Totale 5638 7615 2180 2892 18325 30.8 41.6 11.9 15.8 100.0

ANNO 1994 0-4 anni 39.6 44.7 9.5 6.3 2792 5-9 anni 35.9 46.2 10.6 7.3 2911 10 -14 anni 35.4 46.3 10.7 7.7 3001 15-19 anni 30.0 42.8 12.9 14.3 3743 20-24 anni 21.4 36.7 13.4 28.5 3914 25-29 anni 11.6 25.0 15.2 48.2 2213 Totale 5425 7573 2240 3335 18572 29.2 40.8 12.1 18.0 100.0

ANNO 1995 0-4 anni 39.2 45.4 9.5 5.9 2691 5-9 anni 38.5 45.8 10.3 5.4 2804 10 -14 anni 38.0 45.5 10.2 6.3 2983 15-19 anni 32.8 42.2 12.7 12.3 3574 20-24 anni 24.1 36.4 15.1 24.4 3700 25-29 anni 12.4 23.9 14.9 48.9 2256 Totale 5610 7255 2197 2946 18009 31.2 40.3 12.2 16.4 100.0

ANNO 1996 0-4 anni 38.8 45.8 9.8 5.6 2696 5-9 anni 36.8 46.6 9.6 7.0 2842 10 -14 anni 37.4 43.3 10.0 9.3 2882 15-19 anni 31.3 42.7 12.9 13.1 3449 20-24 anni 23.2 35.2 15.2 26.5 3642 25-29 anni 12.3 24.8 14.8 48.2 2413 Totale 5391 7156 2180 3197 17925 30.1 39.9 12.2 17.8 100.0

ANNO 1997 0-4 anni 41.2 42.9 9.5 6.5 2691 5-9 anni 41.4 42.3 10.1 6.2 2806 10 -14 anni 38.1 42.3 11.6 8.0 2916 15-19 anni 33.2 40.6 12.7 13.6 3222 20-24 anni 24.5 33.7 16.5 25.3 3520 25-29 anni 12.4 24.3 17.4 45.9 2390 Totale 5609 6647 2284 3005 17545 32.0 37.9 13.0 17.1 100.0

165

Condizione occupazionale dei genitori

Classe d'età

tutti e 2 i genitori

occupati

padre occupato,

madre casalinga

un solo genitore

occupato nessun genitore

occupato Totale ANNO 1998 0-4 anni 44.7 39.2 10.1 6.0 2641 5-9 anni 42.9 40.7 10.5 5.9 2814 10 -14 anni 37.6 42.3 11.9 8.2 2847 15-19 anni 32.5 39.4 15.0 13.1 3179 20-24 anni 25.0 33.8 16.0 25.3 3398 25-29 anni 11.7 23.3 17.9 47.1 2454 Totale 5628 6358 2360 2986 17332 32.5 36.7 13.6 17.2 100.0

ANNO 1999 0-4 anni 41.6 39.1 11.5 7.8 2609 5-9 anni 40.3 41.6 10.8 7.3 2787 10 -14 anni 37.5 41.4 13.0 8.2 2847 15-19 anni 32.7 40.1 14.5 12.7 3081 20-24 anni 24.5 33.6 17.3 24.7 3247 25-29 anni 12.6 23.3 17.4 46.8 2579 Totale 5402 6282 2427 3038 17149 31.5 36.6 14.2 17.7 100.0

ANNO 2000 0-4 anni 43.0 39.1 10.9 7.1 2606 5-9 anni 44.4 38.4 11.8 5.4 2801 10 -14 anni 37.9 42.0 12.0 8.2 2888 15-19 anni 34.8 40.1 13.8 11.3 3108 20-24 anni 26.8 34.6 16.6 22.0 3109 25-29 anni 16.7 26.0 17.3 40.1 2527 Totale 5797 6283 2340 2620 17039 34.0 36.9 13.7 15.4 100.0

ANNO 2001 0-4 anni 45.1 34.8 12.3 7.8 2621 5-9 anni 43.1 37.0 13.2 6.8 2656 10 -14 anni 37.0 39.6 13.9 9.6 2877 15-19 anni 32.9 38.4 15.4 13.4 3005 20-24 anni 27.2 31.5 16.1 25.2 2911 25-29 anni 15.4 22.8 16.4 45.4 2465 Totale 5549 5667 2406 2912 16534 33.6 34.3 14.6 17.6 100.0

ANNO 2002 0-4 anni 45.2 37.1 12.4 5.3 2527 5-9 anni 43.5 39.8 11.2 5.4 2702 10 -14 anni 42.4 39.0 12.2 6.4 2868 15-19 anni 37.7 36.2 14.3 11.9 2972 20-24 anni 29.2 33.9 15.2 21.8 2879 25-29 anni 16.4 24.8 16.8 42.1 2450 Totale 5895 5787 2242 2475 16399 36.0 35.3 13.7 15.1 100.0

ANNO 2003 0-4 anni 46.5 37.0 10.5 6.0 2514 5-9 anni 43.3 39.5 10.6 6.7 2671 10 -14 anni 40.1 39.5 12.3 8.1 2927 15-19 anni 36.4 37.3 15.1 11.3 3043 20-24 anni 31.0 31.6 17.2 20.2 2821 25-29 anni 17.8 25.0 20.3 36.9 2330 Totale 5893 5751 2322 2340 16306 36.1 35.3 14.2 14.4 100.0

166

Condizione occupazionale dei genitori

Classe d'età

tutti e 2 i genitori

occupati

padre occupato,

madre casalinga

un solo genitore

occupato nessun genitore

occupato Totale ANNO 2005 0-4 anni 45.2 35.8 12.8 6.3 2579 5-9 anni 45.6 36.9 11.9 5.6 2648 10 -14 anni 42.7 35.8 13.4 8.1 2845 15-19 anni 38.3 37.0 14.0 10.7 2856 20-24 anni 30.0 31.2 18.1 20.7 2732 25-29 anni 18.1 21.7 18.3 41.9 2230 Totale 5906 5311 2328 2345 15890 37.2 33.4 14.7 14.8 100.0

ANNO 2006 0-4 anni 46.7 33.2 12.2 8.0 2711 5-9 anni 43.0 36.5 13.4 7.1 2746 10 -14 anni 39.9 36.9 15.4 7.9 2831 15-19 anni 37.6 35.0 15.5 11.9 2934 20-24 anni 30.2 31.7 18.5 19.5 2698 25-29 anni 20.7 23.1 19.2 37.0 2126 Totale 5933 5315 2497 2299 16045 37.0 33.1 15.6 14.3 100.0

ANNO 2007 0-4 anni 48.2 31.0 14.0 6.8 2607 5-9 anni 47.9 34.2 12.5 5.5 2670 10 -14 anni 46.4 33.1 13.0 7.5 2807 15-19 anni 37.4 35.4 16.1 11.1 2922 20-24 anni 33.5 29.0 20.5 17.0 2605 25-29 anni 20.3 22.3 23.4 34.0 2046 Totale 6219 4896 2545 1996 15656 39.7 31.3 16.3 12.8 100.0

ANNO 2008 0-4 anni 45.9 33.0 13.7 7.4 2641 5-9 anni 46.7 31.6 14.9 6.7 2681 10 -14 anni 44.2 31.7 15.7 8.4 2814 15-19 anni 37.3 32.4 17.9 12.4 2959 20-24 anni 30.2 30.0 19.3 20.6 2565 25-29 anni 20.9 21.9 19.1 38.1 2007 Totale 6003 4779 2613 2273 15667 38.3 30.5 16.7 14.5 100.0

ANNO 2009 0-4 anni 42.8 30.5 15.6 11.1 2659 5-9 anni 43.9 31.2 16.1 8.9 2810 10 -14 anni 42.0 30.0 16.1 11.9 2715 15-19 anni 35.8 30.0 20.1 14.0 2955 20-24 anni 30.3 29.6 20.4 19.7 2588 25-29 anni 18.6 22.9 20.4 38.1 2047 Totale 5733 4623 2843 2574 15774 36.4 29.3 18.0 16.3 100.0

Fonte: elaborazioni su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana - Anni dal 1993 al 2009

167

Tavola A.6 - Indicatore “Condizione professionale” - Percentuale di giovani che vivono con la famiglia di origine per condizione professionale più elevata di uno dei genitori (dati assoluti in migliaia)

Professione più elevata del/i genitore/i occupato/i

Classe d'età

Dirigente, imprenditore,

libero professionista

Impiegato, quadro Operaio

Lavoratore in proprio

In altra condizione ma non occupato Totale

ANNO 1993 0-4 anni 11.6 37.9 27.8 14.5 8.1 2755 5-9 anni 9.1 37.2 29.5 16.7 7.5 2880 10 -14 anni 9.0 35.2 29.9 19.0 6.9 3102 15-19 anni 8.1 30.2 33.0 17.2 11.5 3888 20-24 anni 8.9 20.5 27.9 19.1 23.6 3671 25-29 anni 7.3 11.8 18.8 16.6 45.4 2029 Totale 1651 5370 5234 3179 2892 18325 9.0 29.3 28.6 17.4 15.8 100.0

ANNO 1994 0-4 anni 12.0 35.5 31.1 15.2 6.3 2792 5-9 anni 11.8 35.9 29.0 16.0 7.3 2911 10 -14 anni 9.4 34.8 31.5 16.5 7.7 3001 15-19 anni 8.5 29.4 29.9 17.9 14.3 3743 20-24 anni 7.6 22.2 23.4 18.3 28.5 3914 25-29 anni 7.6 13.6 17.0 13.6 48.2 2213 Totale 1742 5350 5069 3076 3335 18572 9.4 28.8 27.3 16.6 18.0 100.0

ANNO 1995 0-4 anni 10.4 39.4 29.9 14.4 5.9 2691 5-9 anni 10.2 38.1 31.6 14.7 5.4 2804 10 -14 anni 9.5 37.2 31.4 15.5 6.3 2983 15-19 anni 9.5 30.7 30.4 17.1 12.3 3574 20-24 anni 8.4 21.9 27.5 17.8 24.4 3700 25-29 anni 7.0 11.3 16.0 16.9 48.9 2256 Totale 1655 5404 5093 2911 2946 18009 9.2 30.0 28.3 16.2 16.4 100.0

ANNO 1996 0-4 anni 12.3 39.2 29.1 13.8 5.6 2696 5-9 anni 12.0 38.2 28.5 14.3 7.0 2842 10 -14 anni 12.6 35.8 28.4 14.0 9.3 2882 15-19 anni 10.6 30.8 29.7 15.7 13.1 3449 20-24 anni 9.7 22.7 25.3 15.8 26.5 3642 25-29 anni 7.6 14.3 15.3 14.7 48.2 2413 Totale 1936 5406 4732 2653 3197 17925 10.8 30.2 26.4 14.8 17.8 100.0

ANNO 1997 0-4 anni 12.7 39.6 27.2 14.0 6.5 2691 5-9 anni 13.1 39.3 27.6 13.8 6.2 2806 10 -14 anni 12.6 37.4 26.0 16.1 8.0 2916 15-19 anni 11.0 32.4 27.2 15.9 13.6 3222 20-24 anni 9.8 26.0 22.6 16.2 25.3 3520 25-29 anni 9.4 16.4 13.4 15.0 45.9 2390 Totale 1998 5611 4258 2673 3005 17545 11.4 32.0 24.3 15.2 17.1 100.0

168

Professione più elevata del/i genitore/i occupato/i

Classe d'età

Dirigente, imprenditore,

libero professionista

Impiegato, quadro Operaio

Lavoratore in proprio

In altra condizione ma non occupato Totale

ANNO 1998 0-4 anni 13.3 41.1 27.8 11.8 6.0 2641 5-9 anni 13.4 40.4 28.0 12.3 5.9 2814 10 -14 anni 11.9 37.8 29.2 12.9 8.2 2847 15-19 anni 10.9 34.5 27.9 13.7 13.1 3179 20-24 anni 9.2 28.8 22.5 14.3 25.3 3398 25-29 anni 7.5 15.5 15.3 14.6 47.1 2454 Totale 1910 5751 4380 2305 2986 17332 11.0 33.2 25.3 13.3 17.2 100.0

