27.00 Lettera 310 Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce
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- Al nome di Ges Cristo crocifisso e di Maria dolce
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- Carissimi fratelli e padri in Cristo dolce Ges. Io Catarina,
serva e schiava dei servi di Ges Cristo, scrivo a voi nel prezioso
sangue suo; con desiderio di vedervi tornati a vero e perfettissimo
lume, e uscire di tante tenebre e cecit nella quale siete caduti.
Allora sarete padri a me; in altro modo, no.
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- Sicch, padri chiamo, in quanto voi vi partiate dalla morte e
torniate alla vita (ch, quanto che ora, siete partiti dalla vita
della grazia, membri tagliati dal capo vostro, onde traevate la
vita); stando voi uniti in fede e in perfetta obbedienza a Papa
Urbano VI, nella quale obbedienza stanno quelli che hanno lume, che
con lume conoscono la verit e, conoscendola, l'amano.
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- Perch la cosa che non si vede, non si pu conoscere; e chi non
conosce, non ama; e chi non ama e non teme il suo Creatore, ama s
d'amore sensitivo: e ci che ama, e delizie e onori e stati del
mondo, ama sensitivamente.
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- Perch egli creato per amore, non pu vivere senza amore: ch, o
egli ama Dio, o egli ama s e il mondo d'amore che gli d morte,
ponendo l'occhio dell'intelletto, offuscato dall'amore proprio di
s, sopra queste cose transitorie che passano come il vento. Quivi
non pu conoscere verit n bont veruna: altro che bugia non conosce,
perch non ha lume.
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- Ch veramente, se egli avesse lume, egli conoscerebbe che di
questo cos fatto amore non ha n trae altro che pena e morte eterna.
Gli fa gustare l'arra dell'inferno in questa vita: perch fatto
incomportabile a s medesimo colui che disordinatamente ama s e le
cose del mondo.
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- Oh cecit umana! Non vedi tu, disavventurato uomo, che tu credi
amare cosa ferma e stabile, cosa dilettevole, buona e bella, ed
elle sono mutabili, somma miseria, laide, e senza alcuna bont? Non
per le cose create, in loro, che tutte son create da Dio che
sommamente buono, ma per l'affetto di colui, che disordinatamente
le possiede.
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- Quanto mutabile la ricchezza e onore del mondo in colui che
senza Dio le possiede, cio senza il suo timore! Che oggi ricco e
grande, e ora povero. Quanto laida la vita nostra corporale che,
vivendo, da ogni parte del corpo nostro gettiamo puzza!
Dirittamente un sacco pieno di sterco, cibo di vermi, cibo di
morte.
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- La nostra vita e la bellezza della giovent passano via, come la
bellezza del fiore poi che colto dalla pianta. Nessuno che possa
rimediare a questa bellezza; conservare che non gli sia tolto
quando piace al sommo Giudice di cogliere questo fiore della vita
col mezzo della morte: e nessuno sa quando.
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- Oh misero, la tenebra dell'amore proprio non ti lascia
conoscere questa verit. Che se tu la conoscessi, tu eleggeresti
innanzi ogni pena, che guidare la vita tua a questo modo; porresti
ad amare e desiderare Colui che ; gusteresti la verit sua con
fermezza, e non ti muoveresti come la foglia al vento; serviresti
il tuo Creatore, e ogni cosa ameresti in lui, e senza lui
nulla.
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- Oh quanto sar ripresa nell'ultima estremit, e con quanto
rimprovero, questa cecit, in ogni creatura che ha in s ragione, e
molto maggiormente in quelli che Dio ha tratti dal loto del mondo,
e posti nella maggiore eccellenza che possano essere; d'esser fatti
ministri del sangue dell'umile e immacolato Agnello!
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- Oim, oim, a che v'ha fatti giungere il non avere seguito in
virt la vostra eccellenza! Voi foste posti a nutrirvi al petto
della santa Chiesa, come fiori messi in questo giardino, acciocch
gettaste odore di virt; foste posti per colonne a fortificare
questa navicella e il vicario di Cristo in terra; foste posti come
lucerna sul candelabro per render lume ai fedeli cristiani, e
dilatare la fede.
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- Voi sapete bene se avete fatto quello per che foste creati.
