14
35 Per l'aggiunta di un altro quarto di chilogrammo si os- servb un fenomeno analogo; l'alluugamento del file e la va- riaziono di resistenza continub incessan~emente per pill di ua giorna, fine alla rottura del file. BIVISTA Journal de Physique. 1880. Fe~,omeni detti idroelettrici ed idromagJ;etici: teoremi fo~,damcntali e lore verificazione esloerimeutale ; C. A. BJER- KNES. -- Si tratta di attrazioni e di repulsioni apparenti, fro corpi lo di cui superficio eseguiscono delle vibrazioni isocrono come pel suono, e che staado hello stesso mezzo sono vieini fro lore. II fenomeno ~ evidento qu'mdo l' uno dei duo corpi sta fisso, e 1' altro ~ rose mobile fissandolo, p. o., al- l'estremitk di un tube orizzontalo sostenuto nel sue mezzo da uu tube verticale di cauccih, ~[ due eorpi sono due piccoli tamburi, ehiusi ciascheduao da una membrana, che ~ posta in vibraziono da vibrazioni eccitato hell'aria dei tamburi e degli anzidetti tubi. L'Autore ~ Professore di Matematiea nella Universitk di Christiania; ma ~ state condotto a tal ge- nere di esperienze, dai resultati di alcuni suoi studi analitici sul mote di corpi sferici in un fluido non compressibile. I Com:p/cs rendus del Maggie e del Giugno 1877, e del Gen- naio, Febbraio e Luglio 1~79, contengono delle comunicazioni deU'A, sopra quel soggetto. X. Calorici specifici e punti di fasione di vari metalli re- fraffori; J. VIOLLE. -- Nel Journal de _Play. del Marzo 1878 vi ~ 1~, descrizione del me,ode seguito dall'A, per de~er: minare il calorico di fusione, ed il calorico specifico ira zero ed 800 ~ del platino; ed era egli si serve dello stesso metodo per determinate il calorico specifico del palladio, fro zero e 1300% Ora I'A. risealda nolle stesso crogiuolo una massa di platino ed una di palladio; e poi con~emporaneamente due

Rivista

  • Upload
    x

  • View
    214

  • Download
    1

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Rivista

35

Per l 'aggiunta di un altro quarto di chilogrammo si os- servb un fenomeno analogo; l 'alluugamento del file e la va- riaziono di resistenza continub incessan~emente per pill di ua giorna, fine alla rottura del file.

B I V I S T A

J o u r n a l de P h y s i q u e . 1880 .

Fe~,omeni detti idroelettrici ed idromagJ;etici: teoremi fo~,damcntali e lore verificazione esloerimeutale ; C. A. BJER- KNES. - - Si tratta di attrazioni e di repulsioni apparenti, fro corpi lo di cui superficio eseguiscono delle vibrazioni isocrono come pel suono, e che staado hello stesso mezzo sono vieini fro lore. II fenomeno ~ evidento qu'mdo l' uno dei duo corpi sta fisso, e 1' altro ~ rose mobile fissandolo, p. o., al- l 'estremitk di un tube orizzontalo sostenuto nel sue mezzo da uu tube verticale di cauccih, ~[ due eorpi sono due piccoli tamburi, ehiusi ciascheduao da una membrana, che ~ posta in vibraziono da vibrazioni eccitato hell 'aria dei tamburi e degli anzidetti tubi. L'Autore ~ Professore di Matematiea nella Universitk di Christiania; ma ~ state condotto a tal ge- nere di esperienze, dai resultati di alcuni suoi studi analitici sul mote di corpi sferici in un fluido non compressibile. I Com:p/cs rendus del Maggie e del Giugno 1877, e del Gen- naio, Febbraio e Luglio 1~79, contengono delle comunicazioni deU'A, sopra quel soggetto. X.

