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Associazione apartitica e senza fini di lucro, volta a incrementare l’attività corale nel contesto culturale e sociale, ed as sicurare la ricerca, la conservazione e lo studio del patrimonio musicale italiano. A A p p i i ù ù V V o o c c i i Quadrimestrale d’informazione musicale corale dell’USCI Lombardia Anno I N° 2 Maggio – Agosto 2012 www.apiuvoci.com USCI Lombardia – via Santa Marta, 5 23807 Merate (LC)

A più Voci num. 2 - 2012

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Rivista musicale online dell'USCI Lombardia

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Quadrimestrale d’informazione musicale corale dell’USCI Lombardia

Anno I N° 2 Maggio – Agosto 2012

www.apiuvoci.com

USCI Lombardia – via Santa Marta, 5

23807 Merate (LC)

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ApiùVoci

Quadrimestrale d’informazione musicale corale dell’USCI Lombardia N° 2 Maggio – Agosto 2012 Spazio web: www.apiuvoci.com Direttore Francesco Barbuto Redazione Franco Monego Andrea Natale Letizia Candiotta Grafica e impaginazione Francesco Barbuto Sede legale USCI Lombardia via Santa Marta, 5 23807 Merate (LC) Contatti Redazione USCI Lombardia: [email protected] Direttore: [email protected]

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Sommario

4 Editoriale L’attenzione alla coralità regionale

di Francesco Barbuto

Quadrimestrale d’informazione musicale corale dell’USCI Lombardia

N° 2 Maggio – Agosto 2012

6 Le Delegazioni provinciali

18 Management corale “Progetto Attività 2012” dell’USCI Lombardia

a cura di Andrea Natale

19 In un canto

a cura di Francesco Bellomi

22 Se io fossi una regina

Il canto popolare femminile

a cura di Andrea Miglio

Sommario

26 Concorsi

Rubriche

12 Assemblea Generale Ordinaria dell’USCI Lombardia

a cura di Francesco Barbuto

14 Rassegna Regionale “Cori di Classe”

a cura di Tiziana Fumagalli

16 Concorso Nazionale di Composizione ed Elaborazione corale “L’ITALIA S’È DESTA” dell’USCI Lombardia

Considerazioni del Maestro Bruno Zanolini

Presidente della Giuria

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Editoriale

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Cari amici, cari lettori, siamo giunti al “secondo numero” della nostra rivista musicale online «A più Voci». Un’attenzione particolare è stata rivolta

ai “giovanissimi cantori” dei cori di voci bianche e cori scolastici. È un’attenzione dovuta, che attesta all’USCI Lombardia e alle delegazioni USCI provinciali un’importantissima dedizione al mondo corale dei piccoli cantori che saranno il “futuro” dei cori di domani.

Zoltan Kodály (1882-1967), conosciuto in tutto il mondo e insigne maestro attento e dedito pedagogicamente e con sistematicità al mondo corale dell’infanzia, affermò: «Il canto rende

bella la vita e coloro che cantano rendono bella la vita degli altri». Questa affermazione possiamo considerarla come un obiettivo principale da raggiungere nel percorso di un coro. Ed è proprio nei cori di bambini che la “gioia del canto” – che possiamo intendere certamente come “bellezza” – si riscontra in modo naturale e disinvolto. Dedicarsi al canto corale per i più piccoli è fondamentale, poiché contribuisce, insieme alla musica, alla formazione educativa del bambino, basandosi sullo strumento più prezioso che abbiamo: “la nostra voce”. Nella mia esperienza musicale di molti anni nelle scuole elementari e nell’osservazione dei bambini in rassegne di cori di voci bianche e cori scolastici, ho potuto verificare molto e toccare con mano questo aspetto, oltre a quello didattico.

I bambini che cantano “in gruppo” provano immediatamente significative emozioni, senso di socialità... timidezza e allo stesso tempo coraggio... “gioia”. Sono, questi, approcci e presupposti fondamentali per i quali “vale la pena” di occuparsi di cori di “piccoli cantori”. A tal proposito, l’USCI Lombardia si è dedicata appieno al progetto: “Cori di Classe”, facente parte del macro

L’attenzione alla coralità regionale

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Editoriale 3

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“Progetto Attività 2012” approvato e finanziato dalla Regione Lombardia. Un progetto che avvicina il canto corale alle scuole primarie e secondarie di primo grado. Domenica 13 maggio, si realizzerà una grande Rassegna di “Cori di Classe” in cui parteciperanno 18 cori da tutta la Lombardia presso la Sala Verdi del Conservatorio di Musica di Milano. Altre rassegne provinciali si sono aggregate a questo progetto, facendo partecipare ulteriori cori di bambini a questo tipo di evento: il IV Meeting dei cori scolastici 2012: “Cantare a Scuola” della delegazione USCI di Bergamo e la I Rassegna di Cori di Voci Bianche della delegazione di Pavia. Un altro aspetto su cui vorrei soffermarmi è la nostra associazione corale: USCI Lombardia. Lo scorso 14 aprile si è svolta l’Assemblea sociale a Varese con una significativa presenza di rappresentanti dei cori. Molti sono stati anche gli argomenti affrontati. Il fermento, in particolare, di quest’ultimo anno di attività con un allargamento e coinvolgimento sempre più “attivo e operativo” dei ruoli dei responsabili e una partecipazione sempre più presente dei cori iscritti all’associazione, ha consentito di

sviluppare un sempre più ampio dibattito e confronto all’interno dell’USCI Lombardia. Da questo punto di vista, ne giova certamente uno sviluppo di “democraticità”, che contribuisce a metterci “dietro alle spalle” modalità più verticali e poco partecipative forse più del passato. Naturalmente dev’essere presente un rispetto autentico dei ruoli sociali di responsabilità e di tutti i cori che rappresentano l’associazione e contemporaneamente un’attenzione alla reciprocità nell’organizzazione, gestione e comunicazione, che nel nostro caso avviene tra il Consiglio Regionale (e le delegazioni USCI provinciali), la Commissione Artistica Regionale e i cori iscritti all’USCI Lombardia. Il Maestro Franco Monego è stato rieletto – all’unanimità – Presidente dell’USCI Lombardia e questo è certamente “sintomo” di un riconoscimento della gestione dell’ultimo triennio e dell’attenzione che procede ora, con la collaborazione dei Consiglieri e dei colleghi della Commissione, verso un rinnovamento e un ammodernamento della nostra associazione.

