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Lunedì 21 Marzo 2016 | IL FATTO QUOTIDIANO | ITALIA » 15 DISTURBI DEL CIBO Sui social network esistono dei veri e propri gruppi di condivisione, alcuni dei quali interdetti se non invitati. Si postano foto, esperienze, consigli, ma anche leccesso dei problemi S » MARIATOTARO TOTARO pecchio specchio delle mie brame, perché non sono io la più magra del reame?. Que- sto è solo uno degli oltre 48 mila post che affollano Instagram con lhashtag #anoressia . Molte ragazze usano il social network co- me mezzo di lotta dei distur- bi alimentari, condividendo i risultati raggiunti. Piccoli e graduali miglioramenti, che si ottengono con il supporto di medici e nutrizionisti. Nella maggior parte dei casi, si pubblicano foto del pro- prio diario alimentare, con i pasti che ogni giorno lo compongono. Verdure bol- lite, pasta, petto di pollo, ri- so, yogurt, tè e biscotti. Cè anche qualche dolce. A cor- redo della foto di un piatto, si legge: #cena con #fagio- lini e #fesa di tacchino più un pezzettino di #focaccia fatta da mamma. Domani si par- te, ho una paura assurda di mangiare tanto, ma al tem- po stesso ho promesso ai miei che mangerò, e loro si fidano di me, non voglio de- luderli. ALTRI POST, invece, pro- pongono agghiaccianti im- magini di gambe e braccia scheletriche, costole ben in mostra, selfie davanti allo specchio. Racconti di vita di chi è os- sessionato dal peso, che uti- lizza anche altri hashtag co- me #anoressianervosa, #a- noressiaitalia, #diarioali- mentare, #recovery, #reco- veryfood, #bulimia. Su uno dei tanti post si legge: Per- ché mi odio così tanto?() Mia cugina è magrissima, perfetta. Io invece sono una schifosa è inutile grassona piena di cellulite. Ho 14 anni e le mie gambe sembrano quelle di una 90enne. Per- ché sono così? Perché non posso essere felice anche io?. Oppure: Rispetto ad al- tre ragazze che davvero hanno bisogno di prendere peso sono una balena... Sto- maco sempre troppo in fuo- ri, costole mai abbastanza visibili, rispetto a tante altre qui mi sento una balena, pe- so 45 kg , sono 1.71 , allora perché non sono magra?!. I social e più in generale la rete possono essere stru- mento di diffusione, buono e magro o sano, quello rispon- de magro. Meglio magro che sano, perché per questi sog- getti, sano significa grasso. È il caso di Anna (nome di fantasia), una paziente del centro. Pesa circa 33 chili e fa 6 ore di spinning al giorno. Non mangia quasi per nulla, prende dosi tossiche di Eu- tirox e molti diuretici per perdere acqua, perché si ve- de sempre enorme. ALCUNI SOGGETTI passano attraverso tutti i tipi di di- sturbo alimentare, dalla- noressia alla bulimia, alla- limentazione incontrolla- ta. Non è raro che un sog- getto anoressico diventi o- beso. Obesità e DA (distur- bi alimentari), sono mani- festazioni di un disagio psi- cologico che trova nel cor- po il suo campo di batta- glia. Ma Guarire è possibile. Lorganismo afferma Va- druccio - fortunatamente ha grandi capacità di recupero, il benessere va raggiunto gradualmente e deve durare un bel po, perché la ricaduta è sempre dietro langolo. Marta (anche questo no- me di fantasia) lotta con la bulimia sin dallin fan zi a. Avevo 9 anni quando ini- ziai a mettere le prime for- me. Non riuscivo ad accet- tarmi e sono stata anche vit- tima di bullismo. I compagni di scuola mi prendevano in giro a causa del mio aspetto. Così ho iniziato a mangiare e vomitare. Col tempo la bu- limia è diventata parte di me, una dipendenza. Ogni e- mozione della mia vita si manifesta col vomito. An- che la felicità. MARTA MOSTRA i denti danneggiati dalla bulimia: Ne ho persi tre. Allinizio riuscivo a mangiare anche tre ruote di focaccia di se- guito o dieci cornetti, prima di correre in bagno. A 17 anni sono finita in ospedale la prima volta e tre anni fa ho avuto un arresto cardiaco. Non sono ancora guarita da questa malattia, ma ho im- parato a gestirla. © RIPRODUZIONE RISERVATA cattivo. Facebook e Insta- gram sono i meno pericolosi - spiega il dottor Felice Va- druccio, specialista in Psi- chiatria e responsabile del D-H Disturbi del