Calorici specifici e punti di fasione di vari metalli re- fraffori; J. VIOLLE. - - Nel Journal de _Play. del Marzo 1878 vi ~ 1~, descrizione del me,ode seguito dall 'A, per de~er: minare il calorico di fusione, ed il calorico specifico ira zero ed 800 ~ del platino; ed era egli si serve dello stesso metodo per determinate il calorico specifico del palladio, fro zero e 1300% Ora I'A. risealda nolle stesso crogiuolo una massa di platino ed una di palladio; e poi con~emporaneamente due

Page 2: Rivista

36

misure calorimetriche: 1' una col platino gli dk la tempera- tura di un termometro ad aria, e l 'a l tra il calorieo specitizo del palladio. Per il calorico specifico medio C del palladio, si ha :

C ~ 0,05S2 -4- 0,0000 10. T .

Per il calorico specifico veto, si ha:

c ~ 0,0582 + 0,0000 20 . T .

La ~emperatura di fusione del palladio fu di 1500 ~ 1l p,tlla- die prima di fondersi si rammollisee come il plati~Lo, i1 ca- lore latente di fusione fa trovato uguale a 36u,3.

Per l ' ir idio fu ottenuto:

C ~ 0,0317 -4- 0,000006. T e

c ~ 0,0317 -4- 0,000012. T .

Fu diffieile fbndere l' iridio, per fondere 20 grammi del quale non si riehiedono meno 500 litri d' idrogeno e 250 d' ossige- no, M cannello ad ossidroge~o. Nulladimeno l'A. condusse a buon termine tre esperienze ehe gli diodero in media 84u,5 pel ealoro latente di fusiox, e. L' iridio fonde a 1950 ", 1' argento a 954, 1' ore a 1035, il rame a 1054. X.

~[agnetizzazione dei liquidi; P. Z[LOFF. - - Un w~so sferico A di vetro, porta due fori, alle estremit~ del sue dia- metro vertieale. Il fore inferiore serve ad un tube di caucciia, the fa comunieare A con un altro vase B pieno di liquido. Cosl alzando od abbassando B, si empie o si vuota A di li- quido, i l fore superiore serviva a sospendere nel mezzo di A un piccolo magnete M. Questa sospensione si faceva per mez- zo di una sottile e ]unga bacehetta C vertieale di vetro, ]a quale era sospesa con un file di seta. All 'estremo superiore della bacchetta C stavano altre due sbarre calamitato dispo- ste in sense opposto fra lore, e ehe insieme ad M formavano un sistema molto sensibile, quando per mezzo di un altro magnete si era compensata l 'azion della terra su di M. La bacchetta C porta uno specchietto. Attorno ad A era avvolto

Page 3: Rivista

37

un file conduttore, ehe formava cosi una spirale S sferica ma- gnetizzante. L'azione della spirale S sul magnete M era com- pensata da un' altra spirale collocata di fronte alia parle su- perioro della bacchetta di ye,re. Tale ~ la disposizione ge- nerale dew apparecehio.

L 'A. fece delle esperienze con una soluzione acquosa di percloruro di ferro, e trovb che il coetticiente magnetico di questa soluziono era una funzione della forza magnetizzante. Crescendo questa, aumenta quel coefliciente fine ad un vatore massimo dopochb esso diminuisce, prima rapidamente e poi lentamente. X.

A~'cometro per la densitd dei solidi; M. BUIGNET. - - L'A. fa assai grossa e lunga la bacchetta dell 'areomotro di Nicholson, segnando il zero dove arriva la superfieie dell'ac- qua, quando l 'areometro b vuoto; e poi carieaudolo successi- vamente di grammi, gradua quella bacchetta per far servire l ' is trume rite alle pesate de' corpi. X.

Sopra la misura delle lunghezze di ond~dazione &lle ra- diazioni iJ*fra-rosse ; L. MOUTON. - - L' A. descrive nel mode seguente il sue meflodo. Se fro due nicol paralleli si pone una lamina di quarzo parallela all'asse, il qualo faccia 45 ~ con le sezioni principali dei nieol, e so si fa a6ira'~ersaro il sistema da tin fascio normale alia lamina, e che poi code sulla fenditura di ua spettroscopio, 1o spettro avrg delle striscio nere parallele alla fenditura. La lunghezza d' onda ;, del mezzo di ogntma delle striseie dark luogo alla relazione

e (n ' - -~) 2 k + l ~. 2 '

eve e 5 la grossezza della lamina, n' ed n gli indici ordina- rio e straordinario del quarzo relativi a x, e k un numero intiero, il quale diminuisee di una uni t i andando da una stri- scia all 'altra, verso il fosse. Net Journal de Phy. 1879, I 'A. ha mostrato come si possono determinare e e k; e si pub vedere anche l l N. Cimento 1880, p. 165.

