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Avv. Luigi Salomone FAMIGLIA SALOMONE DOPO STIGLIANO IL NOTIZIARIO Figura 1 In copertina, cartolina di Stigliano, all’epoca in provincia di Potenza

La storia della Famiglia Salomone da Stigliano

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La storia della Famiglia Salomone, originaria di Stigliano: attraverso un racconto degli aneddoti tramandati di padre in figlio, si cerca di risalire alle radici ed alle origini di questa famiglia lucana. Nel viaggio a ritroso si è arrivati al 1100 e ad un paesino in provincia di Salerno: Caselle in Pittari. Ma la ricerca continua e promette molte sorprese ai posteri.

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Avv. Luigi Salomone

FAMIGLIA SALOMONE

DOPO STIGLIANO

IL NOTIZIARIO

Figura 1 In copertina, cartolina di Stigliano, all’epoca in provincia di Potenza

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INTRODUZIONE

L’arte di tramandare la memoria storica parte da lontano.

Gli antichi Aedi erano figure quasi sacre: dotati di una sensibilità note-volmente superiore a quella del proprio uditorio, questi cantori riuscivano a mettersi in diretto contatto con le divinità che li ispiravano, estraniandosi completamente dall’ambiente in cui si trovavano, per non essere distratti, da niente e da nessuno, nel loro raccontare.

Mio padre, magari, non possiederà mai quella freddezza del raccontare e del raccontarsi, tipica dell’Aedo, ma, al suo pari, nello scrivere queste pagi-ne, si è certamente lasciato prendere dal “sacro fuoco” di Calliope, la musa del poema epico: quando “era in vena”, si sedeva alla sua scrivania e, imme-diatamente, era travolto dal filo logico dei suoi pensieri e dai ricordi, molti dei quali non aveva, prima d’ora, mai esternato in maniera così chiara, co-me ha fatto in queste pagine.

Questo libro era atteso da tanto, e per molto tempo è stato covato nell’animo dell’Autore.

Sin da quando mio padre è entrato in possesso del notiziario di Zio Ciccil-lo, leggendocelo più e più volte, ha sempre lasciato trasparire l’intento di voler proseguire quel lavoro di raccolta delle “memorabilia” della famiglia Salomone.

Il risultato di questo lavoro probabilmente è lacunoso e impreciso, da un punto di vista prettamente storiografico, ma sicuramente non lo è dal pun-to di vista umano: il narratore Luigi Salomone è riuscito benissimo nella difficile arte di catturare immediatamente l’attenzione del lettore, e la let-tura di queste pagine non perde mai di piacevolezza, suscitando emozioni care e nostalgiche, tipiche di quei racconti fatti attorno ad un fuoco, maga-ri accompagnati da un buon bicchiere di vino paesano.

L’Autore ha preso quel notiziario lasciatoci da Zio Ciccillo e l’ha trasfuso

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nelle prime pagine del suo lavoro, quale giusto omaggio e incipit delle pro-prie memorie, riuscendo nel tessere, attorno ad esso, il proprio racconto, approfondendo aspetti taciuti dal precedente narratore, come in un mutuo intervento chiarificatore, ad unico beneficio del lettore che, in tal modo, riesce a compenetrarsi, ancora di più, nei meandri della memoria.

È questo lo spirito con cui va presa questa raccolta di notizie o, com’è stato definito prima da Zio Ciccillo e poi da mio padre Luigi, questo “notizia-rio”.

Uno spirito che merita di non andar perso, come la memoria della nostra famiglia e delle persone che ne hanno fatto parte.

Marconia 23 maggio 2008

Fabio Salomone

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DOPO STIGLIANO

IL NOTIZIARIO

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Francesco Salomone fu Nicola

Stigliano, 1 settembre 1975

Figura 2 Stemma di Stigliano (MT)

FAMIGLIA SALOMONE IN STIGLIANO

***

Verso gennaio-febbraio del 1973, in seguito alle reiterate richieste del ca-rissimo cugino Eugenio Salomone, al quale avevo da tempo promesso di farlo, mi decisi a riordinare le poche, ma forse sufficienti, notizie sulla no-stra famiglia in Stigliano, notizie in maggior parte assunte dal defunto zio Giovanni Salomone fratello del mio omonimo nonno paterno.

Questo rudimentale notiziario era quasi completo nei primi di marzo 1973, quando ne abbandonai l’ulteriore stesura in conseguenza della grave malattia e della immatura fine della mia povera figlia Brigida.

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Preso da una forte abulia, sotto il peso dei miei dispiaceri non mi sentii, per parecchio tempo, la forza di occuparmi di qualsiasi cosa: dopo diversi mesi, ancora una volta, un nuovo sollecito mi arrivò dal compianto Euge-nio.

Stavo per tornare al mio lavoretto per esaudire il suo desiderio, ma, pur-troppo, un altro duro colpo ci fu riservato con l’annunzio della sua im-provvisa immatura fine.

Figura 3 L’On. Nicola Salomone fu Francesco (1855-1927) (quarto da destra), la moglie Teresa Franchi (prima in seconda fila da destra) con i figli e parte dei Salomone di Stigliano

Roso dal rimorso di non averlo accontentato in vita, pur avendo a mia discolpa diverse attenuanti, a distanza di oltre due anni dal suo inizio, ob-bedisco al desiderio del caro estinto, ritornando alla compilazione di que-sta raccolta di notizie sperando completarla, e che ai nostri figli e nipoti non riesca sgradito perdere un po’ di tempo per leggerla.

***

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Capostipite della famiglia Salomone in Stigliano, fu Francesco Salomone, (medico), che vi capitò verso la fine del 1700 proveniente da Casoria (NA) suo paese di origine, da dove era stato costretto a sloggiare - insieme ad altri fratelli -, per ragioni imprecisate.

Degli altri fratelli, uno capitò certamente in Sicilia, un altro probabilmente in Toscana, gli altri si dispersero nel napoletano, ove tuttora i Salomone abbondano.

Durante la prima guerra mondiale, incontrai sul Carso un tenente medico: Giuseppe Salomone, siciliano, discendente dai Salomone di Casoria.

Figura 4 Alberto Salomone fu Nicola (1903-1981) (quarto in seconda fila da sinistra alla Scuola Allievi Ufficiali di Chieti 1924-1925

Aveva la sagoma e la fisionomia dei miei antenati: alto, biondo, di colorito roseo, robusto, naso aquilino (nostra prerogativa di riconoscimento).

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Zio Giovanni, dal quale, come ho detto, attinsi le notizie che mi accingo a ricordare e riordinare, mi raccontava, fra l’altro, che un suo vecchio zio, tal “Zì Micco” dei Salomone di Casoria, era venuto un paio di volte a Stiglia-no a cavallo di un asinello, per conoscere e salutare i parenti ormai Stiglia-nesi, tornandosene poi a Casoria con la bisaccia piena. A quei tempi per andare a Napoli da Stigliano, si servivano di cavalcature impiegando otto giorni.

Dallo “zio Micco”, zio Giovanni imparò a preparare la polvere da caccia, della quale anche io, aiutando zio Giovanni a prepararla, sapevo la formula ed il procedimento di lavorazione.

Figura 5 da sinistra: Eugenio Salomone fu Giuseppe (1904-1974) e terzo Enrico Salomone fu Nicola (1901-1981)

Nei primi anni del mio esercizio venatorio, usai anche io quella polvere che, ben dosata, andava bene: “Zì Micco”, aveva lavorato nei polverifici governativi del tempo

***

Ed ora torniamo al dottor Salomone: era un buon chirurgo ed aveva lavo-rato anche nell’Ospedale dei Pellegrini in Napoli.

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Giunto a Stigliano ebbe la fortuna di essere ospitato in una famiglia di operai, se non erro, sarti, soprannominati “Vetrano”.

Lo tennero nascosto in casa loro, un modesto stabile, a piano terra, all’inizio dell’attuale “Strada Correale” sotto la vecchia Farmacia De Mar-co.

Un familiare di questi “Vetrano”, era ammalato, pare di ulcera varicosa ad una gamba, che portava fasciata da tempo.

Figura 6 da destra: Eugenio Salomone fu Giuseppe (1904-1974) e Enrico Salomone fu Nicola (1901-1981)

Saputo che l’ospite al quale avevano dato alloggio era medico, volle chie-dergli una visita, impegnandosi a non scoprirlo al suo medico curante, tale dottor Sassone, che, essendo vecchio, girava il paese a cavallo di un asino: questo vecchio però non doveva essere né sciocco, né cattivo, perché quan-do passò a visitare il suo cliente “Vetrano” si accorse subito che era già stato medicato e fasciato da mano pratica.

Ne chiese conto ai familiari, i quali in primo tempo negarono tutto; in

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seguito, poi, finirono col confessare che effettivamente la medicatura era stata fatta da un giovane medico che aveva chiesto loro asilo, perché perse-guitato.

Contrariamente a quanto temevano, il vecchio dottor Sassone invece di risentirsene, insistette per conoscere il nuovo arrivato e, anziché persegui-tarlo, prese a proteggerlo ed incoraggiarlo.

Così Francesco Salomo-ne (I°) si stabilì a Sti-gliano.

Ben presto seppe farsi apprezzare come medico ed ancor più come buon chirurgo: non gli mancò perciò il lavoro e, con-quistatasi la fiducia della popolazione realizzò buoni guadagni e fu in grado di acquistare una casa.

La sua prima abitazione fu in un angolo di un largo della via Calata Magenta, e precisamente nella casa che fu poi di certa Angela Maria Mercadante, sopranno-minata “Petrone”.

Fu forse anch’egli che acquistò due terranei adibiti in seguito a stalla e, che anche io ricordo, ed un vasto orto nel quale, poi, in seguito iniziò la costruzione della casa pa-lazziata, ampliata e rimodernata dai suoi discendenti e nella quale nacque-ro diverse generazioni dei Salomone.

A dare un decoroso assetto a quella casa e trasmetterla alle generazioni

Figura 7 Nicola Salomone fu Samuele (1891-1929

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discendenti fino alla nostra, fu il nipote Francesco Salomone (II°), anche medico che ne ultimò l’ammodernamento nel 1878, anno in cui morì, a soli venticinque anni ed a meno di un anno dalla sua laurea in medicina, a pieni voti, il primo dei suoi figli, Antonio Sa-lomone.

***

Costruitosi il primo alloggio, il giovane Francesco Salomone (I°) pensò a mettere famiglia e sposò la gen-tildonna Giacoma Al-fuzzi, appartenente a una delle migliori fami-glie di Stigliano, rice-vendone in dote 700 ducati in oro, somma per quei tempi favolosa.

La sera in cui fu scam-biata la promessa di matrimonio gli vennero consegnati i 700 ducati in uno “scopino”: (si chiamava così un sacchetto portamonete confezionato con la pelle intera di un capretto, ben cucito su una estremità, con apertura a borsa di tabacco dall’altra, che veniva poi chiuso con un laccio di cuoio, piuttosto elegante); sennonché il promesso sposo, che doveva essere alquanto distratto, per poco non perdette il prezioso porta denaro.

Sceso nell’orto, di ormai sua proprietà, per soddisfare un bisogno corpora-le, depose sotto un bell’albero di fico il suo piccolo tesoro, che, rientrando in casa dimenticò di raccogliere.

Al mattino, appena sveglio, lo cercò invano in casa e solo quando fu ... richiamato di nuovo nell’orto, ebbe il piacere di ritrovarlo sano e salvo sot-

Figura 8 N.D. Teresa Franchi in Salomone (1863-1940)

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to il fico.

***

Dal suo matrimonio nacquero sette figli, sei femmine ed un maschio, che chiamò Antonio.

Quasi tutte le femmine si sposarono a Stigliano: una sposò un tal Ciuffi, guardia forestale, un’altra un ricco negoziante di cuoiame proveniente da Lauria, tal Michele Forastiere, capostipite della famiglia Forastiere in Sti-gliano. Un’altra, un tal Giovanni Rizzo, possidente.

Delle altre non ebbi notizie esatte.

***

Le figlie femmine, in gioventù, assistevano il padre in qualche piccolo in-tervento chirurgico, lo aiutavano nella confezione di apparecchi per ridu-zioni di fratture, lussazioni, per cui anche dopo, erano capaci di eseguirne qualcuno da sole.

Il maschio, intelligente ma svogliato, non si distinse molto nello studio, ed abusando della predilezione paterna, rendeva molto poco.

Imparò dal padre qualcosa di chirurgia, ma solo molto tardi arrivò alla laurea in medicina.

Fu dopo la morte del padre che, essendo stato minacciato di denunzia per esercizio abusivo dell’arte medica si ripiegò a studiare.

Furono i vecchi amici del padre, i “Vetrano”, che lo misero in guardia e lo stimolarono a mettersi a studiare sul serio per laurearsi.

Laureatosi dopo aver sostenuto non troppo brillantemente gli esami in un latino tutt’altro che forbito, esercitò la professione discretamente, specie per quel po’ di chirurgia che aveva praticamente appreso dal padre.

Sposò la Signora Mariantonia Panevino di Aliano, avendone in dote un discreto oliveto in territorio di Aliano, e la vigna Padula, per il definitivo possesso della quale non seppi mai, per qual motivo, sostenne un lungo

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giudizio, portato, nientemeno a termine, dal figlio Nicola, avvocato eser-cente in Potenza, ove morì in giovane età.

***

Figura 9 Famiglia On. Nicola Salomone: (da destra in alto) Nicola Salomone, Teresa Franchi, Riccardo, Zi "Ciccillo", Ettorino, in basso da destra Alberto, Luigi ed Enrico

Dal dottor Antonio Salomone e la signora Mariantonia Panevino, nacque-ro sei figli: Francesco, Nicola, Michele, Giovanni, Giacoma e Grazia.

Pur esercitando la professione medica fu appassionatissimo dei suoi fondi rustici che vigilava attentamente. A Stigliano, oltre la Padula aveva altri fondi: Vallelonga, Padre, Serra.

Fu appassionato cacciatore e portava nome di ottimo tiratore: ricordo che zio Giovanni mi aveva diverse volte mostrato la canna del fucile che il pa-dre usava per la caccia grossa (del calibro di un’oncia) uguale su per giù all’attuale calibro 12, - allora il calibro del fucile si determinava dal peso

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Figura 10 L’On. Nicola Salomone

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Figura 11 N.D. Teresa Franchi e On. Nicola Salomone fu Francesco

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della palla sferica che passava dalla canna del fucile (un’oncia equivaleva a circa grammi 33) – ed una micciarola (fucile di piccolo calibro ad una can-na) in origine a pietra focaia e poi adattato a cilindro (luminello per capsu-le al fulminato di mercurio).

Con questa micciarola sparai il primo colpo, procurando al povero zio Giovanni, che mi seguiva a cavallo, una brutta caduta, perché disarcionato dal cavallo spaventato dal colpo.

Per fortuna la caduta non ebbe conseguenze apprezzabili.

Questa micciarola, di calibro su per giù 28, era di straordinaria lunghezza, tra calcio e canna misurava oltre due metri, per cui quando zio Giovanni, che era abbastanza alto, la portava addosso pas-sava con difficoltà at-traverso le porte.

Ciò nonostante questo fucile pervenuto fino a noi, fu spesso usato e, specie mio fratello Lui-gi realizzò di frequente buoni carnieri e fuceto-le (beccafichi).

Di quest’arma antica, fino a qualche anno addietro, esistevano pochi pezzi presso i miei fratelli a Pisticci.

***

Figura 12 Ettore Salomone fu Nicola (1908-1983)

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Ma il nostro antenato Don Antonio che a detta del figlio Giovanni era un po’ mattacchione e, poco dolce di sale (come suol dirsi), oltre ad usare quest’arma per cacciare beccafichi e fringuelli, raramente qualche lepre, volle una volta provarla su bersaglio più importante.

Come prima ho detto era molto affezionato ai suoi fondi e ci teneva a farli rispettare. Di fronte alla casetta rustica del fondo Vallelonga aveva un bel pero che portava frutti squisiti, non sempre, per non dire mai, destinati al palato del legittimo proprietario, perché raccolti da altro buongustaio.

Infastidito, Don Antonio, decise, una sera, di appostarsi nella casetta, te-nendo di mira il pero attraverso un finestri-no.

Caricò la fida miccia-rola, con pallini n. 12 (detti allora lacrimelle) mescolandovi qualche briciola di salgemma.

Attese parecchio, fin-ché nel tardo imbruni-re intravide un’ombra umana dirigersi verso la pianta salvaguarda-ta.

L’uomo si avvicinò alla pianta e dopo aver con aria circospetta, scru-tato attorno, vi si ar-rampicò cominciando a raccogliere le sapori-te stupende pere.

Don Antonio, da buon cacciatore, aspettò che il ladruncolo gli presentasse un bel bersaglio per dargli una buona dolorosa lezione, senza procurargli grave danno.

Figura 13 Mario Salomone fu Giuseppe (1898-1950)

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Infatti quando il malcapitato gli espose ben chiaro e netto, come bersaglio, il deretano, fece fuoco.

Il disgraziato saltò dall’albero, gridando più per il bruciore procuratogli dai granuli di sale, che per l’azione dei minuscoli pallini e scappò verso il paese.

Da parte sua Don Antonio, sapendo che il ferito si sarebbe rivolto a lui per farsi medicare, attraverso una scorciatoia cercò di precederlo, facendosi trovare in casa.

Vi riuscì e, quando il ladruncolo gli si presentò reclamando la medicatura, con tutta calma e sussiego compassionevole si fece raccontare come erano andate le cose: il ferito riferì di essere stato colpi-to per caso da un caccia-tore che forse lo aveva scambiato per un selvati-co.

Don Antonio si fece gran risata e non mancò di riderne anche con parenti ed amici fidati.

Altri tempi allora!

Ancora una volta Don Antonio ebbe da fare con ladri golosi: nel famoso orto di via Calata Magen-ta aveva delle belle piante di fichi che davano frutti squisiti. Anche questi erano presi di mira da ladri buongustai.

Trattarli come quello che agiva a Vallelonga non era possibile senza espor-si a responsabilità penali.

Figura 14 Alberto Salomone fu Nicola (1903-1981)

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Ed allora il nostro Don Antonio - mattacchione - si avvalse delle sue co-gnizioni mediche.

Con pazienza da certosino iniettò negli esemplari più belli e voluminosi di fichi, alcune gocce di olio di croton, che ha rapida e violenta azione purga-tiva: lascio immaginare cosa successe a chi mangiò quei fichi!

Purtroppo, però, la passione per la sua proprietà, che teneva a proteggere, finì per costargli la vita.

Avendo alla Padula una bella carica di ulive, per garantirsi contro i ladri, nonostante il freddo intenso e la neve, si decise a pernottare in campagna.

Ma una notte richiamato dall’insistente abbaiare dei suoi cani, uscì dalla casetta accaldato com’era, per gridare al ladro, sparando qualche colpo.

Sapendo di avere di fronte un uomo ben deciso e, perciò, pericoloso, i ladri scapparono, ma il povero Don Antonio si buscò una polmonite che lo condusse alla tomba.

***

Ed ora, dopo questa piuttosto lunga digressione, frutto di quanto raccon-tatomi dallo zio Giovanni e che ho voluto tratteggiare per darvi un’idea del temperamento di qualche nostro antenato, del quale qualche nota atavica potrebbe essere pervenuta alle successive generazioni, torniamo alla fami-glia di Don Antonio Salomone, figlio del nostro capostipite in Stigliano, Don Francesco.

***

Come ho già detto ebbe sei figli: il primo, fu il mio omonimo nonno pa-terno, Don Francesco Salomone.

Già guardandolo in fotografia si ha l’impressione di trovarsi di fronte ad un uomo austero, di carattere forte, sicuro di sé.

Fu infatti ottimo medico tenuto in considerazione anche fuori del suo paese, e da clinici di fama, quale era allora il celebre Cantani; amico stima-to del prefetto di Napoli, Del Carretto, della cui amicizia si avvalse in un

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Figura 15 Alberto Salomone fu Nicola (1903-1981) (secondo in seconda fila da sinistra) alla Banca Commerciale Italiana - Filiale di Barletta

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grave evento nel quale fu coinvolto il fratello Michele del quale parleremo in seguito.

Sposò la Sig.ra Maria Rosa De Sanctis, dalla quale ebbe sette figli: quattro maschi e tre femmine.

Colto, retto, scru-poloso ed onesto nell’esercizio della professione, fu rispettoso dei buo-ni, intransigente, autoritario ed in-curante degli arri-visti sfruttatori di cariche immeritate spesso concesse a ricchi, e vantanti presunte eredità nobiliari, o titoli araldici.

Difficilmente si sfuggiva al suo acuto, per quanto obbiettivo spirito di osservazione, per cui spesso, nella valutazione di uomini e cose, fu portato a salaci classifiche.

Col frutto del suo lavoro, realizzò l’acquisto di una modesta proprietà che tramandò ai figli, ai quali, però, più che altro lasciò

Figura 16 Luigi Salomone fu Nicola (1899-1978)

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in retaggio una buona dose di intelligenza e di vivo attaccamento al lavoro onesto.

Mentre però, orgoglioso dei suoi figli che gli davano tutti belle soddisfa-zioni negli studi, ne vedeva il primo già laureato a pieni voti in medicina e pregustava per tutti un radioso avvenire, un crudele destino lo colpiva nei suoi affetti più sacri, recidendo la giovane vita del figlio Antonio a meno di 25 anni, laureato da appena 11 mesi, e già rivelatosi medico ben preparato.

Affranto dal dolore e sofferente di diabete, sopravvisse di poco alla morte del figlio.

Figura 17 Enrico Salomone fu Nicola (1901-1956) e Iolanda Scardaccione (1909-1983)

***

Secondo figlio di Don Antonio Salomone, fu Nicola, avvocato di valore, esercente in Potenza ove contrasse matrimonio con una Signora, Zia Che-rubina, della quale neanche zio Giovanni seppe precisarmi il cognome.

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Morì a 35 anni, lasciando due figlie: Emilia e Maria.

Emilia sposò il maggiore di cavalleria Pasquale Freda, senza averne figli; Maria sposò il giudice Tortorelli, nativo di Calvello, ove esiste tuttora una piccola proprietà a lui intestata, amministrata fino a pochi anni addietro da un suo lontano parente.

Figura 18 Foto di famiglia: si riconoscono Giuseppe Salomone fu Francesco (secondo in alto a destra), Enrico Salomone fu Nicola (primo a destra seduto), Alfredo Salomone fu Giuseppe (secondo a destra seduto)

Maria Salomone ebbe una sola figlia, cresciuta poi dalla zia Emilia, dopo la morte di entrambi i suoi genitori: sposatasi ad un giovane medico, emigrò con lui negli Stati Uniti ove riuscì a realizzare una buona fortuna.

***

Terzo figlio di Don Antonio Salomone fu Michele: intelligente e studioso fu uomo di elevata cultura.

Fin da giovane si distinse negli istituti religiosi ove studiava, pare, nell’ordine degli Scolopi, che tenevano ad esibirlo in gare con giovani di

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altri ordini, specialmente dei Gesuiti.

Riuscì vincitore di diversi premi.

Compiuti gli studi classici con brillanti risultati, si iscrisse all’università conseguendo lauree in Lettere, Filosofia e, Giurisprudenza.

Coinvolto in movimen-ti politici, venne arre-stato e condannato a morte.

Caricato sui barconi che trasportavano i condannati politici all’isola di Ponza, vi attendeva la fucilazione.

Fu in questo frangente che, l’amicizia del suo fratello maggiore Fran-cesco col Prefetto di Napoli del tempo, Del Carretto, gli valse per ottenere la grazia.

Non sfruttò la laurea in lettere e filosofia per insegnare, ripudiò l’esercizio della profes-sione di avvocato pen-sando macchiarsi la coscienza difendendo i delinquenti.

I brutti momenti vissuti in attesa dell’esecuzione della condanna a morte, la grazia ricevuta, avevano fortemente scosso il suo morale.

Si fissò sul miracolo e fece del suo meglio per indossare l’abito talare.

Ritiratosi in un vero eremitaggio fu prete esemplare, chiuso nei suoi studi

Figura 19 Ettore Salomone (1908-1983) e Espedita Imbellone (1909-1998)

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e nella sua alta missione di curatore ed educatore di anime.

Visse solo, per anni, in un piano terra della nostra antica casa, ossessionato da varie allucinazioni.

Distribuiva ai bambini che frequentavano la chiesetta ove celebrava la mes-sa, gli scarsi risparmi che poteva mettere da parte.

Solo in occasione di qualche grande festività veniva a pranzo con noi e ricordo che una volta con-templando … il nostro formicaio (della mia gene-razione) figli dei tre fratelli Nicola, Samuele, Giuseppe eravamo in quindici: tredi-ci maschi e due femmine, ebbe ad esclamare: “Poveri ragazzi, che brutti tempi vi sono riservati!”

Cosa direbbe adesso se fosse ancora vivo ?

Qualche vecchio dell’antico vicinato, su per giù della mia età, rimastoci sempre affezionato, ricorda ancora Don Michele, quando nelle giornate di caldo, all’ombra di un grande ombrello rileggiucchiava qualche suo vecchio libro.

Una sola amicizia coltiva-va, quella di zio Nicola Calbi, vecchio rampollo di un’antica famiglia gentilizia, ormai da tempo estinta come tante altre.

Anche lui era laureato in legge e profondo erudito.

Figura 20 Col. Giuseppe Salomone fu Francesco (1868-1930)

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Con lui passava lunghe ore in discussioni letterarie - filosofiche.

Mentre nei vecchi di quel tempo non mancava la passione di verseggiare, non seppi mai zio Michele improvvisato poeta.

Di zio Nicola Calbi invece conservo un bel sonetto, pronunciato in occa-sione della morte di mia madre.

Figura 21 Alberto Salomone fu Nicola (1903-1981) (primo da destra) alla Banca Commerciale Italiana - Filiale di Barletta

Ostinato a vivere solo, provvedendo da sé a tutte le sue ultramodeste ne-cessità, finì in conseguenza di ustioni da acqua bollente, rovesciatasi ad-dosso, chissà come.

***

L’ultimo dei figli maschi di Don Antonio Salomone fu zio Giovanni: quel-lo che mi fornì nella mia giovane età le notizie che mi sforzo ora di coordi-

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nare.

Anche lui intelligente, vivace, ma non troppo amante dei libri, fu avviato agli studi classici.

Si voleva farne un prete, ma dimostrò ben presto di non averne la vocazio-ne.

Cresciuto negli anni, conse-guita una poco più che ru-dimentale istruzione ab-bandonò gli studi.

Amante della vita libera, se non proprio libertina, si dette alla campagna, ritiran-dosi a Tempa Cisterna ove coltivò l’atavica passione per la caccia, qualche modesta speculazione, ed il libero amore, mettendo al mondo diversi figli, cresciuti poi da famiglie adottive.

Di questi primi rampolli avuti dalla sua prima convi-vente, tal Maria Viviani, uno solo gli fu quasi sempre vicino, forse anche perché appassionato e valente cac-ciatore come lui.

L’aveva chiamato Antonio come suo padre, ma, in pae-se, era meglio conosciuto col nomignolo di “gnoriello” derivatogli forse dall’aver usato nei riguardi del padre il diminutivo vezzeggiativo di “gnore”, abbreviativo di “signore” usato da parecchi in quel tempo , invece dell’attuale papà, babbo e del più popolare “tata”.

Figura 22 Antonio Salomone fu Samuele in una foto del 1922

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Oltre ai diversi figli maschi procreati con la Viviani, vi fu anche una fem-mina: Elena (una povera donna di scarsa intelligenza, ma animata da buo-na volontà lavorativa).

Non ricordo se prima o dopo la morte della madre fu, dai miei familiari, (compenetrati da vera compassione), assunta in servizio in casa nostra, ove morì piuttosto vecchia.

Morta la Viviani, zio Giovanni si ritirò in paese, ove non tardò a procurar-si una nuova amante che convisse con lui fino alla morte: la signora Carmela Sassone, vedova senza figli, proprietaria di un discreto patrimonio terriero; non volle mai sposarla, pur a-vendone avuto una figlia che crebbe con grande cura, ed alla quale impose il nome di sua madre: Maria Antonia.

Essendo una bella donna di indiscussa serietà , ben edu-cata e virtuosa, non le man-cavano proposte di matri-monio, anche perché porta-va in dote un discreto ap-pannaggio.

Il padre però preferì darle in marito un giovane operaio, fabbro ferraio, ottimo lavo-ratore e ben quotato.

Lo zio Giovanni fu a noi tutti molto affezionato e fu lui ad iniziarmi alla caccia: io specialmente lo seguivo sempre nelle sue escursioni pomeridiane verso i nostri fondi rustici, ove con passione si dava alla coltura di ortaggi.

Da vecchio amava la lettura di quei classici che da giovane non aveva trop-

Figura 23 Enrico Salomone fu Nicola

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po amato.

Autore preferito era il Bousset, storico francese.

Degno di nota, pur avendo solo per poco studiato, ad onta della sua tarda età, leggeva ancora bene il greco, come noi, se non addirittura un po’ me-glio di noi, ancora freschi di studio.

Morì ad ottantacinque anni in seguito ad una caduta in vicinanza della casa della figlia.

***

Delle due figlie femmine di Don Antonio Salo-mone poco ho da dirvi.

La prima Giacoma sposo un tal Ruggiero Tancre-di, soprannominato “Ruggiriello”, proprieta-rio.

Morì senza figli.

L’altra, Grazia, sposò il Sig. Domenico Antinori dei Marchesi Antinori di Firenze, dai quali aveva pure ereditato il titolo nobiliare, titolo che, stando a notizie avute a distanza di anni, da uno dei suoi figli, aveva per pochi soldi barattato.

Non seppi mai come e perché da Firenze venne a finire a Brindisi di Mon-tagna.

Probabilmente tramite zia Cherubina che forse era di Brindisi o vi aveva

Figura 24 Giuseppe Salomone fu Francesco fra due commilitoni

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colà parenti, venne a conoscenza di zia Grazia, che fu poi sua moglie.

Uomo alla buona, di modeste capacità intellettuali, non realizzò mai nien-te: a Brindisi, pare, esistono ancora oggi delle case che appartenevano agli Antinori.

Zio Domenico tentò diverse industrie, coronate però da …. successi falli-mentari.

Si occupò di agricol-tura e poi di armen-tizia introducendo a Brindisi le pecore Merinos: i rigori invernali della zona montana del Brindi-sino falcidiarono l’eletto gregge di zio Domenico che con-cluse così la sua car-riera agricola-armentizia.

Dal matrimonio con zia Grazia ebbe due figli: Nicola e Ame-rigo, che venivano spesso a farci visita.

Ricordo che Amerigo era un appassionato suonatore di fisar-monica, che portava sempre con sé.

Morto il padre deci-sero di emigrare negli Stati Uniti, dove Nicola, sposatosi, fece fortuna.

In seguito richiamarono presso di loro la vecchia madre.

Figura 25 Eugenio Salomone fu Giuseppe il giorno del suo matrimonio con Bianca De Renzi

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Prima di emigrare quella bella vecchietta volle rivedere i fratelli ancora viventi - zio Michele e zio Giovanni -, il paese natio, la casa dove era nata, conoscere nipoti e pronipoti.

Io la ricordo appena: in America visse ancora diverso tempo.

A distanza di parecchi anni, Nicola Antinori mi scrisse, verso il 1935-36, comunicandomi le sue ancora buone condi-zioni di salute, la sod-disfazione di avere messo su buon piede la sua famiglia, di ave-re un figlio medico, molto ben avviato in professione e di va-gheggiare il riscatto del titolo nobiliare barattato per poche lire dal padre.

Mi dette all’uopo qualche chiarimento, ma in seguito, avendo-gli comunicato che, secondo il parere di un avvocato da me inter-pellato, si andava in-contro ad una causa lunga, costosa, e di molto dubbio risulta-to, rinunciò a tutto.

Da allora non ne ho saputo più niente.

***

E così esaurite le informazioni sulle prime tre generazioni dei Salomone in

Figura 26 Eugenio Salomone fu Giuseppe

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Stigliano, ritenendole in certo qual modo più importanti ai fini atavici, passerò in rapida rassegna le notizie sulle ultime tre: notizie che, vista la loro più recente data, sono in buona parte da tutti noi conosciute.

***

Dopo esserci occupati dei rami che potremo anche classificare collaterali, torniamo a Stigliano prendendo le mosse da Don Ciccio Salomone fu Antonio: di lui abbiano innanzi parlato, osservandone la personalità, il carattere, le capacità pro-fessionali.

Dalla Signora Maria Rosa De Sanctis, sua moglie, ebbe sette figli: quattro maschi e tre femmine.

Del primogenito Antonio abbiamo già detto qualcosa in precedenza.

Nato il 4/11/1853, dopo aver seguito regolarmente gli studi classici si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia, laureandosi il 14/8/877 con ottima vota-zione.

Fin dai primi tempi del suo esercizio professionale dette prova di ottima pre-parazione ma, a meno di un anno dalla sua laurea, colpito da grave sofferenza bronco-polmonare venne a morte il 27/7/878, lasciando nella più grave desolazione il povero padre che, già sofferente di diabete, non tardò a se-guirlo nella tomba.

Figura 27 Riccardo Salomone fu Nicola (1906-1967)

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***

Secondo figlio fu mio padre, Nicola: anche lui come tutti gli altri germani del resto, fece onore al nome paterno.

Di ingegno pronto, vivace, si laureò in giurisprudenza come l’omonimo suo zio, Nicola, rive-landosi ben presto un buon avvocato, versato specialmente in materia civile e come tale apprezzato anche fuori.

Ebbe però il torto di immettersi in politi-ca, facendone una missione, con note-vole danno del suo esercizio professio-nale che, in virtù della sua capacità, avrebbe potuto assi-curargli soddisfazio-ni morali e materiali di grande portata.

La vita pubblica, a parte poche soddi-sfazioni morali, gli riservò contrasti, disagi, e accuse im-meritate.

A trenta anni sposò mia madre, Marian-nina Marazita, ma neanche dal matrimonio ebbe fortuna, restando vedovo a meno di un anno, con me orfano appena cinque giorni dopo la mia nasci-ta.

Figura 28 Ettore Salomone fu Nicola il giorno delle nozze con Espedita Imbello-ne.

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Grande fu la sua prostrazione dopo la morte della moglie, con notevole peso sulla sua robusta ed aitante personalità fisica.

Contemplando qualche sua fotografia di quei primi tempi, si ha l’impressione di trovarsi di fronte ad un uomo in incipiente senescenza, anziché ad un giovane poco più che trentenne.

Nonostante i fastidi in precedenza avuti, non tardò a ridestarsi in lui l’innata passione per la vita pubblica, che lo portò ben presto a no-tevole notorietà con accesso alle più elevate cariche nell’amministrazione provinciale.

Sostenitore accanito delle impellenti necessi-tà del nostro Mezzo-giorno non tralasciò occasione per sostener-ne la giusta causa.

Fu tra i pochi uomini politici del tempo, a fare parte di una commissione di rappresentanti luca-ni, che ottenne udienza dal Re Umberto, per lamentare l’abbandono da parte del Governo, delle nostre terre: il tono polemico della relazione da lui pronunziata meravigliò gli ascoltatori per la sua audacia.

Ebbe anche parte importante, insieme ad altri volenterosi colleghi, per indurre il compianto Presidente del Consiglio dei Ministri, Zanardelli, a

Figura 29 Alberto Salomone fu Nicola

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rendersi conto de visu delle tristi condizioni della nostra Lucania, ottenen-do anche da quell’Illustre Vegliardo, una visita alla nostra Stigliano, allora travagliata da un impressionante movimento tellurico.

Conseguenza del viaggio di Zanardelli in Basilicata fu il varo della “Legge Zanardelli” per la Basilicata, e la concessione di lire ottocentomila per la sistemazione dell’abitato di Stigliano, minato sempre da frane.

Nell’Amministrazione Provinciale da Consigliere fu eletto Deputato Pro-vinciale e poi Presidente della Deputazione Provin-ciale, carica che detenne per diversi anni.

Nell’ambito professionale fu notaio residente in Ciri-gliano e poi a Stigliano, fino a quando andò in pensione.

Ma l’attività principale in cui rifulse la sua profonda competenza giuridica fu la consulenza legale per cui gli furono conferiti incarichi di non comune importanza, portati a termine con favo-revoli conclusioni.

I suoi pareri furono ap-prezzati e presi in conside-razione da valenti giuristi.

Per la sua competenza di recava spesso in altri paesi e fu in occasione di un soggiorno a Pisticci, per ragioni professionali, che conobbe la gentildonna Teresa Franchi apparte-nente ad una delle migliori famiglie di quel paese.

Sposatala, dopo dodici anni di vedovanza nel 1898, ne ebbe cinque figli, tutti maschi: con me fummo sei maschi, cresciuti nella più schietta ed af-

Figura 30 Alberto Salomone fu Nicola

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fettuosa convivenza, che regna ancora tra noi, più che immutata, accresciu-ta nella nostra ormai non più verde età.

Nel 1916 fu eletto deputato al Parlamento per il Collegio di Corleto Per-ticara restando in carica per circa due legislature.

Anche al banco dei deputati la sua attivi-tà fu sempre notata con interventi di indole generale e sociale: apprezzati i suoi discorsi in mate-ria tributaria e di lavori pubblici, che riscossero l’approvazione di eminenti uomini politici.

Ritiratosi in pensio-ne, dopo una vita di intensa attività, risen-tì molto dell’ozio obbligato per cui non gli mancarono ma-lanni, culminati nel maggio del 1927 con una grave pelvi-peritonite in soggetto diabetico, per cui venne a morte.

Dei suoi sei figli, quattro siamo ancora viventi, essendo venuti a mancare in età giovane Enrico e Riccardo.

Tutti passiamo vantarci di aver assolto dignitosamente ed onestamente il mandato impostoci dalla nostra attività professionale.

Figura 31 On. Nicola Salomone fu Francesco

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Terzo dei figli di Don Francesco Salomone (II°) fu zio Samuele che mi tenne sempre vicino circondandomi di affetto più che paterno.

Laureato anche lui in medicina e chirurgia, fu ottimo medico, rimasto celebre presso la sua clientela per l’impronta di signorilità che seppe im-primere all’esercizio della professione medica, quando lamentandosi anco-ra la deficienza di suf-ficienti mezzi igienici, solo da un po’ di puli-zia si poteva sperare in una certa, sia pure limitata, prevenzione delle malattie.

Piccolino di statura, biondino, con sempre accurata discriminatu-ra centrale, dallo sguardo vivido, che faceva intravedere una spiccata intelligenza, impeccabile nella toi-lette, corretto, preciso, sollecito verso i suoi ammalati, che accudi-va con impegno co-scienzioso e serietà, fu molto amato e rispet-tato.

Sposò la Signora Giu-lia Marazita, sorella di mia madre, avendone sei figli, quattro ma-schi e due femmine, con i quali noi sei figli di suo fratello Nicola, vivemmo sempre insieme in perfetta comunione di affetto.

Figura 32 On. Nicola Salomone fu Francesco

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Venne a morte in ancor giovane età dopo lunga e penosa malattia.

Dei suoi sei figli sono morti i due primi figli maschi: Francesco che fu per diversi anni notaio in Stigliano molto stimato per competenza e correttez-za, e Nicola, finito giovanissimo senza avere completato gli studi, e la pri-ma delle figlie femmine, Maria, sposata Polosi di Acerenza.

