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PER.CORSI COMUNI ISTITUZIONALI LA MIA RADIO TV — p. 9 — p. 34 SETTEMBRE 2015 PERIODICO DELLA SOCIETÀ COOPERATIVA PER LA RADIOTELEVISIONE SVIZZERA DI LINGUA ITALIANA L’ASSEMBLEA ILLUSTRATA CORSI FUORI — p. 30 I 30 ANNI DELLA COMUNITÀ ITALOFONA PER.CORSI COMUNI — p. 16 EVENTI E ATTIVITÀ LE VOSTRE OPINIONI SUI PROGRAMMI “TEMPI MODERNI” IN TEMPI DI CRISI RACCONTARE L’ECONOMIA CON LE PAROLE DI OGGI Il rapporto del CP — p.3 © RSI/L.Daulte

Per.corsi settembre 2015

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Rivista trimestrale della Società cooperativa per la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana

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Page 1: Per.corsi settembre 2015

PER.CORSI COMUNI ISTITUZIONALI LA MIA RADIO TV

— p. 9 — p. 34

SETTEMBRE 2015

PERIODICO DELLA SOCIETÀ COOPERATIVA PER LA RADIOTELEVISIONE SVIZZERA DI LINGUA ITALIANA

L’ASSEMBLEA ILLUSTRATA

CORSI FUORI

— p. 30

I 30 ANNI DELLA COMUNITÀ ITALOFONA

PER.CORSI COMUNI

— p. 16

EVENTI E ATTIVITÀ

LE VOSTRE OPINIONI SUI PROGRAMMI

“TEMPI MODERNI” IN TEMPI DI CRISI RACCONTARE L’ECONOMIA CON LE PAROLE DI OGGI Il rapporto del CP— p.3

© RSI/L.Daulte

Page 2: Per.corsi settembre 2015

RUBRICA PER.CORSI COMUNI ISTITUZIONALI NOTIZIE DAGLI ORGANI E DAL CONSIGLIO DEL PUBBLICO 3

Ogni anno il Consiglio del pubblico costituisce al suo interno diversi gruppi di lavoro incaricati di valutare la qualità delle trasmissioni andate in onda alla RSI. Le osservazioni e le conclusioni scaturite da questi incontri vengono trasmesse alla direzione RSI e confluiscono nel Rapporto annuale d’attività CORSI, a disposizione di tutti i soci. In ogni numero della rivista, vi proponiamo l’analisi di uno o più gruppi di lavoro.

REDAZIONE Chiara Sulmoni CONTATTI [email protected] tel.: +41 91 803 65 09 / 60 17 fax.: +41 91 803 95 79 casella postale, Via Canevascini 7, 6903 Lugano www.corsi-rsi.ch PROGETTO GRAFICO Jannuzzi Smith IMMAGINI Loreta Daulte David Schnell Catilina Sherman STAMPA Tipografia Stucchi SA, Mendrisio

TEMPI MODERNIINDICE IMPRESSUM

EDITORIALE

PUNTATE MONITORATE ANNO 2015

FORMA Struttura della trasmissioneIl programma, definito anche magazine settimanale,

Tempi Moderni va in onda in seconda serata al venerdì e ha una durata che oscilla fra i 25 e i 29 minuti (giorno e orario riprendono la programmazione della trasmissione Microma-cro). Da come si evince dalla descrizione del programma, Tempi Moderni ha come obiettivo principale quello di rac-contare l’economia con le parole di oggi. In particolare, com’è stato detto dal conduttore durante la prima puntata, andata in onda il 9 gennaio 2015, la trasmissione “cercherà le parole più semplici per affrontare e spiegare argomenti economici complessi”. La trasmissione è generalmente com-posta da diversi momenti: breve introduzione ad uno dei temi che saranno trattati nella puntata (solitamente il tema principale, ma non sempre), tema principale (trattato di solito con due o tre interventi), parte finale nella quale si alternano due brevi rubriche che sono “Le parole dell’econo-mia” curato dal Prof. Baranzini o “Bei tempi” curato da una sorta di “esploratore” dei tempi moderni. Ogni elemento è brevemente introdotto dal conduttore Gianni Delli Ponti. Una volta al mese inoltre la trasmissione dedica un servizio di pochi minuti ad una cifra.

Le puntate sono molto spezzettate e qualche volta si fa un po’ fatica a capire il senso dell’ordine con il quale si svilupperanno. Importante notare comunque, come dopo un inizio francamente non molto convincente, la trasmis-sione abbia assunto un buon ritmo e abbia aumentato il legame con l’attualità immediata, con sollecite e positive conseguenze in termini di vivacità e d’interesse.

Qualità dei servizi, comprensibilitàIl CP ha ricavato l’impressione che sia stato scelto un

formato dove temi, prettamente economici, sono trattati senza approfondimenti specifici, ma appoggiandosi quasi esclusivamente su interviste effettuate dai giornalisti RSI a

RAPPORTO DEL CP SU TEMPI MODERNI 3

IL CASO DEL MEDIATORE 6

CO:RSI – LA PAROLA AL DIRETTORE 7

L’ASSEMBLEA ILLUSTRATA 9

CRONACA DEGLI EVENTI 16

CORSI FUORI – I 30 ANNI DELLA COMUNITÀ ITALOFONA 30

CORSI IN BUCALETTERE — Giò Rezzonico ci scrive 33

LE VOSTRE OPINIONI SUI PROGRAMMI – Elia Frapolli 34 CALENDARIO 36 16, 23 GENNAIO

6, 13, 27 FEBBRAIO 6 MARZO 1, 8, 15 MAGGIO

© RSI/L.Daulte

I l risultato della votazione sulla modifica della LRTV (nuovo sistema di percezione del canone) ha dato ori-gine a un intenso dibattito sulla RSI. Per chi ha com-

battuto la riforma, il voto negativo della Svizzera ita-liana ha una sola semplice spiegazione: è un chiaro segnale che la maggioranza delle cittadine e dei citta-dini “boccia” la RSI!

L’unica analisi seria presentata finora (VOX) ci dice che le cose non stanno in questi termini: chi ha votato contro la revisione non ha voluto sanzionare la RSI e delle altre emit-tenti regionali, bensì la generalizzazione del canone. Il comitato della CORSI, in collaborazione con la RSI, promuoverà un ulteriore approfondimento del voto limitato alla Svizzera italiana.

È importante capire, è importante fare tesoro dell’opinione della popolazione, che sarà accertata senza pregiudizi e con rigore accademico, è importante creare una base di

conoscenze oggettive per poter impostare un dibat-tito costruttivo sul futuro del servizio pubblico ra-diotelevisivo nella Svizzera italiana. Questo è il ruolo che sta a cuore alla nostra Società cooperativa che è chiamata a fare da ponte tra la nostra radiotelevisione di servizio pubblico e i suoi utenti. Sicuramente questa missione sta seriamente a cuore anche a tutti i nostri soci. Sul nostro sito web ab-

biamo pubblicato il dossier riguardante questa tematica e saremo lieti di ricevere le vostre osservazioni.

Luigi Pedrazzini

Page 3: Per.corsi settembre 2015

RUBRICA PER.CORSI COMUNI ISTITUZIONALI NOTIZIE DAGLI ORGANI E DAL CONSIGLIO DEL PUBBLICO

RUBRICA PER.CORSI COMUNI ISTITUZIONALI NOTIZIE DAGLI ORGANI E DAL CONSIGLIO DEL PUBBLICO4 5

esposti esclusivamente con una serie di interviste senza supporti scientifici relativi a una ricerca giornalistica sul tema in questione. Reputiamo che sarebbero auspicabili delle schede specifiche in grado di introdurre il tema prin-cipale corredate da fatti storici (se del caso), da alcuni dati informativi, da grafici e da elementi visivi accattivanti. In questo modo si potrebbe favorire la comprensione di pro-blemi complessi anche per un pubblico più vasto.

Valenza concreta dell’informazione e dell’utilità per il pubblico, impatto sul pubblico, pubblico targetA tal proposito occorrerebbe capire chi è il pubblico

target del programma in maniera che si possa valutare se un aggiustamento del tiro sia opportuno: programma specifico dove i temi “difficili” sono spiegati con parole semplici oppure programma generico dove i temi sono trattati in maniera poco specifica?

CONDUZIONEIntroduzione al tema, comprensibilità toni e ritmo della conduzione, competenza, professionalitàL’apertura di trasmissione avviene sempre con un’in-

troduzione di pochi secondi al tema principale anche se molto spesso si tratta solo di interviste senza che vi sia una scheda di approfondimento. Di buon livello la conduzione di Gianni Delli Ponti, che è un giornalista presentatore / intrattenitore eccel-lente. Buoni alcuni suoi riassunti relativi ai temi trattati. Ottime anche le domande che pone alle persone invitate in studio.

Interattività, Internet Il programma dispone di un sito specifico che però

evidenzia alcune lacune. Per esempio non per tutte le puntate sono descritti i temi e inoltre nella finestra “Il programma”

esprimere una soddisfazione certa per gli esiti qualitativi e quantitativi. La redazione guidata da Gianni Delli Ponti ha creato un programma capace di rispondere alla domanda editoriale che l’attualità chiede. Siamo molto soddisfatti del giudizio positivo espresso dal Consiglio del pubblico nella sua puntuale e attenta analisi. Naturalmente ci sono anche dei punti di attenzione, dei quali la redazione è pie-namente cosciente e sui quali sta lavorando. In particolare sulla necessità di migliorare sul piano della documenta-zione dei temi evocati nei servizi attraverso le cifre e la grafica. Il taglio della trasmissione è perfettamente consono agli obiettivi posti: attenzione all’attualità (cresciuta con il tempo, come nota il CP), approccio giornalistico rigoroso, ma con la capacità di essere esplicativi, spirito di ricerca.

Le annotazioni positive e stimolanti su piste per possibili interventi espresse dal CP sono certamente di qualità e ci permetteranno di sviluppare ulteriormente il discorso intrapreso.

Le considerazioni molto positive sul quadro formale di Tempi Moderni ci confortano e confermano la qualità di chi lavora alla regia e nella tecnica delle nostre trasmissioni.