Supponiamo era ehe lo spettroscopio sin preparato in mode da far conoscere relativamente alla sostanza del sue prisma,

Page 4: Rivista

38

o de'suoi prismi, l'indiee di refrazione per la radiazione che cade sulla pila termoelettrica; e siano quei prismi di quarzo, con Io spigolo parallelo all' asse di cristallizzazione. A seconda che le sezioni principali dei nicol saranno parallele o nor- mali a quello spigolo, si avr~, lo spettro straordinario o l' or- dinario. Poich~ in ambi i casi si pub misurar l 'indice delle radiazioni che cadon sulla pila, quando questa ~ condotta sopra una striscia fredda nel case dello spettro ordiuario, si avrit il numero n ; e poi sopra la striscia dello stesso ordine il numero n'. Cosl tutto, eccet~o ;~, sar~ conosciato nella sud- de t~ eguaglianza.

L 'A. deserive in segui~o pih minutamente il sue appa- recchio, e come esso perveniva a porre la pila nel mezzo di una striscia fredda. I1 principal resultato di questo pregevole lavoro ~ the m~ numero illimitato di striscie, di lunghezza d' onda nora, possono esser prodotte nello spettro infra-rosso, date da un prisma di una sostanza qualunque. Onde si pub sempre graduare in lunghezze d'onde uno spettro calorifieo qualunque. X.

lt~)Tacchie e protuberm~ze solari osservate tort uno spet- troscopio di grande dispersione ; M. TttOLLON. - - L ' A . narra delle sueinteressanti osservazioni fatte con uno spettroscopio di sua invenzione, e descritto nel Jour. de Phy. 1879. Esso verificb lo spostamento delle strie dovuto al mote del sole, e studib le macchie e le prot/lberanze solari. X.

Sulla misura della forza elettromotrice nel contalto dei metalli, per mezzo del fenomeno di Peltier; H. PELLikT. -- Se u b la differenza di potenzi.,]e dei due metalli a con- ratio, e quindi rappresenta la corrispondent.e forza elettromo- trice, una quantiti~ Q di elettricit~ attraversando la saldatura subir'~ un lavoro uguale a (V~ - - V,) Q. A tal lavoro, a seconda del sue segno, corrispondeL"~ un assorbimento od uno svi- luppo di calore, nel fenomeno Peltier. Da cib un metodo per misurare la detta fot'za elet~romotrice; onde si possono coa- fl'ontare fi'a lore i valori delle forze elettromotrici di pih coppie, ottenuti con delle misure calorimetriche, ai valori delle stesse forze ottenuti con misure elettroscopiche. Ma f'ra que-

Page 5: Rivista

39

sti due metodi vi ha un completo disaccordo, cosi pei valori assoluti, che pcl ]oro segno. Ma cib che si disse piil sopra non b esatto, perchb riposa sull' ipotcsi chele forze elettriche non possano produrre alcun lavoro sulla elettricitk in moto. Ora I'A. fa il segtLente ragionamento.

Siano due metalli eterogenei a eontatto ed in equilibrio elettric0, col potenziali V~ e Vi. Siccome non si pub ammet- tere una variazione discontinua di potenziale, deve, dice rA. , esistere uno strato di transiziono estremamente sottile, nel quale il potenziale varii in modo eontinuo da V~ a V~. In questo strafe, l 'unitk di massa elottrica ~ sollecitata a muo-

dV versi con una forza ~ ; ma malgrado cib essa testa in equi-

librio, e dunque bisogna che vi sia una forza opposta a quella e uguale. Ora b forse evidente che questa forza che agisee sulla e]ettrieitk in equilibrio deve eossare nel caso del moto? Par di rib. Dunque bisogna toner conto del lavoro da essa pro- dotto, e cho sara di segno opposto a quello della forza elettrica. X.