Figura 33 L’On. Nicola Salomone durante una manifestazione.

A Stigliano resta ora soltanto l’ultima figlia Caterina sposata al Dr. Tan-credi con tre figli.

Gli altri due figli, Antonio e Giovanni, seguirono la carriera militare rag-giungendo i più alti gradi.

Nonostante la prematura perdita del padre, tutti, nella vita, seppero far onore alla bella tradizione del nostro casato, disimpegnando mansioni di

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alta responsabilità.

***

Ultimo dei quattro fratelli della generazione che ha preceduto la nostra fu zio Peppino, anche lui come la maggior parte dei Salomone finora elencati, laureato in medicina e chirurgia.

Prescelse subito la carriera militare, distinguendosi come brillante e colto ufficiale medico: di temperamento rigido fu il vero militare scrupoloso e rigoroso, obiettivo, intransigente, ligio al suo dovere.

Conosciuta durante il servizio militare la Sig.na Gina De Renzi, figlia del generale medico Giuseppe De Renzi, la sposò rinunziando alla carriera militare.

Per diversi anni esercitò la professione in Paternopoli, paese di origine di De Renzi e si trasferì poi a Stigliano dopo la morte del fratello Samuele, ricoprendo la carica di ufficiale sanitario del comune.

Venne a morte anche lui, come il fratello Samuele, dopo lunga penosa malattia lasciando tre figli di cui il primo, già laureato in medicina: Mario.

Purtroppo dobbiamo lamentare la morte immatura di due dei suoi figli: Mario ed Eugenio.

Superstite, il secondo dei suoi figli, Alfredo, ora pensionato dopo un lungo periodo di lodevole insegnamento.

Ed ora ricordiamo le tre figlie di mio nonno Don Francesco Salomone.

La prima, Mariantonia, era il ritratto del padre: intelligente, autoritaria, ebbe per diversi anni dopo la morte dei genitori, il governo della casa, ri-spettata e direi temuta dai fratelli per i quali fu la vera capo – famiglia, occupandosi di tutto e di tutti.

Fu quella che mi “ebbe in consegna” appena orfano di cinque giorni dalla mia nascita, e coadiuvata dalla sorella Margherita, mi crebbe.

La sua vita si svolse nell’ambiente familiare per il quale ebbe un vero culto.

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Morì all’improvviso mentre preparava il pranzo serale per le donne tornate dalla vendemmia.

***

La sorella Margherita delle tre, visse modestamente occupandosi di fac-cende domestiche.

L’altra sorella, Caterina, sposò il veterinario Domenico Meo di Tricarico.

Ebbe tre figli: due maschi e una femmina. Quest’ultima morì giovanissima.

Figura 34 Brigida Salomone fu Francesco, Alfredo Salomone, Gen. Giovanni Salomone, Gabriella Salomone fu Francesco, Marisa De Mola, Cristina Laraia, Samuele Salomone, Gen. Antonio Salomone, Rosanna Salomone.

Seduti: Antonio Salomone fu Francesco, Pina Salomone fu Alfredo, Enzo e Nicola Salomone fu Luigi.

Il primo dei fratelli rimase scapolo e fu Commissario di P.S.; il secondo, ammogliato, senza figli, entrò anche lui nella P.S., ma ben presto, colpito da una lunga malattia, fu pensionato.

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È morto pochi anni addietro.

Dopo aver enunciato le notizie sulle prime quattro generazioni dei Salo-mone a Stigliano, non a tutti note, anche a quelli della mia generazione, che è la quinta, e pas-sata in rapida rasse-gna qualcuna riguar-dante noi ultimi fer-matici a Stigliano, non mi resta che de-volvere a qualcuno dei nostri posteri, la rac-colta di eventuali ulteriori notizie degne di essere prese in considerazione.

Noi vecchi conside-riamo con rammarico lo scomparire della nostra famiglia da Stigliano, perché purtroppo io debbo considerarmi l’ultimo dei Salomone che conclude la sua vita a Stigliano, in quanto pure mio figlio Nico-la, attualmente qui con me, dopo la mia morte ormai prossi-ma, andrà certamente altrove.

Ai miei familiari prossimi e lontani, non mi resta che augurare quanto di meglio possano desiderare, senza derogare dal retto sentiero sul quale, per tradizione vennero immessi, e che tuttora decorosamente percorrono.

Dai nostri antenati non ereditammo emblemi arcadici o grandi ricchezze,

Figura 35 Luigi Salomone fu Alberto tra Maria e Gina Salomone fu Alfredo.

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ma solo la qualifica di laboriosi, onesti lavoratori.

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Ai miei genitori,

A mia moglie ed ai miei figli,

che tanto mi hanno dato

ed insegnato.

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Luigi Salomone fu Alberto

Marconia, 03 ottobre 2007 - 09 marzo 2008

FAMIGLIA SALOMONE DOPO STIGLIANO

Figura 36 Stemma di Pisticci (MT)

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INTRODUZIONE

Nel lontano 1975, Zio Ciccillo, fratello di mio padre, fece dono a tutti noi, suoi parenti, di un Suo lavoretto dattiloscritto, compilato nell’arco di alcu-ni anni, nel quale aveva riordinato, le poche, ma sufficienti notizie, sulla nostra Famiglia in Stigliano, da lui assunte, per la maggior parte, dallo zio Giovanni Salomone, fratello del suo omonimo nonno paterno, a partire dal capostipite Francesco Salomone, medico, capitato a Stigliano verso la fine del 1700, prove-niente, così come riferitogli, da Casoria (NA), suo paese d’origine, dal quale era stato costretto a sloggiare insieme ad altri fratelli, per ra-gioni imprecisate.

In questo suo “Noti-ziario”, Zio Ciccillo mentre si è dilungato nel darci notizie det-tagliate, così come apprese e a tutti non note, sulle prime quattro generazioni dei Salomone in Sti-gliano, si è limitato, invece, a pochissime, rudimentali notizie, sulla sua generazione (la quinta), ritenen-dole da tutti note, ed ha terminato la sua Cronaca, auspicandosi che, per l’avvenire, qualcuno dei discendenti della Famiglia, raccogliendo il “testimone”, avrebbe completato il suo Notiziario, con una ulteriore raccolta di “Notizie” sulle successive generazioni dei Salomone.

***

Figura 37 Francesco Salomone “Ciccillo” fu Nicola (1886-1978

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Voglio io, a distanza di molti anni dalla morte di Zio Ciccillo, prendermi l’onere di esaudire questo suo desiderato.

Prima, però, di mettere nero su bianco e di accingermi alla narrazione di fatti e notizie, a mia diretta conoscenza, sui successivi discendenti della Famiglia Salomone a partire proprio dalla quinta generazione e sino a quella odierna, ho ritenuto, - nei brevi periodi di riposo professionale e di ozio domenicale -, dedicare il mio tempo, alla compilazione di un nuovo e più completo Notiziario, nel quale inserire, per dapprima, nella sua veste integrale ed originaria, l’opuscolo dattiloscritto “Famiglia Salomone in Sti-gliano” di Zio Ciccillo Salomone, nonché, l‘ “Albero genealogico della fami-glia Salomone”, ricostruito con meticolosità certosina e redatto il 15 febbra-io 2005 in Bologna, a cura di mio cugino Francesco Salomone, e, quindi, per ultimo, aggiungere a questi lavoretti, con un collage, questa mia più recente raccolta di Notizie sulle successive generazioni dei Salomone, con l’intento di far tenere un Notiziario, il più completo possibile, ai miei figli ed agli altri congiunti, discendenti da questa antica, laboriosa ed onesta Famiglia di Professionisti.

***

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Figura 38 Figura 39 Cartolina di Pisticci (MT)

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L’ALBERO GENEALOGICO DELLA FAMIGLIA SALOMONE

A cura di Francesco Salomone

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Secondo le notizie forniteci nel suo opuscoletto da Zio Ciccillo - da lui assunte dallo Zio Giovanni -, il capostipite in Stigliano della Famiglia, dott. Francesco Salomone, avrebbe avuto le sue origini in Casoria, nel napoletano.

Così, per anni, si è sempre ritenuto in Famiglia.

Però, a seguito di ulteriori indagini e ad un più accurato esame, compiuto molto di recente su documenti originali, quanto riferitoci da Zio Ciccillo sul paese di origine (Casoria) del nostro Capostipite in Stigliano, dott. Francesco Salomone, si è appalesato del tutto inesatto ed erroneo.

Infatti, esaminando attentamente il Diploma della Laurea in Medicina, conseguita da questo nostro Capostipite nel 1783 presso l’Università di Salerno, scritta su carta pergamena (del cui originale è in possesso, - così come di altre numerose lauree dei successivi discendenti -, mio cugino Enzo Salomone, attualmente Notaio in Napoli), si è con sorpresa potuto constatare che il nome su detto “atto” riportato, come paese di origine di questo nostro Capostipite, (sia pure con una scrittura poco chiara e leggi-bile), non è Casoria, bensì Casolla o Caselle, nel Salernitano, all’epoca facente parte del Principato Citeriore del Regno di Napoli.

Figura 40 Particolare Diploma di Laurea di Francesco Salomone del 1783 (collezione Enzo Salomone - Napoli)

Quindi, il paese di origine del nostro Capostipite in Stigliano, va individu-ato in quello che viene indicato sulla Laurea (Casolla o Caselle) e cioè, l’attuale Caselle in Pittari, Comune della Campania in provincia di Saler-no.

Sul Diploma di Laurea, infatti, pur se scritto con inchiostro ormai alquan-to sbiadito, il nome del paese che si riesce a malapena a leggere, é “Casolla” o “Caselle”.

Va precisato poi che, sempre sul detto Titolo di Laurea, subito dopo il nome del paese, è poi scritto a chiare lettere che esso è in “Prov. Principatus

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Citerioris huius Regni Neapolis”: cioè, nel Salernitano e non già nel Napole-tano, dove trovasi invece Casoria.

L’origine, quindi, del nostro Capostipite in “Casolla” o “Caselle” è perciò comprovata, come dicevano i latini, per tabulas.

Si viene così anche a spiegare il perché del conseguimento della Laurea, da parte del nostro Capostipite in Stigliano, presso la Università di Salerno, nel cui ambito territoriale ricadeva appunto Caselle o Casolla e non presso la Università di Napoli, città questa molto vicina a Casoria: cioè la vici-nanza del paese all’Università di Salerno,città peraltro molto rinomata proprio per la sua “Scuola Salernitana di Medicina”.

***

Di recente, con mio figlio Fabio, abbiamo concentrato la ricerca sul paese di origine della famiglia Salomone, indirizzandola proprio su Caselle in Pittari in provincia di Salerno, col fine di accertarvi la eventuale presenza di “Salomone”.

Questa ricerca è stata resa possibile, anzi facilitata, facendo ricorso all’odierno strumento informatico che è il computer ed ai collegamenti tramite internet.

Ebbene, l’esito di questa nostra ricerca, è stato positivo.

Abbiamo, infatti, accertato che, nel corrente anno di grazia 2008, a Caselle in Pittari, risultano ben nove famiglie con il cognome Salomone, ed altre con il cognome Salamone.

E, anche in queste famiglie di Caselle, vi sono alcuni che hanno lo stesso nome che ricorre nella nostra famiglia.

Risulta, infatti, esserci anche un “Francesco Salomone”, dipendente del Comune di Caselle.

Abbiamo rintracciato, ancora, uno studio sull’emigrazione degli abitanti di Caselle verso le Americhe, compiuto dal Prof. Vincenzo Lovisi, nel quale è detto che:

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Figura 41 Diploma di Laurea di Francesco Salomone del 1873 ( Collezione Enzo Salomone - Napoli)

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“nel 1921, Caselle aveva 1695 abitanti, dei quali 1544 presenti e 151 emigrati” in quanto “l’emigrazione continuava ad essere l’unica alter-nativa alla perduranti <deplorevoli> condizioni economiche e “che ne-gli anni fra il 1928 ed il 1930”, molti abitanti di Caselle emigrarono nelle Americhe e che, “nel 1930 emigrarono a New York” - tra gli altri - “Antonio Pellegrino di Giuseppe e Grazia Salomone di Michele”.

Ebbene i nomi “Grazia” e “Michele”, sono ricorrenti anche tra i nostri avi di Basilicata.

Abbiamo ancora rilevato che Caselle in Pittari, è un comune di 2.024 abi-tanti della provincia di Salerno e che trattasi di un paesino sito nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, arroccato su una collina a 444 m. s.l., sovrastato da una torre medioevale, vicino al pietroso Monte Pittari, che tra l’altro ha contribuito al nome del paese ed è molto vicino alla Basi-licata.

Inoltre, avendo il nostro capostipite conseguito la laurea in Medicina pres-so la Università di Salerno, rinomata ab antiquo proprio per la “Scuola Medica Salernitana”, abbiamo esteso in questa direzione le nostre ricerche, conseguendo un risultato sorprendente ed inaspettato e, cioè che il co-gnome “Salomone” esiste nel Salernitano sin dall’anno 1000.

Ed invero, nel volume “Storia documentata della Scuola Medica di Saler-no” - per Salvatore De Renzi - Seconda Edizione - edita a Napoli nel 1857 presso lo Stabilimento Tipografico di Gaetano Nobile, l’autore, a pagg. 210-211, nel dare notizie su Pietro Siciliano Medico (anno 1054 al 1075), parla di

“un Diploma conservato nell’Archivio della Cava (Arca XVIII n. 114) e da noi esaminato, scritto ai tempi del Conte Ruggiero, nell’anno 1102”

e dice che questo

“documento è importante ancora perché ci dà notizia di un Romualdo Salomone, certamente Salernitano, e probabilmente implicato nella

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Figura 42 Copertina del volume “Storia Documentata della Scuola Medica di Salerno”- 1857 - Harvard College Library

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congiura di coloro che uccisero nel 1053 Guaimario III padre di Gi-sulfo, e però ne dovè avere come gli altri confiscati i beni.

Or questo Romualdo potrebbe riguardarsi come antenato di quel Mat-teo SALOMONE, il quale insegnava medicina in Montpellier un se-colo dopo, e da Egidio di Corbeil fu riguardato come sostegno di quella scuola”.

Sempre nella detta “Storia Documentata della Scuola Medica di Salerno”, l’autore indica tra i medici della scuola medica salernitana Matteo Salo-mone (pagg.320-321):

47. MATTEO SALOMONE (ANNO 1170)

Io non avea riportato fra’ Maestri Salernitani questo Matteo Salomo-ne, perché Egidio di Corbeil lo cita come Medico che illustrava la Scuo-la di Montpellier a’ suoi tempi; comunque il modo stesso come lo cita, faccia conoscere che dovea essere uno straniero in Montpellier, e che dovea appartenere alla Scuola di Salerno, perché lo stesso Egidio lo cita in mezzo a’ Maestri di quella Scuola.

Ecco i versi: (De comp. med. Lib. I. ver. 445-451)

Qui trahit a docto nomen Salomone Mathaeus, Qui nitet eloquio, qui mentis acumine pollet, Suscipiat placido Salomon mea carmina vultu, Et se noscat in his : sua condimenta saporet, Melque suum sugat, quod vasa novella propinant; Quo Pessulanus nisi Mons autore niteret, Iamdudum physicae lux eclipsata fuisset.

Ma ora ogni dubbio è dissipato, ed un Codice della Bodlejana di O-xfort è venuto a provare che Matteo Salomone era Salernitano, ed era stato chiamato a professare in Montpellier: onde Egidio che era così ri-conoscente alla Scuola di Salerno, e poco benevolo per Montpellier, dice che la Scuola di questa Città da gran tempo si sarebbe eclissata ove un Medico Salernitano non vi fosse stato chiamato a sostenerne lo splen-dore. Aggiungasi che anche il nome viene in conferma di ciò, assumen-

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do i Salernitani in preferenza il nome di Matteo dal loro Santo Protet-tore.

Quel che prova ciò evidentemente e restituisce a Salerno il Matteo Sa-lomone tanto lodato da Egidio, è un Codice della Bibliot. Bodlejana E. Musaeo n. 228 fol.1 .- Questo contiene una copia dei soliti versi della Scuola Salernitana, con una conchiusione di 32 versi, nei quali cita i Maestri Salernitani contemporanei ...

Figura 43 Foto di Caselle in Pittari (SA)

Imperocché nomina come moderni tutt’i Maestri di quella Scuola, che sono lodati da Egidio di Corbeil.

Essi sono Mauro, Matteo (Plateario), Pietro (Musandino), Ursone, Salomone.

Questa è prova evidente che Salomone era Salernitano e Maestro della

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Scuola. Ecco i versi che lo riguardano:

Mauris, Mathaeus, Salomon, Petrus, Urso, moderni Sunt Medici, per quos regnat medicina Salerni.

Abbiam detto precedentemente che la famiglia Salomone era Salerni-tana (pag.211) e trovasi ricordata ne’ nostri Archivii, come quel Ro-mualdo Salomone a cui appartenevano i beni che Gisulfo donò a Pie-tro Siciliano Medico. Forse il Salomone era stato espropriato de’ suoi beni per essersi trovato implicato nella congiura per la quale fu ucciso il Principe Guaimario.

***

Figura 44 Ritorno dalla caccia: da sinistra in piedi: Ettorino, Espedita, Enrica Musti, Nicola, Teresa, Giuseppe Viggiani, Raffaele, Leonardo Vitelli, Alberto, Amalia, Roberto (Bologna).Sotto: Gabriella (domestica) Francesco

Saverio, Anna Maria, Antonio, Teresa (Bologna) Egle Autera, Pino (Bologna)

Questo pellegrinaggio nell’antico passato, il più remoto possibile, sul luogo d’origine della Famiglia Salomone, è venuto a supportare, a riprova e con-

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ferma, la nostra più recente tesi, e cioè che la famiglia Salomone ha origine nel salernitano (Caselle in Pittari) e non nel napoletano (Casoria) come riferito da Zio Giovanni Salomone a Zio Ciccillo, autore del primo mano-scritto sulla Famiglia Salomone in Stigliano.

***

Fatto questo breve excursus sul reale paese di origine del nostro Capostipi-te in Stigliano, Dott. Francesco Salomone, mi accingo ora alla stesura delle ulteriori e più recenti notizie sulla nostra Famiglia, prendendo le mosse proprio dalla quinta generazione dei Salomone in Stigliano.

Per inciso, mi corre qui l’obbligo di ricordare che, in questo paese, io ho trascorso, nella Casa avita, proprio i primi anni della mia fanciullezza fino al compimento, nel giugno del 1940, dei miei studi di quinta elementare, affidato alla custodia e di mia nonna, la nobildonna Teresa Franchi di Pisticci, vedova da molti anni (sin dal 1927) dell’On.le Nicola Salomone, e dei carissimi zii Luigi Salomone ed Antonietta Mazzei, che per me sono sempre stati, l’uno Maestro, che ho tenuto come esempio, nell’intero arco della mia lunga attività professionale di avvocato, che esercito ancora alla veneranda età di 77 anni e l’altra, più che una zia, una vera seconda Madre e Maestra-Educatrice. Zia Antonietta, infatti, negli anni di mia perma-nenza in Stigliano, ha avuto cura di me, financo a scuola, tenendomi nella classe in cui insegnava come maestra elementare assieme ai propri alunni, pur risultando io iscritto, ufficialmente, nel Registro di classe di altra inse-gnante, la Maestra elementare Sig.ra Mastronardi (madre di un carissimo amico, il Dott. Mario Madio, che è stato Notaio in Matera ed a me sem-pre molto affezionato).

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La mia permanenza in Stigliano, durata oltre cinque anni nell’avita Casa Palazziata - (dove di recente l’Amministrazione Comunale di Stigliano ha posto una lapide in onore di mio nonno, l’On.le Avvocato Nicola Salomo-ne, ritenuto uno dei Grandi Meridionalisti Lucani1), pur se avvenuta nei lontani anni della mia fanciullezza, mi ha con-sentito di frequentare e conoscere tutti i ne della quinta genera-ne e mi consente, perciò, ora, di poter dare su scuno di essi le notizie più salienti, a me note, vamente alla loro nalità, alla professione esercitata da ognuno, al loro carattere e tempera-mento e soprattutto, al patrimonio - da tutti ditato e poi trasmesso ai propri discendenti -, di professionisti laboriosi ed onesti, sparsi ormai nelle varie regioni d’Italia, ove hanno svolto o svolgono, per quanto riguarda in particolare i discendenti di mio nonno (l’On.le Nicola Salomone) le loro

1 Cfr. Benito Urago “Nicola Salomone nella storia di Stigliano e della Provincia di Basilicata tra la fine dell’Ottocento e l’avvento del Fascismo”, Nicola Bruno Editore: «Nicola Salomone fu tra i professionisti e politici negli anni a cavallo tra la fine dell’800 e i primi del ‘900. Si era assunto il compito di gareggiare con la borghesia del luogo appartenendo alla nuova generazione. Della schie-ra degli uomini nuovi, quando decollavano le prime iniziative di organizzazione civica, spinto da apprezzabili ambizioni politiche incoraggiate dalla Legge elettorale Depretis. Studioso impegnato a movimentare l’azione politica della seconda metà del secolo, mirante al riscatto delle popolazioni locali rimaste fino allora ai margini della vita nazionale».

Figura 45 On. Nicola Salomone fu Francesco

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attività professionali in Napoli (i figli dei defunti zii Francesco e Luigi), in Roma (le figlie del defunto zio Enrico), in Bologna (i figli del defunto zio Ettore) ed in Pisticci, Matera e Taranto i numerosi miei fratelli, figli di Alberto, pur esso da molti anni passato a miglior vita.

Vi dirò subito, per prima cosa, che segni distintivi e caratteristi-ci dei Salomone, al-meno fino alla quinta generazione, quasi quali emblemi araldici, sono stati due: naso aquilino alquanto ac-centuato ed orecchie a sventola.

Per fortuna, queste caratteristiche somati-che dei Salomone, non si sono trasmesse in eredità, a tutti gli o-dierni loro discenden-ti.

In particolare, il segno distintivo e peculiare, marcatamente comune a tutti (tranne poche eccezioni, tra cui io) è sempre stato e continua ad essere, l’atavica, smisurata passione per la cac-cia, come una malattia ereditaria, trasmessa da padre in figlio, da genera-zione a generazione.

Basti pensare che zio Ciccillo, anche lui colpito sin da giovane dal virus della passione per l’attività venatoria, quando ormai vecchio non riusciva più a vedere con l’occhio destro, fece apportare da un esperto armaiolo una modifica al calcio del proprio fucile calibro 12, in maniera tale che gli si potesse consentire, agevolmente, di prendere la mira con l’occhio sinistro,

Figura 46 Luigi Salomone fu Nicola (1899-1978

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con il quale riusciva ancora a vedere bene e, poter così continuare ad anda-re a caccia senza problemi.

***

Come innanzi prean-nunciato, la presente raccolta di “Notizie” sui discendenti della Fami-glia Salomone, prende le sue mosse dalla quin-ta generazione ed inizia, perciò, proprio dall’autore - il Dott. Francesco Salomone fu Nicola (zio Ciccillo) che ci ha fornito le pri-me Notizie sulla Fami-glia Salomone in Sti-gliano, dal Capostipite ai suoi discendenti.

***

Dott. Francesco

Salomone fu

Nicola, detto zio

“Ciccillo” (1886 - 1978)

Zio Ciccillo, così veniva familiarmente chiamato, nacque nel 1886, dall’unione dell’ On. Nicola Salomone con la N.D. Mariannina Marazita, sposata in prime nozze nel 1885 e deceduta nel 1886, lasciando orfano questo suo figlio appena cinque giorni dopo la sua nascita e vedovo, un marito, giovane professionista poco più che trentenne, che solo dopo dodi-ci anni di vedovanza, si sposò in seconde nozze nel 1898, con la Gentil-

Figura 47 Enrico Salomone fu Nicola (1901-1956)

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donna Teresa Franchi di Pisticci, dalla quale ebbe cinque figli, tutti ma-schi: Luigi, Enrico, Alberto (mio padre), Riccardo ed Ettore: tutti e sei cresciuti “nella più schietta ed affettuosa convivenza”, rimasta sempre im-mutata, anzi, accresciuta nella tarda età.

Ricordo chiaramente come i suoi cinque fra-telli lo trattavano, a-vendo sempre nei di lui confronti, un rispetto riverenziale.

Non li ho mai visti mancare di una visita nella sua casa in Sti-gliano, sia in occasione delle festività natalizie che di quelle pasquali, e lui, ricambiava sempre queste fraterne atten-zioni con un dono spe-ciale per ciascuno: uno scatolone pieno di pac-chi della rinomata pasta di Stigliano che all’epoca veniva prodot-ta dall’altrettanto rino-mato Pastificio Sarub-bi, l’una e l’altro ormai, da tempo non più esi-stenti.

Mai uno screzio od un alterco vi è stato tra di loro: solo una vera, effettiva, duratura, affettuosa fratellanza.

Ricordo, in particolare, come i loro rapporti diventavano veramente ancora più vivi, allorché potevano incontrarsi e stare insieme per qualche tempo in occasione delle sortite di caccia, cui tutti loro partecipavano, a volte assie-

Figura 48 Alberto Salomone fu Nicola (1903/1981)

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me anche ai cugini. In un inverno che fu molto nevoso, ricordo, li vidi partire anzitempo, pri-ma dell’alba, dal nostro vecchio Casino Franchi di San Gaetano in agro di Pisticci, per una battuta di caccia tra i “pelosi” e gli acquitrini di San Basi-lio-Mare.

Finita la battuta di caccia, ritornarono per il pranzo, a pomerig-gio inoltrato, alquanto inzaccherati ma con i cofani delle automobi-li ricolmi di selvaggina acquatica, ritardando il momento del pran-zo con le loro discus-sioni animate, intenti a rimproverarsi, nono-stante gli abbondanti carnieri, delle occasio-ni mancate per i colpi andati a vuoto, con una puntigliosa elen-cazione del numero di “padelle” fatte da o-gnuno e vantando la bontà delle marche delle cartucce di cui erano ricolme le ri-spettive cartucciere ed i taschini portacartuc-ce delle giacche da caccia.

***

Ma ritorniamo a zio “Ciccillo”.

Laureato in Medicina e Chirurgia è stato, continuando la tradizione di famiglia, ottimo medico, molto stimato e tenuto in considerazione non

Figura 49 Riccardo Salomone fu Nicola (1906-1967)

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solo dalla sua numerosa clientela ma proprio da tutta la cittadinanza di Stigliano, ove ha esercitato la professione medica quasi sino alla sua morte, con l’assillo ed il rammarico di vedere scomparire la Famiglia Salomone da questo Paese, considerandosi l’ultimo dei Salomone che concludeva la sua vita a Stigliano, e paventando che anche suo figlio Nicola, che viveva con lui, dopo la sua morte che sentiva ormai vicina, sarebbe andato certamente altrove.

Partecipò alla prima guerra mondiale del 1915/18, come ufficiale medico, sempre in prima linea e per tutta la sua durata: fu pluridecorato, con tre medaglie di bronzo, una croce di guerra ed altre medaglie e, ricevette numerosi encomi.

***

Dalla Sig.ra Michelina Mazzei, di Calvello, sua moglie, ha avuto sei figli, due maschi e quattro femmine: Mariannina, Nicola, Brigida, Dome-nicantonio, Maria e Ga-briella.

Di questi sei figli di zio Ciccillo, ne sono rimasti in vita solamente tre ed essi, sono ora, anche in età avanzata: Nicola, Domenicantonio e Gabriella.

***

Mariannina Salomone fu Francesco (1917 - 1962)

Figura 50 Ettore Salomone fu Nicola (1908-1983)

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la figlia più grande, nata nel 1917, laureata in Farmacia, e che è venuta a mancare nel 1962, ancora nel pieno vigore dei suoi anni, all’età di 45 anni;

***

Nicola Salomone fu Francesco

il primo dei figli ma-schi, nato nel 1919, laureato in Matema-tica e fisica, attual-mente in pensione, ha raggiunto la vene-randa età di 88 anni, ed ha continuato a vivere a Stigliano, per fugare i timori pater-ni della scomparsa della Famiglia da Stigliano, sino a qualche tempo fa, in quanto costretto, per l’età e le condizioni di salute, a raggiungere a Napoli i fratelli superstiti, Antonio e Gabriella, con i quali però ritorna spesso a Stigliano per sog-giorni a volte brevi e, a volte, lunghi, di estate, oltre che in occasione di festività e nei primi di no-vembre per il culto dei morti.

Dopo aver prestato servizio militare nel secondo conflitto mondiale, ritor-nato a Stigliano si è dedicato all’insegnamento di matematica e fisica, trat-tando con severità gli allievi distratti e premiando gli studiosi, con lusin-

Figura 51 Riccardo Salomone fu Nicola (1906-1967)

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ghieri - meritevoli apprezzamenti verbali.

Anche lui con il naso aquilino ed orecchie a sventola (emblema di fami-glia) e, con la passione dell’arte venatoria e dei buoni cani da caccia dei quali ha sempre avuto una cura puntigliosa.

Intelligente, scrupo-loso nell’insegnamento della sua disciplina, intransigente e con un carattere forte, non ha mai avuto peli sulla lingua, non curandosi mai di nascondere la propria insofferenza alle pre-potenze di arrivisti e sfruttatori e di nuovi ricchi o potenti - tali divenuti solo per meriti politici.

Con l’avanzare degli anni, Nicola ha an-che acquistato un fondicino olivetato, in località “Cersolla”, nelle immediate vici-nanze di Stigliano, ed ha perciò incomin-ciato ad occuparsi, in maniera lodevole, anche di agricoltura, curandolo appassio-natamente, piantandovi di tutto (un vigneto e piante di frutta di ogni gene-re) e creando in esso anche un impianto di irrigazione, studiato nei minimi particolari e facendo ricorso, mediante un sapiente convogliamento, alla raccolta delle acque piovane e, producendo in buona quantità, per consu-

Figura 52 Enzo Salomone fu Luigi

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mo familiare, vino ed olio di ottima qualità.

Questo fondo però, se è stato per lui fonte di compiacimento per i miglio-ramenti saputi apportare ad esso con vera perizia tecnico-agraria, con gli invidiabili impianti fruttiferi effettuati con vera competenza in un fondici-no di modestissima superficie, per altro verso, è però stato per lui, anche fonte di traversie ed inconvenienti, a causa dei soprusi per sconfi-namenti in suo danno perpetrati dai proprie-tari dei fondi finitimi, tant’è che l’hanno costretto a far ricorso all’autorità giudiziaria per difendere, con i denti, questa modesta sua proprietà, da lui migliorata con lavori di profonda trasfor-mazione e migliora-menti saputi apporta-re con competenza più che provetta, in una zona pietrosa ed im-pervia.

***

Brigida Salomone fu Francesco (1920 - 1973)

nata il 1920, laureata in Farmacia. Ha esercitato con passione questa sua professione. È morta ancor giovane, nel 1973, lasciando nello sconforto più profondo il padre, colpito ancora una volta negli affetti più cari, per la immatura scomparsa di quest'altra figlia.

Figura 53 Nicola Salomone fu Luigi (1936-1999)

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Figura 54 Nicola ed Enzo Salomone fu Luigi sul Calesse alla festa di S. Leonardo.

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Domenicantonio Salomone fu Francesco

(in famiglia chiamato solo Antonio), nato nel 1923. È laureato in Econo-mia e Commercio. Ha vissuto quasi sempre a Napoli, dove ha fatto anche una discreta fortuna, esercitando con professionalità la sua attività di commercialista e di Revisore dei Conti.

Di lui posso dirvi ben poco, in quanto i rapporti non molto frequenti, all’infuori dei pochi incontri con lui da me avuti come avvocato, per una causa intentata nei confronti della Banca Popolare del Materano, risoltasi peraltro positivamente ed a seguito di transazione stragiudiziale.

***

Maria Salomone fu Francesco (1927 - 1999)

nata nel 1927, laureata in matematica e fisica, anch’essa è venuta a mancare prematuramente nel 1999;

***

Gabriella Salomone fu Francesco

l’ultima figlia, nata nel 1928, maestra elementare. Donna di una squisita signorilità e, con un culto della famiglia senza limiti, dote questa ereditata dal padre.

Vive attualmente a Napoli assieme ai fratelli Nicola ed Antonio, che assi-ste amorevolmente e dai quali riceve altrettanta affettuosa cura.

***

Spulciando fra le tante fotografie di famiglia, conservate da mia sorella Amalia, ho trovato tra le altre, oltre a quelle dei miei genitori e dei miei fratelli, anche le foto di vari zii e parenti nonché una foto istantanea delle cugine Maria e Gabriella figlie di zio Ciccillo, fatte tanti anni fa, nella no-stra campagna di San Domenico, assieme alle mie sorelle Teresa ed Ama-lia.

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E, proprio questo ritrovamento, nella casa di mia sorella , di molte fotogra-fie dei “Salomone”, mi ha portato alla decisione di corredare, questa mia raccolta di notizie, con la riproduzione di alcune di queste foto ritrovate, perché non venga dispersa la memoria delle persone raffigurate.

***

Sino a quando zio “Ciccillo” è stato in vita (è venuto a mancare nel 1978), anch’io, ogni qualvolta mi sono recato a Stigliano per ragioni professionali, non ho mai mancato di andarlo a visitare e salutare, accolto sempre con piacere ed affettuosamente.

Mi riceveva in quel salottino ove, chi entrava vedeva subito di fronte tro-neggiare, con gran risalto, un dipinto ad olio, a tutt’altezza da terra, raffi-gurante Sua Madre, la N.D. Mariannina Marazita.

***

L’On. Nicola Salomone fu Francesco (1855-1927)

Non ho conosciuto mio nonno, l’on.le Nicola Salomone, perché morto nel 1927 tre anni prima che nascessi, ma ho potuto, col tempo, apprezzare appieno, con la lettura dei suoi scritti, non solo le sue doti di capacità intel-lettuale e di professionalità di avvocato e di Notaio, ma, anche di Uomo politico, in quanto é stato tra i primi “Meridionalisti” della Basilicata a porre all’attenzione del Governo dell’epoca, la Questione Meridionale2.

2 Nel convegno tenutosi a Matera il 29 gennaio 2003, lo scrittore lucano, Giovanni Caserta, nel proprio intervento intitolato «Giuseppe Zanardelli: un viaggio nella terra in cui la pazienza fu più grande della miseria (14-30 settembre 1902)», narra la vicenda del viaggio di Zanardelli nel territorio lucano e cita, tra gli altri, quanto fece Nicola Salomone in quell’occasione: «… Nello stesso dibattito provinciale non si mancò, significativamente, di far riferimento polemico anche alle conquiste coloniali e agli stanziamenti finanziari per l’Abissinia, mentre nulla si faceva per l’Italia più povera. “Paragonateci, se volete, all’Abissinia -disse ad alta voce il consigliere Nicola Salomone-, ma venite a spendere fra noi parte di quello che andate a spendere e forse senza profit-to, in lontane contrade”» … «Pochi giorni dopo, il 3 ottobre, il Consiglio provinciale di Lucania-Basilicata, riunendosi, approvava un ordine del giorno che, su proposta dello stiglianese Nicola Salomone e del consigliere Severini rendeva omaggio, con telegramma, al Presidente, impegnandosi ad inviargli una tela del pittore venosino Andrea Petroni, “a manifestazione -si leggeva della grati-tudine della Provincia […] per l’opera che Egli era venuto a compiere […], con gravi sacrifici e con

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Egli fu uno degli uomini politici che ebbe un ruolo importante per indurre il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Zanardelli, al viaggio del 1902 per rendersi conto de visu delle tristi condizioni della nostra Basi-licata ed alla emanazione della Legge Speciale c.d. “Zanardelli”.

Figura 55 Nicola Salomone fu Alberto (a sinistra) e Ettore Salomone fu Nicola (a destra) in campagna a S. Dome-nico

Mio nonno, l’on.le Nicola Salomone, fu ancora l’uomo politico che, alla presenza del Re d’Italia, quale membro della Commissione del Consiglio Provinciale di Potenza, presieduta dall’on.le Carmine Senise e della quale facevano parte anche i Consiglieri provinciali Amodio, De Filpo e Laviano,

animo di alta solidarietà nazionale”. A stretto giro di posta, il giorno dopo, in data 4 ottobre, il Presidente rispondeva con altro telegramma, così scrivendo al presidente Vincenzo Lichinchi: “La dimostrazione singolare di estrema benevolenza da parte della rappresentanza di codesta generosa Provincia, dimostrazione annunciatami col Suo odierno telegramma, mi commuove profondamen-te. Essa è troppo largo compenso al dovere da me adempiuto; io terrò quel ricordo di Potenza, il quale mi viene con tanta concordia dal Suo consesso rappresentativo, fra le mie più preziose memo-rie. Ringrazio poi specialmente gli egregi consiglieri Severini e Salomone dell’affettuosa iniziativa, e Lei, chiarissimo signor Presidente, della gentile partecipazione”». (atti del Convegno “Zanardelli e la Basilicata. Cento anni dopo”).-

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Figura 56 Sul calesse il Giudice Libero Panetta e zio Luigi Salomone, sulla destra, in giacca e cravatta, con il figlio Enzo.

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ebbe a leggere la relazione sulle condizioni della Basilicata, meravigliando tutti per l’audacia e per il tono “polemico” della sua relazione.

E fu ancora lui che, nella tornata del Consiglio Provinciale dell’8 maggio 1908, ebbe a denunciare l’incuria del Governo Centrale e l’isolamento della Basilicata dalla rete ferroviaria e stradale ed al ministro Lacava, suo conter-raneo (di Corleto Petricara), più volte sottosegretario di Stato di diversi Ministeri, ricordava che se “egli poteva trasportarsi sino alla sua Corleto, in un veicolo qualsiasi”, lo doveva alle infrastrutture realizzate dal Consi-glio Provinciale e non già al Governo Centrale.

E la sua conclusione fu lapidaria: “Fummo sempre dimenticati”!

Fu Consigliere Provinciale nel primo decennio del 1900, venne eletto De-putato Provinciale e per parecchi anni fu Presidente della Deputazione Provinciale (carica che oggi è equivalente a quella di Presidente della Re-gione) e venne eletto Deputato al Parlamento per ben due Legislature.

Si laureò in Legge il 2 agosto 1877 presso la Regia Università di Napoli ed esercitò, dapprima, la professione di Avvocato.

Venne poi, con Decreto di Umberto I° - Re D’Italia del 17 giugno 1883, nominato Notaio con residenza nel Comune di Accettura, distretto di Matera.

Fu ancora notaio con sede in Cirigliano e poi a Stigliano, fino a quando andò in pensione.

Sposò in seconde nozze, la gentildonna Teresa Franchi di Pisticci, avendo da essa cinque figli, tutti maschi: Luigi, Enrico, Alberto (mio padre), Ric-cardo ed Ettore.

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Vi parlerò, perciò, ora, un po’ più diffusamente, proprio di questi miei

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Figura 57 Alberto Salomone fu Nicola (1903-1981) con sua moglie Enrica Musti (1901-1968)

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congiunti, iniziando proprio da quello a me più caro, Zio Luigi.

Luigi Salomone fu Nicola (1899-1978).

Nacque a Pisticci il 27/2/1899. Sposò l’Ins. Maria Antonietta Mazzei, di Stigliano, Maestra elementare, avendo da essa due figli, Nicola ed Enzo.

Conseguita brillantemente la laurea in Giurisprudenza, superò giovanis-simo il Concorso Notarile.

