Mida Ideogrammi - Coaching per l'eccellenza, Marco Poggi

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    i d e o g r a m m a K I = E s s e n z a I n d i v i d u a l e

    COACHING PER LECCELLENZA di Marco Poggi

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    Con la linea IDEOGRAMMI Mida si propone di pubblicare le sue ricerche,intese come risultato di studi, pensieri, interpretazioni che gli autori

    traggono dalla diretta esperienza sul campo. Ma non solo.I contributi sono anche frutto del desiderio di raccontare lapprocciopeculiare di Mida alla professione attraverso i suoi stessi protagonisti.

    COACHING PER LECCELLENZA di Marco Poggi

    Mai come ogginelle aziende forte lesigenza di supportarele persone in modo che esprimano il meglio di s

    e delle loro risorse con efficacia e benessere.Tra i possibili interventi di formazione e sviluppo utili a

    questo scopo, da qualche tempo il coaching si staaffermando come uno tra i pi interessanti e promettenti.

    In questarticolo illustriamo in modo approfonditogli elementi distintivi e le caratteristiche

    dellapproccio Mida al coaching.

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    Risorse scarse e tempi in accelerazione

    Le aziende di tutto il mondo si stanno misurando con livelli

    di complessit e difficolt molto elevati.

    Leffetto combinato della competizione globale e della crisi

    economica segna una marcata discontinuit anche solo

    rispetto al passato pi recente che era gi caratterizzato da

    un quoziente di incertezza molto alto prodotto

    dallaccelerazione dei processi di globalizzazione.

    Oggi prosperare, ma anche semplicemente sopravvivere,

    sono diventati obiettivi tuttaltro che scontati per tutte le

    aziende del mondo.

    In un contesto di questo tipo, a tutte le persone che

    lavorano sono inevitabilmente richiesti standard di

    prestazione decisamente elevati.

    Qualsiasi manager di una qualsiasi azienda vive

    quotidianamente lesperienza di investire una grande

    quantit di energia fisica e mentale nellanalisi di scenari in

    costante mutazione, nella presa di decisioni complesse,

    nellazione rapidissima, nella guida e nella gestione di

    persone sempre pi disorientate.

    Sono inoltre comparsi due ulteriori elementi con cui fare i

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    conti che costituiscono, a loro volta, una novit radicale del

    contesto attuale:

    le risorse economiche da investire sono ridotte allosso, i tempi per produrre risultati si sono fatti strettissimi.Coloro che si occupano di persone allinterno delle

    organizzazioni - i responsabili del personale, gli HR

    Manager, i formatori - si trovano davanti ad un passaggio

    cruciale: c una crescente esigenza di favorire

    comportamenti eccellenti, ma la maggior parte delle

    modalit classiche di intervento finalizzate allincremento dei

    livelli di prestazione rischiano di rivelarsi inefficaci o

    irrilevanti sia per linedita altezza dellobiettivo, sia per le

    condizioni organizzative che impongono la ricerca di

    soluzioni in grado di produrre effetti rilevanti e visibili in

    brevissimo tempo.

    La nostra idea che la profondit e la radicalit del

    cambiamento in atto richiedano accanto allutilizzo di

    pratiche formative tradizionali, di pensare, costruire e

    sviluppare un nuovo paradigma formativo, un paradigma

    finalizzato allattivazione di comportamenti eccellenti.

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    Nuovi paradigmi formativi

    Personalizzazione

    Per definire un nuovo approccio occorre comprendere e

    considerare alcuni elementi di fondo.

    Il primo di questi, secondo noi, la dimensione fortemente

    singolare e soggettiva dellesperienza lavorativa.

    Lesperienza singolare, pi di quanto lo sia mai stata,

    perch la peculiarit dei contesti in cui si opera tende ad

    accentuare le differenze piuttosto che a evidenziare le

    somiglianze: i problemi di un direttore marketing di

    unazienda manifatturiera che esporta nel far east, per fare

    un esempio, hanno una natura molto differente da quelli di

    un suo omologo che opera in un grande azienda mediatica.

    Ma lesperienza singolare anche perch lelemento

    culturale pi significativo della nostra epoca, che i processi

    psicosociali degli ultimi ventanni hanno fatto esplodere in

    tutta la sua dirompenza, lemersione della soggettivit

    ovvero la tendenza fortissima delle persone a pensarsi come

    individui unici e irripetibili. La comunicazione, il marketing,

    la vendita, persino i servizi amministrativi sono sempre pi

    orientati al riconoscimento e alla valorizzazione della

    soggettivit.

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    Quindi lesperienza di partecipare, per esempio, ad un corso

    sulla leadership per capi, ovvero ad un intervento pensato

    per un ruolo aziendale, quando questo intervento stato

    progettato in modo superficiale e decontestualizzato, pu

    essere vissuta dalle persone, come astratta, lontana dai

    propri bisogni e dai propri desideri.

    Un intervento finalizzato alla produzione di comportamenti

    eccellenti deve essere il pi possibile congruente con la

    dimensione soggettiva dellesperienza di lavoro e quindi

    deve essere pensato in una logica di fortepersonalizzazione.

    Gli interventi pensati in modo personalizzato:

    considerano sia la peculiarit dellesperienza aziendale,quindi le specificit del contesto di mercato, dellazienda,

    del ruolo, gli obiettivi, le altre figure coinvolte, sia ladimensione personale, ovvero il modo con cui le persone

    interpretano ci che accade, i loro pensieri, le loro

    emozioni, i loro desideri;

    creano spazi nei quali possibile prendere in carico nontemi predefiniti, ma qualcosa che risulta importante per

    la persona in quel momento e che quindi pu avere a che

    fare con il desiderio di raggiungere uno specifico risultatoo con quello di risolvere un problema o con il bisogno di

    essere aiutati in un momento di empasse o di difficolt;

    comportano unattivit di approfondimento, di scoperta,di sviluppo di nuove consapevolezze, unattivit ricca e

    molto distante da quelle operazioni di somministrazione

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    di soluzioni preconfezionate che talvolta sembrano essere

    la risposta prevalente alla richiesta di risultati incisivi;

    possono essere centrati sulla richiesta di un manager (odi un gruppo direttivo) di essere aiutati a risolvere uno

    specifico problema di business. E per far s che questo

    risultato venga raggiunto lintervento abbraccer sia le

    implicazioni economiche e organizzative del problema, sia

    gli elementi psicologici soggettivi investiti nella relazione

    delle persone con loggetto di lavoro.

