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LA VOCE CHE NARRA LA STORIA II narratore Quando l'autore ha scelto il suo protagonista e gli altri personaggi, ha delineato la storia, definendo anche la sua ambientazione, c'è un'ultima decisione che deve prendere prima di iniziare a scrivere: deve decidere chi racconterà la storia. Mentre l'autore è la persona reale ed esistente (o esistita) che materialmente scrive (o ha scritto) la storia, il narratore esiste solo nella finzione narrativa ed è la figura cui l'autore affida il compito di raccontare i fatti. Sostanzialmente l'autore si trova a poter scegliere tra due modalità narrative, che abbia- mo già incontrato attraverso gli esempi presentati. • II narratore esterno, che parla in terza persona e non è coinvolto nelle vicende che racconta; esso può rendersi manifesto, se commenta o esprime giudizi su quanto rac- conta (narratore esterno palese) o può restare nascosto, quando si astiene dai giudizi e lascia parlare i fatti (narratore esterno nascosto). È la modalità scelta da Roth, da Vassalli, da Coloane, negli esempi che abbia- mo riportato (vedi pp. 35, 56, 5 7). II narratore esterno onnisciente, che mostra di conoscere personaggi ed eventi, inter- venendo nella narrazione con flashback e anticipazioni, e rivelando gli aspetti più intimi e segreti di tutti gli attori delle vicende. È il narratore scelto da Manzoni per I Promessi sposi. Il narratore interno, che parla in prima persona e appartiene al sistema dei personaggi (protagonista, antagonista o semplicemente testimone delle vicende). È la modalità scelta da Hrabal e da Lewis negli esempi riportati (vedi pp. 16, 56). Y ESTERNO parla in terza persona e non è coinvolto nelle vicende. Può essere: palese (commenta o esprime giudizi) nascosto (non commenta) NARRATORE ha il compito di raccontare i fatti ESTERNO ONNISCIENTE mostra di conoscere tutto di personaggi ed eventi i Y INTERNO parla in prima persona e appartiene al sistema dei personaggi

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LA VOCE CHE NARRA LA STORIAII narratore

Quando l'autore ha scelto il suo protagonista e gli altri personaggi, ha delineato la storia,definendo anche la sua ambientazione, c'è un'ultima decisione che deve prendere primadi iniziare a scrivere: deve decidere chi racconterà la storia.Mentre l'autore è la persona reale ed esistente (o esistita) che materialmente scrive (o hascritto) la storia, il narratore esiste solo nella finzione narrativa ed è la figura cui l'autoreaffida il compito di raccontare i fatti.Sostanzialmente l'autore si trova a poter scegliere tra due modalità narrative, che abbia-mo già incontrato attraverso gli esempi presentati.

• II narratore esterno, che parla in terza persona e non è coinvolto nelle vicende cheracconta; esso può rendersi manifesto, se commenta o esprime giudizi su quanto rac-conta (narratore esterno palese) o può restare nascosto, quando si astiene dai giudizie lascia parlare i fatti (narratore esterno nascosto).

È la modalità scelta da Roth, da Vassalli, da Coloane, negli esempi che abbia-mo riportato (vedi pp. 35, 56, 5 7).

• II narratore esterno onnisciente, che mostra di conoscere personaggi ed eventi, inter-venendo nella narrazione con flashback e anticipazioni, e rivelando gli aspetti più intimie segreti di tutti gli attori delle vicende.

È il narratore scelto da Manzoni per I Promessi sposi.

Il narratore interno, che parla in prima persona e appartiene al sistema dei personaggi(protagonista, antagonista o semplicemente testimone delle vicende).

È la modalità scelta da Hrabal e da Lewis negli esempi riportati (vedi pp. 16,56).

