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Realtà Regionale: ITALIA NORDEST Pianeta Turismo: SIPAC, A NOVEMBRE LA NONA EDIZIONE Turismo Ecosostenibile: ARCHITETTURA SOSTENIBILE E OPEN AIR ANNO XII 2019 Poste Italiane S.p.A. - Sped. Abb. Postale DL. 353/2003 (conv.INL.27/02/2004, n°46) Art.1 comm.1 DCB ROMA Poste Italiane S.p.A. - Sped. Abb. Postale DL. 353/2003 (conv.INL.27/02/2004, n°46) Art.1 comm.1 DCB ROMA 46

di Stefano Chiocchini Focus | Web Marketing & Social 48. Sui social gli assenti hanno sempre torto di Dario Lambarelli Focus | Ambiente e Natura 52. Come difendersi da vespe e …

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Realtà Regionale:

ITALIA NORDEST

Pianeta Turismo:SIPAC, A NOVEMBRE LA NONA

EDIZIONE

Turismo Ecosostenibile:ARCHITETTURA SOSTENIBILE E

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ANNO XII 2019

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SOMMARIO / 46

Editoriale03. Editoriale di Maurizio Vianello

Realtà Regionale04. In Veneto e Friuli Venezia Giulia, open air al top ma fare impresa non è facile Pagine a cura di Pietro Licciardi

08. Nordest sempre turisticamente in testa ma senza distrazioni

11. Friuli, regione protesa verso il nuovo

14. FAITA Nordest una super regione

Pianeta Turismo18. Sipac, a Novembre la nona edizione di Sara Alvaro

20. Dopo un avvio negativo è ripartita la domanda di Nicolcarlo Genovese

23. Il turismo ha bisogno di coordinamento di Marco Brogna

29. Come si sta sui social? di Nicolcarlo Genovese

33. La certificazione di eccellenza KoobCamp è alla quarta edizione di Carlotta Invrea

In Fiera37 A Norimberga la tradizionale fiera per il turismo e lo svago di Machiel Prohn

Turismo Ecosostenibile41. Architettura sostenibile e open air di Stefano Chiocchini

Focus | Web Marketing & Social48. Sui social gli assenti hanno sempre torto di Dario Lambarelli

Focus | Ambiente e Natura52. Come difendersi da vespe e calabroni di Fabio Agabiti Rosei

54. Piscine sicure il bagnino non basta di Domenico Grillo

Le aziende informano58. Con un buon wi-fi il campeggio cresce di Chiara Ferrari

61. Tende&Co, il glamping va su ruote di Filippo Gentile

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Realtà Regionale:

ITALIA NORDEST

Pianeta Turismo:SIPAC, A NOVEMBRE LA NONA

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Turismo Ecosostenibile:ARCHITETTURA SOSTENIBILE E

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ANNO XII 2019

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In Copertina:Veneziafoto F. Gentile

Trieste Archivio PromoTurismoFVG -Fabrice Gallina

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EDITORIALE

Non c’è bisogno di essere dei grandi esperti per capire che il nostro è un paese a forte vocazione turistica. Paesaggio, cultura, attrattori naturali, centri urbani, gastronomia, folklore e storia compongono un mo-

saico che è unico e peculiare nel mondo. Si tratta di un patri-monio il cui impatto complessivo (comprensivo dell’indotto) sul nostro PIL è stimato in circa il 13%, il che su un valore di 1.716, milioni di euro è pari a 223 milioni. Una cifra tanto importante da rendere la materia turistica centrale nell’agenda di qualsivo-glia attento legislatore. Purtroppo non è così, la nostra classe politica, nonostante i rei-terati proclami di rinnovamento, si dibatte ancora in una otti-ca di sviluppo industriale e di economia pesante che privilegia interventi e soluzioni che viaggiano esattamente nella direzione opposta rispetto alle esigenze ed alle aspettative del settore dell’o-spitalità. Cosa bisogna fare per invertire una tendenza tanto ra-dicata quanto deteriore? La Federazione ha valutato il problema e, considerato che nel set-tore turistico il comparto dell’open air vive una percezione ancor più marginale quando non completamente distorta agli occhi dei decision maker politici, si è deciso di avviare un processo di ana-lisi e diffusione della conoscenza dei dati di settore che si fondi sulla autorevolezza, attendibilità e significatività degli stessi. Per questi motivi nei prossimi mesi un pool di ricercatori facenti capo agli istituti specialistici delle principali accademie italiane svilup-perà una analisi aggiornata, completa ed esaustiva degli ambiti economici, giuridici, sociologici e di mercato nei quali si muove e si posiziona il nostro comparto. Siamo certi che non basterà a risolvere completamente e defi-nitivamente i problemi di accredito dell’open air, ma intanto ci saremo dotati di uno strumento che sarà utile innanzitutto alla nostra stessa classe d’impresa per avviare e consolidare il ricam-bio generazionale del management aziendale e per rifondare la natura stessa del nostro modo di concepire e porgere l’ospitalità. E’ un progetto ambizioso la cui resa sarà determinata tanto dalla qualità del lavoro svolto dai tecnici coinvolti quanto dalla no-stra capacità di interpretazione ed uso dei dati e delle emergenze raccolti. Ripensare il nostro ruolo, rimodellare le nostre aziende, concepire un agire ed un contesto economico più largo ed inclu-sivo per i territori che ci ospitano sarà la frontiera che dovremo tracciare per assicurare un futuro prossimo di sviluppo al nostro settore ed all’economia turistica in generale. ✻

Maurizio Vianello

Via Cola di Rienzo, 285 - 00193 RomaTel. 06 32111043 - fax 06 3200830www.faita.itAutorizzazione del Tribunale diRoma n. 363/2006 del 29/09/2006Direttore responsabile:Nicolcarlo GenoveseRedazione:Nicolcarlo Genovese, Pietro Licciardi, Sara AlvaroProduzione e pubblicità:2Kind S.r.l.s.Via Arnaldo Cantani, 14 - 00166 RomaTel. 335 [email protected] grafico:Francesco [email protected]:2Kind S.r.l.s.www.2kind.itStampa:Tipografia Grafica Di Marcotullio - RomaFinito di stampare Ottobre 2019

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FAITA FEDERCAMPING

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REALTÀ REGIONALE

In Veneto e Friuli Venezia Giulia, open air al top ma fare impresa non è facile

Cambiano le abitudini dei clienti, torna la concorrenza estera ma le difficoltà rimangono, nonostante l’impegno degli imprenditori

pagine a cura di Pietro Licciardi

ITALIA NORDEST

Il turismo all’aria aperta in Ve-neto è tradizionalmente molto forte, potendo contare sulla vicinanza geografica col Nord

Europa, bacino turistico sempre mol-to attratto dall’Italia e dove la tradi-zione della vacanza all’aria aperta è sempre stata molto sviluppata. Ma anche grazie alla varietà di ambien-tazioni, potendo contare su alcune città d’arte, Venezia in particolare, il Lago di Garda, la montagna dolomi-

tica, le terme e naturalmente il mare. Da questo punto di vista vi è una continuità territoriale con il Friuli Venezia Giulia, regione più piccola e con strutture dedicate al turismo open air prevalentemente ubicate sulla costa. Anche per questo motivo le problematiche degli imprenditori sono simili, al punto che i soci della FAITA hanno pensato di dar vita ad una macroregione, da poco istituita e che dovrebbe poter mostrare il pro-

prio potenziale a partire dalla pros-sima stagione. L’intento dichiarato è di avere un maggior confronto tra gli imprenditori del settore e sviluppare nuove idee per far fronte alle solleci-tazioni e ai cambiamenti provenienti da mercati di riferimento comuni.La clientela prevalente (circa il 70%) è straniera e proviene soprattutto dai paesi di lingua tedesca (Germa-nia, Svizzera, Austria) e da Olan-da, Gran Bretagna, Francia, oltre

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REALTÀ REGIONALE

ad una discreta aliquota di europei dell’Est: polacchi, cechi, ungheresi. Nonostante la concorrenza che pro-viene proprio da quella parte d’Euro-pa, in particolare Slovenia, Croazia e anche Albania, che ovviamente si avvantaggia di prezzi decisamente più convenienti l’appeal dei campeg-gi e villaggi veneti e giuliani è molto forte; merito della qualità delle strut-ture e dei servizi. I campeggi italiani infatti sono molto più curati, hanno strutture con migliore manutenzione, migliore pulizia, maggiore sicurezza per i bambini e personale molto più attento e ben disposto verso la clien-tela; tutti fattori che risultano esse-re molto apprezzati. L’importante, come dicono gli imprenditori, è riu-scire a portare nelle strutture nuovi clienti almeno una prima volta, in modo che abbiamo la possibilità di valutare la differenza e decidere di tornare, anche pagando qualcosa in più. Questo chiama in causa il mar-keting, che dovrebbe trovare i canali giusti e avviare campagne specifiche, cosa che a quanto pare risulta abba-stanza difficile ottenere dalle rispetti-ve Regioni, sia per la ormai cronica mancanza di fondi sia perché la loro promozione riguarda l’intero territo-rio e la recettività nel suo complesso. Ancora una volta quindi è strategica la collaborazione tra imprese, favori-ta dall’associazionismo. Importante anche il ruolo che potrebbero svol-gere i consorzi, specialmente nella promozione di aree specifiche, anche interregionali. Specialmente in una fase come quella attuale in cui, secon-do la segnalazione di diversi impren-ditori, le abitudini dei clienti stanno cambiando e mentre fino a poco tem-po fa la tendenza, specialmente da parte dei tedeschi, era di tornare in quei campeggi e villaggi in cui si sono trovati bene la prima volta, adesso soprattutto le coppie più giovani pre-feriscono conoscere posti nuovi. Una tendenza ancor più forte tra le nuo-ve leve di camperisti, per i quali vi è una sorta di ritorno alle origini, ov-vero alla vacanza itinerante. Da qui

la necessità non solo di promuovere le strutture mettendo in evidenza la qualità ma anche e soprattutto cer-cando di individuare sempre nuovi bacini di clientela essendo diventato molto più difficile fidelizzare i propri ospiti.Le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia hanno avviato nel 2001 un progetto denominato “Alto Adriati-co” per la valorizzazione anche turi-stica del litorale nord-est ma ad oggi da questo punto di vista non sembra vi siano stati risultati apprezzabili, anche a causa, probabilmente, di una situazione internazionale meno tesa sul fronte degli attentati islamici, il che ha convinto molti ad abbandona-re le mete europee, tra cui il litorale veneto e giuliano, per tornare sulle

spiagge turche o nordafricane.Una risposta al fenomeno non sembra poter essere la destagionalizzazione. Attualmente, almeno per le strutture sul litorale, la stagione è di circa cen-toventi giorni e se l’ apertura per un periodo maggiore permetterebbe di compensare il minor numero di turi-sti in arrivo con una maggiore flusso all’interno delle strutture, tuttavia potrebbero essere in pochi a poter-lo fare poiché ciò comporterebbe da parte di un gran numero di campeg-gi e villaggi, sicuramente quelli sul mare, ingenti investimenti dovendosi dotare di piscine riscaldate, aree co-muni coperte e un maggior numero si moduli abitativi adatti ai climi più rigidi.Si tratta di un impegno economico non ammortizzabile in periodi rela-tivamente brevi e quindi fuori dalla portata di molti imprenditori. Que-sto nonostante le amministrazioni regionali abbiano mostrato un certo favore per le imprese turistiche, pre-vedendo incentivi e finanziamenti de-stinati all’innovazione. Lo sforzo per

“La clientela

prevalente (circa il 70%) è

straniera e proviene soprattutto dai paesi

di lingua tedesca (Germania, Svizzera,

Austria)"

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REALTÀ REGIONALE

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REALTÀ REGIONALE

destagionalizzare il turismo all’aria aperta potrebbe funzionare solo per realtà territorialmente circoscritte, come ad esempio Cavallino Trepor-ti, a poca distanza da Venezia e già oggi base di partenza per scolaresche in autunno inoltrato in gita nel capo-luogo lagunare, frequentatissimo in ogni periodo dell’anno, o per quelle località vicine ai campi da sci.Anche per quanto riguarda Veneto e Friuli Venezia Giulia la nota do-lente per gli imprenditori del settore riguarda i rapporti con le ammini-strazioni pubbliche, che se da una parte manifestano apprezzamento, e buona volontà per sostenere e pro-muovere il turismo e le imprese alla prova dei fatti emergono le debolezze lamentate dagli operatori di molte al-tre regioni italiane: mancanza di fon-di, scarsa cultura, poco dialogo con chi il turismo la fa davvero. Il che si traduce in incomprensioni, maggior burocrazia, scarsa efficacia delle

azioni promozionali e di marketing, difficoltà nel rimanere al passo con le variazioni del mercato.A questo si aggiungono le difficoltà che derivano da un apparato pubbli-co statale ormai incartato in una mi-riade di leggi, regolamenti, compe-tenze che rendono la vita di imprese e imprenditori una corsa ad ostacoli dagli esiti incerti ed imprevedibili e una oppressione fiscale arrivata a livelli veramente insostenibili, che la nuova compagine governativa non sembra intenzionata a far diminuire in maniera sostanziale, a parte alcu-ni interventi di scarsa efficacia che ri-guarderanno settori marginali della sociètà.

In definitiva il Veneto, e per forza di cose in misura minore il Friuli Venezia Giulia, pur essendo una re-gione turisticamente di primo piano anche nel settore oper air si trova nella condizione di lottare per man-tenere le posizioni raggiunte grazie a imprenditori che con sacrificio e lungimiranza hanno raggiunto quasi il massimo della qualità, riconosciu-ta a livello internazionale, ma non possono ottenere un significativo incremento del loro potenziale essen-do “bloccati” sul fronte dei prezzi, subendo l’iniziativa da questo punto di vista di paesi con minor costo del lavoro, minore imposizione fiscale, minore burocrazia. ✻

“Per molti, soprattutto sul litorale, è

difficile destagionalizzare a causa degli ingenti investimenti necessari"

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REALTÀ REGIONALE

Nel 2019 il turismo all’a-ria aperta secondo le stime è cresciuto di 1,3 punti rispetto allo scor-

so anno arrivando a oltre 67 milio-ni di presenze e il Veneto è in testa tra le regioni preferite dai campeg-giatori. Possiamo perciò parlare di una destinazione turistica ma-tura, che colloca questa regione ai primi posti del turismo nazionale. Regione turisticamente “matura” ma che, sottolinea l’assessore re-gionale al turismo Federico Caner «non ha certo esaurito la sua capa-cità attrattiva, mostrando al con-trario la necessità di perseverare, con creatività e attenzione alle evo-luzioni dei mercati per migliorare e

rendere attuale la propria offerta». Nel Piano strategico del turismo approvato quest’anno sia la parte pubblica che quella privata si im-pegnano ad una simultanea e co-mune attenzione ai vari segmenti che compongono la multiforme proposta turistica regionale, pun-tando alla rigenerazione qualitativa dell’offerta, alla diversificazione e innovazione dei prodotti, alla valo-rizzazione degli elementi distintivi di “The Land of Venice”, all’in-clusione del turismo nelle scelte di pianificazione degli altri settori. In questo contesto – secondo l’asses-sore Caner -si situa anche la politica di sviluppo del comparto turistico all’aria aperta all’interno dell’intero

sistema ricettivo veneto, che si com-pone di più di 62 mila strutture per un totale di oltre 750 mila posti letto. Di questi ultimi, 230 mila apparten-gono alle strutture all’aria aperta e nel corso dell’ultimo decennio, a fronte di una sostanziale stabilità dell’offer-ta alberghiera, è emersa la progres-siva attrattività esercitata dall’ex-tralberghiero, compresi i campeggi. Tutto questo «senza adagiarsi sugli allori, perché di fronte a una doman-da in continua mutazione è d’obbligo sapersi rinnovare, nei servizi, nelle strutture, nella tipologia di alloggio, guardando, ad esempio, a quel turi-smo esperienziale in costante cresci-ta e che ben si sposa con le caratteri-stiche dell’offerta open air».

Nordest sempre turisticamente in testa ma

senza distrazioniPer l’assessore Federico Caner il turismo va posto al centro delle

politiche di sviluppo del territorio, senza mai «adagiarsi sugli allori»

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REALTÀ REGIONALE

assessore Federico Caner

Assessore, un paio di anni fa la Regione ha promosso un progetto per la valorizzazio-ne dell’alto Adriatico che pre-vedeva anche la realizzazione di un apposito marchio e un budget per la riqualificazione delle aree naturali lagunari e open air del litorale ve-neto.Quale bilancio può fare di questa iniziativa e e quali benefici ha porta- t o al turismo regionale?

