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Psicopatologia: Empatia Zero e Crudeltà

Psicopatologia: Empatia Zero e Crudeltà di Raffaele Barone

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Psicopatologia: Empatia Zero e Crudeltà

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L’Empatia• L’empatia è la capacità di comprendere appieno

lo stato d’animo altrui, sia che si tratti di gioia, che di dolore. Empatia significa sentire dentro ed è una capacità che fa parte dell’esperienza umana e animale. Rappresenta la capacità di un individuo di comprendere in modo immediato i pensieri e gli stati d’animo di un’altra persona. L’empatia è dunque un processo: essere con l’altro.

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La crudeltà• La crudeltà è l'indifferenza alla sofferenza accompagnata

spesso dal piacere nell'infliggerla (sadismo).• I modi di infliggere sofferenza possono coinvolgere la

violenza, ma ci sono altri metodi che non la riguardano. Per esempio, se una persona sta annegando e vi sta chiedendo aiuto, non aiutarla ma guardarla divertendosi è un atto di crudeltà, ma non violenza.

• La persona crudele ha solitamente una supremazia sulla persona più debole

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Sadismo• Il sadismo è una parafilia consistente nel trarre piacere

dall'infliggere dolore fisico o umiliazioni psicologiche ad altri soggetti. Molto cospicui sono gli studi sulla correlazione fra sadismo, masochismo e devianza, traumi, autolesionismo, attaccamento e abusi. Dalla letteratura psicologica e psichiatrica si evince come, al di là dei complessi profili psicologici degli interessati e delle motivazioni profonde che li possono condurre alla perversione, queste pratiche sono più spesso frequenti in soggetti di tipo borderline

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Empatia e relazione di cura• L’empatia permette al curante di comprendere

i sentimenti e le sofferenze del paziente. Incorporandoli nella costruzione del rapporto di cura ma senza esserne sopraffatto.

• L’empatia nella relazione di cura migliora i risultati terapeutici,la soddisfazione del paziente e minori contenziosi curante-paziente.

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Per una definizione di Empatia…

C’è empatia quando smettiamo di focalizzare la nostra attenzione in modo univoco (single-minded), per adottare invece un tipo di attenzione “doppia” (double-minded);

Focalizzare la nostra attenzione “in modo univoco” significa prestare attenzione solo alla propria mente, ai propri pensieri o alle proprie percezioni;

Avere una attenzione “doppia” significa tenere presente allo stesso tempo anche la mente di qualcun altro. Quando l’empatia è spenta, pensiamo solo ai nostri interessi, quando è accesa – invece - ci concentriamo anche sugli interessi di altre persone.

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Il QE (Quoziente Empatico)• Sono stati messi a punti dei test per testare i livello

di empatia (QE) delle persone che ha evidenziato come alcune persone hanno un livello alto di empatia, altre medio e altre basso.

• Qualunque sia il modo in cui si arriva al valore basso sulla scala dell’empatia, il risultato sarà lo stesso: a quel punto si diventa capaci di disumanizzare gli altri, di trasformare l’altro in un oggetto, e questo può avere conseguenze tragiche.

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Il circuito dell’empatiaI neuroscienziati ritengono che l’empatia dipenda dal

funzionamento di un particolare circuito cerebrale: il circuito dell’empatia.

Attraverso la risonanza magnetica funzionale i neuroscienziati stanno tracciando un quadro chiaro delle aree cerebrali che hanno un ruolo centrale quando si entra in empatia.

Nell’empatia non è coinvolto dunque l’intero cervello, ma una decina di regioni del cervello tra loro interconnesse.

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Il circuito dell’empatia 2• Questi dieci centri costituiscono il circuito

dell’empatia e sono collegati in attraverso una molteplice serie di connessioni.

• La constatazione che l’attività di queste regioni varia nei diversi individui in base al diverso livello di empatia della persona ci riconduce all’idea che l’empatia vari come un dispositivo di modulazione e ci offre un modo diretto per spiegare perché alcune persone abbiano poca o nessuna empatia.

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Il grado Zero dell’empatia Significa non avere consapevolezza di come ci si relaziona con

gli altri, si interagisce con essi , o se ne anticipano i sentimenti o le reazioni

Questo grado zero di empatia può essere classificato in due forme: zero negativo e zero positivo. I tre principali sottotipi di zero negativi sono i tipi di personalità P (Psicopatia), N (Narcisista) e B (Borderline). Naturalmente questi non sono i soli sottotipi esistenti. L’alcool, la fatica, la depressione sono alcuni esempi di stati che possono temporaneamente ridurre l’empatia. Due sono i sottotipi di zero positivi, l’Autismo e la sindrome di Asperger.