Come Notaio, ha esercitato questa professione dando sempre, in qualsiasi occasione, prova di una ineguagliabile capacità professionale ed una pro-fonda e non comune preparazione, oltre che dotato di sentimenti finissimi.

Uomo brillantissimo, di intelligenza vivace, era dotato di una carica e di un dinamismo impressionante, sempre instancabile.

Io l’ho sempre ritenuto, nell’arco di tutta la mia lunga attività professiona-le, come mio Maestro e Modello di esempio.

Grande era la sua capacità di risolvere, all’impronta, qualsiasi questione gli venisse prospettata dai clienti nell’esercizio della sua attività professionale di Notaio.

Zio Luigi aveva poi una grande capacità mediatrice tra le parti, quando doveva stipulare le convenzioni matrimoniali (i c.d. capitoli) ed i due grup-pi, quello della sposa e quello dello sposo, si presentavano già nello studio l’un contro l’altro armati.

Il rituale era il seguente: si presentava per primo, nello studio, il gruppo comprendente i genitori dello sposo, lo sposo, i fratelli e le sorelle di questi, i quali, dopo essere entrati nell’anticamera dello studio, prendevano posto accomodandosi su uno dei divani e sulle sedie posti a ridosso di una parete della stanza e lasciavano liberi l’altro divano e le sedie posti a ridosso dell’altra parete. Al centro della stanza v’era poi un tavolo tondo, con sedie.

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Figura 58 Alberto Salomone fu Nicola e la moglie Enrica Musti nella casa di campagna.

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Una delle donne che faceva parte del gruppo dei parenti dello sposo, aveva sempre, tra le mani, un foglio di carta nel quale erano elencati i pezzi del corredo e dei mobili che erano stati promessi alla sposa dai suoi genitori al momento dello scambio delle pro-messe.

Passati alcuni minuti dall’ingresso dello sposo e dei suoi pa-renti, si sentiva, poco dopo e chiaramente, il rumore dei passi dell’altro gruppo di persone, con la sposa che attraversava - in silenzio - l’atrio del portone, saliva le scale e giungeva sull’uscio dell’anticamera dello studio.

Una volta attraversa-ta la soglia di ingres-so dall’anticamera, il gruppo con la sposa salutava i presenti con un “buongiorno” all’unisono e, in silenzio, andava a prendere posto di fronte all’altro grup-po, sedendo sul divano e sulle sedie non occupati.

Per svariati minuti, nella sala d’attesa, non si sentiva volare una mosca e regnava il silenzio più assoluto.

Zio Luigi, che nel frattempo nello “studio” era occupato con altri clienti ai quali stava dando lettura dell’atto appena stilato, prima di porre termine alla lettura dell’atto, faceva una pausa e, avendo io già ultimato le mie con-suete mansioni, mi mandava in avanscoperta nella sala d’attesa, per pren-

Figura 59 Enrica Musti (1901-1968)

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dere nota, su un foglio, delle generalità complete di tutte le parti donanti e degli sposi, dei beni (mobili e immobili) che i genitori degli sposi intende-vano donare ai nubendi, del corredo della sposa e sua completa elencazio-ne, dei gioielli che venivano donati alla sposa nonché l’oro ed il donativo che lo sposo faceva alla sposa.

Al mio ingresso nella sala d’attesa si avvertiva, subito, latente e come una cappa, lo stato di elettri-cità e di tensione che v’era tra le parti.

Io iniziavo il primo ap-proccio, richiedendo dapprima le generalità dei genitori della sposa e quelle della sposa.

Indi, passavo alle genera-lità dei genitori dello sposo ed a quelle dello sposo.

E, fin qui, tutto scorreva liscio.

E nulla accadeva, neppu-re, quando richiedevo notizie sugli immobili che dovevano essere donati agli sposi dai ri-spettivi genitori.

Quando però richiedevo ai familiari della sposa l’elenco dei mobili, del corredo nuziale e dell’oro che doveva essere dato in donazione alla sposa, la madre di questa, che teneva fra le mani un foglio, nervosamente ne iniziava la lettura e la elencazione.

Figura 60 da sinistra Angelo, Francesco Saverio, Luigi Salomone fu Alberto; Mariannina Salomone fu Francesco, Rina Maiorca, Gabriella

Salomone fu Francesco, Amalia e Antonio Salomone fu Alberto)

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Le “donne” della famiglia dello sposo, seguivano attentamente la elenca-zione del corredo e dei mobili man mano che ne veniva fatta lettura, dando segni di approvazione con la testa.

Ad un certo punto, però, alla lettura di determinati capi del corredo, che non coincidevano con quelli “promessi” in dote, i familiari dello sposo, ed in particolar modo le donne, puntualmente insorgevano e, alzandosi tutte insieme, gridavano che non erano esatti i capi indicati e che si era venuti meno alla promessa, accompagnando questa loro protesta, spes-so e volentieri, anche con parole irripetibili.

Le donne, tutte sconvolte ed in piedi, si agitavano, e sembrava che da un mo-mento all’altro stessero per passare all’azione e menar di mani.

Per fortuna, il tavolo ton-do, che separava le due parti contrapposte e liti-ganti, faceva da “trentotte-simo parallelo”3 e nessuno osava superare quella linea, pur continuando a litigare ed a insultarsi.

Io raccoglievo il foglio con i dati e le notizie che avevo in precedenza richiesto e, quatto quatto, mi ritiravo nello studio dove zio

3 Il trentottesimo parallelo è la linea che ha segnato la divisione della penisola coreana in due na-zioni distinte alla fine della guerra di Corea, mezzo secolo fa.

Figura 61 In piedi da sinistra: Gabriella e Maria Salomone fu Francesco, Teresa e Amalia Salomone fu Alberto; seduti: Giuseppe

Salomone fu Eugenio e Raffaele Salomone fu Alberto

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Luigi non azzardava alcun commento, perché aveva sentito e capito tutto.

In questo caso, faceva uscire da altra porta le parti che avevano già stipula-to l’atto, faceva passare ancora un quarto d’ora e dava ai litiganti tutto il tempo che occorreva perché si sfogassero.

Non appena avvertiva che i toni tra le parti erano diventati meno accesi e si percepiva qualche pausa di silenzio, allora zio Luigi apriva improvvisamen-te la porta dello studio, salutava gli sposi ed i rispettivi familiari e, come se nulla fosse, chiama-va a sé gli sposi e le loro madri, dicendo loro che quello era un matrimonio che non si poteva man-dare in malora e che tutti dovevano fare, per gli sposi, un piccolo sacrificio, compreso lui che, a fin di bene e pro domo pacis, avrebbe loro concesso uno sconto sulle compe-tenze professionali: «…Vi faccio ri-sparmiare!».

Era questa una pa-rola “magica” che metteva fine al liti-gio.

Prendeva allora gli sposi per le braccia, spingeva le madri nello studio, invita-va quindi tutti gli altri ad entrare e si procedeva alla stesura dei “capitoli nuziali” senz’altro

Figura 62 Da sinistra in alto: Anna Maria Salomone fu Aberto, Teresa Salomone fu Ettore, Egle Autera. In ginocchio Antonio Salomone fu Alberto,

Francesco e Giuseppe Salomone fu Ettore.

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intoppo di sorta.

Zio Luigi ha esercitato l’ufficio di Notaio nella sua sede di Stigliano fino al 1963, epoca in cui chiese ed ottenne il trasferimento alla sede notarile di Giugliano in Campania, per raggiungere i due figli Nicola ed Enzo, stabili-tisi da tempo e permanentemente a Napoli per i loro studi, nella casa che avevano in Napoli al Vomero ed affidati alla cura ed assistenza di una donna di Stigliano, persona fidatissima e molto attaccata alla famiglia Salomone.

Zio Luigi, poi, non svolgeva la sua attività professionale solo a Stigliano, sua sede notarile, ma veniva richiesto per la ritenu-ta e rinomata sua ca-pacità professionale, da una vastissima clientela di molti paesi del materano, tra cui Pisticci, Craco, Mon-talbano Jonico, Tursi, Accettura, Cirigliano, Gorgoglione ed Alia-no, in ognuno dei quali aveva un fiducia-rio presso il quale si soffermava per riceve-re la clientela e per la stipula degli atti.

Dalla tempra instan-cabile, lavorava in qualsiasi ora, e questo capitava di norma, tutti i giorni.

I clienti, consci di affidarsi ad un professionista serio, capace e ben prepa-rato, lo aspettavano ovunque, senza recriminazioni di sorta, ed anche fino

Figura 63 Da sinistra: Michelangelo Di Bello, Luigi Salomone fu Alberto, Giuseppe Viggiani e Nicola Salomone fu Alberto.

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a tarda ora.

Per i suoi continui, quotidiani spostamenti, Zio Luigi si serviva di una “Balilla”, avendo come autista, dapprima, per molti anni, un tal Melchior-re, marchigiano, sta-bilitosi da tempo a Stigliano, dove aveva messo su famiglia. Dopo Melchiorre, ha avuto come autista, per molti anni anco-ra, tal Rinaldi Cle-mente di Stigliano.

Melchiorre, pur auti-sta provetto, era pe-rò, anche, un buon bevitore di vino: ed invero, in qualsiasi paese conduceva il Notaio, egli nell’attesa che questi terminasse la sua attività di stipula di alquanto numerosi atti notarili, aveva il vezzo di soffermarsi sempre, puntualmen-te, in una delle canti-ne del paese, per degustare qualche litrotto di buon vino (all’epoca, gli unici ritrovi erano soltanto le cantine e, non già, come oggi, i bar).

Ricordo che Zio Luigi, cui non era sfuggita questa “passioncella” di Mel-chiorre, per prevenire che costui si sbronzasse e che potessero verificarsi, dopo il “sorseggio”, al rientro a Stigliano, incidenti stradali durante la gui-da, aveva cercato di porvi riparo raccomandando caldamente ai cantinieri

Figura 64 In basso da sinistra: Riccardo e Alberto Salomone fu Nicola; Raffaele e Nicola Salomone fu Alberto e Ettore Salomone fu Nicola. Alle spalle

compagni di caccia

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di sua conoscenza e sui quali sapeva di poter fare affidamento, di non dare a Melchiorre più di un bicchiere di vino.

Questi però, venne comunque, e non dai cantinieri, a conoscenza di questo veto limitativo ed allora con una furbizia non comune, cercò, riuscendovi in pieno, di raggi-rare l’ostacolo ricorrendo al ben studiato sotterfugio di soffermarsi in tutte le cantine del paese, degu-stando in cia-scuna, così come “imposto”, un solo bicchiere di vino.

In questo modo, la parola data dai cantinieri al Notaio, era fatta salva e, la bevuta soddisfatta.

Come innanzi detto, altro auti-sta di zio Luigi, dopo Melchiorre, fu Clemente Rinaldi di Stigliano, rimasto alle sue di-pendenze sino al 1963, epoca in cui Zio Luigi si trasferì a Napoli.

Voglio ora qui ricordare che, durante l’ultimo conflitto mondiale, a zio Luigi riusciva molto difficoltoso, per le sue esigenze professionali,

Figura 65 Francesco Saverio fu Alberto e Pinuccio Romano alla Madonna del Casale

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Figura 66 Da sinistra: Enrica Musti, Francesco Saverio, Raffaele e Carmelina Cascella (di spalle), Anna Maria e Pinuccio Panetta, Amalia. In seconda fila: Antonio, Angelo (di spalle) e Virginia Panetta, Gabriella Cascella.

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raggiungere i vari paesi con la propria automobile, in quanto scarseggiava appunto, per motivi bellici, la benzina.

Zio Luigi, per ovviare a questo inconveniente e poter raggiungere i vari paesi per la sua attività professionale, fece dotare la sua Balilla di una gros-sa caldaia con accensione a legna, caricata con carbonella e carbone Koke, sistemata ed agganciata dietro il cofano.

Clemente, che guidava l’autovettura, procedeva alle seguenti operazioni: dapprima avviava l’accensione del motore con la poca benzina che teneva in una piccola tanica. Effettuata l’operazione della messa in moto, azionava una levetta che metteva in funzione la caldaia tenuta accesa con carbone e, una volta che la stessa aveva raggiunto la giusta pressione,ingranava la marcia e, finalmente riusciva a partire.

Questa caldaia, però, consentiva un’andatura normale ed a velocità mode-rata, solo in pianura e nei falsi piani, mentre nelle salite, quali quelle di Pisticci, era possibile il superamento della loro pendenza solo percorren-dole a marcia indietro, con notevoli sforzi e torcicolli del povero autista Clemente che doveva fare con la Balilla quasi quotidianamente tutte quelle operazioni.

***

Alla fine dell’ultimo conflitto mondiale, con l’arrivo degli Alleati nel nostro Meridione, zio Luigi venne nominato Sindaco di Stigliano dal Governato-rato Alleato del Materano, avendo anche frequenti contatti con un ufficia-le americano, tal Verderame, che fu spesso suo ospite nel “Casino Franchi” di San Gaetano in agro di Pisticci ed al quale piacevano moltissimo le rape lesse, con poco sale e condite con un filo di olio e limone e, addirittura, gli piaceva bere, gustandola molto, l’acqua in cui era state lessate le rape, rite-nendola medicamentosa e salutare.

Politicamente, fu di profonda fede liberale e anche grande estimatore (co-me tutti, del resto, in famiglia) di Francesco Saverio Nitti, Figlio di questa nostra terra di Basilicata, per essere nato a Melfi in provincia di Potenza.

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Questo Illustre Uomo politico Lucano, grande Economista e Uomo di Stato di primo piano, che durante il fascismo ebbe a subire un lungo esilio, prima in Svizzera e poi in Francia, dopo la caduta del fascismo e la fine dell’ultimo conflitto mondiale, una volta rien-trato in Italia nel 1945, volle fare, quasi subito, un giro politico nella sua Basilicata.

E difatti, il 14 maggio 1946 l’illustre Vegliardo, fu anche a Pisticci e fu ospite, con il suo nume-roso seguito di amici ed estimatori, nella nostra antica Casa, il Palazzo Franchi.

Qui, fu proprio zio Luigi a dargli il benvenuto con un brillantissimo discor-so e Nitti, nel ringraziar-lo dell’accoglienza e della ospitalità, volle nel suo discorso di commiato, ricordare l’amicizia che lo aveva legato al defunto On.le Nicola Salomone, parlamentare di fede nittiana che era stato, per lui, sempre un amico devo-to e leale.

Per inciso, voglio qui ricordare che mia Madre, proprio il giorno prima della visita di questo Illustre Ospite nella nostra avita “Casa Franchi”, ave-va dato alla luce il suo nono figlio e mio Padre, in onore dell’Illustre Ve-gliardo ospitato, volle porre a questo suo ultimo figlio il nome di Francesco Saverio.

***

Figura 67 Luigi Salomone fu Alberto

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Superata da me, nella sessione estiva dell’anno scolastico 1947/1948 la licenza liceale e, iscrittomi al primo anno della facoltà di Giurisprudenza, io divenni il pupillo di Zio Luigi.

Sin da allora mi affidò la cura dello studio in Pisticci, facendomi partecipa-re alla stesura degli atti notarili, dapprima sotto sua dettatura e, in un secondo tempo, facen-doli preparare e redige-re direttamente da me e di mio pugno: egli si limitava a dare lettura dell’atto da me predi-sposto alle parti contra-enti, in presenza dei testimoni (ove necessa-rio), sottoscrivendolo dopo le parti ed i testi-moni (ove richiesto e necessario il loro inter-vento e la loro presen-za), dandogli così il crisma di ufficialità quale atto pubblico.

Quasi tutti gli atti nota-rili stipulati a Pisticci da Zio Luigi, dal 1948 al 1963 (e molti, anche altrove), sono stati pre-disposti e scritti da me. Io provvedevo anche a fare la ricerca catastale dei beni, a richiedere e ritirare dall’Ufficio del Catasto i certificati catastali necessari per la stipula dell’atto che si andava di volta in volta a fare.

Lasciava anche a me la cura di predisporre e redigere i ricorsi di volontaria giurisdizione, i ricorsi di opposizione alla Commissione Mandamentale avverso gli avvisi di accertamento che venivano notificati alle parti dall’Ufficio del Registro di Stigliano con rettifica in aumento dei valori

Figura 68 Luigi Salomone fu Alberto

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dichiarati in atto.

Il suo desiderio è stato sempre che io, conseguita la laurea in giurispruden-za, avessi fatto e, con una buona e seria preparazione, vinto il concorso notarile.

Le cose, però, sono andate diversamente, in quanto la mia vocazione, pro-fondamente sentita, era quella di fare l’avvocato civilista, così come poi è avvenuto.

Grazie, comunque, zio Luigi, per quel-lo che mi hai inse-gnato e mi hai consentito, a mia volta di insegnare, nella professione forense da me in-trapresa, a mio figlio Fabio che ha seguito le mie or-me ed è pur esso Avvocato.

Sei stato per me, un formidabile Maestro di vita.

***

Nel 1949, verso la metà del mese di gennaio, zio Luigi, trovandosi nel periodo in cui doveva portare alla verifica dell’Ispettore dell’Archivio tarile i propri atti notarili, ebbe bisogno di aiuto per le operazioni di con-trollo di tutti gli atti soggetti a verifica, in modo che gli stessi fossero “a posto” e, quindi, poter evitare sanzioni pecuniarie, ove fossero state riscon-trate delle irregolarità.

Figura 69 Luigi e Antonio Salomone fu Alberto al cancello di S. Domenico

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Mi portò, a tal fine, a Stigliano e, quivi soggiornai per più di un mese, col-laborando assieme a zia Antonietta, al minuzioso controllo degli atti, già rilegati in volumi per annate e nu-merati pagina per pagina.

E, fu proprio du-rante questo mio soggiorno giovanile a Stigliano, che Zio Luigi compì 50 anni.

Egli festeggiò que-sta importante ricorrenza, con me e pochi amici inti-mi, l’Avv. Giovanni Tucci, l’Avv. Sal-vatore Peragine (questi, per moltis-simi anni, è stato anche Presidente della Provincia di Matera), l’Avv. Giuseppe Maffeo e il sig. Rocco De Marco, dipendente comunale, persona legatissima a zio Luigi ed alla fami-glia.

Dopo il lauto ed abbondante pranzo, accompagnato con molte libagioni del buon vino di San Gaetano, giunse il momento dei discorsi augurali e, in quell’occasione ebbi modo di apprezzare non solo la facondia, ma anche la cultura umanistica oltre che giuridica, di zio Luigi, che mi sorprese al-quanto, allorché nel ringraziare gli invitati degli auguri, infarcì il finalino

Figura 70 In primo piano: Annamaria Salomone fu Alberto; in secondo piano Amalia Salomone fu Alberto e Adelaide Sangiorgio.

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del suo discorso declamando versi di quel noto poeta crepuscolare che è stato Guido Gozzano: “Le rose che non colsi …”

Pur se da me deluso, per non aver avuto il piacere di vedermi notaio come egli fu e desiderava che io fossi, zio Luigi, ha avuto comunque la gioia di veder diventare tali entrambi i suoi due figli, Nicola e Enzo.

La sua morte, avvenuta nel 1978, (preceduta nel 1976, da quella di zia Antonietta), ha lasciato in me, che più degli altri suoi nipoti gli sono stato vicino, un vuoto incolmabile.

***

Darò ora notizie più concise, sui suoi due figli, Nicola ed Enzo.

Figura 71 Annamaria Salomone fu Alberto a cavallo di un asino. A terra Amalia Salomone fu Alberto.

***

Nicola Salomone fu Luigi (1936-1999)

Nato a Stigliano il 30 ottobre 1936, ha compiuto i suoi studi in Napoli, laureandosi in Giurisprudenza.

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Vinto il concorso notarile, ha svolto le funzioni di Notaio prima a Giu-gliano (NA) e poi ad Ostuni (BR), dove è morto prematuramente nel 1999.

Uomo di una bontà e di una gentilezza senza limiti.

Figura 72 Nicola Salomone fu Alberto

Gli piaceva la buona tavola e, soprattutto era ghiotto di “vermicelli” conditi con del buon ragù e apprezzava e sapeva gustare, anche il buon vino, il “primitivo” e l’ “aleatico”, prodotto nel fondo di “San Gaetano” e maturato nelle capaci e spaziose cantine esistenti nei sottostanti locali terranei della casa padronale, il “casino Franchi”.

Professionalmente molto preparato: mi risulta che presso il suo studio notarile in Ostuni, fin quando è stato in vita, si sono spesso recati molti Pisticcesi per stipulare atti da lui.

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Ricordo che è stato battezzato, non come di norma accade, dopo la nasci-ta, ma quando era già alquanto grandicello: questo perché, zio Luigi e zia Antonietta, avevano voluto accontentare tal Monsignor Longo di Stiglia-no, che aveva espresso il desiderio di essere lui ad officiare il battesimo e, proprio a Pisticci, nel casino di “San Gaetano”, dove oltre al pranzo ed ai dolci, questi era soprattutto desioso di degustare il rinomato vino (il primi-tivo e l’aleatico), che veniva prodotto in detto fondo e che da tempo era stato conservato, proprio per tale occasione, in due capaci damigiane da cinquanta litri.

Figura 73 Da sinistra Nicola, Amalia e Teresa Salomone fu Alberto e Donato Di Tursi

Il battesimo venne, però, ritardato di molti anni, a causa degli impedimen-ti, di volta in volta sopravvenuti, di detto monsignore il quale, insisteva sempre a voler essere lui a celebrare il rito del battesimo.

Finalmente, il fatidico momento giunse ed il battesimo poté aver luogo e venne celebrato nella chiesetta di famiglia, in San Gaetano, in una tarda

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notte, allorché il detto prelato poté, finalmente libero dai suoi impegni, giungere al “casino” di San Gaetano per compiere entrambi i riti: quello sacro del battesimo e, poi, quello prosaico ed epicureo, della buona mensa, con numerose portate di buoni piatti, accompagnati dalla tanto attesa stappatura e degustazione di ben due vetuste damigiane di liquoroso vino, diventato con il passare degli anni un vero nettare.

Nella sua casa di Ostu-ni, ho rivisto a distanza di molti anni, i ritratti ad olio dei nostri avi, che vivente nostra non-na Teresa, ricoprivano le pareti del salotto della casa avita di Sti-gliano e che ornavano, con altri arredi pure di Stigliano (come le due specchiere e un orolo-gio in ottone dorato), il suo salotto in Ostuni.

Non come tutti i Sa-lomone in genere, ma anche lui aveva nel san-gue, la passione per la caccia.

Infatti, ogni qualvolta veniva in campagna, a San Gaetano, e la cac-cia era aperta, non di-sdegnava di prendere il suo fucile ed unirsi agli altri per soddisfare questa atavica passione dei Sa-lomone per l’arte venatoria.

***

Da Rosaria Ruggiero, sua moglie, ha avuto un solo figlio,

Figura 74 Angelo Salomone fu Alberto (1937-2006)

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Luigi Salomone fu Nicola

nato a Napoli il 19 agosto 1970.

Ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Bari.

È Avvocato, oltre che cultore della materia presso l’Università degli Studi di Foggia, sezione distaccata di Bari.

Ha pubblicato diversi volumi in materia nota-rile, in collaborazione con il Notaio Vincenzo Raiola, facenti parte della Serie “L’Attualità del Diritto” coordinata dal Prof. Giuseppe Cas-sano.

Di notevole rilevanza giuridica sono, infatti, sia il volume edito dalla casa Editrice Halley: “Divide-re l’eredità”, che il volu-me edito dalla Maggioli “Dal preliminare alla compravendita immobi-liare”.

In questi suoi due lavori, sono state da lui affrontate, brillantemente, le varie tematiche e soluzioni, attinenti alle problematiche affrontate in cia-scuna delle materie trattate.

Risiede in Ostuni (BR), ove, mi risulta, svolge brillantemente e con capaci-tà, anche attività imprenditoriale agricola.

Figura 75 Virginia Panetta

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Figura 76 Adelaide Sangiorgio e Luigi Salomone fu Alberto

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Si è sposato nel gennaio 2006 con Marcella Bruno.

***

Enzo Salomone fu Luigi

Nato a Stigliano il 1 gennaio 1940, ha compiuto, come il compianto fratel-lo Nicola, i suoi studi in Napoli, ove ha conseguito la Laurea in Giuri-sprudenza.

Si è sposato il 28 bre 1967 con l’Avv. la Fasanotti di Napoli (figlia di Magistrato), dalla quale ha avuto tre figli: i gemelli Luigi e Maria Antonietta e na Maria.

Superato brillantemente il concorso notarile, ebbe assegnata come prima sede, Matera, città nella quale ha eser-citato per vari anni.

Da Matera, a seguito di domanda di mento, gli venne asse-gnata la sede notarile di Napoli, città questa, ove tuttora esercita, con molta competenza e professionalità, le fun-zioni di notaio.

Professionista intelligente e molto ben preparato, ha la stessa vivacità ed il dinamismo che erano caratteristiche peculiari di zio Luigi, suo padre.

Figura 77 In alto a sinistra: Amalia Salomone, Maria Teresa D’Alessandro, Annamaria Salomone e Virginia Panetta. Carmelina

Cascella, Teresa Salomone e Filomena D’Alessandro e Donato Di Tursi

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Anche lui, come tutti i Salomone, amante della caccia, che coltiva soprat-tutto quando viene nel suo fondo di “San Gaetano” in agro di Pisticci, cui è molto attaccato, soggiornando nell’antico “Casino Franchi” ivi esistente, una volta sede estiva di questa antica Famiglia pisticcese, ormai estinta e dalla quale pure discen-diamo.

È vigile custode delle memorie di famiglia.

Conserva con amorevole cura, nel proprio studio notarile in Napoli, tutte le lauree conseguite da varie generazioni dei Sa-lomone vissuti a Stiglia-no, a cominciare da quel-la del Capostipite, Dott. Francesco Salomone, del quale ha saputo - esami-nando la laurea da questi conseguita nel 1783 pres-so l’Università di Salerno -, individuare l’esatto paese di origine: che, come detto, è l’odierna Caselle in Pittari.

Ha fatto pubblicare, nel settembre 2006, quale nipote e custode delle memorie del comune Nonno, l’On.le Nicola Salomone, il libro scritto dal prof. Benito Urago, “Nicola Salomone nella Storia di Stigliano e della Provincia di Basilicata tra la fine dell’Ottocento e l’Avvento del Fasci-smo”, che fa parte della Collana “I Meridionalisti Lucani” diretta dal Dott. Vito De Filippo - Presidente della Regione Basilicata. Questo libro muni-to del patrocinio del Comune di Stigliano, è stato presentato dall’Autore presso la Sala della Biblioteca Comunale di Stigliano con la partecipazione del Presidente della Regione, alla presenza di una nutrita schiera di Salo-

Figura 78 Raffaele Salomone e Carmelina Cascella

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mone, venuti per l’occasione da ogni dove: Napoli, Roma, Bologna, Ostuni e Pisticci.

Ha curato altresì la pubblicazione, con la collaborazione del prof. Benito Urago, della “Corrispondenza del Capitano Comandante una compagnia della Guardia Nazionale Militare nel Circondario di Matera Sr. Luigi Franchi di Pisticci” (nostro comune avo) che ebbe un rilievo notevole nella lotta per la repressione del brigantaggio meridionale.

***

Sui suoi tre figli non sono in grado di fornire se non pochissime e vaghe notizie, dato che le occasioni di incontro che ho avuto con loro sono state molto spo-radiche.

Sui gemelli Luigi e Ma-ria Antonietta, posso qui riferire notizie mol-to scarne:

Luigi Salo-mone di Enzo

è nato a Napoli il 3 settembre 1968.

Si è Laureato in Giuri-sprudenza, ed esercita a Napoli la professione di avvocato.

Vive a Napoli ed è sposato, dall’aprile 2003, con la D.ssa Valeria Del Ge-nio.

Figura 79 Amalia Salomone fu Alberto

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Maria Antonietta Salomone di Enzo

è nata a Napoli il 3 settembre 1968 ed è laureata in giurisprudenza. Sposa-ta con Vincenzo Minchiotti, ha una figlia, Carolina, nata nel 2002.

Anna Maria Salomone di Enzo

nata il 25 settembre 1969 a Napoli, ove vive.

Anche lei laureata in giurisprudenza, è coniugata con Francesco Maisto.

Ha due figli, Giuseppe, nato nel 1995 e Pier Francesco, nato nel 2002.

Figura 80 Adelaide Sangiorgio

Durante la fase di correzione di questo mio notiziario, mio cugino Enzo mi ha fatto dono di due trattati di diritto romano realizzati da Annamaria che ho scoperto essere una profonda studiosa e ricercatrice presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, Dipartimento di Diritto Romano e Storia della scienza romanistica, collaborando sin dal 1992 con il professor Settimio Di Salvio. Nell’ambito di questa sua attività di ricer-catrice, ha pubblicato varie opere e ha tenuto diverse relazioni in seminari

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di ricerca interuniversitari. Da menzionare tra i suoi studi pubblicati: “Iu-dicatum facere. Per una storia terminologica”, “L’actio iudicati tra cogni-zione ed esecuzione” nonché il corposo volume “Iudicati velut obligatio. Storia di un dovere giuridico”, opera questa, di cui Enzo mi ha fatto pre-zioso dono. È altresì in corso di pubblicazione l’ulteriore saggio su “La venditio donationis causa”.

***

Enrico Salomone fu Nicola (1901-1956)

nacque a Pisticci nel 1901.

Laureato in Scienze Economiche e Commerciali, sposò la N.D. Iolanda Scardaccione, di Santarcangelo (PZ), sorella del defunto Senatore Decio Scardaccione e zia del defunto Senatore Tommaso Morlino che fu anche Presidente del Senato e morì proprio mentre rivestiva questa alta carica.

Figura 81 Annamaria Salomone e Adelaide Sangiorgio

Per molti anni, ebbe residenza in Stigliano, ivi dirigendo, come Capo Uffi-

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cio, la locale Agenzia del Banco di Napoli: e proprio negli anni della mia fanciullezza in cui sono stato a Stigliano.

Anche lui appassionato cacciatore, mi ha portato spesso con sé, a fare delle passeggiate “venatorie” pomeridiane nella Foresta di Stigliano poco distan-te dalla sua casa ove abitava e facilmente raggiungibile a piedi.

Sono stato un nipote alquanto coccolato, sia da lui che da zia Jolanda, sua moglie, all’epoca anco-ra senza figli.

Queste attenzioni furono giustamente distolte soltanto dalla nascita della loro pri-ma figlia: il 27 luglio 1940 infatti, nacque in Stigliano, la loro pri-ma figlia

Maria Teresa Sa-lomone fu Enrico

la quale, dopo aver compiuti gli studi classici, ebbe a conse-guire la laurea in Giu-risprudenza.

Risiede a Roma e do-po essere stata una Dirigente del Banco di Napoli presso la Sede di Roma, attualmente è in pensione.

Zio Enrico, come funzionario del Banco di Napoli, venne trasferito da Stigliano alla Sede di Potenza ove rimase, con la famiglia, per molti anni, abitando in una palazzina del Rione Italia, dove siamo stati ospitati, per ragioni di studio, sia io, che il nipote di Zia Iolanda, Tommaso Morlino,

Figura 82 Francesco Saverio Salomone fu Alberto

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all’epoca giovane studente liceale, molto ben preparato e destinato, come innanzi detto, ad un radioso avvenire politico che lo portò ad essere la seconda carica dello Stato, come Presidente del Senato.

A Potenza, nacque il 6/10/1945 la sua seconda figlia:

Maria Salomone fu Enrico (in famiglia chiamata Mariolina).

Figura 83 Da sinistra: Teresa Salomone, Alberto Salomone, Enrica Musti, Nennella Di Tursi e Peppino Silletti a capotavola di spalle.

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Laureata in Lettere, è coniugata con Aldo Santomauro e risiede a Roma. Ha due figlie, Francesca nata nel 1975 e Valeria nata nel 1979.

***

Zio Enrico, da Potenza ottenne il trasferimento a Sora, come Direttore della locale Succursale del Banco di Napoli.

Quivi, però, nel 1956 venne colto dal male che lo portò prematuramente alla morte.

Alla sua morte la famiglia si trasferì a Roma e, quivi nel 1983 è venuta a mancare, all’età di 74 anni, sua moglie, la N.D. Jolanda Scardaccione.

***

Alberto Salomone fu Nicola, mio Padre (1903-

1981)

Terzo figlio dell’On. Nicola Salomone e della N.D. Teresa Franchi, fu mio padre Alberto.

Nacque a Stigliano, nella casa avita, il 18 aprile 1903.

Compì i suoi studi a Matera, presso il Convitto Nazionale, conseguendo il Diploma di Ragioniere.

Per inciso, voglio qui ricordare che alle elementari ebbe come compagno di scuola l’illustre studioso stiglianese, Padre Vincenzo Cilento, dell’ordine religioso dei Barnabiti, il quale divenuto preso l’abito talare. venne destina-to a Napoli al Collegio Bianchi dei Padri Barnabiti, ove rimase per diversi anni come professore di Filosofia e del quale fu Rettore dal 1937 al 1944 e dal 1949 al 1961: grande amico di Benedetto Croce e profondo studioso del filosofo Plotino sul quale ha incentrato la maggior parte delle sue opere filosofiche, di circa 120 volumi, scritte e fatte pubblicare dal grande filoso-fo Benedetto Croce suo amico tramite la Casa Editrice Laterza di Bari.

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Figura 84 Alberto Salomone fu Nicola (1903 - 1981)

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Dopo aver conseguito il Diploma di Ragioniere, mio padre prestò servizio militare e frequentò, nel 1924/25 da allievo Ufficiale, la Scuola Militare Allievi Ufficiali di Complemento di Chieti.

Cessato il servizio militare, venne assunto nel 1926, come impiegato, nella Banca Commerciale Italiana - Filiale di Barletta.

Non ho mai saputo il perché ed il percome, dalla Banca Commerciale Ita-liana sia poi passato alle dipendenze del Banco di Napoli, prestando servi-zio come impiegato, sempre a Barletta, presso la Succursale di questo Istituto bancario, ove rimase per alcuni anni.

Quivi, divenne molto amico del collega Giu-seppe Musti, come lui cacciatore accanito.

Frequentando la casa di questo suo collega di ufficio, ebbe ad incon-trarne la sorella Enrica, della quale si innamorò e che, poco dopo, divenne sua sposa.

A Barletta, nacquero, i primi suoi quattro figli:

nel 1929, Nicola;

nel 1930, io Luigi (chiamato in famiglia Gino);

e, nel 1933, le gemelle Amalia e Teresa.

Dopo la nascita delle gemelle, ottenne il trasferimento dalla Succursale del

Figura 85 Alberto Salomone fu Nicola in ufficio al Banco di Napoli

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Banco di Napoli di Barlet-ta alla Filiale di Pisticci, ove si trasferì con tutta la famiglia, andando ad abi-tare in un appartamento della casa materna, il Pa-lazzo Franchi, sito nel rione “Terravecchia” di questo paese, ove poi sono nati gli altri cinque figli:

nel 1936, Raffaele (a que-sto figlio venne dato lo stesso nome del fratello di mia madre, il tenente Raf-faele Musti4)

Nel 1937, Angelo Anto-nio;

Nel 1940 Antonio, (nome che volle dargli mia Ma-dre, che era devotissima di S. Antonio da Padova);

4 Il Tenente Raffaele Musti del Reparto Coloniale comandava in Somalia alcune truppe coloniali, chiamate dubat e si distinse per coraggio e prontezza di spirito nello scontro di Ual-Ual Uander. Con grande valore guidò i suoi uomini contro gli attacchi dei soldati abissini che intendevano occupare Ual-Ual e li riuscì a sconfiggere meritando sul campo di battaglia la sua prima Medaglia d'Argento al Valore Militare. Il Tenente Musti prese parte, successivamente, alla Guerra Italo-Etiopica e si distinse ad Hamanlei dove l'11 novembre 1935 morì da eroe al comando dei suoi fedeli dubat. Raffaele Musti morendo sul campo di battaglia ottenne la seconda Medaglia d'Argen-to al Valor Militare, assegnatagli questa volta "alla memoria". La battaglia di Hamanlei venne raffi-gurata sulla prima pagina a colori, della Domenica del Corriere da quel famoso disegnatore che fu Walter Molino che, rappresentò questo giovane Ufficiale, in divisa coloniale, in piedi e con la rivoltella in pugno, tutto proteso alla difesa eroica del fortino, sino all’estremo sacrificio della pro-pria vita, per il quale venne concessa dal Ministro della Guerra, post mortem, la Medaglia d’Argento al Valore Militare e, ancora, dalla sua città natale, Barletta, intitolata in Sua memoria, una via cittadina ed una scuola elementare).

Figura 86 Lapide commemorativa del Tenente Raffaele Musti a Barletta

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Nel 1943 Anna Maria;

Nel 1946, e per ultimo, il nono figlio, Francesco Saverio, cui venne dato questo nome in onore di S.E. Francesco Saverio Nitti, ospite nella nostra Casa di famiglia (Palazzo Franchi), proprio il giorno dopo la sua nascita.

Prestando servizio presso l’Agenzia del Banco di Napoli di Pisticci, mio padre Alberto, ha qui percorso, quasi tutta la sua carriera bancaria, diri-gendo per moltissimi anni questa Agenzia, prima come Capo Ufficio e, poi da Funzionario di Direzione.

Figura 87 Ten. Raffaele Musti, primo da destra, con altri ufficiali.

***

A questo Istituto bancario ed in particolare, proprio dirigendo l’Agenzia di Pisticci, egli ha dato, per tutta la sua vita, la dedizione più completa.

Basti pensare che, il più delle volte, tornava a casa dall’ufficio anche a tarda sera, perché aveva dovuto coadiuvare il Cassiere e l’Impiegato addetto allo Sportello Riscontro, alla chiusura serale di tutte le operazioni bancarie, perché dovevano sempre quadrare i conti tra Cassa e Riscontro: all’epoca,

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le operazioni bancarie venivano compiute non con i computer, come si fa oggi, ma venivano tutte fatte e scritte a mano, il che comportava obbligato-riamente, alla chiusura serale, il controllo tra le operazioni di Cassa e quel-le risultanti dalle ricevute fatte dallo sportello del Riscontro, in base alle quali il Cassiere aveva fatto, di volta in volta, le singole operazioni di cassa.

Non vi dico poi le nottate che passava in Ufficio con gli impiegati a fine d’anno: periodo questo in cui andavano aggiornati sulle schede di ogni libretto di deposito, al portatore o nominativi, gli interessi bancari, ed an-davano altresì compiute le ordinarie operazioni quotidiane di controllo, nonché completate e controllate le numerose pratiche annuali di fido ed istruite le ultime nuove.

Mio padre, quand’ero studente liceale ed anche da studente universitario, moltissime volte mi ha portato con sé in Ufficio per essere aiutato proprio in quelle fatidiche operazioni di fine anno, per l’ aggiornamento degli inte-ressi che bisognava riportare su ciascuna scheda dei numerosissimi libretti di deposito: adempimento questo cui provvedevano fino a tardi, ogni anno, tutti gli impiegati.

Come Direttore del Banco di Napoli di Pisticci, ha goduto sempre della stima, non solo degli impiegati avuti per anni alle sue dipendenze e della numerosa clientela di questo antico Istituto bancario, ma della intera cit-tadinanza e, ciò non solo per le sue doti di professionalità dimostrate nell’espletamento del suo ufficio di funzionario dirigente, dell’agenzia del Banco di Napoli di Pisticci, ma anche per la carica di simpatia, di rispetto e di umanità che aveva sempre saputo suscitare in tutte le persone, senza alcuna distinzione di censo o di grado.