«Il progetto di promozione del cosiddetto territorio riconosciuto come Alto Adriatico è iniziato lo scorso anno e per prima cosa ab-biamo analizzato potenzialità e caratteristiche comuni tra la nostra Regione e il Friuli Venezia Giulia. Per fare questo ci siamo rifatti ad un precedente progetto congiunto, conclusosi nel 2017 con il finanzia-mento del Ministero del Turismo e di quell'esperienza abbiamo deciso di considerare quanto fatto allora. L'individuazione del marchio d'a-rea è stato il primo passo e dopo aver considerato tutto abbiamo de-ciso che sarebbe stato giusto man-tenere un unico riferimento grafico sul quale fondare le successive poli-tiche di marketing. Abbiamo anche concordato che la promozione non avrebbe dovuto limitarsi al solo aspetto turistico ma per quanto possibile sarebbe dovuta estender-si all'intero comparto economico. Abbiamo quindi realizzato due

accordi di programma uno per il settore turistico ed uno dedicato all'internazionalizzazione delle imprese. Per quest'ultimo aspetto l'idea iniziale è stata quella di guar-dare ad est e perciò il primo ap-proccio è stato quello di incontrare la Camera di commercio serba con la quale sviluppare rapporti com-merciali che potranno consentire un più agevole accesso per le nostre imprese interessate a quei mercati. Sul fronte turistico stiamo prepa-rando due grandi iniziative, una si realizzerà ad ottobre in occasione di IGTM 2020, il Salone interna-zionale dedicato al golf. Entrambe le regioni sono molto interessate a questo prodotto e abbiamo ritenu-to di unire le forze per presentare insieme in tale occasione le rispet-tive offerte turistiche collegate con questo sport in grado di muovere interessanti masse di turisti con un potenziale economico di valo-re assoluto. Per Marzo dell'anno prossimo poi stiamo progettando un grande workshop internaziona-le per portare i migliori tour ope-rator del mondo in alto Adriatico e proporre loro non solo l'offerta turistica che le nostre coste sono in grado di proporre ma quanto di più è possibile offrire al turista dal punto di vista ambientale, cul-turale ed enogastronomico. Tutto ciò, con sfumature diverse, è rinve-

“Per Marzo dell'anno prossimo stiamo progettando un grande workshop

internazionale per portare i migliori tour operator del mondo in alto Adriatico."

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REALTÀ REGIONALE

nibile in quei territori che si trovano dislocati nelle immediate vicinanze delle più rinomate località turistiche balneari ma che troppo spesso non sono conosciute come meriterebbero. Sempre nell’ambito della promozio-ne unitaria delle nostre due regioni, si inserisce anche la sponsorizza-zione dell’Adriatica Ionica Race, la manifestazione ciclistica a tappe che a Luglio scorso è stata occasione per promuovere le meraviglie storico-pa-esaggistiche e le specialità enogastro-nomiche dei nostri territori.

Quali saranno le linee guida del suo assessorato da qui a

fine mandato?«Saranno le stesse che hanno ispira-to la nostra azione dal 2015 a oggi. I nostri obiettivi rimangono quelli in-dicati nel Piano strategico, elaborato attraverso un lungo e proficuo lavoro di confronto con tutti gli attori del settore, partendo dal presupposto che la prima industria del Veneto è anche quella più trasversale e che l’offerta turistica è composta da un vasto insieme di elementi, di servizi diversi, di interventi strutturali e in-frastrutturali, di professionalità ete-rogenee, di prodotti che si fondono come quelli del commercio, dell’a-gricoltura, dell’artigianato, in una

logica di sharing economy, che faccia consapevolmente emergere il valore del turismo come quello di un bene di comunità.In sintesi pensiamo che il turismo vada posto al centro delle politiche di sviluppo del territorio.E a proposito di quest’ultimo, non posso che confermare quanto sia importante la sfida indicata dal pre-sidente nazionale della Faita, Mau-rizio Vianello, cioè quella di dare un’interpretazione del nostro territo-rio in funzione delle istanze e aspet-tative dei nostri ospiti. Se bastasse elencare e proporre lo straordinario patrimonio culturale, artistico, am-bientale e paesaggistico del Veneto, avremmo ben pochi concorrenti.La vera competizione si gioca sulla capacità di rendere tutti questi beni fruibili in modo sostenibile e in modo siano realmente vissuti come un’e-sperienza unica, originale, irripro-ducibile. ✻

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“I nostri obiettivi rimangono quelli

indicati nel Piano strategico, elaborato attraverso un lungo e proficuo lavoro di

confronto con tutti gli attori del settore"

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REALTÀ REGIONALE

Il Friuli Venezia Giulia ha de-lineato nel 2014 un piano stra-tegico per il turismo regionale che puntava a fare del terri-

torio un sistema turistico integra-to secondo un modello basato sui concetti di competitività, attratti-vità e sostenibilità con l’obiettivo di fare della regione una destinazio-ne “slow”, capace di offrire turismi tematici ad alto valore aggiunto stimolando l'interesse dei turisti. Secondo Sergio Emidio Bini, l’asses-sore al turismo della Regione Friuli Venezia Giulia, «il turista oggi è cambiato, nei bisogni, nelle motiva-zioni che spingono alla scelta della destinazione, come nelle modalità di fruizione della vacanza, un muta-mento ancora più complesso se si tie-ne in considerazione le diverse prove-nienze geografiche di chi arriva sul territorio», pertanto ad avere succes-so sono le destinazioni che attraverso la segmentazione anagrafica, com-portamentale ed esperienziale, sono

in grado di offrire prodotti adatti alle diverse età dei viaggiatori, dei com-portamenti e che offrano esperienze. «E oggi le tendenze», prosegue l’as-sessore, «ci dicono che la parola in-novazione, anche e soprattutto per il turismo, viaggia assieme ad eco-sostenibilità, al green e a una mag-giore attenzione alle esperienze. Noi puntiamo a mantenere e valoriz-zare i nostri prodotti migliori come mare, città d’arte e montagna inver-nale, affiancando però anche nuove “mete”, come la montagna estiva, de-stinazione oggi sempre più richiesta e in continua crescita». Cambiano dunque i comportamenti, i prodotti e le modalità di fruizione anche delle strutture ricettive; secon-do Bini quindi i campeggi sostengo-no l’offerta turistica regionale e la strategia che la Regione ha adottato è di differenziare l’offerta, con sem-pre più imprenditori impegnati nel migliorare e nel creare nuove e più funzionali strutture di accoglienza.

Quindi, assessore Bini, qua-le ruolo ha il turismo open air nella strategia turistica regio-nale?«L’open air ha sempre ricoperto per la nostra regione un ruolo importan-te, sia per quanto riguarda l’offerta di esperienze turistiche all’aria aperta, sia relativamente all’ambito ricettivo, ma è in prospettiva e nella visione dei prossimi anni che questo segmento vivrà ulteriore impulso in termini di organizzazione delle strutture ricet-tive con la messa in rete di aree di sosta per i camper, villaggi e glam-ping. Inoltre avremo la valorizzazio-ne e costruzione di un’offerta turi-stica specifica attenta all’evoluzione del green e del turismo sostenibile. Stiamo infatti assistendo ad un incre-mento degli investimenti da parte di imprenditori privati, che vedono nel turismo all’aria aperta una nuova frontiera per lo sviluppo delle proprie strutture ricettive, in grado di imple-mentare la capacità di accoglienza

Friuli, regione protesa verso il nuovo

Per l’assessore Sergio Emidio Bini occorre sostenere innovazione, anche nel comparto turistico all’aria aperta

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REALTÀ REGIONALE

turistica delle proprie strutture, ad esempio degli agriturismi, e di con-sentire il posizionamento su nuove fasce di mercato. Il tutto mantenen-do un forte focus sulla sostenibilità».

Quanto potrà ancora crescere l’open air nella sua regione?«La conformazione geografica del nostro territorio offre un’ottima base di partenza e ha un potenziale di crescita elevatissimo: se a questo aspetto si affiancano i nuovi bisogni ed esigenze dei turisti l’accoppiata è vincente. Il mercato di oggi premia le destinazioni minori, meglio se con caratteristiche di primo livello dal punto di vista dell’offerta turistica. Dobbiamo permettere alla regione di allargare l’offerta ampliando il numero di aree e il numero di desti-nazioni, confermandoci come player nel panorama del turismo nazionale, promuovere gli investimenti e tra-sformare queste destinazioni minori come nicchie di mercato ad alto va-lore economico».

Cosa può fare la regione per un settore la cui capacità ricettiva è seconda a quella alberghiera?«I dati confermano che il comparto open air è effettivamente il secondo bacino in termini di capacità ricetti-va, ma in questa riflessione non si può sottovalutare il tema della stagionali-tà delle strutture. Occorre lavorare sulla destagionalizzazione dei servi-zi, che nella maggior parte dei casi coprono il periodo maggio-ottobre. Alcuni imprenditori stanno investen-do su questo aspetto, così da offrire un’accoglienza per l’intero anno. La Regione deve incentivare queste ope-razioni infrastrutturali per miglio-rare l’accoglienza. Le aree di sosta

censite sono 62, di cui al momento 53 attive, mentre le altre sono ogget-to di ristrutturazioni e manutenzioni da parte dei gestori, sia pubblici che privati. Campeggi e villaggi turistici con piazzole sono 36, mentre gli agri-turismi con piazzole che prevedono l’accoglienza sosta camper 13, per un totale di 7.069 piazzole rilevate, 699 unità abitative e 394 mezzi mobili».

Quali vantaggi ha portato la vostra partecipazione al pro-getto di valorizzazione dell’Al-to Adriatico, avviato un paio di anni fa assieme alla Regione Veneto?«L’elemento di continuità è sicura-mente lo sfondo sul quale ragionia-mo assieme ai colleghi della Regione Veneto, partendo dalla valorizza-zione dell’eredità del primo proget-to interregionale Adriatico che, in quell’occasione, ci ha consentito di confrontarci per la prima volta sul-le rispettive modalità di approccio alla promozione del prodotto Mare Adriatico, una risorsa fondamentale per i nostri territori, il cui valore e la cui visibilità aumentano in maniera esponenziale se scegliamo di pro-muoverla in maniera unitaria.Questo percorso ci ha insegnato a “ri-conoscere” il brand Alto Adriatico, ci ha permesso di comprenderne po-tenzialità e consentito di capire come il raggiungimento dell’obiettivo vada oltre la promozione della singola de-stinazione. Oggi il nostro lavoro si concentra su comuni obiettivi, mirati alla differenziazione dell’offerta, dal bike all’entroterra nella promozione di Friuli Venezia Giulia e Veneto, due regioni diverse ma vicine, legate da un territorio che rappresenta un unicum nel nostro Paese». ✻

“I dati confermano

che il comparto open air è effettivamente il secondo bacino in termini di capacità ricettiva, ma in questa riflessione non si può sottovalutare il tema della stagionalità delle strutture"

assessore Sergio Emidio Bini

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REALTÀ REGIONALE

FAITA Nordest una super regione

Due associazioni regionali si sono “fuse”per valorizzare e promuovere

l'open air all’avanguardia

Alberto Granzotto è am-ministratore di tre presti-giosi campeggi in Veneto e da poco è stato eletto

presidente della FAITA regionale. Imprenditore open air di terza ge-nerazione è il prototipo dell’opera-tore dinamico e preparato, attento ai cambiamenti del mercato, che ha portato questa regione del nord-est ai primi posti del turismo, anche all’aria aperta. Regione peraltro che ha una continuità, oltre che una contiguità, territoriale col Friuli Venezia Giulia e infatti entrambe le Regioni si sono coinvolte in un progetto comune per la valorizzazione dell’Alto Adriatico, di cui hanno parlato i rispettivi asses-sori al turismo in questo stesso nume-ro della rivista. Ma anche la FAITA ha ritenuto di riconoscere questa re-altà dando vita ad una associazione regionale unica. Come spiega infatti

Alberto Granzotto l’evoluzione di FAITA Veneto in FAITA Nordest, che comprende anche il Friuli Ve-nezia Giulia, è il frutto del proficuo lavoro del presidente nazionale Mau-rizio Vianello e dell’intera segreteria veneta, che hanno saputo cogliere in modo positivo le richieste dei colle-ghi del Friuli Venezia Giulia per un supporto tecnico unitario che aiuti le imprese nella sempre più complessa gestione quotidiana delle nostre atti-vità». «La proposta è stata colta con en-tusiasmo prima dal consiglio diret-tivo e poi dalla assemblea, che ha approvato il nuovo statuto», ricorda Granzotto, «e per la prima volta sono stati superati i confini regionali di-mostrando ancora una volta la capa-cità di innovazione e di fare sistema che caratterizza il nostro settore ben interpretando il nuovo corso delle po-

litiche regionali del Veneto e del Friu-li Venezia Giulia in materia di turi-smo». In linea con il Piano strategico nazionale di sviluppo del turismo e delle sue declinazioni regionali, la nuova veste dell’associazione è infatti l’inizio di un processo di aggregazio-ne che supera i confini amministra-

“Per la prima

volta sono stati superati i confini regionali dimostrando ancora la capacità di innovazione e di fare

sistema che caratterizza il nostro settore"

presidente FAITA Nordest Alberto Granzotto

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REALTÀ REGIONALE

tivi per mettere a disposizione delle nostre imprese una rete di servizi più ampia, una maggiore rappresentati-vità e una promozione congiunta al fine di far essere ancora più competi-tive le aziende.Anche al presidente di FAITA Nor-dest chiediamo un parere sul proget-to “Alto Adriatico”. Per lui si tratta «sicuramente un inizio importante per la valorizzazione dei punti di forza comuni alle nostre località del Veneto e del Friuli Venezia Giulia rispetto alla concorrenza interna-zionale sempre più competitiva non solo in termini di prezzo ma anche di prodotto e servizi. Il turismo rap-presenta per entrambe le regioni una componente fondamentale della eco-nomia del territorio e il settore del turismo all’aria aperta ne costituisce una parte molto importante, carat-terizzata da una crescita continua e costante in termini di innovazione di prodotto e di introduzione di nuovi

servizi per venire incontro alle cre-scenti esigenze della clientela». Ma in che direzione deve muoversi lo sforzo di innovazione delle aziende in termini di attrezzature e servizi? Sempre secondo Granzotto «la scelta di trascorrere il proprio tempo libero in un campeggio o in un villaggio tu-ristico si sta affermando sempre più come espressione di una vera e pro-pria filosofia di vita, che vede l’ospite protagonista di una vacanza all’in-segna della sostenibilità ambientale, della facilità di fare nuove conoscen-ze, con proposte differenziate per tutti i membri della famiglia sempre nella massima sicurezza. In questo senso il glamping è la naturale evolu-zione del turismo open air, un nuovo modo di godersi una vacanza all’aria aperta in modo ecosostenibile, ma senza rinunciare a nessuno dei con-fort a cui ormai siamo tutti sempre più abituati in alloggi in cui il design diventa sempre più ricercato».

