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VOCE DI BUCCINO 2009/01

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Primavera 2009

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ANNO XVNUM. 1

PRIMAVERA

2009Periodico di Cultura - Tradizioni e InformazionePoste Italiane SpA, sped. in abb. postale - D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 - comma 1 DCB - RomaTassa riscossa - Taxe Percue - Roma - Italy Distribuzione gratuita

La Vocedi BUCCINO

ANTICA VOLCEI

Newark-N. J. anni '20 - La famiglia di Angelo Trimarco; da sx: il figlio Frank, la moglieRosina Catone, Maria Concetta, Pasqualina (nannina) Angelo Trimarco, TeresinaDa: La'mericana e le altre ... storie dell'emigrazione buccinese - (pagg. 8/9)

Eduardo Magaldicon il calciatore brasiliano

Edmundo

Il vecchio frantoiodi via Pescara

Florencia Contealla Conferenza dei

Giovani Italiani nel mondo

(servizio a pag. 14)

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Pag. 2 La Voce di Buccino - Primavera 2009

La VOCE di BUCCINO

Aut. Tribunale di Roma n. 190/95Direttore resp. - Dino Baldi

DirettoreAngelo Imbrenda

Direz. - Redaz. - Amm.neVia Carolei, 22 - 00173 Roma

Tel. e Fax 06.72670085Cell. 329-6156267

e-mail: [email protected]

Stampa: GRG Tipolitografica - Salernomese marzo 2009

Il giornale si sostiene con il Vostrocontributo volontario:Quota Abb. Annuale euro 10.00C/C postale n. 36456002intestato a:Angelo ImbrendaIl foro competente per ogni controversia èquello di Roma

Editorialedi

AngeloImbrenda

Dove eravamo rimasti, lo potete leggerenell’ultimo editoriale e riflettere insieme suquanto ho scritto intorno a questa caravelladi carta. Ma da dove eravamo partiti?Quindici anni or sono nella terza pagina delnumero 0 della Voce pubblicai l’articolo:BUCCINO: PAESE DI EMIGRANTI ecome sotto titolo: Prima generazione: inonni.Riporto l’ incipit di quell’articolo.La storia di Buccino, paese d’emigranti, èla storia di tanti paesi del meridione, chehanno contribuito a fare la storia e lafortuna di intere nazioni dalle lontaneAmeriche, all’Australia, all’Europa.Nel momento in cui un vento separatistasoffia in Italia e in Europa e una spiralerazzista prende sempre più corpo, noiemigranti della terza generazione alziamoin alto la bandiera della pacifica convivenzache è un patrimonio lasciatoci in ereditàdai nostri avi che conobbero sulla loropelle e nella loro anima l’essere “diversi”in terra straniera.Non pensavo, dopo quindici anni di sentirmi“diverso” nella mia terra.La Voce, come ho detto più volte in questianni, era nata per fare da ponte tra noi“emigrati” e quelli rimasti a Buccino.Animato da forte tensione ideale avevo datoil via a questa avventura, convinto che avreitrovato appoggio e collaborazione tra i mieicompaesani. Forte di questa convinzione,mi recai in Municipio per presentare ilgiornale al Sindaco dell'epoca e verificarela possibilità di ricevere collaborazione.A capo dell’Amministrazione Comunalec’era la compianta Filomena Gerbasio cheapprezzò l’iniziativa. Di conseguenza,convinta della bontà della stessa, mi promisepiena e leale collaborazione. Anche se lanostra provenienza e collocazione politicaera agli antipodi pensavamo entrambi cheil bene comune viene prima della fazione.

Ma i buccinesi conoscono la via crucis cheportò nel giro di poco tempo Filomena alasciare prematuramente questo mondo perraggiungere la casa del Padre, sotto ilmantello protettivo della Madre Celeste.Con la sua scomparsa dovetti constatare chela mia voce non aveva diritto né di parolané di tribuna.Ma l’entusiasmo, che mi aveva spinto afar nascere la Voce, e un anno dopol’Associazione Buccinesi nel Mondo, eratale e tanto che, malgrado la manifestaostilità del potere locale, ebbi il coraggio inquasi completa solitudine di dar vita ad unaserie di manifestazioni.Dai convegni su l l ’o l io d’o l iva ,sull’artigianato, sull’emigrazione allapresentazione di libri, alle rassegne diorganetto e fisarmonica presso il CentroSindacale “ L. Paesano” in località braida.Senza dimenticare una decina di Festedell’Emigrante organizzate in agosto nellapineta di largo Pescara a Buccino.Quando la stanchezza stava avendo ilsopravvento sul residuo entusiasmo, manie cuori di pochi amici, emersi dall’ostilitàe dall’indifferenza mi sono arrivate insoccorso ed hanno alimentato la fiammellain via di esaurimento. I nomi di questi amicili trovate sfogliando La Voce che tanti divoi conservano con amore e rispetto.Così, dissetatomi alla borraccia allungatamida questi amici, ho ripreso la marciaattraverso il deserto volceiano e sono giuntoall’oasi di San Antonio, cuore storico dellanostra Comunità. E quì, in questo luogosacro, ho dato vita al “ Premio Buccinesenel Mondo” che è giunto alla quarta edizione.Non solo a Buccino ma anche fuori delpaese natale ho organizzato in questi annimanifestazioni. A Roma ho organizzatoconvegni e serate teatrali e musicali,invitando e coinvolgendo buccinesi eromani. I primi, in numero ridotto perentità e per predisposizione e i secondi piùnumerosi per amicizia e per interesseculturale. Così tanti a Roma in questi ultimianni hanno scoperto Buccino (Antica Volcei)e la sua storia grazie anche a queste miefolli iniziative.Ma qualcuno sta aspettando di conoscerecome ho fatto a fare tante cose senza aiutie sostegni morali e materiali.

Quindici anni dopo

La fame aguzza l’ingegno e quel poco dicui dispongo l’ho messo al servizio dellac a u s a . H o c h i e s t o l ’ i s c r i z i o n edell’Associazione Buccinesi nel Mondonell’albo delle associazioni regionali delLazio, per poter ricevere qualche contributoper le attività svolte a Roma. Lo stesso hofatto con il giornale, chiedendo per La Vocecontributi come periodico edito in Italia einviato all’estero. Se oggi sono un migliaioi buccinesi, gregoriani e conterranei sparsinel mondo che ricevono La Voce è propriograzie a questi contributi e non solo a questi.Se La Voce di Buccino quest’anno spegnela 15^ candelina deve dire grazie ai tantisuoi lettori con le loro spontanee offertevolontarie.Ognuno secondo le proprie possibilità espesso anche oltre. E senza voler sminuireil contributo di tutti voi a cui sarò semprericonoscente cito quale esempio di generositàMario Cariello (marasciallicchio) daOggiona Santo Stefano che più di una voltaall’anno si reca nel locale ufficio postaleper inviare il suo contributo d’amore. E nonc’è anno che nella ricorrenza del SantoNatale non ha il gentile pensiero di inviareuna cartolina di Auguri a me e a tutta lafamiglia della Voce. Sui monti di pietrapuò nascere un fiore… e Mario Cariellocon il suo amore alimenta questo fiore chesi chiama La Voce di Buccino.

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S. Chirico Raparo, agosto 1985.Il professore Emilio Magaldi

Emilio Magaldi. Lo conoscevo già, qualestorico profondo della Lucania romana,per averlo letto nelle bibliografiedell’archeologia regionale, nonché qualenoto pompeianista, dalle lezioni universitariesulle “Antichità Pompeiane” tenute dalbravissimo professore Fausto Zevi.

Il suo nome, poi, mi risuonava familiare, inquanto omòfono di quello del popolareimprenditore buccinese e Cavaliere delLavoro: l’indimenticabile zio EmilioMagaldi, la cui stirpe molto probabilmentesi riannoda allo stesso ceppo.Il nostro bravo antichista era nato a Napoliil 6 novembre 1906 dal notaio Paolo e daGiacinta Simonetti; due famiglie dellaborghesia agraria lucana, i cui esponenti sidistinsero nei moti rivoluzionari delNovantanove, quali aderenti alla RepubblicaPartenopea, e nondimeno -credenti e ferventiliberali- furono protagonisti nelle rivolteinsurrezionali antiborboniche del 1848 e del1860.Tra questi, ricordiamo, Giuseppe MariaMagaldi, Commissario del GovernoFrancese nei centri del Lagonegrese;Giuseppe Simonetti assassinato nella rivoltapopolare di Craco il 4 marzo del 1799;Nicola Maria Magaldi, perseguitato dallapolizia borbonica e nominato segretario delGoverno Prodittatoriale nel 1860; Vito MariaMagaldi, letterato e poeta, il quale dodicenneappena seguì Garibaldi al Volturno; PasqualeMagaldi, anch’esso poeta, coautore di unvolume di composizioni poetiche dedicatedal Duca della Verdura al re Ferdinando IIdi Borbone.Emilio Magaldi, conseguita la licenza licealeal Genovesi di Napoli -dove poi vi entreràda docente di latino e greco- contrariamenteai voleri del padre, che lo preferiva qualedegno successore nel suo studio notarile,s’ iscrisse al la facoltà di Letteredell’Università di Napoli. Fu allievo delgrande italianista Francesco Torraca e nelcontempo si appassionò allo studio delleAntichità Pompeiane sotto la guida sapientedi Antonio Sogliano, che lo predilesse,influendo anche sulla sua preparazione.Difatti, uno studio del giovane universitario

Il PROFESSORE EMILIO MAGALDIE’ stato uno dei più grandi studiosi della Lucania romana e di Pompei.

Il ricordo di chi l’ha conosciutodi Giuseppe Arduino

Magaldi, pubblicato nella rivista“Moyseion” (1926-’27) e svolto in latino,reca il titolo: De inscriptione parietariapicta. Laureatosi nel 1928, fu primaassistente alla Cattedra di Geografia e l’annosuccessivo passò a quella di Archeologia eAntichità Pompeiane. Il suo migliore lavoro,in tema di epigrafia pompeiana, concerne:Le iscrizioni parietali di Pompei conparticolare riguardo al costume. Tra l’altro,fondò e diresse sua impensa, cioè a propriespese, nel 1934, la prestigiosa: “Rivista diStudi Pompeiani”.Non è ovviamente questa, la sede perricordare l’operosa attività culturale escientifica del professore Emilio Magaldi,che, ritiratosi nel suo ameno paesello di SanChirico, arroccato su una rupe all’ombradel Monte Raparo, visse in totale isolamento,per quasi mezzo secolo, sino al giorno delsuo silenzioso decesso avvenuto il 17febbraio 1993.

In una gelida mattinata del gennaio 1983ebbi il piacere di conoscerlo personalmentenella sede della Deputazione di Storia Patriadella Lucania, a Potenza. Mi fu presentatoda zio Gerardo Salinardi, agronomo estorico, il quale mi disse: “questo è EmilioMagaldi!”. Mi trovai di fronte un uomo dibassa statura, calvo, un homunculus, perdirla con uno pseudonimo dello storicoRacioppi, ma gravido di intelligenza e sveltodi parola. Appena sentì la parola Volcei, la

collegò subito alla patria di MarcelloGigante, suo giovane collega al Genovesidi Napoli, declamando il seguente verso:Volcei ac Pompei aequo versu versae atnatalibus diversae, con soddisfazione dellamia risposta rimata: due città per rimauguali, ma per natali diseguali; cioè Volceilucana, Pompei sannitica. Con lui ebbidiversi incontri e scambio di opinioni,man tenendo anche un r appor toepistolografico - mi scriveva su bigliettipostali, quelli che si ripiegano a mo’ dilettera- che è “la migliore comunicazioneintrisa di umanità”, come sottolineò ilrimpianto professor Gigante in un articolosul Corriere della Sera, parlando di MarioMoretti, grande studioso di Epigrafia greca.Preciso e nutrito di acutezza filologica, maanche brioso e motteggiatore, a propositodi una mia lettera non giuntagli in tempo, ilMagaldi mi scrisse che se la epistola avesseviaggiato con il cursus publicus dei Romani,sicuramente sarebbe giunta a San Chiricomolto tempo prima.Nell’agosto 1985, con gli amici Peppino eAlessio, durante un tour nei paesi del Pollino,decidemmo di fare una puntatina a SanChirico, il paese che diede i natali al filosofospiritualista Francesco De Sarlo e dove visseanche lo storico Giuseppe Paladino.L’abitazione del Magaldi, un palazzo di fineSettecento, si apriva sulla valle erosa dalRacanello, scorgendosi in lontananza lasagoma del Monte Sirino.Il professore, anche se diffidente percarattere, appena mi riconobbe fu subitogentile, guidandoci poi attraverso lenumerose stanze dell’imponente caseggiato,gremite di libri e arredate con mobilid’epoca. Nell’ingresso, a guisa di blasone,-come egli stesso lo definì- campeggiaval’emblema del Club Alpino, altra passioneviscerale del Magaldi, il quale ci dichiaròdi essere stato in gioventù un bravorocciatore.Due stanze mi colpirono: la camera da letto,con baldacchino ricoperto da una tenda amerletto, i cui ricami riproducevano disegnidi mosaici pompeiani, e lo studiolo, con il

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Dopo le esternazioni sulla scuola italianariportata nel numero precedente della Voceriprendiamo la nostra conversazione con ilProf. Di Vona.A proposito di fascismo e antifascismo esul "male assoluto" rappresentato dal primoe di cui si sta molto parlando in questi giornicosa ne pensa?Non ne sono informato!Non ha seguito le polemiche polticheriguardanti il sindaco di Roma, Alemannosul fascismo?Devo confessare che non leggo più i giornalie non lo nascondo. Ho letto parecchio suquel periodo per comprensibili ragioni...come si può dire: quel periodo mi ha sempreinteressato. Ho letto il diario di Ciano, holetto il diario di Bottai, ho letto Renzo DeFelice (autore di un imponente lavorostoriografico sul ventennio fascista n.d.r.).Il fascismo e le leggi razzialiProfessor Di Vona, mi riferivo alle leggirazziali, al viaggio di Fini in Israele eultimamente Alemanno e il Ministro LaRussa hanno cercato di fare una distinzionetra il fascismo e le leggi razziali.Mussolini ha presentato la legge ma il Reha firmato. Se Vittorio Emanuele nonfirmava ... eh eh. C'è una responsabilità deiSavoia. Poi mi permetto di fare una miaconsiderazione, da studioso:la legge razziale in Italia è stata una grandeiniquità. Non solo per l'aspetto umano, percui cittadini italiani sono stati trattati come

se fossero degli stranieri e per lo piùpericolosi. Ma anche sotto l'aspetto culturaleanche se considerando il periodo era difficileconoscere. Certi aspetti della culturaebraica erano noti sì ma in ambienti moltoristretti. L'ebraismo italiano non è da metterea confronto per numero di persone conl'ebraismo russo, con quello polacco, conlo stesso ebraismo tedesco. No! la comunitàebraica italiana è stata una delle più colte,basti pensare che già nel nono secolo nellacomunità ebraica in Italia circolava unodei testi fondamentali della cabala ebraicache è il Sefer Jetzira ( libro della creazione).Poi il testo più importante, la bibbia delladottrina cabalistica, se possiamo dire, dove fu stampato per la prima volta? in Italia!Non so se è chiaro.Quindi l'ebraismo italiano era unacomunità di grande cultura. E' stato ungran male non solo dal punto di vista umanoma ancor di più dal punto di vistaintellettuale perseguitare gli ebrei italiani.L'ebraismo italiano ha dato un contributoinnanzitutto al Risorgimento, poi ci sonodegli scrittori ebrei che fanno parte dellaletteratura italiana. Penso al filosofo MichelStepter che ha scritto un bel libro delnovecento. E' stato un grande errore. Pernon dire di alti ufficiali ebrei nell'esercitoitaliano.Mi è stato detto che durante la guerra,quando gli inglesi attaccarono Taranto ecolpirono tre corazzate italiane, una diqueste corazzate per tirarla su dovetterochiamare un ingegnere che era lui stessoun ufficiale ebreo.Quindi Mussolini ha proposto e il re hafirmato. Poteva rifiutare di firmare comefece quando gli presentarono un decreto incui si prevedevano delle misure economichecontro Nitti. E pare che Vittorio Emanuelelo scartò e disse: no, no, è stato mioministro. Poteva fare altrettanto il re unquella grave occasione, ma non lo fece.Quindi la polemica sul male assoluto?Cosa intendono per male assoluto?Mi accorgo così che il professore non segue

questi dibattiti che occupano tanto spaziosulle televisioni e sui giornali e alloraspecifico:C'è chi vuole distinguere il fascismo dalleleggi razziali.E' inutile cercare di scusare un fatto perchècontro i fatti non ci sono scusanti. Contrafactum non est argumentum. Non ci sonoargomentazioni contro i fatti. I fatti sonofatti e non si può fare altro che riconoscerli.Quindi è inutile separare il fascismo dalleleggi razziali. Bisognerebbe allora separareanche il re dalle leggi razziali. Ma il re hafirmato! Eh, eh.La vera colpa di Mussolini non è statanemmeno la dittatura ma il fatto che con lasua politica estera, dopo quattrocento anni,ha messo l'Italia in condizioni di doversubire ancora l'invasione straniera. Dalnord e dal sud. Perchè non c'è niente dafare: americani, inglesi e tedeschi eranodegli stranieri. E' inutile che stiamo aparlare di liberazione.Gli italiani non hanno buona memoria, ilprimo che ha chiamato la guerra:liberazione, è stato Annibale. Era venuto aliberare i popoli italici dall'oppressione diRoma. Non ci prendiamo in giro,riconosciamo le cose per quello cheveramente sono state. E' stata un'invasionestraniera, è inutile che vengano a dire chehanno fatto una crociata, che sono venutia liberarci. Hanno avuto il coraggio dichiamare l iberator un aereo dabombardamento che ha imperversato inEuropa e in Italia. E' tutta propagandapolitica.I responsabili della guerra civile in ItaliaI veri responsabili della guerra civile inItalia sono stati Badoglio e VittorioEmanuele III. Perchè loro si sono ritiratia Brindisi con tutto il governo e hannolasciato Mussolini a Campo Imperatore, unposto in cui i tedeschi non ebbero nessunadifficoltà a riprenderselo e portarlo inGermania. Permettendo così allo stesso dicreare, volentieri o malvolentieri laRepubblica Sociale Italiana. E così portareallo scatenarsi della guerra civile in Italia.Badoglio e il re avevano l'obbligo di portarecon loro anche Mussolini e metterlo al sicurodagli attacchi tedeschi.Se Mussolini non andava in Germanianessun gerarca fascista avrebbe avuto

