A voi, reverendo e caro padre, per riverenza di quel dolcissimo
Sacramento. Io Catarina, serva e schiava dei servi di Dio, scrivo,
e vi raccomando nel prezioso sangue del Figliuolo suo; con
desiderio di vedervi unito e trasformato nel fuoco della divina
carit, il quale fuoco un Dio coll'uomo, e lo tenne confitto e
chiavellato in Croce.
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Oh inestimabile e dolcissima carit, quanto dolce l'unione che
hai fatta coll'uomo! Ben ci hai mostrato lineffabile amore tuo per
molte grazie e benefici fatti alle creature, e specialmente per il
beneficio della incarnazione del Figliuolo tuo; cio, di vedere la
somma altezza venire a tanta bassezza quanta la nostra umanit.
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Ben si deve vergognare l'umana superbia di vedere Dio tanto
umiliato nel ventre della gloriosa Vergine Maria, la quale fu quel
campo dolce, dove fu seminato il seme della Parola incarnata del
Figliuolo di Dio.
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Veramente, carissimo padre, in questo benedetto e dolce campo
di Maria fece questo Verbo, innestato nella carne sua, come il seme
che si getta nella terra, che per il caldo del sole germina, e trae
fuori il fiore e il frutto e il guscio rimane alla terra: cos
veramente fece, per il caldo e fuoco della divina carit che Dio
ebbe all'umana generazione, gettando il seme della Parola sua nel
campo di Maria.
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O beata e dolce Maria, tu ci hai donato il fiore del dolce Ges.
E quando produsse il frutto questo dolce fiore? quando fu innestato
in su il legno della santissima Croce; perch allora ricevemmo vita
perfetta.
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E perch dicemmo, che il guscio rimane alla terra? quale fu
questo guscio? Fu la volont dell'unigenito Figliuolo di Dio, il
quale, in quanto uomo, era vestito del desiderio dell'onore del
Padre e della salute nostra: e tanto fu forte questo smisurato
desiderio, che corse come innamorato, sostenendo pene e vergogne e
vituperio, fino all'obbrobriosa morte della Croce.
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Considerando dunque, venerabile padre, che questo medesimo fu
in Maria, cio che ella non poteva desiderare altro che l'onore di
Dio e la salute della creatura; per dicono i Dottori, manifestando
la smisurata carit di Maria, che di s medesima avrebbe fatta scala
per porre in croce il Figliuolo suo, se altro modo non avesse
avuto. E tutto questo, era, perch la volont del Figliuolo era
rimasta in lei.
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Tenete a mente, padre, e non v'esca mai dal cuore n dalla
memoria, n dall'anima vostra, che siete stato offerto e donato a
Maria. Pregatela dunque, che ella vi rappresenti e doni al dolce
Ges, Figliuolo suo: ed ella, come dolce madre e benigna madre di
misericordia, vi rappresenter. E non siate ingrato n sconoscente:
perch ella non ha schifata la petizione; anco l'accetta
graziosamente.
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Siate dunque fedele; non guardando per nessuna illusione di
dimonia, n per detto di nessuna creatura; ma virilmente correte,
pigliando quellaffetto dolce di Maria; cio, che sempre cercate
l'onore di Dio e la salute dell'anime. E cos vi prego. E quanto
possibile a voi, studiate la cella dell'anima e del corpo: ine
studiate, per l'amore e per santo desiderio di mangiare e partorire
anime nel cospetto di Dio.
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E quando foste richiesto nell'atto delle confessioni, non ci
commettete negligenza nessuna; ma con perfetta sollecitudine vi
studiate di trarli dalle mani delle dimonia. E questo sar il segno
vero che noi siamo veri figliuoli, perch a questo modo seguiamo le
vestigia del Padre.
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Ma sappiate che a questo affetto del grande e smisurato
desiderio non possiamo pervenire senza il mezzo della santissima
Croce, cio, del crociato e affettuoso amore del Figliuolo di Dio:
perch egli quel mare pacifico, che d a bere a tutti quelli che
hanno sete e desiderio di Dio, e d pace a tutti coloro che sono
stati in guerra e si vogliono pacificare con lui.
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Questo mare getta fuoco, che riscalda ogni cuore freddo: e
tanto lo riscalda fortemente, che ogni amore servile perde, e solo
rimane in perfetta carit, e in santo timore di non offendere il
Creatore suo. E non teme, n voglio che voi temiate le insidie e le
battaglie delle dimonia, che venissero per rubare e togliere la
citt dell'anima vostra.
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Non temete: ma come cavaliere posto nel campo della battaglia,
combattete con l'arme e col coltello della divina carit, perch quel
bastone che flagella il dimonio. E sappiate che, a non volere
perdere l'arme, con la quale ci conviene difendere, ce la conviene
tenere nascosta nell'anima nostra per vero conoscimento di noi
medesimi.
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Perch, quando l'anima conosce, s medesima non essere, ma sempre
operatore di quella cosa che non , cio, del vizio e del peccato,
subito diventa umiliata a Dio e ad ogni creatura per Dio;
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e conosce ogni grazia e ogni beneficio da lui, e vede in s
traboccare tanta bont di Dio, che per amore di lui e odio di s,
cresce in tanta giustizia di s medesimo, che volentieri, che non
tanto che voglia fare vendetta, ma egli sempre desidera che tutte
le creature, ed eziandio gli animali, ne faccino vendetta di lui. E
ogni creatura giudica migliore di s.
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Onde allora nasce un odore di pazienza; che non nessun peso s
grande n tanto amaro, che con buona pazienza, per amore e per
giustizia egli non lo porti. E non vede s, come colui che annegato
in questo amore; n vede pene n ingiurie che gli siano fatte; ma
solo vede e guarda all'onore di Dio e alla salute delle
creature.
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Ed eziandio, non tanto non vede le cose amare, ma le carezze
dolci, e le consolazioni di Dio, per odio di s; reputandosi indegno
di tanta visitazione e consolazione quanta riceve da Dio. Per umilt
grida spesse volte nel cospetto suo la parola di san Pietro, cio
Prtiti da me, perch io son peccatore.
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E allora Cristo pi perfettamente si congiunge con l'anima: e
allora diventato gustatore e mangiatore dell'anime. Or cos vi prego
da parte di Cristo crocifisso che facciate voi.