Tuttavia, come sappiamo da quan-to hanno lamentato non soltanto gli imprenditori ma anche alcuni dei presidenti regionali dell’associazio-ne da noi interpellati nei precedenti numeri della rivista, spesso le buone intenzioni si scontrano con l’incom-prensione delle amministrazioni lo-cali e regionali. Per quanto riguarda il suo territorio Alberto Granzotto auspica che «il pieno sostegno offer-to dagli assessori regionali per il tu-rismo e dalle giunte sia per noi, non un punto di arrivo ma di partenza per le importanti sfide che ci aspet-tano nei prossimi anni. Fondamenta-le per noi operatori del turismo è il continuo dialogo e confronto con le nostre due regioni di riferimento in più ambiti». E forse questo è il vero tallone d’Achille di un comparto che dimostra di essere all’avanguardia e con una cultura turistica alle spalle molto più sviluppata rispetto a molti politici che magari animati da buona

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REALTÀ REGIONALE

volontà faticano nel rimanere al pas-so con i cambiamenti del mercato e della domanda.Come sottolinea ancora il presidente di FAITA Nordest «il miglioramen-to continuo costituisce l’unica ricetta per continuare ad essere competitivi e apprezzati dai nostri ospiti e la po-litica è fondamentale per supportare, da un punto di vista normativo, lo sviluppo di nuove forme di alloggio e di servizi ad alto contenuto espe-rienziale, che permettano un allun-gamento delle stagione oltre che a favorire un miglioramento delle in-frastrutture, prime fra tutte quelle dei trasporti». Un altro campo importante da svi-luppare, precisa Granzotto, sarà la scuola e la formazione. «Il nostro successo dipenderà dalla nostra ca-pacità di formare dei collaboratori capaci e appassionati, in grado di offrire agli ospiti una accoglienza altamente professionale e allo stesso

tempo calorosa e spontanea».Da migliorare pure la comunicazio-ne sul mercato interno, dal momento che resta da intercettare ancora un cospicuo numero di italiani, i quali ancora non sono pienamente consa-pevoli del salto di qualità che hanno fatto le strutture open air, soprat-tutto venete, in termini di ospitalità e attrezzature; si pensi ad esempio ai numerosi parchi acquatici di cui si sono dotati campeggi e villaggi, raggiungendo un ottimo rapporto qualità-prezzo rispetto ad esempio alle strutture appena oltre confine, cui si indirizzano ancora molti con-nazionali. Come osserva Granzotto «i ritmi di vita sono oggi molto più frenetici e anche la vacanza ha visto accorciare i tempi, pertanto è impor-tante far sì che i soggiorni possano essere molto intensi, cogliendo inte-ressi e passioni di tutti, soprattutto le famiglie, in cui vi è l’esigenza di far divertire i bambini e di assicurare re-

lax e svago ai genitori» e da questo punto di vista campeggi e villaggi del nord-est hanno una marcia in più. Ma in tutto questo quale dovrà essere il ruolo della FAITA regionale?«Il compito della associazione», con-clude Albero Granzotto, «è quello di saper fare sintesi di tutte le idee proposte dagli associati per poter guidare un processo di innovazione e di crescita a vantaggio di tutti, a prescindere dalle dimensioni azien-dali o dal territorio in cui operano. Le esigenze di maggiore qualità e di maggiore efficienza ci riguardano tutti allo stesso modo.Per questo nei prossimi mesi svilup-peremo, congiuntamente a FAITA nazionale, collaborazioni con il mon-do delle università e auspichiamo lo sviluppo di osservatori regionali e nazionali sempre più aggiornati per fornirci in tempo reale tutte le infor-mazioni utili per anticipare lo svilup-po dei trend futuri». ✻

“Il compito della associazione è quello di saper fare

sintesi di tutte le idee proposte dagli associati per poter guidare un processo di innovazione e di crescita

a vantaggio di tutti"

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REALTÀ REGIONALE

+43%di conversioneda case histories

reali

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PIANETA TURISMO

Sipac, a Novembre la nona edizione

Valutare il settore del turismo all’aria aperta per valorizzarlo ed accrescerne il peso

di Sara Alvaro

A ffrontare le nuove sfide del mercato significa, in-nanzitutto, conoscerne la dimensione, le proble-

matiche e le opportunità che offre. Naturalmente a livello aziendale ogni imprenditore è, o dovrebbe es-sere, consapevole della storia della propria azienda, della sua situazione e delle sue prospettive. A livello di comparto questa conoscenza, meno condivisa e consapevole, è utile tanto alle singole imprese quanto agli or-ganismi che le rappresentano e che ne difendono interessi e prerogative. Per queste ragioni alla prossima edi-zione del SIPAC di Padova, il 20 di novembre, FAITA-FederCamping ha organizzato un convegno di alto livello e contenuto che coinvolgendo

i principali centri accademici nazio-nali, consenta di fare il punto sulla condizione e le prospettive del turi-smo all’aria aperta in Italia.L’incontro dal titolo “Dalle promes-se alle premesse: Turismo all’Aria Aperta valore e valenza del compar-to”, introdotto da Maurizio Via-nello, Presidente di FAITA-Feder-Camping, e coordinato da Lorenzo Salvia, giornalista del Corriere del-la Sera, prevede interventi di:Marco Brogna, Università la Sa-pienza Roma, sul tema “Quale do-manda per il settore, un’analisi in progress”; Magda Antonioli, vice-Presidente ENIT Docente di marke-ting dell’Università Bocconi di Mi-lano, sul tema “Pensare e progettare il marketing per il futuro”; Michela

Michetti Università degli studi di Teramo, sul tema “Superare l’incer-tezza del diritto”. Sarà inoltre invi-tata Mara Manente, Direttore Ci-set-Università Cà Foscari di Venezia, la quale potrà approfondire il tema “Il valore del comparto: una analisi dinamica”.Si tratta di una occasione unica per gli imprenditori che potranno ascol-tare e trarre idee e suggestioni da esponenti di punta delle materie stra-tegiche per la crescita e lo sviluppo del settore.L’incontro è aperto ai partecipanti al SIPAC, giunto alla sua nona edizio-ne, che si conferma così l’unica cam-pionaria del settore esclusivamente dedicata ai professionisti ed agli ope-ratori del turismo all’aria aperta. ✻

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PIANETA TURISMO

PROGRAMMA DEL

CONVEGNO: “DALLE

PROMESSE ALLE

PREMESSE”

Turismo all’Aria Aperta valore e valenza del

comparto

Introduzione a cura di Maurizio Vianello

Presidente Nazionale Faita-FederCamping

Coordinamento Lorenzo Salvia – Giornalista de Il

Corriere della Sera

Interventi:Quale domanda per il settore,

un’analisi in progress Marco Brogna

Università la Sapienza Roma

Pensare e progettare il marketing per il futuro

Magda AntonioliUniversità Bocconi Milano

Superare l’incertezza del diritto

Michela MichettiUniversità degli Studi di Teramo

Il valore del comparto: una analisi dinamica

Mara Manente *Università Cà Foscari Venezia

*invitata

IX CONVEGNOFAITA

FEDERCAMPING

Convegno FAITA FederCamping 2018

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PIANETA TURISMO

Dopo un avvio negativo è ripartita la domanda

Campeggi e villaggi in Italia, un primo bilanciodella stagione turistica appena conclusa

di Nicolcarlo Genovese

Per il settore del turismo all’aria aperta l’avvio del-la stagione 2019 è stato disastroso. Il maltempo

ha condizionato i mesi di Aprile e Maggio annullando le aspettative di un comparto che dal meteo dipende fortemente. Considerato il buon an-damento dello scorso anno gli ope-ratori si aspettavano un inizio di sta-gione senz’altro dinamico, capace di confermare e superare le previsioni. Purtroppo non è stato così. Fortuna-tamente però a Giugno e Luglio la situazione metereologica si è ristabi-lita su quasi tutta la Penisola e il gap delle prenotazioni si è colmato quasi per intero, tanto che ad Agosto è sta-ta riscontrata la piena occupazione delle strutture con una permanenza da parte degli ospiti leggermente più lunga in molte delle aziende. Il pro-trarsi del bel tempo , come avvenuto lo scorso anno, fino ad Ottobre ha comportato una sostanziale tenuta

dei risultati conseguiti nel 2018 ed in qualche caso un incremento, sia pure modesto. Nel complesso, secondo la stima effettuata dall’Istat sui dati 2017-2018 ed elaborata dalla Faita si è registrato un incremento degli arri-vi dell’1%, che significa circa 100.000 nuovi ospiti, ed un incremento delle presenze solo dello 0,6%, ovvero cir-ca 400.000 unità; dunque al termine della stagione in corso si dovrebbero registrare 10,3 milioni di ospiti per 67 milioni di presenze. Il maggior numero di arrivi rispetto alle presenze – fenomeno già regi-strato nell’ultimo biennio - è la con-seguenza diretta del perdurare della crisi economica che spinge gli ospiti a non rinunciare alla vacanza ma li porta a limitarne costi e durata. Nel 2018 le 2.611 aziende del settore che offrivano 1.342.488 posti letto han-no fatto registrare 10.155.939 arrivi per un totale di 66.774.395 pernot-tamenti. Gli ospiti esteri sono stati

5.288.171 per 33.871.674 pernotta-menti, con una permanenza media di 6,4 giorni, mentre gli italiani sono stati 4.867.818 per 32.902.721 pre-senze ed una permanenza media di 6,7 giorni. La spesa media pro capite è stata di circa 70 euro.Sul piano della domanda un son-daggio condotto direttamente pres-so le strutture ha evidenziato che le aziende prevedono per la stagione in

+ 1%+100.000nuovi ospiti

Incremento degli arrivi

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PIANETA TURISMO

“Sul piano della domanda le aziende

prevedono per la stagione in corso una maggiore richiesta di case mobili e lodge tent

mentre diminuiscono le richieste per piazzole libere ed attrezzate"

corso una maggiore richiesta di case mobili e lodge tent mentre diminuiscono le richieste per piaz-zole libere ed attrezzate. Inoltre gli imprenditori segnalano l’assenza di collegamenti e di servizi per i turisti diffusi sul territorio, il che rappresen-ta un problema per la tenuta e l’in-cremento dei flussi.In ambito locale le indicazioni rac-colte confermano i trend registrati lo scorso anno ed in particolare: al nord-est gli arrivi in Veneto e Friuli sono in aumento, stazionari o in lie-ve crescita in Trentino alto Adige ed Emilia Romagna mentre in genere vi è stata una riduzione o parziale tenuta delle presenze e del fatturato. A nord-ovest in calo arrivi in Ligu-ria, in lieve crescita in Toscana, te-nuta per Valle d’Aosta, Piemonte e Lombardia; per tutte queste regioni la contrazione delle presenze è sta-ta contenuta. Il centro-est ha visto l’aumento degli arrivi e delle presen-

ze nelle Marche, Abruzzo, Molise e Puglia. Nel centro-ovest in diminu-zione arrivi e presenze per Lazio ed Umbria. Al sud tengono gli arrivi in Campania e Basilicata ma diminui-scono arrivi e presenze in Calabria. Infine nelle isole diminuiscono gli arrivi e le presenze in Sicilia, ma au-mentano gli arrivi in Sardegna, dove tengono le presenze.Gli ospiti dei campeggi, e più in ge-nerale i turisti, confermano il loro maggior interesse per i territori, che amano scoprire nei suoi aspetti non soltanto paesaggistici ma anche sto-rico-culturali e folkloristici, e per la

qualità ambientale dentro e fuori dalle strutture di soggiorno. In cre-scita la richiesta di vacanze espe-rienziali con sistemazione in contesti glamping o avventura. Circa la mo-dalità si conferma anche la tendenza, riscontrata negli ultimi anni, di sog-giorni in boungalows e case mobili, preferiti dal 50% delle presenze to-tali. Per quanto riguarda la clientela più “tradizionale” è stata osservata una lieve crescita di ospiti con cam-per e roulottes (il 35% delle presen-ze), mentre resta in diminuzione la quota di ospiti in tende e dei così det-ti “stanziali” (15% delle presenze). ✻

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PIANETA TURISMO

In Italia è mancata una gestione armonica del comparto turistico. La mancanza di una “cabina di regia” causa sovrapposizioni e

carenze normative

Marco BrognaDipartimento di Metodi e Modelli per l'Economia il Territorio e la Finanza

MEMOTEF Facoltà di Economia Sapienza Universita' di Roma

Spesso chi si occupa di turi-smo dimentica o ignora la natura e le “origini” di que-sto settore produttivo. Uno

sguardo prospettico e storico può essere utile alla conoscenza e funzio-nale al lavoro.Il turismo è un comparto economico fortemente articolato, eterogeneo e complesso, trasversale rispetto al si-stema economico generale, che negli anni ha mostrato particolare sensibi-lità alle caratteristiche strutturali dei

singoli territori, a loro volta investiti da fenomeni socio - culturali con ca-denze sempre più ravvicinate. Allo stesso modo altrettanto variegato e poliedrico è l’insieme dei soggetti, pubblici e privati, operante sul mer-cato turistico nazionale, con singoli ruoli non sempre chiari e spesso con-trastanti e obbiettivi tra loro incom-patibili se non utopici. Ripercorrere l’evoluzione norma-tiva, contestualizzando la stessa al momento storico, può aiutare a com-

prendere la carenza di linearità e for-se di presa di coscienza da parte degli organi amministrativi.Già dalla fine dell’Ottocento con i primi veri flussi di turisti in Italia si avviarono riflessioni sulla necessità di regolamentare il fenomeno, sia a fini organizzativi e amministrativi, sia in termini economici e imprendi-toriali.Nacquero così le prime associazioni italiane dedicate al turismo (il Club Alpino Italiano nel 1864, l’Automo-

Il turismo ha bisogno di coordinamento

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PIANETA TURISMO

bile Club d’Italia nel 1898 e, soprat-tutto, nel 1894, il Touring Club Italiano) e iniziò a mutare l’atteggia-mento delle istitu-zioni statali verso questo fenomeno non più meramen-te culturale, ma

sempre più in grado di avere impor-tanti risvolti economici, politici e so-ciali. La continua e costante crescita dei flussi turistici, tra gli anni ’20 e ’30, portò all’errata convinzione che l’I-talia, grazie al suo impareggiabile patrimonio artistico, storico e pae-saggistico, sarebbe divenuta, da lì a breve, la principale economia tu-ristica mondiale. La certezza che il turismo fosse una inesauribile fonte di guadagno portò inizialmente il le-

gislatore a non interessarsi alla mate-ria in termini normativi. L’approccio era ancora superficiale e la materia scarsamente compresa. Non si riteneva necessario un pia-no di sviluppo, e quindi, il successo turistico dell’Italia non era certo da addebitarsi ad una adeguata politi-ca turistica. Mancava una visione di lungo periodo, mancava un’ammi-nistrazione con strutture in grado di imprimere nuovo slancio al turismo e mancava soprattutto una classe politica in grado di intuire il grande indotto economico prodotto dal set-tore, se ben gestito ed organizzato.

IL TURISMO NELL’ITALIA DEL BOOM

Solo nel 1959 il legislatore iniziò a prendere coscienza del peso delle attività turistiche e della necessità di intervenire sul mercato con la crea-zione di un apposito Ministero del Turismo, Sport e Spettacolo, forse anche grazie alla scelta dell’inseri-mento della materia “turismo ed in-dustria alberghiera” nell’elencazione delle competenze legislative regionali nella Costituzione del 1948 (art. 117). Se ormai si iniziava ad acquisire una maggiore consapevolezza della gran-de fruttuosità che il turismo apporta-

“La continua crescita dei flussi turistici, tra gli anni

’20 e ’30, portò all’errata convinzione che l’Italia sarebbe divenuta, da lì a breve, la principale economia turistica mondiale"

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PIANETA TURISMO

va alle casse dello Stato, il rinnovato atteggiamento di interesse nella sfera turistica mancava ancora di uno svi-luppo organico, di obiettivi, di una vera e propria politica del turismo. Se alle Regioni era stata assegnata, già con la Costituzione, esclusiva potestà in materia di turismo e in-dustria alberghiera, di fatto non ci fu alcun passaggio di funzioni fino alla fine degli anni ’60, ritardando altresì la costituzione delle Regioni.L’altalenante attribuzione di com-petenza della materia turistica e i continui scontri tra Stato e Regioni non si placarono, e proprio in un cli-ma gravido di timori e aspettative, più o meno lecite e concrete, nacque la Legge Quadro per il turismo del 1983 e si susseguirono provvedi-menti di trasferimento delle funzioni inadeguati e disorganici, in parte a causa della “confusione” del legisla-tore, condizionato dai numerosi in-teressi manifestati dai poteri politici

ed economici del tempo, in parte per la mancanza di strumenti di coor-dinamento dell’attività delle diverse istituzioni e della struttura ammini-strativa statale. La Legge Quadro per il turismo subì notevoli critiche e fu oggetto di nu-merosi richiami all’incostituzionalità da parte di più Regioni. Preso atto dell’inadeguatezza del testo, si avviò uno degli iter legislativi più complessi e tormentati del secondo dopoguer-ra: il processo di riforma della legge quadro 217/83.Tale legge ha rappresentato una grande occasione persa per l’indivi-duazione di un organo di coordina-mento delle attività delle Regioni, un meccanismo in grado di evitare la frantumazione degli interventi e tradurre in ambito nazionale le pro-grammazioni delle singole Regioni, penalizzando oltremodo i principi di razionalità ed efficienza dell’intero sistema.

