Carissima figliuola in Cristo dolce Ges. Io Catarina, serva e
schiava dei servi di Ges Cristo, scrivo a te nel prezioso sangue
suo; con desiderio di vederti vestita del vestimento reale, cio del
vestimento dell'ardentissima carit, che quel vestimento che ricopre
la nudit, e nasconde la vergogna, e scalda, e consuma il
freddo.
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Dico che ricopre la nudit; cio che l'anima creata all'immagine
e similitudine di Dio, avendo l'essere, senza la divina Grazia non
avrebbe il fine per il quale fu creata. Ci conviene dunque
principalmente avere il vestimento della Grazia, il quale riceviamo
nel santo Battesimo mediante il sangue di Cristo.
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Con questo vestimento i fanciulli che muoiono in puerizia,
hanno vita eterna: ma noi spose, che abbiamo spazio di tempo, se
non ci posto un vestimento d'amore inverso lo Sposo Eterno,
conoscendo la sua inestimabile carit, potremmo dire che questa
Grazia che noi abbiamo ricevuta nel Battesimo, fosse nuda.
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E per di bisogno che noi leviamo l'affetto e il desiderio
nostro con vero conoscimento di noi ad aprire l'occhio
dell'intelletto, e in noi conoscere la bont di Dio, e l'amore
ineffabile ch'egli ci ha. Per che l'intelletto, che conosce e vede,
non pu fare l'affetto che non ami, e la memoria che non ritenga il
suo benefattore. E cos con l'amore trae a s l'amore: e si trova
vestita e ricoperta la sua nudit.
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Dico che nasconde la vergogna in due modi. L'uno, che per
dispiacimento ha gettato da s la vergogna del peccato; come che
dalla vergogna che in quell'anima era venuta per loffesa fatta al
suo Creatore, restituita per il vestimento dell'amore delle virt,
ed venuta a onore di Dio e ha frutto in s.
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Perch d'ogni nostra operazione e desiderio Dio ne vuole il
fiore dell'onore e a noi lascia il frutto. Sicch vedi che nasconde
la vergogna del peccato. Dico ancora, che un'altra vergogna le
toglie: cio, che di quello che la sensualit con amore proprio e
parere del mondo si vergogna, la volont, morta in s e in tutte le
cose transitorie, non vede vergogna.
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Anco, si diletta delle vergogne, strazi, scherni, villanie,
rimproveri: tanto ha bene, quanto si vede conculcare dal mondo.
Onde ella contenta, per onore di Dio, che il mondo la perseguiti
colle molte ingiurie, il demonio colle molte tentazioni e molestie,
la carne con voler ribellare allo spirito. Di tutte gode per
vendetta e odio di s, per conformarsi con Cristo crocifisso,
riputandosi indegna della pace e quiete della mente.
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E non se ne vergogna d'essere schernita e beffata da tutti tre
questi nemici; cio il mondo, la carne, il demonio, perch la volont
sensitiva morta. Vestita del vestimento della somma ed eterna
volont di Dio, anco le ha in debita reverenza, e le riceve con
amore, perch vede che Dio le permette per amore, e non per odio.
Con quellaffetto che noi vediamo che elle sono date, con quello le
riceviamo.
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Dolce dunque a desiderare vergogna, perch con essa si caccia la
vergogna. Oh quanto beata l'anima, che ha acquistato cos dolce
lume! Perch e insieme odia i movimenti nostri e gli altrui, e ama
le pene che per essi movimenti sosteniamo. Movimento nostro la
propria sensualit, e movimenti altrui sono le persecuzioni del
mondo, cio la colpa odiare di colui che perseguita.
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Rputati dunque, carissima figliuola, degna della pena, e
indegna del frutto che sguita dopo la pena. Queste saranno le
fregiature che tu porterai nel vestimento reale. Tu sai bene che lo
Sposo eterno fece il simile; perch sopra il vestimento suo pose le
molte pene, flagelli, strazi, scherni e villanie, e nell'ultimo
l'obbrobriosa morte della Croce.
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Dico che scalda, e consuma la freddezza. Si scalda del fuoco
dell'ardentissima carit, il quale dimostra per desiderio spasimato
dell'onore di Dio nella salute del prossimo, portando e sopportando
i difetti suoi. Gode coi servi di Dio che godono; e piange con gli
iniqui che sono nel tempo del pianto, per compassione e amaritudine
che porta dell'offesa che fanno a Dio.