1)escrizione ed ~so del cannocchiale e scala di Edel- ma~,n; A. T E R Q U E M . - Questo appareechio ~ molto comodo e buono per le osservazioni ordinarie del gatvanometro, o dell'elettrometro. L'A. no dk la figura e la descrizione. Noi abbiamo gik parlato recentcmente degl'apparecchi fatti co- struire dall' Edelmann. X.

Misura delle forze elettro~wtrici delle pile, e delle /brze eletlro.motrici di conlalto dei ~netalli ; H. PELLAT. - - L'A. adopera il reostata del Poulliet, con due Daniell. per opporre all 'elemento studiato una forza variabile e nora.

Per valu/are la eguaglianza di va]ore fra le due forze elettromotrici opposte, nella esperienza, ] 'h . fa uso delrelet- trometro capillare di Lippmann, col quale si pub valutarc un diecimillesimo Daniell. I1 cursore del reostata comunica sem- pre col suolo, e con uno dei reofori di quelrelettrometro. Lo zero del reostata pub comunicare con l' altro rcoforo dell'elet- trometro direttamente, oppure con l'intermezzo dell'elemento E di cui si w~ol misurare la forza elettromotrice; o, finalmente

Page 6: Rivista

0

con l 'intermezzo di un e]emente Latimer-Clark, che serve di campio~e. No1 primo case, se si pone il cursore atlo zero del reostata, all'ele~trometro llon vi sad~ dJffeL'enza di po~enziale, e si noter'~ la posizioae del menisco del mercurio in quello strumento. Cib f'atto si porta il cursore ad un~ divisione se- gnata ]000 del reostata I~oulliet, e si interca]a, fl'a 1o zero di questo reostata e un reoforo dell' elettrometro, l' elemeuto campione; poi dope, per mezzo di ua alt~'o ma ordinario reo- stata si fa variare la intensit.~ della corrente, line ache quel mcnisco ritorni come prima. Allora fra Io zero e il punto 1000 del reostata Poulliet, vi sarh una differenza di poten- ziale egualead un Latimer-Clark. Cesl per misurare una forz~t elettrom0trice nOD si aw'~ the a sostituire a quell 'e lemente campione, l 'elemento da studiarsi.

Per misurare la forza elettromotrice di contatto di due metalli, I'A. impiega il metodo seguente.

Si sa, dice 1' A., che due metalli riuniti da un file metal- lice, prendono una differenza di potenziale uguale a quella che cssi prenderebbero col lore contatte diretto; e cib i~ evidente se il file 5 della stessa natura di use dei metalli, ed

ancor veto se il file ~ di diversa natara, in virth della se- conda lcgge di Volta, fondata sulla impossibilith di avere una corrente in un circu~to chiuso, me~allico, stando futte lesal- dature alla stessa temperatura. Sia a tal differenza. Sia era quel file interrotto in un sue punto mediano, e con l 'aiuto del suddetto reostata poniamo i due capi del file, che prima si toccavano, alia differenza e di polenziale; allora la diffe- rel~za di potenziale fra i due met ~lli diverr~ a -be. Facciamo a -be ~ 0, e sa& a = - - e, onde cosi avremo misurate a.

I due me~alli costituiscoJw i due dischi di una specie di eondensatore a sottile lamina d'aria. Fine ache questi dischi non sono allo stesso potenziale'si c;~ricano di elettriciff~. Dope aver i~terrotto la lore comunicazione, essi vengono allonta- nati, 1' un dull' altt'o, ed uno di essi vien posto in comuniea- zione con un elettroscopio di Hankel (il quzle elettresc(>pio

una modificazione di quello di Bohnenberger per saperne la carica. Ma poi, quando i dischi sono condotti allo stesse ~,otenziale, quella carica b nulla.

Page 7: Rivista

41

I due dischi sono isolati. Uno solo di essi 5 mobile, e comunica permanentemente con un estremo del filo del reo- stafa; l 'al tro disco comunica permanentemente con I' elettro- scopio Hankel. Quando i due dischi sono vici~fi, il disco im- mobile comunica col curs0re del reostata, e per conseguenza col suolo. Una frazione di secondo prima dell' allontanamento dei due dischi, quella comunicazione ~ interrotta, e il disco immobile allora comunica soltanto con l'elettroseopio. Poi si riavvicinano i disehi per ripetere la esperienza.