ALLE REGIONI LA COMPETENZA SUL TURISMO

Con l’attuazione del Titolo V della Costituzione e la creazione delle Re-gioni, l’atmosfera mutò radicalmen-te. La competenza legislativa in ma-teria di turismo fu di fatto decentrata con l’inusuale presenza insieme al le-gislatore statale, anche di 21 legisla-

“Con la Legge

Quadro per il turismo del

1983 si susseguirono provvedimenti di

trasferimento delle funzioni inadeguati e disorganici, in parte a

causa della “confusione” del legislatore"

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tori regionali (di cui due legislatori delle Province autonome di Trento e Bolzano). Eppure l’interferenza dello Stato era ancora presente nella ma-teria turistica, giustificata dal prin-cipio di sussidiarietà, che andava a legittimare l’intervento normativo da parte dello Stato nell’ordinamen-to regionale, pur trattandosi di una materia attribuita dalla Carta Costi-tuzionale alla potestà residuale delle Regioni.La legge 135/2001 ha operato un capovolgimento di prospettive al fine di definire protocolli di dialo-go condivisi, prevedendo un coin-volgimento attivo nella formazione delle politiche regionali da parte di Comuni e Province. La Provincia pertanto, attraverso il Piano Terri-toriale di Coordinamento è in gra-do di disporre degli aspetti turistici del proprio territorio, definendo i ruoli della circoscrizione ammini-strativa. Allo stesso modo, una cer-ta autonomia è affidata al Comune che diventa partecipante attivo nello scenario turistico locale svolgendo attività di promozione turistica del proprio territorio e occupandosi del rilascio di autorizzazioni in termini

di ricettività e di misure urbanistiche a difesa del patrimonio ambientale. Uno degli aspetti più innovativi del-la recente evoluzione dell’organizza-zione pubblica del settore turistico in termini di decentramento è rap-presentato dai sistemi turistici locali. Il Sistema Turistico Locale non si identifica semplicemente come un ambito territoriale, ma è una vera e propria forma di cooperazione fi-nalizzata alla realizzazione di uno specifico progetto di sviluppo, con il compito principale di promuovere un percorso evolutivo nel territorio di riferimento. Dopo decenni di accentramento e con l’effettivo trasferimento delle funzioni alle Regioni, il Legislatore non è riuscito a creare un sistema che assicurasse un efficace coordina-mento dell’attività istituzionale e il sistema risulta ancora oggi in fase di assestamento. Una carenza di armonia legislativa, amministrativa ed istituzionale che, accompagnata dalla frammentazio-ne del prodotto Italia, indebolisce senza alcun dubbio il Paese sotto il profilo della competitività. Ma quali sono le vere cause alla base di questa scarsa chiarezza dei ruoli, della so-vrapposizione di poteri e di azioni?

In troppi e per troppo tempo hanno ritenuto il turismo una “questione culturale” piuttosto che un’attività economica, ragionando, sia in ter-mini amministrativi sia operativi, in ottica prettamente umanistica, tra-lasciando gli aspetti di sviluppo stra-tegico che invece avrebbero dovuto guidare il percorso.La mancanza di tale visione (o co-munque della reale dimensione del fenomeno turistico) ha frenato il pro-cesso di crescita turistica in Italia, relegandola al sesto posto per reddito turistico su scala mondiale (nel 2000 era al quarto posto, nel 1998 al se-condo), a conferma che, sia a livello centrale sia a livello locale, non sem-pre si è avuta piena consapevolezza delle potenzialità di sviluppo, chiara volontà di investire nel turismo e for-se concrete capacità operative.

L’ABOLIZIONE DEL MINISTERO E LA NASCITA

DEL DIPARTIMENTO

Quando nel 1993 si abolì il Ministe-ro del Turismo si discusse a lungo sull’ottima collocazione del neonato Dipartimento per il Turismo.La disputa era tra chi riteneva ovvio far confluire le attività turistiche in un Ministero di stampo economico e chi invece, convinto del carattere esclusivamente culturale delle com-petenze turistiche, riteneva strate-gico posizionare il Dipartimento all’interno dei Beni Culturali. Nei venti anni successivi il Diparti-mento ha più volte cambiato referen-te fino a divenire parte del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, a conferma della bassa per-cezione della dimensione economica del comparto.L’errore di base è stato il ritenere i flussi turistici verso l’Italia tanto co-piosi quanto inevitabili.Sulla base di questa convinzione ter-mini quali amministrazione, orga-nizzazione, pianificazione e promo-zione perdono di significato ancor prima di essere presi in considera-

“Si potrebbe affermare

che negli anni è emersa una più o meno velata inadeguatezza dei decisori turistici, a qualsiasi scala, che si è manifestata nell’incapacità di dar vita ad una visione sistemica del comparto"

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zione. A discolpa di chi è stato nel tempo chiamato a decidere si potrebbe dire che, solitamente, si è trattato di po-litici ed amministratori che, pur se preparati, vantavano una formazio-ne cultuale ed una esperienza am-ministrativa con limitato approccio economico-aziendale, e quindi con moderata sensibilità verso gli aspetti economici del fenomeno. In altri termini si potrebbe afferma-re, senza voler trovare singole re-sponsabilità, che negli anni è emersa una più o meno velata inadeguatez-za dei decisori turistici, a qualsiasi scala, che si è manifestata nell’in-capacità di dar vita ad una visione sistemica del comparto, di avviare e condurre un adeguato programma di sviluppo turistico, di promuovere l’Italia in modo vincente sul mercato nazionale e globale, di riuscire a ren-dere il turismo italiano un prodotto unico e immediatamente riconosci-bile. Volendo essere critici si potrebbe affermare che, sulla base di quanto fino ad oggi realizzato in termini di iniziative, progetti e collaborazioni tra attori, alle varie scale territoriali, il principio ispiratore sia stato quello dell’improvvisazione o della limita-zione del danno.Se quanto detto è vero, se l’ammini-strazione turistica soffre di dispen-diose sovrapposizioni a fronte di pericolose lacune, allora il compar-to turistico, dal locale al nazionale, è destinato a restare in una sorta di limbo, governato, almeno in parte, dall’anarchia decisionale ed operati-va, in un processo colmo di incertez-ze e incongruenze.Tuttavia esiste una soluzione: la que-stione delle competenze del turismo deve essere affrontata facendo leva su due principi, non nuovi e tanto-meno nati per gestire il turismo, ma certamente idonei a divenire i pila-stri di una nuova struttura organiz-zativa e gestionale: la governance multilivello e la sostenibilità.Se è vero che i principi della gestio-ne sostenibile della risorsa turistica

sono noti da tempo, è altrettanto vero che, ad oggi, ci si è limitati a una loro parziale implementazione limitatamente alla gestione del siste-ma turistico e della destinazione, e soprattutto in riferimento alla sola componente ambientale.Una sua applicazione più ampia (set-toriale e tematica) può divenire una interessante chiave di lettura per risolvere i palesi conflitti, evidenti e latenti, che la questione delle compe-tenze, come visto, pone e porrà an-che nel futuro. Non è forse un caso che quando fu promulgata la Legge Quadro 135/2001 la questione sostenibili-tà, pur se celata sotto altre spoglie, emerse con determinazione: la Re-gione Lombardia fece ricorso alla Corte Costituzionale, per il conflitto di competenze relativo al Titolo V; la Regione Emilia Romagna ha conti-nuato nella sua strada di precursore, non recependo subito la Legge e di fatto non modificando la sua impo-stazione; la Regione autonoma Si-cilia ha recepito la normativa con il riconoscimento immediato dei Distretti turistici; infine Marche, Veneto e Umbria hanno recepito la Legge e riconosciuto i STL del det-tato legislativo.

UNA “CABINA DI REGIA” NAZIONALE

I principi della sostenibilità possono certamente essere lo strumento per la soluzione dei conflitti se combinati con un approccio di “governo del tu-rismo”, e rappresentano, se ben gesti-ti, un importante bene relazionale; le attribuzioni di competenze non pos-sono essere uguali per tutti: il Molise non può essere considerato al pari della Valle d’Aosta, seppur la loro su-perfice sia simile; allo stesso tempo il Veneto, la prima Regione per presen-ze turistiche, non può organizzare il turismo seguendo il modello ideale per la Regione Lazio e la Città Me-tropolitana di Roma. Questo non si-gnifica un Titolo V spinto verso i fab-bisogni delle singole Regioni. Anzi, emerge con maggiore forza la neces-sità di una “cabina di regia naziona-le” che sappia porsi come interfaccia unica verso il livello sovranazionale in termini legislativi e gestionali e sia il principale garante delle promozio-ne dell’Italia all’estero. Si tratta di una questione ineludibile ancora di-stante dal “modus operandi” di chi ha governato l’economia italiana (e non semplicemente il comparto tu-

“I principi della

sostenibilità possono certamente essere lo strumento per la soluzione dei

conflitti se combinati con un approccio di

“governo del turismo”, e rappresentano, se ben gestiti, un importante

bene relazionale"

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ristico) negli ultimi 50 anni. L’idea è quindi quella di ricentralizzare il potere e le competenze turistiche ge-nerali: un “Ministero del Turismo” con pieni poteri e necessarie risorse. Non un Dipartimento presso altri Ministeri o, ancor peggio, numerose funzioni e cariche sparse e confuse in grandi contenitori eterogenei e poco performanti.Se è vero che il turismo è soprattut-to economia, ma allo stesso tempo è anche ambiente, beni culturali, tra-sporti e accessibilità, relazioni socia-li, rapporti internazionali, sicurezza nazionale e sicurezza sanitaria (solo per citare i principali rami della tra-sversalità), allora è altrettanto vero che le politiche e le regole devono essere decise dal Ministero del Tu-rismo, all’interno del quale tutti gli altri settori, direttamente o indiretta-mente collegati, dovranno dislocare un proprio organo di riferimento che si occuperà delle specifiche proble-

matiche, ragionando in modo siste-mico con gli altri referenti e cercando le massime sinergie possibili.La presenza di un Ministero del Turi-smo non significa il venir meno della rete locale, anzi, è in grado di raffor-zare la stessa, se si ragiona in termini di governance multilivello basata su un sistema di competenze che veda in termini di funzionalità una siner-gia fattiva tra la realtà locale ed il sistema regionale, riconoscendo ai comuni il ruolo di risolutore imme-diato di problematiche locali nonché di indirizzo in termini di politiche del turismo; alla scala nazionale un Ministero che interviene laddove è necessario svolgendo anche la fun-zione di garante di una politica uni-taria del turismo, decidendo in modo insindacabile su questioni di ampio respiro, ma anche su quelle appa-rentemente spicciole ma necessarie (come ad esempio la classificazione delle strutture ricettive o la regola-

mentazione delle professioni turisti-che); occupandosi della promozione e strutturando il giusto assetto orga-nizzativo, affinché il turismo non sia una “Cenerentola” a livello comu-nale (afferente ad esempio al Dipar-timento Cultura), per trasformarsi in “principessa” a livello regionale (con un assessorato proprio), o “con-cubina” senza assessorato, in delega alle funzioni di Presidente, e divenire infine “coppia di fatto” a livello sta-tale, dove dopo un lungo girovagare fra un ministero e l’altro, alla ricerca della giusta collocazione finisca con il perdere le già tenui forze, alimen-tando la spirale involutiva che da almeno un decennio rende l’Italia sempre meno competitiva all’interno di uno scenario turistico globale che viaggia ormai su un binario paralle-lo, a velocità di gran lunga superiore e parlando un linguaggio economico differente rispetto al comparto turi-stico italiano. ✻

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Come si sta sui social?

Una nuova famiglia di mezzi di comunicazione è disponibile per il marketing aziendale a condizione di conoscerne natura e limiti

di Nicolcarlo Genovese

La rivoluzione informatica ha generato molte novità nell’universo delle comu-nicazioni e delle relazioni

umane. Talmente tante e talmente tanto radicali ed estese che si fa fa-tica a comprenderne portata e natura in maniera soddi-sfacentemente analitica e sufficientemente esaudiente. Possiamo comunque ten-tare una sommaria analisi per cercare di comprendere come e quanto i nuovi stru-menti di comunicazione pos-sono diventare una risorsa nella gestione del marketing aziendale. Consideriamo il cambio di prospettiva che la diffusione dei pc prima e degli smartphone poi ha comportato. In buona sostanza ogni detentore di una tecnologia di base, sia essa un pc od uno smar-tphone, si è trasformato in un pro-duttore d’informazione e di notizie. È una rivoluzione copernicana nel modo di comunicare consolidato da

secoli e che solo molto di recente, con l’invenzione della stampa prima e della radio e della televisione poi, aveva conosciuto una accelerazione netta nella dimensione delle platee di utenti e uditori.

Quel che è successo nell’ultimo de-cennio è una vera e propria esplosio-ne del sistema comunicativo umano la cui portata non è ad oggi ancora valutabile e di conseguenza risulta solo parzialmente comprensibile. Nello schema classico di comunica-zione era previsto una emittente, uno

o più riceventi e tra i due un medium che trasferiva il messaggio. Era un si-stema rigido e chiuso con un flusso di comunicazione monodirezionale ed univoco. Funzionano così i mezzi a stampa, le arti, i mezzi di comunica-

zione televisivi e radiofonici; in genere tutto il sistema di trasferimento culturale e del sapere. Il nuovo millennio ha visto la comparsa di nuovi mezzi e di nuovi linguaggi di comu-nicazione e con essi di nuovi assetti nel mondo delle rela-zioni personali e culturali. La comunicazione da verti-cale, gerarchica e statica, si è fatta orizzontale, biunivoca, immediata, pervasiva, ubi-

quitaria, multimediale, degerarchiz-zata, autoreferente, priva di limiti spaziali e temporali. Se non valutia-mo bene il complesso di queste cose non possiamo comprendere l’utilizzo e il fine dei mezzi che la cosiddetta comunicazione social ci mette a di-sposizione. In buona sostanza oggi

“Quel che è successo

nell’ultimo decennio è una vera e propria esplosione del sistema comunicativo umano la cui portata non è ad oggi ancora

valutabile e di conseguenza risulta solo parzialmente comprensibile"

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ogni utente della rete dei diversi so-cial media rappresenta un distinto e più o meno autorevole comunicatore. Ci rivolgiamo, quindi, ad altrettanti comunicatori, ogni volta che lancia-mo un messaggio sui social. L’effetto moltiplicatore di questo sistema è formidabile ed ha modifi-cato gli strumenti del marketing più di quanto la bussola abbia facilitato i sistemi di navigazione. Oggi ognuno di noi si trova al centro di una nuvola di contatti che alimenta di contenuti quotidiani istantaneamente diffusi. La dimensione della nuvola non è più riferita al numero di persone che si conoscono o che ci conoscono, quan-to, piuttosto, ad una autorevolezza e referenzialità interne al sistema stesso dei social media che incre-mentano in maniera esponenziale il raggio e la densità della nuvola. Un influencer è un soggetto che in ragio-ne della sua capacità di raggiungere molti destinatari conferisce ai propri

messaggi un valore aggiunto quanti-tativo. Allora se vogliamo utilizzare proficuamente uno strumento social dobbiamo innanzitutto concepirlo ed alimentarlo non tanto con quel che interessa noi, quanto piuttosto con quello che interessa il maggior numero di destinatari. Dobbiamo quindi sviluppare una strategia di comunicazione che abbia dei cardini molto semplici e precisi. La notizia che diffondiamo può anche essere priva o a scarso contenuto d’informa-zione, purché abbia sempre la capa-cità di attrarre l’attenzione ed essere rilanciata. Il sistema va alimentato costantemente, la comunicazione so-cial si fonda sul flusso non sul valore dei contenuti. Bisogna incoraggiare e favorire la biunivocità della comunicazione per-ché è un sistema infallibile per am-plificare la nuvola. Bisogna cavalcare tutte le tigri che il sistema mette in pista perché si diventa maggiormente

visibili. E’ evidente che un uso atten-to ed oculato del mezzo o dei mezzi è praticamente impossibile, tuttavia in questo nuovo universo comunica-tivo il danno di comunicazione non è mai fatale. La quantità, il flusso stesso, sono garanzia di relativa per-manenza anche degli errori o delle comunicazioni sbagliate. La platea poi è talmente potenzialmente va-sta che anche gli errori finiscono per avere un pubblico che non li giudi-cherà tali. Altra considerazione da non trascurare è il narcisismo che spinge molti a comunicare al di là di uno scopo ulteriore. Questi soggetti, non pochi, sono tra i più potenti am-plificatori di messaggi che li vedono direttamente coinvolti. Un compli-mento, una lusinga, sono esche irre-sistibili e spesso viatici per una ulte-riore positiva diffusione. Tuttavia la peculiarità dei nuovi si-stemi di comunicazione risiede nella loro multimedialità. Infatti le im-