Illustri personaggi volceianiConversando con PIERO DI VONALa storia d'Italia vista dal filosofo di origine buccinese

(continua a pag. 5)

Il prof. Piero Di Vona con Angelo Imbrenda

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l'autorità e la capacità, a cominciare daFarinacci, da organizzare uno statodissidente. Ripeto: quella è stata la causadella guerra civile. Non so se questo l'hogià detto. un'altra cosa che può interessareè il perchè dell'uccisione di Mussolini.Vi sono almeno quattro ragioni. In primoluogo Mussolini ha governato per vent'annie quindi era in condizione di sapere vita,morte e miracoli di tutti gli antifascisti. Equesto ai capi dell'antifascismo non facevapiacere. In secondo luogo, Churchil e gliinglesi avevano tutto l'interesse a farlosparire perchè se fosse sopravvissutoavrebbe potuto pubblicare i documenti egli atti che provavano i rapporti tra ilgoverno inglese e quello italiano.Poi c'è stata una motivazione che considerola più vile. Se Mussolini fosse sopravvissutoe dato che aveva comunque un seguito eavendo delle doti oratorie, avrebbe potutoanche in una repubblica democraticariprendere il potere. E questo evidentementenon doveva accadere.Infine l'Italia uscita sconfitta e occupatadalla guerra, aveva bisogno che, per la suaimmagine, e per le condizioni che sarebberostate riservate nel trattato di pace, Mussolininon finisse in mano agli alleati e non venisseprocessato. Non importa se a Norimbergao in un altro posto davanti agli occhi ditutto il mondo. Questo doveva essereassolutamente evitato, per una ragion distato. Salus rei publicae suprema rex esto.Durante la mia vita ne ho letto e sentite diversioni su quel periodo storico ma unainterpretazione di quegli avvenimenti cosìoriginale non l'avevo ancora ascoltata.Questo mi è venuto in mente mentreascoltavo il professor Di Vona.Julius Evola e il fascismoMi è venuto spontaneo chiederglinuovamente: Professore, lei che è figlio diun martire antifascista perchè ha studiato escritto libri riguardanti Julius Evola,considerato un teorico dell'ideologiafascista?Ahh... chi poteva studiare oggettivamenteEvola se non un figlio di un antifascista.Su Evola ci sono dei fanatici eindubbiamente il giudizio non poteva esseresereno da parte di questi. Su questo teorico

del razzismo c'è una letteratura e ha rettoad una condanna espressa su di lui da tantiintellettuali italiani. Perché, se durante ilperiodo fascista non era ben visto in Italia,aveva ottenuto in Germania una suanotorietà, nel dopoguerra e tutt'ora Evolaè studiato in Francia, in America, persinoin Russia. Quindi ha retto la condanna sudi lui che si è voluta esprimere da parte digiornalisti e intellettuali legati alla sinistra.La sua fama va oltre l'Italia e abbracciabuona parte del mondo occidentale.Soltanto un figlio di un antifascista potevastudiare Evola.Naturalmente un conto è Evola, un contoè il fascismo. Tra l'altro non era nemmenoiscritto al partito fascista. Cercò diconquistare autorità e avere influenza inseno al fascismo ma aveva un progetto bendiverso. Voleva che il fascismo servisse ariportare l'Italia ad un ordinamento stataledi tipo tradizionale. Pensava che il fascismopotesse essere l'occasione e il mezzo pergiungere ad un ordinamento ben diverso;ditipo elitario o addirittura di tipo sacrale,ma non cristiano. Uno dei motivi per cuitra Evola e il fascismo non ci fu incontro èche egli era indubbiamente anti cristianomentre i fascisti avevano stabilito unconcordato con la chiesa cattolica. Unconcordato si può sempre fare e anche larepubblica italiana con l'accordo tracomunisti e democristiani hanno per ragionidiverse messo nella costituzione ilconcordato con la chiesa cattolica. Il chelo Stato italiano, qualunque sia stata la suapolitica religiosa è semplicemente uno statoclericale. Per me è clericale qualunquestato che nella sua costituzione figuri unaccordo con qualsiasi religione, non importase cristiana o non cristiana.Su Evola vorrei aggiungere alcune cose.Per le sue amicizie con alcuni gerarchicome Farinacci di cui aveva stima, conPreziosi, antisemita, alcuni studiosi disinistra e non solo questi considerano il suopensiero politico razziale. Secondo mequesto non è l'aspetto più importante.L'aspetto più importante per me èl'insegnamento sapienziale. L'avere cercatoin un paese cattolico come l'Italia una viad'uscita diversa da quella che procura lareligione cristiana.Si sbaglia ritenere molto importante ilpensiero politico di Evola e a trascurare isuoi studi sapienziali sulle religioni e il suosostanziale accordo con l'indirizzo di RenèGuenon. Al seguito di quest'ultimo si èformato un movimento tradizionale religiosoche in certe circostanze potrebbe anchediventare una nuova religione.

Conversando con PIERO DI VONA

(continua da pag. 4)

Siglando i Patti Lateranensi, Italia e SantaSede chiudevano la Questione Romana chesi era aperta con la breccia di Porta Pia. Conla firma apposta da Benito Mussolini, capodel governo italiano e dal cardinale PietroGasparri, segretario di Stato, l’11 febbraio1929 veniva sancita la conciliazione tra ilregno d'Italia e il neonato stato denominatoCittà del Vaticano.

"Il Concordato è un testo ancora attualee importante e contiene grandipotenzialità". Con queste parole ilpresidente della Repubblica GiorgioNapolitano descrive il trattato che regola irapporti tra lo Stato italiano e la Santa Sede,uscendo da Palazzo Borromeo, sededell'ambasciata italiana presso il Vaticano,per la celebrazione dell'ottantesimoanniversario della firma dei Patti Lateranensie del venticinquesimo anniversario delTrattato di modificadel Concordato.Con il capo dello Stato, presenti tutte le altecariche istituzionali: il presidente del SenatoRenato Schifani, il presidente della CameraGianfranco Fini, il presidente del ConsiglioSilvio Berlusconi e il presidente della CorteCostituzionale Giovanni Maria Flick. Conil Vaticano "il clima è perfetto, comesempre". E c'è "grande sintonia delgoverno con la Chiesa", ha detto il Premier.

80° anniversariodei Patti Lateranensi

Napolitano sul Concordato:''Testo attuale e con grandi

potenzialità''

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La storia delle donneè fatta anche diviolenze e di soprusie n e p p u r e l econquiste e la tantosospirata parità cirisparmiano dalleumiliazioni e daglistupri quotidiani.ecco che l’U.D.I. -u n i o n e d o n n eitaliane-ha voluto

fortemente che l’intera nazione fosseattraversata da una “staffetta di donne controla violenza sulle donne”. Le primeassociazioni e le Commissioni PariOpportunità contattate hanno fatto il passaparola e ora centinaia di paesi e città sipreparano ad accogliere l’anfora, che fa datestimone. La staffetta è partita da Niscemiil 25 novembre 2008 ed arriverà a Bresciail 25 novembre prossimo; un anno perconoscere, riflettere, progettare. Nella nostraprovincia si fermerà dal 18 al 23 febbraioe passerà nell’Agro Nocerino e nella Valledell’Irno, nel Vallo di Diano (1) e nellaValle del Bussento e citando solo alcunipaesi passerà per Salerno, Nocera, SalaConsilina, Albanella, Agropoli, Eboli,Contursi, Campagna…. mentre convegni,dibattiti, presentazioni di libri, mostre diquadri, foto, letture di poesie e riflessionifaranno da cornice al suo passaggio.Come testimone è stata scelta un’anfora,che nella tipologia ricorda il vasoconsegnato dagli dei a Pandora, la primadonna .Il vaso che conteneva tutti i mali fuportato sulla terra e Pandora curiosa lo aprì, i mali toccarono il suolo e ben attecchironotra gli uomini e solo la speranza rimase infondo al vaso, chiuso appena in tempo. Mail vaso rappresenta anche l’acqua che è vita,il vaso rappresenta anche il corpo delladonna che dà la vita. E proprio la speranzadi una vita migliore per tutte le donne è ,ora,ad essere chiesta attraverso la staffettadell’U.D.I.La staffetta intende parlare anche di rispetto,di libertà, di pari opportunità a uomini edonne, intende parlare dei valori e dellequalità dello spirito specie ai giovani.L’anfora ha due anse, perché due staffettisteper volta devono sorreggerla e ricordare lanecessità della collaborazione tra donne inuna empatia di genere. Certo sarebbe statoancora più significativo se un uomo e unadonna avessero condiviso il testimonegrondante di sacrifici al femminile.

L’anfora racconta a tutti che troppo spessosono stati violati i corpi femminili, ma anchei profondi tracciati dell’anima. Perché parlaredi violenza non significa parlare soltantodi violenza sessuale, ma anche di quelleviolenze fisiche e psicologiche che neisecoli si sono perpetrate per motivieconomici,sociali, religiosi…Basti pensarealle carriere impedite, alle professionalitànegate, al mercato matrimoniale, aimatrimoni imposti,alla monacazione forzata,alla caccia alle streghe, alla tonsura,all’infibulazione….Alle donne per secoli sono state vietate laparola, la scrittura, l’istruzione, essevenivano colpevolizzate perchè essendo perlegge soggette ai padri prima, e ai maritidopo, cioè all’autorizzazione maritale, nonsapessero né amministrare, né gestire beni,né testare, tutto per una conclamata“imbecillitas sexui”.E poi, a causa del flusso mestruale per alcunigiorni al mese, in cui “ le donne ragionanocon l’utero” non sarebbero state capaci diimpegnarsi in professioni in cui necessitano sempre chiare capacità di giudizio. Quindiniente donne avvocato, magistrato e medico.E poi donne umiliate da padri e da maritipadroni, ai quali veniva concesso anche ildiritto di vita e di morte sulle donne di casa,

schiave tra le mura domestiche.Ci sono ,poi, due categorie , lontane neltempo, diverse tra loro per ceto sociale, permodo di vivere, ma tutte e due costrette asoffrire: le monache e le “streghe”.Tutti sanno della monacazione forzata dalseicento in poi che vide un silenziosoesercito di bambine e fanciulle di nobilicasate relegate nei monasteri di clausuraper motivi patrimoniali. E le figlie“superflue”, anche quattro sorelle alla volta,talvolta dieci della stessa generazione chesenza potersi ribellare chinavano il caporasato mentre venivano private degli affettifamiliari e della gioia di vivere in libertà.Tutti sanno che un esercito di oltresessantamila donne. Di solito povere, non

importa se mogli o vedove,vergini o madri,di ogni ordine confessionale venivano portateal rogo, perché sospettate di stregoneria. Maprima torturate e spinte a confessare maleficie incontri con il maligno. E gli inquisitori,nella loro perversa fantasia andavanoescogitando torture al femminile permortificare la maternità e la femminilità.Certamente oggi abbiamo conquistato inostri spazi, ma a costo di grandi fatiche,ora chiediamo ancora quel rispetto chetroppo spesso ci viene negato. Perciò lastaffetta vuole essere un momento diriflessione, ma soprattutto un momento diprogettazione.Non pretendiamo sempre e solo dalla politicala soluzione di tutti i mali della società, ilrispetto della persona è segno di civiltà e sicoltiva in aiuole molto speciali che sic h i a m a n o f a m i g l i a e s c u o l a .Rimbocchiamoci le maniche come madri,mogli, insegnanti dissodiamo il terrenodell’indifferenza, piantiamo i sani principie concimiamo con i buoni esempi.

(1) Buccino è presente all’accoglienza il 22febbraio con i giovani della “Liberaespressione volceiana” e con un’ospite delCo.Se.S.- centro per anziani- che sarà unadelle sei staffettiste ad attraversare Eboli.Postiglione, invece, si è associato attraversola”Fondazione Madonna del villaggio” diA. e M. Pagnani.

*Coordinatrice accoglienza staffetta Eboli

La violenza sulle donne è una lunga storiadi Maria Rosaria Pagnani*

"IMPRESAdi PULIZIA"

Leo Angela

Tel. 0828.952176Via A. Gramsci

84021 BUCCINO

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La Voce di Buccino - Primavera 2009

MARGHERITA SIANI Il complessosportivo di San Gregorio Magno diventa uncentro sportivo federale per il Sud Italia. Larichiesta, avanzata dal Comune di SanGregorio al Comitato campano della Figc,ha avuto esito positivo. Dopo alcunisopralluoghi ed un'attenta ricognizione ditutto quanto è il complesso, è giunto il sìdefinitivo ad una struttura finita nel mirinotante volte per le inchieste che si sonosusseguite sulla sua realizzazione. Ma ilrisultato di oggi non poteva che essere cosìper questa struttura fiore all'occhiello dellosport, con campo di calcio in erba naturale,calcio a cinque, pista per atletica leggera,campo da tennis, alloggi con 30 camere e 4suite (80 posti letto), foresteria, tutti elementiconsiderati importanti per la federazione,elementi di forza che il Comune ha fattovalere nella sua richiesta. D'altronde il centro,che ha ospitato tante squadre di calcio,nazionali ed estere di ogni categoria,campionati di vario genere, è ben noto nellesue caratteristiche. Eppure lo stesso centroha subito negli anni attacchi ed inchieste diogni tipo. Costruito con i fondi del terremoto,fu additato come uno "spreco" dinanzi aidisastri del sisma, alla gente senza casa. Maa San Gregorio si pensava a questa strutturaguardando al futuro, fatto anche di sviluppolocale attraverso lo sport, il calcio inparticolare, con un centro completo. «Eraper noi una grande scommessa - dice ilsindaco, Gerardo Malpede, che all'epoca,nei primi anni '90 era vice sindaco, coautoredella scelta di costruirlo - se in questi anni,invece di difenderci fino alla Cassazione,che ha giudicato tutto regolare, avessimopotuto costruire quel futuro a cui avevamopensato, il risultato di oggi forse l'avremmopotuto ottenere anche dieci anni fa». Unrammarico per il tempo perduto, ma anchela voglia di andare avanti, senza pensare piùal passato e ad una vicenda chiusa. Resta ilCentro, resta la possibilità di unire intornoad un complesso sportivo indotto, sviluppo,lavoro, così come si è potuto verificare inquesti anni di utilizzo in proprio, da partedel Comune. Divenendo un Centro federale,la gestione passerà ora alla Federazione,con la stipula di una convenzione che verràsottoscritta nelle prossime settimane, nonappena saranno limate le procedure diconcess ione , che p revedono unaccompagnamento economico da parte delComune. Ed il sindaco, per questo, lanciaun appello all'amministrazione provinciale:«In questo momento abbiamo bisogno dirisorse per riuscire a stipulare unaconvenzione e prevedere delle spese, a caricodel Comune, per un periodo di un paio dianni - dice Malpede - Visti gli innegabilivantaggi economici e commerciali non soloper il territorio, visto il grande valore chelo sport, il calcio può dare alla nostraprovincia, auspico un sostegno da parte diPalazzo S. Agostino affinché si possa partirecon il piede giusto».

Da: Il MattinoSan Gregorio Magno, il centro

sportivo diventa federale

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DOMENICO BARBATI É stata rifinanziatala legge 219 sulla ricostruzione dei comunidella Campania e della Basilicata colpitidal sisma del 23 novembre 1980. La sommadestinata ai comuni della Campaniaammonta a 80 milioni di euro, il 70%dell’intero fondo previsto, e il decreto èstato firmato mercoledì sera dal Governo.In pratica i fondi sono stati ripartiti a secondadell’utilizzazione di quelli precedenti e sonorestati al palo quei comuni che fino a questomomento non avevano utilizzato quelli aloro disposizione. In pratica è stato premiatochi ha utilizzato meglio, e quasi la totalitàdei fondi, che lo Stato aveva messo adisposizione con i precedenti decreti.