Certo no, che l'amore proprio non ve l'ha fatto conoscere; che in
verit solo per fortificare e render lume e esempio di buona e santa
vita, voi foste messi in questo giardino. Che se voi l'aveste
conosciuta, l'avreste amata, e vestiti di questa dolce verit.
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- E dov' la gratitudine vostra, la quale dovete avere a questa
Sposa che v'ha nutriti al petto suo? Non vedo altro che
ingratitudine: e la ingratitudine dissecca la fonte della piet. Chi
mi mostra che voi siete ingrati, villani, mercenari? La
persecuzione che voi, con gli altri insieme, avete fatta e fate a
questa Sposa, nel tempo che dovevate essere scudi, e resistere ai
colpi delleresia.
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- Nella quale, sapete e conoscete la verit, che papa Urbano VI
veramente papa, Sommo Pontefice, eletto con elezione ordinata, e
non con timore, veramente pi per ispirazione divina, che per vostra
industria umana. E cos l'annunciaste a noi; quello che era la
verit. Ora avete voltate le spalle, come vili e miserabili
cavalieri: l'ombra vostra v'ha fatto paura.
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- Partiti vi siete dalla verit che vi fortificava, e accostarvi
alla bugia, che indebolisce l'anima e il corpo, privandovi della
Grazia spirituale e temporale. Chi ve n' cagione? il veleno
dell'amor proprio, che ha avvelenato il mondo. Egli quello che voi,
colonne, ha fatti peggio che paglia. Non fiori che gettate odore,
ma puzza, ch tutto il mondo avete appuzzato.
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- Non lucerne poste in sul candelabro, acciocch dilatiate la
fede; ma, nascosto questo lume sotto lo staio della superbia, fatti
non dilatatori, ma contaminatori della fede, gettate tenebre in voi
e in altri. D'angeli terrestri, che doveste essere posti per
levarci dinanzi al dimonio infernale, e pigliare l'ufficio degli
angeli riducendo le pecorelle all'obbedienza della santa Chiesa, e
voi avete preso l'officio delle dimonia.
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- Di quel male che avete in voi, di quello volete dare a noi,
ritraendoci dall'obbedienza di Cristo in terra, e inducendoci
all'obbedienza d'Anticristo, membro del diavolo; e voi con lui
insieme, mentre che starete in questa eresia.
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- Questa non cecit d'ignoranza, cio che venga per ignoranza: non
vi viene, che vi sia porto dalle creature una cosa, e sia un'altra.
No: ch voi sapete quello che la verit, e voi l'avete annunciata a
noi, e non noi a voi. Oh, come siete matti! che a noi deste la
verit, e per voi volete gustare la bugia.
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- Ora volete sedurre questa verit, e farci vedere il contrario,
dicendo che per paura eleggeste papa Urbano: la qual cosa non ; ma
chi lo dice (parlando a voi non reverentemente, perch vi sete
privati della reverenza) mente sopra il capo suo. Poich, quello che
voi mostrate d'avere eletto per paura, apparve evidente a chiunque
volle vedere: ci fu messere di Santo Pietro.
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- Potreste dire a me: Perch non mi credi? meglio sappiamo noi la
verit, che lo eleggemmo, che voi. E io vi rispondo, che voi
medesimi mi avete mostrato, che voi partite dalla verit, in molti
modi; e che io non vi debbo credere che papa Urbano VI non sia vero
papa. Se io mi volgo al principio della vita vostra, non vi conosco
di tanta buona e santa vita, che voi per coscienza vi ritraeste
dalla bugia.
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- E chi mi mostra la vostra vita poco ordinata? Il veleno
delleresia. Se io mi volgo alla elezione ordinata, per la bocca
vostra abbiamo saputo che voi lo eleggeste canonicamente, e non per
paura. Detto abbiamo che quello che mostraste per paura fu messere
di Santo Pietro.
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- Chi mi mostra la elezione ordinata con che eleggeste messer
Bartolomeo arcivescovo di Bari, il quale oggi papa Urbano VI fatto
in verit? Nella solennit fatta della sua coronazione ci mostrata
questa verit. Che la solennit sia fatta in verit, ci mostra la
riverenza che gli faceste, e le grazie domandate a lui, e voi
averle usate in tutte quante le cose. Non potete negare questa
verit, altro che con menzogne.