    E per quanto riguarda i tempi, fattore sempre pi ansiogeno

    per i progettisti di formazione?

    Un lavoro personalizzato e approfondito non richiede

    necessariamente tempi lunghi: anzi assolutamente

    possibile far convergere velocit e profondit a condizione

    che chi lo gestisce sia dotato delle sensibilit e delle

    competenze necessarie.

    Talvolta pu capitare che un lavoro personalizzato e

    profondo sia visto con diffidenza e sospetto da parte delle

    persone che si occupano di Risorse Umane in forza di un

    pregiudizio sostenuto dalla convinzione che la

    personalizzazione e la profondit abbiano a che fare con lavita privata ed emotiva delle persone e siano separate

    dallattivit professionale nuda e cruda.

    Noi pensiamo invece che approcci ispirati ad un lavoro

    personalizzato e profondo oggi risultino essere molto pi in

    sintonia con una generale e diffusa attenzione alle pratiche

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    di cura di s di quanto non lo siano alcuni interventi

    formativi che si limitano a prescrivere comportamenti

    ritenuti astrattamente efficaci, in special modo quando si

    tratta di formazione manageriale rivolta a persone che

    hanno gi una solida esperienza e che quindi non hanno

    certo necessit di modelli semplificanti una realt vissuta

    come complessa.

    Potenziamento del s

    Un secondo elemento che occorre considerare, accanto a

    quello della personalizzazione per costruire un nuovo

    paradigma formativo finalizzato alla produzione di

    comportamenti eccellenti, quello delpotenziamento del s.

    La formazione aziendale tradizionale lavora per sviluppare

    specifiche competenze di natura prevalentemente

    manageriale come la capacit di prendere decisioni,

    risolvere problemi, delegare, orientare la prestazione dei

    collaboratori, ecc.

    La possibilit che le persone mettano in atto comportamenti

    coerenti con queste competenze strettamente legata alla

    presenza, a livello mentale, di pensieri costruttivi,

    speranzosi, aperti, flessibili e, contemporaneamente, ad un

    discreto equilibrio emotivo.

    Al contrario, convinzioni rigide e limitanti, pensieri

    svalutativi e depotenzianti, ruminazioni, schemi emotivi

    automatici e ripetitivi, agiscono come altrettanti blocchi

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    allapprendimento e allintroiezioni di nuovi comportamenti

    coerenti con il ruolo aziendale.

    Quindi lefficacia di un intervento formativo legata alla

    presa in carico dagli schemi mentali impliciti attraverso i

    quali le persone interpretano ci che accade, fornendo loro

    strumenti di consapevolezza e di ristrutturazione delle loro

    eventuali e ricorrenti abitudini mentali depotenzianti.

    Gli interventi finalizzati a produrre comportamenti eccellenti

    lavorano dunque ad un livello pi profondo rispetto alla

    formazione tradizionale ed hanno lobiettivo di sviluppare

    meta competenze come la capacit di ristrutturare le

    proprie e le altrui convinzioni limitanti, la capacit di gestire

    le emozioni, la capacit di relazionarsi in modo sano e

    costruttivo con gli altri, la capacit di resilienza, la creativit.

    Ancora una volta lesperienza formativa si connota come

    unoccasione di approfondimento della conoscenza di se

    stessi che, in modo del tutto naturale e coerente con la

    cultura del nostro tempo, si affianca a tutte le altre

    esperienze di lavoro su di s che le persone ricercano e

    frequentano.

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    La via del coaching

    Un nuovo paradigma formativo fondato sulla

    personalizzazione, e quindi sul riconoscimento e la

    valorizzazione della soggettivit e sul potenziamento del s

    pare dunque essere quanto di pi coerente ci sia con le

    esigenze di eccellenza poste in essere dai nuovi contesti in

    cui si misurano le aziende.

    E tra le modalit dazione che si affacciano sulla ribalta, ce

    n una che ci sembra essere pi di tutte le altre coerente

    con gli elementi di fondo che possono costituire un approccio

    nuovo ed efficace: il coaching.

    Di fatto in questi ultimi tempi si registra un interesse

    consistente da parte delle aziende per il coaching e una

    crescente tendenza a rivolgersi a professionisti e societ di

    consulenza specializzate per mettere in campo programmi

    per i loro manager.

    Come tutti i fenomeni sociali che emergono allattenzione

    generale una quota dellinteresse di cui il coaching fatto

    oggetto sicuramente riconducibile alleffetto tendenza;

    ma come tutti i fenomeni di tendenza proprio perch

    tendenza, il coaching intercetta, in vario modo, esigenze

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    reali percepite in modo magari non del tutto nitido e

    consapevole:

    anzitutto la metafora sportiva ed agonistica a cui laparola fa esplicito riferimento risulta particolarmente

    adatta ad evocare immagini e suggestioni coerenti con il

    vissuto aziendale.

    Il coach, come noto, lallenatore del team o del singolo

    atleta e il suo compito proprio quello di preparare al

    meglio gli sportivi alla competizione. La preparazione

    riguarda al tempo stesso tanto la dimensione tecnica

    della prestazione, quanto quella mentale. Chi meglio di

    un coach pu occuparsi della preparazione dei manager di

    oggi gettati affannosamente nella gara quotidiana della

    vita organizzativa?

    In secondo luogo gli interventi di coaching che sirealizzano nelle aziende sono dedicati o a singoli individui

    o a piccoli gruppi di persone che hanno ruoli omogenei.

    Quindi la modalit di lavoro consente quel livello di

    personalizzazione che incontra sia lesigenza di trattare in

    modo specifico la realt organizzativa di ciascuno, sia

    quella di prendere in carico la dimensione soggettiva

    dellesperienza.

    E ancora: la promessa di un programma di coaching solitamente quella di produrre, velocemente, effetti di

    potenziamento delle risorse personali a livello di meta

    competenze. Quindi il setting e le metodologie di lavoro

    che si riconducono a questa peculiare modalit dazione

    sembrerebbero del tutto coerenti con un nuovo approccio

    adeguato alla produzione di comportamenti eccellenti.

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    Quale coaching?