ANNO 1999 0-4 anni 12.3 38.3 29.7 11.9 7.8 2609 5-9 anni 13.5 37.4 28.5 13.3 7.3 2787 10 -14 anni 10.9 37.1 30.1 13.8 8.2 2847 15-19 anni 10.9 32.4 29.4 14.6 12.7 3081 20-24 anni 9.4 27.5 24.3 14.2 24.7 3247 25-29 anni 7.1 15.7 16.9 13.6 46.8 2579 Totale 1828 5392 4557 2335 3038 17149 10.7 31.4 26.6 13.6 17.7 100.0

ANNO 2000 0-4 anni 14.5 38.6 28.5 11.4 7.1 2606 5-9 anni 14.3 39.6 28.9 11.9 5.4 2801 10 -14 anni 14.3 36.3 29.8 11.4 8.2 2888 15-19 anni 12.5 34.3 30.0 11.8 11.3 3108 20-24 anni 10.3 27.8 26.5 13.4 22.0 3109 25-29 anni 10.4 20.2 16.7 12.6 40.1 2527 Totale 2161 5606 4593 2059 2620 17039 12.7 32.9 27.0 12.1 15.4 100.0

ANNO 2001 0-4 anni 13.6 38.2 28.3 12.1 7.8 2621 5-9 anni 14.4 35.6 27.7 15.6 6.8 2656 10 -14 anni 12.3 35.3 28.0 14.8 9.6 2877 15-19 anni 12.2 34.0 27.4 13.0 13.4 3005 20-24 anni 10.3 28.2 23.1 13.4 25.2 2911 25-29 anni 8.0 18.5 17.3 10.8 45.4 2465 Totale 1956 5258 4205 2203 2912 16534 11.8 31.8 25.4 13.3 17.6 100.0

ANNO 2002 0-4 anni 15.2 37.3 30.8 11.3 5.3 2527 5-9 anni 14.2 38.3 31.3 10.8 5.4 2702 10 -14 anni 13.7 36.9 31.4 11.6 6.4 2868 15-19 anni 12.5 35.2 27.8 12.7 11.9 2972 20-24 anni 10.2 29.6 25.2 13.2 21.8 2879 25-29 anni 8.8 19.1 18.0 12.1 42.1 2450 Totale 2042 5402 4518 1962 2475 16399 12.5 32.9 27.6 12.0 15.1 100.0

ANNO 2003 0-4 anni 15.5 37.9 30.3 10.2 6.0 2514 5-9 anni 14.6 35.0 31.1 12.6 6.7 2671 10 -14 anni 15.3 35.2 28.6 12.8 8.1 2927 15-19 anni 13.1 33.8 29.0 12.8 11.3 3043 20-24 anni 12.6 30.2 24.2 12.9 20.2 2821 25-29 anni 10.1 22.2 18.7 12.1 36.9 2330 Totale 2220 5316 4428 2002 2340 16306 13.6 32.6 27.2 12.3 14.4 100.0

169

Professione più elevata del/i genitore/i occupato/i

Classe d'età

Dirigente, imprenditore,

libero professionista

Impiegato, quadro Operaio

Lavoratore in proprio

In altra condizione ma non occupato Totale

ANNO 2005 0-4 anni 15.6 37.6 30.1 10.5 6.3 2579 5-9 anni 16.0 37.0 30.1 11.3 5.6 2648 10 -14 anni 14.9 34.8 29.6 12.6 8.1 2845 15-19 anni 13.0 35.3 29.0 12.0 10.7 2856 20-24 anni 13.8 30.6 23.5 11.4 20.7 2732 25-29 anni 10.4 22.2 15.3 10.3 41.9 2230 Totale 2227 5277 4224 1816 2345 15890 14.0 33.2 26.6 11.4 14.8 100.0

ANNO 2006 0-4 anni 16.9 38.9 26.0 10.2 8.0 2711 5-9 anni 15.7 35.8 29.9 11.4 7.1 2746 10 -14 anni 15.4 34.7 28.9 13.1 7.9 2831 15-19 anni 13.7 34.3 27.7 12.3 11.9 2934 20-24 anni 13.3 31.2 24.3 11.7 19.5 2698 25-29 anni 10.8 22.7 17.9 11.6 37.0 2126 Totale 2319 5352 4193 1882 2299 16045 14.5 33.4 26.1 11.7 14.3 100.0

ANNO 2007 0-4 anni 15.5 38.4 30.6 8.7 6.8 2607 5-9 anni 16.1 35.8 31.6 11.1 5.5 2670 10 -14 anni 14.8 37.5 29.7 10.5 7.5 2807 15-19 anni 14.8 33.7 30.3 10.1 11.1 2922 20-24 anni 13.7 32.0 27.0 10.4 17.0 2605 25-29 anni 11.7 24.7 18.6 11.0 34.0 2046 Totale 2278 5335 4441 1606 1996 15656 14.6 34.1 28.4 10.3 12.8 100.0

ANNO 2008 0-4 anni 17.0 34.8 30.0 10.8 7.4 2641 5-9 anni 17.9 34.4 28.3 12.7 6.7 2681 10 -14 anni 16.8 33.5 28.4 12.9 8.4 2814 15-19 anni 15.4 30.2 30.1 11.9 12.4 2959 20-24 anni 13.7 28.8 23.5 13.5 20.6 2565 25-29 anni 11.2 21.3 17.9 11.5 38.1 2007 Totale 2433 4840 4204 1918 2273 15667 15.5 30.9 26.8 12.2 14.5 100.0

ANNO 2009 0-4 anni 18.7 32.7 28.4 9.1 11.1 2659 5-9 anni 16.7 33.6 29.3 11.5 8.9 2810 10 -14 anni 16.7 32.5 27.7 11.3 11.9 2715 15-19 anni 14.9 33.3 27.3 10.5 14.0 2955 20-24 anni 13.6 29.9 26.8 10.1 19.7 2588 25-29 anni 11.9 21.3 18.0 10.6 38.1 2047 Totale 2454 4886 4198 1661 2574 15774 15.6 31.0 26.6 10.5 16.3 100.0

Fonte: elaborazioni su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana - Anni dal 1993 al 2009

170

Tavola A.7 - Indicatore “Titolo di godimento dell’abitazione” - Percentuale di giovani che vivono con la famiglia di origine per titolo di godimento dell’abitazione (dati assoluti in migliaia)

Titolo di godimento dell'abitazione

Classe d'età Casa di proprietà

della famiglia Altro tipo di

contratto Totale ANNO 1993 0-4 anni 59.2 40.8 2755 5-9 anni 63.9 36.1 2880 10 -14 anni 70.2 29.8 3102 15-19 anni 73.7 26.3 3888 20-24 anni 74.1 25.9 3671 25-29 anni 75.6 24.4 2029 Totale 12768 5557 18325 69.7 30.3 100.0

ANNO 1994 0-4 anni 57.2 42.8 2792 5-9 anni 62.4 37.6 2911 10 -14 anni 69.1 30.9 3001 15-19 anni 73.9 26.1 3743 20-24 anni 75.4 24.6 3914 25-29 anni 77.6 22.4 2213 Totale 12922 5650 18572 69.6 30.4 100.0

ANNO 1995 0-4 anni 56.1 43.9 2691 5-9 anni 60.3 39.7 2804 10 -14 anni 67.4 32.6 2983 15-19 anni 73.7 26.3 3574 20-24 anni 75.2 24.8 3700 25-29 anni 77.6 22.4 2256 Totale 12379 5630 18009 68.7 31.3 100.0

ANNO 1996 0-4 anni 58.9 41.1 2696 5-9 anni 61.7 38.3 2842 10 -14 anni 67.2 32.9 2882 15-19 anni 71.7 28.3 3449 20-24 anni 76.3 23.7 3642 25-29 anni 77.5 22.5 2413 Totale 12400 5525 17925 69.2 30.8 100.0

ANNO 1997 0-4 anni 57.4 42.6 2691 5-9 anni 63.4 36.7 2806 10 -14 anni 68.2 31.8 2916 15-19 anni 73.7 26.3 3222 20-24 anni 77.0 23.1 3520 25-29 anni 80.8 19.2 2390 Totale 12324 5221 17545 70.2 29.8 100.0

171

Titolo di godimento dell'abitazione

Classe d'età Casa di proprietà

della famiglia Altro tipo di

contratto Totale ANNO 1998 0-4 anni 59.0 41.0 2641 5-9 anni 62.3 37.7 2814 10 -14 anni 67.0 33.0 2847 15-19 anni 71.0 29.0 3179 20-24 anni 74.3 25.7 3398 25-29 anni 79.3 20.8 2454 Totale 11945 5387 17332 68.9 31.1 100.0

ANNO 1999 0-4 anni 57.5 42.5 2609 5-9 anni 61.4 38.6 2787 10 -14 anni 67.0 33.1 2847 15-19 anni 70.8 29.2 3081 20-24 anni 75.0 25.0 3247 25-29 anni 76.1 23.9 2579 Totale 11696 5453 17149 68.2 31.8 100.0

ANNO 2000 0-4 anni 58.9 41.1 2606 5-9 anni 64.4 35.6 2801 10 -14 anni 67.3 32.7 2888 15-19 anni 71.3 28.7 3108 20-24 anni 75.6 24.4 3109 25-29 anni 80.3 19.7 2527 Totale 11878 5162 17039 69.7 30.3 100.0

ANNO 2001 0-4 anni 60.1 40.0 2621 5-9 anni 65.9 34.1 2656 10 -14 anni 68.4 31.6 2877 15-19 anni 74.8 25.2 3005 20-24 anni 79.6 20.4 2911 25-29 anni 78.7 21.3 2465 Totale 11799 4735 16534 71.4 28.6 100.0

ANNO 2002 0-4 anni 60.7 39.3 2527 5-9 anni 65.4 34.6 2702 10 -14 anni 69.7 30.3 2868 15-19 anni 72.9 27.1 2972 20-24 anni 77.6 22.4 2879 25-29 anni 80.0 20.0 2450 Totale 11661 4738 16399 71.1 28.9 100.0

ANNO 2003 0-4 anni 61.7 38.4 2514 5-9 anni 63.1 36.9 2671 10 -14 anni 68.7 31.3 2927 15-19 anni 74.5 25.6 3043 20-24 anni 77.6 22.5 2821 25-29 anni 81.4 18.6 2330 Totale 11597 4708 16306 71.1 28.9 100.0

172

Titolo di godimento dell'abitazione

Classe d'età Casa di proprietà

della famiglia Altro tipo di

contratto Totale

ANNO 2005 0-4 anni 61.2 38.8 2579

5-9 anni 68.4 31.6 2648

10 -14 anni 71.3 28.7 2845

15-19 anni 71.0 29.0 2856

20-24 anni 77.5 22.5 2732

25-29 anni 82.6 17.4 2230

Totale 11405 4485 15890

71.8 28.2 100.0

ANNO 2006 0-4 anni 64.6 35.4 2711

5-9 anni 65.6 34.4 2746

10 -14 anni 70.2 29.8 2831

15-19 anni 71.6 28.4 2934

20-24 anni 76.8 23.2 2698

25-29 anni 81.1 18.9 2126

Totale 11433 4611 16045

71.3 28.7 100.0

ANNO 2007 0-4 anni 64.0 36.1 2607

5-9 anni 69.5 30.5 2670

10 -14 anni 71.8 28.2 2807

15-19 anni 74.4 25.6 2922

20-24 anni 79.0 21.0 2605

25-29 anni 83.5 16.5 2046

Totale 11476 4180 15656

73.3 26.7 100.0

ANNO 2008 0-4 anni 65.7 34.4 2641

5-9 anni 69.6 30.4 2681

10 -14 anni 69.6 30.4 2814

15-19 anni 69.6 30.4 2959

20-24 anni 74.9 25.1 2565

25-29 anni 80.8 19.2 2007

Totale 11158 4510 15667

71.2 28.8 100.0

ANNO 2009 0-4 anni 63.9 36.2 2659

5-9 anni 69.4 30.6 2810

10 -14 anni 69.8 30.2 2715

15-19 anni 72.1 28.0 2955

20-24 anni 77.0 23.0 2588

25-29 anni 80.8 19.2 2047

Totale 11319 4455 15774

71.8 28.2 100.0

Fonte: elaborazioni su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana – Anni dal 1993 al 2009

