Carissime suore e figliuole in Cristo dolce Ges. Io Catarina,
serva e schiava dei servi di Ges Cristo, scrivo a voi nel prezioso
sangue suo con desiderio di vedervi gustare il cibo angelico; per
che per altro non siete fatte; e acciocch voi lo poteste gustare,
Dio vi ricompr del sangue del suo Figliuolo.
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Ma pensate, carissime figliuole, che questo cibo non si mangia
in terra, cio nell'affetto terreno, ma in alto. E per il Figliuolo
di Dio si lev in alto in sul legno della santissima Croce, acciocch
in alto, e in su la detta mensa prendessimo questo cibo.
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Quale questo cibo angelico?. il desiderio, che nell'affetto
dell'anima; il quale desiderio trae a s il desiderio di Dio; dei
quali si fa una medesima cosa l'uno con l'altro. Ma voi mi direte:
Vi rispondo.
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Questo un cibo, che, mentre che siamo pellegrini in questa
vita, trae a s l'odore delle vere e reali virt; le quali virt sono
cotte al fuoco della divina carit, e mangiate sulla mensa della
santissima Croce, cio sostenendo pene e fatiche per amore della
virt, e recalcitrando alla propria sensualit.
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E a questo modo con forza e violenza rapisce il reame
dell'anima, la quale chiamata cielo, perch cela Dio per Grazia
dentro di s. Questo quel cibo che fa l'anima angelica; e per si
chiama cibo angelico.
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E perch separata l'anima dal corpo, gusta Dio nella essenza
sua, egli la sazia tanto, e per s fatto modo, che nessunaltra cosa
ella appetisce, n pu desiderare, se non quello che pi perfettamente
le abbia a conservare e crescere questo cibo; e odia ci che gli
contrario.
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Onde, come prudente, guarda col lume della santissima fede (il
quale lume sta nell'occhio dell'intelletto), quello che gli nocivo,
e quello che gli utile: e come ella ha veduto, cos ama e
spregia.
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Dispregia, dico, la propria sensualit, tenendola legata sotto
ai piedi dell'affetto, e tutti i vizi che procedono da essa
sensualit. Ella fugge tutte le cagioni che la possono inchinare a
vizio, o impedire la sua perfezione; onde ella annega la propria
volont, che gli cagione d'ogni male, e la sottomette al giogo della
santa obbedienza dei comandamenti di Dio, alla quale obbedienza
tutti i fedeli cristiani sono obbligati.
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E molte altre sono che corrono allobbedienza dell'Ordine santo:
questa maggiore perfezione. Onde, quando l'anima vera obbediente,
ella si soggioga non tanto ai comandamenti di Dio, o la Religiosa
all'Ordine suo, ma a ogni altra creatura per Dio.
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Ella fugge e taglia ogni piacere umano; e solo si gloria negli
obbrobri, e pene di Cristo crocifisso; e le ingiurie, strazi,
scherni e villanie gli sono un latte; e si diletta nelle ingiurie
per conformarsi con lo sposo suo, Cristo.
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Ella rinunzia alla conversazione delle creature, perch spesse
volte ci sono mezzo tra noi e il Creatore nostro, e fugge alla
cella del conoscimento di s e alla cella attuale.
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Ora a questo v'invito, carissime, cio che sempre stiate in
questa cella del conoscimento di voi, dove noi troviamo il cibo
angelico dell'affetto del desiderio di Dio verso di noi; e nella
cella attuale con la vigilia, e con l'umile continua e fedele
orazione, spogliando il cuore e l'affetto nostro d'ogni creatura, e
d'ogni cosa creata, d'amore fuori di Dio, e vestirvi di Cristo
crocifisso.
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Perch in altro modo mangereste questo cibo in terra; e gi vi
dissi che in terra non si doveva mangiare.
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Pensate che lo sposo dolce Ges non vuole mezzo tra l'anima, che
sua Sposa, e s; ed molto geloso: perch, subito ch'egli vedesse che
noi amassimo cosa fuori di lui, egli si partirebbe da noi, e
saremmo fatte degne di mangiare il cibo delle bestie.