Il Direttore della rivista online “A più Voci” – Francesco Barbuto

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U.S.C.I. Delegazione di Bergamo: Meeting dei cori scolastici 2012: “Cantare a Scuola” È ormai giunta con successo alla quarta edizione la manifestazione

“Cantare a Scuola – Meeting dei cori scolastici”, che si è svolta presso il nuovissimo auditorium della scuola “La Traccia” di Calcinate (Bg) domenica 29 aprile 2012.

Nata inizialmente da un’idea del maestro Mario Mora (Coro Piccoli Musici di Casazza), come momento conclusivo del percorso di formazione dei docenti partecipanti all’omonimo corso ("Cantare a scuola" – prima edizione 2007), è divenuta un momento centrale delle attività proposte dalla delegazione USCI di Bergamo.

Scopo principale della manifestazione è il carattere educativo e formativo, non basato sul confronto della prassi esecutiva, ma sullo spirito che anima i ragazzi alla “gioia

del cantare in coro”. Il meeting si fonda sull’ “incontro”, non sulla competizione.

Per questo motivo, tutti gli insegnanti sono invitati a partecipare con i propri ragazzi senza timori d’inadeguatezza, ma con la convinzione che solo attraverso esperienze formative di questo tipo essi saranno stimolati a crescere ed a continuare con entusiasmo nel cammino intrapreso.

Dalla seconda edizione è stata introdotta anche una Commissione d’ascolto (formata da personalità di spicco della coralità infantile italiana) che, al termine delle esibizioni e attraverso un colloquio individuale con il docente, fornisce utili appunti sul lavoro svolto e suggerimenti per lo studio futuro.

Per l’edizione 2012 (la cui scadenza di presentazione delle domande era prevista per il 31 marzo) si sono iscritti dieci cori provenienti da tutta la provincia.

Le delegazioni provinciali dell’USCI

Le delegazioni provinciali

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Le delegazioni provinciali

La commissione d’ascolto è stata composta dai maestri Mario Mora, Anna Flora Spreafico, Francesco Barbuto (presidente della Commissione Artistica Regionale dell'USCI Lombardia), mentre il coordinamento artistico è stato affidato al maestro Fabio Alberti.

Musiche di Pasqua 2012 Nata come progetto della Commissione Artistica Provinciale nell’ambito delle attività programmate per il 2011, la Rassegna “Musiche di Pasqua” è giunta alla seconda edizione (23-31 Marzo 2012).

Gli obiettivi della manifestazione sono ambiziosi: creare situazioni di elevata qualità artistica incentrate sul tema quaresimale-pasquale.

Le elevazioni musicali, frutto di un elaborato progetto (percorso monografico, tematico o storico) sono contestualizzate in luoghi particolarmente interessanti ed adeguati dal punto di vista acustico e storico.

Nell’edizione 2012 è stato chiesto un

ulteriore sforzo organizzativo ai cori: un progetto frutto di una collaborazione attiva fra due cori associati che dessero carattere unitario all’elevazione musicale (possibilmente anche con l’ausilio di altre forme d’arte quale la lettura o recitazione di testi sacri, poetici o riflessioni, proiezioni e così via). Il cartellone dalla Rassegna è stato articolato in quattro date con altrettante elevazioni musicali e la partecipazione di sette cori:

“Polifonico Adiemus” - Coro polifonico diretto da Flavio Ranica “Gli Harmonici” - Coro di voci bianche e giovanile diretto da Fabio Alberti “Mousikè” - Coro polifonico diretto da Fabio Alberti, “La Quinta voce” - Ensemble vocale femminile “Jubilate” - Coro polifonico diretto da Virna Angeloni “Imago Vocis” - Coro polifonico diretto da Paolo Signorelli “Ad Libitum” - Coro polifonico diretto da Alda Milesi. La qualità artistica dei progetti pervenuti si è dimostrata molto alta e sono state altrettanto apprezzate per l’elevato livello musicale espresso le esibizioni che hanno registrato anche una partecipazione di pubblico notevole, il quale ha sottolineato con lunghi applausi il proprio apprezzamento per quanto proposto.

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Le delegazioni provinciali

di Musicologia in occasione del decimo anniversario della sua fondazione (2002-2012). Gli interventi: V. BORGHETTI, Il suono immaginato: sessant’anni di musica rinascimentale in disco. A. DELFINO, L'organo e la polifonia vocale: cosa possono dirci le intavolature? D. V. FILIPPI, Per una fenomenologia sonora della policoralità. A. GRECO, I veri principij per cantar polito, e bene. L’arte della diminuzione nella seconda metà del Cinquecento. F. MONEGO, Le indicazioni di tempo sono vincolanti o solo indicative? D. SABAINO, Il rapporto mensurale tra sezioni in tempo binario e sezioni in sezioni in tempo ternario nella polifonia del secondo Cinquecento: alcune considerazioni tra semiografia e prassi esecutiva. F. SAGGIO, Dalla carta al suono: l’edizione di polifonia cinquecentesca nell’orizzonte esecutivo. R. TIBALDI, Tactus e mensura nella seconda metà del Cinquecento. M. PRIVITERA, Note sul non detto. P. ZALTRON, Vox alta, clara et suavis. Dirigere e cantare la polifonia, un teatro di voci. Di seguito trasmettiamo il manifesto col calendario degli eventi.

U.S.C.I. Delegazione di Cremona: In occasione del

decimo anniversario della sua fondazione, il “Coro della Facoltà di Musicologia” - Università

degli Studi di Pavia/Cremona organizza un seminario di studi dedicato ai problemi della prassi esecutiva della polifonia corale del Cinquecento.