C’è un punto che il CP sottolinea, quello della col-locazione in palinsesto, sulla quale si è evidentemente ra-gionato. Il programma non ha le caratteristiche da prima serata, perché rischierebbe di pagare dazio nella battaglia degli ascolti in momenti di palinsesto delicati e molto diffi-cili con una concorrenza agguerrita e un pubblico spostato su altri generi di programma. La scelta di porlo al venerdì subito dopo Patti Chiari risponde alla logica della costru-zione di una serata compatibile con il pubblico interessato al tema, sviluppato in modo diverso dalle due trasmissioni ed evidentemente affine. Non c’è un legame diretto tra Patti Chiari e Tempi Moderni in termini di scaletta, se non nella lettura della quotidianità influenzata potente-mente dall’economia. Il così detto “traino” di Patti Chiari (trasmissione di grande e continuo successo) è inoltre un elemento di forza, che Tempi Moderni può sfruttare. La col-locazione nel palinsesto dopo Patti Chiari permette anche di allargare il bacino dei potenziali fruitori, non necessaria-mente interessati a temi prettamente economici, creando un nesso tra “consumi” e “economia”. I risultati quantitativi di Tempi Moderni sono in linea con le attese. Naturalmente come sempre accade in televisione per i programmi strut-turali, c’è bisogno di tempo per creare fedeltà e quindi si tratterà per noi di lavorare sulle direttrici editoriali e formali indicate per raggiungere risultati ancora migliori.

degli esperti o addetti ai lavori. La tendenza di demandare a terzi la lettura dei fenomeni e dei problemi, non sempre è soddisfacente in termini di contestualizzazione. Inoltre, questo approccio, anziché orientarsi verso una semplifica-zione dei temi rischia di complicarne la comprensione, so-prattutto per un pubblico generalista, anche perché spesso mancano degli agganci grafici o visivi che potrebbero rias-sumere e chiarire gli elementi del tema trattato.

Grafica, regia, immagini, suoniLa scenografia dello studio, ideata da Beatrice Mar-

chio, è essenziale e piuttosto elegante e tenuta su tonalità abbastanza scure (forse un po’ troppo scure). Ai lati del corpo centrale della scenografia vi sono quattro o cinque totem che rinviano in parte al film di Chaplin Tempi Mo-derni e che trasmettono ininterrottamente ingranaggi in movimento. Al di là del titolo del programma e del suo rinvio al film, si può ritenere che il concetto contempora-neo di “moderno” e di “modernità” avrebbe forse potuto trovare una declinazione più attuale e, appunto, più in linea con i tempi. Bello lo spazio in cui il conduttore rivolge le domande agli intervistati. Luci (e quindi colori) immagini e suoni sono di ottima qualità come pure le musiche originali che si rivelano interessanti nell’accompagnamento della tra-smissione, soprattutto per quanto riguarda l’inizio e la fine.

CONTENUTI Temi, gamma degli argomenti scelti, pertinenza e attualità per il pubblico I temi affrontati sono assai eterogenei, quasi sempre

di sicuro interesse o con una buona attinenza alla tematica dell’economia in generale. Emerge una certa mancanza di approfondimenti dei temi principali che molto spesso sono

non vi è alcun testo, ma è completamente vuota. Occorre-rebbe inoltre avere per ogni puntata gli specifici servizi se-parati in maniera che ognuno abbia la possibilità di guardare direttamente ciò che gli interessa (scelta di uno specifico servizio). Si potrebbe inoltre pensare di inserire una sorta di indice dei temi trattati come lo era per il sito di Micromacro.

Valutazione generale e raccomandazioni Il CP apprezza lo sforzo fatto con questo programma

dedicato all’economia che merita di godere di una buona promozione. Restano da capire i motivi della scelta del venerdì in seconda serata: a quale target si rivolge la tra-smissione? I dati sugli ascolti confermano che al venerdì, in seconda serata, davanti alla televisione vi è il pubblico target? Una trasmissione come Tempi Moderni corrisponde comunque al compito della radiotelevisione di servizio pub-blico che è anche quello di proporre programmi di qualità indipendentemente dalle esigenze degli indici di ascolto.

Alcune idee• Tempi Moderni potrebbe interagire anche con altre tra-

smissioni, per esempio inserendo il tema principale della trasmissione in un approfondimento del Quoti-diano per attirare parte del pubblico che altrimenti non seguirebbe il programma in seconda serata al venerdì.

• Riportare alla luce alcuni temi/analisi trattate nella trasmissione Micromacro per osservare se le tendenze seguite da certi ‘comportamenti economici’ si siano avverate o abbiano scelto traiettorie diverse da quelle evocate a suo tempo (com’è stato fatto, per esempio, nella puntata del 1 maggio sul tema del lavoro).

• Dedicare una puntata alle previsioni economiche, rac-cogliere cioè tutto quanto è stato scritto e riscritto su al-cuni temi economici e verificare cosa si è avverato e cosa no. Probabilmente ne uscirebbe un quadro interessate.

• Inserire sul sito, se possibile, anche un campo di ricerca dove poter ricercare temi specifici inserendo parole chiave.

• La trasmissione avrebbe le potenzialità per lanciare, ogni tanto, qualche utopia, qualche messaggio in-novativo legato al tema dell’economia e al sistema che sembra sempre più imbrigliato dentro se stesso.

Segue un riassunto delle spiegazioni che il direttore RSI Maurizio Canetta ha fornito al Consiglio del pubblico in occasione della sua riunione di fine giugno, in risposta agli interrogativi sulla collocazione di Tempi Moderni nel palinsesto RSI di seconda serata e sul pubblico target:

Tempi Moderni ha vissuto la sua prima parte di sta-gione, essendo partita ad inizio 2015. Come tutte le tra-smissioni che nascono, va valutata come lavoro in progresso (work in progress). Dopo una ventina di puntate, possiamo

La redazione del programma.Da sinistra: Luigi Maffezzoli, Valentina Moccetti, Alessandra Felicioni, Sabina Zanini, Gianni Delli Ponti, Vera Pellandini

© RSI/L.Daulte

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RUBRICA CO:RSI 76RUBRICA PER.CORSI COMUNI ISTITUZIONALI NOTIZIE DAGLI ORGANI: IL MEDIATORE

E recentemente giunto all’organo di mediazione un reclamo che solleva un tema interessante, quello dell’«equità di genere nella conduzione dei pro-

grammi elettorali, in sé e quale presupposto per una cor-retta informazione ad opera dei programmi stessi». L’am-bito identificato dalla reclamante è quello delle trasmissioni della radio e della televisione nel periodo immediatamente precedente le recenti elezioni cantonali ticinesi. Un ambito nel quale è stata constatata una insufficiente presenza di «conduzioni femminili», limitate a qualche trasmis-sione radiofonica ma certo non equiparabili alla com-ponente maschile. Il testo del reclamo sostiene che una conduzione non misurata ed equilibrata dal punto di vista della rappresentazione dei generi giunge a generare «una distorsione simbolica, tematica e pratica», richia-mando in questo caso l’articolo 4 della Legge federale sulla radiotelevisione (quello che regola le esigenze minime rela-tive al contenuto del programma, come il rispetto dei diritti fondamentali, il carattere non discriminatorio, la presenta-zione corretta di fatti e avvenimenti, l’esigenza di rappre-sentare la pluralità degli avvenimenti e delle opinioni) e l’articolo 8 cpv. 2 della Costituzione federale (uguaglianza giuridica e discriminazioni).

Va subito detto che l’organo di mediazione ha de-ciso la non entrata in materia sul reclamo, giudicandolo irricevibile dal punto di vista dei parametri sulla base dei quali il mediatore elabora di regola un proprio rapporto e fornisce quindi un proprio parere. In questo caso è risultata determinante la mancata identificazione di una trasmis-sione particolare o di un’occasione concreta nella quale sarebbero state violate le norme citate; le osservazioni della

reclamante hanno riguardato un intero palinsesto, addirit-tura i palinsesti di due media, base sulla quale l’organo di mediazione ha ritenuto di non entrare in oggetto.

Quanto detto non esclude che il tema sia di per sé interessante, soprattutto in riferimento al fatto che una conduzione femminile possa o meno rappresentare un fat-tore differenziante. Dato per acquisito che il settore delle trasmissioni elettorali è settore particolarmente delicato del

palinsesto informativo, la te-matica meriterebbe di venire discussa comunque, seppure in sedi più appropriate. Se da un lato sembra di non poter ravvisare un mancato rispetto dei testi legislativi citati, d’altro canto non par-rebbe illegittimo entrare de-cisamente in materia sui con-tenuti richiamati dal reclamo, spostando la prospettiva sul piano della resa comunica-tiva e massmediologica.

Il caso di questo reclamo mette bene in luce le com-petenze, reciprocamente separabili, tra gli organi della CORSI: il mediatore, che si occupa del rispetto e delle infrazioni di principi normativi formali, e altri organi, come il Consiglio del Pubblico, sedi nelle quali temi e approfondimenti del genere potrebbero trovare occasioni documentate di dibattito e sedi che prevedono soprattutto anche una proficua interazione tra le istanze che proven-gono dal pubblico e dai suoi rappresentanti e chi opera direttamente sul fronte della preparazione dei programmi.

S ovradimensionata. Un corpo estraneo al Paese. Spocchiosa. Insensibile e indifferente alle criti-che. Chiusa su se stessa. Autoreferenziale. Sbilan-

ciata a sinistra. Non rappresentativa di quanto realmente pensano ticinesi e Svizzero italiani. Complice, insieme alla CORSI, di scelte politi-cizzate e familistiche. Accuse che, se ne fosse confermata e dimostrata la bontà, dovrebbero spingere chi ha guidato o sta guidando la RSI negli ultimi 20-30 anni, ad una dichiarazione collettiva di fallimento. Se davvero il quadro fosse questo. Nell’affrontare l’inasprirsi della situazione - non del tutto nuova, ma inedita per la ripetitività e a tratti la violenza degli attacchi – si pongono

per la nostra azienda un problema di sostanza e uno di strategia. Iniziamo dal secondo, legato alla comunicazione, che si riassume nell’interrogativo; rispondere o lasciar cor-rere? La mia storia professionale di giornalista mi ha spinto,

negli scorsi mesi, ad intra-prendere una via diversa da quella tracciata dal mio predecessore Dino Balestra. Quest’ultimo molto rara-mente aveva preso pubblica-mente posizione, rettificato,

precisato, risposto alle punzecchiature, soprattutto quando appariva evidente l’uso strumentale della pole-

mica. Dal mio punto di vista e dall’infelice posizione di chi è attualmente costretto, oltre che ad agire per consolidare e ottimizzare l’offerta - a reagire ad una serie di critiche

di STEFANO VASSERE, SUPPLENTE MEDIATORE RSI

PARITÀ DI GENERE NELLA CONDUZIONE DELLE TRASMISSIONI ELETTORALI

La rubrica del mediatore RSI propone di volta in volta un caso di reclamo di particolare interesse. Questa volta parliamo di…. IL CIELO SOPRA BESSO E COMANO

di MAURIZIO CANETTA, DIRETTORE RSI

HO SCELTO UNA LINEA MOLTO CHIARA: NON SI RISPONDE AD OGNI SINGOLO GIUDIZIO/OPINIONE, MA A INESATTEZZE, A MEZZE VERITÀ, A VERE E PROPRIE FALSITÀ SÌ. DA QUI UNA NOSTRA E MIA PRESENZA ACCENTUATA SUI MEDIA DELLA SVIZZERA ITALIANA

A sinistra Stefano Vassere

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9RUBRICA CO:RSI 8

che spesso hanno il sapore dell’orchestrazione, ho scelto una linea molto chiara: non si risponde ad ogni singolo giudizio/opinione, ma a inesattezze, a mezze verità, a vere e proprie falsità sì.