Da : Il Mattino del 06/02/2009

LA RICOSTRUZIONEFondi 219 i finanziamenti

ai comuni

Giuseppe Trimarco è nato a San GregorioMagno ed è un conducente di bus a Bolzano.Guida con teutonica precisione per tuttol’anno ma, con altrettanta puntualità, inagosto scende a San Gregorio Magno perpartecipare come conducente di una grottaalla rappresentazione dei Baccanalia.Insieme al cognato ( Barberio) e ai varifamiliari apre la grotta in via Bacco peraccogliere i numerosi visitatori cheaccorrono da ogni parte della provinciasalernitana per partecipare ad uno dei piùcaratteristici appuntamenti eno-gastronomicidella zona. Dopo 37 anni di permanenzaa Bolzano, vicino al pensionamento, ha unsogno: tornare definitivamente nel suo paesee riprendere l’attività di agricoltore. Mi ha fatto visitare la cantina che ha incomproprietà con il cognato e mi ha spiegatocosa è e come è nata. (Sulle origini e sullastoria di queste grotte rimandiamo il lettore ad una specifica puntata). Il buon Giuseppementre racconta la sua vita, passa dal taglio di fette di prosciutto alla mescita del vino.La figlia di Giuseppe, nata e cresciuta nellacittadina italo-tedesca, non ha l’accentogregoriano, ma ha la innata predisposizionealla laboriosità e all’accoglienza degliabitanti di San Gregorio Magno. Hapreparato dolci caratteristici gregoriani esacher torte tirolesi, per internazionalizzareil menu.La grotta di Trimarco e Barberio è stata laprima in cui mi sono soffermato perassaggiare patate conciate, capicollo eformaggio, innaffiato da vino rosso. Achiudere, una fetta di torta con ricottaabbinata ad un bicchiere di moscato. Il tuttoaccompagnato dalla proverbiale ospitalitàgregoriana. Per una più approfonditaconoscenza di Baccanalia mi sono prenotato,ad un corso di aggiornamento, per ilprossimo anno*Il menu della grotta Trimarco-Barberio:Patate conciate,Spezzatino,Ceci,Formaggio,Capicollo e salsiccia,Pomodori alla cacciatora,DolciLa lista dei vini :Vino rosso (da vitigno barbera e aglianico)digrottaVino bianco (malvasia e moscato)

*Questo spaccato di baccanalia, cheho ritrovato in archivio, l'ho scrittonell’agosto 2002 dopo una mia puntataserale in San Gregorio Magno. a.i.

S. Gregorio Magno: Un angolo di baccanaliaDalle kartoffel tirolesi a r’ pataène cunzaète gregoriane

I DATICampagna 1.000.000,00 - Castelnuovo diConza 300.000,00 - Colliano 200.000,00 -Ricigliano 200.000,00 - S. Gregorio Magno400.000,00 - Valva 6.000.000,00 - Acerno400.000,00 - Auletta 2.000.000,00 - Bracigliano700.000,00 - Buccino 1.000.000,00 - Castel S.Giorgio 200.000,00Contursi Terme 600.000,00 - Corbara200.000,00 - Eboli 700.000,00 - Giffoni seiCasali 600.000,00 - Giffoni Valle Piana700.000,00 - Mercato S. Severino 1.000.000,00- Montecorvino Pugliano 500.000,00 -Montecorvino Rovella 800.000,00 - NoceraInferiore 200.000,00 - Nocera Superiore200.000,00 - Olevano sul Tusciano 200.000,00- Oliveto Citra 400.000,00 - Pagani1.000.000,00 - Pellezzano 100.000,00 - SalaConsilina 1.000.000,00 - S. Cipriano Picentino200.000,00 - S. Rufo 600.000,00 - S. Arsenio600.000,00 - Sapri 200.000,00 - Giungano200.000,00 - Orria 200.000,00 - Ottati100.000,00 - Perito 200.000,00 - Roccadaspide300.000,00 - Serre 100.000,00 - Sicignanodegli Alburni 100.000,00 - Torraca 300.000,00- Tortorella 100.000,00 - Vallo della Lucania200.000,00.

Le grotte di Via Bacco

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N’gelicchio l’americanoLa saga r’ N’gelicchio l’americano e dellasua famiglia, è la storia comune a milionidi italiani che hanno tentato la fortuna inAmerica. Quella di Angelo Trimarco,conosciuto a Buccino, suo paese natale,come n’gelicchio l’americano, è tratta dairicordi della figlia terzogenita, conosciutacome Concettina la mericana.Angelo Trimarco, emigrò negli States adinizio novecento. Lasciò Buccino e l’avaraterra dell’appennino lucano e cercò fortunanella ricca terra americana. Emigrò insiemead altri tre fratelli ( Giovanni, Domenico eNicola) e una sorella ( Carmela). Dopoalcuni anni di duro lavoro, riuscì a farsi unacerta posizione. Ritornò quindi al suo paesenatìo, per sposare Rosa Catone e dopopoco si imbarcò insieme alla moglie sullanave Principe De Piemonte per tornare aNewark nel New Jersey.Prima di tornare in America dovette svolgereuna vera e propria opera di convincimentonei confronti dei suoceri, poiché questi nonvolevano che la figlia si imbarcasse. Inparticolare la suocera pensava che la figliaRosa potesse finire in fondo all’oceano.Ancora non si era verificato il tragicoaffondamento del Titanic, altrimentidifficilmente avrebbe ricevuto il consensodi sposare Rosa Catone e portarla nel nuovomondo. Se la mamma di Rosa avesse lettola lettera che pubblichiamo in calcedifficilmente ci sarebbe stato il consensoall’imbarco e la storia di Angelo Trimarcoe della sua famiglia sarebbe statacompletamente diversa. Di conseguenzaConcettina la’mericana non ci avrebberaccontato il viaggio di rientro in Italia dellasua famiglia.

Il compleanno a bordoLa traversata dell’Atlantico sulle navidell’epoca, la ricordo in minima parte, maalcuni particolari mi sono rimasti impressinella memoria dopo quasi ottanta anni. Duein particolare; uno bello e l’altro triste.R i c o r d o l ’ 8 d i c e m b r e , g i o r n odell’Immacolata. Per me era una doppiafesta: onomastico e compleanno Infatti eronata a Newark l’8 dicembre 1913. Ma

sull’anno di nascita c’è un piccolo giallo.Fino agli anni 60 all’anagrafe di Buccinorisultavo nata nel 1914, certamente un erroredi registrazione al rientro in Italia. Soloquando per motivi previdenziali dovettirichiedere in america l’estratto di nascita,sul documento del comune di Newark c’erascritto 8 dicembre 1913. Si dovette procederecosì, davanti ad un atto ufficiale e nonconfutabile, a correggere i dati sui registridell’anagrafe del comune di Buccino. Peroltre quarant’anni avevo involontariamenteviaggiato con un anno in meno.Dopo questo curioso intermezzo anagraficotorniamo sulla nave che ci portava in Italia. Quando dissi ad una signora che faceva ilviaggio con noi, che quel giornodell’Immacolta festeggiavo onomastico ecompleanno, mi fece gli auguri e mi regalòuna piccola scatola di cioccolatini. Per unabambina di appena otto anni fu una bellagiornata. Ma di quel viaggio ricordo ancheun brutto momento che non potrò scordaremai.

La perdita del cappellino .Ero una bimba vivace e ci tenevo tanto almio cappellino, ma una folata di vento melo strappò dalla testa e lo fece cadere inmare. Incominciai a piangere e nonriuscivano a calmarmi fino a che mia madrenon mi promise che appena arrivati aBuccino mi avrebbe comprato uno nuovo.

La’ mericana e le altre…storie dell’emigrazione buccinese

(continua a pag. 9)

Built by Sir James Laing & Sons Limited,Sunderland, England, 1889. 6,560 grosstons; 430 (bp) feet long; 52 feet wide.Steam triple expansion engines, twinscrew. Service speed 14 knots. 1,960passengers (60 second class, 1,900 thirdclass).Two funnels and two masts.

Come si legge dalla didascalia in inglese,questa nave fu costruita a SunderlandInghilterra nel 1889, 6,560 tonnellate,lunga 140 mt, larga 17, Velocità di servizio14 nodi, trasportava 1.960 passeggeri (60in seconda classe e 1900 in terza classe).Due ciminiere e due alberi.Costruita per la flotta italiana LloydSabaudo nel 1889 e chiamata Principe DePiemonte, in servizio Italia-New York.Venduta all’Uranium Steamship Company,nel 1914 e ribattezzata Principello, inservizio Rotterdam NewYork. Venduto aCunard Line, flotta Inglese, nel 1916 eribattezzato Folia. Silurato e affondato daun sottomarino tedesco al largo della costairlandese, l’11 marzo 1917.Su questa nave che giunse a NewYork il29 febbraio 1908 oltre ad AngeloTrimarco e la moglie Catone Rosinac’erano anche altri buccinesi.Dall’archivio di Ellis Island troviamoregistrati:0025. Candela Pasqualina F 18y S Italy Italiansouth Buccino, Salerno0026. Marano Giuseppe M 40y M Italy Italiansouth U.S.A.0027. Angela F 16y S Italy Italian south U.S.A.0028. Rosa F 13y S Italy Italian south U.S.A.0029. Vito M 19y S Italy Italian south U.S.A.0001. Catone Rosina F 23y M Italy Italiansouth Buccino, Salerno0030. Trimasso Angelo M 26y M Italy Italiansouth U.S.A.Candela Pasqualina aveva comen o m i n a t i v o d i r i f e r i m e n t o , aNewark,Pucciariello Nicola; MaranoGiuseppe con Angela, Rosa e Vito avevanocome referente a Newark Marano Nunzioo Vincenzo( la grafia non è chiara sulnome)Angelo Trimarco che sul registro risultatrascritto in Trimasso aveva come referenteTrimarco Nicola( il fratello) in Madison?Str. sempre a Newark così come la moglieRosina.

Principe De Piemonte.

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Gentilissima Maria RosariaCongratulazioni vivissime per il tuo “Modee modi di donne”: un libro meditato sulquale hai sicuramente lavorato a lungo perdefinire ogni aspetto. Certamente la stesuradi questo testo ha richiesto accurate indagini,visite ai musei, letture di documenti,consultazioni negli archivi, nelle biblioteche.Ne è valsa la pena! Con esso hai saputo darecorpo e sostentamento ad un progettoaccarezzato da tempo, cullato nel segretoed alimentato quotidianamente, senzaperderti di coraggio, attingendo a tutte letue energie di ricercatrice instancabile e dicustode gelosa di capi di abbigliamento,tessuti, cuciti , ricamati dalle donne neltempo e testimoni del loro modo di essereche ,poi, tu egregiamente hai interpretato.Le donne, ci informi, hanno saputo , nelloscorrere della storia, ritagliarsi sempre unruolo attivo da protagoniste e tramandare iloro sogni, le loro attese, le loro speranze,i loro progetti, il loro modo di vivere, comehanno potuto, utilizzando i mezzi di cuipotevano disporre.Le donne hanno contribuito a scrivere lastoria da par loro, nel momento in cuivivevano, inventando i canali dicomunicazione più adatti ( con l’ago, il filo,le stoffe, secondo il disegno del tuo libro).Non sono state spettatrici passive, macostruttrici attive, propositive, vigilanti.Con quest’opera ti riveli scrittriceintelligente, appassionata, colta, acutaosservatrice del costume femminile.

La maestrina con la penna rossasul libro: Mode e modi di donne

Sono passati ottanta anni ma ancora non èstato confezionato un cappellino adatto ame.Una statua all’Emigrante IgnotoCon noi viaggiavano tanti che ritornavanodefinitivamente in Italia. Altri che tornavanocon la speranza di convincere la promessasposa a pronunciare il fatidico si e riprenderela via dell’America. Una terra dolce e amaranello stesso tempo. C’è chi ci è riuscito echi no. Chi ha trovato nel nuovo mondo unambiente adatto e ha messo radici e chi hasfruttato per pochi o tanti anni quella riccaterra e poi ha deciso di far ritorno alle origini.Sono tanti quelli che sono stati sfruttati, nonhanno saputo integrarsi in una realtàcompletamente diversa, e non hanno datopiù notizie alle loro famiglie. L’Italia è pienadi piazze con statue ai caduti di tutte leguerre e a Roma c’è il sagrato al MiliteIgnoto. Ci sono anche paesi del meridioneche hanno intitolato delle piazze e postostatue all’emigrante. Sono degne tutte delmassimo plauso e rispetto. Forse una statuao una stele in ricordo dei tanti caduti inuna guerra combattuta e mai dichiarata,sarebbe ora di porla anche a Buccino. Siamonel terzo millennio e con la fine del secolodell’emigrazione ci si augura che non cisiano più caduti di guerre dichiarate e non.Ma proprio per questo è ora di commemoraretutti coloro che morirono sul fronte dellavoro, lontano dalla terra natìa: dal MiliteIgnoto all’Emigrante Ignoto. (Fine prima puntata)

La’ mericana e le altre…storie dell’emigrazione buccinese

(continua da pag. 8)

R I S T O R A N T EA L B E R G O

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Sao Carlos do Pinhal, 10 ottobre 1879caro patre cara matre

quanno o pateterno sensemette o face veramente buono, altro voglio dire un viagiode navigazione che ncera da morire co lanima da fora, o bastimento sbattia e nuiaco isso ca tutti stevano male e li criaturi poveri criaturi animinnocenti cu luocchida fora, poi dice ca ncestata lavaria e ncesimo fermati per laggiusto e so muortidodici ma chiru dice che i muorti sono venti e chiru trentadue, ca nisciuno sape averitade, nin ve venisse mai a mente arricurdateve buono di fare mbarcare fratemacha chista nun e vita per isso.A me che lonnipotente la mandasse bene come spero e pecchisto so benuto. Ve lasso e scrivo lindirizzo e mi rispondete caro patre cara matre che sono vostrofiglio e il sangue e sempre sangu. Benedicite

Vi abbrazzo vostrofiglio Aniello

Lettera spedita da Aniello Acquaccia (o Acquaviva?) ai genitori, Archivio privatoAniello Buccino, Agropoli.

La scrittura è lieve, elegante, raffinata,ricamata.Il periodare è intessuto e curato con il garbo,la grazia e la fantasia dell’eccellentericamatrice.L’impaginazione è delicata.L’esposizione delle immagini femminili èariosa e ricercata nelle forme e negliatteggiamenti. Sei riuscita a produrre , conla penna, sulle pagine bianche ciò che abiliricamatrici hanno prodotto con l’ago e i filisulle stoffe, impreziosendole.Come donna gioisco, perché tu, con lasensibilità di donna, hai fatto conoscere anoi donne( e non solo) come esse, nel fluiredegli accadimenti umani, hanno inventatoed interpretato la moda e il modo con cuil’hanno costruita e divulgata e ci invogli,altresì a rispettare ogni lavoro femminile,perché porta in sé un messaggio dielevazione umana, sociale e culturale.Bravissima!Continua a regalarci altri gioielli.Con amicizia e stima

Rosa Landolfi

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Angelo,allego alla presente queste photos cherappresentano la caratteristica, stagioneinvernale, canadese.Ti faccio sapere che in questo momento quiin London, Ontario nevica, domani, nessuncambiamento previsto, dopo-domani ancoraneve.La neve e’ una manna che Iddio ci mandain questa stagione.Io la vedo incantevole quando scende fittadal cielo e quando placidamente riveste lanatura . Ecco la neve : candida, fresca,soffice, pura, linda,dissetante , odorosa diaria pulita, mette tantagioia a chiunque essatocca e ispira a tantipoeti:

ORFANOLenta la neve fiocca,fiocca, fiocca.Senti: una zanadondola pian piano.Un bimbo piange, ilpiccol dito in bocca;canta una vecchia, ilmento sulla mano.La vecchia canta: Intorno al tuo lettinoc'è rose e gigli, tutto un bel giardino.Nel bel giardino il bimbo s'addormenta.La neve fiocca lenta, lenta, lentaGiovanni Pascolite la ricordi?Quando la temperatura scende di alcunigradi sotto zero, fiumi e laghi si ghiacciano;

l a v i t a canadeseacqu i s t a un ’a l t r atonalita’, esempio :-Ad Ottawa sul fiumeS a i n t L a w r e n c e ,adorna to d i l uc icoloranti, grandi epiccoli, gente di ogni ceto vali’ a pattinare 24 ore su24 .-Ragazzi nei vicoli opiazzette giuocanohocky, altri scalanoenormi cumuli di nevee via giu’ tobbogan,

altri muniti di pale vanno di porta a portacontrattando coi proprietari di spalare laneve davanti alla casa ($ 5), perche’ no!- Amatori di pesca vanno sui laghi, mettonosu tenda, col trapano fanno un buco nelghiaccio, seduti e con una bottiglietta vicino,pazientemente aspettano che il pesceabbocca. A volte cade l'imprevisto: forsel'hai letto sul giornale, circa un mese fa,parecchi pescatori sub-ghiaccio furonosalvati da pompieri che intervennero conelicotteri, perche' la temperatura salì aldisopra dello zero, il ghiaccio si fece sottile

e quindi cedeva sotto il loro peso.- Quelli amanti della natura si avventuranonei sentieri forestali, marcati dai boys scouts,con le loro ciaspole, o sci, binocoli, cani etrascorrono meta’ o l’ intera giornata semprea camminare (a parte un sandwich, unabottiglietta di wisky non deve mancare).- Persone amanti della scultura, nei loro