Per fare una determinazione si pone il cursore del reo- stata allo zero; e allora i dischi si caricano come se fossero a contatto fra loro, riuniti come sono metallicamente; e se si muove il disco mobile la foglia d'oro diverge. Ma se in- veto allontaniamo un poco dallo zero il cursore, e se la eor- rente ha opportuna direzione ; la foglia d' oro divergerh meno, e, finalmente, per una data posizione del cursore, non diver- ger'~ punto, allontanando il disco mobile dal fisso.

L'A. termina con alcune eonsiderazioni generali sull' uso delle indicazioni elettroscopiehe, per la misura dello forze elettromotrici. X.

Studio dei prisn~i rolarixzalori l~er le osservazio~i ]b- tometriche; A. CROVA. - - E un breve studio, di due pagine, utile per conoseere i diversi pregi ed i difetti dei prismi di nicol come si usano ordinariamente, o come quelli di Fou- cault, o di Hoffmann, o d'altri fisici. X.

Sopra la luce che circonda gli elettrodi ; R. COLLEY. - - Decomponendo l 'acqua con una corrente molto intensa, e con elettrodi di piecola superficie, come, a d esempio, con fili di platino poco immersi nel liquido, si osserva c h e l a elettro- lisi, dapprima tumultuosa, quasi cessa ad un trat to; e hello stesso tempo l 'elettrode negativo si copre di una luce azzurra scintillante, aceompagnata da un crepitio. Una temperatura elevata favorisce il fenomeno. All'elettrodo p~sitivo, si pub avere lo stesso fenomeno, ma pih difficiImente, e meno intenso, e la luce ~ rossastra; eppoi in questo elettrodo accade la in- eandescenza, cosa che generalmente non si osserva nel nega- tivo, a meno che il filo non sia finissimo, e la corrente for-

Page 8: Rivista

42

tissima. Questi fatti son gi~ stati osservati da molti. Righi pose un vase pieno di acqua acidu]a in un altro vase pieno dello stesso liquido, manel primo era una piccola fenditura. Se fra i due vasi, e quindi per la fenditura, passava una forte corrente, alla fenditura appariva quella anzidetta luee. Slou- guinoff osservb ehe nel case di quella luoe, la eorronte di- veniva intermittente.

L'A. osservb quella luce, sul file di platino, con uno specehio rotante, da dodici a quindici girl al secondo; e vidde ehe quella luee era formata da una moltitudine di piccolo ed isolate scintille, scoceanti sui diversi punti dell'elettrode. Lo spet~ro dell'elettrode negative ~ fatto da strie brillanti; e, con acido solforico, vi si vede la stria rossa e la azzurra del- l'idrogeno. Con soluzioni di clorari di sodio e di litio vi si yedono pure le strie di questi metalli. Nella parte media dello spettro si redone, massime nel verde, more nitre strie, alcune delle quali appartengono al platino. L' A. aveva una pila Bunsen di 96 elementi.

Quella esperienza prova ehe l'elettrode era r da uno strato isolante; ma di cosa era quello strato? Proba- bilmente era di vapore di acqua; ma la esperienza seguente senza decidere tal eosa, prova perb the quella luce pub for- marsi anehe sopra un elettrode freddo.

Un tube di vetro entra vertiealmente in un vase, pas- sando dal rondo, e dentro a quel tube ne passa a sfregamento un nitro di platino, i1 vase ~ pieno d'acqua acidula fin0 circa al mezzo. II tube di vetro, penetrate dal fondo del vase, ter- mina superiormente un poco sotto al livello del liquido; men- ire il tube di platino continua fuori del vase. Cosi testa sul tube di platino una piccola superficie anularo, la sola ad es- ser bagnata dal liquido, che serve da elettrode negative. Una lamina di platino serve da elettrode positive, ll tube di pla- tino ha pareti sottilissime, ed ~ continuamente percorso da acqua fredda; nulladimeno con 90 a 100 elementi Bunsen si ha una lute vivissima su quello spazio anulare.