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“La comunicazione social si

presta poco alla realizzazione ed al mantenimento di una visibilità ed autorevolezza istituzionale, di contro si

presta in maniera ideale per promuovere una idea o un prodotto in maniera

efficace ed immediata"magini, i filmati, le icone e gli emo-ticon hanno maturato un tale livello di utilizzo che sono diventati di uso comune, se non più ampio, rispetto all’immagine tradizionale. Dunque non è semplicemente pensabile una utilizzazione rigida del mezzo, o me-glio dei canali social; bisogna che la duttilità e l’icasticità divengano il cri-terio cardine di organizzazione della forma messaggio che diffondiamo. La comunicazione social si presta poco alla realizzazione ed al man-tenimento di una visibilità ed auto-revolezza istituzionale, di contro si presta in maniera ideale per promuo-vere una idea o un prodotto in ma-niera efficace ed immediata. Infatti sui social si replica un meccanismo profondo della nostra natura umana: si tratta del movente emulativo e del comportamento imitativo. Per nostra tendenza istintiva, siamo una specie sociale: tendiamo a replicare i com-portamenti che giudichiamo vincenti ed a proporli e riverberarli come se fossero nostri. Ne consegue che con il passare del tempo ci convinciamo che essi sono nostri più di quanto lo siano in realtà. La reiterazione in pratica solidifica il contenuto dandogli uno spessore che in realtà non possiede. Si forma, così, in maniera del tutto nuova, un nuovo gusto del consuma-tore non più indotto dalla suggestione e pervasività dei messaggi pubblicita-ri, bensì generato dalla condivisione

e dalla ap-provazione di conte-nuti che in apparenza non contengono una indicazione di consumo ma che vei-colando uno stile, un modo, finisco-no per proporre con maggiore e più radicale efficacia proprio quello. Del resto abbiamo tutti fatto l’esperienza di scegliere un prodotto o un servi-zio sulla rete; quel che accade è che cerchiamo le conferme della nostra opinione più di quanto cerchiamo di formarci una opinione. Il sistema sta semplicemente cam-biando il nostro modo di operare le scelte più di quanto le orienti. Questo ulteriore e radicale cambio di pro-spettiva ci fa comprendere quanto siano potenti i mezzi che abbiamo a disposizione e come, in realtà, sia difficile utilizzarli per un semplice scopo di marketing tradizionale e nel contempo sia facile, attraverso di essi, generare un movimento molto più esteso ed efficace di orientamen-to dei consumi di prodotti o servizi. Dovremo essere cauti? Probabilmen-te non è necessario quanto l’essere sempre presenti ed attivi. Come già accennato il rumore comunicativo è talmente alto che ci mette al riparo dagli errori. Quel che il sistema non perdona è l’incostanza e la povertà comunicativa, con buona pace degli hobbysti della tastiera. Non esistono

ricette consolidate circa la scelta dei media da utilizzare, invece esistono forme che dobbiamo conoscere e ri-spettare nell’utilizzo dei diversi me-dia. Facebook e Twetter hanno per-vasività e tempestività di diffusione comparabili ma i messaggi e le loro forme differiscono per stile e utilizzo del mezzo stesso. Istagram o Pinte-rest si prestano alla veicolazione di immagini più di altri mezzi ma non è raro che contenuti testuali siano uti-lizzati anche su questi vettori, senza però tradirne la natura.Insomma, le regole si riferiscono alla forma che il mezzo impone non ai suoi contenuti. Possiamo pertan-to modulare il nostro messaggio a seconda del medium prescelto con poca attenzione per la precisione dei contenuti ma molta cura nel confe-zionarne la forma. Il successo sui social si misura in ma-niera diversa che nel mondo reale, il numero di condivisioni o likes ne rappresentano un sicuro indicatore ma perché si traducano in un valore aziendale occorrerà costruire una re-lazione con la platea dei destinatari fondata sul principio della costanza e del comune interesse. Il che non può che essere il frutto di un lavoro co-stante e continuamente ricalibrato. ✻

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La certificazione di eccellenza KoobCamp è alla quarta edizione

Uno strumento efficace di conoscenza e promozione dei campeggi e villaggi italiani nel Nord Europa

di Carlotta Invrea

L’attribuzione dei Cer-tificati di eccellenza di KoobCamp, società leader in Italia per le

vacanze in campeggi e villaggi, è arrivata quest’anno alla quarta edi-zione. Si tratta di tredici premi sud-divisi in altrettante diverse categorie: restaurant, pet friendly, wellness, aquapark, glamping, wi-fi, family, camper, sport, art city, unusual ac-comodations cui si aggiungono due nuovi Certificati: great bathroom, che premia le strutture con i miglio-ri servizi igienici dal punto di vista strutturale e organizzativo, e natural paradise, che premia le strutture in-serite nei più bei contesti naturalistici

d’Italia.L’obiettivo di tali certificazioni è mettere in luce gli aspetti positivi dei campeggi e del vivere una va-canza en plein air, cercando di far comprendere a tutti gli utenti che il camping non è più quello di un tem-po: uno spiazzo erboso, una tenda, un sacco a pelo e una vita spartana, ma al contrario può offrire tutti i comfort richiesti da ogni tipologia di turista. Il camping è infatti diventato una vacanza ideale per le famiglie, così come per le coppie, i gruppi di amici o per chi decide di trascorrere le proprie vacanze da solo.Cristian Capizzi, amministratore delegato di KoobCamp, si è detto

soddisfatto del riscontro ottenuto dall’assegnazione dei Certificati di Eccellenza durante le quattro edizio-ni passate; attività che ha coinvolto tutti i migliori camping village d’Ita-lia e che si prepara alla quinta edizio-ne del 2020.Questo evento permette tra l’altro alle strutture della Penisola di far-si conoscere da un pubblico sempre più ampio e consente a KoobCamp di valorizzare e promuovere le op-portunità e le novità dell’offerta tu-ristica, ad esempio nel glamping ma anche nell’ambito dei servizi per gli amici animali, per le famiglie, per gli sportivi, per chi cerca una vacanza originale e all’insegna del benessere.

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PIANETA TURISMO

COME E QUANDO È NATO IL PROGETTO

La scelta di far partire il progetto è del 2016 ed è stata fatta con lo sco-po di promuovere i clienti di Koob-Camp dando loro una visibilità più ampia ed imparziale e mettendo a di-sposizione una esperienza maturata nel settore da ormai venti anni. Il primo Certificato assegnato nel 2016 è stato quello relativo al miglio-re aquapark, aggiudicato dal Cam-ping Village Marina di Venezia in Veneto. Premiare un camping per una sua determinata caratteristica fu una novità che fino ad allora non era mai stata presa in considerazione da nessun altro in Italia. KoobCamp quindi è la prima ad aver adottato questo metodo di valu-tazione.Le strutture all’aria aperta premiate vengono dotate di adesivi e targhe che attestano il risultato ottenuto e che una volta esposte comunicano a chiunque transiti per la struttura il livello di eccellenza ottenuto.La scelta delle categorie è fatta in base alle maggiori richieste da parte di chi ama le vacanze in camping e sono il frutto di analisi delle statisti-che e di dati ottenuti tramite i sistemi di analytics sui portali KoobCamp, tenendo conto delle ricerche degli utenti sui portali e sui motori di ri-cerca, delle interazioni e dichiara-zioni di chi usufruisce delle vacanze in campeggio ed entra in contatto tramite i canali social e non solo di KoobCamp.

LE MODALITÀ DI ASSEGNAZIONE DEI PREMI

Per assegnare i certificati Koob-Camp svolge innanzitutto un’attenta analisi preliminare, anche con il sup-porto di appositi tool e partner, in-dividuando a livello semantico quali strutture si sono distinte per la web reputation in merito alle specifiche categorie, ovviamente con attenzio-ne alla stagione in corso o appena trascorsa. Successivamente si riunisce una com-

missione interna composta da esperti delle aree SEO, social, booking e sa-les per analizzare caso per caso l’a-nalisi preliminare integrandola con il quadro reale legato alla conoscenza concreta delle strutture, quindi an-che delle novità e degli investimenti fatti, anticipando i viaggiatori. Ad esempio: se una struttura ha appena realizzato un nuovo parco acquatico particolarmente importante oppure ha ristrutturato i servizi igienici o ha investito in sistemazioni glamping KoobCamp è in grado di saperlo prima degli utenti, quali possono poi lasciare o meno recensioni negli anni a seguire segnalando eventualmente le criticità riscontrate. Con l’esperienza accumulata in que-sti anni ed il rapporto consolidato anche con i gestori delle strutture, KoobCamp è in grado di valutare la qualità degli investimenti e dei ser-vizi in modo imparziale, dando alle strutture una notevole visibilità.I campeggi per essere presi in con-siderazione e valutati devono in-nanzitutto possedere le “basi”, che dovrebbero essere scontate, quali la corretta gestione della struttura, standard qualitativi medio alti ed un’offerta diversificata di sistema-zioni o servizi. La prossima edizio-ne, quella del 2020, potrà contare su nuove partnership che permetteran-no di avere maggiori dati e statistiche sull’affluenza e la soddisfazione di chi trascorre le proprie vacanze nei cam-peggi italiani. Intanto prosegue la collaborazione con CamperOnLine, che partecipa alla certificazione per quanto riguarda il settore “camper”Una novità sarà anche il nuovo siste-ma di recensioni che al momento è in fase di lancio. Questa metodologia di recensioni aiuterà moltissimo nella scelta dei migliori campeggi nelle varie catego-rie grazie ai feedback che sarà pos-sibile raccogliere direttamente dai clienti che nei camping trascorrono le proprie vacanze. Chi più di loro può dare un giudizio su come funzio-na un determinato campeggio e far-ne emergere le eventuali criticità? ✻

I vincitoriKoobCamp 2019

GLAMPING Tiliguerta Glamping & Cam-ping Village - Muravera (CA)

WELLNESSFamily Wellness Camping al Sole - Ledro (TN)

ART CITYCamping Village Roma Capitol - Roma (RM)

PET FRIENDLYPineto Beach Village & Camping - Pineto (TE)

CAMPERCamping Sabbiadoro - Lignano Sabbiadoro (UD)

SPORTCentro Vacanze Pra' delle Torri - Caorle (VE)

FAMILYCamping Riva di Ugento - Ugento (LE)

AQUAPARKCamping Vidor - Family & Wellness Resort - Pozza di Fassa (TN)

NATURAL PARADISECampeggio Villaggio Torre del Porticciolo - Alghero (SS)

RESTAURANTNorcenni Girasole Club - Figline Valdarno (FI)

GREAT BATHROOMCamping Caravan Park Sexten - Sesto (BZ)

UNUSUALACCOMODATIONCentro Vacanze Riva Verde - Altidona (FM)

WI-FICamping Centro Vacanze Verde Luna - Fano (PU)

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PIANETA TURISMO

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IN FIERA

A Norimberga la tradizionale fiera per il

turismo e lo svago

Cinque giorni dedicati al giardino, al tempo libero e all’outdoor. In aumento l’offerta di

viaggi in Italiadi Machiel Prohn

Si è svolta al centro esposi-zioni di Norimberga la tra-dizionale fiera dedicata al tempo libero, che quest’an-

no è stata visitata da poco meno di centocinquemila persone. In mostra le principali novità sul mercato dei caravan, camper, attrezzature e ac-cessori per giardino, ma anche le of-ferte di vacanza di tour operator e le opportunità ricreative per gli appas-sionati di viaggi e dell’outdoor. L’area espositiva si è trasformata per cinque giorni nella più grande agenzia di viaggi della Baviera set-tentrionale, in cui prendere visione o prenotare le proprie future vacanze in regioni esotiche e soprattutto in Italia, anche grazie alla aumentata partecipazione di operatori turistici

che propongono come meta proprio la nostra Penisola. Particolare attenzione è stata ri-servata proprio all’area del Medi-terraneo, con l’inclusione nei pro-grammi di percorsi escursionistici, destinazioni wellness e tour avven-tura, mentre è stata registrata una forte richiesta per tutto ciò che ri-guarda il campeggio e il turismo all’aria aperta.L’appuntamento di Norimberga tuttavia riserva ampio spazio agli amanti del giardino, che per molti tedeschi rappresenta un’area ricre-ativa importante e insostituibile. Per loro sono stati organizzati labo-ratori di florovivaistica, conferenze sui temi del giardinaggio e servizi di consulenza, mentre per le pros-

“L’area

espositiva si è trasformata per cinque giorni nella più grande agenzia di viaggi della Baviera settentrionale, in cui prendere visione

o prenotare le proprie vacanze in regioni

esotiche e soprattutto in Italia"

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IN FIERA

sime edizioni è stato annunciato ai visitatori un ulteriore ampliamento dell’offerta in questo particolare set-tore.La Fiera tuttavia non è solo un luo-go in cui concludere affari o cercare nuovi prodotti ed attrezzature ma tradizionalmente anche una occa-sione di svago, in cui godere di un anticipo di estate. Molti visitatori piccoli e grandi hanno potuto così

remare o tuffarsi nei diversi specchi d’acqua appositamente allestiti; op-pure si sono arrampicati su pareti artificiali utilizzando le diverse tec-niche sportive. Oltre alle opportunità di provare gli sport di tendenza, i club che hanno partecipato alle varie dimostrazioni e gli espositori hanno fornito le at-trezzature giuste per le esperienze all'aperto; le stesse che probabilmen-te i potenziali vacanzieri si aspettano di trovare nelle loro destinazioni di vacanza. Così nell’area ciclismo si sono visti non solo gli ultimi modelli di biciclette e bike – per il trekking, mountain bike, recumbents - ma anche accessori digitali e analogi-ci assieme a simulatori di pedalata per sviluppare o mantenere il tono muscolare. Apprezzate anche le in-formazioni sui temi della sicurezza e del traffico cicloturistico. I tedeschi e i nord europei in genere sono infat-ti veri appassionati delle vacanze su

due ruote, un mezzo di trasporto che molto si addice alle vacanze “verdi” e al turismo all’aria aperta.Per la seconda volta la fiera di No-rimberga ha dato spazio al consumo sostenibile, andando incontro alla crescente esigenza dei consumatori tedeschi di poter disporre di prodotti regionali e sostenibili.L’appuntamento fieristico si rinno-verà il prossimo anno dal 26 Febbra-io al primo Marzo.Positivi anche quest’anno i commenti degli espositori. Helmut Eichinger, della KnausTabbert, nota azienda produttrice di camper e roulotte, ad esempio ritiene che la “Freizeit Nürn-berg” sia un buon mercato, grazie al quale sono stati centrati per il 2019 tutti gli obiettivi di vendita. Giudizio condiviso anche da Arno Devilee di GentleTent, produttrice di tende da campeggio e verande per roulotte, secondo il quale la fiera per il tempo libero «è stata un grande spettacolo di visitatori che hanno bene accolto i nostri prodotti, comprese le tende e i mobili da campeggio». E da Micha-el Hofmann, produttore di barbecue in acciaio, che nel corso di diverse dimostrazioni ha potuto avvicinare parecchi neofiti e professionisti della griglia e del barbecue interessandoli alle attrezzature specialistiche e ai prodotti complementari del proprio stand. ✻

“La Fiera

tuttavia non è solo un luogo in cui

concludere affari o cercare nuovi prodotti

ed attrezzature ma tradizionalmente anche una occasione di svago,

in cui godere di un anticipo di estate"

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TURISMO ECOSOSTENIBILE

L’architettura sostenibile e le tematiche ambien-tali sono entrate a pieno diritto nell’agenda delle

imprese, delle comunità locali ed in-ternazionali e questa etichetta dilaga tra architetti e designer fondamen-talmente per due ragioni: funzionali e formali. Ogni oggetto che sia so-stenibile deve far trapelare consapevolezza ecologi-ca, quindi attraverso la propria immagine; la sua funzionalità si relaziona al suo rapporto nei confronti dell’ambiente. L’architet-tura sostenibile progetta e costruisce edifici per limi-tare l’impatto ambientale, ponendosi come finalità progettuali l’efficienza energetica, il miglioramento della sa-lute, del comfort e della qualità della fruizione degli abitanti, raggiungibili mediante l’integrazione nell’edificio di strutture e tecnologie appropriate.