    Come tutte le discipline ibride che nascono al crocevia di

    differenti filoni teorici e prassi operative eterogenee, i

    presupposti e le modalit di lavoro con cui vengono proposti

    oggi gli interventi di coaching costituiscono un quadro

    assolutamente variegato.

    Il punto : quali, tra le modalit di azione che in vario modo

    si richiamano alluniverso del coaching, producono

    concretamente effetti positivi in termini di generazione di

    comportamenti eccellenti? Qual la differenza che fa la

    differenza tra un coaching di qualit e interventi che

    oscillano tra una psicoterapia camuffata fuori contesto e una

    ridondante esortazione ad applicare comportamenti di

    semplice buon senso?

    In questi ultimi anni, in Mida, abbiamo iniziato ad occuparci

    molto attivamente di coaching.

    Seguendo uninclinazione che caratterizza la nostra

    comunit umana e professionale, ci siamo messi a studiare

    e a riflettere sulle esperienze che ciascuno di noi aveva

    concretamente vissuto e realizzato.

    Abbiamo quindi approfondito i dispositivi di lavoro e le

    tecniche utilizzabili per favorire il potenziamento delle

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    risorse delle persone e la produzione di comportamenti

    eccellenti.

    Siamo consapevoli di essere ancora in cammino rispetto alla

    conclusione della nostra ricerca, ma abbiamo fatto un po

    strada e desideriamo ora raccontare a chi si occupa di

    persone nelle aziende ci che abbiamo acquisito e il punto in

    cui ci troviamo.

    Le pagine che seguono sono quindi unillustrazione

    dellapproccio Mida al coaching.

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    Lapproccio Mida

    La trattazione del tema prende lavvio dalla nostra definizio-

    ne di coaching e dalle pi tipiche esigenze organizzative che

    possono essere soddisfatte da interventi di coaching; quindi

    prosegue descrivendo il processo di coaching in tutti i suoi

    passaggi, approfondisce i dispositivi e le tecniche di

    potenziamento e infine si sofferma sulla forma, anche

    contrattuale, che opportuno dare allintervento.

    Cos il coaching?

    Parlare di coaching vuol dire addentrarsi in un tema

    complesso, definito da un parola metaforica che viene

    utilizzata in ambiti anche molto diversi tra loro e con diversi

    obiettivi. In un territorio cos vasto e indefinito forte il

    rischio di perdere lorientamento, quindi vogliamo iniziare

    lillustrazione dellapproccio Mida da una definizione.

    Per noi il coaching :

    un processo basato su una relazione tra il coachee e il

    coach guidato da un contratto esplicito finalizzato al

    raggiungimento di risultatieccellenti in uno specifico ambito

    organizzativo e a una specifica identit di ruolo attraverso

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    laccelerazione dello sviluppo delle risorse potenziali del

    cliente.

    In questa definizione sono presenti elementi importanti che

    caratterizzano lapproccio e che utile evidenziare.

    Anzitutto le figure coinvolte. Da una parte c un coacheeche ha uno specifica identit di ruolo aziendale e che

    opera allinterno di un ambito organizzativo, che ha

    esigenze di produrre risultati eccellenti e quindi di

    accrescere la sua performance. Ci significa che lo statodi coachee si definisce in relazione a una specifica cornice

    organizzativa (ruolo, ambito, esigenza di risultati); quindi

    anche se accadr che gli effetti del coaching si

    riverbereranno nella vita complessivamente intesa del

    coachee, il coaching ha senso solo in quanto nasce e si

    sviluppa in forte relazione con il contesto organizzativo.

    Lesigenza del coachee pu essere legata alperseguimento di uno specifico obiettivo di performance,

    un progetto da realizzare, un area di comportamento da

    migliorare, un problema da risolvere, un salto di qualit

    da effettuare, ecc.

    Dallaltra parte c un coach che competente delprocesso di coaching e che quindi in grado di guidare il

    processo per facilitare il raggiungimento dei risultatidesiderati.

    La competenza del coach una competenza molto

    specifica: non pu essere coach chi esperto solo di

    organizzazione perch il potenziamento il risultato di un

    processo soggettivo che richiede la comprensione dei

    processi mentali e relazionali. Al tempo stesso, non pu

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    essere coach chi possiede solo competenza psicologica

    perch la comprensione dello specifico organizzativo e

    della relazione tra questo e i vissuti soggettivi del

    coachee hanno una grande rilevanza sul processo.

    Quindi il coach deve possedere una competenza originale

    che data sia dalla presenza di background psicologici e

    organizzativi, sia dalla capacit di comprendere e

    elaborare le relazioni sistemiche tra i sistemi soggettivi e i

    sistemi organizzativi.

    Al centro del processo c la relazione tra coachee e coachche il luogo in cui il cliente apre il canali della sua

    consapevolezza, entra in contatto con se stesso, con i

    suoi desideri, con i suoi bisogni, dove pu esaminare in

    modo lucido il suo rapporto con il contesto, dove pu

    elaborare feedback, dove pu entrare in rapporto con le

    sue risorse e con il loro utilizzo.

    La relazione ha anche una dimensione formale che ilcontratto di coaching. Il contratto di coaching appartiene

    alla fattispecie psicosociale dei contratti a tre mani, in

    questo caso i suoi contraenti sono: lazienda, il coach e il

    coachee. Lo scopo di un contratto esplicito di

    responsabilizzare i soggetti coinvolti e di preservare il

    rapporto dalle ambiguit che nelle situazioni complesse,

    come tipicamente sono quelle organizzative,

    frequentemente possono generarsi.

    Durante il lavoro si produrr unaccelerazione dellosviluppo delle risorse potenziali del coachee volte al

    raggiungimento dei risultati.

    Il setting classico prevede una dimensione di lavoro adue, con il coinvolgimento, come vedremo, in specifiche

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    fasi del processo di altri attori organizzativi. Ma

    possibile anche progettare e realizzare interventi di

    coaching per piccoli gruppi di persone accomunate dal

    ruolo e dalla specifica esigenza di accrescimento della

    performance.

    Quali esigenze organizzative pu soddisfare?

    Cos definito, il coaching si manifesta come un luogo di

    convergenza tra gli interessi dellazienda cliente e gliinteressi dei manager coachee. Quindi appartiene a quella

    tipologia di strumenti operativi aziendali che attuano una

    visione del rapporto individuo-organizzazione ispirata ad una

    filosofiawin-win, di reciproco vantaggio.