Compor- tamento Alimentare del Po- liclinico di Bari - in rete si trovano siti che propagan- dano i disturbi dellalimen- tazione, i cosiddetti siti pro ana e pro mia (pro bulimia). Tentano di diffondere que- ste malattie come stile di vi- ta di persone vincenti, estre- mizzando in modo folle un concetto molto diffuso: il corpo magro è bello. PER ACCEDERE a queste co- munità virtuali si deve pas- sare una sorta di esame di ammissione. Questi siti - chiarisce il dottor Vadruc- cio - sono pensati come una setta, dove per entrare devi essere presentato da un a- depto, che già ne fa parte. Per non essere riconosciuti ci si cambia il nome, poi si viene sottoposti ad una serie di domande. Una volta den- tro, si seguono dei riti per so- stenersi a vicenda nella cro- nicizzazione del disturbo. La differenza tra i disturbi a- limentari e altre malattie è che nessuno si sognerebbe di fare un sito che insegni a diventare diabetici. Nel centro di cura dei Di- sturbi alimentari di Bari, u- no dei tanti che operano sul territorio nazionale, vengo- no curati dai 150 ai 200 pa- zienti l anno, seguiti da unequipe di psichiatri, psi- cologi e nutrizionisti. Nel lungo corridoio in at- tesa della visita, ci sono tante ragazze, accompagnate dai loro genitori. Quasi tutte giovanissime ed evidente- mente anoressiche. Una delle pazienti è in piedi e chiacchiera proba- bilmente con sua madre. È magrissima. Maglione gri- gio, largo, un paio di jeans che evidenziano le gambe ossute e scarpe da ginnasti- ca. Pesa 29 chili, uno dei casi più gravi. QUESTA è una malattia molto aggressiva, ma per fortuna molto rara raccon- ta il professor Vadruccio nel senso che solo il 15 per cento (un paziente su sei), muore di anoressia. Colpi- sce più le donne, ma abbia- mo anche pazienti maschi. Nel 700 veniva chiamata anoressia nervosaperché allepoca non sia aveva an- cora un concetto di mente e si pensava che tutto fosse u- na questione di nervi, poi laggettivo è stato perso ed è rimasta solo anoressia. In realtà, e questa è una delle sue caratteristiche, le com- ponenti che contribuiscono alla sua origine e alla sua ma- nifestazione sono tante. Non solo mentali. Una su tutte è che è influenzata da fattori sociali. Gli anoressi- ci, i bulimici e le persone af- fette da Binge Eating (ali- mentazione incontrollata) sono molto condizionati dal contesto sociale. E cè anche una componente genetica. Canoni di bellezza altera- ti, pubblicità, società sono grandi alleati dellanores- sia, che porta ragazze e ra- gazzi a identificare nel cibo il proprio nemico da com- battere e rifiutarsi di man- giare. Il dottor Vadruccio parla di come i fattori sociali in- fluenzino la diffusione dei disturbi alimentari: Siamo bombardati da pubblicità su prodotti dietetici e modelle con la taglia 32. Cè una forte spinta a considerare la ma- grezza un fatto positivo, un pregio. Se si chiede allano- ressico se preferisce essere SU UNO DEI TANTI POST SI LEGGE Perché mi odio? Mia cugina è magrissima, perfetta. Io sono una schifosa è inutile grassona piena di cellulite Specchio delle mie brame, sono la più magra del reame IL DOTTOR FELICE VADRUCCIO In rete si trovano siti che propagandano i disturbi d ell alimentazione , quasi fossero stili di vita #Anoressia I numeri 7% I disturbi del comporta- mento alimentare sono in aumento. Si calcola che il 5% della popolazione presenti un disturbo nella forma di anoressia- bulimia e il 7% in obesità 3 I milioni di giovanissimi in Italia soffrono di disturbi alimentari: anoressia, bulimia e un nuovo fenomeno, la drunkoressia 8 Sono le migliaia di persone che muoiono ogni anno in Italia per disturbi legati allalimenta- zione Malattia Le persone colpite da anoressia e bulimia si sentono colpevolizzate: un disturbo che esprime un profondo disagio soggettivo viene catalogato come unanomalia dellappetito e una mancanza di volontà. Invece bisognerebbe evidenziare che il problema non sta nellappetito ma nelle relazioni e nei sentimenti: consentirebbe una rapida diagnosi Lo storico cartellone Lo spot realizzato anni fa da Oliviero Toscani; in basso alcuni degli scatti presi da Instagram