Y

ESTERNO

parla in terza personae non è coinvolto nellevicende. Può essere:• palese (commenta

o esprime giudizi)• nascosto

(non commenta)

NARRATORE

ha il compito di raccontare i fatti

ESTERNO ONNISCIENTE

mostra di conoscere tutto dipersonaggi ed eventi

iY

INTERNO

parla in prima persona eappartiene al sistema deipersonaggi

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La fecalizzazioneUna volta deciso il tipo di narratore, l'autore deve scegliere il punto di vista (detto anchefocalizzazione) a partire dal quale la sua voce narrante osserva e descrive fatti ed eventi.Può scegliere tra diverse possibilità riconducibili alle fecalizzazioni che esamineremo diseguito.1. Focalizzazione interna: si realizza quando la voce narrante racconta i fatti così come li

vede e li vive uno dei personaggi della storia e dimostra di conoscere solo ciò che quelpersonaggio può sapere dalla sua particolare angolatura (cioè da una prospettiva par-ziale e ristretta). La focalizzazione interna si ottiene attraverso due differenti strategie.

Un narratore interno che racconta i fatti in prima persona.

Nell'esempio che segue, tratto da H nome della rosa di Umberto Eco, lavoce narrante è del monaco Adso da Melk, discepolo del protagonista e testi-mone di tutti i fatti narrati. Divenuto vecchio, egli ricorda in un testo alcunevicende accadute quando era giovane e si trovava al seguito del suo maestroGuglielmo da Baskerville.

Un testimone raccontaEcco comerà la situazione quando io - già novizio1 benedettino nel monasterodi Melk2 - fui sottratto alla tranquillità del chiostro da mio padre, che si batte-va al seguito di Ludovico, non ultimo tra i suoi baroni, e che ritenette saggioportarmi con sé perché conoscessi le meraviglie d'Italia e fossi presente quandol'imperatore fosse stato incoronato in Roma. Ma l'assedio di Pisa lo assorbì nellecure militari. Io ne trassi vantaggio aggirandomi, un poco per ozio e un pocoper desiderio di apprendere, per le città della Toscana, ma questa vita libera esenza regola non si addiceva, pensarono i miei genitori, a un adolescente vo-tato alla vita contemplativa. E su suggerimento di Marsilio, che aveva preso abenvolermi, decisero di pormi accanto a un dotto francescano, frate Guglielmoda Baskerville, il quale stava per iniziare una missione che lo avrebbe portatoa toccare città famose e abbazie antichissime. Divenni così suo scrivano e di-scepolo al tempo stesso, né ebbi a pentirmene, perché fui con lui testimone diavvenimenti degni di essere consegnati, come ora sto facendo, alla memoria dicoloro che verranno.

(da U. Eco, // nome della rosa, Bompiani, Milano)

1. novizio: aspirante a entrare in un ordine religioso (in 2. monastero di Melk: importante fondazionequesto caso benedettino), che sta vivendo un periodo benedettina austriaca sorta nell'xi secolo e sede didi preparazione, detto noviziato, e non ha ancora una prestigiosa biblioteca, nota per la sua collezionepronunciato i voti definitivi. di manoscritti.

Un narratore esterno che assume il punto di vista di questo o quel personaggio.

Nel racconto di Kntherine MansfieM intitolato Come fu rapita Pearl But-ton, un narratore esterno racconta il rapimento di una bambina bianca negliStati Uniti assumendo il punto di vista della giovanissima protagonista. Lapiccola non percepisce affatto di essere stata rapita in quanto, avvolta nellemorbide e rassicuranti braccia di una tata di colore, fa il suo ingresso, con

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grande felicità, all'interno di una comunità nera festosa e accogliente. Ancheil lettore viene catturato dall'atmosfera onirica (simile a un sogno) che carat-terizza il punto di vista del narratore esterno e scopre che si tratta di un rapi-mento solo alla fine, quando gendarmi in divisa azzurra si lanciano verso ilgruppo di persone tra le quali si trova la bambina, rompendo l'incanto. Anchequest'ultima scena è descritta dal punto di vista della piccola protagonistache la vive in modo del tutto inconsapevole:

II ritrovamento di Pearl[ .] e Pearl scivolò giù sulla sabbia e guardò verso terra. Degli uomini in giaccablu - dei minuscoli uomini blu che correvano, correvano verso di lei gridandoe fischiando - una folla di omini blu per riportarla indietro, alla Casa delle Sca-tole.

