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24 CRONACHE Venerdì 11 Settembre 2015 Corriere della Sera
HomonalediAlto un metro e mezzo, pesava 45 chiliEcco l’antenato scoperto in Sudafricadi una specie fino a ieri sconosciuta
Piccoli ominidi, finora sco-nosciuti, si muovevano nella savana sudafricana con pochialberi. Avevano caratteristichee capacità molto particolari e lascoperta dei loro resti fossiliracconta di un antenato prezio-so, addirittura una nuova spe-cie battezzata Homo naledi chepopolava l’orizzonte delle no-stre origini. Ciò che più ha stu-pito i paleoantropologi sonoalcune parti del corpo moltopiù simili alla specie Homopiuttosto che ad altre comel’Australopithecus a cui appar-teneva la famosa Lucy vissuta3,2 milioni di anni fa.
La storia iniziava due anni fain una grotta ad una quaranti-na di chilometri da Johanne-sburg. La zona, nota come unadelle culle dell’umanità, era giàfamosa per altri ritrovamenti.La grotta «Rising Star» (e «na-
ledi» vuol dire «stella») avevaun apertura piccola e angustanella quale Lee R.Berger del-l’Università di Witwatersrand aJohannesburg entrava ritrovan-dosi in un’ampia caverna. Da-vanti agli occhi aveva una mol-titudine di resti (1.550), un te-soro dal quale un gruppo disessanta ricercatori ricostruival’identità di individui molto di-versi: dal neonato all’anzianocon maschi e femmine, inclusicinque bambini. «La ricchezzadei frammenti ci ha permessodi ricostruire scheletri interi
riuscendo non solo a definirein dettaglio il loro identikit maanche gli stili di vita» spiegaDamiano Marchi biologo del-l’Università di Pisa e unico ita-liano tra gli autori della scoper-ta pubblicata sulla rivista eLife.La missione era sostenuta dal-l’Università di Witwatersrand,dalla National Geographic So-ciety e dalla National ResearchFoundation sudafricana.
Homo naledi era di piccolastatura (circa 150 centimetri), pesava tra i 40 e 55 chilogram-mi e la testa, pur essendo pic-cola aveva caratteristiche vicinealle nostre nella conformazio-ne, come le arcate sopracciliari.Altre somiglianze riguardanogli arti inferiori gracili e lunghimentre il torace e il bacino con-servano segni primitivi. «Il mo-saico è variegato — nota Mar-chi — e per la prima volta con-
Il ritrovamentoTutto è cominciato due anni fa in una grotta dove sono stati trovati ben 1.500 fossili
Il luogo
l I resti dell’Homo naledi sono stati scoperti dagli speleologi Steven Tucker e Rick Hunter in una parte remota della grotta «Rising Star». Per prelevarle lo scienziato Lee Berger ha cercato online 6 ricercatrici, tutte donne, con il fisico e le competenze necessarie a compiere gli scavi Ominide Lo scheletro ricostruito dai ricercatori di un Homo naledi, ritrovato in Sudafrica
italia: 505557514954
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Corriere della Sera Venerdì 11 Settembre 2015 CRONACHE 25
LETTERE & INTERVENTITENNIS FEMMINILEAssente sulla RaiPer la prima volta nella storia del tennis femminile, due giocatrici sono approdate alla semifinale in un torneo dello Slam. Considerata la circostanza eccezionale, la Rai non poteva trasmettere almeno uno degli incontri ?
Carlo [email protected]
del Mezzogiorno, e non solo. La decisione non può che fare piacere. Quello che risulta incredibile è che le essi siano venuti a conoscenza dell’esistenza del caporalato, di cui si parla da decenni solo di fronte a casi come la morte di alcuni lavoratori, sfruttati in modo disumano per pochi euro.
Valentina De [email protected]
assistiamo a decisioni davvero sconcertati come quelle ungheresi e di altre nazioni. Urge invece affrontare il problema migranti e la guerra siriana. L’Occidente sembra una «armata Brancaleone»!
Giovanni Attinà[email protected]
CAPORALATOIntervento dei sindacatiI sindacati dichiarano di essere disposti a collaborare con le forze dell’ordine per debellare il caporalato che oggi controlla il reclutamento della mano d’opera in alcune zone
didattica e al mondo universitario a un orientamento formativo che aiuti i ragazzi a capire quali sono le discipline che più li interessano. Un vero e proprio ponte fra la formazione secondaria e quella universitaria, per migliorare e rendere più efficaci orientamento e reclutamento.