Al seminario, che si è tenuto a Cremona dal 26 al 28 aprile 2012 presso la Sala Conferenze della Biblioteca Statale, hanno partecipato oltre a noti studiosi della musica rinascimentale e in particolare cinquecentesca, direttori di coro che affrontano ed eseguono nei concerti tale repertorio, in modo da mettere a confronto – e in dialogo – due approcci distinti ma complementari.

Le relazioni hanno riguardato argomenti quali il tactus, le proportiones, la policoralità, la musica ficta, l'ornamentazione, ecc. All'interno delle sessioni di studio sono stati previsti anche interventi musicali corali volti ad esemplificare gli argomenti trattati.

Il comitato scientifico del seminario era composto da Ingrid Pustijanac, Francesco Saggio e Rodobaldo Tibaldi.

L'evento si è inserito nelle celebrazioni "Voci da non scordare. Dieci anni di canto corale", organizzate dal Coro della Facoltà

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Le delegazioni provinciali

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Le delegazioni provinciali

U.S.C.I. Delegazione di Milano: Domenica 13 maggio 2012 ore 17 - Chiesa Santa Maria Incoronata - Corso Garibaldi 116, Milano - ingresso libero Gruppo Corale:

“Canticum ’96” - direttore: Adriano

Maria Barbieri - Soprano: Anna

Carbonera - Baritono: Filippo Tuccimei -

Organista: Maria Massimini

PROGRAMMA G. Fauré (1845 -1924) Cantique de Jean Racine per coro e organo. G. Fauré (1845 -1924) Requiem per soli, coro e organo op.48 Introït et Kyrie, Offertoire, Sanctus, Pie Jesu, Agnus Dei, Libera me, In paradisum. G. F. Haendel (1685 -1759) Hallelujah! da “Il Messia” per coro e organo.

Al suo 16° anno di attività il Gruppo Corale Canticum ’96, diretto dal suo fondatore M° Adriano Maria Barbieri, presenta un concerto particolarmente interessante ed impegnativo. Il Requiem op. 48, qui eseguito con il solo

accompagnamento d’organo, è considerato uno dei capolavori di Gabriel Fauré. Scritto tra il 1888 e il 1901 in tre differenti versioni, è un esempio dei più ispirati ed esemplari di una composizione per i defunti. “Questo è il modo in cui io vedo la morte”, ha osservato Fauré parlando del suo Requiem, “è come una liberazione gioiosa, un anticipo della beatitudine oltre la tomba, non una dolorosa esperienza”.

Il programma è completato da due delle più note e amate composizioni del repertorio corale, il Cantique de Jean Racine di Fauré e l’Hallelujah da “Il Messia” di G. F. Haendel. Il coro cerca nuove voci se sei interessato contattaci. Tel. 331.9992345 - [email protected] - www.canticum96.com

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Le delegazioni provinciali

L' U.S.C.I. delegazione di Sondrio alla... “ribalta !”

Quasi certamente fin dalla nascita dell'uomo, il desiderio di comunicare fra essere viventi, istintivo era anche il canto. Canto in

ogni sua formula, penso particolarmente melodica, implorante, festosa. Si può più facilmente immaginare che questo rito si sviluppasse fra monti e valli, là dove la natura più istintivamente ti induce a riflessioni, dove, dall'incanto e dal fascino del territorio è più facile e stimolante trarre emozioni, cantare la tua giornata, le tue passioni,il tuo lavoro le attese speranze... E perennemente il canto ha proseguito nei millenni e nei secoli questo suo percorso senza fine alimentando ricordi, nostalgie, amori. E la tradizione è stata tramandata fino ai giorni nostri …. La Provincia di Sondrio, simile a numerose altre località italiane,ha conservato questa cultura corale ma negli ultimi decenni si è scoperto via via una perdita sempre più crescente di canti del nostro folclore. Oggi diverse compagini corali della nostra Provincia stanno recuperando con tanta fatica questo... “tesoro” sommerso. Di ciò va dato merito alla nascita dell' U.S.C.I. che in provincia di Sondrio, fra i primi in Italia, è giunto nel 1972 ad opera di Gianpietro Mariconti di Chiavenna con la condivisione del compianto fondatore e direttore del coro “Nivalis” Flavio Bossi, ai quali diedero supporto il direttore della “Corale Marco Enrico Bossi” di Morbegno, Mario Passerini, nonché l’ indimenticabile carismatico Siro Mauro, scomparso nel 2001, che dirigeva contemporaneamente tre gruppi corali e, più a lungo, ha

accompagnato il “Coro Cai di Sondrio”. Negli anni a seguire ci furono una serie di iniziative mirate a portare a conoscenza le didattiche utili per far comprendere l'importanza del ruolo dell' U.S.C.I. valide per raggiungere una ragionevole crescita qualitativa, che nei primi anni non tardò ad emergere. Si intercalarono parecchi comitati direttivi nel tempo, ed ognuno tentava di dare il proprio contributo, non sempre corrisposto in toto dai vari gruppi, insomma si denotava un “raffreddamento” di interesse e di partecipazione generale. Fu a novembre del 2011 che l'allora presidente Gabriele Mazza inviò un messaggio a tutti gli iscritti del momento (21) contenente tristi notizie sulla drammatica situazione dell' U.S.C.I. della Provincia di Sondrio, dove concludeva con una richiesta di aiuto, se non si voleva assistere alla sua chiusura!! Giunse anche a me e ne rimasi fortemente scosso! Risposi accoratamente che si doveva“rinascere”. Fui candidato in consiglio facendone parte, e nominammo un eclettico presidente: Omar Iacomella. Con il consenso dei Consiglieri indagai, scoprendo 47 gruppi corali ! Mi rivolsi a tutti telefonicamente, spiegai le nostre intenzioni, inviammo il programma con l'o.d.g. organizzando nell'antico Castel Masegra di Sondrio un Convegno globale che riteniamo essere storico! Settanta fra direttori e presidenti di 40 gruppi che hanno supportato il programma esposto con loro idee! Cinque membri decisi a dare una svolta elettrizzante, pieni di entusiasmo e di... preoccupazione!