(da K. Mansfield, Come fu rapita Pearl Button, in Tutti i racconti, Adelphi, Milano)

2. Fecalizzazione esterna: si realizza quando il narratore si limita a registrare in modoimpersonale fatti ed eventi, senza assumere il punto di vista di nessun personaggio e siastiene da qualsiasi commento o valutazione. La fecalizzazione esterna si ottiene conil narratore esterno.

Ecco l'inizio del racconto di Raymond Carver intitolato Meccanica pertutti, che dopo una breve ambientazione passa a registrare le dinamiche trai personaggi.

La separazioneIn precedenza, quel giorno, il tempo era cambiato e la neve si stava sciogliendoin acqua sporca. Rivoletti di quell'acqua scorrevano sulla finestrella bassa chedava sul retro. Le macchine passavano frusciando sulla strada che si stava fa-cendo sempre più buia. Ma si stava facendo sempre più buio anche dentro casa.Lui era in camera da letto e riempiva la valigia di vestiti quando lei apparve sullasoglia.Sono proprio contenta che te ne vai! Sono proprio contenta!, disse lei. Mi senti?Lui continuò a mettere le sue cose nella valigia.Brutto figlio di puttana! Sono proprio contenta che te ne vai! Scoppiò a piange-re. Non hai nemmeno il coraggio di guardarmi in faccia, vero?Poi notò la foto del bambino poggiata sul letto e la prese.Lui la guardò e lei si asciugò le lacrime e lo fissò un po' prima di voltarsi e ditornare nel soggiorno.Riportala qua, le disse lui.

(da R. Carver, Meccanica per tutti, in Di che cosa parliamo quando parliamo d'amore,

minimum fax, Roma)

3. Fecalizzazione zero: si realizza quando il narratore conosce la storia meglio di qual-siasi personaggio, è onnisciente, sa tutto dei personaggi (ciò che desiderano, odianoo ricercano), conosce ciò che è avvenuto nel passato e anche come finirà la storia. Que-sto tipo di fecalizzazione si ottiene con il narratore esterno ed è la modalità narrativaprediletta dagli scrittori tra Settecento e Ottocento.

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Vediamo come nel i capitolo dei Promessi sposi Alessandroracconta il ritorno a casa di don Abbonalo dopo l'incontro con i bravi.

Il ritorno a casa di don AbbondioII povero don Abbondio rimase un momento a bocca aperta, come incantato,poi prese quella delle due stradette che conduceva a casa sua, mettendo innanzia stento una gamba dopo l'altra, che pare-vano aggranchiate1 Come stesse di dentro,s'intenderà meglio quando avrem dettoqualche cosa del suo naturale2, e de' tempiin cui gli era toccato di vivere.Don Abbondio (il lettore se n'è già avvedu-to) non era nato con un cuor di Icone. Ma,fin da' primi suoi anni, aveva dovuto com-prendere che la peggior condizione, a que'tempi, era quella d'un animale senza artiglie senza zanne, e che pure non si sentisse in-clinazione d'esser divorato.

(da A. Manzoni, I Promessi sposi, SEI, Torino)

1. aggranchiate: rattrappite.2. del suo naturale: sulla sua natura.

Giovan Battista Galizzi (1882-1965), II bravi e don Abbondio. I

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o:

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FOCALIZZAZIONE

punto di vista del narratore

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FOCALIZZAZIONEINTERNA

FOCALIZZAZIONEESTERNA

FOCALIZZAZIONEZERO

la voce narrante raccontai fatti dal punto di vista diuno dei personaggi.Si ottiene con:• narratore interno

(racconta in primapersona)

• narratore esterno(assume il punto di vistadi un personaggio)

la voce narrante registra ifatti in modo impersonale.Si ottiene con unnarratore esterno.

il narratore è onnisciente.Si ottiene con unnarratore esterno.