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Zero negativo di tipo B (Borderline) I borderline nutrono rabbia nei confronti di coloro che amano. Spesso si

dice che c’è una linea sottile tra amore e odio. Nonostante tutta questa rabbia, si descrivono come vuoti dentro. Il sentimento di vuoto causa un terribile dolore emotivo e uno stato di depressione. I comportamenti compulsivi (il bere, la droga, l’automutilazione, la promiscuità sessuale, il mangiare compulsivo, il gioco d’azzardo o i tentativi di suicidio) sono tutti tentativi di ottenere qualche momento di sollievo, un disperato tentativo di sentire qualcosa, piuttosto che sentire il vuoto

Vive in una continua alternanza di stati in cui dapprima respinge gli altri ( con rabbia e odio), e poi vi si aggrappa disperatamente ( con estrema gratitudine). Utilizza un meccanismo di difesa noto come “scissione”. Le esperienze buone sono scisse da quelle cattive

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Zero negativo di tipo B (Borderline)Nel cervello di tipo B le tecniche di neuroimaging rivelano anomalie nel circuito dell’empatia, in particolare un’attività ridotta nella corteccia orbito frontale e nella corteccia temporale. Alcuni studi hanno trovato un aumento dell’attività dell’amigdala durante la visione di diapositive emotivamente negative. I marcatori neurali legati ai gesti di cooperazione e di fiducia (insula anteriore), normalmente attivi, sono del tutto assenti negli individui di tipo B. Un ippocampo di volume ridotto si riscontra anche in persone che abbiano vissuto un trauma e sviluppato un disturbo post-traumatico da stress.

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Zero negativi di tipo P (Psicopatia)

In queste persone vi è una volontà di fare qualsiasi cosa serva a soddisfare i propri desideri.

Una caratteristica di queste persone è la mancanza d’ansia o di senso di colpa.

Alcune ricerche tramite le scansioni fMRI hanno evidenziato delle anomalie del circuito dell’empatia nei soggetti psicopatici: minore attività nella corteccia prefrontale ventromediale, anomalie dei lobi frontali del circuito dell’empatia e non negli interi lobi frontali, una minore attività dell’amigdala quando sono sottoposti a un condizionamento avversativo.

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Zero negativo di tipo N (Narcisista)

Il grado zero di empatia rende il tipo N profondamente egocentrico, privi di umiltà, pensano di essere migliori delle altre persone, come se avessero qualche particolare dono che agli altri manca. Di fatto, la vanagloria e il continuo autoincensamento è parte di ciò che gli altri trovano offensivo, non perché siano gelosi, ma perché è un indicatore della esclusiva preoccupazione per sé del narcisista.

Egli non riesce a riconoscere la bi direzionalità delle relazioni

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Grado Zero Empatia Positivo

L’esistenza di una forma zero positiva si identifica con quello che in psichiatria si chiama spettro delle condizione autistica e della sindrome di Asperger. Anch’esse mostrano un’attività ridotta in quasi ogni zona del circuito dell’empatia. Oltre alla difficoltà a capire gli altri, le persone che sono zero positive hanno anche difficoltà a capire la propria mente, una difficoltà chiamata “alessitimia”, che si può tradurre in “senza parole per l’emozione”.

Lo zero positivo è un caso particolare, in cui l’empatia è compromessa, ma il riconoscimento e la sistematizzazione sono potenziati

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Empatia come risorsa sottoutilizzata• L’empatia è una delle più valide risorse del nostro

tempo.• Senza empatia rischiamo la rottura delle relazioni,

diventiamo capaci di ferirci l’un l’altro possiamo causare conflitti.

• Con l’empatia abbiamo una risorsa che risolve i conflitti, accresce la coesione della comunità, allieva il dolore di qualcuno.

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L’ empatia è come un solvente universale• Qualunque problema, immerso nell’empatia,

diventa solubile.• E’ una strada efficace per prevenire e risolvere

i problemi interpersonali, che si tratti di conflitti coniugali, internazionali, di questioni di lavoro, di difficoltà di amicizia, di situazioni di stallo in politica, di dispute familiari o di beghe con i vicini.

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Mentalizzazione• Per mentalizzazione si intende il "tenere a mente la mente

propria e altrui". In altre parole, il "rappresentarsi internamente gli stati mentali", riferiti a se stessi e altri.

• Coloro che sono affetti da malattie psicosomatiche tendenzialmente hanno difficoltà di mentalizzazione degli stati emotivi ( alessitimia); ovvero, non "simbolizzano i conflitti affettivi", lasciando nel loro corpo (ed in particolare nei cosiddetti "organi-bersaglio") la contraddizione di un pensiero che "passa all'atto" (acting-out), cioè un pensiero incapace di produrre un completo lavoro mentale che si esprima come attività simbolica concettuale.

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Cura come paradigma con cardini empatia e mentalizzazione/riflessività

• La costruzione di una persona non richiede solamente dati biologici, culturali, sociali, professionali. La costruzione di una persona passa necessariamente dal sentire l'altro, dal pensare l'altro, dall'essere con l'altro. Da qui era iniziato il discorso sull'empatia continuato poi con l'approfondimento della tesi sulla funzione riflessiva. La cura è il paradigma che ha come cardini empatia e mentalizzazione/riflessività che, infatti, è possibile ritrovare come atti centrali in ogni pratica di cura e disposizione etica alla cura. Alcuni sentimenti morali sono particolarmente importanti per questo percorso: la fiducia, la speranza, la tenerezza, l'accettazione, la serenità.

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