Sergio Salini. Consigliere USCI Sondrio

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Le delegazioni provinciali

U.S.C.I. Delegazione di Varese: Il Coro da Camera di Varese, diretto da Gabriele Conti vince il prestigioso Concorso Polifonico Nazionale

"Guido d'Arezzo" 2011 – 28a edizione! Questo risultato corona e conferma l’alto livello artistico del coro varesino, frutto di molti anni di attento lavoro musicale ed importantissime esperienze nella coralità. Al Coro da Camera è stato assegnato anche il “Premio Speciale Feniarco” per l’esecuzione del mottetto Lobet den Herrn, alle Heiden di J. S. Bach, accompagnato all’organo dal M° Giacomo Mezzalira.

Oltre al mottetto di Bach, il coro ha eseguito Vidi Speciosam di T. L. de Victoria, Salve Regina di E. Vianelli e Laudate Dominum di U. Sisask. L’esecuzione artistica del Coro da Camera, ha riscontrato un notevole successo anche tra il pubblico, ottenendo approvazione e riconoscimenti tra gli altri cori, colleghi e professionisti della musica corale. In quell’occasione, il coro è stato invitato a tenere concerti in Francia nel mese di luglio

di quest’anno.

Il ricordo dell’amico “Lino Conti”.

Così il Coro Sette Laghi di Varese ricorda il suo Maestro fondatore: "Protagonisti non vuole dire avere la genialità o la spiritualità di alcuni, ma avere il proprio volto, che è, in tutta la storia e l'eternità, unico e irripetibile”.

Nel 1963, insieme a un gruppo di amici, Lino Conti fonda il coro Sette Laghi. Tornato dal servizio militare, gli viene affidata la direzione del coro che fin da subito riceve un'impronta netta grazie alla grande sensibilità musicale e alla passione per la musica, il canto e l'amicizia. Sotto la sua guida il Coro cresce e migliora le proprie qualità raccogliendo successi in tutta Italia. Uno degli ultimi atti di amore per il suo coro è stato l’indicare il suo successore, l'amico e musicista Giacomo Mezzalira. Lino Conti ci ha lasciato il 31 gennaio 2012, con un grande vuoto nella sua famiglia, in tutto il Coro e in tutti gli amici che lo conoscevano.

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Rubriche

A cura di Francesco Barbuto Lo scorso 14 aprile si è svolta l’Assemblea Ordinaria dei soci dell’USCI Lombardia presso l’Istituto Alberghiero De Filippi di Varese. Significativa è stata la partecipazione dei rappresentati dei cori di tutte le province lombarde. Molti i punti all’Ordine del Giorno. Dopo un triennio molto positivo di gestione dell’associazione, è stato rieletto Presidente – all’unanimità – il Maestro Franco Monego.

Il Presidente, in modo “lungimirante”, ha contribuito significativamente alla ricostituzione (o creazione) di delegazioni provinciali che mancavano all’appello e alla costituzione più attiva e sinergica della Commissione Artistica Regionale. Come Vicepresidente è stata nominata la Dott.ssa Tiziana Gori, della delegazione di Monza e Brianza.

Tra gli argomenti più importanti affrontati e dibattuti: il “Progetto Attività 2012” approvato e finanziato dalla

Regione Lombardia; la collaborazione attiva con le delegazioni USCI provinciali; la costituzione di un lavoro d’équipe e di coordinamento nella Commissione Artistica Regionale. Preziosissima è stata la partecipazione del Presidente nazionale della FENIARCO Sante Fornasier. Il suo intervento è stato dedicato alle modalità organizzative della Federazione, all’importanza dell’esperienza “coro”, alle strategie comunicative, di divulgazione e pubblicazione di saggi e raccolte di musiche corali. Tutte attenzioni fondamentali per la costituzione di un “sistema” nella coralità nazionale e tra le delegazioni territoriali.

Importante e sempre più attiva sta diventando la disponibilità e collaborazione di giovani che danno speranza e futuro all’associazione. Ottima è stata l’organizzazione dell’Assemblea da parte della delegazione USCI di Varese, presieduta da Salvatore Benvenga, che ha accolto l’evento – nella “città giardino” di Varese – per la prima volta nella storia dell’USCI Lombardia.

Assemblea Generale Ordinaria dell’USCI Lombardia

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Rubriche

� Cori in piazza – Concerti

� Canti e Cantori – Lezioni-concerto � Canto per te – Concerti in case di riposo

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Rubriche

A cura di Tiziana Fumagalli «Il cantare in coro educa alla tolleranza verso gli altri, all’umiltà, alla perseveranza, all’amore verso la comunità, tutte componenti dell’ “uomo sociale”. Se riusciamo a divulgare il più possibile queste verità è probabile che entro i prossimi trent’anni i posti di responsabilità potranno essere affidati a persone che avranno vissuto l’esperienza corale e sapranno allora comprenderne tutta l’efficacia». Queste parole profetiche furono scritte dal M° Roberto Goitre nel lontano 1971, sull’opuscolo “Validità del canto corale”. Uno sguardo allo stato della società odierna farebbe pensare che siano rimaste del tutto inascoltate. Per fortuna non è così. La FENIARCO e le associazioni regionali come l’USCI Lombardia continuano a sostenere attività importanti in questa direzione, come le iniziative destinate ai cori di voci bianche e giovanili: per esempio realtà come i Festival di primavera, organizzati da FENIARCO per i cori di scuola media e superiore. L’impegno dell’USCI Lombardia su questo fronte si concretizza, da quest’anno, con la rassegna “Cori di Classe” – rassegna regionale di cori delle scuole elementari e medie inferiori, della Lombardia – ed è proposta ai molti cori