173

Tavola A.8 - Indicatore “Presenza di disagi” - Percentuale di giovani che vivono con la famiglia di origine per presenza di disagi nell’abitazione (dati assoluti in migliaia)

Presenza di disagi nell'abitazione

Classe d'età Nessun disagio Un disagio Due disagi

Tre o più disagi Totale

ANNO 1993 0-4 anni 30.6 45.0 19.0 5.4 2755 5-9 anni 29.1 45.4 20.5 5.0 2880 10 -14 anni 27.9 47.0 19.6 5.5 3102 15-19 anni 29.0 46.5 19.3 5.3 3888 20-24 anni 27.1 49.5 18.5 4.9 3671 25-29 anni 29.2 48.6 16.8 5.5 2029 Totale 5258 8615 3490 962 18325 28.7 47.0 19.1 5.3 100.0

ANNO 1994 0-4 anni 34.9 41.3 18.7 5.2 2792 5-9 anni 33.6 44.4 17.7 4.3 2911 10 -14 anni 32.9 43.2 19.1 4.8 3001 15-19 anni 32.5 46.0 17.6 3.9 3743 20-24 anni 31.8 45.6 18.9 3.6 3914 25-29 anni 32.7 46.0 17.2 4.1 2213 Totale 6125 8266 3391 791 18572 33.0 44.5 18.3 4.3 100.0

ANNO 1995 0-4 anni 32.7 43.0 19.2 5.2 2691 5-9 anni 30.0 45.7 19.5 4.8 2804 10 -14 anni 29.6 45.6 19.9 4.9 2983 15-19 anni 29.1 46.9 18.9 5.1 3574 20-24 anni 29.8 47.9 18.5 3.9 3700 25-29 anni 31.1 48.7 17.2 3.0 2256 Totale 5449 8343 3402 815 18009 30.3 46.3 18.9 4.5 100.0

ANNO 1996 0-4 anni 29.4 46.7 18.4 5.5 2696 5-9 anni 30.3 45.3 19.6 4.8 2842 10 -14 anni 28.8 47.4 19.6 4.2 2882 15-19 anni 29.7 47.4 18.4 4.5 3449 20-24 anni 28.5 48.0 19.1 4.4 3642 25-29 anni 31.0 48.1 17.0 3.9 2413 Totale 5293 8456 3357 819 17925 29.5 47.2 18.7 4.6 100.0

ANNO 1997 0-4 anni 31.0 41.9 20.3 6.9 2691 5-9 anni 29.6 44.9 19.7 5.8 2806 10 -14 anni 28.5 44.5 20.5 6.5 2916 15-19 anni 28.1 48.3 18.2 5.4 3222 20-24 anni 29.2 48.0 17.9 5.0 3520 25-29 anni 31.0 49.9 15.2 3.9 2390 Totale 5168 8121 3278 978 17545 29.5 46.3 18.7 5.6 100.0

174

Presenza di disagi nell'abitazione

Classe d'età Nessun disagio Un disagio Due disagi

Tre o più disagi Totale

ANNO 1998 0-4 anni 29.7 45.5 19.4 5.4 2641 5-9 anni 28.1 48.9 18.1 4.9 2814 10 -14 anni 26.2 48.5 20.6 4.7 2847 15-19 anni 25.7 50.1 19.4 4.8 3179 20-24 anni 28.4 50.1 17.4 4.2 3398 25-29 anni 28.3 51.1 16.6 4.1 2454 Totale 4797 8505 3224 806 17332 27.7 49.1 18.6 4.7 100.0

ANNO 1999 0-4 anni 26.2 47.8 19.4 6.6 2609 5-9 anni 25.9 45.8 22.0 6.3 2787 10 -14 anni 25.4 47.5 21.3 5.7 2847 15-19 anni 26.2 47.8 20.5 5.5 3081 20-24 anni 24.3 51.2 19.8 4.8 3247 25-29 anni 26.4 52.1 18.0 3.5 2579 Totale 4407 8351 3463 928 17149 25.7 48.7 20.2 5.4 100.0

ANNO 2000 0-4 anni 28.8 44.6 20.2 6.5 2606 5-9 anni 29.1 44.3 20.2 6.4 2801 10 -14 anni 28.5 46.1 20.0 5.4 2888 15-19 anni 26.6 48.3 19.3 5.9 3108 20-24 anni 29.5 47.9 17.7 4.9 3109 25-29 anni 30.5 47.8 18.5 3.2 2527 Totale 4902 7934 3287 917 17039 28.8 46.6 19.3 5.4 100.0

ANNO 2001 0-4 anni 29.5 43.3 21.7 5.6 2621 5-9 anni 31.6 43.0 19.6 5.8 2656 10 -14 anni 28.4 44.8 21.2 5.5 2877 15-19 anni 30.3 47.7 17.9 4.2 3005 20-24 anni 30.8 47.5 17.3 4.5 2911 25-29 anni 31.0 48.6 15.2 5.3 2465 Totale 5001 7575 3114 844 16534 30.2 45.8 18.8 5.1 100.0

ANNO 2002 0-4 anni 30.6 42.4 21.0 6.0 2527 5-9 anni 29.5 43.2 20.3 7.0 2702 10 -14 anni 28.8 45.8 18.9 6.5 2868 15-19 anni 28.8 46.6 18.9 5.7 2972 20-24 anni 30.0 46.7 17.7 5.7 2879 25-29 anni 29.4 49.0 17.5 4.2 2450 Totale 4836 7480 3122 961 16399 29.5 45.6 19.0 5.9 100.0

ANNO 2003 0-4 anni 26.5 45.1 20.7 7.7 2514 5-9 anni 27.2 45.6 18.8 8.4 2671 10 -14 anni 27.6 44.4 21.1 7.0 2927 15-19 anni 24.8 48.4 20.2 6.7 3043 20-24 anni 26.7 50.3 17.9 5.1 2821 25-29 anni 26.1 53.1 16.7 4.1 2330 Totale 4315 7778 3147 1066 16306 26.5 47.7 19.3 6.5 100.0

175

Presenza di disagi nell'abitazione

Classe d'età Nessun disagio Un disagio Due disagi

Tre o più disagi Totale

ANNO 2005 0-4 anni 24.3 45.2 23.5 7.1 2579

5-9 anni 25.2 44.8 22.4 7.6 2648

10 -14 anni 25.8 46.9 21.3 6.0 2845

15-19 anni 24.7 46.4 22.7 6.2 2856

20-24 anni 25.5 50.7 19.4 4.4 2732

25-29 anni 24.3 53.9 17.8 4.1 2230

Totale 3974 7601 3377 938 15890

25.0 47.8 21.3 5.9 100.0

ANNO 2006 0-4 anni 22.7 47.5 22.9 6.9 2711

5-9 anni 22.5 48.4 22.1 7.0 2746

10 -14 anni 23.1 50.0 20.3 6.6 2831

15-19 anni 21.9 51.2 20.7 6.2 2934

20-24 anni 22.2 53.2 18.3 6.2 2698

25-29 anni 24.4 53.0 18.1 4.5 2126

Totale 3649 8098 3284 1014 16045

22.7 50.5 20.5 6.3 100.0

ANNO 2007 0-4 anni 20.9 46.3 23.3 9.6 2607

5-9 anni 21.5 49.2 22.7 6.5 2670

10 -14 anni 22.9 47.1 23.1 6.9 2807

15-19 anni 22.8 50.3 20.9 6.0 2922

20-24 anni 24.8 51.6 19.0 4.7 2605

25-29 anni 24.1 53.7 18.7 3.6 2046

Totale 3564 7755 3350 987 15656

22.8 49.5 21.4 6.3 99.3

ANNO 2008 0-4 anni 19.3 45.8 25.3 9.6 2641

5-9 anni 19.8 48.5 24.2 7.6 2681

10 -14 anni 21.2 48.8 23.0 7.0 2814

15-19 anni 21.0 49.7 22.0 7.4 2959

20-24 anni 19.6 52.4 21.5 6.5 2565

25-29 anni 23.6 53.1 18.1 5.1 2007

Totale 3237 7761 3528 1140 15667

20.7 49.5 22.5 7.3 100.0

ANNO 2009 0-4 anni 23.3 44.5 24.7 7.5 2659

5-9 anni 26.0 45.1 22.2 6.8 2810

10 -14 anni 23.0 48.2 23.2 5.6 2715

15-19 anni 23.6 49.1 20.0 7.3 2955

20-24 anni 24.7 50.5 19.3 5.5 2588

25-29 anni 27.5 49.6 18.7 4.3 2047

Totale 3874 7532 3382 986 15774

24.6 47.8 21.4 6.3 100.0

Fonte: elaborazioni su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana - Anni dal 1993 al 2009

I disagi considerati sono 4 e riguardano: le spese per l'abitazione troppo alte, l'ampiezza dell'abitazione troppo piccola, la distanza

dell'abitazione da altri familiari, le cattive condizioni dell'abitazione.

176

Tavola A.9 - Indicatore “Situazione economica” Percentuale di giovani che vivono con la famiglia di origine per percezione della propria situazione economica (dati assoluti in migliaia)