Anoressia

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Page 1: Anoressia

Lunedì 21 Marzo 2016 | IL FATTO QUOTIDIANO | ITALIA » 15

DISTURBI DEL CIBO Sui social network esistono dei veri e propri gruppi di condivisione, alcunidei quali interdetti se non invitati. Si postano foto, esperienze, consigli, ma anche l’eccesso dei problemi

S » MARIATOTARO TOTARO

pecchio specchio delle miebrame, perché non sono io lapiù magra del reame?”. Que-sto è solo uno degli oltre 48mila post che affollano

Instagram con l’hash tag#a no re ss ia . Molte ragazzeusano il social network co-me mezzo di lotta dei distur-bi alimentari, condividendoi risultati raggiunti. Piccoli egraduali miglioramenti, chesi ottengono con il supportodi medici e nutrizionisti.Nella maggior parte dei casi,si pubblicano foto del pro-prio diario alimentare, con ipasti che ogni giorno locompongono. Verdure bol-lite, pasta, petto di pollo, ri-so, yogurt, tè e biscotti. C’èanche qualche dolce. A cor-redo della foto di un piatto,si legge: “#cena con #fagio-lini e #fesa di tacchino più unpezzettino di #focaccia fattada mamma. Domani si par-te, ho una paura assurda dimangiare tanto, ma al tem-po stesso ho promesso aimiei che mangerò, e loro sifidano di me, non voglio de-luderli”.

ALTRI POST, invece, pro-pongono agghiaccianti im-magini di gambe e bracciascheletriche, costole ben inmostra, selfie davanti allospecchio.

Racconti di vita di chi è os-sessionato dal peso, che uti-lizza anche altri hashtag co-me #anoressianervosa, #a-noressiaitalia, #diarioali-mentare, #recovery, #reco-veryfood, #bulimia. Su unodei tanti post si legge: “Per -ché mi odio così tanto?(…)Mia cugina è magrissima,perfetta. Io invece sono unaschifosa è inutile grassonapiena di cellulite. Ho 14 annie le mie gambe sembrano

quelle di una 90enne. Per-ché sono così? Perché nonposso essere felice ancheio?”.

Oppure: “Rispetto ad al-tre ragazze che davverohanno bisogno di prenderepeso sono una balena... Sto-maco sempre troppo in fuo-ri, costole mai abbastanzavisibili, rispetto a tante altrequi mi sento una balena, pe-so 45 kg , sono 1.71 , alloraperché non sono magra?!”.

I social e più in generale larete possono essere stru-mento di diffusione, buono e

magro o sano, quello rispon-de magro. Meglio magro chesano, perché per questi sog-getti, sano significa grasso”.È il caso di Anna (nome difantasia), una paziente delcentro. “Pesa circa 33 chili efa 6 ore di spinning al giorno.Non mangia quasi per nulla,prende dosi tossiche di Eu-tirox e molti diuretici perperdere acqua, perché si ve-de sempre enorme”.

ALCUNI SOGGETTI passanoattraverso tutti i tipi di di-sturbo alimentare, dall’a-noressia alla bulimia, all’a-limentazione incontrolla-ta. Non è raro che un sog-getto anoressico diventi o-beso. Obesità e DA (distur-bi alimentari), sono mani-festazioni di un disagio psi-cologico che trova nel cor-po il suo campo di batta-glia.

Ma Guarire è possibile.“L’organismo – afferma Va-druccio - fortunatamente hagrandi capacità di recupero,il benessere va raggiuntogradualmente e deve durareun bel po’, perché la ricadutaè sempre dietro l’angolo”.

Marta (anche questo no-me di fantasia) lotta con labulimia sin dall’in fan zi a.“Avevo 9 anni quando ini-ziai a mettere le prime for-me. Non riuscivo ad accet-tarmi e sono stata anche vit-tima di bullismo. I compagnidi scuola mi prendevano ingiro a causa del mio aspetto.Così ho iniziato a mangiare evomitare. Col tempo la bu-limia è diventata parte dime, una dipendenza. Ogni e-mozione della mia vita simanifesta col vomito. An-che la felicità”.

MARTA MOSTRA i dentidanneggiati dalla bulimia:“Ne ho persi tre. All’inizioriuscivo a mangiare anchetre ruote di focaccia di se-guito o dieci cornetti, primadi correre in bagno. A 17 annisono finita in ospedale laprima volta e tre anni fa hoavuto un arresto cardiaco.Non sono ancora guarita daquesta malattia, ma ho im-parato a gestirla”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

cattivo. “Facebook e Insta-gram sono i meno pericolosi- spiega il dottor Felice Va-druccio, specialista in Psi-chiatria e responsabile delD-H Disturbi del Compor-tamento Alimentare del Po-liclinico di Bari - in rete sitrovano siti che propagan-dano i disturbi dell’alimen -tazione, i cosiddetti siti proana e pro mia (pro bulimia).Tentano di diffondere que-ste malattie come stile di vi-ta di persone vincenti, estre-mizzando in modo folle unconcetto molto diffuso: ilcorpo magro è bello”.