Da qui una nostra e mia presenza accentuata sui media della Svizzera italiana, i quali, con mag-giore o minore correttezza e completezza, hanno pub-blicato le prese di posizione della RSI. Il giudizio, la critica, il diritto stesso di ogni singolo cittadino-utente al quale è indirizzato il nostro lavoro quotidiano sono non solo sacrosanti, ma anche uno stimolo per metterci in discussione, per capire se i nostri programmi rispondono ai bisogni del Paese, per rivederne forma, modalità, linguaggio. Si affiancano cioè alle verifi-che che quotidianamente ogni redazione conduce al pro-prio interno e ai confronti professionali che caratterizzano le conversazioni tra giornalisti e produttori.

Altro discorso, invece, per quelle critiche un po’ ge-neriche che da qualche tempo – soprattutto dopo il voto del 14 giugno 2015 sulla revisione parziale della Legge RTV e sul “canone per tutti” – piovono con una potenza e una concen-trazione di fuoco mai co-nosciute prima.

Insieme alle Colleghe e ai Colleghi di Dire-zione, ho deciso che non era più possibile passare tutto quanto sotto silenzio. Consapevole di un fenomeno che la sociologia e le scienze della comunicazione conoscono bene: a furia di ripeterle, amplificarle, esacerbarle, anche le menzogne più palesi o le mezze subdolamente piazzate, finiscono per apparire come realtà agli occhi di molta gente, se qualcuno non prova a dire come le cose stanno realmente, a suffragare – come cerchiamo di fare alla RSI - le proprie affermazioni con prove e fatti. Di una cosa dobbiamo es-sere, tutti insieme, lucidamente consapevoli: gli attacchi più virulenti (quelli “a prescin-dere”) sono caratterizzati dalle stesse, massicce dosi di ideologismo che i loro autori rimproverano ai no-stri programmi giornalistici. Ho ben presente che molti di questi attacchi sono stru-mentalmente rivolti alla RSI in quanto azienda editoriale attiva in un mercato pubblicistico (e pubblicitario) andatosi vieppiù aprendo ed allargando, assai più raramente alla qua-

lità e indipendenza dei suoi programmi. Il quadro generale di difficoltà economiche, ristrettezze finanziarie, l’accre-sciuta competizione in vista dei prossimi appuntamenti elet-

torali fanno sì che la tempe-sta difficilmente si placherà. Il dibattito, la discussione, la critica sono benvenuti e dobbiamo essere attenti e presenti, pronti a correggere le manchevolezze, disposti ad ammettere limiti, capaci

di lavorare per migliorarci. Chiedo però un dibat-tito basato sui fatti. Bisogna avere bene in chiaro chi

scende in campo e quali logiche e interessi rappresenta. Continuate a guardare all’offerta del servizio pubblico

con atteggiamento critico, ma equilibrato; condividete i sin-goli giudizi, ma riflettete anche serenamente sul ruolo che la RSI ha nella e per la Svizzera italiana. Quale produttore di informazione, approfondimento, intrattenimento, cultura in grado interessare il pubblico, o meglio le varie categorie di pubblico; ma anche quale datore di lavoro importante per i propri dipendenti e per la piazza economica regionale.

Indebolire la nostra Azienda non è – credetemi – nell’inte-resse generale e nemmeno in quello del settore dei media nella nostra regione.

Sì al confronto, sì alla discussione aperta, trasparente, senza secondi fini, sì al dibattito sul Servizio pubblico e sulla sua legittimità. No alle accuse generiche, no al pregiudizio che inquina – so-verchiandolo - ogni giudizio. È importante che questa discussione pubblica essenziale sia condotta a più voci, compresa quella della così detta e spesso invocata “società civile”. Alla luce di quanto apparso sui nostri giornali negli ultimi mesi e settimane davvero mi chiedo - e chiedo a chi è arrivato a leggermi sin qui - Cui prodest?

Post scriptum: la domanda in chiusura di articolo è evidentemente retorica.

SÌ AL CONFRONTO, SÌ ALLA DISCUSSIONE APERTA, TRASPARENTE, SENZA SECONDI FINI, SÌ AL DIBATTITO SUL SERVIZIO PUBBLICO E SULLA SUA LEGITTIMITÀ. NO ALLE ACCUSE GENERICHE, NO AL PREGIUDIZIO CHE INQUINA – SOVERCHIANDOLO - OGNI GIUDIZIO. È IMPORTANTE CHE QUESTA DISCUSSIONE PUBBLICA ESSENZIALE SIA CONDOTTA A PIÙ VOCI, COMPRESA QUELLA DELLA COSÌ DETTA E SPESSO INVOCATA “SOCIETÀ CIVILE”.

IL GIUDIZIO, LA CRITICA, IL DIRITTO STESSO DI OGNI SINGOLO CITTADINO-UTENTE AL QUALE È INDIRIZZATO IL NOSTRO LAVORO QUOTIDIANO SONO NON SOLO SACROSANTI, MA ANCHE UNO STIMOLO PER METTERCI IN DISCUSSIONE. SI AFFIANCANO ALLE VERIFICHE CHE QUOTIDIANAMENTE OGNI REDAZIONE CONDUCE AL PROPRIO INTERNO

IL QUADRO GENERALE DI DIFFICOLTÀ ECONOMICHE, RISTRETTEZZE FINANZIARIE, L’ACCRESCIUTA COMPETIZIONE IN VISTA DEI PROSSIMI APPUNTAMENTI ELETTORALI FANNO SÌ CHE LA TEMPESTA DIFFICILMENTE SI PLACHERÀ.

9RUBRICA PER.CORSI COMUNI ISTITUZIONALI NOTIZIE DAGLI ORGANI E DAL CONSIGLIO DEL PUBBLICO

ASSEMBLEA GENERALE DEI SOCILugano-Besso, sabato 30 maggio, Auditorio Stelio Molo

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RUBRICA PER.CORSI COMUNI ISTITUZIONALI NOTIZIE DAGLI ORGANI E DAL CONSIGLIO DEL PUBBLICO

RUBRICA PER.CORSI COMUNI ISTITUZIONALI NOTIZIE DAGLI ORGANI E DAL CONSIGLIO DEL PUBBLICO10 11

ORE 14.30: IN AUDITORIO INIZIANO I LAVORI ALLA PRESENZA DI OLTRE 300 SOCI CORSI

ORE 14.00: I PRIMI ARRIVI AGLI STUDI RADIO RSI DI BESSO…

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RUBRICA PER.CORSI COMUNI ISTITUZIONALI NOTIZIE DAGLI ORGANI E DAL CONSIGLIO DEL PUBBLICO

RUBRICA PER.CORSI COMUNI ISTITUZIONALI NOTIZIE DAGLI ORGANI E DAL CONSIGLIO DEL PUBBLICO12 13

IL 2015 È UN ANNO ELETTORALE: I SOCI SONO CHIAMATI A RICONFERMARE O SCEGLIERE I NUOVI MEMBRI DEL CONSIGLIO REGIONALE (25) E DEL CONSIGLIO DEL PUBBLICO (17). IN SALA VENGONO PRESENTATE LE CANDIDATURE (ALCUNI MOMENTI)

SI VOTA!

UN CONGEDO: LA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEL PUBBLICO TIZIANA MONA (A DESTRA) DOPO 8 ANNI LASCIA IL SUO INCARICO ALLA CORSI. GRAZIE PER IL LAVORO SVOLTO!

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RUBRICA PER.CORSI COMUNI ISTITUZIONALI NOTIZIE DAGLI ORGANI E DAL CONSIGLIO DEL PUBBLICO

RUBRICA PER.CORSI COMUNI ISTITUZIONALI NOTIZIE DAGLI ORGANI E DAL CONSIGLIO DEL PUBBLICO14 15

NON SOLO ELEZIONI. ALL’ORDINE DEL GIORNO ANCHE L’APPROVAZIONE DEI CONTI E DEL RAPPORTO ANNUALE D’ATTIVITÀ CORSI. A SEGUIRE, GLI INTERVENTI DEL DIRETTORE GENERALE SRG SSR ROGER DE WECK E DEL DIRETTORE DELLA RSI MAURIZIO CANETTA.

I MEMBRI DEL CONSIGLIO REGIONALE CORSI2016-2019 SARANNO:

Corrado Barenco (nuovo); Anna Biscossa (riconfermata); Nello Broggini (nuovo); Antoine Casabianca (riconfermato); Matteo Ferrari (riconfermato); Michele Foletti (riconfer-mato); Giacomo Garzoli (riconfermato); Umberto Gatti (riconfermato); Françoise Gehring (nuova); Andrea Giudici (nuovo); Giorgio Krüsi (nuovo); Luigi Mattei (riconfer-mato); Germano Mattei (nuovo); Oscar Mazzoleni (ricon-fermato); Natalia Micocci Ferrara (nuova); Luigi Pedrazzini (riconfermato); Michele Rossi (riconfermato); Paolo Sanvido (riconfermato). Per il Grigioni italiano: Alessandro Della Vedova (riconfermato); Maurizio Michael (riconfermato).

Dei rimanenti 5 rappresentanti, 4 verranno designati dal Con-siglio di Stato ticinese e 1 dal Consiglio di Stato grigionese.