I racconti dell’emigranteINVERNO CANADESE

giardini o parchi pubblici, con una cazzuolae una scaletta costruiscono opera d’arte dafar invidia a veri professionisti.A parte tutto questo ingranaggio di gioia,La NEVE e’ essenziale a noi umani, aglianimali e all’ambiente. Gli scienziatiavvertono che se non ci diamo da fare,finiremo di perdere per sempre il nostro belpianeta.A partire da me a te, cosa possiamo fare?Prima di tutto:-Incominciamo ad usare il meno possibilela macchina, in fondo camminare a piedi fabene alla salute.- Mandiamo messaggi a tutti coloro chehanno un’influenza politica a restituire allanatura tutto quello che abbiamo tolto,affinche’ laghi e fiumi siano puliti, le foresteprotette, come pure gli animali.(Una mia riflessione: I cacciatori, chespendono un patrimonio per andare a cacciadi cinghiali, malvizzi ecc. Dicono : “per mee’ uno sport come tutti gli altri”.Non capisco perche’ questi non fanno tiroal piattello!E se piace mangiare carne di maiale opollame! perche’ non se le allevanoprivatamente? Se non possiedono un terrenoproprio, che vadano da un contadino e sifaccino allevare un maiale, un tacchino oun a papera ….).-Uniamoci ai volontari che pulisconol’ambiente e piantano alberi. (In Canada’,vedo la maggior parte di coloro che portanoi cani a passeggio, si muniscono di unsacchetto in cui depositano oltre agliescrementi del cane, cartaccia, vetri rotti,barattoli, plastica ecc.Studenti di ogni eta’ dedicano un giorno araccogliere la spazzatura, lungo le strade,nei parchi, nei campi, e un’altro giorno, nelmese di Aprile, lo dedicano a piantare alberi).-La prossima macchina che compreremo,che sia un hybrid.-Sostituiamo le vecchie lampadine allefluorescenti.-Incoraggiamo i nostri figli, amici ad amaree rispettare la madre natura, a riciclare dipiu’, consumare meno, a stendere il bucatoal sole.Pensa! Il nostro contributo alla natura sipuo’ paragonare ad una goccia d’acqua inmezzo al mare pero' miliardi e miliardi digocce formano una notevole massa d’acquapulita.

Ciao un abbraccio, Vale’Clemente Lisanti

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Il Ministro Meloni:Questo bando è statoindetto proprio percontribuire allacrescita delle nuovegeneraz ion i , l eesperienze all’ esteropermettono di farc o n o s c e r el’italianità in tutte le

sue forme, cosi come permettono ai ragazziitaliani di capire i loro fratelli all’estero.Dalla Conferenza dei Giovani Italiani nelmondo, svoltasi a dicembre a Roma,l'attenzione sui temi dell' emigrazione,dell'identità e dell'appartenenza, ha iniziatoa interessare i vertici della politica,soprattutto l'istituzione che ha "affrontato"e discusso con i 400 delegati giunti da tuttoil mondo. Il Ministero della Gioventù. Unfondo di 1 milione 500.000 euro, istituitoper promuovere l'arricchimento cultu-rale, la formazione professionale el'approfondimento linguistico per giovaniresidenti in Italia e al contempo in Italiaper giovani residenti all'estero. " GliItaliani nel mondo sono un patrimonio,culturale e civile - questo l'incipit delministro Giorgi Meloni - questo bando èstato indetto proprio per contribuire allacrescita delle nuove generazioni leesperienze all' estero permettono di farconoscere l'italianità in tutte le sue forme,cosi come permettono ai ragazzi italiani dicapire i loro "fratelli" all'estero." Attraversola promozione di tali azioni si intenderealizzare un duplice obiettivo. Da un lato,permettere agli italiani residenti all'esterodi vivere un'esperienza unica, un'esperienzache consenta loro di rafforzare il propriolegame con l 'I talia, di conoscerepersonalmente la cultura e la realtà italiana,di renderli cioè degli italiani consapevolidella propria storia e come tali disponibilie pronti ad esportare "l'italianità" nel mondo."Questi giovani continua la Meloni - spessonon sono mai stati prima in Italia, ma forsepotrebbero insegnare a noi in che modo si"sentono" italiani. Dallo scambio e dallacondivisione nasce il vero dialogo e le vereiniziative sul campo". La parola aiprotagonisti dunque, a coloro che hanno

permesso all'Italia di mettere in "agenda"i nuovi italiani. " Questo vuol dire che siamo stati ascoltati- afferma Ariadna Cinel, ragazza argentinadel gruppo tematico di identità e cultura,"ora tocca a noi far capire in che modopossiamo fare qualcosa per noi stessi.Scambio e condivisione, queste le parolenecessarie peri l m o n d oglobaliazzato".

Sulla s tessal u n g h e z z ad'onda, Rafaeld e M o u r aP e t r o c c o ,r a g a z z o d iCampinas inBrasile, del gruppo di "rappresentanza epartecipazione"E' un progetto molto interessante - haaffermato - è l'inizio di una creazione dinetwork e scambi tra i giovani, comeabbiamo chiesto nella conferenza deigiovani italiani nel mondo Noi in Brasilegià cominciamo a partecipare di alcuneattività, la prima è stata l'apertura di unasede AGIM (Associazione Giovani Italianinel Mondo) e insieme al Ministero delLavoro Italiano e con l'Italia Lavoro, stiamocollaborando con il Progetto Ites . Hopartecipato della Conferenza dei GiovaniAbruzzesi, a Montreal (Canada), e abbiamoproposto un corso più o meno come questo,però abbiamo pensato in promuovere di piùla cultura regionale.

Dall'altra parte del globo, si ritiene moltosoddisfatta di queste nuove possibilità ancheMaria Sallusto, ragazza della Grecia " Dovec'è possibilità di trasmettere nuoveconoscenze, e generare nuova cultura, vuoldire che si sta imboccando la strada giusta,la strada che abbiamo cercato di percorrerenella conferenza di dicembre".

Mauro D'Errico | News ITALIA PRESS

Cara Voce di Buccino,Mi chiamo Florencia Conte, sono membrodell´associazione buccinese nell´Argentina.Mia mamma é nata a Buccino. La settimascorsa ho ricevuto il giornale e ho avuto unagrande sorpresa, la Voce é stata nellaconferenza dei giovani italiani nel mondo aRoma . Mi è dispiaciuto tantissimo saperequesto adesso perché ho partecipato nellaconferenza nel gruppo tematiche diinformazione e comunicazione. Vi invio unafotografia nella conferenza e un grandesaluto. Florencia

Cara Florencia, mi dispiace non avertiincontrata alla conferenza di Roma, ma nonero a conoscenza della partecipazione diuna giovane di origini materne di Buccino.Pur avendo letto l'elenco dei partecipanti,non avevo trovato nessun cognome che mifacesse pensare ad origini buccinesi. Infattiil tuo cognome Conte, che è molto diffusoin Italia, non lo avevo abbinato alle nostrecomuni origini. Mi avrebbe fatto moltopiacere incontrarti e scambiare con te leimpressioni su questo grande evento che viha visti protagonisti. Purtroppo non riescoad avere sufficiente collaborazione perportare avanti questa mia impresa con LaVoce di Buccino. Ma anche se in ritardo miauguro che tu voglia partecipare a girare ilmondo con questo giornale inviando notizieed esperienze tue e di altri nostri compaesanida pubblicare. Le possibilità che ci offre ilweb sono infinite e annullano le distanze.Fammi sapere a chi arriva La Voce inArgentina ( sono un centinaio i buccinesi acui la invio). Inoltre mi farebbe piacerericevere il tuo indirizzo e-mail per aprireun più fruttuoso scambio di informazioni.

Un caro saluto a te , alla tua famiglia e aibuccinesi d'Argentina

Angelo Imbrenda

Il Ministero della Gioventù stanzia 1 milione e 500.000 europer la cultura e la lingua italiana nel mondo

Scambio e condivisione.Istituito Un fondo per gli Italiani nel mondo

E mail dall’Argentina

Florencia Conte

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P e r l as e c o n d av o l t a aguidare laC a m e r anegli StatiUniti saràl ' i t a l oamericanaNancy Pelosi.

N a n c yP a t r i c i a

D'Alessandro Pelosi, Deputata deidemocratici, era entrata nella storia comela prima donna speaker della "House ofrepresentatives", la seconda caricaistituzionale nella linea di successione dopoil vice presidente. La Pelosi è entrata inpolitica 19 anni fa, ed è considerata una"figlia d'arte". Il padre Thomas IID'Alessandro è stato per 10 anni deputatonel Congresso del Maryland, prima didiventare per dodici anni sindaco diBalitimora, città natale di Nancy. Dal 1987Nancy Pelosi è eletta nella roccafortedemocratica e liberal di San Francisco.

Nancy Pelosiriconfermata alla presidenza

della Camera degliStati Uniti D'America

Wa s h i n g t o n -Obama ha scelto: ilnuovo capo dellaC i a ( C e n t r a lI n t e l l i g e n c eAgency) sarà LeonPanetta, ex capo digabinetto della CasaBianca ai tempi diBill Clinton. Nehanno dato notizia imedia statunitensi,

secondo cui l'ex parlamentare dellaCalifornia con origini italiane andrà asostituire Michael Hayden. A quanto parela notizia è stata una vera sorpresa per tuttivisto che il nome di Panetta non comparivanella rosa di candidati per guidarel'intelligence americana, un'agenzia cheanche in passato si è dimostrata piuttostoriluttante verso i direttori venuti dall'esterno.Inoltre a sollevare perplessità c'è il fatto chePanetta, considerato dai più come un grandeesperto di bilancio, non ha rilevanteesperienza nell'intelligence.

Ma chi è Leon Panetta? Figlio di immigraticalabresi che hanno aperto un ristorante aMonterey, in California, Panetta ha 70 annie ha iniziato la sua carriera politica nelpartito repubblicano che ha poi lasciato perbattersi in favore dei diritti civili. A metàdegli anni ‘60 è stato al fianco del senatoreThomas Kuchel e in seguito è statoassistente al dipartimento della Salutenell'amministrazione di Richard Nixon. E'entrato ufficialmente nel parti todemocratico nel 1971 ed è stato deputatoalla Camera dei Rappresentanti dal 1976 al1993, prima di divenire il braccio destrodell'allora presidente Bill Clinton. Fortesostenitore dei diritti civili, è consideratoanche un esperto in materia di spesapubblica.

A quanto pare Panetta ha le idee ben chiarein politica estera, soprattutto riguardo airapporti degli Stati Uniti con il resto delmondo, l'Europa in particolare e l'Italia nellospecifico. ''Berlusconi è un pragmatico checapisce di dover andare d'accordo con lanuova amministrazione così come con lavecchia": così si esprime dalle colonne del"Corriere della SeraSe confermato dalSenato, sarà il primo italo-americano adiventare capo della Cia.

Alessandra Lanzi

News ITALIA PRESS

L’italo-americano esperto di questionidi bilancio, ma con scarsa esperienza

in materia di sicurezza

Usa: sarà Leon Panettail nuovo capo della Cia

Ma chi è Rolando Nicolosi? Conosciamolopiù da vicino: nasce a Rosario de Santa Fé,Argentina, da genitori italiani. Laureato inlettere e filosofia, attualmente vive a Roma.Debutta a soli 5 anni al teatro “Còlon” dellasua città. Diplomato in pianoforte a BuenosAires, si esibisce nelle sale e nei teatri piùfamosi del mondo, collaborando con i piùgrandi direttori d’orchestra. Consulente,maestro di repertorio, collaboratorepianistico della RAI, innumerevolisono state, dal 1995, le sue apparizionitelevisive in Europa e in America e le suepartecipazioni ai più importanti festivalinternazionali come quelli di Hong Kong,Berlino, Bonn, Vienna e Praga. Si è esibitodinanzi ai regnanti d'Europa, ai Capi di Statodi tutto il mondo e a Sua Santità GiovanniPaolo II. Nel corso della sua brillante carrieraha ricevuto molteplici onorificenze e premi,senza contare le associazioni musicali,auditorium, scuole e licei di musica, concorsiinternazionali che portano il suo nome.Diverse sono inoltre le città che gli hannoconferito la cittadinanza onoraria.Abbiamo avuto il piacere di conoscere ilMaestro Rolando Nicolosi e abbiamo coltol’occasione del suo intervento e di alcuneconsiderazioni fatte sull’educazione musicalenel suo Paese d’origine ( Argentina) perapprofondire l’argomento.Maestro Nicolosi lei attualmente vive inItalia ma proviene dall’Argentina!R. Si! Sono nativo di Rosario in Argentina.Come vincitore di borsa di studio sonoarrivato in Italia per perfezionarmi, ma hostudiato anche a Berlino, Parigi, ecc.Nel suo intervento ha parlato di educazione

Intervista al M° Rolando Nicolosi(19 marzo 2001)

Protomoteca del Campidoglio presentazione del Testo Unico

sullo spettacolo

Italo-americani famosi nel mondomusicale in Argentina!R. L’educazione musicale nasce in teneraetà e in Argentina ed è obbligatoria fin dallaprima elementare, come le altre materie.Nelle ore di ricreazione gli altoparlanti dellevarie scuole diffondono musica classica.Per cui i bambini sono portati naturalmentead una vera educazione musicale.Ogni scuola ha la sua banda musicale e unproprio coro e le varie scuole gareggianotra di loro.In Italia invece la musica a scuola è più unamateria ricreativa.R. L’Italia è la terra della musica ma occupauno degli ultimi posti nel mondo, perchèl’educazione musicale è all’acqua di rose.Le ore di musica sono considerate ore diricreazione.Più chiaro di così non poteva essere ilMaestro Nicolosi. Un giudizio così severoda parte di un pianista-compositore che siè esibito nei teatri e negli auditorium di tuttoil mondo non ammette repliche.

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Pag. 13La Voce di Buccino - Primavera 2009

ERMINIA PELLECCHIA «Ciao ciao allemalattie del cuore e del cervello. Sarannorelegate in un museo come è accaduto peraltri malanni del passato». Con la suasemplice e comunicativa dialettica, unaparlata slang italo-americana, JeremyStamler, l’ottantanovenne scienziatostatunitense che ha rivoluzionato la scienzacardiologica, spiega l’importanza dellaprevenzione che, in questo caso specifico,si sposa con corretta alimentazione.L’epidemiologo di fama mondiale, cresciutoalla scuola di studiosi illustri come il suomaestro Horlick Katz e l’inventore delladieta mediterranea Ancel Keys, è ladimostrazione eccellente che il «sistema divita» da lui coniato basandosi sul mangiarsano è il miglior elisir di lunga vita. E se ilfisico qualche acciacco lo mostra, la suagiovinezza mentale è sorprendente edinvidiabile. Con la sua verve inesauribileStamler ha incantato il numeroso pubblico- tantissimi, tra l’altro, gli studenti, inparticolare quelli dell’Alberghiero - accorsoin folla ad ascoltare, ieri alla Provincia, lasua magistrale lezione - «una relazioneinformale», minimizza lui - sullaprevenzione delle malattie cardiovascolariche si possono addirittura ridurre al 99 percento con uno «stile della tavola» adeguato.Un racconto il suo, condito da aneddoti, cheha reso la giornata di studi organizzata insuo onore dall’associazione «Nuova scuolamedica salernitana» un vero e propriosalotto. Clima di grande intesa tra i relatori,un sottile legame di affettuosa complicitàcon la platea. A fare gli onori di casa, untestimone passato con evidente stima dalpresidente dell’associazione CarloMontinaro, è Adriana Monzo, figlia d’arte(il padre era il medico condotto di Pioppiai tempi della colonia di ricercatori fondata,nel borgo cilentano, da Mr ColesteroloKeys). È lei, ribattezzata «Trotula» daMontinaro, a presentare lo scienziato venutoda Chicago a Salerno con la moglie Gloriaper regalare chicche di benessere ed alanciare il prossimo appuntamento che vedràStamler di nuovo protagonista: la festa aPioppi il prossimo 27 ottobre per i suoi«primi» novant’anni. A siglare il patto arriva,in anticipo, il dono degli allievi dell’Istitutod’arte di Salerno: un piatto di ceramica,azzurro e mosso, come le onde del marecilentano. La commozione è evidente. Losi avverte nelle parole di Alessandro Notaro,presidente dell’associazione «Dietamediterranea di Pioppi» e di Mario Mancini,nutrizionista della II Università di Napoli,entrambi allievi e amici di Stamler. Comela sequenza di un film scorrono gli annidella stagione d’oro di Pioppi, dall’arrivo