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E non saremmo noi ben bestiali? Perciocch il cibo degli animali
sarebbe, se lasciassimo il Creatore per le creature e per le cose
create; e il bene infinito per le cose finite e transitorie, che
passano come il vento; la luce per la tenebra; la vita per la
morte; quello che ci veste di sole di giustizia col fibbiale della
obbedienza, e con le margherite della fede, speranza e perfetta
carit, per quello che ce ne spoglia.
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E non saremmo noi ben stolte a partirci da Quello che ci d
perfetta purit (in tanto che, quanto ci accostiamo pi a lui, tanto
pi diventiamo pure), per quelli che gettano puzza dimmundizia,
contaminatori del cuore e delle menti nostre? Dio lo cessi da noi
per la sua infinita misericordia.
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E acci che questo non possa mai intervenire, guardiamoci dalle
perverse conversazioni di quelle persone che scelleratamente menano
la vita loro; e stiamo tutte sode e mature in noi medesime;
sovvenendo caritativamente alla necessit dei nostri prossimi con
grande diligenza; e cos mostreremo di portare nel cuore Cristo
crocifisso.
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Dico dunque, che l'anima, che ha assaggiato il cibo angelico,
ha veduto col lume, che l'amore e la conversazione delle creature
fuori del Creatore un mezzo che impedisce il cibo suo; e per le
fugge con grandissima sollecitudine, e ama e cerca quello che
l'accresca e conservi nella virt.
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E perch ha veduto che meglio gusta questo cibo col mezzo
dell'orazione fatta nel conoscimento di s; per vi si esercita
continuamente, e in tutti quei modi che si possa accostare a
Dio.
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In tre modi si fa l'orazione. L'una continua, cio il continuo e
santo desiderio, il quale desiderio ra nel cospetto di Dio, in ci
che fa la creatura; perch questo desiderio drizza nel suo onore
tutte le nostre operazioni spirituali e temporali: e per si chiama
continua. Di questa pare che parli il glorioso san Paolo, quando
dice: Orate senza intermissione.
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L'altro modo orazione vocale, cio che parlando con la lingua,
si dice ufficio o altre orazioni vocali; e questa ordinata per
giungere alla terza, cio alla mentale; e cos vi giunge l'anima,
quando con prudenza e umilt esercita la mente nell'orazione vocale,
cio che parlando con la lingua, il cuore suo non sia dilunga da
Dio; ma si deve ingegnare di fermare e stabilire il cuore
nell'affetto della divina carit.
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E quando sentisse la mente sua esser visitata da Dio, cio che
fosse tratta in alcun modo a pensare del suo Creatore, deve
abbandonare la vocale, e fermare la mente sua con affetto d'amore
in quello che sente che Dio la visita; e poi, se, cessato quello,
ella ha tempo, deve ripigliare la vocale, acci che la mente stia
piena e non vota.
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E perch nell'orazioni abbondassero le molte battaglie in
diversi modi e tenebre di mente, con molta confusione, facendoci il
dimonio vedere che la nostra orazione non fosse piacevole a Dio per
le molte battaglie e tenebre che avessimo;
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non dobbiamo lasciare per, ma stare ferme, con fortezza e lunga
perseveranza; guardando che il dimonio lo fa perch noi ci partiamo
dalla madre dell'orazione, e Dio lo permette per provare in noi la
fortezza e costanza nostra, e acci che nelle battaglie e tenebre
conosciamo, noi non essere, e nella buona volont conosciamo la bont
di Dio: perch esso datore e conservatore delle buone e sante
volont, e non negata a chiunque la vuole.
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E per questo modo giunge alla terza e ultima orazione, cio
mentale, nella quale riceve il frutto della fatica che sostenne
nell'orazione imperfetta vocale. Ella allora gusta il latte della
fedele orazione. Ella si leva sopra il sentimento grosso sensitivo,
e con mente angelica s'unisce per affetto d'amore con Dio e col
lume dell'intelletto vede, conosce e si veste della verit.
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Ella fatta sorella degli angeli: ella sta con lo Sposo suo in
su la mensa del crociato desiderio, dilettandosi di cercare l'onore
di Dio e la salute dell'anime; perch vede bene, che per questo lo
Sposo eterno corse alla obbrobriosa morte della Croce, e cos comp
lobbedienza del Padre e la nostra salute.