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- Ahi stolti, degni di mille morti! Come ciechi, non vedete il
mal vostro; e venuti siete a tanta confusione, che voi stessi vi
fate menzogneri e idolatri. Ch, eziandio che fosse vero (che non ,
anche confesso, e non lo nego, che papa Urbano VI vero papa), ma se
fosse vero quello che dite, non avreste voi mentito a noi, che ce
lo diceste per sommo Pontefice, come egli ?
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- e non gli avreste voi falsamente fatto reverenza, adorandolo
per Cristo in terra? e non sareste voi stati simoniaci a
procacciare le grazie, e usarle illecitamente? S, bene. Ora hanno
fatto l'antipapa, e voi con loro insieme: quanto all'atto e aspetto
di fuori, avete mostrato cos, sostenendo di ritrovarvi quivi quando
i dimoni incarnati elessero il demonio.
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- Voi mi potreste dire: No, non eleggemmo. Non so che io me lo
creda. Perch non credo che voi aveste sostenuto di ritrovarvi
quivi, se la vita ne fosse dovuta andare: almeno il tacere la
verit, e non scoppiare (che questo non fosse giusto il vostro
potere), mi fa inchinare a credere. Ch, poniamoch forse faceste
meno male che gli altri nella intenzione vostra, voi faceste pur
male con gli altri insieme.
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- E che posso dire? Posso dire, che chi non per la verit, contro
la verit: chi non fu allora per Cristo in terra, papa Urbano VI, fu
contro lui. E per vi dico che voi, con lui insieme, faceste male: e
posso dire che sia eletto un membro del diavolo; che se fosse stato
membro di Cristo, avrebbe eletto innanzi la morte che consentito a
tanto male: perch egli sa bene la verit, e non si pu scusare per
ignoranza.
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- Ora tutti questi difetti commettete e avete commesso verso
questo dimonio; cio, di confessarlo per papa (e non cos la verit),
e di fare la reverenza a chi voi non dovete. Partiti vi siete della
luce, e andati alle tenebre; dalla verit, e congiunti alla bugia.
Da qualunque lato, io non ci trovo altro che bugie. Degni siete di
supplizio: il quale supplizio veramente io vi dico (e ne scarico la
coscienza mia), che se voi non ritornate all'obbedienza con vera
umilt, verr sopra di voi.
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- O miseria sopra miseria! o cecit sopra cecit, che non lascia
vedere il male suo, n danno dell'anima e del corpo! Che se lo
vedeste, non vi sareste cos di leggieri con timore servile partiti
dalla verit, tutti passionati, come superbi, e persone abituate
arbitrarie nei piaceri e diletti umani.
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- Non poteste sostenere non solamente la correzione di fatto
attualmente, ma la parola aspra, reprensibile, vi fece levare il
capo. E questo la cagione perch vi siete mossi. E ci dichiara ben
la verit: che prima che Cristo in terra vi cominciasse a mordere,
voi lo confessaste e riveriste come vicario di Cristo ch'egli
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- Ma l'ultimo frutto ch uscito di voi, che germina morte,
dimostra che alberi voi siete; e che il vostro albero piantato
nella terra della superbia, che esce dall'amore proprio di voi, il
quale amore v'ha tolto il lume della ragione.
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- Oim, non pi cos per amore di Dio! Pigliate lo scampo da
umiliarvi sotto la potente mano di Dio, e all'obbedienza del
vicario suo, mentre che avete il tempo; ch, passato il tempo, non
c' pi rimedio. Riconoscete le colpe vostre, acciocch vi possiate
umiliare, e conoscere la infinita bont di Dio, che non ha comandato
alla terra che vi inghiottisca, n agli animali che vi divorino;
anzi v'ha dato il tempo acciocch possiate correggere l'anima
vostra.
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- Ma se voi non lo conoscerete, quello che v'ha dato per grazia,
vi torner a grande giudizio. Ma se vorrete tornare all'ovile, e
pascervi in verit al petto della Sposa di Cristo; sarete ricevuti
con misericordia da Cristo in cielo, e da Cristo in terra, non
ostante la iniquit che avete commesso.
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- Vi prego che non tardiate pi, n recalcitriate allo stimolo
della coscienza, che continuamente so che vi percuote. E non vi
vinca tanto la confusione della mente, del male che avete fatto,
che voi abbandoniate la salute vostra, e per tedio e disperazione,
quasi non parendovi di potere trovare rimedio.