I MEMBRI DEL CONSIGLIO DEL PUBBLICO CORSI 2016-2019 SARANNO:

Flavio Beretta (nuovo); Francesca Bordoni (riconfermata); Don Massimo Braguglia (riconfermato); Pepita Vera Con-forti (nuova); Nicola Pini (riconfermato); Saverio Snider (riconfermato); Roberto Stoppa (riconfermato); Giorgio Tresoldi (riconfermato); Giacomo Viviani (riconfermato). Per il Grigioni italiano: Raffaella Adobati Bondolfi (ricon-fermata); Paola Müller-Storni (riconfermata).

Dei rimanenti 6 rappresentanti, 4 verranno cooptati dal CP stesso mentre 2 saranno designati dal Consiglio regionale fra i suoi eletti.

L’ASSEMBLEA TERMINA CON UN APERITIVO. CI VEDIAMO L’ANNO PROSSIMO!

Page 9: Per.corsi settembre 2015

RUBRICA PER.CORSI COMUNI SERATE PUBBLICHE E ALTRI EVENTI SUL TERRITORIO, IN MEZZO A VOI 16 17RUBRICA PER.CORSI COMUNI

SERATE PUBBLICHE E ALTRI EVENTI SUL TERRITORIO, IN MEZZO A VOI

LA NUOVA RETE UNO. MI PIACE? Bellinzona, lunedì 27 aprile, Spazio aperto

RUBRICA PER.CORSI COMUNI SERATE PUBBLICHE E ALTRI EVENTI SUL TERRITORIO, IN MEZZO A VOI 16

Il dibattito dal titolo “La nuova Rete UNO. Mi piace?”, ha visto appunto la partecipazione di diversi gior-nalisti e addetti al settore. Forse, come ha detto Caratti nella sua introduzione, perché a cambiare pelle e a mettersi in discussione oggi non è solo la Rete Uno o il servizio pubblico, ma l’intero settore dei media. E, allora, di fronte ad un cambiamento epocale che coinvolge tutti, ridefinisce i parametri di azione e le regole del gioco in particolare in un territorio così piccolo come il nostro, unire le forze e creare momenti condivisi di riflessione e di confronto può fare la differenza, contribuire al dibattito e alla formazione dell’opinione pubblica ma soprattutto ad individuare stra-tegie e risposte per il futuro. Perché la realtà mediatica internazionale ci insegna che oggi nessuna Rete, nessun

personaggio televisivo, nes-sun programma, è insosti-tuibile. Tutto si muove e tutto cambia, l’importante, ha ricordato Fazioli “è che la qualità sappia rinnovarsi” in sintonia con la “nuova antropologia dell’ascolta-

tore radiofonico”, che oggi non cresce più a “pane e Radio Monteceneri” ma ha una infinità di fonti,

voci e piattaforme tecnologiche in grado di informarlo ed intrattenerlo in ogni luogo e ad ogni ora, così come la SSR e la RSI si trovano a competere con gruppi editoriali sempre più grandi e coesi capaci di agire a livello nazionale e di offrire un’informazione di qualità e programmi di intrattenimento vincenti. Per intenderci, usando le parole di Caratti, “sono passati i tempi in cui il presidente della CORSI, Claudio Generali, poteva permettersi di dire ‘noi siamo l’unico ente capace di fare informazione a livello na-zionale’ ”, oggi possono dire la stessa cosa anche Tamedia e Ringier che hanno la possibilità di coprire gran parte del territorio (ricordiamo come Ringier, proprio di recente, ha stretto l’alleanza con la Holding ticinese MediaTI). Con una differenza sostanziale: non hanno a disposizione i proventi e le risorse dati dal canone e al tempo stesso non agiscono secondo le direttive di una legge federale. Motivo

S olitamente, gli eventi pubblici in cui si parla di giornalismo, mass media e comunicazione vedono la partecipazione di un folto e vivace pubblico di

lettori, ascoltatori, telespettatori e utenti della Rete che hanno a cuore la qualità e l’identità del loro giornale, della radio o della tv di riferimento mentre vengono quasi regolarmente disertati dagli addetti al settore. I giornalisti, i redattori così come i direttori di testata, di programma o i dirigenti dei gruppi editoriali, difficilmente compaiono o si sentono coinvolti a tal punto da ritenere queste occasioni dei momenti di confronto importante e, perché no, utili talvolta per imparare cose nuove. Forse, come nel resto del mondo sta accadendo ormai da tempo, anche nel nostro Cantone la sensibilità e l’attenzione in questo senso stanno cambiando e l’autoreferen-zialità lascia pian piano il posto ad un atteggiamento più umile, aperto, di curio-sità e di confronto. Così non solo grandi testate come il Guardian, il New York Ti-mes o l’emittente pubblica BBC hanno capito che il centro dell’informazione e dell’in-trattenimento digitale multimediale del nostro secolo è il cittadino, il consumatore, il fruitore dei prodotti e dei programmi, anche gli attori mediatici di casa nostra pian piano e sempre di più mettono il pubblico al centro. Certo, a parole, il pubblico, è sempre stato al centro, oggi però lo è in modo diverso, più completo, dinamico, interattivo, attento e soprattutto mobile. E questo va compreso, da qui si deve partire, se si vuole avere una carta da giocare nel futuro mediatico dell’informazione e dell’intrattenimento anche come servizio pubblico con un mandato e delle regole di azione precise come la SSR, e segnatamente la RSI. Lo ha detto chiaramente Milena Foletti, responsabile Diparti-mento programmi e immagine nonché vicedirettrice RSI, chiamata in causa a difendere l’operato e il nuovo palinse-sto della Rete Uno nell’evento pubblico organizzato dalla CORSI di fronte ad un critico, ma non troppo, Matteo Caratti, direttore del quotidiano La Regione.

di NATASCHA FIORETTI, GIORNALISTA

con: Matteo Caratti, direttore LaRegione Milena Folletti, responsabile Dipartimento programmi e immagine RSI

Moderatore: Michele Fazioli, giornalista

NON SOLO GRANDI TESTATE COME IL GUARDIAN, IL NEW YORK TIMES O L’EMITTENTE PUBBLICA BBC HANNO CAPITO CHE IL CENTRO DELL’INFORMAZIONE E DELL’INTRATTENIMENTO DIGITALE MULTIMEDIALE DEL NOSTRO SECOLO È IL CITTADINO. ANCHE GLI ATTORI MEDIATICI DI CASA NOSTRA PIAN PIANO E SEMPRE DI PIÙ METTONO IL PUBBLICO AL CENTRO.

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per cui il servizio pubblico non risponde a logiche politiche o commerciali ma è “l’espressione della volontà dei cittadini e delle cittadine. Noi agiamo in un certo modo perché così siamo legittimati e perché questo prevede la concessione con un preciso mandato di programma che implica dei doveri e degli obblighi nel confronto di scelte editoriali e di qualità”. Da qui, Milena Foletti è partita per entrare nel vivo della questione, ovvero la difesa del nuovo palinsesto della Rete Uno messo in campo dopo il calo di ascolti regi-strato dalla rete generalista volta in particolare all’informa-zione e allo sport (secondo gli ultimi dati -1% rispetto allo scorso). “Abbiamo reagito, ci siamo mossi per cambiare, per comprendere le cause e fornire le risposte adeguate al nostro pubblico sempre più eterogeneo e frammentato”, un lavoro in cui la vicedirettrice della RSI crede molto, definendolo uno sforzo corale per dare un volto al proprio pubblico unendo studi quantitativi e qualitativi, che hanno permesso di individuare i vari segmenti di pubblico, le preferenze, gli spostamenti e in particolare la migrazione dalla Rete Uno. Le risposte emerse hanno così permesso di comporre un nuovo palinsesto più strutturato e meno di flusso, con dei conduttori di riferimento che incarnano al meglio il proprio programma e degli appuntamenti fissi in grado di orientare meglio l’ascoltatore. “Da una radio di flusso è diventata una radio di programmi”, lavorando anche alla scaletta e alla selezione musicale.

Cambiare e innovare andando incontro alle esi-genze, ai gusti e alle possibilità di fruizione degli utenti e dei cittadini non è un lavoro solo della radio o del servizio pubblico ma anche della carta stampata da tempo impe-gnata a trovare nuove strade e nuove formule non solo di interazione e comunicazione con il lettori ma anche di sostenibilità economica. Lo sa bene il quotidiano di Caratti che si identifica nello sforzo e nelle sfide fatte dalla Rete Uno ma ricorda anche come la SSR sia chiamata più degli altri a dover garantire una qualità e un valore aggiunto ineccepibili e come la programmazione radiofonica, in par-ticolare quella di Rete Uno pur di risalire negli ascolti non debba cadere nel tranello di “fare intrattenimento fino a se stesso oppure di scimmiottare programmi o strategie vincenti delle radio private, per fare un esempio su tutti, Radio3iii che grazie ad un eccellente lavoro di marketing, alla figura carismatica di Matteo Pelli e alla capacità di intercettare i gusti del pubblico, continua a registrare in-crementi importanti negli ascolti”.

“La concorrenza è sana, quindi ci fa solo piacere” dice Milena Foletti riconoscendo la forza e il successo del brand di Radio3iii ma al rischio di scadere nell’intratteni-mento fine a se stesso oppure di non tenere ben separati l’ambito giornalistico da quello dell’intrattenimento all’in-terno dello stesso programma ribatte decisa che “le persone sono fatte di testa ma anche di pancia e di voglia di ridere”

e questo vale sia per le radio private che per quelle di servi-zio pubblico. Inoltre, l’intrattenimento è parte integrante del mandato di programma ed è scritto nella concessione, troppo comodo, come vorrebbero fare certi gruppi edi-toriali, demandare al servizio pubblico tutto quello che non fa cassa quindi la cultura, l’informazione, tutti gli aspetti della coesione nazionale ecc. L’intrattenimento ha diritto di cittadinanza nel servizio pubblico, l’impor-tante è che sia di qualità e allo stesso tempo aperto nei confronti del pubblico e ai cambiamenti di fruizione dei contenuti. Qui secondo Caratti, c’è margine di mi-glioramento per il nuovo palinsesto di Rete Uno che a suo avviso dovrebbe studiare nuove modalità di porgere l’intrattenimento al pubblico, di coinvolgerlo e lavorare di più per trovare personalità carismatiche.

A tutto questo assicura Milena Foletti si sta lavorando grazie ad un accurato monitoraggio, dei feedback puntuali dal pubblico che permettono costantemente di aggiustare il tiro e di migliorare e alla formazione di nuove leve da parte della RSI Academy. In particolare è in atto un grande lavoro sulla personalizzazione: “abbiamo deciso che fosse vincente e rispondesse maggiormente a conferire identità alla Rete”.