Situazione economica rispetto all'anno precedente

Classe d'età Migliorata Rimasta

uguale Peggiorata Molto

peggiorata Totale*

ANNO 1993 0-4 anni 11.4 52.1 29.0 6.4 2755

5-9 anni 7.0 51.3 32.3 8.4 2880

10 -14 anni 6.5 49.6 34.4 8.8 3102

15-19 anni 5.4 50.0 34.6 9.3 3888

20-24 anni 5.2 48.8 35.3 9.9 3671

25-29 anni 6.5 50.8 34.1 8.0 2029

Totale 1250 9215 6126 1578 18325

6.8 50.3 33.4 8.6 99.2

ANNO 1994 0-4 anni 12.9 57.3 23.0 6.2 2792

5-9 anni 9.9 58.2 26.3 5.1 2911

10 -14 anni 8.5 54.5 29.7 6.6 3001

15-19 anni 7.0 56.4 29.1 7.1 3743

20-24 anni 7.0 56.1 29.5 6.6 3914

25-29 anni 6.3 59.6 27.1 6.6 2213

Totale 1577 10555 5139 1189 18572

8.5 56.8 27.7 6.4 99.4

ANNO 1995 0-4 anni 12.4 55.2 26.1 5.5 2691

5-9 anni 12.2 52.8 27.1 7.1 2804

10 -14 anni 9.1 53.3 29.9 7.4 2983

15-19 anni 7.2 50.6 32.7 8.8 3574

20-24 anni 7.6 54.6 29.8 7.4 3700

25-29 anni 6.5 55.2 31.1 6.6 2256

Totale 1632 9629 5325 1304 18009

9.1 53.5 29.6 7.2 99.3

ANNO 1996 0-4 anni 10.5 54.9 28.0 5.9 2696

5-9 anni 8.5 55.0 28.9 7.0 2842

10 -14 anni 6.9 52.5 31.9 8.1 2882

15-19 anni 5.8 50.1 34.4 9.2 3449

20-24 anni 6.9 51.1 32.4 9.2 3642

25-29 anni 5.5 52.5 33.2 8.6 2413

Totale 1305 9413 5663 1454 17925

7.3 52.5 31.6 8.1 99.5

ANNO 1997 0-4 anni 14.2 59.9 21.2 4.1 2691

5-9 anni 13.4 60.0 21.6 4.5 2806

10 -14 anni 9.7 59.3 25.5 5.3 2916

15-19 anni 8.7 56.9 27.7 6.2 3222

20-24 anni 8.0 58.2 27.5 5.9 3520

25-29 anni 6.9 60.4 26.0 6.5 2390

Totale 1766 10352 4403 955 17545

10.1 59.0 25.1 5.4 99.6

177

Situazione economica rispetto all'anno precedente

Classe d'età Migliorata Rimasta

uguale Peggiorata Molto

peggiorata Totale* ANNO 1998

0-4 anni 15.6 58.6 21.4 4.0 2641

5-9 anni 14.3 61.0 19.6 4.7 2814

10 -14 anni 11.0 60.9 22.7 5.3 2847

15-19 anni 10.2 58.3 25.8 5.3 3179

20-24 anni 10.1 58.6 25.3 5.3 3398

25-29 anni 10.1 58.6 25.9 4.9 2454

Totale 2042 10276 4079 858 17332

11.8 59.3 23.5 5.0 99.6

ANNO 1999 0-4 anni 14.0 60.9 19.3 5.1 2609

5-9 anni 13.5 61.6 19.7 4.7 2787

10 -14 anni 11.1 58.1 25.4 4.8 2847

15-19 anni 8.9 59.1 26.4 4.6 3081

20-24 anni 9.4 59.1 26.0 5.1 3247

25-29 anni 8.4 60.8 24.0 6.0 2579

Totale 1853 10268 4050 860 17149

10.8 59.9 23.6 5.0 99.3

ANNO 2000 0-4 anni 16.5 59.0 19.8 3.4 2606

5-9 anni 14.5 61.2 19.1 3.8 2801

10 -14 anni 11.6 62.7 20.8 3.7 2888

15-19 anni 10.8 61.0 21.6 5.0 3108

20-24 anni 10.5 61.0 22.9 4.4 3109

25-29 anni 8.5 61.8 24.2 4.0 2527

Totale 2046 10419 3648 697 17039

12.0 61.2 21.4 4.1 98.7

ANNO 2001 0-4 anni 17.4 63.4 15.3 2.8 2621

5-9 anni 15.9 65.5 14.2 3.1 2656

10 -14 anni 14.1 66.9 15.3 2.8 2877

15-19 anni 12.4 64.4 19.5 2.9 3005

20-24 anni 11.5 65.1 19.5 2.7 2911

25-29 anni 12.0 66.0 18.8 2.3 2465

Totale 2284 10780 2834 459 16534

13.8 65.2 17.1 2.8 98.9

ANNO 2002 0-4 anni 12.2 54.6 25.0 7.0 2527

5-9 anni 10.0 53.5 28.3 7.1 2702

10 -14 anni 9.4 49.9 32.1 7.8 2868

15-19 anni 6.8 50.2 33.1 9.2 2972

20-24 anni 7.1 50.1 33.6 8.2 2879

25-29 anni 6.4 49.7 33.8 8.4 2450

Totale 1409 8410 5097 1305 16399

8.6 51.3 31.1 8.0 98.9

ANNO 2003 0-4 anni 9.7 47.0 31.7 10.8 2514

5-9 anni 9.1 46.3 30.9 13.0 2671

10 -14 anni 7.8 44.0 34.2 12.9 2927

15-19 anni 6.1 40.9 37.5 15.0 3043

20-24 anni 5.8 43.9 35.0 14.6 2821

25-29 anni 5.8 40.7 38.0 14.6 2330

Totale 1197 7135 5637 2204 16306

7.3 43.8 34.6 13.5 99.2

178

Situazione economica rispetto all'anno precedente

Classe d'età Migliorata Rimasta

uguale Peggiorata Molto

peggiorata Totale*

ANNO 2005 0-4 anni 11.5 48.2 28.2 10.6 2579

5-9 anni 9.2 46.3 31.7 11.5 2648

10 -14 anni 6.8 45.8 34.7 11.4 2845

15-19 anni 6.3 42.5 35.3 14.7 2856

20-24 anni 5.6 44.6 36.4 12.1 2732

25-29 anni 6.8 43.8 36.6 11.4 2230

Totale 1216 7177 5371 1908 15890

7.7 45.2 33.8 12.0 98.6

ANNO 2006 0-4 anni 8.8 50.0 32.7 8.0 2711

5-9 anni 8.5 53.0 28.9 9.2 2746

10 -14 anni 7.3 51.6 31.4 9.0 2831

15-19 anni 6.1 48.8 33.1 11.4 2934

20-24 anni 6.0 48.1 34.4 11.1 2698

25-29 anni 5.5 47.9 35.9 10.1 2126

Totale 1134 8020 5230 1568 16045

7.1 50.0 32.6 9.8 99.4

ANNO 2007 0-4 anni 9.8 50.5 29.7 9.3 2607

5-9 anni 8.8 53.5 28.5 8.5 2670

10 -14 anni 6.4 50.6 32.1 10.5 2807

15-19 anni 6.5 49.5 32.6 10.6 2922

20-24 anni 6.3 49.2 34.5 9.2 2605

25-29 anni 5.7 51.2 32.4 9.9 2046

Totale 1141 7938 4952 1511 15656

7.3 50.7 31.6 9.7 99.3

ANNO 2008 0-4 anni 7.8 39.6 35.8 16.0 2641

5-9 anni 7.3 37.6 36.7 17.5 2681

10 -14 anni 4.3 37.4 38.3 18.9 2814

15-19 anni 4.2 38.2 37.6 18.7 2959

20-24 anni 4.2 35.2 39.6 19.7 2565

25-29 anni 3.7 37.6 39.4 18.4 2007

Totale 827 5892 5926 2848 15667

5.3 37.6 37.8 18.2 98.9

ANNO 2009 0-4 anni 8.2 42.7 34.5 13.6 2659

5-9 anni 6.8 45.5 33.1 13.7 2810

10 -14 anni 4.4 44.8 35.9 14.3 2715

15-19 anni 3.9 41.9 38.8 14.4 2955

20-24 anni 3.8 39.8 39.8 16.1 2588

25-29 anni 3.5 41.6 40.0 14.3 2047

Totale 815 6748 5818 2273 15774

5.2 42.8 36.9 14.4 99.3

Fonte: elaborazioni su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana - Anni dal 1993 al 2009

Il totale della percentuali per riga può non fare 100 per la presenza di valori mancanti non riportati nella

tabella

La modalità “Molto migliorata” è stata accorpata alla modalità “Un po’ migliorata” visto il numero molto

limitato di risposte

179

Tavola A.10 - Indicatore “Risorse economiche” - Percentuale di giovani che vivono con la famiglia di origine per percezione della disponibilità delle risorse economiche della famiglia (dati assoluti in migliaia)

Risorse economiche

Classe d'età Adeguate o

ottime Scarse Insufficienti Totale *

ANNO 1993 0-4 anni 63.3 30.5 5.0 2755

5-9 anni 58.9 34.7 5.4 2880

10 -14 anni 58.4 35.0 5.7 3102

15-19 anni 56.3 37.4 5.3 3888

20-24 anni 56.9 37.1 5.1 3671

25-29 anni 60.8 35.0 3.6 2029

10766 6451 936 18325 Totale (Valori assoluti)

58.8 35.2 5.1 99.1

ANNO 1994 0-4 anni 66.0 29.0 4.3 2792

5-9 anni 64.4 30.9 3.9 2911

10 -14 anni 61.8 32.9 4.5 3001

15-19 anni 61.3 32.6 5.4 3743

20-24 anni 61.0 33.3 4.8 3914

25-29 anni 63.3 31.7 4.2 2213

11649 5922 850 18572 Totale (Valori assoluti)

62.7 31.9 4.6 99.2

ANNO 1995 0-4 anni 65.7 28.7 4.5 2691

5-9 anni 61.5 32.5 5.1 2804

10 -14 anni 61.8 32.7 4.9 2983

15-19 anni 58.4 34.9 5.9 3574

20-24 anni 61.0 33.4 4.9 3700

25-29 anni 63.1 32.2 3.8 2256

11105 5867 890 18009 Totale (Valori assoluti)

61.7 32.6 4.9 99.2

ANNO 1996 0-4 anni 64.3 29.5 5.0 2696

5-9 anni 62.8 31.5 5.1 2842

10 -14 anni 60.9 32.2 6.1 2882

15-19 anni 57.4 35.7 6.1 3449

20-24 anni 60.6 32.9 5.9 3642

25-29 anni 62.9 32.1 4.5 2413

10977 5819 991 17925 Totale (Valori assoluti)

61.2 32.5 5.5 99.2

ANNO 1997 0-4 anni 66.9 27.9 4.7 2691

5-9 anni 67.2 27.6 4.5 2806

10 -14 anni 62.3 33.1 4.3 2916

15-19 anni 61.6 33.0 5.0 3222

20-24 anni 62.4 32.6 4.5 3520

25-29 anni 65.1 31.1 3.6 2390

11239 5440 781 17545 Totale (Valori assoluti)

64.1 31.0 4.5 99.6

180

Risorse economiche

Classe d'età Adeguate o

ottime Scarse Insufficienti Totale *

ANNO 1998 0-4 anni 69.1 26.7 3.5 2641

5-9 anni 66.0 29.5 3.8 2814

10 -14 anni 63.0 31.8 4.9 2847

15-19 anni 59.9 33.5 6.0 3179

20-24 anni 63.3 31.4 4.4 3398

25-29 anni 65.0 30.6 3.6 2454

11120 5318 768 17332 Totale (Valori assoluti)

64.2 30.7 4.4 99.3*

ANNO 1999 0-4 anni 66.2 29.1 4.0 2609

5-9 anni 66.6 28.4 4.5 2787

10 -14 anni 61.4 34.0 4.0 2847

15-19 anni 62.6 32.8 3.4 3081

20-24 anni 62.6 33.0 3.8 3247

25-29 anni 63.2 32.6 3.4 2579

10923 5440 660 17149 Totale (Valori assoluti)

63.7 31.7 3.9 99.3*

ANNO 2000 0-4 anni 70.1 25.4 3.1 2606

5-9 anni 69.5 25.7 3.3 2801

10 -14 anni 67.4 27.5 3.6 2888

15-19 anni 63.8 30.9 3.6 3108

20-24 anni 66.3 28.9 3.6 3109

25-29 anni 69.0 26.5 3.2 2527

11507 4702 577 17039 Totale (Valori assoluti)

67.5 27.6 3.4 98.5*

ANNO 2001 0-4 anni 75.5 22.1 1.5 2621

5-9 anni 74.9 21.9 1.9 2656

10 -14 anni 72.6 23.6 2.4 2877

15-19 anni 70.8 25.3 2.8 3005

20-24 anni 70.9 25.2 2.6 2911

25-29 anni 74.0 23.6 1.5 2465

12070 3913 357 16534 Totale (Valori assoluti)

73.0 23.7 2.2 98.8*

ANNO 2002 0-4 anni 68.0 27.0 3.9 2527

5-9 anni 63.9 31.0 4.0 2702

10 -14 anni 63.0 31.7 4.5 2868

15-19 anni 60.3 33.5 5.4 2972

20-24 anni 62.6 32.2 4.3 2879

25-29 anni 63.6 30.0 4.7 2450

10400 5085 730 16399 Totale (Valori assoluti)

63.4 31.0 4.5 98.9*

ANNO 2003 0-4 anni 63.3 31.0 4.6 2514

5-9 anni 60.7 31.8 6.5 2671

10 -14 anni 58.8 33.8 6.1 2927

15-19 anni 55.2 37.3 6.8 3043

20-24 anni 57.6 35.0 6.2 2821

25-29 anni 58.6 34.2 6.0 2330

9602 5537 985 16306 Totale (Valori assoluti)

58.9 34.0 6.0 98.9*

181

Risorse economiche

Classe d'età Adeguate o

ottime Scarse Insufficienti Totale*

ANNO 2005 0-4 anni 59.0 32.7 6.5 2579

5-9 anni 58.8 32.8 6.6 2648

10 -14 anni 55.2 37.8 5.6 2845

15-19 anni 51.9 40.0 6.7 2856

20-24 anni 57.6 34.9 5.8 2732

25-29 anni 58.7 33.2 6.3 2230

9014 5627 989 15890 Totale (Valori assoluti)