Laura RizziUniversità di Udine
PAESI EUROPEIUn’armata BrancaleoneCome al solito, l’Europa non affronta i problemi e quindi
Udine (a cui si è poi aggiunta quella di Trieste) con l’Ufficio scolastico regionale. Gli studenti nell’ultimo anno delle superiori possono frequentare gratuitamente dei corsi, a loro dedicati, presso le sedi universitarie. Per due settimane i ragazzi seguono lezioni e laboratori gestiti dai docenti universitari in collaborazione con i docenti di scuola superiore, godono dei servizi dell’università e possono sostenere un esame finale per acquisire crediti formativi universitari. Gli obiettivi sono molteplici: dall’avvicinamento alla
UNIVERSITÀ DI UDINEI reclutamenti Desidero richiamare le considerazioni di Maurizio Ferrera (Corriere, 3 settembre) in merito a un’efficace politica di reclutamento da parte degli Atenei italiani. Concordo sul fatto che l’orientamento basato su opuscoli, fiere e spot pubblicitari non rappresenta uno strumento sufficiente e nemmeno utile in per affrontare la dispersione studentesca. Un’esperienza interessante e innovativa è il progetto «Moduli Formativi», avviata dall’Università di
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Le lettere vanno indirizzate al Corriere della Sera,via Solferino 28, 20121 Milano. Fax: 02.6282.7579E-mail: [email protected], oppure al sito www.corriere.it. La rubrica di Sergio Romano riprenderà martedì 15 settembre.
Altezza umanamedia: 1,75 cm
Altezza: 1,45 cmPeso: 45-50 kg
CranioLa forma del cranioha fatto ritenereche appartengaal genere «Homo»
ManiI polsi e il pollice opponibilisuggeriscono che usasse strumenti
PiediSono molto simili a quelli umani, con le dita leggermentepiù ricurve
Caratteristichetipiche del genere«Homo»
Caratteristiche tipichedel genere «Australopithecus»
NALEDI
Corriere della Sera
Namibia
SUDAFRICA
Mozambico
Botswana
Swaziland
Johannesburg
MalapaLa grotta dove sono
stati ritrovati i resti
Lesotho
Zimbabwe
A F R I C A
DOVE È STATORITROVATOI resti di almeno 15 individui di Homo naledi sono stati trovati in Sudafrica a Malapa in una cavità a 30 metri di profondità, chiamata Dinaledi Chamber, che fa parte della grotta«Rising Star»
Fonte: National Geographic, Giorgio Manzi, Il grande racconto dell’evoluzione umana. Il Mulino, Bologna 2013, University of Wisconsin-Madison, illustrazione di Antonio Monteverdi
Homo naledi insieme ad alcune caratteristiche tipiche del genere umano ne ha altre più primitive, che hanno sorpreso gli studiosi
CranioÈ circa la metà di quello umano,il cervello ha le dimensionidi un'arancia (come negli scimpanzé)
ManiLe dita lunghe e curvedelle sue mani indicanoche era in grado di saliresugli alberi
ToraceLa cassa toracica ricordaquella dello scimpanzé,le spalle hanno una forma funzionale ad arrampicarsi
10m
I riti L’Homo naledi seppelliva i morti, caratteristicain precedenza ritenuta solo umana
Passaggioalto menodi 25 cm
Dinaledi Chamber«Camera delle stelle»
Puntodel ritrovamento
La grotta
EUROPA
Homo habilis
Dmanisi
Homo ergaster
Homoheidelbergensis
Homoheidelbergensis
Homoantecessor
AFRICA E VICINO ORIENTE
ASIAORIENTALE
2 mln 1,8 1,6 1,4 1,23 mln 2,8 2,6 2,4 2,23,8 3,6 3,4 3,2 1 mln 0,8 0,6 0,4 0,2 0Anni
heidelbergensis
Homo ergaster
Homoantecessor
Homo ergaster
antecessor
Homo ergaster
heidelbergensis
Dmanisi
Homo habilisHomo habilis
EUROPA
ASIAORIENTALE
AFRICA E VICINO
ORIENTALE
EUROPAAFRICA E VICINO AFRICA E VICINO ORIENTE
Dmanisi
antecessor
1 mln 0,8 0,6
Denisova
Homo floresiensis
Homo erectus
Homoneanderthalensis
Homo sapiensHomo habilis
Il ritrovamentoSeconda diffusione: Homo heidelbergen-sis si evolvein specie differenti
Rami derivanti dalla prima diffusione di esseri umani: all’inizio in Africa e poi fuori dall’Africa
Homo neanderthalensis: si insedia in Europae coesiste per 5.000 anni con Homo sapiens
Homo sapiens:rapidamente si diffonde dall’Africain Europa e in Asia
Scarse evidenzefossili sostenute da evidenze archeologiche
Evidenzefossili
Specieestinta
Australopithecusafarensis (Lucy)
Paranthropusaethiopicus
Paranthropusboisei