    Il vantaggio dellazienda quello di produrre concretamente

    un aumento del livello di performance dei suoi manager che

    anche il risultato di un riallineamento mentale ed emotivo

    e quindi che ha una ricaduta positiva sul benessere delle

    persone.

    Il vantaggio dei manager coinvolti nei programmi di

    coaching quello di beneficiare di unesperienza di

    evoluzione personale che consentir loro di lavorare e vivere

    in modo pi fluido e pi felice.

    Per le persone delle funzioni di HR il coaching costituisce

    loccasione per rendere concreta e operativa unattenzione

    personalizzata alle risorse aziendali e per qualificare il

    proprio ruolo nella direzione della produzione di effettivi

    rilevanti di potenziamento.

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    Dunque da un punto di vista generale ragionevole

    affermare che, date le tendenze dellattuale panorama

    organizzativo ed economico, in qualsiasi contesto aziendale

    pu essere utile proporre, in modi congruenti con le

    specifiche caratteristiche dellazienda, programmi di

    coaching.

    Tuttavia possibile individuare alcune definite circostanze in

    cui lo strumento costituisce una risorsa particolarmente

    appropriata ed efficace:

    a livello generale, il coaching sicuramente molto utilequando lazienda attraversa fasi di particolare e rilevante

    discontinuit, di cambiamento: ristrutturazioni, forti

    difficolt di mercato, passaggi di propriet, ecc.

    In questi casi lesigenza di potenziamento innescata

    dallesigenza organizzativa di ottenere comportamenti

    attivi, lucidi, efficaci a fronte di un diffuso sentimento di

    spaesamento e dalla percezione di grande difficolt.

    Ad un livello pi puntuale il coaching si rivelaparticolarmente efficace tutte le volte in cui una persona

    (o un gruppo):

    - prende in carico un progetto molto importante e

    complesso,

    - vive unesperienza di cambiamento: di ruolo, di

    contesto, di risorse, di capo,

    - si trova coinvolta in difficolt improvvise,

    - si trova esposta a situazioni emotivamente intense e

    stressanti,

    - vive un momento di demotivazione, di calo di energie,

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    - sente lesigenza di fare un salto nella sua performance

    o non riesce a raggiungere risultati che si propone da

    tempo,

    - ha la possibilit e il desiderio di valorizzare il proprio

    talento,

    - e, naturalmente, anche tutte le volte in cui lobiettivo

    del coaching aiutare i manager a gestire persone che

    vivono casi come quelli elencati.

    Vale infine la pena di evidenziare che un ulteriore vantaggio

    del coaching la diffusione, a livello aziendale, di una

    cultura manageriale ispirata al coaching: i manager che

    vengono coinvolti in programmi di coaching apprendono, a

    livello meta, un modello di relazione e supporto finalizzato

    al potenziamento che potranno utilizzare con le loro risorse.

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    Il processo di coaching

    Secondo il nostro approccio il coaching un processo che si

    sviluppa su due livelli: il primo livello quello organizzativo,

    in cui sono attivati tutti gli attori aziendali coinvolti, il

    secondo livello quello relazionale, in cui sono coinvolti solo

    il coachee e il coach. Da un punto di vista cronologico le fasi

    del livello organizzativo sono collocate allinizio e alla fine,

    nel mezzo, al cuore del processo, ci sono gli incontri tra il

    coachee e il coach.

    Una struttura tipica di intervento pu essere cos concepita:

    1 incontro di ingaggio: colloquio tra la funzione HR e ilconsulente coach sullesigenza di far partire un intervento

    nei confronti di una specifica risorsa a fronte di una

    specifica esigenza,

    2 incontro di ingaggio: colloquio tra il coach e il capogerarchico della risorsa individuata per approfondire i suoi

    obiettivi e il suo punto di vista,

    3 incontro di ingaggio: colloquio con la funzione HR, ilcapo, la risorsa e il coach per condividere gli obiettivi,

    per valutare linteresse e la motivazione della risorsa a

    partecipare al percorso e per prendere atto della sua

    decisione di andare avanti.

    Questi primi tre momenti, che potranno essere ovviamente

    strutturati con modalit diverse in ragione delle

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    caratteristiche del contesto, appartengono organizzativo alla

    fase di avvio del processo e culminano con latto formale

    della stesura di un contratto di coaching nel quale vengono

    descritti gli obiettivi e definiti i passaggi successivi del

    percorso.

    Elemento fondamentale di questo impianto logico la libert

    del coachee che deve essere libero di scegliere se accettare

    la proposta o rifiutarla e di condividere o meno gli obiettivi

    proposti.

    A questa prima fase seguono gli incontri di coaching in

    senso stretto tra il coachee e il coach che si configurano

    come uno spazio protetto e riservato: solo il coachee pu, se

    ritiene, fornire informazioni al di fuori su ci che accade.

    Gli incontri vengono calendarizzati direttamente dal coachee

    e dal coach con una cadenza che varia in funzione degli

    obiettivi ma che tendenzialmente prevede di distanziare un

    incontro dallaltro al massimo di un mese.

    Gli incontri sono da un minimo di tre a un massimo di sei,

    anche qui in ragione degli obiettivi con la possibilit di

    prolungare il percorso al termine del processo, dopo aver

    valutato risultati conseguiti, se tutti gli attori sono daccordo.

    Ciascun incontro dura circa due ore.

    Al termine degli incontri di coaching in senso stretto c la

    fase di valutazione che conclude lintervento e che, a sua

    volta, appartiene al livello organizzativo del processo.

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    Questa prevede:

    1 incontro di valutazione: colloquio tra il capo, il coacheee il coach finalizzato a riconoscere i risultati raggiunti;

    2 incontro di valutazione: colloquio tra il coachee, il capoe la funzione HR di feedback dellesperienza.

    I risultati raggiunti potranno essere descritti in un report.

    Questa modalit di lavoro ispirata dal concetto di

    derivazione psicosociale di contratto a tre mani e consente

    di: connettere le esigenze organizzative con i bisogni e i

    desideri del coachee,

    coinvolgere e responsabilizzare tutti gli attori coinvolti, definire il rapporto con quel livello sufficiente di formalit

    che attribuisce struttura e valore al processo mantenendo

    una indispensabile dimensione di flessibilit.