In conclusione, per chi ha partecipato al dibattito e ne ha potuto toccare con mano la qualità, verrebbe da suggerire un ciclo di serate dove a turno, insieme al pub-blico e agli addetti al settore, si potrebbe discutere anche di altri palinsesti, Reti e testate. Perché quanto è stato detto per La Regione, la SSR e segnatamente per la RSI e la Rete Uno, vale in generale per tutti gli attori dei media

e sarebbe interessante par-larne ponendo l’accento sulle rispettive peculiarità e sulle realtà specifiche. D’al-tra parte, come la cronaca mediatica internazionale, ma non solo, ci dimostra, per affrontare le sfide del

presente e per avere un’opportunità nel futuro, la carta vincente non è solo la competizione ma anche

l’unione di forze, sinergie e competenze in un clima di con-fronto e umiltà. Ben venga, dunque, secondo il presidente della CORSI, Luigi Pedrazzini, un’ autoriflessione e una critica costruttiva pubblica se è mirata al miglioramento della qualità dell’offerta e alla comprensione delle esigenze del pubblico. Il problema, a suo avviso, nasce se le critiche mosse “mirano piuttosto a indebolire il servizio pubblico perché significherebbe ledere l’identità sociale, culturale e politica della SSR”.

L’INTRATTENIMENTO È PARTE INTEGRANTE DEL MANDATO DI PROGRAMMA ED È SCRITTO NELLA CONCESSIONE, TROPPO COMODO, COME VORREBBERO FARE CERTI GRUPPI EDITORIALI, DEMANDARE AL SERVIZIO PUBBLICO TUTTO QUELLO CHE NON FA CASSA QUINDI LA CULTURA, L’INFORMAZIONE, TUTTI GLI ASPETTI DELLA COESIONE NAZIONALE

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LE PREOCCUPAZIONI CONDIVISE DI TV, SCUOLA E FAMIGLIA

La Conferenza cantonale genitori (CCG) ha subito raccolto l’invito della CORSI a partecipare alla concezione di momenti dedicati al rapporto che bambini e giovani hanno con i nuovi media. Ogni generazione di genitori, infatti, è confrontata con nuove sfide legate all’evoluzione della società in cui si trova a educare. Il contesto educativo muta quindi costantemente, ma i compiti dei genitori restano i mede-simi e oggi emerge l’aspirazione a utilizzare i nuovi media a disposizione rendendoli strumenti educativi costruttivi. Qualche decennio fa i genitori han dovuto imparare a gestire le interazioni tra educazione e televisione (ricordate la “TV, cattiva maestra”?). Oggigiorno la frontiera educativa si è spostata sul web, aggiungendo la novità di un rapporto con i media non più gestito tramite un apparecchio per tutta la famiglia, con un preciso palinsesto e un solo telecomando, ma con più PC, tablet e smartphone utilizzabili pressoché ovunque, con cui s’accede a un mare sconfinato di infor-mazioni. Benché il web per molti adulti sia uno strumento di lavoro ormai quotidiano, paradossalmente resta un og-getto misterioso l’uso che ne fanno le generazioni “native digitali”. Molti genitori si sentono inadeguati e sopraffatti dai cambiamenti tecnologici. Desiderano sostenere i figli nell’appropriarsi di un mezzo che ha cambiato il mondo ma tornano in nuove forme vecchi timori, le classiche paure che i nostri figli si faranno del male se non li proteggeremo a sufficienza. Le famiglie sanno di aver bisogno di alleanze con altre agenzie educative, non solo la scuola ma pure il servizio pubblico radiotelevisivo, oggi giustamente incamminato a divenir multimediale. Così a quella TV che non molto tempo fa pareva essere un problema educativo in più i genitori di

oggi, spesso soli e con meno tempo a disposizione affidano invece i propri figli più piccoli, confidando che chi la gestisce abbia un occhio di riguardo nei confronti degli spettatori più piccini. La serata introduttiva organizzata dalla CORSI a Locarno assieme al DFA ci ha confortati su due punti importanti. Da un lato, abbiamo potuto sentire con quale attenzione la programmazione per i più piccoli sia basata su di un’effettiva conoscenza e frequentazione dell’offerta web che enti pubblici e privati rivolgono ai bambini. Abbiamo così apprezzato un’esposizione ragionata che ci rassicura sull’attenzione con la quale si sceglie cosa offrire tramite le emissioni RSI. D’altro canto, la numerosa presenza e gli interventi dei giovani che si apprestano a diventare docenti ci hanno convinti che le preoccupazioni dei genitori sono condivise dai futuri maestri, che si pongono i medesimi interrogativi e le stesse finalità educative. I docenti restano consapevoli dell’importanza e della difficoltà del quotidiano impegno educativo dei genitori e sono attenti nel cercare di sostenerli nel loro operato. Come fare ad aiutare i nostri ragazzi a sviluppare un senso critico nei confronti del flusso costante di informazioni che li sommerge? Come sviluppare in loro la capacità di leggere in un contesto ragionato le singole notizie che i nuovi media rovesciano in ogni istante sui loro tablet e smartphone? A Locarno abbiamo trovato conferma che la scuola e il servizio pubblico radiotelevisivo condividono tali preoccupazioni che fanno parte del lavoro educativo quotidiano di tutte le famiglie. Non possiamo che riconoscere la bontà dello spirito che tuttora anima le istituzioni scolastiche e l’impegno dimostrato dal servizio pubblico offerto dalla RSI. Siamo dunque grati alla CORSI per aver deciso di sviluppare questo tema e attendiamo con impazienza le prossime serate di questo ciclo.

I BAMBINI E IL MONDO DELLA TVLocarno, mercoledì 29 aprile, Aula Magna SUPSI

di ANNA DE BENEDETTI CONTI, PRESIDENTE CCG

con: Luca Botturi, responsabile servizio risorse didattiche, eventi e comunicazione DFA SUPSISusy Poletti, docente e vicepresidente della Conferenza cantonale dei genitori Milena Folletti, responsabile del Dipartimento programmi e immagine RSI

Moderatore: Aldo Sofia, giornalista

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L eggo che una settimana fa si è svolto un dibat-tito dal titolo “Lo sport alla RSI. Mi piace?” (lunedì 4 maggio, ndr). Pubblico pochino, dicono.

Soprattutto, ci viene da aggiungere, se si tiene conto di chi, in privato, dice peste e corna in merito alle cronache di calcio e di hockey alla TV. Non abbiamo assistito alla discussione perché in altre faccende af-faccendati. Ma di cronache radiofoniche e televisive ne abbiamo ascoltate mille, forse duemila. Ricordo con nostalgia i radio-telecronisti Giuseppe Albertini e Tiziano Colotti, ma anche Sergio Ostinelli, preciso e veloce nel descrivere quanto accadeva sul campo, attenendosi ai fatti, per commentarli nei ritagli in cui il gioco era fermo oppure languiva.

Tre cronisti per tre e anche quattro squadre di calcio ticinesi e due di hockey, per corse ciclistiche e campionati di sci alpino, per qualche gara di Formula Uno (Albertini ne ha raccontate alcune). Altre discipline erano affidate al com-mento di collaboratori occasionali, anche a noi della stampa scritta. Nessuno sentiva il bisogno, allora, di chiedersi se an-dasse bene così. Qualche commento salace, pure cattivo, si

sentiva già allora, ma le cose sono peggiorate col tempo. I benedetti-maledetti derby hanno ulteriormente incattivito i rapporti fra le tifoserie che non sono mai stati per la verità un esempio di sportività. Del resto, accade così in tutto il mondo dello sport competitivo, forse escluso il rugby, incredibile ma vero. Eppure ci si ostina a mandare in campo le squadre con

i giocatori che tengono per mano bimbetti innocenti che li guardano con occhi grandi così. Giocatori i quali poco dopo il fischio d’inizio se le danno (di brutto, come

direbbe un telecronista di oggi), insultano arbitri e avversari oppure fingono d’aver subito falli inesistenti.

Certo, lo sport, calcio e hockey tanto per dire, non sono attività per ragazzini e ogni tanto i colpi duri, le infrazioni pesanti e non solo occasionali succedono. Ma a tutto c’è un limite. Così come non si capisce perché non si faccia qualcosa di efficace e concreto nei confronti delle tifoserie che hanno scelto gli stadi dove sfogare le loro insulse, sciagurate battaglie, disinteressandosi completamente di quanto avviene in campo, non solo all’estero ma bensì sempre più frequentemente anche nei nostri stadi, nuovi di zecca o vetusti che siano.

di ALCIDE BERNASCONI, GIORNALISTA PER GENTILE CONCESSIONE DELL’AUTORE E DEL SETTIMANALE AZIONE (EDIZIONE 11 MAGGIO 2015)

MI PIACE LO SPORT ALLA RSI? E SUI GIORNALI?Le cronache sportive in diretta suscitano pareri discordi. Se ne può discutere per migliorarne la qualità, anche se – come è inevitabile – lasciano pur sempre il tempo che trovano

CERTI COMMENTI, QUANDO CI SONO DA FESTEGGIARE CERTE VITTORIE COME QUELLE DI FEDERER, SONO SEMPRE BELLI E NON NECESSITANO DI DIBATTITI SULLA QUALITÀ, LA COMPETENZA, LO SPIRITO DI OSSERVAZIONE DI CHI LE RACCONTA.

Torniamo però alla domanda iniziale: «Piace lo sport così come raccontato dalla RSI?». A me, francamente im-porta poco. Se un certo modo di esporre le cose a cui assisto in TV non piace assolutamente, vuoi per l’insistenza su vere e proprie quisquilie, o ancora per una presunta mancanza di obiettività, cerco un commento più gradito, questione di punti di vista. Altri, invece, a prescindere cambiano siste-maticamente il canale. Potessero, sceglierebbero perfino un commento in lingua cinese. Un giorno succederà.