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Giustamente questa orazione una madre, che nella carit di Dio
concepisce i figliuoli delle virt, e nella carit del prossimo li
partorisce. Ove trovate voi il lume che vi guida nella via della
verit? Nell'orazione. Dove manifestate voi l'amore, la fede, la
speranza e l'umilt? Nell'orazione.
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Perch se voi non amaste, queste cose non fareste; ma perch la
creatura ama, per si vuole unire con quella cosa che ama, col mezzo
dell'orazione.
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A lui domanda la sua necessit, perch conoscendo s, nel qual
conoscimento fondata la vera orazione, si vede avere grande
bisogno, sentendosi attorniata dai suoi nemici, dal mondo con le
ingiurie, dal dimonio con le molte tentazioni e dalla carne, che
impugna contro lo spirito ribellando alla ragione.
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E s vede non esser per s; non essendo, non si pu curare; e per
con fede corre a Colui che , il quale sa, pu e vuole sovvenirla in
ogni sua necessit; e con speranza chiede e aspetta laiuto suo.
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Or cos vuole esser fatta l'orazione, a volere quello che noi
n'aspettiamo; e a questo modo, non sar mai negata cosa giusta che
noi domandiamo alla divina bont. Ma facendo in altro modo, poco
frutto ne trarreste.
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Dove sentiremo noi l'odore dellobbedienza? Nell'orazione. Dove
spoglieremo l'amor proprio, che ci fa impazienti nel tempo delle
ingiurie o d'altre pene, e ci vestiremo d'un divino amore, che ci
far pazienti, e ci glorieremo nella Croce di Cristo crocifisso?
Nell'orazione.
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Dove sentiremo l'odore della continenza e della purit, e la
fame del martirio, disponendoci a dare la vita in onore di Dio e
salute dell'anime? In questa dolce madre dell'orazione. Ella ci far
osservatrici dei santi comandamenti di Dio, e ci suggeller i suoi
consigli nel cuore e nella mente nostra, lasciandovi limpronta del
desiderio di seguirli fino alla morte.
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Ella ci leva dalle conversazioni delle creature, e ci d alla
conversazione del Creatore: ella empie il vasello del cuore del
sangue dell'umile e immacolato Agnello, e lo ricopre del fuoco;
perch per fuoco d'amore fu sparto.
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vero che pi e meno perfettamente riceve l'anima e gusta questa
madre dell'orazione, secondo che ella si nutre del cibo angelico,
cio del santo desiderio di Dio, levandosi in alto, come detto , a
prenderlo in su la mensa della santissima Croce; altrimenti,
no.
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E per vi dissi che io desideravo di vedervi nutrire del cibo
angelico, per che in altro modo non potreste avere la vita della
Grazia, n essere vere serve di Cristo crocifisso.
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Altro non vi dico. Permanete nella santa e dolce dilezione di
Dio.
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Ricevetti una vostra lettera, la quale udii e intesi con
allegrezza, s perch volont avevo di sapere novelle di voi, s per le
buone novelle che in poche parole si contengono, cio
dell'avvenimento della luce sopra codesta terra: perch il cuor di
Faraone spezzato, cio della regina, che tanta durezza ha mostrato
fino a ora, essendosi partita dal capo suo, Cristo in terra; e
accostatasi ad Anticristo, membro del dimonio, ha perseguitata la
verit, ed esaltata la bugia.
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Grazia, grazia sia al nostro Salvatore, che ha illuminato il
cuore vostro, o per forza o per amore che sia, e ha mostrato in voi
le ammirabili cose sue.
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Or godiamo ed esultiamo con allegrezza cordiale, e con un santo
esercizio, come detto abbiamo; sempre purificando la coscienza
nostra con la confessione spesso, e con la comunione per ogni
pasqua solenne; acciocch, confortate in questa vita della
pellegrinazione, voi corriate virilmente alla mensa della Croce,
per la dottrina dell'umile Agnello, a prendere il cibo angelico e
soave, e rilucano in voi le stigmate di Cristo crocifisso.
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Bagnatevi nel prezioso sangue suo. Strettamente mi vi
raccomando.