    La relazione tra coach e coachee

    Il cuore del coaching fatto dagli incontri tra il coach e il

    coachee. Questo il livello in cui si lavora per produrre i

    risultati. E possibile concepire questa parte fondamentale

    del lavoro come un processo dentro al processo e

    distinguere quattro macro fasi: la costruzione della relazione, la focalizzazione dellobiettivo, lattivazione delle risorse, la valutazione.Trattandosi di un processo di natura relazionale

    contraddistinto da complessit e caratterizzato da una

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    grande quantit di variabili in connessione sistemica tra loro

    evidente che, pena la banalizzazione, le quattro macro

    fasi non possono essere descritte in senso cronologico

    sequenziale e rappresentate da un segno lineare. Ogni fase

    rimanda a ciascuna delle altre e in qualche misura contiene

    le altre in una forma intricata e complessa che assomiglia

    pi ad un frattale che a una freccia.

    Per rendere tuttavia il pi possibile comprensibile il processo

    e la sua densa sostanza utilizzeremo, in questa sede, una

    descrizione lineare per macro fasi.

    Si tratta di una descrizione estremamente sintetica che non

    pretende di rendere pienamente conto della variet e della

    complessit del lavoro, ma che riteniamo comunque utile

    fornire allo scopo di tratteggiare le specificit e i retroterra

    teorici del nostro approccio.

    La costruzione della relazione

    Il coaching unattivit relazionale, cos come lo sono la

    psicoterapia e il counselling, ma anche cos come lo la

    leadership.

    La relazione tra il coachee e il coach costituisce lessenza del

    coaching: la qualit del coaching per una quota molto

    rilevante determinata dalla qualit della relazione tra il

    coachee e il coach.

    Il coachee ha conosciuto il coach negli incontri di ingaggio e

    se ha deciso di aderire alla proposta, ovvero di lavorare con

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    quel coach per quegli specifici obiettivi, ha verosimilmente,

    per una certa misura, accettato la possibilit, e non pi che

    la possibilit, di una relazione con il coach.

    E certo che in questa fase si tratta di un accettazione molto

    superficiale e condizionata agli esiti del proseguimento del

    lavoro.

    Dunque il coachee inizia la relazione sulla base di una tenue

    disponibilit relazionale e, secondo una modalit del tutto

    sana e protettiva di s, con i sistemi difensivi allertati.

    La condizione di libert in cui si trova che gli consente di

    rinunciare eventualmente alla proposta interrompendo il

    lavoro costituisce un elemento prezioso di qualit relazionale

    di base.

    Dopo di che sta al coach generare rapidamente quel livello

    di sintonia sufficiente che permetta al coachee di sentire una

    buona possibilit di accoglimento e quindi di aprire

    progressivamente i canali di comunicazione.

    In queste prime battute del lavoro il coach invita il coachee

    a parlare di s, del suo lavoro, del suo rapporto con

    lobiettivo che stato definito.

    Le informazioni che emergono sono fondamentali per il

    coach sia per delineare larea su cui si lavorer e sia per

    iniziare a conoscere il coachee.

    Ascoltando in modo attivo e profondo, il coach contribuisce a

    produrre, attraverso un piena presenza e attenzione,

    sintonia relazionale e, contemporaneamente, coglie nella

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    comunicazione verbale e non verbale elementi ricorrenti e

    rilevanti che costituiscono indizi per leggere la mappa del

    mondo del coachee.

    La qualit della presenza e dellascolto, il ritmo lento che

    crea uno spazio di profondit, il livello molto elevato di

    accettazione dellaltro e il presidio costante del grado di

    libert del coachee sono gli ingredienti che consentono al

    coach di produrre molto rapidamente un clima rilassato e

    ricettivo. Lascolto che opera il coach si amplifica e crea la

    condizione per cui anche il coachee possa iniziare ad

    ascoltare s stesso.

    Verso la fine del primo incontro il coach restituisce con

    delicatezza al coachee alcuni elementi che ha raccolto

    connettendo parole e gesti, frasi che esprimono convinzioni

    e valori, emozioni che sono emerse. Si tratta di feedback

    riflessivi, ovvero informazioni che non hanno la pretesa di

    affermare qualcosa di vero, ma pi semplicemente materiale

    che il coach ha colto e che gli parso interessante.

    Nel primo incontro lattenzione del coach molto orientata

    alla costruzione della relazione, ma lascolto profondo e la

    costante sensibilit alla qualit relazionale

    accompagneranno, naturalmente, tutto il processo.

    La focalizzazione dello spazio-problema

    Un momento molto importante del lavoro lesplorazione

    dellarea problematica.

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  • 8/14/2019 Mida Ideogrammi - Coaching per l'eccellenza, Marco Poggi

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    Lobiettivo che stato definito nella fase preliminare di

    ingaggio costituisce un orientamento del processo. Ma

    spesso capita che quellobiettivo sia definito ad un livello

    molto astratto o che sia pi il risultato degli effetti percepiti

    dagli altri soggetti coinvolti, ad esempio il capo, di

    comportamenti che il cochee sente problematici ad un livello

    vago e non completamente associato a s e ai suoi desideri

    e bisogni profondi.

    Quindi occorre un lavoro di approfondimento del tema, di

    vera e propria esplorazione di tutti gli elementi sia

    organizzativi, sia soggettivi, sia emotivi, coinvolti nel

    problema.

    Un dispositivo concettuale molto utile in questo senso la

    definizione dello spazio-problema. Si tratta di un dispositivo

    offerto dal vasto repertorio di strumenti di lavoro della

    Programmazione Neurolinguistica. Operativamente si

    costruisce una mappa del problema focalizzandone

    precisamente e in modo separato, gli elementi costitutivi, e

    cio: i sintomi (ci che succede concretamente alla persona

    che gli fa dire che quello che porta effettivamente un

    problema), le cause, lo stato desiderato.

    Questo semplice schema di ragionamento aiuta sia il coach

    che il coachee ad entrare nel problema aumentandone

    significativamente il livello di comprensione. Procedendo in

    questo modo, il problema si definisce come uno spazio teso

    tra uno stato attuale insoddisfacente e uno stato desiderato.

    Mida SpA Coaching per leccellenza, di Marco Poggi 25

  • 8/14/2019 Mida Ideogrammi - Coaching per l'eccellenza, Marco Poggi

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    Lo stato desiderato il nucleo essenziale dellobiettivo del

    coaching.