***

Dopo la sua morte mi è stato riferito, da più di uno che lo ricordava con ammirazione, che quand’era Direttore dell’agenzia del Banco di Napoli di Pisticci, più di qualche volta aveva aiutato persone che non erano in grado, temporaneamente, di pagare alla scadenza cambiali di pur minimo impor-to, anticipando di tasca propria quanto dovuto e che, quanto anticipato, gli era stato sempre restituito dal beneficiato, con sincera gratitudine e mani-festazioni di profonda stima.

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Figura 88 Foto di gruppo della Classe III Liceo Duni di Matera. Da sinistra: Rocco Grieco, Angelo Salomone fu Alberto, Eugenio Basile, Pietro Esposito, Pietro Laviola, Luciano Plati.

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Amante, come tutti i Salomone, della caccia, dedicava all’attività venatoria quasi tutte le domeniche, in compagnia quasi sempre di due suoi fedelis-simi, Giacobbe (Giacomo Vitelli - che utilizzava spesso come operaio nel proprio fondo in località S. Domenico) e Antonio Marra, bidello del Cir-colo Cacciatori, di cui mio padre è stato per moltissimi anni Presidente.

Figura 89 Virginia Panetta

Alla mattina, si svegliava e svegliava tutti verso le sette, sorseggiando per prima cosa, la quotidiana tazzina di caffè tostato e fatto con la caffettiera “napoletana”: e, proprio per farsi il caffè con la caffettiera napoletana, gli capitò un giorno, che questa scoppiasse facendolo cadere per terra, sì che gli si fratturò il femore e venne ricoverato a Grottaglie, ove lo ebbe in cura il Dott. Leone (Puccetto) di Pisticci che, poi, morì in un sinistro stradale.

Usciva di casa, verso le sette e trenta, per raggiungere puntualmente

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l’ufficio, salutando moglie e figli con un “ciao, ci rivediamo a pranzo”, men-tre la numerosa figliolanza, prima di recarsi a scuola, faceva un’abbondante colazione con pane e marmellata (venivano comprate vasi di confetture da cinque chili), accompagnata da abbondanti tazze di latte “genuino” di mucca appena munto.

Figura 90 Angelo Salomone fu Alberto (1937-2006) Natale a casa dell’Ing. Michele Leone.

Nei giorni feriali, per la famiglia v’era poi, quotidianamente, sempre un piccolo spazio di tempo nelle pause pranzo, durante le quali tutti facevano un gran vociare a tavola, che cessava, come per incanto, in quella mezz’ora che lui si riservava, per il quotidiano sonnellino pomeridiano, sia d’inverno che di estate.

Ogni sera, all’uscita dall’ufficio, si fermava al Circolo dei Cacciatori, di cui è stato per lunghissimi anni presidente, facendo una partita a carte (scopa o tressette), quasi sempre, con giocatori che erano, poi, i suoi più fedeli amici di caccia.

Dopo la partitina a carte al Circolo dei Cacciatori, rientrava a casa ed il suo

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tempo allora era tutto dedicato alla famiglia, chiedendo a tutti di tutto e, ogni qualvolta veniva a conoscenza di qualche marachella compiuta da uno qualsiasi dei figli - peraltro tenutagli nascosta da mia Madre per troppo amore e condiscendenza -, bastava un suo sguardo corrucciato, per mettere in riga tutti e non solo l’autore della marachella.

Figura 91 Raffaele Salomone fu Alberto e Carmelina Cascella

Ricordo ancora quello che accadde in quel giorno d’estate in cui io e mio fratello Nicola, assieme a Pinuccio Valente (suo padre Luigi era un figlio naturale di zio Peppe Franchi, fratello di mia nonna paterna), avventata-mente scendemmo da casa nostra (Palazzo Franchi) sita in Terravecchia sino al fiume Basento, distante circa un nove chilometri, avventurandoci in un punto del fiume che era pericolosissimo attraversare, per i mulinelli che si venivano in esso a formare ed i cui vortici erano tali da risucchiare le persone che vi si avventuravano, con grave pericolo della vita.

Ebbene, quando alla sera, siamo tornati tutti e tre a casa nostra, l’ira di mio padre non ha avuto limiti.

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Arrabbiato com’era, ci attendeva con uno staffile di cuoio in mano, perché voleva sferzare e punire tutti e tre “noi colpevoli” che, per sfuggire alla pu-nizione, scappavamo attorno al tavolo da pranzo, sul quale, poi, finì di cadere con tale violenza - tale da scheggiarlo - la staffilata a noi diretta e che venne evitata, solo perché, la zia di Pinuccio Valente, che era presente, aveva cercato di bloc-care mio padre per-ché non ci facesse male.

All’infuori di questo episodio, non ho mai più visto mio padre arrabbiarsi, come in quel giorno, con nes-suno di noi suoi figli.

Altro pregio di mio padre era il suo co-stante ed impeccabile modo di comportarsi con mia Madre: mai una lite tra di loro o un rimprovero.

Essa è stata, poi, per tutti noi suoi figli, Madre dolce, rigorosa e, soprattutto giusta.

E, non poteva succedere diversamente, perché mia Madre era una donna meravigliosa, di una bontà senza limiti, che ha saputo crescere ed educare, in tempi pur difficili, (si era proprio ai tempi dello scoppio della seconda guerra mondiale), una famiglia numerosa di ben nove figli, cui non ha mai fatto mancare niente, sapendo anche in periodo di magra non far mai mancare sul desco pane bianco fatto con farina di grano e pasta fatta in casa (orecchiette, tagliatelle, cavatelli, “strascinate” e maccheroni ai ferri)

Figura 92 Nicola Salomone fu Alberto nella casa di Pisticci

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conditi con ottimo sugo di pomodoro: all’epoca, infatti, la salsa, come altre confetture, si usava farle in casa.

Quanto alla carne, questa non mancava quasi mai, in quanto le sortite di caccia di mio padre, rifornivano la dispensa di ottima ed abbandonante cacciagione (lepri, pernici, quaglie, uccelletti, ricci, istrici), che veniva messa a frollare in una stanza della casa molto gelida, quasi un frigorifero, in quanto esposta a tramontana.

Figura 93 Luigi Salomone, Adelaide Sangiorgio, Terssa, Annamaria e Antonio Salomone fu Alberto nella campa-gna di S. Domenico

Senza dire che, ogni anno, si usava uccidere nella stalla grande di casa in Terravecchia un maiale ed alla sua macellazione provvedeva sempre lo stesso macellaio, tal Giuseppe Scazzariello, da tutti chiamato “Masano”, aiutato in questa “cruenta operazione” da un suo aiutante e da noi ragazzi più grandi che dovevamo tenere immobilizzato il maiale per le gambe, sino a quando non spirava.

Del maiale ucciso non si buttava nulla, in quanto da esso, si ricavavano quadroni di lardo, pezzi di pancetta stesa ed arrotolata ricoperti di sale, pepe e peperoncino piccante, la carne tagliata a coltello con la quale si face-va il salame (salsicce e soppressate) e che veniva condita con sale e spezie

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(pepe e peperoncino), la testa dalla quale, bollita, si faceva la “gelatina”, la “ncandarata” fatta con pezzi di cotenna, con le zampe e le orecchie, che venivano messi sotto sale e conservati in una “capasa” di terracotta, la su-gna (parte del grasso che veniva messo a sciogliere sul fuoco in un tegame e che, una volta sciolto, veniva versato nella vescica lavata dello stesso maiale ucciso e, ancora le “fritt’le”, pezzi di lardo e di carne più grassa che fatti friggere in una padella, venivano poi utilizzati mettendoli nell’impasto del “calzone al forno”.

Figura 94 Adelaide Sangiorgio, Antonio Salomone fu Alberto, Virginia Panetta e Annamaria Salomone (di spalle)

Senza dire che lo stesso “Masano”, provvedeva anche, il giorno successivo alla macellazione, al taglio delle costate, del fegato, del cuore e dei polmoni, ricavandone diverse porzioni che, in parte erano destinate al consumo familiare ed in parte per darle a parenti ed amici, i quali, a loro volta, ri-cambiavano, quando erano loro ad uccidere il maiale.

Il sangue del maiale, poi, veniva subito raccolto in un grande e capace pen-tolone di rame e con esso, le donne di casa facevano il “sanguinaccio”.

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Figura 95 Angelo Salomone, Virginia Panetta, Adelaide Sangiorgio e Luigi Salomone

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Figura 96 Luigi Salomone e Adelaide Sangiorgio il giorno delle nozze (27 giugno 1964)

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***

Devo dire ancora che non ho mai visto mio padre lamentarsi del pranzo che mia madre quotidianamente preparava per tutti: del resto, non poteva succedere, perché, da buona pugliese, essa sapeva cucinare benissimo.

Preparava sempre ed in ogni occasione, lauti succulenti pranzi, ricchi di gustosi e sfiziosi manicaretti, graditi dai numerosi commensali che non eravamo solo noi, perché, il più delle volte, anche i fratelli di mio padre erano nostri ospiti.

Infatti, Zio Riccardo, scapolo, era quotidiano nostro commensale, pur vivendo in un proprio indipendente appartamento contiguo.

Figura 97 Matrimonio Luigi Salomone e Adelaide Sangiorgio, con la famiglia Salomone Alberto al completo, con l’eccezione di Antonio che era assente.

Altro ospite, settimanalmente frequente, era pure zio Luigi assieme al proprio autista (Melchiorre prima e Clemente dopo), nei giorni in cui veniva a Pisticci per la stipula di atti notarili.

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Altrettanto dicasi pure di Zio Ettorino, quando da Bologna scendeva a Pisticci, nel periodo invernale della “caccia” alle pernici stanziali che si an-nidavano solo nei calanchi sotto il cimitero, in compagnia di un suo amico cacciatore, non ricordo bene se di Roma o di Bologna, tal Longoni, perso-na squisitissima al quale piaceva soprattutto, dopo pranzo o dopo cena, soffermarsi con tutti noi altri commensali, davanti al caminetto acceso nella sala da pranzo, parlando delle “loro” avventure di caccia. Questo sig. Longoni, che era proprietario di una profumeria, era solito, quasi per sdebitarsi della nostra ospitalità e della cordialità con cui veniva accolto, regalare a tutti e in grande quantità, articoli di profumeria di ogni specie.

Figura 98 Raffaele Salomone e Carmelina Cascella, Amalia e Luigi Salomone, Adelaide Sangiorgio, Angelo Salo-mone e Virginia Panetta.

***

Ritornando a mio padre, debbo dire che nei giorni festivi (domeniche, Natale, Pasqua ed altre festività), la mattinata era sacrosantamente da lui dedicata alla “caccia” (culto che, poi ha inculcato anche alla maggior parte

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dei suoi figli ed anche ad alcuni dei nipoti), in compagnia dei suoi fedelis-simi amici, soprattutto “Giacobbe” ed Antonio Marra e, in alcune occasio-ni, con i fratelli ed a volte anche con i cugini, per delle lunghe prestabilite sortite di caccia.

Ha tenuto sempre buoni cani da caccia (segugi, bracchi, setter e spinoni), accuditi e trattati con cura, nel canile di campagna o in quello di Pisticci.

Oltre alla caccia, mio padre è sempre stato attaccatissimo al proprio fondo “San Domenico”, destinato a culture varie (oliveto, vigneto, orto-agrumeto e pascolo) e, per la cui coltivazione ha sempre tenuto un salariato fisso e, questo fondo, pur se con molto dispendio di danaro, ha sempre dato buoni ed abbondanti frutti ed è stato da lui sempre tenuto “in ordine”.

Figura 99 Francesco Pelazza, Antonio Boccone, Titino Di Tursi, Teresa Salomone, Egle Autera, Amalia Salomone, Pietro Esposito e, all’estrema destra, il giudice Alfonso Malinconico.

Mio padre, intorno all’anno 1970, venne trasferito, come funzionario di direzione, dalla Filiale del Banco di Napoli di Pisticci alla Succursale di Matera.

In questa città, si trasferì infatti con parte della famiglia, prendendo in

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locazione un appartamento del Palazzo Malvezzi in via XX Settembre.

Quivi, le mie sorelle Teresa ed Amalia, a turno, ebbero cura di lui e dei fratelli Raffaele, Angelo, Antonio ed Anna Maria, all’epoca studenti che frequentavano, i primi tre, il liceo “Duni”, mentre Anna Maria frequentava il Magistrale presso il Convitto “S. Anna”.

Questa seconda casa di mio Padre in Matera, veniva poi frequentata assi-duamente da tutti gli amici dei miei fratelli, tutti pisticcesi e loro compagni di scuola.

Tra questi, i più intimi erano: Luciano Plati, Pietro Esposito, Pietro La-viola, Eugenio Basile, Rocco Grieco, Pio Plati, Luigi Vitelli ed altri.

Con tutti costoro io ho, poi, intrattenuto sempre rapporti di fraterna ami-cizia, soprattutto con Luciano Plati (deceduto prematuramente, ma che ho sempre considerato come un altro fratello), con Pietro Esposito e, per ragioni professionali, con Rocco Grieco, avvocato come me, ma dedito spassionatamente solo alla politica attiva.

***

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Figura 100 Annamaria, Teresa e Amalia Salomone fu Alberto.

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Figura 101 Amalia Salomone, Egle Autera, Adelaide Sangiorgio, Luigi Salomone, Carmelina Cascella, PietroEsposito, Antonio Boccone, Lorenzo Cifuni e Mario D’Angella.

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Figura 102 Teresa Salomone e Donato (Titino) Di Tursi.

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Figura 103 Virgina Panetta e Angelo Salomone.

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Figura 104 Virgina Panetta, Angelo Salomone e Enrichetta Musti.

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Come ho detto innanzi, tutti questi “amici pisticcesi”, erano soliti frequen-tare la nostra casa in Matera.

Ed infatti essi, quasi quotidianamente, prima di recarsi al liceo Duni che frequentavano assieme ai miei fratelli, passavano prima da casa nostra e, il più delle volte, nell’attesa, non disdegnavano di fare una seconda colazione con i “lampascioni” cucinati in abbondanza con peperoncino piccante la sera prima per la cena, e che venivano da essi mangiati, “di prima mattina”, con vorace noncuranza, per “caricarsi”, sca-ricandosi poi con aria soft, in aula, durante le ore di lezione.

Ricordo che, prio in quegli anni, cadde su Matera una abbondante nevicata e, in tale occasione, mio fra-tello Angelo, con gli amici Luciano Plati, Pietro Esposito ed Eugenio Basile, si recarono in via sarelli, nella pensio-ne in cui abitavano, per prendere una bottiglia di “Amaro Lucano” con l’intento di berla assieme, nella nostra casa in via XX Settembre.

La bottiglia era tenuta, strettamente “in consegna”, da mio fratello Angelo.

Figura 105 Pinuccio Panetta, Luigi e Raffaele Salomone fu Alberto.

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Ora accadde che, nel percorrere la ripida discesa di via Passarelli, Angelo, che tra l’altro era anche il più alto di tutti, scivolò e, nel cadere, la sua pri-ma preoccupazione fu quella di salvare la bottiglia che lanciò in aria, gri-dando a squarciagola: «La bottiglia: salvatela!»

E, mentre lui scivolava, lungo disteso, sulla strada coperta di neve, si vide allora un groviglio di mani tendersi, all’unisono, verso la bottiglia di Amaro Lucano che fu final-mente presa: non ri-cordo da chi.

Quel che è certo è che l’ambito “trofeo” fu salvo.

L’esultanza del salva-taggio però, durò solo pochi attimi perché la bottiglia di Amaro Lucano sfuggì nuova-mente e la combricco-la rimase con l’amaro in bocca.

***

E, fu proprio nel peri-odo di permanenza di mio padre a Matera, che io, allora studente universitario fuori corso, soffermandomi a casa, venni invitato in una fredda serata invernale, dai miei fratelli - all’epoca studenti liceali - e da questi loro amici e compagni di scuola, tutti pisticcesi, ad uscire con loro per andare ad una festa danzante in casa di loro amici (Maria, Rosanna e Nicola Zagaria), e qui ebbi l’occasione di

Figura 106 Adelaide Sangiorgio.

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incontrare la donna, che poi è divenuta mia moglie.

***

Completati i miei fratelli i loro studi a Matera, mio padre ottenne nuova-mente il trasferimen-to a Pisticci, sempre come direttore della locale Agenzia del Banco di Napoli, carica questa che ha rivestito sino a quan-do non è andato in pensione.

All’atto del sua messa in pensione il Banco di Napoli, memore della dedizione e degli anni di servizio prestati da questo suo Funzionario alle dipendenze dell’Istituto, lo insi-gnì di Medaglia d’Oro.

Perduta la sua com-pagna nel 1968, mio padre, da pensionato, ha continuato per il resto della sua vita a coltivare quelli che erano stati sempre i suoi interessi particolari e cioè la dedizione al fondo di San Domenico e la passione per la caccia.

Figura 107 Alberto Salomone fu Nicola con i nipoti Alberto e Fabio Salomone di Luigi

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Sono poi indimenticabili le “riunioni di famiglia” nella casa paterna a Na-tale ed a Pasqua.

Lo stare a tavola, tra nostro padre, noi nove figli, sei nuore e due generi ed una folta schiera di ben 19 nipoti era come vivere per un giorno nella torre di Babele: tale era il chiasso, che non si capiva più niente.

Con il passare degli anni, aumentati gli acciacchi per la vec-chiaia, è stato assi-stito amorevolmen-te da tutti i figli, ma in particolar modo da Amalia che ha vissuto con lui fino alla sua morte e da Antonio, che essen-do medico, gli ha prestato con filiale attenzione tutte le cure necessarie.

È morto a Pisticci il 20 giugno 1981, lasciando in tutti noi un vuoto incol-mabile.

Ai suoi funerali, per la stima e la consi-derazione di cui aveva sempre goduto in vita, partecipò una marea di gente.

***

Come innanzi detto, dalla sua sposa e compagna di vita , mia padre Alber-to ha avuto nove figli, sei maschi e tre femmine.

Figura 108 Luigi Salomone fu Alberto.

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Mi soffermerò perciò qui, a dare brevi o lunghe notizie, ma comunque sufficienti, su ognuno di essi, incominciando dal più grande, Nicola.

Nicola Salomone fu Alberto

è il figlio primogenito, nato a Barletta il 19 gennaio 1929.

Da piccolo era una vera peste.

Distruggeva tutto e di tutto: dove arri-vavano le sue mani, arrivava la distru-zione.

Ha frequentato i tre anni di liceo, assieme a me, da convittore, all’Istituto “Denza”, retto dai Padri Barnabiti ed ubica-to in Napoli a Po-sillipo Capo, in una delle più belle zone di questa città.

Quivi ha consegui-to la licenza liceale, avendo come com-pagni di corso, tra gli altri, Enrico Montesano di Pi-sticci, Bernardo Tosti di Salandra, Pietro Leone e Renato Vitelli pure di Pisticci, con i quali è rimasto sempre in rapporti di fraterna amicizia.

Figura 109 Adelaide Sangiorgio e Virginia Panetta (in dolce attesa dei rispettivi primogeniti), sullo sfondo Alberto Salomone fu Nicola, Annamaria e

Amalia Salomone

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Si è laureato in giurisprudenza, assieme a me, nello stesso giorno, il 16 novembre 1959, presso la Università degli Studi di Bari.

Dopo essere stato iscritto per un breve periodo nell’albo dei praticanti procuratori presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati e Procuratori del Tribunale di Matera, sostenne a Napoli, superandolo brillantemente, l’esame di Abilitazione all’insegnamento di materie giuridiche.

Come docente di materie giuridiche, ha perciò rinunciato alla professione forense e dedicato tutta la sua attività professionale a tale insegnamento, sino al pensionamento.

Ha insegnato materie giuridiche prima all’Istituto Tecnico Professionale di Policoro, poi a quello di Matera e, per ultimo, a quello di Taranto, città in cui si è fermato definitivamente con la famiglia e dove tuttora vive e risiede.

È sempre stato un tipo molto gioviale e sapeva, con il suo carattere, accat-tivarsi sempre delle buone amicizie, anche in considerazione della sua se-rietà.

Da giovane passava ore, davanti allo specchio di casa, per sistemarsi i suoi capelli lisci, con colpi di pettine e unzioni con brillantina “Linetti” e, pun-tualmente, ogni volta si arrabbiava perché non gli venivano mai uniforme-mente lisci.

Nonostante tutti gli sforzi, in essi si formava quasi sempre una crepa: ed erano allora salti di rabbia e volava, allora, dalla sua bocca, anche qualche “San Rocco!”.

Sposatosi con Sandra Zacchei, professoressa di educazione fisica, ha da essa avuto tre figli: Alberto, Enrica e Mario.

Alberto Salomone di Nicola

dai cugini chiamato “Scipione”, è nato a Taranto nel 1970.

Dopo aver conseguito la licenza liceale ed essersi iscritto all’Università di Napoli, ha subito abbandonato gli studi, per andare a vivere a Reggio Emi-lia, ove lavora in un fabbrica di cui sua madre Sandra è anche una dei soci.

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Figura 110 Enrica Musti e Amalia Salomone fu Alberto con i nipotini Alberto bruno di Angelo e Alberto biondo di Gino.

Da Francesca Lopez ha avuto di recente, in questi ultimi giorni, dicembre 2007 un figlio che ha chiamato Stefano.

Enrica Salomone di Nicola

è nata nel 1967 a Taranto, insegnante di Educazione Fisica per aver fre-quentato l’ISEF e conseguito il Diploma in tale disciplina, attualmente è insegnante di sostegno per disabili.

Sposatasi con Sandro Mandese, ha due figli Anna, nata nel 1997, e Fran-cesco nel 2001, che sono la gioia di nonno Nicola che stravede per loro.

Mario Salomone di Nicola

è nato a Taranto nel 1972 ed dopo aver conseguito un diploma di scuola superiore, si è trasferito da poco a Bologna.

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***

Figura 111 Francesco Saverio e Alberto “biondo” di Luigi, Amalia e Alberto “bruno” fu Angelo.

***

Io, Luigi Salomone fu Alberto (in famiglia chiamato Gino).

Figlio secondogenito di Alberto Salomone ed Enrica Musti, sono nato a Barletta il 19 ottobre 1930.

Parlarvi di me, è davvero un compito alquanto gravoso.

Pur tuttavia, nello scrivere su di me, in questo opuscoletto, cercherò di limitarmi, il più possibile ad una schematica narrazione dei fatti e dei mo-menti che hanno inciso nella mia esistenza.

Sugli anni della mia fanciullezza, ho dato alcuni cenni innanzi, quando ho parlato dei più stretti congiunti (i miei genitori ed i miei zii).

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Figura 112 Antonietta Mazzei e Luigi Salomone fu Nicola

Ho frequentato il liceo classico a Napoli, presso l’Istituto “Denza” dei Pa-dri Barnabiti, quale “convittore” in detto Collegio, sito a Posillipo Capo, in una delle più belle zone di Napoli, assieme a mio fratello Nicola, dove entrambi abbiamo conseguito, prima io e l’anno successivo Nicola, ed an-che brillantemente, la licenza liceale.

In occasione del conseguimento della licenza liceale, zio Ettorino, fratello di mio padre, volle farmi dono di un fucile, “calibro 36” ad una canna, che si caricava con piccole cartucce e, addirittura, mi fece dono, anche del por-to d’armi.

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Figura 113 Classe III Liceo Denza – Posillipo Capo, Napoli. Terzo da sinistra in alto: Luigi Salomone fu Alberto; settimo da sinistra Nicola Salomone fu Alberto.

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Con questo fucile sono andato a caccia due sole volte, non essendo mai divenuto io un cultore di “Diana”, anzi ero del tutto negato all’arte venato-ria: con forte delusione, postuma, di zio Ettorino.

Dopo la detta brevissima esperienza venatoria, fattami fare nei calanchi del nostro fondo di “San Domenico”, non ho più toccato il fucile regalatomi da zio Ettorino e che, rimasto nello stipetto ove venivano custodite e chiu-se tutte le armi, è stato poi fatto proprio da uno dei miei fratelli.

In quello stipetto, ricordo, venivano tenute, tra le varie armi, un archibugio arabo ad avancarica con il calcio tempestato di madreperla (quest’arma venne, poi, regalata da mio padre, ad un certo Campisi, Diretto-re Centrale del Banco di Napoli), un trombone ad avancarica ed a canna moz-za, due fioretti con relative maschere, alcune baionette di fucili della Guardia Na-zionale, di cui il nonno e lo zio materno di mio padre (Luigi e Nicola Franchi) erano stati capitani dopo l’Unità d’Italia ed un ba-stone animato che riporta-va sulla lama il motto (non sono in grado di dire se fosse proprio quello della Famiglia Franchi) che, se non ricordo male era stato così inciso (“unos Dios, una lej, un rej”), una rivoltella a tamburo “Colt” a sei colpi, e numerosi moderni fucili calibro 12 e calibro 16.

***

Figura 114 Alberto “bruno” Salomone fu Angelo.

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Studente liceale, mi scoprii poeta ed anche scrittore di alcune novelle.

Scrissi moltissime poesie, raccolte in alcuni quaderni.

Franco Onorati, all’epoca giovanis-simo avvocato e fine dicitore, si è più volte dilettato a leggerle, in occasio-ne delle riunioni e delle feste danzanti che si tenevano a casa mia durante il periodo invernale e che si concludevano, sempre, con una canzone cantata da lui che, peraltro, aveva anche una bella ed armoniosa voce, alla “Giacomo Rondinelli”, un can-tante all’epoca mol-to in voga.

Tutte quelle poesie, vennero distrutte, per gelosia, da una amica delle mie sorelle, Rina Maiorca, con la quale all’epoca avevo un filarino.

Ogni tanto, di tutte le poesie numerose scritte e perdute, mi ritornano a mente, questi soli versi:

“Ma il tempo passa, e rapido l’oblio, cancella in fretta echi di pianto e di dolore:

Figura 115 Filomena Di Tursi

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non così per me ricordando!”

***

Da giovane, mi sono dedicato anche alla Musica, strimpellando il mando-lino ed una vecchia chitarra donatami dal mio nonno materno, Nicola Musti, un arzillo e gioioso vecchio, di aspetto alto e con baffi, anche lui “cacciatore”, per il quale noi nipoti andavamo in estasi a sentirlo suonare la chitarra, cantare note romanze e raccontare le sue avventure di caccia.

Dopo la licenza licea-le, acquistai anche una fisarmonica, con la quale si sono dilettati a suonare, alcuni dei miei fratelli, tra cui Angelo (venuto a mancare da poco ed ancora in giovane età), che era molto più bravo di me ed aveva anche una discreta voce.

Anche mia moglie Lillina, ha cercato di imparare a suonare la fisarmonica proprio con questo mio stru-mento musicale: tra le tante sue fotografie che conserviamo an-cora, ne esiste, una che la ritrae proprio mentre imbraccia questa mia fisarmonica.

Per parecchi anni ancora, questo strumento è rimasto a S. Domenico,

Figura 116 Adelaide Sangiorgio con la fisarmonica.

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nella casa di campagna paterna, e su di esso hanno strimpellato parecchi miei nipoti, fino a quando non l’hanno distrutta, riducendola ad uno strumento musicale “sfiatato”.

Avanzando negli anni, mi sono poi dedicato anche all’arte pittorica, dipin-gendo, soprattutto nei periodi invernali, molti quadri (o croste), aventi quasi tutti la caratteristica di rappresentare, con un discreto accostamento dei colori e sfumature, una serie continua di panorami paesaggistici di un mondo infinito, privo, però, di esseri viventi.

Molti di questi dipinti, incorniciati, abbelliscono le pareti di quasi tutte le stanze della villa che io e mia moglie Lillina, con sacrifici, abbiamo saputo realizzare in Marconia, verso gli anni 70, trasferendoci da Pisticci con tutta la famiglia in questa frazione, un tempo colonia di confinati politici.

All’epoca Marconia era un piccolissimo centro che si è, poi, sviluppato - solo dal punto di vista edilizio -, dopo il forzoso trasferimento dell’abitato di Pisticci causato dalle frane che ebbero a colpire alcuni rioni di questo antico Paese.

Altri quadri, dipinti su tela o su cartoncino, ho regalato, ed in grande quantità, a parenti ed amici cari.

Al momento attuale, in cui sto scrivendo questo “Notiziario” sui Salomo-ne, la vena pittorica mi è venuta a mancare: in questa fase di stasi critica, addirittura, non so quasi più usare i pennelli.

***

Nel 1948, mi iscrissi alla facoltà di Giurisprudenza presso la Università “La Sapienza” di Roma, ove frequentai per dapprima, il corso di lezioni di Storia del Diritto Romano e di Diritto Romano.

All’Università di Roma, però, rimasi iscritto per un solo anno, a causa di un violentissimo acquazzone che mi sorprese durante una passeggiata a villa Borghese, e mi causò una forte, gravissima forma di bronco-polmonite, che, in pochi giorni, mi ridusse quasi in fin di vita, tanto che i miei genitori, chiamati d’urgenza da zio Ettorino, vennero a rilevarmi con una autoambulanza, riportandomi senza indugi a Pisticci, nella nostra

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casa.

Figura 117 Alberto “biondo” tra papà Gino e nonna Enrica.

Superai, comunque, la fase critica della bronco-polmonite, ma ci volle un lungo periodo di degenza per potermi riprendere dagli strascichi della ma-lattia.

A guarigione completa, i miei decisero per il mio trasferimento dall’Università di Roma a quella di Bari, sempre alla facoltà di Giurispru-denza.

Da brillante studente liceale, quale ero stato, non fui più tale nel corso degli studi universitari, che ho protratto, invece, come fuoricorso, per vari anni.

Finalmente, il 14 novembre 1959, conseguii la Laurea in Giurisprudenza.

Mi iscrissi quale Praticante Procuratore al Consiglio dell’Ordine degli

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Avvocati e Procuratori presso il Tribunale di Matera, svolgendo la pratica forense in Matera presso l’Avv. Alessandro Bruni, valente civilista e Uomo di profonda fede liberale, pure da me condivisa, avendo io, per così dire, ”succhiato” e “coltivato” sin da piccolo, idee liberali ed anticlericali, in fami-glia, con la lettura di libri e saggi scritti da uomini politici liberali, tra cui quelle di Nitti, di cui era alquanto ricca la biblioteca della nostra casa.

Figura 118 Filomena Di Tursi con la mamma Teresa Salomone fu Alberto.

Nello studio di Don Alessandro Bruni, facevano come me pratica forense Luigi Silvano, Nino Ruggi, Giovanni De Novellis. Per tutti noi lo studio dell’Avv. Bruni, era il luogo in cui ci si preparava al buon apprendimento delle questioni legali ed alla corretta osservanza della deontologia profes-sionale, ma era diventato anche e soprattutto una vera fucina di giovani liberali, dove circolavano e venivano coltivate le idee liberali, in contrasto, all’epoca, con quelle democristiane oltre che con quelle comuniste e sociali-ste.

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Superati alquanto brillantemente, presso la Corte di Appello di Napoli, gli esami di Procuratore legale, ho svolto la mia attività professionale a Pistic-ci, specializzandomi soprattutto in diritto civile, e curando anche, con pro-fitto, ricorsi tributari ed amministrativi.

Figura 119 Alberto “biondo” Salomone di Luigi e Alberto “bruno” Salomone fu Angelo.

Sono stato per sei anni Vice Pretore onorario e, per alcuni periodi, anche Reggente della Pretura di Pisticci, trattando affari di ogni genere, tenendo udienze civili e penali ed emettendo sentenze con giuste e corrette motiva-zioni, sempre apprezzate oltre che dal Pretore titolare, anche dal Presiden-te del Tribunale e dal Procuratore della Repubblica che, all’epoca, erano il Dott. Francesco Lazazzera ed il Dott. Libero Panetta, divenuti poi, il pri-mo Presidente della Corte di Appello di Potenza ed il secondo, Procurato-re Generale della Repubblica presso la stessa Corte di Appello.

Sono stato anche componente, come tecnico - legale, della Commissione Edilizia del Comune di Pisticci, sotto varie amministrazioni, sia comuniste

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che democristiane, sempre apprezzato per i corretti pareri, di volta in volta dati su questioni di diritto urbanistico di una certa complessità e sulla cor-retta applicazione delle norme di Piano Regolatore.

Figura 120 Angelo Salomone fu Alberto con il figlio Alberto “bruno”

Per tutta questa esperienza giuridica acquisita in molteplici campi, com-pletata da una costante, continua lettura di riviste giuridiche e dei numero-si libri di diritto acquistati, di continuo, a corredo della biblioteca del mio studio, mi sono conquistato, così come si suol dire - sul campo -, la stima e la considerazione di non pochi colleghi (e, tra questi, principalmente, gli Avv.ti Pietro Vena, Antonio D’Angella, Anio D’Angella, Alfonso D’Alessandro, Rocco e Vito Grieco, Imma Panetta) che, apprezzando la mia preparazione professionale, non hanno disdegnato di rivolgersi a me, frequentemente, sia per scambio di pareri, sia associandomi nella difesa di cause alquanto spinose e di notevole importanza.

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Figura 121 Alberto “biondo” Salomone in braccio al papà Luigi.

Con tutti questi Colleghi, ho sempre mantenuto e tuttora mantengo, sin-ceri rapporti di stima reciproca oltre che di vera e duratura amicizia.

In non pochi casi, per la novità e complessità delle questioni giuridiche trattate in alcune cause civili, ho ricevuto lodi in pubblica udienza da Ma-gistrati, come il Dott. Nunzio Cicchetti, il Dott. Francesco Lazazzera (già presidente del Tribunale di Matera e poi Presidente della Corte di Appel-lo di Potenza), il Dott. Libero Panetta (già Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Potenza), il Dott. Giuseppe Silvano ed altri.

***

Nel corso della mia lunga attività professionale, nel mio studio hanno fatto pratica forense numerosi giovani laureati in giurisprudenza.

Tutti però, pur apprezzando i miei insegnamenti, non hanno avuto il co-raggio di proseguire in questa nobile professione, che in verità, è sempre stata per i giovani, irta di difficoltà per i sacrifici da affrontare prima di

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poter raggiungere una vera sistemazione economica.

Figura 122 Adelaide Sangiorgio

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Per siffatte, giuste esigenze esistenziali, questi miei discepoli, non intesero proseguire nella intrapresa professione forense e, senza nemmeno tentare di affrontare gli esami di procuratore legale, decisero di optare per il pub-blico impiego, che garantiva loro una immediata e stabile sistemazione sotto tutti gli aspetti.

Figura 123 Mario Zaccheo, Alberto “biondo”, Antonio, Alberto “bruno” e Angelo Salomone.

Di questi miei discepoli, devo qui ricordare, tra gli altri, il fraterno amico Luciano Plati, divenuto segretario comunale, Dino D’Angella, datosi all’insegnamento e divenuto, poi, anche Preside della Scuola Media di Pisticci, Antonio Panetta che, sposandosi, è divenuto consulente legale dei cognati, gli imprenditori edili Putignani, Maria Teresa Ferrara, anch’essa datasi all’insegnamento di materie giuridiche e Giuseppe Viggiani, divenu-to poi dirigente di Ufficio Postale.

***

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Figura 124 Filomena Di Tursi e Fabio Salomone

Non posso poi, qui non ricordare, Livia Veneziano e Maria Teresa Smal-dino.

Entrambe, pur avendo fatto pratica forense presso lo studio degli avv.ti Rocco e Vito Grieco, anche dopo avere superato gli esami di procuratore legale, non hanno disdegnato di chiedermi, per il modo in cui affrontavo lo studio di ogni causa, suggerimenti e spiegazioni su ogni problema, che io davo loro volentieri, lieto di avere “allieve” veramente attente oltre che gra-te del tempo che loro dedicavo con piacere.

Con Livia Veneziano, ho continuato, anche con il passar degli anni, ad avere buoni rapporti di amicizia e professionali, in quanto, ogni qualvolta ha avuto bisogno di chiarimenti su qualsiasi questione giuridica, non ha mai mancato di rivolgersi a me: e, questo, sino a quando non mi ha sop-piantato con mio figlio Fabio, che è divenuto, come avvocato civilista, an-cor più bravo di me, ed anche perché è diventato il referente tecnico-informatico che le sa risolvere i problemi tecnici del computer, sia per quanto riguarda il sistema operativo di questo strumento informatico e sia i problemi da virus.

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Figura 125 Fabio Salomone e Enrica Di Tursi in campagna a S. Domenico.

Ancora più stretto, è il rapporto di affettuosa amicizia ed anche professio-nale, che mi ha legato e mi lega tuttora, con Maria Teresa Smaldino.

Innanzi tutto, nel parlare di lei, non posso passare sotto silenzio la cortese e indimenticabile attenzione che essa ha avuto, come collega, venendo a visitare me e Fabio in ospedale, a Matera, dopo che rimanemmo coinvolti il 6 giugno 1997 nell’incidente automobilistico in cui riportammo entram-bi gravi lesioni: pur non essendo la nostra amicizia di antica data, essa fu una dei pochi, dei tanti colleghi amici, che ci vennero a visitare.

Quando l’ho conosciuta ed ho incominciato a frequentarla, era ancora signorina e, perciò mi rivolgevo a lei chiamandola: “Bimba”.

Così ho continuato a chiamarla. anche dopo che si è sposata ed ancor ora che ha superato gli ’anta.

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Figura 126 Fabio Salomone e Enrica Salomone di Nicola.

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Questo è stato ed è ancora, il mio modo affettuoso di considerarla e di salutarla.

Il chiamarla a telefono con il “Ciao, bimba”, rende subito riconoscibile chi è il suo interlocutore.

Consolidatasi, via via con il passar del tempo, la nostra amicizia, pur es-sendo suo preciso ed unico intento di fare un concorso per entrare nel pubblico impiego ed in particolare, di riuscire ad essere assunta, alle di-pendenze del Comune di Pisticci, le proposi comunque, in occasione di una sua visita, di mettersi con me e Fabio ed aprire assieme un nostro co-mune studio legale.

Figura 127 I cugini: da sinistra Massimo e Alberto “bruno” di Angelo, Alberto “biondo” di Luigi, Francesco Panetta, Enrica di Nicola, Fabio, in seconda fila Alberto “cioff” di Raffele e Alberto “scipione” di Nicola

La proposta la allettò, e dopo averne discusso in famiglia, si dichiarò subito disponibile e lieta di affrontare con noi questa “avventura professionale”.

Prendemmo perciò in affitto in Marconia, un appartamento alla via Emilia Romagna, che adibimmo a studio legale, scegliemmo insieme gli arredi e, entusiasti, lo inaugurammo con un brindisi ed un forte abbraccio.

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Abbiamo tenuto insieme con Maria Teresa, questo studio per un certo tempo, sino a quando essa non ha vinto un concorso indetto dal Comune di Pisticci diventando funzionario responsabile dell’Ufficio Tributi.

Figura 128 Adelaide Sangiorgio con i figli Alberto e Fabio Salomone.

Anche dopo essere diventata una pubblica dipendente, i nostri rapporti sono rimasti immutati, anzi, la nostra amicizia si è sempre più consolidata, pur se qualche volta ci siamo trovati “avversari” in procedimenti avanti alla Commissione Tributaria. Maria Teresa, infatti, non manca mai di rivolgersi a me per consigli e pare-ri, ogni qualvolta deve affrontare una qualsiasi difficile questione tributa-ria: ed io non mi sottraggo mai a darle una mano.