Non succede invece che si discuta pubblicamente della qualità delle cronache della stampa scritta. Forse perché il pubblico è soddisfatto? Tutt’altro. Di solito il tifoso dice in faccia al cronista quel che pensa e, anche se spalleggiato da al-tri insoddisfatti lettori, ha così il coraggio delle proprie azioni, sia pure infiorate da qualche pesante insulto. I tifosi scrivono ai giornali. Pretendono in qualche caso risposte. Un giorno Sergio Caratti, direttore del Corriere del Ticino, giornale nel quale ho lavorato fino al pensionamento, mi portò una lettera scrittagli da un amico direttore di scuola, oltre che sindaco del paese di cui ero originario (lui non lo sapeva e nemmeno Caratti, suppongo). Una lunga lettera per chiedere al direttore di non permettermi più di scrivere dell’Ambrì Piotta–la sua squadra del cuore – perché avevo dimostrato con la cronaca fra Lugano e ZSC del weekend precedente il mio sviscerato amore, privo di senso critico, per l’HC Lugano. Il direttore

scrisse i suoi appunti, forse dopo aver telefonato all’autore-vole lettore (!), e consegnò il tutto al caporedattore Mauro Maestrini. Dissi che mi rifiutavo di fare ogni commento, conoscendo gran parte dei tifosi di allora,e se ci fossero stati altri reclami, allora potevo anche dire due parole. Non suc-cesse nulla e così continuai a scrivere dell’Ambrì, del Lugano, di tutte le altre squadre e della Nazionale. Questo per dire – come mi par giusto che sia – che le critiche dei cronisti sportivi nella maggior parte dei casi lasciano il tempo che trovano. A proposito di cronache, mi spiace molto che mio padre, grande appassionato di tennis, non abbia potuto vedere all’opera Roger Federer. Quando lasciò questo mondo, ormai molti anni fa, egli non sapeva dell’esistenza di questo nostro campione in erba, così neppure noi. Avrebbe vissuto incontri memorabili del nostro asso della racchetta, cercando, ne sono certo, di imitarne qualche colpo il giorno appresso, giù nel campo del TC Lugano, sparando le sue bordate, a settant’anni suonati, dopo aver cominciato a palleggiare appena andato in pensione. Sono certo, altresì, che avrebbe assistito alle gare più belle col commento in italiano, poi in tedesco e infine in francese. Le sue giornate di Wimbledon sarebbero state interminabili! Certi commenti, quando ci sono da festeggiare certe vittorie come quelle di Federer, sono sempre belli e non necessitano di dibattiti sulla qualità, la competenza, lo spirito di osservazione di chi le racconta.

Le immagini della serata organizzata dalla CORSI allo Studio FOCE a Lugano

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UN POMERIGGIO ALLA SPAI Trevano, mercoledì 6 maggio

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L ’occasione era ghiotta: presentare il libro Menu per Orchestra - L’arte culinaria dagli antichi banchetti musicali ai moderni programmi radiotelevisivi a un

gruppo di ‘addetti ai lavori’ speciali: gli apprendisti cuochi della Scuola Professionale artigianale e industriale. Nella pubblicazione, la specialista di storia dell’alimentazione Marta Lenzi Repetto, la musicologa Anna Ciocca-Rossi e il giornalista radiotelevisivo Giacomo Newlin ripercorrono il legame fra cibo e musica attraverso le varie epoche storiche.

In programma, anche la proiezione de Lo spiritello del gusto, un breve radiodramma realizzato dalla RSI - Rete Due tratto dallo stesso libro Menu per Orchestra. Il soggetto ha per protagonista un simpatico ‘fantasmino’ che narra le vicende di Maestro Martino, noto cuoco ori-ginario di Torre in Val di Blenio, conteso dalle cucine di corte italiane nella seconda metà del ‘400. Nell’Aula Magna di Trevano, durante la proiezione, non volava una mosca.

In conclusione, gli studenti e il pubblico presente alla SPAI hanno potuto vedere il documentario di 6 mi-nuti realizzato per la RSI da Sara Galeazzi, al seguito del team della Svizzera italiana che ha partecipato al concorso di pasticceria a Lione; un’opportunità per sottolineare il ruolo della nostra radiotelevisione nella promozione dei talenti della gastronomia.

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PRESENTAZIONE DEL LIBRO MENU PER ORCHESTRA ALLA STAMPA SPECIALIZZATA ITALIANAMilano, mercoledì 13 maggio, Ristorante Daniel

CONCERTO DELL’ORCHESTRA DELLA SVIZZERA ITALIANA IN OCCASIONE DI EXPO 2015 Milano, martedì 19 maggio, Auditorium Verdi

Il pomeriggio, per i soci CORSI, è iniziato presto, con la trasferta collettiva in torpedone e la visita alla mostra ‘Leonardo da Vinci 1452-1519’ a Palazzo Reale. Prima del

Per i saluti ufficiali hanno preso la parola il Console generale Massimo Baggi e il Consigliere di Stato Manuele Bertoli. Durante la pausa, è stato presentato al pubblico il libro Menu per Orchestra.

concerto delle 20.30, il Consolato di Svizzera a Milano, co-sponsor dell’evento insieme alla CORSI, ha offerto un ricco aperitivo a tutti i partecipanti e ad alcuni ospiti di riguardo.

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PRESENTAZIONE DI MENU PER ORCHESTRA ALLO SPAZIO OFFICINA Chiasso, venerdì 12 giugno

Un’occasione speciale organizzata in concomitanza con la mostra “Daniel Spoerri. Eat art in transformation” allestita al m.a.x mu-seo, accompagnata e impreziosita da tre intensi momenti musicali

a cura dell’Orchestra della Svizzera italiana i cui solisti Corrado Giuffredi e Paolo Beltramini al clarinetto e Cesare Chiacchiaretta alla fisarmonica, hanno eseguito musiche di Ponchielli.

Il concerto “sotto le stelle” sostenuto dalla CORSI e da Ban-caStato ha potuto contare su una serata di bel tempo. Oltre 60 i soci della CORSI che hanno potuto apprezzare l’ambiente

suggestivo in cui si è svolto l’evento. Anche la presentazione di Menu per Orchestra ha trovato la sua collocazione ideale durante la diretta della RSI-Rete Due a cura di Giuseppe Clericetti.

CONCERTO DEL MONTEBELLO FESTIVALBellinzona, mercoledì 8 luglio, Castello di Montebello

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RUBRICA “CORSI FUORI” APPUNTAMENTO CON IL MONDO CHE CI GUARDA E CHE CI PARLA

RUBRICA “CORSI FUORI” APPUNTAMENTO CON IL MONDO CHE CI GUARDA E CHE CI PARLA30 31

a cura di CHIARA SULMONI, SEGRETARIATO CORSI

I l 3 aprile 1985, su iniziativa delle radiotelevisioni di servizio pubblico RAI, RSI, RTV Koper-Capodistria, Radio Vaticana e San Marino RTV, nasce a Firenze

la Comunità radiotelevisiva italofona (CRI). Per capire di

Da quali esigenze è nata la Comunità radiotele-visiva italofona e quali sono oggi le sue priorità e le sue ambizioni?

La Comunità radiotelevisiva italofona (CRI) è nata 30 anni fa con l’obiettivo di valorizzare la lingua italiana e la cultura di cui è portatrice attraverso la collaborazione isti-tuzionale di radiotelevisioni di servizio pubblico operanti nei territori di lingua italiana. Un compito che, allora, agli albori della liberalizzazione dei mercati mediatici, era relativamente facile.

Poi la situazione mutò sempre più rapidamente: televisioni e radio private, concorrenza nazionale e inter-

cosa si tratta e come è cambiata nel corso di questi 30 anni, incontriamo il suo attuale presidente e già direttore della RSI, Dino Balestra.

nazionale, lotta per la conquista dei mercati e dei prodotti, esplosione dei costi, giù giù fino all’avvento dell’online e la messa in discussione, a livello continentale, dei compiti del servizio pubblico.

Il pubblico, se così si può dire, divenne da “in-genuo” a “viziato” da fedele a migrante alla ricerca del maggior piacere (o soddisfazione) disponibile.

La Comunità ha dovuto e deve fare i conti con queste trasformazioni continuamente in atto. Così, pur continuando a promuovere scambi e produzioni di pro-grammi secondo l’originale vocazione, ha spostato la sua attenzione su due nuovi fronti prioritari: dal punto di

ITALIANO: “UNA LINGUA CHE RIDÀ LA VISTA”

vista della lingua e della cultura italiana, la CRI opera soprattutto con l’italiano sulla e oltre le tradizionali frontiere territoriali e linguistiche, ritenendo la frontiera

- anche quella psicologica della percezione del diverso - il “luogo” dove la lingua italiana con i suoi contenuti gioca la sua più importante partita.In altre parole, l’italiano, da un lato, deve misurarsi con realtà linguistiche e culturali

“altre”, facendosi portatore dei contenuti e delle peculia-rità del proprio sguardo sul mondo e, dall’altro, dev’essere capace di veicolare al suo interno sguardi e contenuti che non gli appartengono naturalmente. Insomma, cultura in senso molto ampio, intesa come capacità di lettura del mondo e di influire sulle differenti realtà del mondo, e quindi cultura di lingua italiana, e cultura in lingua italiana, come competenza di elaborare in senso pro-prio stimoli e differenze provenienti dall’esterno.

Ovviamente per fare questo l’italiano deve cam-biare modalità di porsi e di comunicarsi, non disdegnando, come avvenuto in passato, veicoli come la musica leggera, la cucina e la gastronomia, lo sport, i fumetti e via dicendo, con buona pace della triade spesso invocata con l’intensità di un mantra: Dante, Petrarca e Boccaccio. Infine, sulla frontiera l’italiano deve essere pure in grado di intercettare i nuovi bisogni che pro-vengono dai conflitti e dalle trasformazioni in atto, ai quali deve saper dare adeguate e convincenti risposte: è l’al-tro inevitabile confronto dove l’italiano, con i suoi contenuti e le sue modalità comunicative, deve dimo-strare di essere in grado di rinnovarsi.

La Comunità ha lavorato intensamente in questa direzione, in particolare partecipando al convegno di Ba-silea (maggio 2014) dedicato all’italiano sulle frontiere del Nord, organizzando un analogo convegno a Capodistria (giugno 2014) per quanto riguarda l’italiano sulle rive orientali dell’Adriatico e, nel dicembre dello stesso anno, un successivo convegno a Roma dedicato all’italiano nel Mediterraneo.

Queste e altre attività mostrano come la CRI in-tenda muoversi sempre più a livello internazionale quale punto di riferimento e d’incontro per coloro che operano nell’ambito della promozione e dell’uso della lingua ita-liana grazie anche al particolare impegno con cui cura il proprio sito online.