    La definizione dellobiettivo

    La costruzione dellobiettivo, intorno a questo nucleo, un

    altro passaggio cruciale del percorso.

    Per orientare e finalizzare il lavoro, per attivare e canalizzare

    energia, motivazione e risorse necessario che lobiettivo

    sia quanto pi possibile definito, e quindi costruito, in modo

    preciso. Quando lobiettivo percepito in modo vago ed

    etereo e resta sullo sfondo della coscienza come qualcosa di

    nebulosamente collegato alla semplice mancanza del

    problema, molto difficile mettere in movimento il processo

    evolutivo.

    Una delle modalit pi potenti di definizione dellobiettivo

    quella di far visualizzare al coachee se stesso nel futuro

    nella situazione desiderata. Cos facendo, la mente

    costruisce dettagli vividi di esperienza connettendo desideri,

    motivazioni, valutazioni realistiche. In molti casi questa

    operazione, se vissuta in modo profondo e intenso, attiva da

    s sola un processo spontaneo di cambiamento che, a quel

    punto, deve semplicemente essere accompagnato.

    Quattro sono i requisiti di base di un buon obiettivo:

    deve essere desiderabile e, a questo proposito, lavisualizzazione produce attivazione di emozioni positive e

    energia desiderante,

    26 Mida SpA Coaching per leccellenza, di Marco Poggi

  • 8/14/2019 Mida Ideogrammi - Coaching per l'eccellenza, Marco Poggi

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    deve essere interamente sotto la responsabilit delcoachee, nel senso che il suo raggiungimento deve

    dipendere esclusivamente dal coachee,

    deve essere legato ad uno scopo ulterioresignificativamente importante per il coachee

    deve essere ecologico.Questultimo punto ha una particolare rilevanza rispetto

    allintero processo di coaching e alla relazione tra coach e

    coachee. Rimanda allidea di considerare il coachee come unsistema costituito da elementi (fisici, cognitivi, emotivi) in

    relazione e in equilibrio tra loro e in relazione ed equilibrio

    con gli elementi che costituiscono il contesto esterno.

    Lattivazione di un cambiamento nel sistema pu produrre

    un effetto positivo ad un livello immediato e superficiale

    ma, contemporaneamente, pu generare uno squilibrio pi

    profondo. Ad esempio lattivazione di uno specifico

    comportamento un comportamento nuovo al posto di uno

    vissuto come insoddisfacente - ancorch ritenuta

    desiderabile dal coachee (desiderata a livello superficiale)

    potrebbe entrare in conflitto con un valore profondamente

    radicato nel sistema soggettivo. In questo pu succedere

    che lintelligenza implicita del sistema del coachee ostacoli

    lattivazione del nuovo comportamento mantenendo la

    persona in una posizione di stallo e vanificando lazione del

    coaching.

    Dunque risulta cruciale nella costruzione dellobiettivo

    verificarne lecologia e qualora lobiettivo fosse in disarmonia

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  • 8/14/2019 Mida Ideogrammi - Coaching per l'eccellenza, Marco Poggi

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    con il sistema occorre necessariamente percorrere altre

    strade.

    Peraltro una sensibilit continua allecologia di ci che

    accade nel processo , dal nostro punto di vista, un vero e

    proprio presupposto etico del lavoro di coaching.

    Si tratta dunque di essere concentrati sullefficacia

    complessiva del coaching e sul raggiungimento dei risultati

    concordati durante le fasi preliminari, ma anche di

    contribuire a produrre cambiamenti in modo equilibrato e ci

    si esprime nei termini di un rispetto profondo nei confronti

    della persona con cui stiamo lavorando e della sua

    irriducibile e straordinaria complessit.

    Lattivazione delle risorse

    Questa la fase del lavoro in cui convergono le azioni

    produttive di cambiamento in senso stretto.

    Lidea stessa di attivazione di risorse esprime con chiarezza

    il presupposto implicito del nostro approccio e cio lidea che

    gli esseri umani siano portatori di enormi potenziali di

    risorse che restano per lo pi allo stato latente, oscurate e

    depotenziate da meccanismi mentali inconsapevoli e

    automatici.

    Il lavoro del coach non tanto quello di aggiungere, ma

    piuttosto quello di disvelare e mobilitare.

    28 Mida SpA Coaching per leccellenza, di Marco Poggi

  • 8/14/2019 Mida Ideogrammi - Coaching per l'eccellenza, Marco Poggi

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    Il repertorio delle tecniche di lavoro a cui attingiamo

    ampio e spesso il comportamento del coach, pi che

    lapplicazione scientifica di un dispositivo, il frutto di

    unintuizione che nasce nel flusso dellesperienza relazionale

    con il coachee.

    Tuttavia possibile modellare il nostro lavoro e individuare

    una struttura fatta di una macro cornice concettuale e tre

    direttrici principali di intervento.

    La macro cornice concettuale ispirata dallidea, ormai

    spesso citata, che la mappa non il territorio, lidea cio

    che noi possiamo separare il mondo com dal mondo come

    ciascuno di noi lo costruisce. Le cose non sono come noi

    crediamo che siano e separare la mappa dal territorio apre

    lo spazio del cambiamento. Tutti noi costruiamo il nostro

    mondo e quindi possiamo costruirlo anche diversamente.

    Il passaggio immediatamente successivo comprendere le

    modalit attraverso le quali costruiamo il mondo e agire su

    di loro.

    In questo modo lesperienza soggettiva si muove, diventa

    fluida, flessibile, plastica.

    Per produrre cambiamenti nella nostra esperienza abbiamo

    bisogno di capire attraverso quali meccanismi mentali

    inconsapevoli e automatici costruiamo il nostro mondo.

    Questa comprensione produzione di consapevolezza.

    Mida SpA Coaching per leccellenza, di Marco Poggi 29

  • 8/14/2019 Mida Ideogrammi - Coaching per l'eccellenza, Marco Poggi

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    Il nostro approccio in larga misura ispirato dallidea che la

    consapevolezza in s, modificando il rapporto che le persone

    hanno con la loro esperienza, sia cambiamento.

    Partendo da questo nucleo concettuale centrale il nostro

    lavoro si pu svolgere, dicevamo, secondo tre direttrici:

    la separazione tra il qui e ora e il l e allora, la ristrutturazione, il mental training.