L'A. crede che quello strato di vapor d'acqua sia dovuto non alia temperatura dell'elettrode, m a a quella dell'acqua

Page 9: Rivista

43

the lo eirconda, e crede che la citata esperienza del Righi serva a provarlo. X.

Nora sotora un nuovo elettrometro capil lare; E. DEBRUN. - - I1 Lippmann impiega un microscopio, per amplificare le indicazioni del sue elettromeiro, ed era l 'A. raggiunge lo stesso scope tenendo iuclinato il tube capillare, e dit il dise- gno e la descriziono del sue nuovo elettrometro. X.

I ) e t e rminare con un meccanismo articolato i _punti co-

n iugat i di un s i s tema ottico; M. ]~LIE. - - Tal meeeanismo parte dalla teoria del]e divisioni omografiche, e determina la posizione di due punti eoniugati qualunque. X.

Sulle v ibraz ion i alla su~verfieie di un ~iquido i~ un vase ret tangolare; )I. LECHAT. - - I fratelli Weber furono i primi ad oceuparsi dell 'argomento, ma in mode troppo imperfetto sia dal late teorieo che dall'esperimentale. L 'A. lo trattb prima di tutto analitieamente partendo dalle equazioni diffe- renziali del Lagrange, e giunse a' seguenti risultati.

Siano le z verticali, il piano xy quello della superficie del liquido in quiete, e l 'origine sull' un dei vertici del ret- tangelo. Il late I sia secondo le x, e il late l' secondo le y. g, l'accelerazione della gravitY; n e d n' numeri interi e po- sitivi; t t un coeflieiente funzione dei dati iniziali e di n, n', l, /~; u e v le componenti della veloeit~ di vibraziona respet- tivamento secondo le x e le y, nell'istante t e nel punto (x, y, z). Abbiasi

V ~ ~$' q = - 7z + ~ - ,

ed h sia la profondit~ del liquido; o

e~h e--~ h 7' ~ gq eqh .~.. e--~th

oppul'e, se la pro/bndith agitata del liquido sia piccolissima.

7 ~ ----- q~ gh .

Page 10: Rivista

44

Cib posto si avrh

z ~ 7 H c o s T t . e o s cos - - - - g - t - " t,

~r ~TrX n'~ry u = - - 7 H sen y t. sen - / - . cos ~ ,

V ==, - - - - 'Yt' r ~/,~'X n ' ~ry ~- H sen 7 t. cos ~ . sen - - r "

ll movimento sempliee, eorrispondente ai valori particolari di n, e d i n ' , b periodico, e la durata r del periodo b data dall 'e- quazione:

7r-----2~r.

Ma perch~ il mote vibratorio sia regolare e possa osservarsi, eonviene ehe i movimenti sempliei sovrapposti abbiano lo stesso periodo, o ehe 7 sia 1o stesso per tutti ; e cib non pub aver luogo ehe per un numero limimto di valori di n, ed n'. Allora riunendo tutti i termini che eorri~pondono a quei si- stemi di valori, si ha

7 c o s 7 t ~ n~rx as' ~ry z ~ g ~ c o s - -7- . c o s - ~ ' l '

rsen 7t Z n nzrx n'zty u = 1 I-I sen --1-" cos --/- ,

V ~r se l l y t ~ n~tx '~' z y

l' " n ' H cos --/--, sen l----r-

I'onendo z ~= 0 si ha l 'equazione delle linee nodali

E H cos - T " " cos --U- = O.

Con queste medesime relazioni si possono, seeondo le note regole, determinate le linee ventrali parallelamente alle x, e quelle parallelamente a l ley. L'A. descrive poi un apparee- ohio per mantenere un movimento vibratorio in un punto qua- hmque della superficie del liquido; ed ~ simile molto a qtlello

Page 11: Rivista

45

note dell'interruttore del Foucault. Tutte le forme di linee nodali furono fra quelle trovate dall'esperieaza. M a l e stesse esperienze mostrarono ohe nessuna delle due preeedenti for- mule che danno il valore di 7 e la vera : e cib si spiega, con cib the esse furono ottenute nella ipotesi che ogni meleeola alla superficie vi resti durante il movimento vibratorio; onde te- sta prorate che quelle molecole oscillando penetrano nell'in- ternodel liquido. X.