Paranthropusrobustus
Australopithecusafricanus
ParanthropusParanthropus
Homo erectusHomo erectus
Homoheidelbergensisheidelbergensisheidelbergensisheidelbergensisheidelbergensis
Paranthropusrobustus
Australopithecusafricanus
Homo naledidatazione incerta:
tra 2,5 milionie mezzo milione
di anni fa
di Edoardo Boncinelli
Le origini dell’uomo?Da oggi sono ancora più misteriose
l Il commento
R iguardo alle nostreorigini la questionefondamentale, solle-
vata dalla scienza, ma an-che dalla comunità dei cre-denti, è sempre stata quella di come è potuto succedere che, all’improvviso, da una madre dall’aspetto decisa-mente scimmioide sia po-tuto nascere un nostro an-tenato, anzi il primo dei nostri antenati diretti. Non c’è stato niente d’inter-medio fra noi e le specie decisamente più simili a una scimmia d’oggi? Do-manda grande e seria, che mette in gioco tutto il nos-tro essere, almeno dal pun-to di vista strettamente bio-logico, perché dal punto di vista dell’uso degli stru-menti, per quanto primor-diali, sappiamo che c’è statoun inizio di uso «intelligen-te» di ciottoli più o meno 3 milioni di anni fa. Da tale punto di vista, questa è la nostra vera origine, più comportamentale e ideati-va che biologica. Ma non ci siamo accontentati, perché anche la natura biologica del passaggio da pre-ominidi a uomini ha la sua rilevanza. Il fatto è che negli ultimi decenni abbiamo individuato una grande va-rietà di fossili che possono aspirare a essere definiti come appartenenti al ge-nere Homo e un’altra stu-pefacente varietà di fossili d’individui che sembrano lì lì per divenirlo. In un certo senso «troppa grazia Sant’Antonio!»; di questi esseri intermedi ce ne as-pettavamo uno o due, e ne abbiamo molti più di una decina. Ora dal Sud Africa ne arriva un altro, Homo naledi, con una dovizia di 1.500 ossa attribuibili a una quindicina di individui tra adulti e ragazzi! Non sap-piamo ancora a che epoca risalgano questi resti e non sappiamo se siano stati nostri antenati diretti o una specie parallela che si è an-data estinguendo senza confluire nella nostra ascendenza, ma la cosa si fa sempre più interessante. Intorno a 3 milioni di anni fa in Africa ne devono esse-re successe di tutti i colori. In una sorta di calderone biologico la natura sovraec-citata ha dato vita a una manciata abbondante di ominidi dai quali noi deri-viamo! Lo stupefacente è che siamo in grado di rendercene conto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
sente di avere una visione com-pleta di un ominide».
Il piccolo naledi era un bipe-de in grado di correre ma an-che di arrampicarsi sugli albericome certificano le dita arcua-te. Lo studio della mandibola edei piccoli denti suggerisconoche si cibasse pure di carne.
Ma l’aspetto più intrigante èforse il raggruppamento degliindividui. Gli scienziati ipotiz-zano che la caverna fosse untomba nella quale i corpi eranostati raccolti dimostrando diavere un culto dei morti. Restatuttavia il mistero della loroepoca. «Ancora non riusciamoa decifrarlo — aggiunge Mar-chi — perché non sono stati
trovati intorno altri resti che ciconsentano di raggiungere unadatazione precisa. Se risalgonoa 2,5 milioni di anni fa si collo-cano alle origini dell’evoluzio-ne del genere Homo. Se invecefossero più giovani di un milio-ne di anni amplierebbe lo spet-tro delle specie degli ominidivissute contemporaneamenterendendo più complesso il pa-norama dal quale è emerso ilsapiens». Questa è ora la sfidada vincere.
Giovanni Caprara© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’indagine«Grazie ai frammenti abbiamo ricostruito non solo il suo identikit ma pure lo stile di vita»
Da Pisa a Johannesburg
Il biologo italianonell’équipe
Tra i 60 studiosi selezionati in tutto il mondo per analizzare i reperti trovati vicino a Johannesburg c’è anche un italiano: Damiano Marchi (sopra), biologo con una specializzazione in antropologia dell’università di Pisa. Marchi studia in particolare l’evoluzione degli adattamenti scheletrici dell’uomo e dei primati.
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