Altrettanto, succede a me, quando ho difficoltà per recarmi a Pisticci e non so come andare: non ho altro da fare che telefonarle e chiederle un passaggio che mai mi è stato rifiutato e che mi viene sempre e di buon gra-do concesso.

Un altro legame che ci tiene uniti è, quello che dobbiamo compiere insie-me, come un sacro rito ripetuto puntualmente ogni anno: e cioè di allestire a casa sua, prima dell’8 dicembre, giorno dell’Immacolata, il piccolo

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presepio, da noi realizzato sempre diverso e che riesce sempre un capola-voro.

Mi auguro che questo rapporto e questa amicizia, possano durare il più a lungo possi-bile.

A lei, che profes-sionalmente ha raggiunto il suo giusto equilibrio approdando nel desiato pubblico impiego, alle di-pendenze del Co-mune di Pisticci, e con incarico di responsabilità, faccio di cuore l’ augurio di un “ad maiora”, e che mi voglia ritenere, per quel tempo che mi resta ancora da vivere, nella cerchia dei suoi amici, uno dei più cari.

***

Il 27 giugno 1964, dopo ben otto anni di fidanzamento, convolai a nozze con la sig.na Adelaide Luigina Anna Sangiorgio, nata a Matera il 14 luglio 1938, (in famiglia chiamata Lillina), insegnante elementare, ed anch’essa figlia di un funzionario (direttore) del Banco di Napoli, il Dott. Mattia Sangiorgio.

Figura 129 Fabio Salomone di Luigi.

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Figura 130 Alberto Salomone di Luigi.

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Figura 131 Gianluca Salomone di Luigi.

Da questa donna, assieme alla quale ho trascorso circa 44 anni, comunque felici, ho ricevuto in dono tre figli meravigliosi, tutti maschi:

Alberto Mattia nel 1965;

Fabio nel 1967;

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e Gianluca nel 1970.

Mia moglie Lillina è stata una donna che, pur essendo per molti anni vis-suta in una città, Matera, si è saputa facilmente adattare a vivere,da sposata e con il peso di tre figli, senza mai alcuna lamentela, sia a Pisticci, (che era ed è, pur sempre il paese più grande del materano) e sia a Marconia, una frazione di Pisticci che era, quando ci siamo qui trasferiti, nel 1972, ancora solo un piccolo borgo rurale e con pochissimi servizi.

A Marconia, infatti, assieme ad un gruppo di amici, siamo riusciti a costruire ed a essere ognuno, proprietario, in un complesso, di una propria personale villetta unifamiliare.

Certo, i primi tempi di residenza a Marconia sono stati molto diffi-coltosi, in quanto la zona priva di infra-strutture stradali, es-sendo le vie di accesso e di collegamento, in terra battuta ed impra-ticabili nei periodi di pioggia.

Infatti, proprio quan-do erano appena ini-ziati i lavori di realiz-zazione delle strade nella nostra zona, un violento nubifragio allagò tutto il tracciato stradale, sì da costringerci, per poterle attraversare, a mettere dei lunghi tavoloni di collegamento tra un marciapiede e l’altro.

Figura 132 Enrica Salomone di Raffaele e Gianluca Salomone di Luigi.

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Ricordo, come se fosse ancora ieri, che proprio la sera del 31 dicembre 1972, dovevamo recarci a Pisticci a casa di mio padre per festeggiare in-sieme a tutti i miei numerosi familiari la fine dell’anno.

Ci avviammo con la macchina, guidata da Lillina, con me ed i nostri tre figli a bordo - avevamo allora una 850 FIAT - mentre sulla strada stava proprio in quel momento imperversando una pioggia intensissima, per cui, dopo aver percorso soltanto una cin-quantina di metri, finimmo addirittura con l’impantanarci nel terreno battuto della strada, non compattato e non riuscivamo ad anda-re né avanti e né indietro.

E saremmo rimasti impantanati lì, per tutta la notte, con i bambini che pian-gevano e noi due che eravamo nervo-sissimi, se non aves-simo ricevuto soc-corso dall’Avv. Pie-tro Vena e da Don Amedeo Forte - allora Parroco di Marconia - che a loro volta richiesero aiuto a tal Salvatore Viggiani, rivenditore di carburanti, il quale riuscì con il proprio trattore agricolo, a tirar la macchina e noi fuori dal pantano.

Comunque, nonostante questi brutti inizi, la vita in Marconia si è resa più facile, piacevole e soprattutto vivibile per il fatto che i nostri figli si stavano ambientando bene a vivere ed a giocare, assieme ai figli dei nostri amici che

Figura 133 Adelaide Sangiorgio e Gianluca Salomone di Luigi.

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stavano, all’epoca, vivendo la nostra stessa esperienza: mi riferisco a Fran-cesco e Domenico Ragone, a Pina e Vittoria Della Speranza, a Nicola e Gianvito Boccone, a Giusy e Francesco D’Angella, a Gaetano ed Adele Esposito, ad Antonio e Sabrina De Sensi, a Loredana e Lidia Lapadula ed altri, che tutti assieme formavano un bel gruppo e che giocavano libera mente nelle nostre strade, all’epoca prive di pericoli.

Io e mia mo-glie, oltre ai rapporti vera-mente vivi, affettuosi ed immutevoli, mantenuti sempre con i nostri rispettivi familiari, ab-biamo coltiva-to, nella sfera delle pur ampie nostre cono-scenze, solo pochissime, ma vere e stabili amicizie.

Tra queste, le più intime, quelle stretta-mente contrat-te e durate una vita, con Pep-pino e Bruna Silletti, con Luciano e Carla Plati e con Mimì e Paola Della Speranza: amicizia, peral-tro, che manteniamo e coltiviamo con tutti i loro rispettivi figli, ormai grandi e coniugati.

Due di questi cari amici, Luciano Plati e Peppino Silletti sono, però, venu-

Figura 134 Alberto, Gianluca e Luigi Salomone.

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ti a mancare, lasciando in noi un vuoto veramente incolmabile.

Con Mimì Della Speranza e sua moglie Paola Cappiello, entrambi inse-gnanti di Scuola elementare (quei veri Maestri di una volta), che conosco da una vita e con i quali siamo dirimpettai di casa, il rapporto di amicizia non ha subito mai interruzioni di sorta.

In pensione da molti anni, essi sono stati sempre e continuano ad essere, una coppia religiosissima di fede cristiana.

Il loro modo di agire e di educare è stato sempre improntato ad un modello di vita consono agli insegna-menti del Vangelo ed ai principi e valori del Cristianesimo.

Essi, sono, per davve-ro, due veri “cristiani” ed agiscono ed opera-no come tali.

E Lillina mia moglie, soprattutto ora che Paola (una materana anch’essa) è costretta a vivere su una sedia a rotelle, non manca mai, quasi quotidianamente, di andarla a visitare.

Non posso qui dimenticare il lungo legame di amicizia avuto con Peppino e Bruna Silletti e con Luciano e Carla Plati: con loro formavamo tre cop-pie, unitissime.

Figura 135 Alberto “bruno” fu Angelo, Alberto e Fabio di Luigi Salomone

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Non vi è stata mai una fine d’anno che non venisse festeggiata, a turno, da noi sei insieme, nelle nostre rispettive case, presentandoci sempre, impec-cabilmente in abito da sera e … tenendo ognuno tra le mani e ben strette, le pentole piene di succulenti manicaretti che le nostre rispettive consorti avevano appre-stato per l’occasione.

Bei tempi quelli!

Di essi non resta, ora, che il malin-conico ricordo!

Non posso poi qui sottacere che Lillina, allorché è andata in pen-sione, dopo un lungo periodo di lodevole inse-gnamento, esple-tato in varie scuole (di cam-pagna ed urba-ne), dislocate nei diversi comuni della provincia di Matera, ove an-nualmente riu-sciva ad ottenere la nomina dal Provveditorato agli Studi, sino a quando non è diventata insegnante di ruolo con sede definitiva nella Scuola Elementare di Marconia, ove la sua attività professionale di insegnante e di educatrice si è conclusa con la sua messa in pensione, ha stretto un’amicizia ancora più profonda con la nostra dirimpettaia di casa, sig.ra Teresa Viggiani in

Figura 136 Massimo e Alberto “bruno” fu Angelo, Francesco Panetta, Alberto “biondo” e Fabio Salomone di Luigi

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Ragone, professoressa di Scuola media pur essa in pensione, in quanto accomunate dagli stessi bisogni ed interessi, quali le lunghe passeggiate e la lettura di buoni libri, di cui si rifornivano presso la Biblioteca comunale.

Sfortunatamente, questa bella e solida amicizia, è venuta meno con la mor-te di Teresa, stroncata in poco tempo dal male del secolo, il cancro.

Per fortuna, ora Lillina, coltiva anche altri interessi, con un gruppo di amiche, par-tecipando atti-vamente ad un complesso co-rale creato in Marconia ed a varie attività di natura religio-sa, tra cui l’associazione cattolica.

Voglio qui ancora ricorda-re che io, a far capo dall’anno del mio matri-monio, celebra-to nell’ormai lontano giugno 1964, non ho mai mancato, in tutti i “Natali” che si sono susseguiti in questi anni, di allestire, nel tinello della mia casa di Marconia, occupando quasi tutta una parete ad angolo, un grande “Prese-pe” e, di preparare sempre ogni anno, per tale festività, con le mie mani, la ormai rinomata “cassata di ricotta”, un dolce che è una vera squisita leccor-

Figura 137 Alberto “biondo” Salomone, Rosamaria e Antonella e Bruna Silletti.

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nia, ambita non solo dai miei figli, ma dai tanti familiari ed amici che, ogni anno, attendono di ricevere in dono questa mia specialità dolciaria.

***

Figura 138 Fabio, Gianluca e Alberto “biondo” Salomone di Luigi.

Alla bella veneranda età di 77 anni, da me raggiunta nell’ottobre del 2007, dopo una lunga attività professionale come avvocato, su sollecitazione di mio figlio Fabio, anch’esso avvocato e, diventato da diversi anni il mio indi-spensabile compagno di lavoro in questa nobile e bella attività professiona-le, qual è l’esercizio dell’ Avvocatura, mi sono deciso a presentare la do-manda di pensionamento alla Cassa di Previdenza Forense, che ha ricono-sciuto maturato il mio diritto alla pensione con decorrenza dal 1995, e cioè

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con il compimento dei sessantacinque anni.

Pur essendo andato in pensione, non mi sono però cancellato dall’Albo e continuo ad esercitare questa bellissima e nobile professione liberale, augu-randomi di finire la mia esistenza terrena da Avvocato, sul campo, come un vecchio indomabile guerriero.

Per me fare questa mestiere è stato e continua ad essere, una passione vera, avendo sempre ritenuto l’esercizio dell’Avvocatura come una nobile mis-sione, ove esercitata con onestà e capacità.

***

Come innanzi precisato, dalla mia unione con Lillina Sangiorgio, moglie esemplare, della quale voglio qui rifuggire dal tesserne le lodi, perché sem-pre tenera ed a me affettuosamente vicina, nonostante i miei non pochi difetti, il mio pessimo carattere ed il mio essere introverso e chiuso, sono nati tre figli maschi: Alberto Mattia, Fabio e Gianluca.

Figura 139 Da sinistra: Francesco e Alberto “fidele” Panetta, Giuseppe Panetta, Annamaria e Amalia Salomone fu Alberto, Annamaria Santilio, Antonio Salomone fu Alberto, Enrica di Antonio, Mariangela Panetta, Bice Lavecchia

Mi auguro che la Sorte ci voglia tenere uniti ancora per molto tempo anco-

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ra e con l’affetto immutato dei nostri primi anni giovanili, e per poterci godere con gioia i nostri figli ed il nostro caro nipotino.

Per tutti e tre questi nostri figli, essendo Lillina obbligata a star fuori di casa di mattina, in quanto insegnante elementare, si è dovuto far ricorso all’aiuto di diverse babysitter.

Maria Casalaspro (detta la “montagnola”) che è stata la prima, si portava Alberto addirittura a casa sua, assistendolo come una seconda mamma: essa é rimasta sempre a noi affezionata, pur anche dopo molti anni da quando si cresceva Alberto.

Questa donna, si sentiva così legata a noi che, prima di morire, ha manife-stato il desiderio di rivedere mia moglie Lillina che, non si è sottratta a tale invito.

Figura 140 Amalia Salomone fu Alberto, Annamaria Santilio, Antonio Salomone fu Alberto, Enrica Salomone di Antonio e Mariangela Panetta.

Fabio, invece, è stato “cresciuto” da Maria Teresa Franchini, che lo assiste-va di mattina nella nostra casa in Pisticci, mentre nel pomeriggio, mi faceva da segretaria nello studio.

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Anche con Maria Teresa Franchini, sposatasi con Mario Tuccino e che vive da molti anni a Marconia, abbiamo mantenuto buoni rapporti di ami-cizia.

E Fabio, quando si è sposato, ci ha tenuto ad invitarla al matrimonio, per-ché era stata la sua “tata”.

A Gianluca invece, ha fatto da babysitter, la allora giovanissima Anna Martino, di Marconia: ma di questa, da anni, non sappiamo più niente.

***

Figura 141 Carmelina Cascella, Antonio Salomone fu Alberto e Virginia Panetta.

Alberto Mattia Salomone di Luigi

è il nostro figlio primogenito ed è nato a Taranto il 23 giugno 1965.

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Da piccolo, era un bel batuffolo dalle guancette rosee ed aveva meravigliosi capelli color biondo cenere.

Dopo aver conseguito il Diploma di Maturità Scientifica presso il Liceo Scientifico Statale di Bernalda, si iscrisse all’Università di Siena alla Facol-tà di Scienze Economiche e Bancarie e frequentò alcuni corsi di lezioni del primo anno di detta facoltà, trovando pensione assieme a suoi due amici e compagni di liceo.

E, proprio nel periodo in cui era studente universitario a Siena, Alberto si lasciò prendere da quella che per i giovani era allora la corrente Hippy che dettava moda e stile “punk”.

Ed invero, nel rientrare da Siena a Marconia, proprio in quel periodo, lo andai a rilevare con Lillina alla stazione di Metaponto.

Vedemmo scendere dal treno, un giovane alto, tutto vestito di nero e, con i capelli, stile punk – come l’ultimo dei Mohicani, con una criniera irta a mò’ di elmo e dipinta di vari colori: un figlio irriconoscibile.

Il tonfo che ricevetti al cuore è indescrivibile.

Diventai una furia, scioccato dal modo in cui si era presentato e come era vestito, e che io non approvavo.

Grazie all’equilibrato e saggio intervento di mia moglie Lillina, dopo la mia sfuriata, Alberto cambiò stile di vita e modo di vestirsi e, da allora non ho mai più avuto modo od occasione di lamentarmi di lui.

Ha abbandonato gli studi universitari, intendendo entrare subito nel mondo del lavoro ed in particolare, nel campo dell’informatica, branca questa che, in quel momento, sembrava offrire possibilità di immediata sistemazione.

Venne, poi dispensato dal servizio militare in applicazione delle disposi-zioni di cui alla Legge 18 aprile 1981 n.80 che esentavano dal fare il servi-zio militare i giovani residenti in Basilicata, nelle zone colpite dal terremo-to del 1980.

A tal fine, si iscrisse e frequentò, presso il Centro di Istruzione IBM di

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Figura 142 Foto di famiglia: Gino e Lillina Salomone con i figli Alberto, Fabio e Gianluca.

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Figura 143 Matrimonio di Filomena Di Tursi e Raffaele Amodio. In alto da sinistra: Annamaria Santilio,Virginia Panetta e Angelo Salomone, Filomena Di Tursi e Raffaele Amodio, Francesco Saverio Salomone e Bice

Lavecchia, Alberto “bomba” Salomone di Francesco Saverio, Giuseppe Panetta. Seduti: Annamaria Salomone, Lillina Sangiorgio, Luigi Salomone, Carmelina Cascella e Raffaele Salomone

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Figura 144 Matrimonio di Enrica Di Tursi e Maurizio Di Girolamo. In piedi da sinistra: Enrica Salomone di Nicola, Chiara Di Pede e Alberto “bruno” Salomone, Filomena Di Tursi e Raffaele Amodio, Fabio Salomone e Adele

Faticato, Mario Salomone, Angela Laviola, Alberto “fidele” Panetta, Sandro Mandese, Roselda Lalinga, Alberto“cioff” di Raffaele, Luigino Salomone fu Nicola. Seduti da sinistra: Virginia di Alberto “bruno”, in braccio Anna

Mandese, Marco Salomone, Enrica Di Tursi con Francesco Mandese, Maurizio Di Girolamo.

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Figura 145 Nicola, Teresa, Amalia, Francesco Saverio, Angelo, Bice Lavecchia, Virginia Panetta, Carmelina Cascel-la, Rosaria Ruggiero, Luigi Salomone, Adelaide Sangiorgio, Annamaria Santilio e Sandra Zacchei. In basso, Virginia

Salomone di Alberto, Antonio Salomone, Enrica Di Tursi, Francesco Mandese, Maurizio Di Girolamo, Marco Salomone, Raffaele Salomone.

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Figura 146 77° compleanno di Luigi Salomone con i fratelli Nicola, Teresa, Amalia, Francesco Saverio, Raffaele e Antonio.

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Figura 147 77° Compleanno di Luigi Salomone con le cognate: Virginia Panetta, Sandra Zacchei, Carmelina Cascella, Annamaria Santilio e Bice Lavecchia.

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Bari, un corso di programmazione interattiva di informatica.

Successivamente, frequentò anche un Corso di Interpreti e Traduttori, in lingua inglese, presso la Scuola Superiore Interpreti e Traduttori con sede in Bari, conseguendone attestato di frequenza.

Dopo aver partecipato con esito positivo al corso per “specialista in appli-cazioni informatiche” presso l’Istituto IFOA di Reggio Emilia, conseguen-done il diploma, partecipò altresì nel mese di settembre 1990 ad uno stage di formazione professionale presso il College di Walsall (Inghilterra), fa-cendo pratica di programmazione ed approfondendo conoscenze di pro-blematiche procedurali su collegamenti in rete e via modem e più in gene-rale sull’architettura dei sistemi IBM.

Ha effettuato, nel 1990, un periodo di tirocinio presso l’Agenzia parteci-pata IBM, AZIMUT, con sede in Bologna, sviluppando le conoscenze di gestione aziendale, produzione e contabilità, ampliando le proprie espe-rienze di programmazione in RPG/400 e gestione del sistema.

Ha lavorato, con mansioni di programmatore analista, dal 1991 al 1993, presso la PRAXI S.p.A. sede di Bari, dal 1993 al 1994, presso la “DATA ENGINEERING s.r.l. di Marconia, dal 1994 al 2001 presso il Salottifi-cio Nicoletti SpA con sede in Matera.

Dal 2003 lavora presso la BREDA MENARINIBUS, con sede in Bolo-gna, con mansioni di Programmatore Analista EDP.

Si è stabilito ormai definitivamente a Bologna, e con la sua fidanzata Car-lotta Cristiano, una dolce ed affettuosa ragazza di quella città, è riuscito assieme ad essa, ed accollandosi anche un mutuo, ad acquistare un bell’appartamento.

Devo sottolineare poi che Alberto, sembra un tipo chiuso ed introverso.

Ma solo apparentemente, perché è un tipo molto gioviale e loquace e, in buona compagnia si scopre veramente il suo bel carattere.

L’augurio che gli faccio è che possa trascorrere, insieme a questa sua com-pagna, una vita lunga e serena, senza mai dimenticare queste sue radici familiari e gli insegnamenti che ci siamo sforzati di dargli e cioè, di svolgere

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il suo lavoro professionale sempre con dignità ed onestà.

***

Fabio Salomone di Luigi

di questo nostro figlio secondogenito, debbo parlare più a lungo, per tre ragioni:

perché, ha intrapreso la stessa mia attività professionale di Avvocato;

perché, in realtà, è il “bastone” su cui mi sorreggo in questi ultimi giorni della mia vita terrena;

e, infine, perché ha dato, a me ed a mia moglie Lillina, la gioia di essere nonni di un bellissimo frugoletto quale è Luigi Bruno.

Fabio è nato a Pisticci l’11 luglio 1967.

Figura 148 Adelaide Sangiorgio, Carla Benedusi e Luciano Plati.

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È stato l’unico figlio che è nato in “casa” e con parto spontaneo, a differen-za di Alberto e Gianluca, che sono nati a Taranto presso la Clinica D’Amore e per i quali si fece ricorso al “forcipe”.

Ha frequentato le Scuole Elementari di Marconia, avendo come Maestro, l’insegnante Mimì Della Speranza, nostro intimo amico e Maestro alquan-to bravo: un vero Educatore, come quelli di una volta, severo ma giusto e che non disdegnava impartire agli scolari disattenti, disubbidienti o male-ducati, applicando lo jus corrigendi, opportune e dolorose punizioni con “bacchettate” sul palmo di ambo le mani aperte.

Bei tempi allora!

Figura 149 Luciano Plati, Luigi Salomone e Carla Benedusi.

Anche le bacchettate servivano.

Anzi, venivano autorizzate proprio dai genitori, per una sana educazione degli alunni, nel corpo e nella mente.

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Tanto oggi, non è più immaginabile, senza dover incorrere in gravi sanzio-ni di legge.

Ebbene, il ricordo di questi vecchi maestri di un tempo, è ancor oggi vivo e radicato negli antichi scolari di un tempo.

Tutto questo, oggi, non si verifica più per gli alunni moderni, in quanto è venuta meno, nella Scuola, proprio la figura del Maestro, come unico In-segnante e modello di vita.

***

Figura 150 Alberto “biondo”, Rosamaria Silletti, Gianluca, Adelaide Sangiorgio e Fabio Salomone.

Fabio, dopo aver frequentato la Scuola Media “Quinto Orazio Flacco” di Marconia con buoni professori, ha frequentato il Liceo classico “Giustino Fortunato” di Pisticci, avendo come insegnanti, professori pur bravi che, però, oltre alle materie scolastiche, gli hanno inculcato anche i primi rudi-mentali semi di quella ideologia, che lo ha fatto poi diventare, un uomo politico di sinistra, in contrasto con la educazione “liberale” ricevuta in

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famiglia, sino al punto di iscriversi a “Rifondazione Comunista”, che lo portò a candidarsi alle elezioni amministrative comunali nelle liste di que-sto Partito Politico di estrema sinistra e ad essere eletto Consigliere co-munale.

Ha conseguito nel 1984 il Diploma di Licenza Liceale presso il Liceo-Ginnasio “Giustino Fortunato” di Pisticci e, si è quindi iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Bari, dove ha conse-guito il 2 luglio 1994 la Laurea di Dottore in Giurisprudenza, discutendo la tesi in Diritto del Lavoro su “I contratti di riallineamento: l’esperienza pugliese”, Relatore il Prof. M. Giovanni Garofalo.

Figura 151 Luigi e Lillina Salomone, Tina Montesano, Bruna e Peppino Silletti.

Sempre nel 1994, presso il detto Istituto Antoniano ha seguito un corso di formazione per assistenti all’infanzia su le “Problematiche psicologiche dell’infanzia e della adolescenza: meccaniche di comunicazione verbale e non verbale”.

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Nel 1995 ha seguito un Seminario di Studio su “I Tributi degli Enti Loca-li” ANUTEL (Associazione Nazionale Uffici Tributi Enti Locali).

Ha fatto con me il suo tirocinio di praticante procuratore.

Dal punto di vista professionale, mi comportavo con lui come un “padre-padrone”, imponendogli, come un dittatore, il mio modo di studiare le cause, senza dargli spazio o consentirgli di agire di sua iniziativa.

Figura 152 Alberto “biondo” Salomone di Luigi e Antonella Silletti.

Questo mio modo di comportarmi con lui, finiva sempre con il creare fra noi una certa frizione che lo portava a lamentarsi, non con me ma con sua madre, alla quale mi riusciva difficile spiegare che tanto facevo solo per il suo bene e perché raggiungesse una completa e buona preparazione pro-fessionale.

Con il passare del tempo, quando l’ho ritenuto professionalmente ben inquadrato e preparato e, quindi capace di gestire da solo lo studio delle cause affidateci dalla nostra clientela, gli ho lasciato briglia sciolta e, sono

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Figura 153 Luigi Salomone con Alberto “biondo” e Alberto “bruno”.

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perciò venute a cessare frizioni e lamentele.

I miei insegnamenti hanno, infatti, conseguito il risultato da me voluto ed ora, Fabio mi è grato per il modo in cui ho inteso fargli fare pratica legale e, come gli ho insegnato a fare l’Avvocato.

Quale obiettore di coscienza non ha fatto il servizio militare di leva, ma ha prestato “servizio civile” con mansioni di “assistente all’infanzia” presso l’Istituto Antoniano dei Padri Rogazionisti di Trani.

Figura 154 Filomena Di Tursi, Alberto “bruno”Salomone e Gabriella Cascella.

Anzi, è lui ora che, con la preparazione professionale da me acquisita e che si è fatta poi da solo, con lo studio e l’approfondimento di ogni questione giuridica, può arrogarsi il diritto di correggere anche me, pure nel modo di porre le questioni anche graficamente.

Si è veramente guadagnata la promozione sul campo!

Sono fiero di lui!

Noi due ci completiamo a vicenda: basta un semplice scambio di opinioni,

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che riusciamo, quasi sempre, a risolvere positivamente e subito, qualsiasi ostica questione di diritto.

***

Non posso sottacere poi di un brutto sinistro stradale in cui tutti e due rimanemmo coinvolti, riportando, per fortuna, solo delle lesioni, anche se di una certa entità e gravità.

In quel fatidico giorno, era il 6 giugno 1997, io e Fabio, con la mia autovet-tura TWINGO, peraltro acquistata da poco, stavamo tornando a Marco-nia da Matera, dove nella mattinata avevamo patrocinato presso il locale Tribunale alcune cause civili.

Figura 155 Antonella Silletti, Fabio e Luigi Salomone, Rosamaria Silletti e Alberto “biondo” Salomone.

La macchina era guidata da Fabio ed io ero seduto al suo fianco sul sedile anteriore destro.

Tutti e due tenevamo allacciate le cinture di sicurezza e percorrevamo la strada Matera - Ferrandina, tutta in discesa e con forte pendenza.

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Il cielo era nuvoloso e minacciava pioggia.

Giunti sotto Miglionico, infatti, incominciò a cadere una pioggerellina.

Quando però giungemmo, subito dopo l’innesto della strada per Pomari-co, alla curva, quasi in prossimità del ponte che si innesta con la Basentana, venimmo sorpresi da un violento acquazzone.

Figura 156 Alberto “biondo” Salomone, Rosamaria Silletti, Fabio Salomone e Antonella Silletti.

La strada, in discesa e con forte pendenza e la grande quantità di acqua che con scrosci violenti scendeva dal cielo, fecero sì che la macchina, non ri-spondesse più ai freni e, planando sull’acqua si spostò nella corsia opposta, sulla quale veniva verso di noi un’autovettura contro la quale andammo a collidere con un cozzo violentissimo.

In seguito all’urto violentissimo, io persi i sensi.

Mi ripresi quasi subito, allorché mi sentii chiamare e toccare da un cortese soccorritore.

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Mi voltai dapprima verso Fabio: era esamine, con il busto e la testa reclina-ti sul volante.

Da un sopracciglio gli scendeva sul volto un rivolo di sangue.

Gridai come un disperato, credendolo non più vivo.

Non riuscivo a toccarlo e né a muovermi, impedito com’ero dalla cintura di sicurezza che non mi consentiva di districarmi dal sedile al quale ero come inchiodato.

Figura 157 Peppino Silletti e Carla Benedusi.

Quel gentile soccorritore, a me sconosciuto e rimasto anonimo, che non ho più avuto occasione di ringraziare per l’opera di soccorso apprestataci, visto che io mi ero ripreso, si spostò sul lato di Fabio e, avvicinandosi pro-prio al suo viso, disse subito: «È vivo».

Il cellulare di Fabio in seguito all’urto era andato distrutto e, sempre quel soccorritore, fu così gentile che dapprima mi consentì, con il suo cellulare, di avvisare del sinistro, mio fratello Antonio, medico (che a sua volta par-

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tecipò la notizia a mia moglie Lillina ed agli altri di famiglia) e poi si attivò a richiedere l’intervento dei vigili del fuoco e dell’autoambulanza che, devo riconoscere, giunsero subito, poco dopo, in nostro soccorso.

La Twingo, a causa del cozzo violento con l’altra autovettura, andò com-pletamente distrutta e si accartocciò quasi a forma di uovo.

Figura 158 Luciano Plati.

E, fu proprio per questa strana forma che la macchina assunse che, io e Fabio, potemmo salvarci, pur riportando entrambi brutte lesioni.

Fabio venne messo sulla barella dell’ autoambulanza, sulla quale salii anch’io che non avevo segni evidenti di ferite e che, tranne un leggero dolo-re alla cervicale, non avvertivo alcunché sulla mia persona.

Durante il tragitto dal luogo dell’incidente sino all’Ospedale, Fabio non fece altro che parlare con gli infermieri dell’autoambulanza, il che mi rin-cuorò, considerando questa sua loquela un segno rassicurante che non aveva riportato ferite gravi.

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Giunti in ospedale, per Fabio, venne disposto il ricovero.

Io invece, che avevo assistito nella saletta del pronto soccorso alla visita fatta a Fabio, sentendomi in “buone condizioni”, e non avendo riportato lesioni “visibili”, decisi che, non appena poco dopo fossero arrivati i miei familiari che erano stati avvisati, avrei fatto ritorno a Marconia con loro.

Figura 159 Luciano Plati, Alberto “biondo” e Fabio Salomone.

Il medico del pronto soccorso, sentita questa mia decisione, mi consigliò di farmi sottoporre comunque, a scopo cautelativo, ad un esame radiografico, che venne subito disposto e fatto.

All’esito dell’accertamento radiografico risultò che avevo riportato la con-tusione toracica con fratture di ben cinque costole sinistre, per cui non potei sottrarmi al ricovero che venne immediatamente disposto.

***

Fabio è iscritto dal febbraio 1998 all’Albo dell’Ordine degli Avvocati di Matera ed esercita con me questa nobile professione ed ama questo lavoro,

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divenuto difficile e, sotto certi aspetti, anche ostile, nonostante l’impegno che vi profonde.

Figura 160 Luigi e Fabio Salomone.

Nello studio delle cause, e nella soluzione delle stesse, spesso mi sorprende

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per le sue straordinarie intuizioni, per il suo tratto ironico ed il parlare fluido: noto in lui sempre di più quel qualcosa in più che fa di un bravo professionista un fuoriclasse, che aiuta e fa di questo mestiere una passione vera.

Nell’apprestare gli atti difensivi di ogni causa, civile, amministrativa o tri-butaria che sia, adopera un linguaggio sempre nitido, mai troppo tecnico o noioso.

Figura 161 Alberto “biondo” Salomone si Luigi.

Ha profonda conoscenza dei vari sistemi operativi nel campo dell’informatica ed ampia esperienza nell’ attività di ricerca giuridica in Internet.

***

Si è sposato nel 2003 con la insegnante elementare Adele Faticato di Montalbano Jonico, celebrando il matrimonio nell’antico Santuario Maria Ss. Regina di Anglona in territorio di Tursi.

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Dal loro matrimonio è nato, il 18 marzo 2004, nella borgata di Tinchi di Pisticci, il nostro - almeno per ora -, unico nipotino, Luigi Bruno.

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Luigi Bruno Salomone di Fabio

è un bambino bellissimo oltre che simpaticissimo.

Aggraziato, sempre compito nei modi ed estremamente educato.

Figura 162 Alberto “!biondo” Salomone di Luigi e Gabriella Cascella.

Ha un modo di esprimersi preciso ed con un linguaggio ineccepibilmente appropriato e, ti sorprende per il modo sempre educato con cui si rivolge alle persone.

Quando, però si arrabbia, diventa ostinatamente testardo: in questi mo-menti, bisogna lasciarlo stare, perché poi, poco dopo, ove non punzecchia-to, gli passa l’ arrabbiatura e ritorna ad essere un bambino gioviale e simpa-tico.

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Dal padre ha assimilato la passione per il computer.

Riesce, infatti, con molta facilità a far funzionare questo strumento infor-matico, come un vero e proprio vecchio esperto.

Figura 163 Luciano Plati e Carla Benedusi.

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È un bambino che ti sorprende anche con le sue uscite che, davvero, ti lasciano di stucco.

È un acuto osservatore, e riesce a descrivere persone e cose anche quando sembra essere solo occupato nel gioco, senza dare a vedere che presta at-tenzione a chi gli sta vicino ed a quello che questi dicono.

Figura 164 Fabio Salomone, Gabriella Cascella e Alberto “biondo” Salomone. Sullo sfondo, Lillina Sangiorgio.

***

A tutti e tre loro, auguro, assieme a Lillina, tutto il bene e la serenità che desiderano, per una vita tranquilla e felice.

***

Gianluca Salomone di Luigi

è il nostro figlio terzogenito, nato a Taranto il 21 novembre 1970.

Dopo aver conseguito, nell’anno scolastico 1988/89, il Diploma di maturi-

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tà classica presso il Liceo “G. Fortunato” di Pisticci, si iscrisse alla facoltà di Architettura presso la Università degli Studi di Firenze.

Alla chiamata della leva militare della classe 1970 venne dichiarato arruo-lato, come idoneo alla Marina Militare, appartenente alla Capitaneria di Porto di Taranto ed in congedo illimitato provvisorio.

Iscritto alla Facoltà di Architettura, nell’anno accademico 1991 superò un solo esame per cui, non potendo ottenere il rinvio del servizio militare per motivi di studio in quanto, per legge, per tale fine era richiesto il supera-mento di almeno due esami, tentò di eludere questo sbarramento ostativo effettuando il passaggio dalla Facoltà di Architettura a quella di Lettere e Filosofia, con indirizzo storico-contemporaneo, sempre presso l’ Universi-tà degli Studi di Firenze.

Alla conoscenza scolastica della lingua francese, parlata e scritta, acquisita a Pisticci da studente di scuola media e poi di liceo, ha aggiunto una di-screta conoscenza della lingua inglese, sia parlata che scritta, ottenendo anche un attestato rilasciatogli nel 2000 dall’Associazione d’Incontri Cul-turali con la Fonologia e la Dizione della Lingua Italiana e con la Lingua Inglese “G. Giaccia” di Napoli.

Durante il periodo degli studi universitari ha collaborato con diverse As-sociazioni culturali in diverse città nazionali ed internazionali (Firenze, Milano, Bologna, Rimini, New York) organizzando rassegne e manifesta-zioni culturali.

Non ha ancora conseguito la laurea in Lettere e Filosofia, ed ha interrotto gli studi universitari, in quanto ha preferito affrontare subito il lavoro atti-vo, per conseguire anche una certa indipendenza economica.

Infatti, dal dicembre 2001 a giugno 2003 ha lavorato alla TIM Telecom Italia Mobile di Bologna, come operatore di call center e, poi, da giugno 2003 a dicembre 2005, ha lavorato come consulente per la telefonia mobile TIM Businnes, quale responsabile acquisizioni centro nord - Città di Bo-logna, presso l’Agenzia territoriale Centro Nord SPEEDYSERVICE Srl con sede in Arezzo.

Ha seguito poi ancora, nel campo della telefonia:

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un Corso di formazione professionale Image “l’analisi transazionale” e “valore aggiunto” LOGOTEL tenutosi presso la sede TIM di Bologna, propedeutico alla certificazione CEPAS (certificazione della professionali-tà e della formazione);

un Corso di formazione professionale su “la Conversazione telefonica” tenuto dalla Tim Telecom Italia Mobile a Bologna presso la propria sede;

Figura 165 Fabio Salomone di Luigi e Adele Faticato.

Corsi, presso la sede TIM di Bologna: - di CRM (Customer Relationship Management); - di Customer Sattefaction e di Telemarcketing telefonico.

Dal 2005 lavora come DATA SALES MANAGER - Customer base

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accont EXECUTIVE – Data e application Specialist per Vodafone Cor-porate, occupandosi prevalentemente di gestire la clientela Altovalore e curando la fidelizzazione del pacchetto clienti affidato, analizzare, attra-verso una costante attenzione al mercato di riferimento, i trend e l’andamento delle vendite del settore Dati rispetto agli obiettivi, oltreché delle attività pro-mozionali concor-date.

Si occupa inoltre di progettare, im-plementare e misu-rare le attività di promozione verso il consumatore finale, gestire le relazioni con i clienti e coordinare le attività di public relations.

Nel 2007 viene certificato EXECUTIVE da Pricewaterhouse Coopers.

Nonostante questa sua complessa attività nel campo della telefonia, è stato e continua ad essere nell’animo, un “architetto” ed un “artista”.

Lo abbiamo subito notato, io e Lillina, visitando il miniappartamento in cui vive e che ha saputo arredare con gusto e senso artistico, per la partico-lare scelta dei mobili e di ogni arredo, curando ogni minimo particolare, esprimendo cioè quella che era la sua originaria tendenza a diventare archi-tetto: peccato!

Figura 166 Fabio Salomone di Luigi e Adele Faticato.

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E, soprattutto è un vero “artista” anche nel campo della pittura, in quanto è un vero piacere poter ammirare i suoi quadri.

Soprattutto per lui, sua madre Lillina, ha profuso in continuazione energie e sacrifici di ogni tipo, aiutandolo sempre, ogni qualvolta ne ha avuto biso-gno.

Ha vissuto per alcuni anni a Firenze per la frequenza degli studi universi-tari intrapresi, è stato per qualche tempo anche a Napoli ed attualmente vive stabilmente a Bologna, ove lavora nel campo della telefonia.

***

Figura 167 Fabio Salomone di Luigi, Adele Faticato con il loro primogenito, Luigi Bruno Salomone.

A tutti e tre questi nostri figli ed al caro nipotino Luigi Bruno, io e Lillina auguriamo, con tutto il cuore, ogni bene nella vita, con la speranza che conservino un buon ricordo di noi!

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Passo ora a parlarvi, degli altri miei sette fratelli: Amalia, Teresa, Raffaele, Angelo Antonio, Antonio, Anna Maria e Francesco Saverio.

Incomincio, perciò, dalle gemelle, Amalia e Teresa, nate il 26 gennaio 1933 a Barletta, città natale di nostra madre Enrica Musti.

***

Amalia Salomone fu Alberto

Di lei dirò poco ma, quel tanto che basta per presentarla come una donna meravigliosa, amata particolarmente, non solo da tutti i nipoti ma anche dai pronipoti, che si sentono attratti da lei, come da una calamita, a prima vista.

Non si è sposata, ma è considerata veramente come una madre da tutti i nipoti che, per Lei stravedono.

Figura 168 Luigi Salomone, Adelaide Sangiorgio con il nipote Luigi Bruno Salomone di Fabio.

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Ha subito un brutto intervento al volto, ma si è ripresa dimostrando una grande forza d’animo.

Quest’anno ha compiuto 75 anni ed io e Lillina, ci abbiamo tenuto - come tutti gli anni -, a festeggiarla assieme a noi oltre che con tutta la famiglia di Fabio, nostro figlio, in questa ricorrenza, facendole passare in nostra com-pagnia un’intera giornata, peraltro allietata da uno splendido sole, in un agriturismo ubicato a breve distanza da Marconia.