Esperieaze sulla comzvressibilit~t dei miscugli gassosi ; M . C A I L L E T E T . - - Queste esperienze sono state eseguite con lo stesso apparecehio che servl all 'A, per la liquefazione dei gas; e le pressioni furono misurate col mauometro ad azoto che servi pure all'A, nelle ricerche sulla legge di Mariotte. Un miscuglio a volumi uguali di aria e di acido carbonico non si liquef'~ a 400 atmosfere, e i l sue punto eritieo ~ molto inferiore a zero. In un miscuglio di cinque volumi di acido carbonico e di un volume di aria, l'acido si liquefi~ se la tem- peratura non ~ superiore a 21 ~ ; ed aumentando la pressione fine a 150-200 atmosfere il menisco dell'aeido liquefatto da concave diventa piano, poi sembra non toeear pill le pa- reti del tube. e i l liquido scompare. I1 tube dell'appareechio allora contiene una massa intieramente gassosa, che resist~ a tutte le pressioni quasi come un liquido. Diminuendo la pressione il liquido ricompare, ad lma pressione determinata per una temperatara determinata.

In tutte queste esperienze sembra che ogni gas costituisca un miscuglio dotato di propriet'~ particolari, e che sotto alto pressioni un gas ed un liquido, come l'acido carbonir e il protossido di azoto, si dissolvano l 'uno nell 'altro formando un tutto omogeneo. X.

Sul rendimento ( rendemcnt) economico dei motori elet- trici, c sot)ra la misura della ~laantitg~ di energia ehe attra- versa un circuito etettrico; M. DEPREZ. - - Sin I la inteu- sit'~ della corrente quando il motore non lavora, ed i la in- tensit~ quando il motore lavora. Sia r~ la resistenza del me- tore in riposo, ed r, la resistenza da ,Ooo, q.~,dun,~,'~i~..~- ad r, per- ch~ la corrente abbia la intensith i, staudo il motore in ri-

Page 12: Rivista

4~

poso. Se Q ~ la quantit~ di ealore the, dice 1' h., attraversa le due resistenze, si avr~

q = (r, + r,) i ' ;

e I'A. osserva the sara qaelia la stessa quanti~, di energia clue attraverserk il motore in movimento, tanto sot~o forma di calore the sottoforma di lavoro. Indichi~no questo lavoro con T e avremo

T -I- r , i ' ~ - ( r , -I" r~) i ' ~ r~ i 2 ,

da cui, per il rendimento eeonomico,

T r2

Q r, -t-- r,"

Nel caso d i u n a macehina dinamoeletlrioa, indichiamo con E, la forza elettromotrice della macehina generatrice, e con E la forza elettromotriee opposta della parte del macehi- nismo che, in virth della sua stessa rotazione, tende a gene- rare una corrent.e in senso opposto a quello della macchina generatrice. La corrente I the circola nel tutto sar'~ espressa da

I=E,. - - E R

ore R b la resistenza totale allo stato di riposo. Ora, per quel che gih dicemmo, si dovrh avere

1 E~ ---- E, R R+r,

da cui

E R r~

~ E , -- E"

Siccome si deve porre R in luogo di r,, si avr'~, per il ren- dimento eeonomico anzidetto, il valore E :Ej. L'A. osserva cho quel rapporto b rimarchevole, in cib the esso b indipenden~e dalla resistenza del eircaito esterno.

Page 13: Rivista

47

Dopo cib l ' k . passa a deserivere le condizioni generali di un appareechio, ehe permettesse di misurare la quantit'~ di anergia, che passa nell 'unit~ di tempo in un eircuito elettrico fra due dati punti. Riuuiamo quei due punti con un eireuito ausiliario di grande resistenza, nel quale s ia in- tercalato un galvanometro a filo lungo e sottile, mentre nel circuito principale porremo un galvanometro a grosso filo. Siano I e d R la corrente e la resisteaza nel circuito priuei- pale, ed I' ed R' le stesse quantita net cireuito ausiliario. Sia E la differenza di potenziale fra i puuti A e B. La quaa- tita di energia che passa nell 'unit~ di tempo nel eireuito prin- cipale, sara R I ' oppure E i ; mentre ehe la corrente nel eir- cuito ausiliario darn la relaziane E ------ R' I'. Da cib R' I I' per il valore della quantit':t di anergia nel circuito prineipala.