in attività presso istituti scolastici. Il primo evento legato a questa iniziativa si terrà domenica 13 maggio alle ore 9.30 nella prestigiosa Sala Verdi del Conservatorio di Milano; ben diciotto cori di scuola elementare e media (più il coro di voci bianche del Conservatorio) si alterneranno sul palco: più di seicento bambini a testimonianza di una bellissima realtà esistente, sia pure con mille difficoltà, nelle nostre scuole, grazie agli sforzi congiunti di maestri tenaci, dirigenti preparati e musicisti entusiasti “armati” di pazienza e buona volontà. L’organizzazione della rassegna è il coronamento di molto impegno dell’associazione: il Consiglio Direttivo e la Commissione Artistica vi hanno profuso ore di lavoro per far sì che la mattinata abbia successo e rimanga un bellissimo ricordo per tutti i partecipanti. La prima gratificazione è già arrivata: sono già, infatti, tutti esauriti i posti della sala grande del Conservatorio con una quantità di pubblico prenotato. Grazie ad iniziative come questa un giorno le parole di Goitre potranno forse tramutarsi da speranze in realtà e potremo avere nei posti di responsabilità, nella scuola, nella politica, nella società, insomma, persone che avranno imparato dall’esperienza corale la capacità di lavorare insieme per il bene comune.

Rassegna regionale “Cori di Classe”

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Rubriche

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Rubriche

Considerazioni del Maestro Bruno Zanolini Presidente della Giuria del concorso Nell’anno passato – 150° anniversario dell’Unità d’Italia – si è assistito a un più che giusto generale impegno a commemorare la ricorrenza, soprattutto allo scopo di stimolare un’attenta riflessione sulla nostra storia, che poi

vuol dire su noi stessi e sul nostro presente che dal passato prende corpo. Anche l’USCI-Lombardia, presieduta dal m° Franco Monego, si è fatta interprete di questa esigenza, indicendo un concorso nazionale di composizione ed elaborazione corale: operazione quanto mai opportuna, tenendo conto che la voce “corale” è, per così dire, la trasposizione musicale della vox populi, con ciò rappresentando quanto di più vicino ci possa essere al “sentire” comune.

Il concorso è stato suddiviso in due

sezioni, una A) di composizione originale su testi poetici risorgimentali, l’altra B) di elaborazione di canti popolari risorgimentali (o di poco posteriori).

Fra i cinque testi poetici indicati – di cui uno attribuito addirittura a Giuseppe Garibaldi – spiccava un sonetto di Carlo Poma, martire di Belfiore, scelto in verità da pochi concorrenti, mentre fra le cinque melodie popolari proposte – tutte ben note, di tradizione soprattutto

lombarda – la scelta poteva spaziare dal giacobino Or che innalzato è l’albero al delicato El pover Luisin al minaccioso Varda Gyulai: un buon ventaglio di possibilità sia per l’una sia per l’altra sezione.

All’interesse della proposta e alle conseguenti aspettative dell’USCI non c’è stata purtroppo risposta adeguata, in senso sia quantitativo sia soprattutto qualitativo: agli organizzatori il compito

di valutare i motivi di ciò.

Concorso Nazionale di Composizione ed Elaborazione corale “L’Italia s’è desta” dell’USCI Lombardia

La voce “corale” è, per così dire, la trasposizione musicale della vox populi

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Per quanto mi riguarda escluderei la scarsa attrattiva dell’argomento, ricco invece di spunti messi in luce appunto dai testi e dai canti proposti: semmai potrei osservare come da parte di alcuni concorrenti ci sia stato il ricorso a “modi di dire” ormai fin troppo scontati, privi di personalità, da parte di altri invece sia stata rivelata una scarsa conoscenza dello strumento “coro” e delle sue specificità. Ma su questo vorrei ritornare.

Sono stati presentati 25 lavori (rispettivamente 16 e 9) che la giuria – composta oltre che dal sottoscritto dai maestri Francesco Barbuto, Irlando Danieli, Angelo Mazza, Andrea Miglio, Paola Versetti e Tommaso Ziliani – ha valutato con grande attenzione, arrivando a malincuore a non assegnare il primo premio nella sezione A) e addirittura a non assegnare premi in quella B).

Non sono mancate tuttavia alcune segnalazioni, in particolare una nella sezione B) riguardante un’elaborazione che è stata esclusa dalla premiazione a causa dell’organico non rispettoso del dettato concorsuale.

Riprendendo la questione di poc’anzi, riguardo ai limiti rilevati dalla giuria non

in tutti ma certamente in buona parte dei lavori, si può notare in particolare la difficoltà a immaginare un trattamento corale basato su “figure” non stereotipate, tali da sfruttare dialoghi interni al coro, giochi contrappuntistici, modalità di emissione (compreso il parlato), contrappesi sonori e via dicendo che creino varietà timbriche ed espressive, pur in un valido e controllato equilibrio vocale: spesso si assiste invece ad una condotta “pianistica” (per esempio a un’armonizzazione standard a quattro parti) che non rende certo omaggio alla ricchezza dello “strumento” coro.

Tutto ciò sia detto indipendentemente dal

linguaggio usato, tonal-modaleggiante o

altro (in alcuni casi, del resto, anche poco

corretto), tenuto conto che mai come in

questo nostro periodo sembra aver diritto

di cittadinanza ogni tipo di scelta, per

quanto discrezionale o sincretistica.

Rubriche

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Rubriche

A cura di Andrea Natale

Nel panorama dell'associazionismo odierno è quanto mai fondamentale essere in possesso di tutte le conoscenze necessarie per sviluppare e gestire correttamente un'associazione culturale, adempiendo a tutti gli obblighi di legge e

garantendo una sicura tenuta dei libri contabili e un'adeguata descrizione dei movimenti fiscali. La proposta prevede un percorso di una o più giornate dedicate alla formazione e all'aggiornamento degli operatori tecnici nell'ambito della coralità (presidenti, segretari, amministratori), fornendo loro nozioni su temi di natura gestionale, artistica, amministrativa, contabile, fiscale, ma anche di comunicazione e di marketing, per poter garantire un'efficace vendita e promozione degli eventi organizzati e un approccio soddisfacente al fund raising. Una prima giornata formativa sarà riservata ai cori iscritti USCI delle provincie di Bergamo, Brescia, Como, Lecco e Sondrio e avrà luogo sabato 5 maggio presso la Sala Conferenze della

Banca Popolare di Sondrio Agenzia di Lecco, dalle ore 10 alle ore 17. Formatore: Dott.ssa Simona Piazza La stessa giornata sarà replicata a Cerlongo, in provincia di Mantova, sabato 16 giugno, per i soci di USCI Cremona e Mantova e a Milano sabato

23 giugno per i soci di USCI Milano, Monza-Brianza, Pavia e Varese.