Ha trascorso davvero una giornata di spensieratezza e, per di più, si è ac-cattivata immediatamente la simpatia di mio nipote Luigi Bruno che, non si voleva staccare da lei e ha voluto ad ogni costo riaccompagnarla a Pistic-ci, nella sua casa in Terravecchia: prova questa, ancora una volta, del magi-co ascendente che essa ha sui bambini.

Amalia è stata la donna che si è sacrificata più di tutti gli altri figli, senza mai lamentarsi, per assistere e curare nostro padre, rimasto vedovo, sino al suo decesso avvenuto il 20 giugno 1981.

Figura 169 Luigi Salomone con il nipotino Luigi Bruno Salomone.

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Ha meritato e merita veramente l’affetto che, tutti in famiglia, grandi e piccini, le dimostriamo.

***

Teresa Salomone fu Alberto

è, con Amalia, l’altra gemella, nata anch’essa a Barletta il 26 gennaio 1933.

Da signorina, era il ritratto vivente di nostra Madre Enrica, così come a-desso, a lei rassomiglia moltissimo la sua prima figlia Filomena.

Ricordo che, quando nostra madre usciva assieme a Teresa, per visite da parenti o da amici di famiglia, la gente immancabilmente le scambiava per sorelle e non già quali madre e figlia.

Figura 170 Lillina Sangiorgio, Luigi Bruno Salomone e Luigi Salomone.

Sposò il Dott. Donato Di Tursi (familiarmente chiamato Titino), funzio-nario dell’Amministrazione delle Finanze e che è stato Vice Intendente di

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Finanza per molti anni a Taranto, dove ha quasi sempre vissuto e, poi ad Arezzo come Intendente, venuto a morte prematuramente a Torino dove si era recato per un intervento chirurgico alla prostata, nonostante avesse in precedenza e da poco, subito un altro intervento di bypass al cuore.

Teresa, giunta anch’essa alla bella età di 75 anni, non appare più, fisica-mente, la bella e graziosa giovane, qual’era una volta, in quanto gli anni e gli acciacchi per malattia l’hanno di molto cambiata.

Essa non ha però perso nulla del suo carattere gioviale ed è rimasta ancora giovanile nello spirito.

È ancora oggi una donna brillante nella conversazione: ed è davvero piace-vole sentirla discorrere.

Teresa ha conservato l’allegria di un tempo e sa ancora dire, nonostante i suoi guai di salute, amenità che riescono a far sorridere e, a volte, anche a far ridere a crepapelle, tutti quelli che la stanno a sentire, tale è la sponta-neità ed il modo gioioso con cui le sa dire.

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Figura 171 Gianluca Salomone e Luigi Bruno Salomone.

Fare conversazione con lei è un vero piacere, perché riesce, con il suo modo di dire e di esporre, a distrarre dalle preoccupazioni, non solo se stessa ma anche tutti quelli che la stanno a sentire.

Dal matrimonio con Titino Di Tursi, Teresa ha avuto due sole figlie, Fi-lomena ed Enrica.

***

Filomena Di Tursi fu Donato,

è nata a Taranto nel 1964.

Conseguita la Maturità classica, si è laureata in Giurisprudenza presso la Università degli Studi di Bari.

Conseguita la Laurea, ha affrontato, con una buona preparazione, il con-corso in Magistratura che ha vinto brillantemente.

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Figura 172 Roberto Plati con Luigi Bruno Salomone e Massimo Plati con il figlio Marco.

Attualmente svolge la sua funzione di Magistrato, come sostituto procura-tore presso il Tribunale di Taranto.

È sposata con il Dr. Raffaele Amodio, commercialista, di Taranto.

Filomena e Raffaele, desiderando fortemente dei figli, hanno deciso di prendere in adozione due bambini: un maschietto, Nicolaj nato nel 2003 e una bambina, Ludmilla, nata nel 2004.

E di questa loro scelta, Filomena e Raffaele, sono ora contentissimi.

Essi sono veramente “pazzi di gioia” per questi due figli che il cielo ha loro donato.

***

Altra figlia di Teresa è

Enrica Di Tursi fu Donato

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nata a Taranto nel 1967, é anch’essa, come Filomena, laureata in Giuri-sprudenza e Magistrato. Solo da poco, dal Tribunale di Enna, ha ottenuto il trasferimento a Taranto.

È sposata con il Dott. Maurizio Di Girolamo di Taranto ed ha una sola figlia, Marina, nata nel 2004: una bella bambina con un bel viso dal colori-to roseo e tutta cicciottella.

***

Fin qui, vi ho parlato dei soli primi quattro figli (me compreso) di nostro padre Alberto, nati a Barletta, la città natia di nostra madre, celebre per la storica famosa “Disfida ” che ebbe luogo tra tredici cavalieri italiani (tra cui un Salomone) guidati da Ettore Fieramosca e tredici cavalieri francesi e si concluse con la “vittoria degli Italiani”5.

Essendo però la famiglia dei miei genitori, alquanto numerosa, perché composta di ben nove figli, passo ora a parlarvi degli altri cinque miei fra-telli, nati tutti a Pisticci, in Basilicata.

Incomincio perciò, da Raffaele, il quintogenito.

Raffaele Salomone fu Alberto

è il primo dei fratelli nato a Pisticci, ed è venuto alla luce l’11 aprile 1936.

5 I tredici protagonisti della disfida di Barletta furono: Ettore Fieramosca; Ettore Giovenale; Fan-fulla da Lodi; Francesco Salomone; Giovanni Brancaleone; Giovanni Capoccio; Guglielmo Al-bamonte; Ludovico Abenevole; Marco Corollario; Mariano da Sarno; Miale da Troia; Riccio da Parma; Romanello da Forlì.

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Figura 173 Luigi Bruno Salomone di Fabio.

Ad esso venne dato questo nome, come già ho sopra precisato, in ricordo ed in memoria del fratello di nostra madre, Raffaele Musti, l’eroico ufficia-le morto in Abissinia a Hamanlei l'11novembre 1935, mentre al comando dei suoi dubat difendeva i pozzi ed il fortino di quell’avamposto.

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Figura 174 Nonno Gino e Luigi Bruno.

Come tutti gli altri fratelli, ha frequentato le elementari e le Medie a Pi-

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sticci, mentre gli anni di liceo li ha passati a Matera, frequentando il Liceo “Duni”, proprio nel periodo in cui nostro padre era stato trasferito da Pi-sticci in questa città, come funzionario di Direzione presso la locale Suc-cursale del Banco di Napoli, e vi soggiornò con parte della famiglia (Raffa-ele, Angelo, Antonio, Anna Maria e Franco, affidata alla cura di Amalia o di Teresa che si alternavano) dapprima in un appartamento di Palazzo Malvezzi in via XX settembre e, poi in un appartamento di proprietà Montemurro in via Don Minzoni.

Conseguita la licenza liceale si iscrisse alla Facoltà di Lettere presso la Uni-versità degli Studi di Bari, ove conseguì nel 1968 la laurea di Dottore in Lettere.

Figura 175 Fabio , Luigi Bruno e Luigi Salomone.

L’anno successivo, il 1969, convolò a nozze con la sig.na Maria Carmela (Carmelina) Cascella, insegnante elementare: attualmente, sono entrambi in pensione dopo anni dedicati alla Scuola ed all’insegnamento.

Smisuratamente appassionato di caccia, Raffaele è stato, come cacciatore,

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uno dei figli più vicini a nostro padre Alberto, ed il suo più assiduo com-pagno domenicale e dei giorni festivi per le sortite di caccia, durante le quali il più delle volte non conoscevano limiti di orario, ed i cui ritardi ve-nivano sempre “accettati” senza alcuna lamentela e da nostra madre e da Carmelina.

Raffaele è stato un giovane che per ben due volte è stato baciato dalla for-tuna, in quanto in ben due occasioni “difficili” ha riportato a casa salva la pellaccia.

Si può dire di lui che ha veramente avuto un c… “da cachet Fiat” in en-trambe le occasioni.

Figura 176 Luigi Bruno Salomone.

La prima fu quando, andando a caccia a San Domenico, nella nostra cam-pagna, con papà e nostro fratello Nicola, nel tentativo di saltare un fosso, con il fucile in spalla carico con cartucce a pallini, a causa del terreno ba-gnato, scivolò e, nel cadere, dall’arma partì un colpo che lo attinse (fortu-natamente in maniera non grave), sotto l’ascella sinistra, quasi in prossimi-

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tà del cuore senza minimamente toccarlo in alcuna parte.

Soccorso immediatamente, venne senza indugi trasportato a Pisticci, nella nostra casa.

Papà si preoccupò subito di chiamare il nostro medico di famiglia, zio Michele Silletti, che reso edotto dell’accaduto, accorse immediatamente, senza indugi di sorta, portando con sé la borsa dei ferri chirurgici e tutto il necessario.

Fece stendere Raffaele su un tavolo del salone grande di casa e, dopo averlo accuratamente visitato nella parte ferita, disse subito che non c’era da pre-occuparsi, in quando la rosa dei pallini, si era andata ad insaccare sotto l’ascella, proprio nella parte dove la carne era più grassa, e non aveva pro-dotto danni seri.

Nel salone di casa, eravamo in quattro persone: papà, io, Nicola e zio Mi-chele Silletti.

Figura 177 Luigi Bruno, Fabio Salomone e Adele Faticato.

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Zio Michele, iniziò il suo intervento procedendo dapprima a disinfettare con l’alcool i ferri chirurgici d’argento, necessari alla bisogna: il bisturi ed un ferro a cucchiaio tondo.

Dopo aver pulita e disinfettata la parte ferita e, mentre io e papà tenevamo fermi Raffaele e Nicola teneva fra le sue mani una bacinella con l’ovatta, zio Michele praticò nella zona ferita, con il bisturi, una incisione nella car-ne e, affondandovi in essa il cucchiaio, raccolse, tutti i pallini di piombo, ad uno ad uno.

Ebbene, non appena zio Michele con il bisturi incise la carne annerita dal lo sparo e dalla ferita fuoriuscì altro sangue, vedemmo tutto ad un tratto Nicola impallidire e, poiché stava per svenire, zio Michele sospendendo l’intervento, prese Nicola per un braccio e lo sospinse fuori dal salone.

Liberatosi di Nicola, zio Michele tornò al suo posto e, imperterrito, conti-nuò a disinfettare e tamponare la ferita con ovatta, garza e bende.

Il secondo incontro con la dea bendata, “la Fortuna”, Raffaele lo ebbe quel-la volta che, scendendo con la bicicletta ed anche ad una certa velocità, dalla strada del Rione Matina, che portava alla periferia del paese nella zona detta il “Ponte”, i freni non gli risposero o si bloccarono, ed andò a finire contro il muro parapetto del ponte e, catapultato dalla bicicletta, fece un volo di circa una quindicina di metri di sotto, andando a finire, fortu-nosamente, su un mucchio di sabbia alquanto consistente, per cui ne uscì indenne, e con solo un po’ di spavento.

Come professore, ha insegnato materie letterarie, alla Scuola Media di Pisticci, stimato ed apprezzato per la sua cultura e capacità professionale, dagli alunni e dai colleghi.

È andato in pensione da qualche anno, dopo un lungo periodo di lodevole insegnamento.

Pur rimanendo uno sfegatato cacciatore nell’animo, di fatto, anche lui, e per l’età e per gli acciacchi che con il tempo non gli sono venuti a mancare, ha dovuto porre un freno a questa sua passione e, pur continuando ad andare a San Domenico, le sortite di caccia sono più sporadiche e va in campagna maggiormente per accudire i numerosi cani, suoi e dei figli

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Figura 178 Luigi Bruno e il presepe di Nonno Gino.

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Figura 179 Foto di famiglia: Fabio, Adele e Luigi Bruno, Luigi e Lillina, Gianluca, Carlotta Cristiani e Alberto Salomone.

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Alberto ed Antonio.

Raffaele è di una facondia e di una loquacità senza pari: quando è in com-pagnia di qualcuno, la sua loquela è tale che non lascia quasi mai spazio all’interlocutore.

Non manca mai di partecipare a convegni ed incontri letterari od a presen-tazioni di libri da parte di nuovi autori.

In tali occasioni non manca mai il suo intervento, esponendo appropria-tamente il suo giudizio critico, da persona erudita qual è.

Non posso dimenticare il tono polemico e violento con cui intervenne a Pisticci, nella sala del Circolo culturale “La Spiga”, nei confronti di un pro-fessore di Storia dell’Università di Basilicata, al quale era stato demandato il compito della presentazione del libro “Il Brigantaggio nel Circondario di Matera”, scritto da nostro fratello Franco (Francesco Saverio), pubblicato nell’ottobre 2001 e contenente il “Carteggio Franchi” costituito da cartelle autografe dei fratelli Luigi e Nicola Franchi di Pisticci, capitani della Guardia Nazionale e soprattutto di Luigi Franchi che, Capitano coman-dante una compagnia della Guardia Nazionale Militare nel Circondario di Matera, ebbe un rilievo notevole durante la lotta al brigantaggio meridio-nale, distinguendosi per il coraggio e l’audacia in azioni di repressione di questo fenomeno ed al quale il Prefetto di Matera aveva conferito la c.d. “Carta bianca” e cioè. ampi poteri con diritto di “vita e di morte” su chiun-que si fosse reso colpevole di azioni nefaste.

Questo professore universitario, infatti, iniziò il suo intervento, dando subito l’impressione agli ascoltatori intervenuti, che esso stava parlando non già per fare la presentazione del libro sul brigantaggio scritto da no-stro fratello e dare su di esso il suo favorevole giudizio critico di storico, bensì per parlare del saggio storico da lui scritto, sul brigante Carmine Donatelli detto Crocco, facendo l’elogio del suo lavoro nel quale, a suo dire, aveva riportato le reali ed uniche notizie storiche su questo brigante, in quanto le aveva tratte dalle pagine degli incartamenti del procedimento penale celebratosi nei confronti di questo brigante e concludendo il suo dire, con l’affermare che il carteggio oggetto del saggio, scritto da France-sco Saverio Salomone, era solo frutto di fantasia e di mitomania dell’autore, il cui intento era solo quello di farsi bello di fronte alle Autori-

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tà superiormente preposte.

Figura 180 Carlotta Cristiani e Luigi Bruno Salomone.

Raffaele, mettendo subito in evidenza l’assoluta mancanza di tatto e di cortesia di questo oratore nei confronti dell’autore del libro e per la cui presentazione era stata richiesto di intervenire, contestò punto per punto, con un risentimento non celato e senza peli sulla lingua, l’assunto di questo professore universitario, evidenziando l’affidabilità e l’attendibilità della corrispondenza raccolta da suo fratello Francesco Saverio Salomone, so-prattutto sul rilievo che l’autore del carteggio, appartenente ad una notabi-le famiglia di Pisticci e, peraltro suo avo oltre che dell’autore, non necessi-tava in alcun modo di millantare crediti, essendo stato a suo tempo, Uomo di notevole prestigio, dal grande spessore culturale, che aveva profuso, in ragione dell’Unità d’Italia, il massimo impegno con spirito di abnegazione e consistenti sacrifici economici.

***

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Dal mio punto di vista professionale e la lunga esperienza acquisita nel campo processuale non posso che concordare con l’analisi giusta e corretta, fatta in quell’occasione da Raffaele, in quanto come ho potuto appurare nel corso della mia lunga carriera professionale, la “verità processuale”, è solo una dei multiformi aspetti della Verità.

***

Figura 181 Gianluca, Carlotta, Alberto e Luigi Bruno.

Raffaele e Carmelina hanno messo al mondo tre figli: Enrica, Alberto ed Antonio.

Anche su questi miei nipoti, posso darvi solo poche e scarne notizie.

***

Enrica Salomone di Raffaele

è nata a Taranto nel 1970.

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Dopo aver conseguito la Maturità classica al Liceo Ginnasio di Pisticci, ed essersi iscritta alla Facoltà di Architettura presso l’Università degli Studi di Napoli, ha conseguito da qualche anno la Laurea di Dottore in Architet-tura.

Alberto Salomone di Raffaele

nato anch’esso a Taranto nel 1972, dopo aver compiuto gli studi classici a Pisticci, ha conseguito presso la Università degli Studi di Napoli la Laurea di Dottore in Veterinaria.

Figura 182 Carlotta Cristiani, Luigi Bruno e Alberto Salomone.

Si è sposato il 28 agosto 2003 con Roselda Lalinga dalla quale ha avuto due figli: Raffaele nel 2005 e Ginevra il 23 aprile 2006.

Esercita la sua professione di veterinario sobbarcandosi a sacrifici non pic-coli, impegnato com’è, per il tipo di lavoro professionale che svolge, a viag-giare tutti i giorni per raggiungere la clientela nelle diverse località e nei posti più disparati.

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***

Antonio Salomone di Raffaele

terzo ed ultimo figlio di Raffaele, è nato a Taranto nel 1978.

Anche lui, come Alberto, compiuti gli studi classici al Liceo Ginnasio di Pisticci, ha conseguito da poco, con brillante votazione, la Laurea di Dot-tore in Veterinaria presso l’Università degli Studi di Napoli.

Figura 183 Luigi Bruno Salomone e Marco Plati.

***

Passo ora a darvi notizie su mio fratello,

Angelo Antonio Salomone fu Alberto (1937 -

2006)

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Sesto dei nove figli, Angelo, nacque a Pisticci il 5 dicembre 1937.

Sfortunatamente, il 12 settembre 2006 è venuto a mancare prematura-mente, sottrattoci da un rio destino e dal male che lo ha stroncato, con il quale, ci diceva, si era abituato a convivere.

Angelo è stato distrutto, dal “male del secolo”: il cancro, in pochissimo tempo ed è venuto a mancare proprio quando sembrava, a noi tutti, che ce l’avrebbe fatta ancora a tirare avanti e per parecchi anni ancora.

Negli ultimi tempi si lamentava per una febbricola che non se ne andava e, quando, come altre volte è andato a Taranto per accertamenti diagnostici ed è stato sottoposto alla chemioterapia, il suo fisico non ha più resistito e rimandato a Matera, nella sua casa, ci ha lasciato senza più riprendersi, circondato da tutti i suoi cari e da noi suoi fratelli.

Figura 184 Luigi Bruno Salomone e nonna Lillina Sangiorgio

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Alto e di bella presenza, Angelo ha avuto sempre, sin da giovane, l’aspetto

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ed il comportamento del “gentiluomo”.

Era ed è stato sempre, il vero homo nobilis, come nei tempi passati.

Ed aveva anche un fascino particolare.

A chi si intratteneva a parlare con lui, incuteva, sin dal primo momento, un rispetto riverenziale, tanta era la sua personalità.

Di Angelo, un suo caro e vecchio compagno di liceo, l’avv. Nicola Buccico, ora Senatore della Repubblica e Sindaco della Città di Matera, quando parla dei suoi vecchi amici e compagni di scuola pisticcesi, ricorda Angelo Salomone come il giovane che era un “vero signore” ed “un galantuomo”, non solo per il modo come si presentava nell’aspetto, ma soprattutto per il suo costante signorile comportamento.

Figura 185 Nonna Lillina e Nonno Gino con Luigi Bruno. Sullo sfondo le famose “croste”.

Da giovanissimo, è stato anche un ottimo calciatore, come ala tornante, in una squadra di calcio pisticcese, nella quale giocavano anche Raffaele ed altri loro compagni di scuola.

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Sempre da giovane, manifestò il suo estro come poeta, scrivendo molte poesie che vennero raccolte e pubblicate.

Tra le tante poesie da lui scritte, tutte belle , ricordo in particolar modo quella intitolata “A mia madre”, nella quale aveva saputo trasfondere, in versi, con quella carica di umanità che era tutta sua, i sentimenti più pro-fondi che nutriva per nostra Madre.

Figura 186 Nonna Lillina, Nonno Gino Salomone e Luigi Bruno alle prese con la preparazione della tradizionale cassata natalizia.

Angelo, regalò anche a me questa sua Raccolta di poesie che non ho potu-to conservare fra i libri della mia biblioteca, perché quando misi su casa, sposandomi, la lasciai, come tanti altri miei libri, nella casa paterna in Ter-ravecchia.

Compì gli studi classici a Matera, frequentando il liceo classico Duni (ove ebbe ad insegnare il famoso poeta Giovanni Pascoli), assieme a quella bri-gantesca e gioviale cricca di amici pisticcesi, costituita da Pietro Esposito, Luciano Plati, Eugenio Basile, Rocco Grieco, Luigi Vitelli, Ubaldo Vena, Pietro Laviola ed altri, alcuni del quali (Luciano, Eugenio, Ubaldo e Pie-

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tro) passati, come lui, a miglior vita.

Dopo il conseguimento della maturità classica, gli si offrì la occasione, quale figlio di funzionario dipendente del Banco di Napoli, di poter entra-re come impiegato in questo antico Istituto Bancario meridionale.

Venne infatti assunto con le mansioni di cassiere e la sua prima sede fu quella del Banco di Napoli di Taranto.

Angelo, si sposò il 9 settembre 1964 con la sig.na Virginia Panetta, alcuni mesi dopo il mio matrimonio celebratosi il 27 giugno dello stesso anno 1964.

Figura 187 Luigi Bruno Salomone di Fabio-

Mise su casa a Taranto, andando ad abitare in un appartamento al primo piano, preso in locazione, quasi contiguo alla “Clinica D’Amore”, dove poi nacquero, a distanza di soli quindici giorni l’uno dall’altro, dapprima il 23 giugno 1965 mio figlio Alberto (biondo di carnagione e di capelli) e poi l’8 luglio successivo, suo figlio Alberto (bruno di carnagione e di capelli).

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I due cugini, sin dalla nascita sono stati sempre identificati come “Alberto biondo” e “Alberto Bruno”.

Da Taranto, Angelo venne poi trasferito, sempre con le funzioni di cassie-re, all’Agenzia del Banco di Napoli di Montalbano Jonico: in questo paese andò ad abitare in un appartamento del “Castello” che si era costruito il notaio Luigi Izzo.

Da Montalbano passò ancora al Banco di Napoli di Policoro e, indi, per ultimo a Matera, come funzionario di direzione.

Angelo, pur avendo maturato molti anni di servizio, è andato in pensione giovanissimo, essendo suo intendimento poter subito sistemare, e sempre nel Banco di Napoli, suo figlio Alberto.

Figura 188 Luigi Bruno Salomone, con la mamma Adele Faticato.

A Matera si era realizzato anche socialmente, inserendosi bene con la fa-miglia nell’ambiente materano alquanto ostico nei confronti dei forestieri e, si era fatta una discreta cerchia di amici, tra cui anche molti pisticcesi.

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Sempre a Matera Angelo aveva acquistato in vita un bell’appartamento, al piano attico di un fabbricato sito in via Salita D’Orso, ed aveva provveduto a ristrutturare alcuni locali della vecchia casa paterna di campagna in Pi-sticci alla contrada “S. Domenico”, toccatigli in sede di divisione, ricavan-done, con gusto, un discreto miniappartamento che aveva dotato di una bella veranda, nella quale, seduto su una poltrona, si godeva, da solo o in compagnia (che non mancava mai), il fresco nei periodi di soggiorno esti-vo.

Figura 189Luigi Bruno Salomone e Rocco, il beagle di Roberto Plati e Monica Serra.

Io andavo spesso a visitarlo, soprattutto in campagna a San Domenico nei periodi estivi e, in tali occasioni, si sfogava con me, lamentando - ed era questo il suo cruccio - che proprio ora che si godeva, da pensionato ed ancor giovane, il meritato riposo con la famiglia ed i nipoti, era stato colpi-to inaspettatamente dal “male” che l’affliggeva e con il quale era costretto a convivere.

Facevamo delle lunghe conversazioni, seduti al fresco sotto la veranda, parlando del più e del meno.

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Mai mi ha detto o fatto intravedere che sentisse prossima la sua fine.

Ogni volta, quando lo lasciavo per tornarmene a Marconia, gli promettevo sempre che sarei tornato presto a trovarlo.

Figura 190 Roberto Plati e Monica Serra.

La mia ultima visita fattagli da vivo, è stata proprio in campagna e, proprio il giorno prima che partisse per Taranto per gli accertamenti diagnostici. Quel giorno mi ricordo che si lamentava di una fastidiosa febbricola che non gli passava: aveva ancora addosso una grande vitalità e non mi aspetta-vo affatto che quella sarebbe stata l’ultima delle lunghe conversazioni che piacevolmente tenevo spesso con lui ogni qualvolta lo andavo a trovare.

L’ho rivisto solo a Matera, quando, attendendolo con gli altri congiunti, è tornato nella sua casa, già quasi in fin di vita.

Ed ora Angelo, quel gentiluomo che fu in tutta la sua vita, non è più fra noi, ma continua ad essere sempre presente nei miei pensieri e più vivo che mai, di quando era ancora in vita.

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***

Da Virginia Panetta, sua moglie, ha avuto due figli maschi, Alberto Maria Giuseppe e Massimo, diventati poi da grandi due veri “fusti”, bruni di car-nagione e di capelli.

***

Alberto Maria Giuseppe Salomone fu Angelo

(chiamato da tutti, in famiglia, Alberto bruno, per distinguerlo da mio figlio, chiamato Alberto biondo), è nato a Taranto l’8 luglio 1965.

Figura 191 Alberto, Nonna Lillina, Nonno Gino e Luigi Bruno Salomone.

Completati gli studi superiori, venne assunto subito al Banco di Napoli, proprio perché figlio di dipendente di questo Istituto bancario.

Ha iniziato il suo servizio come cassiere, presso l’Agenzia del Banco di Napoli di Montalbano Jonico, venendo poi, dopo qualche tempo, trasferi-to, sempre con le mansioni di cassiere, alla filiale di Pisticci.

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Successivamente, è passato sempre alle dipendenze del Banco di Napoli nel settore amministrativo, andando a dirigere prima la filiale di Grassano e poi quella di Montescaglioso.

Attualmente è funzionario di direzione presso la Succursale di Matera.

Dai Salomone ha ereditato, anch’egli, la passione per la caccia.

Nel periodo di apertura della stagione venatoria, anche per Alberto, le domeniche e le festività sono solo dedicate alla caccia.

Si è sposato il 31 marzo 1990 con la sig.na Chiara Di Pede, ed hanno due figli: Virginia e Marco.

Figura 192 Luigi Bruno e Virginia Salomone.

Virginia Salomone di Alberto

è nata a Matera il 4 settembre 1990.

È nel fiore della giovinezza coi diciassette anni che ora vanta ed è, davvero,

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una ragazza bellissima, con una forte e spiccata somiglianza alla nonna Virginia, così come la ricordo io da giovanissima.

Studia all’Istituto professionale Chimica biologica.

***

Marco Salomone di Alberto

è nato a Matera il 3 gennaio 1997 e frequenta la I Media.

Figura 193 Marco Salomone, Chiara Di Pede e Virginia Panetta.

A questo figlio, Alberto ha voluto dare lo stesso nome del cugino Marco Delfino, figlio di Peppe Delfino e Ninetta Panetta, morto tragicamente, ancora in giovane età, a seguito di un sinistro stradale ed al quale Alberto era molto legato.

Marco è un bravissimo giocatore di calcio, milita nei “pulcini” dell’Inter, il vivaio dei giocatori promettenti della squadra nero-azzurra, pur essendo un acceso tifoso della torinese Juventus.

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Massimo Salomone fu Angelo

figlio secondogenito di Angelo, è nato a Taranto il 25 ottobre 1968.

È laureato in Agraria e dedica la sua attività alla conduzione dell’azienda agricola Matera.

Fa anche il rappresentante di commercio per la vendita di prodotti per l’agricoltura.

Figura 194 Alberto “bruno” e Luigi Salomone.

È anche lui un appassionato cultore della caccia e non perde occasione di soddisfare questa sua passione ogni qual volta ne ha la possibilità: ritengo che prossimamente di tempo ne avrà davvero poco, visto che è in procinto di diventare papà. Infatti la sua compagna Enza è in dolce attesa di una bambina, con somma gioia di Virginia, felice di diventare nonna per la terza volta.

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Famiglia Salomone dopo Stigliano

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Settimo figlio nato da Alberto ed Enrica Musti, è

Antonio Salomone fu Alberto

È nato a Pisticci il 17 ottobre 1940.

Anche Antonio, come tutti gli altri fratelli, ha frequentato a Pisticci le scuole elementari, medie e ginnasiali e, a Matera il liceo classico.

Conseguita la Maturità classica, si iscrisse alla facoltà di Medicina e Chi-rurgia all’Università degli Studi di Siena, frequentando assiduamente tutti i corsi sino al conseguimento della Laurea.

Non poté, per motivi di studio, partecipare al mio matrimonio che si cele-brò a Matera il 27 giugno 1964.

Figura 195 Carlotta Cristiani, Rosamaria Silletti, Elisa Di Pisa, Lillina Sangiorgio, dietro si intravede Luigi Salomo-ne.

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Infatti, doveva sostenere in quel periodo un esame molto importante.

Proprio per questo giustificato suo impedimento, io e la mia giovane sposa Lillina, prima di partire per la Grecia in viaggio di nozze, decidemmo di andare a trovarlo a Siena, dove soggiornammo, suoi ospiti, per due giorni, dato il tempo ristretto che avevamo per prendere la nave che ci doveva portare in Grecia.

Durante questo brevissimo nostro soggiorno senese, Antonio, assieme a Pinuccio Panetta (allora studente universitario iscritto alla facoltà di Far-macia e che successivamente è diventato nostro cognato, sposando nostra sorella Anna Maria) ci portò a visitare tutte le bellezze artistiche ed i pa-lazzi storici più noti, la Piazza del Palio con la Torre del Mangia ed il Duomo, di questa antica città toscana.

Figura 196 Lillina Sangiorgio, Luigi Salomone e Tommaso Di Pisa.

Dopo averci fatti sfinire dalla stanchezza per una intera giornata, piace-volmente trascorsa in loro compagnia, fotografando tutto, in serata tardi ci portarono a Poggibonsi, in un locale caratteristico dove potemmo gustare,

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per la prima volta, la rinomata zuppa di pesce che è "il caciucco”.

Finiti gli studi universitari e conseguita il 14 luglio 1967 la Laurea di Dot-tore in Medicina e Chirurgia, prestò il servizio militare di leva - dopo aver fatto il Corso di Allievo Ufficiale -, come sottotenente medico.

Assolto l’obbligo del servizio militare, fece definitivamente ritorno al pae-sello natio, Pisticci, dove, iniziò subito, aprendo uno studio medico, ad esercitare questa sua professione.

Figura 197 Lillina Sangiorgio e Luigi Salomone.

Sin dal primo momento della sua attività professionale di medico, Anto-nio si è fatto subito apprezzare e stimare per la sua preparazione e capacità professionale, conquistandosi la fiducia di una vasta clientela.

Ha sposato il 5 luglio 1980 la prof.ssa Anna Maria Santilio che gli ha dato due figli: Enrica nata il 6 aprile 1981 e Alberto nato l’11 giugno 1984.

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Enrica Salomone di Antonio

ha compiuto a Pisticci tutti i suoi studi, dalle elementari al liceo classico, conseguendo brillantemente la Maturità classica con il massimo dei voti.

Iscrittasi alla Facoltà di Medicina e Chirurgia presso la Università Cattoli-ca di Roma, ha compiuto gli studi universitari frequentando i corsi ed ap-plicandosi allo studio con molta serietà e preparazione professionale.

Figura 198 Lillina Sangiorgio, Amalia e Luigi Bruno, Luigi e Fabio Salomone.

Ha conseguito, la Laurea di Dottore in Medicina e Chirurgia, con 110 e lode, con viva soddisfazione e gioia dei suoi genitori.

Antonio, può andare veramente fiero di questa sua figlia, che fa onore alla tradizione della Famiglia che ha visto sempre, nelle varie generazioni dei Salomone che si sono succedute, mai mancarvi un Medico.

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Alberto Salomone di Antonio

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è attualmente ancora un giovane studente universitario.

È iscritto presso la Università degli Studi di Roma alla Facoltà di Econo-mia e Commercio che frequenta e, segue gli studi con profitto.

***

Ritornando sempre a mio fratello Antonio, devo ricordare che, da giovane ed ancora celibe, egli è stato però il terrore di tutti i nipoti (dei miei figli: Alberto, Fabio e Gianluca; di quelli di Nicola: Alberto ed Enrica; delle figlie di Teresa: Filomena ed Enrica; dei figli di Angelo: Alberto e Massi-mo e dei figli di Anna Maria: Francesco e Alberto).

Con tutti questi suoi nipoti, Antonio era di una severità inaudita ed appli-cava, senza alcuna distinzione, a tutti, lo jus corrigendi, con botte e scap-pellotti.

I ragazzi, scappavano sempre per la paura e quando venivano “menati”, a denti stretti e sottovoce, fra di loro, mugugnando, sottovoce dicevano: “… avrai dei figli … ci vendicheremo!”

Da persona che seminava “terrore” tra i nipoti non appena lo scorgevano, Antonio, dopo la nascita dei figli, Enrica ed Alberto, è totalmente cambia-to e, da lupo, è diventato un agnellino.

Nonostante le minacce fatte allo Zio Antonio dai nipoti, nessuna vendetta hanno mai questi messo in atto nei confronti dei suoi figli!

Tutt’altro.

Antonio, poi, è stato sempre, sia nei confronti dei nostri comuni genitori, sia nei confronti di noi tutti suoi fratelli, di una affettuosità e generosità senza limiti, come persona e come medico, anche se ha sempre cercato di nascondere questa sua dote di bontà, con borbottii e mugugni indistinti.

Continua ancora ad esercitare la sua attività professionale di medico ed è stimato ed apprezzato da tutti per la sua capacità e preparazione profes-sionale.

Accorre sempre, immediatamente, ogni qualvolta si ha bisogno della sua

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Figura 199 Luigi Bruno Salomone di Fabio.

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opera e del suo intervento.

Sotto questo aspetto, lo si deve riconoscere, non è mai venuto meno alla tradizione medica di famiglia.

Da ultimo, non va sottaciuto che una delle doti particolari di Antonio, ed anzi, proprio uno dei meriti che gli vanno riconosciuti, è quello di essere il geloso custode, di una minima parte e comunque di grande importanza, di quel che fu il ricco “archivio” tenuto nella “Casa Franchi”, in Terravecchia, dai fratelli Luigi e Nicola Franchi, con atti e documenti di famiglia di anti-ca data e, con lettere autografe di Giuseppe Garibaldi, di Francesco Lo-monaco, di Giacinto Albini, di Giacomo Racioppi, di Silvio Spaventa, di Francesco Fiorentino ed altri, in gran parte perché andate disperse (zio Riccardo, mi diceva, che in realtà erano state sottratte da un monaco che aveva facile accesso alla casa Franchi) dopo la morte di Nicola Franchi avvenuta il 13 marzo 1891, ed in parte perché distrutte, moltissimi anni dopo, da noi ragazzi, loro discendenti, incoscienti di distruggere un patri-monio di notevole rilevanza storica.

***

L’ottava figlia avuta dai miei genitori, è stata

Anna Maria Salomone fu Alberto

È nata a Pisticci il 9 febbraio 1943.

Conseguito il Diploma Magistrale all’Istituto Magistrale “S. Anna” di Ma-tera, ha insegnato alla scuola materna per molti anni e, sino al pensiona-mento, chiudendo la sua carriera di Maestra ed Educatrice alla Scuola Materna di Marconia, benvoluta dai bambini affidati alle sue cure ed ap-prezzata e stimata, per il suo carattere e la sua preparazione professionale dai genitori dei suoi alunni e dalle sue colleghe.

Anna Maria, come Teresa, ha ereditato da nostra Madre, cui rassomiglia moltissimo, la bellezza tipica delle pugliesi.

Si è sposata il 16 settembre1967 con il dott. Giuseppe Panetta (Pinuccio), che pur essendo laureato in Farmacia ha, però, insegnato per anni e sino al

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pensionamento, come professore alla Scuola Media di Pisticci: un tipo simpaticissimo questo nostro cognato, dal carattere gioviale, che si accatti-vava subito, stando assieme a lui, la simpatia e la stima di tutti.

Peccato che sia stato colpito, da qualche anno, da un ictus, che gli ha tolto la vitalità e l’umorismo di un tempo e lo obbliga a stare, quasi sempre, se pure non del tutto, seduto su una poltrona, consentendogli di compiere solo piccole passeggiate nella sua casa in Terravecchia.

Viene costantemente assistito, dalla cura e dall’affetto di Anna Maria, sua moglie, che non lo lascia mai solo e che non ha mai inteso affidarlo alla cura ed all’assistenza, di una “badante” o di qualsiasi persona, estranea alla famiglia.

Dalla sua unione con “Pinuccio”, sono nati tre figli: Francesco, Alberto e Mariangela.

***

Francesco Panetta di Giuseppe

è il figlio primogenito di Anna Maria ed è nato a Taranto il 25 giugno 1968.

È somigliantissimo a sua madre, anche se più alto, di aspetto prestante e virile.

Laureatosi in giurisprudenza, si è iscritto nell’albo dei praticanti procura-tori presso l’Ordine degli Avvocati del Tribunale di Matera, iniziando la pratica forense presso il mio studio legale.

Ha prestato il servizio militare di leva, e dopo aver fatto il corso di Allievo Ufficiale nella Guardia di Finanza, è diventato da sottotenente, attendente del Comandante Generale della Guardia di Finanza di Roma.

Pur potendo chiedere la ferma nella Guardia di Finanza e fare una brillan-te carriera in questo corpo, scelse di passare, sempre al servizio dello Stato, nella Pubblica Sicurezza, vincendo il concorso da Commissario.

Attualmente è Vice questore Aggiunto e presta servizio presso la Questu-

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ra di Sassuolo.

Ha sposato il 12 settembre 1998 la D.ssa Maria Grazia D’Alessandro, laureata in Giurisprudenza, dalla quale ha avuto due figli: Giulia, nata il 23 luglio 2000 e Giuseppe nato il 7 maggio 2003.

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Figura 200 Cav. Luigi Franchi (1813-1880)

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Alberto Panetta di Giuseppe

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secondogenito di Anna Maria, è nato a Taranto il 17 gennaio 1972.

Laureatosi in Farmacia, svolge l’attività professionale di farmacista in Ro-ma, dove risiede stabilmente.

Viene puntualmente a Pisticci, assieme alla sorella Mariangela che vive pure a Roma, per stare nei fine settimana, quando possibile, assieme ai genitori e per curare altresì la gestione dell’azienda agricola paterna, sita in località S. Teodoro dell’agro di Pisticci.

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Mariangela Panetta di Giuseppe

è nata a Taranto il 6 aprile 1975.

Mariangela, ha conseguito il Diploma di Maturità Classica presso il Liceo-Ginnasio “Giustino Fortunato” di Pisticci.

Presso l’Università degli Studi di Piacenza ha conseguito la Laurea in E-conomia e Commercio, sostenendo gli esami di laurea con una brillante tesi.

Esercita attualmente a Roma, ove risiede, l’attività di commercialista.

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Francesco Saverio Salomone fu Alberto

In famiglia chiamato solo “Franco” è il nono ed ultimo figlio avuto dai miei genitori.

È nato a Pisticci il 13 maggio 1946, proprio -come già in precedenza ri-cordato - alla vigilia della visita che fece a Pisticci, nella nostra casa (Palaz-zo Franchi) l’Illustre Statista di Melfi, Francesco Saverio Nitti, poco dopo

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Figura 201 Cav. Avv. Nicola Franchi (1829-1891)

il suo rientro in Italia dall’esilio subìto nel periodo fascista.