56.7 35.4 6.2 98.4

ANNO 2006 0-4 anni 58.7 35.1 5.6 2711

5-9 anni 58.9 33.6 6.8 2746

10 -14 anni 58.5 33.8 6.9 2831

15-19 anni 56.5 35.6 7.1 2934

20-24 anni 56.3 36.0 6.8 2698

25-29 anni 55.7 37.7 5.7 2126

9220 5646 1048 16045 Totale (Valori assoluti)

57.5 35.2 6.5 99.2

ANNO 2007 0-4 anni 56.9 35.4 6.7 2607

5-9 anni 61.6 32.3 5.2 2670

10 -14 anni 56.0 36.5 6.8 2807

15-19 anni 54.7 37.3 6.9 2922

20-24 anni 57.1 35.8 6.3 2605

25-29 anni 61.1 32.2 5.2 2046

9032 5489 975 15656 Totale (Valori assoluti)

57.7 35.1 6.2 99.3

ANNO 2008 0-4 anni 50.3 39.7 9.1 2641

5-9 anni 50.3 39.0 9.4 2681

10 -14 anni 48.5 39.9 10.3 2814

15-19 anni 46.1 42.3 10.0 2959

20-24 anni 46.1 41.3 11.0 2565

25-29 anni 48.8 39.9 10.0 2007

7566 6330 1563 15667 Totale (Valori assoluti)

48.3 40.4 10.0 98.7

ANNO 2009 0-4 anni 55.4 36.6 7.4 2659

5-9 anni 57.0 35.4 7.0 2810

10 -14 anni 53.0 38.0 8.3 2715

15-19 anni 50.7 38.8 9.4 2955

20-24 anni 49.7 39.8 9.7 2588

25-29 anni 52.6 39.3 7.4 2047

8372 5982 1298 15774 Totale (Valori assoluti)

53.1 37.9 8.2 99.2

Fonte: elaborazioni su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana - Anni 1993, 2009

Il totale della percentuali per riga può non fare 100 per la presenza di valori mancanti non riportati nella

tabella

La modalità “Ottime” è stata accorpata alla modalità “Adeguate” visto il numero molto limitato di risposte

182

Tavola A.11 - Indicatore “Vacanza” - Percentuale di giovani che vivono con la famiglia di origine per compimento di almeno una vacanza (dati assoluti in migliaia)

Almeno una vacanza

Classi d'età % Una sola Più di una

vacanza Nessuna vacanza

Tutta la famiglia è andata in vacanza

Tutti i figli sono

andati in vacanza Totale

ANNO 1993 0-4 anni 46.3 36.4 9.9 53.7 42.9 45.5 2755

5-9 anni 52.0 38.7 13.3 48.0 46.1 49.8 2880

10-14 anni 51.2 38.7 12.5 48.8 41.9 47.6 3102

15-19 anni 50.1 37.7 12.4 49.9 34.7 43.1 3888

20-24 anni 53.6 41.0 12.6 46.4 29.1 44.5 3671

25-29 anni 55.0 40.6 14.5 45.0 25.5 45.7 2029

Totale 9394 7110 2284 8932 6747 8400 18325

51.3 38.8 12.5 48.7 36.8 45.8 100.0

ANNO 1994 0-4 anni 49.4 37.9 11.6 50.6 45.5 48.3 2792

5-9 anni 54.8 40.6 14.2 45.2 48.3 52.7 2911

10-14 anni 52.3 39.8 12.5 47.7 41.7 47.8 3001

15-19 anni 51.8 38.5 13.3 48.2 35.1 44.4 3743

20-24 anni 54.8 41.5 13.3 45.2 30.3 44.7 3914

25-29 anni 57.8 44.2 13.7 42.2 28.6 47.9 2213

Totale 9903 7472 2431 8669 7061 8785 18572

53.3 40.2 13.1 46.7 38.0 47.3 100.0

ANNO 1995 0-4 anni 50.1 37.2 12.9 49.9 46.7 49.5 2691

5-9 anni 53.7 38.6 15.0 46.3 46.7 51.3 2804

10-14 anni 55.0 39.9 15.1 45.0 43.7 50.2 2983

15-19 anni 53.2 38.8 14.3 46.9 36.4 46.6 3574

20-24 anni 55.1 43.0 12.1 44.9 31.2 45.2 3700

25-29 anni 58.4 42.5 15.9 41.6 30.3 48.9 2256

Totale 9749 7212 2538 8259 7002 8709 18009

54.1 40.1 14.1 45.9 38.9 48.4 100.0

ANNO 1997 0-4 anni 50.4 36.8 13.6 49.6 46.4 49.1 2691

5-9 anni 56.7 42.4 14.3 43.3 49.8 54.0 2806

10-14 anni 56.8 39.9 16.9 43.2 44.1 51.6 2916

15-19 anni 53.3 38.3 15.0 46.7 35.4 45.8 3222

20-24 anni 53.8 40.2 13.6 46.2 30.5 44.3 3520

25-29 anni 58.3 43.5 14.9 41.7 29.5 48.9 2390

Totale 9611 7032 2579 7933 6852 8539 17545

54.8 40.1 14.7 45.2 39.1 48.7 100.0

ANNO 1998 0-4 anni 52.2 39.4 12.8 47.8 47.0 50.9 2641

5-9 anni 54.3 38.3 16.0 45.7 48.8 52.3 2814

10-14 anni 52.8 37.1 15.7 47.2 43.0 48.2 2847

15-19 anni 50.5 35.6 14.9 49.5 34.0 42.4 3179

20-24 anni 51.5 38.8 12.8 48.5 28.9 41.9 3398

25-29 anni 54.5 40.2 14.3 45.5 27.4 44.7 2454

Totale 9105 6611 2494 8227 6576 8057 17332

52.5 38.1 14.4 47.5 37.9 46.5 100.0

183

Almeno una vacanza

Classi d'età % Una sola Più di una

vacanza Nessuna vacanza

Tutta la famiglia è andata in vacanza

Tutti i figli sono

andati in vacanza Totale

ANNO 1999 0-4 anni 47.8 34.9 12.9 52.2 43.4 46.2 2609

5-9 anni 52.7 35.8 16.8 47.4 47.4 50.5 2787

10-14 anni 50.6 35.7 14.9 49.4 40.3 45.9 2847

15-19 anni 48.8 35.1 13.7 51.2 32.5 40.8 3081

20-24 anni 51.4 39.1 12.3 48.6 27.7 40.8 3247

25-29 anni 53.4 40.2 13.2 46.6 26.4 44.1 2579

Totale 8702 6312 2391 8447 6184 7640 17149

50.7 36.8 13.9 49.3 36.1 44.6 100.0

ANNO 2000 0-4 anni 50.2 35.8 14.4 49.8 45.4 48.4 2606

5-9 anni 56.5 39.2 17.3 43.5 50.9 54.8 2801

10-14 anni 55.9 39.2 16.8 44.1 46.2 51.6 2888

15-19 anni 54.2 38.3 16.0 45.8 38.0 46.3 3108

20-24 anni 54.4 39.5 14.9 45.6 28.1 43.1 3109

25-29 anni 56.8 42.7 14.1 43.2 29.0 47.4 2527

Totale 9317 6659 2658 7722 6729 8263 17039

54.7 39.1 15.6 45.3 39.5 48.5 100.0

ANNO 2001 0-4 anni 51.8 34.7 17.1 48.2 48.0 49.7 2621

5-9 anni 58.1 37.8 20.3 41.9 52.1 55.2 2656

10-14 anni 58.2 39.4 18.8 41.8 48.5 54.4 2877

15-19 anni 57.5 38.2 19.3 42.5 40.0 49.8 3005

20-24 anni 60.2 40.0 20.2 39.8 34.7 50.9 2911

25-29 anni 61.5 40.1 21.4 38.5 32.7 52.4 2465

Totale 9573 6350 3223 6961 7054 8599 16534

57.9 38.4 19.5 42.1 42.7 52.0 100.0

ANNO 2002 0-4 anni 53.5 39.3 14.2 46.5 50.1 51.9 2527

5-9 anni 60.0 42.5 17.5 40.1 54.0 57.7 2702

10-14 anni 59.7 41.2 18.4 40.4 48.6 54.8 2868

15-19 anni 57.9 39.6 18.3 42.2 40.8 50.0 2972

20-24 anni 57.9 42.4 15.5 42.1 33.7 48.9 2879

25-29 anni 61.4 42.5 18.9 38.7 32.2 51.7 2450

Totale 9573 6762 2811 6826 7092 8604 16399

58.4 41.2 17.1 41.6 43.3 52.5 100.0

ANNO 2003 0-4 anni 56.3 39.7 16.6 43.7 51.9 54.6 2514

5-9 anni 60.2 40.6 19.6 39.8 53.8 57.9 2671

10-14 anni 60.2 40.1 20.1 39.8 49.0 56.0 2927

15-19 anni 57.9 39.6 18.3 42.1 40.5 49.8 3043

20-24 anni 59.6 41.1 18.4 40.4 33.0 48.8 2821

25-29 anni 65.0 44.8 20.2 35.0 34.3 55.6 2330

Totale 9743 3076 7140 16306

59.8 18.9 43.8 100.0

184

Almeno una vacanza

Classi d'età % Una sola Più di una

vacanza Nessuna vacanza

Tutta la famiglia è andata in vacanza

Tutti i figli sono

andati in vacanza Totale

ANNO 2005 0-4 anni 52.1 34.5 17.6 47.9 46.6 49.1 2579

5-9 anni 61.5 39.3 22.2 38.5 55.6 59.2 2648

10-14 anni 58.9 39.5 19.4 41.1 48.1 54.1 2845

15-19 anni 58.3 37.6 20.7 41.8 40.7 51.2 2856

20-24 anni 60.8 39.6 21.2 39.2 35.0 51.0 2732

25-29 anni 65.5 43.7 21.8 34.5 35.0 56.6 2230

Totale 9431 6181 3250 6459 6946 8490 15890

59.4 38.9 20.5 40.7 43.7 53.4 100.0

ANNO 2006 0-4 anni 56.6 41.1 15.5 43.4 49.0 53.7 2711

5-9 anni 61.6 38.6 22.9 38.4 55.5 59.5 2746

10-14 anni 60.6 38.8 21.8 39.4 51.1 57.0 2831

15-19 anni 61.4 40.5 20.9 38.6 42.2 53.1 2934

20-24 anni 61.3 40.4 20.9 38.7 36.0 52.9 2698

25-29 anni 63.9 42.9 21.0 36.1 30.6 54.0 2126

Totale 9754 6465 3289 6291 7152 8837 16045

60.8 40.3 20.5 39.2 44.6 55.1 100.0

ANNO 2007 0-4 anni 56.7 38.2 18.5 43.4 51.4 54.5 2607

5-9 anni 64.7 42.7 22.0 35.3 57.6 62.4 2670

10-14 anni 62.6 40.0 22.6 37.4 52.8 58.5 2807

15-19 anni 58.0 36.8 21.2 42.0 42.2 52.2 2922

20-24 anni 63.6 41.0 22.6 36.4 35.1 52.6 2605

25-29 anni 65.6 41.5 24.0 34.5 35.5 57.0 2046

Totale 9654 6252 3402 6002 7233 8789 15656

61.7 39.9 21.7 38.3 46.2 56.1 99.3

ANNO 2008 0-4 anni 54.2 37.4 16.8 45.9 49.8 52.2 2641

5-9 anni 63.2 40.6 22.7 36.8 57.4 60.7 2681

10-14 anni 61.6 38.5 23.1 38.4 52.7 57.6 2814

15-19 anni 58.1 36.7 21.3 41.9 42.2 51.6 2959

20-24 anni 57.0 36.9 20.0 43.0 33.2 47.5 2565

25-29 anni 61.3 41.0 20.3 38.7 31.6 51.6 2007

Totale 9268 6014 3255 6399 7071 8406 15667

59.2 38.4 20.8 40.8 45.1 53.7 100.0

ANNO 2009 0-4 anni 50.8 35.6 15.2 49.2 47.7 49.2 2659

5-9 anni 58.5 36.2 22.3 41.6 53.6 56.1 2810

10-14 anni 59.1 36.9 22.3 40.9 50.0 55.3 2715

15-19 anni 55.8 35.4 20.4 44.2 39.9 48.3 2955

20-24 anni 54.5 36.7 17.9 45.5 32.0 45.6 2588

25-29 anni 57.9 38.3 19.6 42.1 29.1 47.8 2047

Totale 8845 5745 3100 6929 6734 7969 15774

56.1 36.4 19.7 43.9 42.7 50.5 100.0

Fonte: elaborazioni su dati Istat - Indagine Aspetti della vita quotidiana - Anni dal 1993 al 2009