L 'A. termina col suggerire alcune altre cose, pel caso di una determinazione esperimentale. X.

Una esperienza di ottica fisiologica ; M. B I B A R T . - Si tratta di una esperienza per dimostrare che siamo sempro usi a riferire a punti esterni le impressioni rieevuto sulla retina. X.

Sulla misura deg~ indiei di refrazione dei liquidi; J. MAC]~ DE LI~PINAu - - Una delle maggiori ditfieolta, par quella misura, eonsiste nol difet~ di parallelismo delle la- mine di vetro ehe tbrmauo il prisma vuoto; e 1' A. presen~ la formula ad una tavola di aorrezione per quegl'indici, quando la deviazione propria del prisma non b troppo grande. X.

5Determinazione degli elementi di un movimen[o vibra- torio; E. MERCADIER. - - L'A. ha gii~ indieato un metodo per la misura dell'amplitudine di uu simil movimento ( vedi .V. Cimento, t. 8. 0 pag. 79 ), ed ora si oeeupa del periodo e della fase. Riguardo al_~eriodo l'A. dice che i metodi cone- seiuti, il grafico e queilo del Lissajous, sono soddisfacentissimi, ma ehe la forma della funzione pendolare b eosi fondamen- tale, cho sara sempre interessante il eonoseere un altro me- todo, tanto pih s~ quest'ultimo pub dare anehe la fase. Tal met.odo consiste nel eonfrontare il periodo da studiarsi, a

Page 14: Rivista

48

quello di uu movimento vibratorio gi~t deLe~'mi,ato c note, ma non piib come fa il Lissaious, componendo insieme i due movimenti resi ad aJ~golo retie, ma bensi facendo uua con- veniente sovrapposizione dello lore proiezioni or~ogonali, sin so- pra mm schermaglio, sia nel piano locale di un octflare. L'A. fissa, al corpo vibrante da studiarsi, un ]eggiero stile retti- lineo, ed un altro simile ne fissa sopra aa diapason, in mode che i due still siano vicinissimi, orizzonta[i e paralleli fra lore. Illuminandoli con un fascio di raggi par~lleli ed orizzontali, le lore ombre si proiettano come una sola, sopra uu diaframma verticale. Qualldo questi still vibrano, vertiealmente, e quando i lore numeri di vibrazione non sono tropI~o piecoli, si osserva- no sul diaframma un certo numero di linee che sembrano fisse, e che risultano dall'incrociarsi periodicamente le ombre dei due still. Siccome queste linee sono altresi determinabili teo- ricamente, con le formule dei due movimen~i pendolari, cosi si intende come si possa agevolmente risolvere la questione. L'A. si occupa con moltissimi dettagli e ampiamente di tale determinazione teorica. X.

Gal~auomctro di ~I. ~arcel Dezorcz; A. N I , k U D E T . - Sono da sedici a diciot~o piecoli aghi paralleli, montati nor- malmente in un medesimo asse orizzontale, a distanzo uguali ira lore. Son di ferro dolce, e sembrano formare la spine dor- sale di un pesce, posta ira lo due branehe di una calamite artificiale a ferro di eavallo. Questa calamite le mantiene tu~te nel sue piano. Le pareti del telaio col file eve deve passare la corrente, restano fra quegli aghi e le faccie interne di quelle branche. Quell' asse ~ provveduto di un lunge ago in- dicatore, che gira in un piano verticale sopra un circolo di- vise. Quando passe la corrente quell'ago si muo~'e brusea- mente, fermandosi subito nella sua nuov'a posizione. ]'~] un galvanometro che, a quanto pare, potr'~ esser utile nei torsi scolastiei, e cite non ha bisogno di esser orientate. L'A. nou dice del grade di sensibiliti~; ma ibrse anche con quella nu)va forma si potranno studiare delle correnti termoelettriche. X.