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Come tutti gli altri fratelli, anche Franco ha compiuto tutto il ciclo di stu-di, dalle elementari alle scuole superiori, a Pisticci, ivi conseguendo il Di-ploma di maturità classica presso il Liceo-Ginnasio “Giustino Fortunato”.

Iscrittosi dopo la maturità classica all’Università degli Studi di Napoli alla facoltà di Storia e Filosofia, dopo alcuni anni abbandonò gli studi.

Mio padre non l’ha visto, in vita, “sistemato”.

Ma anche lui, come tutti noi suoi fratelli, pur non avendo conseguito la laurea, ha trovato, grazie a Dio, la sua sistemazione ed indipendenza eco-nomica, nel pubblico impiego, alle dipendenze del Comune di Pisticci, dove presta servizio nell’Ufficio Tributi ed ha, guarda caso, come suo capo ufficio, proprio quella Maria Teresa Smaldino, prescelta dal Fato a lavora-re, comunque, assieme ad un Salomone: dapprima, quand’era avvocato, con me e mio figlio Fabio, ed ora assieme a Franco nell’Ufficio Tributi del Comune.

Franco si è sposato il 26 aprile 1984 con la sig.na Lavecchia Brigida (in famiglia, chiamata Bice), insegnante, donna forte e di carattere che, però, non è riuscita a domarlo ed a fargli porre un freno alla sviscerata passione per la caccia: malattia questa, endemica ed ereditaria, propria dei Salomo-ne.

Dalla sua unione con Bice è nato un solo figlio,

Alberto Salomone di Francesco Saverio

nato a Policoro il 15 gennaio 1986, dopo aver completato gli studi classici al Liceo Ginnasio Giustino Fortunato di Pisticci, e conseguito con una buona votazione il Diploma di Maturità classica, si è iscritto alla Facoltà di Farmacia presso l’Università degli Studi di Bologna dove vive, e frequenta come studente universitario, il terzo anno di corso di detta facoltà.

Nella estate scorsa Alberto ha avuto un brutto incidente con la propria auto, che è andata distrutta totalmente nell’andare a cozzare contro un muro. Per fortuna, non ha riportato danni fisici di una certa gravità:molto

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spavento lui e,molta ansia i suoi genitori.

Franco, pur avendo abbandonato gli studi di Storia all’Università, ha con-tinuato a coltivare questa sua passione per i fatti e le notizie storiche.

E, difatti si è cimentato a scrivere un libro su “Il Brigantaggio nel Circon-dario di Matera”, che è stato pubblicato nell’ottobre 2001, con presenta-zione del Prof. Giovanni Giannone, Sindaco all’epoca del Comune di Pi-sticci.

Figura 202 Famiglia Franchi: Nicola, Concetta, Luigi e Rosantonia Silletti. In braccio: Teresa e Giuseppe.

In questa sua opera sul Brigantaggio, Franco ha infatti riportato, trascri-vendolo nella sua integrità, il Carteggio della corrispondenza dei Sigg. Lui-gi e Nicola Franchi Comandanti una Compagnia della Guardia Nazionale Militare nel Circondario i Matera, limitandosi a dare solo brevi cenni bio-grafici sui detti fratelli Nicola e Luigi Franchi (nostri avi) nel periodo in cui essi furono attivi nella lotta contro il brigantaggio e, soprattutto Luigi che operò a capo della Guardia Nazionale nell’anno 1862, precisando nella introduzione, che questo suo libro, non vuol essere un trattato critico sto-rico, ma una fedele esposizione dei fatti quali ha potuto raccogliere dalle varie corrispondenze, che ha integralmente e fedelmente riprodotte, la-

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sciando ai lettori il compito di dare un giudizio critico sereno ed imparzia-le.

Sulla vuota ed inconsistente critica mossa al libro di Franco da parte di quel professore, docente di Storia all’Università di Basilicata, al quale era stato demandato il compito e l’onore della presentazione del libro alla citta-dinanza Pisticcese nella sala dell’Associazione Culturale “La Spi-ga”, non vi sono ulteriori commenti da fare.

Una veemente risposta a questa “critica” fu data, proprio da Raffae-le, che insorse, confutando il giu-dizio critico di detto professore sul libro scritto da Franco (dando anche l’esatta im-pressione di non averlo minima-mente letto) ed il giudizio dato dallo stesso sull’operato dei fratelli sigg. Luigi e Nicola Franchi nella lotta contro il brigantaggio.

Un giudizio negativo su Franco, devo però darlo io: come mio figlio Fabio, anche lui è venuto meno alla tradizione di famiglia che ha visto sempre i

Figura 203 N.D. Angelina Franchi fu Luigi.

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Salomone, quali uomini di fede liberale ed antifascista!

Per fortuna, mio figlio Fabio, ha proceduto (ed in tempo utile), al riesame ed all’autocritica della sua giovanile fede politica ed alla militanza nell’estrema sinistra, ed ha ora idee politiche più centriste e moderate, an-corate alla nostra atavica ideologia liberale.

Mi auguro che anche mio fratello Franco, attualmente militante nelle file di Alleanza Nazionale (Partito politico che è il natu-rale erede del Movi-mento Sociale Italia-no, e che ha, a sua volta, le sue origini, nel fascismo), vorrà un giorno, che spero non lontano, riscattarsi, sconfessando questo suo peccato ideologico e, tornare ad essere, come suo Padre e co-me gli altri Salomone che ci hanno precedu-to, un Uomo di fede liberale ed antifascista.

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Riccardo Salo-

mone fu Nicola (1906 - 1967)

penultimo figlio dell’On.le Avv. Nicola Salomone e della N.D. Teresa Franchi, nato a Stigliano nel 1906 e deceduto a Pisticci il 23 dicembre 1967.

Figura 204 N.D. Concetta Franchi e N.D. Rosantonia Silletti

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Di corporatura asciutta, aveva un naso aquilino alquanto accentuato e orecchie a sventola, caratteristiche somatiche queste, emblematiche pro-prie dei Salomone.

Si era iscritto, dopo aver preso la licenza liceale, alla facoltà di Ingegneria, ma non portò a termine questi suoi studi con il conseguimento della Lau-rea.

Fervente Nittiano ed antifascista, acquistò durante il regime fascista, tutti i libri di Francesco Saverio Nitti, all’epoca messi all’indice, tenendoli in bella vista, non nella pur ricca biblioteca di famiglia, ma sul suo comodino ac-canto al letto, dedicando gran parte del suo tempo alla loro lettura, a fare chiose ed annotazioni a fianco di ogni singola pagina.

Dopo il periodo post bellico, allorché politicamente dominò con il suo strapotere, e al Governo e negli Enti Locali, la Democrazia Cristiana ap-poggiata dalla Chiesa, ed alla D.C. si contrappose, con la sua violenta arro-ganza, il Partito Comunista appoggiato dalla Russia stalinista, zio Riccar-do, non riuscì a sopportare né l’uno né l’altro partito politico e manifestò sempre apertamente il suo dissenso da questi partiti, profferendo questa frase: “né preti rossi, né preti neri”.

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Nato a Stigliano, mantenne in questo paese la residenza anagrafica, anche quando si era trasferito di fatto definitivamente a Pisticci, quivi spostando-la solo parecchi anni dopo la fine del secondo conflitto mondiale.

Portava vestiti “civili” di rado e solo in occasioni particolari e speciali.

Solitamente vestiva con il classico completo di velluto da cacciatore, color marrone e, quando si recava in campagna, a S. Gaetano o a S. Domenico, sempre a piedi, rifiutava decisamente qualsiasi passaggio in mac-china gli veniva offerto e faceva ritorno al paese sem-pre a piedi e avendo sempre sul cinto la cartucciera, pie-na di cartucce di ogni cali-bro e sulla spalla il suo fucile calibro 12, sempre scarico.

Uomo di grande cultura e dall’intelligenza spiccata, era un ottimo interlocutore e non gli dispiaceva, con il suo bagaglio di conoscenza ed infaticabile lettore di libri e di saggi, intrattenersi con giovani vogliosi di appren-dimento nonchè di leggere i libri che egli teneva custoditi nella antica biblioteca di famiglia, ricca di testi di ogni genere.

Con Libero Panetta, all’epoca studente universitario (poi laureatosi in giurisprudenza e diventato, a distanza di molti anni, Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Potenza), aveva intermina-bili discussioni nella sala della biblioteca, accalorandosi nello scambio delle rispettive idee, sia quando erano intenti a leggere l’editoriale del quotidiano

Figura 205 Giuseppe Franchi fu Luigi.

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“Il Tempo”, giornale “indipendente” cui zio Riccardo era abbonato e, sia quando si soffermavano a commentare alcune pagine interessanti di saggi-stica politica.

A zio Riccardo, che con la sua cultura spaziava in ogni campo, non dispia-ceva conversare anche con noi e con i nostri compagni di scuola, allora giovani studenti.

***

Di zio Riccardo, conservo nella memoria, vivi, come se fosse ieri, ancora questi altri ricordi.

Quando io e Nicola prima e Raffaele ed Angelo dopo, eravamo studenti ginnasiali, ogni anno venivano organizzate, coi professori della scuola, so-prattutto in primavera, delle gite scolastiche.

Ora queste gite, all’epoca, non si usava farle come oggi, affrontando viaggi di lunga durata, in Italia o all’estero e con dispendio di denaro da parte dei genitori, ma si riducevano, sempre e soltanto a brevi, piacevoli scampagna-te di una sola giornata che venivano effettuate nelle campagne poste a bre-ve distanza da Pisticci .

E, non poche volte, meta della gita scolastica, con tutti i compagni di classe ed i professori, è stato il nostro fondo di S. Gaetano o di San Domenico, dove io e mio fratello Nicola e, dopo di noi, anche Angelo e Raffaele, ci fermavamo con gli altri gitanti, per consumare l’abbondante colazione che ciascuno aveva portato con sé.

Quando meta della gita scolastica era San Gaetano, nel palazzo di famiglia, immancabilmente trovavamo zio Riccardo, il quale, felice di poter fare due buone “chiacchiere culturali” con i professori, non disdegnava di offrire a tutti quel che aveva in dispensa e di sturare anche una damigiana del buon vino che veniva prodotto nel fondo, con sommo gaudio di tutti gli ospiti, che a pomeriggio inoltrato facevano poi ritorno a Pisticci, un po’ allegri.

Zio Riccardo, non si è sposato ed ha vissuto, a Pisticci, da solo, in un suo appartamento.

Egli però era assiduo commensale nella casa di mio padre, mattina e sera, e

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si dilettava a scherzare ed a ridere, dicendo anche facezie, con la numerosa schiera dei miei fratelli.

Zio Riccardo è stato poi, sempre di una generosità senza limiti nei con-fronti di tutti.

Basti pensare che, quando nel secondo conflitto mondiale, venne bombar-data Taranto ed il suo porto (quivi venne affondata il grosso delle navi della flotta italiana), da questa città si ebbero molti sfollati, molti dei quali si rifugiarono a Pisticci.

Ebbene in quella circostanza, zio Riccardo offrì il suo appartamento ad una famiglia, originaria di Pisticci, sfollata da Taranto che, guarda caso, era strettamente imparentata al giovane Libero Panetta.

Questo gesto di generosità, reiterò ancora una volta, allorché, alla caduta del fascismo, ritornò a Pisticci, l’esule avv. Alessandro Bruni, un vecchio repubblicano antifascista: pure questa volta zio Riccardo, offrì la sua casa alla famiglia dell’Avv. Bruni che, rimase suo ospite sino a quanto trovò sistemazione, sempre in Terravecchia, in altra casa.

È stato sempre un Uomo retto, scrupoloso e, soprattutto, onesto.

Sempre rispettoso degli altri, disdegnava, per suo carattere, i favoritismi e mal sopportava gli abusi ed i soprusi, normale arma della gente inetta ed incapace cui reagiva sempre sferzante, con la sua lingua salace e con critica alquanto feroce.

Libero pensatore, pretendeva il rispetto delle proprie idee e rispettava quelle degli altri, le quali, diceva, andavano combattute non con la violenza, bensì confrontandosi e confutandole sul piano ideologico.

E fu proprio per questo rispetto che aveva delle idee degli altri che egli, pur non condividendo le idee “comuniste” di Nicola Cataldo, allorché questi, ancora studente universitario, venne arrestato per la sua partecipazione alle manifestazioni popolari di lotta per l’occupazione delle terre da parte dei contadini, ritenendo arbitrario ed illegittimo l’arresto, volle comunque fargli sentire la sua solidarietà e la sua viva partecipazione in quei momenti di privazione della libertà personale, andandolo a trovare più volte in car-

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cere e portandogli libri da leggere.

E zio Riccardo, tornando a casa da quelle visite, mi diceva: “Quello è un giovane che ha delle idee da vendere …” “Ha del fegato: farà strada”.

E fu profeta! Il giovane Nicola Cataldo riuscì, in breve tempo, a far fuori dalla vita pubblica amministrativa il fenomeno “Bruni” ed i suoi fans re-pubblicani, riuscendo ad essere eletto Sindaco di Pisticci per più volte e nominato - a furor di popolo e con un plebiscito di voti - anche deputato al Parlamento.

Zio Riccardo ha sempre condotto, una vita modesta e dignitosa e, pur non avendo portato a termine i suoi studi universitari, quale iscritto alla facoltà di Ingegneria, era un uomo di vasta cultura in ogni campo dello scibile, e la lettura di libri e di giornali si può dire erano il suo pane quotidiano.

Pur avendo un fratello ed anche parenti, medici, ha sempre disdegnato di farsi visitare o sottoporsi a controlli e cure mediche.

Questa noncuranza della propria salute, gli è stata però fatale, in quanto, non ancora in età senile, a soli 61 anni, è venuto a mancare, per una non controllata e non curata in tempo, infiammazione alla prostata.

Riposa nella tomba di famiglia a Pisticci, ove sono sepolti anche i miei genitori e, di recente, mio fratello Angelo.

***

Ettore Salomone fu Nicola (1908 - 1983)

Ultimogenito dei nonni Nicola Salomone e Teresa Franchi, è stato, Etto-re, in famiglia chiamato Ettorino.

Nato a Stigliano il 30 agosto 1908, dopo aver conseguito la Laurea in Scienze Economiche e Commerciali, vinse il concorso da Segretario nella Banca d’Italia.

Ha prestato servizio in molte città, sedi della Banca d’Italia, raggiungendo l’alto grado di Direttore.

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Zio Ettorino, come funzionario della Banca d’Italia, ebbe assegnato tra le varie mansioni del suo ufficio, anche il compito di procedere allo smantel-lamento delle varie sedi della Banca d’Italia che erano esistenti in molte città non capoluoghi di provincia:tra queste, le sedi di Barletta e di Pescia.

Alto e di bella presenza, aveva una innata eleganza nel portamento e nel vestire e, per fortuna, non aveva alcuno dei segni emblematici ereditari, propri dei Salomone, dai quali aveva ereditato, al “massimo” soltanto la atavica passione per la caccia.

Devo far presente che qualche notizia su zio Ettorino, ho già dato prima, in questo mio lavoretto, quando ho parlato di mio padre.

In questa sede, perciò, mi limiterò, a fornire su di lui, quelle poche altre notizie, che ritengo non note a tutti, ma delle quali io conservo ben vivo il ricordo.

Era un cacciatore instancabile e, quando usciva per la caccia, nulla lo fer-mava, nemmeno gli impervi e scoscesi calanchi di cui è pieno, il territorio di Pisticci, luoghi dove solamente - soprattutto nei calanchi sotto il cimite-ro- stanziavano e nidificavano le pernici.

Altro luogo che veniva prescelto per la caccia era la zona chiamata il “De-manio” di fronte a San Domenico, in quanto nei fossi e nel bosco di lenti-sco (la macchia mediterranea), era facile trovare sia le beccacce che i bec-caccini.

La caccia a questo tipo di uccelli, dalle carni piene e molto prelibate, ri-chiedeva una certa sveltezza ed abilità per spararli, perché si levavano in volo velocemente ed in linea orizzontale per andare a posarsi dentro i ce-spugli delle macchie, per cui era difficile poterli colpire se non si era svelti e nella mira e nello sparare.

Zio Ettorino ha avuto sempre cani da caccia, di razza, belli e molto bravi: era davvero uno spettacolo vedere il suo cane quando trovava la beccaccia, si fermava e la puntava alzando una gamba.

Dei vari cani che ha avuto ricordo un bellissimo setter irlandese dal colore rossiccio, che era una spettacolo vederlo come cacciava.

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Ed i cacciatori non tornavano mai dal Demanio col carniere vuoto.

Oltre a buoni cani da caccia e di razza, zio Ettorino aveva anche fucili di ottima marca con un vasto corredo di cartucce, di vario calibro.

Quando veniva a Pisticci, portava con sé un bagaglio che era ricolmo so-prattutto di pacchi di cartucce, che non riportava mai indietro quando ripartiva, perché questa doviziosa provvista di cartucce, di ogni calibro, veniva puntualmente consumata nelle sortite di caccia le quali si chiudeva-no, la maggior parte delle volte, con buoni carnieri di cacciagione di ogni genere (beccacce, beccaccini, pernici, lepri, volpi ed uccelli acquatici) a seconda delle zone di caccia di volta in volta prescelte.

Pur venendo con piacere a Pisticci, ha avuto sempre una profonda predile-zione per Stigliano, suo paese natio, ed un forte legame di affetto con zio Ciccillo, che non ha mai mancato, ogni qualvolta veniva a Pisticci, di anda-re a salutare.

A Pisticci infatti, gli era stata attribuita in sede di divisione con i fratelli, anche una discreta estensione di terreni dotati di un buon complesso di fabbricati rurali, dai quali dopo la sua morte, i suoi cinque figli, hanno saputo ricavare dei comodi miniappartamenti.

Zio Ettorino poi, trascorreva abitualmente con la famiglia le ferie estive, fermandosi nel mese di agosto, a Meta di Sorrento, dove aveva una casa, e completava le ferie soggiornando in questa sua campagna pisticcese, in contrada San Domenico, fermandosi per tutto il mese di settembre e, cioè nel più bel periodo dell’anno in quanto quivi il clima più mite e fresco ri-spetto al caldo torrido sofferto a Meta nel mese di agosto.

Sempre nel periodo settembrino, soggiornavano in vacanza, nella sua casa di campagna di San Domenico mio padre, con tutta la sua numerosa fami-glia e zio Luigi con la sua, nella casa palazziata di San Gaetano.

Erano quelli i giorni in cui si alternavano di continuo gli scambi di visita da una campagna all’altra, il più delle volte a piedi, con lunghe passeggiate.

Spesso, la fermata era “obbligatoria” da noi perché la compagnia più nu-merosa e perché la casa di campagna in zona baricentrica.

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Durante questi incontri venivano presi, ritualmente, gli appuntamenti per l’indomani e prescelto il luogo della caccia.

E, regolarmente, ogni volta i cacciatori si alzavano presto per raggiungere il luogo di caccia e, come al solito, cacciatori e cani rientravano stanchi sul tardi, a volte con i carnieri pieni e, a volte, solo sudati, senza bottino e con le pive nel sacco.

A differenza di noi, i nostri cugini, figli di zio Ettorino, quando passavano le vacanze a San Domenico, avevano tutti l’abitudine di andare a sentir “messa” alla chiesetta di San Leonardo, posta a circa tre chilometri da San Domenico e, facevano a piedi tutto il tragitto, sia all’andata che al ritorno.

Zio Ettorino sposò la N.D. Espedita Imbellone di Roma, anch’essa laure-ata in Scienze Economiche e Commerciali.

Da molti anni, però, entrambi sono passati a miglior vita, in Bologna: zio Ettorino nel 1983 e zia Espedita nel 1998.

Dalla loro unione, sono nati cinque figli:

Nicola, Roberto, Teresa, Francesco e Giuseppe.

Come al solito, su questi miei cugini che vivono tutti, da tempo, a Bologna, posso darvi poche, anzi proprio scarse notizie.

Di essi, posso però dire, che sono dei fratelli molto uniti, con un profondo senso della famiglia ed hanno, per tutta la estesa Famiglia Salomone, un legame di affetto molto sentito.

***

Nicola Salomone fu Ettore

Il figlio primogenito è stato Nicola, nato nel 1938.

Laureatosi in Giurisprudenza, ha esercitato la professione forense per un certo periodo presso lo studio legale del suocero, avv. Romagnani.

Ricordo che, molti anni fa, ho avuto anch’io rapporti professionali con lui,

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associandolo in una causa di opposizione a decreto ingiuntivo, avanti al Tribunale di Bologna, nella quale si contestava il pagamento della somma ingiunta, fondando la proposta opposizione sulla eccezione dell’avvenuto pagamento effettuato in favore di un creditore apparente.

La causa venne da noi vinta.

Successivamente Nicola ha lasciato la professione forense ed ha optato per il pubblico impiego, esplicando la sua attività lavorativa alle dipendenze di un Ente previdenziale, presso il quale ha fatto tutta la sua carriera e, sino al pensionamento.

E’ sposato con la D.ssa Anna Maria Romagnani, laureata in Lettere mo-derne ed ha due figlie:

Maria Chiara Salomone di Nicola

nata nel 1971 e sposata con Andrea Triulzi;

Elisa Salomone di Nicola

nata nel 1976.

***

Roberto Salomone fu Ettore

Il secondogenito Roberto, è nato nel 1939 ed è laureato in ingegneria.

È stato docente all’università di Bologna ed è ora in pensione.

Con Roberto e la sua famiglia gli incontri sono stati più frequenti, vuoi in occasione di matrimoni di parenti e vuoi perché, più che con gli altri suoi fratelli, ci siamo spesso scambiatei delle visite ed intrattenuti insieme, con inviti reciproci, a pranzo o a cena, ed in compagnia dei nostri rispettivi figli.

Roberto è stato poi di una squisita gentilezza con Alberto mio figlio, per avergli consentito di alloggiare in quel di Bologna, nella sua casa di campa-gna in località San Pietro, al fine di poter ottenere il cambio di residenza

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da Marconia a Bologna e, Pino addirittura, gli ha fatto fare il tirocinio di programmatore informatico, proprio nella sua società Azimut.

Grazie a questo grande “aiuto” di Roberto e di Pino, Alberto è riuscito a trovare quella buona sistemazione lavorativa in Bologna che attualmente si ritrova.

Roberto ha sposato la D.ssa Emma Masera, laureata in Scienze, ed ha tre figli :

Ettore Salomone di Roberto

nato nel 1965 che, vive in Bologna e lavora, in questa città alle dipendenze della Compagnia di Assicurazioni UNIPOL.

Si incontra spesso con mio figlio Alberto, ed hanno tra loro, e non solo per il vincolo di parentela, un buon rapporto di amicizia.

Roberta Salomone di Roberto

nata nel 1967.

È sposata con Alberto Nicosia ed ha due figli: Nicolò, nato nel 1999 e Elbia nata nel 2002.

Gian Marco Salomone di Roberto

nato nel 1972.

***

Teresa Salomone fu Ettore

è nata nel 1943.

Laureata in Medicina, ha esercitato la professione medica al Sant’Orsola di Bologna, sino al suo pensionamento.

È rimasta nubile e vive a Bologna.

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***

Francesco Salomone fu Ettore

nato nel 1946.

È laureato in giurisprudenza ed ha sposato la D.ssa Paola Tomassetti, medico, ed ha due figli:

Riccardo Salomone di Francesco

nato a Bologna il 10 agosto 1974, laureato in giurisprudenza, è professore associato alla Facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi di Trento;

Luisa Salomone di Francesco

nata nel 1978 ed è coniugata con Mario Arnone.

***

Devo qui ricordare che alcuni anni fa, io e mia moglie Lillina (che ci era-vamo recati a Bologna per poter stare insieme ai nostri figli Alberto e Gianluca e che non riusciamo a vedere se non nel periodo delle ferie esti-ve), fummo ospiti a cena, nella villa di Francesco e, quivi, nel salone di rap-presentanza rividi, con sorpresa, l’antica consolle con specchiera e i due bellissimi lumi a petrolio, pure antichi, che un tempo, avevano costituito, con altri mobili e lumi, quello che un tempo era stato l’arredo del salotto della avita Casa Franchi di Pisticci.

***

Giuseppe Salomone fu Ettore

detto Pino, nato nel 1949 e laureato in Matematica, vive a Bologna.

Aveva messo su la società di informatica AZIMUT, presso la quale ha fatto le sue prime esperienze come programmatore informatico mio figlio Alberto: il che gli è stato molto utile per la carriera che ha fatto e per la sua preparazione professionale.

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È un tipo molto gioviale, ed un comportamento sempre educato e signori-le, al pari degli altri suoi fratelli.

Pino è sposato con Evelina Pilot ed ha due figli:

Giovanni Salomone di Giuseppe

nato nel 1976, ed è sposato con Chiara Presti;

Maria Espedita Salomone di Giuseppe

nata il 30/10/1984 - è iscritta all’Università di Bologna e frequenta il Cor-so di Laurea in Economia e Marketing.

***

Anche questi miei cugini, figli di zio Ettorino, hanno ereditato, per non venire meno - oserei dire - alla tradizione di famiglia, la passione per la caccia: tranne Roberto.

Lo stesso cugino Francesco, possiede pure un bel cane, mi sembra un set-ter, dal pelo rossiccio, che porta con sé in campagna quando viene giù da Bologna nel periodo estivo: di recente, mio fratello Franco mi ha riferito che questo cane è morto e che Francesco è sceso da Bologna per venirlo a seppellire proprio a Pisticci, nella campagna di San Domenico.

A questi cugini “bolognesi” di adozione, ma “lucani” nell’animo, proprio per le loro origini in questa terra di Basilicata, va poi riconosciuto anche il merito di essersi vivamente interessati ed adoprati per rendere operativo ed attivo, su Pisticci, il “Centro d’ascolto Nettuno” collegato alla Università di Bologna per l’area ECONOMIA presso l’Istituto Tecnico Agrario di Marconia - frazione di Pisticci.

***

GLI ALTRI PARENTI SALOMONE

***

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Su Samuele Salomone, fratello di mio nonno Nicola, medico, ci ha noti-ziato Zio Ciccillo nel suo manoscritto redatto nel 1975, con il quale ci ha fornito le notizie sulla “FAMIGLIA SALOMONE in Stigliano” a far capo dal capostipite Dott. Francesco Salomone, fatto tenere a tutti i pa-renti in dono.

Zio Ciccillo ci ha riferito che Samuele Salomone, anch’esso medico come il capostipite, sposò la N.D. Giulia Marazita (sorella di sua madre Ma-riannina Marazita, e prima moglie del padre on. Nicola Salomone, che in seconde nozze sposò la N.D. Teresa Franchi di Pisticci), dalla quale ebbe sei figli: Francesco, Nicola, Antonio, Giovanni, Maria e Caterina.

Francesco Salomone fu Samuele (1888-1967)

Francesco (in famiglia chiamato Ciccilluzzo), nato nel 1888 è morto nel 1967.

Molto rassomigliante a zio Ciccillo, aveva le sembianze del classico genti-luomo con la sua pancetta aristocratica e con l’orologio d’oro nel taschino del gilè con catenella d’oro appuntata ad un’asola del gilè.

È stato per molti anni Notaio in Stigliano e sposò Laura Santoro, dalla quale ebbe quattro figli:

Carmelina Salomone fu Francesco (1921 - 1992)

nata nel 1921, sposata con Luigi Ciruzzi, vissuta a Napoli con la famiglia, è morta nel 1992.

Dalla sua unione con Luigi Ciruzzi ha avuto tre figli:

Anna Maria Ciruzzi

nata nel 1949, coniugata con Giuseppe De Filippo e con due figli:

Luigi Ciruzzi

nato nel 1980, coniugato con Fabrizia Simonetti

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Francesco Ciruzzi

nato nel 1997;

Vincenzo Ciruzzi

nato nel 1950, coniugato con Diana Leggio;

Angela Ciruzzi

nata nel 1951.

***

Giulietta Salomone fu Francesco (1922 - 1999)

nata nel 1922, fattasi suora di clausura, è morta nel 1999.

Samuele Andrea Salomone fu Francesco (1924 - 1991)

nato nel 1924, laureato in giurisprudenza, vincitore di concorso notarile, fu Notaio in Biella, ove è deceduto celibe nel 1991.

Virginia Salomone fu Francesco (1925 - 2007)

nata nel 1925, sposò l’avv. Vincenzo Amorosi.

È deceduta nel 2007 in Lecce, dove aveva messo su casa ed ha avuto quat-tro figli :

Domenico Amorosi

nato nel 1954 coniugato con Rita Elia e, con due figlie : Virginia nata nel 1982 e Caterina nata nel 1988;

Francesco Amorosi (1956 - 2001)

nato nel 1956 coniugato con Paola Evangelisti, morto nel 2001, con due figli: Lucia nata nel 1991 e Vincenzo nato nel 1993;

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Caterina Amorosi (1960 - 1985)

nata nel 1960, deceduta giovanissima nel 1985;

Laura Amorosi

nata nel 1968;

***

Nicola Salomone fu Samuele (1891- 1929)

Nato nel 1891, morì ancor giovane, nel 1929.

***

Antonio Salomone fu Samuele (1894 -1984)

Nato nel 1894, intraprese la carriera militare, raggiungendo l’alto grado di Generale dell’Esercito.

Era un uomo robusto, biondo di capelli e dal colorito roseo, e con un ca-rattere sempre gioviale.

Veniva spesso a trovarci a Pisticci, e soprattutto in campagna, dove gli si offriva e faceva provviste di frutta di stagione, di primizie dell’orto e di arance: gli piacevano molto i fichi freschi appena raccolti dall’albero che venivano da lui degustati con vero piacere.

Durante la seconda guerra mondiale, aveva raggiunto il grado di colonnello ed aveva il comando di tutto il compartimento ferroviario militare nazio-nale.

È morto nel 1984.

Coniugato con Cristina Laraia, ebbe tre figli:

Giulia Salomone fu Antonio

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nata nel 1923, laureata in legge, coniugata con il Dott. Nicolino Giangia-como e, con due figlie:

Miriam Ines Giangiacomo

nata nel 1962, coniugata con Pretagostini e con un figlio, Francesco, nato nel 1994;

Maria Cristina Giangiacomo

nata nel 1964, coniugata con Antonello Di Mascio e con due figlie: Giulia nata nel 1995 ed Alessia nata nel 1998;

***

Samuele Salomone fu Antonio (1925 - 2000)

nato nel 1925, medico analista, coniugato con Marisa De Mola, molto somigliante al padre, con capelli biondi e stesso colorito roseo.

Io ebbi occasione di interessarmi professionalmente, per una sua questione personale dinanzi alla Pretura di Stigliano, in quanto aveva interesse ad ottenere il rilascio di un fondo acquistato da sua moglie, non libero, per la presenza di un fittavolo.

Gli risolsi il problema e riuscii a fargli avere i terreni ove aveva intenzione di fare un allevamento di cavalli: cosa che poi fece.

Problemi di salute e, se non ricordo male, la perdita della vista, minarono il suo fisico, per cui venne a morte nel 2000.

Ha avuto tre figli:

Antonio Salomone fu Samuele

nato nel 1958 ;

Mario Salomone fu Samuele

nato nel 1959, coniugato con Beate Stefany e con un figlio, Samuele, nato

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nel 2005;

Cristina Salomone fu Samuele

nata nel 1960, coniugata con l’armatore Luca Grimaldi e con tre figli.

***

Rosanna Salomone fu Antonio

nata nel 1928, coniugata con il Dott. Bernardo Maglione, medico, con un figlio: Franco, nato nel 1954, e questi con tre figli avuti da Adriana Capo-ne: Francesca nata nel 1974, Bernardo, nato nel 1984 e Rosanna nata nel 1986.

***

Salomone Giovanni fu Samuele (1896 - 1976)

Nato nel 1896, anche lui come il fratello Antonio, intraprese la carriera militare, raggiungendo anch’esso l’alto grado di Generale dell’Esercito ed è venuto a mancare nel 1976.

Sposatosi con Chiara Cecirale, ha vissuto con la famiglia a Roma ed ha avuto due figli:

Giulia Salomone fu Giovanni

nata nel 1926, coniugata con Gaetano Ciconte e con una figlia Maria Con-cetta, nata nel 1955 coniugata in 1^ nozze con Antonio Maino e con un figlio, Mario, nato bel 1979 e, in 2^ nozze con Enrique Camps, con un figlio.

Samuele Salomone fu Giovanni

nato nel 1933 è Avvocato, coniugato con Anna Cirillo e con un figlio, Giovanni, nato nel 1981.

***

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Salomone Maria fu Samuele (1899 - 1960)

Nata nel 1899, sposò Giovanni Polosa di Acerenza ed è morta nel 1960.

Ha avuto cinque figli:

Dina Polosa

nata nel 1929,

Giulia Polosa

nata nel 1930,

Canio Polosa

nato nel 1931,

Rosetta Polosa

nata nel 1938

Anna Polosa

nata nel 1939.

Canio è stato dipendente della Cassa di Risparmio di Calabria e di Luca-nia e, per qualche tempo, ha prestato servizio presso la Filiale di Pisticci.

Con lui, io e mio fratello Nicola, essendo giovani, ci davamo spesso alla “dolce vita”.

Con Rosetta che abitava a Potenza, abbiamo avuto occasione di incontrar-ci più volte, nel periodo delle elezioni politiche, in quanto sostenitrice dell’On.le Sanza di Potenza.

***

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Salomone Caterina fu Samuele (1901 - 1993)

Nata nel 1901 è morta nel 1993.

Coniugata con il Dott. Domenico Tancredi, medico, ha avuto tre figli:

Filomena Tancredi

nata nel 1937, nubile, risiede in Stigliano.

Giulia Tancredi

nata nel 1939, nubile, risiede in Stigliano.

Francesco Paolo Ruggiero Tancredi

nato nel 1944, (chiamato in famiglia Ruggiero) divorziato da Cristiano Maria Rosaria.

Ha due figli, adottati, di nazionalità sudamericana, Domenico nato nel 1981 e Caterina nata nel 1982.

Con Ruggiero, abbiamo frequenti occasioni di incontro in quanto, sia io che mio figlio Fabio lo assistiamo e difendiamo professionalmente in tutte le sue vicende giudiziarie.

Impiegato nella Banca Popolare del Materano, è di recente andato in pen-sione, ottenendo anche per il figlio l’assunzione come impiegato, nella stes-sa Banca.

Ruggiero, è una persona molto legata alla famiglia ed in particolar modo a tutti i componenti della famiglia Salomone, da cui discendeva la defunta sua Madre.

***

Anche di Giuseppe Salomone (Peppino), altro fratello di mio nonno Ni-cola, ci ha dato notizie Zio Ciccillo nel suo manoscritto sulla Famiglia Salomone in Stigliano.

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Da Luigia De Renzi di Paternopoli, sua moglie ebbe tre figli:

Mario, Alfredo ed Eugenio.

***

Mario Salomone fu Giuseppe (1989-1950)

Nato nel 1898, fu un valente e stimato medico.

Non si sposò. Morì nel 1950.

***

Alfredo Salomone fu Giuseppe (1900-1985)

Nato nel 1900, fu ottimo e bravo insegnante nelle scuole elementari di Stigliano.

Si trasferì da Stigliano con tutta la famiglia a Napoli, dove poi ha vissuto per parecchi anni.

Messosi in pensione, è deceduto, nel 1985.

Dal suo matrimonio con Marianna Santoro, nacquero tre figlie:

Luigia Salomone fu Alfredo

detta Gina, nata nel 1931, nubile, vive a Napoli.

Maria Salomone fu Alfredo

nata nel 1932 laureata in giurisprudenza, pur essa nubile e vive a Napoli.

Nel mio vecchio album fotografico, ho ritrovato una vecchia foto che ci venne fatta da piccoli, tutti e tre insieme, io, Maria e Gina, mano nella mano, quando io facevo la prima elementare a Stigliano e stavo con mia nonna Teresa.

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Gina non l’ho più rivista da quanto nel 1940 lasciai Stigliano.

Con Maria invece ci siamo incontrati a Roma, in occasione di un concorso notarile, cui partecipammo assieme anche a Nicola ed Enzo di zio Luigi.

***

Giuseppina Salomone fu Alfredo

nata nel 1938, risiede a Napoli ed è coniugata con Luigi Del Pozzo, già Direttore in Napoli della Banca Commerciale Italiana.

Mi sono interessato per lei professionalmente, riuscendo a farle vendere dei terreni in Stigliano al proprio fittavolo, che in precedenza aveva sempre frapposto ostacoli al rilascio degli stessi e, quanto all’acquisto voleva pagarli per poco.

Ha quattro figli:

Anna Del Pozzo

nata nel 1970 e coniugata con Rosario Esposito;

Paola Del Pozzo

nata nel 1971;

Francesco Del Pozzo

nato nel 1979;

Alessandra Del Pozzo

nata nel 1980.

***

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Eugenio Salomone fu Giuseppe (1904 - 1974)

Nato nel 1904, come mio padre, compì i suoi studi a Matera presso il Convitto Nazionale.

Ufficiale dell’esercito (conservo una vecchia fotografia, con lui, zio Enrico ed altri commilitoni, fatta avanti ad un grosso affusto di cannone), passò nell’arma dei Carabinieri, facendo una brillantissima carriera sino a rag-giungere il grado di Generale dei Carabinieri.

È morto a Torino, nel 1974.

Da capitano prestò servizio a Potenza, avendo il comando di una compa-gnia: un maresciallo dei carabinieri, tal D’Elia di Pisticci, che fu alle sue dipendenze da carabiniere a Potenza, lo ricordava, con una certa nostalgia, per essersi sempre dimostrato un comandante rigido, severo e ligio al do-vere, ma sempre retto e giusto con tutti i subalterni.

Sposò Bianca De Renzi, sua cugina, avendo da essa 6 figli:

Giuseppina, Giuseppe, Luigi, Luigia, Carlo e Mario.

Giuseppina Salomone fu Eugenio

nata nel 1931, sposata con Giorgio La Placa e con due figli:

Bianca La Placa

nata nel 1970 coniugata con Alessandro Gatti;

Gaetano La Placa

nato nel 1971.

***

Giuseppe Salomone fu Eugenio (1932 -1989)

nato nel 1932 e morto nel 1989.

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Coniugato, in prime nozze con Fernanda Milli, ha avuto un figlio:

Giulio Salomone fu Giuseppe

nato nel 1962 - coniugato con Amalia Marchetti S. Martino e con tre figli: Amedeo nato nel 1990, Eugenio nato nel 1993 e Fernanda nata del 1995.

In seconde nozze, con Liliana Zurzoli, ha avuto una figlia Eloisa, nata nel 1980.

***

Luigi Salomone fu Eugenio

nato nel 1932, coniugato con Concetta Martorano e due figli:

Eugenio Salomone di Luigi

nato nel 1958 coniugato con Daniela Santo e con due figli: Giulia nata nel 1991 ed Elena nata nel 1993.

Alberto Salomone di Luigi

nato nel 1965 - coniugato con Stefania Torriani.

***

Luigia Salomone fu Eugenio (1933 - 1981)

nata nel 1933, è deceduta nel 1981.

***

Carlo Salomone fu Eugenio

nato nel 1935, coniugato con Giuseppina Scagliola e due figli:

Federico Salomone di Carlo

nato nel 1963 coniugato con Francesca Trizio ed una figlia: Marta, nata

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nel 1998;

Riccardo Salomone di Carlo

nato nel 1965, coniugato con Sara Zucca.