    La prima direttrice quella che consente di aiutare il

    coachee a riconoscere i bisogni profondi che sottostanno ad

    un suo comportamento insoddisfacente e a comprendere

    che quel comportamento una strategia antica che fu

    efficace in un altro tempo della sua vicenda personale l e

    allora e che qui e ora possibile soddisfare quei bisognicon un altro comportamento pi sano, pi efficace, pi

    adulto.

    La seconda direttrice (la ristrutturazione) legata al

    riconoscimento delle convinzioni profonde intorno alle quali

    organizziamo la nostra esperienza, convinzioni su di noi,

    sugli altri, sul mondo e al loro contributo alla generazione emantenimento del tema problematico su cui si lavora.

    Attraverso la consapevolezza, le convinzioni si

    ammorbidiscono e perdono la loro presa, ci che ci pare

    ineluttabile e assoluto si relativizza, ci che ci pare

    contrastante, e drammaticamente opposto ci si rivela

    semplicemente coesistente o addirittura complementare.

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  • 8/14/2019 Mida Ideogrammi - Coaching per l'eccellenza, Marco Poggi

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    Il mental training, infine, la strada che ci porta ad

    imparare a riconoscere i nostri meccanismi mentali ricorrenti

    e automatici, i pensieri depotenzianti che pensiamo, la

    relazione tra i pensieri e le emozioni dolorose, le

    interpretazioni con le quali meccanicamente diamo senso

    alle nostre esperienze.

    A partire dal riconoscimento degli schemi depotenzianti

    possiamo imparare e costruire nuovi pensieri e ad attivare

    stati mentali e fisiologici positivi e potenti.

    Questi tre possibili percorsi di lavoro sono accompagnati da

    una costante attenzione alle qualit positive, alle aree di

    eccellenza, alle risorse del coachee che spesso il coachee

    stesso nasconde a s e agli altri nelle banalizzazioni e nelle

    svalutazioni.

    Un rilevante effetto di potenziamento prodotto dal

    riconoscimento delle risorse e dalla loro restituzione,

    integrata e connessa con gli altri elementi del sistema

    soggettivo, alla piena consapevolezza del coachee.

    Il coach a questo punto del lavoro tanto pi efficace

    quanto pi presente, in contatto con s e con laltro,

    attento, sensibile, ricettivo e quanto pi padroneggia il

    linguaggio e le parole che utilizza ed consapevole degli

    effetti che queste producono.

    Mida SpA Coaching per leccellenza, di Marco Poggi 31

  • 8/14/2019 Mida Ideogrammi - Coaching per l'eccellenza, Marco Poggi

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    In sintonia con le caratteristiche del coachee e con il suo

    stile mentale prevalente, utilizzer o un registro linguistico

    metaforico, evocativo introducendo dispositivi di lavoro

    coerenti con questo come visualizzazioni, narrazioni, esercizi

    simbolici o analitico digitale e quindi lineare e connesso a

    strutture logiche di cause ed effetti.

    La valutazione

    La valutazione dellattivit di coaching non solo un aspetto

    formale e contrattuale: da un lato si lavora per far emergere

    e riconoscere i risultati, dallaltro, e su un piano pi

    profondo, la valutazione il momento qualitativo del

    processo nel quale si attribuisce senso allesperienza e si

    costruisce una gestalt psicologica.

    Attribuzione di senso e costruzione della gestalt sono

    elementi fondamentali per la qualit dellintervento ed

    opportuno che accompagnino lintero percorso.

    Per rinforzare la consistenza dellesperienza e conferire ad

    ogni incontro energia e nitidezza quindi opportuno che ad

    ogni colloquio sia dedicato un momento finale di sintesi e di

    valutazione che serva da consolidamento e aggancio sia per

    il colloquio successivo, sia per attivare unattenzione

    consapevole da parte del coachee rispetto alle esperienze

    che vive tra un incontro e laltro.

    Occorre infatti considerare che gli incontri di coaching per il

    coachee sono esperienze relazionali immerse nel flusso della

    32 Mida SpA Coaching per leccellenza, di Marco Poggi

  • 8/14/2019 Mida Ideogrammi - Coaching per l'eccellenza, Marco Poggi

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    sua esperienza complessiva e, per quanto intense e

    significative possano rivelarsi, inevitabilmente, nel tempo,

    rischiano di sfilacciarsi e perdere di consistenza

    annebbiandosi allinterno di una percezione rarefatta.

    Questi elementi di valutazione possono anche essere fissati

    nel report che, in questo modo, diventa una sorta di diario

    del percorso.

    E comunque lultimo incontro interamente dedicato alla

    valutazione.

    Si ripercorre il percorso partendo dal colloquio di ingaggio e

    dallobiettivo che era stato definito insieme agli altri attori

    coinvolti, si riprendono le sintesi di ciascun colloquio, i

    momenti significativi attraversati, le scoperte, le

    acquisizioni, le esperienze vissute tra un incontro e laltro.

    Lattenzione del coach orientata a cogliere le connessioni

    che spesso il coachee, abituato ad un pensiero che separa,

    che considera ogni elemento della sua esperienza come

    isolato, non vede in modo nitido.

    Quindi il lavoro di valutazione deve tendere a collegare i

    pezzi: gli elementi elaborati nei colloqui e le esperienze

    vissute, le modalit nuove e costruttive di rappresentarsi i

    problemi e i comportamenti agiti. In questo modo diventa

    possibile restituire al coachee lesperienza del suo coaching

    nella forma di una narrazione coerente dotata di senso e

    significato.

    Mida SpA Coaching per leccellenza, di Marco Poggi 33

  • 8/14/2019 Mida Ideogrammi - Coaching per l'eccellenza, Marco Poggi

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    Infine coach e coachee scrivono a quattro mani il report

    conclusivo in modo che possa essere condiviso con gli altri

    attori coinvolti.

    Se i risultati complessivamente prodotti dovessero risultare

    insufficienti o insoddisfacenti sar necessario evidenziarlo,

    valutando e concordando la possibilit di proseguire, ad

    esempio perch si avverte la necessit di un ulteriore lavoro

    di completamento o, viceversa, considerando comunque

    conclusa lesperienza perch si condivide che il lavoro ha

    prodotto tutto quello che poteva produrre.

    Il colloquio di valutazione si aggancia al livello organizzativo

    dellintero processo e alle sue fasi conclusive.