185

Tavola A.12 - Indicatore “Motivi della non vacanza” – Percentuale di giovani che vivono con la famiglia di origine e che non hanno fatto almeno una vacanza per motivi della non vacanza (dati assoluti in migliaia)

Nessuna vacanza Motivi della non vacanza (% sul totale di chi non v a in vacanza)*

Classe d'età Persone % sul totale Economico

Lavoro o studio

Mancanza di abitudine

Residenza in luogo di

vacanza Familiare Età** Altro

motivo ANNO 1993

0-4 anni 1479 53.7 28.6 1.4 3.9 4.2 43.2 15.7

5-9 anni 1383 48.0 40.5 3.2 6.1 5.8 45.1 7.6

10-14 anni 1513 48.8 45.8 4.7 8.1 5.3 40.3 8.0

15-19 anni 1940 49.9 45.8 12.9 8.1 5.6 29.3 10.9

20-24 anni 1704 46.4 46.5 16.9 9.8 5.1 19.0 14.6

25-29 anni 913 45.0 44.8 15.4 10.1 9.4 18.4 18.3

Totale 8932 49 3765 815 680 463 2931 1083

42.2 9.1 7.6 5.2 32.8 12.1

ANNO 1994 0-4 anni 1412 50.6 28.1 1.4 3.4 3.3 43.3 18.0

5-9 anni 1317 45.2 38.9 2.7 5.6 6.3 42.9 10.9

10-14 anni 1432 47.7 41.5 6.9 6.7 6.7 38.2 9.6

15-19 anni 1805 48.2 40.1 15.3 7.2 7.2 29.0 12.7

20-24 anni 1770 45.2 41.9 18.9 6.7 7.2 18.8 18.4

25-29 anni 933 42.2 42.3 22.1 9.0 6.3 15.9 14.6

Totale 8669 8669 3364 972 549 542 2728 1226

46.7 38.8 11.2 6.3 6.3 31.5 14.1

ANNO 1995 0-4 anni 1343 49.9 31.1 1.2 3.8 2.8 42.4 18.4

5-9 anni 1299 46.3 39.1 2.9 5.4 4.8 45.0 8.7

10-14 anni 1341 45.0 47.4 5.8 6.6 5.1 36.9 8.5

15-19 anni 1675 46.9 45.0 11.1 6.9 4.9 31.3 11.0

20-24 anni 1663 44.9 44.1 18.3 9.2 5.1 20.9 15.0

25-29 anni 938 41.6 44.0 19.2 10.3 4.1 19.0 14.6

Totale 8259 8259 3460 801 576 373 2698 1044

45.9 41.9 9.7 7.0 4.5 32.7 12.6

ANNO 1997 0-4 anni 1334 49.6 30.9 0.8 3.4 2.9 45.1 19.9 3.0

5-9 anni 1215 43.3 41.0 4.2 4.7 5.9 44.1 9.9 0.7

10-14 anni 1258 43.2 44.3 7.8 7.6 7.1 39.9 8.7 0.7

15-19 anni 1505 46.7 50.5 16.1 7.4 7.4 29.7 4.7 3.1

20-24 anni 1626 46.2 51.2 24.7 8.9 6.6 19.1 0.1 6.2

25-29 anni 996 41.7 49.9 28.6 11.3 5.3 16.8 0.1 4.2

Totale 7933 7933 3556 1088 566 472 2564 570 246

45.2 44.8 13.7 7.1 6.0 32.3 7.2 3.1

ANNO 1998 0-4 anni 1262 47.8 28.7 1.7 2.4 2.9 40.8 28.6 3.8

5-9 anni 1285 45.7 40.7 5.8 6.2 4.1 43.4 15.2 1.3

10-14 anni 1343 47.2 45.0 9.6 7.8 6.0 40.9 11.6 2.0

15-19 anni 1574 49.5 51.9 17.8 10.4 5.4 33.5 5.9 3.3

20-24 anni 1647 48.5 53.1 26.2 9.3 6.9 20.4 0.9 7.0

25-29 anni 1115 45.5 49.7 31.2 9.2 5.8 21.2 0.0 3.1

Totale 8227 8227 3736 1283 634 433 2722 820 293

47.5 45.4 15.6 7.7 5.3 33.1 10.0 3.6

186

Nessuna vacanza Motivi della non vacanza (% sul totale di chi non v a in vacanza)*

Classe d'età Persone % sul totale Economico

Lavoro o studio

Mancanza di abitudine

Residenza in luogo di

vacanza Familiare Età** Altro

motivo

ANNO 1999 0-4 anni 1362 52.2 30.1 2.1 2.9 3.1 38.6 20.2 3.1

5-9 anni 1320 47.4 42.4 4.8 4.9 4.0 40.5 11.9 1.4

10-14 anni 1407 49.4 47.2 9.3 6.7 5.7 36.4 9.8 1.1

15-19 anni 1579 51.2 46.7 17.7 9.5 5.7 28.6 5.8 2.7

20-24 anni 1578 48.6 51.6 26.0 8.4 4.5 18.1 0.3 5.2

25-29 anni 1201 46.6 51.1 29.8 8.1 5.3 12.9 0.0 3.4

Totale 8447 8447 3799 1269 579 398 2464 666 241

49.3 45.0 15.0 6.9 4.7 29.2 7.9 2.9

ANNO 2000 0-4 anni 1297 49.8 26.2 1.9 3.0 3.7 38.4 25.3 4.5

5-9 anni 1219 43.5 38.1 4.8 6.2 4.4 44.0 12.8 1.7

10-14 anni 1273 44.1 41.7 8.1 6.8 5.5 37.8 11.6 1.3

15-19 anni 1424 45.8 47.5 16.2 9.9 6.0 24.6 5.8 3.9

20-24 anni 1418 45.6 47.2 30.5 9.4 5.3 16.2 0.3 4.7

25-29 anni 1092 43.2 45.2 33.4 9.7 6.3 15.4 0.0 3.8

Totale 7722 7722 3174 1214 581 400 2262 718 259

45.3 41.1 15.7 7.5 5.2 29.3 9.3 3.4

ANNO 2001 0-4 anni 1262 48.2 25.5 2.8 5.0 2.0 34.0 22.5 6.3

5-9 anni 1112 41.9 32.2 4.6 9.1 4.2 42.9 12.5 1.6

10-14 anni 1203 41.8 35.6 9.7 8.4 3.9 40.8 10.2 2.3

15-19 anni 1277 42.5 42.2 15.3 12.6 3.7 28.1 5.1 3.9

20-24 anni 1158 39.8 41.8 28.2 11.0 4.3 17.9 0.4 4.8

25-29 anni 949 38.5 43.8 28.7 11.2 4.0 19.0 0.0 4.4

Totale 6961 6961 2547 996 660 254 2143 615 272

42.1 36.6 14.3 9.5 3.7 30.8 8.8 3.9

ANNO 2002 0-4 anni 1175 46.5 28.4 1.4 2.2 3.4 38.8 19.5 13.6

5-9 anni 1082 40.1 40.7 3.4 6.6 4.7 38.5 10.1 9.3

10-14 anni 1157 40.4 41.4 5.8 7.4 4.7 38.9 6.8 11.5

15-19 anni 1253 42.2 44.2 14.2 6.9 4.9 29.3 6.3 12.3

20-24 anni 1212 42.1 46.0 24.7 9.9 4.1 18.6 0.5 15.0

25-29 anni 947 38.7 41.9 26.7 8.5 5.2 15.8 0.0 15.4

Totale 6826 6826 2760 849 469 306 2063 501 874

41.6 40.4 12.4 6.9 4.5 30.2 7.3 12.8

ANNO 2003 0-4 anni 1100 43.7 29.4 1.3 2.9 2.7 39.5 21.1 11.4

5-9 anni 1063 39.8 41.3 4.6 5.5 4.7 39.0 10.4 8.2

10-14 anni 1164 39.8 36.9 7.0 7.0 6.4 38.8 9.8 8.1

15-19 anni 1282 42.1 43.9 15.1 6.9 5.7 29.8 3.9 11.7

20-24 anni 1140 40.4 46.1 26.3 6.4 5.8 16.4 0.5 13.2

25-29 anni 814 35.0 46.0 28.0 9.5 4.8 14.8 0.0 13.8

Totale 6563 6563 2655 866 410 331 1989 513 719

40.3 40.5 13.2 6.3 5.0 30.3 7.8 11.0

187

Nessuna vacanza Motivi della non vacanza (% sul totale di chi non v a in vacanza)*

Classe d'età Persone % sul totale Economico

Lavoro o studio

Mancanza di abitudine

Residenza in luogo di

vacanza Familiare Età** Altro

motivo

ANNO 2005 0-4 anni 1236 47.9 34.6 2.7 4.0 3.0 37.0 27.2 7.1

5-9 anni 1020 38.5 47.0 5.9 4.4 4.2 40.0 14.0 2.9

10-14 anni 1169 41.1 46.1 10.0 9.8 5.0 35.0 11.5 3.8

15-19 anni 1192 41.8 49.8 18.0 10.1 5.3 28.4 6.4 5.1

20-24 anni 1071 39.2 53.3 30.1 8.3 5.9 16.0 0.5 6.5

25-29 anni 770 34.5 49.5 33.1 9.2 5.2 17.8 0.0 5.7

Totale 6459 6459 2991 1002 489 304 1921 695 336

40.7 46.3 15.5 7.6 4.7 29.8 10.8 5.2

ANNO 2006 0-4 anni 1175 43.4 38.4 1.5 3.1 1.3 34.3 28.8 4.6

5-9 anni 1055 38.4 52.7 6.5 6.5 2.8 35.9 13.1 2.9

10-14 anni 1116 39.4 52.3 7.8 5.6 3.3 35.3 9.2 3.7

15-19 anni 1132 38.6 53.4 16.9 10.9 3.7 28.5 4.5 3.3

20-24 anni 1044 38.7 53.7 29.9 6.0 3.2 20.0 0.3 4.0

25-29 anni 768 36.1 47.7 34.0 9.2 4.1 16.8 0.1 5.7

Totale 6291 6291 3122 937 425 188 1835 635 248

39.2 49.6 14.9 6.8 3.0 29.2 10.1 4.0

ANNO 2007 0-4 anni 1130 43.4 39.2 1.1 2.9 2.3 34.2 28.5 2.8

5-9 anni 942 35.3 50.7 8.3 6.0 4.1 37.6 13.7 2.0

10-14 anni 1051 37.4 54.3 11.7 8.1 4.0 32.6 10.3 2.3

15-19 anni 1226 42.0 57.2 18.5 8.9 6.8 25.0 8.5 3.3

20-24 anni 949 36.4 54.4 31.7 7.7 5.5 17.2 - 4.7

25-29 anni 705 34.5 53.3 30.6 10.5 6.7 18.0 0.2 3.6

Totale 6002 6002 3083 956 431 291 1679 664 185

38.3 51.4 15.9 7.2 4.8 28.0 11.1 3.1

ANNO 2008 0-4 anni 1211 45.9 42.7 2.2 2.1 1.9 30.3 26.3 3.4

5-9 anni 986 36.8 55.0 6.9 3.5 3.2 33.8 14.1 2.9

10-14 anni 1080 38.4 54.9 8.7 4.1 2.6 34.4 10.3 2.5

15-19 anni 1241 41.9 59.2 14.5 5.4 4.3 27.5 7.0 3.8

20-24 anni 1104 43.0 61.9 26.1 7.6 3.1 14.3 0.4 4.5

25-29 anni 778 38.7 56.7 26.9 8.7 4.2 11.1 0.1 6.5

Totale 6399 6399 3509 866 322 203 1655 661 244

40.8 54.8 13.5 5.0 3.2 25.9 10.3 3.8

ANNO 2009 0-4 anni 1308 49.2 36.8 2.3 1.6 2.3 34.9 27.8 5.5

5-9 anni 1168 41.6 49.5 6.7 2.9 4.0 39.8 12.5 4.6

10-14 anni 1110 40.9 53.6 11.6 5.6 2.8 35.1 9.6 3.8

15-19 anni 1306 44.2 58.0 17.5 5.4 4.1 28.9 5.2 3.5

20-24 anni 1177 45.5 58.8 27.6 6.1 4.4 18.3 0.2 4.1

25-29 anni 861 42.1 56.5 28.1 8.8 8.5 12.7 0.0 7.1

Totale 6929 6929 3589 1033 334 233 2012 687 323

43.9 51.8 14.9 4.8 3.4 29.0 9.9 4.7

*La somma delle percentuali di riga può dare più di 100% poiché i rispondenti potevano fornire più risposte ** modalità non presente nel 1993, 1994, 1995