Programma della giornata:

10:00-10:30 Apertura dei lavori 10:30-13:30 “Gli aspetti fiscali e amministrativi delle associazioni” - Breve introduzione alla normativa dell’associazionismo - La L.R. 02/2008 e l’iscrizione al Registrio: vincoli e vantaggi - Il Modello EAS - Come si compila il rendiconto economico-finanziario? Analisi delle voci di bilancio 13:30-14:30 Pausa pranzo 14:30-16:30 “La progettazione come strumento di reperimento risorse” - Elementi di base della progettazione in ambito culturale - Presentazione dei maggiori bandi di carattere locale 16:30-17:00 Chiusura dei lavori

Management Corale “Progetto Attività 2012” dell’USCI Lombardia

... per sviluppare e gestire correttamente un’associazione culturale.

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A cura di Francesco Bellomi C’è un luogo comune che percorre tutta la didattica musicale italiana e che, qualche anno fa, io ho ripetuto stupidamente durante una breve intervista a Virginio Savona, il meraviglioso musicista che era uno degli indimenticabili componenti del Quartetto

Cetra. Il luogo comune è: «C’è una scarsa educazione vocale in Italia e nella

scuola italiana». «Non è vero!» mi riprese subito Savona, «Quando io facevo i miei concerti

con il Quartetto Cetra nessuno del pubblico si azzardava a cantare: erano muti e silenziosi come ai concerti di musica classica. Provi ad andare a sentire qualche concerto di un cantante oggi sulla cresta dell’onda, ad esempio Renato Zero: il pubblico canta in continuazione; in certi momenti Zero smette completamente di cantare e il pubblico va avanti da solo per intere strofe, e le sue canzoni non sono certo facili da cantare».

La simpatia e la competenza musicale di Savona erano travolgenti, la sua verità spazzava via il mio stupido luogo comune. Eppure non ero convinto fino in fondo. Allora come oggi, se chiedo ai

miei studenti (già diplomati in conservatorio) di cantarmi le canzoni o le melodie vocali che ricordano a memoria, raramente si prosegue più di qualche unità dopo l’immarcescibile Fra’

Martino. Come mai? Perché uno degli obiettivi delle scuole musicali di base del nord America è: «conoscere a memoria e saperlo riprodurre con la voce almeno cinquanta (o quaranta o sessanta) melodie vocali dei più vari repertori.

Se chiedo ai miei studenti musicisti diplomati, di cantare per lettura alcune melodie da una qualsiasi antologia di canti, cantando anche il testo, le cose vanno un po’ meglio, ma non troppo.

Chi canta bene, con espressione, pronunciando correttamente le parole, ecc. è una esigua minoranza. Un collega particolarmente sarcastico definiva il coro di studenti, che partecipava agli esami finali del defunto corso di Didattica della Musica, «il coro dei laringotomizzati».

E allora, chi ha ragione? Se invece di riportare le chiacchiere guardiamo i dati, scopriamo che nel tempo si sono succedute molte iniziative:

In un canto

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alcune istituzionali, altre dovute alle iniziative di singoli, di associazioni e simili. Un punto di partenza ineludibile è il Diploma di Musica Corale e Direzione di Coro, “inventato” da Achille Schinelli con il preciso scopo di formare gli insegnanti di musica negli Istituti Magistrali, unica scuola superiore che, dal dopoguerra a pochi anni fa, prevedeva una qualche forma di insegnamento pratico e teorico ella musica: praticamente come oggi, con i sparuti licei “Psico-socio Pedagogici” da un lato e il licei musicali ancora al palo dall’altro.

Non è un caso che le prove dell’esame finale di questo corso coincidessero quasi perfettamente con le prove del concorso a cattedre per l’insegnamento di Musica (o Educazione Musicale) nella scuola secondaria di secondo grado (scuola superiore).

In realtà il diploma di Musica Corale e Direzione di Coro, come tutte le cose ben progettate, fece molto di più: formò intere schiere di direttori di coro, che spesso spesero le loro competenze anche al di fuori della scuola, dirigendo e gestendo innumerevoli cori amatoriali e

non, parrocchiali o meno. Il fatto che, in anni più recenti, si sia sentito il bisogno di attivare altre iniziative istituzionali nel mondo della scuola, dalle “giornate della Musica” con l’esibizione di ensemble corali più o meno oceanici, all’attivazione dei “Laboratori Musicali Attrezzati”, fino al recentissimo progetto ministeriale denominato “Mille Cori”. Tutte iniziative caratterizzate da un alto tasso di provvisorietà (effettivamente sempre abbandonate dopo pochi anni dall’attivazione) e da una estrema difficoltà di valutazione delle reali ricadute sul grado di competenza vocale

e corale acquisito dai partecipanti. Del resto è arduo pensare che le «50 o 60 ore al massimo» che il ministero, per il progetto “Mille Cori” ritiene sufficienti per mettere in grado un qualsiasi insegnante (anche non musicista) di dirigere un coro scolastico siano effettivamente sufficienti per raggiungere un obiettivo così ambizioso.

Per Schinelli occorrevano tre anni di formazione specifica dopo un quadriennio di studio della composizione principale: altro che una manciata di ore.

