Intervista a Goffredo Fofi - La Repubblica 17.12.2012

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  • 7/30/2019 Intervista a Goffredo Fofi - La Repubblica 17.12.2012

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    Se ha resistito per quindici anni sempre nella stessa rivista circostanza davvero singolare perch fuori non succe-de granch, anzi sono stati gli anni pi morti. Lo Stranierofesteggia il numero 150, un lungo viaggio tra arte culturascienza e societ che comincia nellestate del 1997, ma il

    o timoniere non sembra dellumore migliore. O forse s. La cultu-oggi? Una sorta di oppio del popolo. La trib dei lettori? Solo nelminarla, a Goffredo Fofi viene lallergia. E i festival, i premi, glienti, i reading, i saloni, le fiere? Un chiacchiericcio inutile. Tutti sintono bravi e intelligenti solo perch consumano libri, film, ideeposti dallindustria culturale. In realt siamo riempiti di pensierie non sono nostri.

    nsomma, si sente un reduce?Ma per carit. Ho sempre de-tato i reduci, anche quandono personaggi straordinari.

    r questo mi ostino a fare loaniero, che gode di uno zoc-o duro di abbonati.

    Cosa vuol dire fare una rivistagi?Quello che ha sempre signifi-o: interpretare il tempo dalnto di vista di una minoranzagente e attiva. In qualche mo-io ho sempre fatto la stessa ri-ta, adattandola alle varie sta-ni della storia italiana.

    Ma cinquantanni fa era mol-di moda, oggi sembra un ge-re di antiquariato.Che vuol dire? Le minoranze

    stono sempre. E io grazie a lo-riesco a sopravvivere in un

    ese annegato nella stupidit.Umor nero.La tragedia vera della mia ge-

    razione, dei cosiddetti alfabe-zatori, che ci siamo confron-i con un popolo straordinarioando era analfabeta e che poina volta imparato a leggere eivere e messi da parte un posoldi diventato un popolomostri e di servi.Dovevate lasciarli morire dime?

    No, era giusto lottare per le-ncipazione, per nel mo-nto in cui i morti di fame han-avuto la pancia piena si sonooltati ai valori di comunit,idariet, giustizia sociale pererano stati affrancati. Questo

    polo che ho amato follemen-diventato tuttaltro che ama-

    e. Se penso a chi oggi il mioossimo.Chi il suo prossimo?

    Applaudono freneticamente inuovi guru mediatici. E si illudo-no di pensare. Ma unillusio-ne.

    I guru ci sono sempre stati.Ma oggi siamo alla caricatu-

    ra. La lista delle parodie piutto-sto lunga. Vuole che cominci?.

    Lasci stare. Non salva nessu-no?

    Un momento. Salvo gli stu-diosi competenti, come Luigi

    Ferrajoli e Carlo Donolo, GuidoCrainz e Mariuccia Salvati, e an-che giornalisti come Pino Cor-

    oggi mi salvo perch resto anco-rato ai bambini e alle periferie.

    Lei sempre stato un irre-quieto, anche nellambito delleriviste.

    La veste culturale a un certopunto mi stava stretta, e avevobisogno di un aggancio nel so-ciale. Per negli anni Sessantaquesto impegno era rappresen-tato dalla politica. Venivo dalle-sperienza con Danilo Dolci, mi

    ero formato con Calogero e Ca-pitini, e mi ritrovai nella Torinooperaia dei Quaderni Rossi

    sandali.Allepoca fu censurato da Ei-

    naudi.S, non mi pubblicarono il

    rapporto sulla immigrazione aTorino. Non so se ci sia statapressione della Fiat, ma forse sitratt solo di autocensura. Il li-bro serv per una battaglia inter-na. E definitivo risult il votocontrario del nazistalinista De-lio Cantimori. Mi vide come un

    eretico pericoloso. E lui di ereti-ci si intendeva magnificamen-te

    MONETTA FIORI

    Gonzi

    Nella categoriadei gonzi includotutti coloroche si drogano di filmlibri e presentazionie si illudonodi avere un pensiero

    Goffredo Fofiin un ritrattodi Tullio Pericoli

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    la psichiatria di Basaglia. E a tut-to quello che si muoveva in que-gli anni.

    Per anche l lasci.Facevo gi unaltra rivistina

    torinese, Ombre rosse, che sul-

    londa del Sessantotto divenneun foglio di intervento politico. IPiacentini se ne stavano da par-te e criticavano il movimento. Iopreferivo starci dentro.

    Ma vero che i leader del mo-vimento erano piuttosto rozzi,solo western e kung fu?