di Keys e di sua moglie Margareth a Pioppinel ’62, a quello, nel ’66, di Stamler, alcodice della dieta mediterranea ufficializzatonel 1975. «Un manuale ancora daaggiornare», scherza lo scienziato, autoredi ben mille pubblicazioni sulle malattiecardiovascolari e la loro prevenzione. Sul«prevenire che è meglio che curare» insisteil presidente dell’Ordine dei medicisalernitani Bruno Ravera che sottolineaalcuni segni in positivo del piano sanitariocon la ripartizione di fondi nel 40 per centoper gli ospedali e nel 60 per cento per ilterritorio, un’attenzione che ha ridotto del50 per cento le malattie cerebro-vascolari.Ravera pone l’attenzione su «stili di vitamodificati e codificati da studi scientifici».«La dieta mediterranea - fa notare - erededella tradizione alimentare della Scuolamedica è di sicuro migliore di qualsiasifarmaco». Ma Stamler celia: «Parlare didieta è un errore, fa pensare al sacrificio diabbandonare i piaceri della tavola. Diciamopiuttosto stile della tavola mediterranea, unconcetto molto più gradevole». Poi lancial’allarme sulla diffusa obesità nei giovaniche apre le porte alle malattie dell’età piùmatura. No a dolci, hot dogs e Coca Cola,bacchetta, sono l’epidemia peggiore venutadall’America. Infine, la stoccata: «Parlaredi dieta non serve, se non la si applica. C’èuna canzone degli africani d’America chedice che non è vero che ognuno che parladi cielo va al cielo. Al popolo bisogna portarei fatti, creare un movimento perchè ogniStato adotti lo stile di corretta alimentazionenei protocolli sanitari».Jeremy Stamler detta il decalogo del buonmangiare con l’elenco dei cibi «eccellenti»,buoni per il palato e per la salute del corpo.Ingredienti semplici, gustosi, che, in fondofanno da sempre parte della tradizionegastronomica salernitana e della sua «cucinapovera» rivalutata e valorizzata dai ristorantia cinque stelle. Sostanze di grande apportonutritivo, ricche di proteine, minerali,carboidrati. Legumi, minestre, pasta e paneintegrale, cereali, pesce, preferibilmenteazzurro e frutti di mare, carni bianche comepollo e tacchino, noci, nocciole e soprattuttotanta frutta: insomma al bando la parola«dieta», ma un invito goloso a tavola. «Chec’è di meglio - invita lo scienziato - di unpiatto di pasta al pomodoro, insaporito dauna bella spolverata di parmigiano?». No asale, burro, lardo, margarina, tuorlo d’uovo:per condire olio di oliva o di semi. Ammessoil vino, un bicchiere al giorno fa benissimo;assolutamente vietate le bevande gasate.Formaggi sì, se scremati, e carni rosse unao due volte la settimana. Un compromessoper dolci e salumi: un assaggino ogni tantosi può fare.

«Lo stile mediterraneo della dieta salvacuore»La lezione magistrale dello scienziato americano che ha sviluppato

le ricerche di Ancel Kyes e Horlick Katz

Buenos Aires - Crescela comunità italiana inArgentina.E tra quelle residentiall'estero conquista ilp r i m o p o s t o ,s c a v a l c a n d o l aGermania, da semprepatria di numerosissimi

connazionali. "Con oltre 650mila iscrittiall'anagrafe consolare, la nostra comunitàtorna ad essere la più numerosa tra quelledi cittadini del Bel Paese residenti all'estero.Il sorpasso sulla comunità dei connazionaliresidenti in Germania è avvenuto negli ultimimesi dell'anno scorso". E' quanto dichiaratodal Console generale d'Italia a BuenosAires, Giancarlo Curcio che ha aggiunto:"Buenos Aires, con 222mila cittadini italianiregistrati all'anagrafe, può essereconsiderata alla pari con una città d'Italiaper numero di residenti, come Messina. Ese si aggiungono gli iscritti nelle Agenzieconsolari di Lomas de Zamora e Morón,(che dipendono amministrativamente dellasede di Buenos Aires) si arriva a 310milacittadini italiani (e quindi alla decima cittàd'Italia, Catania).

Un aumento dovuto, secondo Curcio, ingran parte all'iscrizione avvenuta l'annoscorso di quarantamila nuovi cittadiniitaliani, per i quali è stata completata lapratica di riconoscimento della cittadinanza.Il Console generale ha inoltre fatto notareche dalla metà dell'anno scorso, quandoannunciò l'avvio delle convocazioni allepersone e gruppi familiari che avevanolasciato una richiesta per iniziare la praticadi riconoscimento nel famoso "buzón", sonostate fatte ventimila convocazioni fino allafine del 2008 e che si prevede che altreventimila saranno fatte entro la fine diquest'anno, per cui praticamente a metàdell'anno venturo non dovrebbero essercipiù persone in attesa di un turno per la citatapratica. "Grazie alle pratiche concluse datanti connazionali che da anni erano inattesa del riconoscimento - ha concluso ilConsole - siamo riusciti nel sorpasso sullacomunità italiana residente in Gerrmania".

A.D. | News ITALIA PRESS

Italiani nel mondoL'Argentina scavalca la Germania: crescono i connazionali del paese sud

americanoOltre 650mila gli iscritti all'anagrafe

consolare.

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Pag. 14 La Voce di Buccino - Primavera 2009

La storia del territorio di Buccino èindissolubilmente legata alla produzionedell’olio d’oliva. L’ulivo è la pianta chericopre buona parte delle colline che portanoal centro abitato del paese. Fino alla primametà del XX secolooltre ad un fiorente artigianato, l’AnticaVolcei vantava una ricca tradizione olivicolache l’ha portato ad essere tra i maggioriproduttori di olio d’oliva delle collinesalernitane. Siamo giunti alla prima decadedi un nuovo millennio e grazie alriconoscimento del Consorzio per la tuteladell’olio extra vergine di oliva “CollineSalernitane” si sta provando a valorizzareil nostro prodotto principe. Alcuni giovaniproduttori buccinesi da anni stannolavorando per portare alla luce ed esportare il prezioso oro-verde di cui è ricco il nostroterritorio.Abbiamo chiesto a Bruno Isoldi, titolaredell’omonimo oleificio, notizie sull’annataolearia nel’ager volceianus.Dopo la lusinghiera annata precedente,quest’anno si sono avuti risultati ancorapiù gratificanti, sia nella qualità che nellaquantità. La mosca olearia, il pericolonumero uno dell’ulivo non ha avuto mododi colpire grazie anche alle favorevolicondizioni climatiche e dalla spremituradelle olive è uscito un limpido liquido color verde-oro che ha ricompensato a pieno isacrifici fatti dagli agricoltori locali.Quando è iniziata la raccolta e la relativalavorazione delle olive nel frantoio.La stagione è iniziata il 6 ottobre mentrenormalmente inizia non prima della finedi ottobre.E’ iniziata abbastanza in anticipo quest’anno!Sì perché le condizioni climatiche hannoconsentito di anticipare e di produrre così

BUCCINO (Antica Volcei) stella di prima grandezzanel firmamento oleario nazionale

Intervista a Bruno Isoldi,titolare dell’omonimo oleificio sull’annata olearia 2008

Roma - Se fino r a o l i v ei t a l i a n e ,g r e c h e ,tun is ine es p a g n o l ev e n i v a n ospremute em i s c e l a t ei n s i e m e

dando origine a prodotti di dubbia qualità,l'introduzione dell'etichetta obbligatoria -approvata in modifica al regolamento1019/02 dal Comitato di gestione olio dioliva della Commissione europea - pone ilveto al ‘falso d'autore' in tavola.La certificazione di provenienza, motivatada scelte di sicurezza e trasparenza sia neiconfronti degli acquirenti, sia riguardoall'esigenza di distinzione fra merci importatee produzioni nazionali, verrà estesa a tuttii Paesi d'Europa. Parola d'ordinedell'iniziativa: guerra alle frodi. Si stima chelo scorso anno in Italia siano stati importati500 milioni di chili d'olio, indistinguibili daquello nazionale proprio a causa dellamancanza di talloncino a garanziad'autenticità: fra l'altro la produzione italianadel 2008, di rara qualità, si è attestata intornoai 600 milioni di chili, segnando un aumentodel 10% rispetto al passato. A pagarne leconseguenze, ovviamente, gli agricoltori,che hanno visto precipitare i propri costi diproduzione del 30%. Viviana Passalacqua News ITALIA PRESS

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un olio extra vergine con le miglioricaratteristiche organolettiche. L’olio cosìottenuto, conservato al riparo dalla luce edall'aria, mantiene inalterate le propriecaratteristiche: aroma fruttato armonico,sapore di mela verde, giusto equilibrio traamaro e piccante. Questi risultati siottengono anche grazie alla lavorazione afreddo previa denocciolatura delle olive.Quando si è conclusa la raccolta?Il nostro ciclo produttivo si è chiuso datempo ma l’oleificio è rimasto aperto finoa febbraio per consentire a tanti produttoridi finire la raccolta perché la avversecondizioni climatiche non hanno permessodi farlo in tempo.Come molti lettori sanno l’oleificio Isoldi,oltre che essere aperto per la lavorazionedelle olive raccolte dai vari agricoltori locali,come fanno tanti altri frantoi locali, producee commercializza l’olio extra vergineprodotto in proprio.C o m e e d o v e a v v i e n e l acommercializzazione del prodotto di vostraproduzione?Il nostro prodotto raggiunge Roma ,Salerno la costiera amalfitana especificatamente Positano. Lo esportiamoanche in Germania e giunge perfino aHong Kong, dove lo chef di un ristorante di quella città asiatica che ha avuto lapossibilità di gustarlo lo ha moltoapprezzato e lo utilizza nel preparare i suoipiatti.Un noto ristorante di Positano ha chiestoespressamente confezioni da 20, 50 100grammi, per meglio soddisfare le esigenzedella sua clientela.Prepariamo inoltre confezioni 1/2 litro, unlitro in vetro e lattine da 3 e 5 litri.

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Pag. 15La Voce di Buccino - Primavera 2009

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Il “pallone” ho cercato di raccontarlo conaffetto e nostalgia, sia nei libri editi daAngelo, sia con la nostra piccola, grandeVoce.Purtroppo negli ultimi tempi la Dea Eupallaci ha sicuramente benedetto con grandisoddisfazioni e vittorie sul rettangolo verde,ma nulla ha potuto per scongiurare dissaporied incomprensioni succedutisi senzasoluzione di continuità.Fatti spiacevoli che mi guardo bene dalriepilogare, per non fare un torto ai nostripazienti lettori; fatti che in ogni modo mihanno convinto a non proseguire nel miomodesto servizio di scrivano calciofilovolceiano. In occasione di una sua visita a Salerno, ilcaro Angelo ha aderito con il consuetoentusiasmo ad una mia nuova proposta:eccomi quindi a voi, cari compaesani sparsiin tutto il mondo, con una nuova rubricade La Voce di BuccinoMister Piselli dietro ai fornelliLasciato il nostro amato borgo natio sonostato accolto, come tanti “montanari” e“campagnoli” della nostra sterminataprovincia, dall’infinito orizzonte disegnatodallo splendido mare di Salerno: e dallagenerosa fauna marina del nostro capoluogocosì ospitale i miei piatti trarranno inmassima parte ispirazione.Iniziamo con una ricetta ricca e di sicurosuccesso: “armiamoci” di ingredientigenuini, attenzione e passione, e partiamoalla riscossa!RISOTTO ALLA PESCATORA.Ingredienti per quattro persone:400 gr. di riso per risotto;2 seppie;2 calamari;1 kg. di gamberi grandi;½ kg di vongole;½ kg di cozze;1 scalogno ( in mancanza 1 cipolla di mediagrandezza);1 bicchiere di vino bianco secco;½ kg di pomodorini freschi;1 peperoncino;2 spicchi d’aglio;Olio-sale- prezzemolo (q.b.)Esecuzione:1) pulire seppie e calamari;2) sgusciare i gamberi, avendo cura dimettere da parte i gusci che serviranno perottenere il brodetto, e conservarne unadozzina interi che serviranno per laguarnizione;

3) fare aprire su fuoco vivace sia le vongoleche le cozze, privarle dei gusci e conservareil loro liquido opportunamente filtrato;4) preparare il brodetto: mettere in unapentola 2 litri d’acqua, tutti i gusci deigamberi, ½ kg di pomodorini, 2 cucchiaid’olio e dopo aver fatto bollire il tutto perun’ora circa filtrarlo e mantenerlo al caldo;5) in una padella, dopo aver fato rosolarenell’olio l’aglio e il peperoncino sminuzzati,aggiungere le seppie e i camalari tagliati arondelle e portare a cottura;6) in una pentola, dopo aver fatto dorare loscalogno tagliato finemente, aggiungere ilriso e farlo tostare. Girare costantementecon una paletta di legno e quando il risotende ad attaccarsi al fondo della pentolaversare il vino bianco e farlo evaporare;7) versare nella pentola il brodetto di pescebollente fino a coprire il riso per oltre duedita. Mescolare di tanto in tanto fino allaquasi totale cottura ( durante questa delicataoperazione se vi accorgete che il riso haassorbito tutto il liquido versate qualchemestolo di brodetto che nel frattempo avretemantenuto sempre bollente): in ultimoversare il liquido filtrato delle vongole edelle cozze;8)mettere nel riso i dodici gamberi intericon tutto il loro guscio, i gamberi sgusciatie sminuzzati, le seppie e i calamari cotti, levongole e le cozze: dopo la cottura deigamberi interi, salare e mantecare perqualche minuto.9) mettere nei piatti di portata il risotto alcentro, cosparso di prezzemolo fresco econtornato dai gamberi interi. Innaffiate iltutto con un filo dell’ottimo olio di Buccinoe Buon Appetito.

Le mie grandi passioni:il gioco del calcio e l’arte culinaria

di Carmine Genetiempo

BUCCINO. Ancora un trionfo a Rio deJaneiro per il cavalier Eduardo Magaldi cheda oltre vent'anni è tra i protagonisti delcarnevale più famoso del mondo. Da 25anni vive sei mesi all'anno a Rio de Janeiroe sei in Italia, nella sua Buccino o a Salernoprima di lasciare il timone delle aziende difamiglia (Magaldi Ossigeno, oggi MagaldiTechno e Magaldi Life) ai figli Emilio,Eugenio, Ester ed Emanuele. Legatissimoall'antica Volcei (dove molti anni fa è statoanche vice sindaco oltre che presidente dellasquadra di calcio) Magaldi è consideratoormai il più "carioca" tra gli italiani di casaaRio. Quest'anno per la prima volta ha sfilatocoi colori biancorossi della Scuola di SambaSalgueiro (quella che ha il calciatoreEdmundo tra i suoi sostenitori, dopo averper molti anni fatto da direttore di ala (allaguida di un gruppo di oltre 100 personedavanti ad uno dei carri) col biancazzurrodella Beija Flor di Nilopolis che ha inNeguinho, amicissimo di Magaldi, la suavoce. Stavolta, per effetto del nuovo eprestigioso incarico di Delegato per glistranieri del Salgueiro, ha vinto contribuendoa riportare al successo una delle più famosescuole di samba di Rio da molti anni fuoridal podio. La bellissima Viviane Araujo èstata la musa del Salgueiro, Magaldi ha fattola sua parte alla guida del gruppo checomprendeva anche alcuni italiani che grazieall'amicizia col cavaliere hanno avuto lafortuna e il piacere immenso di sfilare.da Cronache del Mezzogiorno del 4.3.09

EDUARDO MAGALDI,ANCORA UN TRIONFO A RIO

Tournèe carioca per il cavalier Magaldi

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Pag. 16 La Voce di Buccino - Primavera 2009

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Roma - Basteràavere una nonna ou n a b i s n o n n aitaliana, e anche in a t i a l l ' e s t e r odiverranno cittadinidel nostro stivale. Lo

ha stabilito la Corte di Cassazione che conla sentenza n.4466 del 25 febbraio scorso,riconosce "cittadinanza in sede giudiziariaalla donna che l'ha perduta per essereconiugata con cittadino stranieroanteriormente all'1 gennaio 1948, in quantola perdita senza la volontà della titolaredella cittadinanza è effetto perdurante, dopola da ta ind ica ta , de l la normaincostituzionale, effetto che contrasta conil principio della parità dei sessi e dellaeguaglianza giuridica e morale dei coniugi(artt. 3 e 29 Cost.).

La Suprema Corte ha accolto nei fatti ilricorso di Mariam E., una signora nata alCairo nel 1962, nipote di un'italiana cheall'inizio del 1900 aveva perso la cittadinanzaper aver sposato un egiziano.

La notizia, attesa da molti figli di genitoristranieri in grado di dimostrare, però, cheun loro antenato avesse madre italiana, hasuscitato reazioni contrarie nel mondoassociativo e politico.

