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Big data, big brother (corso di Comunicazione Digitale e Multimediale, Università di Pavia, a.a. 2012-2013)
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Le battaglie per il futuro di Internet
Paolo Costa
Università di Pavia Comunicazione
Innovazione Multimedialità
Anno Accademico 2012-2013
BIG DATA, BIG BROTHER 7a lezione
6-10 agosto 2011: a Londra scoppiano i «BlackBerry riots»
Fonte: Associated Press
La rivolta UK dell’estate 2011
Quattro giorni di violenza urbana, originata dalla protesta per l’uccisione da parte della polizia di un cittadino di Londra, Mark Duggan
Cinque morti, centinaia di feriti, almeno 200 abitazioni distrutte, numerosi autobus incendiati, oltre 3000 cittadini arrestati e processati
I social media sembrano avere giocato un ruolo decisivo sia nel coordinamento dei rivoltosi sia nella loro identificazione da parte delle autorità
Il ruolo dei social media nella rivolta
La pagina di Facebook R.I.P. Mark Duggan ha ospitato il primo appello alla mobilitazione, presso il commissariato di Tottenham High Road
I rivoltosi hanno fatto ampio uso anche di Twitter per scambiarsi informazioni sui punti di concentramento e sui movimenti della polizia
Ma il ruolo decisivo è stato giocato da BBM: BlackBerry è lo smartphone preferito dai giovani UK (secondo Ofcom lo sceglie il 37% dei teenager)
Il canale «privato» di BBM
A differenza degli aggiornamenti di stato di Facebook e dei «tweets», i messaggi scambiati con BBM non sono rintracciabili dalla polizia
Non a caso BlackBerry è molto amato dai giovani di paesi in cui la sorveglianza delle autorità sulle comunicazioni private è prassi comune
Nel 2012 ha fatto molto discutere la richiesta a RIM del governo di Mumbai di collocare in India i server di BlackBerry per favorire le intercettazioni
La tentazione di David Cameron
Pochi giorni dopo la rivolta il primo ministro britannico ha ipotizzato la possibilità di impedire l’uso dei social media in determinate circostanze
L’idea è inibire l’accesso alle piattaforme di comunicazione online a coloro che «stanno preparando violenze, disordini o atti criminali»
L’uscita di Cameron ha suscitato l’immediata reazione delle associazioni per i diritti civili ed è comunque stata giudicata poco realistica
«Reading the Riots»: giornalismo investigativo e social media
Fonte: The Guardian
Lo studio del «Guardian» sui disordini
La rivolta del 2011 è stata oggetto di un’ampia ricerca(*) condotta dallo staff di giornalismo investigativo del «Guardian» insieme alla LSE
Lo studio ha preso in considerazione un’immensa mole di dati, ricavati dalle comunicazioni dei rivoltosi sui social media e attraverso BBM
È un caso eccellente di data journalism, che integra la migliore tradizione UK del giornalismo di inchiesta con l’approccio dei big data (*) www.guardian.co.uk/uk/series/reading-the-riots
Big data, fronte caldo della intelligence
Il concetto è divenuto rilevante grazie alla diffusione di strumenti informatici e metodi di analisi più sofisticati di quelli tradizionali
Big data vuol dire analizzare ingenti quantitativi di dati, da processare a ritmi sostenuti o in tempo reale, di diversa natura e non strutturati
Fra gli ambiti di applicazione più tipici c’è quello relativo al dominio dei social network, sia per scopi commerciali sia per obiettivi di sorveglianza
La funzione della sorveglianza nella società tecnologica
Nasce il concetto di «Socmint»
La social media intelligence può essere di tre tipi: istituzionale, commerciale o investigativa (Daniel Trottier, Social Media As Surveillance, 2012)
Essa si applica sia alle informazioni rese disponibili dagli stessi individui, sia a quelle che dovrebbero rimanere private
Si pone evidentemente un tema di regole: Chi è autorizzato ad accedere a certi dati? In quali circostanze? Secondo quali responsabilità?
Il rapporto #Intelligence (Demos) e il dibattito in UK
Democratic legitimacy demands that, where new methods of intelligence gathering and use are to be introduced, they should be on a firm legal basis and rest on parliamentary and public understanding of what is involved, even if the operational details of the sources and methods used must sometimes remain secret.
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Un anno dopo i «BlackBerry riots»
Nell’aprile del 2012 è emerso che il governo UK starebbe valutando la possibilità di monitorare tutto il traffico in Internet, social media inclusi
Tim Berners-Lee ha subito definito l’iniziativa pericolosa: «le informazioni raccolte dal governo potrebbero essere rubate e usate da terzi»
A quanta libertà siamo disposti a rinunciare in favore della sicurezza? Ma soprattutto: siamo coscienti della libertà a cui stiamo rinunciando?
Un modello per un sistema di regole
Il principio generale
Il rispetto dei diritti umani
I principi associati
Responsabilità («accountability»)
Proporzionalità («proportionality»)
Necessità («necessity»)