PER ACCEDERE a queste co-munità virtuali si deve pas-sare una sorta di “esame diammi ssione”. “Questi siti -chiarisce il dottor Vadruc-cio - sono pensati come unasetta, dove per entrare deviessere presentato da un a-depto, che già ne fa parte.Per non essere riconosciutici si cambia il nome, poi siviene sottoposti ad una seriedi domande. Una volta den-tro, si seguono dei riti per so-stenersi a vicenda nella cro-nicizzazione del disturbo.La differenza tra i disturbi a-limentari e altre malattie èche nessuno si sognerebbedi fare un sito che insegni adiventare diabetici”.

Nel centro di cura dei Di-sturbi alimentari di Bari, u-no dei tanti che operano sulterritorio nazionale, vengo-no curati dai 150 ai 200 pa-zienti l ’anno, seguiti daun’equipe di psichiatri, psi-cologi e nutrizionisti.

Nel lungo corridoio in at-tesa della visita, ci sono tante

ragazze, accompagnate dailoro genitori. Quasi tuttegiovanissime ed evidente-mente anoressiche.

Una delle pazienti è inpiedi e chiacchiera proba-bilmente con sua madre. Èmagrissima. Maglione gri-gio, largo, un paio di jeansche evidenziano le gambeossute e scarpe da ginnasti-ca. Pesa 29 chili, uno dei casipiù gravi.

“QUESTA è una malattiamolto aggressiva, ma perfortuna molto rara –raccon -ta il professor Vadruccio –nel senso che solo il 15 percento (un paziente su sei),muore di anoressia. Colpi-sce più le donne, ma abbia-mo anche pazienti maschi.Nel ’700 veniva chiamata“anoressia nervosa” perchéall’epoca non sia aveva an-cora un concetto di mente esi pensava che tutto fosse u-na questione di nervi, poil’aggettivo è stato perso ed èrimasta solo “anoressia”. Inrealtà, e questa è una delle

sue caratteristiche, le com-ponenti che contribuisconoalla sua origine e alla sua ma-nifestazione sono tante.Non solo mentali. Una sututte è che è influenzata dafattori sociali. Gli anoressi-ci, i bulimici e le persone af-fette da Binge Eating (ali-mentazione incontrollata)sono molto condizionati dalcontesto sociale. E c’è ancheuna componente genetica”.

Canoni di bellezza altera-ti, pubblicità, società sonograndi alleati dell’an o re s-sia, che porta ragazze e ra-gazzi a identificare nel ciboil proprio nemico da com-battere e rifiutarsi di man-giare.

Il dottor Vadruccio parladi come i fattori sociali in-fluenzino la diffusione deidisturbi alimentari: “Siamobombardati da pubblicità suprodotti dietetici e modellecon la taglia 32. C’è una fortespinta a considerare la ma-grezza un fatto positivo, unpregio. Se si chiede all’ano -ressico se preferisce essere

SU UNO DEI TANTI POST SI LEGGE

“Perché mi odio? Mia cuginaè magrissima, perfetta.Io sono una schifosa è inutilegrassona piena di cellulite”

Specchio delle mie brame,sono la più magra del reame

IL DOTTOR FELICE VADRUCCIO

“In rete si trovano sitiche propagandano i disturbid ell’alimentazione ,quasi fossero stili di vita”

# A nore ss i a

I numeri

7%I disturbi delcompor ta-m e n toa l i m e n t a resono inaumento. Sicalcola che il5% dellapopolazionepresenti undisturbo nellaforma dia n o re ss i a -bulimia e il7% inobesità

3I milioni dig i ova n i ss i m iin Italiasoffrono didisturbialimentari:a n o re ss i a ,bulimia e unn u ovofenomeno, lad r u n ko re ss i a

8Sono lemigliaia dipersone chemuoiono ognianno in Italiaper disturbil e ga t iall’alimenta-zione

M a l at t i aLe personecolpite daanoressia ebulimia sis e n to n oco l p evo l i zza te :un disturboche esprimeun profondodisagios o g ge t t i vovienec a t a l o ga toco m eun’anomaliadell’a p p e t i toe unamancanza divo l o n t à .I nve ceb i s o g n e re b b eev i d e n z i a reche ilproblema nonstanell’a p p e t i toma nellerelazioni e neisentimenti:co n s e n t i re b b euna rapidadiagnosi

Lo storico cartellone Lo spot realizzato anni fa da Oliviero Toscani; in basso alcuni degli scatti presi da Instagram