Se oggi una commissione di consulenti

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ministeriali è disposta ad ingoiare anche questa sorta di presa in giro di 50 ore, con il pensiero che forse è meglio l’uovo oggi che la gallina domani, ciò si deve probabilmente al fatto che al precedente modello di “vocalmente educato”, che sapeva leggere la musica, dirigere il coro, conosceva la storia e la composizione, studiava l’organo vocale e il suo funzionamento, conosceva il repertorio, sapeva spaziare da un genere e da uno stile all’altro, ecc. è stato sostituito da quello che io chiamo il “modello karaoke”, dove le melodie si imparano per imitazione (dai dischi), i brani si ripetono per mesi per fare bella figura al saggio finale, non si sa leggere la musica, di storia e di tecnica vocale neanche parlarne, analizzare o comporre o arrangiare un brano appartiene a qualche civiltà extraterrestre, e così via. Il primo modello è messo “in un canto” dall’emergere di questa nuova prassi legata a quella che potrebbe definirsi, anche in questo caso, una “oralità di ritorno” dovuta anche alla straordinaria efficacia delle recenti tecnologie. Quale dei due modelli sopravviverà? Probabilmente entrambi. Il “modello karaoke”, negli stadi, nelle gite scolastiche, negli studi televisivi, nei saggi finali di molte scuole, ecc. tanto che sembra godere di ottima salute.

L’altro modello, chiamiamolo “modello Schinelli”, si ritirerà via via negli angoli dove è sempre più difficile fare musica: nei teatri, nelle cappelle musicali, nei cori professionali e amatoriali, nelle aule di conservatorio o di una qualsiasi scuola musicale. Sembra oggi un modello perdente e in grave difficoltà dato che «la cultura non si mangia» come ci ha ricordato l’ex ministro Brunetta mentre tagliava i finanziamenti con la mannaia. Ma, a volte, la cultura, anche quella musicale, è un fenomeno carsico, e, dopo anni o chilometri di apparente assenza, è possibile si ritorni a pensare che «parlare di musica non è musica», che leggere e scrivere la musica non sono abilità soprannaturali e che tutti possono farlo, che cantare in un coro è meglio che stare solo ad ascoltare quello stesso coro. Fortunatamente associazioni corali, teatri di tradizione, associazioni liriche e concertistiche e moltissimi musicisti che sanno fare il loro mestiere, continuano a lavorare sotto la superficie. Prima o poi ci si stancherà anche delle “fiere della musica” dove, nel caos incrociato di stand e padiglioni (perché isolare il suono è veramente difficile e costoso e allora si preferisce far finta che il problema non esiste) serve solo a coprire il vuoto di idee.

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A cura di Andrea Miglio Rovistando nei cassettoni del coro, trovo lo spartito di un canto proveniente da Storo, in Trentino, il paese dove ho vissuto la mia infanzia. S’intitola Caregheta rota, e porta come sottotitolo La sposa infelice.

Una donna racconta l’assoluta indigenza in cui vive, ora che si è rotta anche l’unica sedia posseduta; poi lamenta l’infelicità del suo matrimonio, nel quale tutto il peso delle incombenze domestiche e la cura dei figli ricadono sulle sue spalle, mentre il marito se ne sta in osteria. Esprime infine il suo totale sconforto nel vedere la sua vita tuta

piena di dolor.

La melodia è bella, dolce e discreta, e la studiamo con il coro.

Rifletto sul fatto che buona parte dei canti popolari eseguiti dai cori maschili è di invenzione femminile: la donna parla in prima persona, spesso confidando i propri sentimenti intimi, o lamentando le

più profonde delusioni. Mi chiedo come siano nate queste canzoni, come si siano diffuse: alcune sono probabilmente opera di persone con una certa formazione musicale; altre sembrano espressione personale e sentita, confessione affidata a un mezzo apparentemente labile come il canto.

Ormai siamo lontani dalle fonti vive di queste musiche, possiamo

solo immaginare le loro origini.

Forse una madre, nella solitudine della sua baita, sta cercando di far dormire il neonato; intona una melodia che ricorda in modo impreciso, ne inventa qualche parte, vi aggiunge delle parole, delle strofe; libera il racconto della sua sofferenza, della sua insoddisfazione; qualcuno ascolta dalla stanza accanto, apprezza il canto e lo riprende, così incomincia a consolidarsi la sua esistenza…

Sono fantasie romantiche, ma è necessario immaginare un’atmosfera, una situazione per comprendere e interpretare bene una musica, per esprimere il suo contenuto emotivo.

Se io fossi una regina Il canto popolare femminile

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È evidente la funzione terapeutica della musica, non solo per il bambino ma anche per la madre: essa permette lo sfogo e l’oggettivazione della propria sofferenza, la distrazione dalla fatica. Un dolore si può trasformare in qualcosa che fa piacere, in una bella melodia; diventa quindi la sua stessa cura. È un’operazione di alchimia psicologica, e la voce ne è la pietra filosofale. Ascoltando un certo numero di canzoni, si nota che ci sono dei generi, dei temi ricorrenti: numerosissime sono le canzoni di spose infelici, più rare quelle felici; poi ci sono le storie d’ amore, tragiche, o più raramente a lieto fine. Frequenti sono i dialoghi tra madre e figlia, di solito sulla scelta dello sposo: la ragazza passa in rassegna i diversi mestieri degli eventuali pretendenti, e considera i vantaggi o gli svantaggi che le porterebbero. Ma più spesso esprime la profonda contrarietà ad accettare un marito anziano, che le si vorrebbe imporre per convenienza economica: «Perché te pianget, o figlia mia?

Quando quel vecchio morirà

Ti te saret padrona de l’ eredità».

«Cus’ ho de fan mi di so dané,

mi voreria un giovin che mi cunsulè».