    S, andavano pazzi per BruceLee. E se costretti ai film impe-gnati, sbadigliavano come ele-fanti. anche comprensibile:dopo dodici ore di militanza nonavevano voglia di rompersi ilcervello con Angelopulos.

    Questo per spiega ancheperch il Sessantotto sul piano

    culturale alto non abbia lascia-to grandi opere.

    vera una cosa: che quellagenerazione non scrisse, noncant, non fece poesia. Per diecianni fece solo politica. Per i vec-chi hanno continuato a scrivere.E hanno scritto cose in cui senti

    il peso del Sessantotto. Lo sentinella Morante. Lo senti in Mora-via e in Sciascia. Lo senti in Cal-vino.

    Sia in Ombre rosse che nelsuccessivo Linea dOmbra vollecircondarsi di un gruppetto digiovani.

    S, ricordo Sinibaldi, Lerner,Manconi, Mereghetti. Pi tardiPiersanti, Corrias, Lolli. Ah, di-menticavo il non simpatico vanStraten: non tutti gli allievivengono bene, anche se mi vie-ne difficile considerarli tali.

    Lei un pedagogo, e ha man-tenuto questa veste.

    Ma ci possono essere stili di-versi: gli educatori che vogliono

    seguaci, come Dolci e don Mila-ni. E quelli che spingono le per-sone a diventare autonome, co-me Capitini e Panzieri. Io mi sen-to pi vicino a loro. E ho impara-to a non scandalizzarmi troppo

    se uno piglia una strada diver-sa.A chi pensa?Baricco era un eccellente cri-

    tico musicale, cominci a scri-vere di musica su Linea dOm-bra. Poi per s distratto, se-guendo rotte che non mi inte-ressano. Ma se oggi incontroSandro, lo abbraccio e lo consi-dero un ex compagno di strada.

    Su Linea dOmbra scopristeRushdie.

    E poi Yehoshua e la Desai,Coetzee e Naipaul, addiritturaMahfuz. Nel decennio pi stupi-do della storia italiana, il mondo

    cambiava. E noi siamo stati tra ipochi ad accorgercene. Allora

    Rushdie era straordinsuperdivo di oggi chedo pessimi romanzi s

    Anche da quella rand.

    Alla fine degli annstoria si rimetteva into, ma non tutti in redno disposti a mettersimi divertivo di pi a fvista dalla luna, la runea dOmbra che divsta. Molto spesso nasdalle altre, frutto di nazione interna. TreLo Straniero scaturi

    una rivista di educazitervento sociale chmolto preziosa.

    Ma questa delleunossessione, unacos?

    No, malattia no,posso fare a meno. ufare politica per uno fare politica. Un riforenergia. Nei primi Ndavo spesso a Palermli, ero autonomo emente anche grazie aca suPanorama.

    S, leditore era BeGrazia Cherchi non g

    Moralismi del cavProprio lei non lo pDa che mondo m

    non ha potere n bepropria forza lavoro paga. Cos replicai a Placido che mi accuscare bene e razzolareun mio articolo sullfece scalpore: per la pnel titolo comparivaculo. Lanima e il cu

    Ma perch ruppe Cherchi?

    Per anni stata la mre amica. Io arrivavozione di Linea dOmb

    te. E alle sette un quacabile arrivava la suaUn rapporto moltPer poi anche lei htroppo nel suo ruoloche doveva fare la mgiovani scrittori, e pomadrina a personagLitigammo s, ma coamici che si vogliono

    Nuove riviste alloNo, per ora c s

    niero, che continuo aad Alessandro Leogrna Branchi. facile bravi una volta da gdifficile continuare a

    ta la vita. RIPRODUZION

    FOFI: OGGI IN ITALIA DOMINA

    LANALFABETA LAUREATO

    ILMONDOINRIVISTA

    Ha fondato quindici anni fa Lo Straniero, arrivato al numero 150La battaglia per cambiare una cultura diventata consumo inutile

    SESSANTOTTOI QuaderniPiacentinidi PiergiorgioBellocchio eGrazia Cherchicritici con il 68

    LETTERATURALinea dOmbraha scopertoRushdieYehoshuaNaipaul eMahfuz

    EDUCAZIONE

    Gli Asini sioccupa dieducazioneformazione einterventosociale

    Energia

    Dai Quaderni Rossifino agli Asini hotrovato un mododi fare politica che stato anche uncontinuo rifornimentodi energia

    NUMERO 150

    Nel 150 numero uscitoin questi giorni delloStraniero (10 euro) sitrovano, tra laltro, testidi Zanzotto, Laclau,Perniola, FerrajoliDonolo, Morreale