News ITALIA PRESS

Basta una nonna italiana tragli avi e si diventa cittadini

del Bel PaeseLa sentenza della Cassazione riconoscecittadinanza ai discendenti di donne che

l'hanno perduta prima del 19 Le donne azzurre della provincia salernitanasono scese in campo, consapevoli che laloro presenza non può mancare nella"cosiddetta politica degli uomini". Avalorizzare il ruolo della donna è stato ilmovimento di Azzurro Donna dellaCampania con il suo dirigente regionaleClorinda Boccia Burattino e il ministroMara Carfagna che hanno creato la figuradel Difensore Civico della Libertà eassegnato tale ruolo esclusivamente a donne.Il Difensore Civico della Libertà affiancatoda un vice e da un segretario avrà il compitodi ascoltare le lamentele dei propriconcittadini sui disservizi, vagliarne icontenuti e produrre istanze da sottoporreai propri consiglieri comunali, provinciali,ecc. per trovare un'adeguata soluzione.Lontano dall’essere un ente assistenziale,un ufficio di collocamento o una fabbricadi miracoli, il team del difensore haugualmente un compito delicato; guardarsied ascoltarsi intorno con sensibilità .Sono certamente valide quelle istanze chegarantiscono una migliore vivibilità delproprio territorio come; necessità di mezzipubblici per pendolari, creazione di parcogiochi e asili nido, recupero di costruzioniartistiche abbandonate, migliore viabilitàdelle strade periferiche, adeguata assistenzaa portatori di handicap e ragazze madri.Sono oltre cento i paesi della provincia diSalerno che godono dell'opera del Difensore Civico della Libertà e tra questi: Eboli,Battipaglia,Buccino, Sicignano, Auletta,Ricigliano, San Gregorio Magno,Postiglione, Montecorvino Pugliano, masono ancora pochi, perché le maglie diquesta rete azzurra possa raccogliere i suoifrutti.Il primo incontro in provincia è avvenutoil 5 dicembre scorso ad Eboli, quando ilDifensore Civico della Libertà MariaRosaria Pagnani e le sue collaboratriciIolanda Tesauro e Gerardina Gaeta hannoricevuto il dirigente Provinciale FabianaGattola. Mai prima di questa data donnedi centro destra della nostra provinciadimenticata avevano avuto modo , tutteinsieme, di uscire dal guscio delleconvenzioni per sentirsi donne impegnatein politica.La sera del 5 è stato emozionante incontrare giovani e giovanissime pronte a lavorareper i propri ideali e per il proprio paese, traesse Rosa Elia, Mary Citro, GiacominaFragetti, Caterina Sorvillo, BernardettaPessolano, Angela Onnembo, Maria SperadaLaudisio, Maria Rosalba De Vivo, AnnaMaria Esposito.Elena Dusi ha scritto che la felicità nonriesce a stare sola, traspare dagli occhi,

trasuda dalle mani, vibra nel corpo e allafine come un virus scappa e si trasmette achi si trova accanto. Se sostituiamo la parolafelicità, con le parole entusiasmo, voglia dioperare con gli altri e per gli altri e facciamonostra l'asserzione della Dusi, entro brevetempo riusciremo a liberare molte donnedella provincia dagli impacci dell’apatia edell'indifferenza. Maria Rosaria Pagnani

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I difensori civicidi San Gregorio Magno

Presidente:Dott/ssa Duca Vittoria (Sociologa)Vice Presidente:La Padula Elena (Operatrice Sociale)Segretario:Dott/ssa Imperiale Maria(Avvocato)

Riacquista la tua fiducia nella politica, e sehai qualche problema vieni ad esporlo allasezione del Partito, in P/zza Annunziata. Idifensori civici di San Gregorio Magno,insieme ai difensori civici di Buccino e diRicigliano: Prof. D’Acunto Teresa e Prof.Caponigri Gerarda, presenteranno le varieproblematiche al Partito, che si impegneràrisolverle ad ogni singolo individuo. Lasezione è aperta nei giorni giovedi , sabatoe domenica, dalle ore 18.00 alle ore 21.00

Costituiti nella provincia di Salerno

I DIFENSORI CIVICI DELLE LIBERTA’

Venerdi 20 marzo 2009ore 18,30

Hotel Villa Montestella - Buccino

CONVEGNO

"Prospettive di lavoroper i giovani

nell'Europa che cambia"Saluta:

prof. Maria Rosaria PagnaniCoordinatrice Azzurro Donne

Introduce:dott. Alberigo Gambino

Coordinatore provinciale Forza Italia

Relaziona:on. Giuseppe Gargani

Presidente Commissione Giuridica Europea

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Pag. 17La Voce di Buccino - Primavera 2009

a

"Chi sta chiuso nellatorre di cartapestae d i f i c a t a s uf o n d a m e n t ad'argilla, non puòpercepirela partecipazione

intensa e passionaledella gente. A chi mi chiede che vantaggioc'è a passare in Basilicata, ribalto la domandae chiedo qual è il vantaggio di restare inCampania, una Regione (parlo naturalmentedella sede istituzionale) che passa il tempoanominare commissari straordinari perl'emergenza rifiuti senza risolvere lavergogna dei cumuli d'immondizia agliangoli delle strade e accanto ai patrimoniarcheologici e ambientali. E parlo solo diun argomento eclatante ma potrei sgranareil rosario delle nefandezze. Quindismettiamola di raccontarefavole che servono solo ad ingannarequalche gonzo.Noi vogliamo far comprendere alleistituzioni che qui c'è gente che ragiona conun cervello autonomo e non è succube dicamarille e centri di potere, ma rivendicauna precisa identità e una maggiore centralitàdel comprensorio. Saremo protagonisti diun'esaltante stagione di l ibertà".

Presidente Grande LucaniaComitato Vallo di Diano

Golfo di PolicastroTiziana Bove FerrignoGIUSEPPE LAPADULA Fuori i barbari

dalla Certosa. Si può sintetizzare cosìl’intervento appassionato di FrancescoSisinni a difesa del territorio della GrandeLucania (dal Cilento alla Basilicata,passando per il Vallo di Diano) e del suofaro, la Certosa di Padula appunto, «sudditadi un napolicentrismo che le ha tolto il suoruolo di volano dello spirito». «La Certosaè grande e prezioso scrigno storico, artistico,culturale e religioso. E ogni iniziativa perla sua tutela e valorizzazione non può esserescissa dalla particolare e sublime spiritualitàche le è propria», ha sottolineato l’exdirettore generale del ministero per i Benie le Attività culturali, padrino della cerimoniadi installazione nel Maplo (MuseoArcheologico Provinciale della LucaniaOccidentale), di nuovi reperti provenientidagli scavi di Sala Consilina, ovvero daun'area che appartiene proprio a quellaLucania Occidentale della quale la strutturamuseale certosina porta il nome. «È la stessaGrande Lucania - ha osservato Sisinni - che,come chiede un apposito comitato, vuolestaccarsi dalla Campania ed unirsi allaBasilicata. Se ciò avverrà, sarà anche unbene per la stessa Certosa di Padula. Laquale potrebbe ottenere una più sicuravalorizzazione. Sinora, infatti, la RegioneCampania ha speso per essa ingenti sommepiù per i propri interessi di immagine cheper la concreta promozione del monumentalecomplesso padulese». Non fa nomi Sisinni,nè vuole provocare ulteriori polemiche, dopoquel le es t ive sul le opere d’ar tecontemporanea all’interno delle celle.Stigmatizza solo la necessità di dare vita adiniziative che si innestino in quel filoneculturale-religioso che attrae sempre più ilturismo dell’arte. Ma la centralità è propriola Lucania, la sua identità forte che ha radiciprofonde nel suo passato. Ben venga,dunque, il Maplo con i suoi tesori. Tra ireperti più suggestivi il corredo funerarioappena installato (nella foto): quello di unadonna del VI secolo a.C. con i suoi monili:una splendida collana in ambra ed avorio,fibule in bronzo e pendagli di conchiglie.«Un evento di alto contenuto storico, il quale- ha sottolineato Sisinni - è da considerarein piena armonia con la spiritualità dellaCertosa contrariamente a certi eventi chene mortificano la memoria»: un riferimento«celato», dunque, alle «Opere e i giorni» diAchille Bonito Oliva, e che ha suscitatonella folla presente un caloroso applauso.In precedenza c'erano stati gli interventidell'assessore provinciale alla Cultura,Gaetano Arenare, e della dirigente dei museiprovinciali Matilde Romito. Arenare, dopoaver sottolineato che l'installazione nelMaplo della nuova sagoma di donna è statavolutamente fissata per l'8 marzo al fine di

creare un ponte ideale tra la donna dei nostrigiorni e quella del VI secolo a. C., ha subitoe v i d e n z i a t o l ' a t t e n z i o n e c h el'amministrazione provinciale riserva dasempre alla struttura museale ubicata nellaCertosa. Nata nel 1957, raccoglie ben 16secoli di storia del Vallo di Diano, dal Xsecolo a. C. al VI dopo Cristo. Reperti messiin bella evidenza dal recente e sapienteallestimento a cura della Romito (il nuovomuseo è stato inaugurato lo scorso anno),che ha dato alle stampe anche un curatissimocatalogo, la cui sintesi è contenuta in unpieghevole in italiano, inglese e francese,curato dalla dinamica direttrice con PatriciaRonconi. Da Il Mattino del 10.03.09

Sisinni rilancia la Grande LucaniaL’ex direttore del ministero: il Vallo alla Basilicata

Oliveto Citra. Accordo raggiunto allaComunità Montana Sele-Tanagro per lacostituzione della prima giunta nata con lalegge di riordino di questi organismi. UnaComunità che nasce fondendo quella Altoe Medio Sele, con sede ad Oliveto Citra, ela Tanagro, con sede a Buccino. Dopol'elezione del solo Presidente, GiovanniCaggiano (Pd), il consiglio convocato pervenerdì prossimo potrà finalmente eleggereanche il governo della Comunità. Trovatal'intesa, dopo un'infinità di riunioni, tra leforze politiche della maggioranza di centrosinistra. Tre sono gli assessori che toccanoalla parte del Sele, Dionigi Cappetta(Contursi Terme), Antonetta Lettieri(Colliano) e Mino Pignata (Oliveto Citra);un assessore spetta invece al Tanagro, dacui proviene anche il Presidente Caggiano,Carmine Cocozza (Auletta). Mentre aLaviano, a Rocco Falivena, toccherà lapresidenza del consiglio dell'ente. E' statadefinita anche l'intesa sul nuovo statuto, chedoveva adeguare l 'ente alla nuovaorganizzazione. Stabilito che la sedeistituzionale, con gli uffici di presidenza el'aula del consiglio restino ad Oliveto Citra,mentre la sede legale sarà a Buccino. Perl'utenza nulla muterà, dal momento chenessun ufficio si sposterà. ma.si.

Comunità Sele-Tanagro,raggiunta l’intesa per i

quattro assessori

Chiarezza sui progetti per la riapertura altraffico della linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro. È quanto chiede alla magistraturail Codacons del Vallo di Diano, che puntal’accento in particolare sullo stanziamentodi cinque miliardi di vecchie lire di unadelibera Cipe del '97 in base alla qualefurono coperti i costi dello studio tecnico-economico di fattibilità del piano di ripristinodella ferrovia, disattivata nel 1987. Si tratta,sottolinea il Codacons, "di un vero e propriosperpero di denaro pubblico", mentrecontinuano i disagi per l'utenza del Vallo diDiano e del Lagonegrese che, concludel’associazione, da 22 anni "restano prividell ' importante l inea ferroviaria".

Codacons chiede chiarezza suriapertura linaa ferroviaria

Sicignano-Lagonegro

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"San Giuseppe vecchierellocosa avete nel cestello?Erba fresca, fresche viole nidi, uccelli e lietosole!Nel cantuccio più piccino ho di neve unfiocchettino,un piattino di frittelle e poi tante cose belleMentre arriva primavera canto a tutti unapreghiera,la preghiera dell'amore a Gesù nostroSignore."

Questa filastrocca è stata insegnata a miopadre, Giuseppantonio Imbrenda, dal suomaestro elementare Paolo Via (Nenenne).La recita sempre come se la mattinaprima l’avesse appena copiata dallalavagna…Spesso mio padre torna parecchioindietro negli anni, fa voli pindarici neglianni 50 e inizia a raccontare..

“Dopo un lungo e rigido inverno arrivavail mese di marzo, tanto atteso da grandi epiccini, arrivava il 19 marzo e la festa diSan Giuseppe. Fin dai primi giorni del mesetutti i rioni del paese cominciavano a munirsidi ginestre, rami e legna che venivanocustoditi per essere poi bruciati in onore diSan Giuseppe la sera della festa.Anche noi ragazzini delle elementaripartivamo alla volta delle colline circostantiil paese con accette e ronche armati di tantoentusiasmo,facendo a gara a chi raccoglievapiù arbusti e trasportandoli nella manierapiù semplice possibile le affidavamo alproprio rione.La serata tanto attesa del 19 marzo lamaggior parte delle persone di ogni rionesi riuniva nel punto stabilito per accendereil falò in onore di San Giuseppe. Intorno aifuochi si formava un girotondo di personeche intonavano canti religiosi. Durante ifalò, quando le fiamme non erano troppo

alte e stavano per spegnersi, c’erano anchedei ragazzi che saltavano da un lato all’altroe delle persone che portavano a casa il fuocoin segno di devozione al santo. Durante laserata una commissione che visitava tutti irioni stabiliva qual’era l’ultimo a spegnersie decretava un vincitore. “Personalmente non so se oggi la comunitàbuccinese celebri ancora la festa, ma senon lo fa, dovrebbe organizzarsi persalvaguardare una tradizione come questache affonda le radici nella notte dei tempie finisce con il confondersi con culti tipicidel mondo pagano-precristiano. Non a casola ricorrenza in onore di San Giuseppecorrisponde all’equinozio di primavera,periodo per eccellenza consacrato, conprocessioni rituali e fuochi di purificazionealla celebrazione della rinascita della natura.Le cerimonie del fuoco, sia nei culti paganiche in quelli cristiani, sono abbastanza affiniper quello che riguarda gli scopi che si

spera di ricavarne. Siaff idano a l fuocol ’ a b b o n d a n z a d e lraccolto, il benesseredegli uomini e deglianimali, il compito discongiurare, di scacciareo, se vogliamo, di“bruciare “ tutte lepotenze negative. Ilfuoco insomma ha avutosempre una doppiavalenza: negativa comes t r u m e n t o p e rallontanare il male,p o s i t i v a p e rsimboleggiare i beneficidel sole, della luce e,

dunque, delle divinità.La mia curiosità a questo punto è andataoltre le mie conoscenze e i racconti di miopadre e in seguito ad una veloce ricerca hoscoperto che in alcuni paesi dell’Italiameridionale questo avviene ancora.E a Buccino? Mi piacerebbe saperlo!Ammetto la mia ignoranza e lancio unappello per sapere quante e quali iniziativedi questo genere avvengono a tutt’oggi equante sono rimaste nei ricordi dei nostripadri.Trovo sempre molto interessante conservare,tutelare, studiare e promuovere la cultura ela storia italiana e credo che queste paginecerchino di creare fra i suoi cultori vincolidi collaborazione, di amicizia e di fraternitàe in virtù di questo lancio il mio appello peravere una mano da tutti voi per evidenziarele costumanze più sane, più antiche e piùsignificative delle genti, in particolare quellelegate alle mie origini e a Buccino!Sono a vostra [email protected]

I falò (fucanoi) di San Giuseppedi Mauro Imbrenda

LUTTO

E’ venuta a mancarel’11 febbraio 2009 la sig.ra

Laura Caprio in Crocetta

Era nata a Buccino il 2 gennaio 1930, figliadi Michele e di Silvia Goffredi.Era impiegata nella scuola, in segreteria.Da anni era costretta su di una sedia a rotelleper un ictus che la colpì nel gennaio del 1988.Nonostante ciò la sua forza di volontà eranotevole.Lo comunichiamo a tutti quelli che l’hannoconosciuta e voluta bene e ne hannoapprezzato le sue doti di bontà e di amore peril prossimo, per il suo paese, che pur da essolontano, non cessava mai di tenerlo nel suopensiero e non appena lo vedeva in tv o inimmagini, si emozionava tanto da piangere.

*****************

“Nostra amata mamma, tu che ci hai creatoe visto nascere, ora anche noi abbiamo vistola tua nascita nell’Altissimo che è nei cieli.Insieme a papà, guidaci da lassù in questigiorni che trascorrono bui e lenti e indicateciil cammino.”Felicia, Luigi e Giovanni.