Fare architettura sostenibile significa saper costruire e gestire un’edilizia in grado di soddisfare al meglio i bi-sogni e le richieste dei committenti, tenendo conto già dalla fase embrio-nale del progetto i ritmi e le risorse naturali, senza arrecare danno o

disagio agli altri e all’ambiente, cer-cando di inserirsi armoniosamente nel contesto, pensando quindi anche ad un riuso totale dello spazio e dei materiali.Progettare un’architettura sostenibile significa considerare elementi fonda-

mentali del processo di progettazio-ne tra cui l’orientamento, il soleggia-mento e l’ombreggiamento prodotto dalle preesistenze, i fattori di ventila-zione naturale, ma anche l’adozione di sistemi alimentati da biomasse, sistemi domotici di gestione, sistemi

di sfruttamento e gestione dell’energia rinnovabile, tutto ciò realizzato e in-tegrato con materiali stu-diati appositamente per interagire con l’ambiente e con le sue caratteristiche peculiari.L’approccio al progetto per un’architettura che si possa definire biologica (o più semplicemente bio-ar-

chitettura) è globale: oltre alle tema-tiche tecniche è compreso l’aspetto ambientale così come quello sociale e psico-sensoriale.L’essere umano consuma il capitale della Terra più rapidamente della capacità della natura di rigenerar-

Architettura sostenibile e open air

Anche dall’edilizia bio un aiuto per aumentare i flussi del turismo italiano all’aria aperta

di Stefano ChiocchiniArchitetto e Designer

“Progettare un’architettura

sostenibile significa considerare elementi fondamentali

del processo di progettazione tra cui l’orientamento, il soleggiamento e

l’ombreggiamento"

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TURISMO ECOSOSTENIBILE

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TURISMO ECOSOSTENIBILE

si: una casa sostenibile non erode la bio-capacità del pianeta, ma si armo-nizza con esso, che così è in grado di “sostenerla”.La carta vincente di un progetto architettonico o urbanistico non sta solo nelle scelte che lo rendono eco-logico, ma anche in ciò che defini-sce i comportamenti che gli abitanti dell’edificio o del quartiere devono seguire per vivere quindi riducendo al minimo gli sprechi e i consumi energetici non solo all’interno del quartiere, ma in tutta la città.La sostenibilità del progetto è un’e-sigenza più che una caratteristica e lo è sempre stata fin dai tempi delle piramidi egizie.Osservando l’architettura vernaco-lare infatti ci si rende conto di come

le tecniche costruttive del passato riuscivano a creare edifici ben iso-lati, freschi d’estate e facilmente ri-scaldabili d’inverno, con le relative conoscenze tecniche a disposizione, al contrario, oggi, i nostri edifici sono realizzati con materiali scorret-ti, producendo quindi un rilevante spreco energetico. Le tecniche del passato applicano i principi base della sostenibilità, so-prattutto in relazione al reperimento delle materie prime, alla loro lavora-zione e al loro utilizzo ed eventuale riuso.Oggi uno degli obiettivi principali di chi si cimenta nel campo dell’ar-chitettura sostenibile è quello di ri-ciclare per intero o quasi i prodotti dell’architettura. Si dovrebbero co-

struire edifici scomponibili con ele-menti e materiali che possano esse-re facilmente recuperati, riutilizzati e smaltiti senza provocare ulteriori inquinamenti con un riciclaggio in-tegrale o globale. Elementi moderni composti da strati

“L’architettura

eco-sostenibile sta

diventando una vera e propria tendenza a livello mondiale e le

strategie per utilizzare materiali di recupero

per la costruzione degli edifici si fanno sempre

più sofisticate"

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TURISMO ECOSOSTENIBILE

diversi di materiali chimici incollati insieme pongono il serio problema della separazione prima del riciclo. La stessa demolizione del cemento armato richiede un immenso dispen-dio di energia. Progettare quindi edi-fici scomponibili e adattabili a nuovi usi diventa oggi una prerogativa che però ancora in pochi adottano.Uno degli esempi virtuosi del riuso è Kamikatz public house, un piccolo progetto di architettura a basso costo che abbraccia il grande sogno di con-tribuire a creare un sistema sociale sostenibile, il birrificio giapponese realizzato solo con materiali riciclati vincitore del Wan sustainable buil-dings award 2016, premio interna-zionale che seleziona progetti di ar-chitettura incentrati sulla riduzione dei consumi energetici, l’utilizzo di materiali sostenibili e la minimizza-zione dell’impatto ambientale delle strutture.Il progetto dello studio Hiroshi Na-kamura & Nap a Kamikatsu, piccola città del Giappone è nato su iniziativa privata come fabbrica artigianale di birra con annesso pub-ri-storante. Kamikatsu è noto per i suoi abitanti particolarmente attenti all’ambiente, tant’è che con una raccolta diffe-renziata suddivisa in ben 34 categorie di materiali hanno già raggiunto l’80 per cento di riciclo dei rifiuti: qui gli oggetti vecchi o rotti non vengono gettati bensì riparati e rivenduti. La peculiarità di Kamikatz public house deriva dal fatto che tutti gli elementi che compongono l’edificio provengono da processi di riciclo: l’e-dificio è stato realizzato con assi di legno provenienti dai cantieri della zona così come l’imponente vetrata principale che occupa un’intera fac-ciata e adopera un sistema di riuso dei tanti vecchi infissi provenienti da case abbandonate. Ma non solo: anche gli arredi inter-ni sono stati progettati con la stessa filosofia e così per esempio è possi-

bile trovare lampadari assemblati con bottiglie vuote, vecchi sgabelli reinventati come mensole e carta da parati fatta da vecchi giornali. Per-sino la facciata principale è stata ri-coperta di pannelli di legno locale, adeguatamente rinforzati e colorati con una tintura ecologica estratta dai cachi. I lampadari e ogni suppor-

to per l’elettricità sono stati ottenuti recuperando materiale plastico men-tre la pavimentazione proviene inte-ramente da materiale riciclato.L’architettura eco-sostenibile sta di-ventando una vera e propria tenden-za a livello mondiale e le strategie per utilizzare materiali di recupero per la costruzione degli edifici si fan-no sempre più sofisticate. Il progetto di Hiroshi Nakamura & Nap sembra tracciare la strada verso un’architet-tura sempre più verde e potrebbe di-ventare un esempio per i progettisti di tutto il mondo.Anche i progetti di Earthships Bio-tecture Sono un emblema dell’archi-

tettura che è radicalmente sostenibi-le, senza rinunciare alla ricercatezza della forma. Le earthship sono una tipologia di case solari passive, con sistemi di riscaldamento e raffre-scamento a energia zero, totalmente indipendenti dagli allacciamenti mu-nicipali. Sono realizzate con materiali più

svariati come terra, argil-la, paglia, legno e soprat-tutto pneumatici riempiti di terra per i muri portan-ti e bottiglie o lattine per i muri non portanti. Hanno una ridotta impronta am-bientale con caratteristi-che migliori delle normali abitazioni.Ed un banco di prova e sperimentazione potreb-

bero essere sicuramente i progetti per l’industria turistica open-air nel mondo e, soprattutto, nel nostro pa-ese perché Il potenziale economico e le opportunità di questo turismo outdoor in Italia, da Nord a Sud, è in grande crescita ed è basato anche su innovazione e valorizzazione del territorio.Se paragonato con paesi limitrofi e simili per offerta turistica (un mix di storia, cultura, mare e natura) il mer-cato Italia è in affanno. La Spagna, per esempio, negli ultimi anni è riu-scita a scalare la classifica mondiale conquistando il secondo posto quale destinazione turistica dopo la Fran-

“Le tecniche del passato

applicano i principi base della sostenibilità, soprattutto in

relazione al reperimento delle materie prime, alla loro lavorazione e al loro

utilizzo ed eventuale riuso"

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TURISMO ECOSOSTENIBILE

cia (l’Italia è solo quinta) grazie a un piano strategico di investimenti in infrastrutture e offerta. Eppure il potenziale dell’Italia è enorme, lo dimostrano i numeri: mi-lioni di notti in incremento costante hanno un valore superiore alla me-dia mondiale (10,4%) ed europea (10,3%), che conferma l’Italia quale paese a vocazione turistica.L’impatto economico si riflette in maniera rilevante sul mondo del lavoro, con milioni di posti diretta-mente o indirettamente generati ne-gli ultimi 3 anni, con cifre superiori al 15% dell’occupazione totale della Penisola. Nella classifica delle regioni più amate la prima è il Lazio, seguita da Lombardia, Toscana, Campania e Veneto. Regione quest’ultima che si conferma tra le best performer nel comparto dell’outdoor.Per migliorare ulteriormente le per-formance è necessario però conti-

nuare a puntare su ecosostenibilità, innovazione, valorizzazione del ter-ritorio e capacità di attirare flussi tu-ristici internazionali, a cui si affianca una presenza domestica, in costante crescita. Per fare ciò bisogna individuare le giuste formule turistiche per svilup-pare l’enorme potenziale della desti-nazione Italia e avviare un processo virtuoso di innovazione e valorizza-zione del territorio e delle innumere-voli risorse che esso offre.Per realizzare queste finalità serve unire le forze e fare sistema tra ope-ratori del settore, investitori pubblici e privati e istituzioni, per portare il turismo open air di qualità anche nel Sud Italia, con progetti di archi-tettura avanzata ed innovativa, ap-punto ecosostenibile che essa stessa è fonte di attrattiva ed appetibilità da parte dei nuovi turisti, sempre più attenti all’ecologia ed al rispetto del-la natura. ✻

“Per migliorare ulteriormente

le performance è necessario continuare a puntare su ecosostenibilità, innovazione, valorizzazione del territorio e capacità di attirare flussi turistici internazionali"

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TURISMO ECOSOSTENIBILE

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TURISMO ECOSOSTENIBILE

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FOCUS | WEB MARKETING & SOCIAL

Chiudere l’account sui social per una struttura ricettiva non è mai

una buona ideadi Dario Lambarelli

Q uando sono arrivati i social network nel no-stro quotidiano, con MySpace prima e Face-book più tardi, la maggior parte degli utenti è andato a ricercare il vecchio compagno di

scuola, il commilitone o la ragazza di cui era innamorato alle medie o al liceo. La ricerca molto spesso è andata a buon fine, anche se le persone cercate non erano più quel-li di una volta; tuttavia erano presenti, pronti a ricostruire una nuova relazione. Altri invece sono risultati introva-bili, anche se pare impossibile con oltre 2,2 miliardi di utenti nel mondo e 35 milioni in Italia solo su Facebook.

«SARÀ ANCORA VIVO? »

Uno dei primi pensieri in caso di ricerca infruttuosa ma-gari è stato: «Sarà ancora vivo?» certo, è un po’ esagera-to ma oggi rinunciare ad un canale di comunicazione di massa significa “condannarsi” ad un isolamento sociale che non è usuale, come sottolinea anche il neuromarke-ting, ovvero quella branca del marketing che studia come la psiche umana sia responsabile di moltissime azioni che quotidianamente compiamo, anche a livello di scelte e ac-quisti. Possiamo quindi dire che il marketing non è qual-cosa di astratto ma è un insieme di regole che guidano la nostra esistenza.

In precedenti articoli abbiamo parlato del fatto che se un brand non è presente sui social è come se non esistesse. Prendendo a prestito dal film di Nanni Moretti del 1978 Ecce Bombo, la frase; «Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?» proviamo ad approfondire cosa significa essere o non essere presenti sui social network.Se Mario Rossi non è su Facebook, Instagram, Linkedin, Twitter o un altro canale social poco importa. Che egli non esista in un mondo virtuale alla fine interessa relati-vamente: è lui che rimane scollegato dal mondo e la sola conseguenza per gli altri è la scomodità di non poter co-municare attraverso degli strumenti ormai diffusissimi.Ma se a non essere presente sui canali online è una azien-da? Beh il problema si complica, e di molto.Facciamo una premessa: dovremmo sempre e solo predi-ligere il marketing etico in entrambe le forme: privacy e policy. In breve, avere rispetto per gli utenti, per i consu-matori, per le regole e per gli algoritmi.Certo, parlare di privacy in un articolo sui social network sembra un ossimoro e non vogliamo certo negare un pro-blema oggettivo, ma sicuramente è un discorso molto più complesso del semplice trending topic che si legge online, spesso ingigantito per portare l’attenzione su alcuni temi, ovviamente a discapito di altri.

Sui social gli assenti hanno sempre torto

“Prese dal panico alcune

aziende hanno dichiarato di voler chiudere con il mondo di Zuckerberg, l'ultima in ordine di

tempo, ma non di importanza, è stata Unicredit"

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FOCUS | WEB MARKETING & SOCIAL

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Lo scandalo di Cambridge Analytica ha sicuramente fat-to esplodere il problema evidenziando carenze di sicurez-za dei dati degli utenti di Facebook e ha permesso quindi di accendere un alert su determinate tecniche poco etiche di marketing.Ma è un bene che questo problema sia venuto a galla. Prese dal panico alcune aziende hanno dichiarato di vo-ler chiudere con il mondo di Zuckerberg, l'ultima in ordi-ne di tempo, ma non di importanza, è stata Unicredit. Se però il network di banche esce da Facebook e Instagram ma rimane attivo su Twitter e Linkedin ciò lascia un po’ perplessi, poichè Twitter e Linkedin trattano dati sensibili e utilizzano algoritmi in grado di prevedere gli interessi e i comportamenti degli utenti lucrandoci sopra proprio come Facebook.

VA BENE LA PRIVACY MA…

Gli utenti vogliono la privacy, però la crescita costante di Facebook, che nei primi mesi del 2019 ha superato i 35,7 milioni di utenti in Italia ed è andato ben oltre 2,2 miliardi di utenti nel mondo, dimostra che probabilmen-te non considerano il canale così pericoloso. E’ vero, gli utenti esigono privacy ma poi utilizzano carte di credito, fidelity card, hanno sempre in tasca lo smartphone con la geolocalizzazione, comprano online con carte di credito, usano Telepass e in ultimo spesso lasciano con leggerez-za i propri dati sensibili come mail e telefono anche nei commenti pubblici sui social network. Siamo ossessionati dalla privacy e poi tramite tool come FaceApp regaliamo alle banche dati le nostre caratteristiche somatiche, ma-teriale utilissimo per “studiare” in che modo invecchiano i volti umani, come avvenuto anche lo scorso anno con il #10YearsChallenge. In pratica, involontariamente adde-striamo intelligenze artificiali con ciò che abbiamo di più caro: noi. Se vogliamo davvero la privacy dovremmo chiudere in-ternet, lasciare a casa lo smartphone e pagare solo in con-tanti nei negozi disertando quelli online. E non dovrem-mo nemmeno guardare NetFlix o altre Pay-Per-View. Siamo disposti a tornare a vivere così? Probabilmente no.Detto questo qualche settimana fa è capitato di leggere il post di un campeggio e villaggio che ha destato perples-sità.

Se è Unicredit ad annunciare l’abbandono di Facebook impostandoci sopra una campagna di marketing che fa leva sulla sicurezza dei propri clienti è un conto. Ma se a lasciare il social network è una azienda del turismo è un altro paio di maniche. I social sono il luogo deputato all'informazione, al gioco e al sogno e sempre sui social apprendiamo le notizie prima ancora che sui media tradi-zionali trascorrendovi oltre 2,5 ore al giorno; tempo che fino a quindici anni fa passavamo davanti alla tv. Sem-

pre sui social network ci relazioniamo con persone vicine, lontane e talvolta famose, come attori, cantanti e politici, riducendo la distanza spaziale, culturale e temporale. E in ultimo, sui social sogniamo, nel senso che il marketing attribuisce al termine.

SOGNARE SUI SOCIAL

La fase di dreaming è la prima del customer journey: è quel momento in cui il turista viene in contatto con innu-merevoli informazioni e contenuti, spesso generati dagli utenti, quindi con un valore altissimo, in linea con i pro-pri interessi. Questo è reso possibile dagli algoritmi, che se ben calibrati permettono di limitare lo spam – ovvero tutto ciò che non è di interesse - e aprire la conoscenza verso luoghi ed esperienze nuove. Ma gli algoritmi non erano un male? Un esempio. Se sono appassionato di diving è molto probabile che tra gli amici di Facebook abbia altri appassionati come me. Pro-babile che sia iscritto a gruppi tematici e che abbia il like su pagine di diving e affini.Il mio news-sfeed sarà quindi ricco di esperienze, testi-monianze, foto riguardanti le immersioni, e che entri in contatto con luoghi che fino a ieri ignoravo. Non solo: il Facebook Algorithm lo sa e mi propone per primo con-tenuti in linea con i miei interessi. L'algoritmo è taylor made, ognuno ha il news-feed creato su misura, ma per funzionare deve lavorare correttamente.