188

189

Appendice B

Analisi delle corrispondenze multiple

190

Analisi delle corrispondenze multiple Anno 1993 Collettivo di bambini e ragazzi da 0 a 19 anni che hanno fatto almeno un viaggio

Tavola B.1 - Varianza spiegata dai primi 3 assi - ACM, anno 1993

Tavola B.2 - Indicatori (variabili attive) maggiormente correlati con il primo fattore - ACM, anno 1993 INDICATORE Modalità coordinata

SEMIASSE NEGATIVO

VACANZE ALL'ESTERO no -0.37

LUOGO DI VACANZA solo in Italia -0.37

VACANZE IN ITALIA 1-7 giorni -0.27

VACANZE IN ITALIA 8-14 giorni -0.22

VACANZE IN ITALIA oltre 15 giorni -0.21

SEMIASSE POSITIVO

LUOGO DI VACANZA solo all'estero 3.45

VACANZE IN ITALIA nessuna vacanza 3.45

VACANZE ALL'ESTERO oltre 15 giorni 2.64

VACANZE ALL'ESTERO 8-14 giorni 2.09

VACANZE ALL'ESTERO 1-7 giorni 1.86

LUOGO DI VACANZA Italia e estero 1.40

PERIODI DI VACANZA più di due periodi 0.45

PERIODI DI VACANZA Due periodi 0.29

VACANZE PER TUTTI I FIGLI no 0.21

Fattore Autovalore Varianza spiegata

Varianza spiegata cumulata

1 0.3817 19.09 19.09

2 0.3258 16.29 35.37

3 0.2719 13.60 48.97

191

Tavola B.3 - Indicatori (variabili illustrative) ma ggiormente correlati con il primo fattore - ACM, anno 1993 INDICATORE Modalità

SEMIASSE NEGATIVO

PRESENZA DI FIGLI<=10 ANNI si

REGIONE Campania

RIPARTIZIONE GEOGRAFICA Sud

CONDIZIONE PROFESSIONALE DEI GENITORI operaio

LIVELLO D'ISTRUZIONE DEI GENITORI Licenza media

RISORSE ECONOMICHE scarse

CLASSE D'ETA' 5-9 anni

FAMIGLIE DIVERSE genitori coniugati

CLASSE D'ETA' 0-4 anni

PRESENZA DI FRATELLI 2 o più fratelli

TIPOLOGIA FAMILIARE Con entrambi i genitori

PRESENZA DI DISAGI due disagi

SITUAZIONE ECONOMICA peggiorata

CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI GENITORI Padre occupato, madre casalinga

SITUAZIONE ECONOMICA molto peggiorata

PRESENZA DI DISAGI tre o più disagi

LIVELLO D'ISTRUZIONE DEI GENITORI licenza elementare

SEMIASSE POSITIVO

PRESENZA DI FIGLI<=10 ANNI no

CONDIZIONE PROFESSIONALE DEI GENITORI dirigente/imprenditore/libero professionista

LIVELLO D'ISTRUZIONE DEI GENITORI Laurea

CLASSE D'ETA' 15-19 anni

RISORSE ECONOMICHE Adeguate/ottime

RIPARTIZIONE GEOGRAFICA Nord-Est

FAMIGLIE DIVERSE in famiglie ricostituite o unioni libere

PRESENZA DI DISAGI nessun disagio

FAMIGLIE DIVERSE monogenitore

CONDIZIONE PROFESSIONALE DEI GENITORI in altra condizione ma non occupato

CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI GENITORI nessun genitore occupato

PRESENZA DI FRATELLI figlio unico

TIPOLOGIA FAMILIARE Con la madre

REGIONE Friuli-Venezia Giulia

RIPARTIZIONE GEOGRAFICA Nord-Ovest

REGIONE Marche

SITUAZIONE ECONOMICA uguale

192

Tavola B.4 - Indicatori (variabili attive) maggiormente correlati con il secondo fattore - ACM, anno 1993 INDICATORE Modalità coordinata

SEMIASSE NEGATIVO

PERIODI DI VACANZA più di due periodi -1.25

LUOGO DI VACANZA Italia e estero -1.15

PERIODI DI VACANZA Due periodi -0.80

VACANZE IN ITALIA oltre 15 giorni -0.59

GIORNI DI VACANZA oltre 15 giorni -0.54

VACANZE ALL'ESTERO 8-14 giorni -0.39

VACANZE ALL'ESTERO oltre 15 giorni -0.37

VACANZE CON TUTTA LA FAMIGLIA si -0.23

SEMIASSE POSITIVO

GIORNI DI VACANZA 1-7 giorni 1.76

VACANZE PER TUTTI I FIGLI no 1.61

VACANZE IN ITALIA 1-7 giorni 1.53

VACANZE CON TUTTA LA FAMIGLIA no 1.03

LUOGO DI VACANZA solo all'estero 0.88

VACANZE IN ITALIA nessuna vacanza 0.88

GIORNI DI VACANZA 8-14 giorni 0.72

VACANZE IN ITALIA 8-14 giorni 0.55

PERIODI DI VACANZA Un periodo 0.30

193

Tavola B.5 - Indicatori (variabili illustrative) ma ggiormente correlati con il secondo fattore - ACM, anno 1993 INDICATORE Modalità

SEMIASSE NEGATIVO

LIVELLO DI ISTRUZIONE DEI GENITORI Laurea

RIPARTIZIONE Nord-Ovest

REGIONE Lombardia

CONDIZIONE PROFESSIONALE DEI GENITORI impiegato/direttivo/quadro

LIVELLO DI ISTRUZIONE DEI GENITORI Diploma superiore

RISORSE ECONOMICHE Adeguate/ottime

CONDIZIONE PROFESSIONALE DEI GENITORI dirigente/imprenditore/libero professionista

CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI GENITORI tutti e 2 i genitori occupati

PRESENZA DI FRATELLI nessun fratello

REGIONE Lazio

PRESENZA DI FIGLI<=10 ANNI si

CLASSE D'ETA' 5-9 anni

REGIONE Piemonte

CLASSE D'ETA' 0-4 anni eta

SEMIASSE POSITIVO

LIVELLO DI ISTRUZIONE DEI GENITORI Licenza Elementare

RIPARTIZIONE Isole

LIVELLO DI ISTRUZIONE DEI GENITORI Licenza media

REGIONE Sicilia

CONDIZIONE PROFESSIONALE DEI GENITORI lavoratore in proprio

CONDIZIONE PROFESSIONALE DEI GENITORI operaio

CLASSE D'ETA' 15-19 anni

PRESENZA DI FRATELLI con 2 o più fratelli

CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI GENITORI padre occupato, madre casalinga

RISORSE ECONOMICHE scarse

RIPARTIZIONE Sud

REGIONE Sardegna

SITUAZIONE ECONOMICA molto peggiorata

REGIONE Marche

PRESENZA DI FIGLI<=10 ANNI no

CONDIZIONE PROFESSIONALE DEI GENITORI nessun genitore occupato

CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI GENITORI nessun genitore occupato

194

Analisi delle corrispondenze multiple Anno 2009 Collettivo di bambini e ragazzi da 0 a 19 anni che hanno fatto almeno un viaggio

Tavola B.6 - Varianza spiegata dai primi 3 assi - ACM, anno 2009

Tavola B.7 - Indicatori (variabili attive) maggiormente correlati con il primo fattore - ACM, anno 2009

INDICATORE Modalità coordinata

SEMIASSE NEGATIVO

VACANZE IN ITALIA nessuna vacanza -1.90

LUOGO DI VACANZA solo estero -1.90

VACANZE ALL'ESTERO oltre 15 giorni -1.86

VACANZE ALL'ESTERO 8-14 giorni -1.38

VACANZE ALL'ESTERO 1-7 giorni -1.04

LUOGO DI VACANZA Italia e estero -0.86

PERIODI DI VACANZA più di due periodi -0.50

SEMIASSE POSITIVO

VACANZE IN ITALIA 1-7 giorni 0.61

LUOGO DI VACANZA solo in Italia 0.60

VACANZE ALL'ESTERO nessuna vacanza 0.60

VACANZE IN ITALIA 8-14 giorni 0.49

GIORNI DI VACANZA 1-7 giorni 0.46

Fattore Autovalore Varianza spiegata

Varianza spiegata cumulata

1 0.3878 19.39 19.39

2 0.3494 17.47 36.86

3 0.2674 13.37 50.23

195

Tavola B.8 - Indicatori (variabili illustrative) ma ggiormente correlati con il primo fattore - ACM, anno 2009

INDICATORE Modalità

SEMIASSE NEGATIVO

TITOLO DI GODIMENTO DELL'ABITAZIONE casa non di proprietà

PRESENZA DI FRATELLI nessun fratello

RIPARTIZIONE GEOGRAFICA Nord-Ovest

CONDIZIONE PROFESSIONALE DEI GENITORI dirigente/imprenditore/libero professionista

LIVELLO D'ISTRUZIONE DEI GENITORI Laurea

CLASSE D'ETA' 15-19 anni eta

PRESENZA DI FIGLI<=10 ANNI no

PRESENZA DI DISAGI tre o più disagi

REGIONE Veneto

RIPARTIZIONE GEOGRAFICA Nord-Est

REGIONE Lombardia

FAMIGLIE DIVERSE monogenitore

CONDIZIONE PROFESSIONALE DEI GENITORI operaio

REGIONE Piemonte

CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI GENITORI almeno un reddito

TIPOLOGIA FAMILIARE Con la madre

REGIONE Trentino Alto Adige

SEMIASSE POSITIVO

REGIONE Campania

RIPARTIZIONE GEOGRAFICA Sud

TITOLO DI GODIMENTO DELL'ABITAZIONE casa proprietà

CONDIZIONE PROFESSIONALE DEI GENITORI impiegato

RIPARTIZIONE GEOGRAFICA Isole

REGIONE Sicilia

PRESENZA DI FRATELLI con un fratello

PRESENZA DI FIGLI<=10 ANNI si

LIVELLO D'ISTRUZIONE DEI GENITORI Licenza media

TIPOLOGIA FAMILIARE Con entrambi i genitori

FAMIGLIE DIVERSE coniugata

REGIONE Puglia

PRESENZA DI DISAGI nessun disagio

CLASSE D'ETA' 5-9 anni eta

196

Tavola B.9 - Indicatori (variabili attive) maggiormente correlati con il secondo fattore - ACM, anno 2009 INDICATORE Modalità coordinata