****************

In ricordo di Laura Caprio in CrocettaIl giorno 12 febbraio, ci è giunta quasiimprovvisa la notizia del ritorno al Cielo dellacarissima Laura Caprio Crocetta, vedovadell'indimenticabile Barone Gennaro Crocetta.Sarebbe superfluo ricordare la sua grandelevatura spirituale e la sua dedizione allafamiglia e al lavoro. Le doti che l'hannocontraddistinta sono ben note e sono statemesse in evidenza da monsignor VincenzoD'Alitto il quale ha presieduto la cerimoniaesequiale nella chiesa di S.Agostino a Salerno.E' necessario, tuttavia, fare menzione proprioin questi giorni delle pagine più luminosedell'esistenza terrena di Laura Crocetta: quelleche lei ha scritto negli anni della malattia.Un lungo periodo che è stato affrontato comeuna prova divina accolta con serenità.Un sentimento che le ha consentito di viverepienamente, circondata dall'affetto dei suoicari, quello che per tanti sarebbe sembratasolo un'estrema continuità di sofferenza fisica;ma che da lei è stata trasformata in unione aiDolori di Cristo, e quindi in vivissima luce,alimentata dalla gioia di ricevere ognisettimana la Comunione.Ai suoi figli e nostri carissimi amici BaroneLuigi Crocetta, Felicia Consuelo e Giovanniancora vadano i sentimenti del più fraternoaffetto.Carmelo Currò

**********L’Associazione Buccinesi nel Mondopartecipa al dolore che ha colpito le famiglieCrocetta e Caprio per la scomparsa della caraLaura.

Buccino anni '80 - Piazza Mercato

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l’eroe senza eredi

La Rai del Cavaliere celebra Di Vittorio, il comunista buonodi Marcello Veneziani

Sono contento chel'Italia di Berlusconisi ricordi di PeppinoDi Vittorio, mortomezzo secolo fa, egli dedichi unafiction su Rai uno.Sono contento dapugliese, perché eramio conterraneo, diCerignola, e difeseda sindacalista i

braccianti che erano trattati come bestie.Sono contento perché era un comunistanazional-popolare, poco sovietico e moltoterrone, dalla parte dei cafoni e non delleoligarchie, come invecemol t i s indaca l i s t isuccessori. Di Vittorionacque sindacalistarivoluzionario, unarazza intrepida, fui n t e r v e n t i s t a ecombattente nella primaguerra mondiale, e nonsputò mai sui reduci diguerra, come molti suoicompagni socialisti; fucritico verso l’invasionesovietica in Ungheria,anche se poi ingoiò ilrospo e si allineò aTogliatti; fu onesto egeneroso . Pers inoMussolini confidò a deBegnac il rimpianto di non averlo con lui.Sono contento che oggi ci si ricordi di luiperché la memoria condivisa di un popolonon può essere memoria unanime, ma èsempre memoria divisa, tra idee e uominiche sentiamo come nostri punti diriferimento e idee e uomini che rispettiamocome punti di riferimento altrui. Se fossimoun paese civile avremmo fiction, strade ericonoscimenti pubblici a Di Vittorio eBottai, a Gramsci e Gentile, a Gobetti ePrezzolini, a Giaime Pintor e Berto Ricci,a Moro e Crollalanza, a Mattei e Beneduce,a Craxi ed Almirante, a Vittorio Foa e BeppeNiccolai, solo per citarne alcuni.Una par condicio nelle tele-biografie Invece la nostra memoria condivisa delNovecento si arresta ad una miserabilelottizzazione interna all’arco costituzionaleche prevede un Togliatti per ogni De Gasperi,un Pertini per ogni don Sturzo, un Moro perogni mezzo Berlinguer, un terzo di Nennie un quinto di Saragat e La Malfa. In questalogica procedono anche gli sceneggiati della

Rai: ad una fiction “revisionista” sulle foibeseguono per terapia esorcistica tre fictionantifasciste; ogni Padre Pio si bilancia conun don Minzoni e un don Milani, e unGiovanni Paolo II va compensato con unPapa Giovanni. In questa residua logica dispartizione, è piovuto il Di Vittorio di Panee Libertà in onda sulla Rai. Con labenedizione del presidente della CameraFini, solerte nel compiacere la sinistra, maquesta volta indovinando l’occasione. Benvenga la doppia serata su Di Vittorio acondizione che non si dimentichi il contesto.Era sacrosanta la richiesta dei contadini edei sindacati di avere salari più equi, garanziesociali e trattamenti più umani- ma non si

può nemmeno dimenticare che quelle lotte contadine al Sud furono a volte feroci,cruente. Pochi ricordano l’eccidio dellesorelle Porro ad Andria, gli assalti gli incendie le violenze e gli insulti verso borghesi,carabinieri e proprietari in Capitanata, aCerignola in testa. E’ una pagina brutta,anche perché spesso a pagare non erano iresponsabili di sfruttamento e angherie,ovvero i caporali e i massari, ma gente chenon ne sapeva nulla- magari proprietariterrieri senza uso di mondo- che forse vivevarintanata nei propri palazzi, tra novene erosoli, ma non faceva del male a nessuno.Ricordo da bambino di famiglia notabilenella Puglia ancora permeata da PepponeDi Vittorio, quei pugni chiusi, quegli sloganminacciosi, quelle canzoni rabbiose del tipo“ nemmeno un padrone si salverà”; semprequesti annunci di dolori al mondo, questidesideri atroci di vendetta. Ricordo autocapovolte e copertoni bruciati per la strada,picchetti e mazzate. Megafoni ringhiosi emani che inveivano contro l’impaurita

borghesia. Ricordo uno spazzinosindacalizzato che il giorno in cui i netturbininon dovevano più passare porta a porta aritirare i sacchetti d’immondizia, suonòeuforico a casa mia e dando del tu a miamadre, le disse “ da domani scendi giù”.Era una frase programmatica, una forma dicomunismo fondato sulla spazzatura,l’uguaglianza trash. Queste cose ferisconola sensibilità di un bambino di famigliaborghese. Certo sono memorie classiste, lemie , non lo nego. Ma la verità si componedelle versioni di parte, e non di una partesola. Fu durante un corteo sindacale che miaccorsi a tredici anni di aver bisogno degliocchiali, perché non leggevo bene gli slogannei loro cartelloni. La Cgil mi fece la visitaoculistica: si capisce che non la vedevo dibuon occhio.Simbolo antico di un’epoca sepoltaCapii le ragioni di Di Vittorio più tardi,quando un comunista mi raccontò che dabambino una volta accompagnò suo padrebracciante in piazza. Era l’epoca in cui aibraccianti mettevano la museruola perimpedire che piluccassero l’uva mentre laraccoglievano. Quel giorno suo padre eramalato ma si presentò lo stesso al caporaleper farsi ingaggiare; aveva una famiglia damantenere. Il caporale lo squadrò, glitastò le braccia, e poi gli disse che stavamoscio e doveva tornarsene a casa.Quell’umiliazione subita da suo padre equella giornata senza soldi per sfamare lafamiglia, portò quel bambino da grande adiventare comunista. Beh, lì ho capito cosaè stato per gente come lui Peppno Di Vittorio.E cominciai a rispettare lui e loro.Il problema è questo non è più il tempo diDi Vittorio (o dei Crollalanza, per restare inPuglia sull’altro versante). Di sindacalisticome lui si è persa traccia: mezze figure,piccoli avvoltoi, dignitari di casta, a voltesponsorizzati da intellettuali, ricchi e borghesiradical chic. Se qualcuno pensa di fare unamarchetta al sindacato tramite l’elogiotelevisivo a Di Vittorio prende fischi perfiaschi. Prima che al comunismo, Di Vittorioapparteneva a un’epoca, a uno stile di vita,a una provincia, a una morale, e perfino aun moralismo, che non sono più del nostrotempo. La sua era l’epoca di Guareschi. No,Di Vittorio è antico, non ha eredi.

Da: LIBERO del 14 marzo 2009

1957 - L'ultimo 1° maggio di Giuseppe Di Vittorio

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Pag. 22 La Voce di Buccino - Primavera 2009

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C’era una volta un cielo pieno di stelle.Questa notte la volta celeste rassomiglia aduna trapunta blu piena di occhietti gialli,così pensava Luca, mentre dalla finestradella sua cameretta ammirava il cielo; eraquasi estate e nella campagna circostantebrillavano milioni di lucciole e anche lacampagna sembrava un piccolo cielo; e Lucasi tuffò in quest’immenso cielo. Ad un trattouna stella attraversò il firmamentodisegnando,lungo il percorso, una breve scialuminosa , e si consumò nell’infinito. Lucasentì una voce che diceva: “Quando unastella cade, un’anima sale a Dio.

Nel cielo ci sono tante stelle per quantepersone ci sono sulla terra e tutti noi siamocome stelle cadenti. E , quando una personamuore la sua stella cade e diventa unalucciola, che brillerà solo nelle notti d’estate.Per il restante periodo le stelle-lucciolefiniscono nel mare dove diventano stellemarine. Luce, buio, lucciola, stella, cielo,acqua, terra, fuoco, in questi elementiprimordiali ritorna, la vita anche nella morte.Il percorso è breve ,ma la strada infinita”.Luca ascoltò questa voce, era una voce cheevocava milioni di voci,lontana eppur vicina;la voce di milioni di persone che non cisono più: emanava la luce di milioni distelle. Luca venne avvolto nel mantello delsilenzio: si udiva il solo cri cri dei grilli; enell’osservare le lucciole, rivide suo nonnoche più non c’era con lui parlò in un magicolinguaggio costituito da segnali luminosi.Da quella sera, ogni sera, Luca parlava conle lucciole e quando le lucciole nonc’erano,con le onde del mare e con la suastella che ogni sera ammirava nell’infinitocielo.Ora gli mancava meno il suo caro nonno,perché sapeva aveva cambiato solol’immagine. Il suo amore infinito loavvolgeva come in una trapunta di stelle,tutte le notti poggiava la sua testa e sognavail “Nautilo”, la stella che cade dal cielo nelmare, ogni volta che qualcuno muore.E Luca vede Nautilo, piccolo, piccolo, checomincia a nutrirsi e a crescere nel profondodel mare; e poi all’improvviso lo vide usciredall’acqua,ritornare lucciola,volare nei campiilluminarli,e alla fine,come per incanto,lalucciola vola in alto, sempre più in alto efinalmente raggiunse il firmamento perridiventare una stella.

Concettina Cariello

La voce delle favoleNautilo

La Voce in LibreriaGiovanni Salimbene

TROPISMI DEL SACROIntroduzione allo studio delle religioni

Salerno, Carlone Editore, 2007, pp.150, ISBN 798-88-86854-12-9

Questo libro dinon eccessivamole, ma assaid e n s o eistruttivo, offreal lettore assaipiù di quantopromette nelsottotitolo delfrontespizio.P u rpresentandosi,infatti, come

una semplice Introduzione allo studio dellereligioni, esso contiene, a ben guardare, unmetodo del tutto nuovo e singolare diconsiderare il fenomeno del sacro.Nella prima parte, l’autore incomincia subitocol chiarire il concetto di religione e disacro, non mancando, ovviamente, di fare,nei successivi capitoli, un rapido excursussia sulle principali figure del mondo religiosoe sia sui suoi più accaniti avversari. Lasezione si chiude con una puntuale rassegnasulla storia degli studi, a incominciare daiprimi pionieri che si avventurarono in questaintricatissima materia, fino agli autori ancoraoggi viventi.Nella seconda parte del libro, che è quellapiù interessante e originale, superando, senzaperò sconoscerli, i metodi comparativi:filologico, tipologico e gnoseologico, adottaanch’egli quello che ormai viene definito ilmetodo olistico. In questo suo studio, nonmette però a confronto, come solitamenteavviene, le ierofanie somiglianti, i granditemi comuni ai vari sistemi religiosi o lesingole religioni tra loro, ma degli insiemiassai più ampi, che egli chiama tropismi. Sitratta di grossi contenitori dove le variereligioni, a seconda del loro comportamentoanisotropo, vengono distinte e raggruppatei n : t e r i o t ro p i c h e , g e o t ro p i c h e ,uranotropiche, tropismi politeisti e tropismimonoteisti.Già nelle sue precedenti ricerche su certeantichissime forme rituali della religiositàpopolare ancora presenti nel Meridioned’Italia, il nostro ha intuito e sostenuto chela comprensione di qualsivoglia rito non

può assolutamente prescindere dallo studiodel relativo credo e della relativa morale. Ilche vale naturalmente anche per le altre duecomponenti. Altrimenti – com’egligiustamente osserva – il mito scadrebbeinevitabilmente al rango di sgangherataaffabulazione; il rito precipiterebbe ai bassilivelli di sorda superstizione, o peggio, aquelli di cieca magia; e la morale siridurrebbe, infine, a semplice codice dicomportamento, soggetto non alla forzadella legge, ma alla legge della forza.Facendo pertanto tesoro di questa suapregressa esperienza, egli fa un ulteriorepasso in avanti, allargando con utile profittoil campo visuale di indagine. In questo suostudio, infatti, prendendo atto degliintensissimi e frequentissimi rapporti che,in qualsiasi sistema culturale, intercorronotra il sottosistema economico, il sottosistemasociale e quello ideologico – a cui il pensieroreligioso ovviamente appartiene – l’autorene ricava che uno studio veramente seriosul sacro non può essere assolutamenteintrapreso a prescindere dagli altri duesottosistemi culturali.E così, comparando questi tropismi, o questedifferenti tappe del pensiero dell’ homoreligiosus, in relazione a quelle degli altridue sottosistemi, con lucidissima sintesi,egli getta una luce del tutto nuova einaspettata, non solo sul dibattuto problemadelle origini del sacro, ma anche su quellodelle sue costanti e su quello delle sueinnumerevoli e singolari varianti.

Luigi Vivenzio

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No al revisionismo sulle foibedi Mario Cervi

Il 10 febbraio è il giorno che l'Italia dedicaalla memoria della tragedia degli italianie di tutte le vittime delle e dell'

Ora non sarà più consentito alla Storiadi smarrire l’altra metà della Memoria.I nostri deportati, infoibati, fucilati,annegati o lasciati morire di stenti emalattie nei campi di concentramentojugoslavi, non sono più morti di serie B."

(Annamaria Muiesan - )

Alla fine della Seconda guerra mondiale,mentre tutta l'Italia, grazie all'esercitoAnglo-Americano, veniva liberatadall'occupazione nazista, a Trieste enell'Istria (sino ad allora territorioitaliano) si è vissuto l'inizio di unatragedia: la "liberazione" avvenne ad operadell'esercito comunista jugoslavo agli ordinidel maresciallo Tito.

350.000 italiani abitanti dell'Istria, diFiume e della Dalmazia dovetteroscappare ed abbandonare la loro terra,le case, il lavoro, gli amici e gli affettiincalzati dalle bande armate jugoslave.Decine di migliaia furono uccisi nelle Foibeo nei campi di concentramento titini. Laloro colpa era di essere italiani e di nonvoler cadere sotto un regime comunista.Trieste, dopo aver subito più di un mesedi occupazione jugoslava, ancora oggiricordati come "i quaranta giorni delterrore", visse per 9 anni sotto il controllodi un Governo Militare Alleato(americano ed inglese), in attesa che lediplomazie decidessero la sua sorte.

Solo nell'ottobre del 1954 l'Italia prese ilpieno controllo di Trieste, lasciando l'Istriaa l l ' a m m i n i s t r a z i o n e j u g o s l a v a .E solo nel 1975, con il Trattato di Osimo,l'Italia rinunciò definitivamente, e senzaalcuna contropartita, ad ogni pretesa suparte dell'Istria, terra italiana sin da quandoera provincia dell'Impero romano.

Per saperne di più: www..leganazionale.it

Giorno del Ricordo 2009

(continua da pag. 3)

Il PROFESSOREEMILIO MAGALDI

di Giuseppe Arduino

massiccio tavolo in noce, dai piedi zoomorfi, modellati a forma di grifoni.In séguito l’ho rivisto a Potenza e spessonella Biblioteca Nazionale di Napoli,trattenendomi con Lui qualche ora, sedutidavanti al Caffè Gambrinus. Gli regalai, condedica in latino, la pubblicazionemiscellanea: “Volceiana” e in cambio mispedì una copia intonsa e preziosa della sua“Lucania romana”, stampata dall’Istituto diStudi Romani nel 1948 e della quale lostudioso attendeva, da anni, all’edizione delsecondo volume.Le varie vicissitudini della vita,l’irrequietezza stessa del carattere e lo spiritopolemico (famosi gli scontri con AmedeoMaiuri) impedirono al professore Magaldiuna carriera luminosa e duratura; tuttaviaEgli appartiene a quella schiera di studiosidi grandissimo valore, che hanno lasciatoun’orma profonda nel campo degli studi diantichistica, non solo, e la sua posizionenella storia dell’archeologia campano-lucana, al di là delle simpatie o antipatieriecheggianti in certa critica noiosa espicciola, è ormai salda e indiscutibile.

Se il «giorno del ricordo» - istituito per daredegno posto, nella storia e nella memoriadegli italiani, alla spaventosa tragedia dellefoibe - diventa un ennesimo giornodell’antifascismo, non vale la pena dicelebrarlo. Ho grandissimo rispetto per ivalori dell’antifascismo: già esaltatigiustamente e solennemente il 25 aprile, ilprimo maggio, nell’anniversario delle FosseArdeatine, nell’anniversario dell’assassiniodi Giacomo Matteotti e altre volte ancora.Lapidi e commemorazioni costellano l’Italia.Benissimo.

