Carissime madri e figliuole in Cristo dolce Ges. Io Catarina,
serva e schiava dei servi di Ges Cristo, scrivo a voi nel prezioso
sangue suo; con desiderio di vedervi fondate in perfetta carit,
acciocch siate vere nutrici e governatrici dell'anime vostre.
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Perch mai non potremmo nutrire il prossimo nostro, se prima non
nutrissimo l'anima nostra di vere e reali virt; e di virt non si pu
nutrire, se prima non s'attacca al petto della divina carit, del
quale petto si trae il latte della divina dolcezza.
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A voi, carissime suore, conviene fare come fa il fanciullo, il
quale volendo prendere il latte, prende la mammella della madre, e
se la mette in bocca; onde col mezzo della carne trae a s il
latte.
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Cos conviene fare a noi, se vogliamo nutrire l'anima nostra: e
ci dobbiamo attaccare al petto di Cristo crocifisso, in cui la
madre della carit; e col mezzo della carne sua trarremo a noi il
latte, che nutre l'anima ed i figliuoli delle vere virt; cio per
mezzo dell'umanit di Cristo; perch nell'umanit sua cadde e fu la
pena, e non nella deit.
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E noi non potremmo nutrirci in questo latte, che traiamo dalla
madre della carit, senza pena: e differenti sono le pene.
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Spesse volte sono pene di grandi battaglie del dimonio, o
persecuzioni delle creature, con molte infamie, strazi ed ingiurie.
Queste sono pene in loro, ma non all'anima, la quale s' posta a
nutrire a questo dolce e glorioso petto onde ha tratto l'amore,
vedendo in Cristo crocifisso l'amore ineffabile che Dio ci ha
mostrato col mezzo di questo dolce e amoroso Verbo; e nell'amore ha
trovato l'odio della propria colpa e della legge perversa sua, che
sempre impugna contro lo spirito.
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Ma sopra l'altre pene che porti l'anima che venuta a desiderio
di Dio, sono i crociati e amorosi desideri, che ha per la salute di
tutto quanto il mondo.
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Perch la carit fa questo: che ella s'inferma con quelli che
sono infermi, ed sana con quelli che sono sani; ella piange con
quelli che piangono, e gode con quelli che godono, cio piange con
coloro che sono nel tempo del pianto del peccato mortale, e gode
con quelli che godono nello stato della Grazia.
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Allora ha presa la carne di Cristo crocifisso, portando con
pene la Croce con lui: non pena affliggitiva che dissecchi l'anima,
ma pena che l'ingrassa, dilettandosi, ed ingegnandosi di seguire la
dottrina e vestigie sue: e cos gusta il latte della divina
dolcezza.
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E con che l'ha preso? Con la bocca del santo desiderio: in
tanto che, se possibile le fosse d'avere questo latte, senza pena,
e con esso dare vita alle virt, le quali tutte hanno vita dal latte
dell'affocata carit, non vorrebbe.
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Ma pi tosto elegge di volerlo con pena per amore di Cristo
crocifisso: perch non le pare che sotto il capo spinato debbano
stare membra delicate; ma pi tosto portare la spina con lui
insieme: non eleggendo punture a suo modo; ma a modo del capo
suo.
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E facendo cos, non porta ella; ma il capo suo, Cristo
crocifisso, n' fatto portatore.
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Oh quanto dolce questa dolce madre della carit! Ella non cerca
le cose sue; cio che non cerca s per s, ma s per Dio; e ci ch'ella
ama e desidera, ama e desidera in lui e per lui, e fuori di lui
nulla vuole possedere.
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In ogni stato che ella , spende il tempo suo facendo la volont
di Dio. Se ella secolare, vuole essere perfetta nello stato suo; se
ella religiosa suddita, ella perfetta angela terrestre in questa
vita: e non appetisce n pone l'amore suo nel secolo n nella
ricchezza temporale, non volendo possedere in particolare, perch
vede che sarebbe contro il voto della povert volontaria.
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Sicch, in qualunque stato l'anima , in stato vedovile; e in
ogni modo, avendo in s quella dolce madre della carit, nutrendosi
al petto di Cristo crocifisso, ella gusta questo dolce e soave
latte con affocato desiderio e con perfettissimo lume; per che s'ha
tolta la tenebra del perverso e miserabile amore proprio di s.
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Ora il tempo, suore carissime, da perder s, di non cercare s
per s, ma s per Dio, e il prossimo per Dio, e Iddio dolce in quanto
egli somma ed eterna bont, degno d'essere amato, servito e cercato
da noi; in lui conoscere la verit, e annunziarla, e fortificarla
nei cuori delle creature che hanno in loro ragione, senza timore
servile.
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Ora il tempo del bisogno che voi e gli altri servi di Dio vi
disponiate a sostenere per la verit; e che l'amore, il quale avete
trovato al petto di Cristo crocifisso, voi lo manifestiate sopra il
prossimo vostro, portandolo per affetto d'amore e grande
compassione, nel cospetto di Dio con lagrime, vigilia, e umile e
continua orazione.
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Non dobbiamo terminare la vita nostra altro che in pianto e
amaritudine, sino a tanto che vediamo levata tanta tenebra, quanta
vediamo in quelli che debbono dare luce nel corpo mistico della
santa Chiesa.
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Si dissolva dunque la vita nostra, diamo agli occhi nostri
fiumi di lagrime; muggisca il desiderio sopra questi morti,
acciocch si partano dalla morte e giungano alla vita.
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Or che questo a vedere, che quelli che hanno eletto Cristo in
terra, papa Urbano VI, con tanto ordine, ora per l'amore proprio e
miserabile vita loro dicano che non papa? Guardate, carissime suore
che voi non cadeste in tanta ignoranza, n in tanta cecit, che voi
credeste a questi iniqui e malvagi uomini, non degni d'essere
chiamati uomini, ma pi tosto dimoni incarnati;
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ma ferme e stabili, non seguendo la natura della femmina che si
volge come la foglia al vento, ma virili e costanti confessate e
tenete, che cos la verit, che papa Urbano VI veramente papa,
vicario di Cristo in terra. E se voi teneste il contrario, sareste
riprovate da Dio, vi partireste dalla verit e seguireste la bugia e
il dimonio che padre delle bugie.
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Ho grande desiderio di ritrovarmi con voi, perch, poi che frate
Roberto mi cont di voi e teneramente vi raccomand a me miserabile
piena di difetto, vi concepii amore.
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E per mi mossi a scrivervi toccando alcuna cosa di questa
materia, acci che non andiate vacillando con la mente vostra; ma
perch voi vi fermiate in questa verit.
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Forse che Dio adempir i nostri desideri di ritrovarci insieme.
Allora pi largo e lungamente ne potremo parlare.
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Vi basti questo, che se volete nutrirvi a questo glorioso
petto, siccome nel principio io vi dissi che io desideravo di
vedervi, e se volete gustare il latte della divina dolcezza
dell'affocata carit di Cristo in cielo, vi conviene tenere
affermativamente che papa Urbano VI veramente Cristo in terra, vero
e sommo pontefice, e verun altro no, mentre che questo vive; e chi
tenesse il contrario sta in stato di dannazione, come ribelle alla
santa Chiesa ed allobbedienza di Cristo in terra.
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Altro non vi dico. Permanete nella santa e dolce dilezione di
Dio.