SEMIASSE NEGATIVO

PERIODI DI VACANZA più di due periodi -1.33

LUOGO DI VACANZA Italia e estero -1.08

VACANZE IN ITALIA oltre 15 giorni -0.97

GIORNI DI VACANZA oltre 15 giorni -0.73

PERIODI DI VACANZA Due periodi -0.71

SEMIASSE POSITIVO

VACANZA PER TUTTI I FIGLI no 1.22

GIORNI DI VACANZA 1-7 giorni 1.13

LUOGO DI VACANZA solo all'estero 1.10

VACANZE IN ITALIA nessuna vacanza 1.10

VACANZE CON TUTTA LA FAMIGLIA no 0.90

VACANZE IN ITALIA 1-7 giorni 0.72

PERIODI DI VACANZA Un periodo 0.53

197

Tavola B.10 - Indicatori (variabili illustrative) m aggiormente correlati con il secondo fattore - ACM, anno 2009 INDICATORE Modalità

SEMIASSE NEGATIVO

LIVELLO D'ISTRUZIONE DEI GENITORI Laurea

REGIONE Lombardia

RIPARTIZIONE Nord-Ovest

CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI GENITORI tutti e 2 i genitori occupati

CONDIZIONE PROFESSIONALE GENITORI dirigente/imprenditore/libero professionista

RISORSE ECONOMICHE Adeguate/ottime

CONDIZIONE PROFESSIONALE GENITORI impiegato/direttivo/quadro

TITOLO DI GODIMENTO DELL'ABITAZIONE casa di proprietà

TIPO DI COMUNE Comune periferia dell'area metropolitana

SITUAZIONE ECONOMICA uguale

CLASSE D'ETA' 5-9 anni

PRESENZA DI DISAGI nessun disagio

PRESENZA DI FIGLI <=10 ANNI si

PRESENZA DI DISAGI un disagio

REGIONE Lazio

PRESENZA DI FRATELLI nessun fratello

SEMIASSE POSITIVO

CONDIZIONE PROFESSIONALE GENITORI operaio

LIVELLO D'ISTRUZIONE DEI GENITORI Licenza media

CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI GENITORI padre occupato, madre casalinga

RIPARTIZIONE Sud

RIPARTIZIONE Isole

TITOLO DI GODIMENTO DELL'ABITAZIONE casa non di proprietà

REGIONE Sicilia

RISORSE ECONOMICHE scarse

REGIONE Abruzzo

CONDIZIONE PROFESSIONALE GENITORI lavoratore in proprio

REGIONE Puglia

RISORSE ECONOMICHE insufficienti

REGIONE Marche

PRESENZA DI DISAGI tre o più disagi

CLASSE D'ETA' 15-19 anni

LIVELLO D'ISTRUZIONE DEI GENITORI Licenza Elementare

198

199

Appendice C

Carta dei diritti dei bambini in vacanza

Realizzata dalla Società Italiana di Pediatria

200

Carta dei diritti dei bambini in vacanza

Realizzata dalla Società Italiana di Pediatria

DIRITTO AL RISPETTO

Per un bambino piccolo la prima esigenza è il rispetto dei suoi tempi, in particolare per

quanto riguarda l’alimentazione e il riposo: andare a letto possibilmente alla solita ora,

mantenere il riposino pomeridiano, non variare di troppo l’orario dei pasti, evitare viaggi

defaticanti, considerando che un bambino si stanca prima e più di un adulto.

Fino a tre-quattro anni un bambino non è ancora in grado di apprezzare luoghi e situazioni in

cui viene condotto, per cui una vacanza che richieda spostamenti frequenti e anche faticosi

rischia di rappresentare per lui solo una fonte di stanchezza e disagio, senza il beneficio

compensativo che può derivare dal fare o vedere qualcosa che piace o interessa.

Un adolescente è già in grado di apprezzare le bellezze di un viaggio in posti nuovi o di una

città d’arte, ma ha anche una grande esigenza di socializzazione, per cui sarebbe sempre

opportuno garantirgli una vacanza in cui abbia anche a possibilità di stare in compagnia non

solo di adulti.

DIRITTO AL GIOCO E AL RIPOSO

Durante l’anno i bambini sono spesso eccessivamente carichi di impegni, che si aggiungono

a quello scolastico, vissuti in modo competitivo (essere bravo nello sport, nell’imparare a

suonare uno strumento musicale, nella danza, ecc…). In vacanza hanno anche loro il diritto

di riposare, giocare e divertirsi liberamente, accantonando ogni impegno.

DIRITTO...AI GENITORI

Nel corso dell’anno lavorativo e scolastico è molto frequente che i momenti di aggregazione

familiare siano scarsi. Per lo più ridotti al pasto serale, durante il quale è spesso la

televisione a farla da padrona. La vacanza è un’ottima occasione per passare più tempo

insieme: per i più piccoli è importante il contatto fisico con i genitori, per quelli i più grandi

e gli adolescenti giocare con loro, parlare e avere ascolto.

201

DIRITTO ALLA SICUREZZA

Se si viaggia in macchina utilizzare sempre il seggiolino appropriato all’età del bambino e,

quando ha superato l’età del seggiolino, farlo sedere sui sedili posteriori, assicurandolo con

la cintura di sicurezza. Viaggiare con un bambino in braccio è molto pericoloso!

Evitare di far viaggiare in macchina un bambino, specie se non si ha l’aria condizionata,

durante le ore calde della giornata e, se il viaggio è lungo, prevedere comunque delle soste.

Se si va all’estero, informarsi presso i Centri di Medicina dei Viaggi (presenti un tutta Italia

presso le ASL) sulle vaccinazioni o le profilassi che è prudente effettuar prima di partire,

tenendo presente che tempi e forme di intervento per i bambini possono essere diverse

rispetto a quelle per gli adulti.

Informarsi se nel posto dove si va in vacanza c’è una assistenza pediatrica in loco o nelle

vicinanze.

DIRITTO ALL’ATTENZIONE

Un bambino va esposto al sole gradualmente e mai durante le ore centrali della giornata

(dalle 11.00 alle 17.00). Va comunque protetto sempre con un cappellino e con creme solari

ad alta protezione, anche se sta sotto l’ombrellone. Dopo ogni bagno, in mare o in piscina, va

nuovamente applicata la crema protettiva.

Cercare di proteggerlo dalle punture degli insetti, in particolare durante le ore di riposo, e se

è molto piccolo possibilmente mediante l’uso di una zanzariera sulla culla.

Farlo bere spesso, specie se fa caldo: bevande non gasate, non zuccherate e a temperatura

ambiente o al massimo fresche. Fargli mangiare molta frutta e verdure fresche.

202

203

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209

Indice

Obiettivi e organizzazione della ricerca ……………………………………….…….. i

Capitolo 1 - Turismo e società: aspetti sociologici e definitori…………………… 1

1.1 Turismo e turista: la ricerca di una definizione condivisa………………….. 3

1.2 Dinamica storica e sociale del turismo……………………………………… 8

1.3 Temi e approcci della sociologia del turismo………………………………. 13

1.3.1 Turismo e popolazioni locali…………………………………….. 14

1.3.2 Turismo e motivazioni…………………………………………... 16

1.3.3 Turismo, tempo libero e loisir…………………………………… 19

1.3.4 Turismo e consumo……………………………………………… 20

1.4 Dalle definizioni sociologiche a quelle statistiche………………………… 22

1.5 Alcune note metodologiche……………………………………………….. 24

1.6 Il panorama delle statistiche italiane sul turismo…………………………. 28

Capitolo 2 – Famiglia e turismo: implicazioni, ipotesi e ricerche………………. 35

2.1 Famiglia e turismo: il panorama delle ricerche …………………………… 36

2.2 Famiglia e turismo: strategia della ricerca ………………………………… 46

Capitolo 3 – Famiglia e turismo: come sono cambiati…………………………… 49

3.1 La famiglia oggi……………………………………………………………. 49

3.2 I cambiamenti demografici………………………………………………… 51

3.3 Le trasformazioni nella struttura della famiglia…………………………… 55

3.4 La propensione al turismo dal 1993 al 2009 in Italia……………………… 64

Capitolo 4 – I dati e la metodologia………………………………………………… 71

4.1 La fonte dei dati: Indagine Multiscopo Istat “Aspetti della vita quotidiana” 71

4.2 La metodologia della ricerca………………………………………………. 73

4.3 Gli indicatori selezionati…………………………………………………… 75

4.4 Indicatori relazionali ……………………………………………………. 76

4.4.1 Indicatore “Tipologia familiare”…………………………………. 76

4.4.2 Indicatore “Presenza di fratelli”………………………………….. 77

210

4.4.3 Indicatore “Famiglie diverse”……………………………………… 77

4.5 Indicatori di contesto: indicatori sulla condizione economica e abitativa della famiglia……………………………………………………………………………. 82

4.5.1 Indicatore “Titolo di godimento dell’abitazione”………………….. 82

4.5.2 Indicatore “Presenza di disagi”……………………………………. 82

4.5.3 Indicatore “Situazione economica”………………………………… 82

4.5.4 Indicatore “Risorse economiche”…………………………………… 83

4.6 Indicatori relazionali e di contesto: indicatori sullo status socio-economico della famiglia……………………………………………………………………………. 88

4.6.1 Indicatore “Livello d’istruzione”…………………………………... 88

4.6.2 Indicatore “Condizione occupazionale”…………………………… 88

4.6.3 Indicatore “Condizione professionale”…………………………….. 89

4.7 Indicatori sulle vacanze……………………………………………………… 93

4.7.1 Indicatore “Vacanza”………………………………………………. 93

4.7.2 Indicatore “Periodi di vacanza”……………………………………. 98

4.7.3 Indicatore “Luogo di vacanza”……………………………………. 98

4.7.4 Indicatore “Tempo della vacanza”…………………………………. 98

4.7.5 Indicatori “Vacanze in Italia” e “Vacanze all’estero”…………….. 98

4.8 Indicatori sui “Motivi della non vacanza”: motivo economico, di lavoro o studio, mancanza di abitudine, residenza in luogo di vacanza, motivo familiare, età, altro motivo……………………………………………………………………………. 104

Capitolo 5 – La propensione alla vacanza…………………………………………… 107

5.1 Il modello di regressione logistica binomiale……………………………….. 107

5.2 Dal 1993 al 2009: lo scenario di fondo……………………………………… 108

5.2.1. Anno 1993: i risultati……………………………………………… 108

5.2.2 Anno 2009: i risultati ………………………………………………. 113

5.2.3. Confronto 1993 e 2009: i cambiamenti……………………………. 117

Capitolo 6 – Chi va in vacanza: caratteristiche e novità…………………………… 119

6.1. L’analisi delle corrispondenze multiple…………………………………….. 119

6.2. Anno 1993: i risultati dell’ACM…………………………………………….. 120

6.3. Anno 2009: i risultati dell’ACM……………………………………………. 123

6.4. I risultati della Cluster Analysis ……………………………………………. 126

211

6.4.1. Anno 1993 - I gruppo: “Lo standard di riferimento”……………… 126

6.4.2. Anno 1993 - II gruppo: “La vacanza come bene di cittadinanza” .. 126

6.4.3. Anno 1993 - III gruppo: “Con sacrificio ma che sia vacanza”.…… 127

6.4.4. Anno 1993 - IV gruppo: “Le multi vacanze”……………………… 127

6.4.5. Anno 1993 - V gruppo: “La vacanza come investimento

all’estero”………………………………………………………………….. 127

6.4.6. Anno 2009 - I gruppo: “Lo standard di riferimento” …………… … 133

6.4.7. Anno 2009 - II gruppo: “La vacanza (in Italia)

come bene di cittadinanza” ………………………………………………. 133

6.4.8. Anno 2009 - Terzo gruppo: “Con sacrificio ma che sia vacanza”… 134

6.4.9. Anno 2009 - IV gruppo: “Le multi vacanze” …………………….. 134

6.4.10. Anno 2009 - V gruppo: “La vacanza come investimento

(bene di cittadinanza) all’estero”……………………………………….. … 135

6.5. Confronto 1993 e 2009: i cambiamenti……………………………………… 140

Conclusioni……………………………………………………………………….……. 145

Appendice A - Indicatori in serie storica…………………………………………….. 151

Appendice B – Analisi delle corrispondenze multiple………………………………. 189

Appendice C - Carta dei diritti dei bambini in vacanza……………………………. 199

Riferimenti bibliografici………………………………………………………………. 203

Indice ……………………………………………………………………………………. 209