Ma la memoria di cui ai discorsi di ieri deveessere un omaggio e in qualche modo unrisarcimento morale, dopo decenni d’oblioe di noncuranza, a coloro che delle foibefurono vittime, e alle loro famiglie. Si evitiallora d’abbinare il ricordo dei mortiall’immancabile e ormai un po’ stucchevoleinsistenza sulle colpe di Mussolini per avereprecipitato dissennatamente l’Italia nellas e c o n d a g u e r r a m o n d i a l e .Fatta eccezione per gruppi di fanatici, quellecolpe sono ormai riconosciute. Non c’è piùbisogno di sottolinearle: se ne occupanoogni giorno la stampa, la televisione,saggisti, politici. Nessun negazionismo - senon in tipi strani come il vescovo Williamson- per le efferatezze hitleriane e per leresponsabilità mussoliniane. Il negazionismoc’è invece stato, e in parte rimane, per lestragi e le brutalità perpetrate contro i giulianie i dalmati (e anche per l’esodo spaventosodelle popolazioni tedesche dai territoripassati sotto dominio sovietico). «Il giornodel ricordo - ha detto il presidente Napolitanonel suo discorso, peraltro molto nobile -non ha nulla a che vedere col revisionismostorico, col revanscismo, col nazionalismo».

Mi permetto rispettosamente di obbiettare.Ha a che vedere col revisionismo perché lastoria di quel periodo è stata a lungoimprontata a un conformismo di sinistra, èstata modellata secondo i canoni d’un«politicamente corretto» che più o menoassimilava i profughi istriani a sgherri inorbace. Il Capo dello Stato sa sicuramenteche ai poveri fuggiaschi ammassati in untreno venne negato in piena estate, daiferrovieri comunisti d’una stazione emiliana,anche un po’ d’acqua. Di revisionismo c’eradunque bisogno, ed è buon segno che quasitutti se ne siano fatta una ragione. Stabilitoche le foibe furono un orrore, e il trattamento

subito dai profughi una vergogna, non c’èbisogno a mio avviso d’affiancare a questoriconoscimento, per renderlo accettabile, ilrituale anatema contro il Ventennio.

Non sono tra coloro che indulgono allaretorica degli italiani buoni. Durantel’occupazione della ex Jugoslavia sono stateordinate ed eseguite dure rappresaglie.Quando è il caso, se ne deve seriamentediscutere. Evitando tuttavia un ping pongpolemico, alacremente praticato, secondo ilquale ogni rievocazione di nefandezzecomuniste deve avere un contrappeso incamicia nera. Una cosa per volta. Senzaiattanze ma anche senza complessid’inferiorità, e senza veli pietosi. Vogliamoo no rammentare che i boia delle foibeebbero aiuto e incoraggiamento da elementicomunisti di Trieste che spasimavano perl’annessione della città e del suo territorioalla Jugoslavia di Tito, non ancoradissociatosi da Mosca? Se piacciono questiacri amarcord, pratichiamoli pure. Ma nonsi finirebbe più.

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Nel celebrare senza retorica la Giornatadella Memoria, istituita il 27 gennaio di ognianno, nella ricorrenza simbolica dellaliberazione del campo di sterminio diAuschwitz – Birkenau ad opera delle truppedell’Armata Rossa, diviene opportuno enecessario volgere il nostro sguardosull’impatto che ebbero le Leggi Razzialipromulgate in Italia nel 1938.Con esse infatti, inizia la persecuzioneantisemita, foriera di ignobili conseguenzenei confronti degli ebrei italiani, inclusiquelli napoletani (sul punto segnalo il beldocumentario “Dal cancello secondario,storie di ebrei a Napoli”, a cura di GabriellaGribaudi, regia di Alessandra Forni e FabioEsposito, Ed. Xila, 2003), dei qualiricorderemo un bambino, Sergio De Simone,narrandone in seguito la tragica sorte.Le Leggi Razziali non furono emanatesoltanto per compiacere l’alleato tedesco (ilDuce non volle demeritare agli occhi delFuhrer quanto a zelo antisemita), dopo leLeggi di Norimberga (1935), e in ogni caso,rilevare una diversità tra le leggi italiane enaziste, deducendo correttamente che inItalia non si creò un “clima” da Kristallnàcht,non deve indurre a nessuna indulgenza versoi teorizzatori del sedicente “razzismospiritualista” (i firmatari del Manifesto dellaRazza) e i volenterosi legislatori. Infatti, leconseguenze furono pesantissime,culminando nelle deportazioni ai campi disterminio, cominciate il 16 ottobre ‘43 conla Judenoperation nel Ghetto di Roma, adopera di SS, capeggiate dal comandantedelle SS di Roma, Kappler e dallo specialistadel RSHA (Alto Comando per la Sicurezzadel Reich), l’SS Theo Dannecker, con lacorrività di poliziotti italiani.In realtà la deportazione e lo sterminioindustriale degli ebrei europei furono ilcriminale apogeo di un genocidio pianificatonel ’42 nella Conferenza del Wansee(presieduta dal Gruppenfuhrer SS Heydrich,luogotenente del Reichsfurhrer SS Himmler,che nel ‘36 incontrò il capo della Poliziaitaliana Bocchini, circa le misure da attuarecontro gli ebrei italiani), che ebbe il propriofulcro nelle leggi razziali. Queste siprefiggevano lo scopo di espellere dalconsorzio civile i giudei, spogliandoli deiloro diritti e dei loro beni, costringendoliall’emigrazione e alla ghettizzazione perdeportarli, schiavizzarli e annientarli:l’Europa andava resa Judenfrei, compresal’Italia.Gli ebrei italiani dunque si misurarono conleggi che perseguivano la difesa diun’immaginaria “razza italica”, dai lorobelluini complotti globali, propagandati nelfalso libello dei Protocolli dei Savi di Sion:ma quali furono gli effetti nella vitaquotidiana? Osserviamone alcuni entrando

idealmente nella casa di una famiglia ebreadi Napoli…C’è il capofamiglia che compila ilQuestionario inviato dal Ministero dellaDemografia e Razza per censire gli ebrei:è un italiano orgoglioso, che guarda laMedaglia ricevuta dal padre dopo la GrandeGuerra, chino su quella burocraticascartoffia, ove dovrà vergare di appartenerealla razza ebraica. La radio presso la qualela famiglia la sera si riunisce, va consegnataal più vicino Commissariato. Titina, la fedeledomestica che i ragazzi chiamano zia, valicenziata: i giudei non possono avere servitùariana. I ragazzi devono lasciare la scuola,oppure, come nel raro caso della scuolaelementare Vanvitelli di Napoli, frequentarlain una classe di soli scolari ebrei, con glialunni divisi e completamente isolati daglialtri. Intanto il laborioso capofamiglia perdel’impiego o si vede espropriato il negozioin cambio di un’insulsa indennità. Deverinunciare alla docenza universitaria e nonpuò esercitare una professione liberale. Ladignitosa serenità economica costatasacrifici, è sostituita da una vita stentata, ei gioielli, ricordo di un Nissùin o di un BarMitzvàh, finiscono al Banco dei Pegni: ibanchieri giudei demoplutomassoniimpegnarono i più cari ricordi per sfamarei figli. E i fidanzati in procinto di sposarsi?Lui giudeo, lei ariana, non possono contrarrematrimonio: è proibito, così come prestareil servizio di leva. La lista delle ulteriori,odiose proibizioni sarebbe lunga, giacchèai nostri legislatori non difettò la fantasia,sebbene le interpretazioni delle normesuscitarono non pochi dilemmi, costringendoil regime, - la tragedia sconfinò nella farsa!- ad emanare pletore di circolari affinché,riluttanti funzionari e miserabili Podestà, leapplicassero senza esitazioni. Renzo DeFelice osservò che con le leggi razziali ilfascismo “divorziò dal popolo italiano, dallasua mentalità e dalla sua storia”, poichèl’antisemitismo era estraneo agli italiani eil pregiudizio sui perfidi giudii, obliquamentediffuso dalla Chiesa Cattolica, aveva matricipiuttosto religiose che razziali. Tuttavia, sela maggioranza del popolo italiano non preseparte alle persecuzioni antiebraiche, – anzi:quanti ebrei furono salvati e protetti comenel caso del campo di raccolta di Campagna,vicino Buccino! – il suo peccato inescusabilefu di aver tollerato, nell’indifferenzaconformista, la promulgazione di leggiripugnanti.Nessuno comprese che il “momento”normativo era soltanto il preludio dellaSoluzione Finale: nel giro di 6 anni, infatti,migliaia di ebrei finirono nei crematori diAuschwitz - Birkenau. E fu quel clima,provocato dalle sciagurate leggi, che instradòil tragico destino di un piccolo ebreo

GIORNATA DELLA MEMORIA27 GENNAIO 2009

“LE LEGGI RAZZIALI IN ITALIA”

napoletano del Vomero: Sergio De Simone.

Sergio e la madreGisella Perlow, natìadi Fiume e sposatacon Eduardo (sottole armi dal ‘40),v i s s e r o a Vi aM o r g h e n i nsolitudine e in un

ambiente se non ostile, certamenteindifferente ai loro penosi travagli, eccettuatii premurosi vicini, i Parlato, e un’amica diGisella, Piera Nardi anch’essa di Fiume.Nel luglio del ’43 Gisella raggiunse lapropria famiglia a Fiume: ma se fosserimasta a Napoli, lo sbarco alleato e ilsuccessivo armistizio l’avrebbero vista alsicuro con Sergio. Infatti, proprio a Fiume,infestata di repubblichini e di SS, Sergio,Gisella, la sorella Mira, le nipotine Andrae Tatiana, furono rastrellati e tradotti adAuschwitz, dove Sergio diventerà il n°A179614. Gisella, Mira, Andra e Tatianamiracolosamente sopravvissero, mentreSergio, cavia del famigerato Mengele, saràdeportato in un Konzentrationlager vicinoAmburgo, dove incontrerà due orchi: ilmedico Heissmeyer, che gli inoculerà latubercolosi, e la SS Strippel che lo impiccòinsieme con altri venti bambini, cremandonele spoglie il 20 aprile 1945: aveva 7 anni,Sergio.Da Via Morghen a Fiume; dal kinderblockdi Birkenau al camicie bianco di Mengelee, infine, tra le rovine del Reich, la scopertadegli orchi: questo, lo sfortunato tragitto diun bambino napoletano, vittima delle leggirazziali e della colpevole indifferenza chelo circondò.Oggi Sergio avrebbe 70 anni. Avrebbe avutofigli e nipoti, invecchiando serenamente.Lo ricordiamo commossi e addolorati perchénon avemmo il coraggio di proteggerlo, diaccoglierlo e di amarlo come uno di noi: dirazza umana.

Giuseppe Nitto

Piccolo GlossarioKristallnàcht: la cosiddetta Notte deicristalli (1938) quando gli ebrei tedeschifurono vittima di pogrom da parte di SA eSS che oltre a picchiare ed uccidere,sfasciarono le vetrine dei negozi ebraici.Judenoperation: rastrellamento aventeoggetto giudei.Reichsfuhrer: capo supremo delle SS.Judenfrei: territorio libero (ripulito) dagiudei.Nissùin: Matrimonio ebraico.Bar Mitzvàh: letteralmente “Figlio delprecetto”, cerimonia di iniziazione allareligione ebraica che i maschi compiono a13 anni (le femmine a 12 anni).Kinderblock: nei campi di concentramento,erano le baracche dove erano internati ibambini.Konzentra t ion lager : campo d iconcentramento.

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Z’ PacchiónNgéra ‘na vóta n’òmmën, lu chiamàvën z’Pacchiónppëcchè éra àvut e ggruóss cóm nuchichimón.Facìa lu fattór a r ttèrr r i Furcèlla;purtèva sémb appriéss ‘na canédda ca schiamèva “vësparèlla”. Èra nu bbón òmmën, ma si lu faciénn‘ngazzà, piglièva lu fucìl e a qqualcherùn vulìasparà; ma nün sparèva a nnësciùn, éra sùlppëcchè avìa fà métt paùra a cchì tròpp lu vulìasfrëculià.

Z’ Pacchión e lu cucùMbàccë la chèsa r lu cònd Furcèlla, ngéranu cucù chi candèva ra la matìna fìn a laséra.A lu cònd ,quistu cànd, i piacìa a ssénd,però, la matìna aviétta, idd nün éra cundénd ppëcchè vulìa ròrm, nün bbulìa éssrësturbèt, nün bbulìa ca st’avuciédd, accussìaviétta, l’avéss scëtèt. Rèss a z’ Pacchión: “Mandalo via diqua!…” E z’ Pacchión pënzèva: “E mmò, cómàggia fà?”S mëttéz a lu ‘mbuóst, l’avuciédd lu vëréz,ma a ffàrlu ì ra ddà pròbbij nün gë riëscéz.Quànn lu cònd éra assùt, ìdd n’apprufëttà,piglià lu fucìl e l’avuciédd lu sparà. Quànn turnà lu cònd, rèss ca l’avìa‘ngappèt e, a la vìlla r Sànda Sëggìlia, ìdd l’avìapurtèt. E lu cònd: “E’ proprio vero che l’haipreso e l’hai portato nella zona della villa? Non è che l’haiammazzato?”E z’ Pacchión: “Si vùj nün m crërìt, pëcchènün ghièm a bbrèsi quér ca v rìch è lluvér o luvér nün è?”Ièzën a Ssànda Sëggìlia e lu sëndèzën candàe lu cònd éra cundénd ca l’avìa purtèt ddà. S sèp ca quìru cucù nün putìa éss lustéss, ma lu cònd crëréz o vuléz crér ca ìdd

avìa éss. Lu cònd lu sëndìa candà e, ffëlìcë, lustìa a ssénd; z’ Pacchión rërìa ppëcchè l’avìa fàttféssa e ccundénd!

Zio “Pacchión”C’era una volta un uomo, lo chiamavanozio “Pacchion”perché era alto e grosso come unmarcantonio.Faceva il fattore nelle terre dei Forcella;portava sempre dietro una cagnetta che sichiamava “vesparella”. Era un buon uomo, ma se lo facevanoincazzare, prendeva il fucile ed a qualcuno volevasparare; ma non sparava a nessuno, era soloperché doveva far mettere paura a chi troppo lo volevaprendere in giro.

Zio “Pacchión” e il cucùVicino la casa del conte Forcella, c’eraun cucù che cantava dalla mattina fino allasera.Al conte, questo canto, piaceva sentire,però, la mattina presto, lui non era contento perché voleva dormire, non volevaessere disturbato, non voleva che questo uccello, cosìpresto, l’avesse svegliato. Disse a zio “Pacchion”: “Mandalovia di qua!…” E zio “Pacchion” pensava: “Ed ora,come devo fare?”Gli fece la posta, l’uccello lo vide,ma a farlo andar via di là proprio non ciriuscì.Quando il conte era uscito, lui ne approfittò,prese il fucile e all’uccello sparò. Quando tornò il conte, disse che loaveva acchiappato e, alla villa di Santa Sicilia, lui loaveva portato. E il conte: “E’ proprio vero chel’hai preso e l’hai portato nella zona della villa? Non è chel’hai ammazzato?”E zio “Pacchion”: “Se voi non mi credete,perché non andiamo a vederese quello che vi dico è vero o vero non è?”Andarono a Santa Sicilia e lo sentironocantaree il conte era contento che l’aveva portatolà. Si sa che quel cucù non potevaessere lo stesso, ma il conte credette o volle credereche lui doveva essere. Il conte lo sentiva cantare e, felice,lo stava a sentire; zio “Pacchion” rideva perchél’aveva fatto fesso e contento.

Vernacoliere volceianoDa: Li cund r’ Nanonna di Vito Russo

Toronto - La cittàd i To r o n t oo s p i t e r à i lp r o s s i m o 2 6giugno l'eventoSpirit of OntarioAwards, gli ottopremi per le ottocelebrità di spiccodella comunitài t a l i a n a i n

Canada che si sono contraddistinti nelleotto categorie in ‘gara', ovvero dellaricerca, delle arti, dell'universitaria,della giustizia sociale, educazione, deiservizi per la comunità, scienze edeconomia, tutti comparti nei quali dasempre gli emigrati italiani rappresentanol'eccellenza della comunità.

Il gala sarà ospitato come sempre pressola sede del National Congress of ItalianCanadian dell'Ontario e, come accennatoprima, quest'anno tocca a Toronto nelsistema classico di rotazione che vuolvedere impegnati i cinque distrettidella regione canadese a turnonel l 'organizzazione del l ' evento .

A Torontogli Spirit of Ontario Award

IMi sembra nu scimmione bufaluto,quanne camina spalancheia r gamme,r s taglià la barba s’è sfuttuto,lu mott suie é “ Tect’ e damme”.IIS crere lu patrone r lu munno,a ì gannà la gente s’arrcreia,ma che a u paese manna tunno tunno,e come n’arruzzuto strizzcheia.IIISi voi tu chiacchierà nun t cunviene,nu gnurantone é , nu vacantone,si iuoco a lu tressette è nu macello.IVS scorda r s’accusà, quist’è lu bello,lu chiame a speta, nu risponne buono,risponn’a coppa, quire pure tene.

Michele Grieco

Lu gnurante

Vito Russo

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