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- Non si vuole fare cos: ma con fede viva, ferma speranza
pigliate nel vostro Creatore, e con umilt tornate al giogo vostro;
ch peggio sarebbe l'ultima offesa dell'ostinazione e disperazione,
e pi spiacevole a Dio e al mondo. Adunque levatevi su, col lume; ch
senza lume andreste in tenebre, siccome siete andati fino a
qui.
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- Considerando questo l'anima mia, che senza il lume non possiamo
conoscere n amare la verit; dissi e dico, ch'io desidero con
grandissimo desiderio di vedervi levati dalle tenebre, e unirvi con
la luce. A tutte le creature che hanno in loro ragione s'estende
questo desiderio; ma molto maggiormente a voi tre, dei quali io ho
avuto massimo dolore e ammirazione, pi del vostro difetto, che di
tutti gli altri che l'hanno commesso.
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- Che se tutti si partivano dal padre loro, voi dovevate essere
quei figliuoli che fortificaste il padre, manifestando la verit.
Non ostante che il padre non avesse con voi usato altro che
rimprovero, non dovevate per essere guida, denegando la Santit sua
per ogni modo.
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- Pure naturalmente parlando (ch, secondo virt, tutti dobbiamo
essere eguali), ma, parlando umanamente, Cristo in terra italiano,
e voi italiani, che non vi poteva muovere la passione della patria,
come gli oltramontani: cagione non ci vedo, se non l'amore proprio.
Atterratelo ormai, e non aspettate il tempo (che il tempo non
aspetta voi) conculcando coi piedi questo affetto, con odio del
vizio e amore della virt.
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- Tornate, tornate, e non aspettate la verga della Giustizia,
perch dalle mani di Dio non possiamo uscire. Noi siamo nelle mani
sue, o per giustizia o per misericordia: meglio a noi di
riconoscere le colpe nostre e stare nelle mani della Misericordia,
che di stare in colpa e nelle mani della Giustizia. Perch le colpe
nostre non passano impunite; e specialmente quelle che sono fatte
contro alla santa Chiesa.
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- Ma io mi voglio obbligare di portarvi dinanzi a Dio con lacrime
e continua orazione, e con voi insieme portare la penitenza, purch
vogliate ritornare al padre, che, come vero padre, v'aspetta con
l'ali aperte della misericordia. Oim, oim, non la sfuggite n
schifate; ma umilmente la ricevete, e non crediate ai malvagi
consiglieri, che v'hanno dato la morte.
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- Oim, fratelli dolci; dolci fratelli e Padri mi sarete, in
quanto v'accostiate alla verit. Non fate pi resistenza alle lacrime
e ai sudori che gettano i servi di Dio per voi, ch dal capo ai
piedi ve ne lavereste. Che se voi le spregiaste, e gli ansietati
dolci e dolorosi desideri che per voi sono offerti da loro, molta
pi dura reprensione ricevereste.
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- Temete Dio, e il vero giudizio suo. Spero per la infinita sua
bont, che adempir in voi il desiderio dei servi suoi. Non vi parr
duro se io vi pungo con le parole, ch l'amore della salute vostra
m'ha fatto scrivere; e pi tosto vi pungerei con voce viva, se Dio
me lo permettesse. Sia fatta la volont sua.
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- E anco meritate pi tosto i fatti che le parole. Pongo fine, e
non dico pi: che se io seguitasse la volont, anco non mi resterei:
tanto piena di dolore e di tristizia l'anima mia, di vedere tanta
cecit in quelli che sono posti per lume, non come agnelli che si
pascono del cibo dell'onore di Dio e salute dell'anime e
riformazione della santa Chiesa,
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- ma come ladri, involano quellonore che debbono dare a Dio, e lo
danno a loro medesimi; e come lupi divorano le pecorelle, s che io
ho grande amaritudine. Vi prego per amore di quel prezioso sangue
sparso con tanto fuoco d'amore per voi, che diate refrigerio
all'anima mia, che cerca la salute vostra. Altro non vi dico.
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- Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio: bagnatevi nel
sangue dell'Agnello immacolato, dove perderete ogni timore servile;
e, col lume, rimarrete nel timore santo.
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