Sono temi antichi, che troviamo sin dalle origini del volgare, con esempi anche celebri di malmaritate. Scriveva Compiuta Donzella, a Firenze nel ‘200: ca lo mio padre m’ ha messa ‘n errore,

e tenemi sovente in forte doglia:

donar mi vole a mia forza segnore,

ed io di ciò non ho disio né voglia,

e ‘n gran tormento vivo a tutte l’ ore;

Lo sposarsi controvoglia era quindi comune a tutte le classi sociali, sia le più basse che le più alte, cui apparteneva questa ignota poetessa; la quale aveva potuto accedere ad un alto grado di istruzione, di solito negato in quell’ epoca anche alle donne delle classi elevate. In molte donne c’era il desiderio di sposarsi per avere una vita migliore, e l’amore aiutava a passare sopra le difficoltà: La casa del mio ben l è tuta sassi

A mi che devo andar, me par palazzi.

Ma presto la dura realtà spazzava le illusioni:

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sun maridada prest per ndà più ‘n

filanda

e adess che g’ ho ‘l marì

vo ‘n filanda tutt el dì

sun maridada prest per lassà la mama

e adess che g’ ho ‘l marì

g’ ho la suocera tutt el dì.

Sun maridada prest pe ‘ndà in lecc

insema

E adess che g’ ho ‘l marì

Dormi semper de per mi.

Prendere marito che va all’osteria

O che vita mai che l’è la mia

L’è tuta piena di dolor.

Confermano le donne che parlano con Nuto Revelli, ne L’ anello forte: L’uomo ritornava a casa la mattina, ubriaco. E la donna gli diceva:

«Mi hai speso i soldi che io non ho

nemmeno del pane da mangiare…»

Due schiaffi sulla bocca alla donna,

e se finiva così andava già bene. […]

E un altro? Quando tornava a casa

ubriaco, quel che voleva, voleva. […]

Un giorno le ho chiesto: «Come va

Maìn?»

« Va che vorrei essere un cespuglio di

rovi […] perché il mio uomo non mi

avvicinasse più».

Si prova almeno ad avvertire la figlia già

nella culla, perché inconsciamente impari subito a rassegnarsi: Dormi, mia bella, dormi

Che quando sarai mamma

Non dormirai così.

Ben conosciuti sono i canti di lavoro, in filanda o in risaia. Leggiamo ancora ne L’anello forte: cantavamo tutto il giorno, malgrado le

mani rovinate. Una intonava la canzone,

e le altre la aiutavano, facevano il coro.

[…]

Eppure eravamo contenti, tornavamo dai

campi cantando. Cantavamo per tenerci

svegli, per non crollare dalla stanchezza.

Ci sono anche qui precedenti antichi e illustri. Nel sec. XII scriveva Chretien de Troyes, tradotto e messo in musica da Daisy Lumini negli anni ’70:

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Questa seta che filiamo

Ogni giorno a tutte l’ore

Non è certo per vestire

Queste nostre nudità.

Questa seta che tessiamo

Che bagnamo col sudore

Non ci fa certo arricchire

Ma ci lascia in povertà.

Molte canzoni femminili sono dedicate alla partenza e alla lontananza dell’ amato, per il lavoro in terre lontane o per la guerra:

Velu là, velu là vie

Ch’al mi spache il fazolet!

Lui al fas par saludami;

mandi, mandi benedet!

Ai preat la biele stele

Duc i sants dal paradis

Che il Signor fermi la uère

Che il mio ben torni al pais.

Quello che distingue le canzoni e le poesie femminili è un’urgenza, un bisogno di esprimere, un’ autenticità che sembrano più rare nelle opere maschili.

In queste dominano più spesso il desiderio di un’interessante costruzione formale e la creazione artificiale di effetti

retorici drammatici e spettacolari. Alle loro canzoni le donne hanno confidato i sogni, i turbamenti, i desideri più forti, espressi sempre con grande discrezione e delicatezza:

L’altra sera mi sono sognata

Di trovarmi a te vicino

Con la testa sul tuo cuscino

E mi giravo di qua e di là!

Bibliografia Canti popolari, a cura del Coro di Fiavè

M. A. SPREAFICO, Canti popolari della

Brianza, Milano 1971 Otto secoli di poesia italiana, a cura di Giacinto Spagnoletti, Newton Compton, Roma 1993 Canti di montagna, Coro SAT, Curci, Milano NUTO REVELLI, L’ anello forte,

Einaudi, Torino 1985 ANGELO MAZZA, 20 Canti popolari,

Durium, Milano 1965 DAISY LUMINI, Questa seta che

filiamo, Fonit Cetra, Torino 1972 Voci & tradizione Friuli Venezia Giulia, a cura di Roberto Frisano, FENIARCO, S. Vito al Tagliamento 2009

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CONCORSI di MUSICA CORALE Concorso Corale Internazionale Città di Rimini Organizzazione: Comune di Rimini Località: Rimini Periodo: 4 / 7 ottobre 2012 Scadenza bando: 31 luglio 2012 Riferimenti telematici: www.riminichoral.it / [email protected] Contatti telefonici: 347 25 73 878 Concorso Nazionale di Cori “Città di Biella” - 8° Edizione Organizzazione: Coro Monte Mucrone “Provincia di Biella” Località: Biella – Teatro Sociale Villani Periodo: 27 / 28 ottobre 2012 Scadenza bando: 15 settembre 2012 Riferimenti telematici: [email protected] Contatti telefonici: 015 43 203 (ore pasti) CONCORSI di COMPOSIZIONE CORALE 10° Concorso Internazionale di Composizione Corale “C.A. Seghizzi”

2012 Organizzazione: Associazione Seghizzi Località: Gorizia Scadenza bando: 11 giugno 2012 Riferimenti telematici: www.seghizzi.it / [email protected] 3° Concorso di Composizione di Musica Sacra “Salmi Responsoriali” anno 2012 Organizzazione: Federazione Italiana Pueri Cantores Località: Giarre (CT) Scadenza bando: 17 giugno 2012 Riferimenti telematici: www.puericantores.it / [email protected] Concorso di Composizione Corale “Premio Accademia Musicale di Oderzo” Organizzazione: Associazione Musicale Accademia Corale Veneta Località: Oderzo (TV) Scadenza bando: 30 giugno 2012 Riferimenti telematici: www.accademiacoraleveneta.it/ Contatti telefonici: 348 74 53 186

Concorsi

Concorsi

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