Tutto ciò che vediamo online, tutte le informazioni, ri-mangono catalogate nel cervello e se rafforzate con il passare del tempo tramite altre foto, esperienze di altri utenti, aumenta la considerazione positiva e inconscia-mente quel luogo o campeggio prima sconosciuto, poco per volta diventa una meta appetibile soprattutto quando si arriva nella fase successiva del processo di acquisto di una vacanza: la fase di planning, o consideration. Viviamo in un'epoca dominata dai big data, in cui il mar-keting è sempre più data-driven per offrire comunica-zioni ed esperienze sempre più personalizzate e che non vengano percepite come spam. Di conseguenza decide-re di cancellare completamente le proprie tracce online equivale ad accettare di essere bersaglio di qualsiasi mes-saggio, anche sbagliato.

SE SI DECIDE DI SCOMPARIRE

Il fatto che un camping village decida di uscire da tutti i social network significa che è pronto a comunicare la propria "non esistenza".Significa tagliare dalla propria strategia la brand aware-ness, che al contrario va difesa e mantenuta nel tempo.Significa avere difficoltà a posizionarsi come tipologia di vacanza/esperienza offerta e non riuscire a relazionarsi

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con i turisti nei giusti momenti del suo percorso di so-gno-pianificazione-prenotazione della vacanza, annul-lando del tutto il proprio vantaggio competitivo.Non solo, questa scelta non farà altro che rafforzare i pro-pri competitor perchè, diciamolo chiaramente, gli utenti non apprezzeranno lo sforzo di proteggere i loro dati.Quanti fan ha mediamente la pagina di un campeggio? Cinquemila, diecimila, ventimila? Pensiamo che queste persone si siano iscritte a Facebook per seguire proprio quel campeggio?

Certo che no, quindi continueranno ad essere presenti sul social indipendentemente dal fatto che il campeggio vi sia o meno, con l’unica differenza che i fan adesso si relazioneranno con altre aziende; magari proprio con il camping village concorrente, che invece trarrà vantaggio da questa situazione e magari riuscirà a farli sognare e stringerli nel funnel della prenotazione. Internet ha cambiato i nostri usi e costumi e i social network hanno modificato il nostro modo di relazionarci. Anche senza di voi gli utenti continueranno a chiedere preventivi e disponibilità con messaggi privati, rilasce-ranno recensioni positive e negative e cercheranno spunti per le proprie vacanze.

I SOCIAL LUOGHI DELLA RELAZIONE E DELL’EMPATIA

I social network sono i luoghi della relazione e dell'empa-tia, dove si usano toni di voce caldi. Può essere norma-le che una banca abbia qualche difficoltà ad utilizzarli, anche se il fatto che ci sia riuscito Taffo, una agenzia di pompe funebri, facendo "scuola", significa che posso-no davvero riuscirci tutti; un campeggio però deve fare dell'empatia il proprio pane quotidiano sia online che of-fline. E non si pensi di poter sostituire un canale social con una DEM o newsletter perché una corretta strategia di marketing utilizza tutti gli strumenti a disposizione.

Noi di KoobCamp non vogliamo di certo imporre la no-stra visione, per quanto ci riguarda potete chiudere tutti i canali che volete e sparire dalla rete, ma sappiate che non sarete voi a salvare la privacy dei vostri utenti, i quali con-tinueranno ad essere su Facebook e Instagram, utilizze-ranno carte di credito, compreranno su Amazon, preno-teranno le vacanze online e ci sarà sempre chi lascerà nei commenti pubblici indirizzi email e numeri di telefono.

Soprattutto continueranno a parlare di quel brand che ha deciso di eclissarsi e non partecipare. Ricordatevi che gli assenti, online, hanno sempre torto.. ✻.

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FOCUS | AMBIENTE E NATURA

Consigli pratici per evitare la formazione dei nidi e tutelare la salute degli ospiti di camping e

villaggi

di Fabio Agabiti Rosei

I n questo periodo dell’anno, sul finire dell’estate e l’arrivo dell’autunno, le temperature si fanno più miti ed alcune colture molto zuccherine vanno a maturazione, il che lo rende ideale per la prolifera-

zione di vespe e calabroni, la cui pericolosità per la salute delle persone è inutile sottolineare. Molte persone non sanno neanche di essere allergiche alla puntura di vespe e calabroni e quindi possono rischiare molto in caso dovessero imbattersi in questi insetti. Come tutte le aree ad alta frequentazione di persone, anche i campeggi possono essere considerate a rischio in questo particolare periodo dell’anno. Ma come è possibile rico-noscere una vespa o un calabrone dalla inoffensiva ape? Molto semplice: i calabroni sono molto più grandi delle api e quindi di facile individuazione; per le vespe la cosa potrebbe essere più complicata ma ciò che a prima vista aiutare di più nella corretta identificazione è la forma più tonda del corpo dell’ape mentre la vespe ha il corpo affu-solato e diviso in due parti, la cosiddetta “vita da vespa”. Inoltre le api hanno il corpo ricoperto da una sottile pelu-ria che è particolarmente visibile ad insetto fermo. Le vespe ed i calabroni costruiscono nidi anche molto grandi in punti ben precisi. Possono colonizzare tetti ri-vestiti sia con coppi o ricoperti in laminato con all’interno uno strato di coibentazione del tipo poliuretanico. I cala-broni possono anche colonizzare le cavità degli alberi e costruire lì il loro nido.

Dal punto di vista della pericolosità, nonostante le dimen-sioni, le vespe sono più aggressive dei calabroni e anche il veleno delle vespe è più tossico di quello dei calabroni. La prevenzione della proliferazione di questi insetti è molto semplice. Innanzitutto entrambe le specie cercano aree dove fare i propri nidi e per alcuni giorni si possono nota-re alcuni esemplari volare insistentemente in alcuni punti specifici; in questo periodo è sufficiente andare di notte a distruggere i primi abbozzi dei nidi in formazione. E’ bene scegliere le ore notturne perchè durante questo tem-po gli insetti sono molto poco attivi e quindi molto meno aggressivi e pericolosi. E’ possibile posizionare anche dei contenitori che attraggono vespe e calabroni al loro inter-no ed evitare in questo modo l’inizio della costruzione del nido. Tali contenitori possono essere fatti anche in modo molto semplice: è sufficiente una bottiglia in plastica con il collo tagliato e rovesciato, appesa ad un albero e riempi-ta a metà con una sostanza zuccherina, ad esempio acqua e zucchero, cola o birra. Esistono in commercio anche contenitori specifici già pronti e naturalmente molto più efficaci. Quando invece si scopre un nido già grande è impor-tante non provare a rimuoverlo né ad avvicinarsi ma è bene rivolgersi a personale esperto. La puntura di vespe e calabroni è molto dolorosa e se accade di essere colpiti si deve intervenire subito con impacchi di acqua calda e su-bito dopo spalmare sulla puntura una crema cortisonica

Come difendersi da vespe e calabroni

“Il finire dell’estate e l’arrivo

dell’autunno è il periodo ideale per la proliferazione di vespe

e calabroni, la cui pericolosità per la salute delle persone è

assolutamente non sottovalutabile"

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FOCUS | AMBIENTE E NATURA

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o specifica per questi eventi. Qualora dopo la puntura si avvertissero dei fastidi alla gola oppure l’area della pun-tura si espande in modo molto rapido è il caso di andare subito al pronto soccorso in quanto potrebbe essere l’i-nizio di una reazione allergica. In ultimo è da ricordare che la sensibilizzazione alle punture di questi insetti può avvenire anche nel corso della vita, quindi se si è stati punti una volta senza conseguenze non è detto che una eventuale altra puntura non possa scatenare una perico-losa reazione allergica. ✻.

“E’ possibile posizionare dei contenitori che attraggono vespe e

calabroni al loro interno ed evitare in questo modo l’inizio della costruzione del nido"

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FOCUS | AMBIENTE E NATURA

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Per impianti “a norma” è necessaria una analisi dei rischi e una guida all’autocontrollo

di Domenico Grillo

Consulente tecnico-normativo in ambiente e sicurezza

Per piscine ad uso natatorio si intende, in generale, il complesso attrezzato per la bal-neazione che comporti la presenza di uno o più bacini artif iciali utilizzati per attività

ricreative, formative, sportive e terapeutiche eserci-tate nell’acqua contenuta nei bacini stessi. La loro classif icazione si basa principalmente sulla destina-zione d’uso, le caratteristiche ambientali e struttu-rali e i tipi di utilizzazione. I villaggi turistici e le aree destinate a campeggi sono per lo più provviste di tali impianti e questo sia per le attività di ani-mazione e di intrattenimento che è possibile svol-gervi sia perché sono espressamente richiesti dalla clientela. Soprattutto i campeggi aperti nel periodo estivo passano da aff luenze ridotte nelle settimane di bassa stagione f ino a vero e proprio affollamento nei mesi più caldi e più frequentati. Con l’aumen-to degli ospiti è però necessario che i responsabili della gestione di piscine e parchi acquatici pongano particolare attenzione alla salvaguardia della salute e della sicurezza, tanto degli operatori quanto de-gli utenti. Attraverso l’acqua infatti possono essere trasmesse diverse patologie ma anche le superf ici attorno e adiacenti a questi luoghi umidi, affollati sono potenzialmente causa di infezioni. I principa-li rischi sono legati essenzialmente alla contamina-zione microbica di origine fecale ma sono possibili anche traumi o lesioni derivanti da urti o cadute e,

in casi estremi, all’annegamento. Non sono purtrop-po rari infatti i casi di cronaca in cui sono coinvolti soprattutto bambini i quali, sfuggiti al controllo dei genitori, cadono malamente sui bordi delle piscine o muoiono in acqua.I rischi igienico-sanitari dipendono non solo dal nu-mero e dalla manutenzione degli impianti deputati al trattamento e al riscaldamento dell'acqua e dell'a-ria, ma anche dall'af follamento e dalla pulizia delle aree principali e circostanti. Nelle piscine dei cam-peggi possono così verif icarsi casi isolati o dif fusi di contaminazione da virus enterici. Ma la presenza e lo sviluppo di microrganismi nelle acque di piscina, oltre che alla cattiva manutenzione, può essere im-putata alla temperatura dell'acqua, alla presenza in sospensione di secrezioni nasali o orofaringee, a ma-teriali grassi e squame cutanee dei bagnanti. Non bi-sogna poi trascurare le superf ici attorno alle vasche, come i pavimenti e i rivestimenti murari, i bagni, le docce e gli spogliatoi i quali rappresentano punti critici dell'igiene in piscina poiché qui vi si possono contrarre infezioni cutanee e delle mucose. Paradossalmente anche i disinfettanti utilizzati in piscina possono rappresentare un pericolo e nuoce-re alla salute poiché quelli a base di cloro formano composti organo-clorurati volatili che in impianti coperti vengono inalati dai nuotatori. La concen-trazione nell'aria di tali composti varia a seconda

Piscine sicure il bagnino non basta

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FOCUS | AMBIENTE E NATURA

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della ventilazione e della temperatura dell'acqua e se questa risulta particolarmente elevata può causare disturbi ai bagnanti.Per una corretta ed eff icace gestione e autocontrollo delle piscine dei campeggi, il punto cardine da cui partire è il rispetto di precise regole comportamen-

tali da parte degli stessi ospiti. Risulta quindi neces-sario redigere un regolamento interno dell’impian-to che prescriva almeno l'utilizzo di scarpe idonee, l’utilizzo delle docce ed il passaggio nella vaschetta disinfettante prima dell’immersione in piscina, oltre all'uso delle cuff ie da indossare prima dell’ingresso in vasca. Dal punto di vista normativo, la sicurezza e la salute degli operatori degli impianti è normata dal D.Lgs. n.81 del 9 aprile 2008 la quale stabilisce che chiun-que svolga un’attività lavorativa nell’ambito dell’or-ganizzazione, con o senza retribuzione ed indipen-dentemente dalla tipologia contrattuale, è def inito in linea di principio “lavoratore” e come tale egli

“I rischi igienico-sanitari dipendono non solo

dagli impianti deputati al trattamento dell'acqua e dell'aria, ma anche dall'affollamento e dalla pulizia delle

aree principali e circostanti"

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FOCUS | AMBIENTE E NATURA

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deve essere tutelato. Si sot-tolinea che il datore di lavo-ro ha l’obbligo di redigere il Documento di valutazione dei rischi (DVR), nel qua-le devono essere individua-ti, valutai e soprattutto eliminati tutti i rischi per la sicurezza e vanno prese le relative misure di pre-venzione e protezione. Devono, inoltre, essere svolti adeguati corsi di formazione, informazione e adde-stramento rivolti agli addetti degli impianti tecnolo-gici e non solo.Il responsabile della gestione della piscina deve re-digere, in base all’accordo del 16 gennaio 2003 tra il Ministro della salute, le Regioni e le Province au-tonome di Trento e di Bolzano sugli aspetti igieni-co-sanitari per la costruzione, la manutenzione e la vigilanza delle piscine a uso natatorio, un Piano di autocontrollo ed i relativi protocolli per la corretta gestione, sotto il prof ilo igienico–sanitario, di tut-ti gli elementi funzionali delle piscine. Tale piano permette al responsabile, una volta riscontrati valori dei parametri igienico-sanitari in contrasto con la corretta gestione della piscina, di provvedere per la soluzione del problema ed il ripristino delle condi-zioni ottimali. Il documento tiene conto dei seguenti principi: ana-lisi dei potenziali pericoli igienico-sanitari per la piscina; individuazione dei punti o delle fasi in cui possono verif icarsi tali pericoli e def inizione delle relative misure preventive da adottare; individua-zione dei punti critici e def inizione dei limiti critici degli stessi; def inizione del sistema di monitoraggio; individuazione delle azioni correttive; verif iche del

piano e riesame periodico, anche in relazione al varia-re delle condizioni iniziali, delle analisi dei rischi, dei punti critici, e delle proce-dure in materia di control-

lo e sorveglianza. Sicuramente la def inizione di un adeguato sistema di monitoraggio rappresenta un elemento essenziale per intervenire tempestivamente sugli impianti in caso di malfunzionamento oppure in caso, ad esempio, di un eccessivo carico organico. E’ quindi necessario monitorare i parametri chimici, f isico-chimici e microbiologici dell’acqua delle pisci-ne, i cui limiti sono indicati all’interno della Tabella A dell’Accordo Stato-Regioni del 16 gennaio 2003. Per quanto riguarda invece la frequenza e le modali-tà con le quali ef fettuare il monitoraggio dei parame-tri, occorre fare riferimento alla norma UNI 10637 “Requisiti degli impianti di circolazione, f iltrazio-ne, disinfezione e trattamento chimico dell’acqua di piscina”, edizione dicembre 2016, che fornisce una classif icazione delle piscine e specif ica i requisiti di progettazione, costruzione e gestione degli impian-ti di trattamento dell’acqua e le indicazioni relative alle prove ed ai controlli atti a garantire una qualità dell’acqua di piscina adeguata alla balneazione. La corretta attuazione di tutti gli adempimenti e del-le procedure è verif icata periodicamente, ai sensi dell’Accordo Stato-Regioni del 16 gennaio 2003, da parte dell’Azienda Unità Sanitaria Locale. Una cor-retta gestone permette da una parte di fronteggiare rapidamente le dif formità e migliorare le condizioni di lavoro degli operatori dall’altra di incrementare la qualità del servizio per tutti gli utenti. ✻

“Paradossalmente anche i disinfettanti

utilizzati in piscina possono rappresentare un pericolo e

nuocere alla salute"

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FOCUS | AMBIENTE E NATURA

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BILATERALITA’BILATERALITA’BILATERALITA’ANALIZZAANALIZZAANALIZZAANALIZZAANALIZZAANALIZZA

FAVORISCEFAVORISCEFAVORISCEATTIVAATTIVAATTIVAATTIVAATTIVAATTIVALA LA LA QUALITÀQUALITÀQUALITÀPROFESSIONALEPROFESSIONALEPROFESSIONALEPROFESSIONALEPROFESSIONALEPROFESSIONALE