Al punto 1 della Carta programmatica (sul sito www.comunitaitalofona.org) si parla di una “Comunità aperta, creativa e pragmatica, strategicamente ispirata alla valorizzazione del prodotto di lingua italiana e orientata alla di-mensione dell’italicità nel mondo”. Quali sono nel concreto le attività della CRI?

Da anni ormai lo scambio o la messa a disposizione di programmi, le coproduzioni o altre modalità simili di collaborazione avvengono soprattutto in ambito radiofo-nico. Infatti, i palinsesti televisivi sono fortemente anco-rati alle esigenze dei propri mercati, composti da pubblici

specifici e mirati, i quali impediscono una valoriz-zazione comune di even-tuali programmi concepiti insieme, dai Balcani alle coste del Mediterraneo alla Svizzera e via dicendo. Inol-tre, le produzioni televisive richiedono importanti in-vestimenti di mezzi tecnici e finanziari, sempre meno

sopportabili dalle aziende radiotelevisive di servizio pubblico. Quali esempi concreti di attività della CRI

posso citare la messa a disposizione degli archivi, pur con i limiti posti dalle questioni dei diritti, la partecipazione a progetti radiofonici comuni, come in settembre avverrà in Romania tra la Radiotelevisione rumena, RadioRai e Radiovaticana o la prossima realizzazione, su proposta RSI,

di un programma dedicato alla musica e all’italiano in occasione della Settimana dell’italiano nel mondo, a ottobre. Altri esempi ri-guardano il patrocinio che la CRI offre a numerose iniziative, come nel giugno

scorso a Roma al Festival Internazionale Cinedeaf, oppure l’accordo triennale di partecipazione e di so-

stegno ad un corso online di lingua italiana attraverso la musica classica appena sottoscritto con l’Università per gli stranieri di Siena e la Fondazione Tito Gobbi.

Vi è poi un’intensa attività di relazioni internazionali, sfociata in aprile di quest’anno negli accordi di collaborazione con la radiotelevisione di servizio pubblico del Montenegro, che ha ripreso emissioni dedicate alla lingua e alla realtà italiana, e con l’analoga radiotelevisione albanese, cui si aggiungono intensi rapporti con gli Istituti italiani di cultura all’estero e parecchi Dipartimenti di italianistica di Università straniere.

Da ultimo, segnalo l’intenzione dei colleghi di Tu-nisi di continuare, attraverso un seminario dedicato, le

VANNO PROMOSSE LE INIZIATIVE ONLINE, CAPACI DI VEICOLARE IN MODO CAPILLARE E UNIVERSALE CONTENUTI, PROGRAMMI TRADIZIONALI E AD HOC COMPRESI, E INTERATTIVITÀ, DANDO AL PUBBLICO E AL SINGOLO INDIVIDUO UNA POSSIBILITÀ DI ACCESSO E DI PARTECIPAZIONE INIMMAGINABILI FINO A QUALCHE ANNO FA

LA CRI INTENDE ESSERE SOPRATTUTTO UN PUNTO DI RIFERIMENTO, DI INCONTRO, DI SCAMBIO, DI STIMOLO, DI CREAZIONE DI OPPORTUNITÀ FRA COLORO CHE NEL MONDO, DENTRO E FUORI LE FRONTIERE TRADIZIONALI, OPERANO CON E “NELLA” LINGUA ITALIANA, CHE SI TRATTI DI CULTURA IN SENSO STRETTO, DI GASTRONOMIA, DI MUSICA CLASSICA O LEGGERA, DI ATTIVITÀ PROFESSIONALI O SPORTIVE, DI EDITORIA O DI INIZIATIVE ONLINE COME LE RECENTI RADIO ONLINE SORTE A LONDRA E A NEW YORK.

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riflessioni e le volontà manifestate nel dicembre scorso a Roma nel convegno sull’italiano nel Mediterraneo e l’invito, per fine novembre, in Uruguay per avviare sinergie nell’am-bito della promozione della lingua e della cultura italiana.

Qual è il contributo specifico della RSI nell’am-bito della CRI?

RSI, in particolare Rete Due, collabora con la CRI molto intensamente, come già detto sia con la messa a disposizione di programmi e materiale d’archivio libero da diritti, sia con contributi creativi originali, sia, infine, partecipando in modo attivo e regolare a molte iniziative della Comunità.

In che modo e con quale successo la CRI colla-bora con le radio e le TV estere?

La Comunità non è un “ente” o un pezzo di azienda in grado di stipulare accordi o prendere iniziative autonome. La CRI intende essere soprattutto un punto di riferimento, di incontro, di scambio, di stimolo, di creazione di oppor-tunità fra coloro che nel mondo, dentro e fuori le frontiere tradizionali, operano con e

“nella” lingua italiana, che si tratti di cultura in senso stretto, di gastronomia, di musica classica o leggera, di attività professionali o spor-tive, di editoria o di inizia-tive online come le recenti radio online sorte a Londra e a New York.

Lungo è l’elenco dei nostri membri, al di là dei soci fondatori, RAI, RSI, San Marino, Vaticano, Capodistria. In ambito radiotele-visivo troviamo la Tunisia, Malta (PBS), Germania (Radio Colonia), Corsica, Romania (Radio Romania Internazio-nale), Croazia (HRT), Albania (RTSH), TV 2000, Monte-negro, Alma TV. Fanno pure parte della CRI l’Accademia della Crusca, Globus et Locus, Italian Culture no Net (ICoN), l’Istituto statale per Sordi di Roma, la Libera Università dei diritti umani (LUNID), la Società Dante Alighieri, Pro Radio Tv, Italradio, l’Università di Modena (Dipartimento di Studi linguistici e Culturali), l’Università per stranieri di Perugia, l’Università per stranieri di Siena.

Sempre nella carta programmatica, si dice che la CRI recentemente “ha voluto crearsi nuovi spazi di libertà per adeguarsi alle realtà sempre meno istituzionali e sempre più condizionate dalle scelte del pubblico”: cosa significa in ter-mini pratici e in che modo riuscite a interagire con il pubblico?

Detto molto semplicemente, bisogna sviluppare quelle ho definito nuove modalità di porsi e di comunicare da parte della lingua italiana. Innanzitutto vanno promosse le iniziative online, capaci di veicolare in modo capillare e universale contenuti, programmi tradizionali e ad hoc compresi, e interattività, dando al pubblico e al singolo individuo una possibilità di accesso e di partecipazione inimmaginabili fino a qualche anno fa. Poi, ma direi con-temporaneamente, l’italiano deve lasciarsi “sporcare”, com-promettere, meticciare con i nuovi bisogni, le nuove attese, per quanto non sempre condivisibili possano apparire, e deve saper trarre dall’intimo dei suoi contenuti e della sua storia risposte all’altezza dell’ansia delle domande. Soltanto così, credo, misurandosi con forze talvolta superiori potrà ritrovare vigore e visioni: capacità di leggere il mondo e, comprendendolo, di modificarlo.

Difficoltà e successi di una storia lunga trent’anni…?

Nel passato i successi non sono mancati, ma, come si usa dire, erano altri tempi: tempi di emittenti e di territori pro-tetti, tempi di pubblico per forza di cose fedele. Adesso, per le ragioni esposte sopra, bisogna difendere il pre-sente e inventarsi il futuro: è indubbio che l’italiano soffre la presenza di altre realtà linguistiche, come è altrettanto vero che soffre anche per propria mancanza di ambizioni e di sostegno.

Può creare simpatia essere la lingua del piacere, della cucina, delle vacanze, di una certa musica leggera e

della musicalità, del cosiddetto ‘Italian style’, ma così non si va lontano, come non si va lontano invocando sempre l’invasione dell’inglese o, dalle nostre parti, del tedesco. Lontano si va soltanto varcando le frontiere, misurandosi, mettendosi all’ascolto e trovando le giuste ambizioni per legittimarsi verso gli altri come interlocutore necessario per la comprensione delle multiformi realtà odierne e nella gestione delle differenze.La CRI opera sempre più in questa direzione, convinta che la lingua, in questo caso la lingua italiana, rappresenti un ‘gesto’ capace di superare gli stereotipi e i pregiudizi che ci accecano. “Una lingua che ridà la vista”.

PUÒ CREARE SIMPATIA ESSERE LA LINGUA DEL PIACERE, DELLA CUCINA, DELLE VACANZE, DI UNA CERTA MUSICA LEGGERA E DELLA MUSICALITÀ, DEL COSIDDETTO ‘ITALIAN STYLE’, MA COSÌ NON SI VA LONTANO, COME NON SI VA LONTANO INVOCANDO SEMPRE L’INVASIONE DELL’INGLESE O, DALLE NOSTRE PARTI, DEL TEDESCO. LONTANO SI VA SOLTANTO VARCANDO LE FRONTIERE, MISURANDOSI, METTENDOSI ALL’ASCOLTO E TROVANDO LE GIUSTE AMBIZIONI PER LEGITTIMARSI VERSO GLI ALTRI COME INTERLOCUTORE NECESSARIO PER LA COMPRENSIONE DELLE MULTIFORMI REALTÀ ODIERNE E NELLA GESTIONE DELLE DIFFERENZE

GLI ANNI ALLA RSI“UN RICORDO MOLTO BELLO”

RUBRICA: CORSI IN BUCALETTEREGIORNALISTI E PENNE NOTE CI SCRIVONO

Il mio rapporto con l’azienda radiotelevisiva della Sviz-zera italiana è molto particolare, perché ai microfoni della radio, nella sede di Besso, negli anni Settanta ho

compiuto i miei primi passi da giornalista. Terminati gli studi in scienze politiche a Firenze e a

Ginevra, avevo deciso di tornare a vivere in Ticino per con-tinuare l’attività editoriale nell’azienda di famiglia, che a quei tempi pubblicava l’Eco di Locarno, un trisettima-nale con un taglio molto lo-cale. Prima di iniziare quel percorso desideravo però farmi le ossa altrove. Lavo-rai così per un paio d’anni nelle redazioni locali del Corriere del Ticino, allora diretto da Guido Locar-nini, e proseguii la forma-zione alla Radio della Sviz-zera italiana. Al colloquio di assunzione in qualità di praticante, l’allora presidente della CORSI, il locarnese Carlo Speziali, insospettito dai miei studi in Italia nel caldo post-sessantotto, mi chiese con quale partito politico mi sentissi più in sintonia: risposi “al partito dei giornalisti”. Era con questo approccio di indipendenza che desideravo avvicinarmi alla professione. Una scelta alla quale ho sem-pre cercato di rimanere fedele.