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Si d ad ogni pena e tormento per ridurli allo stato di coloro
che godono, e che vivono innamorati delle dolci e reali virt. Dico
che consuma il freddo, cio la freddezza dell'amore proprio di s
medesima: il quale amore proprio accieca l'anima, ch non lascia
conoscere n s n Dio; gli toglie la vita della Grazia, e genera
impazienza; e la radice della superbia mette fuori i rami
suoi.
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Anche offende Dio e il prossimo con disordinato affetto; ed
incomportabile a s medesimo. Sempre ribella l'obbedienza sua: e
tutto questo fa per amore proprio di s. E per voglio, dilettissima
e carissima figliuola, che tu perda ogni amore proprio della
propria sensualit; perch non sta bene alla sposa di Cristo amare
altro che lo sposo suo, e con il lume della ragione abbracciare le
virt.
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Altrimenti, non potresti navigare in questo mare tempestoso di
questa tenebrosa vita, cio senza la navicella della santa
obbedienza, nella quale tu sei entrata. Senz'essa tu non
giungeresti al porto della vita durabile, dove tu ti unisci con lo
Sposo eterno.
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Pnsati, che se tu con l'amore proprio la percuotessi nello
scoglio della disobbedienza, ella si romperebbe; e in questo modo
affogheresti, e perderesti il tesoro, cio il frutto del santo
proponimento che tu facesti quando promettesti obbedienza, facendo
professione. Adunque lvati da questo amore, acciocch non perisca; e
virilmente, come vera sposa, rizza nella tua navicella l'albero
dellimmacolato umile Agnello, sposo tuo, cio la santissima Croce,
colla vela della sua obbedienza.
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Ch vedi bene, che con questa vela della obbedienza del Padre
suo, egli l'ha spiegata, e corse con veloce vento d'amore e odio
del peccato e di questo amore sensitivo, fino all'obbrobriosa morte
della Croce santissima. Or cos fa' tu; con obbedienza pronta, con
umilt vera, con amore di Dio e del prossimo portandoti, e amando
caritativamente le tue suore senza scandalo di mente o mormorazione
di lingua.
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Porta e sopporta ci che tu udissi o vedessi del prossimo tuo; e
le reprensioni che ti fossero fatte, ricevile con riverenza,
pensando che per amore ti dicono, eziandio se ti facessero, e non
per odio. Per questo modo ti leverai lo sdegno e ogni pena; avrai
l'affetto delle virt, e l'odio e il dispiacimento del vizio e del
proprio e disordinato amore; avendo imparato dal dolce e buono Ges,
il quale t' regola, via e dottrina.
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La regola e dottrina, te la insegna con la obbedienza sua, non
schifando pene; ma con obbrobri, scherni e villanie, ingiurie e
infamie, e con molte mormorazioni la compie in sul legno della
santissima Croce.
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Ci via; per che, come egli per via di Croce and, cos tu, e ogni
creatura che ha in s ragione, deve seguirlo, sostenendo ogni pena,
tormento e molestia per il suo amore; spiegando la vela in su
questo albero, Cristo crocifisso; cio la vela dell'amore e
l'affetto del desiderio con la continua orazione. La quale orazione
porta, e reca. Porta, dico, i nostri desideri pieni d'odio di noi e
amore delle virt provate nella carit del prossimo.
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Dico che reca il desiderio e la volont di Dio; avendo recato,
se lo mette indosso con le mani delle sante e buone operazioni.
Allora ti troverai spogliata del tuo proprio amore, e vestita del
vestimento nuziale. In altro modo, non saresti vera sposa; n
faresti resistenza alle molte mormorazioni, che io so che odi di
noi, che t'hanno dato pena.
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Non voglio dunque che abbi pi pene; perch questa la via onde
debbono andare i servi di Dio. E considerando io che chi fa questo
che detto , privato da ogni pena e rimane in pace e in quiete; per
ti dissi che io desideravo di vederti spogliata dell'amore proprio
sensitivo, e vestita del vestimento reale acciocch tu sia privata
della pena della obbedienza, e di quella delle mormorazioni.
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E sta' in pace e in quiete, gustando Dio per Grazia; sicch
nell'ultimo riceva l'eterna visione di Dio, dove sono finite le
pene, e si riceve il frutto della virt, che sguita di poi le
fatiche. Dio ti doni, a te all'altre, la sua dolce ed eterna
benedizione. Altro non ti dico. Permani nella santa e dolce
dilezione di Dio.