IL MONDOIL MONDOIL MONDODEL TURISMODEL TURISMODEL TURISMO

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L’INCONTRO TRA DOMANDA L’INCONTRO TRA DOMANDA L’INCONTRO TRA DOMANDA E OFFERTAE OFFERTAE OFFERTA

INTERVENTI DI INTERVENTI DI INTERVENTI DI SOSTEGNO AL SOSTEGNO AL SOSTEGNO AL R E D D I T OR E D D I T OR E D D I T O

OCCUPAZIONEOCCUPAZIONEOCCUPAZIONE

RISPOSTERISPOSTERISPOSTE

RELAZIONIRELAZIONIRELAZIONIRELAZIONIRELAZIONIRELAZIONI

ECONOMIAECONOMIAECONOMIAATTIVAATTIVAATTIVAECONOMIAATTIVAATTIVAATTIVAECONOMIAATTIVAATTIVAATTIVAECONOMIAATTIVAATTIVAATTIVA

RISORSERISORSERISORSE

DIALOGODIALOGODIALOGOSVILUPPOSVILUPPOSVILUPPOELEVAELEVAELEVASVILUPPOELEVAELEVAELEVASVILUPPOELEVAELEVAELEVASVILUPPOELEVAELEVAELEVA QUALITÀQUALITÀQUALITÀSVILUPPO

QUALITÀQUALITÀQUALITÀSVILUPPO

QUALITÀQUALITÀQUALITÀSVILUPPO

QUALITÀQUALITÀQUALITÀ

IMPEGNOIMPEGNOIMPEGNO LAVORATORILAVORATORILAVORATORI DIPENDENTIDIPENDENTIDIPENDENTIIMPRENDITORIIMPRENDITORIIMPRENDITORI

ELEVA: La qualità professionale - ATTIVA: Interventi di sostegno al reddito

FAVORISCE: L’incontro tra domanda e offerta - ANALIZZA: Il mondo del turismo e formula proposte

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LE AZIENDE INFORMANO

Con un buon Wi-Fi il campeggio cresce

Il servizio di connettività livello Enterprise è gradito agli ospiti ma è anche

l’infrastruttura con cui fare business e gestire lo staff in modo efficiente

di Chiara Ferrari

Nei campeggi e nei villag-gi l’accesso a Internet è diventato un servizio as-solutamente necessario,

non soltanto perché è richiesto dagli ospiti che vogliono poter utilizzare i propri dispositivi telematici, ma per-ché grazie alla rete si ha un interes-sante valore aggiunto per la propria impresa in termini di marketing, promozione, gestione interna dello staff e della struttura.

Come orientarsi per creare una robusta infrastruttura Wi-Fi?

Per garantire a tutti i campeggiato-ri un buon livello di servizio Wi-Fi che permetta loro di fare chiamate

VOIP, caricare mappe GPS, vede-re film in streaming, scambiare foto e tanto altro l’infrastruttura deve essere di livello Enterprise e corret-tamente dimensionata e strutturata. Una connettività limitata in termini di banda e aree è controproducente a livello di customer care. I campeg-giatori non vedono infatti di buon oc-chio il dover utilizzare il proprio ab-bonamento dati o avere una qualità insufficiente della connettività. Chi gestisce un campeggio deve quindi poter contare su un’infrastruttura di connettività Wi-Fi forte, capace di far fronte alle condizioni ambientali esterne caratterizzate da intemperie e interferenze, in grado di garanti-re efficienza anche nei momenti di

massima affluenza. Questo a mag-gior ragione se il campeggio si trova in aree lontane dai centri abitati, in mezzo a pinete o coste selvagge, dove il cellulare non ha campo. Pensare al futuro, per un camping manager, è fondamentale; l’infrastruttura Wi-Fi scelta dovrà infatti potersi adattare facilmente ad ampliamenti ed evo-luzioni del campeggio; dovrà quindi essere scalabile in termini di appara-ti, firmware e manutenzione.

Wi-Fi in campeggio, non è un servizio obbligatorio

Quindi offrire il Wi-Fi gratis in cam-peggio è obbligatorio? No, non è una “tassa” da pagare. Possiamo sceglie-

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LE AZIENDE INFORMANO

re di non fornirlo, così come possia-mo scegliere di non fornire l’ener-gia elettrica. C’è chi lo fa ed è una questione di scelta e target. Tuttavia, se deci-diamo di dare il servizio è buona cosa organizzarlo al meglio pensando anche ad un eventuale profitto da trarci. Una infrastruttura Wi-Fi solida e onni-presente permette infatti al camping di attivare servizi aggiuntivi che tra-sformano il Wi-Fi da semplice voce di costo a risorsa anche importante di business.Sfruttando la rete del campeggio è possibile fare azioni mirate di comu-nicazione, che rendono il rapporto con il cliente più semplice, diretto e proficuo. Dalla semplice e-mail di benvenuto che elenca i servizi di-sponibili in campeggio, ai messaggi e-mail e whatsApp durante il sog-giorno per promuovere le attività in-terne grazie a coupon sconto e cross selling. Le idee e le attività, una volta avviato il canale, saranno limitate solo dalla vostra fantasia.Oltre agli evidenti benefici imme-diati, queste attività fanno sì che il cliente ceda volontariamente i propri dati, in conformità alla legge vigen-te, che il camping manager può uti-lizzare per rilevare la soddisfazione durante il soggiorno e risolvere im-mediatamente eventuali criticità. Anche automatizzare l’invio di un invito alla recensione della struttura subito dopo la partenza dell’ospite e migliorarne la reputazione online sarà facilissimo, così come proporre successivamente promozioni mira-te. Conoscere dati e preferenze dei clienti apre infinite possibilità.

Un nuovo modello di comunica-zione per lo staff

Una solida infrastruttura Wi-Fi è la base su cui integrare i servizi più all’avanguardia e migliorare la sicu-rezza delle strutture e delle persone. Parliamo di reti di videosorveglian-za dotate di intelligenza artificiale, di sistemi di riconoscimento targhe

che attivino servizi automatici per gli ospiti, ma anche di un sistema di comunicazione che renda immedia-te ed efficienti le comunicazioni del team di lavoro.Wave ad esempio è il nuovo servizio firmato Motorola Solutions che è stato presentato ad agosto in Italia. Esso si basa su un modello di comu-nicazione completamente innovati-vo, che unisce i vantaggi del cellulare a quelli della radio e della comuni-cazione multimediale in genere; cadono le barriere di comunicazio-ne legate a device, rete e gestore, le comunicazioni dello staff diventano immediate efficienti, sicure e coor-dinate, senza costi aggiuntivi anche in zone dove la rete cellulare non ar-riva. La soluzione di comunicazione Wave Motorola Solutions può essere utilizzata dai gestori e dal personale del campeggio a seconda del ruolo e delle attività svolte con dispositivi di-versi, adattandosi facilmente all’in-frastruttura preesistente.

Valutare il giusto partner per la rete Wi-Fi

La scelta del partner capace non solo di installare e gestire la rete Wi-Fi ma anche di rendere l’investimento

monetizzabile ed efficiente è piutto-sto complessa. Occorre partire da un’analisi attenta del territorio su cui si estende il campeggio, delle esigen-ze e delle soluzioni già adottate, oltre che dal tipo di servizi che si vorrebbe offrire. La scelta ideale è affidarsi a un partner in grado di consigliare al gestore del campeggio la scelta mi-gliore, a prova di sviluppi futuri. È qui che entra in gioco Aikom Tech-nology, distributore a valore aggiun-to di soluzioni wireless broadband. Aikom offre al campeggio e a tutto il mondo hospitality, il supporto ne-cessario già in fase di progettazione dell’infrastruttura. Una volta iden-tificata la soluzione più idonea da adottare, Aikom Technology affiderà il progetto ai migliori system- inte-grator della zona, in grado di seguire il cliente in modo puntuale in tutte le fasi dall’istallazione al post-vendita.Aikom da anni seleziona i fornitori di tecnologia più all’avanguardia e propone, per ogni progetto, i pro-dotti migliori in termini di resa e caratteristiche. Per quanto riguarda il mondo della connettività wireless Aikom ha scelto di affidarsi alle solu-zioni di Cambium Networks, brand da sempre impegnato nel portare connettività nelle aree più difficili e

DISTRIBUTORE CON VALORE AGGIUNTO

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LE AZIENDE INFORMANO

isolate nel mondo. Grazie al suo am-pio portafoglio-prodotti composto da access point Wi-Fi robusti e affi-dabili e da piattaforme punto-punto e punto-multipunto per collegamen-ti a medio e lungo raggio, copre, in oltre centocinquanta Paesi in tutto il mondo le esigenze di connettività, da 2mt a 250 km, di qualsiasi struttu-ra. Non solo. Le soluzioni Cambium Networks si integrano alla perfezio-ne con WiFinity, la piattaforma più avanzata per la gestione dell’accesso a Internet Wi-Fi in aree e strutture aperte al pubblico.Le potenti funzionalità di WiFinity, consentono di controllare l’utilizzo della banda Internet, di offrire livel-li di servizio diversificati per utenti Free o Premium e di tramutare la rete Wi-Fi di qualunque struttura in un potente strumento di marke-ting, promozione e comunicazione in modo semplice, automatizzato e GDPR compliant.

Offrire agli ospiti un’esperienza WiFi a cinque stelle

Se volete che Internet diventi il fiore all’occhiello del proprio campeggio richiedete subito un progetto e una quotazione personalizzata contat-tando Aikom Technology a

[email protected] o visitando il sito www.aikomtech.com. Affidan-dosi ad Aikom si ha anche la garan-zia di un contatto diretto con i tec-nici di Cambium Networks, Wifinity e Motorola Solutions e un supporto costante per l’intero progetto, chiavi in mano. ✻

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LE AZIENDE INFORMANO

Tende&Co, il glamping va su ruote

Una linea di tende versatile e resistente per il mare e la montagna modulare e

facilmente posizionabiledi Filippo Gentile

Il glamping si sta rapidamente diffondendo e sono già nume-rosi i campeggi italiani che hanno istallato moduli abitati-

vi in legno e tela, come pure sono nu-merose le aziende che hanno comin-ciato a cimentarsi con questo tipo di prodotto. Tra queste si segnala la

Tende&Co di Rosignano Marittimo, in provincia di Livorno, che ha mes-so la sua già vasta esperienza nella cantieristica e nella progettazione al servizio dell’open air realizzando una linea di tende molto versatile, che fa della modularità ed estrema mobilità il suo punto di forza.

Nel 2017 a Ten-de&Co è sta-to conferito un premio interna-

zionale dedicato all’inno-vazione tecnica in ambito tu-ristico-ricettivo promossa da piccole e medie imprese. La consegna del riconoscimento è avvenuta in Svizzera dopo che l’azienda di Rosigna-no ha presentato il progetto “Village Italia” per l’utilizzo modulare delle piazzole di un camping village. In questo progetto è risultato evidente il vantaggio rappresentato dall’utilizzo delle strutture componibili per il glamping nella gestione dei f lussi tu-ristici e delle variazioni pre-viste in base alle prenotazio-ni, considerata la facilità di montaggio e istallazione del-le strutture stesse. ✻

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LE AZIENDE INFORMANO

Le tende per il glamping prodotte da questa azienda nascono praticamen-te sul campo. Un team di esperti si reca nel campeggio o villaggio del committente per prendere visione delle condizioni climatiche in cui dovranno operare e delle caratteri-stiche del terreno. Le informazioni raccolte sono poi elaborate in fabbri-ca procedendo alla progettazione dei componenti tenendo conto di quan-to riscontrato. La struttura risulterà quindi particolarmente resistente e adatta al microclima del campeggio

in cui verrà istallata, sia che si tro-vi esposta ai forti venti caratteristici dell’ambiente marino, o alle piogge e perfino alla neve dell’ambiente mon-tano, a tutto vantaggio della durata e della manutenzione. Una proget-tazione che ovviamente tiene conto dei desideri del cliente, al punto che alcune realizzazioni sono nate a par-tire da uno schizzo a matita fatto su un foglio di carta volante.Lo studio dei progettisti di Ten-de&CO non si limita alle strutture portanti ma anche allo sviluppo degli spazi interni con l’organizzazione dei percorsi razionali tra le varie zone, analizzando l’interazione del corpo umano in relazione agli oggetti che utilizza e gli spazi all’interno dei quali si muove. In tan modo gli spazi vengono ottimizzati tenendo conto dei movimenti dell’ospite evitando posture innaturali o scomode, a tutto vantaggio del comfort. Altro aspetto tenuto in gran considerazione è la sa-lubrità dell’ambiente, poiché è noto che certe condizioni di temperatura e umidità favoriscono la formazio-ne di muffe oltre alla proliferazio-ne di acari i quali sono un fattore

di rischio per asma e altre allergie correlate. Tutte le tende attrezzate garantiscono una corretta salubrità degli ambienti essendo dotate di ap-parati che favoriscono l’innesco e il mantenimento di moti convettivi al loro interno al fine di assicurare un continuo e perpetuo ricambio d’aria. In tal modo è assicurata in maniera del tutto naturale una corretta ven-tilazione oltre ad un adeguato irrag-giamento solare. Fattori essenziali per un ambiente confortevole.Tutta la filiera, dal legno ai mobili, alle attrezzature fino alla bulloneria, è rigorosamente certificata Made in Italy e la garanzia che accompagna ciascuna tenda è di cinque anni, mentre i materiali utilizzati sono eco sostenibili, privilegiando quelli pro-venienti dalla filiera del riciclo. Ma un’altra specifica caratteristica dei prodotti Tende&Co è la modulari-tà. Le unità abitative possono infatti essere utilizzate solo per dormire – e in questo caso non sono sottoposte ad alcun vincolo edilizio -, oppure vi possono essere abbinati il bagno e la cucina, che necessitano di allacci a terra per l’acqua e gli scarichi. Tut-

“Le tecniche del passato

applicano i principi base della sostenibilità, soprattutto in relazione al reperimento delle materie prime, alla loro lavorazione e al loro utilizzo ed eventuale riuso"

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LE AZIENDE INFORMANO

tavia anche in questo caso le tende rimangono estremamente mobili, poggiando su una serie di piedi re-golabili da 3 a 70 centimetri, il che rende possibile una veloce e sicura istallazione su terreni non perfetta-mente pianeggianti. In alternativa è possibile posizionare le tende su piat-taforme dotate di ruote. In questo caso è estremamente facile spostarle da un luogo all’altro del campeggio, conferendo una interessante flessibi-lità alla struttura ricettiva. Gli spazi a disposizione sono ampi e confor-tevoli: la struttura base è di circa 30 metri quadrati e ospita quattro per-sone con la possibilità di avere un soppalco di 8 metri quadrati per altri due ospiti o per lo stivaggio di mate-

riali se la tenda dovesse essere adibita a ufficio, bar o area wellness.Nicola Bertocco è l’amministratore delegato di Tende&Co e nell’illustra-re il prodotto della sua azienda de-dicato al glamping si sofferma anche su un altro aspetto che ritiene impor-tante: la possibilità di adeguare co-stantemente le tende ai bisogni della clientela o della struttura. Abbiamo infatti già accennato alla modulari-tà, che consente di utilizzare le ten-de anche per ospitare uffici e servizi comuni, con soluzioni anche com-plesse mediante aggiunta di ulteriori componenti che rendono le tende più simili alle case mobili, senza ovvia-mente, averne i costi, ma che riguar-dano anche l’impiantistica. Bertocco

cita il caso di un villaggio del Veneto, cliente di Tende&Co che ha deciso di recente di dotare i moduli di impian-to di condizionamento, inizialmente non previsto. Il rapporto con il clien-te infatti non si limita alla sola fase di progettazione, acquisto e istallazio-ne, ma prosegue nel tempo, per man-tenere in efficienza e rispondente alle esigenze del mercato o dell’impresa le tende installate. Tende &Co ha realizzato tende per alcuni dei più importanti campeggi del Veneto, regione che ha raggiunto un’altissima qualità dei servizi e delle strutture, in particolare a Cavallino Treporti, Bibbione e sul Garda; altre tende per il glamping sono a Roma e a Bracciano, nel Lazio. ✻

“Un aspetto importante dell'azienda è la capacità di

adeguare costantemente le tende ai bisogni della clientela"

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