Gli anni trascorsi negli studi di Besso, forse anche perché legati alla mia gioventù, rimangono per me un ri-cordo molto bello.

Ho lavorato dapprima alla redazione degli esteri, di-retta allora da Aldo Sofia: un ottimo maestro al quale mi lega tuttora una forte amicizia. Di quel periodo ricordo ancora animate discussioni sulla politica internazionale con colleghi interessanti come Giampiero Pedrazzi, Michele Fazioli, Alfonso Tuor, Sergio Ostinelli, Eugenio Jelmini, Luigi Mattia Bernasconi. A volte veniva a trovarci in reda-zione anche il responsabile dell’informazione radiotelevi-siva Antonio Riva, che assieme a Giampiero Pedrazzi e a

Guido Locarnini costituiva figura di sicuro riferimento per un giovane che si stava avvicinando al mondo dell’editoria. Dopo l’esperienza alla sezione esteri, passai alle cronache regionali, dirette da Michele Fazioli, per meglio prepararmi all’esperienza che mi attendeva nell’azienda di famiglia. Ma non lo feci a cuor leggero, perché la politica estera rimaneva la mia grande passione. Così come non fu facile

lasciare la Radio dopo due anni bellissimi per andare a dirigere il localissimo Eco di Locarno. Per anni mi chiesi – e me lo domando ancora oggi – se sia stata una scelta giusta. Anche perché con il passare del tempo le mie mansioni diventavano sem-pre più quelle dell’editore, a contatto sì con la redazione, ma più orientato a far qua-drare i bilanci che a scrivere. Dati i miei orari di lavoro

guardo poco la televisione, ma ascolto molto Rete Uno per informarmi su quanto avviene in Ticino e nel mondo. Apprezzo i programmi informativi radiofonici, che non sono mai provinciali e ritengo abbiano una qualità molto elevata. Sono persuaso che l’ente radiotelevisivo della Sviz-zera italiana svolga molto bene il suo mandato pubblico, anche se tutto è sempre migliorabile, e mi ha scandalizzato che due ticinesi su tre durante l’ultima consultazione ab-biano espresso un voto negativo nei confronti della nostra radiotelevisione.

Nel mio ruolo di editore mi trovo in conflitto con la RSI su due fronti. Mi irrita quando soffia alle testate ticinesi i giornalisti migliori allettandoli con stipendi più elevati, ma soprattutto quando pratica tariffe pubblicitarie eccessivamente concorrenziali nei confronti dei giornali, soprattutto in un periodo di forte crisi come quello che stiamo vivendo, che sta mettendo a dura prova gli editori, i quali, a differenza della RSI non possono contare su aiuti pubblici.

a cura di GIÒ REZZONICO, EDITORE E GIORNALISTA

Page 18: Per.corsi settembre 2015

3534RUBRICA LA MIA RADIOTV

E lia Frapolli dal 1° agosto 2012 ricopre la carica di direttore di Ticino Turismo. Classe 1981, nel suo curriculum formativo vanta un Bachelor in Scienze

economiche e un Master in Scienze economiche e Scienze della comunicazione, con specializzazione in International Tourism ottenuto nel 2006 all’Università della Svizzera italiana. Nel tempo libero ama leggere e passeggiare in montagna, sia d’estate che in inverno con le racchette. Tra le sue passioni spicca anche quella per l’aeronautica che lo ha visto ottenere la licenza quale pilota privato.

Quali trasmissioni segue con particolare inte-resse e piacere alla RSI (radio, tv, web)?

Seguo quotidianamente i programmi di informazione, in parti-colare il Quotidiano e il Telegiornale. Apprezzo anche le trasmis-sioni di approfondimento informativo come 60 minuti su LA1 e Modem su Rete Uno. Programma, quest’ultimo, che seguo in “differita” sul vostro portale a causa dell’inconciliabilità con i miei orari lavorativi. Mi è inoltre piaciuta l’impostazione della serie “C’ero anch’io” del Quotidiano, che ha saputo unire la storia del passato della Svizzera italiana all’attualità, in un tour attraverso il nostro territorio. Per quanto riguarda il portale internet, ho letto con particolare interesse gli approfondimenti curati da Matilde Casasopra e Remy Storni in occasione delle ultime elezioni cantonali. Durante gli spostamenti del fine set-timana, mi sintonizzo spesso su Rete Tre che con i suoi diver-tentissimi “sketch” regala momenti di ilarità e positività. Infine, come direttore dell’Agenzia turistica ticinese, non posso non riservare un occhio di riguardo (e speranza!) alla nostra Meteo, trasmissione che, peraltro, so essere tra le più seguite della RSI.

Cosa le piace sulle reti della concorrenza (sviz-zera, italiana, internazionale)?

Trovo sempre interessanti i dibattiti politici che si sviluppano nell’ Arena di SRF1, trasmissione che seguo soprattutto prima delle votazioni o elezioni federali. Apprezzo anche la serietà delle inchieste condotte dal programma Temp Présent su TSR. Per quanto riguarda l’informazione quotidiana, ma in una prospettiva più allargata, mi affido spesso a Euronews. Passando dall’informazione allo svago, e varcando i confini

nazionali, un plauso va alla trasmissione Le village préféré des français, riproposto in più edizioni su France 2. Questo pro-gramma serale molto seguito in Francia ha saputo valorizzare le risorse paesaggistiche del Paese agli occhi dei suoi stessi abitanti. La RSI ha capito che questa era una strategia da seguire e ha proposto Alla ricerca del più bel villaggio svizzero. L’iniziativa è stata promossa soprattutto radiofonicamente su Rete Uno. A questo proposito ricordo a tutti di con-tinuare a votare per i nostri Comuni finalisti, Bosco Gurin e Corippo, sul portale www.ilpiubelvillaggio.ch.

Se potesse aggiungere un programma al nostro palinsesto, cosa suggerirebbe?

Faccio una premessa. La televisione, ancora di più rispetto agli altri mezzi di comunicazione, riesce a trasmettere emozioni, ed è dunque in grado di veicolare specifici contenuti che possono condizionare i movimenti turistici. Le storie raccontate attra-verso suoni e immagini hanno un potere seduttivo enorme, e questo ancor più dopo il passaggio all’alta definizione. In que-sto senso, una trasmissione di approfondimento come Svizzera e dintorni, che si focalizza su luoghi, temi e personaggi del nostro Paese, può svolgere un ruolo importantissimo. Romano Venziani è un giornalista di cui ho sempre apprezzato la capacità narrativa, oltre che l’approfondita conoscenza del territorio. Per questo motivo, per garantire allo spettatore una relazione ancor più “di prossimità” con il fatto narrato, si potrebbe pensare a un programma dal titolo Ticino e dintorni incentrato sulle tra-dizioni, le potenzialità, ma anche le lacune del nostro Cantone.

Una critica alla nostra Radiotv…Più che una critica, mi sento di formulare un invito alla nostra Radiotelevisione. Quello di cercare di essere sempre più tra la gente, come recita il suo stesso slogan. E questo sia per quanto riguarda la politica e la cronaca, come si è fatto ad esempio nella trasmissione Politibox che ha visto la città di Lugano fare da cornice a un dibattito, ma anche nell’intrattenimento. In Ticino vengono organizzati regolarmente innumerevoli eventi pensati per un pubblico eterogeneo. Per gli appuntamenti più di richiamo la RSI dovrebbe garantire una copertura media-tica maggiore, sulla scia di quanto fatto per Estival Jazz.

a cura di CHIARA SULMONI, SEGRETARIATO CORSI

ELIA FRAPOLLIRUBRICA LA MIA RADIOTV

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RUBRICA PERCORSI DEI SOCI 36

CALENDARIO

VENERDÌ25 SETTEMBREORE 10.30-17.00 —COIRA,AUDITORIO DELLA BANCA CANTONALE DEI GRIGIONI—IL NOSTRO CONTRIBUTO ALLA DEMOCRAZIAGIORNATA NAZIONALE SRG SSR 2015

MERCOLEDÌ 7 OTTOBREORE 18.00—BELLINZONA, AULA MAGNA DELLA SCUOLA CANTONALE DI COMMERCIO —UN RADARNELLA RETE, ADOLESCENZA TV E SOCIAL MEDIA: STRUMENTIPER NAVIGARE NELLA NUOVA COMUNICAZIONE

MARTEDÌ 10 NOVEMBRE ORE 18.30—LUGANOHOTEL SPLENDIDE—APERITIVO DI BENVENUTO PER I NUOVI SOCI CORSI 2015 SEGUITO ALLE ORE 20.30 AL LAC DAL CONCERTO DELL’ORCHESTRA DELLA SVIZZERA ITALIANA

GIOVEDÌ 19 NOVEMBRE ORE 18.00 —LUGANOSTUDIO 2 RSI — ULTIMA SERATA PUBBLICA DEL CICLO I GIOVANI NEL MARE DELLE INFORMAZIONI. COME AIUTARLI A FARE SCELTE LIBERE E CONSAPEVOLI

SONDAGGIO MENSILE

COSA PENSATE DEL SITO WEB TVSVIZZERA.IT?Per questo sondaggio hanno votato 123 persone.

• lo conosco e lo seguo con interesse - 28.45% (35 voti)• lo conosco e non lo trovo interessante - 21.13% (26 voti)• non lo conoscevo ma inizierò a seguirlo - 35.77% (44 voti)• non lo conoscevo e non lo seguirò - 14.63% (18 voti)

SIETE SODDISFATTI DELLA COPERTURA ELETTORALE (ELEZIONI CANTONALI 2015) ALLA RSI?Per questo sondaggio hanno votato 66 persone.

• Sì, la trovo equilibrata - 40.90% (27 voti)• No, non la trovo equilibrata - 21.21% (14 voti)• Meglio la radio - 6.060% (4 voti)• Meglio la TV - 3.030% (2 voti)• Mi è stata utile per decidere - 6.060% (4 voti)• Non mi è stata utile per decidere - 22.72% (15 voti)

SAREMO ANCHE: VENERDÌ 27 - DOMENICA 29 NOVEMBRE A ‘SAPORI E SAPERI 2015’GIUBIASCO, MERCATO COPERTO

LA VOSTRA OPINIONE CONTA! FATECI SAPERE COME LA PENSATE RISPONDENDO ALLE DOMANDE SU www.corsi-rsi.ch! BASTA UN CLICK!—E SU pubblicorsi.ch POTETE LASCIARE UN COMMENTO DI 1’000 BATTUTE SUI PROGRAMMI RSI!