***

Mario Salomone fu Eugenio

nato nel 1949, coniugato con Anna Janniello e due figli:

Alberto Salomone di Mario

nato nel 1974

Luca Salomone di Mario

nato nel 1976.

***

Con i discendenti del Generale Eugenio Salomone fu Giuseppe, vengo a chiudere questo mio Notiziario sulla Famiglia Salomone, più o meno sino ai giorni nostri, dopo aver compiuto, faticosamente, un lungo viaggio a ritroso, nel tempo e nella mia memoria, per ricordare persone, fatti ed accadimenti di ognuno così come, man mano, riaffioravano nella mia men-te.

In questo mio pellegrinaggio tra i miei ricordi del passato, con molta pro-babilità, potrò avere omesso avvenimenti e vicende forse più importanti e degni di segnalazione,rispetto a quelli che ho narrato.

Certo non per colpa mia, in quanto il ricordare è stato alquanto faticoso e perché il tempo tiranno ha cancellato tanti altri ricordi che un tempo era-no ben vivi.

Di tanto chiedo venia ai lettori.

Confesso però che, durante la stesura di questo mio Notiziario ho vissuto

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una bellissima esperienza, in quanto mi sono sforzato a rivedere e a far rivivere, come in un film, tante persone care ed avvenimenti di un lontano passato, che tenevo chiusi in un cassetto della mia mente e che sono riaf-fiorati prepotentemente vivi, man mano che scrivevo.

Pienamente soddisfatto di questa mia esperienza e di aver portato a com-pimento questo mio lavoretto, non mi resta che passare il testimonio ad altri, della nostra “Famiglia”, più giovane e con più buona memoria della mia e con più freschi ricordi, per correggere le mie imprecisioni e raccoglie-re altre notizie, a me non note e più recenti, sì da poterle tramandare alle future generazioni dei Salomone, alle quali auguro tutto il bene possibile e, perché conservino anch’essi, nella loro memoria, tutto quanto di bello e nobile ci è stato tramandato da questa FAMIGLIA SALOMONE, fatta di onesti e laboriosi professionisti e che ci hanno insegnato i principi dell’onore e dell’onestà che sono alla base di ogni convivenza civile.

Concludo col dire che questo mio modesto manoscritto, viene corredato anche di molte fotografie dei Salomone, non tutti, che ho rintracciato negli Album di famiglia.

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INDICE DELLE FOTOGRAFIE Figura 1 In copertina, cartolina di Stigliano, all’epoca in provincia di Potenza ........................................................................................................................................ 1 

Figura 2 Stemma di Stigliano (MT) ........................................................................................... 6 

Figura 3  L’On. Nicola Salomone fu Francesco (1855-1927) (quarto da destra), la moglie Teresa Franchi (prima in seconda fila da destra) con i figli e parte dei Salomone di Stigliano ..................................................... 7 

Figura 4  Alberto Salomone fu Nicola (1903-1981) (quarto in seconda fila da sinistra alla Scuola Allievi Ufficiali di Chieti 1924-1925 ..................................................................................................................................... 8 

Figura 5  da sinistra: Eugenio Salomone fu Giuseppe (1904-1974) e terzo Enrico Salomone fu Nicola (1901-1981) ......................................................... 9 

Figura 6  da destra: Eugenio Salomone fu Giuseppe (1904-1974) e Enrico Salomone fu Nicola (1901-1981) .................................................................. 10 

Figura 7  Nicola Salomone fu Samuele (1891-1929 ....................................................... 11 

Figura 8  N.D. Teresa Franchi in Salomone (1863-1940) ............................................. 12 

Figura 9  Famiglia On. Nicola Salomone: (da destra in alto) Nicola Salomone, Teresa Franchi, Riccardo, Zi "Ciccillo", Ettorino, in basso da destra Alberto, Luigi ed Enrico ........................................................... 14 

Figura 10  L’On. Nicola Salomone ........................................................................................ 15 

Figura 11 N.D. Teresa Franchi e On. Nicola Salomone fu Francesco ....................................................................................................................................... 16 

Figura 12  Ettore Salomone fu Nicola (1908-1983) ......................................................... 17 

Figura 13  Mario Salomone fu Giuseppe (1898-1950) .................................................... 18 

Figura 14  Alberto Salomone fu Nicola (1903-1981) ...................................................... 19 

Figura 15  Alberto Salomone fu Nicola (1903-1981) (secondo in seconda fila da sinistra) alla Banca Commerciale Italiana - Filiale di Barletta .......................................................................................................... 21 

Figura 16  Luigi Salomone fu Nicola (1899-1978) ........................................................... 22 

Figura 17  Enrico Salomone fu Nicola (1901-1956) e Iolanda Scardaccione (1909-1983) .......................................................................................................... 23 

Figura 18  Foto di famiglia: si riconoscono Giuseppe Salomone fu Francesco (secondo in alto a destra), Enrico

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Salomone fu Nicola (primo a destra seduto), Alfredo Salomone fu Giuseppe (secondo a destra seduto) ................................................................................... 24 

Figura 19  Ettore Salomone (1908-1983) e Espedita Imbellone (1909-1998) .................................................................................................................................. 25 

Figura 20  Col. Giuseppe Salomone fu Francesco (1868-1930) .................................... 26 

Figura 21  Alberto Salomone fu Nicola (1903-1981) (primo da destra) alla Banca Commerciale Italiana - Filiale di Barletta ................................................ 27 

Figura 22  Antonio Salomone fu Samuele in una foto del 1922 ..................................... 28 

Figura 23  Enrico Salomone fu Nicola ................................................................................ 29 

Figura 24  Giuseppe Salomone fu Francesco fra due commilitoni ................................................................................................................................... 30 

Figura 25  Eugenio Salomone fu Giuseppe il giorno del suo matrimonio con Bianca De Renzi ............................................................................................. 31 

Figura 26  Eugenio Salomone fu Giuseppe ......................................................................... 32 

Figura 27  Riccardo Salomone fu Nicola (1906-1967) .................................................... 33 

Figura 28  Ettore Salomone fu Nicola il giorno delle nozze con Espedita Imbellone. ...................................................................................................................... 34 

Figura 29  Alberto Salomone fu Nicola............................................................................... 35 

Figura 30  Alberto Salomone fu Nicola............................................................................... 36 

Figura 31  On. Nicola Salomone fu Francesco .................................................................. 37 

Figura 32  On. Nicola Salomone fu Francesco .................................................................. 38 

Figura 33  L’On. Nicola Salomone durante una manifestazione. ................................... 39 

Figura 34   Brigida Salomone fu Francesco, Alfredo Salomone, Gen. Giovanni Salomone, Gabriella Salomone fu Francesco, Marisa De Mola, Cristina Laraia, Samuele Salomone, Gen. Antonio Salomone, Rosanna Salomone. Seduti: Antonio Salomone fu Francesco, Pina Salomone fu Alfredo, Enzo e Nicola Salomone fu Luigi. ....................................................................................................................... 41 

Figura 35  Luigi Salomone fu Alberto tra Maria e Gina Salomone fu Alfredo. ................................................................................................................... 42 

Figura 36  Stemma di Pisticci (MT) ..................................................................................... 45 

Figura 37  Francesco Salomone “Ciccillo” fu Nicola (1886-1978 46 

Figura 38  Figura 39 Cartolina di Pisticci (MT) ................................................................. 48 

Figura 40  Particolare Diploma di Laurea di Francesco

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Famiglia Salomone dopo Stigliano

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Salomone del 1783 (collezione Enzo Salomone - Napoli) ................................................... 57 

Figura 41  Diploma di Laurea di Francesco Salomone del 1873 ( Collezione Enzo Salomone - Napoli) .................................................................................... 59 

Figura 42  Copertina del volume “Storia Documentata della Scuola Medica di Salerno”- 1857 - Harvard College Library .............................................. 61 

Figura 43  Foto di Caselle in Pittari (SA) ............................................................................ 63 

Figura 44  Ritorno dalla caccia: da sinistra in piedi: Ettorino, Espedita, Enrica Musti, Nicola, Teresa, Giuseppe Viggiani, Raffaele, Leonardo Vitelli, Alberto, Amalia, Roberto (Bologna).Sotto: Gabriella (domestica) Francesco Saverio, Anna Maria, Antonio, Teresa (Bologna) Egle Autera, Pino (Bologna) ........................................ 64 

Figura 45  On. Nicola Salomone fu Francesco .................................................................. 66 

Figura 46  Luigi Salomone fu Nicola (1899-1978 .............................................................. 67 

Figura 47  Enrico Salomone fu Nicola (1901-1956) ....................................................... 68 

Figura 48  Alberto Salomone fu Nicola (1903/1981) ..................................................... 69 

Figura 49  Riccardo Salomone fu Nicola (1906-1967) .................................................... 70 

Figura 50  Ettore Salomone fu Nicola (1908-1983) .......................................................... 71 

Figura 51  Riccardo Salomone fu Nicola (1906-1967) .................................................... 72 

Figura 52  Enzo Salomone fu Luigi ...................................................................................... 73 

Figura 53  Nicola Salomone fu Luigi (1936-1999) ........................................................... 74 

Figura 54  Nicola ed Enzo Salomone fu Luigi sul Calesse alla festa di S. Leonardo. ..................................................................................................................... 75 

Figura 55  Nicola Salomone fu Alberto (a sinistra) e Ettore Salomone fu Nicola (a destra) in campagna a S. Domenico ................................................ 78 

Figura 56  Sul calesse il Giudice Libero Panetta e zio Luigi Salomone, sulla destra, in giacca e cravatta, con il figlio Enzo. ............................................. 79 

Figura 57  Alberto Salomone fu Nicola (1903-1981) con sua moglie Enrica Musti (1901-1968) ............................................................................................. 81 

Figura 58  Alberto Salomone fu Nicola e la moglie Enrica Musti nella casa di campagna. ................................................................................................................ 83 

Figura 59  Enrica Musti (1901-1968) .................................................................................. 84 

Figura 60  da sinistra Angelo, Francesco Saverio, Luigi Salomone fu Alberto; Mariannina Salomone fu Francesco, Rina Maiorca, Gabriella Salomone fu Francesco, Amalia e Antonio Salomone fu Alberto) .................................................................................................................. 85 

Page 278: La storia della Famiglia Salomone da Stigliano

Famiglia Salomone dopo Stigliano

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Figura 61  In piedi da sinistra: Gabriella e Maria Salomone fu Francesco, Teresa e Amalia Salomone fu Alberto; seduti: Giuseppe Salomone fu Eugenio e Raffaele Salomone fu Alberto ...................................... 86 

Figura 62  Da sinistra in alto: Anna Maria Salomone fu Aberto, Teresa Salomone fu Ettore, Egle Autera. In ginocchio Antonio Salomone fu Alberto, Francesco e Giuseppe Salomone fu Ettore. ................................................................................................................................... 87 

Figura 63  Da sinistra: Michelangelo Di Bello, Luigi Salomone fu Alberto, Giuseppe Viggiani e Nicola Salomone fu Alberto. ............................................................................................................................... 88 

Figura 64  In basso da sinistra: Riccardo e Alberto Salomone fu Nicola; Raffaele e Nicola Salomone fu Alberto e Ettore Salomone fu Nicola. Alle spalle compagni di caccia .............................................................. 89 

Figura 65  Francesco Saverio fu Alberto e Pinuccio Romano alla Madonna del Casale .............................................................................................................. 90 

Figura 66  Da sinistra: Enrica Musti, Francesco Saverio, Raffaele e Carmelina Cascella (di spalle), Anna Maria e Pinuccio Panetta, Amalia. In seconda fila: Antonio, Angelo (di spalle) e Virginia Panetta, Gabriella Cascella. ........................................................................................ 91 

Figura 67  Luigi Salomone fu Alberto ................................................................................. 93 

Figura 68  Luigi Salomone fu Alberto ................................................................................. 94 

Figura 69  Luigi e Antonio Salomone fu Alberto al cancello di S. Domenico .................................................................................................................................. 95 

Figura 70  In primo piano: Annamaria Salomone fu Alberto; in secondo piano Amalia Salomone fu Alberto e Adelaide Sangiorgio. ......................................................................................................................... 96 

Figura 71  Annamaria Salomone fu Alberto a cavallo di un asino. A terra Amalia Salomone fu Alberto. ........................................................................... 97 

Figura 72  Nicola Salomone fu Alberto ................................................................................ 98 

Figura 73  Da sinistra Nicola, Amalia e Teresa Salomone fu Alberto e Donato Di Tursi ........................................................................................................ 99 

Figura 74  Angelo Salomone fu Alberto (1937-2006) .................................................... 100 

Figura 75  Virginia Panetta ................................................................................................... 101 

Figura 76  Adelaide Sangiorgio e Luigi Salomone fu Alberto ........................................ 102 

Figura 77  In alto a sinistra: Amalia Salomone, Maria Teresa D’Alessandro, Annamaria Salomone e Virginia Panetta. Carmelina Cascella, Teresa Salomone e Filomena D’Alessandro e Donato Di Tursi ........................................................................................................................ 103 

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Famiglia Salomone dopo Stigliano

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Figura 78  Raffaele Salomone e Carmelina Cascella ......................................................... 104 

Figura 79  Amalia Salomone fu Alberto ............................................................................. 105 

Figura 80  Adelaide Sangiorgio ............................................................................................ 106 

Figura 81  Annamaria Salomone e Adelaide Sangiorgio ................................................. 107 

Figura 82  Francesco Saverio Salomone fu Alberto ......................................................... 108 

Figura 83  Da sinistra: Teresa Salomone, Alberto Salomone, Enrica Musti, Nennella Di Tursi e Peppino Silletti a capotavola di spalle. ................................................................................................................................. 109 

Figura 84  Alberto Salomone fu Nicola (1903 - 1981) ................................................... 111 

Figura 85  Alberto Salomone fu Nicola in ufficio al Banco di Napoli ................................................................................................................................. 112 

Figura 86  Lapide commemorativa del Tenente Raffaele Musti a Barletta ................................................................................................................................. 113 

Figura 87  Ten. Raffaele Musti, primo da destra, con altri ufficiali. ................................................................................................................................. 114 

Figura 88  Foto di gruppo della Classe III Liceo Duni di Matera. Da sinistra: Rocco Grieco, Angelo Salomone fu Alberto, Eugenio Basile, Pietro Esposito, Pietro Laviola, Luciano Plati. ......................................... 116 

Figura 89  Virginia Panetta ................................................................................................... 117 

Figura 90  Angelo Salomone fu Alberto (1937-2006) Natale a casa dell’Ing. Michele Leone. .................................................................................................... 118 

Figura 91  Raffaele Salomone fu Alberto e Carmelina Cascella ..................................... 119 

Figura 92  Nicola Salomone fu Alberto nella casa di Pisticci ......................................... 120 

Figura 93  Luigi Salomone, Adelaide Sangiorgio, Terssa, Annamaria e Antonio Salomone fu Alberto nella campagna di S. Domenico ................................................................................................................................. 121 

Figura 94  Adelaide Sangiorgio, Antonio Salomone fu Alberto, Virginia Panetta e Annamaria Salomone (di spalle) ............................................................ 122 

Figura 95   Angelo Salomone, Virginia Panetta, Adelaide Sangiorgio e Luigi Salomone .................................................................................................... 123 

Figura 96  Luigi Salomone e Adelaide Sangiorgio il giorno delle nozze (27 giugno 1964) ............................................................................................................. 124 

Figura 97  Matrimonio Luigi Salomone e Adelaide Sangiorgio, con la famiglia Salomone Alberto al completo, con l’eccezione di Antonio che era assente. ................................................................................... 125 

Figura 98  Raffaele Salomone e Carmelina Cascella, Amalia e

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Famiglia Salomone dopo Stigliano

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Luigi Salomone, Adelaide Sangiorgio, Angelo Salomone e Virginia Panetta. ................................................................................................................................ 126 

Figura 99  Francesco Pelazza, Antonio Boccone, Titino Di Tursi, Teresa Salomone, Egle Autera, Amalia Salomone, Pietro Esposito e, all’estrema destra, il giudice Alfonso Malinconico. .......................................... 127 

Figura 100  Annamaria, Teresa e Amalia Salomone fu Alberto. .................................. 129 

Figura 101  Amalia Salomone, Egle Autera, Adelaide Sangiorgio, Luigi Salomone, Carmelina Cascella, Pietro Esposito, Antonio Boccone, Lorenzo Cifuni e Mario D’Angella. ....................................................... 130 

Figura 102  Teresa Salomone e Donato (Titino) Di Tursi. .......................................... 131 

Figura 103  Virgina Panetta e Angelo Salomone. ............................................................ 132 

Figura 104  Virgina Panetta, Angelo Salomone e Enrichetta Musti. ............................................................................................................................. 133 

Figura 105  Pinuccio Panetta, Luigi e Raffaele Salomone fu Alberto. ............................................................................................................................. 134 

Figura 106  Adelaide Sangiorgio. ........................................................................................ 135 

Figura 107  Alberto Salomone fu Nicola con i nipoti Alberto e Fabio Salomone di Luigi ........................................................................................................... 136 

Figura 108  Luigi Salomone fu Alberto. ........................................................................... 137 

Figura 109  Adelaide Sangiorgio e Virginia Panetta (in dolce attesa dei rispettivi primogeniti), sullo sfondo Alberto Salomone fu Nicola, Annamaria e Amalia Salomone ............................................................................ 138 

Figura 110  Enrica Musti e Amalia Salomone fu Alberto con i nipotini Alberto bruno di Angelo e Alberto biondo di Gino. ............................................ 140 

Figura 111  Francesco Saverio e Alberto “biondo” di Luigi, Amalia e Alberto “bruno” fu Angelo. ...................................................................................... 141 

Figura 112  Antonietta Mazzei e Luigi Salomone fu Nicola ......................................... 142 

Figura 113  Classe III Liceo Denza – Posillipo Capo, Napoli. Terzo da sinistra in alto: Luigi Salomone fu Alberto; settimo da sinistra Nicola Salomone fu Alberto. .................................................................................... 143 

Figura 114  Alberto “bruno” Salomone fu Angelo. .......................................................... 144 

Figura 115  Filomena Di Tursi ........................................................................................... 145 

Figura 116  Adelaide Sangiorgio con la fisarmonica. ...................................................... 146 

Figura 117  Alberto “biondo” tra papà Gino e nonna Enrica......................................... 148 

Figura 118  Filomena Di Tursi con la mamma Teresa Salomone fu Alberto. ................................................................................................................. 149 

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Famiglia Salomone dopo Stigliano

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Figura 119  Alberto “biondo” Salomone di Luigi e Alberto “bruno” Salomone fu Angelo. ................................................................................................... 150 

Figura 120  Angelo Salomone fu Alberto con il figlio Alberto “bruno” ............................................................................................................................. 151 

Figura 121  Alberto “biondo” Salomone in braccio al papà Luigi. 152 

Figura 122  Adelaide Sangiorgio ......................................................................................... 153 

Figura 123  Mario Zaccheo, Alberto “biondo”, Antonio, Alberto “bruno” e Angelo Salomone. ...................................................................................... 154 

Figura 124  Filomena Di Tursi e Fabio Salomone .......................................................... 155 

Figura 125  Fabio Salomone e Enrica Di Tursi in campagna a S. Domenico. ............................................................................................................................. 156 

Figura 126  Fabio Salomone e Enrica Salomone di Nicola............................................ 157 

Figura 127  I cugini: da sinistra Massimo e Alberto “bruno” di Angelo, Alberto “biondo” di Luigi, Francesco Panetta, Enrica di Nicola, Fabio, in seconda fila Alberto “cioff” di Raffele e Alberto “scipione” di Nicola .................................................................................................................... 158 

Figura 128 Adelaide Sangiorgio con i figli Alberto e Fabio Salomone. .................................................................................................................................... 159 

Figura 129  Fabio Salomone di Luigi. ................................................................................ 160 

Figura 130  Alberto Salomone di Luigi. ............................................................................ 161 

Figura 131  Gianluca Salomone di Luigi. .......................................................................... 162 

Figura 132  Enrica Salomone di Raffaele e Gianluca Salomone di Luigi. ............................................................................................................................. 163 

Figura 133  Adelaide Sangiorgio e Gianluca Salomone di Luigi. .................................. 164 

Figura 134  Alberto, Gianluca e Luigi Salomone. ............................................................ 165 

Figura 135  Alberto “bruno” fu Angelo, Alberto e Fabio di Luigi Salomone .................................................................................................................................. 166 

Figura 136  Massimo e Alberto “bruno” fu Angelo, Francesco Panetta, Alberto “biondo” e Fabio Salomone di Luigi ......................................................... 167 

Figura 137  Alberto “biondo” Salomone, Rosamaria e Antonella e Bruna Silletti. ...................................................................................................... 168 

Figura 138  Fabio, Gianluca e Alberto “biondo” Salomone di Luigi. ............................................................................................................................. 169 

Figura 139  Da sinistra: Francesco e Alberto “fidele” Panetta, Giuseppe Panetta, Annamaria e Amalia Salomone fu Alberto,

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Famiglia Salomone dopo Stigliano

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Annamaria Santilio, Antonio Salomone fu Alberto, Enrica di Antonio, Mariangela Panetta, Bice Lavecchia ....................................................................... 170 

Figura 140  Amalia Salomone fu Alberto, Annamaria Santilio, Antonio Salomone fu Alberto, Enrica Salomone di Antonio e Mariangela Panetta. ................................................................................................................... 171 

Figura 141  Carmelina Cascella, Antonio Salomone fu Alberto e Virginia Panetta. ...................................................................................................................... 172 

Figura 142  Foto di famiglia: Gino e Lillina Salomone con i figli Alberto, Fabio e Gianluca. ........................................................................................................ 174 

Figura 143  Matrimonio di Filomena Di Tursi e Raffaele Amodio. In alto da sinistra: Annamaria Santilio, Virginia Panetta e Angelo Salomone, Filomena Di Tursi e Raffaele Amodio, Francesco Saverio Salomone e Bice Lavecchia, Alberto “bomba” Salomone di Francesco Saverio, Giuseppe Panetta. Seduti: Annamaria Salomone, Lillina Sangiorgio, Luigi Salomone, Carmelina Cascella e Raffaele Salomone ................................................................................ 175 

Figura 144 Matrimonio di Enrica Di Tursi e Maurizio Di Girolamo. In piedi da sinistra: Enrica Salomone di Nicola, Chiara Di Pede e Alberto “bruno” Salomone, Filomena Di Tursi e Raffaele Amodio, Fabio Salomone e Adele Faticato, Mario Salomone, Angela Laviola, Alberto “fidele” Panetta, Sandro Mandese, Roselda Lalinga, Alberto “cioff” di Raffaele, Luigino Salomone fu Nicola. Seduti da sinistra: Virginia di Alberto “bruno”, in braccio Anna Mandese, Marco Salomone, Enrica Di Tursi con Francesco Mandese, Maurizio Di Girolamo. ..................................................... 176 

Figura 145  Nicola, Teresa, Amalia, Francesco Saverio, Angelo, Bice Lavecchia, Virginia Panetta, Carmelina Cascella, Rosaria Ruggiero, Luigi Salomone, Adelaide Sangiorgio, Annamaria Santilio e Sandra Zacchei. In basso, Virginia Salomone di Alberto, Antonio Salomone, Enrica Di Tursi, Francesco Mandese, Maurizio Di Girolamo, Marco Salomone, Raffaele Salomone. ..................................................................................................................... 177 

Figura 146  77° compleanno di Luigi Salomone con i fratelli Nicola, Teresa, Amalia, Francesco Saverio, Raffaele e Antonio. ....................................... 178 

Figura 147  77° Compleanno di Luigi Salomone con le cognate: Virginia Panetta, Sandra Zacchei, Carmelina Cascella, Annamaria Santilio e Bice Lavecchia. ..................................................................................... 179 

Figura 148  Adelaide Sangiorgio, Carla Benedusi e Luciano Plati. 181 

Figura 149  Luciano Plati, Luigi Salomone e Carla Benedusi. ...................................... 182 

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Famiglia Salomone dopo Stigliano

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Figura 150  Alberto “biondo”, Rosamaria Silletti, Gianluca, Adelaide Sangiorgio e Fabio Salomone. ................................................................................. 183 

Figura 151  Luigi e Lillina Salomone, Tina Montesano, Bruna e Peppino Silletti. .......................................................................................................................... 184 

Figura 152  Alberto “biondo” Salomone di Luigi e Antonella Silletti. ............................................................................................................................. 185 

Figura 153  Luigi Salomone con Alberto “biondo” e Alberto “bruno”. ............................................................................................................................. 186 

Figura 154  Filomena Di Tursi, Alberto “bruno”Salomone e Gabriella Cascella. ...................................................................................................................... 187 

Figura 155  Antonella Silletti, Fabio e Luigi Salomone, Rosamaria Silletti e Alberto “biondo” Salomone. ................................................................. 188 

Figura 156  Alberto “biondo” Salomone, Rosamaria Silletti, Fabio Salomone e Antonella Silletti. ...................................................................................... 189 

Figura 157  Peppino Silletti e Carla Benedusi. ................................................................. 190 

Figura 158  Luciano Plati. .................................................................................................... 191 

Figura 159  Luciano Plati, Alberto “biondo” e Fabio Salomone. .................................. 192 

Figura 160  Luigi e Fabio Salomone. .................................................................................. 193 

Figura 161  Alberto “biondo” Salomone si Luigi. ............................................................ 194 

Figura 162  Alberto “!biondo” Salomone di Luigi e Gabriella Cascella. ............................................................................................................................. 195 

Figura 163  Luciano Plati e Carla Benedusi. ..................................................................... 196 

Figura 164  Fabio Salomone, Gabriella Cascella e Alberto “biondo” Salomone. Sullo sfondo, Lillina Sangiorgio. ........................................................ 197 

Figura 165  Fabio Salomone di Luigi e Adele Faticato. .................................................. 199 

Figura 166  Fabio Salomone di Luigi e Adele Faticato. .................................................. 200 

Figura 167  Fabio Salomone di Luigi, Adele Faticato con il loro primogenito, Luigi Bruno Salomone. ..................................................................................... 201 

Figura 168  Luigi Salomone, Adelaide Sangiorgio con il nipote Luigi Bruno Salomone di Fabio. .............................................................................................. 202 

Figura 169  Luigi Salomone con il nipotino Luigi Bruno Salomone. ............................................................................................................................. 203 

Figura 170  Lillina Sangiorgio, Luigi Bruno Salomone e Luigi Salomone. ............................................................................................................................. 204 

Figura 171  Gianluca Salomone e Luigi Bruno Salomone. ............................................ 206 

Page 284: La storia della Famiglia Salomone da Stigliano

Famiglia Salomone dopo Stigliano

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Figura 172  Roberto Plati con Luigi Bruno Salomone e Massimo Plati con il figlio Marco. ........................................................................................... 207 

Figura 173  Luigi Bruno Salomone di Fabio. .................................................................... 209 

Figura 174  Nonno Gino e Luigi Bruno. ........................................................................... 210 

Figura 175  Fabio , Luigi Bruno e Luigi Salomone. ......................................................... 211 

Figura 176  Luigi Bruno Salomone. ................................................................................... 212 

Figura 177  Luigi Bruno, Fabio Salomone e Adele Faticato. ......................................... 213 

Figura 178  Luigi Bruno e il presepe di Nonno Gino. .................................................... 215 

Figura 179  Foto di famiglia: Fabio, Adele e Luigi Bruno, Luigi e Lillina, Gianluca, Carlotta Cristiani e Alberto Salomone. ............................................... 216 

Figura 180  Carlotta Cristiani e Luigi Bruno Salomone. ................................................ 218 

Figura 181  Gianluca, Carlotta, Alberto e Luigi Bruno. ................................................. 219 

Figura 182  Carlotta Cristiani, Luigi Bruno e Alberto Salomone. ............................................................................................................................. 220 

Figura 183  Luigi Bruno Salomone e Marco Plati. .......................................................... 221 

Figura 184  Luigi Bruno Salomone e nonna Lillina Sangiorgio .................................... 222 

Figura 185  Nonna Lillina e Nonno Gino con Luigi Bruno. Sullo sfondo le famose “croste”. ............................................................................................... 223 

Figura 186  Nonna Lillina, Nonno Gino Salomone e Luigi Bruno alle prese con la preparazione della tradizionale cassata natalizia. ............................................................................................................................. 224 

Figura 187  Luigi Bruno Salomone di Fabio- ................................................................... 225 

Figura 188  Luigi Bruno Salomone, con la mamma Adele Faticato. ............................................................................................................................. 226 

Figura 189Luigi Bruno Salomone e Rocco, il beagle di Roberto Plati e Monica Serra................................................................................................................... 227 

Figura 190  Roberto Plati e Monica Serra. ....................................................................... 228 

Figura 191  Alberto, Nonna Lillina, Nonno Gino e Luigi Bruno Salomone. ............................................................................................................................... 229 

Figura 192  Luigi Bruno e Virginia Salomone. ................................................................ 230 

Figura 193  Marco Salomone, Chiara Di Pede e Virginia Panetta. ............................................................................................................................. 231 

Figura 194  Alberto “bruno” e Luigi Salomone. ............................................................... 232 

Figura 195  Carlotta Cristiani, Rosamaria Silletti, Elisa Di Pisa,

Page 285: La storia della Famiglia Salomone da Stigliano

Famiglia Salomone dopo Stigliano

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Lillina Sangiorgio, dietro si intravede Luigi Salomone. ....................................................... 233 

Figura 196  Lillina Sangiorgio, Luigi Salomone e Tommaso Di Pisa. ............................................................................................................................. 234 

Figura 197  Lillina Sangiorgio e Luigi Salomone. ............................................................ 235 

Figura 198  Lillina Sangiorgio, Amalia e Luigi Bruno, Luigi e Fabio Salomone. ......................................................................................................................... 236 

Figura 199  Luigi Bruno Salomone di Fabio. .................................................................... 238 

Figura 200  Cav. Luigi Franchi (1813-1880) .................................................................... 242 

Figura 201  Cav. Avv. Nicola Franchi (1829-1891) ........................................................ 244 

Figura 202  Famiglia Franchi: Nicola, Concetta, Luigi e Rosantonia Silletti. In braccio: Teresa e Giuseppe. ............................................................. 246 

Figura 203  N.D. Angelina Franchi fu Luigi. ................................................................... 247 

Figura 204  N.D. Concetta Franchi e N.D. Rosantonia Silletti ................................... 248 

Figura 205  Giuseppe Franchi fu Luigi. ............................................................................. 250 

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Famiglia Salomone dopo Stigliano

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Sommario

FAMIGLIA SALOMONE IN STIGLIANO ............................................ 6 

FAMIGLIA SALOMONE DOPO STIGLIANO ................................. 45 

Dott. Francesco Salomone fu Nicola, detto zio “Ciccillo” (1886 - 1978) .......................................................................................................................... 68 

Mariannina Salomone fu Francesco (1917 - 1962) ............................ 71 

Nicola Salomone fu Francesco ............................................................... 72 

Brigida Salomone fu Francesco (1920 - 1973) .................................... 74 

Domenicantonio Salomone fu Francesco ............................................ 76 

Maria Salomone fu Francesco (1927 - 1999) ...................................... 76 

Gabriella Salomone fu Francesco .......................................................... 76 

L’On. Nicola Salomone fu Francesco (1855-1927) ................................ 77 

Luigi Salomone fu Nicola (1899-1978). ................................................... 82 

Nicola Salomone fu Luigi (1936-1999) ............................................... 97 

Luigi Salomone fu Nicola ................................................................ 101 

Enzo Salomone fu Luigi ........................................................................ 103 

Luigi Salomone di Enzo ................................................................... 105 

Maria Antonietta Salomone di Enzo ............................................. 106 

Anna Maria Salomone di Enzo ....................................................... 106 

Enrico Salomone fu Nicola (1901-1956) ............................................... 107 

Maria Teresa Salomone fu Enrico ...................................................... 108 

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Famiglia Salomone dopo Stigliano

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Maria Salomone fu Enrico (in famiglia chiamata Mariolina). ........ 109 

Alberto Salomone fu Nicola, mio Padre (1903-1981) ......................... 110 

Nicola Salomone fu Alberto ..................................................................... 138 

Alberto Salomone di Nicola ............................................................ 139 

Enrica Salomone di Nicola .............................................................. 140 

Mario Salomone di Nicola ............................................................... 140 

Io, Luigi Salomone fu Alberto (in famiglia chiamato Gino). ................... 141 

Alberto Mattia Salomone di Luigi ...................................................... 172 

Fabio Salomone di Luigi ....................................................................... 181 

Luigi Bruno Salomone di Fabio ...................................................... 195 

Gianluca Salomone di Luigi ................................................................. 197 

Amalia Salomone fu Alberto .................................................................... 202 

Teresa Salomone fu Alberto ..................................................................... 204 

Filomena Di Tursi fu Donato, ............................................................. 206 

Enrica Di Tursi fu Donato ................................................................... 207 

Raffaele Salomone fu Alberto ................................................................... 208 

Enrica Salomone di Raffaele ................................................................. 219 

Alberto Salomone di Raffaele .............................................................. 220 

Antonio Salomone di Raffaele ............................................................. 221 

Angelo Antonio Salomone fu Alberto (1937 - 2006) .......................... 221 

Alberto Maria Giuseppe Salomone fu Angelo .................................. 229 

Page 288: La storia della Famiglia Salomone da Stigliano

Famiglia Salomone dopo Stigliano

Pag. 288 di 292

Virginia Salomone di Alberto ......................................................... 230 

Marco Salomone di Alberto ............................................................ 231 

Massimo Salomone fu Angelo ............................................................. 232 

Antonio Salomone fu Alberto .................................................................. 233 

Enrica Salomone di Antonio ................................................................ 236 

Alberto Salomone di Antonio .............................................................. 236 

Anna Maria Salomone fu Alberto ........................................................... 239 

Francesco Panetta di Giuseppe ............................................................ 240 

Alberto Panetta di Giuseppe ................................................................ 242 

Mariangela Panetta di Giuseppe .......................................................... 243 

Francesco Saverio Salomone fu Alberto ................................................. 243 

Alberto Salomone di Francesco Saverio ............................................. 245 

Riccardo Salomone fu Nicola (1906 - 1967) ......................................... 248 

Ettore Salomone fu Nicola (1908 - 1983) .............................................. 253 

Nicola Salomone fu Ettore ................................................................... 256 

Maria Chiara Salomone di Nicola .................................................. 257 

Elisa Salomone di Nicola ................................................................. 257 

Roberto Salomone fu Ettore ................................................................ 257 

Ettore Salomone di Roberto ............................................................ 258 

Roberta Salomone di Roberto ......................................................... 258 

Gian Marco Salomone di Roberto ................................................. 258 

Page 289: La storia della Famiglia Salomone da Stigliano

Famiglia Salomone dopo Stigliano

Pag. 289 di 292

Teresa Salomone fu Ettore ................................................................... 258 

Francesco Salomone fu Ettore ............................................................. 259 

Riccardo Salomone di Francesco .................................................... 259 

Luisa Salomone di Francesco .......................................................... 259 

Giuseppe Salomone fu Ettore .............................................................. 259 

Giovanni Salomone di Giuseppe .................................................... 260 

Maria Espedita Salomone di Giuseppe ......................................... 260 

Francesco Salomone fu Samuele (1888-1967) ...................................... 261 

Carmelina Salomone fu Francesco (1921 - 1992) ............................ 261 

Anna Maria Ciruzzi .......................................................................... 261 

Luigi Ciruzzi .................................................................................. 261 

Francesco Ciruzzi ......................................................................... 262 

Vincenzo Ciruzzi ............................................................................... 262 

Angela Ciruzzi ................................................................................... 262 

Giulietta Salomone fu Francesco (1922 - 1999) ............................... 262 

Samuele Andrea Salomone fu Francesco (1924 - 1991) ................. 262 

Virginia Salomone fu Francesco (1925 - 2007) ................................ 262 

Domenico Amorosi ........................................................................... 262 

Francesco Amorosi (1956 - 2001) .................................................. 262 

Caterina Amorosi (1960 - 1985) .................................................... 263 

Laura Amorosi ................................................................................... 263 

Page 290: La storia della Famiglia Salomone da Stigliano

Famiglia Salomone dopo Stigliano

Pag. 290 di 292

Nicola Salomone fu Samuele (1891- 1929) ........................................... 263 

Antonio Salomone fu Samuele (1894 -1984) ........................................ 263 

Giulia Salomone fu Antonio ................................................................ 263 

Miriam Ines Giangiacomo ............................................................... 264 

Maria Cristina Giangiacomo ........................................................... 264 

Samuele Salomone fu Antonio (1925 - 2000) .................................. 264 

Antonio Salomone fu Samuele ....................................................... 264 

Mario Salomone fu Samuele ........................................................... 264 

Cristina Salomone fu Samuele ........................................................ 265 

Rosanna Salomone fu Antonio ............................................................ 265 

Salomone Giovanni fu Samuele (1896 - 1976) ..................................... 265 

Giulia Salomone fu Giovanni ............................................................... 265 

Samuele Salomone fu Giovanni ........................................................... 265 

Salomone Maria fu Samuele (1899 - 1960) ........................................... 266 

Dina Polosa ............................................................................................. 266 

Giulia Polosa ........................................................................................... 266 

Canio Polosa ........................................................................................... 266 

Rosetta Polosa......................................................................................... 266 

Anna Polosa ............................................................................................ 266 

Salomone Caterina fu Samuele (1901 - 1993) ...................................... 267 

Filomena Tancredi ................................................................................. 267 

Page 291: La storia della Famiglia Salomone da Stigliano

Famiglia Salomone dopo Stigliano

Pag. 291 di 292

Giulia Tancredi ....................................................................................... 267 

Francesco Paolo Ruggiero Tancredi .................................................. 267 

Mario Salomone fu Giuseppe (1989-1950) ........................................... 268 

Alfredo Salomone fu Giuseppe (1900-1985) ........................................ 268 

Luigia Salomone fu Alfredo ................................................................ 268 

Maria Salomone fu Alfredo .................................................................. 268 

Giuseppina Salomone fu Alfredo ........................................................ 269 

Anna Del Pozzo ................................................................................ 269 

Paola Del Pozzo................................................................................. 269 

Francesco Del Pozzo ......................................................................... 269 

Alessandra Del Pozzo ....................................................................... 269 

Eugenio Salomone fu Giuseppe (1904 - 1974) ..................................... 270 

Giuseppina Salomone fu Eugenio ....................................................... 270 

Bianca La Placa .................................................................................. 270 

Gaetano La Placa ............................................................................... 270 

Giuseppe Salomone fu Eugenio (1932 -1989) .................................. 270 

Giulio Salomone fu Giuseppe ......................................................... 271 

Luigi Salomone fu Eugenio .................................................................. 271 

Eugenio Salomone di Luigi .............................................................. 271 

Alberto Salomone di Luigi ............................................................... 271 

Luigia Salomone fu Eugenio (1933 - 1981) ...................................... 271 

Page 292: La storia della Famiglia Salomone da Stigliano

Famiglia Salomone dopo Stigliano

Pag. 292 di 292

Carlo Salomone fu Eugenio .................................................................. 271 

Federico Salomone di Carlo ............................................................ 271 

Riccardo Salomone di Carlo ............................................................ 272 

Mario Salomone fu Eugenio ................................................................. 272 

Alberto Salomone di Mario ............................................................. 272 

Luca Salomone di Mario .................................................................. 272