    Quindi potr essere seguito da un incontro a tre il

    coachee, il suo capo e il coach in cui il coachee supportato

    dal report scritto a quattro mani, racconter al capo la sua

    esperienza e illustrer i risultati prodotti e a sua volto il capo

    esprimer il suo punto di vista e i suoi feedback.

    In questa sede si potr valutate lopportunit di

    uneventuale prosecuzione del lavoro e le sue modalit.

    Infine il coachee avr un incontro a quattrocchi con la

    persona della funzione HR che ha seguito il progetto e gli

    fornir un ampio e approfondito feedback sullesperienza.

    Il processo che abbiamo descritto quello standard:

    possibile immaginare che coerentemente con la specifica

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  • 8/14/2019 Mida Ideogrammi - Coaching per l'eccellenza, Marco Poggi

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    situazione organizzativa e il tipo di obiettivo su cui si lavora

    si possano disegnare percorsi anche differenti che includono

    ad esempio momenti di confronto tra il coachee e il capo con

    alla presenza del coach, momenti di affiancamento del coach

    al coachee con puntuale e approfondita restituzione di

    feedback, assegnazione di compiti specifici tra un incontro e

    laltro.

    Il coach pu inoltre supportare le acquisizioni e ampliare le

    cornici cognitive del coachee proponendo approfondimenti

    sotto forma di letture di libri, articoli, visione di film,

    consultazione di siti.

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  • 8/14/2019 Mida Ideogrammi - Coaching per l'eccellenza, Marco Poggi

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    Oggi

    In questi ultimi mesi tutti quanti stiamo prendendo

    coscienza del fatto che lepoca in cui viviamo attraversa una

    fase di mutazione.

    Gli anni recenti delle nostre vite, delle vite di tutti noi che

    lavoriamo con e nelle aziende del mondo avanzato, sono

    stati anni convulsi, frenetici segnati dalla dimensione del

    fare.

    Le giornate sono state scandite da una furibonda pressione

    operativa, lattenzione stata tutta rivolta fuori di noi, nella

    corrente di un agire talvolta frenetico.

    Quasi senza che ce ne rendessimo conto ad un certo punto,

    dentro alla grande mente collettiva della nostra

    contemporaneit apparsa lombra della Crisi.

    Linstabilit, il cambiamento continuo, la forma liquida delle

    nostre esperienze professionali e di vita, fino a quel

    momento vissute e rappresentate come un elemento

    dinamico della nostra cultura post moderna hanno iniziato a

    manifestare il loro lato oscuro fatto di ansia, insicurezza,

    paura.

    E possibile che questa inedita esperienza collettiva con il

    suo portato di tetraggine porti con s un ripensamento

    36 Mida SpA Coaching per leccellenza, di Marco Poggi

  • 8/14/2019 Mida Ideogrammi - Coaching per l'eccellenza, Marco Poggi

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    complessivo del nostro modo di vivere, lavorare, fare

    business.

    Forse emerge un agire meno euforico, un pensare meno

    volatile un ancoraggio a terra, una ricerca pi profonda del

    valore delle cose a partire dal valore della vita in s.

    Forse, tra segnali contrastanti, inizia a farsi strada una

    prospettiva complessivamente pi ecologica nel senso che a

    questa parola abbiamo attribuito anche in questo nostro

    scritto e cio di attenzione alle relazioni profonde che

    tengono insieme elementi diversi dellesperienza.

    Il disorientamento che la Crisi produce porta con s il

    bisogno forte delle persone che lavorano nelle aziende di

    oggi di crearsi degli spazi di ascolto e di riallineamento.

    Spazi in cui sia possibile prendersi cura di s stessi,

    rigenerarsi, entrare in contatto con le quelle energie vitali

    profonde che per il solo fatto di esserci ci dischiudono

    unesperienza del mondo fiduciosa e aperta alla possibilit.

    Il coaching, cos come lo concepiamo in Mida, ci pare un

    modo possibile e concreto per incontrare questo bisogno

    diffuso di benessere e per contribuire alla generazione di

    realismo e di speranza.

    Mida SpA Coaching per leccellenza, di Marco Poggi 37

  • 8/14/2019 Mida Ideogrammi - Coaching per l'eccellenza, Marco Poggi

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    Marco Poggi

    Consulente, formatore, coach, partner di Mida.

    Counsellor certificato in Analisi Transazionale e Master in

    Programmazione Neuro Linguistica. Si occupa da anni del

    potenziamento delle persone e delle organizzazioni

    attraverso lideazione, la progettazione e la realizzazione di

    interventi di formazione, di sviluppo del potenziale di

    coaching e di consulenza. In particolare ha approfondito e

    sviluppato i temi legati: allempowerment, alla creativit,

    alla leadership, ai gruppi e alla dimensione profonda ed

    emotiva dei fenomeni relazionali in ambito organizzativo.

    Ho pubblicato numerosi articoli sui temi del cambiamento,

    delle culture organizzative e dellempowerment.E autoredel libro Lungo la linea del tempo, Guerini &

    Associati 2007, e coautore di LAnalisi Transazionale e la

    formazione degli adulti, F. Angeli 2003.

    [email protected]

    Coaching per l'eccellenza by Marco Poggi

    is licensed under a Creative Commons 2.5 Italia License, 2009.

    38 Mida SpA Coaching per leccellenza, di Marco Poggi

    http://www.mida.biz/libri.php#analisitransazionalehttp://www.mida.biz/libri.php#analisitransazionale
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    Mida SpAVia Antonio da Recanate, 1

    20124 Milano - ItalyTel. 026691845 - Fax 026697220www.mida.biz [email protected]

    midaspace.blogspot.com

    In copertinaIl termine Ki presente sia nella lingua giapponese che in quella cinese.

    Il KI esprime il concetto di energia fondamentale dell'universo, di cui fannoparte la natura e le funzioni della mente umana. Nell'antica Cina era visto

    come la forza che originava tutte le funzioni fisiche e psicologiche. Lapossibile traduzione dell'ideogramma KI, Essenza Individuale, cio quella

    peculiare caratteristica che distingue ogni essere da tutti gli altri.

    http://www.mida.biz/mailto:[email protected]://it.wikipedia.org/wiki/Ideogrammahttp://it.wikipedia.org/wiki/Ideogrammamailto:[email protected]://www.mida.biz/